Tariffa R.O.C. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1, DCB Napoli - ANNO XlII - N. 1 Gennaio 2017 - Costo singola copia € 10,00
PORTO diporto &
IL MAGAZINE CHE APRE IL PORTO ALLA CITTÁ
La logistica è competitività
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5 Shipyards with14 Dry Docks 5 Shipyards with14 Dry Docks Good maritime strategic locations 5 Shipyards with14 Dry Docks Good maritime strategic locations Up to maritime VLCC DDstrategic Size Good locations Up to VLCC DD Size Operating 24/7 Up to VLCC DD Size Operating 24/7 47 years of maritime experience Operating 24/7 47 years of maritime experience An Hub experience 47 Engineering years of maritime An Engineering Hub Over 2 Kms of repairing Berth An Engineering Hub Over 2 Kms of repairing Berth Adequate draft and easy Berth access from Over 2 Kms of repairing Adequate draft and easy access from open seasdraft and easy access from Adequate open seas Achieved open seasCredibility on Safety and on Achieved Credibility on Safety and on honouring deadlines on Safety and on Achieved Credibility honouring deadlines honouring deadlines Specialist in Ship Repair since 1967 in the heart of the Mediterranean Specialist in Ship Repair since 1967 in the heart of the Mediterranean Specialist in Ship Repair since 1967 in the heart of the Mediterranean
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sommario
IN ESCLUSIVA Interventi di: Umberto Masucci, Riccardo Fuochi, Donato Caiulo, Maria Gloria Giani Pollastrini, Fabrizio Zerbini, Massimo Bernardo, Alfonso Mignone, Bruno Castaldo ------Interviste a: Salvatore Antonio De Biasio, Gabriele Cornelli, Alessandro Panaro, Luigi Cantamessa, Orlando Di Scola
Anno XIII - N° 1 - Gennaio 2017 Direttore responsabile Antonio De Cesare Direttore editoriale Maurizio De Cesare Hanno collaborato a questo numero: Massimo Bernardo - Cosimo Brudetti Eduardo Cagnazzi - Donato Caiuolo Nicola Capuzzo - Bruno Castaldo Riccardo Fuochi - Maria Gloria Giani Pollastrini - Giovanni Grande Italo Merciati - Stefano Meroggi Alfonso Mignone - Sandro Minardo Andrea Moizo - Stefania Vergani Carolina Sinnopoli - Fabrizio Zerbini Amministrazione e abbonamenti amministrazione@portoediporto.it abbonamenti@portoediporto.it Costo abbonamento Italia € 110, estero € 220 CCP n. 81627671 - AM editori srl Via Diaz, 54 - 80055 Portici (Napoli) Pubblicità e marketing marketing@portoediporto.it Listini e specifiche tecniche www.portoediporto.it Progetto e realizzazione grafica Paola Martino Stampa Morconia Print Morcone (BN) Il magazine Porto&diporto è proprietà di AM editori srl info@ameditori.it redazione@portoediporto.it www.portoediporto.it Autorizzazione Tribunale di Napoli n. 17 del 15 febbraio 2006 Periodico associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana E’ vietata la riproduzione totale e/o parziale di testi, fotografie e di qualsiasi altro contenuto o allegato. Tutti i diritti sono riservati.
ARMAMENTO 4 - Il Gruppo Grimaldi potenzia la propria presenza a Venezia 5 - Soddisfazione Confitarma per approvazione Marebonus 6 - Il 2016 è stato l’anno delle navi ro-ro CANTIERISTICA 7 - La cantieristica napoletana spera in Spirito CROCIERE 8 - Royal Caribbean e GPH accordo per i porti italiani 9 - Taglio della prima lamiera per Msc Bellissima SHIPPING 10 - Fincantieri e Flinders University accordo e doppio tirocinio 12 - Brindisi di fine anno con Assoagenti Campania REGISTRI 13-Come si tratta un gigante di cemento nell’Oceano INFRASTRUTTURE 14 - Si insedia Il Comitato di Gestione Adsp Napoli PROPELLER 16 - Un anno da incorniciare per il Propeller Club Napoli 18 - Shipping e industria al centro dell’attività del Propeller 20 - Il Propeller Club di Brindisi per la Riforma della Portualità 21 - Un anno denso di iniziative a favore del porto di Livorno 22 - Il Propeller Club testimonia i successi del porto di Trieste 24 - Port of Venice: 2016 un anno di attesa, ma il prossimo? 25 - Un sostegno alla portualità nella fase di “accorpamento” DIRITTO 26 - Il pubblico ed il privato nella Riforma del Sistema Mare LOGISTICA 30 - Il Sistema Italia si confronta con shipping e logistica 32 - Interporto Sud Europa 2017, un nuovo inizio
34 - Nuovo accesso al Terminal Intermodale Interporto Padova 36 - Logistica Uno gestione e controllo della supply chain FORMAZIONE 38 - Nuovi corsi tecnici nel 2017 della Escola Europea de SSS TRASPORTI 39 - Attivata la prima tratta AC della Caserta-Foggia 40 - Transpotec: la competitività passa da qui 42 - Trenitalia acquisisce società ferroviaria in Gran Bretagna EU 43 - Programma COSME per finanziare Pmi italiane 44 - Finanziamenti SME per ricerca e innovazione ENERGIA 46 - Eni: una strategia distintiva in uno scenario complesso RICERCHE 48 - La nuova “mission” internazionale di SRM AZIENDE 50 - Sistemi di interconnessione Abb per India e Stati Uniti 52 - Salerno, nasce lo Sportello per Attrazione Investimenti CAPITANERIE 53 - L’operazione “Countdown” della Guardia Costiera NAUTICA 54 - Completato “Marina d’Arechi” porto record nel Mezzogiorno 56 - I porti turistici davanti alla Corte Costituzionale 58 - Trend di crescita del mercato previsioni positive per il 2017 TURISMO 60 - Viaggi su treni storici alla Reggia di Caserta 62 - Il Cilento rilancia il Mito delle Sirene e di Palinuro ALBERGHI 64 - Ospitalità fast&cheap all’aeroporto di Capodichino
armamento / porto&diporto
Il Gruppo Grimaldi potenzia la propria presenza a Venezia I
l Gruppo Grimaldi arricchisce la propria offerta di servizi marittimi annunciando un’importante novità: a partire dal 3 gennaio, il gruppo partenopeo ha esteso a Venezia i propri collegamenti misti merci - passeggeri tra l’Italia e la Grecia. Il porto lagunare è stato incluso nell’itinerario Ancona – Igoumenitsa - Patrasso, attualmente servito quotidianamente dalle navi Cruise Europa e Cruise Olympia. Le partenze da Venezia si svolgeranno il martedì e mercoledì alle ore 23:59 con arrivo il giorno dopo a Igoumenitsa e Patrasso, rispettivamente alle ore 07:00 e 13:00. Da Patrasso le partenze saranno il lunedì e martedì alle ore 19:00 e da Igoumenitsa il martedì e mercoledì alle ore 01.00 con arrivo a Venezia alle ore 20:30 del martedì e mercoledì. Grimaldi Euromed S.p.A., società del Gruppo Grimaldi proprietaria delle Cruise Europa e Cruise Olympia, gestirà direttamente il collegamento VeneziaAncona-Igoumenitsa-Patrasso mentre Minoan Lines, società del Gruppo, sarà agente generale in Grecia nonché part-
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ner in alcuni servizi di bordo. Con una capacità di carico di circa 3.000 metri lineari di merce rotabile nonché di 3.000 passeggeri e 215 auto al seguito, le Cruise Europa e Cruise Olympia sono i cruise ferry più grandi nel Mediterraneo. Trattasi di veri e propri gioielli dei mari, che mettono a disposizione degli ospiti ogni comfort, un’alta qualità del servizio e tutto quanto contribuisce a una piacevole esperienza di navigazione: ampie cabine, ristorante à la carte e self service, bar, centro benessere con sauna, bagno turco e idromassaggio, palestra e piscina esterna, casinò e discoteca. Il nuovo collegamento tra Venezia, Igoumenitsa e Patrasso si aggiunge a quello già offerto dal Gruppo Grimaldi tra i suddetti porti per il trasporto di sole merci rotabili, con frequenza trisettimanale da ambo le direzioni, con l’impiego delle navi Eurocargo Trieste ed Eurocargo Patrasso. Si raggiungeranno così cinque partenze settimanali tra il porto lagunare e la Grecia per il trasporto di merci rotabili. Con questo importante potenzia-
mento il Gruppo Grimaldi conferma la sua posizione di leadership nel trasporto merci e passeggeri sulle rotte adriatiche tra l’Italia e la Grecia. Il Gruppo offre, infatti, una rete capillare di collegamenti marittimi tra le due sponde dell’Adriatico che annovera la linea plurigiornaliera Brindisi – Igoumenitsa - Patrasso e quella giornaliera Ancona – Igoumenitsa - Patrasso. Oltre alle suddette linee, il Gruppo Grimaldi opera un servizio ro/ro che collega i porti di Ravenna e Bari con Patrasso, con una frequenza trisettimanale da ambo le direzioni. Attraverso il potenziamento dei collegamenti da e per Venezia, viene confermata l’importanza strategica dello scalo lagunare nella rete di autostrade del mare che il Gruppo Grimaldi sta sviluppando negli ultimi anni. Venezia ricopre sempre di più il ruolo di piattaforma logistica nell’Alto Adriatico per i traffici di merci tra il Nord Italia, il Nord e Centro Europa ed il Mediterraneo Orientale. Redmar
armamento / porto&diporto
Soddisfazione Confitarma per approvazione Marebonus C
ADV Paola Martino
onfitarma ha espresso soddisfazione per l’approvazione da parte della Commissione Europea dei due provvedimenti di sostegno pubblico volti a promuovere lo spostamento del trasporto merci dalla strada alla ferrovia e al mare (Ferrobonus e Marebonus). Il Marebonus è una misura che mira a premiare i fruitori del trasporto marittimo intermodale, soprattutto gli autotrasportatori, attraverso un incentivo parametrato alla strada evitata in territorio nazionale, imponendo ai vettori marittimi un miglioramento nella qualità dei servizi offerti. In particolare, il Marebonus, promuovendo l’utilizzo della via marittima rispetto a quella stradale contribuirà ad una riduzione della congestione stradale, dell’inquinamento e degli altri
costi esterni. Nel ricordare che già nel 2007 Confitarma promosse il primo Ecobonus, in un contesto del tutto innovativo in ambito nazionale, e quando non vi era ancora alcun quadro normativo comunitario di riferimento, Emanuele Grimaldi, Presidente della Confederazione Italiana Armatori, ha affermato che “ancora una volta grazie agli Studi di Confitarma è stata impostata una misura per promuovere il comparto cabotiero “che infatti è la modalità di trasporto più sostenibile, le cui positive performance ambientali vanno a beneficio della collettività. La conclusione della procedura con l’approvazione di Bruxelles, consentirà agli operatori marittimi italiani di rafforzare e migliorare i servizi esistenti e di avviarne anche di nuovi”.
“Colgo l’occasione – ha proseguito Grimaldi – per ringraziare il Ministro Delrio, il quale aveva assicurato che entro la fine dell’anno si sarebbe concluso il faticoso iter di approvazione di questo provvedimento in ambito comunitario. Auspichiamo che possa essere reso operativo in tempi brevi”. “Come ho più volte affermato – ha concluso il Presidente di Confitarma armamento ed autotrasporto condividono i medesimi obiettivi di riequilibrio e miglioramento del trasporto merci in Italia, consapevoli di essere entrambi parte attiva di uno stesso sistema logistico, che si deve inevitabilmente basare sui fattori fondamentali di tempistica, qualità del servizio, sicurezza e rispetto dell’ambiente”. Redmar
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Registro Navale Panamense - Per informazioni: Consolato di Panama - Via Duomo 319 - 80133 Napoli (NA) - tel: 081 6028540
armamento / porto&diporto
Il 2016 è stato l’anno delle navi ro-ro Secondo il ClarkSea Index nello scorso anno i noli delle navi cargo sono stati inferiori dell’11% rispetto alle media degli ultimi nove anni
P
er l’industria internazionale dello shipping il 2016 appena andato in archivio è stato un anno da ricordare per le acquisizioni, per il consolidamento fra alcuni primari attori di mercato, per i noli ai minimi e per l’elevato ricorso alle demolizioni navali. Solo per quel che riguarda le navi portacontainer il 2016 ha fatto segnare un nuovo primato storico per numero di navi dismesse: 201 unità, pari a una capacità di stiva di 700 mila Teu (unità di misura del container da 20 piedi). Solo per avere un termine di paragone nell’intero 2015 erano state demolite navi per 187.500 Teu. L’anno appena concluso ha fatto soffrire soprattutto gli armatori di navi portarinfuse liquide, secche e portacontainer, mentre ha dato soddisfazioni maggiori a chi opera mezzi come traghetti e altre navi ro-ro e passeggeri. Il ClarkSea Index, l’indice sintetico elaborato da Clarksons Research Services che riassume l’andamento economico di diverse tipologie navali, riporta come valore medio di nolo delle navi sul mercato a novembre una rata giornaliera di 10.574 dollari, più bassa circa dell’11% rispetto alla media del comparto dal
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2009 a oggi. Secondo lo stesso indice il 2016 è stato un anno particolarmente sottotono per le navi portarinfuse secche, tanto che nelle scorse settimane i noli delle Capesize (unità di grande portata) erano ancora del 14% al di sotto della media degli ultimi sette anni. Idem dicasi sia per le navi che trasportano petrolio che per quelle che muovono altri prodotti raffinati, i cui ritorni economici nel corso dell’anno sono progressivamente crollati per effetto di un crescente eccesso di stiva sul mercato. Nel dry bulk però, a differenza delle navi cisterna, il trend sembra essere rialzista perché dai minimi toccati in primavera il Baltic Dry Index a inizio dicembre era arrivato a superare i 1.000 punti. Vittime dell’eccesso di stiva sul mercato sono anche le navi gasiere i cui noli sono scesi (per navi Very Large Gas Carrier) dai 70.000 dollari giornalieri di metà 2015 agli attuali 17.500 dollari ma secondo alcuni osservatori dovrebbe essere stato toccato il fondo del barile. Il 2016 non ha sorriso nemmeno agli armatori proprietari di navi porta auto perché le rate di nolo giornaliere per
un’unità Pure Car Truck Carrier in grado di trasportare 6.500 veicoli si attestavano a novembre sui 16.000 dollari giornalieri, il 24% in meno rispetto alle media storica dal 2009 a oggi. Discorso simile vale poi per le piccole navi general cargo e portacontainer di piccola portata che spuntano rendimenti quotidiani da circa 6.000 dollari. In lieve miglioramento, invece, i rendimenti delle navi offshore con i PSV (Platform Supply Vessel) nei mari del Nord che spuntano noli giornalieri da circa 6.100 dollari, in ripresa (+46%) rispetto ai minimi toccati nel 2015. Chi invece ha buoni motivi per sorridere sono gli armatori proprietari di navi ro-ro adibite al trasporto di camion e semirimorchi che attualmente spuntano rate di nolo da circa 18.800 dollari/ giorno per unità da 4.000 metri lineari di stiva. Un ritorno, questo, superiore del 43% rispetto ai valor medi del periodo 2009-2016. Sempre secondo Clarkson Research Services, elevati ritorni si registrano infine anche per le moderne navi traghetto soprattutto in Nord Europa. Nicola Capuzzo
cantieristica / porto&diporto
La cantieristica napoletana spera in Spirito L’
ultima battaglia fra i big delle riparazioni navali di Napoli si è giocata nei mesi scorsi, come al solito sottotraccia a dispetto degli investimenti milionari inerenti beni pubblici, sullo spazio acqueo antistante il Molo Martello. Un’area già in passato assurta ai disonori delle cronache, col Comitato Portuale (sotto la gestione commissariale di Francesco Karrer all’Autorità Portuale) costretto, nell’autunno 2014, ad annullare le delibere di quasi due anni prima (a firma dell’allora presidente del porto Luciano Dassatti) che la assegnavano alla Nuova Meccanica Navale (gruppo MSC), a valle del contenzioso amministrativo seguito al ribaltamento dell’iniziale esito di gara, che aveva visto prevalere Palumbo. E, soprattutto, a valle dell’iniziativa penale della Magistratura che, anche in ragione di quella gara, aveva intanto travolto proprio Dassatti e diversi altri soggetti con un procedimento tutt’ora aperto. All’inizio del 2016 Palumbo si è rifatto sotto con un’istanza regolarmente pubblicata dall’Autorità Portuale per ormeggiarvi un bacino da 100x230 metri. Ad essa si è opposta, avanzando una richiesta concessoria trentennale per la medesima area, la Nuova Meccanica Navale, con un’istanza (dal non precisato scopo) che scadeva a giugno. I riscontri ufficiali finiscono qui, ma è un fatto che poco dopo NMN ha piazzato nell’area un bacino galleggiante (struttura menzionata dal bilancio 2015 della società e acquisita, di seconda mano, per 3 milioni di euro). “È esatto, è un bacino di 130 metri di lunghezza acquistato a fine 2015. Ma l’abbiamo collocata, previo l’ottenimento delle autorizzazioni da parte di tutti i soggetti competenti, su una porzione dello specchio acqueo su cui abbiamo la concessione già dal 2008. L’istanza
riguarda uno spazio adiacente ed è volta a collocarvi una struttura più grande: siamo in attesa di risposta dall’Autorità Portuale” ha spiegato Dario Piantedosi consigliere di NMN. A lamentarsene, anche nel bilancio 2015, è Cantieri del Mediterraneo: “All’inizio del 2016 avevamo sottoposto all’ente un progetto per l’ormeggio, in un’area ancora da individuarsi, di un bacino galleggiante da 290 metri. Una struttura che avevamo individuato e per la quale avevamo concordato un’opzione d’acquisto” spiegano i titolari Luigi (che è anche rappresentante della relativa sezione dell’Unione Industriali di Napoli) e Maurizio Salvatori. Un investimento, si legge nel bilancio della società, da 25 milioni di euro, che ne avrebbe sbloccati altri 15 complementari. “Solo che, dopo aver sancito l’ammissibilità della nostra domanda all’istruttoria di rito, l’Authority ha bloccato l’iter, non pubblicando nemmeno l’istanza di concessione. L’alibi è stato il commissariamento, ma cosa pensare quando, negli stessi mesi, un’altra società, Palumbo, pubblicava un’istanza similare mentre una terza, NMN, veniva autorizzata ad utilizzare un bacino galleggiante? Il risultato è che abbiamo perso l’opzione e ora dovremo ricominciare da zero”. Normale quindi che l’invito da parte dei Salvatori a Pietro Spirito, neopresidente dell’Autorità di Sistema Portuale di Napoli e Salerno, sia quello di “ristabilire terzietà, legalità e trasparenza all’interno dell’ente”. Fra i molti elementi di opacità evocati dai due imprenditori ne spiccano due. Il primo è tornato agli onori delle cronache per la recente iniziativa della Commissione Europea sui presunti aiuti di Stato: Bruxelles contesta l’esborso pubblico per la manutenzione delle vasche in muratura di Napoli, la cui gestione (ma
non l’uso esclusivo) è tutt’ora in capo a Camed: “Sorvolando sull’inquietudine generata dal fatto che trattasi di una segnalazione già inviata nel 2006 alla Commissione e già archiviata, è evidente che un approccio simile farebbe crollare l’intera portualità italiana, perché presupporrebbe che lo Stato concedente non possa investire sul mantenimento dei beni in concessione per non avvantaggiare il concessionario: sarebbe la fine dei terminal per come li conosciamo, ergo è auspicabile un’altra archiviazione”. Altro argomento scottante è il regolamento sui bacini. Camed, come detto, ha dal 2004 la concessione trentennale sulle vasche, cui deve far accedere i competitor. Il regolamento originario fu rivisto nel 2012 dall’Authority a guida Dassatti. Camed chiese l’annullamento della revisione, sostenendo che le accollasse oneri impropri, ma il Tar le diede torto. Pochi mesi dopo, nell’ambito dell’inchiesta penale che coinvolse Dassatti, emerse l’ipotesi che il nuovo regolamento fosse stato ‘dettato’ all’Authority da NMN. “Eppure il regolamento è tutt’ora vigente!” stigmatizzano i Salvatori, anticipando come ne risolleciteranno a Spirito la sospensione, in attesa che il Consiglio di Stato si pronunci sull’appello del primo ricorso. Dal canto suo NMN contesta da sempre l’assegnazione del 2004 a Camed, lamentando la costrizione a stornare lavoro da Napoli a causa “dell’uso privatistico dei bacini”, anche se ancora poche settimane fa il Tar ne ha frustrato le pretese. La situazione, insomma, è incandescente e Spirito, già tirato per la giacchetta, ha annunciato a mezzo stampa l’intenzione di metter ordine nella materia. Buona fortuna. Andrea Moizo
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crociere / porto&diporto
Royal Caribbean e GPH accordo per i porti italiani
Dopo Venezia e Ravenna, la Global Ports Holding ora include nel suo portafoglio i terminal crociere di Cagliari e Catania
A
settembre 2016 la Global Ports Holding (GPH) aveva annunciato l’acquisto del 51% delle azioni del Ravenna Terminal Passeggeri S.r.l. che gestisce il Terminal Crociere di Ravenna. A partire da novembre 2016, GPH ha acquistato indirettamente le azioni delle compagnie operanti presso il Terminal Crociere di Cagliari e il Terminal Crociere di Catania, inclusa la maggioranza della partecipazione di Royal Caribbean Cruises Ltd. (RCCL), e le azioni della compagnia che svolge servizi di sbarco e imbarco dei passeggeri delle crociere a Portovenere. Di conseguenza, GPH ora possiede: il 70.89 % delle azioni indirette della società Cagliari Cruise Port S.r.l. che gestisce il Terminal Crociere del Porto di Cagliari; il 62.20 % delle azioni indirette della Catania Cruise Terminal S.r.l. che gestisce il Terminal Crociere del Porto di Catania; il 53.67 % delle azioni indirette della Ravenna Terminal Passeggeri S.r.l. che gestisce il Terminal Crociere del Porto di Ravenna; il 28.5 % delle azioni indirette della società La Spezia Cruise Facility S.c.a.r.l che fornisce servizi a Portovenere. John Tercek, Vice President New Business Development di Royal Caribbean Cruises Ltd, ha commentato: “Siamo soddisfatti di questo accordo che ha segnato un momento importante
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per noi e GPH, nostro partner da tempo e con cui abbiamo condiviso attività e risultati in linea con gli obiettivi che ci siamo prefissati dall’inizio della nostra collaborazione. Nonostante la cessione della maggior parte delle azioni alla GPH, Royal Caribbean continuerà a includere questi porti nella programmazione di alcuni nostri itinerari, i nostri ospiti sono sempre soddisfatti per la ricchezza di queste destinazioni e quindi crediamo fortemente nel loro potenziale di sviluppo.” Il Sig. Emre Sayin, Chief Executive Officer Global Ports Holding, ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è lo sviluppo di tutti e tre i porti che presentano molti vantaggi e un gran potenziale. Desideriamo ringraziare RCCL per l’operazione commerciale. Come GPH, siamo fieri della crescita realizzata nel 2016. Abbiamo raggiunto un’altra tappa fondamentale espandendo la nostra presenza a 14 porti in 8 paesi. Dopo l’acquisto del Terminal Crociere di Venezia e di seguito di quelli di Catania, Cagliari e Ravenna, i terminal crociere potenzieranno senza dubbio il potere di marketing collettivo di Global Ports e rafforzeranno la sua presenza in Italia, superando in totale i 2 milioni di passeggeri. Da leader mondiale nella gestione dei terminal crociere, forte della propria ottima competenza settoriale, la GPH continuerà a creare
nuove sinergie all’interno della propria crescente rete di porti.” L’inclusione dei terminal crociere di Cagliari, Catania e Ravenna al pre-esistente portafoglio di Global Ports quali Barcellona/Spagna (il più grande porto del Mediterraneo), Malaga/Spagna, Venezia/Italia (il primo homeport nel Mediterraneo), Valletta/Malta, Lisbona/ Portogallo, Singapore - SATS Creuers/ Singapore, Adria - Bar / Montenegro, Kuşadası / Turchia, Bodrum / Turchia, Antalya / Turchia, e Dubrovnik/Croazia (le trattative d’appalto sono tutt’ora in corso) porterà a più di 7.5 milioni il numero di passeggeri totali, consolidando la posizione di Global Port come il principale gestore di terminal crociere del mondo e con una quota di mercato del circa 25% nel Mediterraneo. La Global Ports Holding (GPH) è leader mondiale nella gestione dei terminal crociere grazie alla consolidata presenza nel Mediterraneo, nell’Atlantico, nella regione Asia-Pacifico e detiene anche attività portuali di carattere commerciale in Turchia e in Montenegro. La GPH, come consolidatore indipendente di terminal crociere, gestisce un portafoglio diversificato di 14 porti in 8 paesi, continuando a crescere costantemente. La società offre servizi a più di 7.5 milioni di passeggeri per una quota di mercato annua che raggiunge il 25 % del Mediterraneo.
