Tariffa R.O.C. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1, DCB Napoli - ANNO XlI - N. 11 Novembre 2016 - Costo singola copia € 10,00
PORTO diporto &
IL MAGAZINE CHE APRE IL PORTO ALLA CITTÁ
La prima riforma portuale
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sommario
IN ESCLUSIVA Interventi di: Maddalena Pasquariello, Aniello Cuomo, Alfonso Mignone, Michele Marsiglia ------Interviste a: Marco Signa, Riccardo Fuochi, Zeno D’Adostino, Antonio Cancian
Anno XII - N° 11 - Novembre 2016 Direttore responsabile Antonio De Cesare Direttore editoriale Maurizio De Cesare Hanno collaborato a questo numero: Cosimo Brudetti - Eduardo Cagnazzi Aniello Cuomo - Fabrizio De Cesare Alberto Medina - Italo Merciati Stefano Meroggi - Alfonso Mignone Sandro Minardo - Maddalena Pasquariello Francesco S. Salieri - Carolina Sinnopoli Stefania Vergani Amministrazione e abbonamenti amministrazione@portoediporto.it abbonamenti@portoediporto.it Costo abbonamento Italia € 110, estero € 220 CCP n. 81627671 - AM editori srl Via Diaz, 54 - 80055 Portici (Napoli) Pubblicità e marketing marketing@portoediporto.it Listini e specifiche tecniche www.portoediporto.it Progetto e realizzazione grafica Paola Martino Stampa Morconia Print Morcone (BN) Il magazine Porto&diporto è proprietà di AM editori srl info@ameditori.it redazione@portoediporto.it www.portoediporto.it Autorizzazione Tribunale di Napoli n. 17 del 15 febbraio 2006 Periodico associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana E’ vietata la riproduzione totale e/o parziale di testi, fotografie e di qualsiasi altro contenuto o allegato. Tutti i diritti sono riservati.
ARMAMENTO 4 - Venezia centro dello shipping e dei trasporti internazionali 8 - Una flotta competitiva traina l’occupazione SHIPPING 10 - Eurobonus: entro metà 2017 alla Commissione Europea 12 - Il porto di Venezia perde il servizio per il Far East 14 - Storia di una Famiglia e di un’impresa 15 - Autostrade del Mare, nuova linea Salerno - Genova FORMAZIONE 16 - La Escola Europea de SSS per il trasporto intermodale 18 - Accademia di alta formazione per l’hôtellerie di bordo CANTIERISTICA 20 - Amico&Co presenta progetto per il settore dei maxi yacht 22 - Accordi e acquisizioni Fincantieri sui mercati esteri AMBIENTE 24 - “La Stanza in fondo al mare” per i fondali marini di Napoli INFRASTRUTTURE 26 - Il Molo San Vincenzo e la sua storia recente 28 - Riqualificazione del nuovo Polo Crocieristico di Salerno 29 - Trieste, azioni di marketing mirate sui mercati esteri LOGISTICA 30 - Shipping&logistics Meet Industry a Milano FEDERPETROLI 32 - Trump una marcia in più allo sviluppo petrolifero EUROPA 34 - UE al lavoro per rafforzare il settore dei trasporti 36 - Europa, una lingua comune per la casa intelligente
DIRITTO 38 - La prima “riforma portuale” di Federico II di Svevia FORUM 41 - Mediterraneo: ecosistema di attività e interessi INNOVAZIONE 42 - Una telefonata abbatte le emissioni CCIAA 44 - Salerno, in leggera flessione il commercio con l’estero ECONOMIA 46 - Tecnologia e innovazione Forum Italia - Cina a Napoli CROCIERE 48 - Terminal: Global Cruise investe nel porto di Cagliari ECOSOSTENIBILE 50 - Brigantes, il trasporto merci ecosostenibile PROPELLER 52 - Venezia, fumi e grandi navi confronto tecnici - operatori 53 - Trieste hub europeo della logistica AZIENDE 54 - Accordo Sace-Finco nel settore costruzioni 55 - R-Store, da un negozio a catena reseller nazionale 56 - Alberti propone nuovo format per i mercati internazionali NAUTICA 57 - Tomahawk 52 m - explorer concept rivoluzionario 58 - Nautica, trend in crescita nei Saloni internazionali 60 - 48° congresso ORC un anno di successi 61 - L’America premia CRN M/Y Atlante 62 - Il primato e l’eccellenza della nautica Made in Italy LEGALITA’ 64 - Cna Fita tra i promotori di “Viaggio Legale”
armamento / porto&diporto
Venezia centro dello shipping e dei trasporti internazionali
Oltre 500 delegati provenienti da tutta Europa riuniti in laguna per la XX Euromed Convention
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ltre 500 delegati provenienti da tutta Europa e 15 relatori di fama internazionale. Sono questi i numeri della XX Euromed Convention “From Land to Sea”, svoltasi nella città lagunare e organizzata dal Gruppo Grimaldi, che per l’occasione ha riunito presso l’hotel Hilton Molino Stucky i principali esponenti della politica dei trasporti e i più importanti rappresentanti della logistica, della portualità e del settore marittimo dell’area euro-mediterranea. Fulcro del dibattito – come suggerisce lo stesso titolo della convention “From Land to Sea” - è stato lo sviluppo delle Autostrade del Mare, nate da una precisa istanza dell’UE in merito alla necessità di ridurre le forti emissioni di CO2 generate dal trasporto merci via terra. Il trasporto marittimo a corto raggio consente, infatti, di ridurre del 40% le emissioni inquinanti, oltre a comportare evidenti benefici in termini
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La premiazione dell’Automotive Global Awards a Costantino Baldissara secondo da sinistra economici e sociali. Pioniere e leader mondiale per le Autostrade del Mare è proprio il Gruppo Grimaldi, grazie alla sua rete di collegamenti short sea: una rete di 100 collegamenti marittimi per il trasporto delle merci attraverso Mar Mediterraneo,
Mar Baltico e Mar del Nord. Nel discorso che ha rivolto a tutti i presenti, l’Amministratore Delegato del Gruppo Emanuele Grimaldi ha dichiarato: “Grazie agli ingenti investimenti in nuove navi e al lancio di vari collegamenti nel Mediterraneo, nei primi otto mesi
Francesca Marino del 2016 il nostro Gruppo ha riportato una crescita del volume di merce rotabile e passeggeri, rispettivamente del 20% e del 90%, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Incoraggiati dalla calorosa risposta della clientela, il nostro Gruppo rilancia e annuncia l’avvio di innovativi collegamenti, ovvero di linee di cabotaggio continentale tra Nord e Sud Italia sulle dorsali adriatica e tirrenica, nonché un ambizioso piano di ordini di navi ro/ro e ro/pax destinato a rivoluzionare gli standard di competitività ed ecosostenibilità del settore per gli anni a venire”. A fargli eco è stata Simona Vicari, Sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: “Il Gruppo Grimaldi è un esempio fortemente positivo per i giovani imprenditori in quanto dimostra che in questo Paese si può fare impresa. Non a caso è ripetutamente citato nei documenti ufficiali della Commissione Europea
come “best practice” per le Autostrade del Mare. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e tutto il Governo sono da sempre impegnati, insieme agli operatori e alle associazioni di categoria, sul fronte della logistica e della portualità, settori trainanti per l’economia italiana”. I lavori della XX Euromed Convention hanno quindi avuto inizio con il saluto dell’Assessore Comunale allo Sviluppo Economico del territorio Simone Venturini, in rappresentanza del Sindaco di Venezia Lugi Brugnaro: “Siamo orgogliosi di ospitare per la prima volta nella nostra città il Gruppo Grimaldi per la ventesima edizione della Euromed Convention. Venezia è consapevole dell’importanza del suo porto e sta dimostrando da tempo una forte volontà nel riscoprire la sua vocazione portuale sia passeggeri che merci”. A seguire, dopo i discorsi di Emanuele Grimaldi e del Sottosegretario Simona Vicari, la prima tavola rotonda, dal titolo “Autostrade del Mare nel Mediterraneo: quale ruolo per l’Italia?” moderata dal giornalista de Il Sole 24 Ore, Raoul De Forcade. Al dibattito hanno preso parte lo stesso Sottosegretario Vicari, Paolo Costa (Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia), Andrea Annunziata (Presidente dell’Autorità Portuale di Salerno), Pierre Lahutte (Presidente di IVECO), Thomas Baumgartner (Presidente dell’Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici – ANITA), Antonio Cancian (Presidente di Reti Autostrade Mediterranee) e Guido Grimaldi (Corporate Short Sea Shipping Commercial Director del Gruppo Grimaldi). La seconda tavola rotonda, interamente dedicata alle nuove normative ambientali, ha visto la partecipazione di Peter Weiss (Head of Supply Chain Management di Fiat Chrysler Auto), Ugo Salerno (Presidente e Amministratore Delegato del RINA – Registro Navale Italiano), Patrick Verhoeven (Segretario Generale di ECSA – Associazione Europea Armatori), Mike Sturgeon (Direttore Esecutivo di ECG), Eddy Bruyninckx (Presidente dell’Autorità Portuale di Anversa) e Emanuele Grimaldi (Amministratore Delegato del Gruppo Grimaldi). Moderatore l’ex Segretario Generale dell’ECSA, AlfonsGuinier. La Convention Euromed è stata anche l’occasione, durante una conferenza stampa in cui hanno preso parte Guido Grimaldi (Gruppo Grimaldi) e Maurizio Boschiero (Venice Ro-Port, Gruppo Mantovani), che i due gruppi intendono annunciare per il prossimo futuro una più stretta ed organica collaborazione e sviluppo, stante l’attuale
