Street photography
Una delle cose più affascinati in fotografia è la possibilità di ritrarre ciò che ci è più immediato e vicino. Molte possibilità ci dà la strada…. e tra queste quella che preferisco è la “Street portrait photography”, insomma la la fotografia di ritratti ambientati… in strada!
Il primo è di natura squisitamente tecnico: riguarda l’attrezzatura, le modalità di ripresa, la gestione di un progetto più o meno finalizzato, la sua durata, ecc… ecc…
Il secondo, molto più impegnativo del primo, è la timidezza, che ci inibisce lo scatto, o ci porta a scattare foto banali, prive di quell’emozione che ha suscitato in noi la scena vista.
“Come approcciare le persone… per strada”.
Possiamo essere armati della migliore tecnologia ed aver letto tutto, sia sulla composizione che sulla tecnica fotografica, ma se poi ci limitiamo in questo aspetto della Street Photography solo per vergogna, pudore od altro avremo mancato una possibilità, forse, tra le più belle che la Fotografia e la nostre emozioni possono trasmettere.
1) Siamo fotografi non “agenti delle tasse”: e ci divertiamo pure! Bene: trasmettiamo subito questo stato “aulico”. 1) Sembra che le persone che penso di fotografare quasi quasi se lo aspettano pero’…. 2) Mai scattare senza due chiacchiere prima: intanto abbiamo modo di conoscere la “preda” e di farci riconoscere. In questa fase via la macchina fotografica: dobbiamo essere “disarmati” e disarmanti. Prendiamo tempo, chiediamo informazioni sul posto, magari sediamoci accanto a lui/lei. Le persone anziane amano raccontare di sé ed i giovani amano mettersi in mostra. Dobbiamo sfruttare al massimo questi “varchi psicologici”. 3) Spieghiamo chiaramente il perché ci piacerebbe fotografarli. Mai bugie!
Spieghiamo chiaramente il perchĂŠ ci piacerebbe fotografarli. Mai bugie! In tal modo magari si mettono pure in posa. ď Š
4) Entrando in un negozio particolare soffermiamoci a guardare con attenzione “tutto”: se troviamo un artigiano al lavoro “fissiamoci” davanti a lui con aria stupita, anche per diversi minuti. Scambiando le naturali chiacchiere e complimenti, interessatevi di tutte le fasi del suo lavoro e nel frattempo osservate le espressioni del suo volto e l’ambiente che lo circonda. 5) Cerchiamo di non essere d’intralcio. Non c’è nulla di peggio che apparire come dei perditempo…che fanno perdere tempo! 6) Dobbiamo sapere cosa vogliamo fotografare e come! Se si creerà la magica atmosfera del consenso… non è detto che questa sussista a lungo! Pertanto la scena deve essere già in mente. 7) Arriva il momento di tirar fuori la macchina o di far comprendere il nostro desiderio. Continuiamo a parlare cosi, come faremmo se ci dovessimo accendere una sigaretta od prender fiato per continuare a bere un bicchiere di vino, con tranquillità e soprattutto non mirate!
Hands at work
8) Il momento della richiesta! Va sempre fatto! Non fotografate mai di sorpresa per poi chiederne il permesso!! Non si tratta di una dichiarazione d’amore ma se abbiamo ben corteggiato e dato importanza ai preliminari troveremo senz’altro una frase ad hoc che ci farà da grimaldello finale! 9) Ottenuto il permesso non fotografate subito continuate a parlare, smorzate la tensione ma con la macchina in mano ben visibile ora! ‌e non mirate!
10) “Che ci fai con queste foto?”: a questa inevitabile domanda mai rispondere “… mah non so” oppure “… niente me le tengo come archivio…” invece, per esempio: “Sto pensando di raccogliere delle immagini che possano raccontare di… ( ora fantasia al potere! ) …e tu ( con la tua storia/attività/manualità/ esperienza/ecc…) mi sembri proprio la persona adatta in questo contesto”. 11) Fate subito vedere qualche scatto: fa sempre piacere! e fingete di accettare gli eventuali consigli. 12) Date la vostra email: proponete “se mi scrivi ti rispondo con qualche scatto ricordo che ti ho fatto!”. Non mancate di attuare questa promessa: ricordatevi che il mondo è piccolo!