crociere / porto&diporto
Taglio della prima lamiera per Msc Bellissima
Inizia la costruzione di MSC Bellissima, la quarta di undici navi di nuova generazione che entreranno in servizio nei prossimi dieci anni
M
SC Crociere e il cantiere STX France hanno celebrato la tradizionale cerimonia del taglio della lamiera di MSC Bellissima. L’evento si è tenuto lo scorso dicembre presso i cantieri STX di Saint Nazaire a simboleggiare l’inizio della costruzione della seconda nave di nuova generazione classe Meraviglia che entrerà in servizio nel 2019. MSC Bellissima è la quarta di undici navi che verrà costruita a seguito degli investimenti previsti dal piano industriale del valore di 9 miliardi di euro grazie al quale la capacità MSC Crociere sarà triplicata entro i prossimi dieci anni. Parlando nel corso della cerimonia del taglio della prima lamiera a Saint Nazaire, Pierfrancesco Vago, Presidente esecutivo di MSC Crociere, ha commentato: “MSC Crociere e STX France hanno fatto molta strada assieme sin dalla costruzione di MSC Lirica nel 2003. Parte della nostra flotta è stata costruita da STX France e ora, con questi due nuovi prototipi, sta prendendo forma il futuro della crocieristica moderna. Mentre il lavoro su MSC Meraviglia sta per essere completato, siamo lieti di annunciare l’avvio della costruzione di MSC Bellissima.” Vago ha detto inoltre “Sono soddisfatto di questo nuovo prototipo che presto diventerà una nuova splendida nave da crociera capace di operare in ogni porto del mondo. E sono particolarmente contento che mia moglie, Alexa Aponte Vago, abbia potuto raggiungermi a Saint Nazaire per condividere con me questo importante momento.” Laurent Castaing, CEO di STX France, ha commentato: ”Siamo orgogliosi di essere partner industriale di Msc Crociere e di essere in prima linea per lo sviluppo della loro flotta. È molto sfidante per noi e con la nuova classe Meraviglia abbiamo raggiunto un importante traguardo. Meraviglia,
di nome e di fatto, perchè si tratta di quattro nuove navi che sapranno stupire i passeggeri per il loro design ed eleganza.” MSC Bellissima è stata progettata per navigare in tutte le stagioni e per poter ormeggiare nella maggior parte dei porti crocieristici del mondo. Come suggerisce il nome stesso, MSC Bellissima rappresenta la bellezza e la magnificenza delle nuove navi ultramoderne di MSC Crociere, con una vasta gamma di attività di intrattenimento e svago adatte ad ospiti di tutte le età. Con una stazza lorda di 167,600 tonnellate e capacità di accogliere fino a 5.7000 ospiti, questa nuova nave sarà la più grande della flotta di MSC Crociere assieme alla gemella MSC Meraviglia. E per continuare a stupire la compagnia ginevrina ha anche annunciato l’apertura delle vendite per il suo primo giro intorno al del mondo. La MSC World Cruise verrà realizza-
ta sulla più grande e moderna nave mai impiegata nel settore per un viaggio di simile portata. MSC Magnifica partirà da Genova il 5 gennaio 2019 dove rientrerà, dopo un giro completo del pianeta, 119 giorni più tardi. Attraversando sei continenti, effettuando 49 tappe uniche e toccando ben 32 paesi: una crociera speciale e indimenticabile, pensata per realizzare il sogno dei viaggiatori più appassionati ed esigenti, amanti del comfort e dell’eleganza che contraddistingue l’esperienza di MSC e delle sue navi. Sia che cerchino di prendersi un tradizionale anno sabbatico, sia che optino per un break lavorativo, sia che decidano di concedersi un meritato premio dopo la pensione, i viaggiatori di tutte le età potranno allargare i propri orizzonti e vivere indimenticabili esperienze di vita partendo alla scoperta del mondo. MSC Crociere ha creato quest’offerta unica per aiutare gli ospiti a realizzare il sogno di un viaggio atteso da una vita. Stefano Meroggi
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shipping / porto&diporto
Fincantieri e Flinders University accordo e doppio tirocinio
D
ue studenti della Flinders Business School arriveranno in Italia nei prossimi giorni per un tirocinio aziendale nell’ambito di un memorandum di intesa firmato da Fincantieri e Flinders University, con sede ad Adelaide. Fincantieri è una delle tre società preselezionate dal governo australiano per prendere parte al processo di valutazione per il programma Future Frigates – SEA 5000, che prevede la costruzione di nove fregate per la Marina Australiana. La stretta collaborazione con Flinders, che già contribuisce al patrimonio di competenze navali del Paese attraverso il Bachelor of Maritime Engineering, il Bachelor of Engineering in Naval Architecture e numerosi altri progetti di ricerca, pone il prestigioso istituto in una posizione forte per cogliere le ulteriori opportunità di ricerca offerte dal programma SEA 5000. Dario Deste è il Chairman di Fincantieri Australia, la società costituita in loco per gestire pienamente l’importante fase di partecipazione dal gruppo italiano alla gara. “Fincantieri è impegnata pienamente nel progetto Future Frigates e siamo estremamente soddisfatti della partnership con la Flinders University. Il programma rappresenta uno dei più importanti progetti di piattaforma navale di superficie al mondo e per questo siamo entusiasti di costruire alleanze solide in Australia - ha dichia-
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rato Deste - Flinders University, con la sua esperienza nel campo dell’ingegneria e dell’architettura navale, è esattamente il tipo di soggetto con cui siamo interessati a collaborare, e spero che questo sia l’inizio di una lunga e proficua relazione”. Il Vice-chancellor di Flinders University, prof. Colin Stirling, ha dichiarato che la collaborazione vedrà sfruttate le competenze scientifiche di Flinders sul piano pratico. “Questo memorandum è un riconoscimento della potente combinazione di innovazione ed expertise in campo navale della nostra università da parte di uno dei maggiori gruppi cantieristici al mondo, il primo per innovazione e diversificazione - ha commentato Sterling - La partnership decisiva con Fincantieri pone Flinders nel cuore di uno dei principali progetti australiani nel settore della Difesa e della trasformazione economica del Paese. Fornisce infatti la grande opportunità per i nostri studenti dell’International Business di intraprendere un inserimento in Italia. Saranno coinvolti in attività quali il procurement, la gestione della catena logistica di fornitori e l’analisi dei fornitori per il progetto. Si tratta di un’ulteriore prova delle eccezionali opportunità di apprendimento che offre Flinders” ha proseguito Sterling. Il memorandum pone i termini per Fincantieri e Flinders di lavorare fianco a fianco per promuovere una coopera-
zione accademica e scientifica, nonché lo scambio di personale, studenti e informazioni. Per la gara del programma Future Frigates - SEA 5000 Fincantieri ha inoltre costituito una società ad hoc, Fincantieri Australia, e a breve inaugurerà la propria sede a Canberra. Chairman della società è stato designato Dario Deste, affiancato da Mark Purcell. Fincantieri Australia gestirà ora pienamente l’importante fase di partecipazione al processo di valutazione attualmente in corso e sarà impegnata al fianco del governo locale, delle principali società attive in Australia nel comparto della cantieristica e dell’indotto, e altri attori di rilievo nell’ambito del programma delle fregate che saranno realizzate ad Adelaide, nel sud del Paese. Dario Deste ha dichiarato: “Il nostro impegno in questo progetto sarà totale. Siamo convinti che il modello di fregata FREMM che presentiamo sia un prodotto assolutamente all’avanguardia, e anche di poter far valere la forza di un gruppo leader di mercato come il nostro. Siamo molto soddisfatti della squadra che abbiamo creato, e tutti coloro che parteciperanno avranno un ruolo importante. Una menzione di riguardo tra quelli che si sono uniti a noi va a Mark Purcell la cui esperienza costituirà di certo un punto di forza molto significativo”. Stefano Meroggi
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shipping / porto&diporto
Brindisi di fine anno con Assoagenti Campania Premiati i giornalisti dello Shipping Tempo di bilanci, positivi per il 2016 e Buon Vento con l’arrivo del Neo Presidente Spirito.
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n brindisi di Natale e di fine Anno, il confronto aperto e costruttivo sulla portualità campana e un riconoscimento ufficiale ai giornalisti territoriali del settore dello Shipping. E’ in breve il programma del meeting organizzato da Assoagenti Campania, alla Stazione Marittima di Napoli, a cui sono intervenuti i vertici di Autorità Portuale e Direzione Marittima Regionale e delle varie categorie professionali del sistema portuale. “Un meeting durante il quale abbia-
Paolo Grassi del Corriere del Mezzogiorno, Tiziana Cozzi di La Repubblica, Vera Viola di Il Sole 24 Ore, Michele Armano di Il Denaro, Eduardo Cagnazzi di Il Roma, Luciano Bosso di Informazioni Marittime e del Bollettino Avvisatore Marittimo, Marco Caiazzo della rivista 30 Nodi e Antonio De Cesare di PORTO&Diporto. E un premio speciale a Bianca D’Antonio, madrina dell’evento e prestigiosa firma del settore dello shipping, oltre che me-
Team di Giornalisti premiati con Stefano Sorrentini e Contrammiraglio Arturo Faraone
mo voluto esprimere la nostra gratitudine ai giornalisti che da sempre seguono con impegno e professionalità quanto accade nel settore dello shipping e della portualità - spiega Stefano Sorrentini, Presidente Assoagenti Campania - Una premiazione che intendiamo ripetere ogni anno, invitando i media a rafforzare la sinergia con la nostra Associazione, Enti ed Istituzioni di settore ed insieme collaborare per intraprendere le iniziative giuste per migliorare il sistema portuale campano”. I premiati per la I edizione del “Award for outstanding Journalism & Writing in the Marine and Nautical Industry” sono stati: Gianfranco Coppola della Rai, Antonino Pane del Mattino,
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moria storica nell’ambito marittimo. Ma il meeting di oggi è stato anche un momento di confronto e di bilanci per il settore marittimo, soprattutto in riferimento alla nuova riforma portuale e alla nomina del Presidente Pietro Spirito all’Autorità di Sistema Portuale. “Abbiamo un interlocutore deciso e determinato - commenta Sorrentini che dimostra di avere idee chiare ed innovative sui possibili temi di rilancio del sistema portuale campano. Negli interventi che si sono susseguiti in queste settimane il Presidente Spirito ha acceso i riflettori su argomenti che ci trovano sulla stessa lunghezza d’onda, quali: sinergia tra porto ed interporto, aeroporto e città; efficienza dei
Da sx: Stefano Sorrentini, Vittorio Spizzuoco e Elisabetta Masucci sistemi portuali, incentivi legati al tasso di rotazione delle merci, verifica dei piani industriali, presenza di tecnici e non di politici nel comitato di gestione. Possiamo insomma essere soddisfatti rispetto ai percorsi che stiamo per intraprendere”. Alcuni dati dello shipping italiano durante il 2016: Il settore del Dry Bulk ha mostrato nel corso del 2016 una dinamica economica in progresso: l’indice Baltic Dry (Baltic Dry Index) si è apprezzato da inizio anno (473) di oltre il 100% (966), dopo aver toccato nel febbraio di quest’anno il minimo storico (290). Questo fenomeno si è percepito in particolar modo in questi ultimi quattro mesi, in cui il mercato ha registrato un significativo impulso verso l’alto. Flotta mercantile italiana (dati ultima assemblea Confitarma di due mesi fa): flotta ringiovanita e più efficiente. 16,5 milioni di tonnellate, nelle prime posizioni: seconda flotta nell’Unione europea, quarta flotta al mondo. Cantieristica nazionale ai vertici europei (dati ultima assemblea Confitarma). Traffico contenitori nel porto di Napoli in incremento (dati forniti dal Presidente dell’Unione Industriali di Napoli e dai terminalisti e dal Presidente degli spedizionieri). Redmar
registri / porto&diporto
Come si tratta un gigante di cemento nell’Oceano I
l giacimento petrolifero Hebron si trova al largo delle coste canadesi dell’isola di Terranova e del Labrador, a 350 km da Saint John. L’inizio delle operazioni di estrazione del petrolio è previsto per la fine del 2017. La piattaforma è stata costruita utilizzando una struttura in cemento che si “auto-supporta” grazie alla sola forza di gravità e sarà in grado di sopportare l’impatto con gli iceberg e le difficili condizioni meteo-marine della zona. Fagioli, società italiana esperta nel trasporto e nel sollevamento di carichi eccezionali, ha portato a termine con successo il sollevamento e l’installazione delle gigantesche strutture della piattaforma insieme a RINA Services, che ha effettuato la complessa verifica tecnica necessaria affinché il progetto si sviluppasse in sicurezza. E’ stato il modulo da 45.000 tonnellate, il cosiddetto Utilities Process Module (UPM), a rappresentare la prova più sfidante per Fagioli e RINA. Costruita in Corea, questa immensa struttura è stata trasportata su chiatte fino alla sua posizione finale a Bull Arm in Canada. Qui, una parte molto significativa delle sovrastrutture, in particolare il modulo alloggi del peso di oltre 4.000 tonnellate, è stata integrata con l’UPM, utilizzando un pontone di appoggio. A causa delle dimensioni dell’UPM e del peso del modulo alloggi, la valutazione della stabilità del pontone e della capacità di resistere alle condizioni avverse hanno rappresentato elementi critici durante la fase di spostamento. RINA Services ha sviluppato una dettagliata analisi, verificando la progettazione, la struttura e la stabilità del modulo. La valutazione, attraverso il calco-
lo, del fatto che le condizioni meteomarine prevalenti avrebbero permesso l’installazione in sicurezza e con successo ha rappresentato una fase molto delicata della pianificazione delle attività. Un movimento troppo ampio della chiatta e, quindi, del modulo, avrebbe reso impossibile le operazioni di posizionamento. Dino Cervetto, Direttore dei Servizi Tecnici di RINA Services, ha commentato: “La verifica della stabilità, della capacità di sostenere le difficili condizioni ambientali e dell’integrità strutturale sono passaggi indispensabili in attività di questo tipo. Vista l’altezza della struttura, ogni minimo movimento della chiatta risulta molto amplificato sulla sommità del modulo. L’analisi della stabilità, in particolare, è stata indispensabile per la buona riuscita del trasporto e dell’installazione in completa sicurezza. Ciò è stato possibile grazie ad un’avanzata verifica tecnica, un’attività in cui RINA Services ha molta esperienza. Siamo felici di aver contribuito al successo dell’operazione.” Paolo Cremonini, Chief Operating Officer di Fagioli, ha aggiunto: “Fagioli ha molta esperienza nel campo del gas naturale e del petrolio ed è conosciuta globalmente per la sua competenza nel trasporto e sollevamento dei carichi pesanti.” Paolo Massera, Chief Technical Officer di Fagioli, ha detto “La buona riuscita della fase di installazione della piattaforma Hebron e del fatto che i nostri clienti si rivolgano a noi con fiducia quando si trovano davanti a grandi sfide è molto importante. RINA Services è stato un partner eccellente, che ha offerto servizi ad alto valore aggiunto”.
Fagioli, con un fatturato 2016 di circa 200 milioni di euro, è uno dei principali attori a livello globale nell’industria del trasporto e sollevamento di carichi pesanti, di logistica e di ingegneria applicata. Con 700 risorse di esperienza distribuite in numerosi uffici nel mondo, Fagioli ha un posizionamento unico nel mercato e possiede la capacità di offrire soluzioni logistiche complete per il trasporto, il sollevamento e l’installazione di moduli senza limiti di tonnellaggio ai settori dell’Oil & Gas, dell’Offshore, dell’energia, dell’industria civile e pesante. www.fagioli.com RINA Services S.p.A. è la società del Gruppo RINA attiva nella classificazione, test, ispezione e servizi di certificazione. Il RINA è un Gruppo multinazionale che fornisce servizi di verifica, certificazione, valutazione di conformità, classificazione navale, valorizzazione ambientale, test di prodotto, supervisione in loco e dei fornitori, formazione e consulenza ingegneristica attraverso una vasta gamma di industrie e servizi. Il Rina opera attraverso una rete di società dedicate ai diversi settori: Energia, Shipping, Infrastrutture e Costruzioni, Logistica e Trasporti, Ambiente e Qualità, Agroalimentare e Sanità, Finanza e Pubbliche Istituzioni, Business Governance. Con circa 378 milioni di euro di attività nel 2015, oltre 3000 risorse, 163 uffici in 60 Paesi nel mondo, il Gruppo è oggi in grado di rispondere alle esigenze dei propri clienti ed è allo stesso tempo riconosciuto quale interlocutore autorevole presso le principali Organizzazioni internazionali, contribuendo da sempre allo sviluppo di nuovi standard normativi. Sandro Minardo
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infrastrutture / porto&diporto
Si insedia Il Comitato di Gestione Adsp Napoli
E’
Francesco Messineo il Segretario Generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centrale. Il Comitato di Gestione insediato il 13 gennaio scorso ha deliberato all’unanimità la nomina così come proposta dal Presidente Pietro Spirito. Si è proceduto, precedentemente, all’insediamento del Comitato di Gestione che, preso atto delle designazioni effettuate da Regione Campania, Città Metropolitana di Napoli, Comune di Salerno, Direzione Marittima di Napoli, è composto per il quadriennio 2017-2020 dai seguenti componenti: Luigi Iavarone, Umberto Masucci, Arturo Faraone. Per Gaetano Criscuolo, assente per un impedimento personale, la decisione è stata posticipata al prossimo Comitato previsto per il 25 gennaio. All’ordine del giorno, dunque, oltre alla nomina del Segretario Generale, l’approvazione del bilancio di previsione 2017 e l’avvio della discussione sul Piano Operativo dell’Autorità di Sistema del Mar Tirreno Centrale. Il bilancio di previsione, approvato all’unanimità, prevede per l’anno appena iniziato di effettuare investimenti per
Francesco Messineo 18 milioni di euro, con un leggero avanzo economico di euro 73.323,00. E’ stata avviata la discussione sul piano operativo che proseguirà nella prossima riunione del 25 gennaio. Ma veniamo alla nomina del Segretario Generale, deliberazione essenziale per completare la composizione del vertice dell’AdSP. Francesco Messineo, ingegnere civile, nato nel 1968, vanta una vasta
e ventennale esperienza nella pianificazione, progettazione, costruzione e gestione di infrastrutture portuali. Dal giugno 2012 al dicembre 2016 ha ricoperto l’incarico di presidente dell’Autorità Portuale di Marina di Carrara. In precedenza ha operato come libero professionista, come segretario generale dell’Autorità Portuale di Salerno, come dirigente apicale dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro. Ha partecipato, in qualità di “esperto”, ai lavori della Sezione Opere Marittime del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ed è stato invitato, come relatore, a numerosi meeting internazionali organizzati, tra l’altro, dalla Commissione Europea e da ESPO (European Sea Ports Organisation). “Messineo presenta - ha precisato il Presidente Spirito - una competenza non solo della macchina ammnistrativa ma anche della complessa attività che contraddistingue il governo di un porto. Le sue competenze di carattere tecnico costituiscono un valore aggiunto per la realizzazione degli investimenti necessari allo sviluppo dei proti di Napoli, Castellammare di Stabia e Salerno” RedMar
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gennaio 2017 - 15
propeller / porto&diporto
Un anno da incorniciare per il Propeller Club Napoli I
n primis certamente la Naples Shipping Week che, alla seconda edizione, ha visto la partecipazione di migliaia di persone di oltre 40 nazioni che hanno preso parte alle conferenze, affollato gli stands, visitato i luoghi d’arte, gustato le eccellenze della cucina campana. La squadra Propeller, allargata a tutto il Cluster Marittimo e Portuale partenopeo, ha preparato per un anno questo importante evento ed è riuscita ad arricchirlo grazie ad una meravigliosa collaborazione con la Guardia Costiera e con la Marina Militare. La prima ha organizzato a Napoli il Forum delle funzioni delle Guardie Costiere del Mediterraneo con la partecipazione delle Guardie Costiere di 23 paesi, con la presenza di osservatori di 4 continenti e di tutte le istituzioni mondiali del settore. La seconda ha portato a Napoli per la Shipping Week la nave scuola Amerigo Vespucci, appena rimessa a nuovo, che è stata visitata da oltre 20.000 napoletani e la Banda della Marina Militare che ha suonato per i convegnisti e per l’intera città di Napoli nella Piazza del Plebiscito. Abbiamo messo anche in risalto i luoghi d’arte con la collaborazione con palazzo Reale che ci ha concesso la Reggia per la cena di gala e per la meravigliosa visita agli appartamenti reali e con il Museo di Capodimonte di cui abbiamo ospitato uno stand al Convegno. A testimonianza dell’importanza dell’evento la presenza durante la shipping week del Ministro Graziano del Rio e di quattro Sottosegretari Stato. Il Propeller è stato protagonista di due grandi eventi al Molo San Vincenzo, il 4 dicembre 2016 con la terza edizione della Maratonina per Santa Barbara (ol-
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tre 200 partecipanti) ed il primo gennaio 2017 con il Brindisi con il Sindaco De Magistris e con il neo Presidente Spirito al Molo San Vincenzo: la seconda iniziativa ha visto protagonisti il Comune, l’Autorità Portuale e la Marina Militare ma possiamo ben dire che il Propeller (insieme ad altre Associazioni amiche) è stato il vero “propulsore” della manifestazione (quasi 400 persone entusiaste del luogo, della vista mozzafiato della Città dal mare). Abbiamo organizzato nel corso dell’anno un paio di appuntamenti legati alla nuova legge di riforma portuale ed abbiamo cercato di dare il nostro contributo allo sblocco della vertenza porto con una governance finalmente stabile ed autorevole (al Presidente Pietro Spirito fa seguito la recentissima nomina del Segretario Generale Francesco Messineo). Abbiamo partecipato, avendone affidato la regia al nostro responsabile giovani Roberto Coccia, alla terza edizione del progetto “La scuola va a bordo” insieme al Comune di Napoli, Capitaneria, Autorità Portuale, Provveditorato agli studi ed altri enti: mi
fa piacere ricordare che questa iniziativa è stata avviata proprio 3 anni fa dal Propeller sulla scorta di quanto già fatto dal Propeller di Ravenna. Nel 2017 parte la quarta edizione con il coinvolgimento di una ventina di scuole medie napoletane. Il Propeller ha continuato a sostenere l’iniziativa per la creazione del Museo del Mare con il nostro Segretario General Pino Coccia, Segreatrio/Tesoriere del Museo e con Bruno Castaldo e Umberto Masucci, Consiglieri del Comitato. E’ stato messo a punto, per conto del Comitato Promotore, dall’Architetto Gennaro Matacena e dall’Ing. Filippo Cavuoto il progetto per l’ubicazione del Museo nella Palazzina ex Magazzini Generali. Il Segretario Pino Coccia, il Tesoriere Fusco ed il Consigliere D’Amato hanno organizzato una splendida serata con visita guidata alle Catacombe di San Gennaro, musica classica ed infine durante la cena la “Propeller Band”: quasi 150 persone hanno partecipato entusiaste alla serata e si è poi deciso di ripetere durante l’anno queste iniziative culturali. Durante il 2016 si è stretta una crescente collaborazione con la Lega Navale e con il suo grande Presidente Alfredo Vaglieco. Sia per la Maratonina che per il Brindisi abbiamo lavorato insieme ma abbiamo soprattutto scoperto che i due Clubs condividono gli stessi valori. Abbiamo poi recentemente firmato una Convenzione importante per cui il Propeller è diventato socio Sostenitore della Lega Navale ed i Soci Propeller possono usufruire di tutti i servizi della Lega Navale. Umberto Masucci Presidente Propeller Club Napoli
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propeller / porto&diporto
Shipping e industria al centro dell’attività del Propeller
Riccardo Fuochi riceve il premio “Il Logistico dell’anno 2016″
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li ultimi mesi del 2016 e l’inizio del 2017 sono stati densi di attività per il Propeller di Milano. Dopo la crisi Hainjin, a settembre, abbiamo organizzato la tavola rotonda sul caso Hainjn riunendo i maggiori esperti del settore per capire quali conseguenze, quest’evento avrebbe avuto sul settore marittimo, per quanto concerne responsabilità, garanzie, risarcimento dei danni e perdita di credibilità del settore. L’evento ha visto la partecipazione di oltre 100 persone e ha toccato i punti cardini della situazione: dall’eccesso di stiva alle tariffe spinte verso il basso da parte di una committenza sempre più alla ricerca di risparmi nella supply chain. Durante la giornata è emerso come vi sia stata una sostanziale impreparazione del cluster marittimo a reagire immediatamente ad una situazione di crisi, visto che anche le stesse compagnie che compongono l’alleanza non sono state in grado di fronteggiare la situazione ponendovi dei correttivi. Il risultato è stato che
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circa 5 miliardi di euro di merci sono rimaste bloccate per giorni sulle navi e nei casi più fortunati si è riusciti a trasbordare i contenitori su altre navi ma con costi 4 o 5 volte superiori agli stessi noli con totale mancanza di garanzie a tutela del carico. Il quadro è stato completato da un’informazione frammentaria e confusa che è continuata per molti giorni. Abbiamo, quindi, anche riflettuto su come avviare una miglior comunicazione di queste situazioni alla clientela cercando di invertire la tendenza di lavorare sempre più al ribasso. Per questa ragione, subito dopo la nostra Conviviale Natalizia del 5 dicembre, ci siamo messi al lavoro, assieme a Clikutility, Federazione del Mare e altre associazioni del settore sul realizzare un grande evento a Milano che potesse mettere in comunicazione il Mondo della logistica, delle spedizioni e dello Shipping con quello dell’industria. E’ quindi partita l’organizzazione di Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry che si svolgerà il 2 e 3 febbraio
2017 presso la sede di Assolombarda di Via Pantano 9 a Milano: una due giorni di incontro fra le eccellenze italiane dello shipping, della logistica, delle spedizioni e i settori strategici del “Sistema Italia” promossa da The International Propeller Clubs, Federazione del Mare, Alsea, Assologistica e Assolombarda. La manifestazione proporrà un confronto su come il rafforzamento della competitività del sistema marittimo portuale e logistico italiano possa contribuire alla ripresa e alla crescita del sistema industriale e distributivo nazionale. Il Forum, a cadenza annuale, sarà inaugurato da una sessione istituzionale per presentare i punti di forza e le direttrici di sviluppo del cluster logistico nazionale, evidenziandone il contributo essenziale alla crescita competitiva del sistema industriale italiano. Seguiranno, in entrambe le giornate, workshop in linea con le tematiche della manifestazione e un particolare riferimento ai settori di maggiore interesse per la logistica tra cui: agroalimentare, chimico, famaceu-
tico, oil&gas, metallurgia/meccanica/ automotive, Made in Italy. In contemporanea verranno trattati temi trasversali dedicati alle eccellenze del cluster logistico e marittimo. Un Think Tank di esponenti delle principali associazioni di categoria e del mondo universitario è stato coinvolto nella progettazione delle singole sessioni e parteciperà attivamente al forum che conferma il ruolo del Propeller Milano e quello nazionale come facilitatori del dialogo fra il mondo dello shipping, delle spedizioni e della logistica e quello delle imprese. Oltre a questo evento mi fa poi piacere ricordare come il Propeller Milano sia sempre più attivo in un segmento speciale: la logistica dell’arte e come il 25 novembre Container Lab Association, patrocinata appunto dal nostro Club abbia ricevuto da Assologistica il prestigioso premio “Il Logistico dell’anno 2016″. Container Lab Association ha avvicinato l’arte al grande pubblico con il contributo della logistica e dei trasporti, realizzando durante il periodo di Expo 2015 l’installazione di sette container da 6 metri, allestiti a galleria d’arte e posizionati in importanti piazze di diversi comuni della Lombardia con 144 opere d’arte di 12 maestri esposte
per tutti i 6 mesi della manifestazione, visitati da oltre 900mila persone. Il progetto è proseguito con l’organizzazione della mostra “Leonardo Da Vinci e i Contemporanei“ (2 luglio – 2 ottobre 2016 a Palazzo Martinengo Cesaresco, a Brescia, visitata anche da una delegazione di Propellerini di tutt’Italia), una rilettura collettiva dell’opera pittorica e tecnica del genio di Leonardo. Il progetto e i suoi promotori hanno inoltre
avviato un’opera di “dissemination” sul tema della professionalizzazione della logistica e dei trasporti nell’arte, segmento strategico che vale in Italia diverse centinaia di milioni di euro e che vede il nostro Paese in prima linea nel mondo per il maggior numero di beni artistici e culturali dichiarati “Patrimonio dell’Umanità” dall’Unesco. Riccardo Fuochi Presidente Propeller Club Milano
Il Sodalizio fra Propeller e Federazione del Mare è sempre più stretto e “Shipping, Forwarding and Logistics Meet Industry” che si terrà il prossimo 2/3 Febbraio in Assolombarda si inserisce promotrice dell’evento - in un percorso di promozione del mondo marittimo e di sviluppo delle sue relazioni che la Federazione, presieduta da Paolo d’Amico, assieme al Propeller nazionale e milanese ha avviato da alcuni anni nel capoluogo lombardo centro della vita economica e finanziaria del paese. Gli eventi realizzati hanno suscitando un forte interesse anche da parte dell’industria manifatturiera e questa nuova manifestazione prosegue l’opera di approfondimento dei temi relativi all’economia marittima, allo shipping e alla logistica che ha visto in Milano, il 22 giugno 2015 la presentazione del rapporto ‘Feeding the Planet: the Maritime Economy Contribution’, realizzato dalla Federazione del Mare assieme a D’Appolonia (Gruppo Rina) per la parte internazionale e al Censis per quella italiana (evento ufficiale Expo) e il 23 ottobre 2015 la Presentazione ‘V Rapporto sull’economia del mare’ realizzato con la Fondazione Censis.
