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Tariffa R.O.C. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1, DCB Napoli - ANNO XlII - N. 2 Febbraio 2017 - Costo singola copia € 10,00

PORTO diporto &

IL MAGAZINE CHE APRE IL PORTO ALLA CITTÁ

Fincantieri player globale


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5 Shipyards with14 Dry Docks 5 Shipyards with14 Dry Docks Good maritime strategic locations 5 Shipyards with14 Dry Docks Good maritime strategic locations Up to maritime VLCC DDstrategic Size Good locations Up to VLCC DD Size Operating 24/7 Up to VLCC DD Size Operating 24/7 47 years of maritime experience Operating 24/7 47 years of maritime experience An Hub experience 47 Engineering years of maritime An Engineering Hub Over 2 Kms of repairing Berth An Engineering Hub Over 2 Kms of repairing Berth Adequate draft and easy Berth access from Over 2 Kms of repairing Adequate draft and easy access from open seasdraft and easy access from Adequate open seas Achieved open seasCredibility on Safety and on Achieved Credibility on Safety and on honouring deadlines on Safety and on Achieved Credibility honouring deadlines honouring deadlines Specialist in Ship Repair since 1967 in the heart of the Mediterranean Specialist in Ship Repair since 1967 in the heart of the Mediterranean Specialist in Ship Repair since 1967 in the heart of the Mediterranean

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sommario

IN ESCLUSIVA Interventi di: Giorgio Bucchioni, Giorgia Boi, Massimo Bernardo ------Interviste a: Evelin Zubin, Guido Grimaldi Anno XIII - N° 2 - Febbraio 2017 Direttore responsabile Antonio De Cesare Direttore editoriale Maurizio De Cesare Hanno collaborato a questo numero: Massimo Bernardo - Giorgia Boi Cosimo Brudetti - Giorgio Bucchioni Eduardo Cagnazzi - Fabrizio De Cesare Giovanni Grande - Paola Martino Italo Merciati - Stefano Meroggi Sandro Minardo - Riccardo Russo Francesco S. Salieri - Carolina Sinnopoli Amministrazione e abbonamenti amministrazione@portoediporto.it abbonamenti@portoediporto.it Costo abbonamento Italia € 110, estero € 220 CCP n. 81627671 - AM editori srl Via Diaz, 54 - 80055 Portici (Napoli) Pubblicità e marketing marketing@portoediporto.it Listini e specifiche tecniche www.portoediporto.it Progetto e realizzazione grafica Paola Martino Stampa Morconia Print Morcone (BN) Il magazine Porto&diporto è proprietà di AM editori srl info@ameditori.it redazione@portoediporto.it www.portoediporto.it Autorizzazione Tribunale di Napoli n. 17 del 15 febbraio 2006 Periodico associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana E’ vietata la riproduzione totale e/o parziale di testi, fotografie e di qualsiasi altro contenuto o allegato. Tutti i diritti sono riservati.

SHIPPING 4 - Nasce il Centro Servizi per il Mare 6 - SF&L meet Industry soddisfazione per la “prima” 8 - AdSP condivisa e concertata per i porti Venezia e Chioggia 9 - Livorno, nel 2016 nuovo exploit nel settore container CANTIERISTICA 10 - Il settore crocieristico spinge Fincantieri sui mari del mondo LOGISTICA 14 - Alis: il mare bonus best practice italiana INFRASTRUTTURE 16 - AdSP, in crescita i porti di Napoli e Salerno 18 - Trieste si conferma primo porto d’Italia 19 - Trieste Marine Terminal pronto per le megacontainer 20 - Venezia, la progettazione definitiva del porto offshore 22 - La sicurezza del traforo del Monte Bianco 24 - Contship Italia Group registra un positivo 2016 26 - Accordo tra Napoli e Salerno in nome del comune sviluppo PROPELLER 28 - Propeller Club di Genova a ritmo incandescente! 32 - Perplessità operative sulla controriforma dei porti TRASPORTI 34 - Trasporti merci pericolose inapplicato il DL n. 40/2000 36 - Ferrovie, Polo Mercitalia per la logistica integrata 38 - Tecnologia ibrida per i trasporti urbani EVENTI 40 - Green Logistics Expo Ia edizione a

Padova nel 2018 ECONOMIA 42 - UE, previsioni economiche si naviga in acque turbolente EDITORIA 44 - UE sul copyright, rischio per i piccoli editori digitali AZIENDE 45 - Il mercato russo aspetta le eccellenze campane 46 - Microreti ed asset management per ABB 48 - Angelo Deiana riconfermato Presidente Confassociazioni 50 - WEGH, omologa di RFI per le traverse con tappetino 51 - Mostra d’Oltremare tutti pazzi per i droni 52 - Nel 2016 cresce il numero delle imprese salernitane FORMAZIONE 53 - “Fondazione G. Caboto” supera i 100 diplomati AEROLINEE 54 - Volotea, forte incremento passeggeri da Capodichino NAUTICA 55 - Aumento retroattivo canoni demaniali per i porti turistici 56 - Isa Yachts svela il nuovo 141 super sportivo 58 - I diportisti della Campania entusiasti del Nauticsud 2017 60 - 15° SEATEC 2017 Excellence only! 62 - Fincantieri e Ferretti accordo di collaborazione TURISMO 63 - Presentato il rapporto Hotels & Chains 2017 TERME 64 - Federterme, accordo nazionale per prestazioni termali


shipping / porto&diporto

Nasce il Centro Servizi per il Mare

È

stato presentato l’8 febbraio a Bruxelles, al Parlamento Europeo, il Centro Servizi per

il Mare. Il Centro, che nasce da un protocollo d’intesa tra amministrazioni pubbliche e private, nazionali ed internazionali, nell’ambito dell’economia blu, delle politiche marittime integrate e del trasporto intermodale per promuovere gli interessi del settore con le istituzioni europee, vuole favorire lo scambio di informazioni tra le istituzioni (nazionali e europee) e le imprese oltre alla costruzione di reti di relazioni finalizzate ad una maggiore rappresentatività presso le istituzioni UE. Abbiamo incontrato la direttrice generale del Centro Servizi per il Mare, Evelin Zubin, che è anche l’attuale presidente della Federazione Italiana Piccole e Medie Imprese. Come nasce l’idea del Centro Servizi per il Mare? Il Centro Servizi per il Mare nasce dall’esigenza di informazioni e chiarezza da parte di tutte quelle realtà, pubbliche e private, che si trovano a doversi destreggiare nei meandri della burocrazia europea. Per questo noi ci occupiamo di raccogliere e organiz-

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zare informazioni privilegiate circa il possibile reperimento di finanziamenti, di facilitare il dialogo con gli uffici competenti della Commissione europea, di promuovere e realizzare progettualità in ambito europeo che abbiamo come focus specifico i settori del trasporto intermodale e delle politiche marittime integrate. La nostra è una piattaforma che funziona da catalizzatore per creare scambi, sinergie, tra il Sistema italiano (pubblico e privato) e il Sistema Europa, tra mondo produttivo nazionale, in particolare le piccole e medie imprese, e le istituzioni europee, supportando lo sviluppo di progettualità strategiche per il sistema paese. Di quali progetti vi state occupando al momento? Ad oggi, stiamo supportando lo sviluppo di alcuni progetti strategici finanziati attraverso il Programma europeo CEF, Connecting Europe Facility, che riguardano l’implementazione della rete italiana di distribuzione del Gas Naturale Liquefatto (progetto Gainn_ It), lo sviluppo di sistemi integrati del monitoraggio del traffico marittimo (progetti Monalisa ed STM Validation) e la promozione della sicurezza in Mare (progetto Picasso). Solo nell’ultimo

periodo, grazie all’intervento dei nostri esperti, sono stati programmati una serie di attività e progetti già avviati ed in corso di realizzazione per un totale di oltre 100 milioni di euro. È un risultato che ci rende particolarmente orgogliosi del nostro lavoro. Le aziende italiane sfruttano ancora troppo poco i fondi europei, che rappresentano una valida opportunità di crescita e sviluppo. Quando si parla di finanziamenti europei nell’ambito dell’economia del mare qual è il quadro normativo da tenere presente? La panoramica dei finanziamenti europei in materia di economia del mare è molto ampia. Oltre al già citato programma specifico per i trasporti e le infrastrutture di trasporto (CEF), occorre considerare il programma Horizon 2020, che si articola sull’asse Smart, Green and Integrated Transport, finanziariamente molto dotato, che a sua volta si divide in tre sub strand: Mobility for Growth, Green Vehicles, Small Business and Fast Track Innovation for Transport. Senza contare tutti i programmi relativi alla Blue Economy, che comprendono tra l’altro i fondi del FEAMP – Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca – e i fondi


Presentato al Parlamento europeo il nuovo operatore per favorire e supportare i progetti europei nell’ambito dell’economia del mare

Evelin Zubin dedicati al Maritime Spatial Planning. Questo per quanto riguarda i fondi dedicati specificamente al settore del mare. Bisogna poi tenere a mente che, indipendentemente da questi fondi, è possibile utilizzarne altri. La strategia del Centro Servizi per il Mare è proprio quella di utilizzare tutte le tipologie di fondi disponibili per cercare di portare quante più risorse possibile all’economia del mare. Anche nell’ambito di programmi che sono dedicati ad altri settori, come ad esempio Erasmus Plus, dedicato alla formazione, o LIFE, dedicato alle politiche ambientali, o i programmi di Cooperazione Territoriale Europea, intendiamo sottoporre proposte progettuali dedicate all’economia del mare. A quanto ammontano i finanziamenti europei che hanno riguardato direttamente l’Italia nell’ambito dei bandi CEF? Nel 2014, in occasione della pubblicazione dei primi bandi CEF 2014-2020, a fronte di circa 13,1 miliardi di euro di finanziamenti, l’Italia ha visto l’approvazione di 31 proposte progettuali, con l’assorbimento di circa 1,24 miliardi di euro di contributi europei. Di questi, 59,4 milioni di euro hanno riguardato progetti marittimi (oltre al programma Autostrade del Mare, alcuni interventi

nei porti di Genova, Trieste, Venezia e La Spezia). Nell’anno successivo, il 2015, su un valore totale di 1,9 miliardi di euro messi a bando, sono stati selezionati 12 progetti italiani, con un contributo accordato pari a 91,4 milioni di euro. Di questi, solo 4 milioni sono stati destinati a due progetti nell’ambito marittimo. I bandi CEF 2016, aperti lo scorso ottobre e chiusi a febbraio di quest’anno, prevedono per il settore trasporti una dotazione finanziaria generale di 840 milioni di euro, stanziati per progetti in tutti gli Stati membri. Staremo a vedere quanto riusciranno a ottenere i progetti italiani, e in particolare quelli dell’ambito marittimo. Da parte nostra, porteremo avanti un progetto in continuità con le iniziative che stiamo attualmente gestendo per l’implementazione della rete italiana del gas GNL. Quali sono le realtà che hanno aderito al Centro Servizi? Il Centro Servizi per il Mare conta oggi circa 20 sottoscrittori, tra cui diverse Autorità Portuali italiane, un GEIE (Gruppo europeo di interesse economico), centri di ricerca ed università italiane ed europee, Comuni e associazioni di imprese del settore. Quali sono i servizi che il centro mette a disposizione dei suoi sottoscrittori? Ci occupiamo dello sviluppo di business mediante l’impiego di fondi europei nel pieno rispetto delle rigorose norme comunitarie, della creazione di partnership strategiche finalizzate a garantire programmazioni e progettualità di successo, di assistenza in termini di relazioni istituzionali con tutte le articolazioni funzionali della Commissione Europea, del monitoraggio strategico, della gestione e della divulgazione delle informazioni rilevanti circa le politiche UE. Inoltre, tutti gli esperti che lavorano per il centro possono vantare

una solida expertise e specializzazione sui temi della Blue-Economy, della politica marittima integrata, dei trasporti marittimi, della pesca, dell’ambiente, di ricerca e innovazione. Il convegno di Bruxelles di febbraio ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti del panorama istituzionale italiano ed europeo… È così. Inoltre il fatto di avere un ufficio proprio a Bruxelles, che per il nostro lavoro è certamente necessario, ci consente di relazionarci in prima battuta con personaggi di spicco del panorama europeo che determinano e determineranno le politiche dei prossimi anni. Al convegno dell’8 febbraio, dedicato alle opportunità di finanziamento nell’ambito dei trasporti per il 2017, hanno partecipato, oltre all’europarlamentare Isabella De Monte che ben ha colto l’importanza del nostro ruolo per incentivare le Pmi italiane a investire puntando allo sviluppo grazie ai fondi UE, il Rappresentante Permanente Aggiunto nonché Ambasciatore presso l’Unione Europea Giovanni Pugliese, il Direttore Generale della Direzione Generale per il Trasporto Marittimo e per le vie d’acqua interne presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Enrico Maria Pujia, l’Attaché Trasporti della Rappresentanza Permanente Maltese presso l’ue, David Kerr, il Vice Capo Gabinetto Commissario V. Bulc Jocelyn Fajardo, il Presidente Commissione Trasporti del Parlamento Europeo Michael Cramer, il Responsabile Trasporti terresti della Rappresentanza Permanente Maltese presso Chris Farrugia l’ue, il Presidente di Confimea – Confederazione Italiana dell’impresa - Roberto Nardella, il Direttore di Alis - Associazione Logistica dell’intermodalità Sostenibile - on. Marcello di Caterina. RedMar

Evelin Zubin, Presidente della Federazione PMI Associate e Direttore del Consorzio 906 - struttura tecnica di Supporto alla Federazione per lo sviluppo di servizi innovativi rivolti alle imprese – ha recentemente assunto la carica di Direttore Generale (Coodinatore) del Centro Servizi per il Mare; un’iniziativa promossa da Amministrazioni ed enti pubblici e privati, nazionali ed internazionali, nell’ambito dell’economia blu, delle politiche marittime integrate e del trasporto intermodale per promuovere gli interessi del settore con le istituzioni europee. Esperta di politiche per il lavoro, la formazione e l’inclusione sociale, collabora attivamente il Consorzio I.E.S. – Inclusione, Europa, Sviluppo. Nel corso della sua carriera si è occupata per diverse organizzazioni associative di rapporti con le istituzioni, e definizione delle politiche aziendali, ricoprendo le cariche di responsabilità nazionale.

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shipping / porto&diporto

SF&L meet Industry soddisfazione per la “prima”

Lo sviluppo del cluster logistico contributo essenziale alla crescita competitiva del sistema industriale italiano

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rande partecipazione alla I edizione di Shipping, Forwarding & Logistics meet Industry, la manifestazione che ha riunito per due giorni in Assolombarda i protagonisti dello shipping, della logistica, delle spedizioni e dell’Industria italiana, coinvolgendo oltre 700 iscritti. La manifestazione, promossa da The International Propeller Clubs, Federazione del Mare, Alsea, Assologistica e Assolombarda e organizzata da Clickutility Team, ha inaugurato con una sessione istituzionale in cui sono stati delineati i punti di forza e le direttrici di sviluppo del cluster logistico nazionale evidenziandone il contributo essenziale alla crescita competitiva del sistema industriale italiano. Nell’arco delle due giornate si sono alternati Seminari e workshop in linea con le tematiche della manifestazione che hanno registrato un forte coinvolgimento da parte dell’Industria sensibilizzata sull’importanza della logistica in ogni fase produttiva, dalla pianificazione alla produzione stessa. Ringraziamenti da parte di Riccardo Fuochi presidente del Propeller Milano ai promotori: Propeller (nazionale e Milanese), Alsea, Assolombarda, Assologistica e Federazione del Mare che hanno appoggiato e creduto sin da subito nella manifestazione. “Siamo riusciti in questa prima edizione a far colloquiare e dialogare il cluster marittimo, quello della logistica con l’Industria e il Commercio e, soprattutto, a eviden-

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ziare le eccellenze del nostro settore logistico, altamente competitivo, assieme alle problematiche legate alle infrastrutture”. Il Mondo del Mare, mezzo milione di persone impiegate, ha un’importanza essenziale ai fini dell’Industria – ha sottolineato Paolo d’Amico, Presidente di Federazione del Mare – perché il manifatturiero, settore primario per l’economia italiana, importa e trasforma materie prime che riceve grazie al mare e necessita di una logistica efficiente e che funzioni. In un mondo circondato per 2/3 dal mare non possiamo ignorare l’importanza del dialogo tra Porti e infrastrutture e di un commercio sul Mare che negli ultimi 10 anni è quasi raddoppiato. A oggi manca un interlocutore dedicato da parte del Ministero e ci auguriamo che questo Forum serva a sensibilizzare lo Stato in tal senso”. Una sessione plenaria introdotta da Rosario Bifulco Vicepresidente di Assolombarda Confindustria Milano, Monza e Brianza con delega alla Competitività territoriale che ha dichiarato: “Il nostro sistema logistico è chiamato a esprimere servizi altamente efficienti per aumentare la competitività nazionale e internazionale delle imprese e dei territori. L’Italia, infatti, è una delle principali porte d’accesso all’economia europea e del Medio Oriente. Per questo è fondamentale per il nostro Paese sviluppare un’efficace politica industriale per le imprese logistiche, che sia in grado di sostenere le aziende ita-

liane nella sfida della competizione globale. L’incontro di oggi rappresenta un importante momento di confronto per far emergere le opportunità di collaborazione tra i fornitori di servizi logistici e le imprese manifatturiere e abbattere le inefficienze che, secondo recenti stime, costano al sistema della produzione industriale circa 13 miliardi l’anno”. Quattro i workshop che nell’arco dei due giorni hanno approfondito i settori di maggiore interesse per la logistica italiana. Garantire la qualità dal produttore al consumatore obiettivo primario della logistica dell’alimentare dedicato al settore agroalimentare ha affrontato il tema della qualità dell’agroalimentare italiano quale il selling point per mantenere la propria competitività. Il segmento “logistico” di questa ricerca della qualità si traduce nella conservazione del prodotto dalla produzione fino alla tavola del consumatore e nella qualità del servizio, dalla consegna nei tempi previsti e ai costi pattuiti e con tutta la documentazione necessaria alla lavorazione o commercializzazione del prodotto. Moderati da Giuseppe Guzzardi, Direttore Vie&Trasporti, ne hanno discusso: Clara Ricozzi, Presidente, Osservatorio Interdisciplinare Trasporto Alimenti; Oliviero Gregorelli, Presidente Vicario, Mercati Associati; Edoardo Vanni, Purchasing and Supply Chain Excellence Function European Logistic Purchasing – Packed Solution Manager, Solvay; Irene Rizzoli, Amministratore Delegato, Delicius Rizzoli; Carlo


Licciardi, Presidente Anacer; Pierluigi Zamboni, Direttore Logistica, Zerbinati; Nicola Zaffra, Responsabile Ufficio qualità e sicurezza So.Ge.Mi. La sfida delle normative e del servizio spinge l’innovazione, il workshop dedicato ai settori chimica&pharma ha approfondito, attraverso due punti di vista, il tema della crescente domanda di servizi just-in-time di alto livello e di una costante innovazione della logistica in questi settori, offrendo una panoramica sulle eccellenze esistenti in Italia. Moderati da Fabrizio Dallari, Direttore Centro di Ricerca sulla Logistica - Università Carlo Cattaneo (LIUC) con interventi a cura di: Gaetano Conti, Presidente Comitato Logistica, FederChimica; Mila De Iure, Segretario Generale Assoram; Raffaele Bortolussi, Amministratore Delegato Mar-Ter Neri; Davide Italia, Responsabile Sicurezza Trasporti e DGSA Settore bombole e liquidi, Air Liquide Italia Services; Fabio Giovanni Atzei, Responsabile Logistica Distributiva Versalis; Massimo Tavolaro, CEO Apulia Logistics. Just in time uber alles, il workshop dedicato a metallurgia&meccanica, settori con la supply chain più articolata, sia in entrata che in uscita dall’azienda in cui la logistica entra sempre in gioco, dall’acquisizione delle materie, alla produzione, distribuzione e assistenza post-vendita. Ogni azienda ha una sua caratterizzazione e, nello stesso ambito, va distinta una logistica di produzione da una dei ricambi, quest’ultima molto più complessa e oggi comunque decisiva per il successo. Moderati da Fabrizio Vettosi, Managing Director Venice Shipping and Logistics, ne hanno parlato: Eugenio Muzio, Presidente Commissione Intermodalità Assologistica; Paolo La Bruna, Logistic Manager Acciaieria Arvedi; Simone Carlini, Amministratore Delegato Multi Marine Services; Vincenzo Romeo, CEO Nova Marine Carriers; Nicola Saccani, Ricercatore Laboratorio RISE Università degli Studi di Brescia. Made in Italy: dalla rete distributiva all’e-commerce, una sfida anche logistica che si è focalizzato sulla scelta di numerosi marchi italiani di puntare sull’e-commerce canale che permette di mantenere la qualità del prodotto riducendo i costi della rete distributiva con effetti positivi sul fatturato. Moderati dal giornalista Sergio Luciano, ne hanno discusso: Piero Abellonio, Responsabile della logistica Gruppo Miroglio; Riccardo Fuochi, Executive Director Lifestyle Logistics; Alberto Birolini, Business Development Manager FIEGE Logistics Italia; Paolo Loguercio, General Manager Fashion & Creative Division OMLOG; Marco Lenti, Avvocato, Studio Legale Mordiglia.

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shipping / porto&diporto

AdSP condivisa e concertata per i porti Venezia e Chioggia Cosa ci azzeccano in laguna Bob Dylan con Blowing in the wind e David Suchet col commissario Hercule Poirot, la star dei “gialli” di Agatha Christie?

