I CAVALLI DI TROIA

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I cavalli di Troia testo e disegni di Piero Alquati

Un prezioso, storico incoraggiamento

Per dare conforto alla mia visione selettiva della razza trascrivo le parole che scrisse testualmente Mauro De Cillis su “Il cane da pastore tedesco”, organo ufficiale della SAS, in un articolo comparso sul N° 24/25 nel 1976

“.......Il pastore tedesco non è un problema metafisico, come potrebbero farci pensare certi divertenti carteggi tra soci neofiti ma ZOOTECNICO come ci indica l’amico e un pò maestro Alquati.(mi scuso con lui di averlo dovuto citare di nuovo!) .” Mauro De Cillis

Un’inevitabile decisione Ho deciso di non giudicare una Classe del Campionato SAS 2000 e di non partecipare in qualità di Docente ai Corsi Cinotecnici per la formazione degli Allievi Giudici perché non allineato su alcuni principi zootecnici con i diretti Responsabili Tecnici Nazionali della SAS ed in particolare per quanto concerne le considerazioni sulla taglia del cane da pastore tedesco. Leggendo l’articolo del Vice-Presidente Mauro De Cillis dal titolo “L’aumento della taglia nel pastore tedesco attuale: problema attuale o immaginario?” stimola una risposta venendo meno a quel silenzio che avrei mantenuto nel caso la controversia fosse rimasta privata e non riproposta sull’Organo ufficiale della SAS. Le considerazioni esposte in questo articolo originano dal presupposto di voler affrontare la selezione del cane da pastore tedesco nell’ottica del biologo evoluzionista che considera le possibili trasformazioni di una razza invece di esaminarla con lo spirito di uno zootecnico il cui principale intento è quello di mantenere la razza entro quei limiti imposti dalle regole della selezione derivate dall’interpretazione dello standard. Un proposito da lui stesso, un tempo, meritevolmente caldeggiato.

Le due ottiche La differenza delle due ottiche è questa: l’evoluzionista vede arrivare nel proprio piatto una costoletta con un enorme osso e pochissima carne e dice: “ormai i vitelli non hanno più carne, dovrò mangiare uova!” Lo zootecnico invece reagisce dicendo: “a me piacciono le costolette e voglio continuare a mangiarle!” e si adopra nel selezionare i vitelli che gli permettano di mangiare la solita costoletta. Un doveroso chiarimento sulla controversia derivata dal superamento dei limiti massimi della taglia E’ indispensabile chiarire che si tende ad equivocare nell’esposizione della controversia sulla taglia. Per una giusta comprensione essa va scissa in due precise considerazioni: - un aspetto è l’interpretazione dei suggerimenti che dimensioni corporee. Se ciò ha luogo, viene a crearsi un peso morto che affatica il cane sino a menomarne velocità, resistenza e agilità muscolare. I giganti non sono mai stati troppo svelti ed attivi. Sotto il peso delle ossa, al quale va aggiunto quello considerevole della pelliccia, i legamenti possono cedere ben presto durante la fatica del lavoro,

I pastori tedeschi fuori taglia trovano conforto nella teoria evoluzionistica del De Cillis

Il De Cillis ipotizza che il pastore tedesco abbia un rapporto altezza-lunghezza più contenuto che nel passato. Il suo tronco, essendosi pertanto accorciato, in virtù dell’equipollenza delle masse, sarebbe stato spinto da una pressione evoluzionistica verso l’alto permettendogli così di mantenere i valori della sua massa allineati con quelli di due razze di utilità galoppatrici: il dobermann ed il boxer. Pertanto non i Giudici permissivi, non gli Allevatori disattenti o particolari alimentazioni hanno prodotto gli attuali soggetti fuori taglia, bensì una saggia ed occulta forza che insorge tra le

razze canine di utilità (pastori tedeschi, dobermann, boxer) che li costringe, al di là delle loro forme imposte da una diversa natura comportamentale e motoria, a mantenere omogenee le loro masse. La teoria porta alla conclusione che è nel giusto chi concede la selezione ad un soggetto alto cm.67 o più , indicando però la sua taglia in cm.65 perché questa è la sua entità effettiva. L’altra realmente misurata è solo apparente. L’assioma consentirebbe, per logica conseguenza, una deroga ai suggerimenti dello standard ed alle imposizioni del Regolamento di selezione inibendo contestazioni o sanzioni disciplinari. 1


mancata assegnazione del titolo di cane selezionato.

Io mi rivolgo ai Signori Giudici d’Allevamento, denominazione che io ho insistito perché venisse usata per i Giudici dei nostri Raduni SAS, i quali non sono un concorso di bellezza tipo Miss Italia, ma manifestazioni cinotecniche in cui il giudizio dovrà avere determinante influsso sull’allevamento”. In questo sfogo dimenticò però di segnalare anche il caso dell’Auslese Mosca di Val Tiepido che in Italia venne misurata cm. 60,5, in Germania cm.59,5 ed all’ultima sua esposizione a Firenze cm.63.

