Anno I - #0 tris/Ottobre 2008 - Periodico in attesa di registrazione
10/2008#0tris
Elisabetta Pastore
p. 01 - 03
Francesco Martinelli
p. 02
Giuseppe D’Introno
p. 05
Danilo Macina
p. 06
Francesco De Nigris
p. 07
Vittorio Bari
p. 08
Giusj Papagno
p. 09
Cinzia Pagano
p. 10
Michele Pinto
p. 13
Nicola Scarnera
p. 13
Carlo del Vescovo
p. 14
Leonardo Ventura
p. 15
Articoli di redazione
p. 16
Allieva della Scuola delle Arti della Comunicazione del Teatro delle Molliche di Corato. Laurea in legge, specializzazione in internazionalizzazione delle imprese. Ha svolto attività presso un Ente governativo che si occupa di commercio estero; ha collaborato con esperti di rischio sul credito e ha partecipato alla realizzazione di un “Vademecum per l’internazionalizzazione d’impresa” per conto di uno degli Enti Provincia del territorio pugliese. Ha scritto un libro di prossima pubblicazione. Appassionata di scienza e filosofia. E’ convinta che il mondo si accenda e si spenga perchè esistono le illusioni.
Dirige il Teatro delle Molliche e la Scuola delle Arti della Comunicazione. Diplomato attore a Milano, specializzato in regia e in drammaturgia musicale a Prato, in Commedia dell’Arte a Reggio Emilia. Ha studiato con i maestri: Gregoretti, Albertazzi, Biswas, Brivio, Corsetti, Fava. Ha scritto numerose opere teatrali tutte rappresentate ed è direttore di collana per la Secop edizioni. Non attende di diventare grande ne aspira a fare qualcosa rispetto a quello che può fare ora.
Periodico di informazione e critica teatrale a cura della
Scuola delle Arti della Comunicazione
Centro di Formazione ed Educazione Teatrale del Teatro delle Molliche Via Monte Carso, 26 - 70033 Corato (Ba) www.teatrodellemolliche.it
http://pierrotweb.wordpress.com Direttore responsabile Francesco Martinelli Redazione Elisa Pastore
Direttore Editoriale
In questo numero hanno collaborato Giuseppe D’Introno, Francesco De Nigris, Vittorio Bari, Giusj Papagno, Cinzia Pagano, Michele Pinto, Nicola Scarnera, Carlo Del Vescovo, Leonardo Ventura. Fotografia Illustrazioni Danilo Macina, Michele Pinto Progetto grafico ed impaginazione Danilo Macina Stampa digitale a cura di: Graziani Arti Grafiche S.r.l. S.P. 231 km. 31,600 - 70033 Corato (Ba) www.graziani.it
Consigliere comunale del Comune di Corato, eletto nella lista del Popolo della Libertà. Membro della V° Commissione Affari Istituzionali. Iscritto ad Alleanza Nazionale dal 1998, ricopre attualmente l’incarico di vice Presidente provinciale di Azione Giovani di terra di Bari. Durante la XIV Legislatura è stato collaboratore parlamentare presso la Camera dei Deputati con l’ On. Francesco Maria Amoruso, Presidente Commissione bicamerale di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. Tirocinante farmacista, sta terminando gli studi universitari in Farmacia specializzandosi in Comunicazione e giornalismo medico-scientifico. Giornalista pubblicista dal 2003 è iscritto all’ ASMI - Associazione Stampa Medica Italiana ed è membro del Pharma Education Centre di Firenze. Collabora a livello giornalistico con La Repubblica Salute, Kataweb Salute e riviste del settore medico scientifico a livello nazionale. Impegnato nell’associazionismo cattolico e nel volontariato è stato presidente cittadino del Comitato “Scienza & Vita” durante il Referendum sulla Legge 40.
Allievo della Scuola delle Arti della Comunicazione del Teatro delle Molliche. Diplomato ragioniere programmatore, opera da oltre dieci anni nel campo della comunicazione come direttore creativo, art director, grafico ed esecutivista. Appassionato di tecnologie moderne e arti figurative.
Nato ad Andria dove vive e insegna Educazione musicale. Ha pubblicato i romanzi: “Parole morte” (Oppure, 2001); “Sotto un cielo senza angeli” (Palomar, 2006)
Diplomato in Canto con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Bari. Vincitore di numerosi concorsi musicali nazionali ed internazionali. Ha debuttato come solista in allestimenti opestici esibendosi in Italia, Germania, Spagna, Corea. In qualità di cantante-attore è inserito nel cast del musical “Fame - Saranno famosi” . Attualmente ricopre i ruoli del Conte Ugolino e di San Tommaso nell’opera-musical “Divina Commedia”.
Laureata in giurisprudenza. Da sempre appassionata di teatro, ballo e canto e amante dell’arte.
Attrice del Teatro delle Molliche. Diplomata attrice di prosa presso E.R.T. (Emilia Romagna Teatro Fondazione) di Modena. Assistente del maestro Francesco Martinelli. Insegnante di lettura espressiva nel corso propedeutico presso la Scuola delle Arti della Comunicazione di Corato. Il contenuto degli articoli riflette esclusivamente il pensiero dell’Autore e non è necessariamente condiviso dalla redazione di Pierròt. L'unico responsabile è l’Autore che ha fornito i materiali, i dati, le informazioni o che ha espresso le opinioni. Qualora il lettore riscontri errori o inesattezze è pregato di rivolgersi a pierrotweb@libero.it che si impegnerà a correggere o rimuovere informazioni che risultino inesatte o che costituiscano violazione di diritti di terzi. Tutto il materiale pubblicato (articoli, foto, illustrazioni, etc.) è coperto da copyright, tutti i diritti sono riservati, può essere pubblicato altrove, non per usi commerciali, dandoci preavviso e comunque citandone sempre la fonte.
Anno I - Numero 0 tris. Chiuso in redazione il 3 novembre 2008. Chi volesse inviare articoli, foto, materiale, dare suggerimenti o semplicemente contattarci, può farlo scrivendo a: Pierròt c/o Scuola delle Arti della Comunicazione Via Monte Carso, 26 - 70033 Corato (Ba) o inviando una e-mail a pierrotweb@libero.it.
Laureato in giurisprudenza con una tesi sulla liberta’ d’espressione e la censura cinematografica e opera da 10 anni nel campo delle produzioni multimediali. Ha insegnato didattica dell’immagine in decine di scuole, collaborando visivamente a teatro passando attraverso il genere documentaristico, la musicarterapia e l’attivita’ di videojoker in discoteca continua la sua originale sperimentazione artistica.
Allievo del primo anno della Scuola delle Arti della Comunicazione del Teatro delle Molliche.
Allievo della Scuola delle Arti della Comunicazione del Teatro delle Molliche di Corato. Collabora con il comune di Molfetta per la rassegna “Pietraviva” Estate 2007. Collabora con la compagnia Teatro dei Cipis di Molfetta Estate 2008. Frequenta Laboratorio teatrale tenuto dalla compagnia “Carro dei Comici” nell’Anno 2005. Ingegnere meccanico attualmente impiegato nell’ufficio Ricerca e Sviluppo della GE OIL&GAS Di Bari.
Allievo della Scuola delle Arti della Comunicazione del Teatro delle Molliche. Uomo di mare e di.. tecnica. Ha scritto.. qualcosa chiuso in un cassetto. S’interessa alla fotografia.
10/2008 #0tris
D: Allora, Pierròt, una persona è un Ar-
Ci sono delle cose che non sappiamo pur
tista?
essendo necessario conoscerle?
R: Forse.
R: Mi fa sorridere la tua ingenuità!
Un artista è colui che riesce a far capire le
Ogni cosa è una cosa che non sappiamo se
cose dicendo una cosa diversa da ciò che si
pur a noi necessaria. Questa condizione di
vuole realmente comunicare.
non conoscenza trasforma il tempo della
: Pierròt, esiste un mondo in cui cia-
E’ colui che dall’epiteto di un nome sa co-
vita nel tempo della scoperta del sapere. Il
scuno può dire liberamente il suo
glierne immediatamente le reali caratteri-
sapere è quella cosa che serve a compren-
pensiero senza fraintendimenti alcuni?
stiche.
dere che ogni uomo ha incorporata nella
R: No, questo mondo non c’è tra le cose
E’ colui che non ha bisogno di conoscere la
sua condizione di uomo una capacità logi-
che si toccano. Il mondo delle cose che si
cronaca dei fatti per scorgerne l’essenza.
ca che necessita di applicazione e stimolo
toccano è fatto di milioni di uomini e di
E’ colui che riesce a trasmettere la gioia
continuo attraverso l’apertura al mondo.
poche persone, e queste ultime sono le
per la vita nella sua interezza a chi tiene di
Il sapere non serve a esibire ciò che si è
sole capaci a dire e a capire i pensieri senza
fronte.
imparto. Il sapere serve per scegliere come
fraintendimenti.
E’ colui che esiste nella sagoma di un om-
vivere.