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ieci lustri di storia vissuta, da testimonial, tra le banchine e il palazzo consentono oggi uno sguardo, se pur ancor superficiale, per poter tracciare i virtuali contorni entro i quali la portualità lagunare coi suoi due porti, oggi uno, di Venezia e Chioggia ha fatto, fa e forse ancora farà, la fortuna o il disagio economico e sociale per migliaia di addetti. Dal Provveditorato al Porto di Venezia e nel ’94 all’Autorità Portuale, oggi Autorità di Sistema Portuale fiumi di miliardi di lire ed altrettanti milioni di euro spesi e generati in questo fragile bacino lagunare che, con fatti e misfatti, ha campeggiato sempre più spesso sulle cronache della stampa nazionale ed internazionale. Un’antologia di mille e più “racconti” che per la portualità veneta rappresenta, comunque, un teorema tutto da dimostrare. Non solo per l’utilità o meno del sistema MOSE, non solo per le dimensioni errate della conca di navigazione all’imbocco del grande canale portuale Malamocco San Leonardo (cosiddetto dei Petroli), non solo sulla necessità di scavare il Contorta - Sant’Angelo o il canale delle Tresse e il Vittorio Emanuele per

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consentire alle grandi navi passeggeri di raggiungere la Marittima nel centro storico evitando così il passaggio per il bacino di San Marco e il canale della Giudecca, non solo per il posizionamento di un eventuale nuovo scalo crocieristico a Punta Sabbioni o a Porto Marghera, ecc.ecc. ma anche per il futuro delle grandi aree della zona industriale in relazione alla realizzazione o meno dell’innovativo progetto onshore - offshore di Paolo Costa o, per Chioggia, i problemi dell’escavo, per la gestione del terminal passeggeri e quello per i ro/ro di Val da Rio per non parlare dell’acquisizione delle aree demaniali da parte della nuova Autorità di Sistema Portuale (AdSP). Ebbene il grande “ortoporto” di Venezia, se immaginato come terra feconda di opportunità che ad oggi ha nutrito gli interessi di alcuni probabilmente a discapito di tanti altri (basterebbe guardare il sailing list degli anni 60/70 rispetto a quello del 2016/17 con agenzie marittime e case di spedizione), se correttamente infrastrutturato e supportato da nuovi stimoli imprenditoriali in una nuova visione sistemica della portualità alto adriatica potrebbe

rappresentare un interessante, competitivo snodo marittimo per l’import/ export via mare da e per il centro/sud Europa ma se ciò non accadesse allora si sarebbe di fronte al “portocidio” frutto questo dell’abbandono di quell’economia marittima che per secoli ha sostenuto non solo Venezia ma gran parte dell’economia del nordest italiano e del Paese tutto. E poiché riteniamo che nessuno voglia il “portocidio” di Venezia, se non ovviamente qualche porto concorrente o qualche esasperato ambientalista, non è più il momento di parlare di un acrobatico futuribile ma di quello di nuove progettualità e di nuovi programmi. Il “popolo del porto”, cioè di quanti ogni giorno ancora rischiano sulla propria pelle aziende e salute, pur guardando con doveroso rispetto a “quell’affollato cimitero” di coloro che, in qualche modo nel bene o nel male, hanno partecipato nei diversi ruoli alla vita del porto, ora vuole fatti e non vaghe risposte al vento come ci ricorda la famosissima canzone di Bob Dylan “the answer, my friends, is blowing in the wind”, vuole amministratori che siano all’altezza dei loro compiti e non frutto


di spartizioni politiche o peggio partitiche, “Uomini” che siano in grado, nella massima trasparenza del loro operato, di ridare all’ortoporto la possibilità di generare ricchezza e di non renderlo quel “pubblico vaso di Pandora” da cui attingere o finalizzare consensi e fondi per altre mete. Ecco allora che per salvare l’ortoporto ed evitare il portocidio alla portualità lagunare s’impone un nuovo assetto, una nuova grande regia fatta di dialogo, di corresponsabilità, di concertazione e condivisione: insomma c’è bisogno di una efficiente e culturalmente adeguata task force che sia in grado di valorizzare, pur nei diversi ruoli, la collaborazione tra il pubblico e il privato ma espressione di una comune volontà e del medesimo impegno per riportare la portualità lagunare tra i grandi “hub” del traffico internazionale aggregando tutti

quegli elementi utili allo sviluppo di una politica di network logisticamente ed economicamente affidabile. Dobbiamo immaginare una sorta di “conferenza di servizi”, un “tavolo di concertazione” che impegni ogni attore delle filiere produttive, logistiche, dei servizi in generale e delle amministrazioni pubbliche competenti a far la sua parte, senza prevaricazioni di sorta: “primus inter pares” dunque fino a poter forgiare una nuova figura rappresentativa in grado di promuovere sui mercati d’interesse la portualità veneta. Basterebbe guardare oltralpe, più in dettaglio, a Londra quando durante l’ultimo International Boat Show dove ha raccolto oltre un milione di sterline che saranno impiegate nella manutenzione di strutture fluviali, a promuovere le vie navigabili del Regno Unito è il vicepresidente dell’Inland waterways Association, l’at-

tore David Suchet, ovunque divenuto famosissimo per aver interpretato la lunga serie di gialli di Agatha Christie nel personaggio del commissario di polizia Hercule Poirot. Su questo esempio ci chiediamo quanto e come in concreto la cosiddetta legge Delrio potrà agevolare la crescita della portualità lagunare oppure se non sia il caso, anche per rispondere al coro di domande che si leveranno dal “popolo del porto” per conoscere le strategie della nuova Autorità di Sistema Portuale, di adottare una premessa che in uno slogan potrebbe essere sintetizzata: “Sì all’Ortoporto, No al Portocidio”, ovviamente tenendo sempre presente da una parte il ritornello di Blowing in the wind e, dall’altra, l’infallibile commissario Poirot! Massimo Bernardo

Livorno, nel 2016 nuovo exploit nel settore container U

n nuovo record nel settore dei container, con il superamento della soglia degli 800 mila Teu, e numeri da capogiro nel campo dei rotabili, delle auto nuove e dei prodotti forestali, dove lo scalo labronico conserva una indiscussa leadership in Italia. L’anno che si concluso lo scorso dicembre porta in dote a Livorno ottime notizie sul fronte dei traffici: con una movimentazione complessiva di 32.815.851 tonnellate (+0,3% sul 2015) e segni più davanti a tutti gli indicatori di traffico (con l’eccezione delle rinfuse), la fotografia scattata dall’Autorità Portuale di Livorno consegna agli annali un porto da primato. Sono stati il commissario Gallanti e il segretario generale, Massimo Provinciali a presentare in una conferenza stampa di fine mandato, le ultime cifre confezionate dal responsabile dell’Ufficio Analisi Economiche e Statistiche, Saverio Failli. È sicuramente nel podio dei traffici più performanti; il business dei contenitori ha fatto registrare un incremento del 2,5% rispetto al 2015 con 800.475 Teu. Si tratta di un nuovo record per un porto che soltanto l’anno precedente aveva superato il risultato storico raggiunto nel 2008, arrivando a movimentare 780.874 Teu. L’obiettivo è stato centrato anche grazie all’elevato volume di traffico in transhipment, che quest’anno è cresciuto del 22,3% sul 2015 ed ha raggiunto il 30% dei volu-

mi movimentati (240.286 Teu contro i 196.474 del 2015). Al netto delle operazioni di trasbordo, infatti, il traffico si è attestato attorno ai 560.189 Teu (24.211 in meno rispetto all’anno precedente con una flessione percentuale del 4,1). Sono diminuiti soprattutto i container vuoti: rispetto ai 151.409 Teu del 2015, quest’anno ne sono stati movimentati 135.611 (-10,4%). “Lascio un porto in ottima salute – ha dichiarato Gallanti, che presto lascerà il timone nelle mani del suo successore, Stefano Corsini – in questi anni abbiamo lavorato sodo per permettere al porto di assorbire l’urto choc della crisi

e riprendere la giusta rotta. Le manovre che ci hanno portato a prendere il largo le conoscete tutti: un nuovo Piano Regolatore con il quale ci siamo presentati a testa alta nelle principali piazze europee; la gara per la realizzazione della Piattaforma Europa, unica vera ancora di salvezza per un porto che vuole rimanere “sulla mappa” e le continue attività di infrastrutturazione dello scalo portuale, specialmente quelle di dragaggio, senza le quali non avremmo potuto mantenere gli attuali rendimenti di traffico e scalare nuove posizioni nel Mediterraneo”. RedMar

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cantieristica / porto&diporto

Il settore crocieristico spinge Fincantieri sui mari del mondo S

tagione importante per la vita di Fincantieri, quella che si è aperta con il nuovo anno: il colosso delle costruzioni navali, uno dei pochi player a livello globale che l’Italia attuale può mettere in campo, sta attraversando una fase di grande rilancio sui mercati internazionali, sia attraverso contratti importanti per nuove costruzioni, sia per la politica di acquisizioni e accordi che lo vedono protagonista su più “tavoli” di gioco. La partita in questo momento più importante e che può segnare una svolta epocale nella storia di Fincantieri è quella che si sta giocando in Francia per l’acquisizione del 66,66% della proprietà dei Cantieri STX France (vale a dire la quota di proprietà del gruppo coreano STX Offshore & Shipbuilding; il 33,34% è nelle mani dello Stato francese), anche essi specializzati nella costruzione di grandi navi da crociera proprio come la società triestina. Non è la sola, alcune trattative in corso, nel momento in cui scriviamo, sono di grandissima rilevanza strategica ed economica, ma andiamo per ordine: nei primi giorni dello scorso gennaio il gruppo triestino comunica di aver ricevuto una lettera da Samil Pricewaterhouse Coopers, advisor di STX Europe, con la quale è stato notificato di essere stato selezionato quale preferred bidder (offerente preferito) nel processo di vendita del 66,66% di STX France SA. Si apre così una partita complessa che vede in campo non solo il tribunale coreano per la vendita della quota di STX ma anche la diplomazia italiana e francese, con questa ultima a fare muro contro l’offensiva dei cantieri italiani e il nostro governo che media per ottenere una equilibrata conduzione della trattativa. Nei giorni scorsi a Parigi l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono e il segretario di Stato francese all’industria Chritophe Sirugue hanno avuto il primo vero incontro dopo l’azione degli sherpa delle scorse settimane. Tra il gruppo italiano e il governo francese il pomo della discordia è la definizione della governance della futura “Airbus dei mari” che nascerà dall’ac-

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quisizione da pare di Fincantieri del 66,6% di Stx France. Tra l’Eliseo e Roma è alta la tensione: gli italiani non ci stanno a recitare un ruolo da gregario. Il gruppo italiano punterebbe non tanto alla maggioranza assoluta, quanto alla gestione dei cantieri francesi, con una quota comunque di peso come la maggioranza relativa. E potrebbe essere proprio questo il punto di caduta della trattativa. Bono cercherà di ottenere la gestione delle infrastrutture, mentre al governo francese serve una soluzione favorevole per evitare che l’argomento diventi scottante con le elezioni presidenziali alle porte. Ma gli ostacoli sono alti, non solo per la resistenza della Francia a cedere un gioiello della produzione nazionale agli italiani, ma anche per il timore dei concorrenti nel ricchissimo settore delle costruzioni di navi da crociere che vedrebbero nascere un polo egemone in Occidente e già proiettato verso accordi strategici in Oriente. Mentre si combatte su questo fronte, come scritto precedentemente, sono tante le altre iniziative dei cantieri italiani nel settore crocieristico e in quello delle costruzioni militari. Marina Militare Italiana Si è svolta a metà di questo febbraio presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia) la cerimonia per il taglio della lamiera che ha dato il via ai lavori del primo Pattugliatore Polivalente d’Altura (PPA). All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il Sottosegretario di Stato alla Difesa On. Domenico Rossi, il Capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio di squadra, Valter Girardelli, il Direttore Generale di Fincantieri, Alberto Maestrini, e il Responsabile della Divisione Navi Militari di Fincantieri, Angelo Fusco. Questo PPA, primo di set-


te unità, sarà consegnato nel 2021 e rientra nel piano di rinnovamento delle linee operative delle unità navali della Marina Militare deciso dal Governo e dal Parlamento e avviato nel maggio 2015. Il programma, complessivamente, prevede la costruzione di nove unità di cui sette PPA, un’unità da trasporto e sbarco (LHD, ovvero Landing Helicopter Dock) e un’unità di supporto logistico (LSS, ovvero Logistic Support Ship). L’esperienza acquisita nei vari progetti passati e la stretta collaborazione tra RINA e la Marina Militare in ambito internazionale per lo sviluppo del Naval Ship Code (norma equivalente alla SOLAS - Safety of Life at Sea, ma applicabile alle navi militari sviluppata dalla International Naval Safety Association di cui fanno parte RINA, MMI e le principali Marine NATO) hanno permesso di affinare le modalità di collaborazione, superando il tradizionale concetto di classe e tenendo in maggiore considerazione le specifiche esigenze tecniche e operative della Marina. Il pattugliatore polivalente d’altura rappresenta una tipologia di nave altamente flessibile con capacità di assolvere a molteplici compiti che vanno dal pattugliamento con capacità di soccorso in mare, alle operazioni di Protezione Civile, nonché, nella sua versione più equipaggiata, da nave combattente di prima linea. Sono infatti previste differenti configurazioni di sistema di combattimento: a partire da una “leggera”, relativa al compito di pattugliamento, integrata di capacità di autodifesa, fino ad una “completa”, equipaggiata con il massimo della capacità di difesa. Inoltre l’unità è in grado di impiegare imbarcazioni veloci tipo RHIB (Rigid Hull Inflatable Boat) sino a una lunghezza di oltre 11 metri tramite gru laterali o una rampa di alaggio situata all’estrema poppa. Fincantieri in Qatar Fincantieri e il Ministero della Difesa del Qatar hanno firmato un contratto per la realizzazione di sette unità di nuova generazione inserite nel programma di acquisizione navale nazionale. La firma è avvenuta tra il comandante delle Forze Navali dell’Emirato del Qatar, Staff Major General Mohammed Nasser Al Mohannadi, e l’Amministratore

delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono alla presenza dei Ministri della Difesa dei due Paesi, Khalid bin Mohammed Al Attiyah e Roberta Pinotti. Il contratto, che per Fincantieri vale quasi 4 miliardi di euro, prevede la fornitura di sette navi di superficie, di cui quattro corvette della lunghezza di oltre 100 metri, una nave anfibia (LPD - Landing Platform Dock) e due pattugliatori (OPV - Offshore Patrol Vessel) e dei servizi di supporto (assistenza e formazione personale) in Qatar per ulteriori 15 anni dopo la consegna delle unità. Tutte le unità verranno interamente costruite nei cantieri italiani del Gruppo a partire dal 2018, assicurando 6 anni di lavoro e una ricaduta importante sulle principali società della difesa italiane. Fincantieri ha prevalso su altri costruttori di navi militari grazie ad un progetto ritenuto in assoluto il più avanzato e innovativo. Tale risultato è stato raggiunto anche grazie all’esperienza maturata da Fincantieri nella costruzione di navi hi-tech per alcune fra le più prestigiose Marine estere. L’Amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono ha dichiarato al riguardo: “Per Fincantieri questo è un giorno da ricordare, perché vincere la concorrenza mondiale per un programma di tale portata era tutt’altro che semplice. Abbiamo realizzato un’impresa eccezionale, che consente alla società di acquisire anche nel settore militare, così come in quello delle crociere e dell’offshore, una leadership mondiale. Con questo contratto Fincantieri realizza una vera partnership con le Forze Navali dell’Emirato del Qatar, che si pongono così tecnologicamente all’avanguardia. L’incremento del backlog assicurerà lavoro per almeno una decina d’anni, garantendo continuità delle attività nei cantieri e creando così le condizioni per concorrere alla crescita del Paese e aumentare il valore per gli azionisti - Bono ha poi concluso - Abbiamo raggiunto questo traguardo con il concorso di un “sistema Italia” finalmente all’altezza delle ambizioni delle grandi aziende nazionali e grazie al ruolo fondamentale svolto in questa operazione dal nostro Governo e dalla nostra Marina Militare, che ci hanno supportato attivamente fino al raggiungimento dell’accordo definitivo”. Il programma della marina australiana Fincantieri ha firmato un contratto con il governo australiano per partecipare al processo di selezione condotto dal Dipartimento della Difesa, che prevede la costruzione di 9 fregate di futura generazione - da realizzare ad Adelaide, nel sud dell’Australia - per la Royal Australian Navy (RAN) nel quadro del programma SEA 5000.

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Fincantieri è uno dei tre costruttori che sono stati preselezionati dal Capability Acquisition and Sustainment Group (CASG), l’ente del Dipartimento della Difesa australiano, per prendere parte ora al processo di valutazione e selezione, che durerà circa un anno e che porterà all’aggiudicazione della commessa. Accordi simili sono stati firmati dagli australiani anche con Navantia e BAE Systems, gli altri due gruppi rimasti in gara. Fincantieri parteciperà alla gara forte del modello delle proprie fregate FREMM (versione Antisommergibile ASW), che sono attualmente in servizio per la Marina Militare Italiana: una di queste, la fregata “Carabiniere” ha raggiunto l’Australia in questi giorni di febbraio per essere valutata direttamente in mare dalle autorità preposte australiane. La dirigenza italiana si dice fortemente impegnata per questo programma, uno dei più importanti al mondo nel settore delle navi militari di superficie: è il primo contratto firmato da Fincantieri con il Dipartimento della Difesa australiano che permette, attraverso il processo di valutazione che ora si apre, di proporre il meglio della progettazione e costruzione navalmeccanica italiana. Attualmente sono 10 le navi della Classe FREMM - quattro con la configurazione ASW Antisommergibile (sonar a profondità variabile) e sei con configurazione GP General Purpose (risposta rapida RHIB rampa a poppa). Le navi utilizzano propulsione elettrica per le operazioni ASW a bassa velocità e una turbina a gas per quelle ad

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alta velocità (durante le quali i motori elettrici diventano alternatori). L’hangar principale può ospitare un elicottero EH-101 oppure un elicottero NH-90. L’hangar secondario può ospitare un elicottero NH-90. Gli studi iniziali tra l’altro hanno dimostrato che i radar CEA possono essere facilmente adattati con poche modifiche dell’albero principale. Acquisizione dei Cantieri Vard Fincantieri ha annunciato che la propria controllata Fincantieri Oil & Gas S.p.A. ha lanciato a Singapore un’offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria condizionata finalizzata all’acquisto di azioni ordinarie di Vard Holdings Limited (“Vard”) non già detenute direttamente o indirettamente. Vard, società di diritto singaporese quotata alla Borsa di Singapore, è uno dei maggiori costruttori globali di imbarcazioni offshore e navi specializzate, con circa 9.000 dipendenti e nove cantieri in Norvegia, Romania, Brasile e Vietnam e da poco attivo anche nel settore crocieristico. L’Offerta sarà finanziata tramite risorse finanziarie disponibili. Fincantieri O&G detiene, ad oggi, n. 656.471.268 azioni di Vard, pari al 55,63% circa del capitale sociale della stessa, a seguito dell’acquisizione del pacchetto di maggioranza il 23 gennaio 2013 e della conseguente offerta pubblica di acquisto obbligatoria. Vard è consolidata integralmente nei bilanci del Gruppo Fincantieri dalla data di acquisizione. L’Offerta è finalizzata al delisting di Vard dalla Borsa di Singapore ed è, pertanto, condizionata al raggiungimento da parte di Fincantieri O&G di una partecipazione

superiore al 90% del capitale sociale di Vard. Al raggiungimento di tale soglia la Borsa di Singapore potrà sospendere la negoziazione delle azioni Vard alla chiusura dell’Offerta. Durante lo scorso gennaio il gruppo ha comunicato che la soglia minima di adesione dell’Offerta è stata ridotta ad una partecipazione superiore al 50% del capitale sociale di Vard. Poiché Fincantieri O&G detiene già il 55,63% circa del capitale sociale di Vard, tale soglia di adesione ridotta risulta raggiunta e l’Offerta, non essendo soggetta ad altre condizioni, è stata dichiarata incondizionata in tutti gli aspetti. Contratti Virgin Voyages I contratti tra Fincantieri e Virgin Voyages, brand del Gruppo Virgin e nuovo operatore del comparto crocieristico, per la costruzione di tre navi da crociera del valore complessivo di circa 2 miliardi di euro, sono stati finalizzati e diventano esecutivi. Le navi saranno costruite presso il cantiere di Sestri Ponente (Genova), e le consegne sono previste rispettivamente nel 2020, 2021 e nel 2022. Le nuove unità avranno circa 110.000 tonnellate di stazza lorda, una lunghezza di 278 metri, una larghezza di 38, e saranno dotate di oltre 1.400 cabine in grado di ospitare a bordo più di 2.800 passeggeri, assistiti da un equipaggio di oltre 1.100 persone per garantire lo stile distintivo di Virgin. Queste navi si caratterizzeranno per il design originale e un’elevata complessità, nonché per una gamma di idee e soluzioni di progettazione altamente innovative, in particolar modo in relazione al recupe-


ro energetico e al limitato impatto ambientale. Le unità saranno infatti dotate di un sistema di produzione dell’energia elettrica da circa 1 MW che utilizza il calore di scarto dei motori diesel. Il risultato è quindi un progetto in grado di distinguere Virgin Voyages nel panorama crocieristico mondiale. Una nuova classe per NCL Fincantieri ha ricevuto dal gruppo Norwegian Cruise Line Holdings Ltd. un ordine per la realizzazione di 4 navi da crociera di nuova concezione, con l’opzione per ulteriori 2 unità, destinate al brand Norwegian Cruise Line (NCL). Le unità hanno un valore di circa 800 milioni di euro ciascuna e saranno consegnate a un anno l’una dall’altra a partire dal 2022 fino al 2025, e in caso di esercizio dell’opzione fino al 2027. Determinante per il buon fine della commessa e per la scelta da parte dell’armatore è stato l’apporto di Cdp e di Sace, insieme a quello degli altri soggetti dell’export credit, che ha permesso a Fincantieri di proporre un pacchetto tecnico-commerciale e finanziario attraente, peraltro soggetto ad alcune condizioni. Con circa 140.000 tonnellate di stazza lorda, quasi 300 metri di lunghezza e una capacità di ospitare 3.300 passeggeri, queste unità costituiranno la spina dorsale della flotta del futuro di NCL.

L’ordine si basa su un progetto prototipale sviluppato da Fincantieri che valorizza le caratteristiche consolidate di libertà e flessibilità di NCL con una configurazione di prodotto innovativa, in grado di arricchire ulteriormente l’esperienza offerta ai passeggeri. Inoltre, particolare attenzione è stata posta all’efficienza energetica, con il duplice obiettivo di contenere i consumi in esercizio e minimizzare l’impatto ambientale, in linea con le più recenti normative in materia. “Questa nuova classe di navi confermerà la tradizione di introdurre innovazioni significative nell’industria crocieristica propria del brand Norwegian Cruise Line - ha dichiarato Frank Del Rio, Presidente e CEO di Norwegian Cruise Line Holdings - Questo ordine rimarca il nostro programma per le nuove costruzioni, aumenta e rafforza il nostro profilo di crescita, già significativo e prospetta un ritorno nel lungo periodo per i nostri azionisti”. Commentando l’annuncio l’Amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, ha dichiarato: “Questo risultato eccezionale ci permette di annoverare un nuovo prestigioso brand nel nostro portafoglio clienti, a conferma della capacità di Fincantieri di sviluppare in modo flessibile soluzioni all’avanguardia al servizio di ogni segmento ed

esigenza della crocieristica moderna. Siamo molto orgogliosi del progetto per queste navi: lo abbiamo messo a punto al nostro interno e presentato all’armatore, che lo ha apprezzato al punto tale da ordinarne una classe intera”. Bono poi ha concluso: “Al raggiungimento di questo obiettivo hanno contribuito in maniera determinante diversi attori della filiera dell’export, ai quali va il nostro riconoscimento. A questi fattori, tutti fondamentali, ovviamente va aggiunto il valore di un ordine di tale portata, del quale il Gruppo beneficerà in termini economici e di carico di lavoro, prolungando ulteriormente l’orizzonte occupazionale dei nostri cantieri, che non è comparabile con nessun altro settore industriale”. Norwegian Cruise Line Holdings è fra i primi gruppi crocieristici al mondo. Ne fanno parte, oltre a NCL, i brand Regent Seven Seas Cruises, per il quale Fincantieri ha consegnato a Sestri Ponente (Genova) l’unità extralusso “Seven Seas Explorer” nel 2016 e sta ora realizzando un’unità gemella con consegna prevista nel 2020 ad Ancona, e Oceania Cruises, per cui il gruppo ha costruito “Marina” e “Riviera” rispettivamente nel 2011 e nel 2012 presso il cantiere di Sestri. Cosimo Brudetti

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logistica / porto&diporto

A

Alis: il mare bonus best practice italiana

l recente convegno “The Transport Sector: Opportunities for 2017” ha fatto il suo debutto anche al Parlamento europeo. Tappa prestigiosa di un tour di presentazioni nazionali e internazionali che proseguirà nei principali appuntamenti fieristici di settore. L’obiettivo è illustrare la logica innovativa di Alis – Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile, compagine nata lo scorso 17 ottobre come punto di riferimento per tutti gli operatori della catena logistica. “Un’iniziativa che si differenzia dal panorama associazionistico tradizionale – spiega il suo presidente Guido Grimaldi, Corporate Short Sea Commercial Director dell’omonimo gruppo armatoriale – puntando sulla creazione di un vero e proprio network capace di valorizzare al massimo le potenzialità sociali ed economiche dei sistemi intermodali di trasporto”. Qual è la principale novità di Alis? Il presupposto da cui siamo partiti è: “ragionare in un’ottica di sistema”. Proprio per questo non è stato scelto un approccio settoriale. Alis annovera compagnie armatoriali, aziende di autotrasporto, società ferroviarie ma anche spedizionieri, agenti marittimi e terminalisti. Miriamo, infatti, alla creazione di una rete completa di servizi logistici con protagonisti gli operatori che, anche in maniera parziale, già sono orientati all’intermodalità. Per promuoverla al meglio, sia a livello nazionale sia internazionale, sono stati individuati quattro direttrici macroeconomiche: l’internazionalizzazione delle imprese, il rilancio del mezzogiorno, la continuità territoriale con le isole, l’abbattimento dei livello di C02. Partiamo dal primo punto, come promuovere l’internazionalizzazione delle imprese? Innanzitutto rimuovendo il “dato geografico”. È ovvio che la prossimità con i mercati di Francia, Svizzera o Germania abbia favorito in un certo modo gli operatori del Nord Italia. Gli alti costi dei trasporti, da questo punto di vista, hanno penalizzato a lungo le imprese del Meridione e, in particolare, Sicilia e Sardegna, mettendole ai margini del commercio internazionale. Negli ultimi dieci anni, però, c’è stata

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Guido Grimaldi un’inversione di tendenza, alimentata dallo sviluppo delle “autostrade del mare”. La Sicilia ormai è al centro di collegamenti con Maghreb, Tunisia, Libia, Egitto, Montenegro, Malta e Grecia mentre la Sardegna, grazie ai traffici attivati con i porti di Barcellona e Valencia, si è affrancata rispetto alle rotte che la collegavano solo con l’Italia. Si tratta di un fenomeno positivo. Sostenuto con servizi affidabili, veloci e giornalieri permetterà soprattutto di abbattere resistenze mentali consolidate, facendo percepire più alla portata mercati considerati lontani. Obiettivo che si collega anche con la continuità territoriale. Attraverso la forza dei nostri associati, sia nel settore armatoriale sia in quello dell’autotrasporto, vogliamo sviluppare collegamenti con le isole sempre più competitivi. Già oggi garantiamo 2000 collegamenti marittimi settimanali. Uno sforzo enorme se si considera la distorsione della concorrenza che deriva dagli aiuti di Stato. Stiamo lavorando per rotte attive tutto l’anno verso le isole e i risultati positivi ci confortano. Si vuole sfatare il luogo comune del privato come incapace di assicurare un servizio essenziale al pubblico come la continuità territoriale. Noi lo facciamo con unità moderne, sicure e poco inquinati. Una differenza qualitativa notevole rispetto a realtà che possono contare su contributi per 70 milioni di euro. Come rilanciare la logistica nel

Sud Italia? Costi sostenibili e competitivi per la logistica sono la base per ridurre il gap con il Nord Italia. Abbattere il costo marginale del prodotto è il primo passo per favorire sia le aziende che producono sia gli utenti finali. Certo, esistono problemi infrastrutturali da superare. A fronte di esperienze portuali positive come quelle che ci vedono direttamente protagonisti a Salerno e Catania c’è da registrare uno scarso dialogo tra scali marittimi e interporti. Tra le priorità di Alis c’è anche l’avvio di una interlocuzione con queste realtà. L’ingresso degli interporti nell’associazione completerebbe con l’ultimo tassello il nostro approccio di sistema alla filiera logistica. Altra questione da affrontare è l’eccessiva tendenza delle aziende ad affidarsi al tutto strada. In che modo? Far capire che lavorare in una logica di trazione a monte e a valle è più conveniente. Un sistema in cui si fa trazione in Sud Italia, di trasferire il carico su nave o ferrovia e poi si chiude il ciclo con una trazione in Nord Italia conviene a tutti. Migliorerebbe la qualità della vita degli autisti, renderebbe le strade più sicure e meno inquinate. Purtroppo c’è reticenza nello sfruttare l’intermodalità anche per gli stretti tempi di transito spesso imposti dalla committenza. Un modus operandi duraturo che va messo in discussione sia offrendo servizi sempre più economici, affidabili e sostenibili sia attraverso un’opera di sensibilizzazione. È per questo che Alis organizzerà una serie di corsi di formazione sul tema, colmando un gap che in Italia ci vede in ritardo rispetto ad esperienze come la Eschola Europea di Shortsea Shipping di Barcellona. Entro pochi mesi, su base regionale, per coprire la maggior parte di territorio nazionale, partiranno una serie di iniziative rivolte non solo agli autisti ma anche ai manager e agli operativi delle aziende. Un progetto ambizioso, sarà anche vincente?


