Storia dell'evoluzione tecnica della fotografia e del suo linguaggio. capitolo 2

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La nascita della fotografia.

In molti si sono occupati in secoli di storia delle scoperte legate alla fotografia, ma a Daguerre va il merito di aver inventato e diffuso la ripresa fotografica dando l’inizio all’epoca della rappresentazione ottico-chimica. ▲▲ 1837 - Louis Jacques Mandé Daguerre. L’Atelier de l’artiste. Una delle prime immagini ottenute dad Daguerre con il suo procedimento. Fonte: Société française de photographie.

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risultati di Joseph Nicéphore Niépce, malgrado non fossero soddisfacenti in termini di definizione e nitidezza, rappresentano un grande passo avanti verso la cattura delle immagini della natura che in quel periodo viene praticata ricopiando a mano le proiezioni della camera lucida, uno strumento brevettato nel 1806 da William Hyde Wollaston che riprende un progetto di Giovanni Keplero, questo permetteva di sovrapporre otticamente l’immagine da ritrarre su una superficie sulla quale ricopiarla. Essendo molto pratico nel trasporto, si diffuse tra i viaggiato-

ri dell’epoca e tra coloro che si appassionano al suo uso troviamo Sir William Henry Fox Talbot, colui che nel 1841 inventerà la calotipia e Sir John Frederick William Herschel, lo stesso che coniò la parola “fotografia” unendo le due parole greche: phos e graphis, il cui significato è appunto scrivere con la luce. La scarsa qualità dei risultati costrinsero Niépce ad accettare un rapporto di collaborazione con l’intraprendente Louis Jacques Mandé Daguerre, pittore e scenografo che già da tempo si interessava per i suoi trucchi ottici tea-

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Storia dell’evoluzione tecnica della fotografia e del suo linguaggio.

sto evento egli comprende che lo ioduro d’argento fosse particolarmente sensibile alla luce. I suoi esprimenti proseguono fino a quando un giorno utilizza delle lastre che aveva conservate in un armadio, accorgendosi che esse danno immagini limpide già fissate e sviluppate, dopo una esposizione di soli quindici minuti.

▲▲ 1821 – John Herschel. Bonneville near Geneva on Road to Chamonix. Nel 1821 Sir John Herschel fa un grand tour d’Europa, registrando le sue osservazioni con l’ausilio di una camera lucida. I suoi disegni a matita anticiparono, nella riproduzione della gamma tonale e nella composizione le fotografie. In questo disegno a matita Herschel ha reso le montagne nei pressi di Ginevra, con la stessa attenzione dei dettagli dell’albero in primo piano raggiungendo un uniformità di profondità di campo più vicino alla visione fotografica che alla visione selettiva dell’occhio nudo. Fonte: http://www. getty.edu/art/gettyguide/.

trali alle sperimentazioni con la camera oscura, Così il 5 dicembre 1829 a Chalon sur Saòne, Niépce e Daguerre firmano un contratto decennale di associazione che inizia così: “Il signor Niépce, desiderando fissare con un nuovo mezzo, senza ricorrere a un disegnatore, le vedute che offre la natura, ha compiuto ricerche in proposito. Numerosi esperimenti che provano questa scoperta ne sono il risultato. La scoperta consiste nella riproduzione spontanea delle immagini ricevute nella camera oscura. Il signor Daguerre, al quale egli ha rivelato la sua scoperta, avendone valutato tutto l’interesse, tanto più che essa è suscettibile di un grande perfezionamento, offre al signor Niepce di unirsi a lui per giungere a questo perfezionamento e di associarsi per trarre tutti i vantaggi possibili da questo nuovo genere di industria”.

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Niépce mette in comune tutti i segreti ed i dettagli del suo procedimento eliografico e insieme lavorarono al physautotype, un processo che utilizzava olio di lavanda. La loro collaborazione durò fino alla morte di Niépce nel 1833. Il figlio Isidore subentrò al padre deceduto nell’associazione con Daguerre, ma senza fornire alcun contributo al proseguimento delle ricerche. Negli anni successivi Daguerre abbandonerà la direzione priva di sbocchi che il suo socio aveva intrapreso, giungendo fortunosamente ad un procedimento in grado di restituire delle buone riprese, attorno al 1837.

