
7 minute read
L'ITALIA DI TUTTI
from PINK BASKET N.29
by Pink Basket
INSIDE EUROBASKET - DI FRANCESCO VELLUZZI
EUROBASKET ALLE PORTE: PER LINO LARDO LA PRIMA MANIFESTAZIONE INTERNAZIONALEALLA GUIDA DELLE AZZURRE. DOPO AVERE CENTRATO LA QUALIFICAZIONE ALL’EUROPEO, IL CT VUOLE PROVARE A CONDURRE L’ITALBASKET IL PIÙ AVANTI POSSIBILE. L’AMBIZIONE? QUALIFICARSI PER IL PRE-MONDIALE
Advertisement
Se lui è davvero l’uomo giusto lo dirà il prossimo Europeo che scatta in Spagna e vede le azzurre di fronte a Serbia, Montenegro e Grecia. Tre scogli da affrontare per andare avanti e sognare. Come l’Italia del calcio di Roberto Mancini. Ecco, Lino Lardo, CT dell’Italdonne, può, vuole e aggiungiamo il deve, essere il Mancini della Nazionale di basket femminile che lui, il tecnico di Albenga, ha cominciato a plasmare con un approccio simile a quello del Mancio. Passione azzurra è il motto del coach che, quando ha ricevuto la chiamata del presidente federale Gianni Petrucci, non ha esitato neppure un secondo. Era in Puglia a San Severo, dove aveva accettato l’ennesima sfida in A2 maschile. Non ha mai avuto problemi e difficoltà a calarsi in nuove realtà, in nuove avventure.
La passione lo ha portato ovunque. È passato dalla finale scudetto con l’Olimpia Milano, dove ha partecipato all’avviamento del progetto di Giorgio Armani, a Rieti in A2. Ha vissuto la Virtus Bologna, che oggi è campione d’Italia, e quel che restava di Roma che oggi piange perché non c’è più. Poi Trapani, Udine, Scafati, San Severo. Fino alla femminile. Perché un nesso c’è. Malì Pomilio, la compagna di Lino, la seconda splendida vita di Lino, è stata una protagonista vera del movimento. Da giocatrice innanzitutto. Nella Vicenza di Pollini e Fullin e in maglia azzurra.
Un colore speciale per Lardo: “La maglia azzurra è un richiamo fortissimo. Deve esserlo. Per questo quando Petrucci, un anno fa, mi ha telefonato, non ho esitato un attimo. Non avevo mai allenato le ragazze, ma vivo in casa con Malì e qualcosa ho cominciato a masticare. Dieci anni fa avevo avuto un contatto con Schio che poi non si era concretizzato. Ho imparato a conoscere giocatrici e movimento. Quando allenavo la Gsa di Udine di A2 qualche anno fa, Malì era arrivata alla panchina della Delser. Ci svegliavamo la mattina e a colazione avevamo le lavagnette in mano. E ci confrontavamo”. Ora Malì per qualche giorno siederà in tribuna all’Europeo spagnolo. Ma in panchina ci sarà Lino Lardo che farà di tutto per portare più avanti possibile le azzurre. Che in panchina hanno una team manager speciale, quella Raffaella Masciadri che l’azzurro lo ha incollato sulla pelle. Resettare le vecchie esperienze, con un tecnico umano e motivato, è l’imperativo di questa Nazionale che si prepara alla tostissima battaglia con la Serbia.
“Ho firmato un contratto di due anni, fino all’estate del 2022. Ma sia chiaro che sarei ben felice di andare avanti fino all’Europeo del 2023 che qualificherà per la nuova Olimpiade. In questo torneo c’è in ballo la qualificazione per il prossimo Mondiale”, spiega Lardo. Al torneo Pre-Mondiale del febbraio 2022 che qualifica all’evento australiano di Sydney (in programma dal 22 settembre al 1°ottobre 2022) arrivano le prime sei classificate di questo Europeo in cui la nostra Nazionale prova a recitare un ruolo importante.


L’avventura - Lardo si è inserito bene nel gruppo azzurro. Lo ha fatto entrando in punta di piedi, proponendosi con naturalezza e spontaneità, toccando le corde giuste delle ragazze che avevano bisogno prima di tutto di questo aspetto. “Allenarle mi piace, è motivante. Le donne sono molto allenabili. Mi sono approcciato proponendomi esattamente per come sono. Il basket è universale, per uomini e donne. Io ho cercato di trasmettere la mia mentalità e di creare una mentalità. Poi ci vuole atletismo. Le ragazze hanno una forte resistenza alla fatica, amano lavorare in palestra e hanno grande capacità di concentrazione. Quando lavori con loro sai che riceverai molte richieste, ma, se troverai il feeling giusto, otterrai molte più risposte. Ho avuto modo di gestire le prime bolle in piena pandemia, quando abbiamo giocato le prime partite e la risposta è stata davvero ottima. Abbiamo vissuto insieme”.