D: E chi è una persona Pierròt? Come si
bra che resta puntata sul fondo di un piano
Per esempio, tutti i libri che esistono
fa a diventare persone?
anche quando è buio pesto.
nell’universo sono fonti preziose di cono-
R: Una persona è uno che non ha paura a
D: Pierròt, un artista pensa?
scenza. Aiutano a realizzare che i mondi
dire i pensieri propri;
R: No. Altrimenti non sarebbe un artista.
possibili sono infiniti tanto quanto le pos-
è uno che ha imparato che si dice “grazie”
Un artista agisce secondo il suo pensiero,
sibilità di azione di ciascuno. Basta sceglie-
sempre di ogni cosa ricevuta;
fa le cose d’istinto senza che nessuno gliele
re di volta in volta un mondo e un’azione
è uno che prima di occupare l’unico posto
spieghi.
tra le tante, proporzionando la scelta al
libero in una sala d’aspetto si accerta che
Si sveglia la mattina e ha le allucinazioni
personale gradimento in modo che essa
non ci sia alcun altro che abbia bisogno di
del sogno della notte prima.
non comporti rinuncia alcuna per alcuno e
quella seduta;
Disegna le visioni in una cartolina.
tutto continui serenamente.
è uno che si guarda intorno e scopre l’om-
E viaggia, cammina e cammina.
D: … Pierròt non ci ho capito niente!
bra nascosta di un anziano infilato in una
D: Ho capito Pierròt, bisogna fare tanta
Cosa devo fare adesso ?
folla di gente;
strada per essere un artista!
R: Non devi fare nulla e aspetta che arrivi il
è uno che trova sempre qualcosa di felice
R: Non è esattamente così. Dipende da
sonno, ti aiuterà a pensare senza sforzi.
nelle cose che succedono;
cosa intendi per ‘fare tanta strada’.
Man mano che imparerai a camminare
è uno che ha voglia di godersi i piaceri che
Vedi, non è necessario camminare tanto.
tutto diverrà più semplice e comprensibile,
ha intorno, che ride, che piange, che gioi-
Basta semplicemente camminare sempre,
allora il sonno lo userai solo per sognare e il
sce davvero.
nel tempo giusto.
resto del tempo per non dimenticare.
Tuttavia, non so con assoluta precisione
D: Non capisco. Qual è il tempo giusto?
chi sia una persona.
R: E’ il tempo della vita. Quel tempo che sai
Posso solo dire che se ne hai una di fronte,
quando inizia e sai che finisce, ma qualcu-
salta presto agli occhi perchè il suo sguar-
no si è dimenticato di dire quando.
do è così acceso che ti acceca addirittura.
D: Pierròt, mi metti in crisi adesso. Come?
l’editoriale
D
Buon viaggio avventore!
pierròt
p.01
#0tris 10/2008
Francesco Martinelli
Q
uando ero bimbo, in casa nella libreria c’era una fotografia che ritraeva
il bisnonno a cavallo vestito da principe come quelli nel film “La principessa Sissi” e poi vicino un’altra fotografia del nonno
Mi rispose che quell’abito lo indossavano
le punture al petto, la visita medica accura-
i servitori dello stato. Mi misi in testa di
ta controllandomi persino il deretano per
vestirmi anch’io così e pretesi quel costu-
verificare l’abilità a indossare il costume e
me. Mi fu vietato perché per indossarlo
feci pipì in una bicchiere di plastica. Mi da-
dovevo diventare grande. Non riuscivo a
vano il costume per prova per ben un anno
capire come era possibile avere l’età giusta
e se mi fosse piaciuto potevo utilizzarlo per
per indossare l’abito del faraone o del prin-
tutta la vita. Era il 2000 e avrei festeggiato
cipe e non quello del servitore. Terminate
il carnevale dell’anno fatidico vestendomi
le scuole superiori affrontai nuovamente il
come volevo. Ahimè!
problema cercando di capire cosa dovevo
stato un errore. Il costume era diverso, mi
fare. Mi consigliarono di studiare tanto e
avevano fatto un vestito sbagliato, cioè
bene frequentando Giurisprudenza. Era
uguale nel taglio ma nel colore no. Potevo
il 1992 e la televisione parlava quotidia-
spacciarlo per quello del bisnonno e del
namente dei servitori dello stato. Tranne
nonno, poiché le foto erano in bianco e
“Quark” nessuno nominava mai il faraone
nero, ma le foto di mio zio e di mio cugi-
e il Magnifico. Il tempo passava, studiavo
no erano a colori e si vedeva chiaramente
a pieni voti. Accanto alle fotografie si era
che il loro abito era di colore blu scuro. Il
aggiunta quella di mio cugino anche lui
mio era verde, non un verde comune ma
vestito allo stesso modo di mio zio. Lui era
un verde strano che chiamavano verde
diventato già servitore dello stato ed io
militare. Appena terminato l’anno cercai
ancora no! I famigliari giustificarono l’acca-
di capire quanti abiti da servitore dello
duto dicendo che aveva un santo in para-
stato esistevano. Le fotografie di casa mi
diso. Quel costume lo volevo a qualunque
avevano orientato male poiché tutti i miei
costo, ero disposto a perdere la libertà
familiari vestivano con abito modello “ca-
pur di vestirmi da servitore dello stato,
rabiniere” ma ne esistevano tanti altri. Tra
mettermi al servizio di una cooperativa di
i tanti modelli ce n’era uno che si assomi-
padroni, anche un consorzio patronale,
gliava a quello da me desiderato: giacca,
purché accanto a quelle quattro fotografie
pantaloni e cravatta blu scuro, con camicia
di famiglia ci fosse la mia. Gli amici, sempre
bianca e spilletta al bavero, senza cappello
pronti a consigli che non li riguardano,
con visiera né tanti altri accessori. Pensai
mi dissero che c’era un modo immediato,
che potevo accontentarmi di questo e
bastava non fare gli esami all’Università e
sarebbe stato più facile da realizzare. Era
Scoprii che c’era
automaticamente mi davano il costume di
il 2002 e la televisione parlava quotidiana-
e una dello zio tutti vestiti in modo simile
servitore gratuitamente. Dopo aver fatto
mente dei servitori modello “politico”, e poi
anche se non uguale. Chiesi alla mamma
17 esami mi fermai e attesi la chiamata.
a differenza dell’altro, questo costume a
perché c’erano solo le loro fotografie di car-
Barba rasata, capelli corti, profumo Denim
carnevale andava veramente di moda, sfi-
nevale e non c’era quella mia dove ero ve-
Maesk, tutto abbinato al costume che do-
lavano persino carri allegorici giganteschi.
stito da faraone o da Lorenzo il Magnifico.
vevo indossare. Mi fecero i test psicologici,
Prontamente mi informai dove potevo
p.02 pierròt
10/2008 #0tris
trovarlo e mi fu detto nelle sedi dei partiti
servitori dello stato rischiano la vita, la loro
in un modo significa vivere in quel modo
ma prima di averlo mi dovevo far eleggere
è una missione. Il tuo bisnonno, tuo nonno,
e anche morire. Come dice Carlyle “L’uomo
dal popolo, dovevo scendere in campo e
tuo zio sono morti con la divisa addosso”.
è un animale vestito, la società ha per base
giocare a chi prende più voti, i voti li avrei
Volli sapere che cosa significava essere
il vestiario”.
ottenuti parlando in televisione, in tele-
faraone o principe del medioevo poiché
visione ci arrivavo se conosciuto. Pensai:
anche quegli abiti avevo indossato e me li
“Devo fare tutto questo per vestirmi da
aveva fatti proprio lei.
servitore? Mi sono vestito da faraone e da
Nessuna risposta. Da quel giorno ho deciso
principe senza aver fatto nulla! E pensare
di dedicare tutte le mie energie per com-
che da bambino mi bastava la nonna che
prendere cosa significa essere qualcuno e
sapeva cucire”. Ero disperato. La nonna mi
indossare un abito. Utilizzo costumi teatra-
rimproverò: “Basta. Ma lo sai che significa? I
li. Il Teatro mi fa comprendere che vestirsi
Elisa Pastore
Gli schemi fissi sono diversi dalle regole
a nulla. Schema è pensare che qualcosa
condivise. Queste ultime rendono pos-
serve a qualcos’altro solo se è possibile
sibile la vita in una società; i primi invece
quantificarla in numeri e in materia. Uno
trasformano in inferno l’esistenza ad ogni
schema è pensare che la materia sia solo
essere esistente.
ciò che si tocca e si vede.
