Anno II - #00/Febbraio 2009 - Periodico in attesa di registrazione
02/2009#00
Elisabetta Pastore
p. 01 - 04
Mariangela Graziano
p. 2
Francesco De Nigris
p. 03
Francesca Griner
p. 06
Francesco Martinelli
p. 07
Domenico Lobascio
p. 08
Saba Salvemini
p. 09
Giuseppe Ardito
p. 11
Titti Miani Greco
p. 11
Laurea in legge, specializzazione in internazionalizzazione delle imprese. Ha svolto attività presso un Ente governativo che si occupa di commercio estero; ha collaborato con esperti di rischio sul credito e ha partecipato alla realizzazione di un “Vademecum per l’internazionalizzazione d’impresa” per conto di uno degli Enti Provincia del territorio pugliese. Scrive per indole. Tiene laboratori di lettura e d’ascolto per scolaresche. Appassionata di scienza e filosofia. E’ convinta che il mondo si accenda e si spenga perchè esistono le illusioni.
Attrice e musicista. Ha fondato il Teatro delle Molliche ed insegna dizione nella Scuola delle Arti della Comunicazione. Diplomata in pianoforte al Conservatorio di Bari. Diplomata attrice a Milano. E’ responsabile dell’insegnamento teatrale per i bambini nel Corso della Teatroteca. Ha composto musiche originali per diversi spettacoli teatrali e lavora come attrice di teatro.
Nato ad Andria dove vive e insegna Educazione musicale. Ha pubblicato i romanzi: “Parole morte” (Oppure, 2001); “Sotto un cielo senza angeli” (Palomar, 2006) Periodico di informazione e critica teatrale a cura della
Scuola delle Arti della Comunicazione Centro di Educazione Teatrale del Teatro delle Molliche Via Monte Carso, 26 - 70033 Corato (Ba) www.teatrodellemolliche.it
http://pierrotweb.wordpress.com Direttore Editoriale Elisa Pastore
Progetto grafico ed impaginazione Danilo Macina
In copertina Danilo Macina, “La sosta”
Stampa digitale a cura di: Graziani Arti Grafiche S.r.l. S.P. 231 km. 31,600 - 70033 Corato (Ba) www.graziani.it
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Anno II - Numero 00. Chiuso in redazione il 4 febbraio 2009. Chi volesse inviare articoli, foto, materiale, dare suggerimenti o semplicemente contattarci, può farlo scrivendo a: Pierròt c/o Teatro delle Molliche Via Monte Carso, 26 - 70033 Corato (Ba) o inviando una e-mail a pierrotweb@libero.it.
Nata e vive ad Andria Laureata in Lettere/Storia dell’Arte, esperta di storia locale. Fa la libraia dopo un percorso come insegnante, guida turistica ....
Dirige la Scuola delle Arti della Comunicazione. Diplomato attore a Milano, specializzato in regia e in drammaturgia musicale a Prato, in Commedia dell’Arte a Reggio Emilia. Ha studiato con i maestri: Gregoretti, Albertazzi, Biswas, Brivio, Corsetti, Fava. Ha scritto numerose opere teatrali tutte rappresentate ed è direttore di collana per la Secop edizioni. Non attende di diventare grande ne aspira a fare qualcosa rispetto a quello che può fare ora.
Funzionario dell’Amministrazione Penitenziaria dal 91’ nel settore dell’Esecuzione Penale Esterna; laureato in Programmazione dei Servizi Sociali, pluri-perfezionato in Comunicazione e counselor biosistemico; progettista/formatore di processi di miglioramento organizzativo; supervisore ad orientamento adleriano nelle dinamiche dei gruppi di lavoro e delle èquipe multi-professionali; consulente/formatore e pubblicista nell’analisi dei sistemi relazionali.
Si diploma alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova nel 2000. Ha studiato e lavorato, tra gli altri, con J. Alschitz, A. Milenin, J.P. Denizon, P. Byland, Cora Bos-Kroese, G. Borgia, S. Gonnella, G. Gotti, L. Sicignano. Nel 2007 fonda con Annika Strøhm ed un gruppo di artisti internazionali l’associazione “Areté Ensemble”.
34 anni, diplomato ragioniere, responsabile commerciale. Per diversi anni già responsabile della produzione presso diverse aziende. Ama gli animali e la vita all’aria aperta.
Allieva del corso propedeutico della Scuola delle Arti della Comunicazione. Ha 12 anni.
Carlo del Vescovo
p. 12 - 15
Michele Pinto
p. 13
Leonardo Ventura
p. 14
Martina Martinelli
p. 14
Articoli di redazione
p. 16
Collabora con il comune di Molfetta per la rassegna “Pietraviva” Estate 2007. Collabora con la compagnia Teatro dei Cipis di Molfetta Estate 2008. Frequenta Laboratorio teatrale tenuto dalla compagnia “Carro dei Comici” nell’Anno 2005. Ingegnere meccanico attualmente impiegato nell’ufficio Ricerca e Sviluppo della GE OIL&GAS Di Bari.
Laureato in giurisprudenza con una tesi sulla liberta’ d’espressione e la censura cinematografica e opera da 10 anni nel campo delle produzioni multimediali. Ha insegnato didattica dell’immagine in decine di scuole, collaborando visivamente a teatro passando attraverso il genere documentaristico, la musicarterapia e l’attivita’ di videojoker in discoteca continua la sua originale sperimentazione artistica.
Uomo di mare e di.. tecnica. Ha scritto.. qualcosa chiuso in un cassetto. S’interessa alla fotografia.
Avvocato nel lavoro, protagonista di una favola nella vita. Mai andata a teatro, innamorata del teatro. Decisa a frequentare la scuola del Maestro Francesco perchè, a trentadue anni, quale modo migliore per conprendere ciò che si ama.
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l’editoriale
N
el mese di ottobre a Corato durante la manifestazione LIBRI D’AU-
TUNNO i bambini hanno lasciato i Loro pensieri su pezzi di carta.
[…] Erano seduti su cuscini blu e tappeti orientali, si trovavano dentro una tenda bianca posta al centro di una piazza molto desolata. Prima di entrare hanno saputo che quella tenda era un posto di ristoro, uguale a quelli che si trovano nei deserti, che pure sono posti desolati, e il ristoro che attendeva Loro era fatto di storie, raccontate da due attrici. Si sono seduti trepidanti d’attesa per l’evento che li avrebbe ristorati dalla secchezza della terra che li circondava e lo spettacolo teatrale Loro promesso ha avuto inizio annunciando sorrisi, bocche schiuse di meraviglia, occhi riempiti di incredulità, allegria composta …e al suo termine, il mio viaggio è cominciato! ‘Non ho mai visto uno spettacolo così bello e meraviglioso.’ ‘Mi è piaciuta molto la storia del semaforo.’ ‘A me piace stare qua!’ ‘Mi piace andare a teatro varrei andarci sempre.’ ‘Ho pensato che questo spettacolo è il più bello e simpatico che abbia mai visto in vita mia.’ ‘Grazie di questa festa e vi ringrazio di averci fatto ridere molto.’ ‘Le storie servono per imparare.’ ‘Grazie di questo teatro che mi ha fatto capire che cos’è viaggiare nella fantasia.’ ‘Il vostro spettacolo è stato bellissimo perché ho pensato tante cose.’
‘E’ stato molto bello grazie per essere venuti.’ ‘Oggi è stato un giorno bellissimo! E mi sono divertita tantissimo.’ ‘Grazie per aver raccontato questa storia bellissima e per averci fatto vivere un momento bellissimo.’ ‘Oggi ho sognato che il teatro fosse bellissimo!’ ‘Mi sono divertito a vedere e a sentire la storia è ho pensato che sarebbe bello fare l’attore.’ ‘Mi è piaciuto venire al teatro.’ ‘Grazie per averci invitati a questa festa.’ ‘E’ stato bellissimo, sono felice!’ ‘Grazie per le storie che ci avete raccontato perché mi sono divertito moltissimo!’ ‘A me mi è piaciuto molto questo spettacolo e mi piacerebbe essere una attrice come lo siete voi!’ ‘Questo teatro è divertente emozionante e meraviglioso!’ ‘E’ stato bello ci avete fatto sognare.’ ‘E’ bello ascoltare le storie in compagnia di altri bambini!’ ‘Sono stati veramente bravi spero che questa esperienza accade più volte!’ ‘Io voglio visitare molti teatri perché a me piacciono le storie.’ ‘E’ bello venire a questo teatro che si imparano molte cose. Forse vengo l’anno prossimo così si impara a leggere e scrivere.’ ‘A me mi è piaciuto molto, spero di diventare come voi.’ ‘Ho sognato che andavo in un teatro bellissimo.’ ‘Io pensavo che stavo al posto loro a suonare la fisarmonica.’ ‘Vorrei sognare di fare teatro con tutti i miei amici.’ ‘Sono belle le storie.’ ‘Io sogno di avere i poteri magici e di fare il teatro.’ ‘Mi è piaciuto molto lo spettacolo dei cani e io immagino nel mio pensiero le persone che abbaiano.’ ‘Mi è piaciuto molto il vostro spettacolo, vorrei vederlo ogni volta.’ […] Tra i mille meravigliosi pensieri ce n’era uno su cui era necessario che mi soffermassi un po’ di più. Diceva: ‘Io vorrei viaggiare molto quindi sognare molto perché mi piacciono le favole. E il mio pensiero più grande è andare in un deserto e oggi ci sono andata!! Grazie!!’ Ho sorriso intenerito!
