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MAESTRI DI SCI VIST
MAESTRI DI SCI f
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P e r
O l i v e r o
T o s c a n i
Il Devoto-Oli, storico vocabolario della lingua italiana di gran pregio, alla voce “maestro” recita: «Persona che in virtù delle cognizioni acquisite, risulta all’altezza di contribuire in tutto o in parte all’altrui preparazione o formazione». Più semplicemente, il maestro è uno che insegna a un altro quello che egli sa fare bene e l’altro non sa e desidera impararlo. Alcuni sono maestri involontari non abilitati, che addestrano loro malgrado semplicemente vivendo giorno dopo giorno. Costoro sono spiati e presi ad esempio soprattutto da giovani ai quali auguriamo non imbattersi mai in cattivi maestri. Tra i milioni di “insegnatori” che invadono il pianeta, molti dei quali sarebbe opportuno tornassero allievi, vi è la categoria dei maestri di sci. È importante ricevere la prima conoscenza delle cose in maniera sana e corretta, soprattutto nell’infanzia. Il seguito verrà da solo. Così accade nello sport: nel nostro caso lo sci. Un approccio impostato come si deve, porterà un futuro positivo pieno di soddisfazioni e qualche delusione in meno. I maestri di sci, è il caso di farlo notare, prendono letteralmente per mano l’allievo nei primi approcci con la neve e l’equilibrio. Fanno scivolare l’aspirante sciatore tenendogli le braccia e guardandolo negli occhi mentre procedono adagio a marcia indietro. Negli anni si è parecchio affinata la tecnica dei maestri e, di conseguenza, i risultati degli allievi. Sarebbe interessante un paragone sugli stili antichi,
confrontando prove di anni lontani con le tecnologie moderne. Molta memoria purtroppo non è reperibile perché mancano parte di testimonianze e documenti d’epoca remota: filmati, fotografie e altro. La memoria andrebbe salvata, imbalsamata per chi viene dopo. Josif Brodskij, premio Nobel di letteratura, diceva: «Se c’è qualcosa che può sostituire l’amore, questa è la memoria». Memoria per soddisfare quantomeno quel sentimento naturale chiamato curiosità e non solo le fatiche degli storici. E quali sono i mezzi capaci di imbalsamare memoria? Sono parecchi: ad esempio la pittura, la scultura, il disegno, il cinematografo, il racconto orale e quantaltro. Non ultima, e forse più importante, la fotografia. L’arte del “click” è uno degli strumenti più usati ed efficaci per tenere i ricordi al di qua del tempo. La macchina fotografica annulla l’oblio, fa del ricordo presenza, tira indietro ciò ch’è andato avanti col rischio di smarrirsi. Pietrifica la memoria affinché la gomma dei secoli non passi a cancellarla. Cenerentola ancora negletta nel terzo millennio, esaltata e spesso bistrattata da coloro che decidono cos’è arte e cosa non lo è, dobbiamo alla fotografia se possiamo vedere cose sprofondate ormai nell’abisso del tempo. La fotografia non inventa ma ripropone. Rimanda con esattezza ciò che ha visto. È spietata: ci fa vedere più vecchi già domani quando osserviamo il nostro volto ritratto il giorno prima. La fotografia ha pa-
zienza, sa attendere, aspetta al varco i ricordi, alla fine riporta il passato in luce. E il passato tiene per mano la nostalgia. Dalla fotografia non si scappa, come non si sfugge dal dolore e dalla morte. Quasi tutti, nella vita, hanno prodotto qualche foto. Oggi che si possono usare i cellulari, la fotografia ha invaso il pianeta. Oliviero Toscani ha fatto del suo mestiere un’arte. Allo stesso tempo ha imbalsamato memoria per chi viene dopo. Anche se a volte ha ritratto la morte, è un fotografo di vita checché ne dicano detrattori, critici e rompicoglioni. In questo caso si cimenta coi maestri di sci, fermando nel chiuso di un libro le loro vite all’aria aperta. Ma non è importante il soggetto o il luogo, bensì il risultato. Sono scatti di classe che lasciano un solco profondo come sci nella neve fresca. Solco che, col passar degli anni, assumerà forma di documento, testimonianza, memoria appunto, che sfiderà il tempo riportando emozioni. I maestri di sci alla fine sono uomini. Volti tostati di sole, spesso machi, temprati dal vento ma che, forse, nell’anima sono rimasti ancora bambini da temprare, semplici e puliti. Dopo il primo vagito, per questo libro inizieranno ad avanzare gli anni. Per i protagonisti degli scatti invece, gli anni scorrono già da un po’ e non si fermeranno. Come tutti gli esseri viventi, anch’essi marceranno verso il futuro e il futuro è un tempo dentro il quale dorme l’ignoto. Quando avranno accumulato tanti inverni
a insegnare, i protagonisti del libro, magari con i piedi nelle pantofole, scorreranno queste pagine scoprendo con sorpresa com’erano allora e come sono diventati oggi. E tutti quelli che sfoglieranno il libro tra cinquant’anni, sapranno con esattezza com’era l’attrezzatura dei maestri di sci a quei tempi, e gli impianti di risalita, e le zone turistiche e tutto ciò concerne lo sport delle due tavole. Ecco perché occorre, anzi si deve, imbalsamare memoria: per poterla avere dopo. Quella neve che scintilla negli scatti di Toscani, il disgelo di primavera la scioglierà ma nelle sue foto rimarrà intatta per sempre. Come non invecchieranno i maestri ritratti i quali, quando saranno anziani, faranno vedere il libro ai nipoti e, segnando un volto col dito diranno: «Questo sono io, anche se non sembra». La fotografia congela la neve, ferma il tempo sui volti, gli oggetti, le cose. Blocca all’istante e per sempre tutto quello che tocca. Se è pure bella, perché trattata con amore da mano esperta guidata da estro, coraggio e arte, meglio ancora. Oliviero Toscani lo fa da tempo e si conferma geniale anche in questo caso. Oliviero Toscani col suo lavoro ha salvato la memoria messa in pericolo dall’incauta illusione che il presente sia l’unica realtà indispensabile. Di sicuro conosce la frase di Brodskij: «Se c’è qualcosa che può sostituire l’amore, questa è la memoria». E lui continua imperterrito a imbalsamare memoria. Mauro Corona
I so l d e Ko stn e r , Bol z ano 1 9 7 5 .
Campionessa italiana, ha vinto due ori mondiali in supergigante e due volte la Coppa del Mondo di discesa libera. Figlia, sorella e nipote di hockeisti, il suo futuro sembra scolpito nel ghiaccio. Ma lei sceglie la neve. O forse è la neve a scegliere lei. Al suo terzo Natale riceve il primo paio di sci, ed è subito amore. Una passione incontenibile, assecondata dalla mamma e consumata negli anni dell’infanzia sulle piste di Ortisei. A 11 anni iniziano gli allenamenti seri, le rinunce, le serate a letto presto per non stancarsi. Ma non le manca niente. Ha lo sport. Esordisce nello sci alpino di alto livello nel 1993, vincendo l’oro in supergigante ai Mondiali juniores di Colere. La stagione successiva debutta in Coppa del Mondo e, un mese dopo, vince la sua prima gara. Pochi giorni più tardi si aggiudica due bronzi ai XVII Giochi Olimpici invernali di Lillehammer. In quegli anni è una delle più grandi interpreti del supergigante: vince due medaglie d’oro consecutive ai Mondiali di Sierra Nevada nel 1996 e di Sestriere nel 1997, salendo diverse volte sul gradino più alto del podio anche nelle stagioni successive. Nel 2001 ottiene un risultato storico per lo sci italiano, conquistando per la prima volta la Coppa del Mondo di discesa libera. Nella stagione successiva riconquista la stessa Coppa del Mondo e vince la medaglia d’argento, sempre in discesa, ai XIX Giochi Olimpici invernali di Salt Lake City. Dopo il grave infortunio avvenuto durante le prove della discesa libera di Lake Louise nel novembre 2002, non riuscirà più a raggiungere la continuità di rendimento e i risultati dei suoi anni d’oro. Per questo, ricorda con grande emozione la sua ultima vittoria, nel 2004, nella discesa di Haus in Austria, 14 mesi dopo la caduta, i 14 mesi più duri della sua vita agonistica. Il 10 gennaio 2006 annuncia il ritiro e l’attesa del suo primo figlio. Oggi si dedica alla famiglia e al garni che gestisce con il marito. È ambasciatrice dell’ADMO e donatrice di midollo osseo. Segue con entusiasmo la carriera della cugina pattinatrice Caroline, nella cui tenace meticolosità riconosce molto di se stessa.
F r a n z P ic h l e r , Montagna ( B olz ano ) 1959.
Maestro di sci dal 2009. Per tanti anni coach dei giovani allievi della Scuola Sci Oclini, è diventato ufficialmente maestro di sci all’età di 50 anni, ma la sua carriera di allenatore giovanile è iniziata molto prima. Tra i suoi allievi, anche un giovane Elmar Stimpfl. Desidera che i bambini e i ragazzi tornino a dedicare più tempo allo sport. Perché, tanto fa bene correre, quanto fa male fare le cose di corsa.
Lau r a M i l lo , B olz ano 1 9 6 7 .
Insegnante di educazione fisica delle scuole medie, alle natrice di atletica, maestra di sci dal 1992. Il papà, guida alpina, le regala il primo paio di sci al suo secondo compleanno. In prima elementare sa già quello che vuole fare da grande: insegnare agli altri a correre sulla neve. Sulle piste ha imparato a prendere la vita con gioia: cercando il lato divertente delle cose, tutto scorre via liscio. Come gli sci sulla neve.
