Alunni classe 4^ A Scuola Primaria”G.Sgattoni” Garrufo
Istituto Comprensivo Nereto Sant’Omero Torano Nuovo A.S. 2017-2018
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PRESENTAZIONE Il libro è una raccolta di sei semplici racconti appartenenti ai diversi generi letterari, giallo, racconto storico, racconto di fantascienza, racconto fantasy, racconto horror, racconto di avventura prodotti nel laboratorio di scrittura creativa e realizzati in collaborazione da gruppi di alunni della classe 4^ A della Scuola Primaria di Garrufo. Il lavoro nasce dalla collaborazione con la casa editrice “Artemia” che ha proposto la partecipazione al concorso “Facciamo un libro con Artemia”. Gli alunni sono stati guidati alla scoperta dei vari generi letterari e della loro struttura avendo quale file rouge le attività della lettura scenica dell’attrice Vanessa Dezi , le personali letture interpretative individuali e di gruppo, la partecipazione all’attività di Cineforum dedicato e quale giusta sintesi l’incontro con l’ autore di letteratura per ragazzi Marco Esposito. Il concorso prevedeva, nello specifico, che, per ogni singolo racconto si creasse una copertina corredata da immagini ,sinossi ,biografia degli autori e ideazione di logo per una casa editrice. Il percorso progettuale è raccolto in un ebook: un ipertesto arricchito da numerosi link che rimandano alle attività, ad alcuni materiali di fruizione e alle ricerche fatte dagli alunni con il coinvolgimento delle discipline di storia, geografia, scienze, educazione artistica, tecnologia nonché d’italiano . La metodologia applicativa è stata principalmente quella della flipped (sito “La classe 2008” e rielaborazione in classe.) L’insegnante Pierangela De Angelis
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Vittorio ed Eva erano seduti davanti al computer, stavano prenotando le vacanze estive. Andrea e Stefano, i loro due figli, giocavano sul tappeto quando sentirono la mamma: -Guarda Vittorio in questo hotel hanno una camera libera… a Bali al Jungle Hotel. -Mamma, papà, dove andremo? -Faremo un bellissimo viaggio a Bali …visiteremo anche la giungla. -Evviva, lo aspettavamo da tanto tempo! I due fratelli saltarono in aria come canguri. La settimana seguente andarono all’aeroporto e presero il volo. Arrivati a Bali si sistemarono in hotel e i genitori prenotarono, per il mattino seguente, un’escursione nella giungla con una guida esperta. Andrea e Stefano si svegliarono all’alba, insieme ai genitori e si prepararono; indossarono gli zaini ,contenenti la bottiglietta d’acqua ed alcuni panini, e gli scarponcini. Scesero nella sala d’attesa dell’Hotel e lì c’era già Happy, la guida, ad aspettarli. Partirono tutti insieme, la mamma raccomandò ai bambini di stare sempre vicino a loro durante l’escursione. S’incamminarono tra il verde lussureggiante dell’immensa e umida giungla, ad un tratto Stefano e Andrea sentirono un fruscio tra le enormi foglie degli alberi. Si girarono e seguirono quel rumore…da sotto un cespuglio sbucò un tenero tigrotto, Stefano lo prese in braccio, Andrea lo accarezzò, ma, quando si voltarono, Happy e i genitori non c’erano più: si resero conto di essersi persi. All’improvviso sentirono un ruggito, una grossa tigre li puntava con occhi feroci, iniziarono a correre, ma Stefano inciampò e gli cadde il tigrotto di mano. Il bambino voleva riprenderlo ma la tigre si avvicinava sempre più. Andrea, con grande coraggio si parò davanti al fratello, allargò le braccia per difenderlo, ma la tigre si bloccò ed iniziò a leccare il tigrotto rimasto a terra. I fratelli fuggirono a gambe levate, più avanti incontrarono due cartelli uno di questi era sbiadito e non si leggevano le indicazioni. Decisero di dirigersi a destra, camminarono molto fin quando incontrarono un fiume . Andrea decise di attraversarlo, cominciò a saltare sull’acqua mettendo i piedi sui sassi disposti a zig zag.