cose le capite bene, e spero che quando diventerete grandi quanto le altre persone, vi possiate ricordare che i luoghi in cui accadono le cose belle e meravigliose sono quelli che si vedono e che si toccano, quelli come la tenda bianca in cui avete ascoltato le storie. Quella era una vera e propria oasi nel deserto delle cose inutili. Un’oasi è il posto in cui i Beduini (che abitano il deserto) vanno ad abbeverarsi e si rigenerano, proprio come avete fatto voi nella povera tenda con quelle storie che vi hanno riempiti di pensieri gioiosi e meravigliosi. Non dimenticatelo! Nel volgersi del viaggio un bambino ha pensato: ‘Nelle favole che ho ascoltato ho capito che quando nessuno parla con nessuno, si rimane da soli.’ Ed io sono rimasto a bocca aperta per quanta verità quel pensiero portava dentro, e sono stato contento, ho compreso che i bambini percepiscono molte più cose di quanto si creda. Poi… ‘Ho sognato che recitavo uno spettacolo che si intitolava ‘I sogni di ogni bambino.’ Io credo che i sogni dei bambini non si possano recitare, ma vadano assolutamente sempre ascoltati. Pierròt Ho ritenuto opportuno lasciare intatti i pensieri che i bambini ci hanno donato. I pensieri dei bambini non si traducono. I pensieri dei bambini si percepiscono e si coltivano, perché da quei semi possano nascere germogli verdi. [Grazie per esserci stati, per aver regalato la vostra allegria, e per aver condiviso IL TEATRO con chi crede nel ‘POTERE DEL TEATRO’.Imparate il TEATRO bambini, e il vostro deserto potrà fiorire di oasi!] Elisa Pastore
Bambini, so che Voi siete sensibili e certe pierròt
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#00 02/2009
Mariangela Graziano
Sorrido e gioco:” Sono dei POTERI che ab-
“Bravo così tu hai capito il gatto coi POTERI
biamo per conoscere le cose, tutte le cose.
DEL TATTO E DELL’UDITO”. ”Già”.
Se sai che sono cinque allora saprai a che
“Ora, il quinto potere?”
servono…”
“ Il potere di camminare…”
Risponde: “La maestra lo sa…”
“nooo, i POTERI mica si vedono!!! si sento-
Paziento: “Allora, quando hai fame qual è
no dentro…per esempio tu la vedi la cacca
la cosa che ti piacerebbe mangiare di più
dei cani per strada o la pesti?”
di più?”
“ A volte riesco a vederla in tempo, a volte
R: “IL GELATO” “Perché?” “Perché è buono.”
mi avvisa mamma, a volte il più delle volte
“Come fai a dire che è buono?” “Perché lo
la pesto e poi quando vado a casa mia ma-
ho assaggiato ed è buono.”
dre si arrabbia…” “Perché?”
“Bravo. Hai usato il POTERE DEL GUSTO”.
“ Perché si sente una puzza terribile ma non
Richiedo: “E quando guardi la tv che cosa ti
si capisce subito da dove viene. Mia madre
piace vedere di più di più?”
mi dice di lavarmi, io mi lavo ma la puzza
memoria il proprio pensiero.
“UN CARTONE ANIMATO.”“Perché?”“Perché
continua a sentirsi finché tutto nudo capia-
In quattro giorni di lavoro, recitando tre
è più colorato. E’ come tanti disegni messi
mo che arriva dalle scarpe e finalmente le
repliche al giorno, non ho mai visto un
insieme che si muovono.” ”Bravo. Hai usato
mettiamo fuori al balcone….”
bimbo seccato per dover scrivere il proprio
il POTERE DELLA VISTA.”
“Mamma mia che tortura!Però meno male
pensiero. Eppure il loro era un compito, un
Ancora: “Ce l’hai un animale a casa tua?”
che sentiamo la puzza se no ci teniamo le
dovere, non avrebbero potuto lasciare il
“Ahi voglia! Ce ne ho due. Un cane e un
scarpe “incaccate”. La puzza, allora, la sen-
teatro se non avessero completato il loro
gatto.”
tiamo col POTERE DELL’OLFATTO”.
pensiero.
“E qual è il tuo preferito?”
“Ora io ti voglio svelare che esiste un SE-
Quando gli è stato proposto il compito del
“RENATO”
STO POTERE”
formulare un pensiero sembravano inter-
“Il cane?”
“Bugggia!!!”
detti.
“ NO, il gatto”
“E’ vero, esiste però nessuno se lo ricorda,
Cosa è un pensiero? Cosa significa “scrivete
“Perché?”
perché è il potere degli uomini saggi: IL
quello che pensate”?
“Perché può saltare sul mio letto e poi è
POTERE DEL PENSIERO”
Mi avvicino ad uno di loro, il più spaurito,
bello che quando lo accarezzi si sentono
“ A che serve?”
il più perso, quello che aveva cercato lo
le fusa…”
“Come? Non sai a che serve? Serve ad os-
sguardo rassicurante della maestra ma
”Si sentono? Come si sentono? Io ne ho
servare tutto e a farsi tante tantissime do-
non trovandolo perché perso anch’esso, mi
sentito parlare ma non le ho mai sentite
mande e a cercare tutte le risposte su tutte
aveva guardato con timore che lo interro-
veramente. Com’è? “
le cose del mondo. Io sono sicura che se tu
gassi e quasi quasi gli mettessi il voto.
“Se vieni a casa mia ti faccio accarezzare il
ci pensi un po’ potresti farmi tante tantissi-
Gli chiedo a bruciapelo: “Sai cosa sono i
mio gatto e senti un rumore che fa rrrrrr..e
me domande per conoscermi e conoscere
sensi?”.
poi trema tutto il collo sotto la mano”
quello che hai visto stamattina”.
Risponde: “Sono cinque.”
“mmm…fa impressione!!??”
”Tutte le domande?” “ Tuttissime, da quelle
Ripeto: “Sì, ma cosa sono?”
“No, è bello perché significa che il gatto ti
più semplici a quelle più complicate. Pro-
Risponde:”Non mi ricordo bene…”
vuole bene”.
viamo?
M
A CHE BELLO QUESTO TEATRO RECITATO E SPETTACOLATO!!
Così scrive uno dei piccoli spettatori su una delle cartoline distribuite al pubblico dopo la rappresentazione di “MA DOVE SIAMO CAPITATI” da Favole al telefono di Gianni Rodari affinché vi lasciassero a perenne
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Fammi una domanda semplice”
questo pochi vogliono usare questo pote-
di aver “perso” tempo (ma recuperato gli
“Hai un animale a casa tua?”
re perché e faticoso usarlo e serve tempo e
sguardi!!) e di non aver scritto nulla. “ E mo’
“No, ho un bambino” (Sorride).
pazienza per avere le risposte”.
che scrivo?”
“Ora una complicata”
Si avvicina un altro bimbo incuriosito da
La maestra:” SCRIVI QUALCOSA SUL TEA-
”Perché ci sono bambini che non hanno
tutto il discorso…:”Anche io ho una do-
TRO!!! MUOVITI!”
questi poteri?”
manda: perché fate il teatro?”
“ E che ne so cos’è il teatro?”
“Non lo so. A questa domanda che mi fac-
“Ahh!! Bella domanda ..perché ci piace
Lo aiuto:“Pensa al teatro che hai visto oggi
cio spesso, sto cercando ancora una rispo-
raccontare le storie e perché sappiamo che
e scrivi di te”.
sta, non l’ho ancora trovata mi dispiace”.
esistono bambini che le vogliono sentire
Scrive:
”Allora non serve a niente IL POTERE DEL
con la bocca aperta e che poi quando van-
A ME PIACE QUESTO TEATRO RECITATO E
PENSIERO”.
no a casa ci pensano un po’ su… a bocca
SPETTACOLATO PERCHE’ MI SONO EMO-
“Serve eccome! Dobbiamo sempre farci
chiusa.” (Silenzio)
ZIONATO.
domande e cercare le risposte ma non è
E’ arrivato il momento di consegnare la car-
detto che le risposte le troviamo subito. Per
tolina col proprio pensiero, ci accorgiamo
Francesco De Nigris
La mia vocazione si è manifestata piuttosto
bilancio dei derubati.
presto, ma si è per fortuna estinta altret-
Ricordo ancora la mia prima volta. Al tempo
tanto rapidamente, il che mi ha impedito
facevo il pittore, cioè l’imbianchino, perché
esperienze sgradevoli e risparmiato patemi
non avevo trovato altro da fare e perché
di ordine etico. Contemporaneamente ho
sopravvivere in una grande città senza
avuto sentore di un’altra passione, quella
lavoro equivale a sentirsi un mendicante,
per la musica, ma questa, fortunatamente,
un barbone, e in parte allora lo ero, anche
ha avuto modo di mettere radici solide e di
se di solito uscivo di casa tutte le mattine
permanere invariata, anzi consolidarsi nel
più o meno alla stessa ora, lavato pettinato
tempo.
e vestito in modo da non attirare su di me
Non chiedetemi, vi prego, di giustificare
gli sguardi dei passanti, nessuno avrebbe
questa mia perversa tendenza alla clep-
potuto sospettare che ero uno squattri-
tomania, non sarei in grado di farlo; posso
nato. Insieme al mio datore di lavoro – in
solo dire che la fascinazione per i libri ha un
realtà un tale conosciuto facendo la fila alla
che di irrazionale, come tutte le passioni,
mensa universitaria – lavoravo a scrollare le
onfermo che devo il mio amore per i
del resto.
pareti e livellare le superfici di un apparta-
libri a un prete, purtroppo.