Le o P i c h l e r , Cermes 1 9 5 7 .
Agente di polizia, maestro di sci dal 1979. Impara a sciare da solo, sulla discesa davanti al suo maso, dopo la scuola. Lo sci è una vocazione, come l’insegnamento: alla fine della carriera agonistica, la neve lo porta sulla scia di Elmar Stimpfl che, nello stesso periodo, sta muovendo i primi passi come atleta. Diventa maestro e allenatore a Passo Oclini, fondamentale fonte di ispirazione sportiva per Elmar come per altri giovani atleti, nella cui crescita investe tutta la sua passione ed esperienza sportiva. Con Elmar, che lo definisce “uomo di poche parole, ma di buoni insegnamenti”, finita l’entusiasmante esperienza delle gare sulla neve, è rimasta una grande amicizia e continua la collaborazione a livello professionale.
L i no Z a n i , T em ù ( B rescia) 1 9 5 7 .
Presidente dell’Associazione Operatori della Montagna, consulente tecnico-spor tivo, manager e promoter spor tivo e televisivo, maestro di sci dal 1976. Dall’età di 2 anni vive in un rifugio a 2.500 metri di quota. Sciare e arrampicare diventano per lui movimenti più naturali del camminare. Il 1984 è l’anno centrale della sua vita. L’amico Gianluca Rosa scrive una lettera al Santo Padre Karol Wojtyla, appassionato di sci e di montagna, descrivendo le bellezze dell’Adamello. Dopo un sopralluogo in incognito del segretario pontificio Mons. Stanislao, alla famiglia di Lino viene chiesto di ospitare il Papa qualche giorno di luglio presso il rifugio Ai Caduti dell’Adamello - Lobbia Alta, da loro gestito in quegli anni. Sembra un’impresa folle: Sua Santità in un rifugio spartano e freddo, con solo cucina e sala riscaldate. Ma la cosa è ormai decisa, e andrà organizzata in grande segreto: gli escursionisti si ritroveranno a colazione con il Papa. Pertini, l’allora 86enne Presidente della Repubblica, viene però a conoscenza della partenza del Pontefice. Invitato ad unirsi alla compagnia, parte in elicottero; mantiene il segreto ma decide di far sgomberare tutta l’area: ufficialmente si faranno brillare alcune bombe della Grande Guerra. Per un giorno intero la compagnia scia nella più totale libertà, sulle piste completamente vergini del ghiacciaio. La mattina dopo viene data la notizia: il Papa è, per la prima volta nella storia, in vacanza. Proprio quello è il più bel giorno della vita di Lino: l’ottimo pranzo preparato da mamma Carla; la Messa in rifugio prima di sciare; e poi il Papa che si ferma, nel silenzio più assoluto dell’immenso ghiacciaio deserto, in preghiera sulla Cresta Croce, uno sperone di roccia bellissimo e solitario, con una vecchia croce posta lì agli inizi del ‘900 in ricordo della morte di un pastorello. Nasce così, nel bianco assoluto della neve perenne, un sodalizio che durerà tutta la vita. Un’amicizia autentica, un legame d’affetto culminato nelle parole del Santo Padre: “Lino, tu devi essere l’apostolo della croce. Portare la croce di Cristo a ogni latitudine del mondo”. Lui, maestro di sci, uomo di montagna, non si tira indietro: “Prima di ogni spedizione sono andato da lui e mi sono fatto consegnare una croce benedetta da portare sulle cime, per lasciare un segno di Dio”. E così accade anche per la spedizione al Polo Nord nel 2001, famosa per la partecipazione di Mike Bongiorno, allora splendido 77enne e da sempre grande amico di Lino. Per ventuno anni, Lino dedica i suoi martedì al Papa: scende a Roma, Messa e poi via a sciare in Abruzzo, in gran segreto. Durante tutto quel lungo periodo solo in due riconoscono Karol sulle piste: un bimbo e una ristoratrice. E non lo sveleranno mai a nessuno. Maestro di sci, escursionista, manager televisivo, controfigura cinematografica, Lino Zani ha un viso che parla di lui, delle montagne che ha scalato, delle esperienze profonde e intense che ha vissuto, delle persone che nella vita gli hanno dato tanto e alle quali lui ha risposto con altrettanta generosità. Desidera che il suo libro, “Era santo, era uomo”, scritto con amore e fatica mentre il fratello moriva di leucemia, diventi un film. A 60 anni vuole regalarsi la cima dell’Everest, che ha sfiorato già per tre volte. Anche in questa ennesima, faticosa impresa porterà con sé l’insegnamento di Karol: “Dalla cima si può solo scendere”. Perché, se quando si sale si fa fatica, bisogna essere ben consapevoli che è la discesa il momento più doloroso. Sulle montagne come nella vita.
K at h r i n Va l l a z z a , B olz ano 1 9 8 4 .
Maestra di sci dal 2002. I sa b e l l Va l l a z z a , B ol z ano 1 9 8 7 .
Maestra di sci dal 2006. Sorelle, grandi sportive, sciano entrambe dall’età di cinque anni. Isabell dopo un infortunio ha lasciato la carriera agonistica ma ha continuato a dedicare allo sci tutti gli inverni della sua vita, insegnando questo sport con gioia ed entusiasmo. Laureata in Economia internazionale, quando non è sulle piste, lavora in banca. Ama la sua vita e adora la sua terra, che non lascerebbe per nessun motivo al mondo. Kathrin ha insegnato sci a tempo pieno per cinque anni e oggi alterna questo impegno con un lavoro in un centro fitness di Bolzano. La sua vita si divide ironicamente tra amici che non sanno sciare e una famiglia che non farebbe altro. La montagna è la sua grande musa ispiratrice, anche quando non è coperta di neve.
C h r i sti n e Z emme r , Castelrotto ( B ol z ano) 1 9 6 7 .
Maestra di sci dal 1986. Ev i Z emme r , Castelrotto ( B olz ano) 1 9 6 4 .
Maestra di sci dal 1983. Sorelle di sangue e di sport, ricche di vita e di entusiasmo, traboccanti di amore per la montagna e l’Alto Adige. Christine è anche maratoneta, ma il suo cuore è pieno di neve. Insegnare lo sci è il suo sogno fatto di aria fresca, natura, sport e contatto umano. Ama la pista perché è democratica, sulla neve tutti sono uguali, ogni uomo è solo con i suoi limiti e le sue paure. Il maestro è guida, è amico, è anche, alle volte, un po’ psicologo. Tra i suoi allievi fissi, alcuni mitici Kastelruther Spatzen. Anche Evi è follemente innamorata del suo lavoro, vive per insegnare e allenare. Quando non inforca gli sci, salta sulla sella della sua bicicletta, macinando migliaia di chilometri ogni anno. Vorrebbe più rispetto per la montagna e per le regole della sicurezza sulle piste, per questo si dedica con sempre maggior impegno al mental training, convinta che la forza e la salute vadano coltivate nella testa prima che nel corpo.
K a rl Sch r a n z , Sankt A nton ( Austria) 1 9 3 8 .
Campione austriaco di sci alpino, ha vinto tre ori mondiali e due Coppe del Mondo (1969 e 1970). Si impone all’attenzione internazionale nel 1962, anno in cui vince due ori, in discesa libera e combinata, ai Mondiali di Chamonix. Alle Olimpiadi di Grenoble del 1968 è in gara per l’oro nello slalom speciale contro l’idolo di casa JeanClaude Killy: nella seconda manche finisce fuori, distratto da un misterioso spettatore che attraversa il tracciato durante la sua discesa; i giudici di gara decidono di fargli ripetere la prova, lui scende e batte il tempo di Killy; poi, inspiegabilmente, la giuria torna sui suoi passi e riconsegna l’oro al francese, trasformando questo episodio in una delle più controverse pagine dello sci di tutti i tempi. Il 12 dicembre successivo, Schranz ha la sua rivincita in Coppa del Mondo in Val-d’Isère dove vince lo slalom gigante; in quella stagione ottiene otto podi e si aggiudica la Coppa assoluta, più le due coppe di specialità della discesa e del gigante. L’anno successivo si ripete, vincendo la Coppa del Mondo assoluta e quella di discesa; ai Mondiali è campione di slalom gigante. Escluso dai Giochi Olimpici invernali di Sapporo nel 1972, nonostante al suo rientro Vienna lo accolga come un eroe, si ritira dall’agonismo. Innamorato della sua città natale, dove ha fondato una scuola di sci e dove tutt’oggi vive e gestisce un albergo con la famiglia, ha fatto tanto perché vi si svolgessero i Mondiali di Sci nel 2001. Tra i suoi allievi, anche Vladimir Putin, che ha affiancato come consigliere per i Giochi Olimpici di Soči del 2014.
An a Ko ba l , J esenice ( S lovenia) 1 9 8 3 .
Telecronista di sci alpino per la T V nazionale slovena, maestra di sci dal 2000. Inizia a sciare quasi per gioco e arriva alle Olimpiadi di Torino, dove rappresenta la Slovenia da sola nello slalom, piazzandosi al venticinquesimo posto. Il suo lavoro la tiene in contatto con i vecchi amici di Coppa del Mondo, molti dei quali sono diventati come lei commentatori sportivi. Il suo consiglio: ascoltare molto gli altri ma, prima ancora, ascoltare bene se stessi.
Da n i e l e Lo r e n z i , V ipiteno ( B olz ano) 1 9 7 0 .