Presto scoprì che la causa di tutto erano dei vapori che si erano sprigionati da un recipiente di mercurio contenuto nell’armadio. Quindi il metodo che derivò da questa esperienza consisteva nell’esporre una lastra di rame argentato ai vapori di iodio. La lastra, inserita in una camera oscura modificata per lo scopo, veniva impressionata durante la ripresa per poi essere sviluppata con vapori di mercurio e stabilizzata con acqua salata calda. Si ricavava così una superficie argentea lucida in corrispondenza delle zone scure del soggetto e più opaca in quelle chiare. Osservando riflesso un panno nero, o comunque guardando la lastra in un ambiente in penombra, compariva un’immagine positiva con i lati invertiti.

Una delle caratteristiche del dagherrotipo era la capacità di riprodurre i dettagli più fini con una nitidezza sconosciuta nelle eliografie di Niépce. In quella che è probabilmente la prima buona immagine ottenuta da DaDaguerre, un giorno dimenticò guerre, conosciuta con il titolo un cucchiaio su di una lastra ar- di L’Atelier de l’artiste, l’esattezza gentata preparata con ioduro, si degli oggetti rappresentati divieaccorse successivamente, che ne presenza tangibile nello spasu di essa era rimasto nitido il zio e nel tempo. disegno del cucchiaio. Da que-


◄◄ 1839 - Louis Jacques Mande Daguerre. Conchiglie e Fossili. La fotografia nasce come rivoluzione del sistema di riproduzione della litografia e per le sue peculiarità nasce priva del retroterra culturale necessario allo sviluppo di un linguaggio artistico autonomo. Inizialmente eredita i codici di figurazione propri della pittura alla quale appare subordinata. Fonte: http://www.kiberpipa.org/gallery/album82/Lous_Jacques_Mande_Daguerre_Shells_and_Fossils_1839. sized.jpg

Presentazione Dagherrotipo.

del

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aguerre impose il proprio nome all’invenzione con il consenso di Isidore Niépce che firmò la modifica del contratto. Il nuovo procedimento era molto diverso rispetto a quello originario preparato con Joseph Niépce. Il procedimento non viene brevettato immediatamente, perché sarebbe impossibile riscuoterne i diritti da tutti coloro che lo avrebbero utilizzato e grazie ad una serie di manovre politiche, l’invenzione viene acquistata dal governo francese che ne liberalizza la pubblicazione, concedendo a Daguerre una lauta pensione.

In quella occasione il fisico Joseph Louis Gay-Lussac affermerà: “È nata una nuova arte che potrebbe benissimo inaugurare un’era ed essere preservata come titolo di gloria”.

Di altro tenore fu il commento del famoso caricaturista Honoré Daumier: “La fotografia imita tutto e non esprime nulla; essa è cieca nel mondo dello spirito”.

Le prime fotografie destarono subito l’interesse e la meraviglia dei curiosi che affollarono le sempre più frequenti dimostrazioni del procedimento. In particolare rimasero sbalorditi dalla fedeltà dell’immagine e di come si potesse distinguere ogni minimo particolare, altri paventarono un abbandono della pittura o una drastica riduzione delIl Dagherrotipo, così verrà chiala sua pratica e gran parte della mato il procedimento, viene comunità artistica dell’epoca si ufficialmente presentato dallo scagliò contro la fotografia; Hoscienziato e deputato alla canoré de Balzac ad esempio, elabomera François Arago il 19 agosto rò la teoria degli spettri, secondo 1839 a Parigi, ai membri riuniti la quale il dagherrotipo staccava dell’Accademia delle Scienze e uno degli spettri che formavano delle Belle Arti. gli strati del corpo. Persino alcu-

ni giornali non furono clementi, tanto che in un articolo del giornale di Lipsia si poteva leggere: “Il desiderio di catturare i riflessi evanescenti non solo è impossibile … ma il solo desiderio, la sola volontà di farlo, è una bestemmia. Dio creò l’uomo a sua immagine, e nessuna macchina può fissare l’immagine di Dio. E ‘possibile che Dio avrebbe dovuto abbandonare il suo principio eterno, e ha permesso un francese … per dare al mondo una invenzione del diavolo?”