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propeller / porto&diporto
Il Propeller Club di Brindisi per la Riforma della Portualità L’
anno 2016 del Propeller Club Port of Brindisi, è iniziato, nel consueto spirito di servizio, nel proporre ai membri del Comitato Portuale di Brindisi le proprie osservazioni al Programma Triennale OOPP 2016-2018 adottato dalla stessa Autorità Portuale, discusse ed approvate dal direttivo del club, con l’auspicio che possano essere utili per scegliere “le opere e le strategie realmente utili alla Comunità Portuale Brindisina, sulla base di risorse certe e di progetti realmente maturi, concreti, realizzabili nel breve periodo e strategicamente fondamentali per lo sviluppo socio-economico del territorio Salentino”. A maggio si è invece organizzata una Tavola Rotonda con i sei candidati sindaco al Comune di Brindisi sulle problematiche del porto, e sull’interazione porto-città a valle della riforma. A settembre si è tenuta una tavola rotonda sulla Riforma portuale con i quattro commissari delle AP Pugliesi ed il Consigliere del Ministro Ivano Russo, ma l’occasione della venuta a Brindisi del ministro Delrio a novembre è servita per ricordare e sottolineare la posizione del Propeller ed alcune speranze per il porto di Brindisi e per il territorio salentino. Sull’Autorità di Sistema Portuale Unica della Puglia si era già espresso positivamente il Propeller con tutti gli operatori portuali brindisini in più occasioni. Lo stesso direttivo del Propeller Club Port of Brindisi, in riferimento alla governance portuale pugliese, aveva confermato in diverse occasioni, la propria adesione convinta al Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica del ministro Delrio, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso anno, che prevedeva 14 Autorità di Sistema Portuale di cui una unica ed unitaria in Puglia. Alla luce dei cambiamenti avvenuti nel gennaio 2016, e cioè l’istituzione della seconda Autorità di Sistema Portuale in Puglia (oltre Taranto) che il sindaco di Bari ha rivendicato con forza presso il governo, il porto di Brindisi si ritrova nell’AdSP del basso Adriatico. Tale scelta “divisiva” per la Puglia e per l’Area Logistica Integrata Pugliese, apparve subito impropria al Propeller brindisino, anche perché non coerente con le previsioni e con gli obiettivi dello stesso Piano della portualità e della Logistica, approvato pochi mesi prima, nell’agosto 2015. La logica dei porti “Core” e della forte isti-
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tuzione della città metropolitana di Bari, appoggiata dalla Regione, rispetto alle istituzioni provinciali deboli, ha avuto
7,5 milioni di € e con 10,4 milioni di tonnellate di merci. Infatti, fin dai tempi dei Romani, Brindisi ha rappresentato l’unico porto verso l’Oriente, il punto di confluenza delle due “Infrastrutture Strategiche” dell’Impero Romano verso l’oriente: la via Appia e la via Traiana. Con ciò si vuol sottolineare e sintetizzare la Vocazione bimillenaria del porto di Brindisi e del Salento che rappresenta per Brindisi la speranza di un futuro in cui il porto torni ad essere il fulcro della rinascenza e dello sviluppo dell’intero territorio salentino, e di questo il Propeller ha invitato il Ministro Delrio a farsene garante. Per il 2017 sono in preparazione alcuni convegni: - Ruolo e funzione del porto di Brindisi dai tempi di Federico II
quindi il sopravvento sulla razionalità delle scelte e sulle previsioni dello stesso Piano Nazionale della Portualità e della Logistica di un’unica Autorità di Sistema Pugliese. Tali proposte erano orientare, nel tempo, in campo logisticoportuale a ri-costituire l’Autorità unica della Puglia che comunque rappresenterebbe, con i numeri attuali, una delle prime Autorità di Sistema Portuale italiana mentre l’attuale Autorità di Sistema del basso Adriatico, per traffico merci e attivo di bilancio, è tra le ultime AdSP. Si sottolinea al riguardo, che il solo porto di Brindisi, rispetto ai 5 porti dell’AdSP del basso Adriatico porta in dote circa il 75% del bilancio e delle merci, con
- PON Trasporti 2014-2020: Le Aree Logistiche Integrate a servizio dei Porti del Sud - Reti TEN-T: dal prolungamento del Corridoio Baltico Adriatico verso le nuove vie della seta Un convegno si svolgerà a settembre in occasione del trentennale del Propeller Club Port of Brindisi, in cui ricorderemo lo storico “Segretario” del club, Franco Palma. Ad ottobre, in qualità di club senior per la Puglia collaboreremo con i clubs di Taranto e Bari alla Convention Nazionale del Propeller che si svolgerà a Taranto. Ing. Donato Caiulo, Presidente Propeller Club Port of Brindisi
propeller / porto&diporto
Un anno denso di iniziative a favore del porto di Livorno D
urante il nostro Anno Sociale 2015-2016 a Livorno abbiamo in più occasioni acceso i riflettori sul nostro territorio per meglio portare avanti il nostro “service” associativo, a supporto del Cluster livornese di settore. Ad ottobre abbiamo organizzato una tavola rotonda sulla area costiera della Toscana invitando i neo eletti Consiglieri Regionali di Livorno, Pisa e Piombino a cui sono stati assegnati i settori dello sviluppo economico, mentre a gennaio 2016 abbiamo coinvolto i principali attori del Porto di Livorno (Autorità Marittima e Portuale, terminalisti, servizi tecnico nautici) coinvolgendoli in un “talk show” sugli assetti operativi del porto. Al settore della Nautica e del Turismo da Diporto è stata dedicata sia la serata di Novembre, con ospiti legati al settore (Azimut, Benetti) che quella di febbraio 2016, focalizzata sul quartiere della Venezia, storico percorso d’acque di Livorno, dove il diporto ed il turismo necessitano di regole per poter rifiorire. A livello nazionale, abbiamo avuto a maggio come relatore per presentare in anteprima il Nuovo Codice Doganale dell’Unione a Dogana 4.0 la Dott. ssa Teresa Alvaro, Direttore Centrale Tecnologie per l’Innovazione della Agenzia Dogane e Monopoli di Roma. Ad Aprile ho voluto organizzare un Convegno, interessante anche a livello internazionale, sulle eventuali ricadute in caso di sospensiva dell’Acquis di Schengen, moderato da Fabrizio Maronta, redattore di Limes, a cui hanno partecipato tra gli altri CONFITARMA, il Direttore ENAC Roma Dr. Claudio Eminente, il Presidente Umberto Masucci in qualità di Vicepresidente della Federazione del Mare e la D.ssa
Gina Giani, CEO Toscana Aeroporti Spa. A giugno abbiamo affrontato il tema della formazione delle Carriere Blu, presenti fra i relatori la D.ssa Palmira Petrocelli, Presidente dell’Istituto Italiano di Navigazione e l’Assessore Regione Toscana alla Formazione D.ssa Cristina Grieco. A luglio la serata conclusiva delle attività si è svolta a bordo di una M/n Liburnia della Flotta Toremar, g.c. dalla famiglia Onorato e dall’AD Matteo Savelli, presentando due eccellenze Toscane a bordo della Flotta Toscana: il Marchese Piero Antinori ed il responsabile eventi del Sigaro Toscano, Terry Nesti. Durante l’ultimo trimestre 2016 invece l’attenzione del Club che mi privilegio di presiedere si è spostata sulla Safety (settembre,) Security (ottobre) e
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sul Welfare nel settore portuale. Le conclusioni in tutti e tre gli importanti incontri sono spettate al Direttore Marittimo della Toscana, C.V. (CP) Vincenzo M. Di Marco. Nel 2016 infine il Propeller Club Port of Leghorn è stato premiato a Genova in occasione del trentennale, fra i cinque Club Fondatori e per me è stata una doppia gioia in quanto mio padre, Sergio Giani, storico presidente di Livorno per quattro mandati, è stato uno dei Fondatori ed io stessa sono socia dal 1981, quando, da un anno nell’azienda di famiglia, fui fatta socia da Genova perché allora era la Suprema che stabiliva chi poteva essere membro dell’International Propeller Club d’Italia.
propeller / porto&diporto
Il Propeller Club testimonia i successi del porto di Trieste D
agli scambi commerciali con la Cina alle questioni del Porto di Trieste, dai grandi temi nazionali alla realtà di un Friuli Venezia Giulia sempre più proteso verso l’Europa. Con la discussione di queste tematiche si è sviluppata, nel corso dell’anno appena trascorso, la sempre più proficua attività del nostro Propeller Club, segnata ancora da un bilancio positivo, che ha visto l’associazione definitivamente riconosciuta a livello locale come luogo di dibattito e informazione. Si tratta di una soddisfazione non tanto personale quanto collettiva, da dividere con soci e collaboratori grazie ai quali è stato possibile crescere ancora verso il nostro obiettivo: far conoscere il mondo dei traffici commerciali e le potenzialità dell’economia legata al mare. Avendo come base di partenza lo scalo internazionale di Trieste e una città con forte vocazione di contatto verso il resto del continente, sia dal punto di vista economico che culturale, non è stato difficile mescolare i diversi argomenti che caratterizzano i traffici commerciali. A partire dalla Cina – e quindi più in generale dal Far East – alla quale sono stati dedicati due importanti convegni. Il primo per esaminare la riduzione di crescita del colosso asiatico, durante il quale è emerso che non ci sono risposte sicure ai venti di crisi, e secondo i prestigiosi relatori presenti alla conviviale, dipenderà da noi sfruttare l’economia cinese come un’opportunità e non considerarla un pericolo. Il secondo – organizzato assieme all’Autorità di sistema Portuale dell’Adriatico orientale - per parlare di Hong Kong e delle opportunità che potrebbero scaturire per il Porto di Trieste dalla Nuova via della seta. Ma Trieste è anche Porto Vecchio, un luogo pieno di fascino e storia, potenziale risorsa economica in grado di trasformare la città. Una conviviale dal titolo “Porto Vecchio, tempi e modi per
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gli investimenti che dovranno rivoluzionare l’economia della città” ha visto la partecipazione dell’allora sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, del direttore di Ernst & Young Italia (l’advisor scelto dal Comune per gestire il futuro dell’area) Fulvio Lino Di Blasio, del Segretario generale dell’APT e dei rappresentanti del mondo imprenditoriale. Sempre a proposito del contesto locale, il Propeller Club e le sue occasioni di dibattito sono stati spesso citati – in maniera trasversale - durante la campagna elettorale che ha visto eleggere il nuovo primo cittadino di Trieste. Ed è stato con vero piacere che abbiamo ospitato, a giugno, la prima uscita ufficiale dei due candidati sindaco i quali, due settimane più tardi, si sarebbero sfidati al ballottaggio. Tra gli argomenti trattati nel corso dell’anno non poteva mancare il riferimento ai servizi ferroviari del Porto di Trieste, che nel 2016 è stato il primo scalo italiano per numero di treni. Il convegno organizzato dal Propeller è servito a fare il punto sugli investimenti in infrastrutture ma soprattutto sui collegamenti ferroviari per crescere nei mercati di riferimento del Sud e dell’Est
Europa. Per la prima volta, tra l’altro, si sono seduti allo stesso tavolo davanti al pubblico i rappresentanti di Autorità Portuale e di Rete Ferroviaria Italiana (RFI). Nell’anno della riforma per la legge sui Porti, non poteva mancare una conviviale dedicata a questo delicato tema, anche per sottolineare come a Trieste, grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, nel porto la riforma ha già iniziato la sua applicazione. Dulcis in fundo, il 2016 si è concluso con l’assegnazione del Propeller d’Oro ad un’azienda che continua a dare lustro a Trieste con le sue imprese internazionali: Fincantieri Spa. “E’ una delle prime cerimonie alle quali partecipo, sono sempre stato in disparte, ma ho voluto accettare perché finalmente qualcuno in Regione si accorge che c’è Fincantieri non soltanto quando si parla di amianto o di processi”. Con queste parole, al momento di ritirare il premio, l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, solitamente restio ad apparizioni pubbliche, ha voluto ringraziare il Propeller. Fabrizio Zerbini Presidente del Propeller Club di Trieste
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Port of Venice: 2016 un anno di attesa, ma il prossimo? Pesanti incognite sugli scali lagunari ne condizionano lo sviluppo
L’
appello del Propeller di Venezia a politici e imprenditori: “No a un Superman prestato dalla politica in laguna ma favorevoli a un nuovo vertice dell’APdS super partes che sappia coniugare l’interesse pubblico a quello privato con un’ampia visione per una nuova portualità Nord adriatica” Per la portualità lagunare veneta il 2016 appena conclusosi è stato un anno di attesa. Attesa per i grandi cambiamenti che la “legge Delrio” avrebbe dovuto portare nei due porti di Venezia e Chioggia con la costituzione dell’Autorità Portuale di Sistema che, come è noto, impone l’unificazione gestionale dei due porti veneti. In realtà, per il momento, nulla è cambiato se non la crescente “ostilità” dei grandi porti viciniori al progetto onshore-offshore targato Paolo Costa, vero busillis ancora in alto mare, per rimappare le grandi potenzialità di tutto il Mediterraneo nordorientale. Da qui la grande attesa anche tra i tanti imprenditori del comparto associati nell’International Propeller Club Port of Venice, attivi e colti interlocutori di una politica che ancora non sa dare concrete risposte non solo per il progetto Costa ma anche per il destino della “crocieristica delle grandi navi” oggi al limbo in attesa di conoscere quale soluzione, tra le tante, sarà adottata per il mantenimento di questo traffico in laguna. Non solo, resta sempre un’altra grande incognita, la riqualificazione dell’area industriale di Porto Marghera, centinaia di ettari abitati da una monumentale, degradata ed obsoleta architettura industriale che si presenta agli occhi dell’osservatore attento come la disastrosa immagine del “day after” di quella grande era industriale che per anni ha mantenuto migliaia di famiglie ed altrettanta manodopera cresciuta e
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poi quasi estinta nella terraferma veneziana. In questo contesto lo sviluppo dei porti di Venezia e Chioggia potrebbe rappresentare il vero generatore di nuova ricchezza sia dal punto di vista occupazionale che economico ma non basta se tali infrastrutture non sapranno fare sistema con gli altri porti alto adriatici nel costruire un vero e proprio “range” della portualità Sud europea. In questo quadro appare evidente come il NAPA (North Adriatic Port Association) costituitasi anni orsono tra le autorità portuali dei porti storici di Venezia, Trieste, Koper e Rijeka e altri minori non abbia raggiunto i risultati sperati così come il recente progetto, anche in vista della “mission” a Pireo, sulla costituzione di un tavolo adriatico lanciato dal Port of Venice all’assemblea generale dei Propellers di Genova che, oltre a non aver ancora ottenuto, malgrado le pressanti richieste, l’ufficiale placet dei Clubs dei porti adriatici e del basso Ionio interessati, non è volutamente stato nemmeno menzionato nel verbale dell’assemblea genovese (n.d.r. scarsa considerazione della proposta o scelta deliberata per prioritariamente affossarla?). A questo punto c’è da chiedersi come ancora si possa pensare alla realizzazione del grande sistema portuale nazionale in concorrenza con altri scali mediterranei e nordeuropei mentre non si riesce nemmeno a dialogare tra porto e porto, tra Club e Club, magari della stessa regione. Appare evidente come si operi ancora secondo la vecchia formula del “piglia tutto”, il più delle volte anche sotto tariffando piuttosto che perseguire con azioni concrete, con fatti e non a parole, la specializzazione dei vari scali nazionali e la riorganizzazione del sistema aziendale di riferimento. E’ questo quanto chiede oggi al mondo della politica e a
quello dell’impresa il Club di Venezia: strategie, investimenti e tempi certi ed in particolare, per quanto riguarda i porti di Venezia e Chioggia, si auspica che il vertice della nuova APdS non sia né l’albergo di nuovi “Superman” frutto di malcelati “giochi” della politica né l’alloggio pro tempore di qualche più o meno quotato imprenditore locale, ma l’espressione di chi, super partes, saprà coniugare dialogando l’interesse del pubblico a quello del privato. Il tutto garantito dall’autorevolezza del suo curriculum e dall’indubbia professionalità che dovrebbe saper esprimere nel ricollocare, tenendo innanzi tutto conto delle loro peculiarità, i porti lagunari nel più vasto range alto Adriatico come grande terminal polifunzionale del “sistema economico padano” sempre più alla ricerca di mezzi e infrastrutture efficienti ed adeguate all’import/export delle merci. Quindi da Venezia, un “welcome on board” al 2017 e ai tanti amici dell’International Propellers Club auspicando un sempre comune e più stretto dialogo ed un’attesa empatica “alleanza”, per una visione d’insieme della portualità e del suo sistema trasportistico, sia adriatici che tirrenici, potendo così affrontare tutte quelle nuove sfide che la globalizzazione dell’economia mondiale oggi ci impone. Massimo Bernardo Presidente Propeller Club Venezia
propeller / porto&diporto
Un sostegno alla portualità nella fase di “accorpamento” I
l 2016 è stato per il Club salernitano lo spartiacque tra un primo triennio che può considerarsi di “gavetta” nell’universo Propeller ed il secondo, che ha visto la riconferma del sottoscritto alla presidenza, in cui ci attende il difficile compito di confermare quanto di buono fatto dal nostro sodalizio. Anche questo anno siamo stati protagonisti di molte importanti iniziative. A marzo siamo stati il primo Club ad affrontare “di petto” l’impatto della Riforma Portuale su scali, come il nostro, soggetti ad “accorpamento”, e ad interrogarci sul suo futuro assetto una volta instaurata la nuova Governance. Ora che si è insediata l’Autorità di Sistema Portuale del Tirreno Meridionale non faremo mancare il nostro apporto alla comunità portuale salernitana per facilitarne l’inserimento nel nuovo assetto amministrativo interagendo con il nuovo Presidente e facendo “squadra” con gli amici di Napoli. Ad Aprile abbiamo sottoscritto un importante protocollo d’intesa con la Camera di Commercio per l’istituzione di una Sezione Marittima della Camera Arbitrale per la risoluzione alternativa delle controversie in questo settore. E’ motivo di vanto essere la prima del Sud soprattutto perché Salerno è erede della tradizione giuridica marittimistica risalente alla Tabula de Amalpha. Ed è proprio sull’approfondimento di questo fondamentale strumento che questo anno è stato dedicato il nostro
consueto appuntamento primaverile con il corso di formazione in Diritto della Navigazione e dei Trasporti per l’avvocatura salernitana. La risoluzione stragiudiziale delle liti risponde ad esigenze di speditezza, economicità e competenza e rappresenta una notevole opportunità per le imprese dello shipping e per i professionisti. A Settembre abbiamo posto la nostra attenzione allo scalo aeroportuale riconoscendone una funzione “sociale” e dimostrandone, attraverso uno studio particolareggiato, competitività, complementarietà e non ridondanza nell’ottica di un sistema multi-aeroportuale, in cui gli scali di Napoli e Salerno, non devono assolutamente essere in competizione, ma complementari rispetto alle esigenze dei residenti dell’intero territorio campano.