Libero professionista della moda, maestro di sci dal 1991. Pratica lo sci a livello agonistico fino ai 18 anni nel Comitato Regionale Alto Adige. Studia Biologia a Bologna, inizia per caso a lavorare nell’ambito della moda e si afferma come modello professionista, lavorando per le più grandi griffe italiane e internazionali. Oggi fa il maestro di sci solo durante le vacanze ad alcuni clienti affezionati. Nella vita non vuole darsi un traguardo: ogni nuovo giorno è un’opportunità per diventare più grandi. E non più vecchi.
S i mon a M at h eo u d , P inerolo ( Torino) 1 9 7 5 .
Tour leader per viaggi incentive, allenatrice e maestra di sci dal 1996. Il suo habitat naturale è Sestriere, dove allena gli atleti dello sci club. Gran parte dei suoi allievi è straniera, ha insegnato sulle nevi dell’Argentina e dell’Australia e progetta di lavorare una stagione anche in Canada: ormai parla un po’ tutte le lingue. Incapace di stare ferma, è stata Donnavventura nel 2003 in occasione del Grand Raid Sud America in Patagonia.
M a dam e R e n at e H i r s ch Giacom uzzi, Baviera ( G ermania ) .
Maestra di stile da sempre. Un’esplosione incontenibile di femminilità. Eccentrica, divertente, colorata. È Madame Renate Hirsch Giacomuzzi, protagonista carismatica del jet set internazionale che si divide tra raffinate vacanze a St. Moritz e Cala di Volpe, effervescenti eventi mondani in giro per il mondo e una movimentata vita quotidiana a Bolzano, città prescelta dopo il matrimonio con Hans Giacomuzzi per crescere il figlio Leander. Donna molto sportiva, ha trovato infatti preferibile vivere in Alto Adige, località “meravigliosa e protetta”, rispetto alle caotiche realtà delle grandi metropoli europee. Innamorata dell’arte, ha studiato musica (pianoforte e organo) e rimpiange di non aver lottato abbastanza per inseguire il sogno di diventare musicista. Appassionata, curiosa, altruista, ama circondarsi di persone oneste che ricambino con altrettanta spontanea sincerità la sua allegra e spiritosa amicizia. È a pieno titolo una maestra, non di sci certo, ma di “saper stare al mondo” in modo coraggioso e attivo: un’atleta nello spirito e nella forma fisica. Distillato puro di femminilità, anche sulle piste, e mentre pratica qualsiasi sport, si presenta sempre perfettamente curata; d’altra parte, essere donna, dice, è la sua più grande ricchezza. Sempre spiritosa e mai banale, ama creare da sola i suoi abiti e accessori. È il colore a guidarla: si immerge in rotoli di stoffa variopinti per riemergere con un’idea; poi disegna le sue creazioni che fa realizzare in un atelier di alta moda di Monaco. Porta spesso il colore alla sua massima espressione facendo tingere tutti gli accessori - siano essi stivali, scarpe, pellicce, manicotti o fasce per capelli - dello stesso colore del vestito al quale andranno abbinati. Con Vist, marchio a cui è affezionata da anni, è stato amore a prima vista. Conosciuta grazie ad un’amica, ha subito sentito un forte feeling con questa casa, innamorandosi della qualità superiore dei materiali e delle lavorazioni oltre che del design sempre originale dei suoi prodotti. È nata così una collaborazione che ha portato alla creazione di alcuni capi esclusivi realizzati su misura per lei. Vist e Renate condividono in fondo lo stesso dna: attenzione maniacale ad ogni dettaglio e un unico grande must: ricordarsi di osare sempre.
J o s ef Str ob l , H olz gau ( Austria) 1 9 74.
Campione di sci alpino austriaco, naturalizzato sloveno, sette volte oro in Copp a del Mondo, maestro di sci dal 2002. Detto Pepi, specialista delle discipline veloci, nel 1994 viene portato dagli allenatori alla sua prima Coppa del Mondo solo per partecipare all’allenamento ufficiale. Nelle prove segna il miglior tempo ed entra in squadra. Per il suo debutto, chiede consiglio sulla direttrice da tenere in pista in Val d’Isère al collega più anziano Marc Girardelli e, partito con un pettorale altissimo, riesce a beffare il francese Luc Alphand, inaugurando la carriera con una clamorosa vittoria in discesa libera. Diventa parte integrante della squadra austriaca che domina la Coppa del Mondo a cavallo tra gli anni ’90 e i primi del 2000. In quel periodo conquista sette ori: tre in discesa libera, due in supergigante, uno in slalom gigante e uno in slalom parallelo. Dal 2004 al 2006, anno del suo ritiro, ha gareggiato per la Slovenia. Lo sport è stata un’ottima scuola di vita perché gli ha insegnato a prendere decisioni importanti in pochi secondi. Ogni gara è, infatti, una serie continua di scelte istantanee che hanno un effetto diretto sul risultato finale; anche se la vita quotidiana e il lavoro permettono più spazio per riflettere, ritiene che avere una preparazione mentale da sportivo sia un grande vantaggio. Oggi lavora nell’azienda di famiglia con l’intento di sviluppare una catena di negozi di articoli sportivi; si occupa anche di energie rinnovabili e progetta una spedizione in Groenlandia. Dopo il suo ritiro, per un paio di anni ha abbandonato le piste. Amante della velocità, appassionato di auto sportive e di trial, due anni fa ha ripreso a correre sulla neve: sono gli sci, infatti, il mezzo non motorizzato migliore per raggiungere grandi velocità in pochissimi secondi. E, di questa emozione, non può più fare a meno.
Da r io D e l l a nto n io , Cavalese ( Trento) 1 9 65.
Agente di polizia stradale, ex pilota di motocross, maestro di sci dal 2000. Appassionato di motocross sin da bambino, arriva a correre ai Mondiali. Pratica questa disciplina da professionista per sette anni, periodo di tanto divertimento e tante ossa rotte. A 27 anni passa dalle curve sullo sterrato alle pieghe sulla neve, finché un trauma alla schiena ferma la carriera dell’atleta e fa partire quella del maestro di sci nella Dolomitica di Predazzo. Fa b r i z io Pa lu s e l l i , Cavalese ( Trento) 1 9 69.
Agente di polizia, allenatore, maestro di sci dal 1992. Nipote di Alfredo Paluselli, indimenticabile e leggendario uomo della Val di Fiemme, guida alpina e maestro di sci, creatore della Capanna Cervino e della Baita Segantini, la piccola “reggia alpestre” conosciuta in tutto il mondo, ha respirato storie di montagna e di sci fin da bambino. Unico tra i nipoti a diventare lui stesso maestro di sci, nel tempo libero si dedica al volontariato nel Soccorso Alpino e all’arrampicata. La montagna è tutt’uno con la sua felicità. Lu ca Fonta n i v e , Cavalese ( Trento) 1 9 66.
Agente di polizia, istruttore nazionale e allenatore, maestro di sci dal 1985. Insegnare a pennellare la pista è una vocazione che tradisce solo per accarezzare il green con i suoi bastoni da golf. Vorrebbe che chi insegna lo sci tornasse a farlo “come si faceva una volta”, quando, per essere un vero maestro, bisognava esserlo a tempo pieno. Maniaco della tecnica, ogni pista che divora è una sfida con se stesso verso la perfezione, all’eterna ricerca della curva perfetta.
Ca rlo Co sta n zo , Bologna 1 9 4 4 .
Ex agente di commercio, attore di teatro dal 1999, maestro di vita da sempre. Figlio della guerra, cresce senza papà. Nella sua vita poche grandi donne: la mamma, mancata nel 2010, che con il suo “o si studia o si lavora” lo ha fatto sempre rigare dritto; la moglie e la figlia, luci dei suoi occhi. Si ritiene pazzo. Pazzo di ottimismo, suo primo metro di giudizio nell’affrontare la vita. Ha vissuto e lavorato intensamente ogni minuto dei suoi 67 anni, dosando saggiamente allegria e serietà. La moglie Cesarina è il suo grande amore, un colpo di fulmine che lo ha steso ad una fermata dell’autobus più di cinquanta anni fa e dal quale non si è più ripreso. Entrato nella sua terza giovinezza, si è dedicato prima allo studio e poi alla pratica della recitazione teatrale. Coltiva con sempre maggiore intensità la sua passione per il dialetto bolognese, ama andare alla scoperta dei luoghi più nascosti della sua città e ha letto tutto di Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi, libri che lo hanno aiutato a mantenersi fedele al suo credo: affrontare la vita con il sorriso. Questo è il terzo Visual Book Vist in cui è ritratto. Ormai, quindi, è anche testimonial, nonché affermata icona di stile!
I va n M a h lk n e cht, V enez ia 1 9 6 3 .
Maestro di sci dal 1987. Figlio, nipote e padre di maestri di sci, infila gli attrezzi del mestiere a 3 anni. È il primo italiano a partecipare ai Campionati del Mondo di freestyle a Tignes nel 1986. È a Calgary nel 1988, quando lo sci acrobatico non è ancora disciplina olimpica ma solo sport dimostrativo. Maestro a tempo pieno, è convinto che non esistano piste brutte, ma solo scarsi sciatori: uno sciatore bravo, si diverte ovunque.
Lu ig i Do n d io , Cavalese ( T rento) 1 9 6 3 .