Credo proprio di si. Già molte imprese stanno beneficiando dei vantaggi di questa modalità di trasporto. Non è un caso che le aziende più solide dal punto di vista finanziario siano quelle che hanno già imboccato la strada della intermodalità sostenibile. Si tratta di una piccola rivoluzione in cui l’elemento sociale non è più visto come un costo ma come una opportunità. Si pensi all’attenzione che tutti i grandi committenti hanno per le emissioni di C02: oggi grazie ad un accordo con il Rina gli associati Alis possono certificare abbattimenti fino al 50% rispetto al tutto strada. Una nuova consapevolezza che registriamo anche nei numeri: a poco più di quattro mesi dall’atto di nascita cresciamo ad un ritmo mensile di 100 associati. Perché l’accordo con il Centro Servizi Mare a Bruxelles? È stata un’occasione che abbiamo colto al volo aprendo senza esitazioni un nostro ufficio presso la loro struttura. Si tratta di un’iniziativa importante che

offrirà agli operatori italiani la possibilità concreta di affacciarsi sul panorama europeo. Uno dei limiti che sconta il nostro sistema è la scarsa propensione a confrontarsi con le istituzioni comunitarie, a cogliere le opportunità, anche in termini di aiuti finanziari, previste per lo sviluppo dell’intermodalità. Punterete ad un’estensione del Mare bonus? La conferma dell’iniziativa per il triennio 2017-19 è stato il frutto di un ottimo lavoro da parte del ministero. Mi auguro che il meccanismo, riconosciuto come una best practice italiana, possa diventare strutturale dando la possibilità alle aziende di “intermodalizzarsi”. In una prospettiva più ampia Alis è interessata con i suoi associati affinché questo tipo di incentivi possa favorire lo sviluppo di servizi nel quadrante strategico costituito da Germania, Russia, Finlandia, Svezia e Danimarca. Si pensi, ad esempio, alle linee già attive dai porti di Rostock e Lubecca verso la Finlandia. Potrebbero costituire una valida alter-

nativa alle modalità tradizionali che per buona parte si svolgono su strada. Quali iniziative prevede a breve per Alis? Intanto qualche numero per dare l’idea della nostra sfida. Ad oggi possiamo contare su 400 aziende, 112mila unità di forza lavoro, 65mila mezzi, oltre 2000 collegamenti a settimana per le isole, più di 100 “autostrade del mare” su tutto il Mediterraneo, oltre 30 le sedi infopoint regionali. Inoltre, abbiamo istituito una società di servizi che sta stipulando accordi con consorzi italiani e internazionali a favore dei nostri associati e di quelle imprese mediopiccole che rappresentano la spina dorsale della nostra economia. Tra questi quello con Q8 per carte carburanti che presenteremo al prossimo Traspotec di Verona. Continueremo nell’opera di presentazione dei nostri servizi nelle principali fiere di settore e in un appuntamento ad hoc che organizzeremo a Napoli entro il prossimo giugno. Giovanni Grande

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infrastrutture / porto&diporto

AdSP, in crescita i porti di Napoli e Salerno

L’

Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale si presenta all’appuntamento recente della sua costituzione con volumi di traffico in incremento. I porti di Napoli e Salerno registrano, nella loro somma, nel 2016 un aumento pari al 9,3% rispetto al 2015 nel settore del traffico container, passando da 797.608 teu movimentati nel 2015 a 872.053 del 2016. Nel settore delle crociere il traffico consolidato di Napoli e Salerno passa da 1.459.116 croceristi nel 2015 a 1.417.546 nel 2016 (-2,8%). Il traffico passeggeri da 6.689.108 a 7.001.905, (+4,7%). Il 2016 è stato un anno più che positivo per lo scalo partenopeo. Tutti i segmenti di traffico del porto di Napoli registrano risultati in incremento: dal traffico crocieristico, alle merci varie, ai contenitori. Il settore delle crociere registra il massimo storico, con 1 milione e 300 mila croceristi (+ 2,9% rispetto al 2015), mentre i passeggeri per i collegamenti con le isole sono stati 6.562.325 (+3,8% rispetto al 2015). Il totale delle merci movimentate nello scalo nel 2016 è stato di 22.396.568 tonnellate, + 6,7% rispetto al 2015. Di queste, le rinfuse liquide sono state 5.224.316 tonnellate (+ 8,7% rispetto al

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Pietro Spirito 2015), le rinfuse solide 6.103,835 tonnellate (+1,9% rispetto al 2015), le merci varie 11.068,417 tonnellate (+ 8,5% rispetto al 2015). Il settore del traffico contenitori registra l’incremento più elevato, con 483.481 contenitori in teu movimentati, il 10,3% in più rispetto al 2015. Il porto di Salerno mantiene nel 2016 il trend di crescita nel settore del traffico commerciale con 13 milioni di merci movimentate nello scalo (+1,6% rispetto al 2015). Nel settore container, in

particolare, si registra un incremento del + 8%, pari a 388.572 teu movimentati nel 2016. Il traffico degli autoveicoli è stabile, con una crescita dello 0,6%. In calo il traffico croceristico con un decremento del -41,2% rispetto al 2015, passando da 189.545 croceristi a 111.395 nel 2016. I passeggeri, invece, sono stati 439.580, + 20,5% rispetto al 2015 (364.916). “I dati configurano una situazione di inversione di tendenza positiva nello scalo partenopeo e una costante crescita dello scalo salernitano - ha commentato il Presidente Pietro Spirito - Questo andamento induce a ritenere ancor più necessari interventi di potenziamento e ammodernamento delle infrastrutture e dei servizi. Il Piano Operativo al quale stiamo lavorando punta, partendo dai risultati raggiunti, a definire le linee di sviluppo in un’ottica di integrazione tra Interporti e sistema campano della portualità. Stiamo definendo un piano che superi l’ambito strettamente portuale per creare, così come richiesto dal Piano Nazionale della Logistica, un sistema campano competitivo nel Mediterraneo. L’integrazione tra traffici marittimi e terrestri costituisce la sfida logistica dei prossimi anni”. RedMar


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Trieste si conferma primo porto d’Italia

n porto che cresce, con un trend complessivo che sfiora il 4%. E’ questo quanto emerge guardando i dati statistici annuali dello scalo giuliano, che si conferma primo porto d’Italia anche nel 2016. Complessivamente, il traffico delle merci movimentate nell’anno appena terminato è stato pari a 59.237.293 tonnellate, con una variazione positiva del 3,68%. Da quest’anno inoltre il primato raddoppia, con un nuovo “dato storico” come lo ha definito il presidente dell’AdSP, Zeno D’Agostino: con 7631 treni movimentati e un aumento del 27,61% sul 2015, Trieste è diventato il primo porto ferroviario del nostro Paese, non solo per numero di treni, ma anche per destinazione su scala estera. “Siamo l’unico porto italiano con treni diretti e frequenti su percorrenza internazionale (Austria, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Rep. Ceca, Slovacchia) e il nuovo collegamento verso Kiel, conferma questa tendenza”. Quest’ultimo servizio è il primo treno che unisce i mari Adriatico e Baltico. La cerimonia di inaugurazione ufficiale del nuovo servizio intermodale a lunga percorrenza dallo scalo giuliano sulla direttrice Kiel-Göteborg, in arrivo e partenza via mare dalla Turchia e dalla Grecia, si è tenuta proprio nei giorni scorsi presso il terminal EMT del Molo VI. Il servizio promosso da EKOL, operatore logistico turco che ha acquisito di recente la partecipazione di maggioranza del terminal EMT, è stato avviato con successo e rappresenta il primo collegamento operativo lungo il corridoio TEN-T Adriatico-Baltico. Analizzando nel dettaglio le diverse categorie, emerge una crescita per tutte le merceologie. Le rinfuse liquide sono aumentate del

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D’Agostino: ottimi risultati nel 2016, diversificazione e intermodalità rimangono gli obiettivi

Zeno D’Agostino 3,56% rispetto al 2015, con 42.756.341 tonnellate. Ottimo dato con variazione positiva a due cifre, +22,45%, per le rinfuse solide con 1.967.984 tonnellate. Anche le merci varie (RO-RO e container) crescono dell’1,92%, attestandosi a 14.512.968 tonnellate. Andando a guardare i traffici legati alle “Autostrade del mare” si registra una sostanziale stabilità del settore: 302.366 mezzi transitati nel 2016, con un + 0,29% rispetto all’anno precedente. Per il settore container si rileva una flessione del 2,94% con 486.507 TEU, a cui fa da contraltare un aumento del 6,49% dei “contenitori pieni”, vera garanzia della stabilità dei traffici, con 437.129 TEU. Già nel mese di dicem-

bre 2016 si registra però un’ inversione di tendenza rispetto al 2015: 38.984 TEU movimentati, con una variazione positiva pari a +1,87%, e un +20,42% dei TEU pieni. Inoltre, sommando la movimentazione dei container con i semirimorchi e le casse mobili (espressi in TEU equivalenti) lavorati complessivamente nel corso dell’anno, si arriva anche nel 2016 a superare il milione di TEU movimentati: 1.157.805. “Solo con tale ragionamento - continua D’Agostino - possiamo vedere chiaramente il rilievo e l’importanza che il general cargo ha per il porto di Trieste. Concentrarsi sulla lettura di dati quali i TEU pieni e i TEU equivalenti, è un modo per capire da vicino le strategie che stiamo portando avanti nel nostro porto, che ha sempre di più un ruolo di gateway continentale marittimo e soprattutto intermodale”. “Da questi numeri – commenta infine il presidente – emerge chiaramente che, oltre ad essere il principale terminale energetico del Mediterraneo, siamo anche uno dei cardini del sistema europeo di trasporto intermodale. Diversificazione dei traffici e implementazione dei collegamenti ferroviari sono i nostri obiettivi. I progetti di sviluppo dello scalo devono guardare a terra, al sistema logistico - retroportuale e ferroviario collegato. Questi sono gli elementi che stanno rendendo il nostro porto più efficiente, aumentandone visibilmente la performance”. Sandro Minardo


infrastrutture / porto&diporto

Trieste Marine Terminal pronto per le megacontainer T

rieste Marine Terminal chiude il 2016 con 449.481 teu (+ 1,26% rispetto al 2015) e 291.386 container (+ 4,7%) movimentati. Anno record, quello appena trascorso, per i servizi ferroviari, cresciuti in totale del 26,5% per quanto relativo ai volumi trasportati. Dopo alcuni anni nei quali il flusso di merci in export è stato leggermente superiore all’import, i dati del 2016 hanno mostrato un forte incremento proprio del traffico in import, che supera le esportazioni. Il traffico di container pieni, inoltre, è cresciuto in totale dell’8,9% nel corso dell’anno. Il Molo VII (terminal container dello scalo) sta seguendo il trend dell’intero Porto di Trieste, che nel 2016 è stato il primo in Italia per numero di treni operati. Per quanto relativo a TMT, particolarmente evidente è stata la crescita nei servizi ferroviari dedicati all’Europa centrale e orientale. I volumi sui treni per Austria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania e Ungheria sono aumentati complessivamente del 60%. I treni per Budapest e per Monaco sono ormai 4 a settimana con una tendenza che potrebbe portare ad ulteriori aumenti nel corso del 2017. Due, invece, i treni settimanali per Salisburgo, collegamento diretto fra il Porto di Trieste e lo snodo austriaco, mercato che, con un +8%, ha registrato una buona performance rispetto al 2015 anche grazie a questo servizio. Importante, nel corso

dell’anno appena conclusosi, anche la nuova destinazione (Ostrava) verso la Repubblica Ceca, che può contare attualmente su 2 coppie di treni alla settimana. Il progetto, sviluppato da MSC (Mediterranean Shipping Company) con Metrans, operatore ferroviario di riferimento per l’Est europeo, era partito nei mesi precedenti dalla destinazione di Dunajska Streda (attualmente collegata con 3 treni settimanali), nella Repubblica Slovacca. Durante l’anno scorso, infine, l’im-

portante piano di investimenti di TMT è proseguito con la consegna della prima gru STS dopo l’upgrade (la capacità è ora a 21 file di container su 8 tiri dal ponte) e l’inizio del revamping per la seconda gru, che sarà consegnata nel mese di marzo 2017. Con questi investimenti, il Porto di Trieste è pronto ad operare le navi di nuova generazione fino a 16.000 teus, unico terminal dell’Adriatico in grado di gestire questa tipologia di navi. Carolina Sinnopoli

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infrastrutture / porto&diporto

Venezia, la progettazione definitiva del porto offshore I

l Comune di Venezia ha road”, che prevede lo svilupospitato nei giorni socrsi, po e l’implementazione di una a Ca’ Farsetti, l’incontro nuova via della seta, che miper la firma del contratto di gliori la rete dei collegamenti progettazione definitiva del commerciali mondiali e che, sistema portuale offshore per ragioni anche storiche, onshore di Venezia, che comnon poteva non includere prende la realizzazione di una Venezia. piattaforma d’altura a 8 miglia Al bando di gara internazioda Malamocco e di terminal nale lanciato lo scorso aprile container in area Montesyndial 2016 avevano preso parte le a Porto Marghera. L’atto è migliori società di ingegnestato sottoscritto, alla presenria mondiale provenienti, olza del sindaco di Venezia, tre che dall’Italia, anche da Luigi Brugnaro, dal presidenFrancia, Spagna, Olanda, te dell’Autorità portuale di Belgio, Gran Bretagna, Cina Venezia, Paolo Costa, e dal e Stati Uniti. “general manager” dell’OverSolo il raggruppamento seas Marketing Development Da sx Paolo Costa, Luigi Brugnaro e Song Debin di imprese italo-cinese 4C3, for Europe and Middle East di costituito dalle società 3Ti CCCG, Song Debin, in rappresentanza ficile accessibilità nautica, e l’abbiamo Progetti Italia ed E-Ambiente, guidadel raggruppamento di imprese italo-citrasformato in un’occasione - ha comto dal 5° General contractor mondiale nese 4C3 che si è aggiudicato l’appalto mentato poi il presidente Costa - punChina Communication Constructions da 4 milioni di euro. tando su un nuovo modo di fare porto. Company Group (CCCG) ha superato “Con questo progetto dell’AutoriCon questo progetto facciamo un regala stringente soglia di sbarramento pretà Portuale – ha dichiarato il sindaco, lo a Venezia, perché la sua economia vista dal bando e finalizzata ad ottenere dopo aver ringraziato gli investitori a potrà ancora contare sulla portualità, un elevato standard di progettazione. nome della Città – si dà continuità ad affiancando e riequilibrando il settore Il Consorzio 4C3 si impegna ora a una visione. La Città nel suo complesturistico, ma d’altra parte, consentiamo sviluppare la progettazione definiso dimostra infatti di essere coerente a Venezia di fare un regalo all’Italia e tiva della diga e del molo container ed è questo che l’industriale vuole senall’Europa, perché il sistema offshore del Terminal d’altura, da collegare al tirsi dire quando si ragiona sul lungo - onshore sarà in grado di inserirsi nel Terminal a terra a Marghera in area periodo. Per rilanciare l’area di Porto sistema navale e logistico del traffico Montesyndial con l’innovativo sistema Marghera abbiamo sempre detto che merci globale. Entro sei mesi la progetdi trasporto nautico delle Mama Vessel, vogliamo puntare sulla manifattura, tazione definitiva sarà realizzata e prenonché di eseguire le attività di monitosulla logistica e sulla portualità. Passo sentata al Governo, per poter decidere dopo passo lo stiamo facendo”. definitivamente sull’opera”. raggio e indagini ambientali per la du“Quando si realizza un progetto – ha Song Debin ha infine inquadrato il rata di 180 giorni. continuato il primo cittadino – si penprogetto di Venezia nella più ampia posa solamente all’aspetto edilizio, ma litica proposta dalla Cina “One belt one Sandro Minardo non è mai solo così. Un buon progetto è sempre accompagnato da un piano industriale, con un budget preciso, e da relazioni. Noi siamo particolarmente contenti che ad aggiudicarsi la progettazione definitiva del porto offshore sia stato il consorzio 4C3, perché la China Communications che lo guida si relazionerà ai massimi livelli mondiali e certificherà quanto stiamo facendo. Nell’era della globalizzazione era necessario un nostro efficientamento, per entrare nella rete dei porti mondiali e ricominciare a ragionare in termini di libero mercato. E’ così che creiamo lavoro per i nostri ragazzi e diamo un futuro alla città e ai suoi cittadini”. “Avevamo un problema, ossia la dif-

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propeller / porto&diporto


infrastrutture / porto&diporto

La sicurezza del traforo del Monte Bianco

RINA certifica il sistema di supervisione degli impianti di sicurezza del Tunnel del Monte Bianco

D

a questo inverno il Traforo del Monte Bianco dispone di un nuovo e innovativo sistema di supervisione degli impianti di sicurezza. Si chiama LOGOS (acronimo di Localizzare, Organizzare e Gestire le Operazioni di Sicurezza). E’ stato realizzato dall’azienda italiana Giordano & C. S.p.A (di Boves, in provincia di Cuneo) su mandato del GEIE-TMB, ed è stato certificato da RINA Services S.p.A. L’impianto, che rappresenta attualmente uno dei più sofisticati apparati di controllo esistenti in un tunnel stradale (in questo caso lungo 11,6 km), consente di sorvegliare e comandare a distanza, in automatico e in manuale, le apparecchiature e i sistemi all’interno del traforo, nei canali di ventilazione, nei locali tecnici, sui piazzali o sulle rampe di accesso al traforo. Questo strumento tecnologicamente all’avanguardia analizza in permanenza 36.000 dati legati alla sicurezza, registrati 24h/24 dalle 157 telecamere e dai 4.000 sensori distribuiti lungo tutto il traforo. Rileva, analizza e segnala qualsiasi situazione anomala, quale l’arresto di un’automobile all’interno della galleria. Permette di far interagire fra loro 11.000 impianti del traforo e propone agli operatori della postazione di controllo e comando di attivare rapidamente le misure più opportune in

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ogni circostanza: chiusura della galleria, attivazione dell’impianto di ventilazione, abbassamento delle barriere, allertamento delle squadre di soccorso. LOGOS automatizza anche altre operazioni, quali le chiamate radio o l’invio di messaggi e possiede una moderna interfaccia, consentendo agli operatori di concentrarsi maggiormente sulle operazioni di sicurezza. Per la messa in servizio di questo nuovo dispositivo, per il quale SITMB e ATMB hanno investito 4 milioni di euro, sono stati eseguiti circa un milione di test, 12.000 dei quali svoltisi in condizioni reali, nel corso di 25 notti di chiusura del traforo. Le funzioni del software LOGOS sono state realizzate in modo da raggiungere il livello di integrità di sicurezza Sil2 (Safety Integrity Level) fissato dalla norma CEI 61508 e secondo la quale è stato certificato. Da oltre un decennio sono disponibili specifiche normative internazionali come la CEI EN 61508 che, basate sul “Ciclo di vita della sicurezza”, individuano in modo preciso i criteri e i metodi per assegnare e verificare il livello di affidabilità (SIL) dei sistemi. Lo Standard Internazionale CEI EN 61508 norma i criteri di progettazione e gestione degli impianti elettrici, elettronici ed elettronici programmabili nei diversi settori industriali in cui possono

presentarsi rischi per le persone, l’ambiente o in termini di perdita economica. Al momento LOGOS è l’unico software al mondo destinato a tunnel stradali a soddisfare tali requisiti di sicurezza. Quattro anni di lavoro di un team specializzato hanno consentito di sviluppare un software altamente evoluto e fortemente personalizzato per la complessa e delicata gestione della sicurezza e dei servizi del traforo. E’ stato Michele Francioni, CEO di RINA Services, a consegnare il certificato alla direzione del GEIE-TMB, e a Roberto Giordano, presidente e amministratore delegato della Giordano & C. SpA, nell’ambito di una cerimonia ufficiale proprio presso il Traforo del Monte Bianco. “Migliorando la prestazione del sistema di supervisione, si migliora ulteriormente la reattività degli operatori. Questo nuovo strumento è il frutto di una performance umana e tecnica: per la realizzazione di questo progetto sono state coinvolte 20 persone” – spiega Cédric Petitcolin, capo progetto in seno al dipartimento tecnico e informatico del GEIE-TMB. “Ci auguriamo che questa realizzazione, che ha rappresentato per noi un grosso investimento come crescita tecnica, possa costituire un punto di partenza in un settore di attività oggi molto


promettente” ha commentato Roberto Giordano. “Una grande opera come quella del tunnel del Traforo del Monte Bianco deve rispondere ai più alti standard di sicurezza e la consegna di questi certificati oggi ne attesta la rispondenza alla norma più severa in questo ambito. Siamo orgogliosi di aver affiancato la Giordano & C. e il GEIE-TMB nelle diverse fasi che hanno portato allo sviluppo di questo sofisticato impianto che permette di aumentare il livello di sicurezza sino a mille volte” a sua volta ha dichiarato Michele Francioni. Rina Services S.p.A. è la società del Gruppo RINA attiva nella classificazione, test, ispezione e servizi di certificazione. Il RINA è un Gruppo multinazionale che fornisce servizi di verifica, certificazione, valutazione di conformità, classificazione navale, valorizzazione ambientale, test di prodotto, supervisione in loco e dei fornitori, formazione e consulenza ingegneristica attraverso una vasta gamma di industrie e servizi. Il RINA opera attraverso una rete di società dedicate ai diversi settori: Shipping, Energia, Infrastrutture e Costruzioni, Automotive, Logistica e Trasporti, Ambiente e Qualità, Agroalimentare e Sanità, Finanza e Pubbliche Istituzioni, Business Governance. Con un fatturato atteso nel 2016 di 450 milioni di euro, oltre 3.700 risorse, 165 uffici in 60 Paesi nel mondo, il Gruppo è oggi in grado di rispondere alle esigenze dei propri clienti ed è allo stesso tempo riconosciuto quale interlocutore autorevole presso le principali Organizzazioni internazionali, contribuendo da sempre allo sviluppo di nuovi standard normativi. La Giordano & C. S.p.A. è un’azienda italiana dinamica e moderna, specializzata nel panorama nazionale ed internazionale nella progettazione e

nella realizzazione di impianti completi – elettrici, civili e industriali - per l’industria e il terziario, nella stesura di software per l’automazione industriale, nella programmazione di PLC e dei sistemi scada di supervisione, nella fornitura “chiavi in mano” di impianti elettromeccanici e nella robotica. Nata nei primi anni ’20 a Boves, in provincia di Cuneo, sorge su un’area industriale di 10.000 mq, dove oltre 160 tecnici operano con assoluta professionalità nel business dell’impiantistica e dell’automazione industriale. L’attività è organizzata in 5 divisioni (progetti, impianti, quadri, automazioni e software) fortemente integrate fra loro. Progettazione, costruzione e fornitura di impianti robotizzati, di sistemi di handling, di magazzini automatizzati e di stazioni di lavoro, sono frutto di competenze avanzate di ingegneria integrata. I più evoluti software di simulazione sviluppano accuratamente il progetto iniziale fornendo

