Phoenix Fanzine n° 5

Page 1


Phoenix Fanzine N° 5 Data di pubblicazione: 24 Marzo 2016 ŠPhoenix Fanzine 2013- 2016 www.phoenixfanzine.wix.com Contattateci su phoenix.fanzine@gmail.com Seguiteci anche su facebook: https://www.facebook.com/phoenixlafanzine/timeline


Benvenuti Fiamma Salve gente! Bentornati o benvenuti a un nuovo e fantastico numero di Phoenix Fanzine! Sparky BELLA! Io e questa tipa strana siamo le mascotte della rivista e vi accompagneremo alla scoperta di questi giovani autori Fiamma Ehi! Strano ci sarai tu! Comunque... Phoenix fanzine nasce per dar spazio a giovani autori di manga, fumetti e light novel che hanno voglia di mettersi alla prova e migliorare grazie ai vostri consigli e quelli dei membri del Team...

Sparky LORO sono pronti per questa avvincente sfida, e VOI? BUONA LETTURA!


News

- Francesca Governatori alias “Miyuki” finalmente fa il suo esordio con la sua light novel “Exsecratio” - Torna finalmente Calien insieme alla sua amica Misa, con una light novel dal titolo “Like an Angel” di cui purtroppo comparirà solo un’antprima per via di alcuni imprevisti dell’ultimo secondo. -Abbiamo altre new entry che speriamo di potervi presentare nei prossimi numeri - Ritorna dopo un anno di pausa Shen Long di Miu (Claudia Santoro Recio)


Indice MANGA: Chrono story cap 1..........................pag 6 (Autrice: “Saphir Vi” Viaviana Oliviero)

Shen Long cap 3..............................pag 27 (Autrice: “Miu” Claudia Santoro Recio)

Sangkhum cap 3..............................pag 51 (Autore: “Minaca” Francesco Nappi)

RISULTATI CONTEST..........................pag

73

LIGHT NOVEL: Exsecratio cap 1...............................pag 77 (Autrice “Miyuki” Francesca Governatori)

Anteprima Like an Angel...............pag 89
























mi scuso per l’enorme attesa! vi faccio un breve riassunto dei cap precedenti: il sifu di Marco e gabriele trova una nuova pietra e Aurora, nico, lorenzo e alejandro diventano i suoi guardiani... e beh...il resto ve lo andate a leggere :p Buona lettura! <<Miu>>














































Risultati Contest Salve gente, sono sempre io, Fiamma! E’ arrivato il momento di svelarvi i vincitori della Challenge indetta da Minaca, autore di Sangkhum, in collaborazione con il nostro Staff. In cosa consisteva? Bisognava disegnare uno dei personaggi di Sangkhum; andava bene qualsiasi personaggio a colori o in bianco e nero, in qualsiasi posa... insomma potevate sbizzarrirvi! Cosa si vinceva? C’era un doppio premio: - Il vincitore scelto da Minaca avrebbe potuto inventare un proprio personaggio che l’autore inserirà nei prossimi capitoli della storia - Il disegno del vincitore scelto da noi invece sarebbe comparso (e comparirà tra qualche pagina) in questo numero

Ed ora i vincitori...


Risultati Ecco a voi

CURTIS!


Contest Il vincitore nominato da Minaca è:

Mirko Robbi!

L’autore, come premio, ha disegnato il personaggio inventato da Mirko nel proprio stile. Curtis comparirà nei prossimi capitoli di Sangkhum come cattivo. Ecco qualche informazione in più su questo personaggio: Nome: Curtis Donovan Età: 21 anni Potere: Atomic Separation Noi di Phoenix Fanzine siamo tutti curiosissimi di scoprire che ruolo avrà nella storia questo bellissimo personaggio e voi?!

E l’altro vincitore è...