Gestore del Centro Spor tivo Estivo di Tesero, allenatore e maestro di sci dal 1983. Inizia a sciare sui prati di casa. Nel 1969 nasce il centro sciistico di Pampeago ed è Mario Deflorian a guidarlo e prepararlo per l’agonismo, che praticherà fino ai 16 anni. Grande sportivo, appassionato di ciclismo, tennis e calcio, quando insegna sulle piste si sente in diritto e in dovere di trasmettere la montagna a chiunque gli capiti a portata di sci.
F l av io P r i n oth , B ressanone ( B ol z ano) 1 9 6 2 .
Immobiliarista, direttore della Scuola di S ci S elva Val Gardena, maestro di sci dal 1980. Anche se ammette che negli anni la figura del maestro di sci ha perso un po’ del suo mitico fascino, ama profondamente questo lavoro perché lo preserva dalla routine, lo tiene all’aria aperta e gli ha permesso di stringere amicizia con persone di tutto il mondo. Desidera che diventi un impiego meno stagionale, perché è convinto che la montagna abbia bisogno dei suoi maestri durante tutto l’anno.
S e rg i o Do l i a n a , Cavalese ( T rento) 1 9 6 5 .
Direttore della Scuola di Sci Pampeago, allenatore del Centro Agonistico Fiemme, maestro di sci dal 1989. È innamorato della neve. Ma anche del legno. Trascorre il tempo libero nella sua piccola falegnameria e in estate lavora in un’azienda di legname con il cognato. Diventare maestro di sci ha coronato il suo passato agonistico e soprattutto lo ha messo sulla pista di un’allieva speciale: sua moglie. Grande appassionato di bicicletta e mountain bike, sogna di gestire una struttura ricettiva che gli permetta di presentare i suoi ospiti alla montagna in tutte le stagioni.
M a rc G i r a r d e l l i , Lustenau ( Austria ) 1 963.
Uno tra i più for ti e completi sciatori di tutti i tempi, ha vinto cinque volte la Coppa del Mondo (1985, 1986, 1989, 1991 e 1993) e quattro ori mondiali. Sugli sci a 5 anni, a 7 partecipa alle prime gare. Nel 1975 vince lo slalom speciale e lo slalom gigante, categoria ragazzi, gare valide ai fini del Trofeo Topolino, competizione riservata alle giovani promesse dello sci. Due anni dopo ottiene un successo nella stessa competizione, categoria allievi, tra i pali stretti. Nel 1976 lascia la Nazionale austriaca per il Lussemburgo: suo padre Helmut vuole allenarlo personalmente, cosa non permessa dalla federazione sciistica austriaca. Sale sul suo primo podio di Coppa del Mondo a Wengen, in Svizzera, nel 1981; due anni dopo, in Svezia, arrivano la prima vittoria e il primo grave infortunio. Tra l’85 e l’87 vince due volte la Coppa del Mondo assoluta e un oro in combinata ai Mondiali di Crans-Montana. Ancora più entusiasmante il 1989, anno in cui stabilisce un nuovo record in Coppa del Mondo salendo sul gradino più alto del podio in ogni disciplina; lo stesso anno vince anche l’oro in combinata ai Mondiali di Vail. Dopo un altro gravissimo incidente in allenamento nel 1990 e un miracoloso recupero, riesce di nuovo ad accaparrarsi la Coppa del Mondo e l’oro in slalom speciale ai Mondiali di Sankt Anton. Il 1992 è l’anno delle medaglie olimpiche: due argenti in supergigante e gigante ad Albertville. Infine, è del 1993 l’ultimo e quinto successo in classifica generale di Coppa del Mondo, un record rimasto ad oggi ineguagliato tra gli sciatori di sesso maschile. Ormai a fine carriera, conquista il suo ultimo oro mondiale in combinata a Sierra Nevada nel 1996. Nel dicembre dello stesso anno abbandona l’attività agonistica, consegnando alla storia un palmarès spettacolare. In Coppa del Mondo è salito sul podio 100 volte, ben 46 sul gradino più alto.
A l e k sa n da r Š u š i ć , Čačak ( Serbia) 1 9 8 6 .
Agente di vendita nell’azienda di famiglia, maestro di sci dal 2006. Incontra gli sci a 4 anni. Una passione viscerale, rincorsa e nutrita oltre i limiti e le difficoltà di una patria devastata dalla guerra. A 15 anni parte per l’Austria, insegue il suo sogno lontano da casa e dagli affetti, arriva alla Nazionale serba e ai Giochi Olimpici. Poi, all’apice della forma, quando i risultati desiderati tutta una vita sembrano a portata di lamina, un incidente. Che cambia tutto. Il campione si ferma, non i suoi sci, che continuano a fendere la neve con l’amore di sempre.
A l f r e d M ut s c h l ec h ner, B raies ( Bol z ano ) 1 9 6 1.
Sindaco, direttore della Scuola di Sci e degli impianti di Braies, maestro di sci dal 1979, specializzato nell’insegnamento ai disabili. Vive per preservare intatta la sua terra, nella natura e nella cultura, e per farla conoscere, e capire nel profondo, a chi la visita. Ritiene che questo progetto sia tutt’uno con il suo essere maestro di sci, perché un maestro con la vocazione vera non insegna semplicemente lo sci, insegna la montagna.
G e o r g E i sat h , E ga ( Bolz ano) 1 9 5 7 .
Imprenditore funiviario e albergatore, maestro di sci dal 1983. Perito industriale, caposervizio agli impianti di risalita di Obereggen negli anni dei primi esperimenti nel settore dell’innevamento artificiale, non soddisfatto delle tecnologie dell’epoca, ci mette la testa e il cuore e riesce ad avviare la sua grande impresa. A fine anni Ottanta nasce la Technoalpin, leader mondiale nel settore dell’innevamento, da cui si ritirerà successivamente per acquisire il Centro Sciistico di Carezza, comprensorio al quale si è dedicato fino ad oggi con il sogno di farne la skiarea più esclusiva e moderna al mondo.
Ema n u e l e R ava n o , G enova 1 9 7 8 .
Broker marittimo nell’azienda di famiglia, maestro di sci dal 2000. Nato in una famiglia di tradizione marittima, il suo grande amore è la montagna, sbocciato a 3 anni sulle piste di Courmayeur. Ha gareggiato in Nazionale C e B. Nonostante le attrezzature sempre più sofisticate, ritiene che ogni allievo arrivi nudo sulla neve: è il maestro che lo veste degli strumenti giusti per vincere la sfida con la montagna. La sua fidanzata è ritratta qualche pagina più avanti.
M au r i z io Bo n e l l i , Siror di P rimiero ( Trento ) 1963.
Revisore legale dei conti, presidente della Cassa Rurale Valli di Primiero e Vanoi, già presidente dell’A ssociazione Maestri di Sci del Trentino, dal 2011 presidente AM SI - A ssociazione Maestri di Sci Italiani, maestro di sci dal 1983. Sposato con una sua ex allieva, specializzato direttore tecnico di scuola di sci nel 1989, oggi insegna solo pochi giorni l’anno, ma gli sci scorrono nelle sue vene. Diventato maestro contro la volontà del padre che desiderava si dedicasse ad altro, per due stagioni ha insegnato a tempo pieno, poi solo part-time, scegliendo di dare più spazio all’attività di consulente che lo porterà a diventare presidente della Cassa Rurale Valli di Primiero e Vanoi nel 2009. Non si è mai allontanato però da quel mondo di sport e neve che sente profondamente suo e al quale si è dedicato con costanza e impegno fino a oggi. Vorrebbe vedere tutti i maestri di sci italiani uniti dalla stessa divisa, legati dall’orgoglio di praticare una professione che ritiene assolutamente speciale: è il maestro di sci, infatti, uno dei più profondi conoscitori della montagna, tra i migliori interpreti che un territorio possa avere. E, anche se negli anni ha visto il turismo cambiare, i rapporti tra ospiti e maestri diventare un po’ più distaccati e forse meno amichevoli, questo non ha scalfito minimamente il suo entusiasmo, la sua voglia di fare e di essere sempre sul pezzo. Ovviamente, con gli sci ai piedi.
Fa b io V e tto r i , Trento 1 9 5 7 .
Ar tigiano e disegnatore, maestro di sci dal 1976. È stato maestro di sci a tempo pieno per vent’anni, tra il Monte Bondone, Molveno e Andalo, mestiere che gli ha concesso il tempo di coltivare l’altro suo grande talento. Fin da bambino disegna paesaggi ricchissimi di particolari. Da ragazzo osserva gli sciatori dall’alto, li vede come piccoli soldatini in movimento, mentre alzano e affondano ad intermittenza le bacchette nella neve. Sono i primi sintomi di quella passione incontenibile per il particolare minuto che lo spingerà a cercare un soggetto che possa moltiplicarsi all’interno di una scenografia articolata: nel 1972 le formiche invadono i suoi disegni. Nel 1981 partecipa ad un concorso di grafica, l’anno dopo allestisce la prima mostra personale e nel 1985 intraprende il commercio in Italia dei primi prodotti di cartoleria personalizzati con le sue formiche. Seguono altre mostre nella provincia di Trento e in diverse città italiane e, nel 1995, nasce la società che ancora oggi produce e distribuisce molti dei suoi prodotti. Dal 2000 fa parte del Consorzio Artigiano Artistico e di Qualità Trentino. Nel 2003 pubblica il primo libro, “Un Mondo di Formiche”, nel quale racconta l’universo delle sue operose miniature con illustrazioni e parole. L’anno successivo apre a Moena il primo negozio ufficiale monomarca, al quale segue quello di Roma nel 2008. Ha ottenuto il riconoscimento del “Marchio di Eccellenza Artigianarte” e quest’anno vanno in onda i suoi primi cartoni animati. Ha smesso di insegnare lo sci nel 1995. Ironia della sorte, il suo ultimo allievo si chiamava Formica.