Regola è rispettare i ‘beni comuni’: aver
L’uomo è materia e della stessa vive, que-
cura del verde pubblico riponendo i rifiuti
sto non è sbagliato, è naturale. L’errore sta
nei preposti contenitori; aver conto dei
nell’impostazione di fondo dei concetti.
muri storici e moderni evitando di utilizzar-
L’errore è credere che la materia sia gene-
li come tele per dipinti naif o come spazi
rata e viva senza una mente.
per messaggerie personali; rispettare orari
Così, pieni di congetture precostituite ere-
di apertura e chiusura delle attività; atten-
ditate dagli avi, dai genitori, da chi precede
dere i tempi giusti per fare le cose (il rosso
le cose, da chi è più grande di noi esseri
è per fermarsi, il verde è per passare); dire
umani piccoli, nel volgere del tempo a
grazie e chiedere scusa quando è necessa-
nostra disposizione, arranchiamo a stenti e
rio agli altri esseri umani.
frustrati, traboccanti di invidie e gelosie nei
Schema è: avere la convinzione che ci sia
confronti di chi non è ‘noi’.
l’abito adatto a ogni tipo di occasione; es-
Gli schemi mentali sono l’esempio mate-
’educazione che gli uomini impartisco-
sere sicuri che le arti e i mestieri possibili
riale delle debolezze e delle insicurezze
no agli altri uomini è colma di schemi
siano classificati e classificabili in un elenco
umane.
e stereotipi, e considera ogni cosa come
fisso; pensare che è stupido intervenire
Uno schema è come una ‘credenza’, è l’ipote-
fosse una e una sola possibile: in generale,
in un simposio per dire ciò che realmente
si di un concetto trasformata in CREDENZA
si tratta di quello deciso dai più.
si vuole; credere che avere pensieri serva
assoluta senza necessità di dimostrazione,
L
pierròt
p.03
#0tris 10/2008
solo e semplicemente per il puerile e uma-
economicamentevantaggiosa che la presen-
nella crocifissione.
no bisogno di sicurezze su cui fondare la
za delle ‘banche dei favori’ senza scrupoli e
Resta la candida creatura sulla spiaggia, un
vita terrestre.
pensieri ha operato, perché i numeri sono
bambino, la speranza, l’utopia di un futuro
Le credenze il più delle volte sono storie
l’unica cosa che manda avanti il mondo.
buono. L’utopia ostacolata dagli avi, dai
che gli uomini si raccontano per conti-
Nel piccolo film si vede un uomo bianco e
genitori, da chi precede le cose, da chi è
nuare a trascinarsi senza farsi troppe altre
nero vestito che porta tra le mani un vaso
più grande degli esseri umani infanti.
domande, per continuare a vegetare come
con un albero neonato. Il signore bianco
…Poi per il piccolo giunge il momento di
fa un albero muto che non può chiedersi i
e nero, dopo aver ricevuto una telefonata
lasciare quel posto selvaggio per iniziare
perché delle cose.
misteriosa, inizia a viaggiare alla ricerca di
ad ascoltare la dottrina delle CREDENZE.
Così si assiste al film della vita che scorre
un posto per radicare e far crescere il pic-
…Con la speranza che non vi resti troppo
col tempo che indiscriminatamente lei
colo arbusto.
abbindolato.
solo può decidere, senza poter e voler bat-
L’uomo cerca a dismisura. Vive la sporcizia
tere ciglio.
che incontra quanto le meraviglie archi-
La barca galleggia. E’ sospesa sull’acqua, ma
Assistiamo alla visione di tronchi d’albero
tettoniche che osserva, viaggia da Bari a
si sente sola. Una è poca.
che fanno da contenitori di immondizia;
Milano e da Milano a Bari.
- La solitudine non è cosa di marinai altri-
guardiamo assuefatti gli avvisi dei cerca-
Il nord è uguale al sud. Forse le banche
menti non potrebbero affrontare il mare
lavoro temporanei; miriamo crogiolati le
sono più piene a settentrione, ma lo stato
aperto!
piazze delle nostre città importanti circon-
dei fatti è a livelli paritari tanto su quanto
Il mare è grande e servono tante barche con
date di soli negozi di lusso e istituti credi-
giù.
un solo marinaio coraggioso. Non c’entra
tizi; osserviamo la crescita smisurata delle
Cristo non si è fermato a Eboli, Cristo ha la-
la solitudine umana ma la pochezza delle
‘banche dei favori’ e ci prodighiamo a incre-
sciato agli uomini la possibilità di scegliere
cose.
mentarne il numero perché i numeri sono
se, dove e come fermarsi. Sono gli uomini
l’unica cosa che manda avanti il mondo.
che decidono di fermarsi presto. Gli uomi-
Mio figlio è l’albero di Francesco Mar-
ni sempre stanchi e ansimanti, il più delle
tinelli, prodotto da Secoop Edizioni è il
volte restano al medesimo punto da cui
cortometraggio realizzato in occasione
sono partiti, perché è economicamnete-
dell’evento romano ‘Fratello Ambiente e
vantaggioso.
sorella Arte’ (30 settembre-12 ottobre). In
Dopo aver percorso molta strada, dopo
quest’opera scorre la natura nel suo stato
aver attraversato l’Italia in verticale cammi-
ultimo e l’uomo nella sua condizione ulti-
nando in orizzontale, l’uomo bianco e nero
ma e immutata.
arriva al punto d’approdo. Sceglie il mare
Scorrono le immagini. Tronchi d’albero
bagnato dalla sabbia deserta e lascia lì l’al-
che fanno da contenitori di immondizia;
bero, sereno, in compagnia di un infante
due paraplegici che guardano assue-
che gioca senza schemi e misure.
fatti gli avvisi dei cercalavoro tempora-
L’uomo ha trovato il posto per il suo albero,
nei; importanti piazze italiane piene di
la sua missione è giunta al termine. Ormai
negozi di lusso e istituiti creditizi. Ed è
in pace col mondo entra in acqua e giunto
come osservare l’esponenziale crescita
a uno scoglio solitario e inerme, si dissolve
p.04 pierròt
10/2008 #0tris
Giuseppe D’introno
L
a memoria questa sconosciuta. Un tema di grandissimo interesse
scientifico è comprendere come sviluppare la capacità di apprendimento, quali sono i meccanismi della memoria e dell’oblio. Le più recenti ricerche indicano che le informazioni
vengono immagazzinate
in
depositi di memoria differenti da cui vengono richiamate.Maggiori sono le possibili associazioni e più è facile che quanto appreso sia ricordato per tempi più lunghi. Le informazioni sono trattenute nella memoria primaria per un periodo variabile tra pochi secondi e alcuni minuti. Il cervello è in grado di astrarre impressioni figurate, verbalizzare quanto appreso e associarlo con informazioni precedenti. la zona dell’encefalo deputata a gestire le emozioni è ubicata nel sistema limbico e viene indicata con il termine ippocampo. Tutte le componenti del sistema limbico regolano i comportamenti relativi ai bisogni primari per la sopravvivenza dell’individuo e della specie: il mangiare, il bere, il procurarsi cibo e le relazioni sessuali nonché, per una specie evoluta come l’uomo, l’interpretazioni dei segnali provenienti dagli altri e dall’ambiente. Questa zona del cervello
gestisce anche le emozioni, i sentimenti
L’informazione che arriva al cervello, se non
e perciò anche la nostra percezione della
è oggetto di attenzione, comincia subito a
realtà. Poiché l’ippocampo si occupa della
cancellarsi anche se, mediante una ripeti-
funzione di selezionare le informazioni da
zione, può essere restaurata. La capacità
trasferire nella memoria secondaria, ne
della memoria a breve termine è quindi li-
deriva che l’apprendimento e l’oblio sono
mitata: se un’informazione non viene ripe-
notevolmente influenzate dalle emozioni
tuta con sufficiente frequenza, scompare. Il
positive e negative. Se si prova disgusto
complesso dei dati presenti in ogni istante
per una materia, la possibilità di appren-
nella memoria a breve termine viene detto
derla è scarsa. Un apprendimento di base
cuscinetto di ripetizione . L’informazione
positivo (apprendimento giocoso) stimola
viene conservata nel cuscinetto finché non
il ritmo di trasferimento nella memoria
è trasferita nella memoria a lungo termine
secondaria, al contrario un atteggiamento
o finché non è rimpiazzata da una nuo-
negativo rende più difficile l’apprendimen-
va. La memoria a lungo termine,invece, si
to. Un atteggiamento positivo può nascere
considera essere virtualmente illimitata,
spontaneamente, ma può essere note-
ma la riattivazione di un’informazione può
volmente incrementato stimolando la
essere impedita dall’incompletezza delle
motivazione, anche l’auto-motivazione. Si
associazioni necessarie alla sua identifi-
è constatato che se parti dell’encefalo ven-
cazione. La rievocazione immediata di
gono distrutte da un ictus, non vengono
un’informazione può mancare perché non
cancellate informazioni specifiche memo-
è stata trasmessa alla memoria a lungo
rizzate. Non esistono cioè delle zone dove
termine o perché non ci sono sufficienti
vengono memorizzati singoli dati, come in
legami per metterli a fuoco. Questa teoria
un disco fisso di un computer. Ogni infor-
spiega anche perché taluni ricordi appa-
mazione è ripartita attraverso un intero
iono rimossi: tali ricordi sono inaccessibili
complesso di cellule della memoria. Se si ri-
perché la loro presenza sarebbe inaccet-
chiama alla memoria un dato è sufficiente
tabile per il soggetto a causa dell’ansia o
presentare una piccola parte del modello
dei sentimenti di colpa che potrebbero
(una associazione) e l’intero modello
attivare . Non sono perciò scomparsi, ma
viene ricostruito. Se diverse associazioni
il subconscio evita che le associazioni ne-
vengono usate per modelli simili si posso-
cessarie si formino. Gli individui colpiti da
no creare confusioni. L’encefalo, in conclu-
amnesia non dimenticano tutto, solo de-
sione, non memorizza i dati come fossero
gli elementi personali. Ciò avviene spesso
una fotografia, ma attraverso associazioni,
per un trauma emotivo al quale l’amnesia
con un procedimento simile all’ologram-
permette di sfuggire. Spesso poi parte di
ma, ed è possibile, anche quando non tutti
tali ricordi riaffiora quando vengono evo-
i dati vengono richiamati, ottenere comun-
cati dalle giuste associazioni.
que un’immagine intera, anche se sfocata. pierròt p.05
#0tris 10/2008
Danilo Macina
‘attività’ del singolo, preso come ‘tipo’: tutti
e meccanica>>. Gandhi , a chi gli domanda
sanno che l’europeo, l’occidentale, in genere,
quale fosse, a suo avviso, la causa della de-
è un uomo parossisticamente ‘attivo’, per
cadenza dell’Europa, rispose: l’Europa è pre-
usare una abusata parola mentre l’Uomo di
cipitata, perché ha smarrito il ‘sentimento’:
ella Libreria del Comune di Corato
Oriente, in genere, è pigro, tardo, contempla-
e non errava. Il segno era colto; né credo di
esiste una raccolta contenente i nu-
tivo.