Nel 2017 ci aspettano sfide molto importanti: a) l’impegno per la salvaguardia dell’autonomia amministrativa e finanziaria del porto di Salerno nell’ambito dei nuovi assetti amministrativi anche attraverso lo sviluppo di un dialogo costruttivo tra gli addetti ai lavori e la nuova Governance; b) la necessità di spronare la politica locale a facilitare la trasformazione definitiva dell’aeroporto in un’impresa in grado di produrre “utili” con una gestione che coniughi know– how e attenzione al tessuto economico - produttivo dei territori che rientrano nel bacino di utenza; c) abbiamo intenzione di intensificare e consolidare i rapporti con le Istituzioni del nostro territorio affinchè venga riconosciuto un ruolo “consultivo” al nostro Club che con la sua dinamicità può creare, con le medesime, quelle sinergie con gli stakeholders del Cluster Marittimo in grado di assicurare crescita e sviluppo del territorio; d) dedicheremo ampio spazio anche ad iniziative rivolte alla formazione in campo marittimo tra cui spicca quella realizzata in partnership con l’Università “Parthenope” di Napoli volta ad istituire una Facoltà tematica in Economia del Mare e creare opportunità di futura occupazione ai nostri giovani. L’augurio è quello di raggiungere obiettivi condivisi ma sono convinto che si sta intraprendendo la “giusta rotta”. Alfonso Mignone Presidente Propeller Club Salerno
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Il pubblico ed il privato nella Riforma del Sistema Mare I
l decreto legislativo 169/2016, entrato in vigore il 15 settembre 2016, modifica in modo sostanziale la legge 84/94 nella parte relativa alla disciplina delle autorità portuali. Trattandosi di una riforma di una precedente riforma della portualità, dovremmo essere in presenza di una ulteriore riforma della portualità. Non è proprio così perché la riforma va ben oltre i confini portuali. In realtà, si apre un nuovo scenario nel quale il cluster marittimo è chiamato a partecipare alla realizzazione di un sistema mare idoneo a promuovere crescita, sviluppo e competitività, con strumenti moderni e multidisciplinari. Si può quindi affermare che si delinea una Riforma del Sistema Mare. La legge 84/94 aveva avuto il merito di sopprimere gli enti portuali affidando alle Autorità Portuali i compiti di amministrazione e controllo delle attività portuali e non anche la gestione imprenditoriale di tali attività. Per il resto, la legge non prendeva posizione rispetto alla evoluzione dei mercati e dei traffici marittimi internazionali e quindi alle nuove regole della competitività. In altre parole, mancando una strategia integrata, la portualità italiana era condannata, senza appello, a perdere competitività con la sua dimensione provinciale e
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localistica, condizionataza da interessi conflittuali. La Riforma del Sistema Mare parte con la legge “Sblocca Italia” dell’11 novembre 2014. L’art. 29 annuncia, da un lato, l’adozione di un piano strategico nazionale della portualità e della logistica e, dall’altro, un progetto di razionalizzazione, riassetto ed accorpamento delle autorità portuali. Parte subito la proposta di un Piano Strategico Nazionale e, una volta approvato in via preliminare il 3 luglio 2015 dal Consiglio dei Ministri, il Piano mette subito in chiaro le principali criticità della portualità e della logistica: - carenza delle infrastrutture ed inefficienza dei servizi portuali. - programmazione locale avulsa dalle reali esigenze del mercato ed alimentata da investimenti privi di effettivi ritorni. - assenza di sistemi portuali e di integrazione con retroporti ed interporti. - mancata percezione delle nuove logiche industriali. - occupazione degli organismi decisionali delle Autorità Portuali da parte di decisori pubblici e privati con conseguente conflittualità tra interessi privati ed obiettivi pubblici. Per il superamento di queste criticità, il Piano propone la realizzazione di un
Sistema Mare che tenga conto non più della crescita quantitativa dei volumi di traffico nel singolo porto, bensì della capacità di Sistemi Portuali multi-scalo di contribuire, con la ottimizzazioine delle infrastrutture e delle connessioni lato terra e lato mare, allo sviluppo dell’intero sistema produttivo nazionale e, in particolare, del Mezzogiorno. Il Piano si pone due obiettivi. Il primo è definito Integrazione del Sistema Logistico: Il Sistema Mare deve accrescere e migliorare la qualità e la competitività dei servizi logistici forniti dentro e fuori il porto attraverso un approccio di sinergia e coordinamento, che garantisca l’integrazione funzionale e gestionale dei sistemi portuali con gli interporti e con le piattaforme logistiche,. Il secondo obiettivo riguarda il Miglioramento delle Prestazioni Infrastrutturali: E’ necessario puntare ad un miglioramento complessivo delle prestazioni dei porti italiani per le diverse tipologie di traffico anche attraverso la rimozione dei limiti infrastrutturali, evitando sprechi di risorse pubbliche e massimizzando il coinvolgimento di capitali privati. Abbiamo un primo punto fermo: il Sistema Mare ingloba il sistema portuale. I porti diventano un sub-sistema della catena logistica e vanno organiz-
Salerno
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zati in sistema in modo da costituire una rete nazionale capace di specializzare e differenziare i singoli scali. In parallelo alla stesura definitiva del Piano ed in attuazione degli obiettivi posti dal Piano, si va anche definendo la riforma della legge 84/94. La Commissione Lavori Pubblici, in sede di approvazione dello schema di decreto legislativo, rileva: Una riforma che intenda rilanciare in modo adeguato il settore della portualità nazionale deve porsi necessariamente come obiettivo la creazione di un “sistema di sistemi portuali” al fine di contemperare, da un lato, l’obiettivo di garantire una comune cornice normativa e regolatoria e un unico indirizzo strategico in materia e, dall’altro, l’esigenza di non soffocare ma di esaltare le vocazioni dei singoli scali e dei territori nei quali essi si inseriscono, al fine di rendere il sistema realmente competitivo rispetto alla concorrenza internazionale, anche attraverso un progressico conferimento alle Autorità di sistema portuale di elementi di autonomia fiscale e finanziaria. E’ pertanto essenziale agevolare finalmente l’integrazione tra i sistemi portuali e la complessiva catena logistica e trasportistica nazionale, consolidando e potenziando i collegamenti intermodali tra i porti, i retroporti e gli interporti, in una logica tesa a valorizzare le potenzialità e le sinergie dei
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territori regionali e locali. Il Piano è approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il 3 luglio 2016. Il decreto legislativo è approvato il 31 agosto 2016. Abbiamo quindi un secondo punto fermo: la vera riforma è nel Piano Strategico Nazionale. Il decreto legislativo attua normativamente quanto delineato nel Piano con riferimento, in particolare, alla riduzione delle autorità portuali ed alla loro governance. Il Piano propone la integrazione dei sistemi portuali e l’Autorità di sistema portuale diventa il promotore dell’indirizzo strategico e dello sviluppo della catena logistica e trasportistica nazionale. Non vi è dubbio che la Riforma del Sistema Mare si regge su un rafforzamento dei poteri delle Autorità portuali. Ed il privato? Ha perso il ruolo decisionale che aveva nei Comitati Portuali, ma a ben vedere quel ruolo era più che altro portatore di interessi locali e di categoria, nonché di sterile conflittualità con il pubblico. Il nuovo ruolo non è affatto marginale. La Riforma del Sistema Mare propone un disegno logistico integrato nel quale porti, interporti e piattaforme logistiche devono integrarsi in un quadro unitario. E soltanto il privato può ragionare ed operare in una logica di sistema logistico integrato. Ne discende che il Sistema Mare può essere efficacemente realizzato
a condizione che il privato abbia una partecipazione attiva nella governance e nei processi decisionali. In altre parole, il ruolo del privato diventa determinante, non tanto per il contributo che gli si chiede in sede di Organismo di Partenariato della Risorsa Mare, quanto per il fatto di essere l’attore principale nella pianificazione ed esecuzione dell’attività terminalistica e logistica. Le opere di infrastrutturazione portuale sono di competenza dello Stato ma queste sono funzionali al traffico marittimo, al tessuto logistico di riferimento e alle potenzialità di mercato. In altre parole, è il privato che ha nelle sue mani le chiavi della logistica e quindi del motore del Sistema Mare. E, facendo riferimento al Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale e quindi al sistema dei porti di Napoli e Salerno, è inevitabile anticipare che il privato potrà a breve avvalersi di uno strumento ideale per lo sviluppo della logistica: la Zona Economica Speciale. Il 13 dicembre la Giunta Regionale della Campania ha deliberato una proposta di legge per la istituzione della Zona Economica Speciale dei porti di Napoli e Salerno e delle relative aree retroportuali nonché dell’area di Bagnoli. Ma questa è un’altra storia che merita il dovuto approfondimento in una prossima occasione. Avv. Bruno Castaldo
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Il Sistema Italia si confronta con shipping e logistica S
hipping, Forwarding&Logistics meet Industry, la due giorni di incontro fra le eccellenze italiane dello shipping e della logistica e i settori strategici del “Sistema Italia” che il 2 e 3 febbraio animerà il Centro Congressi di Assolombarda, è la nuova scommessa di ClickutilityTeam, azienda leader in Italia nell’ideazione e realizzazione di eventi B2B. “Già da questa prima edizione – sottolinea Carlo Silva, presidente di ClickutilityTeam – il Forum si pone l’obiettivo di promuovere, presso gli stakeholder dei settori industriali, i benefici e i primi risultati generati dal processo di riforma e rilancio del settore previsto dal piano strategico nazionale della portualità e logistica e, soprattutto, di creare opportunità di incontro tra le eccellenze del sistema logistico e i rappresentanti del mondo industriale e finanziario”. La manifestazione, già promossa da Federazione del Mare, International Propeller Clubs, Assologistica, da tempo sostenitori di momenti di confronto fra il mondo dello shipping e della logistica e le imprese, si arricchisce di un nuovo promotore, ALSEA. L’Associazione Lombarda Spedizionieri e Autotrasportatori è da anni impegnata nel fornire un servizio complesso, che spazia dalla consulenza doganale, fiscale e trasportistica alla ricerca della migliore via per le merci della clientela; dalla gestione dei flussi, materiali ed immateriali, alla consegna nei tempi e nei modi previsti. Un servizio che si rinnova, cogliendo le sfide di oggi, in particolare: industria 4.0, e-commerce, stampanti 3D, droni e tanto altri ancora. “Con la nostra partecipazione a questo evento – sottolinea Betty Schiavoni, Presidente di ALSEA - cercheremo di presentare, come associazione che rappresenta il mondo dei trasporti, delle spedizioni e della logistica, quali siano le eccellenze delle nostre imprese ma anche gli aspetti che più spesso generano incomprensioni con la clientela, in modo da risolverli all’origine”. Il forum, a cadenza annuale, coinvolgerà i principali settori produttivi nazionali e le loro associazioni di riferimento e proporrà un confronto su come il rafforzamento della competitività del sistema portuale e logistico italiano possa contribuire alla ripresa e alla crescita del sistema industriale e distributivo nazionale. Hanno già confermato infatti
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la propria partecipazione i seguenti relatori: Rosario Bifulco, Vice Presidente Competitività Territoriale, Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza; Luca Manzoni, Corporate, Banco BPM; Andrea Gentile, Presidente, Assologistica; Edoardo Vanni, Purchasing and Supply Chain Excellence Function European Logistic Purchasing - Packed Solution Manager, Solvay; Isidoro Trovato, giornalista, Corriere della Sera; Nicola Capuzzo, giornalista, MFMilano Finanza e Ship2Shore; Ennio Cascetta, Coordinatore, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; Vittorio Biondi, Direttore Settore Competitività Territoriale, Ambiente, Energia, Assolombarda; Oliviero Baccelli, Direttore del master universitario in Economia e Management dei Trasporti, della Logistica e delle Infrastrutture, Università Bocconi; Gaetano Conti, Presidente Comitato Logistica, FederChimica; Gianpiero Mastinu, Professore ordinario e Co-fondatore del Laboratorio per la Sicurezza dei Trasporti (LaST) e responsabile della Sezione Sicurezza Attiva, Politecnico di Milano Navi; Giuseppe Guzzardi, Direttore, Flotte & Finanza; Oliviero
Gregorelli, Presidente Vicario, Mercati Associati; Fabrizio Dallari, Direttore, Centro di Ricerca sulla Logistica Università Carlo Cattaneo (LIUC); Paolo La Bruna, Logistic Manager, Acciaieria Arvedi; Sergio Luciano, giornalista;
Giorgia Boi, Presidente, Propeller Clubs Port of Genoa; Anna Sciomachen, Professore Ordinario – Facoltà di Economia, Università degli Studi di Genova; Antonio Gozzi, Presidente, Federacciai; Fabrizio Vettosi, Managing Director,
Venice Shipping and Logistics. Shipping, Forwarding&Lo-gistics meet Industry sarà inaugurato da una sessione istituzionale in cui saranno presentati i punti di forza e le direttrici di sviluppo del cluster logistico nazionale per evidenziarne il contributo essenziale alla crescita competitiva del sistema industriale italiano. Quattro i workshop che seguiranno in entrambe le giornate e in linea con le tematiche della manifestazione e con i settori di maggiore interesse per la logistica. In particolare: agroalimentare; chimica – pharma - plastico/cartario - oil&gas; metallurgia - meccanica/automotive – elettrica - elettronica; made in Italy (arredamento, tessile-abbigliamento, ceramica per arredamento, finiture per l’edilizia, design, luxury). In contemporanea verranno trattati temi trasversali dedicati alle eccellenze del cluster logistico e marittimo con focus su: Lo sviluppo del sistema infrastrutturale italiano; Logistica Sostenibile: motore di sviluppo e di innovazione; Il ruolo strategico del contratto di trasporto per l’industria: conoscere i problemi per anticipare le soluzioni; Assicurazioni per la logistica: problematiche e soluzioni; La
logistica del futuro: trend tecnologici emergenti. Sin dalla sua ideazione il Forum si è avvalso della collaborazione di un Think Tank, un Comitato scientifico, che riunisce rappresentanti di associazioni del settore logistico, portuale e imprenditoriale e di diverse realtà accademiche coordinato da Riccardo Fuochi, Presidente, International Propeller Club Port of Milan. Ecco i protagonisti della progettazione delle singole sessioni di questa I edizione: Andrea Agresti, Settore Territorio Ambiente Energia, Assolombarda. Oliviero Baccelli, Direttore, Centro di Economia Regionale, dei Trasporti e del Turismo (CERTeT) – Università Commerciale Luigi Bocconi. Vincenzo Baglieri, Dipartimento di Management e Tecnologia, Università Commerciale Luigi Bocconi. Vittorio Biondi, Direttore Competitività territoriale, Ambiente ed Energia Assolombarda. Giorgia Boi, Presidente, Propeller Clubs Port of Genoa. Andrea Cappa, Segretario Generale, ALSEA. Associazione Lombarda Spedizionieri e Autotrasportatori. Marco Comelli, Principal Consultant, Studio Comelli – Consulenti di Comunicazione. Jean Francois Daher, Direttore, Assologistica. Fabrizio Dallari, Direttore, Centro di Ricerca sulla Logistica - Università Carlo Cattaneo (LIUC). Gian Enzo Duci, Presidente, Federagenti. Giancarlo Leoni, Socio, Propeller Clubs Port of Mantua. Carlo Lombardi, Segretario Generale, Federazione del Mare. Nereo Marcucci, Presidente, Confetra. Umberto Masucci, Presidente Nazionale, The International Propeller Clubs. Enrico Musso, Direttore, Centro italiano di eccellenza sulla logistica integrata (C.I.E.L.I.). Antonio Palmieri, Dipartimento di Management e Tecnologia, Università Commerciale Luigi Bocconi. Betty Schiavoni, Presidente, ALSEA Associazione Lombarda Spedizionieri e Autotrasportatori. Anna Sciomachen, Professore Ordinario – Facoltà di Economia, Università degli Studi di Genova. Carlo Silva, Presidente, Clickutility Team. Daniele Testi, Presidente, SOS Log- Associazione Italia per la Logistica Sostenibile. Fabrizio Vettosi, Managing Director, Venice Shipping and Logistics. Stefano Zunarelli, Ordinario di Diritto della Navigazione, Università degli Studi di Bologna - Past President, Propeller Club Port of Bologna. SF&LMI è organizzata da ClickutilityTeam e promossa da Federazione del Mare, International Propeller Clubs, Assologistica e Alsea con il supporto istituzionale di Federagenti e il patrocinio di Regione Lombardia, Commissione Europea, Confitarma, Assagenti e Assoporti. Italo Merciati
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logistica / porto&diporto
Interporto Sud Europa 2017, un nuovo inizio
U
n 2016 in crescita e una rinnovata carica di fiducia per il futuro. L’incontro di fine anno con la stampa organizzato dall’Interporto Sud Europa si è svolto nel segno della concretezza dei risultati raggiunti in termini di traffici e di lavori di ampliamento in partenza nei prossimi giorni. I numeri relativi ai traffici confermano la buona salute della struttura: 1.788 i treni movimentati, 30.146 i carri ferroviari, 8.311 le casse mobili 45 ft, 3.620 le operazioni classificate alla voce altri UTI e gli autotreni sono stati 284.000 in entrata e in uscita. Numeri importanti che testimoniano l’elevato livello dei servizi logistici offerti alle circa 40 aziende che operano su 50 lotti tra aree scoperte e capannoni dando lavoro diretto a circa 2000 persone. Ad illustrare i dati ed i programmi per il prossimo futuro si sono succeduti i vertici ISE. Per l’azionista di riferimento, l’avvocato Giuseppe Barletta, i risultati odierni premiano la visione avuta sin dall’inizio di un interporto che per dimensione e servizi multimodali possa essere la vera via di accesso alla rete europea Ten-T per le merci provenienti dagli
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scali di Napoli, Salerno e del Sud Italia con l’ambizione di offrire servizi competitivi agli armatori che attualmente transitano nel mediterraneo diretti ai porti del Nord Europa. Con una vena di orgoglio Giuseppe Barletta ha anche sottolineato lo sforzo imprenditoriale che ha portato negli anni investimenti ed occupazione in contro tendenza in un territorio costantemente deindustrializzato. L’Amministratore Delegato, Antonio Campolattano, ha fatto il punto sullo sviluppo dell’infrastruttura ricordando i progetti in via di concretizzazione nell’immediato futuro quali la realizzazione del casello autostradale sull’A30, il prossimo inizio dei lavori su un’area di circa due milioni di metri quadrati ricadenti nel Comune di Marcianise e l’incremento ed allungamento del fascio di binari lavorabili. Tutto ciò mentre prende forma il progetto a lungo termine che vedrà il raddoppio dell’intera area con l’espansione anche verso il comune di Acerra. Da questo punto di vista il presidente di ISE, Salvatore De Biasio, parla dell’avvio di una “nuova stagione”. “L’attenzione istituzionale, una rinnovata collaborazione con gli enti locali
e, non ultimo, la possibilità di aprire un dialogo con la nuova governance del porto di Napoli sono tutti segnali positivi. L’Interporto Sud Europa, rispondendo alla necessità sempre più urgente di aree retroportuali attrezzate, può contribuire al rilancio dell’economia”. Soprattutto fornendo i servizi e un contesto adeguato in termini di sicurezza ed efficienza. “I container non vanno solo movimentati. Bisogna creare le condizioni ottimali per aprili in loco e lavorarli” conclude De Biasio E certamente una condizione ottimale può essere rappresentata dalla istituzione della Zona Economica Speciale: “Siamo pronti a sostenere il governo regionale nel percorso per l’attivazione della Zes in Campania offrendo tutto il supporto tecnico e consultivo che ci verrà richiesto.” E’ sempre il presidente De Biasio che così commenta circa la costituenda Zona Economica Speciale campana. La Giunta Regionale in questi giorni sottopone al Governo centrale il documento di base per l’istituzione della Zona Economica Speciale dei Porti, delle aree retro portuali, degli interporti e dell’area di Bagnoli. Il passo successivo sarà l’inoltro alla Commissione
Europea della proposta nazionale italiana per le prime Zes da avviare a sperimentazione. Il documento prevede la sperimentazione della Zes in alcune aree a forte consistenza logistica, infrastrutturale e produttiva (i porti di Napoli e Salerno; l’area Est di Napoli; l’area industriale di Salerno; Bagnoli e l’area ex Nato; le aree produttive del Porto di Castellammare e dell’agro nocerinosarnese; le direttrici di Salerno verso Pontecagnano - Battipaglia – Eboli; gli interporti e le relative aree dei consorzi Asi di Nola – Acerra e di Marcianise; l’area di Valle Ufita). Nel documento sono anche state indicate tutte le opportunità disponibili in termini di incentivi finanziari, di sgravi e di esenzioni doganali e fiscali, di semplificazioni normative e amministrative, che dovranno essere ufficializzate in un successivo provvedimento del Governo. “I maggiori beneficiari degli incentivi fiscali delle ZES sono senza dubbio le aziende di produzione e quelle di trasformazione delle merci. Nella catena logistica individuata dal Governo costituita da porti, retroporti ed interporti, il maggior peso nel documento elaborato dalla Regione è dato proprio dagli interporti. I porti sono delle mere porte di accesso o di uscita delle merci, i retroporti sono i naturali polmoni delle banchine dove vengono stoccati i container ma gli interporti sono quelle infrastrutture multimodali e raccordate che grazie alla presenza di ampi capannoni attrezzati e nel nostro caso raccordati direttamente alla rete ferroviaria, consentono la trasformazione delle merci quale momento della catena logistica. Siamo