Emanuele Grimaldi collaborazione iniziata lo scorso anno con l’approdo al Terminal Fusina delle prime navi Grimaldi. Questa sinergia si baserà principalmente sullo sviluppo degli accordi commerciali, sull’incremento del traffico e dei servizi Grimaldi facenti capo al Terminal Fusina, sull’analisi del possibile coinvolgimento societario della Grimaldi nella Venice Ro-Port (società di gestione del terminal), sull’analisi congiunta tra i due Gruppi della possibilità di incrementare il numero delle toccate e dei servizi previsti per l’approdo al terminal veneziano e infine sullo sviluppo del traffico intermodale navetreno, nuovi collegamenti con nord Europa e corridoi TEN-T. L’eccellenza dell’imprenditoria italiana e napoletana viene confermata anche attraverso l’assegnazione di premi internazionali che il Gruppo Grimaldi raccoglie nelle sedi più prestigiose: uno di questi è il Premio Logistico dell’anno agli Automotive Global Awards di Londra. Nella maestosa cornice del Claridge Hotel, è stato assegnato a Costantino Baldissara, manager del Gruppo, il premio di “Logistico dell’anno” per il suo eccezionale impegno nella gestione dei servizi del Gruppo Grimaldi attraverso una piattaforma globale. Gli “Automotive Global Awards” vengono assegnati annualmente da una giuria specializzata che individua le varie eccellenze mondiali della “supply chain” automobilistica. Costantino Baldissara ha iniziato a lavorare per il Gruppo Grimaldi nel 1992 e ha una vasta esperienza nel settore della logistica e dello shipping. E’ il massimo responsabile delle attività commerciali del Gruppo Grimaldi in
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qualità di direttore commerciale, logistico e operativo. Inoltre sovrintende diversi uffici del gruppo che si occupano di questioni quali i servizi di linea, prevenzione dei rischi, relazioni esterne e ricerca. E’ stato amministratore delegato di “Grimaldi & Suardiaz spa” e membro del consiglio di amministrazione delle societa di trasporto e logistica “Trive Espana” e “Trive Portugal”. Attualmente è presidente della società danese “SAL” (Scandinavian Auto Logistics), presidente della “Automar Spa”, presidente della “Ghianda srl”, vice presidente di “PET” (Palermo Euro Terminal), vice presidente di “Auto Terminal Gioia Tauro Spa”, amministratore delegato di “Sintermar Spa”, amministratore delegato di “Coifi srl”, consigliere di amministrazione di “Autuori srl”, consigliere di amministrazione di “Brucato Deta srl”, e membro del consiglio di “SAT” (Salerno Terminal Auto). Inoltre Costantino Baldissara è anche co-presidente di “General Motors Europe Logistics Supplier Council”, ed è stato membro del “General Motors Global Logistics Counsil”. E’ “past president” di “ECG” (Association of European Vehicle Logistics). Il manager di Grimaldi ha dato un importante apporto nei difficili momenti attraversati
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dal settore sia sul fronte della produzione che nel comparto automotive. Questo autunno ha visto anche un altro riconoscimento per la compagnia armatoriale napoletana che si è aggiudicata il World Travel Leaders Award 2016. La giuria di esperti, di cui fanno parte rappresentanti del World Travel Market di Londra (la più importante manifestazione fieristica del settore del turismo a livello mondiale) e dell’Etoa (Associazione Europea dei Tour Operator), ha motivato la sua scelta sottolineando l’importanza, in termini di mobilità e di sviluppo del mercato turistico, delle nuove rotte marittime inaugurate da Grimaldi Lines nel 2016 verso Sardegna e Sicilia e il costante impegno profuso dalla Compagnia per la sostenibilità ambientale. L’ambito riconoscimento è stato ritirato da Francesca Marino, Passenger Department Manager di Grimaldi Lines, che ha commentato: “Il World Travel Leaders Award è un riconoscimento di grande prestigio, che oggi siamo orgogliosi di ricevere. Le nuove rotte Livorno-Olbia e Civitavecchia-Olbia, che abbiamo inaugurato nel primo semestre di quest’anno, hanno segnato una vera e propria svolta nel panorama dei collegamenti marittimi tra il conti-
nente e le isole maggiori italiane: per la prima volta l’utenza ha potuto usufruire a prezzi low-cost di un servizio di buon livello, viaggiando a bordo di navi con un’età media di soli 10 anni, dotate di tutti i comfort e progettate per ridurre al massimo le emissioni di CO2 e quindi l’inquinamento ambientale”. Grimaldi Lines è la Compagnia di Navigazione leader per il trasporto passeggeri nel Mar Mediterraneo, che effettua ad oggi 14 collegamenti regolari verso Sardegna, Sicilia, Spagna, Grecia, Tunisia e Marocco. La flotta è composta da 9 navi, tra cui le due ammiraglie Cruise Roma e Cruise Barcelona, con un’età media di soli 10 anni. Il Gruppo Grimaldi ha sede a Napoli, controlla una flotta di 120 navi e ha circa 13 mila dipendenti. Facente capo alla famiglia Grimaldi, il Gruppo è uno dei più grandi operatori di navi Ro/Ro nel mondo. Nel settore Passeggeri, oltre a Grimaldi Lines, il Gruppo controlla Finnlines, leader nel Mar Baltico, e la greca Minoan Lines, operante in Adriatico tra Italia e Grecia nonché tra il Pireo (il porto di Atene) e l’Isola di Creta. RedMar
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armamento / porto&diporto
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Una flotta competitiva traina l’occupazione
a salvaguardia dell’occupazione dei marittimi italiani: questo il filo conduttore del discorso che Emanuele Grimaldi, presidente della Confederazione Italiana Armatori, ha tenuto all’Assemblea del 24 ottobre in presenza del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, del Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, e di numerose personalità del mondo armatoriale, politico, sindacale e di tutto il cluster marittimo. Prima di iniziare il suo intervento, Emanuele Grimaldi ha espresso la solidarietà dell’armamento italiano per le popolazioni colpite dal terremoto dello scorso agosto “alle quali – ha detto – non mancherà un concreto sostegno”. Ha poi rilevato l’emergere di nuove misure protezionistiche – 200 negli ultimi 12 mesi registrate in 31 paesi monitorati dalla Commissione europea – a fronte delle quali “nessuna di quelle preesistenti di ostacolo al commercio è stata eliminata. “È rilevante il fatto che alcuni di questi paesi nello scacchiere mondiale sono importanti importatori ed esportatori e controllano forti flotte mercantili”. In merito alla salvaguardia dell’occupazione, il Presidente di Confitarma ha affermato che “da sempre, lavoriamo sia per garantire ai nostri equipaggi condizioni di lavoro a bordo migliori, sicurezza della navigazione e welfare avanzato sia per una loro certificazione qualificata di competenze, riconosciuta a livello internazionale nonché per la formazione delle nuove leve”. Inoltre, ha aggiunto “Abbiamo dimostrato nella pratica come l’imbarco regolato di personale extracomunitario ai fini del mantenimento della competitività abbia di fatto trainato l’occupazione di marittimi italiani”. Infatti, nonostante le flessioni registrate, la flotta mercantile italiana, con oltre 16,5 milioni di tonnellate, è sempre nelle prime posizioni: seconda nell’Unione europea, terza tra le flotte dei maggiori Paesi riuniti nel G20 e quarta al mondo. “La competitività della flotta italiana - ha sottolineato il Presidente di Confitarma - è stata rafforzata e mantenuta grazie a misure che hanno consentito ai nostri armatori di fronteggiare ad armi pari la concor-
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renza estera di marine sia comunitarie che extra-comunitarie”. Il Presidente di Confitarma ha poi espresso le preoccupazioni dell’armamento per i certificati adeguati ai nuovi requisiti introdotti dagli Emendamenti di Manila alla Convenzione STCW, che l’Amministrazione deve rilasciare ai marittimi italiani “si parla dei certificati di competenza di ben oltre 10.000 ufficiali, nonché dei certificati relativi a circa 20.000 sottufficiali e comuni”. Per quanto riguarda la formazione di nuove risorse, il Presidente di Confitarma ha ricordato il forte impegno degli armatori italiani (accanto alle
consolidate attività di Genova e Gaeta, è stato costituito l’Istituto Tecnico Superiore nell’area dell’Alto Adriatico), e ha sottolineato l’importanza dell’accordo con le OOSS confederali del 30 luglio 2015, per ampliare le opportunità di imbarco degli allievi italiani. In tema di ambiente, Emanuele Grimaldi ha ribadito che dal 2007, a fronte dell’aumento del commercio via mare, lo shipping ha ridotto di oltre il 10% le sue emissioni totali di CO2, riduzione registrata in tutti i paesi insieme all’aumento del 20% dal 2005 dell’efficienza dell’intera flotta mondiale “oggi circa il 90% del commercio mondiale utilizza il
trasporto marittimo, che è la modalità più efficiente, responsabile solo per il 2,2% delle emissioni globali di CO2”. “L’intermodalità marittima è la risposta per ridurre l’impatto ambientale e rendere sostenibile il trasporto” ha affermato il Presidente di Confitarma. Il settore delle navi traghetto per il trasporto di merci e passeggeri trasporta annualmente a livello mondiale 2,1 miliardi di passeggeri via mare, poco meno di quelli trasportati via aereo; mentre mettendo in fila auto, semirimorchi e pullman imbarcati si coprirebbe 4 volte, la distanza tra la terra e la luna, pari a oltre 380.000 km. Il Presidente di Confitarma ha poi aggiunto che lo short sea shipping è un successo tutto europeo: dei 40 milioni di camion imbarcati sulle navi nel mondo ogni anno, il 75% viaggia su rotte europee. In Italia, il sistema delle Autostrade del Mare continua a svilupparsi: rispetto al 1999, i metri lineari offerti dai servizi regolari di navi ro-ro sono aumentati del 160%, per la Sicilia, del 122% per la Sardegna e del 1.240% su rotte internazionali (collegamenti tra l’Italia e
Marocco, Tunisia, Spagna, Francia, Malta, Albania e Grecia). Il Presidente Grimaldi ha quindi ringraziato il Ministro Delrio per l’assicurazione che il Marebonus e il Ferrobonus saranno operativi entro l’anno. Sulla riforma della portualità e della logistica, Emanuele Grimaldi, ha rimarcato che la maggiore autorità della nuova governance dei porti certamente potrà agevolare la semplificazione di alcuni processi decisionali delle AdSP che allo stesso tempo avranno maggiore responsabilità. D’altra parte, occorrerà verificare se la maggiore autonomia delle Autorità di Sistema Portuale possa tradursi in migliori livelli di competitività e di efficienza dei nostri porti, oltre al fatto che nell’ambito del Tavolo di Partenariato, il ruolo dei rappresentanti di categoria è meramente consultivo mentre il loro contributo avrebbe potuto essere importante per le decisioni strategiche che interessano i nostri porti. “In ogni caso, credo che a questo punto non resti che attendere il completamento dell’attuazione della riforma, che si auspica possa avvenire