E perché anche a loro non chiedere clemenza? I dolori che provengono dalla pedestre applicazione selettiva delle norme, possono essere causati anche dal responso del Dott. Pareschi o del Dott. Brass, i quali collegialmente, esaminata la patologia della lussazione congenita dell’anca (displasia), rispettano le regole per stabilire i gradi di esenzione o di affezione. E chissà quante volte, nell’arco di tanti anni, anche per un lieve scostamento dal limite minimo ideale consentito, è stato decretato un “non ammesso” negando a soggetti morfologicamente e caratterialmente validi la possibilità di un loro impiego. E forse anche in casi dove il male poteva essere stato acuito da motivi ambientali più che genetici per cui, anche in razza, non avrebbero portato più danno di molti “ancora ammesso” dichiarati Sieger e Auslese. Ed in un egual modo si saranno comportati quei Giudici di lavoro negando una selezione quando, a volte, il mancato superamento non era dovuto a fattori genetici quanto ambientali. Così come i Giudici selezionatori avranno negato la selezione e declassato soggetti per la mancanza di uno o più “inutili” premolari pur trattandosi di soggetti morfologicamente validi, dotati di un carattere ideale, esenti da displasia, provenienti da genitori selezionati. Non vedo perché, allora, per queste limitazioni non si dovrebbe implorare altrettanta clemenza essendo filtri che, certamente, hanno escluso dalla riproduzione soggetti che avrebbero potuto, anch’essi, essere buoni riproduttori. La produzione di buoni discendenti non è legata alla sistematicità di una genetica qualitativa ma alla casualità dettata da frequenze caratteristiche della genetica quantitativa per cui la presenza delle imperfezioni citate, promosse da più geni, non segue i criteri della sistematicità mendeliana ma insorge secondo frequenze dove il fattore fortuna o casualità può giocare un ruolo determinante.

In razze simili le differenze di taglia creano altrettante razze Sulle motivazioni tecniche della taglia, che mi inducono al rispetto del Regolamento, posso portare molte argomentazioni. La taglia di una razza non è legata a fattori estetici ma a concrete motivazioni biologiche. Non per nulla molte razze anatomicamente simili tra loro si differenziano in altrettante razze per la sola diversità della taglia vedi, ad esempio, gli schnauzer e i barboni che per la diversità della loro altezza vengono suddivisi in altrettante razze. Questo perché le differenti misure portano ad una diversa forza e ad un diverso temperamento tanto da renderle atte, identificate per taglia, a molteplici e diversificati impieghi. Da oltre cinquant’anni si chiede di temporeggiare Da oltre cinquant’anni si tende a chiudere un occhio sull’esatta misura della taglia. Le giustificazioni che sento proporre sono sempre le medesime: “Agiamo con cauta restrizione, gli eccessi della taglia vanno sopportati in quanto saremmo privati nella riproduzione di alcuni importanti soggetti “. Ma quale attesa! Speriamo forse che unendo soggetti maschi di cm.68 e oltre a femmine di cm.63 e oltre provengano soggetti di media taglia?

Walter Gorrieri parlando dei dati rilevati alle Selezioni “.... Estremo elemento che rischia di ridicolizzare le selezioni” Già dieci anni prima della data in cui venne stilato dall’ENCI il revisionistico Regolamento di Selezione, Walter Gorrieri, allora Presidente SAS, notò che esisteva una situazione di sconquasso selettivo per cui scrisse, seccato e senza mezzi termini, un consistente fascicolo privato che consegnò personalmente a Giudici e Giudici Selezionatori. Tra le molte lamentele, parlando delle valutazioni sulla taglia, diceva: “.... Purtroppo ho dovuto constatare, esaminando tutte le selezioni eseguite in questi anni in Italia e le selezioni della maggior parte dei cani di grande rilievo (Auslese ed Eccellenti di punta) in Germania, che le misurazioni effettuate dai Giudici Selezionatori sono spesso assolutamente inesatte: verrebbe fatto di pensare che i Giudici non sanno misurare l’altezza di un cane (ovvero che hanno un cinometro sbagliato) e che non sanno pesare un cane (o usano bilance che sbagliano grossolanamente)! La verità è invece che i Giudici non pongono alcuna attenzione alle misure del cane e le lasciano fare a collaboratori quasi sempre inesperti, a cui non interessa il risultato perché la selezione non la firmano loro; spesse volte addirittura alterano il risultato di talune misure che indurrebbero il Giudice eventualmente ad esitare e concedere una Selezione di 1° Classe. E’ così che salta fuori, per citare un paio di esempi, che Dick v. Adeloga e Aßlan v. Klämmle pesavano esattamente come Argus v. Klämmle, nonostante la differenza di quasi due centimetri emersa dalla misurazione dell’altezza (che poi notoriamente nella realtà era differenza più ampia); è così che cani notoriamente di 67 cm. risultano selezionati con altezza di 65 o meno; è così che, per citare un esempio in Italia, risulta che Clint (n.d.r. Clint d’Altavilla) è più alto di Kento (n.d.r. Kento di Val del Tiepido); come paradosso la Samba di Val del Tiepido risulta, ad una selezione con un Giudice cm. 57,5 e Kg. 32 ed alla riselezione cm. 58 e Kg. 27 ! La Samba in buone condizioni di forma era Kg. 31 ed era alta cm. 59,5. Estremo elemento che rischia di ridicolizzare le selezioni che facciamo è che la medesima cagna alla prima selezione aveva un perimetro toracico o circonferenza di cm. 79 e due anni dopo, nel pieno delle sue forze, risulta avere una circonferenza toracica di cm. 69 !