certi che la ZES rappresenta un’ottima occasione di attirare nuovi investimenti che svilupperanno economia ed occupazione sul territorio” Conclude il presidente De Biasio Ovviamente tutto ciò chiama in causa le istituzioni e il mondo imprenditoriale che stanno prendendo sempre più consapevolezza del valore economico e strategico dell’Interporto MaddaloniMarcianise, una realtà multimodale, come ricordato, dalle dimensioni e caratteristiche alla pari delle piattaforme logistiche europee. “E’ il momento – ha affermato recentemente il Governatore della Campania Vincenzo De Luca – di trasformare in fatti concreti la retorica sulla piattaforma logistica rivolta al Mediterraneo. Il contesto è favorevole. L’impegno del governo e l’assoluta disponibilità della Regione possono contribuire al rilancio dell’economia della Campania e di tutto il Meridione”. Una possibilità a portata di mano che, secondo il Governatore De Luca, deve essere incentrata su un’idea chiave: lo sviluppo integrato tra le diverse realtà interportuali della Campania e del Mezzogiorno tutto. “Non siamo interessati – ha sottolineato – a creare contrapposizioni inutili ma ad un dialogo proficuo, capace di valorizzare le specializzazioni e le eccellenze logistiche e industriali di un territorio che ha bisogno di più organizzazione”. E segnale certamente connotato da concretezza è stato il recente accordo tra l’Ise e il comune di Marcianise per la chiusura di una lunga vertenza che aveva portato al congelamento, fino ad oggi, dei piani di sviluppo di un’ampia area dell’Interporto (circa due milioni di metri quadri) destinata alle attività di
Salvatore Antonio De Biasio logistica e servizi. “Dopo tanti anni – ha ribadito il sindaco di Marcianise Antonio Velardi – poniamo le basi per ripartire. Da oggi ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità per poter finalmente completare le opere strategiche per la nostra economia”. Anche da Maddaloni segnali positivi: “Siamo riusciti – ha affermato il Commissario prefettizio del Comune di Maddaloni, Samuele De Lucia – a ripristinare una relazione in grado di rilanciare il nostro territorio”. Un nuovo inizio ha infine evidenziato Salvatore De Biasio. “Con grande soddisfazione possiamo sottolineare che si apre un nuovo capitolo legato a sviluppo ed occupazione proseguendo a lavorare nel solco di legalità e trasparenza che, seppur dopo alcuni anni, non poteva non portare ai risultati positivi di oggi”. RedMar
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logistica / porto&diporto
Nuovo accesso al Terminal Intermodale Interporto Padova Le opere fanno parte del più ampio progetto di potenziamento del terminal con le quattro gru elettriche a portale che saranno installate nel 2017
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ono stati avviati negli ultimi giorni dello scorso dicembre, dopo una breve cerimonia, i lavori di realizzazione del nuovo accesso ad Est del Terminal Intermodale di Interporto Padova. L’opera che, comprende anche il rafforzamento dell’infrastruttura ferroviaria del terminal stesso, è parte del più ampio progetto di potenziamento del Terminal Intermodale con l’installazione di quattro gru elettriche a portale che sarà completato nel 2017. Alla cerimonia di avvio lavori hanno presenziato, oltre al presidente di Interporto Padova Sergio Giordani e al direttore generale Roberto Tosetto, il presidente della Camera di Commercio Fernando Zilio, il sindaco di Saonara e consigliere di Interporto Padova Walter Stefan in rappresentanza del presidente della Provincia di Padova Enoch Soranzo e il presidente di Consital, società esecutrice dei lavori, Celestino Sangiovanni. I lavori sono compresi nel progetto “Enhancing the efficiency of the new container terminal of Interporto Padova“ e del progetto “Enhancing Interporto
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Padova – Step 2 ancillary measures” e godono quindi del cofinanziamento pari al 20% dell’investimento da parte dell’Unione Europea tramite lo strumento Connecting Europe Facility CEF. L’opera è finanziata anche dalla Cassa Depositi e Prestiti, ed ha un valore di 6.290.000 euro con una durata dei lavori contrattualmente prevista di 210 giorni. Più nel dettaglio le opere i cui lavori sono stati avviati, comprendono la realizzazione di un nuovo accesso, completo di gate automatizzati di tipo autostradale, attraverso il quale i camion potranno accedere all’area del
Terminal Intermodale per le operazioni di carico e scarico in modo più razionale e organizzato rispetto alla situazione attuale. Con l’occasione saranno anche aggiunti due ulteriori binari di carico e scarico a fianco di quelli esistenti. Il progetto di potenziamento sarà completato dall’installazione, entro la fine del 2017, delle quattro gru elettriche a portale che permetteranno di aumentare l’operatività e la capacità del terminal a parità di superficie impegnata, con un beneficio anche ambientale, grazie alla sostituzione delle gru gommate a gasolio. Il progetto complessivo prevede un investimento totale di circa 21 milioni di euro, e come ricordavamo sopra, ha ottenuto il sostegno dell’Unione Europea attraverso lo strumento CEF 2014 e 2015. Interporto Padova è l’unico interporto italiano ad aver visto selezionato il proprio progetto. Inoltre tutti e tre i soci pubblici di Interporto Padova sostengono concretamente il progetto attraverso l’aumento di capitale recentemente approvato. Cosimo Brudetti
logistica / porto&diporto
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logistica / porto&diporto
Logistica Uno gestione e controllo della supply chain C
on una storia ventennale nell’erogazione di servizi logistici e integrati e di trasporto conto terzi, Logistica Uno Europe, presente in Lombardia, Veneto, Campania (Interporto Sud Europa), Puglia e Sicilia, si rivolge principalmente ai clienti che necessitano di un engineering strategico e performante per la gestione ed il controllo dei processi dell’intera Supply chain. “La corretta gestione della catena logistica – spiega il rappresentante legale della società, Gabriele Cornelli – rappresenta, soprattutto in questo periodo di multicanalità, uno dei momenti di maggiore criticità aziendale”. In quest’ottica l’attività del Logistic Service Provider raffigura “l’anello che lega i rapporti interaziendali nella logica della supply-chain management, evidenziando la necessità di opportune collaborazioni inter societarie nell’ottica di una co-produzione del valore tra i vari attori della catena della fornitura”. In che modo Logistica Uno Europe raggiunge questo obiettivo? Essenziale è l’analisi dell’evoluzione della gestione logistica del proprio cliente, considerando tutte le implicazioni della collaborazione lungo la supply chain, le strategie collaborative che si generano lungo il canale, le direttive comportamentali di tali collaborazioni ed il suo ruolo come gestore di servizi logistici integrati. Questo si traduce in servizi da “integratore logistico” (4PL), una risposta nuova al bisogno di utilizzo della
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logistica come leva di competitività rispetto al tradizionale operatore logistico (3PL), come fornitore di servizi logistici integrati in “modalità di partnership” con il proprio cliente. Può tratteggiare un bilancio per l’anno appena trascorso? Abbiamo registrato un incremento del fatturato a due cifre come da trend degli anni precedenti. Per il 2017 riteniamo di poter mantenere questo andamento positivo. Sul lato investimenti abbiamo puntato all’inserimento nella flotta di automezzi a consumo GNL (gas naturale liquido) coinvolgendo i nostri fornitori partner nel trasporto via strada ad investire a loro volta su questo tipo di carburante. Una strategia – che permetterà di abbattere nell’ultimo miglio non solo la CO2 ma anche l’emissione di particolato – le cui esigenze sono state portate a conoscenza sia dell’ Interporto I.S.E. sia di un investitore importante del settore con l’obiettivo che vengano completate le richieste per l’autorizzazione all’insediamento di nuove pompe di rifornimento nei pressi dello stesso Interporto. In che modo l’azienda è riuscita ad ammortizzare gli effetti della crisi degli ultimi anni? Abbiamo saputo percepire i bisogni inespressi dei clienti riuscendo ad anticipare il mercato. Ovvio che non basta solo questo. In questi anni abbiamo puntato fortemente sull’innovazione tecnologica oltre che sull’eco-sostenibilità. Il nostro shift modale gomma-treno può sembrare in contraddizione con ciò di cui si parlava prima. In realtà, sono proprio le nuove tecnologie di gestione che possono riportare competitività sulle varie moda-
lità di trasporto. Nel 2015, ad esempio, Trenitalia ci ha certificato un -65% di emissioni di anidride carbonica. Quest’anno, invece, abbiamo vinto il Premio Logistico dell’Anno 2016 per “L’innovativo approccio multimodale ecosostenibile – Il progetto Birra Castello”, assegnato da Assologistica alle aziende che si distinguono in tale settore. Le nuove iniziative sono ovviamente incentrate sulla diminuzione del nostro “carbon footprint”, ampliando le tratte ed il numero, oltre che la capacità, dei treni finora gestiti. La tecnologia sta modificando l’operatività del settore? Ormai siamo nel pieno della nuova rivoluzione industriale 4.0. Chi non investirà in “tecnologie abilitanti” sarà costretto purtroppo a cedere il passo ai concorrenti. Nel campo della logistica incominciamo a vedere con l’avvento del cloud i primi IoT (Intenet of Things) per la gestione di tutti i dati interni ed esterni alla Supply Chain, apparati per la realtà aumentata come gli smart glass, la horizontal/vertical integration. I vantaggi di velocità, produttività e qualità del servizio offerto saranno sicuramente importanti ma questo lo vedremo solo nei prossimi anni. Per l’oggi, in una fase in cui bisognerà impegnarsi in investimenti importanti, ci aspettiamo un sostegno da parte del Governo. Perché l’azienda ha sviluppato un canale e-commerce e quali prospettive prevede per esso? Oggi il nostro cliente opera nella multicanalità, quindi vende i propri prodotti sia attraverso il proprio canale tradizionale sia on line. Una situazione che genera problematiche legate alla gestione logistica e alla strategia commerciale. La sfida è cercare di mettere assieme vari partner che possano permettere il coordinamento del nuovo canale senza ricadute negative verso le reti di vendita già consolidate. Impresa non semplice poiché mette in crisi molte aziende che oggi procrastinano l’entrata nel web. Logistica Uno ha intercettato il problema ed oggi propone il proprio brand eONE, in collaborazione con il partner Stu-
dium Group, in cui il cliente ha un unico interlocutore per il suo business on line. Un percorso che parte dall’analisi strategica di posizionamento on line fino alla consegna del prodotto al cliente finale. Le maggiori criticità del comparto logistico? Come superarle? Partiamo da un dato di fatto: l’obiettivo della Commissione europea di trasferire entro il 2030 il 30% del traffico delle merci dalla strada alla ferrovia è ancora lontano. Per molti paesi dell’Unione, Italia compresa, seppur in crescita, il dato del trasporto ferroviario delle merci è ancora ben al di sotto di quella soglia. C’è bisogno sempre di più di una “strategia nazionale sull’intermodalità” fra il Mezzogiorno ed il Nord Italia che consenta tale sviluppo coinvolgendo direttamente i porti e gli interporti. Fare “logistica” in un contesto in cui ognuno prende delle decisioni scollegate dalle altre risulta inutile e dispendioso. Non per niente ci troviamo porti senza collegamenti, centri produttivi scollegati dagli assi principali di traffico, e così di seguito. Bisognerebbe fare meno “lobby” e più programmazione condivisa. Le riforme ben vengano, basta che siano poi collegate l’una all’altra e con un unico obiettivo: il Sud deve tornare ad essere la piattaforma logistica del Mediterraneo. Qual è lo stato di salute della logistica italiana? Abbiamo appena finito di partecipare al convegno dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano, che ci vede partner fin dalla sua nascita. Qui è stato confermato che per l’anno 2016 c’è stata una crescita del 1,6% ma parimenti emerge il quadro di un comparto sempre più complesso per l’aumento della gamma, la frammentazione degli ordini, la disomogeneità delle richieste dei consumatori e dei punti vendita. Per fortuna ci vengono in aiuto le nuove tecnologie, quella industria 4.0 che, trasformando i vecchi concetti, può aiutare a rendere più “smart”il nostro approccio. La ricetta per affrontare le sfide del prossimo decennio è l’innovazione. Giovanni Grande
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formazione / porto&diporto
Nuovi corsi tecnici nel 2017 della Escola Europea de SSS
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el 2017, la Escola Europea de Short Sea Shipping offre nuovi corsi tecnici di groupage, operazioni portuali e trasporto a temperatura controllata. Questi nuovi corsi tecnici per professionisti sono innovatori e pionieri in Europa. Sono stati creati con l’obiettivo di offrire formazione specializzata complementaria e allo stesso tempo contribuire alla crescita professionale dei partecipanti. Quest’anno la Escola apre le iscrizioni a tre corsi tecnici che si terranno a Barcellona. La prima formazione dell’anno, dal 20 al 24 febbraio, “Port operations and maritime trade logistics: solutions for solid and liquid bulks” si centrerà sulla programmazione, l’organizzazione e l’uso delle risorse portuali, con particolare attenzione alla gestione dei carichi break bulk. Saranno presentati servizi di alto livello e diverse modalità di gestione per gli utenti dei porti e si illustrerà come modello l’esperienza della gestione portuale del porto di Barcellona. Dal 20 al 24 marzo, sarà il turno della formazione dedicata a un settore in piena espansione: il groupa-
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ge marittimo. Nel corso “Groupage and Consolidation Centres”, i partecipanti impareranno come si svolgono le operazioni di groupage e conosceranno gli agenti implicati, la segmentazione e le tendenze del settore. Inoltre acquisiranno le conoscenze fondamentali per contrattare e gestire operazioni efficienti di groupage porta a porta. Infine il corso “Temperature Controlled Supply Chains” avrà luogo dal 19 al 23 giugno e avrà come materia di studio il trasporto a temperatura controllata. I partecipanti conosceranno da vicino le infrastrutture, le apparecchiature e le normative applicabili al segmento delle catene di distribuzione dedicato ai prodotti deperibili. Di carattere eminentemente pratico, questi corsi tecnici prendono spunto dalla situazione reale del settore interessato. Sono impartiti da professionisti e includono varie visite a servizi, attrezzature e operatori. Parallelamente, la Escola Europea de Short Sea Shipping organizza come ogni anno il MOST Italy, corso di logistica intermodale, trasporto marittimo di corta distanza e autostrade del mare, disegnato esclusivamente per profes-
sionisti italiani del settore. L’edizione 2017 si terrà a settembre, in date ancora da definire. La Escola Europea de Short Sea Shipping (2E3S) è un centro di formazione europeo e un punto di riferimento per il trasporto e la logistica intermodali. Il suo obiettivo principale è quello di promuovere con seminari innovativi il trasporto intermodale come base per una logistica sostenibile in Europa. L’organizzazione centra le proprie attività in tre aree principali: Ufficio Progetti e Innovazione, Formazione e Comunicazione, Competenza e Ricerca. La Escola iniziò le attività nel 2006 come centro di formazione per professionisti europei e studenti di logistica, gestione dei trasporti e commercio internazionale. Nel corso degli anni, ha acquisito esperienza e know-how nelle aree di gestione di progetti nazionali e internazionali, comunicazione, creazione di contenuti, e promozione e sviluppo di cluster logistici in collaborazione con prestigiose istituzioni europee. Italo Merciati
trasporti / porto&diporto
Attivata la prima tratta AC della Caserta-Foggia
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ella notte tra il 26 e il 27 novembre 2016, la D’Agostino Costruzioni Generali ha proceduto all’attivazione della prima tratta ad Alta Capacità del raddoppio ferroviario della linea Caserta Foggia. Si tratta di una prima fase dei lavori commissionati da ItalFerr in nome e per conto di Rete Ferroviaria italiana, che prevedono la realizzazione di complessivi 19 chilometri di linea ferroviaria ad Alta Capacità. La realizzazione di tale prima tratta, estesa 5 km, è avvenuta nei tempi stabiliti dalla Committente, nonostante i problemi sorti in fase di esecuzione dei lavori; problemi legati alle opere parzialmente eseguite dal precedente appaltatore e ai numerosi rinvenimenti
archeologici che si sono susseguiti nel tempo. Il personale tecnico della D’Agostino Costruzioni ha realizzato le diverse opere previste nel progetto, come viadotti, ponti metallici, opere stradali e idrauliche, armamento ed impianti ferroviari (trazione elettrica e segnalamento), tutto nell’assoluto rispetto dei severi standard che caratterizzano i progetti di Rete Ferroviaria Italiana. L’obiettivo finale della D’Agostino Costruzioni è il completamento nei tempi previsti (primavera 2017) dei restanti 14 km di raddoppio ferroviario, sempre nell’assoluto rispetto degli standard di qualità richiesti dal Committente. “Siamo particolarmente orgogliosi per il raggiungimento di questo pri-
SLC
mo obiettivo”, ha dichiarato l’Amministratore delegato della D’Agostino Costruzioni. “Non solo perché, come sempre ci sforziamo di fare, abbiamo risposto al meglio agli standard di qualità di Rete Ferroviaria Italiana, ma anche perché l’attivazione dei primi 5 km della tratta costituisce il primo obiettivo raggiunto a livello nazionale nel contesto delle opere “Sblocca Italia”. In linea con la sua storia, noi della D’Agostino Costruzioni intendiamo continuare ad assicurare alti livelli di qualità nella realizzazione delle opere che ci vengono appaltate e intendiamo completare nei tempi i lavori a noi commissionati da ItalFerr”. Eduardo Cagnazzi
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trasporti / porto&diporto
Transpotec:
la competitività passa da qui
La manifestazione svela le sue carte: grandi brand, ricca offerta merceologica, iniziative ed eventi formativi per sostenere un settore che evolve verso nuovi obiettivi condivisi
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ranspotec marcia a pieno carico verso la meta: un segnale positivo tra tutti, l’area espositiva prevista è andata sold-out ed è stata ampliata. Ai padiglioni inizialmente ipotizzati (9-10-11-12) si è aggiunta una parte del 7. Confermate anche le aree esterne dedicate a esposizione e test drive (AE11-AE12-E– F) con l’aggiunta, anche in questo caso, di parte delle aree C e D (condivise con Sa.Mo.Ter). L’attesa è dunque ora tutta per l’evento, quando, dal 22 al 25 febbraio, la manifestazione, organizzata da Fiera Milano, accoglierà i visitatori a Veronafiere. L’offerta espositiva si preannuncia ricca e altamente rappresentativa di un mercato che negli ultimi anni si mostra sempre più attento all’innovazione: tra i costruttori di pesanti, DAF, Iveco, MAN e Scania hanno già confermato l’adesione e altre case sono in fase di ufficializzazione; sul fronte commerciali leggeri ci saranno Fiat Professional, ancora Iveco, che si presenta con l’intera gamma, e Volksvagen; ampia e
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variegata infine l’offerta di allestimenti, furgonature e rimorchi, con una vasta gamma di proposte per il trasporto a temperatura controllata, che riempirà praticamente l’intero padiglione 11. Non mancheranno, infine, le proposte di aftermarket e i servizi per singoli veicoli e flotte. “Siamo davvero soddisfatti dei risultati che questa edizione di Transpotec sta registrando, un segnale chiaro che il lavoro di questi anni sta portando i suoi frutti – ha dichiarato Giuseppe Garri, Exhibition Manager della manifestazione – Il nostro progetto è stato chiaro sin dall’inizio: lavorare fianco a fianco con le aziende, condividere obiettivi e strumenti, ma soprattutto fare della fiera un momento concreto di affari in grado di generare nuovi contatti, nuove idee di sviluppo, nuova consapevolezza sul mercato e le possibili direzioni future. Per questo abbiamo scelto di investire ulteriormente nel progetto di internazionalizzazione a supporto dei nostri espositori, che quest’anno potranno entrare in contatto con circa un centi-
naio di top buyer internazionali, provenienti da 20 Paesi tra Europa, Europa dell’Est e bacino Mediterraneo, che stiamo selezionando per provenienza, interesse e capacità di spesa”. Sono queste le premesse con cui si attende la prossima edizione di Transpotec. Un appuntamento fondamentale per tutte le aziende che vogliono “fare sistema”, che è tornato a riaffermarsi come punto di riferimento assoluto del settore proprio ora che il mercato italiano sembra avviato verso la ripresa: la previsione per la chiusura del 2016 è del + 38% (dati relativi alle immatricolazioni, fonte UNRAE). La manifestazione sarà dunque l’occasione per fare il punto sul mercato e le sue prospettive, ma soprattutto incontrare nuovi clienti e dare valore alle opportunità e alle sinergie possibili in un settore fortemente cambiato, guardando con consapevolezza a nuove prospettive di competitività. L’autotrasporto ha, infatti, fatto sua in maniera ancora più forte una tendenza ormai trasversale a numerosi comparti:
non considerare il business soltanto in funzione del singolo prodotto, ma nel valore che esso riesce a generare insieme ad altre innovazioni. Un esempio di questo nuovo approccio è la sostenibilità nell’autotrasporto: un aspetto direttamente connesso alle motorizzazioni innovative dei nuovi mezzi e fondamento per la diffusione dei nuovi combustibili bio. La sostenibilità passa, però, anche attraverso pneumatici dotati di battistrada che riducono i consumi migliorando il rotolamento, e da rimorchi “intelligenti” che rendono più semplici le manovre, fino alle appendici mobili per migliorare l’aerodinamica del mezzo a seconda del carico trasportato e a sistemi elettronici che elaborano la rotta più rapida e conveniente. In questo senso, Transpotec si propone di essere una manifestazione “smart” che mette al centro prodotti in grado di incontrare le esigenze concrete dei clienti ad ogni livello. In manifestazione sarà inoltre dato spazio a iniziative inedite realizzate con primari partner del mondo edito-
riale e associativo, come l’Aftermarket Village, dedicato al mondo della componentistica per i truck o il Viaggio virtuale all’interno del veicolo, che, grazie a un semplice visore, consentirà di valutare caratteristiche e potenzialità dei mezzi dall’interno della cabina, ma torneranno anche iniziative ormai rodate, come il Tracky Village di Fai Service, con le proposte dei partner dedicate all’autotrasportatore. Prove pratiche e test drive quest’anno si svolgeranno invece direttamente sul circuito cittadino, in modo da testare i veicoli sul campo e da valutarne concretamente ergonomia e performance. Non mancheranno infine numerose occasioni di formazione e aggiornamento dedicate alla crescita professionale, ma anche eventi, award, incontri e iniziative di ampio respiro, organizzate con editori e associazioni di settore. Al centro di tutta l’offerta, contenutistica ed espositiva, quelle che sono oggi le parole chiave del comparto: innovazione, sostenibilità, risparmio e rispetto per l’ambiente.