Dunque le uniche volte che ho rubato, mi
mento che fino a qualche settimana prima
Purtroppo, perché col tempo ho imparato
sono cioè appropriato di qualcosa d’altri
era stata una scuola privata, da lì a poco
a detestarli i preti.
che non mi apparteneva, è stato per i libri,
sarebbe diventato un poliambulatorio.
Tuttavia i preti non hanno nulla a che fare
tralascio naturalmente di menzionare altri
Di solito tornavo a casa bianco di polvere
con l’altra mia passione, rubare. Libri, natu-
piccoli espropri di poco valore che hanno
ma la cosa non mi disturbava, il lavoro non
ralmente.
più danneggiato la mia coscienza che il
era faticoso e io avevo lo slancio del neofita
C
pierròt
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#00 02/2009
e l’impellenza del bisognoso, perciò non
vita. Ero iscritto a Lettere ma sarei entrato
‘Tenga, ha dimenticato il resto.’
facevo caso ai capelli impolverati, alle
a far parte della schiere di quelli che si
La mia carriera di ladro durò ancora per
scarpe imbrattate di calce e agli abiti che
perdono per strada. Mi aggiravo per gli
poco, ma devo dire che non ho rimorsi.
al minimo movimento fumavano polvere
scaffali, avevo adocchiato il volume che
Naturalmente ho iniziato anche a comprar-
bianca e sottile.
mi interessava, però mi faceva gola anche
li i libri, ma quelli che ho rubato, pardon,
In quella ex scuola c’era un armadio stra-
un altro titolo di Pasolini, Una vita violenta.
prelevato, mi sono ancora cari, di tanto in
colmo di libri e così ho cominciato a por-
Cosa escogitai? Quale lampo di malvagità
tanto li riprendo, li sfoglio, li annuso e li
tarne via un paio per sera. Non pesavano,
e trasgressione mi attraversò la mente? Na-
ripongo con trepidazione. A volte penso
erano belli, rilegati in finta pelle rossa o
scosi uno dei due volumi in una tasca del
con nostalgia al prete che mi ha fatto sco-
marrone, con caratteri d’oro e avevano un
giaccone e mi presentai al banco con l’altro
prire l’universo dei libri; più spesso ripenso
odore invitante.
in mano, mostrai il volume al libraio, de-
con irritazione alle sciocchezze che mi
Alla fine della prima settimana di lavoro –si
posi una banconota da diecimila sul banco
hanno propinato e che in parte mi hanno
andava verso il Natale- avevo trasferito a
e mi fiondai fuori dal negozio. Percorsi una
rovinato la festa. Penso che anche se Eva,
casa una ventina di volumi, Dante, Boccac-
decina di passi non vedendo l’ora di allon-
nel giardino dell’Eden, avesse avuto qual-
cio, Moliere, Goethe, Shekespeare, Zola…
tanarmi. Vergogna per quanto avevo anco-
cosa da leggere e non avesse adescato
Ricordo anche che per quella settimana di
ra fatto e orgoglio per aver osato e avercela
Adamo, Agostino di Ippona non si sarebbe
lavoro non fui mai pagato, perché dopo le
fatta cozzavano dentro di me. Ad un tratto
inventato il peccato originale e l’umanità
vacanze non sono riuscito più a rintracciare
una voce mi chiamò. – ‘Signore!’ – Fu come
avrebbe avuto un patema in meno e una
il mio datore di lavoro, in compenso aveva
se un cazzotto mi avesse preso dritto nello
gioia in più. Certo, se quello scapocchione
portato a casa tutti quei libri che prima o
stomaco. Sono sfottuto, pensai. Mi paraliz-
di Adamo non si fosse fatto abbindolare…
poi avrei letto.
zai, mi voltai, tornai sui miei passi. Potevo
Un’altra volta entrai in una libreria per
mentire, fingere di essermi sbagliato, scap-
comprare un libro di Pasolini, Ragazzi di
pare? Non c’era tempo. ‘Ce l’ha con me?’,
Elisa Pastore
solitario, in simbiosi col mare e con le rocce
trasformata in un giovincello solitario e
che lo costeggiavano. Non c’era nessun
schivo che cresceva e trascorreva la sua
essere umano attorno a lui, eccetto un ser-
vita tra il mare e le pietre in assoluto iso-
vitore che lo accudiva in tenera età. Aveva
lamento. Odiavo la gente, odiavo i rumori,
o comprato un libro l’estate scorsa.
un padre che vedeva molto di rado, perché
non sopportavo le chiacchiere degli uo-
Prima di acquistarlo, come di con-
la maggior parte del tempo lo trascorreva
mini. Mi ero ‘teletrasportata’ su quell’isola
sueto, ho guardato la copertina e la sua
lontano da quel posto e lontano dal figlio.
incantata, e mi vivificavo solo grazie agli
‘sintesi’. Ho letto alcune righe dentro, fino
Il giovane passava giornate intere tra le ri-
odori del mare, dove passavo la maggior
a due o tre pagine. Mi ha incuriosito e l’ho
sacche, leggendo libri di Avventure Epiche,
parte del mio tempo.
preso.
e sognando di partire e diventare eroe.
Questo processo è andato avanti fino alla
Era la storia di un ragazzo che viveva solo
Ho vissuto l’estate ‘metamorfizzandomi’
fine del libro. Fino ad allora ho desiderato
su una piccola isola. Un giovane introverso,
nel protagonista del romanzo. Mi ero
l’isolamento concreto, l’allontanamento
H
p.04 pierròt
02/2009 #00
dal mondo delle persone, volevo la quiete
I libri hanno il potere dell’affabulazione!
trasportabili nelle correnti dell’inesisten-
perenne e sognavo di vivere così come im-
Ogni cosa, oggetto o persona che conservi
te, nel tempio degli spettri, poiché il loro
maginavo vivesse quel giovane. Sognavo
ed eserciti un potere, è come se detenesse
‘potere’ sta nel riuscire a immaginare. Un
quel luogo glabro di uomini, l’odore della
una responsabilità sull’intera umanità che
potere che se mal utilizzato diviene inutile
salsedine attaccata alla pelle, e un deserto
incontra sul suo cammino.
spreco perché con esso non si vive, solo
fatto di rocce bagnate dall’acqua.
Il potere è qualcosa di sovraumano che
si sopravvive. Si resta perenni addormen-
…Poi ho cambiato storia, e ho cambiato
veicola i forti e influenza i deboli, subor-
tati, perenni insoddisfatti, poiché il sogno
pure modo di ‘vivere’.
dina, guida, decide, trascina. Ogni cosa ha
si rincorre, ma mai si tramuta in vita vera.
Ho pensato al potere dei libri, al potere
un potere, ogni uomo ha un potere, benché
Un sogno è solo il frutto di ciò che non c’è,
delle cose.
non sempre ne abbia la consapevolezza.
invece la vita è fatta di ciò che esiste.
E’ straordinaria l’intensità con cui i fatti
Il potere è l’essenza del possibile.
Pochi autori prima di scrivere si pongo-
esterni possano condizionare il quotidiano
Solo chi ha il potere può.
no domande ante opera. Poche persone
avvilupparsi degli stati d’essere.
Per questo nell’esercizio del suo utilizzo
pensano.
Ogni volta che leggo un romanzo succede
diviene fondamentale usare accortezza
imbrattate di parole, riempite di storielle
che inizio a vivere come il protagonista del
e oculatezza. Chi utilizza il proprio potere
scritte per semplice edonismo, per il gusto
racconto, inizio a sentire ciò che lui sente,
esercitandolo deve averne assoluta co-
sciocco di autocelebrarsi attraverso opere
a pensare come lui pensa, a emozionarmi
scienza, non può permettersi di sprecarlo,
sterili riempite di invenzioni ‘paranormali’
per le cose di cui lui si emoziona. Divento
non può farne uso dannoso e deleterio,
o, alle volte, anche volgari. Molti uomini
uno nella vita di un altro.
poiché ne andrebbe di mezzo il beneficio
agiscono senza alcuna consapevolezza.
Ma chi è quest’altro? Chi lo conosce questo
di molti.