E lm a r St i mpf l , T rento 1 9 7 3 .
Imprenditore, fondatore e titolare del marchio VIST, maestro di sci dal 1992. Infila gli sci a 2 anni. Ben presto scopre che può tenerli ai piedi anche d’estate e inizia le stagioni in Val Senales: la mattina si allena con Roman Erlacher, pomeriggio e sera lavora come cameriere. Nel 1990 interrompe gli studi per tentare la carriera agonistica, ma una brutta caduta manda all’aria le sue aspirazioni. Recupera subito l’anno di studi perso e parte militare. Rientrato, riprende a correre sulla neve: nel 1996 entra in Nazionale B, arriva in Coppa Italia e in Coppa Europa; l’anno successivo diventa agente di polizia e due anni dopo si ritira dall’agonismo. In quegli anni insegna a Oclini nei periodi festivi;si diverte, ama spingere gli allievi a mettersi in gioco, a sfidare la neve oltre i propri limiti. Sente però che quella non è la sua strada definitiva. Nello stesso periodo si occupa anche di commercio, acquistando e rivendendo merce di ogni genere, dalle grappe allo speck, dagli sci ai panini della mamma rivenduti ai compagni di allenamento. Nata un po’ per scherzo, un po’ per necessità, quest’attività si fa più seria quando inizia a occuparsi di piastre per attacchi da sci. Nel 1997 nasce Vist. Per alcuni anni abbandona del tutto le piste, assorbito dalla nuova attività imprenditoriale. In questa avventura fa tesoro della sua formazione sportiva: la resistenza, la predisposizione al rischio e al sacrificio, la capacità di concentrazione sviluppati sulle piste lo sostengono anche nell’attività di imprenditore. Essere stato un atleta gli ha consegnato una struttura fisica e mentale solida: nelle gambe, e soprattutto nella sua testa, ha trovato le risorse giuste per affrontare la pressione di una vita lavorativa dai ritmi folli. Sulla neve, dopo ogni caduta e ogni infortunio, ha imparato a dirsi che “Dal fondo si può solo risalire”: per quanto un momento sia difficile, non deve essere mai sconfitta ma piuttosto stimolo a fare meglio e a ribaltare la sorte. Ritiene di non essere stato un talento nello sport, ma di aver dato comunque tanto, grazie all’impegno e al lavoro su se stesso. Allo stesso modo è diventato imprenditore da autodidatta assoluto, applicando quella ‘filosofia del sudore’ che spinge a guardare sempre avanti, oltre i paletti, oltre anche al traguardo finale: “Se pensi di essere arrivato,” dice, “significa solo che hai finito la benzina del tuo motore”.
Celina S e g h i ,
A betone ( P istoia) 1 9 2 0. Dieci volte campionessa italiana di slalom, sette di discesa libera e combinata,
maestra di sci ad honorem dal 1970.
Donna e campionessa come non ne esistono più, tanto minuta quanto agile, è il nostro ‘topolino delle nevi’ nazionale. La sua storia è unica e meravigliosa, corre sulla neve attraverso le guerre, vede l’Italia e il mondo trasformarsi più volte, vive lo sci sin da quando era un’altra cosa: libertà, follia, fatica e rischio assoluti. Nata in una famiglia numerosa, ha una personalità forte ed esuberante che, non avesse trovato sfogo sulle piste, si sarebbe certamente affermata in altri luoghi della vita. Dell’infanzia ricorda, al rientro dalle sciate con i fratelli, la mamma che chiedeva “Quanto ti sei divertita?” senza un filo di apprensione, perché stare all’aria aperta allora era naturale come respirare. Vera dominatrice in Italia e in ambito internazionale sia nella discesa che nello slalom, è l’atleta donna che ha vinto il maggior numero di tricolori: dal 1937, primo successo in discesa libera e in slalom, fino al ’54, si è aggiudicata complessivamente ben ventiquattro titoli in discesa, dieci in slalom, uno in gigante e sette in combinata. Durante la guerra, nel 1941, partecipa ai Mondiali di Cortina d’Ampezzo - poi non omologati dalla FIS - vincendo l’oro in slalom e l’argento in combinata. Nel 1948, in discesa e combinata, è quarta alle Olimpiadi di St. Moritz e oro al Sestriere; nelle stesse specialità, è ancora vittoriosa a St. Anton e al Kandahar. Ai Mondiali di Aspen del 1950 è l’unica donna italiana: sperduta e lasciata a se stessa deve chiedere alle colleghe austriache da che parte scendere; è medaglia di bronzo in slalom speciale. Nel ’52 è ancora alle Olimpiadi, ad Oslo, dove si classifica quarta nello speciale, settima nel gigante e si aggiudica la Coppa Foemina all’Abetone. Sempre pronta a mettersi a disposizione degli altri, si è fatta promotrice di molteplici azioni di solidarietà, beneficenza e di sostegno alla ricerca contro i tumori. Iscritta all’albo d’oro di AMOVA (Associazione Medaglie d’Oro al Valore Atletico), ha ricevuto tantissimi riconoscimenti, tra i quali il Premio AUSER - Filo d’Argento nel 2010. Ha festeggiato gli 80 anni lanciandosi con il deltaplano dal Monte Gomito. Sette anni dopo ha partecipato ai Mondiali Master all’Abetone e vinto due medaglie d’oro. Da trent’anni è la madrina ufficiale di Pinocchio sugli Sci, manifestazione nell’ambito della quale è nata la sua intensa amicizia con la squadra di sci albanese, che ha sostenuto e aiutato negli anni di difficoltà. Dal 2008 segue e partecipa anche alle gare organizzate dall’Associazione Sciare col Cuore. Grande comunicatrice, non perde nessuna occasione in cui possa stare tra i giovani e trasmettere loro il suo sano e smisurato amore per lo sport. Per vivere felici, dice, bisogna bandire pigrizia e golosità, e interessarsi di tutto, anche di quello che non ci interessa. A 92 anni, appena può, infila scarponi e sci e va a correre sulla neve.
I no sta lg i c i
Anni fa si sono incontrati in occasione di un raduno di nostalgici provenienti da diversi paesi d’Europa. Uniti dalla passione per la conservazione di vecchi cimeli della montagna, hanno organizzato a loro volta un raduno sull’Alpe di Siusi. Da quel momento non si sono più divisi e, appuntamento dopo appuntamento - come in occasione della discesa libera di Coppa del Mondo in Val Gardena - sono entrati in un circuito internazionale che li porta in giro per l’Italia e l’Europa. Partecipano a gare di sci simboliche, dimostrazioni e spettacoli in occasione dei quali sciano con vecchie attrezzature perfettamente conservate, sfoggiando in particolare enormi e pesantissimi sci di legno. Da poco tempo hanno accolto nel gruppo la prima donna, Lidia. Sono ancora in fase di sperimentazione e valuteranno più avanti se accettare nuove iscritte.
G e r h a r d H ämme r l e , Lustenau ( Austria ) 1 961.
Brand Manager VIST, Head of Product Development VIST, maestro di sci dal 1978. Studia Scienze Motorie all’Università di Innsbruck e per diciassette anni lavora a vari livelli nell’ambito della formazione degli istruttori in Austria, anche allenando per un biennio la squadra austriaca femminile. Nel 1985, al Congresso Internazionale degli istruttori di sci a Vuokatti in Finlandia, vince il concorso tecnico tra le tredici nazioni presenti, premio che dà nuovo stimolo al suo innato interesse nello studio e nella progettazione di sci sempre più evoluti. Questo impegno da hobby si trasforma presto in professione: diventa product manager, settore sci alpino, per i marchi Head, Atomic e Nordica, e partecipa in maniera decisiva allo sviluppo e alla commercializzazione dei primi modelli di sci carving. Nel 2003 approda in casa Vist, contribuendo a consolidarne il posizionamento come marchio di abbigliamento e attrezzatura da sci dalle prestazioni, tecniche ed estetiche, di altissimo livello. Anche oggi, la sua passione per la ricerca di nuove soluzioni funzionali ed estetiche che rendano lo sci uno sport sempre più accessibile e attraente, è seconda solo all’amore per la moglie Petra e i figli Jacob e Julia.
Martin Sc hen k, S iusi 1953.
Paul Th omase th, Siusi 1927.
Otto M au ro n e r , Castelrotto 1 9 4 1 .
L i d i a P iccol r ua z , Castelrotto 1 9 5 7 .
M a rk u s T rog e r , Castelrotto 1 9 5 8 .
F lo r i a n M a lf e rth e i n e r , Castelrotto 1 9 3 3 .
Cuoco.
Macellaio e salumiere, bisnonno e istruttore di sci alpinismo.
Falegname.
Casalinga e sar ta dalle mani d’oro.
Maestro di sci dal 1982.
Muratore e produttore di grappa casalinga.
A n n a M a rco n i , G enova 1 9 8 5 .
Manager spor tiva, maestra di sci dal 2011. Vive in Svizzera e lavora presso la società di Management sportivo GPS Performance di Losanna che cura l’immagine di alcuni atleti dello sci alpino, come Lindsey Vonn, Tina Maze, Didier Defago, le sorelle Curtoni e altri giovani atleti svizzeri e svedesi. Atleta lei stessa, in Nazionale B fino al 2009, ha tenuto la sua prima lezione di sci il 26 dicembre scorso a Courmayeur. Della carriera di atleta le manca soprattutto la vita nomade. Ama viaggiare e ridere. È fidanzata con Emanuele Ravano.