errare affermando, e mi si perdoni la forma
meri di una rivista culturale fondata nel
Il grado di attività dell’uomo varia da re-
paradossale, che la Civiltà occidentale della
1929 da Nicolò Molinini e perpetratasi sino
gione a regione, col clima, con le condizioni
‘macchina’, in questa parola sintetizzando
al momento in cui il libraio fondatore è
etniche, per miriadi di fattori, ponderabili e
tutto quanto si riferisce a ‘progresso esteriore’,
deceduto.
imponderabili: nella stessa Italia possiamo
meccanico, ha ucciso la vera Civiltà. La mac-
Gli articoli de “La Disfida, Rivista bimestrale
constatare come i settentrionali partecipino
china si è umanizzata (pensate al Robot), ma
di letteratura arte e scienze” (così si chiama-
dell’imperatività nordica , mentre i vicini
l’uomo tende sempre più a macchinizzarsi, a
va) venivano scritti in una vecchia libreria
dell’Oriente, traggano una vita meno densa
identificarsi con la macchina, a divenire, in
della città, qui i pensatori dell’epoca si riu-
“di lotte e di commerci turbinosi”.
una parola: automa. Bel progresso!
nivano per trattare, discorrere e disquisire i
E’ questione di clima, di razza, ma non di ciò è
I fecondi, magici poteri della riflessione, della
temi del tempo.
il nocciolo del problema, e, se l’indagine della
meditazione, dell’approfondimento spiritua-
Sfogliando gli annuari, ho incrociato ca-
scienza dei popoli deve investire le radici pri-
le, della contemplazione attiva, sono dall’at-
sualmente l’editoriale d’apertura dell’Anno
me e le supreme ragioni della Civiltà, un vero
trito sociale odierno vertiginoso e radente,
XXVII – N.1 scritto da Vincenzo Capruzzi.
studio demoscopicologico non sarà stato
annullati quasi del tutto: l’uomo occidentale
Sul pezzo era scritto:
compiuto quando si conosceranno - come in
turbina, non vive.
“[…] Si dice <<la vecchia Europa civile>>
gran parte si conoscono – le caratteristiche
Pensate, ove non giunga riparo, quale sarà la
o <<l’Occidente civile>>: ma, di grazia,
etniche delle razze e gli elementi basilari del-
Civiltà di Occidente – e non è detto che non
consentendo che l’Europa sia vecchia, si
le loro differenti Civiltà, ma quando l’indagi-
sia per essere meccanizzato anche l’Oriente
sono mai catalogati, in modo sostanziale
ne demopsicologia positiva, tradotta in un
– tra un secolo: vi sarà facile, senza essere né
ed essenziale gli elementi della sua pretesa
equivalente di razionale filosofia – valga a
profeti né indovini, rivelare che l’uomo della
“civiltà”? Si può, una buona volta, sapere
farci discernere le vera dalla falsa Civiltà, l’oro
vecchia Europa logora ora in un dinamismo
perché debba appellarsi civile l’umanità
dall’orpello, l’essenza dalla parvenza. Non
convulsivo e aberrante le ultime risorse di
dell’Occidente e non si possa e non si debba
basta – e a nulla o a ben poco giova – sapere
energia, mente e cuore sopiti, mentre l’Uomo
chiamare civile quella dell’Oriente? Vedo il
il modo di essere di una Civiltà: ciò è un ben
di Oriente, già civilissimo (pensate alla Cina!)
lettore ingenuo sorridere, come alla presenza
pedestre compito, ma indagare e stabilire
ha dormito la lunga notte del sonno risto-
di un elegante paradosso, e vedrà che, sotto
bisogna se quel ‘modo di essere’ s’adegui più
ratore, e si ridesta. La vicenda, anche per i
la veste di curiosità, il problema, profonda-
o meno ai regoli generali di ciò che Civiltà
popoli e le razze, è alterna.
mente filosofico, non solo esiste ed urge, ma
significare dovrebbe, nei criteri di sana filoso-
Ed ecco che già, mentre il crepuscolo scende
investe tutta l’essenza e la storia della cosid-
fia. Non possiamo svolgere tale argomento
sulla ipocrita e menzognera Civiltà Occiden-
detta Civiltà occidentale.
negli angusti margini di un articolo.
tale – un giorno pur così luminosa – erompe
Il carattere saliente differenziale tra la Civiltà
Diremo dunque che la causa vera della deca-
con divini albori, la luce di una nuova Civiltà.
occidentale e l’orientale è dato, specifica-
denza della Civiltà occidentale debba ricer-
Sarà come sempre mediterranea? Donde in
mente, e innanzi tutto, dal diverso grado di
carsi nell’essere la vita divenuta <<esteriore
definitiva verrà?”
N
p.06 pierròt
10/2008 #0tris
E’ stato come leggere il racconto della sto-
per affermarsi come nuova civiltà.
malesseri fisici veri e propri sono in fase
ria del futuro di un tempo, e del presente
Oggi tutto è ancora ‘esteriore e meccanico’:
di estinzione nei paesi civilizzati poichè
attuale.
posizione sociale, carriera, apparenza, sono
egregiamente sostituiti da mali di origine
La memoria non ha fatto sforzi di assimi-
i valori che sopravvivono.
prevalentemente psicologica.
lazione. Le associazioni mentali hanno
Oggi il crack finanziario investe il mondo
Da sempre i sapienti e i filosofi hanno tro-
lavorato egregiamente consentendo una
Civilizzato che resta inerme di fronte al
vato ristoro nella possibilità di espressione
efficace riattivazione delle informazioni.
fenomeno di desertificazione materiale:
libera delle idee, nella possibilità offerta
Questo perchè gli eventi predetti sono
anche i soldi, la materia più materia che
dalle parole. Da sempre la parola è stata
divenuti realtà contemporanea, e il grado
esista, svaniscono, come la sabbia.
l’acqua di sopravvivenza al deserto.
di Civiltà degli uomini è rimasto lo stesso:
Allora cosa rimane?
l’automatismo mentale persegue, e i casi
Le parole, probabilmente. Le parole sono
... Ed ecco che già, mentre il crepuscolo scende
di ammutinamento di umanità dilagano.
la consolazione degli uomini. Sono quelle
sulla ipocrita e menzognera Civiltà Occiden-
Oggi le cronache dei giornali riportano a
cose che veicolano e formano gli stati
tale – un giorno pur così luminosa – erompe
ciclo continuo esempi di intolleranza raz-
d’animo e le ansie degli esseri umani. An-
con divini albori, la luce di una nuova Civiltà.
ziale e religiosa.
che le malattie sono decise dalle parole
Sarà come sempre mediterranea? Donde in
Oggi la Cina si é destata dal lungo riposo
udite, dette, o memorizzate, tanto che i
definitiva verrà?”
Francesco De Nigris
attori di una rappresentazione collettiva;
quale gli altri ‘noi’, mio padre mia madre io,
per scenario le strade, le piazze, gli incroci
si muovevano, agivano, vivevano, pensa-
dell’esistenza; come copione le parole e i
vano.
gesti; come colonna sonora la gioia, il do-
Quando fantasticare era un lusso, non
lore, la felicità e la disperazione, la tristezza
credevo che mi avesse portato quaggiù la
e il disincanto, forse l’amore.
cicogna, immaginavo che in quelle stesse
Non poteva che essere così, mi dicevo
ore, quella stessa domenica, un altro
uando fantasticare non era un lusso
una lontana domenica sera, quando con
me - un doppio un gemello la mia mente
ma la naturale condizione dell’esi-
mio padre e mia madre si tornava a casa
la mia anima, fate voi – stesse vivendo la
stenza, immaginavo di essere piovuto
dopo aver diligentemente svolto il ruolo di
mia stessa vita da qualche parte, lo vedevo
quaggiù da chissà quale altro mondo e
famigliola normale e aver pagato il tributo
nitidamente.
avessi il compito di mettere in scena una
della consuetudine condivisa, al ‘si deve
Forse è per questo che mi piace sognare –
storia, la mia, e che ciascuno avesse la sua
fare perché è domenica e lo fanno tutti’:
intendo i sogni di notte – sognare è forse
da rappresentare, ognuno autore e attore
calzettoni candidi e scarpe di vernice io,
l’unica maniera per tenere vivi quegli altri, i
della propria opera. Non aveva che da
doppiopetto grigio mio padre, tailleur
nostri doppi, o se preferite le nostre ombre.
scegliersi, se gli era possibile e concesso,
orecchini finte perle e profumo mia ma-
Ma chi può dire se non sia questa vita, la
una parte da realizzare sullo scenario che
dre.
nostra, un sogno prolungato e condiviso e
gli veniva offerto. Forse avrebbe potuto
Non poteva che essere così, pensavo, altri-
non siano reali invece quegli altri. Se è così,
scegliersi i compagni di strada, quelli che
menti sarei potuto rimanere lì da dove ero
allora, forse non si nasce e non si muore.