Pagina 4 Pensava che Stefano lo stesse seguendo, ma quando si girò vide il fratello ancora sulla riva che tremava dalla paura e un’enorme anaconda che scendeva, strisciando, dagli alberi proprio alle spalle del fratello. Allora Andrea tornò velocemente indietro, prese il fratello con un braccio e lo trascinò con sé nel fiume. Il viscido serpente scivolò nell’acqua, ma loro erano oramai lontani. Si fece buio ,erano sfiniti, Stefano si sdraiò sotto ad un cespuglio e si addormentò. Andrea ,intanto, cercò di orientarsi: ricordò che l’hotel Jungle si trovava a Nord. Alzò gli occhi verso il cielo e vide la Costellazione dell’Orsa Maggiore, l’ultima stella del Carro brillava nel cielo scuro verso il Nord. Si rincuorò e pensò di sdraiarsi anche lui per riposare, l’indomani sarebbero ripartiti ed ora era certo che avrebbero ritrovato l’hotel. Si addormentò e cominciò a sognare …sentiva la voce di Happy, della mamma e del papà che li chiamavano a squarciagola poi all’improvviso un forte rumore e qualcuno lo toccò: - Come state? Cosa vi è successo? I due fratelli avevano le due torce puntate addosso, aprirono gli occhi, si svegliarono, finalmente Happy e i loro genitori li avevano trovati.
Stefano Di Donato e Andrea Di Antonio
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-È accaduto di nuovo ,un’altra navicella è sparita! Il Generale Kurt osservava con lo sguardo fisso la carta digitale sullo schermo del computer. Da alcuni mesi le navicelle spaziali che erano partite dalle basi militari terrestri, misteriosamente, erano scomparse e non avevano fatto più ritorno. Eppure, oramai, era dal 3020 che la navigazione interplanetaria scorreva senza rischi. I piloti erano rimasti in contatto con le antenne radar spaziali fino all’arrivo su Giove poi, sulla rotta di Sargas , più nessun segnale… Il generale chiamò Orek ,scienziato di grande fama e gli disse di fare ricerche approfondite per risolvere il caso. Nel suo laboratorio l’ astrofisico lavorò per giorni e giorni fino a quando, guardando il plasma urlò: -Dio mio, cosa sarà mai? Vide un’enorme rete magnetica che si estendeva nel nostro sistema solare per migliaia di chilometri, e lungo quella traiettoria erano scomparse le navicelle. Spiegò tutto al generale, ma, quando gli mostrò la rete sul plasma, questa era misteriosamente scomparsa. Con grande sorpresa ,il giorno dopo, tutte le navicelle riapparvero in volo, Orek guardò le coordinate geografiche sulla carta digitale e vide che erano dirette verso la base terrestre situata alla latitudine di 42° a Nord e alla longitudine di 12° a Est. I piloti non seppero spiegare il perché della loro assenza, continuarono a raccontare che il viaggio era andato bene, che non era accaduto nulla, che erano tornati subito e non capivano il perché tutti facevano tante domande.Il generale e lo scienziato si accorsero che avevano vissuto un vuoto temporale e mandò una nuova navicella spaziale nel sistema solare per controllare la situazione. Il pilota, arrivato sulla rotta di Sargas , vide roteare davanti all’astronave una bolla azzurra enorme che gli andava incontro. Voleva evitarla ma ad un tratto la bolla scoppiò, iniziò a prendere forma; l’astronauta sbarrò gli occhi quando si accorse che quel materiale si stava trasformando in lettere dell’alfabeto e lui iniziò a leggere: -Siamo gli abitanti di un’altra Galassia, per errore abbiamo steso la nostra rete magnetica cattura meteoriti nello spazio cosmico del vostro Sistema solare. Quando ci siamo resi conto che le vostre navicelle erano rimaste intrappolate le abbiamo liberate! Perdonateci!
