Il campo stella

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E le stelle stanno a guardare : un racconto sopra il cielo di Auschwitz

Alunni classe V A Plesso Nuovo S.Egidio V.ta Ins. Elisa Di Massimo Simonetti A.s. 2014\2015


Il Campo-Stella “… E questa che vedete qui è la costellazione di Orione, il mitico cacciatore. E’ una costellazione conosciuta e ben visibile con le sue numerose stelle brillanti. Si possono notare le tre che formano la sua cintucintura ,vedete? E poi c’è Rigel , la stella più luminosa che si trova più o meno sul piede destro : è una supergigante blu, molto luminosa …Il bambino ascoltava con attenzione le parole della guida seduto con il naso all’ insù verso il soffitto del planetario, incantato da quei puntini luminosi. Era affascinato dall’ astronomia ed era sempre attento alle spiegazioni su questo argomento. Pensò che, da grande, gli sarebbe piaciuto fare un viaggio spaziale, magari scoprire qualche nuova stella , o andare sulla sua preferita, Rigel.La voce della guida si fece sempre più lontana,si affievolì …


Il bambino cominciò a sentirsi leggero, sempre di più e, contemporaneamente si sentì “risucchiato “ verso l’ alto. Ora stava veramente viaggiando nello spazio dentro un’ enorme scia di materia gassosa e incandescente. Stranamente non avvertiva il calore poiche’ si accorse di trovarsi in una sfera trasparente ,una bolla protettiva … Si stava avvicinando velocemente ad una stella enorme, blu avvolta da detriti e polveri stellari … la “sua” stella! Era veramente grande e da lì una volta arrivato, cominciò a guardarsi intorno … stelle piccole, grandi,nebulose: era magnifico! Venti stellari intanto spostavano i detriti e le polveri gassose in continuazione . Quando queste si diradarono poté scorgere la Terra, bellissima… La scia luminosa ora vi illuminava un campo, un campo a forma di stella. - Che bello! Deve essere un posto speciale- pensò il bambino. Le immagini gli arrivavano sempre più chiare e vicine, così poté vedere le alte mura di cinta che circondavano quel campo, con torrette di guardia e un ingresso ad arco con la scritta “Arbeit macht frei”.


Dentro, in un intreccio di vie, si affacciavano basse e cupe costruzioni in mattoni con piccole finestre protette da inferriate. Persone di ogni età, dallo sguardo vuoto e triste si aggiravano, quasi trascinandosi , nella loro divisa logora da prigionieri su cui spiccava una stella gialla. Altre persone, con altre divise, stivali lucidi e armi, li controllavano a vista spesso malmenandoli o urlando ordini con tono minaccioso. Binari ferroviari entravano fino al Campo- Stella e si poteva vedere anche un fiume che scorreva nelle vicinanze. Fuori dal campo, altre costruzioni con camini da cui usciva un denso fumo grigio. Detriti e polveri spinti dai venti stellari gli chiusero per un momento la visuale e quando questa tornò , la scia di luce illuminò un gruppo di bambini curvi sotto ad alcuni ippocastani. Raccoglievano i ricci , spesso ferendosi le mani e soffrendo il freddo. Erano fuori dal campo ed erano perciò sorvegliati. Due bambine, una più grande ed una più piccola erano molto vicine fra loro e parlottavano a bassa voce, di nascosto: -Perché raccogliamo queste castagne?- chiese la bambina piccola. -La macinano e, insieme a segatura, ci fanno il pane … così ho sentito dire – rispose la ragazzina.


A sentir parlar di pane, la piccola ebbe una forte stretta allo stomaco; il cibo era scarso e non bastava mai; i bambini lavoravano come i grandi perché in tanti erano partiti sui treni . Ripensò ai pasti : qualche misero pezzo di pane raffermo, una brodaglia scura dove “ nuotavano” pochi pezzi di verdura. Lei aveva imparato a mettersi in fondo alla fila, fra gli ultimi, perché le prime scodelle erano riempite solo di liquido mentre nelle ultime, qualche pezzo di rapa e di patata si potevano trovare. -Nei prossimi giorni ci faranno fare un altro lavoro, forse l’ordennanz- le disse la ragazzina.. Era nel campo da tanto e aveva imparato ad ascoltare gli adulti e a notare quello che accadeva. -Che cos’è? – chiese la bambina - È un porta-ordini; ci danno un foglio con un elenco di nomi e noi andiamo nei blocchi che ci indicano e li consegniamo-. -Ma è una bella cosa?- chiese di nuovo l’altra . -No, non credo. Altre volte è capitato; le persone dell’elenco sono partite e non sono più tornate:andare verso l’Est non deve essere una bella cosa.


Neanche rimanere qui pensò tra sé la ragazzina. Muoiono in tanti di fame,di malattie:lo sguardo le andò al fumo delle ciminiere ma non disse nulla alla sua piccola amica. Un calcio dato con rabbia ad un bambino da una delle SS di guardia , solo perché gli erano cadute le castagne raccolte, le terrorizzò così restarono per un po’ in silenzio.

-Perché ci odiano tanto?- chiese quasi sussurrando la bambina . -Non lo so, non c’è mai un motivo giusto per odiare …non bisognerebbe mai farlo!-rispose con tristezza la ragazzina. - Tu non hai paura?-domandò la bambina -Oh, certo, tanta…però cerco di pensare a cose più belle. Ricordo anche qui, al campo, una dolce signora che si prendeva cura di noi, ci faceva disegnare, scrivere, di nascosto. Era bello, per qualche momento, dimenticarci la realtà.


E poi‌la stanza delle preghiere, piccola, con il soffitto dipinto di stelle. A me piaceva guardarle perchÊ le stelle danno speranza, ci proteggono‌


Schnell schnell!- l’ordine duro, rabbioso arrivò dall’SS. Rimettersi in fila, veloci, per tornare al campo. Quella sera, la bambina si accorse di star male: scottava e aveva dolori alla pancia. Rannicchiata nel suo letto a castello, tremante per il freddo e la febbre, si girò verso una piccola finestra. Attraverso i vetri sporchi guardò il cielo, verso quei puntini luminosi.

Il bambino intanto si era fatto sempre più triste allora supplicò la sua grande Stella Blu di fare qualcosa:in quel luogo c’era troppo odio,troppa ingiustizia. Un campo-Stella non poteva essere così! Di nuovo i venti stellari e le polveri luminose avvolsero il campo: nel vortice di luce questa volta il bambino riuscì ad intravedere tante braccia protese in avanti, tante piccole


stelle rosse che soccorrevano e salvavano quelle gialle… Nella scia stavano intanto salendo, sospinti dal vento, dei fogli, alcuni con disegni,altri con poesie. Riuscì a leggere alcuni versi: erano pieni di speranza.

più suno s e n ove are d d n a … e… uccid o in t anti no g sarem questo so verso

…a ti c nche ved adono se le è b rai c lung lacrim ol ello he as e viv tra ere da

Una v Il gio olta arriv a rno g Una i u s t o vo … Smet lta d i pi tiamo ange re … Una v si rim olta le f er it argin ano.. e




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