L’origine non esattamente “artistica” della fotografia fu la causa della diffidenza con la quale essa venne accolta negli ambienti artistici, ma lo sarà ancor di più il fenomeno commerciale al quale essa nel suo immediato futuro sarà inevitabilmente legata, e nonostante il pittore Paul Delaroche avesse esclamato, al tempo della presentazione del dagherrotipo: “da oggi la pittura è morta” ,

questa sua supposizione non si avvererà mai, anzi la nascita della fotografia favorì e influenzò la nascita di importanti movimenti

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▲▲ 1839 – L. J. Mandé Daguerre. Boulevard du Temple. La fotografia venne scattata da Daguerre fuori dalla finestra del suo appartamento al numero 5 di Rue des Marais, strada che scomparve dopo gli sventramenti del piano urbanistico del barone Haussmann. Daguerre nella ripresa non era affatto interessato a uno sguardo nostalgico della vecchia Parigi a rischio di estinzione, tema invece che Atget avrebbe esplorato dieci anni più tardi. Egli cerca nella ripresa di quel panorama la ricchezza dei dettagli come una metafora della sua invenzione. Questa storica immagine era conservata nel Museo Nazionale di Monaco fino a quando, nel corso della seconda guerra mondiale, andò completamente distrutto.

pittorici, tra cui l’impressionismo, il cubismo e il dadaismo, avviando quello che fu chiamato “combattimento per un’immagine”. I pochi dagherrotipi che Daguerre eseguì erano immagini destinate all’argomentazione della sua invenzione da mostrare come prova dei risultati raggiunti. Il linguaggio, mutuato dalla pittura ottocentesca, in queste prime immagini viene piegato per scopi puramente dimostrati-

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vi pur nelle notevoli limitazioni tecniche del processo.

di disporli e rappresentarli. Ad esempio, nel dagherrotipo Conchiglie e Fossili è manifesta la volontà di raccogliere e classificare il mondo degli oggetti, atteggiamento tipico della cultura museale ottocentesca. L’atto della fotografia è procedimento parallelo all’attività di classificazione e collezionismo. Gli oggetti fotografati appaiono come oggetti trovati e non sono rappresentati per assumere significati diversi da ciò che si vede. La foto come analogo del reale può essere utile alla classificazione delle cose come scriveva Fox Talbot nella sua opera The Pencil of Nature illustrando il procedimento fotografico da lui stesso inventato.

Le prime immagini sono ottenute in studio da Daguerre si tratta di nature morte dalla chiara impronta classicistica illuminate lateralmente dalla luce di una finestra. La scelta di catturare soggetti immobili è obbligata dai lunghissimi tempi d’esposizione a causa della bassa sensibilità dei primi composti chimici impiegati e se questo può apparire Nell’esempio di fotografia paeovvio, non è scontato il modo saggistica che Daguerre ci lascia


con l’unico modo in cui un dagherrotipo poteva essere stato stampato: un’incisione ottenuta dalla lastra dagherrotipica, che veniva ricalcata e trasferita su lastre di rame e sovente ritoccata con l’aggiunta di figure umane e carrozze per conferirle un aspetto “fantasioso e romantico” di modo da renderle più appetibili al pubblico.

▲▲ 1839 - Gaspard-Pierre-Gustave Joly de Lotbinière. Incisione della prima fotografia del Partenone per Excursions Daguerriennes. Nel del 1839, Il canadese PierreGustave Joly de Lotbinière riprese diverse vedute dell’Acropoli di Atene. Alcune delle immagini più belle, immerse nella luce e ricca di particolari sono l’acquatinte tratte dalla serie di dagherrotipi denominata dei Propilei. Queste conservano in misura notevole la chiarezza e il chiaroscuro caratteristici della fotografia.

Per conto dell’edítore Lerebours, tra il 1839 e il 1844, vennero prodotti dagherrotipi in Europa, nel Nord Africa, in America e nel Medio Oriente. Peccato che la maggior parte di essi siano andati distrutti al momento dell’incisione.