Le errate informazioni Non dimentichiamo (e solo l’esperto cinognosta può comprendere appieno quanto affermo nella sua gravità) che, quando si alterasse la reale altezza al garrese di un soggetto, per coerenza dovrebbero essere alterati l’altezza e la circonferenza del torace ed il peso: diversamente queste misurazioni non si correlerebbero all’altezza al garrese dichiarata e non si giustificherebbero quelle implicite conferme di buone proporzioni e di giusta stima della sua costituzione che, scritte o meno, si desumono dal giudizio di una Selezione, garantendo che il soggetto selezionato è adatto per l’allevamento o, addirittura, raccomandato. Ed, inoltre, i suggerimenti per l’impiego in allevamento sarebbero falsati o illogici. A questo punto però c’è da chiedersi cosa serva misurare i pastori tedeschi alle selezioni dal momento che non esistono più cani sotto taglia, i cani fuori taglia vengono selezionati ugualmente e le altre misure non si correlano a quelle della taglia. Per i produttori di cinometri sono tempi duri.

L’Auslese Mosca di Val del Tiepido Alla selezione in Italia era alta cm. 60,5, in Germania cm. 59,5, all’ultima esposizione cm. 63 e concluse la sua carriera 2


Eccellente Vello z.d. Sieben Faulen

Vello, Dago, Valet e Jalk non presentavano particolari contrazioni anatomiche evoluzionistiche: erano più semplicemente pastori tedeschi fuori taglia

Eccellente Valet v. Busecker Schloß

Auslese Dago v. Schloß Dahlhausen

Vice-Sieger Jalk v. Fohlenbrunnen re dal 1°luglio 1988)”, Regolamento che noi Giudici Selezionatori dobbiamo applicare e l’ENCI, in qualità di Organo Superiore che ci sovrintende, ha il dovere di far rispettare. E vorrei vedere quale Responsabile Nazionale della SAS sarebbe pronto a garantire per iscritto l’impunibilità ad un suo trasgressore ! Per questo motivo qualunque disquisizione interpretativa sul Regolamento di Selezione è priva di significato: le sue norme derivano dall’interpretazione dello standard e ad esse dovremo attenerci sin tanto che non verranno impartite nuove disposizioni. Per quanto riguarda le misure della taglia, con le quali selezionare la razza, il Regolamento di Selezione recita testualmente : “ Cani non idonei a superare la prova Devono essere categoricamente esclusi dalla selezione tutti i soggetti portatori di: a) gravi difetti anatomici; b) eccesso o difetto di taglia di più di 1 cm. (n.d.r. oltre 61 per le femmine, oltre 66 per i maschi) c) difetti di testicoli (criptorchidismo - ipotrofia testicolare, mono o bilaterale - monorchidismo) d) difetti di denti, come mancanza di: un premolare 3 - 2 incisivi; 1 P2 + 1 incisivo; 1 P2 + 1 P1; 2 P2 e) depigmentazioni gravi f) pelo lungo o lungo e ruvido Vengono selezionati di seconda classe a) cani con piccoli difetti morfologici; b) cani la cui taglia sia al di sopra o al di sotto dei limiti massimi e minimi di non più di un cm.”.

specialmente quelli delle zampe anteriori sulle quali il cane proietta il proprio peso ad ogni appoggio. Questi cani esauriscono molto rapidamente il loro vigore. Essi sono per lo più pigri ed indolenti, e perciò inadatti al lavoro“. Un breve commento alle chiare parole di Max v. Stephanitz Le parole di Max von Stephanitz sono chiarissime e potrebbero essere sufficienti per essere convinti di quanto sia dannoso il non rispetto dei limiti della taglia proposti dallo standard. Solo per una migliore comprensione del suo pensiero va ricordato che le misure della taglia di una razza sono il frutto di una precisa valutazione biologica e non di una casualità estetica. Una condizione ottimale che genera una risorsa biologica adatta a produrre la potenza fisiologica che soddisfa le necessità di un mirato impiego. La taglia superiore alla norma è prodotta da un incremento ponderale dell’impianto scheletrico, muscolare e pellicciaio e, pur aumentando la forza, una costruzione così concepita grava negativamente sulle risorse fisiologiche originali diminuendo la resistenza. Per questo motivo possiamo dedurre che una struttura più grande rende la razza muscolarmente più forte, una struttura più leggera rende la razza più agile e dinamica. Essendo però il presupposto selettivo del cane da pastore tedesco quello di configurarsi come un trottore resistente, qualunque variazione si propone come un indesiderabile allontanamento dall’ideale di razza: un parellelo di ottimalizzazione simile alle varie soluzioni che offre un’automobile. Senza alcuna variazione strutturale, produce le prestazioni per cui è progettata. Lasciando invariata la cilindrata e le strutture essenziali, se appesantiamo la carrozzeria diminuiscono la ripresa e la velocità, se alleggeriamo la carrozzeria aumenta la velocità ma i freni divengono inefficaci. Ugualmente, ipertrofizzando l’impianto muscolare di un mezzofondista, ne aumentiamo la forza ma ne compromettiamo completamente la resistenza. Infatti per ogni atleta esiste una condizione di forma ottimale che coincide con l’esatto peso consentito dalle risorse soggettive e proprie della specialità. Questi paralleli ci permettono di comprendere che, appesantendo la struttura della razza, produciamo inevitabilmente un affaticamento che grava sull’apparato cardio-circolatorio del cane.

