ARTis numero cinque

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numero cinque A.S. 2019/2020

ART

PERIODICO DEL

Gian Lorenzo Bernini: Il ratto di Proserpina (1622) Rielaborazione grafica della redazione

In nova fert animus mutatas dicere formas corpora; di, coeptis (nam vos mutastis et illas) adspirate meis primaque ab origine mundi ad mea perpetuum deducite tempora carmen! Ante mare et terras et quod tegit omnia caelum unus erat toto naturae vultus in orbe, quem dixere chaos: rudis indigestaque moles nec quicquam nisi pondus iners congestaque eodem non bene iunctarum discordia semina rerum. nullus adhuc mundo praebebat lumina Titan, nec nova crescendo reparabat cornua Phoebe, nec circumfuso pendebat in aere tellus ponderibus librata suis, nec bracchia longo margine terrarum porrexerat Amphitrite; utque erat et tellus illic et pontus et aer, sic erat instabilis tellus, innabilis unda, lucis egens aer; nulli sua forma manebat, obstabatque aliis aliud, quia corpore in uno frigida pugnabant calidis, umentia siccis, mollia cum duris, sine pondere, habentia pondus. Hanc deus et melior litem natura diremit. nam caelo terras et terris abscidit undas et liquidum spisso secrevit ab aere caelum. quae postquam evolvit caecoque exemit acervo, dissociata locis concordi pace ligavit: ignea convexi vis et sine pondere caeli emicuit summaque locum sibi fecit in arce; proximus est aer illi levitate locoque; densior his tellus elementaque grandia traxit et pressa est gravitate sua; circumfluus umor ultima possedit solidumque coercuit orbem. Sic ubi dispositam quisquis fuit ille deorum congeriem secuit sectamque in membra coegit, principio terram, ne non aequalis ab omni parte foret, magni speciem glomeravit in orbis. tum freta diffundi rapidisque tumescere ventis iussit et ambitae circumdare litora terrae; addidit et fontes et stagna inmensa lacusque fluminaque obliquis cinxit declivia ripis, quae, diversa locis, partim sorbentur ab ipsa, in mare perveniunt partim campoque recepta liberioris aquae pro ripis litora pulsant. iussit et extendi campos, subsidere valles, fronde tegi silvas, lapidosos surgere montes, utque duae dextra caelum totidemque sinistra parte secant zonae, quinta est ardentior illis, sic onus inclusum numero distinxit eodem cura dei, totidemque plagae tellure premuntur. quarum quae media est, non est habitabilis aestu; nix tegit alta duas; totidem inter utramque locavit temperiemque dedit mixta cum frigore flamma. [...]

OVIDIO Metamorphoses Liber I vv. 1-51 PROSERPINA, Metamorphoses V, OVIDIO

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editoriale]

Il numero cinque di ART è dedicato agli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, il programma d'azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 paesi membri dell'ONU. I temi principali (la crescita economica, l'inclusione sociale e la tutela dell'ambiente) rappresentano i punti cardine dell'Offerta Formativa e vengono trattati attraverso i linguaggi che caratterizzano il nostro Liceo nei diversi indirizzi di studio: Arti Figurative, Design Moda, Architettura e Ambiente. Ogni articolo riporta una delle esperienze formative realizzate nello studio dei 17 goals previsti dall'Agenda, frutto di attività laboratoriali in cui gli studenti hanno interagito da protagonisti co-costruttori del proprio sapere perché, anche se la realizzazione dei nuovi obiettivi di sviluppo, a carattere universale, è rimessa all'impegno di tutti gli Stati, il cambiamento nell'ottica della sostenibilità può avvenire solo attraverso una trasformazione radicale degli stili di vita di ogni cittadino. Quindi, ognuno è chiamato a fare la propria parte. “Fai quello che puoi, con quello che hai, nel posto in cui sei” è il monito di Theodore Roosevelt; partiamo dunque dalla consapevolezza e dalla conoscenza degli obiettivi da raggiungere per orientare le nostre azioni e per diventare veri protagonisti del cambiamento. Ringrazio i Docenti e gli Studenti per questo lavoro prezioso che documenta l'impegno di una Scuola prestigiosa e attenta alle esigenze del singolo e della collettività, un Liceo che ogni anno riesce a compiere dei passi importanti, orientati alla qualità del servizio e degli apprendimenti. Caterina Fantauzzi Dirigente Scolastico