Risultati Contest AYANE! Congratulazioni! Visitate la sua pagina facebook: Manga Art- Ayane



Cap 1 La notte del mio diciassettesimo compleanno ebbi un incubo, in quel periodo ne facevo parecchi, ma quella notte ebbi il peggiore... Sognai di trovarmi stesa su un letto e di non riuscire a muovermi, nonostante mi dimenassi in continuazione per cercare di liberarmi. Era come se qualcuno mi stesse trattenendo ma sentivo benissimo che nessuno mi stava toccando, eppure ero bloccata. Improvvisamente sentii un calore partire dal petto e diffondersi per tutto il corpo. Più si diffondeva e più diventava insopportabile, sembrava mi stessero dando fuoco, sentivo la pelle bruciarsi e pensavo che se avessi aperto gli occhi l'avrei vista sciogliersi. Urlai dal dolore, sempre più forte mano a mano che il calore si faceva più intenso e, in bocca, assieme al sapore ferroso del sangue sentii anche quello salato delle mie lacrime. Avevo paura, perché era tutto così realistico, il fuoco sulla pelle, il dolore e la puzza di bruciato. Volevo che la sofferenza finisse, era insopportabile.... E fu allora che mi svegliai, di colpo. Avevo il fiatone, ero completamente sudata, come se avessi corso per chilometri. Ma la cosa più strana era che sentivo ancora quella terribile sensazione sulla pelle, come se fosse davvero andata in fiamme e percepivo ancora il dolore, seppur leggero. Bevvi un sorso d'acqua dal bicchiere che avevo sul comodino e mi stesi di nuovo. In fondo era solo un brutto sogno, anche se più realistico del solito, ma erano mesi che avevo incubi e più di tanto non gli diedi peso. Non ripresi sonno, perché mi aveva parecchio turbata e avevo ancora quella sensazione di malessere addosso. Allora accesi la luce, mi sedetti sul letto e presi il mio quaderno.



Avevo deciso di prendere nota di ogni incubo avuto e così scrissi anche quello. Descrissi tutto nei minimi dettagli, ogni sensazione, odore, sapore che avevo provato. Mi sentii subito meglio, come se mi fossi tolta un peso. Rimisi il quadernino nel cassetto insieme alla penna. Solo in quel momento mi accorsi di avere uno strano segno sul palmo della mano sinistra. Era simile ad una scottatura, ma aveva una forma strana, sembrava una mezzaluna e la pelle intorno era livida. Chiusi gli occhi. Avevo le allucinazioni? Stavo impazzendo? Li riaprii e il segno era sparito. Avrei fatto meglio a dormire. Spensi la luce e mi rimisi sotto le coperte. Ma la paura e l'angoscia non mi abbandonavano. Cosa mi stava accadendo? La mattina mi svegliai e ripercorsi con la mente tutto ciò che era successo durante la notte: il sogno, il dolore, il segno sulla mano... Sulla mano sinistra! Guardai il palmo, non c'era nulla. Eppure quando lo avevo visto la prima volta sembrava così reale. Allora sorrisi... avrei davvero permesso ad uno stupido incubo di spaventarmi così? Assolutamente no. Scansai le coperte e mi alzai, avviandomi verso il bagno: una bella doccia era quello che ci voleva. Il getto dell'acqua allontanò ogni preoccupazione e uscendo dalla doccia mi sentii subito meglio. Presi un paio di shorts e una canottiera e con i capelli ancora bagnati scesi giù in cucina. Era sabato per fortuna, niente scuola, potevo fare tutto con molta più calma. Mi preparai con calma delle crepes e mi spostai in salone. Mi buttai sul divano e accesi la tv mentre con la mano sinistra tenevo il piatto con il mio pasto. La tv si accese sul canale del telegiornale ed era appena partito un servizio su un rapimento. Addentai la crepe e ascoltai attentamente il reporter che riportava la notizia "La vittima, di nome Sayumi Yagamuchi ha 17 anni, compiuti da qualche giorno è scomparsa martedì; è uscita di casa la mattina verso le 7:30 per andare a scuola e non ha fatto più ritorno e nemmeno dato sue notizie. Alleghiamo una sua foto e una descrizione fisica, vi preghiamo di aiutarci. Chiunque abbia qualche informazione su di lei, si rechi alla centrale di polizia più vicina..." Osservai per bene la foto del suo viso e lessi ad alta voce la descrizione "....Segni particolari: tatuaggio a forma di mezzaluna sul palmo della mano sinistra..." Mezzaluna sulla mano sinistra? Era lo stesso che avevo immaginato di avere io la sera prima... Che strano... Non diedi molto peso alla cosa e finito di mangiare andai in cucina per lavare il piatto usato. Non riuscivo a scrollarmi di dosso quella bruttissima sensazione avuta nel