La Selezione di seconda classe per cani che superano di 1 cm. il minimo consentito: un ricordo del passato Di fatto oggi la Selezione di seconda classe per cani alti più di 1 cm. del massimo consentito non ha più ragione d’essere dal momento che viene concessa la Selezione di prima classe a soggetti alti cm.68 e oltre e, di conseguenza, sarebbe ridicolo selezionare cani alti cm.66 punendoli con una Selezione di seconda classe. Per questi motivi, la Selezione di seconda classe viene ormai attribuita solo per carenze morfologiche o su disposizione del selezionatore caratteriale.

Il Regolamento di Selezione Innanzi tutto tengo premettere che un Regolamento va applicato e non interpretato. Mi riferisco al “Regolamento di selezione e dei raduni SAS (Approvato dal Consiglio Direttivo dell’ENCI in vigo3

Altre regole sono mannaie selettive Ma il Regolamento di selezione è altrettanto categorico per ciò che concerne la presenza dei denti, l’esenzione della displasia, il temperamento equilibrato, la giusta combattività e tenuta nell’attacco, l’integrità fisiologica garantita dalla percorrenza di 20 Km. a buon passo, la presenza di testicoli ben conformati, il buon portamento delle orecchie e della coda, la giusta tessitura del manto ed i suoi colori, la giusta pigmentazione dei tugmenti e di tutto ciò che comporta la


Il sieger del 1967 Bodo v. Lieberg esprimeva un trotto ritmico e bilanciato che nulla concedeva ad inutili spettacolarità. Un trotto che è l’immagine del movimento ideale di razza descritto da Walter Martin. Essendo figlio del fuori taglia Vello z.d. Sieben Faulen era

saggiamente dotato di un allertante pedigree bianco, come del resto il Sieger Jeck v. Noricum aveva nel suo pedigree rosa un allertante e significativo giudizio di “ancora ammesso” sulla valutazione delle anche.

una certa ipocrisia, è che avesse “le carte in regola” a danno di un saggio impiego. Lo stesso Göbl, in occasione di una monta, mi raccomandò di evitare la consanguineità su Palme perché era una femmina molto grande. Oggi, non ricordando una realtà fatta di “artificiose carte in regola”, si è indotti ad allevare senza il rispetto di questa memoria ormai andata in disuso e su Palme si effettuano consanguineità addirittura ossessive da cui provengono molti gigantoni che, come figli di una colpa occulta, stimolano “gli evoluzionisti” a forgiare regole permissivistiche che nulla hanno a che vedere con i vantaggi della razza. L’assegnazione di una selezione di seconda classe a Palme, ad esempio, sarebbe stata un adeguato avvertimento della sua grande taglia e sarebbe servita per un più attento impiego dei suoi discendenti sino a derivarne ancor più soddisfacenti successi. Certamente limitando alcuni vantaggi economici.

di un mercato che apprezza, per incompetenza, più la quantità che la qualità. Vengono poi gratificati anche gli espositori che, compiacendosi nel presentare cani molto grandi, soddisfano uno “spettacolo” dimenticando che l’Esposizione non è uno spettacolo ma un momento di riflessione del cinofilo e del cinotecnico durante il quale si effettua una verifica zootecnica intesa ad educare correttamente allevatori, concorrenti e pubblico. E se qualche centimetro in più della taglia massima consentita rende i pastori tedeschi maschi degne comparse dello spettacolo, allora le classi delle femmine, in questa ottica, sono una melanconica processione. Secondo questo andazzo ne deriverebbe che le Esposizioni sono solo uno spettacolo per alani, levrieri e sanbernardo ed una triste monotonia per bulldog, bassotti e volpini. Con il trionfo, però, del mastino tibetano. Il vero spettacolo da cui è gratificato ogni vero appassionato è il rapporto quotidiano con la razza ed il suo impiego: un reale confronto dal quale nascono i concreti presupposti della sua selezione.

Le motivazioni zootecniche nascondono altre ragioni La verità è che si vorrebbe che questi grandoni rientrassero nelle regole soprattutto per evitare un loro deprezzamento commerciale più che zootecnico. Ed è così che le permissività della taglia trovano facilmente la piena approvazione di molti allevatori che impiegano soggetti notoriamente grandi per appagare con la loro produzione le richieste

Le motivazioni evoluzionistiche Il passo Scrive De Cillis: “Le esposizioni oggi si svolgono quasi esclusivamente al passo e in questo tipo di andatura sono avvantaggiati gli esemplari maggiormente compatti, con arti relativamente lunghi,

Questa è la fotografia del Sieger Fanto v. Hirschel

Questa è l’immagine falsata di Fanto costruita attraverso le misurazioni indicate nella sua selezione 4


Ogni razza ha una massa ed una struttura che generano e personalizzano la sua essenza biologica e dinamica

La struttura del pastore tedesco, trottatore per eccellenza, è iscritta nel rettangolo.

La struttura di un dobermann, galoppatore per eccellenza, è iscritta nel quadrato.

Per esigenze biomeccaniche le varie altezze e proporzioni delle due razze galoppatrici sono completamente diverse da quelle di una razza trottarice. La massa delle due razze galoppatrici di utilità e difesa, pur intesa come forza d’impatto, potenza di scatto e impressione estetica, non può in alcun modo rappresentare biologicamente un riferimento per il cane da pastore tedesco, emblematicamente razza da gregge dotata di un trotto ampio e resistente, né tanto meno la sua equipollenza può rappresentare la forza occulta che provoca nel pastore tedesco un’evoluzione verso l’alto sino a farlo uscire dai limiti consentiti della taglia.