SLC

una soluzione tecnica standardizzata e personalizzata per svariati settori e applicazioni. Il GEIE-TMB (Gruppo Europeo di Interesse Economico del Traforo del Monte Bianco) è un soggetto giuridico di diritto comunitario costituito nel 2000 per iniziativa delle due Società concessionarie della costruzione e dell’esercizio del Traforo, la francese ATMB (Autoroutes et Tunnel du Mont Blanc s.a.) e l’italiana SITMB (Società Italiana per il Traforo del Monte Bianco s.p.a.), allo scopo di garantire la manutenzione e la gestione unitaria del Traforo. Questo ruolo, essenziale per l’unitarietà gestionale del Traforo del Monte Bianco, è stato ufficialmente e autorevolmente riconosciuto dalla convenzione internazionale tra Italia e Francia, firmata a Lucca nel 2006 e ratificata dai Parlamenti italiano e francese. Italo Merciati

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infrastrutture / porto&diporto

Contship Italia Group registra un positivo 2016 N

el 2016 i terminal partecipati dal Gruppo Contship Italia hanno aumentato i volumi movimentati dell’1.7% rispetto al 2015. Le attività di trasporto intermodale sono cresciute, sia sul versante dei traffici marittimi che continentali. Le soluzioni Southern Gateway di Contship per servire i mercati del Sud e Centro Europa continuano a riscuotere l’interesse del mercato, soprattutto per quanto riguarda i traffici marittimi movimentati attraverso La Spezia. Il recupero dei volumi legati al transhipment resta invece al di sotto delle aspettative negli hub di Tangeri, Cagliari e Gioia Tauro. Il Gruppo Contship Italia, operatore leader in Italia nel settore dei terminal container marittimi e del trasporto intermodale, riporta una crescita dell’1,7% dei volumi movimentati nei porti e del 9,7% dei volumi trasportati nel 2016 attraverso le proprie soluzioni intermodali. I terminal Container Marittimi del Gruppo Contship Italia hanno fatto registrare nel 2016 una crescita dei volumi movimentati pari a 109.000 TEU, accogliendo 6.888 navi, in aumento (+4%) rispetto al 2015. Le attività intermodali Contship hanno visto crescere i volumi trasportati e il numero di treni operati direttamente. Gli innovativi corridoi doganali, ed una crescente domanda

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di trasporto sui treni nazionali durante la seconda metà dell’anno insieme all’aumento dei volumi scambiati con il Centro e il Sud Europa hanno contribuito alla crescita della quota di mercato Contship nel business del trasporto intermodale marittimo italiano, pari ora al 25%. Cecilia Eckelmann-Battistello, Presidente del Gruppo Contship Italia, ha dichiarato in merito: “Questi numeri dimostrano come il Gruppo Contship Italia offra soluzioni di valore per i clienti, in un momento in cui sono quanto mai necessarie. Il settore dello shipping continua ad essere caratterizzato da instabilità e forte competizione, con le

compagnie di navigazione impegnate a riorganizzare i loro network di servizi. Contship rinnova il proprio impegno e la propria determinazione con tutti i clienti quale partner solido ed affidabile. Lo sviluppo dell’offerta di soluzioni integrate di trasporto port-to-door rimane il principale obiettivo del Gruppo. Presso i terminal Contship, con i treni e con i camion rosa, Contship continua ad investire, con una prospettiva di lungo termine, per supportare le esigenze dei clienti diretti e della merce. Medcenter Container Terminal (MCT), il terminal Contship di Gioia Tauro, che ha recentemente ospitato la più grande nave portacontainer mai attraccata in un

Totale Movimentazioni Container (TEU) (TEU) presso i Terminal Container Marittimi Cont presso i Terminal Container Marittimi Contship

Italia 2016 MCT - Medcenter Container Terminal 2.797.000 CICT - Cagliari International Container Terminal 671.000 LSCT - La Spezia Container Terminal 1.172.000 TCR - Terminal Container Ravenna 204.000 SCT - Salerno Container Terminal 375.000 Marocco Eurogate Tanger 1,167,000

2015 2.547.000 686.000 1.196.000 212.000 341.000

Gruppo Contship Italia– Logistica intermodale 2016 Hannibal (TEU trasportati) 271.000 Oceanogate Italia (treni km operati) 1.158.000 Rail Hub Milano - Melzo (treni operati) 5.896

2015 247.000 1.074.000 5.870

1,295,000


porto italiano, 20.000 TEU di capacità, dimostra la propria abilità nell’adattarsi rapidamente alle richieste del mercato, offrendo servizi di movimentazione sempre più affidabili”. L’impatto positivo delle misure di contenimento dei costi ha contribuito alla parziale ripresa dei volumi di MCT, in una fase di generale stagnazione del settore dello shipping. Ulteriori razionalizzazioni dei processi e dei costi saranno necessarie nel 2017 per consolidare il trend di recupero ed assicurare la solidità finanziaria dell’azienda nel medio e lungo periodo. Salerno Container Terminal (SCT) è cresciuto in maniera notevole rispetto al 2015, con un aumento dei volumi del 10%. Un trend che conferma la solidità e l’efficienza del terminal in grado di servire l’importante mercato del Sud Italia. SCT continua anche a rafforzare la propria capacità infrastrutturale, preparandosi ad accogliere, nel 2017, le navi da 10.000 TEU quando il piano di dragaggio dei fondali sarà completato. La Spezia Container Terminal (LSCT), il gateway Contship per l’Europa centrale e meridionale, mantiene la propria leadership nel trasporto intermodale, con una quota del 31% trasportato via ferrovia, pari a tre volte la media nazionale. La Spezia, con le soluzioni intermodali di Hannibal caratterizzate da costi operativi competitivi, continua a crescere e a sviluppare i volumi scambiati con il centro e il sud Europa, permettendo ai caricatori finali oltre alpe di beneficiare di opzioni alternative per gestire i

rischi di interruzione e/o rallentamento della propria supply chain. Il Gruppo Contship Italia crede che questa sia una grande opportunità per i clienti e per la merce in transito attraverso il gateway LSCT, potendo trarre beneficio da un sistema logistico affidabile e a basso impatto ambientale, capace di sostenere lo sviluppo attuale e futuro dei volumi. Ravenna, grazie alla consolidata tradizione di scambi commerciali con il Mediterraneo orientale e con il Mar Nero, e sostenuta da un significativo piano di investimenti in mezzi di movimentazione, ha registrato un aumento dei volumi via ferrovia pari al 12% rispetto al 2015. A Ravenna i clienti finali continuano a beneficiare dei servizi a valore aggiunto disponibili presso il terminal, con una speciale e versatile offerta dedicata alle merci deperibili e refrigerate. Cagliari International Container Terminal (CICT) si conferma uno dei porti-hub più importanti di Contship, operando, grazie alla sua posizione strategica, tanto come “extended homeport” per i mercati emergenti del Nord Africa, quanto come porta di accesso per i traffici domestici in importazione ed esportazione. I risultati di Gruppo del 2016 sottolineano il valore e l’affidabilità dei servizi offerti dai terminal Contship al mondo dello shipping, conseguenza di una lunga tradizione e di competenze specialistiche, attraverso investimenti continui in tecnologia, miglioramento dei processi e formazione del personale. Hannibal, l’Operatore per il Trasporto

Multimodale (MTO) del Gruppo Contship continua a sviluppare il network dei servizi con nuove partnership commerciali internazionali, migliorando la frequenza dei servizi nazionali, per rispondere alla crescita della domanda di trasporto. Rail Hub Milano (RHM), il cuore del network intermodale Contship, posizionato ad est di Milano (Melzo) ha visto entrare in funzione due nuove gru RMG (Rail Mounted Gantry crane), installate per espandere ulteriormente la capacità ferroviaria del terminal e per rispondere alle esigenze operative lagate ai volumi marittimi e continentali transnazionali. Ulteriori investimenti sono in programma per il 2017, inclusi nuovi servizi accessori, legati all’operatività ferroviaria. Oceanogate Italia, l’azienda ferroviaria del Gruppo Contship Italia, ha mantenuto costante la crescita delle attività, ed è oggi in grado di operare i propri treni su 4.500 km della rete ferroviaria italiana. Infine, a Settembre 2016, Contship ha designato due nuovi senior manager, con lo scopo di sviluppare ulteriormente le soluzioni integrate “port-to-door”. Franco Cupolo è stato nominato ‘Amministratore Delegato Operations and Sales’ con la responsabilità dei processi operativi e commerciali di tutte le business unit del Gruppo, mentre Sebastiano Grasso è stato nominato ‘Amministratore Delegato Business Services’, con responsabilità sulle funzioni Risorse Umane, Information Technology, Amministrazione e Finanza. Stefano Meroggi

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infrastrutture / porto&diporto

Accordo tra Napoli e Salerno in nome del comune sviluppo È

stato siglato nei giorni scorsi un documento congiunto tra il Comune di Salerno, Assotutela e le organizzazioni sindacali in merito ad una piattaforma programmatica da sottoporre al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Tirreno Centrale, Pietro Spirito. Alla riunione, fortemente voluta dal Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, che si è tenuta a Palazzo di Città per discutere proprio in merito alle prospettive di sviluppo del Porto di Salerno alla luce delle nuove normative dell’Autorità di sistema portuale, hanno partecipato il primo cittadino, gli assessori comunali Roberto De Luca e Mimmo De Maio, il direttivo di Assotutela e il presidente Agostino Gallozzi, le rappresentanze provinciali di FILT Cgil, FIT CISL, UIL Trasporti, oltre ai dirigenti del settore.

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“Il porto di Salerno – spiega il sindaco Vincenzo Napoli – ha una sua specificità che si concretizza nella sua capacità multifunzionale. L’Autorità Portuale ha in corso di realizzazione opere indispensabili per la competitività del nostro porto: l’escavo che aspetta una autorizzazione dal Ministero dall’Ambiente che noi solleciteremo con forza, l’allargamento dell’imboccatura, nonché la Porta Ovest. Nel corso di questi anni – sottolinea il primo cittadino – abbiamo condotto, con un’armonia rara in Italia, una battaglia preziosa per il nostro porto. Abbiamo indicato Nino Criscuolo come nostro rappresentante all’interno dell’Autorità di Sistema; la nostra intenzione è preservare la nostra specificità e le nostre prerogative. Il porto è una realtà complessa; noi siamo dei competitori a livello interna-

zionale e bisogna fare ogni azione con grande consapevolezza facendo tesoro delle eccellenze realizzate in passato, in un’ottica di sempre maggiore rilancio del porto stesso”. “La comunità portuale salernitana - Istituzioni, lavoratori ed imprese - si legge nel documento - sarà estremamente vigile sulle decisioni che saranno assunte in questo periodo: ne va del futuro dello scalo non solo dal punto di vista del traffico merci, ma anche dal punto di vista del movimento delle crociere e di tutte le altre attività presenti. Va altresì evidenziato che il porto di Salerno è cresciuto in questi anni a ritmi inimmaginabili grazie alla capacità delle imprese e dei lavoratori di attrarre con la loro professionalità le maggiori compagnie globali che non a caso hanno scelto il nostro scalo. Se oggi da


Vincenzo Napoli

Pietro Spirito

Agostino Gallozzi

Salerno le imprese del territorio possono esportare i propri prodotti in qualsiasi destinazione al mondo lo si deve a questo grande sforzo profuso che ha portato i suoi frutti e prodotto valore aggiunto in termini di redditività per il territorio e per i livelli occupazionali. Non si comprende – si evidenzia ancora nel testo firmato questa mattina - per quale ragione non sia stato ancora possibile conoscere il contenuto del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con il quale dovranno essere chiariti i termini temporali e la governance del Porto di Salerno nel periodo transitorio che intercorre rispetto alla piena integrazione. Comune di Salerno, Assotutela ed Organizzazioni Sindacali - certi che il Presidente Spirito condividerà questo tipo di impostazione rispettosa dei ruoli e delle competenze - saranno determinati nel difendere il lavoro fino ad oggi svolto con enormi sacrifici, ma pronti a collaborare pienamente e proficuamente con l’Autorità Portuale di Sistema nella consapevolezza che si apre una nuova e positiva stagione di competizione tra le imprese portuali sui liberi mercati internazionali”. A seguito di questa iniziativa sindaco e Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Spirito si sono incontrati, formalizzando la nomina di Nino Criscuolo quale rappresentante del Comune di Salerno all’interno dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tireno Centrale. All’incontro tenuto presso il Palazzo di Città hanno partecipato anche l’assessore al Bilancio e allo Sviluppo, Roberto De Luca e Francesco Messineo, segretario generale dell’AdSP. Grande soddisfazione in merito all’esito dell’incontro, da parte del sindaco di Salerno Vincenzo Napoli: “La specificità del porto di Salerno va difesa. Abbiamo ricevuto, in tal senso, la disponibilità da parte del presidente

Spirito il quale ci ha comunicato ufficialmente di aver nominato il nostro rappresentante Nino Criscuolo all’interno del Comitato. Questo - aggiunge il primo cittadino - ci ha particolarmente confortato perché in tal modo faremo valere le nostre proposte che saranno sempre orientate da uno spirito collaborativo, a salvaguardia di quanto costruito in questi anni. Abbiamo rimarcato al presidente Spirito la nostra determinazione al completamento delle opere che noi riteniamo indispensabili per lo sviluppo della nostra struttura portuale e anche lui, con noi, si attiverà presso i ministeri competenti affinché si sblocchino delle pratiche anchilosate che hanno una tempistica non tollerabile”. “Abbiamo convenuto con il sindaco di Salerno – ha sottolineato da parte sua il presidente Pietro Spirito - un percorso che parte dalla nomina di Nino Criscuolo all’interno del comitato di gestione, passa attraverso gli investimenti prioritari che servono a Salerno per potenziare la sua capacità di sviluppo dei servizi e dei collegamenti, per arrivare ad un progetto di crescita che è contenuto nel documento di piano triennale sul quale adesso cominciamo il confronto con le Istituzioni e con il comitato di gestione. Vogliamo fare in modo che entro il mese di febbraio tale percorso si completi. I porti della Campania possono traguardare obbiettivi di incremento dei traffici a condizione che si generi un rapporto di forte collaborazione con le Istituzioni territoriali e nazionali. In tal senso dare vita alla zona economica speciale tra i porti di Napoli e Salerno costituisce un tassello strategico di primario rilievo”. Sulle possibili prospettive di crescita del porto di Salerno, il presidente Spirito aggiunge: “Ovviamente dipende molto, per tutti, dall’evoluzione dell’economia internazionale. Sono convinto, auspicando che il sistema produttivo confer-

mi il percorso di crescita già intrapreso, che il porto di Salerno e quello di Napoli possano avere uno spazio rilevante di crescita. Molto dipenderà da quale sarà la scacchiera delle alleanze tra le grandi compagnie armatoriali che stanno ridisegnando la propria strategia per scegliere i porti che sono in grado di garantire competitività. Salerno, come Napoli, devono assicurare la propria capacità di migliorare la competitività nelle infrastrutture e nei servizi” “Mi piace sottolineare - ribadisce ancora il presidente - un punto importante, ovvero che l’Autorità di Sistema del Tirreno centrale è la prima che ha completato la sua governance, avendo un comitato di gestione completo e un segretario generale al lavoro. Questo è un fatto positivo perché così possiamo insieme valorizzare le specificità, le competenze, le forze del sistema portuale della Campania. Abbiamo due porti che dialogano con sistemi diversi dell’armamento internazionale e questa è un’occasione che va colta. Napoli e Salerno possono crescere assieme e, in tal senso, esistono le condizioni per una sinergia strategica. Nessuno ha mai messo in discussione che Salerno deve mantenere una natura polifunzionale. Quello su cui dobbiamo lavorare è potenziare la retroportualità. Salerno ha una configurazione geografica nella quale, per poter crescere ancor di più, bisogna puntare su una retroportualità capace di migliorare e potenziare ciò che le banchine possono fare fino ad un certo punto. Salerno deve costruire la sua retroportualità, mentre Napoli la deve utilizzare al meglio, perché sinora le potenzialità esistenti, anche ridondanti, non sono state colte. Salerno, invece, deve costruire il proprio sistema retroportuale; proprio per questo la sperimentazione della zona economica speciale è una priorità decisiva”. Stefano Meroggi

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propeller / porto&diporto

Propeller Club di Genova a ritmo incandescente! I

l Propeller Club - Port of Genoa sta da tempo svolgendo una intensa attività sociale che si esterna principalmente su due filoni paralleli, tesi a proporre incontri sia serali, di natura conviviale, sia pomeridiani al fine di favorire il dibattito su temi di estremo interesse non solo per tutti gli operatori del settore marittimo - portuale e logistico – trasportistico ma anche per gli studenti dei Corsi di Laurea di Economia e Management Marittimo – Portuale e di Ingegneria Navale, Corsi che costituiscono due fiori all’occhiello dell’Università di Genova. Ciò, nell’ottica statutaria di promuovere, appoggiare e sviluppare le attività marittimotrasportistiche ed i commerci ad esse connesse, migliorare le pubbliche relazioni ed i rapporti sociali e favorire la formazione e l’aggiornamento tecnicoculturale-professionale. Per dare una breve panoramica di

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questa estesa operatività, basterà ricordare le attività svolte nel presente anno sociale. A settembre 2016 si è iniziato con un evento organizzato nell’ambito del Salone Nautico sul tema “La copertura assicurativa corpo e macchina degli yacht” in cui, alla presenza di un foltissimo gruppo di operatori e di studenti, si sono dibattuti alcuni rilevanti aspetti legati alle coperture assicurative nella nautica da diporto, grazie alle interessanti relazioni di assicuratori (Andrea Serra - Banchero Costa Insurance Brokers Spa), periti (Claudio De Angelis - Imasco Srl. Marine Surveyor), liquidatori d’avaria (Federico Martinoli Average Adjusting Parteners), e legali (Cecilia Vernetti - Studio legale Camera Vernetti). In occasione dei 30 anni dalla costituzione dell’International Propeller Club (fondato in Italia nel 1986 dai Clubs

di Genoa, Leghorn, Milan, Naples, Ravenna, Trieste e Venice) il Propeller Club – Port of Genoa ha poi organizzato nei giorni 7 e 8 ottobre, presso la prestigiosa sede della Banca d’Italia di Genova, un articolato evento – a cui hanno partecipato anche tutti gli altri Clubs italiani – avente ad oggetto “L’evoluzione delle navi da crociera nei suoi profili tecnico, economici, operativi”. Tra i relatori che si sono susseguiti ricordo Neil Palomba (Costa Crociere), Michele Francioni (Rina Services Spa), Giovanni Pettorino (Com.te Porto di Genova), nonché Enrico M. Pujia (MIT); ha fatto seguito la presentazione di uno studio promosso dalla Banca D’Italia sull’impatto del fenomeno crocieristico sul territorio. L’incontro è stato seguito da un cena di gala nella serata di venerdì 7 ottobre presso il Ristorante “Al settimo cielo” del Grand Hotel Savoja, la cui atmosfera ha colpito molto i par-


tecipanti provenienti dagli altri Club con i loro accompagnatori ed anche i nostri soci. Successivamente, nelle date del 21 ottobre (pomeriggio) e 22 ottobre (mattina), si è tenuto nella Sala delle Grida del Palazzo della Borsa un Convegno Nazionale Universitario sul tema “I nuovi orizzonti nel Diritto della Navigazione Marittima” che il nostro Club ha promosso. A tale Convegno ha partecipato in qualità di relatori oltre una ventina di docenti di Diritto della Navigazione appartenenti a varie Università italiane che hanno dibattuto sulle evoluzioni nel settore dello shipping e sulle nuove frontiere normative destinate a fronteggiare le nuove esigenze di regolamentazione emergenti nell’ambito dei traffici marittimi. In data 8 novembre 2016 è poi seguito un incontro pomeridiano a Palazzo San Giorgio, ospiti dell’Autorità Portuale, sul tema “Genova può ritornare ad essere la capitale dello shipping?” A tale incontro hanno partecipato numerosi esponenti del mondo dello shipping appartenenti ai settori armatoriali, agen-

ziali, portuali, assicurativi, per ascoltare e dibattere gli interventi di Augusto Cosulich (F.lli Cosulich Spa), di Stefano Messina (Gruppo Messina Spa), di Lorenzo Banchero (Banchero & Costa Spa), di Neil Palomba (Costa Crociere), di M. Igueira (Cambiaso & Risso), di Gian Enzo Duci (Federagenti), con le conclusioni dell’Ammiraglio Giovanni Pettorino. Sulla scia delle recenti elezioni statunitensi, si è poi organizzata una serata conviviale avente ad oggetto i “Commerci Internazionali e trasporti marittimi: verso un cambio di rotta?”. L’interessante tema delle implicazioni per i traffici marittimi derivanti dagli esiti delle elezioni americane è stato dibattuto dai nostri ospiti relatori: Annamaria Saiano (American Consular Agency in Genoa), Paolo Cuneo (Associazione Ligure Commercio Estero-Alce), Ennio Palmesino (CommoSupply) alla presenza non solo dei nostri soci ma anche di un gruppo di studenti universitari (Corso di Laurea in Economia e Management Marittimo Portuale) che hanno mostrato molto interesse al tema trattato. Non va dimenticata la suggestiva serata natalizia in cui, alla presenza di oltre 120 partecipanti, si sono alternati momenti di studio e momenti convivia-

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li presso lo scenografico ristorante “Al settimo cielo” del Grand Hotel Savoia. Così si è dibattuto il tema “Nautica da diporto e le sfide per Genova” grazie al nostro Consigliere Lorenzo Pollicardo (Nautica Italiana), a Enrico Isenburg (Yacht Club Italiano) nonché a Emanuele Piazza (Assessore Sviluppo Economico Comune di Genova): il tutto introdotto e coordinato dal nostro Consigliere, Marcello Maresca. Nella serata è stato inoltre dato il benvenuto a numerosi nuovi soci ed è stata annunciata la costituzione del nostro “Gruppo Giovani”: si è anche svolta la cerimonia di consegna dei crests con dedica ai Soci con oltre trent’anni di Associazione che sono stati così festeggiati. Alla fine, dopo il sorteggio dei premi messi gentilmente a disposizione da GNV Spa, dal Teatro Stabile di Genova e dal Museo del Mare (MuMa) si è brindato al Natale ed al Nuovo Anno entrante. Ed il nuovo Anno ha subito visto la prima uscita ufficiale del neo nominato Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, invitato dal Propeller Club - Port of Genoa ad una serata sul tema “La portualità ligure nei prossimi anni” che si è tenuta il 31 gennaio al Grand Hotel Savoia alla presenza di un folto pubblico. Tale serata ha offerto l’occasione per esporre la “vision” della portualità ligure, traendo dalle parole del Presidente Signorini ed anche quelle dell’Amm. Giovanni Pettorino, Comandante della Capitaneria di Porto/ Guardia Costiera e Dir. Mar. Liguria si-

gnificative indicazioni dei futuri percorsi che si sono successivamente dibattuti nel corso di una interessantissima tavola rotonda a cui hanno partecipato Gian Enzo Duci (Presidente Federagenti), Giuseppe Gilberto Danesi, (VTE – Voltri Terminal Europa – Gruppo PSA, Spa), John Gatti (Capo Pilota – Corpo Piloti del Porto di Genova), Edoardo Monzani, (AD Stazioni Marittime Spa) e Alessandro Serra (Capo Gruppo Antichi Ormeggiatori del Porto di Genova, Pres. European Boatmen’s Association – EBA). A tale evento è seguito il 14 febbraio scorso un incontro pomeridiano presso la prestigiosa sede dell’Autorità Portuale Genovese a Palazzo San Giorgio, in tema di MRV (Monitoring, Recording and Verification) delle emissioni CO2 delle navi che ha permesso di analizzare il Regolamento comunitario n. 757/2015 nelle sue implicazioni tecniche, legali e gestionali. Organizzato dal Consigliere Andrea Frulla, ha visto susseguirsi importanti relatori (Alessio Gnecco - Stige Maritime; Stefano Beltrami - Premuda Spa; Carla Sanz - Accredia, Stefano Brigandì - Lloyd’s Register EMEA; Gugliemo Camera - Studio Legale Associato Camrea Vernetti) che hanno offerto significativi spunti di riflessione su un tema delicato come quello delle emissioni ad effetto serra. L’attività del Propeller di Genova, invero, non si è esternata solo attraverso la creazione di eventi cittadini ma si è estrinsecata anche in un duplice partecipazione al Convegno “Shipping