in tempi rapidi, in modo da poter valutare sul piano concreto gli effetti che ne scaturiranno”. L’ultima parte del suo discorso il Presidente Emanuele Grimaldi lo ha dedicato all’Atto n.321 del Governo, “i cui effetti sono ben chiari ed evidenti a tutti coloro che conoscono il settore e che, in caso approvazione, non tarderanno a palesarsi trascorso il periodo transitorio di 18 mesi dalla sua pubblicazione”. Il Presidente Grimaldi ha spiegato che la crescita costante della flotta dal 1998 al 2015 ha trainato l’occupazione marittima passata 30.000 a 63.000 unità. “Lo abbiamo detto tante volte ma volentieri lo ripeto – ha affermato Grimaldi - è stato istituito il Registro internazionale, grazie alla felice intuizione della classe politica di allora (Parlamento e Governo) che all’unanimità approvò la riforma della navigazione marittima, recependo in pieno le linee guida dell’Unione europea. Il contenuto di questa riforma può essere riassunto in una sola parola: Flessibilita’. Secondo il Presidente Grimaldi le modifiche contenute nell’Atto di Governo n.321 non sono affatto marginali e non tengono conto delle normative comunitarie che regolano differenziandoli chiaramente, i traffici di cabotaggio continentale, insulare e di short sea shipping, imponendo l’obbligo di imbarcare personale esclusivamente italiano/comunitario su tali tratte, con perdita di competitività della bandiera italiana e l’inevitabile trasferimento della flotta traghetti sotto altra bandiera comunitaria. “Il flagging out, ancorché solo dei traghetti di bandiera nazionale coinvolti dalla norma, comporterebbe una perdita di circa 1.500 posti di lavoro in Italia”. “Non ci saranno vantaggi per nessuno ma danni per tutti: armatori, marittimi e utenza, in pratica per l’intero sistema Paese. Da parte nostra abbiamo fatto presente queste preoccupazioni in tutte le sedi istituzionali, nonché sulla stampa. Per contro, abbiamo percepito un assordante silenzio da parte dei dicasteri coinvolti e nulla è stato eccepito in merito alle evidenti storture che questo decreto legislativo imporrà”. Infine, il Presidente di Confitarma ha lanciato un segnale di allarme a nome di tutto l’armamento italiano “abbiamo bisogno di regole certe e di continuità delle scelte di politica marittima” ed ha quindi concluso il suo discorso rivolgendo al Ministro la domanda “se la Sua Amministrazione intenda intervenire per riprendere la rotta che ci ha visti protagonisti di un successo comune” in termini di flotta e occupazione. RedMar
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shipping / porto&diporto
Eurobonus: entro metà 2017 alla Commissione Europea Il Presidente di Rete Autostrade Mediterranee Antonio Cancian presenta a XX EuroMed lo stato dell’arte del progetto
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assi avanti verso l’Eurobonus: sarà presentata entro la metà del 2017 alla Commissione Europea la proposta di incentivi coordinati a livello comunitario per l’implementazione delle Autostrade del Mare nei mercati del Mediterraneo e Atlantico. La proposta si sviluppa nell’ambito del progetto Med-Atlantic Ecobonus per
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l’incentivazione del trasporto marittimo a corto raggio di cui è partner Rete Autostrade Mediterranee. Questo quanto annunciato durante XX EuroMed Convention del Gruppo Grimaldi a Venezia da Antonio Cancian, Presidente e Amministratore Delegato di RAM, che ha commentato: “RAM è fra i principali promotori dell’estensione
a livello europeo dell’esperienza italiana degli incentivi per l’intermodalità. Il Mediterraneo è un mare europeo, quindi anche l’Europa – se vuole una ‘cura dell’acqua’ – deve incentivare il trasporto marittimo e fluviale. Gli incentivi nazionali Marebonus e Ferrobonus devono essere un passaggio intermedio verso un’incentivazione europea”. Il progetto Med Atlantic Ecobonus è attuato grazie ai finanziamenti CEF, e vede fra i partner RAM insieme ai Ministeri dei Trasporti di Italia, Spagna, Portogallo e Francia. Il Presidente Cancian si è inoltre soffermato sul tema della progettualità: “La legislazione europea e nazionale hanno fatto importanti passi avanti: ora l’implementazione, deve arrivare dal territorio attraverso l’interconnessione degli assi con i nodi, attraverso l’intermodalità nei nodi stessi – gli hub portuali, che devono essere Green Port e Smart Port. Ultimo requisito è l’integrazione: i progetti devono inserirsi in un sistema e a loro volta includerne tutte le componenti, infrastrutture, reti energetiche e di telecomunicazioni”. Per procedere, secondo Cancian, è necessario mettere in campo progetti di fattibilità tecnico-economica, come disciplinati dal nuovo codice degli appalti nazionale, che permettono di definire se i Master Plan siano sostenibili dal punto di vista economico, sociale, ambientale. Se ci sono questi requisiti, è possibile procedere alla definizione di Business Plan, resa facile dalla disponibilità di fondi perduti come PON, CEF, di loan attraverso la BEI e di garanzie importanti come Junker. “L’unico modo per avviare questa progettualità – ha concluso Cancian – è attraverso soluzioni di partnership tra pubblico e privato, che siano definite con chiarezza; l’integrazione deve attuarsi anche in termini finanziari, tramite strumenti come blending e matching. RAM mette a disposizione degli stakeholder del territorio le proprie competenze e le relazioni con gli enti europei
e nazionali”. Questi obiettivi sono quelli evidenziati dal Presidente di Rete Autostrade Mediterranee anche in occasione del workshop “Le opportunità di finanziamento per il settore portuale e logistico” organizzato da MIT e RAM, in collaborazione con Commissione Europea. “Dal territorio deve partire la progettualità per lo sviluppo del sistema portuale e logistico italiano: la legislazione europea e nazionale rendono il momento favorevole” questo l’invito rivolto agli stakeholder del settore – rappresentanti delle neo costituende Autorità di Sistema Portuale, di interporti, delle principali associazioni di categoria del mondo portuale e della logistica – che hanno preso parte mercoledì 9 novembre scorso al workshop. “Con il supporto della Commissione Europea e del MIT, che ha ora uno strumento ad hoc nella Conferenza Nazionale di Coordinamento delle Autorità di Sistema Portuale, sono gli stakeholder a doversi fare promotori di una progettualità delle infrastrutture e delle infostrutture che, come ricordato dai relatori intervenuti, deve realizzare gli assi, connetterli con i nodi e poi lavorare su quegli stessi nodi in modo da creare un modello logistico intermodale, che integri cioè il trasporto su gomma, acqua e ferro, e che trasformi gli hub portuali in smart e green. Un’integrazione che non va considerata, dunque, solo dal punto di vista territoriale ma che riguardi, oltre ai trasporti, anche l’energia e le telecomunicazioni nonché gli aspetti finanziari. Un altro aspetto estremamente importante – sottolinea Cancian – riguarda la tempistica da rispettare per fare in modo che le opportunità disponibili non vadano perse”. “RAM sta cooperando in questo sen-
so con le Autorità di Sistema e le sue competenze e relazioni sono a disposizione degli stakeholder, per incentivare e supportare la fattibilità tecnicoeconomica dei loro progetti. Una volta riconosciuta la sostenibilità economica, ambientale e sociale di tali iniziative, non sarà un problema la costruzione dei Business Plan per la fase attuativa, che dovranno comprendere grants (PON, POR, CEF…), prestiti (CDP, BEI…), e garanzie (tipo LGTT o quelle previste dall’EFSI) attraverso soluzioni di blending”. Un momento favorevole per il sistema portuale e logistico nazionale riconosciuto anche da Herald Ruijters, Acting Director di DG MOVE: “L’Unione Europea e il MIT hanno dotato il sistema di un’ottima base su cui costruire una progettualità di valore, frutto di un approccio integrato – che guardi non solo il porto, ma anche il retroporto e l’interporto di riferimento – e strutturato. L’Italia è al centro del Mediterraneo: anche grazie al contributo di RAM, è necessario migliorarne i collegamenti a Sud con il Nord Africa e ad Est con i Balcani, il Mar Nero e con il Golfo”. “Il workshop proposto – conclude Ruijters – è un momento utile per dotare voi stakeholder degli strumenti necessari per una possibilità di sviluppo per il sistema, tanto più in vista del 2017, anno in cui ci aspetta un importante traguardo: la definizione delle nuove prospettive finanziarie, un’opportunità che l’Italia non può perdere per migliorare i propri collegamenti con l’Europa e il Mediterraneo”. Durante la giornata sono intervenuti anche Luigi Merlo, Consigliere per la Portualità e la Logistica del MIT, e Carlo Secchi, Coordinatore europeo e co-autore dell’Action Plan “Making the best use of new financial schemes