Insomma l’obiettivo è fare della visita un’esperienza professionale unica, appagante ed emozionante a servizio degli operatori. Il visitatore avrà infatti a sua disposizione una ricca scelta di “esperienze”, che lo porteranno a scoprire buone pratiche, a conoscere le novità più interessanti sia nel campo delle tecnologie che delle normative, a trovare nuovi partner e fornitori, ma anche in grado di intrattenerlo con nuovi format, iniziative ludiche e spazi dedicati ai truck decorati. A rendere ancora più utile e ricca di contenuto la visita a Transpotec, sarà, infine, la contemporaneità con Sa.Mo.Ter., Salone Internazionale delle Macchine Movimento Terra da cantiere e per l’edilizia, che offrirà ulteriori nuove opportunità di sviluppo di business sia per le aziende che per gli operatori: un solo biglietto consentirà di visitare entrambe le fiere dando ai visitatori l’opportunità di ampliare in modo ancora più trasversale la scelta sui nuovi prodotti. Stefania Vergani
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trasporti / porto&diporto
Trenitalia acquisisce società ferroviaria in Gran Bretagna G
uarda sempre più verso l’estero Trenitalia che entra nel mercato ferroviario della Gran Bretagna attraverso la propria controllata Trenitalia Uk, società di diritto inglese con base a Londra. Quest’ultima ha infatti raggiunto un accordo con National Express Group Plc che prevede l’acquisizione da parte di Trenitalia, per circa 70 milioni di sterline, della totalità delle azioni della società Nxet (National Express Essex Thameside), gestore del franchise C2C (City to Coast) per i collegamenti tra la città di Londra e Shoeburyness, sulla costa orientale nella regione del South Essex. La formalizzazione dell’acquisizione avverrà a conclusione del previsto iter autorizzativo, già avviato dal ministero dei Trasporti britannico (Department for Transport, DfT). È infatti il DfT che nel 2014 aveva assegnato, con gara pubblica, a Nxet il contratto di servizio, scadenza nel 2029. L’acquisizione di Nxet, con un fatturato di circa 200 milioni di euro ed una flotta di 74 treni Bombardier, rappresenterà un ulteriore obiettivo raggiunto nell’ambito della strategia di internazionalizzazione, uno dei pilastri del Piano industriale 20172026 del Gruppo Fs Italiane. L’elevata qualità del servizio offerto da Nxet, 400
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collegamenti per gli oltre 42 milioni di passeggeri/anno che utilizzano le 26 stazioni presenti lungo la linea ferroviaria sulla quale opera, è confermata dalla posizione di vertice nella classifica dei franchise britannici in termini di puntualità, in linea con l’approccio customer-centric di Trenitalia. Trenitalia Uk proseguirà nel percorso di miglioramento della customer satisfaction anche con l’introduzione di tecnologie innovative, una delle leve fondamentali per la strategia di crescita. La recente costituzione di Trenitalia UK, società di diritto inglese, è segno della volontà di Trenitalia di entrare ed affermarsi nel mercato del Regno Unito, un mercato con un significativo potenziale. Processo già avviato a fine 2015 con il conseguimento - prima fra le aziende non presenti sul mercato UK - del cosiddetto Passport, pre-condizione indispensabile per la partecipazione alle gare del mercato ferroviario britannico. Trenitalia Uk è già al lavoro sulla documentazione necessaria per partecipare alle gare per i servizi di trasporto pubblicate dal DfT. “Siamo particolarmente soddisfatti - sottolinea Barbara Morgante, AD di Trenitalia - di avere l’opportunità di misurarci in Uk partendo proprio dal franchise C2C che, grazie alle ottime
performance degli ultimi anni, è l’ideale trampolino di lancio verso il mercato ferroviario inglese. Intendiamo mettere a disposizione dei nostri nuovi clienti, fra East London e South Essex, tutte le competenze sviluppate in un mercato altamente competitivo come quello italiano. I clienti potranno così contare sia sulla nostra esperienza che su tecnologie innovative che miglioreranno la loro esperienza di viaggio. In parallelo conclude Morgante - stiamo monitorando le gare che bandisce il ministero dei Trasporti britannico per partecipare ad alcune di esse ”. Per Dean Finch, Ceo del Gruppo National Express, “National Express è orgogliosa della sua azione di trasformazione che ha portato C2C ad essere un best performer tra i franchise britannici, dopo essere stata per anni conosciuta come la Misery Line. Siamo stati i pionieri nell’introduzione di servizi, come la compensazione automatica per i ritardi per i clienti possessori di smart card e gli abbonamenti flessibili. Per tutti questi motivi la decisione di uscire da C2C non è stata facile, ma siamo stati favorevolmente colpiti dall’impegno e dall’interesse mostrato da Trenitalia che ha grandi credenziali nel campo dei trasporti”. Eduardo Cagnazzi
eu / porto&diporto
Programma COSME per finanziare Pmi italiane I
l Fondo europeo per gli investimenti (FEI), Artigiancredito Toscano (ACT) e cinque enti garanti (“confidi”), hanno firmato un accordo quadro in Italia nel contesto del programma COSME della Commissione europea. Tale transazione beneficia del sostegno del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), che rappresenta il fulcro del Piano di investimenti per l’Europa. Grazie al supporto finanziario della Commissione europea, il FEI fornisce una controgaranzia che consente all’ACT di concedere, insieme ai cinque “confidi”, 360 milioni di Euro in garanzie a piccole e medie imprese (PMI) dell’Italia settentrionale e centrale nei prossimi tre anni. Si prevede che in tal modo oltre 10.000 PMI italiane avranno accesso a finanziamenti che altrimenti non sarebbero stati per esse disponibili. Le parti firmatarie dell’accordo sono, oltre all’ACT come entità di coordinamento, i seguenti “confidi”: Italia Confidi Scrl (IC), FidiToscana Spa (FT), Neafidi SC (NF), Cooperfidi Italia SC (CI) e Artigianfidi Vicenza SC (AV). Il vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen, responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, ha dichiarato: “Le PMI italiane stanno già traendo vantaggio dalle opportunità offerte dal FEIS. Possiamo affermare con orgoglio che, grazie all’accordo odierno, i benefici saranno moltiplicati per 10.000 grazie alle nuove soluzioni finanziarie. Nel commentare la firma del contratto, l’Amministratore unico del FEI Pier Luigi Gilibert ha affermato: “Grazie a questo accordo quadro, il FEI e i sei “confidi” partecipanti potranno erogare finanziamenti a oltre 10.000 PMI dell’Italia settentrionale e centrale. Con il sostegno del FEI, ciascuno dei confidi potrà aumentare il volume delle proprie garanzie. Ciò consentirà alle PMI attualmente tagliate fuori dai finanziamenti tradizionali di accedere a garanzie supplementari.” ACT ha commentato: “Questo ac-
Jyrki Katainen cordo quadro è esattamente ciò a cui puntavamo. Consentirà infatti a molte delle nostre PMI associate in Toscana di migliorare il proprio accesso ai servizi finanziari delle banche attraverso le garanzie fornite dal FEI. Con il FEI condividiamo gli stessi obiettivi e lavoriamo insieme per il consolidamento e lo sviluppo del sistema delle piccole imprese
nel territorio della Toscana.” Il FEI: informazioni quadro Il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) fa parte del gruppo della Banca europea per gli investimenti. Il FEI elabora e sviluppa strumenti di capitale di rischio e di capitale di crescita, strumenti di garanzia e di microfinanza destinati specificamente a questo segmento di mercato. In questo ruolo il FEI promuove gli obiettivi dell’UE nei settori dell’innovazione, della ricerca e dello sviluppo, dell’imprenditorialità, della crescita e dell’occupazione. Il piano di investimenti per l’Europa Il piano di investimenti per l’Europa
mira ad aumentare gli investimenti europei in modo da promuovere la crescita e creare posti di lavoro attraverso un uso più intelligente delle risorse finanziarie sia esistenti sia nuove, la rimozione degli ostacoli agli investimenti, una maggiore visibilità e assistenza tecnica ai progetti di investimento. Il Piano di investimenti sta già producendo risultati. Si prevede che i progetti ed accordi approvati fino ad oggi per il finanziamento a titolo del FEIS mobilitino oltre 164 miliardi di Euro in investimenti complessivi in 28 Stati membri e sostengano oltre 388.000 PMI. La Commissione europea ha proposto, il 14 settembre 2016, di estendere il FEIS, potenziandolo e aumentandone la durata, nonché sfruttando i suoi punti di forza. Per i dati più aggiornati sul FEIS, compresa una disaggregazione per settore e per paese, cliccare qui. COSME: informazioni quadro COSME è il programma dell’UE per la competitività delle imprese e le PMI per il periodo 2014 – 2020 e con un bilancio di 2,3 miliardi di EUR. Almeno il 60 % delle risorse del programma sarà destinato ad agevolare l’accesso delle PMI ai finanziamenti in Europa, tramite due strumenti finanziari. Lo strumento di garanzia dei prestiti del programma COSME fornisce garanzie e controgaranzie alle istituzioni finanziarie per aiutarle a erogare nuovi prestiti e finanziamenti tramite leasing alle PMI. Lo strumento prevede anche la cartolarizzazione di portafogli di crediti concessi alle PMI. Attraverso lo Strumento di capitale di rischio per la crescita, il programma COSME fornisce capitale di rischio a fondi di investimento destinati principalmente a piccole e medie imprese che si trovano in fase di espansione e crescita. Il programma COSME si fonda sul successo del programma quadro per la competitività e l’innovazione (CIP), che, tra il 2007 e il 2013 ha contribuito a mobilitare oltre 20 miliardi di EUR di prestiti e 3 miliardi di EUR di capitale di rischio a favore di oltre 384.000 PMI in Europa. Cosimo Brudetti
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eu / porto&diporto
Finanziamenti SME per ricerca e innovazione Ad azienda campana i finanziamenti europei fra più alti per ricerca e innovazione
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econdo il Rapporto di ASTER sulla partecipazione allo SME Instrument (Horizon 2020), nel nostro Paese sono 13 i progetti d’impresa che hanno raccolto più di 2 milioni di euro di finanziamenti durante la “Fase 2” del programma europeo per il sostegno delle PMI europee. Per sviluppare un progetto sul riciclo degli pneumatici industriali, la Electronics System di Momo (Novara) si è aggiudicata il finanziamento più elevato (oltre 3,5 milioni di euro) tra le aziende italiane partecipanti allo SME Instrument (bit.ly/ASTER-SME), che finanzia i progetti innovativi delle PMI europee (programma Horizon 2020). A rilevarlo è un Rapporto di Aster, società della Regione Emilia-Romagna per l’innovazione e la ricerca industriale, che ha elaborato i dati sulla partecipazione al programma negli ultimi 3 anni (20142016). Lo SME Instrument prevede 3 fasi: valutazione della fattibilità tecnicocommerciale dell’idea innovativa (fase 1, con contributo forfettario di 50 mila euro); sviluppo del prototipo su scala industriale e prima applicazione sul mercato (fase 2, con finanziamento variabile superiore ai 500 mila euro); commercializzazione (fase 3, nessun finanziamento diretto). “In Italia – spiega Paolo Bonaretti, di-
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rettore generale di ASTER – abbiamo imprese in grado di fare buoni progetti innovativi e ottenere i finanziamenti per portarli avanti. Un dato sicuramente positivo sono le buone performance delle start up innovative, che rappresentano il 21% delle PMI beneficiarie dello SME Instrument, segno che il fenomeno start up è rappresentato da imprese con concrete capacità progettuali e in grado di affrontare le sfida del mercato e la competitività europea. Aster, attraverso lo sportello APRE, è in prima linea nell’offrire alle aziende del territorio servizi di orientamento e accompagnamento per accedere ai finanziamenti europei”. A ricevere in Italia finanziamenti per più di 2 milioni di euro durante la Fase 2 dello SME Instrument sono state complessivamente 13 aziende. Al secondo posto, dopo Electronics System, c’è Glomeria Therapeutics di Chieti, che ha ricevuto 2,8 milioni di euro per sviluppare un sensore intelligente e biocompatibile per la dialisi peritoneale. La Prophos Chemicals di San Giovanni in Croce (Cremona) ha ottenuto 2,7 milioni di euro per realizzare un progetto innovativo per il recupero di fosfato da polveri estinguenti esauste. Nella top 10 delle PMI italiane che hanno avuto più finanziamenti ci sono anche la romana Poggipolini (2,6 mi-
lioni di euro), attiva nel settore della meccanica di precisione, e la Società Agricola Serenissima di Conselve (Padova), che con circa 2,5 milioni di euro sta avviando una coltivazione intensiva di microalghe in acqua dolce/ mare per l’alimentazione biologica di galline e maiali. La PLC System di Acerra (Napoli) è il coordinatore del progetto Progeo, che sarà sviluppato con la romana LA.ME.P. Al progetto sono stati assegnati nell’ambito della Fase2 dello Sme Instrument 2,4 milioni di euro per realizzare un sistema di accumulo di energia da fonti rinnovabili. Ha raccolto circa 2,3 milioni di euro la startup romana Greenrail, che intende produrre traversine ferroviarie ecologiche. La comasca Coelux ha ricevuto circa 2,2 milioni di euro per un progetto, nell’ambito della nanotecnologie. Quella di Coelux è la prima tecnologia al mondo in grado di riprodurre nell’architettura indoor i meccanismi e i fenomeni ottici che regolano la luce nella natura, portando i benefici della luce solare anche dove il sole non splende. Al nono posto la startup milanese Dianax (2,2 milioni), che opera in ambito biomedicale, mentre è decima Civitanavi Systems, startup di Civitanova Marche (Macerata), che con
i 2,1 milioni di euro svilupperà un progetto innovativo per il trasporto aereo. Poco più di 2 milioni di euro hanno raccolto l’azienda romana Solergy Italia (tecnologia basata sulle pompe di calore), la startup torinese Phidrive (attuatori rotativi) e l’azienda di Gambettola (Forlì-Cesena), Soltigua, che sta lavorando allo sviluppo e diffusione di sistemi energetici a basse emissioni. A livello europeo le aziende che hanno ricevuto i finanziamenti di maggior importo (5 milioni di euro ciascuna) sono le francesi Tcland Expression e Amoneta Diagnostic, entrambe attive nel settore della ricerca clinica. Nel triennio preso in esame da Aster i fondi complessivamente erogati (Fase 1+ fase 2) dall’Europa per le piccole e medie imprese, sono stati circa 800 milioni di euro, di cui circa il 10% in Italia. La Spagna primeggia sia per numero di progetti approvati (432) sia per numero di beneficiari (451). Al secondo posto l’Italia che con 326 progetti (e 378 beneficiari) supera l’Inghilterra (282 progetti, 298 beneficiari) e la Germania (157-171). A dividersi il piatto più ricco (Fase 2) dei finanziamenti sono stati 529 beneficiari, nel 19% dei casi imprese spagnole. Il 12% delle imprese che hanno ricevuto i finanziamenti della fase 2 dello SME instrument è inglese,
l’11% italiano e solo il 7% tedesco. Cos’è lo SME Instrument: è uno schema di finanziamento del programma Horizon 2020 dedicato esclusivamente alle piccole e medie imprese e gestito dall’Agenzia EASME (Executive Agency for Small and Medium-sized Enterprises). E’ pensato per le Pmi innovative che intendono sviluppare delle innovazioni (di prodotto, di servizio, di processo e di business model) per accrescerne la competitività sui mercati internazionali. Lo strumento, che parte delle esigenze delle stesse imprese e ha un’applicazione trasversale in 13 ambiti specifici, ha una dotazione di circa 3 miliardi di
euro per il periodo 2014-2020, rispetto agli 80 miliardi complessivi di Horizon 2020. Per il biennio attuale (2016-2017) sono stati stanziati circa 740 milioni di euro (353.4 milioni di euro per il 2016 e 385.91 milioni per il 2017). Lo SME Instrument prevede tre fasi che ricalcano l’intero ciclo innovativo: valutazione della fattibilità tecnico-commerciale dell’idea innovativa (fase 1, contributo forfettario di 50 mila euro); sviluppo del prototipo su scala industriale e prima applicazione sul mercato (fase 2, finanziamento tra 0,5 e 2,5 milioni di euro); commercializzazione (fase 3, nessun finanziamento diretto). Cosimo Brudetti
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energia / porto&diporto
Eni: una strategia distintiva in uno scenario complesso L’
Amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha illustrato alla comunità finanziaria internazionale evoluzione, risultati e prospettive della strategia di trasformazione avviata nel 2014. “In meno di tre anni – ha affermato Descalzi - abbiamo conseguito la più elevata crescita organica dell’industria con un aumento di oltre il 15% della produzione, pari a oltre 250.000 barili al giorno, e siamo vicini a raggiungere il record di produzione della società nonostante una riduzione dei Capex del 33% e degli Opex del 23%. Abbiamo dimezzato il breakeven dei nostri progetti e liberato capitale inattivo attraverso gli avvii produttivi dei maggiori progetti e un time to market estremamente ridotto. I contratti G&P sono oggi prevalentemente legati alle condizioni di mercato e Raffinazione e Chimica sono positivi dopo anni di perdite. Continueremo a implementare la nostra strategia e a creare valore, basandoci sulla nostra forza nell’esplorazione e sui grandi progetti che avvieremo nel prossimo futuro, valorizzati dai nostri modelli di sviluppo e dal dual exploration model, che ci consentono di ottimizzare e anticipare la creazione di valore”. Con il dual exploration model Eni sceglie di detenere quote elevate nei propri progetti esplorativi per poi cederne quote minori, pur mantenendo controllo e operatorship, dopo avere effettuato le scoperte. Questo consen-
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te alla società di ottenere in anticipo la generazione di cassa e la creazione di valore dalle scoperte. L’upstream, driver della crescita futura Il modello upstream di Eni è basato su elementi cardine quali l’esplorazione, che offre una grande base di risorse a costi significativamente bassi, assicurando flessibilità nel breve termine e alimentando la crescita nel lungo termine, e un approccio orientato ai costi e che coinvolge non soltanto la fase ingegneristica ma anche la strategia esplorativa, guidata dagli obiettivi della rapidità del time to market e dell’ottimizzazione dei costi nel convertire le risorse in produzioni. Questo approccio garantisce uno sviluppo più rapido, che si sovrappone alle fasi esplorative, accelerando l’intero processo. Eni nell’esplorazione è al top dell’industria, dal 2008 la società ha scoperto 13 miliardi di barili di nuove risorse, pari a 2,5 volte il livello di produzione ottenuto nel medesimo periodo. Tutte le scoperte effettuate sono convenzionali e distribuite in dieci differenti bacini e circa ogni tre anni Eni scopre un giacimento giant o supergiant. Eni accede alle nuove risorse con un costo esplorativo unitario di 1,2$ al barile, un costo pari al 20% della media dell’industria. La priorità della società è convertire rapidamente i successi esplorativi in valore economico, avviando i progetti e nel contempo cedendone alcune quote
(dual exploration model). I progetti avviati da Eni nel biennio 2016-2017, uniti a Kashagan e Goliat, produrranno a regime oltre 500 mila barili al giorno e genereranno un cash flow operativo complessivo di oltre 4 miliardi di euro nel 2018 in uno scenario di prezzi del petrolio pari a 60$ al barile. Inoltre, la riduzione complessiva raggiunta da Eni nel livello dei propri costi tecnici e la rapidità dello sviluppo dei progetti hanno consentito alla società di abbattere del 40% il breakeven del proprio portafoglio progetti negli ultimi 3 anni, portandolo da 45$ a 27$ al barile. Malgrado la riduzione del Capex in ambito upstream, che proseguirà anche il prossimo anno, Eni continuerà a crescere, raggiungendo nel 2017 un livello produttivo pari a 1 milione 840 mila barili di olio equivalente al giorno, un record storico per la società. Equilibrio finanziario e generazione di cassa Il processo di trasformazione e ristrutturazione avviato nel 2014 e gli sforzi compiuti nel perseguire la strategia hanno consentito a Eni di abbattere in meno di 3 anni il proprio livello di cash neutrality dai 127$ al barile del 2013 ai 50$ al barile di oggi. Questo risultato, unito alla crescita della produzione del 15% negli ultimi 3 anni e agli effetti del processo di ristrutturazione dei business mid-downstream, hanno permesso alla società di mantenere nel periodo 2014-2016 il medesimo li-
L’AD Claudio Descalzi ha illustrato evoluzione, risultati e prospettive della strategia di trasformazione avviata nel 2014
vello di cash flow (34 miliardi di euro) registrato nel periodo 2011-2013 (37 miliardi di euro), malgrado il crollo del prezzo del petrolio del 50% e l’assenza del contributo di Snam, che era pari a circa 2 miliardi di euro. La strategia di trasformazione e ristrutturazioni Il processo di trasformazione e ristrutturazione era sostanzialmente volto ad allineare i costi ai prezzi, preservando la crescita della società in uno scenario che nel 2014 includeva la caduta del consumo europeo di gas (oltre 100 miliardi di metri cubi tra il 2008 e il 2014), la flessione della domanda petrolifera (10% tra il 2008 e il 2014) e dei margini di raffinazione (da 7$ al barile nel 2008 a 3$ al barile nel 2014), e il crollo dei prezzi del petrolio. La nuova organizzazione societaria, prima tappa del processo e che ha consentito di superare il modello divisionale dando vita a una società pienamente integrata, ha accelerato il processo decisionale e portato a un risparmio annuo strutturale nei costi generali e amministrativi pari a 700 milioni di euro. Inoltre, nel 2015 la società ha abbandonato la propria struttura di partecipazioni conglomerata cedendo le proprie partecipazioni in Galp e
Snam e riducendo quest’anno la partecipazione in Saipem, con un contributo di cassa pari a 8 miliardi di euro. Se si considera anche la cessione delle partecipazioni non core nei vari business, la cassa complessivamente generata dalle dimissioni raggiunge i 10 miliardi di euro. In ambito upstream, negli ultimi 3 anni Eni è cresciuta a livelli record: nell’ultimo trimestre 2016 Eni ha raggiunto un livello produttivo pari a +250 mila barili al giorno rispetto al 2013 (+15%), crescita interamente organica raggiunta malgrado una riduzione degli investimenti del 30% tra il 2014 e il 2016; sono stati avviati alla produzione nei tempi previsti, e talvolta in anticipo, oltre 30 nuovi progetti; a parità di livello di prezzo del greggio (109$ al barile), dal 2013 al 2016 Eni ha aumentato il proprio caso flow operativo di oltre il 30%. L’attività di ristrutturazione dei business mid-downstream ha portato risultati significativi in ogni ambito: in Gas&Power la società ha quasi completato il recupero dei contratti take or pay accumulati negli anni precedenti, per un valore di 1,6 miliardi di euro, e prevede il breakeven strutturale del settore nel 2017; Eni sta proseguendo
nelle rinegoziazioni dei contratti a lungo termine e nella riduzione dei costi di logistica. In Refining&Marketing, la società ha ridotto la propria capacità di raffinazione di oltre il 30%, convertendo due impianti in bio-raffinerie, ha portato il breakeven del margine di raffinazione dagli 7,5$ del 2013 a 4$, prima del previsto. Il settore della Chimica ha conseguito nel 2015 e nel 2016 le migliori performance degli ultimi vent’anni, grazie alla maggiore efficienza della piattaforma produttiva, a un focus maggiore del portafoglio prodotti sulle specialities, alla chimica verde e allo sviluppo del business internazionale. Quest’anno Versalis consegue oltre 300 milioni di utile ed è autofinanziata. Complessivamente, il processo di ristrutturazione dei business mid-downstream ha portato a eccellenti risultati in termine di cassa, consentendo di controbilanciare il declino dei prezzi del petrolio: il cash flow è infatti passato da - 400 milioni di euro del 2013 a + 2,2 miliardi di euro nel 2016. Il contributo complessivo in termini di cassa apportato dai business mid-downstream negli ultimi 3 anni è stato pari a 5 miliardi di euro e oggi questi business sono in grado di autofinanziarsi. Stefania Vergani
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ricerche / porto&diporto
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La nuova “mission” internazionale di SRM
fine mese Rotterdam. Poi sarà la volta di Israele e del Pireo. Il programma delle missioni internazionali di SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno è già definito. E comprende anche una trasferta in Estremo Oriente dove si ritornerà a Shanghai per discutere dell’implementazione dell’accordo “Global Shipping Think Tank Alliance”. Una partnership, firmata recentemente su iniziativa di Shanghai International Shipping Institute (SISI), che proietta il centro studi con sede a Napoli in un network internazionale con i più prestigiosi istituti di ricerca sull’economia marittima di Cina, Giappone, Stati Uniti, Singapore, Corea del Sud, Germania e Regno Unito. “Un accordo – spiega Alessandro Panaro, responsabile ufficio Maritime and Mediterranean Economy – che premia il continuo sforzo di confronto con gli enti esteri e ci permetterà un ulteriore approfondimento delle dinamiche economiche al centro delle nostre analisi”. Come nasce la collaborazione con il SISI? È stato lo sbocco naturale di una linea di ricerca rivolta ad approfondire la presenza cinese nei porti e nei terminal container del Mediterraneo. Con il calo del Pil registrato negli ultimi anni e l’avvio di quella che è definita la “new normal era” la Cina ha inaugurato una
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strategia di investimenti infrastrutturali che punta ad aprire nuove porte di accesso ai mercati, rendendo più incisiva la presenza nel Mare nostrum. Da qui l’interesse per le nostre analisi e la possibilità, unico ente italiano, di siglare un accordo con altri 12 centri studi di prestigio. Cosa prevede l’accordo? Le attività si articoleranno essenzialmente su tre direttrici. La realizzazione di studi in comune, cosa di per se innovativa nell’ambito ristretto degli enti di ricerca economica; l’organizzazione di eventi e seminari, momento essenziale per il confronto e la crescita delle idee; analisi mirate sull’iniziativa One Belt One Road. Un punto, quest’ultimo, di particolare interesse. In Italia, in particolare, c’è poca conoscenza su quest’iniziativa che può contare su finanziamenti in infrastrutture per circa 1000 miliardi di dollari. La nuova “via della seta”, in effetti, è un progetto già in essere e SRM vuole colmare questa lacuna informativa concentrandosi sul lato marittimo dell’iniziativa. Quali iniziative saranno intraprese? Il primo passo consisterà nel dare una struttura a questa inedita collaborazione. L’obiettivo per ora è riunirci almeno una volta l’anno per scambiare dati, idee, punti di vista. Più in là si potrebbe pensare alla creazione di un
volume comune, con articoli prodotti dai singoli enti. Certo si tratta di un percorso lungo ma reputo già un risultato importante la volontà di collaborare proveniente da aree culturali così eterogenee. Il primo frutto concreto sarà un capitolo monografico del nostro prossimo Rapporto sull’economia del Mediterraneo dedicato agli investimenti cinesi nel Mediterraneo. I fattori che emergeranno dall’analisi? Detto dell’interesse crescente per acquisire partecipazioni nei porti europei e nella sponda sud del Mediterraneo, sarà molto interessante seguire l’evolversi della fusione Cosco – China Shipping: è in atto un profondo processo di razionalizzazione che ridefinirà rotte e scali di riferimento. In questo contesto va sfatato un mito circa l’incapacità della portualità italiana a supportare il gigantismo navale. Abbiamo censito ben 29 toccate delle grandi alleanze armatoriali, a dimostrazione che se non riusciamo a gestire il fenomeno nelle sue manifestazioni più esasperate, parlo delle unità da 18-20 mila Teu, possiamo dire la nostra su altri segmenti navali. In fondo l’economia marittima può essere letta in due modi: o come elenco delle inefficienze, che pure ci sono, o come costruzione a partire dagli elementi positivi del sistema. La riforma da questo punto di vista
è un primo passo positivo. Basterà a rilanciare i porti italiani? Quello che è certo è che andrà messa in pratica e verificata. Il nocciolo del problema è che gli investimenti cinesi aumenteranno la possibilità di accordi commerciali, con probabile crescita dei flussi di merci e di persone e bisogna muoversi in quella direzione. Quali scali della penisola beneficeranno della nuova “via della seta”? Credo che la Cina sia interessata a un tipo di porto che permetta l’ingresso sui mercati. È il caso di Trieste, Genova o Venezia. Ma non escluderei le banchine del Mezzogiorno con Taranto che potrebbe ricoprire un ruolo strategico. In generale è cambiato l’approccio agli investimenti. Pur prima nell’indice che registra la connettività navale il gigante asiatico ricopre un mediocre 27° posto in quello che misura la connettività logistica: segno di una scarsa capacità a collegare le navi ai processi che generano valore aggiunto. Ed è esattamente su questo punto che l’Italia deve lavorare. È necessario un cambio di passo. Quale ruolo per il porto di Napoli in questo contesto? Lo scalo ha bisogno di un check up approfondito per individuare gli elementi di eccellenza e le criticità. Un passo necessario per garantire la razionalizzazione degli spazi. Successivamente va rafforzato il processo di promozione e valorizzazione dei servizi poiché se è vero che un porto vive sulle attività commerciali e passeggeri queste ultime possono lievitare solo se il sistema
aumenta il suo tasso di internazionalizzazione. Superato questo step sarà il mercato a determinare il suo ruolo che potrà essere speso indifferentemente nel Mediterraneo o in Estremo Oriente. Essenziale in questo processo l’uso efficace dei fondi europei e la certezza delle risorse a disposizione. ZES nei porti campani, una buona idea? La recente iniziativa della Regione in ambito europeo è un passo avanti rispetto ad un dibattito che dura da anni. Sulla scorta delle analisi compiute da SRM in altre realtà l’iniziativa dovrebbe tener conto di una serie di fattori: rispetto della vocazione manifatturiera delle zone interessate; insediamento di attività made in Italy export oriented come alimentare, abbigliamento, tessile; definizione dei comparti da sostenere. Nella ZES di Tangermed, ad esempio, una zona è dedicata ai servizi con collegamenti con le università per le imprese ad alta tecnologia. Quali tendenze caratterizzeranno lo shipping nel medio termine? Il sistema delle alleanze accentuerà la polarizzazione delle rotte container: già oggi le prime tre contano oltre il 50% del trasporto internazionale mentre sulla direttrice Europa – Asia arrivano a circa il 90%. Per i porti significherà un’ulteriore fase di selezione: vinceranno gli scali in grado di garantire il massimo dell’efficienza in condizioni sempre più stressanti. Da una parte, dunque, banchine efficientissime, dall’altra meri porti di appoggio a meno di non poter contare su una posizione geografica favorevolissima.