13) Scatto con l’amico/vicino: se vi chiedono di farsi fare qualche scatto di questo tipo assecondateli. Questo mi è accaduto soprattutto nei mercati rionali. 14) Se vi prendono in giro, “state allo sfottò”… fruttate il momento! Magari fatevi fare una foto … insieme! 15) Se possibile ritornate sul sito! 16) Esiste un “NO grazie” ed “il NO”, nel secondo caso non insistete. Nel primo caso c’è ancora un margine di successo. 17) Se avete di fronte un gruppetto di persone (o anche solo 2) aspettate che interagiscano tra loro… diventate invisibili ai loro occhi… Sempre dopo aver ricevuto il consenso alla foto
18) Portatevi sempre dietro il tesserino di una associazione (se ne fate parte) e le liberatorie. Oltre ad essere più credibili sui progetti di cui fantastichiamo ci metteremo al sicuro da ogni futura discussione! In questo articolo non entro nella tecnica, che sarà oggetto di un altro tutorial. Tra l’altro io penso che se non ho fatto belle foto posso sempre ritornare in loco, magari ad ore diverse, e riprovarci: soprattutto se i miei rapporti sono stati improntati su una sana e simpatica cordialità ho una buona probabilità di ritrovare la disponibilità delle persone.
Il colore:
620 nm
La liberatoria fotografica Uno degli aspetti più delicati della street photography, nel caso si fotografino persone riconoscibili, è costituito dalla legislazione sul diritto d’autore e dalla legislazione sulla privacy che, diciamolo subito, nella stragrande maggioranza dei casi e dei paesi obbliga il fotografo a dotarsi di una liberatoria, cioè di un documento firmato dalla persona ritratta, che autorizza la pubblicazione o l’esposizione in luoghi pubblici della fotografia. La legislazione di riferimento per il fotografo, professionista o meno, è costituita dalla legge n. 633 del 22 aprile 1941 (G.U. del 16.07.1941 n.16 e successive modifiche) e dal decreto legislativo 196 del 2003, la cosiddetta legge sulla “privacy”. Gli articoli che ci riguardano, in particolare, sono i seguenti, della legge n. 633 del 22 aprile 1941: Art 96 – Il ritratto di una persona non può essere esposto, riprodotto o messo in commercio, senza il consenso di questa, salve le disposizioni dell’articolo seguente. Dopo la morte della persona ritrattata si applicano le disposizioni del secondo, terzo e quarto comma dell’art.93 Art. 97 – Non occorre il consenso della persona ritrattata quando la riproduzione dell’immagine è giustificata dalla notorietà o dall’ufficio pubblico coperto, da necessità di giustizia o di polizia, da scopi scientifici, didattici e culturali, o quando la riproduzione è collegata a fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico o svoltisi in pubblico. Il ritratto non può tuttavia essere esposto o messo in commercio, quando l’esposizione o messa in commercio rechi pregiudizio all’onore, alla reputazione o anche al decoro della persona ritrattata. Il d.l. 196/2003 invece tutela i dati personali, fra i quali rientrano sicuramente le immagini di una persona.
Nel caso stiamo fotografando un luogo pubblico, ad esempio una strada di passaggio, e alcune persone siano incidentalmente riconoscibili, ma il soggetto della fotografia sia evidentemente il luogo e non la persona o un suo comportamento, la foto può, in linea generale, essere utilizzata anche in pubblico. Se però la documentazione della presenza della persona in quel determinato luogo potrebbe procurare un danno alla stessa, la persona ha il diritto di chiedere la rimozione dell’immagine. Anche in questo caso, prestiamo attenzione se nell’inquadratura vi sono bambini riconoscibili.
Ad un evento pubblico (sagra, evento sportivo, concerto) se fotografiamo l’evento, possiamo pubblicare le foto anche se ci sono dei visi riconoscibili, se invece fotografiamo una persona presente all’evento, abbiamo bisogno dell’autorizzazione
Se l’individuo tratto nella foto è famoso, sta svolgendo il suo lavoro in pubblico (ad esempio cantante in concerto, o atleta in una competizione) e il fine è di tipo giornalistico o culturale, non serve l’autorizzazione dell’interessato (in pratica: se fotografiamo il cantante ad un concerto, possiamo utilizzare la foto senza problemi). E’ però vietato utilizzare foto di personaggi famosi per la realizzazione di prodotti di prodotti di merchandising (magliette, tazze, ecc…) senza l’espicita autorizzazione.
Per quanto riguarda l’attività giornalistica, quindi non quella del normale fotoamatore, entra in gioco anche il Garante per la privacy: Se la foto che si vuole pubblicare ha un fine giornalistico e non risulta dannosa per l’individuo riconoscibile, l’autorizzazione della persona ritratta non è necessaria. Le foto dei minori riconoscibili non possono essere in alcun caso essere pubblicate . Se la foto che si vuole pubblicare può avere un fine lesivo (legge 633/41) o se fornisce indicazioni sullo stato di salute, sull’orientamento politico, sul credo religioso o sulla vita sessuale (dlgs 196/2003) bisogna chiedere l’autorizzazione del Garante. Bisogna avere l’autorizzazione del Garante se le finalità della pubblicazione della foto sono promozionali, pubblicitarie, di merchandising o comunque non di prevalente informazione o gossip. Le foto dei minori possono essere pubblicate solo se questi sono resi irriconoscibili