E soprattutto il gruppo ha imparato a vivere tra le tante difficoltà che una situazione del genere imponeva. L’Italia ha ripreso a vincere e a convincere. E con questo spirito si presenta all’Europeo spagnolo. I concetti espressi dal commissario tecnico ligure sembra siano stati assimilati. La squadra è forte, ringiovanita, unita. La scelta di rinunciare a un pilastro come Giorgia Sottana è stata assorbita. Con Crespi era una delle cosiddette punte. Ora non c’è. Perché questa Italia vuole crescere anche in prospettiva. E la chiusura con il passato deve servire a trarre spinta motivazionale ed energia per il futuro.
La squadra “Questa è la Nazionale di tutti”. Non è proprio un manifesto o uno slogan studiato a livello mediatico, ma è lo spirito che ha trasmesso Lino Lardo. Nel senso che tutte hanno un’opportunità, sono considerate allo stesso modo, sono indispensabili.
Lardo punta su concetti chiari: “La maglia azzurra trasmette emozioni. A me come a loro. Le ragazze devono tirar fuor tutto quello che hanno e su questo abbiamo lavorato. Occorre un certo spirito di sacrificio da parte di tutte. Bisogna dare assolutamente tutto in difesa”. E a proposito di questo particolare, non indifferente, si rileva anche la scelta di rinunciare a una specialista come Martina Crippa, da anni incaricata di mettere la museruola all’attaccante avversaria più pericolosa. “È stata una decisione e una scelta difficile, anche per la persona che è. Ma ha giocato anche poco nella stagione appena conclusa”, spiega Lardo. Che deve affidare questo compito particolare alla giovane e talentuosa stella dell’Umana Venezia, la squadra che ha appena guidato alla conquista dello storico scudetto: Francesca Pan. Tiratrice eccelsa. Ma capace anche di difendere forte, Pan è il presente, ma pure il futuro. L’esperienza americana l’ha resa forte a tal punto da guadagnarsi il premio di Mvp durante le finali scudetto contro Schio, spodestata dopo anni di dominio. “Ha molta personalità, ha un gran tiro, ma difende bene con aggressività, da esordiente ha compiuto dei progressi enormi e si è fatta sentire”, spiega il coach che, però, rimarca un concetto: “Questa Nazionale gioca di squadra. È una squadra che gioca di squadra. Nel gruppo sono davvero tutte importanti allo stesso modo”.
Poi sia chiaro che una giocatrice come Cecilia Zandalasini non può essere considerata una qualunque, dopo tre anni da protagonista in Turchia al Fenerbahce. Il futuro la vedrà stella indiscussa della Virtus Segafredo Bologna che sarà allenata indovinate da chi? Da Lino Lardo... “È un capitolo a cui penserò dopo. Ma sono contento di tornare a Bologna e misurarmi in una realtà come questa. Vedo sicuramente un grande spirito. Una società che crede molto anche nel settore femminile che ha accorpato con quello maschile”.
Tornando a Zandalasini, Lardo ne conosce ovviamente il valore. “Chiaro che avrà tanti occhi puntati addosso. So quel che ci può dare. Ma lei per prima, appena è arrivata, si è messa a disposizione di un gruppo in cui è importante come le altre. Ognuna ha il proprio ruolo. Con questo approccio dobbiamo arrivare al primo appuntamento del 17 con la Serbia. Sappiamo che nel reparto lunghe siamo un po’ contate e non abbiamo tanti centimetri. Ma mi fido dell’esperienza di Bestagno e del contributo di Cubaj, André e Keys. Abbiamo salutato Martina Spinelli e Valeria Trucco che hanno dato il massimo finché sono state con noi”. Il capitano scelto, Sabrina Cinili (che Lardo ritroverà come Zandalasini nella futura esperienza di Bologna), può agire indifferentemente da tre e da quattro, sfruttando la sua versatilità e anche il tiro di cui dispone.

Il reparto piccole ha una certezza: Debora Carangelo, playmaker e leader della Venezia scudettata. Sarà lei a guidare la barca in partenza. “Si è ritagliata uno spazio importante, semplicemente con il lavoro. Ha giocato una grande finale scudetto con la Reyer. Ha dimostrato che a tutte le età si può essere protagonisti”. Il resto dell’energia lo trasmetteranno la passaportata Nicole Romeo, ormai di casa in Italia, tra Ragusa e Nazionale (un trottolino che dà tanto ritmo e pericolosità offensiva), e Attura. Poi c’è l’altra protagonista della bella pagina scritta a maggio dall’Umana Venezia, Elisa Penna che sembra maturata a tal punto da essere una giocatrice di grande affidabilità anche a livello europeo. Lardo ci conta parecchio unendo un mix di esperienza e gioventù che è sempre la chiave necessaria per raggiungere determinati risultati.
È un Europeo che vede squadre come Spagna, Serbia, Francia, Belgio e Russia come le formazioni più pericolose e sulla carta più accreditate, ma le azzurre, con lo spirito trasmesso dal nuovo e pure futuro coach (per alcune) possono inserirsi nella lotta. Hanno la spensieratezza e la sfrontatezza che serve. “Chiaro che le squadre citate sono molto forti e inizialmente accreditate per le posizioni di primo piano, Serbia in primis, visto che è la nostra prima avversaria. Ma sono certo che lo spirito che metteremo sarà quello giusto. Io mi fido”. Parola d Lino Lardo.