A rtu r Sch ö n w e g e r , Merano ( B olz ano) 1 9 69.
Pasticciere, mental coach, maestro di sci dal 1991. Pasticciere di terza generazione, si divide tra i caldi profumi dei suoi forni e il freddo pungente che batte le piste. Fare il maestro di sci lo mette in contatto con persone di tutto il mondo, tanto diverse eppure così simili di fronte alla neve. Per questo studia e lavora come mental coach. Perché, in fondo, tutti gli allievi chiedono la stessa cosa: una guida che li spinga a superare i propri limiti.
M a n u e l a P rofa nt e r , B ressanone ( B olz ano) 1987.
Studentessa di Scienze Pedagogiche a Verona, maestra di sci dal 2011. Mette gli sci ai piedi a tre anni e non li toglie più. Ha una vita piena e attiva, gioca a tennis, va in bicicletta, fa jogging e arrampicata; quando si ferma ama leggere. Insegnare è un lavoro e un divertimento, soprattutto con gli allievi più piccoli che la contagiano con il loro entusiasmo. Progetta di partire alla scoperta delle montagne del Canada.
H a n s Be r g e r , Selva dei M olini ( Bol zano ) 1947.
Assessore all’Agricoltura, Turismo, Libro Fondiario e Catasto, V icepresidente della Provincia autonoma di Bolzano, maestro di sci dal 1972. Coltiva da sempre la passione per la politica, iniziata presso il Comune di Campo Tures e proseguita poi nell’HGV - Unione Albergatori e Pubblici Esercenti - e nell’Amministrazione del Parco Naturale Vedrette di Ries. Dal 1993 è membro del Consiglio Provinciale altoatesino. Nel 1999 entra nella Giunta Provinciale e dal 2008 è Vicepresidente e Assessore all’Agricoltura, Turismo, Libro Fondiario e Catasto. Ha un albergo, un maso, un’azienda agricola, un negozio di alimentari e un impianto di risalita. Tante cose, come dice lui, tutte in miniatura. Nato e cresciuto a 1.600 metri di quota, respira lo sci e le imprese dei grandi campioni sin da bambino. Testimone, circa vent’anni fa, di un brutto episodio in cui un pirata delle piste ubriaco travolse un gruppo di bambini ferendone alcuni gravemente, ha sempre avuto a cuore il tema della sicurezza sulle piste, così come la volontà di contagiare più giovani possibile con la passione per lo sci. In questa missione ritiene fondamentale il ruolo dei maestri: è importante che tutta la categoria sia molto preparata e, soprattutto, molto innamorata di quello che fa. Vive con la moglie Christine e le due figlie a Riva di Tures, tanto legato alle tradizioni della sua terra quanto aperto alle novità.
Ca rlo S e no n e r , S elva di Val Gardena ( B olz ano ) 1 9 4 3 .
Campione del mondo di slalom speciale nel 1966, maestro di sci dal 1969. Nasce a Selva di Val Gardena in località Freina, ai piedi del Sassolungo e della famosa pista del Ciampinoi. Figlio di intagliatori (successivamente divenuti albergatori), come penultimo nato di una famiglia numerosissima, gli viene data la possibilità di intraprendere la carriera sportiva, che inizia facendo su e giù per quei prati che diventeranno le piste della celeberrima Sella Ronda. Diventa campione italiano juniores di slalom gigante nel 1958 ed entra a far parte della Nazionale maggiore a soli 15 anni. Da quel momento sarà per tutti “Carletto”. L’anno successivo vince di nuovo il titolo juniores di gigante e quello assoluto nella stessa specialità. Nel 1960 parte da Selva verso l’America degli VIII Giochi Olimpici invernali di Squaw Valley; è l’atleta più giovane di quella edizione, trascorsa tra le gare e le serate canore con Domenico Modugno, in tournée in America nello stesso periodo, invitato per tenere allegro lo spirito degli atleti italiani lontani da casa. Due anni dopo partecipa ai Mondiali di Chamonix, piazzandosi settimo nello slalom, sesto nel gigante e quarto in combinata. Perde i IX Giochi Olimpici invernali di Innsbruck a causa di un infortunio ma, due anni più tardi, ai Mondiali del Portillo in Cile, si aggiudica l’oro nello slalom speciale, ed è l’unico vincitore non francese di quella manifestazione. Ai Campionati Italiani ha conquistato sei medaglie: una in discesa libera, tre in slalom gigante e due in slalom speciale. Ha lasciato la carriera agonistica nel 1968, ma ricorda sempre con emozione gli anni delle sue gare, di quello sci che non esiste più, ‘alla buona’, quando gli atleti si arrangiavano a fare tutto, erano nemici al cancelletto e amici fraterni all’arrivo. Oggi ha tre figli e tre nipoti e gestisce il suo albergo a Selva di Val Gardena. Lo ha chiamato “Hotel Chalet Portillo” in onore della sua vittoria in Cile.
C o r r a do S u l s e nt e , Bassano del G rappa (V icen za ) 1960.
Imprenditore nel campo della Consulenza di direzione ed organizzazione aziendale, direttore generale di Snowspor ts Academy San Marino, fondatore e consigliere delegato di SIAS - Ski Instructor Association San Marino, fondatore e presidente della scuola Scie di Passione a Folgaria, maestro di sci dal 2007. Sciatore dall’età di 4 anni, per una serie di circostanze non riesce a compiere in giovane età il completo iter formativo per diventare maestro di sci. Ma non demorde; l’insegnamento e la formazione sono infatti da sempre il suo campo operativo e in tal senso è impegnato sia in realtà imprenditoriali che sportive. Nel 2000 decide di mettere a disposizione le sue competenze professionali per avviare un percorso sfidante di sensibilizzazione e crescita per la creazione di un nuovo professionista dell’insegnamento sportivo. Dal 2005, al fianco delle istituzioni sportive della Repubblica del Titano, lavora al progetto Snowsports Academy San Marino. In pochi anni porta la piccola repubblica ai massimi vertici dell’insegnamento mondiale dello sci, facendola entrare in ISIA (International Ski Instructor Association) e in Interski - ‘Associazione delle Associazioni’ che raggruppa tutte le nazione che rappresentano lo sci nel mondo - e portando al debutto il primo Demo Team San Marino all’Interski di St. Anton nel 2011. La sua ultima sfida si chiama Scie di Passione, nuovissima realtà professionale dedicata all’insegnamento dello sci per disabili e normodotati e allo sviluppo dell’agonismo sciistico tra gli atleti disabili. La passione per lo sport lo ha portato dalle piste da sci anche su quelle di rally: dal 1979 è licenziato CSAI (Commissione Sportiva Automobilistica Italiana) e corre in gare nazionali e internazionali al fianco di figlio, moglie e genero che si alternano come navigatori. Ritiene che non esistano sfide impossibili ma solo sogni possibili.
T hom as A n d e rgas s e n, Caldaro ( B ol z ano) 1 9 68.
Allenatore della squadra Nazionale Paralimpica, maestro di sci dal 1990. Dopo l’incidente che costringe l’amico Michael sulla sedia a rotelle, decide di allenarsi in Austria per poterlo accompagnare sulla neve. Intraprende così un percorso che lo porterà a specializzarsi nell’insegnamento dello sci ai disabili e a partecipare come allenatore ai Giochi Olimpici di Vancouver e ai Mondiali di Sestriere. Convinto che abbiano insegnato più i suoi allievi a lui che viceversa, chiede all’Italia più partecipazione e attenzione ai successi dei suoi atleti paralimpici. M au ro B e r n a r d i , A lbino ( B ergamo ) 1 9 77.
Amministratore, maestro di sci categoria sitting dal 2011. Nasce e cresce a pochi chilometri dal Cervino. Inizia a sciare a 13 anni e a 19 è in giro per il mondo con il suo camion. Nel 2005, al ritorno da un viaggio, ormai alle porte di Bergamo, un incidente gli toglie l’uso parziale delle gambe. Innamorato di Claudia, sposata tre mesi prima, trova in lei ‘la sua carrozzina’ e in se stesso la forza di rimettersi in gioco. È diventato papà di Pietro, ha costituito una società che si occupa di allestimenti e servizi per l’autonomia dei disabili motori ed è tornato a solcare le piste con il monosci. Nel 2011, presso la Snowsports Academy di San Marino, ha conseguito il titolo di maestro di sci di primo grado specializzato nell’insegnamento ai disabili categoria sitting, figura del tutto nuova nel panorama dello sci italiano. Tomm as o Ba l as so , S chio ( Vicenz a ) 1 9 8 1 .
Fotografo, fondatore e direttore tecnico della scuola Scie di Passione a Folgaria, maestro di sci dal 2011. Dopo anni di agonismo, nel 2003 entra a far parte della squadra Paralimpica italiana di sci alpino come atleta guida dello sciatore ipovedente Gianmaria Dal Maistro. Tom & Jerry, come vengono affettuosamente soprannominati, vincono cinque medaglie Paralimpiche, cinque medaglie Mondiali e tre in Coppa del Mondo. Goccia d’Oro per meriti sportivi C.I.P. nel 2005, l’anno seguente viene insignito del Collare d’Oro del C.O.N.I., massimo riconoscimento sportivo in Italia, e del titolo di Commendatore della Repubblica. La fotografia è passione e lavoro che da sempre lo accompagna intrecciandosi con la sua vita sulla neve.