i suoi passi avrebbero incrociato, autori e
arrivato, in quell’altro mondo parallelo nel
Q
pierròt p.07
#0tris 10/2008
Vittorio Bari
Tutte di Wolfgang Amadeus Mozart. Ecco
ricerca della perfezione. Nelle mani di Stre-
che si apre il sipario, comincia a palpitare
hler, i cantanti sono attori, interpreti sinceri
alzandosi verso l’alto, sparendo. Appare la
di emozioni che a quasi dieci anni di di-
scena. Comincia la seicentoventiquattresi-
stanza dalla prima, restano intatte fresche
ma replica di Cosi Fan Tutte, lo spettacolo
e, complici le note di Mozart, sanno ancora
che Giorgio Strehler ha voluto, sognato,
emozionare il pubblico. In Cosi Fan Tutte
amato e che per una triste fatalità, non ha
c’è un gioco leggero e divertente che ad
potuto vedere realizzato. 13 giorni, questo
ogni apertura di sipario sa rinnovarsi e che
il tempo che il regista ha potuto dedicare
ogni sera gli spettatori di tutto il mondo
alle prove dello spettacolo, prima che la
hanno applaudito con sincera spontanei-
morte lo sorprendesse all’alba del 25 di-
tà. La trasferta di Sanpietroburgo chiude
cembre del 1996. Uno spettacolo fatto da
un ciclo e una tournèe pluriennale, che ha
giovani, che con generosità, semplicità e
portato il nome del Piccolo Teatro di Mila-
verità interpretassero la gioia di vivere e la
no in giro per il mondo, toccando le prin-
voglia di innamorarsi e di godere dell’amo-
cipali città d’America, Cina, Medio Oriente
re. Una storia che parla di amori traditi, di
nonché del Vecchio Continente. Con essa
fedeltà infrante e di fragilità della natura
si conclude anche una straordinaria, tene-
umana. In soli 13 giorni Strehler ha dato a
rissima e gioiosa esperienza di vita. Gioia
questa favola, scritta da Lorenzo Da Ponte
di stare insieme, gioia di unire freschezza
e musicata da W. A. Mozart quasi 250 anni
e sapienza, teatro e musica, sul filo che
fa, una tenerezza ed una leggerezza impal-
Mozart ci ha insegnato. Io credo che alcuni
anpietroburgo. Nella sala illuminata
pabile.
genii universali lascino nelle loro opere
dolcemente, con gli ottoni che brilla-
Una scena spoglia, in cui “basta che un
un carico enorme di energia, di bontà, dì
no con una luce quieta, di attesa, un gran-
alito di vento faccia gonfiare i bianchi ve-
felicità e che queste si comunichino al di là
de boccascena un po’ trasparente e un po’
lari della scena, basta che arrivi una barca
dei secoli ai loro interpreti, se essi aprono
no, un sipario che brilla dietro al quale si
illuminata, che in cielo palpiti il fulgore di
il loro cuore liberamente con abbandono.
intravede qualcosa. Un golfo mistico rosso
un’impagabile mezzaluna, perché tutto
E così questa opera in musica che è più di
e oro, con i leggii pronti e gli spartiti aperti,
diventi magicamente una festa di teatro
un’opera in musica. Abbiamo lavorato, ma
aspetta.
da regalare al pubblico”. Una sorta di te-
non è stato solo lavoro: abbiamo compiuto
Cominciano ad apparire, da destra e da
stamento del regista a compimento di
immensi atti d’amore e l’amore dà felicità.
sinistra, con calma, a gruppi, signori in
una vita spesa per il teatro, attraverso il
Siamo felici, sicuri di aver dato qualcosa di
frac, signore in abito da sera, tutti giovani,
quale tentare di raggiungere un pubblico
nuovo, di bello e dì buono ai nostri spetta-
per fare musica. La luce si abbassa adagio
di ogni età, di parlare ai giovani. L’idea era
tori. Ecco un senso di un Nuovo teatro d’
mentre i giovani accordano gli strumenti,
infatti quella di produrre uno spettacolo
Arte: la felicità di sentirci umani. Per dirla
l’orchestra si fa viva. Poi buio in sala ed
destinato a tutti, in cui ciascuno potesse
con Strehler, “l’arte contro il disumano, il
entra un giovane solo, va al centro, apre
riconoscersi e conoscersi, evitando ogni
male e tutto ciò che di basso ad ogni ora
lo spartito, si inchina serio. Silenzio. A un
fasullo elitarismo culturale e sempre nel
ci circonda”.
suo gesto comincia l’ouverture di Cosi Fan
segno della cura, dell’amore, della paziente
S
p.08 pierròt
10/2008 #0tris
Devo premettere che la mia esperienza
“prima”. La mia prima “prima” fu allu-
nel “Teatro delle Molliche” è stata così
cinante. Recitammo “I doni di Natale”
densa di episodi divertenti, di ricordi
tratto da “Il dono di Natale” e “Pericolo-
commoventi, di stati d’animo talmen-
samente“, entrambi di E. De Filippo. Io
te pregnanti che oggi diventa per me
ero già in scena e quando si aprì il sipa-
estremamente complicato cercare di
rio sentì un fulmine dietro la schiena che
racchiudere questa enorme “girandola
mi paralizzò tutta, ed un bollore come se
emozionale” in poche righe.
mi avessero messo seduta su un falò,
All’epoca studiavo all’Università e ricor-
tant’è che i miei capelli da lisci che era-
do che, soprattutto quando iniziavamo
no tornarono ad essere riccissimi, anzi
un nuovo spettacolo, durante le ore di
elettrizzati! Fu un istante. Che ricordo
studio a casa nascondevo il copione
ancora con impressionante nitidezza.
sotto il testo universitario per evitare
Quando invece si recitava fuori città (il
le scocciature di mia madre-sentinella;
più delle volte) si procedeva così. I pochi
così, molto spesso, la mia mente era
neo patentati mettevano a disposizione
rapita dalla costruzione del mio perso-
le poche macchine, ricordo la mitica Re-
naggio. Era decisamente predominante
nault 9 blu (altro che torpedo!) che se
l’interesse che provavo nel secondo
avesse potuto parlare adesso starebbe
esercizio mentale!
ancora a proferir turpiloqui per quanto
Le prove duravano anche alcuni mesi ed
andava carica di roba! Arrivati sul posto
erano un momento magico. Divertente,
si montava la scenografia: i ragazzi fa-
stimolante, impegnativo. Di costruzione.
cevano i lavori più pesanti, mentre noi
Posso dire che sin da allora le prove
ragazze facevamo le passa-oggetti-
erano estremamente serie.
leggeri ai ragazzi, montavamo le luci,
Nel tempo abbiamo costituito un gruppo
il mixer e stiravamo i costumi. Intanto
uando una persona a cui devi vera-
di ragazzi-amici i quali avevano trovato
l’adrenalina cresceva in modo esponen-
mente tanto ti chiede di riferire sulla
una valida alternativa alle solite e sterili
ziale.
tua esperienza nel “Teatro delle Molliche”,
serate trascorse nei più disparati (ma
Poi ci vestivamo e truccavamo (eravamo
tu non devi far altro che eseguire, per
tutti uguali) pub a noiosare o ad ascol-
autodidatti, mica potevamo permetterci
quanto sia abbastanza complesso farlo.
tare discorsi inconsistenti e il più delle
un truccatore di professione!). Anche
Devi solo mettere per iscritto quello che
volte di discutibile spessore; un gruppo
in quell’occasione si rideva per le calze
c’è scritto in mente e nel cuore. Solo!
ben complice ed affiatato che si divertiva
(da donna) che le lunghe e villose gam-
Sono una “pioniera” del Teatro delle
e costruiva, anzi si divertiva a costruire,
be degli uomini non riuscivano affatto a
Molliche; ho iniziato nel (lontano) 1995
che cercava smanioso di far veicolare
tollerare, o per gli olezzi vari dei poveri
perché vi sono stata portata, quindi tutto
al pubblico le gioie derivate da un pro-
ragazzi già provati (bisognava ogni volta
è iniziato un po’ per gioco, ed è conti-
getto, dalla realizzazione del NOSTRO
adeguare la nostra scenografia ai più
nuato ad essere un gioco per me, ma un
spettacolo. Eravamo amatoriali.
disparati spazi scenici).
gioco serio...estremamente serio.
E poi arrivava il fatidico giorno della
Poi la preghiera. Poi il silenzio, per
Giusj Papagno
Q
pierròt p.09
#0tris 10/2008
concentrarci. In quel momento vortica-
Quello della Casa di Reclusione (il Car-
il furgone, ripartire e scaricare nel depo-
vano in me i più disparati stati d’animo.
cere di massima sicurezza) di Trani.
sito.
Mi si aggrovigliava lo stomaco, ”che
Sentivo che la gente sentiva. Ed era
Io tonavo a casa distrutta, ma con una
strizza!”, una forte eccitazione, che se
straordinario.
gioia nel cuore che non sono capace di
mi avessero messo una lampadina tra le
Non ho abbastanza spazio per raccon-
descrivervi. Tutte queste emozioni nel
mani l’avrei accesa. “Madonnina mia aiu-
tarvi tanti piccoli “incidenti” o “imprevisti”
tempo le ho “marsupializzate” e le porto
tami a dare anche oggi il mio meglio!!”.
in scena e fuori scena, dei quali molto
con me, ancora oggi e per sempre. Io,
Musica. Quella che più mi piaceva era
spesso solo noi ci accorgevamo.
che ho poca memoria.