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Abruzzo e Agenda 2030 L'Agenda 2030 è un tema affrontato dalla Regione Abruzzo, che ha già mosso i primi passi per il raggiungimento di alcuni degli obiettivi prefissati; in particolare ci si è posto il problema della salvaguardia dell'ambiente. Dato che l'Abruzzo è la regione caratterizzata dalla più alta diversità climatica dell'Italia peninsulare, è una delle regioni con la più alta vulnerabilità ai cambiamenti climatici. Uno dei provvedimenti adottati è il progetto PACC, ossia “Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici”, avviato il 17 dicembre 2015 presso il Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi “Gabriele d'Annunzio” di Chieti-Pescara: esso ha come primo impegno la formulazione di un profilo climatico della Regione Abruzzo, dal quale poi sviluppare un piano di adattamento specifico per la regione. Affinché ciò sia possibile è indispensabile il coinvolgimento delle varie parti interessate: il PACC Abruzzo intende assicurare, a tal fine, un processo attivo di partecipazione degli stakeholder, il cui coinvolgimento garantirà l'identificazione di capacità resilienti al fine di favorire la loro sistematizzazione nella futura strategia. Le fasi partecipative e la redazione dei documenti del PACC sono state curate dal CDCA, Centro di Documentazione sui Confini Ambientali, con sede regionale a Rocca San Giovanni (CH). Ecco alcune delle sfide climatiche del progetto PACC Abruzzo: A. Ondate di Calore: 1) Rafforzare i servizi sanitari in risposta alla maggiore frequenza e intensità delle ondate di calore estivo; 2) Aumentare gli sforzi e le risorse in materia di prevenzione e controllo; 3) Intensificare gli sforzi nel ridurre gli effetti “dell'isola di calore urbana” nelle aree metropolitane; 4) Promuovere campagne di buone pratiche di igiene, sicurezza alimentare e stili di vita sani. B. Turismo: 1) Diversificare l'offerta turistica tanto invernale quanto nelle aree di costa (es. sport invernali e acquatici, ecc.); 2) Rafforzare il monitoraggio delle quantità d'acqua nelle zone costiere; 3) Favorire la flessibilità delle stazioni sciistiche esistenti adattando la stagione di apertura alla disponibilità di neve; 4) Promuovere analisi costi-benefici per le aree sciistiche esistenti per valutarne l'idoneità ambientale ed economica in relazione ai futuri scenari ambientali; 5) Includere le proiezioni di mutamento climatico nella valutazione di fattibilità nelle future aree sciistiche, scoraggiando l'uso massiccio di neve artificiale; 6) Rafforzare i sistemi di monitoraggio e previsione meteorologica e le infrastrutture di gestione dei rischi soprattutto nelle zone turistiche appenniniche. C. Difesa del suolo: 1) Adattare il piano di gestione del rischio idrogeologico includendovi esplicitamente il fattore variabilità climatica; 2) Adeguare le attuali politiche e sistemi di protezione al previsto aumento del rischio di alluvioni. D. Energia: 1) Promuovere l'informazione e l'aumento di campagne di sensibilizzazione per il risparmio energetico; 2) Creare incentivi per promuovere nuove costruzioni ecologiche; 3) Piantare alberi per risparmiare energia delle aree residenziali; 4) Elaborare studi di proiezione riguardo agli effetti delle nuove condizioni climatiche sui principali settori delle energie rinnovabili per identificare debolezze ed opportunità. Principali risultati: I. valutare la vulnerabilità climatica presente e futura per ciascun settore; II. valutare e quantificare presenti e futuri impatti dei cambiamenti climatici per ciascun settore; III. stimare i costi socio-economici degli impatti settoriali; IV. valutare le misure già implementate per ciascun settore rispetto a co-obiettivi di adattamento; V. valutare la capacità di adattamento per ciascun settore; VI. proporre e valutare ulteriori misure di adattamento per ciascun settore e offrire supporto metodologico; VII. coinvolgere i decisori e le altre parti interessate attraverso strumenti di partecipazione; VIII. informare capillarmente la cittadinanza e le parti interessate al processo tramite workshop, strumenti online, attività di networking. Un'altra iniziativa che ha come obbiettivo la “sostenibilità” in Abruzzo è il progetto Go Beyond, un laboratorio formativo che ha la finalità di favorire lo sviluppo di una coscienza in campo sociale, civile, politico e sindacale. Questa edizione, avviata il 14 novembre 2019 nella sala conferenze del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise a Pescasseroli, ha approfondito gli obiettivi dell'Agenda 2030 Onu per lo Sviluppo Sostenibile, facendo anche riferimento agli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile introdotti nel 2016. Dopo Pescasseroli, questo percorso farà tappa anche a Roma, Firenze e Pescara nel febbraio 2020 in otto giornate formative che prevedono anche visite a laboratori vari, con docenti di grande autorevolezza. Go Beyond è promossa da: Congresso Nazionale dei Giovani, Foundation for European Progressive Studies, Fondazione Nenni e UIL. Raffaele Caliendo, IIIA

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Chi l'avrebbe mai detto? Una bomba ecologica... vicina di casa

Plastic free certification: innovazione made in Abruzzo

Chi l'avrebbe mai detto che oggi ci saremmo ritrovati a leggere di discariche al posto di boschi, cambiamenti climatici, fine del mondo? Ma soprattutto, chi l'avrebbe mai detto che la causa di tutto ciò, ad oggi, saremmo stati proprio noi? Si, proprio tu, tu che stai leggendo. Uno dei tanti disastri, che a noi Abruzzesi, ha colpito nel profondo è il caso dell'avvelenamento delle acque di Bussi. Argomento molto sentito e discusso per lo spessore e le conseguenze da esso causate. La discarica di Bussi ha, in parte, causato l'avvelenamento delle acque, tanto da essere definita da Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera, una vera e propria “Bomba ecologica”. Si ritiene che l'inquinamento sia iniziato addirittura nei primi anni del Novecento e che in seguito si sia diramato sempre più. E pensare che erano più di 700 mila le persone che, inconsapevolmente utilizzavano giornalmente le acque infettate. Ciò ha avuto delle ripercussioni sulla salute della popolazione; di fatto in quel periodo il tasso di tumori è stato significativamente superiore rispetto alle statistiche precedenti (oltre il 20%). Fortunatamente coloro che erano coinvolti sono stati puniti per vie legali e inoltre dal 2007 l'acqua dei rubinetti non è più contaminata grazie alla chiusura dei pozzi dove all'interno vi erano entrate le acque infettate dalle falde per finire poi all'interno dei condotti dell'acqua pubblica. La morale della favola? Ogni volta che state fermi a guardare, ogni volta che non vi mettete in gioco e che non vi occupate e preoccupate del mondo che vi circonda state in qualche modo condannando l'unico pianeta che abbiamo e voi stessi alla morte; essere diversi, andare controcorrente pur di difendere i propri ideali e il proprio pianeta, è l'unico modo per poter coltivare ancora una speranza.

