WEEKEND
Questioni di cuore
Ho 18 anni e a un corso di orientamento universitario a Lecce conosco un ragazzo della mia età e nasce una simpatica amicizia. Tornati ognuno a casa propria, cominciamo a inviarci messaggi e squilli, poi inziano i nostri incontri: lui viene a trovarmi almeno una volta al mese, prima in treno poi in macchina. Ci comportiamo ancora come due amici, la risata è alla base del nostro rapporto anche se affiancata da discorsi di un certo spessore, come la filosofia e la cultura. Poi dentro di me si insinua un grande desiderio di seduzione, il mio atteggiamento si arricchisce di una nota di malizia e il suo comportamento diventa intrigante. La mia passione per lui cresce sempre più: intrattengo le mie amiche con i racconti dei nostri incontri destando il loro più vivo interesse. Finalmente arriva la svolta. Sul prato attorno alle mura di Lucca trovo il coraggio di esprimergli con baci e abbracci il fortissimo sentimento che provo per lui. La cosa è reciproca. Lui mi ricopre di affetto sincero ma condisce il tutto con parole strane che fanno a pugni con i fatti: “Ho paura di innamorarmi perché ho paura di soffrire. Tu non sei la mia ragazza, vero?”. Presa dal vortice della passione la butto sullo scherzo, finché mi confessa di non volermi illudere: non ha intenzione di rinchiudersi in un mondo ovattato, tutto nostro. Posso esserci ma solo come “amica speciale”. Non desidera impegnarsi né con me né con altre. Le parole “impegno di coppia” e “limitazione delle libertà” si scontrano con i suoi bisogni. Ma perché creare un clima di ambiguità con me, arrivare fino al contatto fisico? Valeria ’83 Pisa
Inserisci gli aggettivi possessivi presenti nel testo al proprio posto nella tabella:
persona
singolare maschile
Io
femminile
maschile
mia
miei
Tu Lui/lei noi Voi loro
plurale
loro
femminile