Nonostante l’uso del dagherrotipo si fosse diffuso in tutto il mondo, il suo uso per soggetti che nella Vista del Boulevard du Temple, Inoltre l’immagine dagherroti- non fossero statici risultò deluper gli stessi limiti tecnici, il fo- pica è un positivo unico diretto dente. Daguerre, dopo aver fallitografo non riesce a catturare la di un’immagine invertita, visibi- to un ritratto del re Luigi Filippo, vita pulsante del Boulevard e le le su di una superfice riflettente che aveva posato espressamente strade appaiono deserte perchè che interferisce con la visualiz- per lui nel 1841, era sfiduciato impossibile registrare il movi- zazione. e credeva non si potessero mai mento della gente e delle carrozriuscire a fissare soggetti umani ze, ma solamente ed in maniera Fu l’editore, Noel-Marie Paymal a causa dei tempi di esposizione casuale, riesce ad immortalare il Lerebours a sfruttare commercial- eccessivamente lunghi. primo essere umano che sia mai mente l’uso della dagherrotipia. comparso in una fotografia nella Egli, visto che a causa dei tem- Sarà il superamento dei limiti figura dell’uomo rimasto immo- pi d’esposizione eccessivamen- tecnici e proprio la possibilità di bile per farsi lucidare le scarpe. te lunghi il dagherrotipo poteva ritrarre soggetti umani a dare iniessere impiegato per la ripresa zio ad una vera e propria diffudi soggetti immobili, pubblicò, sione del mezzo fotografico e an• Utilizzo editoriale tra il 1841 e il 1842 un album di che se il dagherrotipo presentava della fotografia. stampe all’acquatinta e all’ac- notevoli inconvenienti come gli quaforte, ottenute dalle dagher- alti costi, la qualità incostante, la ella competizione con le rotipie di siti archeologici e di non riproducibilità dell’opera, la belle arti, il nuovo mez- monumenti di tutto il mondo dal pericolosità degli elementi chizo di figurazione, oltre titolo Excursions Daguerriennes: mici maneggiati e l’estrema deliall’iniziale impossibilità di fissa- vues et monuments les plus remar- catezza dell’immagine, soggetta re le figure umane, ha numerosi quables du globe. I volumi, ven- a graffi ed ossidazione, l’immasvantaggi: le piccole dimensioni duti in abbonamento, alla fine gine ottica su metallo conobbe ottenibili e come i primi critici la collezione contenevano più di una stagione di grande popolarinotarono, l’assenza del colore. un centinaio di stampe ottenute tà e successo che in Europa durò

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più di un decennio. •

L’era del Ritratto.

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on la ritrattistica la fotografia comincerà ad assumere l’aspetto di un fenomeno sociale e commerciale. La piccola e media borghesia, visto il costo adeguato alle proprie possibilità, farà della fotografia il proprio mezzo di auto-rappresentazione costituendo così la base economica sulla quale si svilupperà l’arte del ritratto fotografico. Con la dagherrotipia prima e con le tecniche fotografiche successive dopo, si compie il processo di democratizzazione del ritratto cominciato con la miniatura, con la silhouette, con il disegno assistito dal physionotrace e dalla camera lucida. Il dagherrotipo fu il mezzo perfetto per la ritrattistica, la sua delicata superficie argentea doveva essere protetta con custodie che spesso erano di grandissimo pregio a dimostrazione dell’apprezzamento per un immagine unica e irripetibile e poiché chiusa, del suo mistero. La lucente immagine del dagherrotipo venne chiamata immediatamente spec-

▲▲ 1840 - William Henry Fox Talbot. The Footman. Malgrado la prima fotografia dove un essere umano è ritratto volontariamente come soggetto, sia stato questo calotipo, sarà proprio il dagherrotipo ad avere maggior fortuna con il tema del ritratto nel decennio tra il 1840 e il 1850, grazie al superamento tecnico del limite del tempo d’esposizione.

chio della memoria, non perché questa fosse speculare ma perché raffigurava contemporaneamente il simulacro del soggetto e la superfice argentea riflette-

va il volto dell’osservatore. Un immagine unica e preziosa e in quanto speculare rappresentante l’immagine pubblica di una persona privata: non come vediamo

►► XVII secolo - Autore Anonimo. Ritratto in silhouette di Beethoven da ragazzo. La diffusione dei ritratti in silhouette si deve a Gian Gaspare Lavater il quale studiando il carattere in rapporto alla fisionomia, era diventato un collezionista di ritratti di profilo. In Francia ebbe particolare successo e nell’entusiasmo per queste figure nere si inventò persino una macchina da silhouettare dove il soggetto posto dietro un telo bianco, proiettava la sua ombra grazie alla luce di una finestra. L’artista ne seguiva i contorni del viso e anneriva l’interno al termine del procedimento. In Germania dove l’arte della silhouette inizialmente venne osteggiata, per ragioni economiche comincio a diffondersi. I Tedeschi depressi economicamente, visto il costo elevato dei ritratti ad olio o a miniatura cominciarono ad apprezzare l’economicità delle “ombre nere”. Così, come avvenne qualche tempo dopo con i ritratti fotografici, tutti si trovarono a collezionare le nere figurine.