E’ difficile comprendere il confine del giu-
lui? Com’è possibile che delle fantasiose
Nonostante possa apparire troppo tra-
sto e opportuno in ogni situazione in cui
elaborazioni ‘scrittoriche’ riescano a pos-
scendentale il concetto su espresso, esso
si eserciti un potere; lo è quando si scrive,
sedermi in modo così paradossalmente
rappresenta non una rivelazione, ma una
quando si parla, quando si immagina,
totalitario?
mera e oggettiva constatazione.
quando si fanno le leggi e i decreti…
Per tutta l’estate ho immaginato di vivere,
Gli scrittori, ad esempio, dovrebbero farsi
Il segreto sta nel prendere coscienza di ciò
dimenticando la vita vera, quella che suc-
molti pensieri prima di cominciare a mac-
che si fa.
cede ogni istante, quella piena di soggetti
chiare i loro fogli, e solo dopo essere riusciti
che incontri, quella delle relazioni, dei
ad averne chiara la visione dovrebbero po-
Quel libro l’avevo comprato perché avevo
problemi, delle battaglie, della fatica, delle
ter esercitare il potere-dono concessogli.
voglia di leggere quella storia …anch’io
gioie, del divertimento, del sonno pulito,
Molto frequentemente, invece, accade
ho esercitato un POTERE: ho scelto.
la vita fatta di tante persone e di me tra le
che i testi scritti non abbiano alcunchè di
persone, coi miei pensieri e le mie emozio-
pensato, e ancor più frequentemente il
ni.
lettore si intrappola in una trappola senza
Uno scritto, un libro, una cosa che non ci
trappola, senza contenuti o concetti reali, e
appartiene, si intrufola in punta di piedi
viene risucchiato dalla voragine del vuoto,
nelle membra del suo avventore, e lo pla-
del banale e dell’inesistente.
sma, lo piega, lo torce, lo fa viaggiare, e a
La debolezza e la vulnerabilità degli uomini
volte, gli impedisce di vivere veramente.
rende gli stessi facilmente trascinabili e/o
Molti libri diventano pagine
pierròt p.05
#00 02/2009
Francesca Griner
Gli ingredienti dei prodotti che giravano
director e del grafico che l’hanno scelta,
in casa, i principi e le controindicazioni dei
biografia scandagliata dell’autore: ci siamo
medicinali, i manifesti elettorali, le insegne
conosciuti! E se il libro mi è piaciuto passo
dei negozi. Ho cominciato a sognare con i
alla rilettura della biografia perché dopo
fumetti che, ora, nella mia memoria sono
l’autore mi è più familiare e mi sembra di
collegati alla sensazione di formicolio che
conoscerlo meglio.
sentivo nelle gambe , quando in bagno,
Ogni volta che termino la lettura di un libro
non arrivando i piedi al pavimento, resist-
è come tornare da un viaggio, se luoghi e
evo al fastidio fino a quando quelle fastidi-
persone ti sono entrati dentro faranno
ose formiche mi imploravano di alzarmi e
parte per sempre dei tuoi ricordi.
solo allora smettevo di leggere.
I libri sono stati e rappresentano ancora il
E se correvo senza avere il tempo di rime-
contenuto della valigia del mio viaggio.
diare sia pure una pagina scritta da leggere
Io penso che chi legge si salva la vita
sistemavo davanti a me tutti i detersivi e i
Chi legge non riconosce tiranni
prodotti che avevo a portata di mano…e
Chi legge non avrà mai bisogno che nes-
leggevo…
suno gli dica cosa lui debba fare
Dopo il tempo dei fumetti (e mica solo To-
Perché chi legge lo sa da solo.
polino e Braccio di ferro anche quelli “dei
I libri ci aiutano a sognare e qualche volta
maschi,” dei miei fratelli: Zagor, Diabolik,
anche a realizzarli, i sogni.
Tex scegliendo le storie con qualche pro-
Io posso affermarlo.
tagonista “femmina”) eccomi che leggo
Mi chiamo Francesca Griner, da un anno
i fotoromanzi. Quelli, però. si leggevano
ho aperto nella mia città, Andria, la Libreria
troppo in fretta e allora li sistemavo man
Diderot e mi sento, per questo, fortunata.
mano sotto il mucchio per rileggerli a rotazione fingendo di averne dimenticato la storia. Di queste letture, ricordo, non ero pienamente soddisfatta, non mi riusciva di fantasticare bene: tutto già dato, espressioni fisse, slanci d’amore congelati in una foto, io mi immaginavo i loro pensieri mentre si fingevano felici e quali tragedie
B
evocassero invece,per apparire infelici e
isogni primari dell’uomo: mangiare,
depressi!
dormire, amare, leggere.
Poi è arrivato “quel giorno”. Un titolo, un
Non ho memoria del primo momento in
autore, una storia. Io, sola e un libro. Da
cui ho acquisito questa consapevolezza, so
sempre comincia così: ricognizione e con-
solo che fin da bambina avevo bisogno di
tatto empatico col titolo, interiorizzazione
leggere tutto!
dell’immagine di copertina, nome dell’art
p.06 pierròt
02/2009 #00
Francesco Martinelli
I
l potere dimostra una falsa ammirazione
tristezza e preoccupazione. Delfini che
per il teatro, lo scruta, come gli avvoltoi
viaggiano tutti nella stessa direzione con
sulle carcasse, ordisce ragnatele per irretire
il collo all’insù, gentili e nobili. Tra loro ci
gli insetti a caccia di sorpresa, necessita
sono quelli più curiosi col naso di bottiglia
del teatro come i laidi del viagra. Il potere
che non riescono mai né ad entrare né ad
pugliese organizza un teatro pugliese. La
uscire dall’acqua di nascosto; quelli timidi,
casta del teatro pugliese, quella candidata
amati dai bambini che rubano pesci dalle
a gestire e mestierare, si è formata dispie-
mamme per guardarli mangiare. E se qual-
gandosi nelle diverse correnti d’affari. Il
cuno propone a questi delfini di diventare
territorio regionale è vivisezionato e deno-
l’attrazione in un bel delfinario, loro rifiu-
minato.
tano. I delfini non vogliono entrare nella
Ci sono: gli eletti nella provincia di Bari, i
piscina comunale che si sta inaugurando
secondi eletti a Lecce, i non eletti a Brindisi,
nei pressi dello zoo, con una mega vasca
quelli in lista d’attesa a Foggia, i dimentica-
riscaldata e tirata a lustro, vogliono evitare
ti a Taranto, gli eletti dissidenti nella BAT. Se
di fare acrobazie al segnale di un volgare fi-
pur nella diversità di trattamento ci sono
schietto suonato da un addomesticatore. Il
tutti. Una casta di teatranti, nati sotto una
popolo dei delfini preferisce accompagna-
fortunata stella, candidati a rappresentare
re le navi in libertà e volteggiare attorno
il teatro pugliese e dimostrare il loro valo-
alla prua procurando estati a chi vede dal
re, senza rimpianti per chi ha consegnato
ponte. Se penso che gli abitanti della terra
lo scettro. Hanno a loro disposizioni teatri
dei delfini, prima erano qualcos’altro! Era-
comunali, risorse della Regione Puglia,
no pirati pentiti che, trasformati in delfini,
dei Comuni, delle Province, delle Camere
hanno deciso di diventare soccorritori dei
di Commercio, di sponsor privilegiati…
navigatori, proprio come nel mito di Dio-
insomma tutti i poteri insieme appassiona-
niso. Nessuno deve dimenticare di essere
tamente!!!! Evviva. Inventeranno progetti
cugino delle balene. Quando arriverà la
dai titoli più assurdi rivendicando il prima-
tempesta, i delfini, saranno gli unici a non
to dell’originalità e della sperimentazione.
nascondersi negli abissi del mare, conti-
Porteranno sulle sacre tavole, profani e
nueranno a respirare in superficie.
sciacalli. Ricorreranno spesso alla formula della festa, ed in estate tutti in piazza, per le strade a gridare al miracolo. Crescerà il popolo di vassalli e valvassori investiti a svolgere ruoli e funzioni. Questo accade in terra di Puglia. La mia terra, invece, è abitata da delfini con la coda irrigidita in alto, con una espressione eternamente simpatica che cela abilmente pierròt p.07
#00 02/2009
Domenico Lobascio
appartiene all’ambito delle HYPERLINK “”
Difatti, improvvisando una scena, l’inter-
terapie di gruppo ideata da HYPERLINK “”
prete entra in contatto con la sua realtà
Jacob Levi Moreno nel HYPERLINK “” 1921.
originaria, il suo Sé profondo, ma non lo
In essa si ricorre al gioco drammatico
può afferrare né fissare in quanto esso è in
e libero, con la finalità di incrementare
continua trasformazione.
attivamente la spontaneità dei soggetti,
A questi si presenta l’opportunità di intra-
di facilitare l’esteriorizzazione rappresen-
vedere la momentanea scissione della sua
tativa dei vissuti personali, mediante le
personalità, di fissarne i contorni ed appro-
improvvisazioni sceniche e la loro analisi,
priarsene a livello cognitivo ed emotivo
l teatro è il luogo nel quale l’uomo anima
operata da uno psicoterapeuta “direttore
nell’azione scenica, nello stravolgimento di
la propria sublime espressività, in una ri-
del gioco”.
un qualcosa di statico che è alla base d’ogni
tualità ancestrale che investe ogni capacità
Ma al di là dell’utilizzo terapeutico di que-
copione o elaborazione drammaturgica.
di dare significato ai contenuti della inte-
sta tecnica, ogni rappresentazione teatrale,
Il risultato di questo esercizio socio-
riorità attraverso l’arte della mimesi, della
anche quella che si caratterizza per finalità
affettivo ha un doppio effetto: esprime il
danza, delle immagini; nel gioco a tratti
artistiche e creative, costituisce un mezzo
riflesso del Sè e lo manifesta a chi osserva,
tragico, a tratti divertente o meditabondo
privilegiato di espressione e simbolizza-
ottenendo una convalida rispetto alla sua
della impersonificazione narrativa.
zione dei conflitti personali, nella quale
realtà originaria, quella che attraverso l’al-
Estrema sintesi di processi di educazione
inevitabilmente si esprimono e si canaliz-
tro si rivela essere vera,
alla sensorialità e alla percezione della
zano, e quindi si rielaborano, le situazioni
Ma, come Goffman ha esaustivamente
propria dimensione psico-corporea; la
conflittuali interpersonali.
analizzato nelle sue tesi sociologiche
rappresentazione teatrale si nutre di figure
Sono molteplici i meccanismi psico-
quando annuncia la sostituzione della
tipizzate di personaggi extraquotidiani,
dinamici ed emozionali che si verificano
rappresentazione “fittizia” della individua-
attingendo
nell’agire scenico.
lità nel palcoscenico della vita, la scissione
nell’armonico rapporto tra corpo, voce,
L’attore rappresenta il suo grado di scissio-
nell’Io dell’attore mostra aspetti che vanno
mente nella relazione con l’altro e gli altri;
ne tra ciò che è nella sua realtà interiore, e
ben al di là della sua realtà individuale per
alla finzione dell’essere nell’agire la creati-
ciò che vorrebbe essere, o ciò che incon-
abbracciare simbolicamente contenuti col-
vità interpretativa.
sciamente è. Questa scissione va assecon-
lettivi dell’esperienza umana.