Plastic free certification (www.plasticfreecertification.org) è una start up (azienda di piccole dimensioni) abruzzese che promette vantaggi non solo da un punto di vista etico ma anche economico e promozionale, nata dalla collaborazione tra Zaira Di Paolo, presidente di un'azienda che si occupa di commercializzare stoviglie compostabili, e Giuseppe Sarua Cinquegrana, amministratore delegato di un'azienda di green economy. Come spiega quest'ultimo, il 40% di plastica che utilizziamo è monouso, non c'è quindi riciclo; inoltre la maggior parte della plastica in circolo non è biodegradabile, il che significa che resta nell'ambiente per secoli. Sempre Cinquegrana afferma che bisognerebbe sostituire i materiali plastici e organizzare una filiera per riciclare meglio: tutto questo sarà possibile grazie a Plastic free certification, progetto al quale già lavorano biologi marini, ingegneri, accademici e altri professionisti di vari ambiti e che è stato presentato, dallo stesso Cinquegrana, lunedì 25 Novembre 2019 al Grimaldi Forum di Montecarlo in occasione dello “Chef World Summit”; durante la prestigiosa manifestazione nel principato monegasco è stato premiato lo chef italo-argentino Mauro Colagreco (tre stelle Michelin) che, con il suo team, sta lavorando da due anni per l'eliminazione totale della plastica nel suo ristorante Mirazur, che ha ricevuto nell'anno appena trascorso il titolo di miglior ristorante del mondo. Giandomenico Donatelli, IIIA

Maggie Giovani, IIIA

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El cambio 2030 en Latinoamérica La Agenda 2030 es un compromiso universal adquirido tanto para Países desarrollados como en desarrollo de sostenibilidad aprobado por la ONU en el 2015 y que representa una oportunidad de transformación para América Latina y el Caribe. ¿La oportunidad de? Establecer una visión transformadora hacia la sostenibilidad económica, social y ambiental. Los temas prioritarios son la erradicación de la pobreza extrema, la reducción de la desigualdad en todas sus dimensiones y un crecimiento económico. Venezuela el país más rico y más pobre del mundo que necesita cambiar su destino El País es la puerta del continente Sudamericano, uno de los Países más ricos que tiene las reservas petroleras más grandes del mundo con una gran biodiversidad. Esto ha cambiado en los últimos años hasta hoy en día. En el 2019 se proyectó que Venezuela se situaría, junto a Arabia Saudita, Azerbaiyán e Iraq, como las naciones donde se ha registrado una caída superior al 60% de estabilidad económica, política, social y ambiental. Por el incumplimiento que se ve de parte de Venezuela con respecto a los compromisos de la Agenda 2030, aumenta la crisis. El Presidente Nicolas Maduro se ha mantenido en el poder por medio de un “gasto desmesurado de los recursos”. Venezuela en estos momentos está en una crisis que se produjo por una gestión irresponsable por parte del Ejecutivo. La Agenda 2030 nos demuestra que para superar la crisis se requiere: * El cambio de gobierno; * El cumplimiento de la constitución; * Definir los objetivos de desarrollo sostenibles; * Recuperar la credibilidad internacional. Para Venezuela la realidad no es distinta. En un País con tanta diversidad y con personas dispuestas a cambiar para alcanzar el desarrollo sostenible, la Agenda 2030 es un objetivo posible. Con el compromiso del gobierno, de las empresas y de cada ciudadano se puede posicionar a Venezuela como uno de los Países más avanzados en sustentabilidad, con los índices de pobreza más bajos, una economía creciente e inclusiva, un medio natural rico y protegido. Di Cioccio Guillen Jussiec Stefania, Garcia Del Boccio Michelle Antonella, IIIA Logo della commissione economica per l'America Latina. (ECLAP)

