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VIAGGI E MIRAGGI

PRIMO PIANO di Bibi Velluzzi

ZAMPIERI, DOPO IL DOLOROSO ADDIO A BRONI, È RINATA AD ALPO. TESTARDA, AMBIZIOSA E CON UNA SMISURATA VOGLIA DI VINCERE, ARIANNA CI RACCONTA IL LUNGO VIAGGIO CESTISTICO CHE L’HA RIPORTATA NEL SUO VENETO.

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Dai 6 ai 31 anni é un quarto di secolo. Arianna Zampieri in Veneto, nella sua Mirano, ha preso in mano il pallone da basket guardando suo fratello (che oggi vive a Milano dopo la laurea in Bocconi e dopo aver fatto pure l’arbitro) e non lo ha più mollato. Passati i 30, quel pallone è ancora il suo compagno di una vita che, nel frattempo si è ampliata perché l’ala (1,83) di Mirano ha sfruttato la sua Magistrale in Motorie e ha aderito al progetto Coni-Miur e oggi lavora per tre volte a settimana sul progetto di attività motoria preventiva e adattata in una quarta e in una quinta elementare di Villafranca (“Adoro i bambini”). La sua ennesima tappa di un lungo viaggio cestistico. Alpo, a due passi da Verona, l’Ecodent, dove il padre Renzo Soave, presidente iper presente e tuttofare e il figlio Nicola, allenatore quarantenne alla guida della prima squadra, sono concentrati alla ricerca di una storica promozione in A-1 in un girone complicato in cui la capolista Costa Masnaga, la vincitrice-bis della coppa Italia Crema e la rivelazione Moncalieri sono tre forze difficili da abbattere.

LUNGO VIAGGIO Arianna Zampieri è al secondo anno in zona Verona. Ci si allena tra Alpo, la casa del club, e Villafranca, dove si giocano le partite interne al sabato sera. Lei è finita lì, estasiata dal progetto, come direbbero i calciatori che cambiano casacca, dopo la lunga esperienza da capitana a Broni, quattro anni intensi, in cui ha conquistato la promozione in A-1 da imbattuta, ma dove si è pure rotta un crociato restando praticamente ferma una stagione. Viaggi e miraggi sono sempre stati il sogno della talentuosa ariete (è nata il 23 marzo 1988) Zampieri. Che ha cominciato nella sua Mirano, prima di affidarsi alle cure di Maurizio Sottana (il papà di Giorgia) a Treviso. “Con lui ho imparato tutto, è come fosse uno zio, un parente, e con Giorgia ho condiviso tante cose da quando sono ragazzina, siamo ancora care amiche” spiega Arianna attaccante nata, una col senso del canestro, con la voglia fissa di tirare da fuori. “La cosa che più mi piace. Quando ho cominciato andavo su e giù per Treviso”. Poi è arrivato il primo salto, in alto, con Venezia: “Ho debuttato anche in Eurocup e lì ho conosciuto il mio modello cestistico, Mery Andrade. La giocatrice che ho apprezzato maggiormente, anche se non sono dura in difesa come lei, anche se in uno dei primi allenamenti le spaccai il naso ed ero terrorizzata perché proprio non l’avevo fatto apposta. Ora Mery fa il vice allenatore a San Diego e la scorsa estate sono pure andata a trovarla”. Zampieri da ragazza è sempre andata a imparare, nel frattempo facendo esperienza nelle nazionali giovanili, con le quali ha fatto un Europeo Under 20 (2008). Dopo Sottana, ecco un altro maestro: “A Lucca trovo Mirko Diamanti, uno specialista. Bravo, ma tosto eh. Era la mia prima esperienza fuori casa, cominciavo l’università ed entravo in una dimensione professionistica davvero. Sono cresciuta tanto, abbiamo sfiorato una promozione perdendo in finale con Cavezzo e poi l’abbiamo centrata. Ho sempre voluto giocare per vincere, ecco perché ho scelto Alpo, sogno tanto di guadagnarmi una promozione in questo club a dimensione umana”.

Ma il giro d’Italia di Arianna, prima di arrivare a Verona-Villafranca, è stato lungo. Come in quella canzone, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Nel suo Veneto, dove mamma e papà, titolari di un’azienda, non perdono una partita in casa della loro figlia. “Ci sono state Marghera, La Spezia, Pozzuoli, Udine. Pozzuoli è stata un’esperienza strana, eravamo in A1 ma le attenzioni erano tutte sulle straniere. Giocai poco. A Udine sono stata un anno solo, mi sono trovata bene.

BRONI Poi è arrivata la grande svolta, quella che l’ha segnata, in tutto. Broni. Una società che oggi è un modello. Per la passione che ha, per come è impostata, per la tifoseria unica per una squadra di basket femminile. Arianna ci ha lasciato il cuore, a Pavia ha preso la Magistrale, ha conquistato la A1 e ha ripreso a giocarla da protagonista. Non si è lasciata bene e può succedere anche nelle storie d’amore più intense e complicate. “Sono stati quattro anni bellissimi della mia vita. Dal primo con Giroldi all’ultimo. Forse il primo è stato proprio il migliore. Il secondo è stato il più duro perché ho fatto il crociato, il terzo è stato quello della cavalcata trionfale con la promozione da imbattute, nel quarto ho ritrovato il campionato più importante e l’ho giocato da protagonista. Per tre anni sono stata capitana di una bellissima squadra. Poi la società ha fatto una scelta, ha deciso di rinnovare. Non ho deciso io di andarmene, chiaro che la cosa mi ha fatto male. Ma sono riuscita ad andare avanti”.