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Sara Ulivieri e Nicolas Fabian Postolache
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Lucas ed Erik, due ragazzini di nove anni, erano nel bosco con il gruppo degli Scout. Avevano montato le tende però mancava la legna per accendere il fuoco. Insieme si allontanarono per raccogliere dei rami secchi, ma non riuscivano a trovarne così camminarono a lungo. Non si accorsero che stava facendo buio, iniziò a piovere, tuonava, lampeggiava e faceva molto freddo. I ragazzini avevano paura, iniziarono a correre con il cuore in gola ma non riuscirono più a trovare il sentiero da dove erano venuti. Finalmente videro una casa diroccata per ripararsi, la porta era socchiusa, entrarono tremanti e con i vestiti tutti bagnati . C’era un lungo corridoio buio che faceva venire i brividi, alle pareti strani quadri con volti umani che al loro passaggio muovevano gli occhi. Specchi rotti e vetri sparsi sopra dei vecchi divani; le scale che portavano al piano superiore cigolavano come se qualcuno stesse scendendo verso di loro. La paura cresceva, camminavano stretti l’un l’altro. Quella casa era inquietante. Avevano bisogno di asciugarsi, si infilarono in una porta ed arrivarono sotto in cantina. Trovarono dei vecchi sacchi e due coperte strappate, così prima si asciugarono e poi,sfiniti, si addormentarono. Nel sonno Erik fu sfiorato da qualcosa, spalancò gli occhi immobile e vide un’ ombra bianca sfrecciare davanti a lui. Si alzò di scatto e fuggì verso un armadio, lo aprì per ripararsi, ma un enorme artiglio affilatissimo e spaventoso lo afferrò e ,attraverso una botola, lo scaraventò di nuovo al piano di sopra. Il ragazzino fu sbattuto a terra e svenne. Il rumore svegliò Lucas che in fretta corse a cercare l’amico. Salì sopra ,nel frattempo il vento spalancò la finestra ed un lampo illuminò la stanza. All’improvviso l’ ombra bianca apparve di nuovo e cercò di imprigionarlo scendendo sopra di lui come una cupola. Vide Erik steso a terra. Urlò terrorizzato, l’amico riprese i sensi. Si presero per mano e corsero all’impazzata verso la porta d’uscita, ma l’ombra si spostò e bloccò il passaggio. Per fortuna una finestra aveva il vetro rotto ed uscirono da lì. Lucas si tagliò ad una gamba, ma continuò a correre sanguinante. Corsero e corsero, poi ebbero il coraggio di girarsi…la casa era scomparsa, svanita nel nulla…si guardarono sbalorditi e increduli. Eppure fino a poco prima era lì…ripresero a correre più veloci di prima.
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Leonardo Di Mattia, Nicholas De Antoniis e Chiara Kociaj
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Cris, un bambino di dieci anni, si trovava nella sua cameretta, amava molto fare disegni e colorarli vivacemente. Sui muri della sua stanza, infatti, erano appesi immagini di boschi, castelli, paesaggi e creature mitologiche. Una mattina stava preparando lo zaino per andare a scuola con dentro l’astuccio e la focaccia per colazione. Prima di uscire si fermò davanti allo specchio per mettersi il gel. All’improvviso dalla sua immagine riflessa uscì un raggio di luce accecante che lo avvolse e lo risucchiò. Si ritrovò ai piedi di un albero, era proprio quello che lui aveva disegnato ed appeso nella sua cameretta, ma era un albero grigio, tutto intorno era grigio, il cielo, l’erba, i fiori. Tutto grigio ,come la cenere e tanta nebbia. Ad un tratto un unicorno apparve dal nulla e si avvicinò a Cris. Era tutto bianco con un corno argentato che gli spuntava dalla fronte, la sua criniera era lunga e liscia. L’animale lo salutò e il bambino gli fece tante domande: -Dove sono? Perché qui tutto è grigio? -Sei nel Regno di Arkoba dove tutto non ha più colore. Cris tremava di paura e chiese: -Perché sono qui? Io ero nella mia cameretta! Non temere, tu sei il predestinato, ci aiuterai a far tornare i colori ad Arkoba. -Io sono un bambino, come farò? -Guarda questa mappa, dovrai oltrepassare questo fiume, la palude ed arrivare nel castello dell’orco Acromus. -Chi è? -È lui che ha rubato l’arcobaleno che dava i colori al nostro regno ed ora lo tiene chiuso in una sfera di cristallo, nel suo castello. Ora ti devo lasciare il mio compito finisce qua. Il ragazzino s’incamminò da solo verso il fiume, ma ad un tratto dall’acqua uscì un’idra con nove lunghe teste dalle quali uscivano lunghe lingue che cercavano di afferrare Cris. Il ragazzino la schivò ,poi si fece coraggio, prese l’astuccio dallo zaino e tirò fuori uno dei suoi colori a pastello. Lo puntò contro il mostro, il colore si trasformò in una spada e con forti colpi Cris riuscì ad allontanare l’Idra e fuggì verso la palude. Lì lo aspettava Ben, un elfo che gli indicò un passaggio segreto per entrare nel castello. Insieme si addentrarono in un cunicolo stretto, arrivarono sulla torre e videro la sfera appoggiata su una colonna di marmo. Dentro si muovevano freneticamente i colori dell’arcobaleno. Cris voleva avvicinarsi, ma, lì di guardia , c’era un cane con tre teste, la coda di drago e lunghi denti affilati. Si ricordò di quello che aveva letto a scuola a proposito di Enea. Allora prese la sua focaccia, la spezzò in tre pezzi e la offrì al mostro che la mangiò e diventò mansueto.