Un caso emblematico: Fanto Hirschel A riprova di quanto affermato, è esemplare la Selezione del Sieger Fanto v. Hirschel, selezionato da Riedl: altezza cm. 64,5 altezza toracica cm. 32 - peso kg. 40, con la raccomandazione di unirlo a femmine di non grande taglia. Che strano! Proprio Fanto, un cane che stando alle carte sarebbe stato uno dei pochi al di sotto del massimo consentito. Le alterazioni effettuate sulla misura della taglia vengono rivelate dalla misura dell’altezza toracica che per un cane alto cm. 64,5 avrebbe dovuto essere (al 46% anche del 1988!) intorno ai cm.29,5/30. I cm.32 riportati dalla selezione erano reali ma si correlavano all’effettiva misura della taglia di Fanto di gran lunga più alta di quella indicata. Infatti, per soddisfare le giuste proporzioni insegnate dai dettami dallo standard, i cm. 32 dell’altezza toracica si correlano ad un’altezza di cm.68/69 ! Il desiderio di mettere Fanto forzatamente tra le regole indusse il selezionatore a scrivere misure errate come se biologicamente cambiasse qualcosa. In questo modo, e questo è grave, non si fa altro che generare confusione e vanificare il lavoro della raccolta dati: la selezione diviene così un semplice lasciapassare per l’impiego e trascura l’intento originale di conferire un titolo con pesi, misure e valutazioni corretti, raccomandazioni e limitazioni per l’impiego comprese. Le profetiche intuizioni sono valide solo in alcuni casi Essendo la Selezione di un soggetto effettuata in un’età che non consente la conoscenza dei pregi della sua discendenza, mi domando quali possano essere i criteri discriminanti che dovrebbero indurre un Selezionatore ad infrangere le regole riguardanti gli eccessi della taglia. Forse la bellezza morfologica del soggetto, le sue eccelse doti di carattere, l’esenzione dalla displasia morfologica e genetica, l’importanza del suo allevatore, l’apprezzamento del suo pedigree, il suo elevato costo, la simpatia del suo presentatore o quant’altro ancora? E quante potrebbero essere le lamentele sollevate da quegli espositori che, per effetto di un criterio selettivo “elastico”, non fruissero dei medesimi trattamenti riservati ad altri. Il principio di un’elasticità aleatoria e soggettiva del selezionatore procura inevitabili insoddisfazioni che non potrebbero trovare 5

La struttura di un boxer, galoppatore per eccellenza, è iscritta nel quadrato.

alcuna possibilità di lamentela non essendo tutelate da precise regole. L’unica soddisfazione di chi fosse vittima di queste ingiustuzie sarebbe quella, pertanto, di appellarsi agli Organi Inquirenti dimostrando che il cane di un concorrente fuori taglia (ed è facile dimostrarlo) sia stato selezionato, mentre il suo no. Ma questo poco conta per il bene della razza. Il successo verificato a posteriori di alcuni grandoni selezionati è divenuto un dannoso esempio per altri grandoni che, visti da alcuni come possibili crogiuoli di doti genetiche, vengono sistematicamente selezionati. E parliamo di Vello, di Lido, di Yoga e di Palme Negli anni ’50 Vello z.d. sieben Faulen, essendo più alto del consentito, non venne selezionato su precisa disposizione del Dr. Funk, Presidente SV. Venne ugualmente impiegato. Anche le regole di allora non permettevano di proclamare Auslese i soggetti provenienti da un genitore non selezionato. In virtù di una precisa deroga i figli Bodo e Bernd Lierberg poterono successivamente essere proclamati Sieger ed Auslese pur dotati di un declassante pedigree “bianco” che evidenziava la loro provenienza al momento dell’impiego. Fu una soluzione onesta che portò ad apprezzare oculatamente il valore zootecnico dei due soggetti, in particolare Bernd divenne un ottimo apporto di combattività e tempra per i migliori soggetti utilizzati nelle gare di lavoro. E ancora voglio ricordare che Lido v.d. Wienerau non era esente da displasia ma a quei tempi la selezione era ugualmente concessa. Pur consapevoli di questo limite Lido, venne impiegato ed i suoi figli provenivano di conseguenza da un genitore non esente da displasia. Molte sue figlie furono fattrici di successo: una femmina in particolare, Yoga v.d. Wienerau, fu madre di Quanto v.d. Wienerau. Era dotata di buon carattere e di giusta, reale media taglia, robusta e sostanziosa. In questa ottica, costruendo i tanto cari, quanto inutili piramidali rami genetici, Yoga potrebbe essere posta in alto con una diramazione da lei generata molto più ampia ed importante della stessa applaudita Palme. La differenza è una sola: Yoga era figlia di un cane displasico e si aveva precisa coscienza di questo suo genetico difetto, mentre di Palme tutti sanno come fosse molto alta ma quel che si volle, con