Forwarding & Logistic Meet Industry – Il cluster logistico e marittimo al servizio dello sviluppo competitivo del Sistema Italia” che si è tenuto a Milano il 2 e 3 febbraio scorso, tramite uno special focus in tema di logistica sostenibile, tenuto dalla nostra socia, Anna Sciomachen, Coordinatrice del Corso di Laurea in Economia e Management Marittimo Portuale dell’Università di Genova e tramite un workshop, organizzato dalla nostra Presidente Giorgia Boi, sul tema “Assicurazioni per la logistica: problematiche e soluzioni” a cui hanno partecipato quali relatori Lorenzo Fabro (Berlingieri Maresca Studio Associato), Alessandro Morelli (Siat Assicurazioni, Vice Presidente IUMI) e Andrea Cambiaso (STCR). Nel prossimo futuro è anche prevista una congrua partecipazione alla terza missione all’estero che in aprile il Propeller Club Nazionale sta organizzando ad Atene – Pireo, per sviluppare sia profili cooperativi sia intese anche di carattere scientifico. E non mancherà un evento fortemente significativo che il Propeller di Genova intende promuovere in occasione della Genoa Shipping Week del prossimo giugno! I ritmi dunque si profilano alquanto serrati, ma il team del più numeroso Propeller Club d’Italia – che da quest’anno sarà supportato anche da un agguerrito Gruppo Giovani, ricco di idee per interessanti iniziative – è intensamente proiettato verso nuovi orizzonti! Giorgia Boi Presidente Propeller Club Genoa


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Perplessità operative sulla controriforma dei porti I

l 2016, per la portualità italiana, è stato l’anno della controriforma. Quando venne emanata la legge 84/94, in finale di legislatura e dopo oltre 40anni di studi, dibattiti e proposte, le principali scelte furono: 1) fine del monopolio del lavoro; 2) decentramento della governance al livello locale; 3) attribuzione all’impresa privata, in regime di mercato, delle operazioni portuali. Basta esaminare le statistiche degli anni successivi alla riforma per comprendere che fu una buona legge che consentì un forte recupero di investimenti privati, di efficienza e di traffico. Ma gli effetti positivi si affievolirono quando prevalsero i vizi endemici del nostro Paese: la pervasività della politica nei suoi aspetti negativi, le opposizioni ambientaliste “a prescindere” ed i conflitti tra porto e città. Un Governo ed un Parlamento più consapevoli avrebbero potuto ridare smalto alla portualità con adeguati e modesti interventi correttivi delle criticità. Si è invece preferito intervenire sull’impianto istituzionale eliminando i portatori degli interessi reali e delle relative competenze, accorpando porti con la facile previsione di ulteriori problemi e rafforzando controllo ed accentramento ministeriale. Elementi positivi quali lo sportello unico doganale ed amministrativo potevano

essere implementati con provvedimenti di buon governo che imponessero anche alle Autorità Portuali ora estinte investimenti infrastrutturali con quel miliardo di euro annuo a disposizione largamente impiegato improduttivamente. Ulteriore elemento di perplessità emerge se si analizzano le preclusioni assunte dal Governo per la scelta dei Presidenti ed, a cascata, dei membri dei Comitati di Gestione che stravolgono la legge a favore di indicazioni dell’ANAC persino basate su erronee

valutazioni di fatto. Questa premessa, che meriterebbe un ampio approfondimento, per dire che si aprono nuovi spazi per l’attività dei Propeller Clubs. Tradizionalmente i Propeller Clubs hanno sviluppato attività di approfondimento culturale arricchendo, con i dibattiti suscitati e gli eventi organizzati, le conoscenze e le competenze prevalentemente dei Soci, la cui professionalità spazia dalle arti liberali all’impresa portuale, dalla cantieristica maggiore alla nautica da diporto, dai servizi portuali all’autotrasporto, dall’armamento alla stampa specializzata, dagli operatori doganali ai periti, dagli spedizionieri agli agenti marittimi e via elencando. Oggi questo variegato mondo che opera nella logistica e nella blu economy può candidarsi ad esprimere una sintesi utile alle nuove Autorità di sistema svolgendo la funzione che spetta ai corpi intermedi della società e che si qualifica per la visione generale che esprime. Un riconoscimento che induce speranza ci viene da Napoli dove il Sindaco (ex magistrato) ha indicato il nostro Presidente Nazionale Umberto Masucci quale suo rappresentante nel Comitato di Gestione della locale Autorità di sistema. Giorgio Bucchioni Presidente Propeller Club La Spezia

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Trasporti merci pericolose inapplicato il DL n. 40/2000 N

on solo treni: per la Cna-Fita la normativa nazionale che disciplina il trasporto di questi materiali su gomma risulta largamente inapplicata. La presidente nazionale Cinzia Franchini: “Dopo esattamente 17 anni dall’introduzione del Consulente per la sicurezza nel trasporto di merci pericolose via strada e ferrovia attraverso il Decreto Legislativo 40/2000 non ci risulta siano stati effettuati controlli ed inflitta alcuna sanzione” La sentenza di Viareggio ha riacceso i riflettori sulla sicurezza dei trasporti di merci pericolose, su strada e ferrovia. La mancata osservanza e verifica delle normative vigenti infatti rimane un problema e a volte, purtroppo, basta un particolare per provocare eventi catastrofici. Le merci pericolose (sono innumerevoli ed individuate in una apposita tabella dalla normativa di riferimento; vanno per esempio dai fertilizzanti per l’agricoltura, ai carburanti, alle vernici, agli alcolici, ai profumi, ecc.) che viaggiano quotidianamente sui nostri autocarri possono essere trasportate solo a determinate condizioni per garantirne la loro stessa sicurezza, quella dell’intera filiera logistica e della collettività. A tal proposito in Italia il Decreto Legislativo n. 40 del febbraio 2000, recependo una direttiva europea, ha introdotto l’obbligatorietà della nomina di un consulente per la sicurezza dei trasporti, una figura

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Cinzia Franchini professionale di cui si devono avvalere tutte le imprese (non solo quelle di autotrasporto) che effettuano il trasporto, il carico o lo scarico di merci pericolose. Il consulente deve avere una conoscenza dei rischi inerenti il trasporto e le operazioni di carico e scarico di merci pericolose e delle disposizioni normative vigenti in materia (A.D.R. e/o R.I.D.) e verificare che vengano applicate e osservate dalle aziende stesse. Una normativa che la CNA-Fita denuncia essere largamente inapplicata. “Oggi, dopo esattamente 17 anni

dall’introduzione di quella norma non ci risultano controlli effettuati e non siamo a conoscenza di alcuna sanzione inflitta, peraltro pesantissime e spropositate, mentre le aziende che operano irregolarmente sono molte - afferma la presidente nazionale CNA-Fita, Cinzia Franchini - In caso di mancata nomina del consulente ADR il legale rappresentante è punito con la sanzione amministrativa da 6.000 euro a 36.000 euro e in caso di mancata comunicazione della nomina del consulente ADR presso gli uffici della Motorizzazione provinciale, il legale rappresentante è punito con una sanzione da 2.000 euro a 12.000 euro. Per questo da un lato chiediamo al Ministero dei Trasporti che i controlli, che dovrebbero essere sistematici, vengano effettuati da un ente differente rispetto alle attuali Motorizzazioni non in grado di poter espletare tale adempimento come i fatti ampiamente dimostrano e, dall’altro, che queste norme non siano solo balzelli burocratici che vanno ulteriormente ad appesantire le aziende che operano nella legalità ma servano a mantenere un alto livello di sicurezza in tutte le fasi del trasporto dalla preparazione del carico, alla formazione degli operatori coinvolti fino alla consegna a destinazione della merce”. Cosimo Brudetti


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ISE dispone di un proprio terminal intermodale di circa 200.000 mq, direttamente collegato al più grande scalo ferroviario del Sud Italia, lo scalo merci Marcianise/Maddaloni attraverso un impianto di presa/consegna di proprietà. Il terminal dispone di 11 binari lavorabili, di un’area doganale di Temporanea Custodia A3 di circa 20.000 mq, servita da un binario di 450 mt e di un’area doganale di circa 1.000 mq di magazzino doganale di tipo “C“, mentre per l’impianto di presa e consegna, che dispone attualmente di tre binari di manovra, sarà presto potenziato da lavori di raddoppio. La gestione del terminal intermodale è affidata alla SERV.ISE che con personale e mezzi propri offre agli utenti dell’Interporto Sud Europa e a clienti esterni i seguenti servizi : Manovre ferroviarie IN/OUT e distribuzione carri ferroviari nei vari magazzini raccordati dell’Interporto. Carico / scarico di carri ferroviari. Movimentazione UTI. Stuffing / Unstuffing UTI. Riparazione UTI. Gestione diretta delle aree doganali del terminal, tramite collegamento telematico con l’Ufficio delle Dogane di Caserta.

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trasporti / porto&diporto

Ferrovie, Polo Mercitalia per la logistica integrata C

ambiano in modo radicale il trasporto ferroviario merci e i servizi di logistica del Gruppo FS Italiane. Il Polo MERCITALIA si candida ad essere il nuovo soggetto trainante, nel Paese, del business del trasporto merci e della logistica integrata. Il Polo è un unico grande raggruppamento delle società del Gruppo FS Italiane che operano nel business del trasporto merci e della logistica: la capogruppo subholding MERCITALIA Logistics, MERCITALIA Rail (maggiore player italiano del settore con 500 mln € di fatturato annuo), Gruppo TX Logistik (con base in Germania, ma attivo in diversi Paesi europei) Cemat (terzo player europeo del combinato), MERCITALIA Transport & Services, MERCITALIA Terminal, TerAlp (Terminal AlpTransit) e TLF. Le strategie e gli obiettivi del Polo MERCITALIA illustrati recentemene a Milano a Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, da Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di FS Italiane, e Marco Gosso, Amministratore Delegato di

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MERCITALIA Logistics. Presenti anche Gioia Ghezzi e Ivan Soncini, presidenti rispettivamente di FS Italiane e MERCITALIA Logistics. Il Polo MERCITALIA avrà il compito di risanare e rilanciare il business merci del Gruppo FS Italiane, sviluppando soluzioni integrate di trasporto merci e logistica che permettano di valorizzare la modalità ferroviaria puntando a raggiungere l’utile già nel 2018 ed il raddoppio dei ricavi in dieci anni (dal miliardo fatturato nel 2016 ad oltre 2 miliardi nel 2026). Il raggruppamento delle società operative in un unico Polo consentirà di ottimizzare i servizi: i clienti potranno confrontarsi con un unico interlocutore, con conseguente risparmio di tempo e risorse. Il Polo MERCITALIA (4.000 dipendenti) prevede nel Piano Industriale 2017-2026 investimenti per 1,5 miliardi di euro: oltre 1 miliardo per il materiale rotabile, 100 milioni per i terminal intermodali (previsti nuovi impianti a Milano, Brescia e Piacenza) in asse con il Gottardo e il Core Corridor Reno

- Alpi (Genova - Rotterdam), 100 milioni per l’information technology & sicurezza e circa 250 milioni in acquisizioni di aziende per espandere il business. Si tratta dell’investimento complessivo più significativo che le Ferrovie italiane abbiano mai fatto nel settore. Un’attenzione particolare verrà dedicata al rilancio delle attività internazionali che hanno il punto di forza in Tx Logistik, la società del Polo con base in Germania che ambisce a diventare cost/quality leader nei servizi di trazione ferroviaria, da e per l’Italia, sui grandi Core Corridors europei di traffico merci transalpini. Già avviato il rinnovo del materiale rotabile: MERCITALIA Rail ha sottoscritto due contratti di noleggio full maintenance per 20 nuove locomotive elettriche. Inoltre, tra qualche giorno sarà avviato da MERCITALIA Rail e da TX Logistik (congiuntamente) l’iter per acquisire nei prossimi anni fino a 125 nuove locomotive elettriche sia per il mercato nazionale sia per quello europeo. Francesco S. Salieri


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Tecnologia ibrida per i trasporti urbani

uovi bus ibridi Iveco per Atm e la città di Milano che sceglie la sostenibilità puntando su Urbanway Hybrid: una flotta di 120 veicoli urbani per la mobilità pubblica del capoluogo lombardo. Meno emissioni, meno rumore e più produttività. L’Urbanway Hybrid può consentire una riduzione dei consumi fino al 40% rispetto a un autobus di tipo convenzionale, una riduzione del 33% di CO2 per km e del 40% di ossidi di azoto (NOx) per km rispetto al Diesel ovvero 35t di CO2 per anno rispondente all’equivalente di due volte il peso del veicolo. Con questa fornitura, Atm prende la leadership nello sviluppo in Italia di questa tecnologia che si è già diffusa in UK, Francia, Belgio e Spagna. L’Urbanway Hybrid è il veicolo Iveco Bus per il trasporto pubblico che garantisce e consente una sensibile riduzione delle emissioni e dei consumi per una mobilità sempre più sostenibile a vantaggio della collettività in cui opera. Il veicolo utilizza un sistema di trazione elettrica abbinata a un motore termico Euro VI e a un sistema di batterie a ioni di litio di ultima generazione: un sistema intelligente di gestione della energia consente di ottimizzare consumi ed emissioni in fase di trazione, il sistema di accumulo è dimensionato in modo da consentire il recupero dell’energia

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in fase di frenatura e in particolare la funzione “Arrive & Go” consente l’approccio e la ripartenza alle fermate in modo 100% elettrico (zero emissioni) anche per tratte significative. La riduzione dei consumi, supportata da dati provenienti dalle flotte già in esercizio con quasi 1000 esemplari in Europa, può arrivare anche al 40% rispetto ad un veicolo a motore diesel così come la riduzione delle emissioni di CO2. La silenziosità completa quelli che sono i punti di forza del veicolo Urbanway Hybrid: grazie alla modalità elettrica della tecnologia “Arrive & Go”, infatti, in prossimità delle fermate, l’arresto del generatore determina assenza di vibrazioni e la riduzione della rumorosità di oltre il 50%. Il beneficio acustico percepito è quindi immediato, non solo per i passeggeri, ma anche per i pedoni, per le persone in attesa di una coincidenza e gli abitanti della zona, ma soprattutto per l’autista che, per primo, beneficia di un ambiente di lavoro tranquillo. I veicoli che saranno oggetto della fornitura sono dotati di sistema ibrido di tipo seriale, con motore elettrico da 175 kW (picco) 120 kW (in modo continuo) e motore termico Tector da 210 Kw (286 Cv). L’allestimento specifico di ATM prevede la livrea di colore verde personalizzato, quattro porte a comando elettrico rototraslanti, la pedana manuale

per l’accesso di utenti a ridotta capacità motoria installata sulla seconda porta passeggeri, un impianto di climatizzazione da 60 kW che garantisce il massimo comfort termico all’autista e ai 149 passeggeri (145 in caso di presenza a bordo di passeggero con disabilità). Il veicolo è infine equipaggiato con i più innovativi dispositivi di info-utenza, diagnostica per la localizzazione e per il dialogo con la centrale operativa di servizio, oltre all’annuncio fonico esterno di direzione e a quello interno di prossima fermata. La fornitura comprende anche un contratto di manutenzione full service per cinque anni e la consegna del primo veicolo è prevista entro giugno 2017. Atm sceglie così i veicoli Urbanway Ibrido che rappresentano la miglior tecnologia per la riduzione delle emissioni inquinanti in un’ottica sempre più eco-sostenibile a vantaggio del servizio offerto alla collettività. L’età media della flotta Atm, che è già la più bassa d’Italia, grazie alla fornitura dei nuovi Urbanway Hybrid, si confermerà sempre più in linea con quella delle capitali europee come Parigi e Madrid che già utilizzano autobus ibridi. Iveco Bus è un brand di CNH Industrial N.V., un leader globale nel settore dei capital goods, quotato alla Borsa di New York. Eduardo Cagnazzi


trasporti / porto&diporto

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eventI / porto&diporto

Green Logistics Expo Ia edizione a Padova nel 2018 S

i chiama Green Logistics Expo il nuovo Salone Internazionale dedicato alla logistica sostenibile, la cui prima edizione è in calendario alla Fiera di Padova dal 7 al 9 marzo del 2018. Il progetto, presentato ufficialmente lo scorso mese di dicembre nel corso di una conferenza stampa, è frutto della collaborazione di Interporto Padova e Fiera di Padova e si propone di diventare l’appuntamento italiano di riferimento per tutto il settore. A differenza di altre iniziative, infatti, Green Logistics Expo, non si rivolge a un segmento del mondo della logistica, ma coinvolge tutta la supply chain, con un approccio integrato e a 360°. Una scelta strategica e orientata al mercato, perché se c’è un settore in cui le varie specializzazioni sono strettamente interconnesse funzionalmente tra loro, questo è proprio la logistica. Il salone, riservato agli operatori e alle imprese che fruiscono dei servizi di logistica, durerà tre giorni (da mercoledì 7 a venerdì 9 marzo 2018) e mette al centro tutti i temi più avanzati della supply chian, senza mai perdere di vista il tema comune dalla sostenibilità, fino alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie. La macchina organizzativa, a 12 mesi dall’apertura, è in piena attività e sta già raccogliendo le manifestazioni di interesse e le domande di

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partecipazione di importanti aziende italiane e straniere. Anche le istituzioni ed il mondo associativo stanno avviando importanti collaborazioni con Green Logistics Expo: Ministero dell’Ambiente, Università di Padova, oltre alle istituzioni locali hanno dato il loro patrocinio alla manifestazione ed altre adesioni si stanno concretizzando in queste settimane. Il mondo della logistica sta affrontando cambiamenti epocali: saranno i droni a consegnare a domicilio i nostri acquisti? Le stampanti 3D annulleranno la necessità di trasportare merci e beni? Green Logistics Expo proverà a rispondere a queste domande suggestive, ma affronterà anche temi magari meno spettacolari ma molto concreti per disegnare una logistica efficiente e sostenibile che permetta al nostro Paese di risparmiare quei 13 miliardi di euro che rappresentano oggi un extracosto nella movimentazione delle merci rispetto alla media europea. Chi deve immaginare le reti logistiche del futuro deve rispondere a domande complesse: quali saranno le fonti di energia con cui alimenteremo i nostri veicoli? Gas naturale, elettricità o addirittura idrogeno? Come porteremo le merci sui treni per tagliare le emissioni di CO2 e diminuire la congestione stradale? Quali saranno le esigenze della

nuova logistica industriale, sempre più automatizzata, alle quali dovranno rispondere anche gli operatori del real estate? Come e dove saranno i nuovi magazzini? Green Logistics Expo affronta il settore con una visione sistemica e si propone come luogo privilegiato di confronto ravvicinato, sia per il business che per le strategie di scenario a tutti gli operatori della logistica e alle imprese manifatturiere che partecipando a questo Salone possono trovare tulle le opportunità per ottimizzare la propria supply chain. Ma come sono declinati, nel concreto questi obiettivi? Green Logistics Expo si sviluppa attorno a quattro macro aree individuate come strategiche per costruire la logistica del futuro: intermodalità, e-commerce, city & logistics, logistica industriale e real estate. Ognuna affianca alla parte espositiva approfondimenti e focus attraverso convegni e workshop specialistici. In mostra quindi operatori dei mondi del trasporto ferroviario, dei porti e degli interporti, terminalisti, aeroporti cargo e aziende produttrici di mezzi e sistemi collegati, piattaforme e centri logistici, distretti industriali e fondi di investimento, costruttori specializzati e green buildings, provider logistici, corrieri tradizionali ed espresso, spedizionieri,


Paolo Pandolfo autotrasportatori e grande distribuzione organizzata, gestori di servizi di city logistics, utility e trasporto urbano, pubblica amministrazione e servizi collegati, ricerca e mondo universitario. Una particolare attenzione sarà dedicata al mondo del trasporto marittimo: porti, terminalisti, compagnie marittime e servizi ad essi collegati come ad esempio la complessa logistica per le navi da crociera, e le soluzioni per mitigare le emissioni, come il “cold ironing” e l’utilizzo di carburanti a basso contenuto di zolfo (l’IMO ha deciso che entro il 2020 la percentuale di zolfo deve essere inferiore allo 0,5%) oltre a fornitori di gru a portale e di banchina, solo per citarne alcuni. A “garantire” l’eccellenza di Green Logistics Expo, la consolidata e riconosciuta esperienza nel settore dei due promotori della manifestazione, Interporto Padova Spa e Fiera di Padova entrambi da sempre protagoni-

sti in questo settore. “Interporto Padova ha più di 40 anni di storia- spiega Paolo Pandolfo responsabile intermodalità e real estate di Interporto Padova - e fin dalla nostra nascita abbiamo perseguito tre obiettivi: efficienza innovazione e sostenibilità. Siamo uno dei principali interporti italiani e i nostri bilanci si chiudono in attivo. Abbiamo un terminal intermodale, collegato ai principali porti italiani ed europei dal quale transitano ogni anno oltre 5500 treni merci con una movimentazione di oltre 275.000 TEU. Abbiamo creato Cityporto, certamente il miglior servizio di distribuzione urbana delle merci in Italia e uno dei migliori al mondo. Abbiamo uno dei più grandi impianti fotovoltaici su tetto d’Italia. E proprio in occasione di Green Logistics Expo inaugureremo quattro nuove gru elettriche a portale nel nostro Terminal Intermodale. E’ la stessa legge istitutiva che riconosce agli interporti un ruolo di servizio alla comunità: ci è sembrato quindi naturale, oltre che una sfida che ci entusiasma, mettere il nostro know how a servizio di Green Logistics Expo.” Anche Andrea Olivi, presidente di Geo Spa, la società che gestisce le attività di Padova Fiere sottolinea l’importanza del Salone: “Green Logistics Expo è uno dei tasselli di un articolato progetto che ruota attorno ad una concetto semplice: il modo tradizionale di fare fiere è superato. Non più semplici luoghi dove esporre beni e servizi, ma laboratorio permanente che aiuti le aziende a individuare nuovi business, nuovi mercati, mantenendo però solidi legami con il proprio territorio e la propria storia. In passato, Fiera di Padova ha ideato e realizzato Tramag e Sep, manifestazioni che

Andrea Olivi sono state di riferimento per il settore. Oggi a partire da Green Logistics Expo abbiamo sviluppato un format innovativo più sostenibile da un punto di vista economico e ambientale, che permette una riduzione dei costi logistici di allestimento e una minore produzione di rifiuti a fine manifestazione confermando così la nostra volontà per impegnarci in prima persona su questi temi”. La promozione di Green Logistics Expo proseguirà nei prossimi mesi con la presenza ai principali saloni internazionali di settore e con una assidua comunicazione attraverso i media tradizionali ed il web: l’obiettivo è quello di coinvolgere gli operatori e le imprese manifatturiere in un evento innovativo, internazionale e d’avanguardia che propone un incontro B2B con tutto il mondo della logistica, del trasporto e dei servizi collegati. Carolina Sinnopoli


economia / porto&diporto

UE, previsioni economiche si naviga in acque turbolente Le economie di tutti gli Stati membri dell’UE crescono nel 2016, 2017 e 2018

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opo aver dato prova di saper reagire alle sfide globali lo scorso anno, la ripresa economica europea dovrebbe continuare quest’anno e l’anno prossimo: per la prima volta in quasi dieci anni, le economie di tutti gli Stati membri dell’UE dovrebbero crescere per tutto il periodo di previsione (2016, 2017 e 2018). Tuttavia le prospettive sono avvolte da un’incertezza più fitta del solito. Il PIL reale della zona euro è cresciuto per 15 trimestri consecutivi, l’occupazione aumenta a ritmo sostenuto e la disoccupazione continua a calare, anche se resta al di sopra dei livelli pre-crisi. I consumi privati sono ancora il motore della ripresa e la crescita degli investimenti continua, pur restando modesta. Le previsioni d’inverno pubblicate dalla Commissione europea indicano per la zona euro una crescita del PIL pari all’1,6% nel 2017 e all’1,8% nel 2018, leggermente rivista al rialzo rispetto alle previsioni d’autunno (1,5% per il 2017 e 1,7% per il 2018) in virtù di risultati migliori del previsto nella seconda metà del 2016 e di un avvio del 2017 piuttosto vigoroso. La crescita del PIL nell’intera UE dovrebbe segui-

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re una tendenza analoga, attestandosi all’1,8% quest’anno e il prossimo anno (a fronte delle previsioni d’autunno che prospettavano l’1,6% nel 2017 e l’1,8% nel 2018). I rischi che gravano su tali proiezioni sono eccezionalmente ampi e, benché siano aumentati sia i rischi di revisione al rialzo che quelli di revisione al ribasso, il bilancio complessivo punta verso il basso. Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l’Euro e il dialogo sociale e incaricato della stabilità finanziaria, dei servizi finanziari e dell’Unione dei mercati dei capitali, ha dichiarato: “La ripresa economica in Europa continua per il quinto anno consecutivo. In tempi di incertezza, è tuttavia importante che le economie europee restino competitive e in grado di adeguarsi al mutare delle circostanze, il che richiede continui sforzi di riforma strutturale. Dobbiamo anche puntare sulla crescita inclusiva, in modo che la ripresa sia percepita da tutti. Con l’inflazione che, partita da livelli bassi, sta salendo, non possiamo sperare che lo stimolo monetario attuale duri per sempre. Pertanto, i paesi con elevati livelli di deficit e di debito devono persistere nello sforzo

di ridurli per diventare più resilienti agli shock economici.” Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: “L’economia europea si è dimostrata capace di resistere ai numerosi shock che ha subito l’anno scorso. La crescita sta tenendo e la disoccupazione e i disavanzi stanno calando, ma, con un’incertezza a livelli così elevati, è più importante che mai utilizzare tutti gli strumenti offerti dalle politiche di sostegno alla crescita. Soprattutto, però, dobbiamo garantire che i benefici siano percepiti in tutte le regioni della zona euro e in tutti i segmenti della società.” Le previsioni, slancio della ripresa mondiale Le prospettive di crescita per le economie avanzate non appartenenti all’UE sono migliorate negli ultimi mesi, in gran parte grazie alle aspettative di incentivi di bilancio negli Stati Uniti che hanno generato tassi di interesse a lungo termine più alti e un apprezzamento del dollaro statunitense. Anche la crescita nelle economie di mercato emergenti è destinata a consolidarsi fino al 2018, benché in misura diversa a seconda dei paesi e delle regioni. Nel