Pagina 11 Ben si avvicinò e lo legò con una catena. Nello stesso momento apparve Acromus, era orribile, alto e grosso con una bocca gigante piena di denti aguzzi, una lunga barba, urlava e ruggiva. Cris prese di nuovo uno dei suoi pastelli e lottò a lungo fin quando l’orco cadde a terra sconfitto. Con la spada frantumò la sfera e i colori si diffusero nell’aria, Ben prese per mano l’amico ed insieme uscirono fuori. Dal cielo arrivò un meraviglioso cavallo alato, l’elfo aiutò il ragazzino a salire in groppa: -Cris sei il nostro eroe! Hai riportato il colore nel nostro regno! Ora vai devi andare a casa! L’animale si levò in volo, sotto di loro il bambino guardava i prati e il bosco verde, i fiori colorati e l’acqua del fiume azzurra che brillava. Atterrò ai piedi dell’albero, scese dalla groppa e di nuovo un raggio accecante lo risucchiò. Si ritrovò nella sua cameretta,aveva ancora in mano il gel ,lo posò sulla scrivania ed uscì fuori per prendere il pulmino.
Paola Casavecchia, Sofia Ciarrocchi, Piero Venturini e Niccolò Greco
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Nel Palazzo del Conte Argilli a Roma , il direttor Mark e il custode Kevin erano in fermento per i preparativi. Da molti giorni, ininterrottamente, le donne dell’impresa delle pulizie lucidavano le stanze che avrebbero dovuto accogliere la più importante mostra di quadri di tutti i tempi. Tutti i giorni, Asia, la barista del ristorante di fronte ,portava agli addetti ai lavori la colazione e il pranzo. Il pomeriggio prima dell’evento, fuori dal palazzo si sentì un forte rombo e poi una frenata: era arrivato un grosso camion con scritto “Museo dell’Arte Moderna”. Lo stavano aspettando da giorni, era arrivato il pezzo più importante della mostra. Quattro operai scaricarono una grossa scatola imballata e la portarono nella stanza più grande della mostra. Il direttore e il custode aprirono l’imballaggio e, con gli occhi pieni di ammirazione, esclamarono insieme:-Notte stellata! Meraviglioso! Sistemarono il quadro in una grossa cassaforte, solo al mattino seguente, all’apertura della mostra ,lo avrebbero esposto. Nel frattempo gli operai avevano finito i lavori, il custode allora chiuse la cassaforte, inserì il codice dell’allarme ed insieme al direttore uscì dal palazzo. -Buonasera direttore, ci vediamo domani! -No Kevin! Purtroppo non ci sarò, tra due ore partirò urgentemente per un convegno a Milano. Il custode s’incamminò verso casa per la cena. In cucina trovò Alex e Anna, i suoi nipotini, li salutò ed invitò ad andare, insieme a lui, all’apertura della mostra per ammirare “Notte Stellata”. Al mattino i ragazzini, eccitati, si prepararono ed arrivarono al Palazzo Argilli con il nonno. Kevin inserì il codice, aprì la cassaforte, ma si accorse che il quadro era scomparso; Alex e Anna rimasero immobili lì accanto al nonno. Il custode chiamò subito la polizia e, quando arrivò il commissario Edoardo Agost, iniziarono le indagini: -Chi è uscito per ultimo ieri sera? -Il direttore ed io -rispose il custode -Dove vi siete diretti? -Io a casa e il direttore è partito subito per Milano, starà lì per una settimana! Chi conosce il codice della cassaforte? -Solo io! -Chi sa disinnescare l’allarme? -Solo io! I nipotini seguivano l’interrogatorio ed iniziarono a preoccuparsi, sembrava che l’unico indiziato del furto fosse il nonno. Ad un tratto sentirono un miagolio provenire dall’altra stanza, andarono a vedere e notarono uno scaffale. Un gattino era rimasto prigioniero là dietro, spostarono lo scaffale e si accorsero che c’era un passaggio segreto.