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grafia era dovuto alla mortalità infantile ancora elevata dell’epoca. In Europa la diffusione del ritratto dagherrotipico fece sparire la miniatura, in voga già dal Settecento e molti miniaturisti divennero fotografi a sua volta o abili ritoccatori al servizio dei dagherrotipisti. Con il ritratto ha inizio la diffusione di massa del dagherrotipo. I primi studi fotografici vengono aperti a Londra da Richard Beard che nel 1841 apre il primo atelier d’Europa e subito seguito nello stesso anno da Jean Francois Antoine Claudet al quale per altro

▲▲ 1848 - Autore Anonimo. Ritratto dagherrotipo della scrittrice Emily Dickinson.

noi stessi, ma come ci vedono gli aristocratica venivano associati altri. alla figura femminile, perché di basso costo e più veloci nell’eIl ritratto dagherrotipico, rispet- secuzione, mentre i ritratti a olio to a quello ad olio ha il vantag- andavano al figlio maschio prigio di mantenersi entro costi più mogenito, che aveva il compito contenuti, di offrire il massimo di proseguire la stirpe con il prodell’oggettività e di conservare prio cognome. Inoltre, la econocontemporaneamente intatte le micità della fotografia, consentirappresentazioni. Non a caso la va allo stesso soggetto di essere dagherrotipia ebbe i suoi clien- ritratto più volte, in vari momenti più assidui nell’aristocrazia e ti e in varie età, cosa assai rara nell’alta borghesia che le attribu- nel caso del ritratto dipinto. ivano una certa dignità artistica legata in parte proprio alla sua Vennero prodotte anche piccole natura di unicum. Secondo la fotografie racchiuse all’interno concezione dell’epoca, i ritratti di ciondoli di neonati o bambini dagherrotipici in una famiglia deceduti. Questo uso della foto-

▼▼ Nel 1784 Gilles-Louis Chrétien, inventò un macchina che consentiva la produzione rapida di un ritratto di profilo per mano di un artista: il Physionotrace. Si trattava di un dispositivo meccanico che lavora come un pantografo di grandi dimensioni. Il disegno ottenuto veniva inciso su rame e il ritratto poteva essere “moltiplicato” per mezzo della stampa. Facilitando la riproduzione di un ritratto in un tempo relativamente breve e, di conseguenza, ad un costo basso, può essere considerato come un precursore del ritratto fotografico diffusosi come fenomeno di massa.

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▲▲ 1843 - Autore Anonimo. Jabez Hogg che esegue un ritratto nello studio di Richard Beard. Nonostante Beard si definisca “photographic artist” la sua produzione di ritratti pare siano stati in buona parte realizzati da altri operatori e collaboratori di studio.

si devono importanti migliorie ad eseguire i primi ritratti. tecniche proprio nell’ambito Beard stipulò un accordo con della ritrattistica fotografica. Wolcott & Johnson assicurandoGià commerciante di carbone, si il brevetto europeo sulla loro Beard a seguito dell’annuncio fotocamera e nello stesso periodella scoperta di Daguerre si in- do si avvale dell’esperienza del teressa alla dagherrrotipia. Nel chimico inglese John Frederick 1840 conobbe l’americano, Wil- Goddard, che aveva trovato un liam S. Johnson il quale si trova- metodo per incrementare la senva in Europa per promuovere un sibilità delle lastre trattandole apparecchio fotografico a nome con vapori di bromo in aggiunta del figlio John e di Alexander S. a quelli di iodio. Wolcott. L’apparecchio aveva uno specchio concavo a posto dell’o- Nel 1841 Beard ottenne una spebiettivo allo scopo di aumentare cie di monopolio su tutto il terla quantità di luce sulla lastra. ritorio britannico acquistando da Con esso, già nel 4 marzo 1840, Daguerre il diritto di usare il suo Johnson & Wolcott erano riusciti metodo. Questo gli consentì, non

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▼▼ 1841 - Richard Beard. Ritratto di Maria Edgeworth, dagherrotipo dalle dimensioni di cm 5,4 x 4,4. È grazie alla fotocamera di Johnson & Wolcott che Beard inizia la propria proficua attività a Londra, specializzandosi in piccoli ritratti, talvolta anche delle dimensioni 18x25mm, da incastonare in medaglioni. Fonte: National Portrait Gallery.


solo di aprire in Regent Street il primo studio fotografico pubblico in Europa, ma anche di avere il diritto di concedere licenze per l’apertura di altri studi fotografici. In breve tempo Beard avvia una serie di ateliers nella città di Londra investendo circa 20.000 sterline. Il Times del 24 marzo 1841 riporta una descrizione dello studio e del processo che vi si compie: “L’appartamento destinato per il processo di magico – perché così può essere definito – si trova sul piano più alto … Dal tetto, che è costruito di vetro blu di circa un quarto di un pollice di spessore, si ottiene una luce molto potente, ed è così ben congegnato che segue il movimento del sole. In una parte della stanza, quasi al centro, è posto un seggio elevato, in cui il soggetto da riprendere si siede con la testa reclinata all’indietro. In questa posizione al soggetto viene detto di guardare in una scatola con lenti, posizionata in una direzione opposta, a circa cinque metri da lui, in cui è collocata la lastra metallica che sarà impressa con il ritratto. Dopo esservi rimasto per qualche secondo, il soggetto scende, e pochi minuti dopo, gli viene mostrato un ritratto a lui fedele. Le somiglianze che abbiamo potuto vedere sono ammirevoli, e strettamente fedeli alla natura, bellezze e deformità sono esposti allo stesso modo …”