sogno. Più cercavo di non pensarci, più mi tornavano alla mente quei momenti. Ma si trattava solamente di un brutto sogno, niente di più: non aveva senso pensarci su. Quella mattina faceva più caldo del solito, quasi come se l'estate cercasse di imporsi sulla primavera con la forza, rubandole giorni non suoi. Decisi di rilassarmi un po' andando nello studio di mio padre a continuare il libro che avevo iniziato qualche giorno fa, nella speranza di riuscire a non pensare a quel terribile incubo. Lo studio di mamma era molto particolare, non tanto per l'aspetto antico e misterioso, quanto per la strana aura che emanava. Non riuscivo a capire se quella cosa mi piacesse oppure no, ma la pace e il silenzio di cui si poteva godere dentro lo rendeva un posto tranquillo, ideale per lo studio e la lettura. Dentro vi erano moltissimi libri, posizionati perfettamente lungo gli scaffali, divisi per sezioni. Ognuna delle quattro pareti era costellata da questi ripiani, sui quali vi erano poggiate anche diverse piante che non necessitavano della luce del sole: lo studio, infatti, mancava di finestre. L'unica fonte di illuminazione era la lampada sulla scrivania, della quale mia madre aveva molta cura. Questa aveva due cassetti posti a destra, entrambi chiusi con una chiave, che mamma portava sempre con se. Non mi fu mai permesso di dare nemmeno una sbirciata e quando chiedevo cosa vi fosse all'interno mi veniva detto che vi erano medicine molto importanti. Ma la cosa non suscitava più di tanto la mia curiosità. Accesi la lampada e ripresi dal punto dove avevo interrotto l'altro giorno, a circa metà del libro, durante il culmine di una ferocissima battaglia tra la protagonista e la sua nemesi. L'autrice aveva avuto la geniale idea di anticipare la battaglia finale, così da creare un enorme curiosità circa il resto del libro, quasi come se quello scontro fungesse da cerniera tra fatti vecchi e recenti, tra un Antico e Nuovo Testamento. Tuttavia nemmeno i libri riuscivano a distrarmi, così come la fame che mi era presa, dal momento che senza accorgermene si erano fatte le 14.00. Guardai in frigo, ma non erano rimaste altro che bevande e verdure. Mi vestii con calma e uscii per andare al minimarket vicino casa. Mentre camminavo sentivo un inquietante presenza alle mie spalle, come se qualcuno mi stesse osservando; mi girai di scatto più volte ma non c'era nessuno. Arrivata davanti alle porte del minimarket ebbi come la sensazione che qualcuno stesse cercando di trascinarmi dietro. Rimasi lì davanti, in piedi e in