Il teatro nasce nell’antichità per un’idea
data nella dimensione creativa, in quanto
L’appropriazione del vero Sé transita nella
di rispecchiamento, di mimesi naturale:
non ha solo una valenza trasformativa, ma
consapevolezza che la “scissione” è diven-
l’attore cerca di sentire le emozioni che
anche esplicativa di sé.
tata nell’Io occidentale una funzione, una
la narrazione scenica suggerisce, così le
Essa, difatti, spiega attraverso l’esperienza
prestazione fisiologica e non più occasio-
può esprimere in modo da comunicarle
creativa come si evolve la scissione, dove
nale, avendo smarrito l’Io occidentale il
al pubblico, in una dinamica catartica che
cercarne le radici, quali risonanze emotive
ricordo del meccanismo della scissione
coinvolge l’interprete e gli spettatori.
ha determinato, e come si esprime abitual-
come dinamica difensiva, ed avendo istitu-
Proprio in virtù di tale potente impulso alla
mente, fino a giungere al superamento
ito tale meccanismo come norma perma-
elaborazione di vissuti emotivi che esercita
della scissione stessa operata dalla co-
nente.
l’interpretazione e la narrazione teatrale, si
scienza, ed alla progressiva ricostruzione
Il teatro, quindi, assolve ad una funzione
sviluppa la tecnica dello psicodramma, che
della realtà originaria (Sé reale).
di potenziamento della sensibilità della
I
p.08 pierròt
all’espressività
pre-verbale
02/2009 #00
coscienza e di una progressiva emersione
dimensione creativa, che darà nuova
rappresentazione teatrale è un fertile
di un osservatore critico interno che possa
espressività ai gesti e agli atteggiamenti
incontro fra interiorità corporea e comu-
affrontare le sorti personali e collettive che
del corpo.
nicazione; nell’azione fisica ed emotiva,
si determinano in un contatto con il corpo
La componente olistica della rappresen-
attraverso il processo dell’improvvisazione,
emotivo; in quanto l’attore sperimenta ed
tazione teatrale permette di tradurre i
si annulla ogni possibilità di agire manipo-
esplora la mancata unità con se stesso at-
testi dunque, creativamente, in immagini
lazione, finzione, mistificazione; l’Io e l’Es,
traverso il lavoro su mente-corpo-azione.
interiori che hanno la doppia funzione
che è poi il corpo in movimento, condu-
In tale contesto rappresentazionale, gli
di far ricordare il testo e di tradurlo con il
cono il loro dialogo immersi nella verità
attori adoperano il “sistema” ideato da Kon-
linguaggio dei movimenti corporei; di dare
liberatoria del Sé.
stantin Stanislavskij, che è il metodo tea-
vita ad una sorta di “fisiognomica teatrale”,
Teatro, quindi come rispecchiamento della
trale che ha esercitato una grossa influenza
dove le caratteristiche fisiche e le qualità
vita, come narrazione simbolica di essa,
per gli attori nelle esperienze teatrali delle
morali e psicologiche si intersecano imme-
come ricerca di una dimensione ontolog-
avanguardie.
diatamente le une nelle altre.
ica dell’essere, nel vivificante processo di
Esso comporta un vero e proprio percorso,
Tutto ciò conduce secondo Artaud ad un
integrazione emozionale che gli interpreti
che coinvolge il corpo, la mente e l’etica
esito positivo nella ricerca della verità sce-
e gli spettatori conducono in un quadro di
stessa dell’attore, affermando il principio
nica; difatti, nel suo teatro della “crudeltà”
complicità e di “rivoluzionaria” liberazione
centrale che si giunge a plasmare la mente
egli fa rivivere la parola attraverso la fisicità
dai condizionamenti della vita vissuta.
agendo sull’universo psichico dell’attore,
carnale dell’attore.
così da rendere congruente in lui una
Ponendo
Saba Salvemini
P
attenzione
sull’azione,
la
arole sul teatro…non si può dire che
ancora una volta…e si andava avanti così
non ne siano state scritte…
per tutto il pomeriggio. Le prove mi sem-
…mi vengono in mente le prime prove te-
bravano infinite ed il teatro una cosa no-
atrali che facevo all’asilo per lo spettacolo
iosa…sapevo solo che quando sarebbero
di natale. Tutto sembra un sogno lontano.
arrivati i parenti avrei dovuto cercare di
Ricordo che mi davano una spada e mi
salvare la mia pellaccia ricordando almeno
dicevano tu sei il guerriero. Ed il guerriero
le battute ed i gesti che mi erano stati così
si muove così e così, dice queste cose e si
caldamente suggeriti
comporta in questo modo. Poi abbando-
Arriva un altro ricordo.. sempre legato
nato a me stesso con la spada in mano mi
alla mia infanzia. Un’infanzia comune così
mettevo a fare il guerriero. Dopo pochi
come lo sono le storie che ci narra il teatro.
istanti la maestra mi fermava e mi ricorda-
A quel tempo la mia giornata cominciava
va che il guerriero non si muoveva come
dopo la scuola ed il pranzo. Cominciava
facevo io, ma in un altro modo…io prova-
con gli amici. E cominciava sempre con
vo ad imitarla e poco dopo lei mi fermava
un gioco. Un gioco fatto assieme. Ci si pierròt p.09
#00 02/2009
intratteneva facendo i cowboys, le olimpia-
cuginetta che era tempo che la nostra “re-
peggio che il teatro della vita mi offre tutti
di, i poliziotti…e se c’era anche mia cugina
lazione” finisse…che con i miei baci avrei
i giorni…ricco di tutta quella vita reale e
si attaccava giocando al dottore e poi si
potuto metterla in cinta e che questo, si
immaginaria che fa parte dei nostri so-
finiva con Mamma e Papà.
sapeva, sarebbe stato estremamente peri-
gni…di tutte quelle scene che si ripetono
Tutto filava liscio. Tutti sapevano che fare,
coloso….da quel giorno smisi di giocare a
da secoli…e che lentamente evolvono in
come morire, come rispondere ed il gioco
Mamma e Papà e dopo poco anche a tutti
qualcosa di nuovo…di veramente nuovo...
per quanto ingenuo era un piacere immen-
gli altri giochi...
Potrei fare l’attore in questa magnifica
so. Potevo giocare a cowboys per settima-
E così cominciai a credere che quel gioco,
pièce che è la vita. Trovarmi un lavoro da
ne inventando sempre nuove situazioni,
che prima facevo con tanto piacere, fosse
guerriero, padre, poliziotto…e recitare…
nuove morti, nuovi colpi di scena...ed uno
vero…
come fan tutti…ma mi è toccato, in questa
sguardo attento avrebbe potuto scorgere
In quell’età fui il miglior attore di tutti i
parte della mia vita, di far l’attore e così
sotto la naïveté del gioco uno sfondo di
tempi così come lo furono i miei compagni
quando salgo sul palco smetto di mentire
nuda e cruda realtà. Chi restava escluso
d’arme ed i miei coetanei sparsi in tutto il
e dico la verità quella poca verità che pos-
dal gioco, perchè in ritardo, osservava
mondo.
so ricordare…una verità dolce come la vita
“partecipando” e suggerendo il da farsi a
Poi…crebbi… feci le medie, le superiori, il
che ci fa sognare tutti.
chi “da dentro” non poteva che vedere quel
liceo, l’università, l’accademia teatrale, fre-
poco che gli era concesso dalla situazione.
quentai una lunga serie di maestri...guidai
Gli esclusi attendevano impazienti il loro
la moto, la macchina, lessi, scopai, bevvi,
turno.
piansi e risi e così via..ma mai più ebbi il
I miei cowboys come quelli dei miei
piacere di sentire che tutto ciò che facevo
compañeros erano perfetti, vitali, pronti
accadeva come per gioco...
all’azione, disponibili a tutto. Si moriva e
Vivendo sono passati anni. E vivendo, vo-
rinasceva sotto nuove spoglie in meno di
lente o nolente, ho visto la vita, gli uomini,
un batter d’occhio. La storia ci era chiara.
le donne, le loro relazioni…molto ho visto
Lo era anche quando si trattava di gioca-
e molto mi rimane da vedere…(se non
re a mamma e papà: trovare una serie di
muoio oggi - cosa più che possibile)
problemi, risolverli, fare una litigata e poi
Con il passare del tempo gli occhi si sono
finalmente baciare mia cugina. Il dottore si
aperti e poco alla volta ho accettato ed ac-
può dire che veniva anche più naturale.
cetto di vedere come giocano i grandi….