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Gender Equality Gender equality has always been an important subject and it is the fifth goal to achieve for the 2030 Agenda, the program for the sustainable development approved in 2015 by the United Nation. Even though women managed to obtain rights and freedom, especially in modern times, there are many women all around the world that still are victims of abuses and discrimination. The fight for gender rights has been going on for centuries. We might start from ancient Rome, when they asked to eliminate the Lex Oppia, which forbade women to go around in carriages and wear multicoloured clothes. Even during the Renaissance women's role was not the same as men's yet. An improvement in women's condition can be seen only after the eighteenth century, after the French Revolution and after the publication of the “Declaration of women's rights”. Reaching the twentieth century with the suffraggettes, who fought for the rights to vote. Despite the fights, the events and the revolts, in 2019 we still have not reached equality, yet. The data says: there are more than seven hundred million girls forced to an underage marriage; one woman out of five is victim of abuse, and in forty-nine countries there are still no laws to protect them; more than two hundred million women and girls have been subjected to Female Genital Mutilation, but the list might go on. If the road to achieve complete recognition and rights is still long, there are already many plans and associations that, around the world, work for their cause. This happens in local places too, for example in Sulmona there are unions, like “La Libellula”, which organize many events to move people and welcome victims of abuses, offering them psychological and legal advice, or “la Diosa” working since 2014 to eliminate, through events and many kinds of projects, gender discrimination and to guarantee women's welfare. The role of these associations is extremely important, because they help and support institutions’ work. They fight everyday, with millions of women, to bring support to victims of gender discrimination, contributing to the diffusion of the equality message. The goals to achieve within 2030 to guarantee the earth's welfare are many and are “ambitious” but, thanks to common committment, they can be reached, improving the world's condition and the human behaviour on our mother Earth. Aleida Maria Di Gregorio Zitella, IIIA

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Dalla Natura alla sua rappresentazione nell'Arte: un connubio antico ma mai così attuale Nella produzione artistica il confronto con la Natura è sempre stato oggetto privilegiato di riflessione. Da sempre ammirata, temuta, indagata nei suoi più reconditi aspetti, offre ancora, e soprattutto oggi, inesauribili spunti di indagine. La condizione di privilegio nel poter godere di un contatto diretto con le espressioni naturali più abituali era nota ben prima che ne emergessero le fragilità. La mostra monografica su Carlus Borromaus Ruthart, recentemente tenuta, tra le altre sedi, nella Badia Morronese di Sulmona, ha sollecitato considerazioni interessanti. Un artista nato a Danzica nel 1630, amante per formazione delle scene venatorie e incline al gusto della committenza del tempo, affascinata dalla rappresentazione faunistica a volte esotica, dopo aver lavorato a Vienna, Anversa, Venezia, Roma e forse in altre importanti città italiane, arriva in Abruzzo. Qui, fattosi monaco celestino, probabilmente morirà nel 1703, senza mai aver abbandonato la propensione e la curiosità verso il mondo animale e verso quei paesaggi che, nelle ultime opere, sono riconducibili a luoghi reali dell'Abruzzo interno. Nell'accuratezza della resa anatomica e comportamentale di animali domestici e selvatici traspare l'interesse per la biodiversità e il rispetto verso queste creature, che mai come ora, risulta attuale. A questo proposito i ragazzi della classe Quinta dell'Indirizzo Figurativo, hanno studiato il modo di “vedere” la Natura che Ruthart racconta, elaborandone uno proprio. Il sistema di valori e la sensibilità del XVII secolo, posti in dialogo con la percezione di giovani artisti, quattro secoli dopo, possono far emergere soluzioni inaspettate. Ora come allora emergono temi quali: l'omaggio alla biodiversità; il coinvolgimento spirituale che la Natura evoca, inteso nel suo significato più complesso ed empatico; la consapevolezza di essere parte di un organismo naturale perfetto e armonico, che esiste per essere vissuto e rispettato secondo leggi inderogabili, senza imporre distruzioni e prevaricazioni; il senso di appropriatezza che deriva dal riconoscere la comunione tra l'Uomo e Natura genera un miglioramento della percezione di sé, determinando un benessere fisico e morale. Al contrario, la precarietà dovuta alla certezza, oggi non più eludibile, della fragilità del Sistema Natura è un aspetto sconosciuto ad un uomo del XVII secolo. Alunni Indirizzo Figurativo, VB

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C.B.Ruthart, Il Pellicano, particolare

Alessio Mastrangioli, Rout Art, 2019

C.B. Ruthart, Cervo

Dimitri Ferretti, Cervo, 2019

C.B. Ruthart, Lotta di un orso con un leopardo

Simone Daniele Spica, Orso Mastrangioli, contro leopardo, Ombre, 2019


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metamòrfoṡi s. f. [dal gr. μεταμόρϕωσις, der. di μεταμορϕόω «trasformare», comp. di μετα- «meta-» e μορϕή «forma»]. – 1. Trasformazione, e in particolare trasformazione di un essere o di un oggetto in un altro di natura diversa, come elemento tipico di racconti mitologici o di fantasia, spesso soggetto di opere letterarie, Michel Blazy, Collection de chaussures specialmente del mondo classico, nelle quali il termine è usato anche come titolo (nella traduz. ital.), soprattutto al plurale: le «Metamorfosi» di Ovidio. Il progetto dal titolo “metamòrfosi” ha previsto la realizzazione di elementi di arredo utilizzando il cartone riciclato. La richiesta di collaborazione al Liceo Artistico “Gentile Mazara” di Sulmona è stata avanzata dal COGESA Spa, ente che eroga servizi per l'ambiente attraverso la raccolta differenziata. Il progetto ha previsto il disegno e la realizzazione in cartone di prototipi di mobili destinati all'allestimento di una sala conferenze. La prima fase del progetto ha visto lo studio e la documentazione effettuata mediante un'accurata ricerca di modelli da cui prendere ispirazione, valutando le migliori soluzioni grafiche e di realizzazione, e comprendendo i processi costruttivi di questo tipo di prodotto, attraverso l'analisi del materiale informativo delle aziende specializzate nel settore del riciclo e design. Dall'analisi delle migliori pratiche aziendali, sono stati ideati gli schizzi preparatori su carta, concentrandosi in modo particolare sul modulo base che, reiterato nello spazio, ha poi dato vita e forma al complemento di arredo in fase di studio (tavolo, sedie, leggio). Attenendosi alle misure standard utilizzate per le alzate delle sedie e per gli altri mobili progettati, sono stati realizzati i disegni esecutivi. La renderizzazione ha consentito di sviluppare i complementi di arredo e di inserirli all'interno dello spazio di una sala conferenze. Successivamente il COGESA ha realizzato i prototipi della sedia e del tavolo, apportando qualche piccola variazione al progetto iniziale e adattandolo ad alcuni prodotti dell'azienda, in considerazione dei tempi richiesti per la prototipazione. Alunni Indirizzo Architettura e Ambiente