▲▲ Stampa riproducente come si presentava uno studio fotografico a metà Ottocento. Presso gli studi dagherrotipici si predispongono abiti ed accessori appositi, né troppo scuri né troppo chiari, e si suggeriscono pose e atteggiamenti improntati al personaggio da ritrarre.

sare abiti la cui foggia e materiale restituisse al meglio un gioco di luce e ombre. La tecnica di ripresa era una vera tortura: i soggetti erano costretti a rimanere in posa per otto minuti, accecati dalla luce violenta del sole e con le lacrime che scorrevano sulle guance. Spesso, per ridurre i tempi di esposizione, i raggi del sole venivano riflessi per mezzo di specchi.

decenti.

La diffusione degli studi di fotografia e l’inevitabile concorrenza spingono Beard a difendere il suo monopolio con azioni legali contro altri fotografi, fra cui il francese Jean Francois Antoine Claudet, che aveva acquistato da lui una licenza per aprire uno studio per ritratti dagherrotipici a Londra. Il contenzioso si concluse in favore di Claudet e I tempi d’esposizione, anche se anche se Beard ottenne dei promigliorati, impongono ai sog- fitti enormi dalla sua attività, fu getti che posano davanti la foto- Claudet a guadagnarsi un ricocamera di divenire statici, così i noscimento dalla Royal Society ritratti sono figure stilizzate dal- poichè egli non si limitò, come le pose spesso innaturali che la- altri, al semplice esercizio della sciano trasparire il limite tecnico nuova professione di fotografo, del sistema di ripresa Daguerria- ma fu un innovatore. no. C’era la necessità di trovare Nei suoi studi Beard eseguiva ri- miglioramenti tecnici radicali e Claudet possedeva un’attività tratti con i quali riscuoteva note- Daguerre fece molto poco per commerciale nel settore ottivole successo dovuto all’enorme perfezionare la sua invenzione. co a Londra quando apprese la flusso di clienti. Egli chiedeva ai Solo grazie ad una serie di bril- dagherrotipia da Louis Jacques soggetti che si sottoponevano al lanti scoperte che portarono alla Mande Daguerre stesso. Egli rito della fotografia, di evitare il riduzione dei tempi di posa di- apporta delle innovazioni con più possibile il bianco e d’indos- ventò possibile eseguire ritratti delle sue piccole ma importanti

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svolte in campo fotografico. Se i ritratti dagherrotipici realizzati prima della commercializzazione degli obiettivi di Petzval, sembrano più maschere funerarie imbiancate, ben presto il ritratto fotografico acquista una sua dignità e una sua specificità. Ancora condizionati dalla moda imperante, basata su fondali dipinti e messe in scena pompose, e condizionati dalla necessità di bloccare il movimento con appositi strumenti, dai poggiatesta nascosti alle colonnine classiche poste in bella evidenza, i ritratti dagherrotipici acquisiscono comunque una propria autonomia espressiva. Impossibili da ritoccare pesantemente, i dagherrotipi tradiscono tutti quei difetti fisici che il miniaturista poteva agevolmente correggere o nascondere, ed offrono uno specchio spesso impietoso della realtà. A causa della sua monocromaticità, il da▲▲ 1851 - Jean Francois Antoine Claudet. La lezione di geografia. Dagherrotipo gherrotipo viene accusato di non stereoscopico. riprodurre la realtà con sufficieninvenzioni. Ad esempio, scoprì Peter Wilhelm Friedrich Voigtländer. te enfasi, e per ovviare a questa da solo un processo di accelera- Quest’ottica risultava essere se- presunta mancanza si fa uso delmento, usando del cloro anziché dici volte più veloce di quelle la colorazione eseguita a mano del bromo per ridurre il tempo in uso in quel periodo, cosa che da quegli stessi miniaturisti che di esposizione del dagherrotipo. consentì a Claudet, non solo di avevano abbandonato il proprio Sua è anche l’invenzione della fare delle fotografie con un tem- mestiere a causa della diffusione luce rossa di sicurezza per la ca- po di esposizione minore, ma an- del ritratto fotografico. mera oscura, così come è sua l’i- che di aumentare le dimensioni dea di utilizzare sfondi disegnati. delle lastre. • La diffusione del Tra 1848 e il 1849 prova con deDagherrotipo. Nel 1853 Claudet fu nominato gli strumenti di sua invenzione, a misurare l’intensità della luce fotografo alla Regina Vittoria e a dagherrotipia si diffue a verificare la precisione della diventò membro della Royal Sose anche grazie all’opeciety e meno di un mese dopo la messa a fuoco. ra dei dagherrotipisti itisua morte nel 1867, un incendio Nel 1845 Claudet comprò un distrusse il suo “Temple of Pho- neranti che si fermavano nelle obiettivo a quattro lenti, dise- tography” dove furono perdute città e mediante pubblicità sulle gnato da Joseph Petzval e costru- gran parte delle immagini e del- gazzette locali annunciavano il ito nella fabbrica viennese di le testimonianze sulle ricerche loro servizio. Uno di questi per-