…Insomma il gioco era chiaro…mi diverti-
fanno quello stesso gioco…solo un po’ più
vo…e se qualcuno mi guardava non avevo
pesante…più vero…muoiono, litigano,
nessun problema. L’unico imbarazzo si sa-
soffrono (oh quanto soffrono), gioiscono,
rebbe presentato qualora mi avessero visto
falliscono, rinascono…e lo fanno veramen-
baciare la mia cuginetta…lì subentrava un
te… veramente.
piccolo senso di sporcizia che difficilmente
Il teatro mi ha dolcemente insegnano
mi si levava di dosso. Ma forse il piacere
a leggere e così...leggo il loro teatro…e
stava proprio lì....
quando apro una pièce lo ritrovo lì…bel-
Ricordo che un giorno dissi alla mia
lo…condensato e ricco del meglio e del
p.10 pierròt
02/2009 #00
Giuseppe Ardito
risponde alle tue battute, ride e applaude
di balbuzie nervosa che avevo quando mi
al momento giusto, dove tu aspetti solo
relazionavo con gli altri, e se anche oggi
che lo facciano, e quando succede ti senti
che sono un agente di commercio e riesco
bene, quasi un dio.
bene nel mio lavoro devo ringraziare il Te-
vevo ventunanni, era l’estate del
Molte avventure sono accadute durante
atro delle Molliche.
1996, eravamo un gruppo eteroge-
la mia permanenza all’interno del gruppo,
neo di ragazzi, senza grilli per la testa, ci
non si possono racchiudere in un solo rac-
interessava solo stare insieme. E’ iniziato
conto, ed anche se si narrassero, so che
tutto da quì.
non susciterebbero in chi ascolta le stesse
Il teatro, per me ha rappresentato una sana
emozioni che suscitano in me e in chi le ha
forma di aggregazione.
vissute in prima persona.
Devo molto al teatro, alla compagnia Te-
Avventure, storie, successi ed insuccessi,
atro delle Molliche.
pubblico educato o marasma di gente ru-
Credo che tutti dovrebbero fare questa
morosa, tutte cose che ci hanno fortificato
esperienza.
o, almeno per quanto mi riguarda, hanno
E’ una sensazione forte e viscerale; quando
aiutato ad essere il Giuseppe che tutti oggi
si calca il palcoscenico, devi contare soltan-
conoscono.
to su di te e sull’aiuto di chi è in scena con
Molte cose sono migliorate in me da
te, è un miscuglio di terrore e di piacere
quando ho messo piede per la prima volta
allo stesso tempo.
all’interno della “compagnia”, soprattutto
Terrore di sbagliare e di non riuscire, ma
ora riesco ad esprimermi meglio, perchè
piacere, piacere enorme quando il pubblico
sono riuscito ad eliminare una lieve forma
A
Titti Miani Greco
E
’ così che prima di un esibizione mi
prima di dover cantare. Ma dopo questo ti
sento: brividi di freddo, paure, rimorsi.
senti fiera di essere lì, fiera del tuo perso-
Paure. Paure di non riuscire a dare il massi-
naggio, pronta a stupire, pronta a tutto.
mo del massimo che riesci a dare metten-
Pronta.
do tutta te stessa. Paure. Paura di sbagliare.
E quando finalmente stai per superare la
Paure. Paura di balbettare. Paure. Paura di
barriera nera che ti separa dalla scena senti
mangiarsi le parole. Paure. Paura di scor-
una voce dentro te che dice: Io ce la posso
darsi le sequenze dei gesti o delle battute.
fare, no, Io ce la devo fare. Perché se sono
Ma quando ti trovi ad un passo dal palco-
arrivata fin qui vuol dire che valgo qualcosa
scenico, prima che le luci si accendono,
su questo pavimento, in questo teatro. Io
prima che tutte le persone si siano sedute;
ce la devo fare perché se sono arrivata fin
hai un blocco: come se ti si spezzassero le
fui ce l’ho già fatta, e ce la farò ancora!
ali prima di dover volare…o, le corde vocali pierròt p.11
#00 02/2009
Carlo Del Vescovo
propri pensieri, che appaiono surclassati
da parole neutre e senza tinte forti. Si con-
da quelli imposti dal piccolo schermo. Il
tinua entrando nel dettaglio della propria
silenzio imposto.
condizione, sperando che un tono più confidenziale possa suscitare la benevo-
Pranzo o cena con amici fuori casa: Gli amici
lenza del interlocutore che nel frattempo
scelgono dove cenare in base a quanta
ha cominciato ad annuire con un sorriso
i è spesso accennato in questi mesi
gente c’è in ciascun locale pubblico. Se si è
accennato. C’è la prima pausa, in attesa che
all’importanza da parte di un attore di
tra fidanzati si cerca un posto dove un certo
ci sia finalmente una risposta. Nulla. Il capo
elaborare il silenzio in scena.
silenzio possa permettere di comunicare,
guarda altrove sospirando e sorridendo col
Ho avvertito di aver maturato una migliore
mentre se si è in un gruppo folto di amici si
fare di chi sta pensando “è sempre la stessa
comprensione dei silenzi anche nella vita
cerca un locale ben frequentato per sfug-
storia!”. Il sottomesso se ne accorge e pen-
quotidiana. Il silenzio ha una sua dimensio-
gire dall’imbarazzo globale di non riuscire
sando di anticipare l’inizio del discorso del
ne positiva (nel senso etimologico del ter-
a comunicare efficacemente con tutti. Il
capo cerca di rimediare dicendo che ne
mine) e non va superficialmente avvertita
silenzio di un gruppo di dieci persone in
avrebbero potuto parlare un’altra volta se
come assenza.
una serata che prometteva divertimento
c’era qualche problema, avendo il malcapi-
ed evasione è imbarazzante ma anche
tato pensato che probabilmente qualcun
sconfortante. Un silenzio double phase.
altro lo aveva preceduto quel giorno con
S
Immersi tra i suoni ripetitivi e consueti della nostra quotidianità, si dovrebbe impara-
la stessa richiesta. Salutando gentilmente,
re con maggior coscienza ad individuare i
Uomini incaponiti: Gente si confronta ani-
esce. Il miglior modo di vincere un con-
silenzi realizzati e quelli che si nascondono
mosamente senza ascoltarsi. C’è la paura
fronto è evitarlo. Il silenzio del potere.
dietro altri suoni.
di farsi fregare dall’altro. Ognuno elabora
Ho pensato di proporre alcuni momenti di
strane deduzioni in deroga ad ogni logica
Attesa della fine di un silenzio.
vita da poter anche eventualmente analiz-
pur di averla vinta. Si comincia ad urlare,
Silenzio..
zare come prove d’attore.
qualcuno la sta spuntando e gli altri ne sentono il pericolo dell’epilogo sfavore-
E: Cosa facciamo adesso?
Pranzo o cena a casa in famiglia: Si è a ta-
vole della conversazione. Non si ascolta
V: Aspettiamo colui che verrà a rompere il
vola assieme in famiglia con grandi pause
neanche cosa l’altro stia dicendo, perché,
silenzio.
senza parlare, nessuno percepisce la noia
mentre l’altro parla, devi pensare a cosa
o imbarazzo per la mancanza di comuni-
urlare a tua volta in modo più energico. Il
cazione. C’è qualcuno che cerca di parlare
silenzio della ragione.
per dire qualcosa di importante ma è vinto
Silenzio..
E: Sì ma mentre aspettiamo?
dalla propria timidezza e dalla indifferenza
Capi e sottoposti. Il sottoposto chiede un
V: E se ci impiccassimo?
altrui. Le basse teste dei restanti murano la
migliore trattamento, solleva le proprie
E: Sarebbe un buon modo per schiarirsi la
comunicazione, tranquillizzati dalla TV che
ragioni con calma e col timore di varcare
gola…in attesa del grande urlo.
parla continuamente. Essa colma i silenzi
la soglia del lecito. snocciola mille con-
familiari della cena o del pranzo, inibendo
venevoli e premesse affinché la richiesta
la parola dei grandi e educando i più pic-
non appaia troppo irruente e sfrontata.
coli all’inutilità di esprimere con fantasia i
Grandi perifrasi condite da mezzi termini,
p.12 pierròt
02/2009 #00
Michele Pinto
Ogni persona poi aveva dei pronomi di-
Amore Ossigeno Piccola Bellissima Bam-
scendenti dei nostri antiquati cognomi,
bi Ketchup sulle patatine Cuspide della
che li poneva in una sorta di classificazio-
notte prima dell’alba.
ne per familiae romane.
Pesci esotici: ce ne sono varietà bellissime
C’erano allora i 349, parenti dei 347 e dei
nell’acquario di mia cugina. Sono traspa-
348, e ancora i 339 i 328 e i 392.
renti e scivolano idrodinamici senza danno
Tutta questa rete avrebbe dovuto favorire
nell’acqua e puoi vederci attraverso.
le relazioni interpersonali ma invece que-
Tu chiamami PESCE TROPICALE DELL’AC-
ste ne subirono un brusco rallentamento.
QUARIO DI MIA CUGINA!
Non solo gli individui non si incontrarono più di persona, ma poichè le tariffe erano troppo alte ed ognuno aspettava di essere chiamato dagli altri smisero di chiamarsi. Io invece ti chiamerò sempre
I
n una delle linee temporali del pianeta Terra ci fu un’epoca in cui gli uomini (e le
donne) abbandonarono l’arcaica maniera di connettersi tra di loro rivolgendosi di persona la parola e soprattutto chiamandosi per nome, in favore di un più rapido, sicuro ed efficiente sistema di nomenclatura a base decimale. C’era allora Giusy che divenne 2106373, Francesco
diventò
4150042 e così via.