Valdis Dombrovskis complesso, questo scenario potrebbe rilanciare le esportazioni europee di beni e servizi dopo un 2016 fiacco. Ultimamente l’inflazione nella zona euro ha ripreso a salire, poiché il calo dei prezzi dell’energia registrato in passato ha recentemente ceduto il passo ad un aumento. Molto bassa negli ultimi due anni, l’inflazione dovrebbe raggiungere valori più alti quest’anno e l’anno prossimo, pur non arrivando ancora all’obiettivo di “livelli inferiori, ma prossimi al 2% a medio termine” che corrisponde alla definizione di stabilità dei prezzi. L’inflazione di fondo, che non tiene conto della volatilità dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari, dovrebbe aumentare solo gradualmente. La domanda interna I consumi privati dovrebbero rimanere il principale motore della crescita, sostenuti da un miglioramento duraturo dell’occupazione e da un aumento della crescita nominale dei salari. Tuttavia, con un’inflazione in crescita che limita l’aumento del potere di acquisto delle famiglie quest’anno e l’anno prossimo, si prevede comunque un rallentamento della crescita dei consumi privati. Gli investimenti continueranno ad aumentare, ma solo moderatamente, sostenuti da una serie di fattori quali costi di finanziamento molto bassi e un potenziamento dell’attività a livello mondiale. I progetti finanziati nell’ambito del piano di investimenti per l’Europa dovrebbero sostenere in maniera crescente gli investimenti pubblici e privati nel passaggio dalla fase di approvazione a quella di attuazione. Nel complesso, si prevede che gli investimenti della zona euro cresceranno del 2,9% quest’anno e del 3,4% nel 2018 (2,9% e 3,1% nell’UE), pari ad un aumento dell’8,2% ad oggi dall’avvio della ripresa all’inizio del 2013. Tuttavia la quota di investi-

menti in rapporto al PIL resta al di sotto del valore registrato all’inizio del secolo (pari al 20% nel 2016 rispetto al 22% nel periodo 2000-2005). La persistente debolezza degli investimenti mette in dubbio la sostenibilità della ripresa e la crescita potenziale dell’economia. Ulteriore aumento dell’occupazione La ripresa economica continua ad avere forti effetti positivi sui mercati del lavoro, a seguito di ampie riforme strutturali in diversi Stati membri. La crescita dell’occupazione dovrebbe rimanere relativamente sostenuta, seppure un po’ meno dinamica nel 2017 e nel 2018 rispetto allo scorso anno. Nella zona euro è previsto un ulteriore calo del tasso di disoccupazione, dal 10,0% nel 2016 al 9,6% quest’anno, al 9,1% nel 2018. Per l’UE nel suo insieme, la disoccupazione dovrebbe scendere dall’8,5% del 2016 all’8,1% quest’anno e al 7,8% nel 2018. Pur restando al di sopra dei livelli pre-crisi, questi sono i tassi di disoccupazione più bassi dal 2009. Espansione delle economie Per la prima volta dal 2008 le previsioni della Commissione prospettano una crescita economica in tutti gli Stati membri dell’UE per tutto il periodo di previsione (2016, 2017, 2018). Anche gli Stati membri più colpiti durante la recessione dovrebbero aver ripreso il cammino della crescita lo scorso anno. L’impatto dell’apprezzamento del dollaro statunitense e tassi d’interesse a lungo termine più alti potrebbero però comportare maggiori differenze tra i tassi di crescita degli Stati membri. Rischi eccezionali attorno alle previsioni d’inverno Il grado di incertezza particolarmente elevato che avvolge queste previsioni d’inverno è dovuto alle intenzioni an-

cora poco chiare della nuova amministrazione statunitense in alcuni settori strategici fondamentali, come pure alle numerose elezioni che si terranno in Europa quest’anno e ai prossimi negoziati con il Regno Unito a norma dell’articolo 50. La bilancia dei rischi continua a pendere verso il basso, anche se sono aumentati sia i rischi di revisione al rialzo che quelli di revisione al ribasso. A breve termine, gli incentivi di bilancio negli Stati Uniti potrebbero avere un impatto più incisivo sulla crescita rispetto a quello previsto attualmente. A medio termine, i rischi per le prospettive di crescita derivano dagli strascichi delle crisi recenti, dal voto del Regno Unito per uscire dall’Unione europea, da potenziali perturbazioni degli scambi commerciali, da una stretta monetaria negli Stati Uniti che potrebbe avere ricadute negative sulle economie di mercato emergenti e dalle potenziali conseguenze di livelli di debito elevati e in aumento in Cina. Contesto Le previsioni si basano su una serie di ipotesi esterne relative ai tassi di cambio, ai tassi di interesse e ai prezzi delle materie prime, aggiornate al 1° febbraio 2017. I dati utilizzati rispecchiano le aspettative del mercato desunte dai mercati dei derivati al momento di elaborare le previsioni. Per tutti gli altri dati, comprese le ipotesi relative alle politiche governative, le previsioni tengono conto delle informazioni disponibili fino al 1° febbraio 2017. Le proiezioni includono solo le politiche sufficientemente dettagliate e annunciate in modo credibile e presuppongono politiche invariate. Francesco S. Salieri

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editoria / porto&diporto

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roteggere i contenuti originali dagli habitués del copiaincolla con una tassa sui link. Sembra andare in questa direzione la riforma europea sul copyright. Una direzione che “molto piace ai grandi editori, ma che finirà per danneggiare la piccola editoria digitale”, denuncia il vice presidente di ANSO - Associazione Nazionale Stampa Online - Matteo Rainisio. “Facciamo quindi un appello ai nostri parlamentari europei affinché si impegnino a tutela delle migliaia di realtà presenti in Italia e che spesso rappresentano voci importanti dell’informazione locale e non solo”. La questione è emersa nel recente appuntamento organizzato dallo European Internet Forum al quale Rainisio ha partecipato e che ha raccolto tutte le principali aziende IT, dal settore editoria (Sky, Guardian) a quello del commercio elettronico e non (ebay, Apple), dello streaming (Netflix, Amazon), oltre le principali compagnie telefoniche europee, la BEUC la principale associazione europea dei consumatori europei, decine di parlamentari e lobbysti (nel senso di americano del termine). All’ordine del giorno la riforma europea per il mondo del web. “Una risoluzione che dovrebbe essere approvata entro la fine del 2017 e che andrà a ridisegnare le regole del mercato europeo in materia di e-commerce, diritto d’autore e responsabilità di provider e gestori telefonici sulle azioni dei propri utenti/clienti”, spiega il vicepresidente

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di ANSO. Dal punto di vista del mondo dell’editoria, l’articolo 11 della risoluzione, che una volta approvata dovrà essere applicata in tutti gli stati membri, ha il lodevole scopo di voler proteggere e valorizzare notizie e contenuti foto e video prodotte dalle testate presenti

nel panorama europeo dal saccheggio che quotidianamente si verifica da parte di aggregatori e siti dediti al copia-incolla. “Per far questo però viene prevista l’introduzione dell’Ancillary Copyright o neighbouring rights che obbligherà chi condivide, linka, riproduce anche in forma parziale il contenuto a remunerare chi lo ha prodotto”, precisa Rainisio. “L’introduzione di questi diritti piace molto ai grandi editori, ma finirà per danneggiare l’intero ecosistema della piccola editoria digitale in Italia e in Europa”. Del resto, aggiunge, “dove una legge simile è in vigore - vedi Germania e Spagna - i risultati hanno portato al fallimento di centinaia di start up editoriali. Addirittura, per come è scritta oggi, la norma potrebbe imporre una vera e propria tassa sul link, anche a quelli condivisi su twitter. L’adozione

di questo sistema obbligherebbe quindi i piccoli editori di tutta Europa a dover rinunciare al traffico proveniente da servizi come Google news o Facebook, aprendo così la strada ad una tassazione sui link presenti nei motori di ricerca. Ovviamente le aziende, come fatto in Spagna dove si è giunti alla chiusura del servizio di Google news, piuttosto che pagare vieteranno la condivisione di articoli danneggiando così i piccoli editori che perderanno un’autentica linfa vitale, mentre i grandi potranno da un lato guadagnare per i link, godere di una minore concorrenza e quindi di un aumento del traffico a discapito dei piccoli editori che invece, in molti casi, saranno costretti a spegnere i server”. Di questo argomento, come spesso accade per tutto quello che riguarda l’iter legislativo del Parlamento Europeo, si parla poco. Il testo al momento è in Commissione e probabilmente approderà in Parlamento europeo solamente dopo l’estate per la votazione definitiva. “È quindi importante che i nostri eurodeputati si muovano fin da subito per difendere un patrimonio editoriale fatto di tante piccole realtà che quotidianamente raccontano online un dato territorio - è l’appello del presidente di ANSO Marco Giovannelli - Sono voci che con questa riforma rischiano di scomparire, impoverendo il mondo dell’informazione e impoverendo un territorio”. Stefano Meroggi


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Il mercato russo aspetta le eccellenze campane

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Italia guarda significa accrescere l’appeverso la Russia al delle nostre imprese ed come mercato aumentare il loro fatturato. di sbocco delle sue eccelNegli ultimi tempi abbiamo lenze. Secondo i dati delpromosso incontri B2B tra le Dogane Russe, infatti, gli operatori dei due Paesi, si registra una riduzione attendiamo solo che ven(-41,4%) dell’interscambio gano rimosse le sanzioni pari a 13 miliardi di euro che che penalizzano sia le novede l’Italia attestarsi in sestre imprese vocate all’exsta posizione sia come forport sia quelle russe”. Le nitore che come cliente. Ad sanzioni, comunque, non esso contribuiscono minori hanno fermato il turismo importazioni dal Bel Paese, russo verso il Bel Paese. ma soprattutto minore exAnzi, nel 2017 è previsto port russo verso l’Italia. un ulteriore incremento Sull’andamento dell’intergrazie ai nuovi voli di S7 scambio ha fortemente influAirlines, la compagnia aeito, in particolar modo negli rea low cost con sede a ultimi tre anni, sia un effetto Novosibirsk e al portale di economia “reale” sia un “La tua Italia”, presentato Giulio Mogol, Vincenzo Schiavo e Luigi de Magistris effetto “valutario”. La sfavoa Mosca il mese scorso. La revole congiuntura econopiattaforma contiene informica internazionale ha finito mazioni sulle regioni, città essere il nuovo mercato di sbocco col determinare una contrazione dell’ine destinazioni turistiche, sul patrimonio del Made in Campania e del Made in terscambio della Russia con il resto del artistico e culturale, sull’enogastronoItalia. Non sono solo i prodotti della Mondo, non attenuata dalla stabilizzamia, nonché il calendario dei grandi gastronomia e della meccanica i più zione del rublo dopo un periodo di forte eventi in programma e le strutture di richiesti, ma anche i semilavorati, chivolatilità. Ci pensa adesso la Campania accoglienza. Per il portale ci sono dieci mici, farmaceutici e soprattutto “il bello ad invertire questa tendenza. Sono 600 motivi per visitare l’Italia. E ce ne sono e ben fatto” della moda e dei suoi acle imprese napoletane pronte a sbarcaancora dieci tra territorio, arte e gusto cessori. “E’ l’eccellenza delle imprese re all’ombra del Cremlino, attendono per venire in Campania: camminare campane che attendono i 170 milioni di che vengano abrogate le misure di emnel tempo a Pompei ed Ercolano, sarussi che amano il nostro modo di vebargo per alcuni prodotti imposte dallire la scalinata del Duomo di Amalfi e stire, la creatività ed il nostro cibo”, ha la Ue verso la Federazione Russa. In ammirare il panorama dal belvedere di affermato il console della Federazione 1700 su 23mila imprese campane, già Villa Cimbrone a Ravello, girare tra le Russa in Campania e presidente di intrattengono rapporti commerciali con strette vie di Positano, sentirsi Re nella Confesercenti Campania, Vincenzo quel Paese, tra cui Harmont&Blaine, Reggia di Caserta, salire sul Vesuvio, Schiavo, nel corso di un incontro con Carpisa, Yamamay, Marlen tanto per visitare il centro storico di Napoli ed il circa 500 imprenditori interessati all’incitarne alcune. Ambasciatore delle Museo di Capodimonte, esplorare l’isoternazionalizzazione e a quel mercato, eccellenze campane sarà il maestro la di Capri e la Grotta Azzurra, scoprire con la partecipazione del primo consiGiulio Mogol, designato anche direttole sue eccellenze gastronomiche, rilasgliere dell’ambasciata russa a Roma, re artistico del Palazzetto della Musica sarsi all’ombra delle terme dei Giardini Vitaly Fadeev. “Sviluppare accordi che nascerà nel nuovo complesso di Poseidon di Ischia, sostare sul lungocommerciali, anche grazie al favorevodivertimenti del Magic World ripormare napoletano mangiando un eccelle andamento del rublo ed alle opportato alla luce anche con fondi russi. lente gelato. tunità messe in campo dalla Regione, Insomma, la Federazione Russa può Eduardo Cagnazzi

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L’

Microreti ed asset management per ABB

innovativa soluzione di ABB garantirà una fornitura di energia più affidabile alla città di Anchorage, in Alaska, grazie all’installazione di una microrete che integra anche le energie rinnovabili ABB fornirà una microrete innovativa che unisce batterie e tecnologie di accumulo a volano, progettata per effettuare test di scalabilità e migliorare la stabilità della fornitura di energia per circa 300.000 abitanti della città di Anchorage, in Alaska. Il progetto in scala ridotta, intrapreso dalla Chugach Electric Association, Inc., ha come obiettivo l’identificazione delle tecnologie che consentono l’integrazione di un numero sempre maggiore di rinnovabili, inclusa l’energia eolica a 17 megawatt (MW) proveniente dal parco situato a Fire Island, distante circa quattro chilometri da Anchorage, che opereranno insieme alla batteria di accumulo. PowerStoreTM, la soluzione modulare di ABB, alloggiata in container, unirà le competenze complementari di due tecnologie per l’accumulo energetico: il volano e l’accumulo tramite batterie. Il volano faciliterà l’integrazione dell’alta-

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lenante energia eolica e la batteria servirà per l’accumulo a lungo termine. La batteria ha una capacità di 500 kilowattora con performance fino a 2 MW. “Siamo entusiasti di collaborare con una utility visionaria come Chugach Electric per la realizzazione di questa microrete che, incorporando una soluzione di accumulo ibrida, è in grado di aumentare l’affidabilità della fornitura di energia”, ha dichiarato Massimo Danieli, responsabile della Business Unit Grid Automation di ABB, parte della divisione Power Grids del Gruppo. L’integrazione delle rinnovabili è un elemento fondamentale della Rivoluzione Energetica e uno dei maggiori punti di focalizzazione della nostra strategia Next level.” Il sistema di controllo avanzato ABB, Microgrid Plus, monitorerà la soluzione ibrida assicurando il corretto bilanciamento del carico tra i due mezzi di accumulo. Inoltre, è attrezzato per la manutenzione e il service da remoto. “Questa soluzione all’avanguardia dimostra come la tecnologia di accumulo dell’energia possa spingere la penetrazione delle energie rinnovabili in territori difficili come l’Alaska. Il suo

sviluppo su vasta scala consentirà la realizzazione di nuovi progetti nella regione di Railbelt ma anche in comunità minori dell’Alaska,” ha commentato Paul Risse, Senior Vice Presidente della sezione Power Supply della Chugach Electric. Chugach Electric Association è una utlity leader nel settore dell’energia con sede ad Anchorage, la più vasta città dell’Alaska. Ospita la metà della popolazione del più vasto e scarsamente popolato Stato degli Stati Uniti. ABB ha giocato un ruolo da pioniere nella tecnologia delle microreti, con una comprovata esperienza testimoniata da oltre 40 installazioni in tutto il mondo per un’ampia gamma di applicazioni, come le comunità remote, le reti elettriche su isole, il supporto di rete e i campus di ricerca e industriali. ABB lancia la soluzione di asset management di ultima generazione Asset Health Center 3.0 combina le competenze di ABB nel settore industriale con Cortana Intelligence e Azure, la piattaforma cloud di Microsoft, per fornire informazioni per migliorare la gestione degli impianti ABB lancia oggi a livello globale Asset Health Center 3.0, la sua ultima


Energia pulita ed efficiente per le comunità dell’Alaska grazie alla microrete ABB soluzione per la gestione delle performance degli asset (APM), con un sistema basato su un software che, unito alla piattaforma cloud di Microsoft Azure, consente alle industrie ad alta intensità di attività di migliorare l’efficienza energetica e ottimizzare i costi con benefici per l’intera attività. Asset Health Center 3.0 è un prodotto leader nel suo settore. Frutto di un’esperienza decennale degli sviluppatori di ABB, il suo sistema è basato su analisi predittive e prescrittive e modelli personalizzati in grado di identificare e dare priorità alle emergenti esigenze di manutenzione. Le analisi si basano sulla probabilità di guasto e sulle criticità degli asset. Asset Health Center 3.0 è una componente chiave dell’approccio di ABB, quello cioè di fornire una soluzione olistica che consente di gestire il ciclo di vita completo di una risorsa. Ora disponibile in forma di Software as a Service (SaaS), Asset Health Center 3.0 consente una più semplice e più rapida implementazione nella piattaforma cloud Azure, migliore visualizzazione e analisi dei dati e una più facile integrazione dei modelli predittivi che utilizzano

Cortana Intelligence. “L’ultima generazione di Asset Health Center unisce le competenze di campo incorporate nelle tecnologie di ABB basate su software con la piattaforma cloud Azure di Microsoft, utilizzata su scala globale per fornire una soluzione che consenta alle utility di acquisire nuove conoscenze e guidare il processo decisionale in modo più rapido, cogliendo così nuove opportunità di crescita”, afferma Massimo Danieli, responsabile della Business Unit Grid Automation di ABB, parte della divisione Power Grids del Gruppo. “Rappresenta un altro esempio di come ABB sostenga la rivoluzione energetica come punto di riferimento per consentire una rete più forte, più intelligente e più sostenibile.” Asset Health Center 3.0 è un esempio di come la gamma di soluzioni digitali Ability™ di ABB avvicini i clienti all’Internet of Things, trasformando idee in azioni dirette per generare valore per il cliente. E’ anche una componente chiave del concetto di sottostazione digitale di ABB, all’interno della quale raccoglie i dati relativi alle condizioni degli asset per fornire indicazioni e ottimizzare le prestazioni, migliorando l’efficienza

della sottostazione e riducendo i tempi di inattività di trasformatori e interruttori fino al 50 per cento. “Questa nuova versione di Asset Health Center rappresenta un altro successo nato dalla collaborazione di lunga data con ABB. Lavorando insieme, ABB e Microsoft continuano a potenziare la trasformazione digitale dell’industria facendo affiorare informazioni di business basate sui dati in settori come i trasporti, l’energia, l’acqua, e le utility del gas”, ha dichiarato Caglyan Arkan, direttore generale, Manufacturing & Resources, Microsoft Corp. ABB (ABBN: SIX Swiss Ex) è un leader tecnologico all’avanguardia nei prodotti per l’elettrificazione, nella robotica e nel controllo di movimento, nell’automazione industriale e nelle reti elettriche al servizio dei clienti nelle utility, nell’industria, nei trasporti e nelle infrastrutture a livello globale. Continuando una storia di innovazione lunga più di 125 anni, oggi ABB sta scrivendo il futuro della digitalizzazione industriale e guidando la quarta rivoluzione industriale ed energetica. ABB opera in oltre 100 paesi con circa 135.000 dipendenti. Cosimo Brudetti

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Angelo Deiana riconfermato Presidente Confassociazioni

“Grato per la riconferma. Siamo in crescita, siamo competenti, propositivi e uniti per innovare l’Italia”

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ono grato agli oltre 466mila soci di Confassociazioni e ai loro delegati per la mia riconferma, per acclamazione, alla presidenza della nostra Confederazione. E’ anche per questo che la programmazione delle iniziative di Confassociazioni per il 2017 e per i prossimi anni includerà una serie di progetti volti ad azioni concrete e condivise per un futuro di sviluppo e benessere del nostro Paese. Siamo in un momento cruciale in cui non possiamo sottrarci al nostro ruolo di azionisti del nostro Paese”. Lo ha dichiarato Angelo Deiana, Presidente di Confassociazioni, a margine della conferenza stampa che si è tenuta a Roma, presso la sede dell’Università Mercatorum nello storico Palazzo Costaguti. “I numeri della nostra crescita dimostrano che il nostro modello di rete si è palesato vincente - ha continuato Deiana - In tre anni e mezzo siamo cresciuti oltre ogni nostra aspettativa. 273 organizzazioni professionali tra soggetti di primo e secondo livello che riuniscono più di 466mila professionisti, circa 122mila imprese (con dimensione media di 4,5 addetti) e rappresentano una parte fondamentale del sistema nervoso dell’economia italiana. Un sistema che genera il 9% del PIL del Paese (il 21% se si considerano le aziende collegate) di cui il 43% è fatto di professioniste donne e il 57% di professionisti uomini. Un universo formato da un 59% di lavoratori dipendenti e da un 41% di Partite IVA di cui il 22% fatto di imprese, più di 122mila con 4,5 dipendenti medi. Senza dimenticare che è di grande interesse anche la nostra distribuzione degli iscritti per fasce d’età. Una distribuzione che rende merito del

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nostro essere una parte importante della classe dirigente del nostro Paese”.