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sonaggi che si affermò nel mondo della dagherrotipia girando l’Italia, l’Austria e la Germania fu Ferdinand Brosy il quale pubblicizzava la sua attività di “ritratti al dagherrotipo mediante un nuovo metodo” persino “all’ombra, sia buono o cattivo il tempo”, garantendo la somiglianza e la resa per anni e secoli. Inoltre, si proponeva come insegnante e fornitore dell’apparecchiatura a tutti quanti volessero intraprendere l’arte fotografica.

Gourard e dal pittore americano Samuel Morse, ma anche famoso inventore del telegrafo. Qui ebbe grande diffusione e un successo strepitoso e nella sola New York si contarono presto più studi che in tutta l’Inghilterra.

La grande diffusione in un paese, libero da qualsiasi brevetto, porta ad un miglioramento tecnico del prodotto. Sulle sponde del fiume Hudson, presso New York, in una fabbrica vengono prodotte lastre argentate con un procesNegli Stati Uniti il dagherrotipo so elettrolitico che ne aumenta fu importato dal francese François la quantità di argento sulla lastra

queste vengono successivamente lucidate utilizzando macchine a vapore. Questo procedimento di produzione verrà importato in Francia e chiamato metodo americano. Attorno alla fabrica nacque una vera e propria città, battezzata Daguerreville. Nel 1850 a New York esce il primo giornale di fotografia: The Daguerreian Journal Devoted to the Daguerreian and Photographic Art. In Francia la rivista di settore La Lumière uscirà nel 1851. Nel 1860, all’epoca della sua

▼▼ 1855 – Platt D. Babbitt, Turisti che ammirano le cascate del Niagara dal Prospect Point. Dagherrotipo. Nel 1800 Le cascate del Niagara erano una destinazione popolare per quei viaggiatori in cerca di un incontro trascendentale con la natura. Le cascate, venerate come un luogo sacro, furono riconosciute dalla Chiesa cattolica nel 1861 come un “santuario pellegrino”, dove i fedeli potevano contemplare il paesaggio come un esempio di maestà divina. Fonte: http://www.getty.edu/art/gettyguide/

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▲▲ 1841

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Autore

Anonimo

Ritratto dello scrittore Edgar Allan Poe. All’entusiasmo della società americana fa eco la definizione che lo scrittore Edgar Allan Poe fa del dagherrotipo:“… il più importante e forse il più straordinario trionfo della scienza moderna.” Americano.

maggiore diffusione, si contano in America oltre tremila studi dagherrotipici, fra fissi e ambulanti. Il dagherrotipista ambulante Platt D. Babbitt si stabilisce nei pressi delle cascate del Niagara e riprende con continuità e a loro insaputa, i diversi gruppi dei visitatori fermi ad ammirare le cascate. Successivamente, agli ignari soggetti, vendeva le loro immagini a fianco della meraviglia naturale. Il motivo del grande successo economico e industriale della dagherrotipia in America è dovuto alla particolare recettività per le idee innovative in questo territorio, quasi che un paese senza una lunga tradizione culturale possa essere il giusto ambito per lo sviluppo di un mezzo d’espressione tanto nuovo quanto controverso nell’Europa accademica. I