essere omogeneizzate per mantenere una massa equipollente poiché le diverse superfici producono diverse reattività che generano il dinamismo di ognuna. Pertanto un pastore tedesco, trottatore resistente per antonomasia, deve avere forme e superfici diverse da quelle delle due razze galoppatrici che abbisognano di maggior reattività per esprimere un galoppo dinamico. Quindi non si può immaginare che un ipotetico accorciamento del tronco induca il pastore tedesco a crescere alzandosi davanti nell’intento di mantenre l’omogeneità delle masse perché ne conseguirebbe che le tre razze diverrebbero o tutte trottatrici resistenti o tutte galoppatrici. Ciascuna razza ha forme che giustificano la propria essenza biomeccanica. Inoltre, per valutare l’efficacia d’impatto prodotta dalla massa del cane, si deve anche tenere conto delle differenti velocità raggiungibili dalle tre razze. Essendo il trotto l’andatura ideale del pastore tedesco, è facile comprendere come il suo dinamismo al galoppo sia inferiore a quello delle due razze galoppatrici per elezione. Ne consegue che una medesima efficacia d’impatto può essere prodotta da masse differenti negando ancora il principio dell’equipollenza delle masse. Piuttosto, per valutare le masse e le forme i cinognosti usano come riferimenti i dati derivanti dall’indice corporale il quale confronta la circonferenza del torace con la lunghezza del tronco: il risultato numerico stabilisce i confini di un’appartenenza costituzionale. Questo criterio esprime un dato di riferimento che non viene influenzato dall’entità delle misure quanto dall’essenza delle forme.

Campionessa Illa v. Helmholtz Anche nel 1931 esistevano pastori tedeschi che avevano rapporti di altezza-lunghezza contenuti. I cani troppo lunghi erano frutto, come oggi, di errori selettivi cani di utilità, si è sviluppato ed alzato nella parte anteriore. Un’interpretazione evoluzionistica della taglia che non tien conto, come dice Walter Martin, che è dovere e compito di un buon selezionatore della razza del pastore tedesco il mantenere le sue forme iscritte nel rettangolo, con un baricentro che grava verso l’anteriore perché sia posto nella condizione di sostenere la parte prevalente del suo peso. Il posteriore, così parzialmente alleggerito nel sostentamento del corpo, può sfruttare tutta l’efficacia della potenza per produrre l’avanzamento del cane. Un assetto ottimalizzato anche dall’azione del bilanciere cefalico che, con il crescere della velocità, tende a dirigersi verso l’orizzontale favorendo lo spostamento in avanti del baricentro. Il concetto di contrazione evolutiva, pertanto, ci porterebbe

La taglia grande giustificata da teorie evoluzionistiche Attraverso il criterio di omogeneità delle masse il De Cillis vorrebbe motivare l’uscita dai limiti del massimo consentito della taglia attraverso una giustificazione così concepita: la pressione selettiva scaturita da un prevalente esame al passo nei rings, anziché al trotto, ha promosso l’accorciamento del tronco del cane pastore tedesco. Di conseguenza il suo corpo, per mantenersi nella massa ottimale dei

Il rapporto altezza e lunghezza desiderato dallo standard

Il Sieger Ursus v. Batu

Il Sieger Rikkor v. Bad-Boll

Due soggetti di grande spicco: il Sieger del ‘98 e‘99 Rikkor Bad-Boll ed il Sieger del 2000 Ursus Batu. E’ facile osservare come i rapporti di altezza-lunghezza siano similari. Un poco più raccolto il primo, un poco più allungato il secondo, comunque i loro rapporti stanno entro quell’elasticità concessa dallo standard che vuole la lunghezza del tronco più lunga dell’altezza del 10-17%. Per motivi biologici legati al sesso si tende giustamente a contenere il rapporto ottimale per i maschi verso il 10-12%, mentre per le femmine si tende, come osservava il Dott. Trox, ex Vice- Presidente SV, a concedere qualcosa in più in lunghezza poiché il loro tronco è sede degli organi della riproduzione. Si può notare quanto affermato osservando la fotografia dell’Auslese Unsa Hasenborn.

L’Auslese Unsa v. Hasenborn 6


altezza-lunghezza si avvicina a quel 10:11, già auspicato profeticamente come ideale dal v. Stephanitz, mentre quello riguardante l’altezza toracica non è più 50:50 rispetto a quella al garrese, bensì 47:53.” Lo standard dice che l’altezza toracica deve corrispondere al 45-48% dell’altezza al garrese: una necessità imposta peraltro dalla costruzione di un trottatore. La lunghezza del tronco deve superare, secondo lo standard, la misura dell’altezza al garrese di circa il 10%-17%. Questo per ottenere la costruzione di un trottatore che, per sviluppare un movimento ampio, abbisogna di un tronco lungo per dar spazio all’azione degli arti. Nulla di variato! Semmai possono esservi costruzioni che non rispettano i dettami dello standard.