Fascia 1 - Tra 0 e 18 anni - 100 iscritti circa Fascia 2 - Tra 18 e 24 anni - 7.000 iscritti circa Fascia 3 - Tra 24 e 30 anni di età - 28.000 iscritti circa Fascia 4 - Tra 30 e 36 anni di età 27.000 iscritti circa Fascia 5 - Tra 36 e 42 anni di età 71.000 iscritti circa Fascia 6 - Tra 42 e 48 anni di età 101.000 iscritti circa Fascia 7 - Tra 48 e 54 anni di età 98.000 iscritti circa Fascia 8 - Tra 54 e 60 anni di età 72.000 iscritti circa Fascia 9 - Tra 60 e 66 anni di età 61.000 iscritti circa Fascia 10 - Tra 66 e 100 anni di età 5.000 iscritti circa


E’ per questo che Confassociazioni ha condiviso e deciso di mettere in campo iniziative così importanti per i prossimi anni con la piena consapevolezza che il peso della responsabilità aumenta notevolmente. Il progetto Fondazione, il progetto Previdenza, il progetto Accademia della Politica e della Rappresentanza 4.0, il nuovo profilo di Confassociazioni Giovani con lo sviluppo della visione relativa alle Start-Up presentati recentemente sono il frutto di un lavoro intenso, meditato e condiviso tra i vertici della Confederazione. Insomma si è voluto delineare una programmazione ad hoc considerando le esigenze specifiche dei professionisti associati, concreta rappresentanza di una

parte fondamentale del sistema nervoso dell’economia italiana. “Viviamo in un paese che non ha più una scuola alta di politica - ha continuato Deiana - e noi abbiamo dei doveri nei confronti della nostra Italia. Con il progetto Accademia della Politica e della Rappresentanza 4.0 vogliamo formare la nostra dirigenza e soprattutto i giovani con appuntamenti formativi costanti e un confronto aperto, competente e adeguato con gli attori della politica”. “Confassociazioni ha nel proprio DNA la ricerca dell’innovazione calata nel panorama professionale del nostro Paese - ha proseguito il Vice Presidente vicario della Confederazione, Riccardo Alemanno

- Ciò significa non solo fare rappresentanza per le problematiche di categoria, che ovviamente restano prioritarie per la nostra mission, ma cercare di contribuire, a 360 gradi, alla crescita culturale, umana e politica di coloro che formano o formeranno la c.d. classe dirigente. Da qui l’ambizioso, ma entusiasmante progetto dell’Accademia della Politica e della Rappresentanza 4.0, intesa come governo della polis per il bene comune, e cioè la politica nella sua accezione positiva. Un progetto, questo nostro, che vuole contribuire a colmare un pericoloso vuoto eticoculturale guardando all’evoluzione 4.0 che i nostri tempi dettano” “Tra i punti cardine del mandato fin dal primo giorno - ha dichiarato ancora Deiana - il progetto Fondazione è oggi diventato realtà. La co-

Angelo Deiana struzione di rapporti con grandi partner assicura quei contributi essenziali per procedere su questa linea”. “La costituzione dell’ente con il patrimonio necessario per la realizzazione degli scopi finalizzati al sostegno, sviluppo e crescita delle professioni regolamentate e sue rappresentanze di primo e secondo livello - ha aggiunto Franco Pagani, Vice Presidente Confassociazioni con delega a Giustizia e Università - è il naturale obiettivo come ha già affermato il presidente Deiana, che ci eravamo prefissati per dare concreto compimento attuativo agli scopi della nostra Confederazione. Alla rappresentanza, condivisione e sinergia di rete si aggiunge, quindi, il sostegno della Fondazione di Confassociazioni al fine di dare contenuti diretti di sviluppo e rilanciare il capitale intellettuale professionale nel ruolo di volano per l’intera economia del paese”. “Lo vogliamo ribadire ancora una volta: noi siamo azionisti (e non obbligazionisti) del nostro Paese. La nostra visione e il nostro modus operandi guarda alla costruzione di ciò che è necessario per il futuro prossimo venturo piuttosto che proporre soluzioni emergenziali - ha concluso il Presidente Confassociazioni, Angelo Deiana. L’essere diretti, corretti, reputazionalmente solidi, il correre con i primi senza dimenticare gli ultimi rappresenta il fil rouge del tessuto umano e professionale della Confederazione tutta e di ogni suo singolo professionista aderente. E’ per questo che siamo pronti ad essere un punto di riferimento per i professionisti di tutto il Paese. Che sia una richiesta di visione, che sia la necessità di avere un fondo di previdenza complementare o un fondo sanitario, che sia costruire un orizzonte futuro come la Fondazione, la lezione è una sola: Noi ci siamo. Confassociazioni c’è”. Fabrizio De Cesare

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WEGH, omologa di RFI per le traverse con tappetino W

EGH Group SpA amplia la gamma dei prodotti realizzati nei propri stabilimenti e destinati all’infrastruttura ferroviaria, con l’ottenimento dell’omologa, da parte di Rete Ferroviaria Italiana, delle traverse USP – Under Sleeper Pad con tappetino sotto traversa. Il tappetino è applicato sulla superficie inferiore della traversa o del traversone a contatto con la massicciata. E’ composto da una parte che ha la funzione di ancoraggio alla traversa stessa e da una parte elastica a contatto

con il ballast. Il corretto posizionamento degli USP sulla faccia inferiore delle traverse avviene in automatico con un’apposita macchina approvata da RFI e realizzata da WEGH Sezione Impianti Divisione OLMI, che garantisce la qualità e l’omogeneità del processo di produzione. L’USP, evitando l’attrito tra il cemento e il pietrisco della massicciata, migliora la di-

stribuzione dei carichi e permette di ottenere un significativo incremento del ciclo di vita del ballast. Le prove richieste per l’omologa di questi nuovi prodotti sono state eseguite in collaborazione con l’ente certificatore RINA e si sono concluse nel 2016. Le traverse USP costituiscono un prodotto innovativo per Rete Ferroviaria Italiana, in quanto consentono di ridurre la frequenza degli interventi di rincalzatura e di sostituzione della massicciata. Fabrizio De Cesare

Avvocato Carmela Ragone

ADV AM editori srl

Settore Trasporti Marittimi e Terrestri Diritto Commerciale e di Impresa 84123 Salerno - Corso Vittorio Emanuele 126 - Tel.: 089 9781599 – 84091 Battipaglia (Sa) - Via G. Palatucci 17/b - Tel.: 0828 672845

50 - febbraio 2017

Cell. 3337685658 – E-mail: carmelaragone@tiscali.it


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Mostra d’Oltremare tutti pazzi per i droni

A Napoli, dal 10 al 12 marzo, tutte le novità di settore e le regole per amatori e professionisti Prove di volo e un B2B Day sulle opportunità del settore

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d un mese dalla fiera “Droni in Mostra”, in programma a Napoli alla Mostra d’Oltremare dal 10 al 12 marzo prossimi, l’esposizione dalla doppia anima è già un appuntamento imperdibile per migliaia di persone, adulti e bambini, amatori e professionisti, che hanno richiesto l’accredito per il convegno “B2B Day” del 10 marzo e prenotato online i biglietti per l’evento “Napoli Drone Show” dei giorni 11 e 12 marzo. L’attesa rassegna presenterà le novità e consentirà a tutti di seguire le evoluzioni di piloti professionisti ma darà anche, su prenotazione, la possibilità di pilotare in prima persona nella fly-zone scenica più grande d’Italia. Napoli Drone Show: gli spettacoli, le novità, i centri di addestramento al pilotaggio remoto, e le nuove opportunità lavorative. Ci saranno persino prove su simulatori di volo FPV (first person view) in ambiente protetto, per adulti e

ragazzi. Tra le iniziative della Mostra, anche “VR CARDBOARD” che include, nel costo del biglietto di 10 euro, anche il kit per trasformare il proprio smartphone in un visore 3D full immersion. In programma anche DJI New Pilot Experience™ - format di intrattenimento realizzato dall’azienda leader di settore; uno spettacolo di volo sincronizzato con luci e musica, in sinergia con il gruppo Parkour Napoli. E infine le Pro-Racers MeetUp, sessioni di volo tra professionisti effettuate in fly-zone scenica. Corsi di avvicinamento, centri di addestramento riconosciuti, servizi di assicurazione, negozi di modellismo statico e dinamico, persino servizi di personalizzazione, prototipazione rapida, stampa 3d e distribuzione gadget gratuiti, completano il calendario eventi. Un workshop tecnico, in programma venerdì 10 marzo al Teatro Mediterraneo

(sala Italia), aprirà l’evento sui temi dedicati allo stato dell’arte delle soluzioni high-end e all’importanza della formazione e del controllo per lo sviluppo e la tutela del settore. All’incontro parteciperanno istituzioni, ordini professionali, università e diverse associazioni di settore che affronteranno gli sviluppi professionali e risponderanno alle domande sulla regolamentazione del volo SAPR, oggi sempre più utilizzato per azioni di tutela del territorio, monitoraggio e pattugliamento dell’area “Terra dei fuochi”, ottimizzazione del piano di evacuazione Zona Rossa, prevenzione e contrasto infestazioni, verifica degli impianti fotovoltaici, e tanto altro. L’innovazione inizia fin dalla pagina facebook ufficiale dell’evento, dove è al lavoro “Javis”: il simpatico chatbot che risponde alle domande più comuni, come gli orari, gli alberghi, le informazioni per disabili e che tiene informati gli utenti sugli eventi in programma.

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aziende / porto&diporto

Nel 2016 cresce il numero delle imprese salernitane I dati della dinamica delle imprese registrate presso la Camera di Commercio

S

i mantiene positivo il bilancio imprenditoriale del 2016 della provincia di Salerno, con un incremento di 1.409 imprese, confermando così il tasso di crescita dell’1,2% già registrato nei 12 mesi precedenti. L’incremento è superiore a quello registrato a livello nazionale (0,7%) e più contenuto del risultato del sistema regionale (1,6%), sul quale incide, in particolare, il positivo andamento dell’imprenditoria dell’area metropolitana di Napoli. Anche i risultati nazionali e campani confermano in pieno la dinamica registrata nel 2015. La nati-mortalità imprenditoriale scaturisce dal saldo tra la dinamica delle nuove iscrizioni di imprese (7.968) e quella delle chiusure di attività (6.559): entrambe presentano un leggero incremento rispetto a quanto rilevato nel 2015. Esaminando l’andamento degli ultimi

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dieci anni, appare evidente non solo che la provincia di Salerno ha sempre conseguito un bilancio demografico positivo, ma soprattutto che a partire dall’anno scorso il tessuto imprenditoriale salernitano riprende un ritmo di crescita pre-crisi. Analizzando i dati per forma giuridica, risulta confermata la crescita delle società di capitale (1.757 in più) che presentano l’incremento più significativo (6,6%), analogo a quella rilevato nell’anno precedente. Mantengono un tasso di crescita negativo invece le imprese individuali (-0,2%) e le società di persone (-1,9%). Si rileva la consueta maggiore dinamicità che contraddistingue le imprese individuali: 4.990 iscrizioni a fronte di 5.147 cessazioni. I diversi andamenti della dinamica per forma giuridica modificano le caratteristiche della struttura imprenditoriale salernitana, a favore delle società

di capitale che conquistano, rispetto all’anno scorso, due punti percentuali, rappresentando ora il 24% dell’intera struttura. I risultati dei singoli settori confermano in buona parte la dinamica del 2015. Prosegue la crescita delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (3,8%) e dei servizi destinati alle imprese (3%). In leggero aumento le attività commerciali (0,7%). Sostanzialmente stabili le attività manifatturiere (0,2%) e le costruzioni (0,1%). Modesta la contrazione imprenditoriale del settore agricolo (-0,2%). Questo, in sintesi, è quanto emerge dalle elaborazioni dei dati Infocamere effettuate dall’Osservatorio Economico provinciale della Camera di Commercio di Salerno. Sandro Minardo


formazione / porto&diporto

“Fondazione G. Caboto” supera i 100 diplomati

L’

I.T.S. “Fondazione G. Caboto” continua il suo straordinario percorso di crescita superando i 100 diplomati, a seguito della cerimonia di consegnaa dei diplomi per i 41 giovani allievi che hanno conseguito il titolo a dicembre 2016. Uno storico traguardo che testimonia la formula vincente rappresentata dal sistema I.T.S., e dal Caboto in particolare, quale cerniera tra il mondo della formazione e quello del lavoro, in grado di garantire una occupazione certa. Come di consueto, ai diplomati in “Tecnico Superiore per la mobilità delle persone e delle merci – Conduzione del Mezzo e Gestione Apparati” è stata consegnata la lettera di impegno all’assunzione da parte delle aziende che hanno preso parte al processo formativo: Amoretti Armatori Group, Calisa Novella, Carboflotta, Finaval, Fratelli d’Amico, Gruppo d’Amico, Italia Marittima, ENI lng Shipping e Premuda. Tali numeri eccezionali sono testimoniati da una crescita continua dell’I.T.S. Caboto dall’anno in cui è stato istituito, nel 2010 con la nascita della Fondazione. All’avvio dei corsi nel 2011, infatti, hanno preso parte circa 60 allievi, mentre oggi tra allievi in aula e a bordo l’Istituto ha in carico circa 170 ragazzi. Nello stesso periodo le domande sono quasi triplicate, grazie anche ad un tasso occupazionale per i diplomati vicino al 100%. “L’I.T.S. Caboto continua a crescere e ad investire per rispondere alle necessità del comparto marittimo”, ha dichiarato il Presidente Cesare d’Amico. “Dare una concreta opportunità di cre-

scita e futuro a questi 41 giovani allievi è un compito che ci siamo prestabiliti e che, grazie alla collaborazione delle compagnie armatoriali che sono partner di questo progetto, siamo riusciti a portare avanti, a testimonianza del ruolo fondamentale svolto dagli I.T.S.”. La fondamentale importanza del cluster marittimo italiano appare subito evidente se si guarda al contributo che questo dà al Pil del Paese (32,6 miliardi di euro) e all’occupazione (2% della forza lavoro, pari a 471 mila persone tra addetti diretti ed indotto). Al contempo, negli ultimi anni è emersa la necessità da parte delle società armatoriali di poter disporre di personale qualificato: secondo un report di Bimco, lo scarso numero di ufficiali disponibili all’impiego a bordo delle navi di tutto il mondo è insufficiente a

soddisfare la domanda degli armatori, e la forbice è destinata ad aumentare dalle attuali 16.500 unità alle quasi 150 mila nel 2025. Da questi dati emerge quindi con forza la necessità da parte dei protagonisti dell’Economia del Mare di fare squadra e formare lavoratori marittimi altamente qualificati, attingendo dal sistema degli I.T.S. Questi rappresentano l’anello di congiunzione tra le richieste del mondo del lavoro e quello della formazione, grazie ai percorsi di alternanza previsti e all’inserimento strutturale di docenti provenienti dal mondo dell’impresa: una didattica esperienziale la cui qualità è stata certificata anche mediante l’attribuzione di fondi premiali. Nel corso dei due anni di formazione gli allievi dell’I.T.S. Caboto alternano a circa 1.500 ore di lezione tre periodi di imbarco per un totale di 3.000 ore e 12 mesi sempre retribuiti, necessari al conseguimento del titolo di ufficiale. In quanto realtà affermata nel settore, l’I.T.S. Caboto ha dato vita ad un circolo virtuoso che ha consentito di aumentare il numero di compagnie armatoriali partner: nata nel 2010 con la sola d’Amico Società di Navigazione come socio fondatore, oggi conta sul sostegno di undici società: d’Amico, F.lli d’Amico, Carboflotta, Finaval, Italia Marittima, RBD Armatori, Amoretti Armatori Group, ENI lng shipping, Calisa (O. Novella), Premuda e Finbeta. Fabrizio De Cesare


aerolinee / porto&diporto

Volotea, forte incremento passeggeri da Capodichino V

olotea, la compagnia aerea che collega città di medie e piccole dimensioni, vola sempre più in alto e taglia un altro importante traguardo a Napoli: nel 2016 sono stati infatti circa 280.000 i passeggeri che hanno scelto la low cost per i propri spostamenti da e per la Campania, con un incremento del +62% rispetto al 2015. “Concludere l’anno all’insegna del successo è un’ulteriore conferma di come la nostra strategia si sposi perfettamente con le esigenze di viaggio dei nostri passeggeri – ha affermato Carlos Muñoz, Presidente e Fondatore di Volotea – Dall’avvio delle nostre attività, ci siamo impegnati per ampliare il nostro network di destinazioni e, a giudicare dai risultati ottenuti, crediamo di essere riusciti a fare breccia nel cuore dei nostri passeggeri. Siamo orgogliosi di aver registrato un’importante crescita presso lo scalo di Napoli dove, per il 2017, continueremo ad investire incrementando del +31% il numero rotte disponibili. I risultati ottenuti nel 2016 – conclude Muñoz - ci fanno affrontare con rinnovato entusiasmo il nuovo anno: ci auguriamo di raggiungere presto nuovi traguardi a Napoli e nel resto

del nostro network. Dalla Campania saremo in vendita nel 2017 con più di 618.700 posti (+41% vs 2016) e opereremo circa 4.900 voli verso 17 destinazioni.” “Significativo l’investimento, grazie ad un network voli di tutto rispetto quest’anno, della compagnia – dichiara Armando Brunini CEO Gesac, Aeroporto Internazionale di Napoli – con risultati molto lusinghieri relativi al traffico passeggeri registrato su Napoli. Grazie all’ulteriore incremento delle rotte di Volotea si potrà volare da Napoli verso la Grecia, la Francia e le principali città italiane, cosa che sarà molto apprezzata da tutto il pubblico campano con ulteriori risultati positivi della compagnia sul nostro scalo”. Il vettore insieme al management dell’aeroporto di Napoli, ha ideato un ventaglio di destinazioni ricchissimo, che prevede 7 collegamenti in Italia (Cagliari, Genova, Olbia, Trieste, Verona, Palermo e, novità 2017, Catania), 4 in Francia (Bordeaux, Marsiglia, Nantes e Tolosa, nuova rotta per l’estate 2017) e 6 in Grecia (Creta, Mykonos, Santorini, Skiathos e le new entry Zante e Preveza Lefkada). La compagnia, che nel 2012 aveva

De Nigris

2 basi operative (Venezia e Nantes) potrà contare su 9 basi nel 2017: Venezia, Nantes, Bordeaux, Palermo, Strasburgo, Asturie, Verona, Tolosa e Genova, la cui inaugurazione è prevista ad aprile. Nel corso del 2017 la low cost aggiungerà più di 40 nuove rotte operando un totale di 240/250 collegamenti in 79 città di medie e piccole dimensioni in 16 Paesi europei: Francia, Italia, Spagna, Germania, Grecia, Croazia, Repubblica Ceca, Israele, Albania, Moldavia, Portogallo, Malta, Regno Unito, Austria, Irlanda e Lussemburgo. Volotea stima, infine, di trasportare 4,3 milioni di passeggeri nel 2017. Volotea potrà contare quest’anno su una flotta di 28 aeromobili, grazie all’arrivo di 6 Airbus A319 aggiuntivi, per un totale di 10 Airbus A319 e 18 Boeing 717. Più del 40% dei voli in programma per il 2017 verranno operati con gli Airbus A319. La capacità degli A319 in termini di durata del volo permetterà inoltre al vettore di operare rotte più lunghe, approcciando così nuovi mercati. Mentre il Boeing 717 ha una capacità di volo pari a 2.500 km, l’Airbus A319 può volare per ben 3.500 km.

Partners

Studio Legale Salerno

STUDIO LEGALE DE NIGRIS & PARTNERS fornisce alle imprese che operano a livello italiano ed europeo, in ambito portuale ma non solo, un’assistenza legale adeguata alle esigenze di un mercato sempre più globale. Lo studio opera su tutto il territorio nazionale italiano, direttamente e con l’ausilio di avvocati collegati, nei settori del diritto civile, del diritto della navigazione, del diritto societario e commerciale, del lavoro d’impresa e della responsabilità in genere. Avv. Orazio De Nigris - Patrocinante in cassazione Corso Vittorio Emanuele, 54 - febbraio 2017 P.tta Barracano, 6 - 84123 - Salerno Tel. +39 089234376 - info@studiolegaledenigris.it - www.studiolegaledenigris


nautica / porto&diporto

Aumento retroattivo canoni demaniali per i porti turistici

Confindustria Livorno Massa Carrara interviene sulla sentenza della Corte Costituzionale

I

l 27 gennaio scorso la Corte Costituzionale ha emesso la sentenza che dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale della norma, pertanto i Porti turistici dovranno pagare i canoni arretrati. L’aumento retroattivo dei canoni demaniali è stato introdotto con la Finanziaria per il 2007 e da allora è stato oggetto di un contenzioso decennale in diverse sedi civili e amministrative. Sia il Consiglio di Stato che il TAR Toscana, con tre separate ordinanze, avevano sospeso il giudizio e rimesso la questione alla Corte Costituzionale affinché si pronunciasse sulla legittimità dell’applicazione della normativa ai Porti turistici, modificando unilateralmente, a posteriori, le condizioni dei contratti firmati dagli investitori con lo Stato. Tuttavia nella sentenza di venerdì, dopo aver dichiarato inammissibile l’intervento dell’Unione Nazionale dei Cantieri e delle Industrie Nautiche - Confindustria Nautica, e delle associazioni Federturismo - Confindustria e Assomarinas – Associazione italiana porti turistici, nel dichiarare non fondata la questione, la Corte fornisce una chiarissima indicazione in merito all’applicazione dei nuovi parametri tabellari, che mostra di tenere conto delle dife-

Matteo Italo Ratti se delle parti private, stabilendo che i valori tabellari devono essere applicati alle consistenze, cioè all’area e allo specchio acqueo, oggetto dell’atto di concessione. Recita la sentenza della Corte: “Un’interpretazione costituzionalmente corretta della disposizione in esame impone, quindi, la necessità di considerare la natura e le caratteristiche dei beni oggetto di concessione, quali erano all’avvio del rapporto concessorio, nonché delle modifiche succes-

sivamente intervenute a cura e spese dell’amministrazione concedente”. Deve quindi essere esclusa l’applicabilità dei nuovi criteri commisurati al valore di mercato, alle concessioni non ancora scadute che prevedano la realizzazione di impianti ed infrastrutture da parte del concessionario, ivi incluse quelle rilasciate prima del 2007. Matteo Italo Ratti, Presidente della Sezione Cantieristica e Nautica di Confindustria Livorno Massa Carrara e amministratore delegato del Porto Marina Cala de’ Medici, commenta la sentenza: “Dopo anni di ricorsi, questa sentenza dà una prima indicazione in merito a come calcolare il canone da pagare annualmente allo Stato, soprattutto in un momento dove la nautica ha estremamente bisogno di certezze. Questo provvedimento distenderà i rapporti con le amministrazioni locali – continua Ratti – che fungono solo da enti esattori, perché i proventi sono destinati allo Stato e non ai Comuni. L’auspicio – conclude Ratti – in attesa della conclusione dei ricorsi pendenti, è quello di avviare con le amministrazioni comunali un confronto costruttivo per la rideterminazione del canone in conformità del chiaro principio affermato dalla Corte Costituzionale”. Italo Merciati

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nautica / porto&diporto

Isa Yachts svela il nuovo 141 super sportivo

Palumbo Group annuncia la nomina di Francesco Carbone nuovo general manager della Divisione Yachting

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alumbo Group e l’Amministratore Delegato Giuseppe Palumbo hanno annunciato la nomina di Francesco Carbone come nuovo General Manager della divisione Yachting. Francesco Carbone approda in Palumbo dopo l’esperienza in Admiral-Tecnomar, dove ha avuto una lunga e apprezzata carriera come Sales Director and President della divisione Americana per otto anni, contribuendo alla rapida crescita dell’azienda. Prima di questo incarico, ha lavorato per otto anni come Head of the Strategic Business Unit nel Gruppo Natuzzi – il più grande produttore di divani e complementi di arredo quotato a Wall Street. Francesco Carbone è laureato in legge e ha conseguito un master in business administration. “Francesco conosce l’industria nautica in tutti i suoi aspetti. La sua professionalità, la preparazione e l’esperienza riguardo i mercati internazionali saranno fondamentali per portare i nostri brand a raggiungere gli obiettivi prefissati. La recente acquisizione di lSA Yachts conferma le nostre strategie a lungo termine” ha dichiarato Giuseppe Palumbo a proposito del nuovo incarico di Francesco Carbone. Francesco Carbone ha così commentato la sua nuova sfida: “Sono entusiasta per l’opportunità che mi è stata affidata. Con 50 anni di esperienza nella costruzione di navi e yacht, un forte approccio familiare ed una solida struttura finanziaria sono certo che si possano raggiungere obiettivi importanti”. Intanto nei giorni scorsi ISA Yachts ha svelato i nuovi dettagli del secondo modello della nuova linea ISA Super Sport, annunciata durante l’ultimo Monaco Yacht Show 2016. Questa gamma, disegnata da Marco Casali, è composta da due modelli (121 e 141) realizzati in materiali compositi e concepita come una naturale evoluzione della fortunata gamma ISA

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SPORT. Una linea che mette in risalto la sua natura sportiva e fonde le line inconfondibili con uno stile ispirato alle ultime tendenze del mondo automotive. Allo stesso tempo mantiene inalterate le caratteristiche di abitabilità del modello originale. Isa 141 Super Sportivo Il progetto 141 Super Sportivo spicca per un profilo dinamico e al contempo elegante, mantenendo lo stile e la classe propri del cantiere. Con volumi maggiori rispetto a quelli della sorella minore, il 141 ha il suo cuore pulsante nell’ampio e largamente equipaggiato flying bridge con un T-top ispirato allo storico design ISA. Il pozzetto è concepito su più livelli, così da regalare all’armatore e ai suoi ospiti differenti modalità di approccio al mare, con un particolare accento sul design delle scale, che riporta alla mente l’architettura barocca italiana. Una scala con tre aree prendisole, vasca idromassaggio, divani e tavolo da pranzo, oltre a un American bar collegato direttamente al pozzetto. Il tutto è

servito da numerose aree di stivaggio. Una caratteristica unica di questo yacht è la scala che collega direttamente il ponte inferiore con la beach-area. I gradini si trovano sotto il fondo vetrato della piscina: una soluzione che regala uno spettacolare gioco di luci sul ponte inferiore, interrompendo il corridoio e trasformandolo in un luogo di pura emozione. La beach-area prodiera può essere totalmente riparata con tende da sole e – grazie alle sue generose dimensioni - consente all’equipaggio di servire il pranzo o la colazione agli ospiti senza dover attraversare il salone. Numerose le possibilità di personalizzazione della cabina armatoriale, che può ospitare una piattaforma privata abbattibile, creando così un accesso diretto al mare e regalando un panorama unico anche la notte, grazie alla possibilità di avere una porta scorrevole interamente in cristallo. Il ponte inferiore può ospitare 3, 4 o 5 cabine mentre l’area dedicata all’equipaggio, accessibile direttamente dal-


Francesco Carbone l’esterno, conta 4 cabine. Su questo ponte si trova anche la cucina, collegata agli altri ponti grazie a un passavivande, che garantisce il miglior servizio possibile in ogni area. Nel garage trova posto un tender di 5 metri, al quale si aggiungono due jet sky, uno per lato. Il design del nuovo ISA 141 Super Sportivo è la perfetta fusione di linee veloci ed eleganti con uno stile classico e senza tempo: tutto perfettamente integrato con lo stile custom di ISA Yachts. Riccardo Russo

Specifiche tecniche

Materiale scafo: GRP Materiali sovrastruttura: GRP LFT: 43.60 m LWL a pieno carico: 36.50 m Baglio max: 8,69 m (circa) Pescaggio a pieno carico: 1.52 m

Serbatoio acque nere/grigie: 7540 l Motori: 2xMTU 16V4000M93L Potenza motori: 2x3440 KW @ 2100 RPM Velocità massima: 32 nodi Velocità di crociera: 26 nodi

(circa) Dislocamento a pieno carico: 240 t (circa) GT: 298 gt (circa) Serbatoio carburante: 31000 l Serbatoio acqua: 5000 l

About Palumbo Group

Palumbo inizia la sua attività nel 1967 come piccola carpenteria di supporto al mercato locale di riparazione navale. Oggi la società è un gruppo diviso in due divisioni principali (shipping commerciale e yachting) e sei differenti basi. Oggi Palumbo rappresenta il maggiore centro per la manutenzione e il refitting e conta un network in costante espansione in Mediterraneo. Palumbo è un gruppo internazionale con un forte approccio familiare. Il gruppo ha celebrato mezzo secolo di storia ricco di risultati significativi ed è cresciuto fino a diventare uno dei principali protagonisti dell’industria nautica e sta sviluppando la propria crescita e la propria reputazione nel mondo degli yacht di lusso sia per quanto riguarda le nuove costruzioni sia nell’ambito del refitting e delle riparazioni. La divisione “new build” che ha operato col marchio Columbus Yachts dal 2008, recentemente ha accolto nel gruppo ISA Yachts, uno dei brand internazionali più famosi nell’industria dei superyacht.