dagherrotipisti

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americani,

meno legati agli schemi classici, raggiungono nell’arte del ritratto risultati più efficaci che in Europa. I ritratti, acquistarono la personalità dell’artista che li eseguiva e si cominciava a parlare di tecnica individuale e di interpretazione. Come è testimoniato dagli scarni ed espressivi ritratti di personaggi noti, dal presidente Abramo Lincoln, allo scrittore Edgar Allan Poe. Ad esempio, Albert Sands Southworth e Josiah Johnson Hawes eguirono ritratti in cui le pose uscivano dagli stili convenzionali. Come ad

esempio nel Ritratto di Lola Montez dove il soggetto, seduto su di un piedistallo, assume una posa del tutto naturale caratterizzata dalla dinamicità del fumo della sigaretta tenuta tra le dita. Tra i più attivi studi fotografici di New York vi era quello di Mathew Brady, dove eseguiva con successo ritratti su dagherrotipo della società americana, ma l’avvenimento che portò Brady a uscire dal novero dei numerosi ritrattisti da studio americani fu lo scoppio della Guerra di Seces-

▼▼ 1851 - Albert Sands Southworth e Josiah Johnson Hawes. Ritratto di Lola Montez. Fonte: Collection of the Metropolitan Museum of Art, New York, USA


sione Americana. Il ritratto permette al nuovo strumento di liberare tutte le proprie potenzialità espressive. Dal personaggio in posa si passa alla ripresa di animali domestici e di bambini e perfino di gruppi e scene domestiche. Si definiscono nello stesso tempo i principi fondamentali della ripresa fotografica, rimasti inalterati a ◄◄ 1849 - Mathew Brady. Ritratto di William J Worth in uniforme con spada. ▼▼ 1850

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Autore

Anonimo

Americano,

Dagherrotipo della Costruzione di un Canale. Nella dagherrotipia americana frequenti sono i ritratti di gruppo ambientati come questo dove alcuni lavoratori sono ritratti durante una pausa di lavoro durante la costruzione di un canale. Fonte:http://www. getty.edu/art/gettyguide/

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tutt’oggi e dalle quali dipende la qualità espressiva e linguistica dell’immagine ottica: l’angolo di ripresa, la lunghezza focale e il momento della ripresa. Se in Europa il dagherrotipo si limita, oltre alla fotografia di monumenti, al ritratto e al nudo, offrendo proprio con il ritratto uno spaccato della nascente società borghese, in America, grazie alla maggiore libertà da condizionamenti accademici, vengono affrontati temi nuovi: la corsa all’oro, l’espansione nei territori dell’ovest, la nascita di nuove città e l’apertura di strade ferrate, si arrivano a documentare persino operazioni chirurgiche. Sono immagini che mostrano una società in rapido sviluppo.

▲▲ 1847 - Albert Sands Southworth e Josiah Johnson Hawes. Dagherrotipo che documenta l’uso dell’etere per l’anestesia.

Grande successo ebbero i dagherrotipi alla prima mostra internazionale di fotografia dell’Esposizione Universale di Londra del 1851, specialmente quelli americani, ma sono presenti anche le prime stampe da negativi su vetro. In Europa dopo quell’anno il negativo su vetro prese il posto del dagherrotipo, mentre negli Stati Uniti la moda del dagherrotipo resistette fino ad oltre il 1860. •

Riferimenti Web.

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.

http://www.rleggat.com/photohistory/index.html http://www.gri.it/ http://www.precinemahistory.net/900.htm http://photographyhistory.blogspot.com/ http://www.unicam.it/plschimica/fotografia.asp http://www.all-art.org/history658_photography1.html http://www.storiadellafotografia.it/ http://www.fotografando.org/category/storia-della-fotografia/ http://www.photogallery.it/storia/istoria.html http://www.goldimages.it/articoli%20experta/dagherrotipo.htm

Bibliografia.

11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19.

Stefan Richter, L’arte della dagherrotipia, Rizzoli; Helmut Gernsheim, Storia della fotografia, le origini, Electa; Ando Gilardi, Storia sociale della fotografia, Mondadori Bruno; Jean-Alphonse Keim, Breve storia della fotografia, Einaudi; Graham Clarke, La fotografia, Una storia culturale e visuale, Einaudi; Italo Zannier, L’occhio della fotografia. Protagonisti, tecniche e stili della «Invenzione maravigliosa», Carocci; Gian Piero Brunetta, Il viaggio dell’iconauta. Dalla camera oscura di Leonardo alla luce di Lumière, Marsilio; Peter Galassi, Prima della fotografia. La pittura e l’invenzione della fotografia, Bollati Boringhieri; Giovanni Fiorentino, L’Ottocento fatto immagine, Sellerio.

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