Alessandro Panaro Con conseguenze anche sul modo di lavorare in banchina? Non c’è dubbio. Questo, anzi, è un elemento su cui il nostro Paese non si interroga abbastanza. In Nord Europa, in terminal totalmente o parzialmente automatizzati i lavoratori non stanno già più in banchina. Si tratta, in genere, di figure altamente specializzate: addetti alla movimentazione remota, manutentori di hardware e software, etc. Ed è per questo che ad Amburgo o ad Anversa esistono vere e proprie università della logistica. In Italia abbiamo ottimi master ma non un’offerta adeguata ad una realtà che vuole realmente investire nel settore. C’è, purtroppo, una diversa chiave interpretativa circa quello che può rappresentare il mondo dei trasporti per il futuro del Paese. Giovanni Grande
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aziende / porto&diporto
Sistemi di interconnessione Abb per India e Stati Uniti La multinazionale dell’energia si aggiudica un ordine per una interconnessione UHVDC in India e ammodernamenti in California
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BB, insieme con l’operatore nazionale per la fornitura di energia indiano, Power Grid Corporation of India Limited, si è aggiudicata un ordine del valore di oltre 640 milioni di dollari per la fornitura di un’interconnessione che consentirà di trasportare energia affidabile a oltre 80 milioni di utenti. Il sistema in altissima tensione, in corrente continua (UHVDC) a 800 kilovolt (kV) RaigarhPugalur, connetterà Raigarh, situata nell’India centrale, con Pugalur, nello stato meridionale di Tamil Nadu. L’interconnessione, che coprirà 1.830 chilometri, sarà una delle più lunghe al mondo. Una capacità di trasmissione di 6.000 megawatt – l’equivalente di oltre sei grandi sottostazioni - sarà sufficiente per soddisfare la necessità di energia di oltre 80 milioni di abitanti dell’India. L’interconnessione bilaterale integrerà energia termoelettrica ed eolica per la trasmissione di energia verso centri ad alto consumo situati a migliaia di chilometri, supportando la richiesta di energia del meridione del Paese quando l’energia eolica generata sarà minima, e trasmettendo energia pulita al settentrione, quando l’energia eolica verrà prodotta in eccesso. Le linee di trasmissione HVDC (highvoltage direct current) contribuiscono al risparmio di terreno dato che occupano solo un terzo dello spazio rispetto alle alternative, risparmiando circa un terzo di terreno nell’area di Bangalore “ABB è lieta di lavorare con Powergrid per questo progetto smart di interconnessione su lunga distanza - ha commentato l’amministratore delegato di ABB Ulrich Spiesshofer - Fornire energia affidabile ai centri di grande richiesta energetica è una priorità per il governo indiano, volto a supportare questa fase di slancio che il Paese sta vivendo. ABB è coinvolta nello sviluppo dell’India da oltre un secolo, e questa nuova interconnessione consentirà al Paese di godere dei benefici della rivoluzione energetica, grazie alla nostra
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impronta manifatturiera locale. Grazie alla nostra tecnologia all’avanguardia UHVDC possiamo bilanciare la fornitura di energia convenzionale e rinnovabile anche su lunghe distanze, in modo affidabile e smart.” ABB è leader globale e partner preferenziale per la fornitura di reti più intelligenti, più forti e più ecologiche in tutto il mondo, e supporta le utility e gli operatori di rete nella quarta rivoluzione industriale ed energetica. La divisione Power Grids di ABB, che si occuperà della fornitura di questo mega progetto, è leader mondiale in questo segmento. “Parte della nostra strategia Next Level ci vede coinvolti nella fornitura di tecnologie all’avanguardia come l’HVDC, per integrare le energie rinnovabili e trasmettere energia in modo affidabile ed efficiente, fornendo accesso all’energia e facendo davvero la differenza nella vita di tante persone - ha detto Claudio Facchin, presidente della divisione Power Grids di ABB - Faremo leva sulla nostra estesa base manifatturiera ed ingegneristica in India e sulla
partnership collaudata con il partner BHEL per portare a termine questo progetto prestigioso”. ABB vanta un curriculum notevole di HVDC in India, dove questa tecnologia è arrivata 25 anni fa con il progetto Vindhyachal del 1989. Raigarh-Pugalur rappresenta il sesto progetto HVDC in India e la seconda installazione UHVDC, dopo l’interconnessione multiterminale North-East Agra, oggi parzialmente energizzata e in fase di completamento. Il progetto chiavi in mano include progettazione, ingegneria, fornitura, installazione e commissioning, e la fornitura di importanti attrezzature quali le stazioni UHVDC che includono trasformatori, valvole di conversione, sistemi di raffreddamento e tecnologia di protezione e controllo. Verranno costruite sale valvole come questa per il nuovo collegamento UHVDC Raigarh-Pugalur La trasmissione UHVDC è lo sviluppo dell’HVDC, una tecnologia sviluppata da ABB oltre 60 anni fa. ABB si è aggiudicata oltre 110 progetti HVDC, pari
alla metà della base installata mondiale e 120-000 MW di capacità. Le interconnessioni HVDC consentono di preservare il territorio in quanto occupano un terzo dello spazio impegnato dalle alternative. In questo caso specifico ciò corrisponde a preservare circa 244 chilometri quadrati di terreno - circa un terzo dell’area occupata dalla città di Balngalore o tutta l’area occupata da Kuala Lumpur. Il mega progetto includerà tecnologie appositamente selezionate per ridurre al minimo l’impronta delle sottostazioni di trasmissione. Il valore totale del progetto supera gli 840 milioni di dollari e la differenza a saldo sarà appannaggio del partner di ABB BHEL (Bharat Heavy Electricals Limited), compagnia leader nel settore pubblico Indiano. L’ordine è stato aggiudicato nel quarto trimestre del 2016, e sarà completato nel 2019. ABB si è inoltre aggiudicata un ordine del valore di oltre 100 milioni di dollari dalla utility statunitense Los Angeles Department of Water and Power (LADWP) per ammodernare l’attuale stazione di conversione HVDC Sylmar, in California. Questa stazione riveste un ruolo fondamentale nell’interconnessione elettrica tra il nordest Pacifico e la California meridionale ed è stata realizzata nel 1970. L’ordine è
stato aggiudicato nel quarto trimestre del 2016. La stazione di conversione Sylmar, situata a nord di Los Angeles, è la stazione sud di Pacific Intertie, un collegamento HVDC lungo 1.360 chilometri che si connette alla stazione di conversione di Celilo in Oregon, nei pressi del fiume Columbia. Pacific Intertie trasmette energia dal nordest Pacifico a tre milioni di utenze nell’area più grande di Los Angeles. Generalmente, il flusso energetico va da nord a sud, ma durante l’inverno il nord consuma quantità ingenti di energia per il riscaldamento, al contrario del sud, e in questo modo il flusso energetico è invertito. Pacific Intertie consente all’energia di fluire tra il nordest e la California meridionale, bilanciando fornitura e domanda. “Pacific Intertie è stata la prima grande interconnessione HVDC negli Stati uniti e ha fornito energia a milioni di utenze in oltre cinque decenni - ha dichiarato ancora Claudio Facchin Siamo lieti di tornare a lavorare su questo progetto pionieristico. Dopo il successo di Celilo, l’upgrade di Sylmar assicurerà una fornitura di energia più efficiente e affidabile, con un livello di controllo eccezionale. ABB è leader mondiale nell’HVDC e questo progetto ribadisce il nostro impegno nel service e nel supporto lungo il ciclo di vita dei
beni, elemento fondamentale della nostra strategia Next Level.” La digitalizzazione sarà una delle caratteristiche chiave di questo upgrade grazie all’installazione di un sistema più avanzato di controllo e protezione MACH di ABB. Come precedentemente annunciato, Celilo, la stazione di conversione nord dell’interconnessione, è stata la prima installazione al mondo a beneficiare di un upgrade dei sistemi di controllo. Altri componenti essenziali dell’upgrade della stazione Sylmar includono i filtri corrente continua (CC) e corrente alternata (CA), i reattori di spianamento e tutte le apparecchiature di misurazione e ausiliaria. Il sistema digitale MACH monitora, controlla e protegge i sofisticati apparati situati nella stazione, gestendo migliaia di operazioni per assicurare la massima affidabilità. MACH funge da cervello dell’interconnessione HVDC essendo progettato per lavorare in totale continuità da decenni. Il sistema MACH di ABB, con funzioni avanzate di rilevamento guasti e controllo remoto, è la soluzione di controllo più utilizzata per le installazioni HVDC e FACTS (Flexible Alternating Current Transmission Systems), con oltre 1.100 installazioni operative nel mondo. Carolina Sinnopoli
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aziende / porto&diporto
Salerno, nasce lo Sportello per Attrazione Investimenti L’Assessore De Luca: “Strumento strategico per convogliare nella nostra area investimenti aggiuntivi e sostenere attività produttive ed occupazione”
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ercoledì 28 dicembre, il Sindaco del Comune di Salerno Vincenzo Napoli e l’Assessore al Bilancio e allo Sviluppo Roberto De Luca hanno incontrato – a Palazzo di Città – il Presidente di Sviluppo Campania SpA Umberto Minopoli. Nel corso dell’incontro è stato concordato di avviare in tempi stretti l’attivazione – su iniziativa e a cura del Comune di Salerno – dello Sportello per l’Attrazione degli Investimenti e per il Monitoraggio delle dinamiche economiche e sociali (attraverso l’istituzione dell’Osservatorio sullo Sviluppo Locale, OSLO). “Si tratta di una decisione - ha dichiarato l’Assessore Roberto De Luca - che scaturisce dagli indirizzi contenuti nella delibera approvata dalla Giunta Comunale nei mesi scorsi, nella quale sono state individuate le azioni da realizzare nel breve e nel medio periodo al fine di attrarre investimenti e di stimolare nuove intraprese economiche non solo sul territorio comunale, ma anche in un’ottica di area vasta con principale riferimento alla cosiddetta cintura metropolitana”. “Si opererà - ha aggiunto l’Assessore Roberto De Luca - per garantire, attraverso il supporto di Sviluppo Campania e in coordinamento con le azioni intraprese dall’Amministrazione Regionale, il
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Roberto De Luca raccordo con il livello centrale (Invitalia, Agenzia ICE, etc etc) e contribuire alla costruzione di “pacchetti localizzativi”, con particolare riferimento ai settori strategici individuati nella RIS 3, mediante mappatura e ricognizione delle opportunità di investimento a Salerno e nell’area salernitana. Un impegno che può rivelarsi decisivo per fare giungere sul nostro territorio risorse aggiuntive e, soprattutto, per mettere in moto meccanismi virtuosi di internazionalizzazione, crescita turistica, industriale ed occupazionale”. Nel dettaglio lo Sportello – che inizie-
rà le sue attività operative con apertura al pubblico agli inizi del 2017 – erogherà servizi di assistenza agli investitori sia a livello informativo (primo livello), che servizi specialistici (accompagnamento agli investitori interessati a stabilirsi o a espandersi a Salerno e nell’area salernitana) in ogni fase del processo di investimento: dall’individuazione delle opportunità localizzative all’erogazione delle agevolazioni (analisi di prefattibilità del progetto; servizi per l’insediamento; location scouting & site visit; ricerca e selezione delle opportunità insediative, raccordo con Autorità Locali, accompagnamento dell’investitore nelle varie fasi di verifica e valutazione delle possibilità individuate). Lo Sportello curerà, inoltre, l’organizzazione di road show con interlocutori qualificati (a livello nazionale e internazionale) per valorizzare le opportunità di investimento sul nostro territorio ed incoming di delegazioni, di singoli imprenditori, della stampa specializzata. “L’apertura dello Sportello – afferma il Presidente di Sviluppo Campania Spa Umberto Minopoli - si inserisce nell’ambito delle azioni sperimentali di assistenza tecnica, innovazione e supporto ai sistemi economici e produttivi locali poste in essere da Sviluppo Campania”. Stefano Meroggi
capitanerie / porto&diporto
L’operazione “Countdown” della Guardia Costiera S
i è conclusa l’operazione complessa della guardia costiera “Countdown” che - da inizio dicembre scorso - ha visto impegnati tutti i comandi territoriali del corpo nei
li e nuclei subacquei della guardia costiera, coinvolgendo circa 5.500 tra uomini e donne del corpo. Ciò ha portato a circa 400 provvedimenti di sequestro attraverso i quali è stato impedito che
controlli lungo l’intera filiera ittica, dal mare ai principali mercati ittici della penisola, fino alla tavola dei consumatori, per evitare che nei cenoni degli italiani arrivassero prodotti ittici pescati e commercializzati illegalmente, a seguito della crescente richiesta che solitamente si registra in corrispondenza delle festività. L’operazione “Countdown” ha visto così il personale del Corpo operare al fine di tutelare gli “anelli più deboli” della filiera ittica, ovvero le specie ittiche sottoposte a particolare protezione, il consumatore finale e gli onesti professionisti del settore, che con sacrificio adempiono agli obblighi di legge proponendo prodotti certificati e di qualità. La catena operativa disposta a livello nazionale dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, interfaccia periferica, operativa e amministrativa, del ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ha permesso nel solo mese di dicembre di effettuare circa 10.000 controlli lungo l’intera filiera commerciale, con impiego di mezzi aerei, nava-
oltre 40 tonnellate di prodotto ittico, non idoneo al consumo umano e dal valore commerciale stimato in circa 600.000 euro, giungessero sulle tavole del consumatore, che si aspetta invece un prodotto sicuro e di qualità garantita. Nell’ambito dell’attività anzidetta a livello regionale, sotto il coordinamento della direzione marittima della Campania, agli ordini dell’Ammiraglio Arturo Faraone, e del relativo centro di controllo area pesca e con le capacità operative dei singoli comandi periferici chiamati ad intervenire, è stato possibile portare alla luce il seguente quadro: - 157 illeciti amministrativi per mancanza di elementi di tracciabilità del prodotto, errata o mancata etichettatura per un totale complessivo di sanzioni irrogate di euro 261.459; - Circa 22 tonnellate di prodotti ittici sequestrati sia freschi che congelati, in cattivo stato di conservazione che costituiscono, di fatto, attentato alla salute pubblica e frode in commercio; - 54 notizie di reato accertate ed altrettante persone deferite all’autorità giudiziaria;
- 11 soggetti tratti in arresto nell’ambito delle attività di controllo per la pesca di frodo dei datteri di mare; - Sequestro di circa 540 kg di datteri di mare (lithophaga-lithophaga), ricercatissima specie di mollusco, che vive nella maggior parte dei fondali marini rocciosi e la cui cattura comporta la necessaria distruzione delle rocce con un conseguente importante danno ambientale. L’operazione in ragione della vastità del suo raggio d’azione e degli eccezionali risultati conseguiti è stata possibile attraverso una virtuosa sinergia operativa tra le diverse componenti della guardia costiera operanti nell’ambito del territorio campano. Significative in tal senso le operazioni con cui sono stati sgominati impianti abusivi di molluschi e astici illecitamente detenuti e pronti per essere immessi nel circuito commerciale natalizio. Inoltre a conclusione di un’attività di intelligence sono state identificate e denunciate 13 persone per attività di prelievo del dattero di mare (azione vietata per l’utilizzo di martelli che spaccano la roccia, producendo danni irreversibili all’ecosistema marino) RedMar
nautica / porto&diporto
Completato “Marina d’Arechi” porto record nel Mezzogiorno
Legalità, sicurezza e rispetto dell’ambiente fra i primati dello scalo turistico appena completato a Salerno Presentato in anteprima al London Boat Show
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l più grande (con i suoi 340.000 metri quadri specchi acquei messi a Totale ormeggi disponibili 945 di cui: disposizione dei diportisti), il 599 per imbarcazioni comprese tra gli 8 mt. e 15 mt. più moderno per qualità dei servizi e per gli standard di 265 per imbarcazioni comprese tra i 16 mt. e 24 mt. sicurezza, ma specialmente 81 per navi maggiori di 25 mt. il più “blue” del Mediterraneo 85% il tasso d’occupazione registrato nell’estate 2016 pari all’85% per la cura assoluta dell’am120 milioni di investimento in project finance biente nell’utilizzo di materiali naturali, a partire dalla diga sovra-flutto, tutta in roccia tipica stato realizzato interamente in finanza della costiera salernitana, ai pontili ridi progetto, per altro in controtendenza gorosamente in legno riciclato, all’arrein un periodo di forte crisi per il mercato damento eco-sostenibile e ai sistemi di nautico italiano. riciclo dei rifiuti. Posata la prima pietra il 9 luglio del Con questi primati, il porto di Marina 2010, Marina d’Arechi è stato realizd’Arechi, sul litorale di levante della zato per la parte infrastrutturale in un Città di Salerno, entra a vele spiegate tempo record di 21 mesi dedicando nel mercato della nautica internazioun’attenzione quasi esasperata alla lenale. Sono state infatti completate in galità, al punto da fare assurgere quequesti giorni tutte le opere a mare del sta infrastruttura a simbolo di “quel fare porto contraddistinto da una scelta arimpresa che è possibile nel Sud”. chitettonica di fondo: quella di essere Con 1000 posti barca dai 10 ai 100 un’isola della nautica collegata alla termetri di lunghezza, un centro di rimesra ferma da un ponte. saggio invernale che è evoluto in un Con oltre 120 milioni di euro di invecantiere di manutenzione e riparazione, stimenti privati (80 dei quali concenanche con il recente acquisto di nuovi trati nella realizzazione della struttura mezzi per la movimentazione delle bara mare), Marina d’Arechi si connota che, con la torre di controllo, un servizio come una delle più importanti strutture di concierge, video e telesorveglianza, turistiche realizzate nel Mezzogiorno. accessi controllati elettronicamente, Frutto dell’iniziativa lanciata come idea guardianaggio h24 il porto ha fatto delnel 2000 da uno dei più attivi gruppi imla sicurezza un vero e proprio “must”. prenditoriali del Mezzogiorno, il Gruppo Spesso conosciuto come Salerno Gallozzi di Salerno che ne è l’azionista Port Village concentra nella sua area di maggioranza con il 68% (Invitalia deprotetta servizi a 360 gradi per i turisti tiene il 32%), il nuovo porto turistico è
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Marina d’Arechi in cifre
nautici, ivi compresa una spiaggia privata. I suoi spazi e servizi per il diporto, lo svago, il divertimento e il relax rendono Marina d’Arechi il luogo adatto a chi voglia vivere una vacanza tutto l’anno. Forte degli ulteriori 270 posti per barche da 14 a 35 metri della nuova “spina-pontile” e della nuova area per mega yacht e navi da diporto, è in grado ora di attuare una politica commerciale aggressiva sia sul mercato italiano che su quello internazionale, “vendendo” una posizione geografica unica a poche ore di navigazione dalle più affascinati mete mediterranee del turismo nautico (Capri, Ischia, Amalfi, Ravello, Positano e il Cilento). Come detto, Marina d’Arechi è numero 1 in Mediterraneo per quanto riguarda la difesa dell’ambiente: fra l’altro il porto si fregia della Bandiera Blu 2016/2017, il riconoscimento internazionale assegnato dalla Foundation for Environmental Education (Fee), non solo alle spiagge ma anche agli approdi che praticano una strategia fortemente orientata al rispetto dell’ambiente, al turismo sostenibile, all’attenta gestione dei rifiuti e alla valorizzazione delle aree naturalistiche. Il prestigioso riconoscimento di “Bandiera Blu
2016/2017 – Approdi” segue di pochi giorni un altro esclusivo riconoscimento. A seguito delle attività di verifica annuale effettuate dagli ispettori Registro Italiano Navale, Marina d’Arechi (unico in Mezzogiorno) ha ottenuto il punteggio massimo di cinque timoni su cinque assegnati nell’ambito della valutazione di qualità dei Marina. Con queste credenziali Marina d’Arechi è sbarcato a Londra. E lo ha fatto a poche settimane dal completamento delle opere a mare che segna la nascita del piú grande porto turistico del Sud Italia. Il nuovo porto è stato presentato in anteprima al London Boat Show nei Docklands di Londra. E la presentazione è coincisa con l’ufficializzazione di un accordo di collaborazione commerciale con Camper & Nicholsons Marinas (CNM) che fornirà al management di Marina d’Arechi (che entra cosí a far parte del 1782 Club di CNM) un supporto diretto nelle attività di marketing internazionale. Camper & Nicholsons è – come noto – gruppo leader nella grande nautica e in particolare nel mercato dei maxi yacht con una presenza qualificata nel mercato della compravendita, del noleggio,
della gestione della piú consistente flotta mondiale di grandi imbarcazioni da diporto, ma anche in parallelo, nel marketing internazionale delle strutture recettive per queste barche, assurgendo a vero e proprio marchio di qualità per i porti turistici. E non è un caso che a tenere a battesimo il porto ideato, progettato, realizzato e gestito dal gruppo Gallozzi di Salerno, sia la capitale del Regno Unito. Proprio il gruppo Gallozzi vanta vere e proprie radici in Gran Bretagna: il suo fondatore . Giuseppe “Joe” Gallozzi (scomparso nel 1991), padre di Agostino Gallozzi, oggi chairman del gruppo e presidente anche di Marina d’Arechi, era stato insignito nel 1984 del titolo di Baronetto della Corona britannica per il contributo eccezionale dato allo sviluppo dei traffici marittimi e del commercio fra Italia e Gran Bretagna. Per il gruppo Gallozzi, che ha tenuto vive le sue relazioni con Londra e l’Inghilterra, si tratta quindi di un vero e proprio ritorno a casa oltre che di una importante missione di marketing in un mercato, quello inglese, che guarda con crescente interesse alle infrastrutture nautiche di valore in Mediterraneo. RedMar
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nautica / porto&diporto
I porti turistici davanti alla Corte Costituzionale
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i è svolta nei giorni scorsi a Roma, presso la Corte Costituzionale, la discussione sulla questione di costituzionalità della norma che prevede l’aumento dei canoni demaniali per i porti turistici. La sentenza è prevista tra circa un mese. L’aumento retroattivo dei canoni demaniali è stato introdotto con la Finanziaria per il 2007 ed è stato oggetto di un contenzioso decennale, in diverse sedi civili e amministrative. Sia il Consiglio di Stato che il TAR Toscana con tre separate ordinanze hanno sospeso il giudizio e rimesso la questione alla Corte costituzionale. Oggetto del contenzioso è l’applicazione della normativa sulle concessioni turisticoricreative (cd. balneari) anche ai porti turistici, che modifica unilateralmente, a posteriori, le condizioni dei contratti firmati dagli investitori con lo Stato. L’art. 10 della legge n. 449/1997 stabiliva canoni differenziati per le concessioni relative alle strutture turistico ricettive rispetto a quelle dedicate alla nautica da diporto, i cui canoni avrebbero dovuto essere determinati con decreto ministeriale secondo gli specifici criteri indicati dalla legge. “In sostanza – commenta l’AD e Direttore del Porto turistico di Rosignano Matteo Italo Ratti – per i porti turistici, diversamente dalle strutture balneari, più alto era l’investimento diretto alla realizzazione di beni di difficile rimozione che sarebbero rimasti poi nelle disponibilità dello Stato, minore sarebbe dovuto essere il canone”. Sulla base di questi criteri è stato determinato il canone di concessione del Porto turistico di Cala de’ Medici. La Finanziaria per il 2007, però, ha ribaltato questo principio, applicando canoni maggiori alle strutture che avevano fatto maggiori investimenti. “In
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poche parole - prosegue Ratti - non si premia più chi ha fatto gli investimenti maggiori, ma lo si punisce”. Lo Stato, in questo modo, triplica in maniera unilaterale il canone demaniale per i porti turistici, creando uno sbilancio dei piani d’investimento presentati e approvati in sede di rilascio della concessione demaniale. È questo il motivo per cui, dalla entrata in vigore della legge finanziaria per il 2007, molte infrastrutture portuali turistico-ricreative hanno presentato ricorsi ai Tribunali Amministrativi Regionali, contestando l’applicabilità di questa norma a concessioni demaniali già rilasciate. Ad essere discusse in aula sono state le questioni sollevate sui ricorsi presentati da Marina Cala de’ Medici S.p.A., dalla Società Pro.Mo.Mar S.p.A., concessionaria del Marina di Scarlino, e da Marina di Punta Ala S.p.A., mentre gli interventi delle Associazioni di categoria sono stati dichiarati inammissibili. Questa l’opinione di Matteo Italo Ratti in merito alla conseguenze della sentenza: “In caso di esito positivo, verrebbe ripristinato l’equilibrio economico e finanziario di tutte le strutture che avevano già ottenuto il rilascio di una concessione demaniale alla data dell’entrata in vigore della finanziaria 2007. Questo – prosegue Ratti - darebbe la necessaria certezza al mercato interno permettendo alle Società “gestore” di quantificare i costi di gestione dell’infrastrutture e di conseguenza i costi di acquisto e di gestione (spese condominiali) dei singoli posti barca. Non influirebbe per le concessioni successive che hanno già previsto i costi adeguati alla finanziaria 2007”. “Un esito negativo - commenta ancora il direttore e AD di Cala de’ Medici avrebbe un impatto economico rilevante sulle infrastrutture poco virtuose, le