guardia, fino a quando il commesso non mi fece notare che se fossi rimasta lì le porte automatiche sarebbero rimaste aperte. Entrata dentro camminavo a passo veloce, come se stessi cercando di scappare da qualcosa o da qualcuno. Quella pressante sensazione di essere osservata non voleva cessare. Non pensai più di tanto a ciò che volevo mangiare, così presi del ramen istantaneo. Appena uscita mi affrettai a raggiungere il primo vicolo per arrivare a casa per poter correre più velocemente possibile e arrivare quanto prima, spinta da un'ansia apparentemente immotivata. Appena arrivai a casa chiusi la porta sbattendola e mi accasciai su di essa; avevo i brividi, tremavo e provavo un tremendo senso di inquietudine. Non riuscivo a calmarmi. Me ne stavo con la schiena appoggiata alla porta, nell'attesa che quell'ansia sparisse: un'attesa non completamente vana. Guardavo il pendolo dell'orologio oscillare a destra e a sinistra, continuamente, con intervalli di tempo perfettamente uguali tra loro. Quel movimento così prevedibile e normale riuscì a calmarmi, anche se non del tutto. Feci un respiro profondo e iniziai ad apparecchiare per pranzare. [ Misi a cuocere il ramen e aspettai seduta a tavola, con la testa appoggiata sulle braccia conserte, cercando di svuotare la mente e a non pensare a nulla. La calma provata in quel momento unita a quella recuperata prima mi permise di riuscire nell'intento, seppur interrotta dal suono del ramen ormai pronto. Iniziai a mangiare.



Appena terminai ne me andai in camera mia, lasciando tutto così com'era. Mi buttai sul letto e provai ad addormentarmi, ma fu allora che scorsi il palmo della mia mano sinistra, e mi tornò in mente l'orribile incubo avuto quella notte. I residui di ansia si rifecero sempre più grandi, finché questa non tornò più forte di prima. Iniziai a star male e a sudare; difficilmente soffocai le lacrime che cercavano di uscire con la forza. Sentivo la paura diffondersi per tutto il mio corpo, non mi sentivo affatto al sicuro. Mi infilai sotto le coperte nell'infantile tentativo di mettermi al riparo. Ma al riparo da cosa? Non ne avevo la benché minima idea. L'unica cosa di cui ero certa era quella terribile sensazione che mi affliggeva e che non accennava a diminuire ne tanto meno a sparire. Il tempo sembrava scorrere a rallentatore, i dieci secondi che separavano le 15:59 alle 16:00 durarono un’ eternità. Iniziai a tremare, non certo dal freddo. Il mio cuore batteva con una frequenza altissima, quasi come se dovesse saltar fuori dal petto da un momento all'altro. Iniziai a guardare il soffitto bianco della mia stanza. Notai negli angoli delle piccole ragnatele e alcune crepe che però non fecero altro che aumentare quella terribile ansia che mi tormentava. "Forse sto sognando" pensai, "sì, dev’essere per forza così, è la prosecuzione dell'altro incubo". Chiusi gli occhi e mi concentrai, sperando che una volta aperti mi sarei svegliata psicologicamente incolume. Ma non fu così. Provai anche a pizzicarmi le guance ma niente. Non stavo sognando, era tutto dannatamente reale. Con l'intento di distrarmi, presi il cellulare per ascoltare un po' di musica. La musica riusciva sempre a calmarmi, mi donava quiete e tranquillità. Non ero mai stata una persona molto ansiosa, di conseguenza non conoscevo i rimedi contro quello stato, ma volli provare con Beethoven. Mentre le note si susseguivano leggiadre all'interno degli auricolari quella sensazione si stabilizzò non so come, opprimendomi più dolcemente. Chiusi ancora gli occhi. Vedevo molte cose. Mi specchiavo in uno stagno pieno di ninfee, con addosso un bellissimo abito bianco lungo ed estremamente elegante. Il mio riflesso era così limpido... Allungai la mano verso la mia immagine riflessa come per toccarmi, e appena il mio dito sfiorò l'acqua questa perse la sua limpidezza per un breve periodo di tempo e non appena la riacquistò scorsi una figura dietro di me. Era una persona incappucciata, con un lun-