Studio Legale Castaldo, Magliulo & Associati

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Diritto marittimo

Diritto commerciale

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Diritto societario

Contenzioso

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nautica / porto&diporto

I diportisti della Campania entusiasti del Nauticsud 2017 Grande successo e partecipazione da tutta Italia, privati e società di charter puntano a Napoli

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iportisti e società di charter puntano a Sud per l’acquisto della prima barca, per cambiare il proprio natante, acquistare motori, gruppi elettrogeni o attrezzature varie, ampliare la propria flotta come servizio charter e cercare curiosità da mettere in gioco in vista dell’estate. E’ il grande successo registrato per la 44° edizione del NauticSud, Salone Internazionale della Nautica, inaugurato il 2017 dalla Mostra d’Oltremare con i vertici dell’Associazione Nautica Regionale Campana, con 400 imbarcazioni in mostra ed un’area espositiva di 30 mila mq. Ottimismo tra gli espositori che hanno trascorso la settimana tra registrazione di schede clienti compilate in fiera ed invio dei primi preventivi, confermando appuntamenti nel pomeriggio tra gli stand per continuare trattative avviate nel fine settimana ed accogliere clienti di Nord e Sud Italia che hanno scelto Napoli, come madrina della nautica da

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diporto. Del resto i brand in esposizione sono stati veramente tanti e tutti di prestigio. Tra questi marchi rinomati come Rio Yachts con i modelli Paranà 38, Espera 34 e Colaro 44; Azimut, Tornado, Cranchi, Salpa con la doppia versione del 23 piedi, in versione fuoribordo ed entro bordo per promuovere il concetto di campeggio nautico, ed il modello 38x. Gagliotta con la nuova linea Lobster, dal 35 ai progetti dei Lobster 42 e 48 già in fase di realizzazione, Fiart con modelli storici e gli ultimi modelli di ritorno dalle fiere all’estero, MV Marine con la linea di gommoni Mito 31 e 45 e Vesevus 35, che hanno conquistato il mercato americano ed ancora Soft Marine di Vincenzo Castagnola, la Hi – Performance Italia di Antonio Schiano presenterà per la prima volta a Napoli i motori fuoribordo 400 R Mercury Racing, è inoltre presente con le barche: Quicksilver 755 weekend, Quicksilver 675 open e Quicksilver 555 open. La società Ipec Mare è presen-

te con la nuova linea Solaria Beach. Italiamare con i marchi Jeanneau, Prestige e Sessa Marine. La società Nautica Mediterranea Yachting espone in anteprima la Ranieri International Next 37 e i motori Suzuky super tecnologici 150 e 175 AP. Il Centro Nautico Marinelli come concessionari Honda presenta il 4, 5 e 6 cv ed espone in anteprima assoluta il nuovo modello di gommoni Luxury 5,80. Gli appuntamenti con la nautica sono continuati con un dopo salone nelle settimane successive al Marina Molo Luise dove i cantieri Azimut e Gagliotta, come iniziativa privata, hanno dato appuntamento alla propria clientela per le prove a mare, a cui si potrà partecipare solo su registrazione diretta con i due cantieri nautici, fino al 5 marzo a Mergellina. Tra le varie manifestazioni che hanno arricchito il Salone da segnalare il convegno su “I Porti del Mediterraneo”, un meeting per analizzare la situazione degli approdi nel Mediterraneo,


dal punto di vista delle infrastrutture e l’accoglienza per i diportisti, dall’accessibilità alle aree marine protette alle nuove normative europee relative alle concessioni demaniali. “Un convegno - spiega Renato Martucci, vice presidente Anrc e consigliere nazionale Ucina - che ci permetterà di chiarire le novità legislative e i regolamenti per la navigazione nelle Aree Marine Protette, con una finestra

sull’Europa e sul Mediterraneo”. E sugli argomenti in questione è intervento infatti Pietro Spirito, neo presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Tirreno Centrale: “Lo sviluppo della nautica da diporto, nelle nuove forme che questo mercato sta assumendo, costituisce tema di attenzione strategica per l’Autorita di Siatema Portuale del Tirreno Centrale. I porti di Napoli, Castellammare e Salerno, con

le proprie specifiche caratteristiche possono essere infrastrutture di supporto per la crescita del settore. Siamo disponibili, in cooperazione con gli imprenditori del settore, a definire piani comuni di marketing finalizzati al consolidamento di una ripresa. Ci farebbe piacere che nella prossima edizione di Nauticsud, assieme alla Fiera d’Oltremare, si possono definire iniziative del Salone da svolgere anche in porto”.

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nautica / porto&diporto

15° SEATEC 2017 Excellence only!

Le eccellenze della fornitura e subfornitura nautica in mostra a supporto della cantieristica da diporto italiana

L’

Italia è il primo esportatore mondiale nel comparto della cantieristica nautica. Nel 2015 la cantieristica nautica italiana ha esportato yacht e imbarcazioni da diporto e sportive per un valore di 1,7 miliardi di euro pari a oltre il 16% dell’export mondiale (fonte UCINA (2016) “La nautica in cifre – analisi di mercato per l’anno 2015”.) Per numero di addetti e fatturato, la cantieristica italiana vede la sua massima concentrazione nel distretto tirrenico della nautica delle province di La Spezia, Massa-Carrara, Lucca, Pisa e Livorno. Il fatturato generato dalle imprese di questo distretto è pari a 709 milioni di euro, corrispondente al 40,1% del fatturato nazionale della cantieristica nautica (Ucina 2016); l’export complessivo costituisce circa il 30% del export nazionale di navi e imbarcazioni. Il comparto della nautica tuttavia, oltre a essere costituito dai grandi cantieri, è affiancato da altre piccole e medie aziende dell’accessoristica, componentistica e della catena di subforni-

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tura, caratterizzate da un alto livello qualitativo e tecnologico. La Toscana è la regione italiana con la maggiore concentrazione di imprese nel settore: 535 imprese del diporto e oltre 3.000 addetti. Queste 535 sono imprese di produzione cantieristica nautica, ma se si considera il sistema produttivo nautico nel suo complesso, tenendo conto oltre che della produzione cantieristica, anche delle altre attività della filiera (subfornitura, servizi e riparazioni, commercio e noleggio) il dato oscilla intorno alle 2000 imprese, con quasi 12.000 addetti, come riportato nel rapporto di ricerca sulla filiera nautica “Dinamiche e prospettive di mercato della filiera nautica del diporto – quarta edizione”, curato da CNA Nautica. E’ in questo contesto che si colloca Seatec; la manifestazione dedica, come ogni anno, ampio spazio a seminari e conferenze, che rappresentano uno strumento di approfondimento per l’industria. Tra i temi più caldi della stagione ci sono l’attenzione alla mobilità ridotta degli utilizzatori di imbarcazioni,

intesa sia come disabilità, in senso lato, che come inabilità, ovvero diminuita capacità fisica, ancora una volta in senso lato, di un’utenza che sta invecchiando. Il tema viene affrontato e dibattuto nel contesto dell’assegnazione dei premi di design Myda e Quasar tra le due giurie e i concorrenti ai premi, analizzando le soluzioni per facilitare la fruizione dell’imbarcazione, sia a vela che a motore da parte di disabili e inabili. Inoltre, sullo stesso tema, grazie alla collaborazione con SENAF, nell’ambito dell’iniziativa Disability on Board, si terrà il workshop organizzato da Exposanità “Nautica accessibile: infrastrutture ed imbarcazioni per un’ utenza ampliata” con l’obiettivo di ripensare i luoghi della nautica e gli strumenti per navigare affinché siano accessibili ad un pubblico più ampio possibile, che comprenda anche tutti coloro che hanno disabilità fisiche o cognitive. Sempre a cura di SENAF, con Technology Hub, il 30 marzo si terrà il convegno “Materiali innovativi e additive manufacturing in rapporto costante, tra nuove soluzioni


per la prototipazione e la produzione professionale.” Un altro importante tema più che mai all’ordine del giorno è la sicurezza informatica a bordo, o cyber security: l’argomento sarà affrontato sia da Ethos Media Group, attraverso le parole del ricercatore Filippo Novario che discuterà di esperienza e pratica sulla sicurezza fisico-logica, che da Rina Academy, che discuterà sulle misure volte a migliorare la sicurezza informatica in mare, illustrandone le linee guida ed approfondendo la comprensione e la consapevolezza degli aspetti chiave di questa tematica attraverso l’analisi dei punti di vulnerabilità delle navi e degli yacht. Sempre da Rina Academy verrà affrontato anche il tema della zavorra liquida a bordo o water ballast, analizzando anche la convenzione internazionale per il suo controllo e gestione a bordo delle navi e dei relativi sedimenti. Caputistudio, con la voce del suo manager architetto Gianluca Caputi, parlerà del progetto VR4YD, Realtà Virtuale per Yacht Design,applicazione di realtà virtuale per le industrie dello yachting con l’obiettivo di fornire a progettisti e cantieri nuovi strumenti per migliorare la percezione dei loro progetti. Nella ormai ben consolidata area Ascomac – Unimot, l’associazione dei produttori e distributori di motori marini, il cantiere Benetti presenterà il suo ultimo e innovativo progetto di carena applicata sui modelli “Veloce” e la cooperazione con Rolls Royce per l’applicazione della trasmissione azipodale

in carbonio AzipullCarbon 65, che sta rivoluzionando con le sue prestazioni i sistemi propulsivi nel mondo dello yachting. Presentazioni e iniziative collaterali anche nell’ambito della Startup Arena, area dedicata a business e innovazione con le nuove proposte di giovani aziende; in programma per loro anche un “Elevator Pitch”, vale a dire una presentazione “a tempo”, in soli 5 minuti, della propria realtà imprenditoriale sotto lo sguardo attento di una commissione di esperti che proclamerà la start-up più innovativa dell’arena; un’occasione preziosa di visibilità per farsi conoscere tra i colossi della nautica. Altri importanti temi sono quelli presentati dall’istituto di ricerca Insean,connesso al Cnr, che presenterà la banca dati della vasca navale di Roma, il laboratorio mobile per misure al vero e affronterà il tema delle sfide tecnologiche e delle opportunità per l’industria nautica, legate all’energia pulita e rinnovabile ricavata dal mare. Folto il numero dei relatori: Fabio Di Felice, Luca Mauro, Salvatore Mauro, Francesco Salvatore. Infine in un convegno tecnico-formativo verrà analizzato il tema attualissimo dell’uso della stampa 3D nel settore nautico e navale. Marina di Carrara, e quindi il Seatec, si trovano nel mezzo del più completo e articolato sistema di filiera della subfornitura a servizio della cantieristica da diporto alto di gamma: grazie e a causa di questa straordinaria concentrazione produttiva di alta qualità la

filiera ha raggiunto vette di eccellenza che il Seatec da 15 anni rappresenta e concentra nei tre giorni del suo svolgimento, aggregando esponenti di spicco della fornitura, che anche in questa edizione presenteranno la propria produzione e servizi alla manifestazione di Marina di Carrara, come - fra gli altri 4C Innovation, Promotech, Underwater Lights nel campo dell’illuminazione, Akzo Nobel, Boero Bartolomeo, Bruno Stoppani, nel campo delle vernici e del coating, Besenzoni, Opacmare, nel campo delle passerelle e attrezzature per imbarco, Böning, Eaton nel campo dell’automazione e gestione della potenza, Condaria, Frigomar, Frigonautica, Webasto, nel campo del condizionamento dell’aria e delle frigorie, Compagnia Generale TrattoriCaterpillar, Italian Propellers, Kohler, Mtu, Northern Lights, Saim, Twin Disc, ZF Marine Electronics, nel campo della propulsione e della generazione di potenza, CMC, VT Naiad, nel campo della stabilizzazione, Idromar, Schenker, Tecnicomar, nel campo della dissalazione, Garmin, Navionics, Raymarine, Team Italia nella strumentazione elettronica e apparecchiature di plancia, Centro Nautico Commerciale, Indemar, Maxwell Marine, Quick nelle apparecchiature di controllo rotta, comandi motore e attrezzature di coperta, Gianneschi nel campo della movimentazione acque di bordo e impianti di aereazione,fino ad aziende di meccanica di precisione come Skf o leader nell’informatica come Skytech. Carolina Sinnopoli

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nautica / porto&diporto

Fincantieri e Ferretti accordo di collaborazione Saranno interessati i settori civili e militari, sia nazionali che internazionali

F

incantieri e Ferretti Group hanno annunciato di aver firmato un accordo di collaborazione ad ampio raggio, con l’obiettivo di sviluppare sinergie industriali e commerciali tra due aziende italiane leader mondiali nei rispettivi comparti. L’annuncio è stato dato nel corso del salone Idex-Navdex di Abu Dhabi, una delle più importanti fiere mondiali dedicate al settore della Difesa e Sicurezza. Il protocollo d’intesa si riferisce sia al settore difesa e sicurezza che a quello della cantieristica da diporto. In entrambi i settori le capacità e competenze dei due grandi Gruppi italiani sono complementari e sinergiche e l’intesa di collaborazione apre molti scenari possibili. L’accordo annunciato è stato firmato nei giorni scorsi dall’Amministratore Delegato di Fincantieri Giuseppe Bono e dall’Amministratore Delegato di Ferretti Group Alberto Galassi. Fincantieri, il primo gruppo navalmeccanico al mondo nella produzione di unità navali ad alto valore aggiunto e Ferretti Group, una delle società più riconosciute a livello mondiale della nautica da diporto, hanno condiviso - anche dopo la creazione di Ferretti Security and Defence (FSD), la divisione dedicata al settore di Difesa e Sicurezza del Gruppo Ferretti - una visione del mercato sempre più interconnesso ed esigente, di fronte al quale la collaborazione tra i due Gruppi potrà rafforzarne i successi. Grazie a questa condivisione, i vertici delle due aziende, contano di poter presto concretizzare su specifici temi e opportunità di business l’annunciata collaborazione, la cui portata spazierà dai settori civili a quelli militari, sia nazionali che internazionali. “Siamo molto lieti di poter collaborare con il Gruppo Ferretti anche perché Fincantieri, che sta portando avanti un grande sforzo di internazionalizzazione, non dimentica le proprie radici italiane ed è molto interessata a fare

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Alberto Galassi sistema con tutte le aziende nazionali che ritengono di poter ricevere un contributo per la loro crescita e il loro sviluppo internazionale. Siamo infatti fermamente convinti che tale accordo, con le successive implementazioni, avrà importanti ricadute sull’economia nazionale dimostrando ancora una volta che il Sistema Paese dovrà essere in futuro il motore della crescita dell’Italia”, ha commentato Giuseppe Bono, Amministratore Delegato di Fincantieri. “Ferretti è un Gruppo in rapida evoluzione ed in forte crescita: l’accordo di collaborazione con un leader globale come Fincantieri rappresenta un riconoscimento e una conferma della nostra strategia sia nel settore dei grandi yacht da diporto che in quello della difesa e sicurezza in cui Ferretti Group è entrato attraverso la propria nuova divisione FSD. Siamo convinti che si potranno sviluppare importanti sinergie che porteranno benefici a entrambi i nostri Gruppi che insieme faranno sistema nel primario interesse dei nostri Clienti, attenti all’innovazione di prodotto, all’affidabilità delle forniture

e ad un sempre più efficiente livello di servizio. Tre fattori che sono diventati prioritari nelle nostre strategie e che ci associano completamente alla visione della leadership di Fincantieri. Siamo lieti che questo annuncio sia stato dato nel contesto di Idex-Navdex, in un Paese amico dei nostri Gruppi e in un’area altamente strategica e alla presenza di una vasta platea di selettivi operatori internazionali, altamente specializzati”, ha dichiarato l’Avvocato Alberto Galassi, Amministratore Delegato di Ferretti Group. NAVDEX ospita quasi 100 espositori e oltre 100 mila visitatori del settore di sicurezza da tutto il mondo su un’area di oltre 6000 metri quadri. L’evento offre la possibilità di conoscere tutte le più recenti evoluzioni tecnologiche e produttive in ambito sicurezza e difesa navale. Inoltre, la fiera è organizzata insieme a IDEX (International Defence Exhibition and Conference) e sarà possibile visitare anche l’area dedicata a questa conferenza presso l’ADNEC Marina. Riccardo Russo


nautica / porto&diporto

È

Presentato il rapporto Hotels & Chains 2017

stata presentata recentemente a Milano, nell’ambito del Master in Economia del Turismo presso l’Università Bocconi, la quinta edizione del rapporto Hotels & Chains 2017 realizzato da Horwath HTL, STR e, per la seconda volta, in collaborazione con Associazione Italiana Confindustria Alberghi. L’evento ha riscosso notevole successo ed ha visto un’ampia partecipazione da parte degli imprenditori del settore e del sistema bancario, dimostrando il crescente interesse nei confronti dei cambiamenti in atto nel mercato alberghiero. Magda Antonioli, Direttore del Master, introducendo i lavori ha riaffermato il fondamentale impegno dell’Università nelle attività di ricerca e di formazione manageriale su tali tematiche, sempre in stretta sinergia col mondo delle imprese e delle Associazioni, nonché con la rete dei propri partners internazionali. Ha inoltre ricordato come il valore di queste iniziative sia in sintonia con gli orientamenti dell’Unione Europea in tema di competitività del turismo e quindi con le nuove opportunità di finanziamento. L’analisi ha confermato quel fenomeno, già registrato da alcuni anni, del progressivo aumento del numero delle camere appartenenti alle strutture alberghiere di catena. Cambiano i tempi e si modificano le abitudini di viaggio: se il turista in

passato cercava un alloggio solo per riposare, oggi il soggiorno in albergo rappresenta una parte importante di un’esperienza a 360 gradi. Per aumentare la propria competitività e restare al passo con una domanda sempre più esigente, è in crescita il fenomeno che spinge molte aziende ad aggregarsi per offrire un servizio in linea con le nuove necessità. “Un fenomeno in crescita che si sviluppa in risposta alle esigenze del settore – dichiara Giorgio Palmucci, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi - Visibilità e disintermediazione in primis, ma anche, nel rapporto col cliente, l’esigenza di garantire degli standard in un quadro in cui la classificazione tradizionale ha perso di significato e la possibilità di arrivare a diversi segmenti della domanda, con un marchio che è anche evocatore dell’esperienza che si vuole offrire al cliente. Anche il rapido diffondersi di nuovi concept o di alberghi tematici - hotel in luoghi particolari, o i cui interni sono decorati in modo singolare, oppure orientati alla prestazione di servizi specifici - risponde alle nuove esigenze della domanda che non vede più nell’hotel semplicemente un posto dove alloggiare durante le vacanze o per lavoro, ma al contrario l’ambiente ideale dove poter fare esperienze nuove e singolari, diverse da quelle di tutti i giorni, per immergersi in sensazioni ed

emozioni tutt’altro che comuni”. Oggi sono oltre 155 mila le camere di catena nel paese, cresciute sul 2015 del 4,5%. La penetrazione delle catene sullo stock italiano si attesta al 4,2% in termini di hotel, dato inferiore, secondo l’ultimo censimento Horwath HTL a livello europeo, a quello censito da Spagna (28%), Francia (20,8%), UK (15,7%) e Germania (14,5%). Ci sono però segnali incoraggianti per il consolidamento e la crescita di peso del settore alberghiero. “In questi ultimi 5 anni – spiega Giorgio Ribaudo Project Manager di Horwath HTL e autore del report – abbiamo registrato un crescente peso dei player nazionali, sia in termini di dimensioni per singolo gruppo che numero di gruppi alberghieri. Abbiamo censito 19 gruppi italiani con hotel gestiti, in locazione o proprietà, anche all’estero – aggiunge ancora Ribaudo – per circa 51 hotel e 5.500 camere fuori Italia”. I ranking del nuovo censimento 2017 mettono alla luce le dimensioni dei nuovi assetti e dei recenti processi di fusione: Marriott, dopo acquisizione Starwood, terzo gruppo in Italia con 8.890 camere (dopo Best Western e Accor), UNA-ATA, dopo fusione, quinto gruppo con 5.467 camere, Starhotels, dopo acquisizione portfolio Royal Demeures, decimo gruppo con 3.671 camere. Paola Martino

febbraio 2017 - 63


terme / porto&diporto

Federterme, accordo nazionale per prestazioni termali I

l Presidente di Federterme - Confindustria, Costanzo Jannotti Pecci, ha firmato recentemente con il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Stefano Bonaccini, e la Commissione Salute rappresentata dall’Assessore Coordinatore, Antonino Saitta, l’Accordo nazionale per l’erogazione delle prestazioni termali per il triennio dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2018. L’intesa è stata perfezionata dopo una trattativa tra Federterme e la Commissione Salute durata oltre un anno ed iniziata successivamente allo stanziamento di risorse dedicate (5milioni di euro all’anno per tre anni) nella Legge di Stabilità per l’anno 2016, dopo un’attenta verifica sull’andamento della spesa termale, per la quale vige ormai, da più di 15 anni, un meccanismo di controllo che ha sostanzialmente anticipato quello dei costi standard. Il recupero dei costi di produzione è stato previsto nella misura media del 3% a far data dal 1° gennaio 2016 e per l’intero arco del triennio. L’incremento della quota destinata dalle imprese del settore alla ricerca scientifica, che passa dallo 0,30% allo 0,40% del fatturato SSN lordo ticket, è uno dei punti maggiormente qualificanti dell’intesa, per un comparto che, negli ultimi anni, ha puntato molto sulla qualità delle prestazioni erogate e sull’indi-

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Costanzo Jannotti Pecci viduazione di spazi che ne accrescano il ruolo nell’ambito del Sistema Sanitario del Paese. E’ inoltre prevista l’attivazione di un tavolo Federterme, Ministero dell’Economia e delle Finanze e Sogei, per l’adozione in tempi brevi della ricetta dematerializzata ed il correlato inserimento delle imprese termali nel sistema Tessera Sanitaria, strumento utile a tenere sotto controllo in tempo reale il costo delle prestazioni termali per il Servizio Sanitario Nazionale. “L’accordo triennale firmato da Federterme è motivo di soddisfazione per le tutte le imprese termali - ha dichiara-

to il Presidente di Federterme Jannotti Pecci – poiché rappresenta un riconoscimento, sia pur parziale, dei costi di produzione verificatisi nel triennio precedente e consente, allo stesso tempo, di rinnovare e implementare l’impegno della ricerca per innalzamento della qualità delle prestazioni e dei servizi termali, per affrontare le sfide della concorrenza proveniente principalmente dall’est Europa.” “L’intesa di oggi – ha concluso Jannotti Pecci - è anche la prova tangibile che il Sistema termale italiano non ha mai sforato il budget di spesa previsto dal Fondo Sanitario Nazionale ed ha contribuito a ridurre il ricorso ad altre prestazioni sanitarie più onerose, per le patologie di riferimento.” Anche per Giancarlo Carriero, Presidente della Sezione Turismo dell’Unione Industriali di Napoli e imprenditore termale ed alberghiero dell’Isola d’Ischia, “il rinnovo dell’Accordo nazionale per le prestazioni termali 2016-2018 è frutto di un impegno costante della Federterme - Confindustria e consente alle imprese termali della Campania di operare per il rilancio del settore puntando su qualità del servizio e competitività.” Carriero ha inoltre sottolineato “che l’Accordo rappresenta un’importante opportunità anche per le aziende alberghiero-termali di Ischia.” Italo Merciati


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