Pagina 16 -Commissario Agost ,correte ,venite a vedere!-urlarono Alex e Anna. Il nonno ,i poliziotti e il commissario accorsero e tutti iniziarono a percorre un corridoio stretto e buio. Il passaggio li condusse dentro un vecchio appartamento e appeso al muro videro Notte Stellata di Van Gogh. Tutti avevano gli occhi sbarrati. Chi aveva portato lì il quadro? Chi viveva in quell’appartamento? Ad un tratto, dalla porta principale dell’appartamento videro entrare un uomo con un cappello scuro. -Direttore!!-urlò il custode Mark diventò pallido, Anna e Alex ab-
Asia Monsignori, Kevin De Amicis ed Edoardo Agostinelli bracciarono felici il nonno.
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Le acque del fiume scorrevano lente e silenziose fuori dalle mura di Babilonia. Hammurabi passeggiava sulla grande terrazza all’ombra di alberi dalle grandi foglie, alberi da frutto, rose e fiori dai mille colori. Ad un tratto, una delle cento porte di bronzo delle mura che cingevano la città si aprì. Era tornato uno dei suoi funzionari da Isar , scortato dai soldati. -Maestà, ancora tante vendette tra i sudditi! Hammurabi fece un gesto di sdegno ed urlò: -Nessuno deve farsi giustizia da solo! Quella notte non riuscì a dormire. Il mattino seguente si recò al tempio. - Grande Dio, dammi l’ispirazione, il mio popolo ha bisogno di leggi da rispettare! – il re pregava così Shamash… Poi insieme ai sacerdoti sfilò in una lunga processione. La mattina dopo chiamò al palazzo Arkuk, il migliore scriba di tutta Babilonia, aveva oltre settant’anni ed era esperto nella scrittura su tavolette d’argilla e su pietra. Chiamò anche Shantuk, lo scultore, poi Hammurabi ordinò ai suoi soldati di portare una grande pietra nera, quasi cilindrica. Lo scultore si mise a lavoro per giorni. Scolpì, in alto, un meraviglioso bassorilievo: a destra c’era il dio Shamash con una lunga barba, era seduto sul trono e in mano aveva un bastone e un cerchio. A sinistra ,pian piano apparve Hammurabi, più piccolo, con il suo copricapo e una lunga veste a pieghe con una spalla scoperta. Il re guardava l’opera ammirato. Poi chiamò ArkuK e cominciò a dettare: -Se un figlio picchia il padre…al figlio saranno tagliate entrambe le mani… Hammurabi continuò a dettare a lungo; lo scalpello in mano allo scriba si muoveva con difficoltà da destra verso sinistra…dall’alto verso il basso. Il lavoro continuò per giorni e giorni fin quando la stele fu completata. Il re sembrava soddisfatto, lesse e rilesse il suo codice poi ordinò che la grande pietra fosse esposta vicino alla ziggurat dedicata al dio Marduk. Anche se Hammurabi non lo sapeva le sue leggi scritte rappresentavano una grande svolta per la storia dell’umanità.
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Moscianese Morgan, Ludovica Di Francesco e Michael Traina
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Agostinelli Edoardo Casavecchia Paola Ciarrocchi Sofia De Amicis Kevin De Antoniis Nicholas Di Antonio Andrea Di Donato Stefano Di Francesco Ludovica
Di Mattia Leonardo Greco Niccolò Kociaj Chiara
Monsignori Asia Moscianese Morgan Postolache Nicolas Fabian
Traina Michael Ulivieri Sara Angela Venturini Piero