go mantello rosso che le il corpo e dei tatuaggi neri sul viso, decisamente inquietante. Ma appena mi voltai per vederla dal vivo non c'era nessuno. Subito dopo riaprii gli occhi. Che significato aveva ciò che avevo visto? Chi era quella persona? Ben presto anche questo pensiero iniziò a tormentarmi. Mi tolsi bruscamente gli auricolari dalle orecchie e mi appoggiai di schiena contro il muro attaccato al letto, con lo sguardo vuoto e perso verso il basso. Fissavo le pieghe della coperta che formavano come una rete stradale, destinata ad essere distrutta e rifatta ad ogni mio capriccio. Senza accorgermene la mia mente si svuotò. Ma l'ansia persisteva. La mia "meditazione" fu interrotta da dei suoni alquanto sgradevoli provenienti dalla finestra: era un gatto che graffiava la finestra della mia stanza. Dall'aspetto trascurato e dall'assenza di collare si capiva che era un randagio e probabilmente il poveretto non mangiava da giorni. Non appena aprii la finestra il micio vi si buttò dentro senza pensarci due volte, iniziando a fissarmi. Aveva due occhi bellissimi, gialli come l'oro, e un pelo nero sporco ma luminoso. Mi alzai dal letto per andare in cucina a versargli del latte in una ciotola, seguita dal gatto. Appena gli misi davanti la ciotola egli vi si avvicinò, e dopo vari secondi di incertezza iniziò il banchetto. Mi sedetti sul pavimento per osservarlo mentre mangiava. Era davvero carino il modo in cui con la linguetta svuotava la ciotola ad una velocità impressionante. Appena finì di mangiare si sedette accanto a me, ed iniziammo a farci le coccole a vicenda, finché non notai che si era fatto buio e che dopo poco sarebbe arrivata mia madre, non certo contenta della presenza di un gatto randagio in casa. Così portai il gatto in giardino e me ne ritornai in camera. Subito dopo chiamò mia madre per dirmi che non sarebbe tornata a casa per motivi di lavoro, così scesi giù per far tornare il micio dentro, ma era sparito. Si fecero le 21:00, ed io non ero ancora riuscita a calmarmi. Tornai in salone e accesi la televisione, volevo in ogni modo scacciare quella tensione che mi opprimeva e mi toglieva il fiato. Mi sedetti sul divano e, armata di telecomando, cambiai i canali senza neanche pensare troppo ai programmi trasmessi. Continuavo a pensare a tutto ciò che era successo... il sogno, l'ansia, quella strana sensazione durante il tragitto verso il negozio... Non trovando niente di interessante in tv, decisi di tornare in camera e


prepararmi per andare a dormire: infilai il pigiama e sistemai i vestiti usati sulla sedia. Mi diressi verso la finestra per chiudere le persiane, scostai le tende e fui travolta dalla luce della Luna. Restai a guardare quello spettacolo: una Luna piena, meravigliosa, dominava il cielo oscurando la flebile luce delle altre stelle. Splendeva, brillava intensamente. L'atmosfera sembrava quasi surreale, il cielo nero e scuro e lei, la regina incontrastata del cielo che illuminava la notte. La fissai, senza distogliere lo sguardo e improvvisamente mi tornò alla mente il sogno, il simbolo sul palmo... Guardai la mano sinistra e notai un segno rosso sul palmo... il simbolo di una mezzaluna, identico a quello che avevo sognato. Diventava sempre più evidente e scuro. Insieme a quel segno, avvertì una strana sensazione alla mano, come un fastidio, come se avessi ricevuto un pizzico, prima quasi inesistente, poi sempre più forte, più doloroso, da diventare quasi insopportabile. Non avevo mai provato nulla di simile, il dolore si estese dalla mano al braccio, poi al petto, raggiunse ogni parte del mio corpo. Mi mancò il fiato e a stento trattenni le lacrime. Guardai di nuovo la mano sinistra e la mezzaluna era diventata completamente nera, la pelle intorno appariva livida... sembrava come se mi stessero incidendo la pelle, era un dolore lancinante e persistente, mi sembrava di impazzire. Non poteva essere vero, doveva essere un sogno. Mi allontanai indietreggiando dalla finestra e arrivai a sbattere contro il letto. Mi abbandonai sul materasso, sperando che quella sofferenza finisse il prima possibile. Strinsi la mano sperando di attenuare il fastidio, ma non servì a nulla. Chiusi gli occhi e cercai di calmarmi con dei respiri profondi. Mi dissi che era un incubo, il seguito di quello precedente, sarebbe finito presto, appena svegliata avrei annotato tutto sul mio quadernino e avrei dimenticato tutto. Ma il dolore era reale, non era finto. Lo sentivo davvero... la morsa al petto che mi toglieva il fiato, le fitte alla mano, il dolore alla testa. Improvvisamente, mi sembrò di rivivere il sogno avuto quel pomeriggio. Rividi la figura incappucciata di rosso, i tatuaggi sul volto, neri come la pece.