6756241,
Cristian Michele Pinto - Mutatis Mutandis: gli angeli non hanno catene!
pierròt p.13
#00 02/2009
Leonardo Ventura
E diamogli pure dei sogni veri, quelli che
mentosa.. dalla vile terra nasce la più no-
sanno di sangue e sudore, non solo begli
bile forma d’arte, la natura, senza fronzoli
ideali che s’impattino sul nascere su di un
e inutili giri di parole.. inutili perché non
foglio bianco.
tutte le parole del mondo sarann
a quanti artisti ci sono su questa
Portiamo il cuore al mare, facciamo che re-
degne d’esprimere la bellezza di un sogno
terra?
spiri la libertà e, senza pretesa alcuna, dia
reale, fatto di assoluta imperfezione e to-
Mettiamone un po’ al rogo, che l’incenso
a se stesso il proprio conto. Più sarà duro e
tale completezza nel descrivere il mistero
nell’aria abbia più valore di uno spento
più incisivo crescerà il suo valore..
della vita.
ardore che proclama la propria gloria!
Fra le pietre si nasconde erba medica-
M
Martina Martinelli
Il vademecum dell’aspirante attore Prologo Premesso che sarebbe più facile dirvi ciò che bisogna fare per diventare grandi attori di teatro, ma che io ignoro quale sia questo fare; premesso che, per ora, ho solo appreso ciò che non bisogna fare, perchè tutto quello che faccio è sbagliato; l’intento di questo scritto è di rendervi edotti sugli errori da me commessi e che vi auguro di non ripetere. Buona lettura. p.14 pierròt
1 In scena ogni movimento deve essere voluto, per cui muoviti poco, certo ti sentirai uno stoccafisso e penserai fra te e te, ma le mani dove le metto? Ecco, non metterle in tasca. 2 Le mani non le hai messe in tasca e sei stato bravo, ma porca miseria, era proprio necessario aggiustarsi i capelli? 3 E tu, che sei senza capelli, c’era bisogno di grattarsi? L’abbiamo visto tutti. 4 Superata la difficoltà dello stare in scena, senza muoversi, non dimenticare di tenere i piedi ben piantati in terra....cos’è quel piedino che rimane in bilico e non sa dove andare? Starai per caso facendo un passo di danza classica? Non ti azzardare, poggia quel piede, mica siamo al balletto? 5 Reciti ad agosto con un vestito che pesa venti chili e ti fa sudare come un cammello, pensa ai pinguini e ricorda sempre che non ti devi aggiustare. 6 Passiamo ai colleghi, in scena non sei solo, hai altri stoccafissi che recitano con te. Il che significa che gli altri baccalà, ad un tuo respiro reagiranno, quindi non respirare. 7 Ricordati sempre di respirare. 8 Hai parlato? Ma che hai detto? Non ti ha sentito nessuno. Ti sei ricordato di usare
mai
il diaframma? È vero che con i tempi che corrono bisogna risparmiare, ma non ti sembra di esagerare? 9 Sacrilegio, hai sputato al tuo compagno mentre parlavi..............Bravo, vuol dire che stai producendo saliva, sputa sputa...... 10 Hai toccato un altro attore? Ma sei pazzo? Lo sai che questo provocherà una sua reazione? E tu sai quale sarà? No che non lo sai, quindi, astieniti dall’allungare le mani.
Queste sono solo dieci delle migliaia di cose che ogni attore dovrebbe tenere sempre a mente, il che vi fa comprendere quanto il mestiere dell’attore sia impossibile. Tuttavia non rinunciare mai al sogno di diventarlo e goditi la strada che percorri, il divertimento è tutto nel tragitto, sempre con la consapevolezza che forse la meta non sarà mai raggiunta. Ma non disperare, salirai sul palco, darai il meglio di te, ogni giorno rispetterai una regola in più e vedrai che gli sbadigli del pubblico si trasformeranno in applausi. La vita è un teatro, il teatro è la vita, porta in scena la realtà.
02/2009 #00
Carlo Del Vescovo
una macchina fotografica). A quel punto
aiutato a far emergere i miei tratti ponen-
ho pensato che il re era nudo. Ho visto
doli in chiaro sia a me stesso che ai miei
questo brutto sacro natale, ogni
dinanzi a me due persone che utilizzavano
colleghi. E’ un percorso di scoperta e talvol-
anno
profana-
un gergo che non li apparteneva. Erano
ta il sentirsi semplicemente capaci di cre-
to dalla prolificazione di inutili oggetti
semplicemente affascinati da quei termini
are qualcosa può suscitare una maggiore
maldestramente chiosati come “pensieri”
anglosassoni così altisonanti, ma in realtà
sicurezza di se stessi e una maggiore calma
(Che qualcuno ci insegni il valore di que-
colmi per loro solo di fascino. Mi domando
nell’approcciare gli altri.
sto termine!!!), mancavano solo le bombe
a questo punto se il meccanismo principa-
Penso anche che questo percorso sia fatto
nella terra natale. L’umanità si è omaggiata
le del consumismo stia nel linguaggio e nel
di lettura e curiosità. Lo studio è il modo
cordialmente con il pensiero di fondo (qui
generare parole sexy con cui narcotizzare
migliore per coltivare le proprie curiosità
purtroppo il termine è propriamente adot-
le masse. Riflettiamo su cosa saremmo sen-
e la conoscenza alimenta la voglia di per-
tato) che i figli di alcuni saranno cresciuti
za le parole delle multinazionali. Sarebbe
fezionarsi.
sul sangue dei figli di altri.
possibile riempire questi spazi vuoti? Forse
Conseguenza naturale di questo approccio
Vorrei subito premettere che questo non è
la creatività e una maggiore autenticità del
alla vita è la maggiore autonomia intellet-
il tipico je accuse verso il consueto consu-
proprio linguaggio sarebbero sicuramente
tuale che ti conduce a scelte più decise e
mismo natalizio, mi piacerebbe invece con
più stimolate. Forse si riuscirebbe a con-
ferme e ad una maggiore e più chiara ca-
voi provare a fare un piccolo passo oltre.
cepire un proprio vocabolario frutto del
pacità di discernimento di cosa realmente
L’esperienza di stesura di quest’articolo
proprio vissuto. Sarebbe bello ascoltare
fa per te. Trovo bellissimo scegliersi delle
parte dall’aver assistito all’interno di uno
un uomo per strada e poter capire il lavoro
parole preferite da utilizzare propriamente.
degli omnipresenti centri commerciali ad
che fa semplicemente dai vocaboli che
L’istanza che propongo con forza è anche
una discussione tra padre e figlio di mia
predilige. Sarebbe molto interessante che
riscoprire l’importanza di un linguaggio
conoscenza del tutto lontani dal mondo
ognuno riporti nella propria analisi logica
esatto. Molti dei litigi in famiglia o tra amici
della tecnologia che dissertavano circa gli
l’impronta della propria pratica lavorativa
nascono da una scarsa capacità di comu-
articoli presenti sugli scaffali. Ambedue,
e della propria indole, tecnica o sognatrice
nicare esattamente ciò che si vuole e il
malgrado già in possesso di ogni sorta di
che sia. E’ una esperienza tipica di quando
fraintendimento è sempre dietro l’angolo.
accessorio tecnologico, non nascondevano
si parla con i contadini anziani. Sin dalle
L’augurio che faccio per il nuovo anno
affatto la smania dell’ acquisto, alimentata
prime parole, ci si accorge che è una per-
a tutti i miei colleghi, maestri, lettori e a
non tanto dalla curiosità di un nuovo og-
sona che si identifica con il lavoro nobile
Pierrot è quello di riscoprire ulteriormen-
getto ma quanto dalla brama di possedere
e duro della terra. Allo stesso modo forse
te la propria singolarità, conservandola
l’articolo più avanzato. Lo scenario è del
ci si accorgeva nel passato di parlare con
come tesoro personale ma da donare agli
tutto noto ed è anche abbastanza poco
un nobile dalla ricercatezza dei suoi ter-
altri senza riserva. Quindi l’anno prossimo
originale farne un quadretto seppur super-
mini sia che esso fosse uno spietato sia un
vi sprono a donare ai vostri cari un vostro
ficiale. La mia fronte però si è corrucciata
filantropo. Sono convinto che uno dei più
pensiero sotto forma di una vostra frase
quando ascoltando i termini da loro utiliz-
bei regali da fare a se stessi è quello della
maturata durante l’anno, rappresentativa
zati mi sono accorto di alcuni errori anche
unicità. Sono allo stesso tempo convinto
di come il rapporto umano con quella
abbastanza grossolani dovuti alla loro
che l’arte è la strada maestra da percorre-
persona è evoluto durante l’anno. Non
totale ignoranza nel campo. (Ad esempio
re per definire i propri tratti linguistici ed
deleghiamo ad un inutile oggetto il nostro
credevano che i pixel fossero una unità di
espressivi.
spirito fraterno natalizio!
misura della grandezza dello schermo di
L’esperienza stessa della scuola mi ha
A
sistematicamente
pierròt p.15
#00 02/2009
La Redazione
C
ontinuiamo a pubblicare episodi epistolari che riguardano politica e arte, due mondi strettamente connessi ed equidistanti. In questo numero pubblichiamo la corrispondenza tra un artista ed il consiglio di amministrazione dell’ente pubblico IPAB Casa di riposo “V. Emanuele II” di Corato composto da consiglieri individuati da organi politici. Troverete la forma della scrittura alquanto “strana”, desueta: improntata al rigore burocratico la prima missiva, all’invenzione del “fantaburò” la seconda. Per decifrare entrambe occorre conoscere alcuni fatti. Il Teatro delle Molliche dal 2002 svolgeva all’interno della palestra concessa dall’ente IPAB la Scuola delle Arti della Comunicazione. Dopo sei anni, il CdA ha comunicato che la tariffa da evolvere a titolo di ablazione, gli orari, l’organizzazione dovevano essere regolamentati in un modo che risultava incompatibile con la nostra attività. Dunque, abbiamo chiesto un regolare contratto di locazione, una convenzione di gestione. Negati. Abbiamo cercato di spiegare le regioni per cui risultava impossibile lavorare secondo la nuova regolamentazione, chiedendo la concessione di soli 30 minuti di più rispetto all’orario indicato nel regolamento. Così senza perderci d’animo e con l’aiuto Divino abbiamo deciso di andare altrove.
p.16 pierròt
Lettera spedita il 10/12/2008
Lettera spedita il 22/12/2008
Spett.le TEATRO DELLE MOLLICHE – Corato Alla c.a. del M° Francesco Martinelli
Spett.le Casa di riposo “V. Emanuele II” – Corato alla c. a. del Presidente prof. Filippo Balducci
Oggetto: Utilizzo Auditorium.