for European transport infrastructure projects”. Lo stato dell’arte in Italia e in Europa delle politiche e della programmazione dei trasporti è stato delineato dagli interventi di Ennio Cascetta, Capo della Struttura tecnica di missione del MIT, di Maria Margherita Migliaccio, Direttore Generale per lo sviluppo del territorio, la programmazione e i progetti internazionali del MIT e di Enrico Pujia, Direttore Generale per la vigilanza sulle autorità portuali, le infrastrutture portuali e il trasporto marittimo e per vie d’acqua interne del MIT. A seguire, Antongiulio Marin e Maria Cristina Marolda, Policy Officer di DG MOVE hanno offerto una panoramica dei fondi CEF e Horizon 2020 e soluzioni di blending finanziario. La seconda parte della mattinata ha puntato i riflettori sul Fondo EFSI, con la presentazione delle attività condotte dalla task force italiana sul Piano Junker a opera di Andrea Riccardi, Segreteria Tecnica del Ministro dell’Economia e delle Finanze. In seguito, Alessandro Izzo, Vice Capo Unità Infrastrutture, Energia e Settore Pubblico di Banca Europea degli Investimenti, Neri Di Volo, JASPERS - Joint Assistance to Support Projects in European Region, e Simona Camerano, Responsabile Ricerca e Studi - Area Development Finance di Cassa Depositi e Prestiti hanno presentato le opportunità e gli strumenti messi a disposizione dai rispettivi enti per lo sviluppo progettuale. La mattinata si è conclusa con la presentazione di progetti di successo in Europa e in Italia nel settore dei trasporti da parte di Gianfranco Pignatone, Direttore Pianificazione Strategica RFI e José Alberto Rino di BEI. Stefania Vergani
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shipping / porto&diporto
Il porto di Venezia perde il servizio per il Far East
L’
abbandono – si spera temporaneo - dello scalo di Venezia da parte della linea diretta con il Far East è un “disastro” tanto annunciato da tempo, quanto evitabile restituendo al porto con il VOOPS (Venice Offshore Onshore Port System) l’accessibilità nautica oggi sacrificata al MoSE. Purtroppo in attesa del VOOPS la nave che da 6500 teu passa a 10.000 teu non giungerà più a Marghera perché non ha più modo di entrare e uscire a pieno carico dalla banchine lagunari. Non per mancanza di mercato, anzi, ma per i limiti fisici che lo scalo ha, nonostante l’ingente lavoro di escavo e modernizzazione delle banchine realizzati in questi anni da Autorità Portuale e dagli operatori che hanno fatto di Venezia il secondo più efficiente scalo dopo Genova per la movimentazione container (dati Conftrasporto presentato al Forum di Cernobbio). Una notizia purtroppo attesa che nuoce all’economia portuale, ma molto di più alla manifattura e alle altre attività produttive dell’intero Nordest e della Lombardia orientale. La nave infatti scalerà solo Capodistria per servire dal Nord Adriatico orientale i mercati austriaci e dell’Est Europa. I mercati oggi serviti da Venezia (Pianura Padana, Svizzera, e Sud della Germania) verranno parzialmente
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raggiunti con un feeder da Capodistria, ma sono destinati a tornare ad essere serviti dagli scali dell’Alto Tirreno ( se non da quelli del mar del Nord via Gottardo). Una scelta che Autorità Portuale assieme a Confetra ha stimato costerà alle sole imprese del nordest non meno di 10 milioni di euro all’anno di maggiori costi di trasporto. Maggiori costi e minor competitività che l’intero nordest dovrà sopportare per ogni anno di ritardo nella realizzazione del sistema portuale offshoreonshore capace di restituire a Venezia, ma anche a Chioggia, Portolevante e Mantova, quella capacità di attrazione dei traffici fondamentale per la crescita dell’economia delle industrie che su essa si basano. “Una miopia delle aurorità “competenti” che sta costando molto cara all’economia veneta e del Nord Est – affermano i verti dell’Autorità Portuale di Venezia - una profezia da tempo annunciata, che non avremmo mai voluto vedere realizzarsi e alla quale speriamo si voglia dare presto risposta con la realizzazione del VOOPS”. Anche Confetra Nord Est si è detta preoccupata per lo spostamento da Venezia a Capodistria della linea diretta con il Far East chiedendo che il Governo autorizzi subito il Porto offshore e l’adeguamento della conca di
Malamocco. Confetra Nord Est ha espresso la sua profonda preoccupazione per la notizia della decisione di Cma-Ggm di spostare - si spera temporaneamente - da Venezia a Capodistria il porto di arrivo della linea diretta con il Far East. Una delle ragioni che motivano questa scelta da parte dell’armatore, è la decisione di utilizzare, in una ottica di ottimizzazione dei costi e dell’offerta, una nave da 10.000 TEU anziché la consueta portacontainer da 6500 TEU di capacità. Nave che, come Confetra ha più volte ricordato in passato, non può più entrare in porto a causa delle dimensioni incompatibili con quelle permesse dalle barriere mobili del Mose a Malamocco e dalla stessa conca di navigazione. E’ del tutto evidente che questa situazione si potrebbe ripetere in futuro, per altre navi ed altri armatori, con un gravissimo ed irreparabile danno non solo alle attività del Porto di Venezia ma a tutta l’economia del Nord Est. “E’ quindi urgentissimo che il Governo assicuri - secondo l’Associazione del Nord Est - in modo chiaro ed inequivocabile le condizioni perché il Porto di Venezia possa continuare ad operare e a svilupparsi. Condizioni che significano realizzazione del porto offshore – on shore e adeguamento della conca di navigazione a Malamocco.
In attesa dell’offshore questo costerà alle industrie del Nord Est almeno dieci milioni di euro all’anno per maggiori costi di trasporto
E’ altrettanto importante, però che nel frattempo, siano messe in atto tutte le misure possibili per rendere il più agevole possibile l’ingresso delle navi in Porto di Venezia, anche nelle condizioni meteo difficili tipiche del periodo invernale, ad esempio realizzare il sentiero luminoso nel canale Malamocco per garantire l’accesso delle navi anche con la nebbia. Cosa che l’Autorità Portuale avrebbe dovuto e potuto attivare già da tempo”. Allo stesso tempo Confetra Nord Est invita tutto il mondo produttivo del Nord Est e della Lombardia orientale a difendere il ruolo svolto dal Porto di Venezia per l’economia dell’area. La linea diretta con il Far East, spostata a Capodistria (e quindi in un porto straniero, con un danno quindi anche per l’erario italiano) è particolarmente importante perché assicura un “transit time” eccezionale da e per i porti fondamentali del Far East come Singapore, Hong Kong e quelli cinesi. Lo spostamento a Capodistria, provocherà un aumento dei tempi annullando i vantaggi rispetto ai porti del Tirreno e del Nord Europa. Il porto di Venezia sarà infatti collegato con il terminal sloveno da una nave fe-
eder di piccole dimensioni, ma questo comporterà una doppia movimentazione dei container e transit time più lunghi. E’ sempre più evidente come l’assenza di decisioni chiare e precise sul futuro assetto del Porto abbia già oggi ricadute negative sulla sua attività. Le perplessità sollevate da Confetra Nordest sulle criticità invernali sembrano essere state recepite dalla Port Authority lagunare che, in collaborazione con gli operatori portuali e la Capitaneria di porto, ha studiato e realizzato una soluzione con l’obiettivo di migliorare le condizioni di sicurezza della navigazione in caso di scarsa visibilità e di rendere le informazioni disponibili a tutta la flotta e gli operatori. Un lavoro effettuato per limitare al minimo le chiusure del porto di Venezia visto quanto successo nel 2015 quando a causa di forti nebbie la chiusura del porto di Venezia si è verificata in circa 20 giorni. La prima azione intrapresa è stata quella di installare cinque centraline costituite da sensori di visibilità lungo il canale Malamocco Marghera, di cui una comprensiva di stazione metereologica. I sensori permetteranno di misurare con precisione il grado di visibilità (intensità nebbia e presenza di banchi lungo tutto il percorso) mentre la stazione meteo fornisce anche dati relativi a direzione e velocità del vento, tempe-
ratura dell’aria, umidità relativa e pressione dell’aria. L’installazione è stata completata negli scorsi giorni e oggi gli utenti autorizzati possono consultare i dati in tempo reale su una applicazione dedicata che consente di comunicare le informazioni tramite il segnale internazionale AIS in dotazione a tutte le flotte. Proprio nel “web” sta la novità di Venezia, destinata a fare scuola anche negli altri porti italiani che devono confrontarsi con le restrizioni legate a condizioni meteo marine avverse. L’intero progetto, per un investimento di circa 200 mila euro, è stato realizzato in stretta collaborazione con il Comando Generale delle Capitanerie di Porto e la CdP di Venezia, con le quali è stato implementato un protocollo di interscambio dati – compatibile con tutti gli standard nazionali e internazionali della navigazione - che consentirà alle navi (e alle compagnie), agli operatori e ai responsabili della sicurezza di sapere sempre e in tempo reale le condizioni meteomarine del porto di Venezia predisponendo l’ingresso in sicurezza. Un lavoro che porterà, dopo la necessaria fase di sperimentazione, anche a valutare le possibili modifiche alle ordinanze di accesso al porto in caso di nebbia per garantire sempre più efficienza allo scalo veneziano. Sandro Minardo
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shipping / porto&diporto
Storia di una Famiglia e di un’impresa Grimaldi Armatori, presentato a Napoli il volume sulla storia del gruppo armatoriale napoletano