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...guardai in avanti e, nella chiara striscia di luce di un pallido arancione, vidi profilarsi la terra piatta, come ritagliata da una carta nera: sembrava galleggiare sull’acqua, leggera come un sughero. Ma il sole che stava nascendo la trasformò in un semplice vapore scuro in una greve e pesante ombra tremolante nella luce abbagliante. (Joseph Conrad, La linea d’ombra)

Ginevra Leone, IIIA

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Ethical Fashion Changing Lives

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Green Fashion L'inquinamento ambientale gioca un ruolo rilevante nelle problematiche da risolvere che riguardano l'intero pianeta ed è il prodotto di vari fattori. È bene sapere che l'industria della moda contribuisce particolarmente all’ampliamento di tale problematica: secondo alcuni dati infatti, risulta essere la seconda industria più inquinante al mondo dopo quella del petrolio. Sono da attribuire a questo settore il 20% dello spreco globale di acqua e il 10% delle emissioni di anidride carbonica. L'impatto ambientale dell'industria della moda non si limita solo alla produzione ma anche al consumo, basti pensare che solo una minima parte dei capi prodotti, acquistati e poi scartati viene riciclata. Tutto ciò ha origine dalla “Fast Fashion” una tendenza che offre una quantità sproporzionata di capi di abbigliamento di scarsa qualità a prezzi stracciati, prodotti in tempi record. Questa tendenza nasce dal desiderio incalzante dei clienti di possedere abiti sempre al passo con la moda, definiti “usa e getta” in relazione al loro breve utilizzo. Le aziende legate alla “Fast Fashion”, hanno come obiettivo principale quello di fare profitto, favorendo lo sfruttamento dei lavoratori, l'utilizzo di materie non rinnovabili e il conseguente calo della qualità degli indumenti che indossiamo. C'è qualcosa che tutti noi possiamo fare per il rispetto dell'ambiente: contribuire allo sviluppo della “Slow Fashion” acquistando abbigliamento realizzato con materiali di qualità ed ecosostenibili, creato per durare nel tempo da aziende che rispettano allo stesso tempo i diritti dei lavoratori. Sono diversi i brand che si impegnano per rendere quello della moda un settore ecosostenibile, tra questi troviamo “Quagga” che produce giacche ecologiche e vegan con materiali di scarto industriale, composti dal 100% da fibre riciclate e animal free. “Re-Bello” che produce T-Shirt ecologiche con tessuti ecologici, come bamboo, eucalipto e cotone biologico e nel 2015 sigla una collaborazione davvero importante con Ivana Omazic (Margiela, Miu Miu, Celine, Prada) in veste di Art Director o come “727 Sailbags” la cui particolarità è recuperare le vele abbandonate e riutilizzarle per nuove creazioni. Anche gli stilisti nel tempo stanno contribuendo allo sviluppo di una moda “green” attraverso iniziative valide e innovative dai più conosciuti a quelli emergenti come A. Micolucci i cui capi della sua linea di abbigliamento sono realizzati con tessuti vegetali, ricavate dalle piante di banana o come Tiziano Guardini che realizza abiti di tessuti non tessuti, che intrecciano completamente a mano materiali come foglie, cortecce e aghi di pino. Il suo progetto punta ad utilizzare tecnologie avanzate che mirano ad azzerare le emissioni di CO2. Ognuno di noi, nel nostro piccolo può fare la differenza: limitando gli acquisti e selezionando rigorosamente ciò che indossa. È importante tenere a mente che piccoli gesti possono generare grandi cambiamenti. Sofia Valdo, VA