quali dovrebbero ribaltare i costi sugli utenti/clienti. Si creerebbe, inoltre, un problema di liquidità per tutte le Società che non hanno accantonato nel corso degli ultimi dieci anni le differenze tra i canoni originali e quelli rivalutati. Non è un problema per Marina Cala de’ Medici Spa la quale dal 2007 sta accantonando le somme avendo previsto e conteggiato nelle spese condominiali dei posti barca, questi accantonamenti in attesa della conclusione dei contenziosi”, conclude Ratti. La sentenza della Suprema Corte sarà quindi decisiva per la sopravvivenza di 26 strutture portuali turistiche fra le maggiori del Paese. Oggetto del contendere come scritto è l’applicazione della normativa sulle concessioni turistico-ricreative anche ai porti turistici, che ha modificato a posteriori i termini dei contratti firmati dagli investitori con lo Stato, che prevedevano per i marina una specifica legislazione riconoscendo gli ingenti investimenti connessi alla realizzazione di queste opere e la differente natura dello stesso titolo concessorio rispetto a quello delle concessioni balneari. In particolare la sua applicazione retroattiva ha reso indispensabile il ricorso alla Corte Costituzionale poiché sembra violare le norme costituzionali a difesa della iniziativa economica. Dopo la tassa Monti – cancellata perché a fronte dei 22 milioni di euro incassati ha prodotto un buco di 800 milioni nelle casse dell’erario causato dalla fuga di 40.000 imbarcazioni – questa rischia di essere una nuova mazzata per tutta la filiera della nautica, che proprio negli ultimi mesi sta uscendo da una grave crisi durata sei anni. Questa situazione ha causato un contenzioso legale decennale che fino ad ora ha sempre visto vincere i porti
turistici - nelle diverse sedi civili e amministrative - e che il Consiglio di Stato, confermando le ragioni dei ricorrenti, ha rinviato alla Corte Costituzionale. L’impatto economico Da un lato c’è un costo stimabile in 3,6 milioni per lo Stato, spiccioli per il bilancio, dall’altro un danno per l’erario 54 volte maggiore. Le imprese della portualità turistica che hanno impugnato l’applicazione retroattiva della nuova normativa sui canoni demaniali sono 26 per 15.000 posti barca complessivi: 10 sono le strutture più piccole, da 100 fino a 500 posti barca, 16 quelle maggiori da 501 a 980 posti barca. Gli aumenti annui dei canoni demaniali vanno da 45.000 a 75.000 euro, per le strutture della fascia minore, e da 100.000 a 250.000 euro annui per le strutture più grandi. Il gettito che l’erario può ottenere è pari a 3.595.000 euro l’anno. Infatti, secondo i dati dell’Osservatorio Nautico Nazionale (ente di rilevazione, studio e monitoraggio del diporto nautico riconosciuto dal Ministero dei Trasporti), l’indotto economico a rischio è pari a 185 milioni di euro, somma che si ottiene moltiplicando l’indotto medio annuo di 12.300 euro generato da ciascuna unità per i posti barca che sono interessati dalla vicenda. Inoltre, sempre secondo l’Osservatorio Nautico Nazionale, in media un marina turistico genera un indotto occupazionale di 92 unità, dunque in discussione c’è la sopravvivenza di 2.484 posti di lavoro, che contando il solo l’incasso diretto del fisco valgono circa altri 4 milioni di euro. I rilievi del Consiglio di Stato La Legge finanziaria del 2007 (art. 1, comma 252, della legge n. 296 del 2006) ha disposto l’applicazione dei criteri previsti per le concessioni turi-
stico-ricreative anche ai porti turistici, abrogando la precedente normativa applicata ai marinas (contenuta nell’art. 10, comma 4, della legge 27 dicembre 1997, n. 449), che prevedeva un meccanismo di calcolo informato a criteri incentivanti per gli investimenti con canoni inversamente proporzionali al valore degli investimenti. Il Consiglio di Stato ha evidenziato che i rapporti concessori relativi ai porti turistici devono essere regolati dalla concessione, perché il canone è fissato dall’atto concessorio “tenendo conto dell’equilibrio economico-finanziario dell’investimento” e che la concessione: - dispone il pagamento di un canone “ad aggiornamento annuale ai sensi della vigente normativa”, - prevede che il concessionario dovrà ultimare l’esecuzione delle opere che è obbligato a costruire entro un periodo determinato, - prevede investimenti complessivi per decine di milioni di euro, - alla cessazione della concessione, anche per rinuncia, le opere erette, complete di tutti gli accessori e le pertinenze, resteranno “in assoluta proprietà dello Stato senza che al concessionario spetti alcun indennizzo” - in applicazione della nuova normativa, nella durata della concessione l’importo totale dei canoni a carico del concessionario aumenterebbe di circa cinque volte e, visto il margine complessivo dell’iniziativa previsto dal piano economico-finanziario approvato in sede di rilascio della concessione medesima, ciò renderebbe il margine negativo per diversi milioni di euro. Nel rilevare la sostanziale diversità tra le concessioni balneari e quelle relative alla realizzazione e gestione di strutture per la nautica da diporto, il
Consiglio di Stato ha inoltre evidenziato che: - le concessioni turistico-ricreative sono in numero molto più elevato e comportano di regola investimenti modesti a carico del concessionario e sono caratterizzate da canoni irrisori, su cui il legislatore è intervenuto nel 2006 per riallinearli con i valori di mercato - le concessioni per la realizzazione e la gestione di strutture per la nautica da diporto sono in numero molto minore, richiedono investimenti ingenti per la realizzazione delle opere strutturali, che saranno poi acquisite gratuitamente dal demanio, e che, per l’impegno gestionale, richiedono un piano di equilibrio economico-finanziario di lungo periodo - il criterio di fissazione dell’importo del canone, individuato all’atto della concessione, è un elemento determinante del piano economico-finanziario definito tenendo conto della rilevanza degli investimenti. - la normativa in questione, applicata alle concessioni in corso, appare violare l’art. 3 della Costituzione per il duplice profilo del trattamento uguale di situazioni disuguali e della lesione del principio della sicurezza giuridica costitutivo di legittimo affidamento. - c’è anche una possibile violazione del principio del legittimo affidamento ingenerato nei concessionari sulla stabilità dell’equilibrio economico-finanziario di lungo periodo. - l’applicazione alle concessioni in corso potrebbe ledere il rispetto all’art. 41 della Costituzione relativo alla libertà di iniziativa economica, poiché recante l’effetto irragionevole di frustrare le scelte imprenditoriali modificando gli elementi costitutivi dei relativi rapporti contrattuali in essere. Riccardo Russo
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nautica / porto&diporto
Trend di crescita del mercato previsioni positive per il 2017 Gli imprenditori della nautica riuniti a Roma per l’Assemblea Generale annunciano le date del Salone Nautico: si terrà a Genova dal 21 al 26 settembre 2017
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ontinua il dialogo con le istituzioni per disegnare lo sviluppo del comparto: dopo i 30 interventi legislativi ottenuti, ora è la volta della riforma del codice. Confermato il piano 2017 di presenza istituzionale e operativa di Ucina Confindustria Nautica ai più importanti saloni nautici internazionali; soddisfazione e fedeltà nei confronti del salone nautico confermate dall’indagine di customer insight realizzata da GRS research&strategy. Gli imprenditori della nautica da diporto italiana, riuniti a Roma per l’Assemblea Generale dei Soci di UCINA Confindustria Nautica, hanno annunciato le date del prossimo Salone Nautico Internazionale che si terrà a Genova dal 21 al 26 settembre 2017. Una decisione che conferma la soddisfazione degli operatori del settore nei confronti della manifestazione riconosciuta quale asset strategico per presentare al mercato internazionale i propri prodotti e per consolidare e promuovere l’immagine delle proprie aziende. Ad apertura dell’Assemblea pubblica, che si è svolta presso la Pinacoteca del Tesoriere di Palazzo Patrizi sul tema “La Nautica riparte. Ripartiamo con la Nautica”, è stato confermato il trend di crescita del mercato per l’anno nautico 2015/2016. Dall’indagine realizzata dall’Ufficio Studi di UCINA emerge un dato del +13% del fatturato globale e un trend stabile per la chiusura del 2016. Complessivamente, il 73% degli addetti ai lavori stima una crescita per il 2017 fino al 20% (il 43% degli intervistati indica un incremento fino al 10%, il 22% fino al 20% e il 5% oltre il 20%). Al convegno hanno partecipato in rappresentanza delle istituzioni:
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Fabrizia Lapecorella - Direttore generale Dipartimento Finanze del Ministero delle Finanze, Renato Loiero - Capo del Servizio del Senato, On. Ignazio Abrignani – Presidente Osservatorio parlamentare sul Turismo - e Sen. Raffaele Ranucci - Relatore provvedi-
menti sulla nautica. L’Assemblea è stata l’occasione per sottolineare i numerosi provvedimenti 2016 per il settore, che hanno riguardato il recepimento Direttiva UE sulle unità da diporto, il decreto sulla semplificazione dei dragaggi nei porti turistici, l’avviamento di 12 tavoli tecnici per la stesura dei decreti attuativi della riforma del Codice della nautica, la semplificazione delle procedure doganali, il decreto di riconferma dell’IVA al 10% per gli ormeggi inferiori all’annualità dopo la sentenza della Corte Costituzionale, la conferma della direttiva “Bollino Blu” volta a evitare la duplicazione dei controlli sulle unità da diporto da diversi corpi di polizia.
Negli ultimi cinque anni, la costante azione di UCINA Confindustria Nautica ha portato a 30 interventi legislativi parlamentari, 3 leggi regionali, 19 circolari del Ministero dei Trasporti e delle Agenzie statali, la modifica del redditometro. Ora l’obiettivo è il completamento della riforma del Codice della Nautica e la risoluzione del contenzioso sull’aumento indiscriminato dei costi di concessioni demaniali che fa rischiare il fallimento ai porti turistici in Italia. “La quantità e la qualità dei risultati ottenuti così come i progetti in cantiere per il 2017 sono la prova che UCINA è fedele alla propria missione di rappresentare, difendere e promuovere tutta la filiera della nautica in Italia e all’este-
ro – ha dichiarato il Presidente di UCINA Confindustria Nautica, Carla Demaria Le nostre aziende guardano al futuro e lo hanno dimostrato scegliendo di continuare ad investire sul Salone Nautico Internazionale di Genova perché qui la nautica è tornata a crescere grazie alla tenacia degli imprenditori e alla governance di UCINA”. L’Assemblea dei Soci ha approvato il piano di presenze internazionali ai principali Saloni esteri con la formula di presenza istituzionale e collettiva di aziende. Nel 2017, UCINA sarà presente al Boot di Düsseldorf (21- 29 Gennaio 2017), al China (Shanghai) International Boat Show (26 – 29 Aprile 2017), al Fort Lauderdale Boat Show (Novembre 2017) e al METS TRADE di Amsterdam (14 – 16 Novembre 2017). Novità assoluta di questo anno, l’indagine di Customer Insight realizzata sugli espositori del Salone Nautico di Genova dalla GRS Research&Strategy, società del network di ricerca mondiale Explori con un portafoglio di oltre 1.200 fiere a livello globale, e oltre 100 esposizioni in Italia.
“L’indagine di GRS ha rivelato che il 77 % dei nostri espositori è stato soddisfatto dell’anticipazione della data e confermano un interesse concreto a partecipare all’edizione 2017” – ha dichiarato il Direttore Commerciale del Salone Nautico di Genova, Alessandro Campagna. “Anche grazie alla colloca-
zione anticipata, siamo l’unico Salone nautico del Mediterraneo che consente a tutte le barche in acqua di uscire in mare: nel 2016, sono state oltre 2.400 le prove in acqua con un importante incremento rispetto all’anno precedente”. Riccardo Russo
UCINA CONFINDUSTRIA NAUTICA
Associazione di settore aderente a Confindustria che dal 1967 ha la rappresentanza istituzionale di tutta la filiera della nautica - dalla cantieristica alla componentistica, dai servizi fino al turismo. Con 302 aziende associate rappresenta quasi il 65% del fatturato totale dell’industria nautica italiana e opera per la crescita del settore nautico, anche attraverso la proposta legislativa e la raccolta e la diffusione dei dati di settore, la diffusione della cultura del mare e lo sviluppo del turismo nautico. UCINA opera a livello istituzionale come soggetto di confronto con le forze politiche, sociali e di go-
verno e aderisce a Confindustria, Federturismo, Federazione del Mare, Comitato Fiere Industria, Fondazione Edison, Fondazione Sviluppo Soste-nibile, condividendone principi e azioni. A livello internazionale, UCINA è presente negli Organi di Governo della Federazione mondiale ed europea, ICOMIA e EBI. In linea con i propri scopi di promozione del settore nautico, UCINA organizza, attraverso la società I Saloni Nautici, il Salone Nautico di Genova, evento leader a livello internazionale e vetrina del Made in Italy.
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turismo / porto&diporto
Viaggi su treni storici alla Reggia di Caserta
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a Napoli alla Reggia Vanvitelliana di Caserta con il Reggia Express. Un treno formato da tre carrozze degli anni ‘30 trainate dal “mulo della rotaia”, la locomotiva elettrica progettata nel 1926 e prodotta in tre differenti serie fino al 1939. Un’esperienza unica creata dalla Fondazione Fs e da Trenitalia, in collaborazione con la direzione della Versailles borbonica italiana, Civita ed il Consorzio della mozzarella di bufala campana dop, per visitare in modo originale uno dei siti patrimonio Unesco più belli d’Italia; un itinerario che comprende con soli 18 euro il biglietto di andata e ritorno, l’ingresso alla reggia e al parco, la partecipazione al laboratorio didattico e la degustazione di prodotti dell’eccellenza locale, come la mozzarella di bufala. Viaggio ed ingresso gratis per i bambini fino a sei anni, si pagherà 9 euro da sei a 18 anni. Partenza tutti i giorni dalla Stazione di Napoli Centrale alle 10 e ritorno previsto per le 18. Il Reggia Express è realizzato sul modello del Pietrarsa Express, il treno storico che da oltre un anno collega la stazione di Napoli con il Museo Ferroviario di Pietrarsa. Sulle tre carrozze viaggeranno 234 persone. Due delle carrozze delle cosiddette “cento porte” sono state inaugurate nel 1928, le prime in cassa metallica, la terza, divisa in scompartimenti, realizzata nel 1932. La colorazione originaria era il verde vagone, abbandonato più tardi in favore del castano Isabella e da quello semplice nel 1963. Si tratta delle carrozze più filmate nella storia della cinematografia italiana, oggi però sono utilizzate nella composizione di treni d’epoca. A trainare i vagoni la locomotiva storica che fu usata nel primo viaggio su rotaia della linea elettrificata Benevento-Foggia. Per i promotori dell’iniziativa i turisti-viaggiatori potranno così ascoltare il classico fischio della locomotiva e all’interno delle carrozze troveranno ambienti in
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legno, così com’erano i vagoni quasi un secolo fa. Il turismo ferroviario diventa così un’ulteriore modalità di fruizione delle tante bellezze storiche, con i vagoni che dopo aver accompagnato i turisti a Caserta, potrebbero proseguire il proprio percorso verso altre località, come Capua o Santa Maria Capua Vetere, e altri significativi monumenti come il Museo Campano o l’Anfiteatro romano di Spartacus. “Il nostro sogno - dice Luigi Cantamessa, direttore della Fondazione Fs - è arrivare con il treno storico fino a Portici e a Pompei. Per i tanti turisti inglesi che vengono agli Scavi sarebbe un’opportunità irripetibile. Non dimentichiamo che i viaggi sui treni storici sono nati proprio in Inghilterra”. Se il 2016 è stato un anno d’oro per la Reggia Vanvitelliana che ha registrato un incremento di visitatori (683.070 rispetto ai 497.197 del 2015) del 37%, la terza percentuale più alta d’Italia, il 2017 dovrebbe segnare una performance ancora più elevata. Da gennaio, inoltre, si entra alla Reggia con il nuovo biglietto “Reggiatwodays”, al costo di 15 euro, che consentirà ai visitatori provenienti da altre città che iniziano la visita al monumento nel pomeriggio e non riescono a portarla a termine, di poter accedere al sito anche il giorno successivo. Un’iniziativa voluta da Mauro Felicori, per trent’anni dirigente al Comune di Bologna e dal 2015 direttore della Reggia, che è stato menzionato in “Best of 2016” di Artribune come il migliore direttore di musei in Italia, grazie al quotidiano lavoro svolto con istituzioni, enti privati, aziende e cittadini con l’obiettivo di creare un sistema per il rilancio non solo del sito museale, ma della città con il suo territorio, “facendosi interprete del nuovo spirito del riformismo impresso dal ministro del Beni culturali e del turismo, Dario Franceschini”, spiega la scelta di Artribune. Eduardo Cagnazzi
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turismo / porto&diporto
Il Cilento rilancia il Mito delle Sirene e di Palinuro N
utrire di storia, di paesaggio e di Dieta Mediterranea i visitatori del Cilento. Un obiettivo che si pone Cilentomania, un’associazione che raggruppa circa 200 opera-
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tori turistici del territorio per valorizzare una terra che da secoli ha ispirato poeti e cantori. Molti dei miti greci e romani sono ambientati sulle sue coste. E’ qui che, secondo Omero, le Sirene ir-
radiavano un canto che faceva impazzire i marinai di passaggio, portandoli a schiantarsi con le loro imbarcazioni sugli scogli. E’ ancora qui che Palinuro, nocchiero di Enea in viaggio verso le coste laziali, cadde in mare insieme al timone. Ed è qui che gli Argonauti fuggiti dalla Colchide si fermarono presso il santuario di Hera alla foce del Sele. Cilentomania punta a rilanciare il Mito, a promozionare il territorio attraverso iniziative in Italia e all’estero e a offrire sostegno a 360° agli imprenditori. Una sorta di consulenza turistica a tutto campo che spazia dai servizi di accoglienza ed assistenza ai turisti fino all’organizzazione di viaggi d’istruzione. E poi ancora, transfer e creazione di laboratori didattici, programmazione e realizzazione di tour specifici. “E’ un organismo creato per mettere a sistema gli imprenditori locali nostri partner. Lo scopo è destagionalizzare l’offerta turistica, oggi basata essenzialmente sulla vacanza estiva al mare che resta il principale momento di visita del territorio.
Ma è anche il modo per fare conoscere ad un pubblico più vasto centinaia di borghi interni di incomparabile bellezza, come quelli di Castellabate, bene rappresentato nel film “Benvenuti al Sud”, le Grotte dell’Angelo di Pertosa, una passeggiata mozzafiato in barca e a piedi tra stalattiti e stalagmiti che decorano ogni spazio con forme, colori e dimensioni diverse Ed ancora, le amene spiagge di Policastro, Ispani, Santa Maria di Castellabate, Scario ed altre ancora di cui il Cilento si fa vanto. Nei progetti di turismo messi a punto da Cilentomania è anche la promozione della Certosa di San Lorenzo a Padula, dichiarata nel 1998 patrimonio dell’Umanità, del Parco archeologico di Paestum e dell’Oasi del fiume Alento, una passeggiata per chi ama immergersi nella natura e nel relax, oltre a chiese rupestri e borghi, tesori inestimabili di cultura”, afferma il presidente dell’associazione, Orlando Di Scola. “E’ uno scrigno di cultura sotto tutela dell’Unesco, dove i segni delle antiche civiltà sono ancora parte integrante della religiosità popolare, la gastronomia conserva ancora i suoi antichi sapori ed i versanti della costa aprono scorci di rara bellezza verso il mare. In poche parole, Cilentomania assiste i tour operator e gli stessi enti coprendo quei gap che potrebbero incontrare nel loro percorso di vendita del prodotto. Soprattutto per le carenze dell’ente pubblico. Un sistema di comunicazione e servizi integrati, insomma, per far
crescere cultura ed economia locale, legandoli all’enogastronomia del territorio”, ribadisce Di Scola. Il Cilento è infatti la patria della Dieta mediterranea, un modello nutrizionale riconosciuto dall’Unesco. La ricerca scientifica su questo tipo di alimentazione e di stile di vita affondano le loro origini nel passato e Cilentomania punta a valorizzare questi aspetti legando all’offerta turistica anche la promozione dei prodotti tipici locali. Che sono tutti di alta qualità: l’olio delle proprie colline, il fagiolo di Controne, il carciofo di Paestum, la mozzarella di bufala. Il patrimonio genetico della sua gente affonda le sue radici proprio nelle sue antichissime tradizioni contadine. E’ il caso di Casaletto Spartano, dove il 1° maggio gruppi di giovani questuanti vanno di casa in casa a chiedere legumi di ogni tipo per cuocerli in una grande caldaia per essere offerti ai paesani come au-
Orlando Di Scola gurio di prosperità e abbondanza dei raccolti. Eduardo Cagnazzi
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alberghi / porto&diporto
Ospitalità fast&cheap all’Aeroporto di Capodichino Nasce a Napoli il primo capsule hotel d’Italia
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enBo ovvero Bed&Boarding è il primo capsule hotel d’Italia: un nuovo format di ospitalità fast&cheap attivo 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 presso l’Aeroporto Internazionale di Napoli. Un concept originale e in linea con le tendenze del viaggiare contemporaneo che privilegiano confort, ottimizzazione del tempo e risparmio. Bed&Boarding non un albergo tout court ma è composto da una serie di moduli abitativi autonomi, delle cabine/ room delle dimensioni di circa 4 mq dotate di tutti i comfort necessari per soddisfare le esigenze di relax, riposo e privacy del viaggiatore. Il progetto Bed&Boarding nasce dal recupero e rifunzionalizzazione della Palazzina ex A.T.I. nella zona Land side dell’aeroporto ed è realizzato da un pool di imprenditori campani in collaborazione con GE.S.A.C. S.p.A. Su una superficie di 1.130 mq per un’altezza interna pari a 4 metri e mezzo sono installati 42 moduli (su 72 autorizzati) che hanno la forma graziosa di casette colorate con tetto spiovente, porta e finestra. Ciascun modulo è una cabina monoletto. Due moduli sono invece stati realizzati per i diversamente abili, dimensionati nel rispetto della normativa di riferimento per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Bed&Boarding è stato progettato e realizzato dallo studio di architettura e design Studiotre di Napoli: tecnologia e design contemporaneo, cura dei dettagli e dell’accoglienza ne fanno uno spazio di ricettività alternativa al solito hotel, dotato di tutti i confort: ci sono 16 bagni singoli dotati di doccia (di cui due per i diversamente abili), una reception attiva 24 ore con personale multilingua, un giardino di inverno che è
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anche zona lounge per fumatori. Ogni capsula è dotata di pareti insonorizzate, porta automatizzata, finestra con oscuranti, un letto (Lunghezza cm 200 x larghezza cm 70), un tavolo da lavoro reclinabile (50 x 60 cm), specchio, appendiabiti e portascarpe, oscuranti alle parti vetrate. Particolarmente curata è la parte tecnologica che prevede: aria condizionata regolabile, illuminazione intera d’atmosfera con singoli settings e punto luce sul tavolino da lavoro, docking station per iPod e lettore Mp3, Tv multimediale con entertainement ed un multimedia touch screen con info voli e sveglia; presa di corrente e connessione internet. Le modalità di utilizzo di BenBo sono molto semplici: il cliente può prenotare la sua capsula utilizzando i dati personali e quelli della carta di credito, anche prima dell’arrivo in aeroporto attraverso il sito internet del gestore o con un’apposita app per smartphone, oppure stesso nell’area dedicata a Bed&Boarding in aeroporto, dove, con l’apposita reception, effettuerà il processo di prenotazione, check-in e check-out, potrà accedervi per il tempo necessario. I viaggiatori sprovvisti di “necessaire” da viaggio possono inoltre richiedere, con un piccolo sovrapprezzo, il kit contenente set barba, creme e bagno doccia, pantofole da camera e asciugamani per la toilette. Immediatamente dopo il check-out, inizia la procedura di pulizia e cambio biancheria. Le lenzuola si cambiano in automatico ad ogni check-out; l’abitacolo è costantemente sanificato e l’aria è mantenuta fresca e pulita attraverso un sistema automatico di diffusione. Per dormire in una capsule room di BenBo i prezzi sono: 8 euro la prima
ora e 7 euro dalla seconda ora in poi per la permanenza diurna; 25 euro le nove ore notturne. Le capsule sono disegnate e progettate in modo tale da soddisfare tutte le esigenze dei passeggeri. Coniugano design e confort, praticità e risparmio. I primi destinatari del Bed&Boarding sono i passeggeri in attesa del loro volo. L’esperienza di soggiornare in una cabina letto bed & boarding è il modo più piacevole per bypassare i tempi di sosta prima o dopo un volo e offre privacy in una stanza pulita e ordinata. Non sono destinate solo a giovani con zaino in spalla, gli anglosassoni backpackers, ma ad ogni tipologia di viaggiatore, dal giovane business man alle famiglie. Completa BenBo un ampio spazio eventi pensato per ospitare periodicamente show cooking, presentazioni di libri, mostre d’arte e laboratori creativi. Un luogo dove viaggi, culture, lingue e creatività s’incontrano per dare vita ad un eterogeneo melting pot. Bed&Boarding Napoli, brevetto dello Studiotre di Napoli, è il primo capsule hotel d’Italia ed è stato pensato per essere replicato in altri aeroporti italiani, ciascuna capsula infatti può essere facilmente posizionata nei luoghi di interesse senza intralciare lo svolgimento delle normali attività e il transito delle persone. I moduli realizzati con materiali lignei ignifughi, opportunamente trattati e lavorati, sono predisposti per essere trasportati già assemblati. I tempi d’installazione sono contenuti e il sistema modulare consente di aumentare o ridurre la sua capacità ricettiva a seconda delle necessità della struttura. Il progetto è realizzato privilegiando soluzioni architettoniche e materiali a basso impatto ambientale.
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