“La rumba degli scugnizzi” in Gennare-
Al termine di ogni replica io ero felicis-
Prima di entrare in scena quasi male-
niello. Nel mio animo altro che rumba!!
sima perché alla gente piaceva quello
divo quel momento ma quando una re-
Poi si recitava, al meglio, si sperava.
che facevamo e ce lo diceva. Un signo-
plica terminava già non aspettavo altro.
Il tutto sempre nel massimo rispetto di
re una volta (un perfetto sconosciuto
Non era un modo perverso-masochista
quella che, a mio parere, rimane la più
anche perché eravamo fuori Corato) si
di vivere questa esperienza, era che
alta forma d’arte che ci sia. Avevo voglia
è “arrabbiato” perché ha detto che lo
vivevo questa esperienza con estremo
di stranirlo il pubblico, di sconvolgerlo,
spettacolo era stato bellissimo e che era
rispetto. Aspettavo la prossima replica.
nel mio piccolo ovviamente. Lo si sen-
stato troppo breve. Semplicemente a lui
Aspettavo una nuova fatica. Aspettavo
tiva a volte nel suo vociare maleducato,
era sembrato troppo breve.
una nuova emozione.
altre volte (per fortuna) in un inconsueto
Ma non era mica finita qui, bisognava
religioso silenzio. Il pubblico più attento?
svestirsi, struccarsi, smontare, caricare
Cinzia Pagano
Mi capita talvolta di scrivere ciò che penso
dove sei tu.
su fogli sparsi e talvolta per lungo tempo di
Venuta da te lettore che ti aspetti da me di
non scrivere affatto. I pensieri si attorciglia-
leggere pillole di salvezza che ti rivelino la
no nel cervello come una nidiata di lettere
sostanza del mio inganno.
confuse dal carattere sempre diseguale. La
Morire al luogo per essere luogo. Un luogo
calotta cranica li racchiude fino a quando il
sostanziato di visioni dove tutto dovrà con-
cervello si decide a mandare l’impulso alla
correre: udito, vista, olfatto, gusto, tatto…
mano: prendo la penna e scrivo una frase
vita.
di senso compiuto, si spera, macerata nel
Essere luogo… questo è stato e dovrà
frantoio del tempo.
essere (per me, Cinzia Pagano, interprete
“L’artista definisce il mondo e lo tramuta
Cola finalmente olio: si espande ungendo
dello spettacolo): “Dolaziti… Venuta dove
nella sua opera. Se un poeta mangia una
irreversibilmente la superficie sperando
sei tu”, scritto per la piccola popolazione di
mela, quel gesto è una poesia. Se è un
che non si tratti di melense frasi adulatorie
Montemitro in Molise, discendente da una
musicista, una sinfonia. E uno scultore,
fatte con lo stampino del plauso, di boria o
comunità slava allora in fuga dai turchi tra
mangiandola, fa una scultura. Io danzo.”
di falso entusiasmo.
il 1400 e il 1500.
(da “Quando Teresa si arrabbiò con Dio” di
Dolàziti forma linguistica compressa che
Venuta da te spettatore che ti aspetti
A. Jodorowsky)
in croato-molisano sta a significare: Venuta
da me, pigmento del tutto, che ti faccia
p.10 pierròt
10/2008 #0tris
sognare stando nel luogo, portandoti nel
si scoprono vicendevolmente attraverso
E in tutto questo viavai di pensieri, di colori,
mio luogo.
l’interazione di un Coro, qui composto di
odori e forme, luoghi, tempi: la Poesia.
E lasciare che si dica, lasciare che siano le
bambini, logicamente interposto tra loro e
Poesia intesa non come sciorinata inclina-
gesta a passare alla storia… non la parola.
lo spettatore.
zione al sentimentalismo, ma come lingua,
Dolaziti… Atto poetico: azione.
In latenza la sensazione del mare che
semplice atto comune, sublime perché
La storia di un popolo incastonata nel Mito,
lambisce la riva e che poi se ne allontana
schietto ed essenziale, di chi sa com’è vive-
così ben congeniata intellettualmente dal
perdendosi, per poi ritrovarsi in moto vor-
re, che presto dimenticherà… Se lo dimen-
drammaturgo da lasciarci di stucco appena
ticoso schiacciati ad essa come fa il vento
ticherà, non si sa, crescendo.
io e la mia collega Valentina ci siamo messe
sulla cima.
Lingua, Atto Contatto: Radice... Radice: Poe-
al lavoro.
I croati ( nel Racconto) si radunano lì su, a
sia.
Un intenso lavoro durato 5 o 6 torride
Montemitro, radicandosi, e le donne ( nel
A distanza di due mesi penso a questo
giornate in cui ancora non capivamo cosa
Mito), appartenenti a luogo e tempo im-
spettacolo e vedo il nastro spezzato che
stessimo facendo e perché lo stessimo fa-
maginari, si incontrano e si allontanano nel
danza libero nel vento, alle risa, all’appro-
cendo.
vento fino a perdersi per poi riconoscersi
do angoscioso su una terra sconosciuta di
1°, 2° giorno… solo l’orizzonte. Ma chi ce lo
definitivamente davanti a un telaio per
chi ha lasciato la propria casa, alla rottura,
fa fare? Ci ripetevamo.
tessere.
all’armonia dell’incontro dopo la furia…
E intanto nessuno si schiodava da dove
Ecco l’affiorare dell’opera che si costruisce
alla sospensione finale del tappeto squit-
eravamo… 3° giorno.
attraverso la lingua del Coro.
tante di voci infantili che si fa ossigeno per
Accontentare l’appartenenza inesistente
Obiettivo propedeutico alla messinscena è
la vecchiezza del mondo.
di un popolo approdato in un luogo senza
stato “essere un posto”. Che tu sia una slava,
Forse Dolaziti avrà messo d’accordo tutti…
più tempo e radici o creare un’opera d’arte
che tu sia la muta o la cieca, che tu sia il
la storia di un popolo che perdendosi si
senza eguali?
timone o il niente: devi essere un posto,
ritrova. La storia dell’intera umanità vissuta
Oppure fare di quel popolo, del popolo
cercarti il posto, non raccontarlo, ma con
attraverso l’atto poetico e d’arte di chi l’ha
un’opera d’arte? E… come realizzarlo?
la sola tua presenza essere luogo, scoperta
scritto.
4°… 5° giorno.
del luogo.
La storia: nostra, tua… quella che dal pas-
La struttura drammaturgica era molto
E per far sì che accada tutto ciò, tu attore hai
sato spera nel qui ed ora un luogo fertile e
“semplice”:
bisogno di accendere l’attenzione su tutto
irradiato dal sole.
Alternanza tra due dimensioni di viaggio:
quello che il tuo corpo e la tua mente sono.
Non so quello che lo spettatore abbia visto,
Il Racconto, non narrato, ma sublimato in
Creare un mondo interiore immaginifico
cosa siamo stati a torto o a ragione, ma
metafora di un luogo, della condizione di
che sia talmente forte da uscire dall’argilla
aprendo gli occhi alla realtà ho visto da-
un popolo in fuga. Una storia di donne che
senza forma del tuo corpo e plasmarsi e
vanti a noi sorridenti i montemitrani accer-
percorre tre luoghi temporali: 1400, 1800 e
irradiarsi fuori: in te… spettatore.
chiare il palco come una piccola conca…
2000.
Questo il nostro compito d’attrici.
Si erano ritrovati o forse erano solo mo-
Il Mito, scandito dalla tipica struttura epi-
A furia di trovare un posto mi verranno i
mentaneamente illuminati dal quel sottile
sodica della tragedia greca (la Peripezia,
capelli bianchi.
e illusorio gioco che fa del teatro un’opera
il Pathos, il Riconoscimento intervallati
A furia di essere in un posto il maestro Mar-
d’arte.
dallo Stasimo). Il mito diventa metafora del
tinelli mi farà perdere la ragione con la sua
Buio…
luogo di conoscenza tra due donne che
rinomata coerenza al lavoro - pensavo. pierròt p.11
#0tris 10/2008
“Sangue degli innocenti”, tecnica mista, di Michele Pinto
p.12 pierròt
10/2008 #0tris
Michele Pinto Sturm und Drangt
G
li uomini malvagi sono tutti uguali
“Manifesto mondiale contro
gli artisti sono i diversi
l’imbarbarimento del pianeta!”
i criminali si somigliano tutti ci avete mai fatto caso?
P.s.: E che la globalizzazione porti pure qual-
Puzzano allo stesso modo.
cosa di positivo perché a me sembra che
Gli artisti celebrano i colori
diffondi solo inciviltà.
i criminali sono grigi; hanno tutti la stessa faccia la stessa espressione incazzata col mondo sono tutti volgari allo stesso modo, banali allo stesso modo, stupidi allo stesso modo. Gli uomini malvagi sono furbi gli artisti sono intelligenti ma non capiscono le cose..... ......le sentono.