La persona si tolse il cappuccio e apparve il viso di una donna. Da lunghi capelli argentei e con gli occhi neri, talmente scuri da non poter distinguere l'iride dalla pupilla. Aveva uno sguardo intenso e magnetico che mi fece venire i brividi. Quei simboli sul volto, sembravano incisi sulla pelle come marchi, ben definiti e mi sembravano familiari, come se li avessi già visti. Cercai di ricordare in quale occasione avevo avuto modo di vederli, ma non riuscii a ricordare. Li osservai attentamente cercando di imprimerli nella memoria ma fui distratta dalla voce della donna, che iniziò a parlare: “ Sei stata baciata dalla Luna, mia cara. Il tuo destino va adempiendosi” E dopo il buio... Non vidi nè sentii più nulla...


Anteprima Salve! Sono la protagonista di “like an angel”; purtroppo per via di alcuni problemi personali di una delle autrici, la storia non potrà comparire in questo numero, ma sarà presente nel prossimo. Vi aspettiamo!

Ecco a voi un’anteprima


Anteprima Cosa faresti se scoprissi che il tuo migliore amico è in pericolo? Se il suo destino dipendesse da un tuo solo gesto? Lei controlla il tempo, cambia il destino. Juliet è una ragazza che in pochi anni della sua vita ha creato intorno a sè un forte scudo fatto di misteriosità e silenzio, creato da ciò che lei definisce “diverso”: non crede a nulla se non a sè stessa e a ciò che vede, a lei non interessa aver paura della morte, lei non crede nell’esistenza degli angeli. Lei crede di esser un problema per tutti e per questo intraprende più volte vie sbagliate, spingendo la sua vita al limite: lei crede, o almeno credeva perchè poi ha incontrato “Lui”. Grazie a “Lui”, che la salva poco prima che ella potesse dare fine alla sua vita, quest’ultima le viene sconvolta; ora lei vede il bivio tra vita e morte anche nei momenti di tranquillità. Lei ha un compito che deve imparare a gestire. Lei può vincere tutte le paure se ci crede. Lei è ognuno di noi, quando capisce il suo vero ruolo nella propria vita.


Conclusione eccoci giunti alla fine di questo numero, speriamo vivamente che vi sia piaciuto. lasciate un commentino sul nostro sito o sulla nostra pagina facebook! alla prossima!


Si ringraziano Persone che hanno contribuito alla realizzazione di questo numero: Caricamento sul sito: Calien/Marta Serra

Grafica e impaginazione: Miu/Claudia Santoro Recio

Illustrazioni:

Rin/Elisa Neri: illustrazione iniziale Marty Shiroku: illustrazione news e indice Cecy/Cecilia Balestri: mascotte Shizeku/Simone Simbula: mascotte giginka L’autrice della copertina che vuole rimanere anonima per il momento

Autori manga:

Saphir Vi/ Viviana Oliviero Miu/Claudia Santoro Recio Minaca/ Francesco Nappi

Autori Light novel:

Miyuki/Franchesca Governatori Calien & Misa

Passa a trovarci su Facebook!


Phoenix Fanzine n째5 ... FINE


Grazie a tutti voi cari lettori che rendete questo progetto ancora pi첫

bello!


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.