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enerdì 11 novembre, presso la Stazione Marittima di Napoli, si è svolta la cerimonia di presentazione del volume “Grimaldi Armatori: Storia di una Famiglia e di un’impresa”, edito da Grimaldi Editori. Presenti alla cerimonia erano la Senatrice Simona Vicari, Sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Fulvio Bonavitacola, VicePresidente della Regione Campania, l’Assessore al Mare del Comune di Napoli Daniela Villani in rappresentanza del Sindaco De Magistris, il Colonnello Ubaldo Del Monaco, Comandante Provinciale Carabinieri, il Colonnello Emilio Errigo, Capo Ufficio Operazioni del Comando Aeronavale Centrale della Guardia di Finanza, oltre ad altre autorità civili, militari, marittime e varie personalità locali. Tutti i presenti sono stati accolti dalla famiglia Grimaldi, in particolare da Donna Paola Grimaldi, moglie del fondatore Guido Grimaldi. Alla tavola rotonda, moderata da Alessandro Barbano, Direttore de «Il Mattino», oltre al Sottosegretario di Stato Sen. Simona Vicari ed al VicePresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola, sono intervenuti Maurizio Barracco, Presidente del Banco di Napoli, Gennaro Fiore, Direttore Generale di Confitarma, Ennio Forte, Professore di Economia dei Trasporti presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, Umberto Masucci, Presidente International Propeller Clubs Italia ed Ugo Salerno, Chairman and CEO del RINA. Nato da un’iniziativa dei figli di Guido, Gianluca ed Emanuele Grimaldi, e del genero Diego Pacella, alle redini del Gruppo armatoriale, il libro è frutto
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di un intenso lavoro editoriale e di ricerca dei giornalisti Bianca d’Antonio e Justin Stares. L’opera illustra dettagliatamente la storia della Famiglia Grimaldi, dal XIV secolo fino ai giorni nostri ed, in particolare, la nascita e lo sviluppo delle attività delle società del Gruppo Grimaldi nel settore marittimo e della logistica. Un Gruppo capace di cogliere in anticipo il vento dell’innovazione mutando linee e traffici, immettendovi navi rivoluzionarie ed all’avanguardia, passando attraverso momenti difficili quali la crisi dei noli, guerre, la chiusura del canale di Suez, l’innalzamento del costo del petrolio, eventi storici che a volte si sono intersecati con la loro storia armatoriale. La pubblicazione del volume «Grimaldi Armatori: Storia di una Famiglia e di un’impresa» avviene in occasione del centenario della nascita del fondatore Guido Grimaldi. Modernità, pas-
sione, spirito di sacrificio, intuizione e grande capacità di guardare lontano: qualità basilari per un “grande condottiero” ma “condite” da una profonda umanità. Sono queste le caratteristiche che hanno fatto del cavaliere del lavoro Guido Grimaldi, scomparso nel 2010, un gigante dello shipping. I Grimaldi rappresentano un caso di capitalismo familiare, che, nel corso delle generazioni, ha cercato di coniugare eticità e valore imprenditoriale nella consapevolezza della responsabilità che un’impresa ha anche nei confronti dei propri dipendenti e della società in cui opera. Il Gruppo Grimaldi rappresenta un’eccellenza napoletana, i cui Amministratori sono felici ed orgogliosi di esserlo, avendo saldamente mantenuto il cuore ed il cervello pensante della loro società nel capoluogo campano. RedMar
shipping / porto&diporto
Autostrade del Mare, nuova linea Salerno - Genova A
ADV Paola Martino
l Porto di Salerno è stata inaugurata la nuova linea Ro-Ro Salerno - Genova con frequenza giornaliera. È la prima vera Autostrada del Mare del versante del Tirreno, che consentirà di collegare le Regioni del Nord Italia e della Francia alle Regioni del Centro-Sud Italia quali Campania, Calabria, Puglia e Basilicata. Con il nuovo servizio giornaliero, che offre ottimi tempi di transito ad un bacino di utenza elevatissimo, si potrà contribuire, da un lato, alla creazione di un sistema di trasporto regolare, efficiente, affidabile ed economicamente vantaggioso e, dall’altro, alla riduzione
della congestione stradale. Il nuovo collegamento del Gruppo Grimaldi, infatti, consentirà di ridurre notevolmente la presenza di mezzi pesanti lungo le arterie autostradali, soprattutto sull’Autostrada del Sole, e di dare un contributo impareggiabile in termini di salvaguardia dell’ambiente con la riduzione pari al 5% delle emissioni di CO2 sulla tratta Salerno Genova. Grande soddisfazione espressa dal Presidente dell’Autorità Portuale di Salerno Andrea Annunziata: “Con questa nuova linea regolare si mette un altro tassello al grande successo delle Autostrade del Mare e del Porto di Salerno; uno Scalo che contribuisce a
decongestionare le strade, rafforzando sempre più il suo ruolo strategico nel Mediterraneo. Gli investimenti di questi anni e la grande capacità ed efficienza mostrate dai nostri operatori portuali hanno consentito di raggiungere grandi successi - continua il Presidente Andrea Annunziata - Sono in programma altri investimenti e sono state avviate altre gare per completare l’ammodernamento infrastrutturale del Porto di Salerno, al fine di favorire lo sviluppo dei traffici commerciali, non solo dei rotabili, anche attraverso la realizzazione di aree retro-portuali, in grado di soddisfare le richieste di nuovi piazzali per lo stoccaggio delle merci.”
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Registro Navale Panamense - Per informazioni: Consolato di Panama - Via Duomo 319 - 80133 Napoli (NA) - tel: 081 6028540
formazione / porto&diporto
La Escola Europea de SSS per il trasporto intermodale A
utunno 2016. Forte Michelangelo di Civitavecchia, tutti presenti. Occasione di incontro di 20 professionisti che per quattro giorni hanno sfidato se stessi e gli altri a fronte di una prova sempre nuova con la conoscenza, “rispetto alla quale – si dice – si è sempre mestieranti”. Il Corso “Most Italy della Escola Europea de Short Sea Shipping”, al suo secondo anno, ha esordito cosi. “Hilo de Viento”, avrebbero asserito gli spagnoli. Gli stessi che proseguono, con grande successo, una strada tracciata da dieci anni dalla Escola Europea de Short Sea Shipping. L’iniziativa, in seguito alla firma del Protocollo di intesa con Ram – Rete Autostrade Mediterranee – siglato a Napoli in occasione della Naples Shipping Week, fa parte del programma di promozione per professionisti dello short sea shipping e delle autostrade del mare, nonché dello sviluppo del trasporto intermodale. Seguendo la rotta impartita dalla Cruise Roma di Grimaldi Lines, docenti di grande spessore hanno fornito ai partecipanti gli strumenti educativi e visioni futuristiche d’insieme dei nuovi progetti e sviluppi dell’intemodalità: Eduard Rodes, direttore della Escola Europea de Short Sea Shipping, Francesco Benevolo direttore RAM Spa, Alessandro Feniello manager Gnv, Andrea Campagna consulente della Escola Europea de short sea shipping,
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Ana Arevalo manager del Port de Barcelona, Marcello Donnarumma Short Sea Commercial Department Grimaldi Group e Vittorio Meli Propeller Club Palermo. Nello specifico, l’intervento del Direttore di RAM Francesco Benevolo ha puntato ad evidenziare l’importanza dell’incentivo Marebonus il quale prevede uno stanziamento in totale di 138,4 milioni di Euro per il triennio 2016-2018: 45,4 milioni per il 2016, 44,1 milioni per il 2017 e 48,9 milioni per il 2018. “Un’idea nata dall’esperienza italiana del vecchio Ecobonus e coerente con le direttive europee, allo scopo di sviluppare la modalità combinata strada-mare attraverso la promozione di nuovi servizi marittimi e lo stimolo al miglioramento di quelli già esistenti”, ha spiegato Benevolo. “L’incentivo previsto dall’articolo 1, comma 647 della Legge di Stabilità 2016, è stato concepito già all’interno del Piano strategico nazionale della portualità e della logistica del Ministro Delrio per incentivare le Autostrade del Mare; la finalità è che gli armatori possano creare nuovi servizi marittimi o migliorare quelli esistenti rigirando almeno il 70% del contributo ottenuto ai clienti dell’intermodalità, dunque ai trasportatori, in modo da garantire la sostenibilità dei servizi attivati e potenziare la filiera logistica complessiva. In tal mondo si potrà ottenere annualmente, secondo una prudente previsione, un risparmio di esternalità superio-
re a 260 milioni di euro sottraendo ogni anno dalla rete stradale unità di carico equivalenti ad oltre 800.000 camion, pari quasi a 650 milioni di veicoli/km trasportati”. Nella sezione “Landscape del Mediterraneo” quattro squadre – Fides, Imaginatio, Dialogus ed Opus – hanno affrontato, nel tentativo di risolvere un avvincente case study, una sfida volta alla dimostrazione dell’efficienza dello Short Sea Shipping nel bacino Sud Europa. Eduard Rodes, direttore della Escola, ha fornito a ciascuno dei partecipanti dati sul porto di Barcellona in termini di efficienza logistica ed una applicazione pratica – tramite un E-Maritime Workshop – sui tipi di transazione che ogni operatore logistico si trova ad effettuare nel corso della propria attività. Evidenziati anche i vantaggi della digitalizzazione elettronica attraverso strumenti E-logistic e SSSoperations. Ana Arevalo, Manager del Port de Barcelona, ha illustrato invece le previsioni di crescita della capacità operativa dello scalo ed in particolare l’adeguamento dell’altezza delle 3 gru Super Post Panamax (da 41 a 47 metri), l’utilizzo di un sistema di booking online per evitare ritardi negli attracchi ed un sistema visuale di ispezione dei containers OCR. La Rambla della conoscenza ha già fissato la sua prossima partenza: 30 settembre-3ottobre 2017. Maddalena Pasquariello
Salerno
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formazione / porto&diporto
Accademia di alta formazione per l’hôtellerie di bordo E’