Oggetto: Utilizzo Auditorium.
Con riferimento all’oggetto sopra emarginato si fa seguito a Vs pregiata del giorno 4 c. m. per significare quanto segue. Premesso che la richiesta dei giorni e degli orari di utilizzo dell’Auditorium va effettuata mensilmente, in ordine agli orari di utilizzo della struttura si ribadiscono quelli già comunicati nella missiva del 25.11 c.a. e precisamente : a) ore 8:30 – 12:30 nella fascia antimeridiana; b) ore 16:30 – 21:30 in quella pomeridiana, così come stabiliti con Delibera del CdA n. 14/08 del 18.11 c.a. e non prorogabili per esigenze dell’Ente. Per i motivi testè chiariti, si concede pertanto l’utilizzo dell’Auditorium sino al 31.01.2009, invitando Vs Compagnia a specificare gli orari di utilizzo (mattina e/o pomeriggio). Per quanto non evidenziato nella presente, si fa riferimento alla Ns del 03.11 c.a. Distinti saluti.
Seguitando a Vs pregiata del 10 c.m. conseguente a Ns. del 02/12 c.a. in risposta della Vs. del 25/11 c.a. con riferimento all’oggetto sopra emarginato significhiamo quanto segue. Adducendo che si ha necessità di una concessione dell’Auditorium sino a Dicembre 2009, esigente la nostra attività, in calce esplicitata quale Teatro, una programmazione ex ante, ed essendo indispensabile agire in corretta piattaforma lavorativa rispetto tempi e spazi; evidenziamo Vs. volontà a concedere una tantum lo spazio in questione, dietro richiesta giustificativa presentata mensilmente, citiamo missiva del 10 c.m. dove vi è delibera approvante concessione sino e non oltre al 31.01.2009, ribadiamo che gli orari da Voi comunicati, dietro decisione improrogabile del CdA con Delibera n. 14/08 del 18.11 c.a,, definiti idonei ad esigenze estrinseche dell’Ente, non risultano coincidenti con il nostro calendario scolastico regolante la frequenza degli allievi iscritti secondo apposito registro interno. Per i motivi testè chiariti non essendo compatibile con gli assunti suddetti, una concessione ad uso dell’Auditorium, in ottemperanza del giusto regolamento di utilizzo, come previa disciplina del CdA; comunichiamo che abneghiamo Vs. gentile concessione, provvedendo a sgomberare immediatamente l’Auditorium di quanto posseduto, al fine di rendere l’immobile libero da persone e cose, e svincolato da impegni con la Ns. Compagnia. Memori della ospitalità offerta, e confidando nella sensibilità rispetto ad eventi e progetti di fruizione culturale, auspichiamo una futura e proficua collaborazione. Porgiamo distinti saluti.
Il Presidente, Prof. Filippo Balducci
Il Legale rappresentante, Maestro Francesco Martinelli
la Bacheca STAGES “WEEKEND IN PALCOSCENICO”
In collaborazione con Globeglotter - Trinitapoli - (info e iscrizioni 0883.634071 - 340.1206412 - www.globeglotter.it) 6/7/8 Marzo - Centro di Lettura Globeglotter - Trinitapoli
“Teatro del Novecento”
Harold Pinter con Fabrizio saccomanno (Kantieri Teatrali Koreja) ; Samuel Beckett con Lucia Zotti e Lello Tedeschi (Kismet Opera) Benni - Bisio - Pennac con Rosa Tarantino (Il Carro dei Comici) 13/14/15 Marzo - Centro di Lettura Globeglotter - Trinitapoli
“Il Teatro Greco” Con Francesco Martinelli (Teatro delle Molliche) 3/4/5 Aprile - Centro di Lettura Globeglotter - Trinitapoli
“Il Teatro di Shakespeare” Con Roberto Petruzzelli (Teatro Nuovo) A conclusione di ogni stage gli insegnanti terranno una lezione spettacolo aperta al pubblico. Tutti gli stage si terranno presso “Libriamo” in via Cairoli, Trinitapoli. Orari: Venerdì 16.00-20.00; Sabato 10.30-18.00; Domenica 16.00-19.00. Costi: € 50,00 per singolo stage + € 50,00 di iscrizione (valida per tutti gli stages)
24/25/26 Aprile - Scuola delle Arti della Comunicazione - Corato
“Il Teatro del Mostro” Condotto da Rolando Macrini Costo: € 15,00
EVENTI 7 Marzo, ore 18.00 - Biblioteca comunale - Corato
“A volte volti di donna accadono” Lettura drammatizzata.
11 Marzo, ore 18.00 - in collaborazione con SECOP EDIZIONI - Corato
“POESIE SOTTO LE GRONDAIE”
Laboratorio di scrittura poetica “Abitare poeticamente il mondo”, condotto da Angela De Leo 21 Marzo, ore 18.00 - in collaborazione con SECOP EDIZIONI - Corato
“POESIE SOTTO LE GRONDAIE”
Laboratorio di scrittura poetica “Abitare poeticamente il mondo”, condotto da Angela De Leo 27 Marzo - Via Duomo - Corato
“Giornata mondiale della poesia” Dalle 19.00 alle 24.00 in Via Duomo si potranno recitare o esibire le poesie amate (la partecipazione è gratuita)
O.F.T. SCUOLE (Osservatorio Formazione Teatrale nelle Scuole) L’impegno del Teatro delle Molliche rivolto all’educazione e formazione artistica delle nuove generazioni è costante svolgendo laboratori nelle Scuole Pubbliche: Istituto Tecnico Commerciale “Tannoja” – Corato “Le nuvole” di Aristofane Istituto Tecnico Commerciale “Einaudi” – Canosa di Puglia “I luoghi del pensiero” Istituto Tecnico Commerciale “Carafa” – Andria “Il maleficio della farfalla” di G. Lorca Istituto Professionale per il Commercio “Lotti” – Andria “Aspettando Godot” di Beckett
http://pierrotweb.wordpress.com il blog di Pierròt Un blog sempre aggiornato, dinamico, ricco di notizie su corsi, spettacoli, concerti, mostre ed eventi di particolare interesse selezionati per voi. Articoli, recensioni, servizi fotografici, video che potrete commentare giorno per giorno. I link utili, le informazioni sui corsi della Scuola delle Arti della Comunicazione e, se volete, il numeri precedenti di “Pierròt “ da leggere direttamente sul vostro PC.
delle
Scuola Arti della Comunicazione del Teatro delle Molliche
Scuola di recitazione e di orientamento professionale La Scuola ha come obiettivo l’educazione e l’orientamento al Teatro. L’attività è finalizzata all’insegnamento dell’utilizzo dei mezzi di espressione artistica; alla ricerca della libera espressività nella pratica attoriale; a stimolare la sensibilità e alla scoperta della necessità ed essenzialità del gioco del Teatro.
Corso propedeutico di recitazione per ragazzi Da 11 a 14 anni. L’attività è finalizzata all’insegnamento delle regole fondamentali di palcoscenico; alla ricerca della libera espressività nella pratica attoriale; a stimolare la sensibilità e la voglia di esprimersi liberamente nel gioco del Teatro. Fondamentale sarà il rapporto con le tecniche propedeutiche alla recitazione, avviando uno studio serio sul linguaggio fisico e verbale applicato al Teatro.
Corso di teatro per bambini Da 6 a 10 anni. L’attività della Teatroteca è finalizzata alla ricerca della libera espressione creativa utilizzando i mezzi e il linguaggio del Teatro, stimolando la necessità comunicativa. Tramite il gioco del Teatro insegneremo ad apprendere le regole fondamentali di socializzazione in scena e la disciplina artistica.
Informazioni: cell. 3384234106, all’indirizzo e-mail: teatrodellemolliche@libero.it, sul nostro sito internet www.teatrodellemolliche.it
e presso la nuova sede operativa in Via Ruvo n. 32 - Corato (Ba)
La scuola è patrocinata dai comuni di Corato (Ba) e Seravezza (Lu) ecollabora con la Scuola del Piccolo Teatro della Versilia di Seravezza (Lu), il CUT dell’Università degli Studi di Viterbo, il Teatro Eliocentrico di Viterbo.