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Quando la moda sposa l'ambiente! CARTA, PVC, PLURIBALL, TAPPI …oggi la moda passa da qui La nuova tendenza si chiama Ecomoda, Redesign, Moda ecosostenibile. Insomma moda che riciclando, crea qualcosa di bello e di buono per il pianeta. Abbiamo dunque un'occasione in più per essere ecosostenibili, non solo quando seguiamo la raccolta differenziata, quando comperiamo cibi biologici, ma anche quando ci rifiutiamo di buttare quell'abito oramai vecchio e lo riutilizziamo dandogli nuova vita. Anche la moda può essere eco. Usiamo il termine ecosostenibile quando, con ciò che facciamo, contribuiamo a un mondo migliore, contribuiamo a ridurre la nostra impronta ambientale e miglioriamo il nostro stile di vita. Nella moda la sostenibilità è la conservazione della vita attraverso l'equilibrio ecologico, da ciò l'Ecomoda. Infatti vi sono state molte innovazioni in questo settore, con il riutilizzo e il recupero dei materiali. Ci sono stati cambiamenti avvenuti grazie alle aziende che offrono prodotti di qualità, creando cooperative e partnership (collaborazioni con comunità indigene) rispettando lavoratori e adottando vari metodi di riciclo. Anche noi studenti dell'indirizzo “Design della Moda” del Liceo Artistico Mazara di Sulmona abbiamo accettato questa sfida realizzando 22 abiti ecologici. C'è l'abito “Flowers Paper dress, ispirato dallo stilista Jum Nakao il quale sostiene che la carta è un materiale duttile e flessibile che ha molte possibilità di utilizzo per artisti, industria, architettura, ecc. Puoi disegnare su carta e scrivere progetti su carta. Attraverso la carta, puoi condividere la tua immaginazione, i tuoi piani e le tue idee con gli altri essendo uno strumento usato e compreso da tutti. Ogni progetto inizia sulla carta, come il nostro abito che è stato realizzato con fiori di carta di giornale. C'è l'abito “Coffe Capsule” per quale ci siamo ispirati all'idea che ha avuto la stilista Adriana Bertini, brasiliana, che ricicla condom scaduti per dare vita a sculture o abiti. Un lavoro creativo che ha consentito alla "stilista" di occupare un posto nel Museum of World Culture di Gothenburg. Noi però abbiamo pensato di utilizzare capsule di caffè viola, blu e verde che, una volta lavate e schiacciate, sono state applicate su un abito di tulle. Per l'abito “White Style” protagonisti sono stati i CD spezzati ed applicati nella parte superiore del corpetto ed usati integri nella parte inferiore, applicati su un'ampia gonna. PVC, pluriball (per imballaggio), tappi di bottiglie di plastica e tappi a corona, bottoni, lattine, etichette cucite tra loro per creare corpetti e gonne, nastro delle videocassette VHS, cialde di caffè usate e molto altro ancora sono diventati i nostri materiali e i nostri strumenti per una proposta modaiola, non solo nei risultati ma anche nella concezione. Rossella Amicosante, III B Carmen Graziani, VA

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Il Brutto Anatroccolo Un progetto per la salvaguardia delle acque E se provassimo a ripulire le acque dei nostri laghi? Questa l'idea che fa da sfondo al progetto il "Brutto Anatroccolo". Il progetto si collega all'obiettivo 6 dell'Agenda 2030, che riguarda l'acqua pulita e i servizi igienico-sanitari. Esso si propone di garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico-sanitarie. In particolare il traguardo 6.6 si propone di proteggere e risanare entro il 2030 gli ecosistemi legati all'acqua, comprese le montagne, le foreste, le paludi, i fiumi, le falde acquifere e i laghi. Analizzando il contesto in cui viviamo abbiamo deciso di dedicarci alla salvaguardia dei laghi, di cui il nostro territorio è ricco, basta pensare ai laghi di Scanno, San Domenico, Barrea, Campotosto e Bomba. Il nostro obiettivo è stato quello di trovare un modo per mantenere l'acqua dei laghi pulita e tenere sotto controllo i tassi d'inquinamento. Il progetto prevede la realizzazione di un sistema di imbarcazioni. Abbiamo valutato l'ipotesi di utilizzare questo macchinario per “ripulire” le acque del lago di Scanno. Lo strumento progettato sarà alimentato da energia rinnovabile tramite pannelli solari depositati al di sopra di una barca la quale sarà collegata, tramite conduttori, al macchinario situato al di sotto. Dalla barca, attraverso degli appositi scompartimenti, usciranno dei mini-robot che serviranno a pulire il lago con estrema precisione raccogliendo anche oggetti di minute dimensioni. Una volta richiamati, i robot rientreranno nella base seguendo la barca come degli anatroccoli con la loro mamma: da qui l'idea del nome "Brutto Anatroccolo". Sulle sponde del lago sarà possibile visitare un edificio adibito allo studio e alla divulgazione dei dati raccolti: ci sarà un'aula didattica ed un centro elaborazione delle informazioni rilevate. È previsto anche uno spazio per il ricovero della barca e dei rifiuti raccolti, i quali verranno poi differenziati e trasferiti per lo smaltimento. Alunni Indirizzo Architettura e Ambiente, IIIA