stata inaugurata l’11 novembre scorso nella prestigiosa sede di Villa Figoli Des Geneys di Arenzano (Genova) la nuova Accademia di Alta Formazione per l’Hôtellerie di Bordo. E’ la prima scuola in Italia dedicata esclusivamente alla formazione di professionisti dell’hôtellerie che lavoreranno sulle navi passeggeri: cuochi, pasticceri, panettieri, animatori, addetti al servizio clienti e altre figure legate all’accoglienza e all’intrattenimento di bordo. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra Regione Liguria, Comune di Arenzano e Fondazione ITS Accademia Italiana Marina Mercantile, che gestirà la scuola, con l’obiettivo di promuovere l’eccellenza italiana nel comparto dell’ospitalità di bordo. Una parte molto rilevante delle attività della nuova scuola sarà dedicata al settore crociere, grazie al progetto “Accademia Ospitalità Italiana Crociere”, che vede Costa Crociere come partner consolidato della Fondazione ITS Accademia Italiana Marina Mercantile. All’interno di questo progetto sono già quattro i corsi disponibili. Il corso di Istruzione Tecnica Superiore (ITS) per la formazione di pasticceri e panettieri di bordo, finanziato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) e destinato a giovani in cerca di occupazione, avrà una durata complessiva di circa 1 anno e mezzo, alternando esperienze formative in aula a stage a bordo. I posti disponibili sono 22, con l’impegno da parte di Costa Crociere di assumere almeno il 70% degli allievi che avranno completato con successo il percorso formativo. Le iscrizioni sono
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già aperte e si chiuderanno il 9 gennaio 2017, mentre l’inizio delle lezioni è previsto a febbraio 2017. Altri tre corsi, finanziati dalla Regione Liguria con Fondo Sociale Europeo, con bando chiuso nel febbraio 2016, sono destinati alla formazione di animatori turistici, addetti al servizio clienti e cuochi, per un totale di 60 posti (20 posti per ogni corso), riservati a “over 24” in cerca di occupazione. Avranno una durata complessiva che va dalle 300 alle 415 ore, con assunzione garantita da Costa per il 60% degli allievi idonei. I bandi sono già aperti per i corsi di animatori e addetti al servizio clienti, con chiusura a metà gennaio 2017 e inizio lezioni a febbraio 2017: saranno questi i primi allievi a usufruire dei nuovi locali e attrezzature di Villa Figoli. Le iscrizioni per i cuochi partiranno invece da metà febbraio 2017. Gli allievi che seguiranno i corsi della nuova accademia avranno a disposi-
zione una struttura di assoluta eccellenza. Gli interventi di restauro conservativo, effettuati su iniziativa di Regione Liguria (che ha messo a disposizione 4 milioni di euro di fondi PAR FAS/FSC) e Comune di Arenzano nella splendida villa settecentesca in stile liberty, hanno permesso di realizzare 9 aule attrezzate, una biblioteca, una tea room/sale mostre, Sala Arazzi multifunzionale, un’area ristorazione, un bar e una cucina che servirà per le lezioni. La struttura dispone anche di un dormitorio che potrà accogliere sino a 50 studenti fuori sede, ed è circondata da un parco-giardino all’italiana di circa 35.000 m2. Come spiega il sindaco di Arenzano, Maria Luisa Biorci: “Da tempo Villa Figoli Des Geneys, splendido edificio settecentesco in stile liberty circondato da un parco-giardino all’italiana di circa 35.000 metri quadrati, aspettava di poter diventare il cuore di un progetto capace di conferirle nuovo lustro. Quel
momento è arrivato, grazie in primis all’impegno del Comune di Arenzano, che con determinazione ha scelto di puntare proprio sulla villa come sede della prima Accademia di formazione per l’hôtellerie di bordo: un modo per valorizzare una vocazione locale che guarda al mare e vuole far dialogare al meglio il territorio con il mondo del lavoro. Ma non solo. Il recupero di Villa Figoli Des Geneys significa anche restituire alla città di Arenzano uno splendido parco pubblico e donarle grandi ed eleganti spazi di rappresentanza, in co-uso con Accademia, che potranno divenire sede d’iniziative continue per la valorizzazione dell’eccellenza italiana. Sarà una scuola, un luogo a disposizione della cittadinanza e per finire una struttura aperta, pronta ad accogliere eventi dedicati alla cultura del mare e a quella enogastronomica. Oggi, in altre parole, la nostra ambizione è quella di farne un vero e proprio laboratorio di bellezza”. “Fin dal nostro insediamento - ha affermato il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti - ci siamo impegnati a fondo per avvicinare sempre di più i giovani al mondo del lavoro, attraverso una formazione di qualità, così da indirizzarli verso scelte future vicine alle loro legittime aspirazioni. Trovo molto positivo il fatto che una compagnia come Costa Crociere sia in prima linea per garantire un’opportunità di lavoro a molti dei ragazzi che concluderanno il loro percorso formativo in questa prestigiosa sede, riportata all’antico splendore grazie anche al sostegno di Regione Liguria e parte integrante del patrimonio storico - architettonico ligure. Quello delle crociere è un settore anticongiunturale, in crescita: qui, in questa prestigiosa sede, formiamo persone per una vera e concreta occupazione. Il mio auspicio - ha concluso - è che altri soggetti possano in futuro sfruttare le potenzialità formative di questo polo di eccellenza, ovviamente con alla base lo stesso impegno e sforzo occupazionale”. Un auspicio condiviso dall’assessore regionale alla Formazione, Ilaria Cavo:
“All’offerta formativa già attivata con i bandi dell’ultimo anno – ha affermato è auspicabile che possano aggiungersi ulteriori opportunità formative a seguito dei bandi avviati tanto in riferimento agli ITS quanto con il nuovo bando da 5 milioni di euro (fondi Fse) dedicato alla Blue Economy e aperto, su base regionale, agli organismi formativi e alle associazioni temporanee di impresa o di scopo che potranno presentare progetti per disoccupati in possesso di una qualifica triennale, di un diploma di scuola secondaria superiore o di una laurea”. Per il presidente dell’Accademia Italiana della Marina Mercantile, Eugenio Massolo “la nuova Sede di Villa Figoli consentirà, per la prima volta in Italia, di sviluppare la filiera legata all’hôtellerie di bordo, con un’offerta che potrà ampliarsi da subito a percorsi di Istruzione Tecnica Superiore e alla formazione di altre figure strategiche nel comparto, con impianti tecnologici e strumentazioni didattiche di avanguardia, garantendo una offerta costante e continuativa sia alle imprese che ai giovani. Tale sviluppo nel settore crocieristico trova in Costa Crociere un partner ideale, trattandosi di una primaria Compagnia a livello internazionale e
l’unica compagnia crocieristica battente bandiera Italiana. L’Accademia - ha concluso - è pienamente disponibile a rispondere alle esigenze di altri soggetti che in futuro abbiano necessità di realizzare a Villa Figoli attività formative legate all’hôtellerie di bordo”. “Siamo molto lieti di essere partner in questo progetto di formazione davvero unico in Italia, che offrirà tante nuove opportunità di carriera, garantendo una preparazione di assoluta eccellenza. Costa Crociere è una compagnia italiana che porta nel mondo il meglio dell’Italia, investendo in nuovi talenti italiani: basti pensare che dal 2006 al 2015 ne abbiamo assunti oltre 1600. Grazie all’Accademia Ospitalità Italiana Crociere, che è stata istituita a Villa Figoli, saremo in grado di incrementare ulteriormente il nostro impegno nella formazione e selezione di personale di bordo italiano e comunitario, anche in previsione dell’espansione della nostra flotta, che nel 2019 e 2021 crescerà con l’arrivo di due nuove navi da oltre 180.000 tonnellate di stazza, le prime al mondo alimentate con gas naturale liquefatto (LNG)” - ha dichiarato Neil Palomba, Direttore Generale di Costa Crociere. Sandro Minardo
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cantieristica / porto&diporto
Amico&Co presenta progetto per il settore dei maxi yacht
35 milioni di euro entro il 2018 per fare di Genova il terzo polo di accoglienza nel Mediterraneo per gli yacht superiori ai 30 metri di lunghezza L’invito alla città a cogliere la sfida
L
a realtà odierna di Amico & Co è quella di un cantiere ai vertici del mercato internazionale del refit/repair, con una capacità produttiva di 110 commesse l’anno, che durante la stagione dei lavori richiedono l’impiego di oltre 500 addetti. Questa realtà è frutto di una strategia d’impresa, avviata 25 anni fa, basata sulla specializzazione, sulla qualità e, soprattutto, sugli investimenti in infrastrutture (oltre 34 milioni di euro), le quali hanno consentito al cantiere di crescere e di far crescere con esso un network di 36 aziende partner che ne completano e integrano l’organizzazione produttiva.
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Il primato di Amico & Co, tuttavia, oggi è messo a serio rischio dalla rapida evoluzione dei competitor francesi e spagnoli: attorno ad essi sono andati via via sviluppandosi, con il forte appoggio delle amministrazioni locali, veri e propri distretti dedicati, in grado di offrire alla flotta dei maxi yacht non solo infrastrutture cantieristiche all’avanguardia, ma anche facilities di ormeggio attrattive e una molteplicità di servizi accessori, creando così le condizioni per favorirne il radicamento in quei territori. Trasformare questo rischio in un’opportunità di sviluppo per Genova e la Liguria: questa è la motivazione che ha
spinto Amico & Co a elaborare un nuovo e ambizioso progetto, chiedendo su di esso l’attenzione degli organi di governo del territorio. Il progetto trae la sua idea - guida da un semplice dato: il mercato generato dalle spese operative dei maxi yacht vale a livello mondiale 6 miliardi di euro, e 600 milioni vengono spesi per attività di manutenzione e riparazione. Ciò significa che solo il 10% è assorbito da queste attività, mentre il resto della spesa, escludendo il turismo che pure è voce assai rilevante, interessa trasversalmente molteplici settori dell’economia e si riversa quasi integralmente sui territori di sosta e di passaggio.