Nicola Scarnera
Credo che questo sarà uno degli aspetti
Sarò un attore solo dopo aver lasciato
della mia “vita da attore” più importanti.
una vera e pura emozione in almeno
Il teatro, almeno per me, è un pretesto
una persona.
per sfuggire alla vita comune e vivere
E se un domani attore non sarò, avrò la
un’altra vita, che ti porta ad essere oggi
consapevolezza e il piacere di portare
un Ragazzo, domani un Dio, poi un
in me un pezzo di arte che un Maestro
Cantastorie, un personagigo mitologico,
come Francesco mi ha trasmesso.
un Lillipuziano in una terra di giganti o un Eremita su un monte mai esistito... E poi salire sul palcoscenico, rimanere da solo: tu e la fioca luce del riflettore, per essere ogni giorno un’altra persona. Credo che essere un attore, o meglio, un artista significa avere il potere di regalare un emozione. Ecco perchè ho
C
he dire... Innanzitutto sono Nico, e sono da
poco passato al primo anno della Scuola di Teatro.
deciso fermamente di continuare questo percorso. Forse domani sarò un professionista, o forse no. Ma almeno per ora, la mia adolescenza, la voglio dedicare al Teatro. pierròt p.13
#0tris 10/2008
Carlo Del Vescovo
p.14 pierròt
L
a gente vicina al teatro per passione
alcun valore alla vanità di essere sul palco o
o per coinvolgimento diretto avrà
all’indifferenza mostrata da alcuni registi o
probabilmente trascorso un buon nume-
attori ai moniti del pubblico circa la comp-
ro di serate di questa estate all’insegna di
rensione dello spettacolo. Se il risvolto del-
rassegne sparse nella nostra terra anche
la recitazione è la vanità personale significa
grazie ad un folto cartellone, che ha anche
che si ha una visione del teatro egoistica
annoverato partecipazioni di spicco, come
che prima o poi verrà commutata.
Peter Brook.
Significativo è stato uno scambio di bat-
L’estate, se vissuta con serenità e curiosità,
tute avuto con un mio amico e come me
avrà potuto senz’altro contribuire a “portar
frequentatore assiduo di spettacoli in cui
consiglio”, rigenerando e consolidando
si parlava di quanto fosse stata fioca la
nel nostro bagaglio culturale gli spunti di
risposta della cittadinanza del mio paese
riflessione suscitati dai momenti di vita
alla rassegna teatrale estiva. Se avessi ra-
trascorsi nel primo anno della scuola.
gionato in quella circostanza in virtù di una
Grazie ad un discreto attivismo come spet-
semplice logica di produzione avrei dovuto
tatore mi è stato possibile rilevare qualche
arguire che le compagnie interpellate o gli
dato importante che contribuisce ad una
organizzatori della rassegna non godes-
migliore, seppur sempre superficiale e per-
sero di buona reputazione artistica presso
sonale, visione d’insieme del mondo del
il pubblico. Con stupore (non mio, ma delle
teatro. Mi soffermo di solito ad annotare il
logiche di produzione) ho assistito che gli
tipo di umorismo dei presenti, la loro sen-
spettacoli iniziali di teatro comico di buona
sibilità a certi argomenti, la loro capacità di
qualità hanno suscitato il gradimento del
concentrazione ed anche qual è allo stato
pubblico presente generando un dis-
attuale la fascia tipica di gente interessata
creto passaparola e un maggior numero
al teatro.
di presenze nei giorni successivi seppur
Da spettatore onnivoro ho avuto modo di
sempre limitato. Da questa esperienza
osservare una ampia fascia di latitudini del
ho estrapolato un proponimento circa il
mondo degli spettatori locali. Una verità
ruolo del teatro comico. Esso può avere un
non ho mai visto confutata. Non sono gen-
ruolo importante in doppia veste. Innan-
eralmente molto amate le operazioni che
zitutto può contribuire a svestire il teatro
appaiono sia per l’interpretazione o per la
della abituale concezione del grande pub-
drammaturgia non strutturate “per il pub-
blico legata al dramma, ai toni seri e cupi,
blico”. Sembra una banalità da dire ma da
all’introspezione, ai psicologismi e quindi
spettatore assiduo voglio gridare una mia
per molti all’incomprensione.
convinzione profonda e cioè che il teatro
In seconda battuta potrebbe supplire alle
dovrebbe sempre conservare la sua di-
mancanze culturali di una programmazione
mensione divulgativa.
televisiva sempre più legata (l’espressione
Da attore-allievo avverto di non riconoscere
ora è opportuna) ad una mera logica di
10/2008 #0tris
produzione. Questa mia convinzione è in
in modi diversi dalla pur sempre bella sa-
la propria cultura, le proprie tradizioni e i
parte confermata dalla grande parteci-
gra o processione.
propri dei.
pazione delle cittadinanze agli spettacoli
Ho sempre avvertito dentro di me una
Con questo mio vissuto voglio evidenziare
in vernacolo, associati sin dalla notte dei
profonda simpatia e sensibilità verso gli
in definitiva che il vuoto di informazione e
tempi all’evasione e alla parodia.
spettacoli teatrali concepiti per una intera
conoscenza dovuto all’assenza di un nome
Da questo è scaturita in me la curiosità
comunità. Non mi stancherò mai di citare
famoso o ad una incapacità divulgativa
personale di recitare in un ancora inesist-
con grande ammirazione le letture pubbli-
dei media viene colmato dal pregiudizio.
ente dramma familiare in vernacolo della
che e gratuite dell’Iliade fatte da volontari
Purtroppo non tutti hanno il tempo e curi-
mia città cogliendo del tutto alla sprov-
presso il palazzo ducale di Andria. Fui illu-
osità di indagare circa cosa avviene oltre il
vista un pubblico giunto a teatro per le
minato quella sera dal purismo dello spirito
guado della biglietteria.
grasse risa, con la speranza di riuscire a
dello spettacolo. Spinse la mia mente ad
convertire la delusione delle prime battute
associare l’evento a qualcosa di storica-
in forti emozioni. Per questo riconosco la
mente remoto fatto di storie omeriche
grande importanza di indire in ogni paese
tramandate oralmente, alla partecipazione
rassegne estive di teatro comico con lo
attiva nelle città-stato greche del popolo
scopo di legittimare la comunità cittadina
agli spettacoli nell’agorà in cui si celebrava
Leonardo Ventura
E se il lupo di Cappuccetto Rosso aspettas-
dona sollievo ad animi troppo grandi per
se alla postazione di regia, con il suo ventre
rimanere costretti nelle vene e che brama-
colmo di denaro pubblico, cosa direbbe
no frementi la possibilità di esprimersi alla
alla svampita compagnia che sogna di
luce del sole.. sole che rischia di divenire il
bere alla fonte della sua saggezza?
ventre di una sanguisuga..
“Un cavaliere errante senza amore è come un albero spoglio di fronde e privo di frutti, è come un corpo senz’anima, andava dicendo a sé stesso” Così scriveva Cervantes.. un corpo senz’anima.. e qui Don Chischiotte sulla foto di Dulcinea ci ha disegnato barba e baffi!
U
n giorno aspetti un grande evento,
La passione, l’arte, è fatta di poche cose,
ne sei entusiasta, fremi nell’attesa e..
complesse e impercettibili a volte.. è fatta
il resto stia ad aspettare!
di ideali, di trasporto, di voglia di dare un
E’ il confronto con la storia, con l’esperien-
po’ di se stessi, del proprio corpo, senza
za, con l’arte fattasi persona.. si ma.. i sogni
un perché ben preciso. Gocce di sangue
sono diversi dalla realtà..
che salvano questi corpi in un salasso che pierròt p.15
#0tris 10/2008
La Redazione
V
ogliamo pubblicare la corrispondenza epistolare tra un artista teatrale e
un assessore alla cultura. Ci ripromettiamo di pubblicare ulteriori episodi epistolari che riguardano rappresentanti di questi due mondi strettamente connessi e equidistanti.