RITORNO AL FUTURO Arianna ha fatto il borsone, ha lasciato ricordi e più di una lacrima a Broni. Dove si sentiva a casa. Ma è rinata ad Alpo, nel suo Veneto (i suoi genitori vivono ancora a Mirano). Dove, ovviamente, sogna la promozione che sarebbe la terza della sua carriera (poi ci sono anche i cinque scudetti giovanili). “Abbiamo pagato un po’ di infortuni, ci manca concretezza, dopo la coppa Italia c’è stato un momento no. Ora dobbiamo riprenderci nei playoff”. Arianna ad Alpo ha cominciato una nuova vita in tutti i sensi perché il basket è sempre al centro dei suoi pensieri ma lei è intelligente e attenta a osservare da vicino il futuro. “Oltre all’insegnamento nella scuola, c’è pure il lavoro in una palestra di Sommacampagna, il Mantra Fitness. Mi faccio un bel mazzo durante la giornata. Lì sono personal Trainer e pure l’istruttore in sala attrezzi, dipende da quel che serve. Vado un paio di volte a settimana. Gli allenamenti di basket sono tre la sera e tre al mattino, il martedì e mercoledì facciamo doppio. Dobbiamo adattarci, come tanti, alla disponibilità della palestra”. La nuova vita di Arianna comincia alle otto del mattino. “Vivo insieme a Elena Ramò, la mia compagna, ci troviamo bene, lei è genovese, e qualche volta porta pure un buon pesto da casa, diciamo che sono stata fortunata perché mi piace tanto. Ma ognuna cucina per conto proprio (se così si può dire perché siamo entrambe molto pigre) di solito, in base alle proprie esigenze”. Zampieri ha cambiato anche certe abitudini alimentari. “Da qualche anno non mangio più la carne, anche se non sono una vegetariana totale. Il pesce lo mangio. La mattina faccio una colazione un po’ particolare. Yogurt di soia, immancabile, cereali e noci. Qualche volta vado di fette biscottate e marmellata”. E, dopo questa colazione, parte la sua giornata che termina con l’allenamento della sera. Talvolta si prolunga con le compagne. “Non abbiamo un appuntamento fisso di squadra, ma ogni tanto al giovedì ci troviamo. Non c’è la serata Master Chef, come in altre squadre, ma guardiamo Bake Off. In squadra andiamo abbastanza d’accordo, il gruppo è buono. Poi ci sono le ovvie difficoltà che capitano dappertutto”.

CARATTERE Arianna non nasconde di avere un carattere difficile: “Sono ariete eh... Cocciuta, testarda, anche permalosa. Nei rapporti sono tosta. Ma è una parte personale, in squadra cerco di dare tutto. Per me l’allenatore è intoccabile anche se posso non condividere alcune scelte. Così come la squadra, le compagne. Non smetto mai di incitarle, anche se sbagliano. Metto in dubbio molto più me stessa che gli altri. Ci penso e ci ripenso. Non faccio mai scenate, poi se una cosa non va bene è chiaro che si cerca di discutere e di risolvere”.

CAMPIONATO Ora l’Ecodent Alpo si prepara al rush finale. “È dura. Costa Masnaga ha grande qualità, giocatrici importanti, è molto forte, anche se noi all’andata l’abbiamo battuta di nove punti, gli stessi che abbiamo preso al ritorno. Crema ha esperienza e una panchina lunga, si è visto in Coppa Italia dove ha vinto ancora. Moncalieri vive una stagione super”. E voi? “Siamo forti, forse non ci stiamo esprimendo al meglio, adesso dobbiamo prepararci perché la Società ha un progetto importante, crede molto in noi e sarebbe bello regalare una grande soddisfazione”. Alpo di solito gioca con Vespignani playmaker, Ramò e Pertile nel ruolo di due-tre guardia-ala, Zampieri da quattro e Dell’Olio da pivot. A gennaio ha inserito nel motore il turbo Virginia Galbiati che si sentiva molto sacrificata al GEAS Sesto San Giovanni. Abile in fase offensiva ed efficace contropiedista, per ora Galbiati parte dalla panchina come primo cambio. Non ha ancora dato quel contributo fondamentale che aveva dato a Broni e a Sesto in A2. Ma nei playoff dovrebbe esplodere. Come Zampieri che in attacco è sempre stata molto efficace, sia al tiro che nell’uno contro uno. “Sicuramente preferisco la fase offensiva, amo tirare, ma mi sono messa a difendere”. Ed è diventata una buona rimbalzista. Una che deve dare tutto perché in un campionato come questo Zampieri deve stare sempre in campo almeno trenta minuti. “A me piace vincere, voglio sempre giocarmi qualcosa. Qui la prospettiva è interessante. Non sto perdendo tempo, sento che le possibilità ci sono. C’è un presidente che è presente a tutti i nostri allenamenti, non solo alle partite. Uno che segue con attenzione pure le squadre giovanili”. Arianna Zampieri ha preso un impegno, vuole assolutamente mantenerlo. “Sarebbe stupendo, anche perché andare all’allenamento continua a piacermi tantissimo”. Cosa fondamentale per credere nei propri sogni.

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