L’obiettivo è quindi fare di Genova che già può vantare un’offerta turistica e culturale di tutto rispetto - un polo di accoglienza per i maxi yacht , favorendone il radicamento sul territorio. Lo strumento è un progetto di forte e tempestivo adeguamento infrastrutturale, finalizzato a completare e ulteriormente qualificare sia l’offerta di ormeggi e servizi connessi, sia la capacità produttiva delle attività cantieristiche. Il progetto è quindi la somma di più progetti coordinati e coerenti tra loro, riguardanti sia l’area di levante delle Riparazioni Navali, sia alcune porzioni del compendio fieristico, a proposito del quale è opportuno sottolineare, anche a scanso di possibili fraintendimenti due aspetti: - le proposte di Amico & Co sono ampiamente compatibili e complementari con le molteplici funzioni connesse a questo ambito territoriale: le linee di indirizzo del Blue Print (intese a rivitalizzare il quartiere fieristico); le manifestazioni espositive (Salone Nautico in
primis); la nuova Torre Piloti; la nautica minore; - Amico & Co, senza preclusioni di alcun genere e con spirito costruttivo, si attende dalle Istituzioni un’opera di regia per assicurare lo sviluppo coordinato e sinergico delle diverse funzioni e per individuare gli strumenti e le possibili soluzioni adottabili a questo scopo (ivi compreso il tema degli ulteriori investimenti necessari per la parte Nord della darsena nautica che, insieme a quelli di Amico, ne completino una riqualificazione attesa ormai da troppi anni). Il progetto Per ciascuno degli ambiti individuati il progetto prevede: - Aree di levante delle Riparazioni Navali. È già in fase avanzata la procedura avviata da Autorità Portuale per la definitiva assegnazione a 4 società del comparto - tra le quali Amico &Co - di circa 10.000 m2 di aree che serviranno per il riassetto delle rispettive attività. Ad esito del procedimento, l’investimento previsto su tali aree sarà a regime di circa 31,1 milioni di euro: 2,5 milioni saranno realizzati dai cantieri minori, mentre 28,6 milioni saranno realizzati da Amico & Co e comprenderanno sia opere a mare e consolidamenti infrastrutturali (per 8,6 milioni), sia impianti tecnologici di cantiere (per 20 milioni) tra cui un impianto di alaggio per mega yacht. - Aree all’interno della darsena nautica. È prevista l’infrastrutturazione della porzione Sud della darsena, per la creazione di ormeggi destinati a maxi e mega yacht fino a 100 mt di lunghezza, con un investimento di circa 3,9 milioni di euro: elettrificazione delle banchine fino a 4 MW di potenza, a tutela della qualità ambientale del sito; realizzazione delle banchine mancanti e di un piccolo fabbricato destinato ai servizi primari per la marina (cabine elettriche, uffici, punto di ristoro); creazione di una passerella sopraelevata pedonale lungo l’opera di difesa a mare, che renderà fruibile il sito da parte della città. - Piano terra del padiglione B, con banchina e specchio acqueo prospicienti. La destinazione prevista è riservata ad attività collaterali di carattere non industriale, collegate sia alla cantieristica che allo stazionamento degli yacht. L’assetto logistico sarà configurato in modo da lasciare spazio agli eventi espositivi durante il loro svolgimento, consentendo al tempo stesso di mettere a reddito strutture non altrimenti utilizzate al di fuori di tali eventi. Questi investimenti dispongono già di un piano finanziario a sostegno della loro effettuazione e la progettazione dei singoli interventi è in fase avanzata (sono già disponibili tutte le progetta-
zioni preliminari e in gran parte quelle definitive). La tempistica di realizzazione prevista è di circa 2 anni, con avvio a inizio 2017 e completamento circa a metà del 2018. I benefici - riguardano anzitutto l’incremento occupazionale “diretto”, cioè relativo alle sole attività nautiche e stimabile, a regime, in 80 unità alla fine del 2018; - sono relativi all’indotto diretto e indiretto e conseguono agli obiettivi del progetto: le nuove infrastrutture consentiranno di ospitare a Genova yacht più grandi e per periodi di tempo più ampi rispetto a numeri, dimensioni e tempi di sosta attuali, grazie alla maggiore offerta integrata di cantieristica, ormeggi e servizi. L’entità e la composizione della spesa che le grandi imbarcazioni, infatti, riversano in gran parte sul territorio prescelto come “home port” (analizzata dagli studi specialistici di settore condotti a livello internazionale) indica che il rapporto tra spesa per manutenzione/riparazione e spesa totale è di 1:5. I fattori di questo moltiplicatore sono diversi. Per richiamarne alcuni: l’incremento delle presenze sul territorio di soggetti con elevatissime capacità di spesa (comandanti, equipaggi, ospiti), a beneficio delle attività commerciali e immobiliari locali; l’incremento della domanda rivolta alle aziende specialistiche fornitrici di accessori e dotazioni di bordo; l’insediamento e lo sviluppo di agenzie, società di management e charter, ecc. Se il progetto centrerà l’obiettivo di trattenere a Genova maxi e mega yacht anche oltre le mere soste tecniche per lavori, al maggior fatturato atteso per la sola cantieristica (ragionevolmente stimabile in 90 milioni di euro) potrà corrispondere un indotto potenziale complessivo intorno ai 450 milioni. L’invito alla città Amico & Co crede fortemente in questo progetto e nella concretezza delle prospettive che si propone di aprire, ma è ben consapevole che la sua realizzazione necessariamente dipende da una valutazione e condivisione trasversale del suo valore strategico da parte delle Istituzioni. Amico & Co crede altrettanto fortemente nel ruolo delle Istituzioni quali assuntori di decisioni aventi ricadute pubbliche per lo sviluppo, l’imprenditorialità e il lavoro, al di fuori e al di sopra possibili antagonismi o mancanze di dialogo, per consentire il superamento dell’immobilismo di questi anni. Stefano Meroggi
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cantieristica / porto&diporto
Accordi e acquisizioni Fincantieri sui mercati esteri F
incantieri S.p.A. ha annunciato che la propria controllata Fincantieri Oil & Gas S.p.A. ha lanciato a Singapore un’offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria condizionata finalizzata all’acquisto di azioni ordinarie di Vard Holdings Limited non già detenute direttamente o indirettamente. Pertanto, le azioni oggetto dell’Offerta (al netto di quelle già detenute da Fincantieri O&G) sono n. 523.528.732, pari al 44,37% del capitale sociale di Vard. Vard, società di diritto singaporese quotata alla Borsa di Singapore, è uno dei maggiori costruttori globali di imbarcazioni offshore e navi specializzate, con circa 9.000 dipendenti e nove cantieri in Norvegia, Romania, Brasile e Vietnam. Le relazioni finanziarie di Vard sono disponibili al pubblico sul sito www.vard.com/investor/reportsandpresentations/Pages/default.aspx. Il prezzo per azione offerto agli azionisti di minoranza sarà di SGD 0,24, per un controvalore massimo, in caso di adesione totalitaria, di SGD 125.646.896 (pari ad EUR 82.000.000 circa al tasso di cambio corrente). L’Offerta sarà finanziata tramite risorse finanziarie disponibili. Fincantieri O&G detiene, ad oggi, n. 656.471.268 azioni di Vard, pari al 55,63% circa del capitale sociale della
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stessa, a seguito dell’acquisizione del pacchetto di maggioranza il 23 gennaio 2013 e della conseguente offerta pubblica di acquisto obbligatoria. Vard è consolidata integralmente nei bilanci del Gruppo Fincantieri dalla data di acquisizione. L’Offerta è finalizzata al delisting di Vard dalla Borsa di Singapore ed è, pertanto, condizionata al raggiungimento da parte di Fincantieri O&G di una partecipazione superiore al 90% del capitale sociale di Vard. Al raggiungimento di tale soglia la Borsa di Singapore potrà sospendere la negoziazione delle azioni Vard alla chiusura dell’Offerta. L’operazione non incide sulle indicazioni previsionali e sugli obiettivi quantitativi precedentemente comunicati al mercato da Fincantieri. Intanto la multinazionale della cantieristica italiana e Huarun Dadong Dockyard (HRDD), i principali cantieri cinesi specializzati in repair and refitting, hanno ulteriormente sviluppato la cooperazione esclusiva raggiunta nel marzo di quest’anno, firmando nei giorni scorsi un accordo che definisce e completa i termini della collaborazione. L’intesa ora include la gestione tecnica congiunta delle attività di riparazione, dry-docking e conversione in ambito cruise, aprendo così la strada al primo progetto condiviso.
Fincantieri è sempre attenta agli sviluppi dei mercati e l’accordo si inquadra quindi nella strategia di penetrazione dei mercati emergenti. Si ricorda a tal proposito che già oggi in Cina operano in via continuativa almeno 13 navi da crociera di compagnie occidentali che necessitano in loco dei servizi che la partnership è in grado di offrire, e questo numero è destinato a crescere rapidamente. L’industria della crocieristica cinese vive infatti un momento di rapido sviluppo, e nei prossimi dieci anni si espanderà significativamente. La domanda in questo settore di cantieri adeguati e di consolidate capacità di riparazione e refitting sta aumentando costantemente. HRDD, dotato di strutture moderne situate strategicamente nei pressi del cruise terminal di Shangai, vanta una grande esperienza e un notevole patrimonio di competenze specifiche che lo rendono particolarmente adatto anche al settore crocieristico. Fincantieri, attraverso la sua business unit dedicata Ship Repair and Conversion, farà valere l’esperienza tecnica maturata come operatore di riferimento del comparto crocieristico a livello globale che, combinata con le infrastrutture all’avanguardia di HRDD, offriranno il fondamentale supporto al nascente settore cruise cinese. Carolina Sinnopoli
milagroadv
infrastrutture / porto&diporto
PORTO DI NAPOLI CUORE MEDITERRANEO AMANTE DEL TURISMO.
AUTORITĂ€ DI SISTEMA PORTUALE
Il Porto di Napoli viene indicato nello Speciale Crociere 2015 al terzo posto in Italia nel settore del turismo crocieristico, proseguendo la sua forte ascesa per numero di crocieristi, attracchi e approdi. Servizi avanzati, strutture innovative, efficiente organizzazione, lo rendono il cuore pulsante del turismo Mediterraneo.