C h r i sti a n La n t h a l e r , M oso in Passiria ( B olzano ) 1966.
Orafo, campione paralimpico italiano. A 5 anni perde la gamba sinistra. A 18 prova a sciare sui prati vicini a casa e impara a cavarsela da autodidatta. Quando arriva sulle piste è tutto ancora più facile e naturale. Viene notato e portato in Nazionale; dopo due anni vince i Campionati Italiani. Le sue prime Paralimpiadi sono ad Albertiville in Francia nel ’92, dove ottiene due ottavi posti nel gigante e nel supergigante. Ai Giochi successivi del ’94 di Lillehammer è nono nello slalom e diciannovesimo nel superG. Quattro anni dopo, a Nagano, in quella che ricorda come l’Olimpiade più emozionante e coinvolgente, è sesto nello slalom e nel supergigante e tredicesimo nella discesa. Infine, alla sua quarta presenza paralimpica nel 2002 a Salt Lake City, chiude conquistando due splendidi argenti, nella discesa e nel superG. Proprio in America, cade durante una gara: lo sci gli esplode in faccia, falciandogli un occhio. La sorte questa volta è più clemente e, nonostante la notte di terrore in una clinica di Denver, i 23 punti nell’occhio e un anno di difficoltà, recupera completamente la vista. Merita un posto ad honorem nelle file dei nostri maestri di sci perché in pochi si dedicano a questo sport con tanta costanza e generosità. Quando non ha a disposizione la neve, va a sciare sull’acqua, sport che ha affrontato con la stessa caparbietà, riuscendo a vincere l’oro nel 2009 e nel 2011 ai Campionati Mondiali di Sci Nautico. Proverà a ripetersi nella prossima edizione all’Idroscalo di Milano. Energico, spontaneo, coraggioso. E creativo. Da quando era un ragazzino lavora l’oro e da dodici anni ha un suo laboratorio orafo a Merano. Ogni mattina si ripete: “Si vive una volta sola”.
G i o r g i a Lo r e n z , Cavalese ( T rento) 1 9 8 2 .
Impiegata nel settore turistico, istruttrice, maestra di sci dal 2005. Sport, natura e viaggi sono le sue parole magiche. Non sa resistere alla musica, adora ballare e fa parte di un gruppo folkloristico di Canazei con cui si esibisce in balli tradizionali locali durante l’estate. Ha lavorato come allenatrice e maestra di sci in Australia e in Canada e vuole girare ancora il mondo. Dal futuro spera di ricevere tanta allegria e tanto amore. V e ro n ica Ga n d i n i , R overeto ( T rento) 1 9 8 4 .
Commerciante di legname, a l l e n a t r i c e f e d e ra l e ,
maestra di sci dal 2006. Abbandonata la carriera agonistica, è diventata maestra di sci ed è entrata nell’azienda di lavorazione del legno del papà. Indipendente e determinata, ha aperto una sua ditta che commercia legname all’ingrosso. Un ricordo divertente la riporta sul Lusia, quel giorno in cui sulle piste sentì una voce alle sue spalle: “Certo che li molli questi sci!”. Era il 2007 e lui era il suo mito, Alberto Tomba. Pat r i z i a Au e r , B ol z ano 1 9 7 4 .
Imprenditrice, maestra di sci dal 1994. Ha gareggiato in Coppa Europa e in Coppa del Mondo, distinguendosi in particolare nel gigante. Chiusa la carriera agonistica, si è trasferita in America e ha studiato in un college del Nevada. In quegli anni ha gareggiato ancora sulle piste da sci e viaggiato molto, tra Alaska, Canada e Stati Uniti. Ha insegnato a Selva di Val Gardena per lo più durante le vacanze di Natale. Da cinque anni è fidanzata con il campione di sci alpino Kristian Ghedina. Ba r ba r a K l eo n , B ressanone ( B ol z ano) 1 9 8 0 .
Commerciante, maestra di sci dal 2010. Sogna di diventare campionessa di sci fin da bambina e arriva in Coppa Europa nel 1998. Vince l’oro per tre volte in supergigante e arriva sesta in Coppa del Mondo di discesa libera, ma una serie di infortuni fermano la sua carriera. Si ritira nel 2004. Oggi è maestra di sci e commerciante nel negozio di sport dei genitori. Y lv i e R u ngga l d i e r , B ol z ano 1 9 7 6 .
Lavora nel garni di famiglia del marito, maestra di sci dal 1994. Nell’agonismo dall’età di 14 anni, partecipa alla Coppa Europa e alla Coppa del Mondo di discesa libera. Sposa il campione di slalom Alan Perathoner con cui condivide lo stesso dna sportivo. Lo sport le ha dato tutto: disciplina, amore per la natura e per i viaggi, ottimismo, forza interiore, coraggio. La sua più bella esperienza sulle piste è aver insegnato a sciare a una bambina che stava lottando contro il cancro; il giorno più bello, quando lei le disse: “Ylvie, ho vinto io.”
E r n e sto R i go n i , Asiago ( V icenz a) 1 9 4 4.
Esper to internazionale di turismo, docente di E conomia del turismo all’Università IULM di Milano e al Master in S por t Business - Ca’ Foscari di Venezia, già direttore generale dell’Azienda per la Promozione turistica del Trentino, delegato tecnico e omologatore internaz ionale della FIS, maestro di sci dal 1972. Inizia a sciare a Selva di Val Gardena a 4 anni. Si dedica prima al salto con gli sci, poi all’hockey fino a 20 anni. Non smette mai di sciare e di praticare altri sport, tra cui tennis, ciclismo e vela. Insegnare è per lui un istinto naturale e, in questa missione, lo sport è la sua prima fonte di ispirazione, straordinaria scuola di disciplina, autonomia, intraprendenza e coscienza dei propri limiti. Ha presieduto per vent’anni la Commissione esaminatrice dei maestri di sci in Trentino. Oggi è impegnato come consulente in Italia e in una serie di progetti legati allo sviluppo turistico di Paesi come la Turchia, la Croazia, l’Uzbekistan e la Repubblica dell’Altaj. Vorrebbe che i maestri e gli atleti dello sci italiani si dedicassero con maggiore curiosità a conoscere le nevi e le culture degli altri paesi del mondo.
Y vo n n R u ngga l d i e r , B olz ano 1 9 8 7 .
Maestra di sci dal 2011. Ha gareggiato in Nazionale C fino a tre anni fa. Nipote dell’omonimo campione di sci alpino Peter, figlia di maestri di sci, nella vita per ora vuole lavorare come maestra professionista. In estate lavora all’estero per migliorare la sua conoscenza delle lingue. Ca rme n C omplo i , B ressanone ( Bol z ano ) 1990.
Maestra di sci dal 2011. Ha gareggiato fino a 19 anni. Durante l’inverno è ininterrottamente sulle piste da sci; l’estate lavora in un negozio di abbigliamento sportivo, si dedica al nuoto e alla corsa e, appena può, va a camminare in montagna. La più piccola di quattro sorelle, è diventata zia ad un anno. E l i sa b etta Lo r e n z i , Marmirolo ( Mantova) 1985.
Maestra di sci dal 2009. A 5 anni la mamma la porta sulle piste in Val Senales e lei si innamora della neve. Segue i corsi per diventare maestra di sci in Alto Adige e, passate le selezioni, viene chiamata da Peter Runggaldier a Selva, dove ancora oggi lavora. Studia Mediazione Linguistica all’Università di Lettere e Filosofia di Trento e in futuro desidera lavorare nel turismo. Quando può, torna a Marmirolo dove vivono i genitori con il fratellino e dodici cani da caccia.
Al a n St u ff e r , B olz ano 1 9 7 4 .
Albergatore, maestro di sci dal 1992. Ha sciato a livello agonistico in Nazionale B e corso in Coppa Europa. Oggi gestisce quella che una volta era una baita, costruita dal nonno, e che oggi è l’incantevole Piz Seteur, ai piedi del Sassolungo, visitato ogni anno da migliaia di ospiti. Della sua attività ama soprattutto le lunghe serate d’inverno, quando le piste si svuotano e la montagna diventa intima e silenziosa. Sostiene le imprese del suo territorio, di cui va molto fiero, anche se medita di godersi la vecchiaia all’estero. Roma n Er l ach e r , B runico ( B olz ano) 1 9 5 9 .
Albergatore, ex presidente H ockey Club Val Pusteria, allenatore e istruttore federale addetto alla formazione dei maestri in Italia, maestro di sci dal 1977. Ha fondato la seconda scuola di sci di San Vigilio di Marebbe. Ricorda con ironia la sua prima gara FIS, sul Tonale, vinta dal suo idolo Gustav Thöni: “Ho preso 10 secondi a manche: le buche erano più grandi di me, sarei stato più veloce a piedi che con gli sci”. Oggi dedica ogni minuto libero alla montagna, camminando per ore nella neve fresca con le pelli di foca. Questo rende la sua vita straordinaria.
H e i n i M a rch e r , B runico ( B olz ano) 1 9 6 1 .
Musicista, maestro di sci dal 1992. Musicista poliedrico, suona chitarra, tastiera e fisarmonica. Da 25 anni rallegra gli avventori di baite e après-ski con il suo gruppo, consapevole che anche nello sci ci vuole ritmo e che è possibile dare il proprio swing ad ogni brano di pista. Così, curva dopo curva, ha suonato sulla neve una melodia lunga tutta la vita.
O n . F r a nco F r atti n i , R oma 1 9 5 7 .