pannelli fotovoltaici cabina di guida

sollevatore rifiuti

stivaggio rifiuti motore elettrico

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Il “PLASTIC FREE” approda sulle spiagge italiane L'iniziativa per l'eliminazione della plastica dalle spiagge si sta diffondendo in tutto il mondo. La situazione in Italia E se cominciassimo dall'eliminazione dell'uso della plastica sulla spiaggia? Sicuramente non sarebbe la soluzione al problema dell'inquinamento del mare, ma sarebbe pur sempre un inizio! È nata così "Plastic Free", l'iniziativa che sta coinvolgendo l'Italia e il mondo intero per liberare dalla plastica spiagge, mari e terreni. La plastica è un derivato del petrolio e le sue caratteristiche chimiche non ne permettono la decomposizione in natura in maniera veloce: per essere smaltita necessita di centinaia di anni. Questo per via del polietilene, un polimero sintetico, il più comune fra le materie plastiche. Tanto “ostinata”, quanto diffusa però la plastica. È ovunque. C'è perfino un'isola conosciuta con il termine di Great Pacific Garbage Patch (Grande chiazza di immondizia nel Pacifico), in cui è lei a fare da padrona. Il "Plastic free" è un'iniziativa indipendente, ma di supporto alle nuove normative previste del Ministero dell'Ambiente e dalla Comunità Europea, al fine di limitare l'inquinamento causato da questo materiale. Nasce dalla consapevolezza che la plastica è diventata un problema per l'intero ecosistema. A tal fine, dal 2021 una direttiva europea proibirà in tutti i paesi dell'Unione l'utilizzo delle plastiche monouso: piatti, bicchieri, posate, cannucce e buste usa e getta, che inquinano con la stessa rapidità con cui vengono usati. L'Italia ha già iniziato a camminare in questa direzione, eliminando gli oggetti in plastica monouso dagli stabilimenti balneari. Ad oggi, le regioni che hanno deciso di aderire al “Plastic free” sono la Puglia, il Molise e la Toscana. A queste regioni si uniscono molte città: in Sardegna, Carloforte, Domus De Maria, Cagliari e Sassari; in Sicilia, Capo d'Orlando, Lampedusa, Limosa, Noto, Realmonte, San Vito Lo Capo, San Cataldo, Taormina, Campobello di Mazara, Ragusa, Ustica, Palermo, Messina e Agrigento; in Basilicata, Maratea e Latronica; in Campania: Ischia, Capri, Pollica, Castellabate, Pozzuoli, Castellamare di Stabbia e Somma Vesuviana; nel Lazio, Sperlonga; nelle Marche, Senigallia e Ancona; in Emilia-Romagna, Rimini; in Veneto, Chioggia, Brenzone sul Garda e Cortina d'Ampezzo; in Lombardia, Bergamo e Milano; in Valle d'Aosta, Aosta; in Piemonte, Gioveno; in Liguria, Lerici, Bordighera, Vernazza e Riomaggiore. E l'Abruzzo? La nostra regione non ha ancora ufficialmente aderito al "Plastic Free", ma si sta muovendo in quella direzione. A Teramo, il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) d'Abruzzo ha respinto la richiesta di annullamento dell'ordinanza con cui il Sindaco della città ha vietato l'utilizzo di bicchieri, piatti e posate monouso in plastica non riciclabile nel corso di manifestazioni pubbliche e sagre, presentata dalla Federazione Gomma Plastica e della Isap Packaging Spa. Il Tar ha respinto il ricorso perché ha ritenuto che «non pare sussistere il pericolo di un danno grave e irreparabile alla sfera soggettiva delle ricorrenti». L'ordinanza, risalente allo scorso 9 aprile, ha messo al bando definitivamente l'uso di bottiglie e contenitori in plastica nelle manifestazioni pubbliche. Il Comune ha previsto una fase transitoria di sei mesi che consente ai referenti/organizzatori delle attività interessate di poter smaltire la plastica presente in magazzino, obbligando al divieto assoluto di utilizzo del prossimo primo gennaio, anticipando di fatto di dodici mesi l'entrata in vigore della direttiva dell'Unione Europea. Teramo si pone così a pieno titolo nell'ambito di quelle comunità del "Plastic Free". Ma altre sono le località abruzzesi che si stanno muovendo in questa direzione. Il comune di Pescara è diventato "Plastic Free" dal momento in cui il Presidente della Commissione Ambiente ha firmato la mozione per l'abolizione delle plastiche monouso all'interno dei palazzi comunali della città. A controfirmarla sono stati il Presidente della Commissione Sanità e tutti i consiglieri comunali. La mozione si rifà alle direttive ministeriali con le sette linee d'azione da adottare per arrivare, in breve tempo, all'abolizione completa delle plastiche monouso. L'invito è stato prontamente raccolto anche da San Vito Chietino: dal primo giugno 2019, su tutto il territorio comunale, infatti è proibito vendere e utilizzare stoviglie e altri oggetti in plastica monouso non riciclabile. Rita Sciullo, IIIA