torace non troppo disceso e solido assetto del dorso”. Premesso che oggi le esposizioni non si svolgono “quasi esclusivamente al passo”, è indubbio come al passo sia possibile meglio apprezzare l’armonia del soggetto ma di un soggetto tutt’altro che dotato di costruzioni raccorciate ed avveniristiche. Recentemente il Giudice Ruckert, durante una valutazione collegiale al termine di un giudizio, rivolgendosi a tutti i Giudici, faceva osservare che anche al passo vengono apprezzate l’armonia del cane, la funzione ottimale del suo impianto angolare e l’ampiezza degli spazi del movimento. Più volte assertore attraverso i miei scritti dei principici che vado enunciando, è bello poterli riproporre con le parole di Walter Martin espresse in una sua conferenza in Italia. “Smettiamo di correre nei rings, il cane deve trottare. Il trotto non è solo bello a vedersi ma è anche molto utile. Anche oggi, quando un cane è un pò lungo e ha un petto molto bello, non è un cane di tipo vecchio, ma è un cane giusto. I Giudici giovani giudicano un garrese alto come un punto in favore di un cane, questa valutazione è completamente sbagliata. Secondo lo standard il garrese dovrebbe essere solo apparente e dovrebbe giungere dolcemente sino al termine della schiena. A causa del garrese alto oggi non abbiamo più un bell’anteriore. E quello che danneggia molto è che i nostri cani sono corti. Quando io parlo di questo mi sento come un predicatore nel deserto: nessuno mi vuole ascoltare.” Ma quali soluzioni avveniristiche?! sembrano tuonare le parole del tanto applaudito Walter Martin. Ed allora, aggiungo, che significato ha selezionare i cani fuori taglia quando fossero frutto, come dice De Cillis, di un’evoluta costruzione accorciata che ha compresso il garrese portandolo più in alto? Una costruzione, dice Martin, completamente errata che non ubbidisce allo standard e, pertanto, non giustifica in alcun modo la sua accettazione nella selezione. Di conseguenza i soggetti per cui s’implora benevola accondiscendenza sono costruiti sia contro i criteri cinognostici suggeriti dallo standard sia fuori taglia: il massimo!

La massa Il De Cillis ipotizza che il pastore tedesco ha un rapporto altezza-lunghezza più contenuto che nel passato. Il suo tronco, essendosi pertanto accorciato, in virtù dell’equipollenza delle masse, sarebbe stato spinto da una pressione evoluzionistica verso l’alto permettendogli così di mantenere i valori della sua massa allineati con quelli di due razze di utilità galoppatrici: il dobermann ed il boxer. Non vedo come sia possibile giustificare l’evoluzione delle forme del pastore tedesco, compreso l’innalzamento della taglia, invocando l’omogeneità delle masse. E’ bene rileggere attentamente le parole del Solaro : “Rispetto all’andatura, alla velocità, all’impressionabilità, la massa del corpo ha grande importanza in quanto che noi sappiamo dalla fisiologia che la superficie del corpo è la ricettrice delle ecittazioni esteriori......... Ora un pointer, un setter essendo meno voluminosi di un bracco italiano o di un bloodhound, hanno una superficie corporea proporzionalmente alla massa del loro corpo piu grande di quella di un bracco o di un bloodhound, così le reazioni motrici sono in essi più rapide ed energiche di quelle del bracco e del bloodhound e più particolarmente che la maggior vivacità ed il galoppo son proprii del pointer e del setter e la minor vivacità e l’andatura moderata son proprie di quei cani che posseggono mole maggiore.” Questo rende chiaro che le forme delle tre razze non possono

I rapporti altezza-lunghezza e altezza toracica-lunghezza dell’arto anteriore Scrive De Cillis: “Negli esemplari odierni di spicco il rapporto

Auslese Timo v. Berrekasten

Auslese Arno v. Erlenbrunnen che invece accetta le poliedricità cromatiche. La spiegazione delle loro decisioni era che i grigi non erano cani moderni. Porto questo esempio che si ricollega al problema dei soggetti fuori taglia in quanto, quando non vi è l’apprezzamento di una caratteristica voluta dallo standard, questa decisione è sempre sorretta da strane motivazioni biologiche. E molti oggi sono quelli che, un tempo grandi denigratori dei “grigi”, vantano la presenza nei loro allevamenti di soggetti discendenti da Timo, così come probabilmente, quando i tempi cambieranno, si faranno vanto del possedere soggetti di giusta media taglia.

Le immagini di Timo e Arno dimostrano notevole similitudine anatomica sebbene i due “grigi” siano il primo dei nostri giorni, il secondo della fine degli anni sessanta. Con la proclamazione a Vice-Sieger di Timo, Arno potrebbe ora essere visto con grande apprezzamento. Solo quindici anni or sono, nel periodo in cui tutti i neo-evoluzionisti si propugnavano grandi competenti, alla sola visione della fotografia di Arno se ne dicevano profondamente indignati e vantavano le loro scelte nei giudizi affermando che primi comunque dovevano essere i cani rosso-neri poi andavano relegati in fondo alla classifica i cani con altri colori. In netto contrasto con i suggerimenti dello standard 7


Le morfoglogie prodotte da errori di giudizio o da sbandamenti selettivi non vanno intese come segnali evoluzionistici

Eccellente Yoga v.d. Wienerau

Auslese Jalk v. Rheinhalle

Negli anni ‘70 vi erano soggetti lunghi e corti, ciò nondimeno si aveva precisa coscienza critica delle loro proporzioni

Auslese Carla v. Haus Hakatherm

Vice-Sieger Quax v. Haus Beck a gravi sbandamenti selettivi: solo una visione esatta dell’anatomia del pastore tedesco riesce a mantenerla, allora come oggi, nei presupposti dello standard. Dannoso è l’adagiarsi nel credere che gli sbandamenti selettivi siano frutto di inevitabili evoluzioni.