Magistrato del Consiglio di Stato, Deputato della R epubblica Italiana, Presidente della Fondazione Alcide De Gasperi, maestro di sci dal 1980. Laureato in giurisprudenza, diventa avvocato dello Stato nel 1984, quindi magistrato del TAR Piemonte e, dal 1986, Consigliere di Stato e consigliere giuridico del Ministro del Tesoro. È stato Ministro per gli Affari Regionali dal 1995 al ’96, Ministro per la Funzione Pubblica dal 2001 al 2002, Commissario europeo per la Giustizia, la Libertà e la Sicurezza e Vicepresidente della Commissione europea dal 2004 al 2008 e due volte Ministro degli Affari Esteri. Presidente della Commissione Scuole e Maestri di Sci della FISI dal 1996 al 2009, è stato Coordinatore per il Governo Italiano dell’Organizzazione dei Giochi Olimpici di Torino 2006. Il 14 gennaio del 2011, ha ricevuto il Collare d’Oro dell’Ordine Olimpico, massima onorificenza del CIO concessa oltre a lui a pochi altri italiani, “per aver permesso al Comitato Olimpico di entrare nelle Nazioni Unite e per le sue apprezzate qualità di maestro di sci e di organizzatore, in virtù dei risultati conseguiti a Torino 2006” (dal discorso del Presidente del CIO, Jacques Rogge). “Grande olimpico” e sportivo, è fermamente convinto che lo sport rivesta un ruolo di fondamentale importanza nell’educazione dei popoli: insegna che, solo versando tanto sudore, si possono tagliare grandi traguardi.
J e s s ica D ’A lo n z o , Cavalese ( Trento) 1 9 85.
Osteopata, estetista, maestra di sci dal 2006. Il nonno, maresciallo maggiore della scuola alpina della Finanza, e il papà, istruttore della Finanza, le trasmettono il talento per la neve; la mamma e la nonna le insegnano il mestiere di estetista; lei aggiunge altro studio e diventa osteopata. Essere maestra di sci le ha permesso di trasformare in lavoro quello che è, in primis, un grande divertimento. Donna delle nevi, i suoi osservati speciali sono i turisti neofiti della montagna, quelli che più spesso mettono in pericolo se stessi e gli altri.
F r a nc e s ca Ze n i , Cavalese ( Trento) 1 9 90.
Barista, maestra di sci dal 2011. Effervescente e ricca di interessi, ama avere le orecchie sempre piene di musica. Contagiata dal papà, anch’egli maestro di sci, ha sempre frequentato le piste assiduamente, come atleta, maestra e sportiva. Creativa e curiosa, si dedica all’arte dei tatuaggi e disegna capi d’abbigliamento, creando mini-collezioni di vestiti da sera.
S i lv i a Col l a , Bolzano 1 9 8 9 .
Studentessa di Lingue a Verona, maestra di sci dal 2010. Gareggia da quando ha 7 anni. Di quel periodo ricorda la fatica, ma soprattutto la felicità di correre in gara e il piacere di poter condividere le emozioni con i compagni di squadra. Oggi insegnare questo sport le dà altrettanta soddisfazione; studia le lingue per poter comprendere meglio i suoi allievi stranieri con l’obiettivo di diventare allenatrice. Vuole rimanere lì, sulle sue piste, dove sta così bene.
S e pp G uf l e r , Moso in Passiria ( Bolzano ) 1950.
Ex carabiniere, istruttore militare, maestro di sci dal 1980. Inizia a sciare a 3 anni; da ragazzo batte le piste a scaletta e le scende con 2,14 metri di sci senza lamine. Carabiniere per trent’anni, ha insegnato lo sci solo nel tempo libero. Ricorda con nostalgia gli anni in cui il maestro di sci esercitava molto più fascino e tra gli allievi c’erano più donne che bambini.
G u stav T h ö n i , Trafoi ( Bol zano) 1 9 5 1.
Uno dei più grandi campioni dello sci di tutti i tempi, ha vinto quattro volte la Coppa del Mondo (1971, 1972, 1973 e 1975), allenatore e maestro di sci dal 1978. Cresciuto con il mito di Toni Sailer, diventa alfiere della famosa Valanga Azzurra che domina le gare di slalom e gigante negli anni Settanta. Tra i suoi indimenticabili successi, passa alla storia il secondo posto ottenuto in discesa libera sulla celebre Streif di Kitzbühel - 18 gennaio 1975 - dietro a Franz Klammer, il più grande discesista di tutti i tempi, che lo stacca per un solo centesimo di secondo. Un’impresa celebrata nel film di Duccio Tessari del 1981, “Un centesimo di secondo”, in cui Thöni stesso si mette alla prova nel ruolo di attore protagonista. Quattro volte oro ai Mondiali, nelle gare di Coppa del Mondo è salito 69 volte sul podio, 24 sul gradino più alto. Ritiratosi dall’attività agonistica, ha contribuito ai successi di Alberto Tomba, di cui è stato allenatore personale per nove anni. Ha allenato la Nazionale italiana prima come direttore tecnico della squadra maschile e poi come direttore generale. Figlio di albergatori, oggi gestisce lui stesso nel paese natale l’albergo di famiglia, l’hotel Bella Vista, dove è possibile ammirare la collezione dei suoi trofei. Nel tempo libero si dedica con amore all’attività di marito, papà e nonno.
Oliviero Toscani
Figlio del primo fotoreporter del Corriere Della Sera, è nato a Milano nel 1942 e ha studiato fotografia e grafica all’Università delle Belle Arti di Zurigo dal 1961 al 1965. Conosciuto internazionalmente come la forza creativa dietro i più famosi giornali e marchi del mondo, ha firmato negli anni immagini corporate e campagne pubblicitarie per Esprit, Chanel, Fiorucci, Prenatal, Jesus, Inter, Snai e altri. Come fotografo di moda ha collaborato e collabora tuttora per giornali come Elle, Vogue, GQ, Harper’s Bazaar, Esquire, Stern, Liberation, nelle edizioni di tutto il mondo. Dal 1982 al 2000, ha creato l’immagine, l’identità, la strategia di comunicazione e la presenza online di United Colors of Benetton, trasformandolo in uno dei marchi più conosciuti a livello internazionale. Nel 1990 ha ideato e diretto “Colors”, il primo giornale globale al mondo, e nel 1993 ha concepito e diretto Fabrica. Dal 1999 al 2000 è stato direttore creativo di Talk Miramax a New York; è uno dei fondatori dell’Accademia di Architettura di Mendrisio; ha insegnato comunicazione visiva in svariate università e ha scritto diversi libri sulla comunicazione. Dopo più di tre decadi di innovazione editoriale, pubblicità, film e televisione, ora si interessa di
vist
creatività della comunicazione applicata ai vari media, lavorando nel suo nuovo centro di ricerca La Sterpaia, Bottega dell’Arte della Comunicazione, che ha prodotto progetti editoriali, libri, programmi televisivi, mostre ed esposizioni. Tra gli ultimi progetti: la collaborazione con il Ministero della Salute, la Regione Calabria, la Fondazione Umberto Veronesi, e alcune campagne di interesse e impegno sociale dedicate alla sicurezza stradale, all’anoressia, contro la violenza sulle donne e il randagismo. Nel giugno 2010 ha inaugurato - in collaborazione con Salvatore Settis e il FAI - Nuovo Paesaggio Italiano, progetto che combatte il degrado dell’Italia. Il lavoro di Toscani è stato esposto alla Bienn a l e d i Ve n e z i a , a S a n Pa o l o d e l B ra s i l e , a l l a Triennale di Milano e nei musei d’arte moderna e contemporanea di tutto il mondo. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali quattro Leoni d’Oro, il Gran Premio dell’UNESCO, due volte il Gran Premio d’Affichage, numerosi premi degli Art Directors Club, il ‘creative hero’ del Saatchi & Saatchi Clio Hero Show, il premio “Il Sogno di Piero” dell’Accademia di Belle Arti di Urbino e il titolo “Accademico d’Onore 2009” dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze.
Gloria Rivera
Helga Lazzarino
Elmar Stimpfl
Francesca Kaswalder
Thomas Monsorno
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marketing Suppor t
CEO V ist
marketing
marketing
Un grazie di cuore a tutti i maestri e i campioni che, prestando il loro volto all’obiettivo di Oliviero Toscani, ci hanno permesso di raccontare la nostra storia. Altrettanta gratitudine va a tutte le persone che hanno lavorato al nostro fianco, e alla Val Gardena, splendido teatro di questa avventura. Grazie a: Val Gardena Marketing Günther Pitscheider SMG Collegio Professionale dei Maestri di Sci Provincia di Bolzano Claudio Zorzi A Luca, Oliviero e Mauro, per averci resi parte della loro luminosa creatività.
Concept
Plus Communications - Oliviero Toscani Studio Progetto grafico e testi
Plus Communications - Trento _Art director: Luca Franceschini _Copywriter: Annalisa Curcu _Progetto grafico: Mattia Micheletti _Impaginazione grafica: Eleonora Bernardi Fotografie
Oliviero Toscani Studio - Cecina - Livorno _Fotografo: Oliviero Toscani _Assistente fotografo: Stefano Beggiato Make-up
Eva Mardhaja Traduzione testi edizione inglese
Manuela Gho Traduzione testi edizione tedesca
Annette Seimer e Ilona Witten Organizzazione generale Vist sostiene chi sostiene lo sport.
Vist - Caldaro - Bolzano _Francesca Kaswalder _Helga Lazzarino _Thomas Monsorno Stampa
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Litografica Editrice Saturnia - Trento
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