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numero cinque

ART PERIODICO DEL

Lo studio è un diritto! L'istruzione è un diritto per qualsiasi persona presente nella comunità, perché permette di integrarsi, informarsi, conoscere e (anche) prepararsi per un lavoro futuro. In alcuni angoli del nostro pianeta, però, l'educazione è insufficiente perché non possiede basi solide, mentre in altri non può esserci istruzione a causa di guerre o di povertà. Nella società moderna la scuola è l'istituzione che, insieme alla famiglia, assolve al compito di educare un bambino, accompagnandolo durante il suo sviluppo sin dall'età infantile: infatti nel nostro Paese il diritto-dovere allo studio e alla formazione culturale dura fino ai sedici anni; lo sviluppo di queste conoscenze ha ricadute, solitamente positive, sulla vita di ognuno, anche (ma non solo) nell'assicurare il successo in ambito lavorativo. L'articolo 34 della nostra Costituzione afferma infatti: “La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”. La storia della scuola in Italia racconta l'evoluzione dei metodi di istruzione a partire dal periodo medievale fino ad arrivare ai giorni nostri: nel Medioevo l'educazione scolastica in Italia era assicurata solamente dalla Chiesa e non è documentata l'esistenza di scuole laiche, ma già nel corso dell'ottavo secolo queste ultime presero a svilupparsi come scuole secondarie, rivolte ad alunni già alfabetizzati. Esse erano per lo più di due tipi, scuole d'abaco e scuole di grammatica: nelle scuole d'abaco si apprendevano le tecniche di calcolo con le cifre arabe e i metodi della matematica mercantile, mentre le scuole di grammatica, nate in Italia e pertanto tradizionali nella nostra cultura, prevedevano un programma d'insegnamento basato sullo studio della lingua latina e sulla lettura di autori classici e soprattutto contemporanei (cioè medievali). Come già detto, l'istruzione in alcune parti del mondo è scarsa (quando non inesistente), perché purtroppo strettamente collegata alla povertà: è infatti nei Paesi più poveri che il problema dell'analfabetismo si fa più sentire, a causa delle scuole troppo lontane, troppo care o inesistenti; di conseguenza, dove c'è un alto tasso di persone non istruite non si hanno possibilità di ottenere impieghi dignitosi o di rivendicare i propri diritti e questo frena lo sviluppo dell'intera società. Questa situazione può essere sintetizzata con un numero: nel 2014, a livello globale, quasi 61 milioni di bambini non frequentavano la scuola primaria; in molti casi sono i genitori stessi a non credere che l'istruzione sia utile e quindi mandano i propri figli a lavorare sin da bambini. Se la situazione è già di per sé complicata, c'è però un'ulteriore aggravante di discriminazione sessuale: le famiglie in difficoltà economica, infatti, preferiscono far studiare i figli maschi anziché le femmine, che vengono costrette a sposarsi giovanissime e destinate spesso ad una vita di soprusi e violenze perché impossibilitate a ribellarsi all'ordine costituito anche per mancanza di un'adeguata educazione. Valentina Pasquantonio, Francesca Del Castello, IIA .

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L'energia si produce…camminando Speciali pavimenti trasformano l'energia cinetica in energia elettrica: l'idea è svedese, ma dal liceo “Mazara” la proposta per una scuola “2030” I dati sull’elevato consumo energetico nelle scuole, recentemente diffusi dai media nazionali ci hanno fatto riflettere. Da un po' di tempo siamo venuti a conoscenza del fatto che, in una scuola romana, l'Istituto superiore “Enzo Ferrari”, dei ragazzi e il loro docente di Scienze motorie hanno deciso di usare delle bici “elettriche”, non bici a pedalata assistita, ma delle spinning bike collegate a delle dinamo per produrre energia, per alimentare la propria scuola. L'iniziativa ci è parsa così interessante da lanciare un'idea per il nostro Liceo, aggiungendo qualcosa in più! Come? La risposta è semplice. Abbiamo unito alla felice iniziativa della Capitale un'incredibile e straordinaria invenzione svedese: pavimenti speciali in grado di catturare energia cinetica, generata dal movimento e dall'agitazione del corpo umano. In Svezia, questa soluzione è usata soprattutto nelle discoteche: qui i “ballerini”, scatenandosi a ritmo di musica, riescono a produrre energia sufficiente e talvolta superiore a quella necessaria ad alimentare il locale stesso. Quest'operazione potrebbe, a nostro avviso, essere ripetuta dalla nostra (e non solo) scuola, installando questi speciali pavimenti in palestra, in modo da incamerare tutta l'energia cinetica prodotta durante le ore Scienze motorie. Pensiamo che l'energia cinetica liberata dai corpi dei ragazzi che si allenano potrebbe bastare o comunque contribuire a produrre una parte dell'energia necessaria per alimentare una scuola. Questi pavimenti potrebbero poi essere installati anche dentro le classi o lungo i corridoi dove il movimento di alunni, professori e collaboratori scolastici potrebbe essere “catturato” e trasformato in energia buona. Non sappiamo se e quando la nostra idea potrà essere realizzata, ma siamo sicuri che non mancherà di suscitare l'attenzione dei lettori, alimentando, da un lato, il desiderio di saperne di più e, magari, dall'altro, quello di politici e dirigenti di valutare la fattibilità di questo progetto. A tutto vantaggio del nostro paese e delle casse pubbliche. Lorenzo Di Nicola, IIIA

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numero cinque

ART PERIODICO DEL

Giuseppe Di Martino, IIA

Alexandra Mariana Gavrilescu, IIB

Ilaria Bavosi, IIB

Fabiana Alberico, IIA

Sara Di Rosa, IIB

Cecilia Tarullo, IIB

Andrea Cococcia, IIB

Rebecca Colaiuda, IIB

Istituto di Istruzione Superiore

O V IDIO

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Redazione Dirigente Scolastico Dott.ssa Caterina Fantauzzi Referenti proff. Giovanna Ruscitti, Riccardo Pagliaro; collaborazione proff. Alessandra Giancola, Annalisa Civitareale, Alessando Bencivenga Articoli: Rossella Amicosante, Lorenzo Di Nicola, Sofia Giorgia Valdo, Aleida Di Gregorio Zitella, Valentina Pasquantonio, Francesca Del Castello, Jussiec Stefania Di Cioccio Guillen, Michelle Antonella Garcia Del Boccio, Rita Sciullo, Alunni indirizzo Architettura e Ambiente IIIA, Maggie Giovani, Giandomenico Donatelli, Alunni indirizzo Figurativo VB, Carmen Graziani, Ginevra Leone, Raffaele Caliendo


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