Nello stesso periodo si allevavano soggetti con buone proporzioni ed armonia che, ancor oggi, sarebbero apprezzati e di spicco. Propongo questi esempi per dimostrare che già nel passato esistevano cani con ottime proporzioni. Allora, come oggi, spesso le costruzioni improprie erano frutto di errati giudizi che portavano

evoluzionistici, e non selettivi, valutando quelle tre orecchie si direbbe che debbono essere viste come se fossero due perché la terza è un logico evento evoluzionistico. Probabilmente i fautori ad oltranza delle interpretazioni osserverebbero che le descrizioni dello standard parlano di orecchie ma non precisa quante! E magari, ci sarebbe qualcuno che verrebbe convinto da questa giustificazione e tributerebbe meriti ed applausi al suo sostenitore. Per la stessa logica non accetterebbe i ciclopici perché lo standard parla di occhi e non di occhio.

a selezionare un boxer travestito da pastore tedesco generando un abito morfologico che va condannato poiché allontana i nostri cani da quell’ideale di trottatori per eccellenza. Non penso che questa fosse l’intenzione di Max v. Stephanitz! L’assioma conseguente Stando quindi alla teoria del De Cillis si dovrebbe generalizzare che i pastori tedeschi lunghi sono facilmente in taglia mentre quelli dotati di un tronco più corto di quelli del passato sono spesso fuori taglia: una trasgressione che essendo generata da un’evoluzione, dovrebbe essere tacitamente accettata registrando l’altezza di questi neo-grandoni in cm.65 sul Certificato di selezione invece di quella realmente misurata di cm.68 o cm.69. E questa soluzione, irrispettosa di un Regolamento ancora in vigore, proposta da un Vice-Presidente della SAS sulla Rivista Ufficiale mi sembra, quantomeno, sconveniente. Molti potranno essere soddisfatti da queste giustificazioni sull’aumento della taglia della razza e delle decisioni conseguenti, io no! Dimenticavo: e se alcuni soggetti sono fuori taglia, lunghi, con il garrese non rilevato, appartenenti ad una morfologia “inevoluta” che non trova spazi nelle giustificazioni del De Cillis, li accettiamo ugualmente o cosa facciamo? Vello Sieben Faulen, Dago Schloss Dahalhausen, Valet Busecker Schloß e Jalk v. Fohlenbrunnen non presentavano particolari contrazioni anatomiche evolutive né tantomeno erano corti e con il garrese alto: erano più semplicemente pastori tedeschi fuori taglia.

Debite conclusioni Non va dimenticato che un Certificato di selezione è la garanzia di un prodotto di qualità dell’allevamento e, di conseguenza, ogni sua infedele ed inesatta stima si configurano come un dolo di cui il Selezionatore deve rispondere a tutti gli effetti sia alla Società Speciale sia all’Ente responsabile (ENCI). Ma anche commercialmente insorgono responsabilità poiché, ad onta dell’opinione di coloro che s’improvvisano giuristi, il possesso del titolo di “cane selezionato” consente al proprietario sia di vendere il proprio soggetto ad una cifra consistente, sia di esigere forti tassi di monta, sia di cedere ad elevati prezzi i cuccioli: diversamente, senza il titolo di cane selezionato, tutto questo sarebbe impossibile e poco conterebbe per quel proprietario avere un soggetto che ha l’approvazione morale di alcuni gigantomaniaci. Piuttosto, se si è convinti che sia giusto non rispettare il Regolamento per quanto riguarda il limite della taglia, si abbia allora il coraggio di emanare una variazione delle sue regole senza confidare su di una “doverosa” serpeggiante interpretazione da parte dei Selezionatori che, agendo in questo modo, possono esporsi a possibili contestazioni e venire colpiti da sanzioni disciplinari, come avvenne per alcuni anni or sono (taccio i nomi non essendo il mio scopo quello di aprire accuse dirette).

Per logica conseguenza In pratica, ragionando in questa ottica evoluzionista, potrebbe accadere un giorno che, avendo deciso di diminuire la lunghezza delle orecchie, ne spunti una terza prodotta dallo sfogo della cartilagine delle altre due orecchie raccorciate! E allora accettando i criteri 8


Le soluzioni progressive del problema possono essere molte, tra cui la prima quella di cominciare a scartare cani giovani troppo grandi. Ma il proporre soluzioni non è l’intento di questo mio scritto ma piuttosto quello di sottolineare come sia ormai tempo di iniziare a prendere coscienza del problema da risolvere alla luce del sole.

apprezzato come un utile paravento, finirà con il configurarsi come un prezioso temporeggiare mentre vengono risolti in casa i problemi inerenti la taglia. Una volta liberatisi dei loro grandoni, veri cavalli di Troia, le direttive tedesche imporranno di rispettare la giusta taglia come già avvenne per i problemi derivati dall’esenzione da displasia e per altri ancora. E noi dovremo ripetere costose importazioni e riabilitare impianti con misure adeguate.

Il silenzio della Germania potrebbe essere un eloquente suggerimento Il silenzio della Germania sulla questione taglia, da molti

Parlano le forze occulte dell’evoluzione canina Dicono il dobermann ed il boxer “noi più corti di così non possiamo diventare, ora tocca a te accorciarti per mantenere l’equivalenza delle nostre masse” Replica il pastore tedesco “ma io sono un trottatore e debbo rimanere iscritto nel rettangolo” Di rimando il dobermann ed il boxer “se più corto di così non puoi diventare, alzati un pò e se inciampi mentre trotti, mettiti a galoppare come facciamo noi”

...devi dire che siamo stati noi a spingerti in alto

...e se poi mi misurano e sono cm. 70 ?

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