Lettera spedita il 18/08/2008 Gentile prof. Paolo Farina, Assessore alla Cultura del Comune di Andria, nel porgerLe un sincero in bocca al lupo per l’edizione 2008 del Festival “Castel dei Mondi”, colgo l’occasione per esprimere la mia amarezza circa il rapporto che è intercorso tra me e il Direttore artistico del Festival, dott. Carbutti. Ricordo piacevolmente la Sua cordialità e disponibilità, che ha consentito di avviare uno scambio intellettuale reciproco e un confronto umano, ed è per questo che Le scrivo. Nel mese di Settembre 2007, mi fu detto di incontrare il dott. Carbutti, per verificare eventuali ipotesi di collaborazione tra il Teatro delle Molliche e il Festival. In seguito a diversi incontri per comprendere se la nostra esperienza professionale potesse essere messa al servizio di una manifestazione così importante, presentai il progetto definitivo. Il dott. Carbutti si dimostrò entusiasta condividendo il progetto di produzione dello spettacolo “Memorie di un pazzo” di Gustave Flaubert. Tempo e luogo furono decisi insieme. Doveva essere un evento p.16 pierròt
che coinvolgeva un gruppo di adolescenti selezionati presso le Scuole pubbliche di Andria ai quali veniva offerto di frequentare gratuitamente un laboratorio teatrale per la realizzazione dello spettacolo, un coro di voci bianche, alcuni ragazzi di una scuola di danza, e adolescenti formati in una Scuola di circo a livello nazionale. Quindi, a mie spese, perdendo soldi e tempo, presi contatti con due scuole di circo: la Scuola “Circostrass”, recandomi personalmente a Carpi, e la Scuola “Flic” di Torino, avendo numerosi colloqui telefonici. Entrambe le Scuole mi dettero la piena disponibilità per collaborare a questo progetto che a parere dei direttori era magnifico. Dopo aver invano cercato per quasi due mesi il dott. Carbutti, finalmente riuscii a parlargli chiedendo la conferma della effettiva realizzazione del progetto. Mi disse che non era in grado ancora di darmi una risposta definitiva, per ragioni di bilancio dell’Amministrazione comunale, e che mi avrebbe fatto sapere quanto prima, rimanendo convinto che il progetto si doveva realizzare. Da quel giorno non si è più fatto sentire. Che vuol dire? Vorrei tanto che qualcuno me lo spiegasse, perché io pur sforzandomi non comprendo. Ingenuamente ritengo questo tipo di comportamento non rispettoso. Il dott. Carbutti aveva assunto l’obbligo professionale e umano di darmi una risposta definitiva. In qualità di direttore artistico avrebbe dovuto adeguarsi ad un preciso codice deontologico che regola il rapporto tra gli artisti e l’evento organizzato: è il garante del rapporto tra l’Istituzione che finanzia l’evento e conferisce la nomina di direttore, e l’artista; tra il rappresentante pubblico della cultura, e la cultura. Il silenzio è assenso nei contratti; tra gli esseri umani, il silenzio è non dir nulla; per gli artisti il silenzio è tutto, se pur a volte non si comprende, come in questo caso! Forse sto sbagliando ad evidenziare tali considerazioni, probabilmente il fatto di non essere mai stato né assessore né direttore artistico di un festival internazionale mi penalizza nella ricerca della risposta. Mi appello all’esperienza di chi con serietà si dedica a queste meritorie attività. Che vuol dire? Sicuramente continuo a sbagliare pensando di assimilare a questo episodio l’esito di una operazione culturale da noi realizzata nel 2006 che Lei ben conosce “Le vie della Murgia cavalleresca”, per cui dopo due
anni, di telefonate, di appuntamenti e di promesse di dirigenti, vicedirigenti, stravicedirigenti, stiamo ancora attendendo il minimo contributo da parte dell’Assessorato alla Cultura. Che vuol dire? La risposta mi sfugge, per cui Le chiedo la cortesia di aiutarmi nella ricerca. Il confronto è l’unico mezzo per comprendere la verità. Sono disponibile a considerare ogni Suo prezioso contributo. Le devo confidare, senza voler assumere un atteggiamento diffidente ma per pura cronaca, che in alcuni casi non c’è stata risposta soprattutto quando la domanda è stata rivolta a rappresentanti delle istituzioni politiche. Forse per questo che continuo a domandare. Che vuol dire? Spero che possa accettare con entusiasmo il numero della rivista “Pierrot” che allego a questa lettera. Vorrei che questo nostro confronto epistolare fosse pubblicato sulla rivista, possiamo metterci al servizio di tanti che si fanno la stessa domanda rispetto ad esperienze simili. Che vuol dire? Se troviamo insieme la risposta, ritengo che potremmo aiutare parecchi giovani a fidarsi maggiormente delle Istituzioni e potremmo screditare le opinioni basate sulla considerazione che la società ha avviato un inesorabile processo di imbarbarimento, per cui il rispetto lo merita il più forte e la gloria non è del giusto. RingraziandoLa per la cortese pazienza, Le invio cordiali saluti. Francesco Martinelli
Lettera di risposta del 26/08/2008 Gent.mo dott. Francesco Martinelli, nel ringraziarla per la forma e il modo con cui ha voluto mettermi a parte della sua spiacevole vicenda, non posso che esprimerle tutta la mia amarezza per l’increscioso episodio. Ho già chiesto al dott. Carbutti di fornire a me e a lei i dovuti chiarimenti e resto a sua disposizione per ogni evenienza. La ringrazio anche per la copia di Pierrot e le porgo i più cordiali saluti. Paolo Farina
la Bacheca Quello che è stato 25 Settembre 2008 - Fabbrica San Domenico - Molfetta (Ba)
“Assurdo a sud”
Puzzle di Teatro dell’Assurdo. Tra gli interpreti Alessandra Sciancalepore e Carlo Del Vescovo, allievi della Scuola delle Arti della Comunicazione. Regia di Alessandra Sciancalepore. dal 12 al 19 ottobre 2008 - Piazza dei Bambini - Corato (Ba)
“Libri d’autunno”
Settimana dedicata ai libri. Nell’ambito della rassegna, letture per bambini tenute dalle attrici del Teatro delle Molliche, Mariangela Graziano e Cinzia Pagano e dagli allievi della Scuola delle Arti della Comunicazione del Teatro delle Molliche. fino al 26 Ottobre - Castel Sant’Angelo, Roma
“Fratello Ambiente - Sorella Arte” Prorogata la mostra organizzata da Secop edizioni di Corato. Tra gli artisti Francesco Martinelli presenta il cortometraggio “Mio figlio è l’albero”. 26 Ottobre - Palazzo Ceci - Andria (Bat)
“Il berretto a sonagli” da un falso Pirandello Rappresentato dagli allievi del 3° anno della Scuola delle Arti della Comunicazione di Corato. In collaborazione con Libreria Diderot di Andria e Comune di Andria. Dal 29 Ottobre al 2 Novembre - Teatro Delatre di Seravezza (Lu)
Stage “La recitazione declamata e l’oratoria”
Per gli allievi della Scuola di Recitazione del Piccolo Teatro della Versilia. Condotto dal maestro Francesco Martinelli. Partecipano le allieve Elisa Pastore e Alessandra Sciancalepore della Scuola delle Arti della Comunicazione di Corato. 2 Novembre - Teatro Delatre di Seravezza (Lu) - 3 Novembre - Teatro Universitario di Viterbo
“Antinomia del maggiordomo”
Di Federico Barsanti, Rolando Macrini, Francesco Martinelli. Prodotto da: Teatro delle Molliche, Piccolo Teatro della Versilia, Teatro Eliocentrico, CUT Università di Viterbo.
Quello che sarà 20 Novembre, ore 17.00 - Isola di San Servolo, Venezia Laboratorio Internazionale della Biennale Teatro “Il Teatro come arte della navigazione”
“Capitano Ulisse”
Uno spettacolo di Alberto Savino. Condotto da Giuseppe Emiliani, con 15 attori tra cui Francesco Martinelli. Fine Novembre - Corato (Ba) Nell’ambito della manifestazione benefica CORATON
“Mio figlio è l’albero”
Cortometraggio scritto ed interpretato da Francesco Martinelli. Regia di Michele Pinto. Musiche di Rolando Macrini. Novembre - Parrocchia San Domenico, Corato (Ba)
“Laboratorio di lettura espressiva sulla Bibbia”
Condotto da Cinzia Pagano, insegnante ed attrice del Teatro delle Molliche. Novembre e Dicembre - Biblioteca comunale, Corato (Ba)
“Nati per leggere”
A cura del Presidio del Libro. Laboratorio sull’ascolto per bambini di Elisa Pastore, responsabile editoriale di Pierròt e un laboratorio di lettura per genitori di Mariangela Graziano, insegnante ed attrice del Teatro delle Molliche.
O.F.T. SCUOLE (Osservatorio Formazione Teatrale nelle Scuole) Il Teatro delle Molliche riprenderà l’impegno rivolto all’educazione e formazione artistica delle nuove generazioni promuovendo all’interno delle Scuole pubbliche di ogni ordine e grado i laboratori relativi all’anno scolastico 2008/09.
http://pierrotweb.wordpress.com il blog di Pierròt Un blog sempre aggiornato, dinamico, ricco di notizie su corsi, spettacoli, concerti, mostre ed eventi di particolare interesse selezionati per voi. Articoli, recensioni, servizi fotografici, video che potrete commentare giorno per giorno. I link utili, le informazioni sui corsi della Scuola delle Arti della Comunicazione e, se volete, il numeri precedenti di “Pierròt “ da leggere direttamente sul vostro PC.
delle
Scuola Arti della Comunicazione del Teatro delle Molliche
Scuola di recitazione e di orientamento professionale La Scuola ha come obiettivo l’educazione e l’orientamento al Teatro. L’attività è finalizzata all’insegnamento dell’utilizzo dei mezzi di espressione artistica; alla ricerca della libera espressività nella pratica attoriale; a stimolare la sensibilità e alla scoperta della necessità ed essenzialità del gioco del Teatro.
Corso propedeutico di recitazione per ragazzi Da 11 a 14 anni. L’attività è finalizzata all’insegnamento delle regole fondamentali di palcoscenico; alla ricerca della libera espressività nella pratica attoriale; a stimolare la sensibilità e la voglia di esprimersi liberamente nel gioco del Teatro. Fondamentale sarà il rapporto con le tecniche propedeutiche alla recitazione, avviando uno studio serio sul linguaggio fisico e verbale applicato al Teatro.
Corso di teatro per bambini Da 6 a 10 anni. L’attività della Teatroteca è finalizzata alla ricerca della libera espressione creativa utilizzando i mezzi e il linguaggio del Teatro, stimolando la necessità comunicativa. Tramite il gioco del Teatro insegneremo ad apprendere le regole fondamentali di socializzazione in scena e la disciplina artistica.
Sono aperte le iscrizioni per l’anno scolastico 2008 - 2009 Informazioni: cell. 3384234106, all’indirizzo e-mail: teatrodellemolliche@libero.it,
sul nostro sito internet www.teatrodellemolliche.it e presso la sede operativa in Via Ruvo n. 91 - Corato (Ba)
E’ possibile iscriversi entro e non oltre il mese di Novembre. La scuola è patrocinata dai comuni di Corato (Ba) e Seravezza (Lu) ecollabora con la Scuola del Piccolo Teatro della Versilia di Seravezza (Lu), il CUT dell’Università degli Studi di Viterbo, il Teatro Eliocentrico di Viterbo.