www.porto.napoli.it
novembre 2016 - 23
ambiente / porto&diporto
“La Stanza in fondo al mare” per i fondali marini di Napoli
I
l mondo sommerso ha da sempre affascinato l’uomo e l’immaginario collettivo di esploratori, scrittori, registi e persone comuni. Il mare è come un Universo a se, un mondo parallelo dove le regole del mondo emerso non valgono più e la vita esplode in una miriade di forme e colori che spesso vanno al di là di ogni più fervida immaginazione... Nonostante la tecnologia degli ultimi decenni abbia permesso di esplorare questo mondo parallelo rendendocelo più familiare, ancora oggi, per la maggior parte di noi “terrestri”, l’Universo marino rimane qualcosa di estraneo che si cela oltre quella superficie blu in continuo movimento. La non conoscenza o, se vogliamo, la mancanza di senso di appartenenza poi può trasformarsi in diffidenza ed essere alla base della diffusa mancanza di rispetto da parte dell’uomo per questo mondo. Da qui l’idea sviluppata dal Centro Studi interdisciplinari Gaiola onlus con il Progetto Sommergiamoci di portare il mare sulla terra... Tramite un sofisticato sistema di videocomunicazione wireless 3D e l’allestimento di una sala immersiva presso il Centro Ricerca e Divulgazione Scientifica dell’Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola, sarà possibile immergersi virtualmente con biologi ed archeologi subacquei, rimanendo all’asciutto e comunicando in tempo reale con il proprio compagno di immersione. Attraverso il Portale sommergiamoci.it sarà possibile, inoltre, effettuare collegamenti in streaming in diretta dai fondali del Parco per portare il mare di Napoli direttamente nelle scuole e nelle aule universitarie: nuove tecnologie per rendere fruibile a tutti il patrimonio subacqueo in maniera non invasiva. Il progetto, svolto d’intesa con la
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Soprintendenza Archeologia della Campania e cofinanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito dell’Avviso Pubblico “Giovani per la valorizzazione dei Beni Pubblici”, si innesta nel solco tracciato dal CSI Gaiola onlus, che dal 2004 ad oggi ha portato al recupero e valorizzazione di uno dei luoghi di maggior pregio naturalistico e storico-archeologico del panorama marino-costiero italiano, che da decenni versava in stato di completo abbandono. Sempre di più, quindi, il Parco della Gaiola si candida a svolgere il ruolo trainante di vero e proprio laboratorio di divulgazione scientifica, educazione ambientale e formazione attiva delle nuove generazioni, e non solo, per la riscoperta, conoscenza e consapevolezza dell’universo marino, una finestra sul mondo marino del Golfo di Napoli per troppo tempo dimenticato. Migliaia di studenti dei vari ordini scolastici ogni anno possono riscoprire il Mare di Napoli in questo scrigno di bellezza a pochi passi dal centro cittadino lungo la bellissima costa di Posillipo. Sempre nell’ottica della formazione attiva il Parco nel mese di Ottobre ha ospitato più di 100 studenti provenien-
ti dalle diverse Università d’Italia che nell’area marina protetta partenopea hanno avuto l’opportunità di partecipare a stage gratuiti di Ecologia marina ed Archeologia subacquea. Oggi più che mai quindi il Mare di Napoli grazie al Progetto Sommergiamoci, torna ad occupare la sua posizione centrale nel Mediterraneo per lo studio e valorizzazione della risorsa Mare. Il Centro Studi Interdisciplinari Gaiola onlus nasce nel 2004 con l’obiettivo di studiare, tutelare e divulgare l’immenso patrimonio naturalistico, per troppo tempo dimenticato, del Mare di Napoli. Da più di dieci anni, d’intesa con la Soprintendenza Archeologica di Napoli, l’impegno del CSI Gaiola è stato profuso per il recupero e la valorizzazione di uno dei luoghi simbolo dell’immutata ricchezza naturalistica, paesaggistica e culturale della fascia costiera cittadina, rappresentato oggi dal Parco dall’Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola. L’area recuperata dopo più di trent’anni di abbandono rappresenta oggi un sito di eccellenza per lo studio e la diffusione della risorse naturalistico-archeologiche del Mare di Napoli. Italo Merciati
infrastrutture / porto&diporto
Il Molo San Vincenzo e la sua storia recente I
l rinnovato interesse per il recupero del Molo San Vincenzo non può che far piacere, sia per la riscoperta della sua storia e sia per i grandi benefici turistici e di vivibilità che la città e il porto possono trarre. Sorprende però che il tema venga affrontato come se si partisse da zero, ignorando o dimenticando che le prime significative iniziative per il recupero del Molo San Vincenzo e la sua apertura alla città risalgano a poco più di quindici anni fa, allorquando la stessa Marina Militare manifestò il proprio disinteresse alle attività, poi dismesse, che si svolgevano negli imponenti, monumentali e storici edifici ivi esistenti , la cui stessa manutenzione appariva particolarmente onerosa per la Forza Armata. Sarà bene quindi ricordare perché dal ’98 ad oggi il percorso intrapreso non si sia ancora concluso, al fine di comprenderne le ragioni. Nel compendio militare ivi esistente sul Molo San Vincenzo era insediato, fino alla fine del ’98, il Comando in Capo del dipartimento Marittimo del Basso Tirreno (Maridipart Napoli) e l’omonimo stabilimento militare per la manutenzione e riparazione delle navi militari e civili ivi insediato per la presenza dello storico bacino in muratura, primo in Italia, realizzato dai Borbone. Il bacino, non modificabile per la sua importanza storica (nel 1981 fu dichiarato Monumento Nazionale), per le sue dimensioni fu ritenuto dalla Marina Militare di Scarso interesse, come si può leggere in una risposta ad una interrogazione parlamentare, resa nel 1997 dal sottosegretario di Stato alla Difesa, Brutti. Il Comando in Capo prima della sua soppressione occupava, esclusi i militari, circa seicento impiegati civili, di cui poco meno di cinquecento, occupati nello stabilimento. Da quella data, essendo evidente la volontà da parte della forza armata di dismettere la struttura, si pensò di restituirla alla citta, e furono avviate concrete iniziative in tal senso. La prima avvenne su impulso di Francensco Saverio Lauro, presidente dell’Autorità portuale di Napoli, che riuscì nel 1999 a far approvare dal comi-
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tato portuale un progetto per il “recupero e il risanamento dell’antico molo borbonico denominato San Vincenzo” che quantificava il valore degli interventi in 16 miliardi ed ottocento milioni di lire. Tali lavori furono ritenuti dallo stesso Lauro “propedeutici al più ambizioso progetto di rendere l’infrastruttura operativa per il settore crocieristico e per e per il diportismo” due ambiti in cui il porto di Napoli avrebbe avuto grandi possibilità di sviluppo. Secondo Lauro, il progetto avrebbe avvicinato, in ogni caso, il porto alla città e avrebbe fatto scoprire ai napoletani un luogo unico. Alla fine del 2000, dopo una trattativa di soli sei mesi, in cui l’impegno di Rosa Russo Iervolino, Sindaco di Napoli, fu particolarmente intenso, il Ministro della Difesa, Sergio Mattarella, annunciava a Palazzo San Giacomo, alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Marina, la decisione di cedere la Darsena Acton come poi avvenne di li a poco. Le intese tra Comune, Regione Campania, Autorità Portuale e Governo, inducevano a previsioni ottimistiche sulla restituzione del compendio militare alla città, specialmente dopo la dichiarazione rilasciata dal Ministro Mattarella a seguire la visita al Bacino di Raddobbo: “E’ un’opera di enorme interesse anche storico. Ho scoperto che il Bacino Borbonico realizzato da Ferdinando IV è il primo esempio in Europa di costruzione in muratura sul mare eseguita con particolari e modernissime tecniche per l’epoca. Davvero un pezzo suggestivo della città, pieno di storia e di cultura”. Successivamente non si è compreso perché le trattative con il Ministero della Difesa si siano arenate, nonostante sussistano le premesse per una dismissione che può essere conveniente per la stessa Marina Militare. Sui misteri della stasi, valga a proposito quanto dichiarò il sindaco Iervolino, durante il consiglio comunale del 6 marzo 2007: “… quando era Ministro della Difesa Mattarella ed era ancora sindaco di Napoli Bassolino, Vice sindaco Marrone e Assessore all’Urbanistica Rocco Papa, siamo andati io, Marrone e Rocco Papa dal Ministro Mattarella
a chiedergli due cose, l’assegnazione al Comune di Napoli della Darsena Acton, visto che intanto il Comado della Marina era andato a Taranto, e l’assegnazione sempre al Comune del Molo San Vincenzo che è proprio, veramente, una cosa che fa stringere l’anima, perché il Molo va in deperimento mentre invece preso da noi avrebbe potuto con un progect financing essere ricollocato. Abbiamo assistito ad un amabile duetto tra il Ministero che ci diceva di si e i vertici militari, a cominciare dal suo Capo di Gabinetto, che ci dicevano di no perché erano assolutamente essenziali”. Sta di fatto che da quegli anni e fino al 2013 non si sapeva che destinazione dovesse avere il compendio militare del San Vincenzo. Con l’istituzione e il previsto insediamento a Napoli del Comando Logistico si poteva ipotizzare un rinnovato interesse per il compendio che di fatto non ci è stato, perché il nuovo Comando Logistico si è insediato a Nisida, pertanto il compendio militare del San Vincenzo si presenta, secondo quanto si legge nella relazione al piano regolatore del Porto di Napoli, nel seguente modo: “La parte centrale del molo è caratterizzata dalla presenza di un edificio lineare, oggi, in parte di proprietà militare ed in parte sotto la giurisdizione dell’Autorità Portuale. I locali, un tempo adibiti a deposito sono oggi per lo più abbandonati. Alla banchina interna sono accostate per i primi 900 metri imbarcazioni militari; gli altri accosti (il molo ne conta otto su un totale di circa 840 metri lineari di banchina) sono occupati da navi in disarmo. Altro elemento degno di nota è il Bacino di Raddobbo, detto anche Bacino Ischitella, di proprietà della Marina Militare, ancora funzionante; in seguito ad un recente restauro è stato dichiarato monumento nazionale”. Ma c’è di più. Nella relazione allegata alla determinazione 52/2015 della Sezione Controllo sugli enti della Corte dei Conti relativi al controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’Autorità Portuale di Napoli per gli esercizi 20122013, si legge dal prospetto del piano operativo triennale delle opere che nel compendio del San Vincenzo erano
stati previsti i seguenti interventi: completamento del consolidamento e ammodernamento del Molo San Vincenzo per una spesa prevista di 6 milioni di euro; restauro e recupero funzionale del bacino di carenaggio borbonico alla radice del Molo San Vincenzo per una spesa di 10 milioni di euro; interventi di restauro e recupero funzionale delle volumetrie che costituiscono la cittadella militare alla radice del molo per una spesa prevista di 5 milioni di euro. Questi elementi dovrebbero indurre a serie considerazioni sulla necessità di riaprire le trattative con il Ministero della Difesa per una ridefinizione delle rispettive competenze e recuperare quanto è già stato fatto in termini di progettazione. Anni fa l’Autorità portuale bandì un concorso internazionale per un progetto di riqualificazione dell’area monumentale del porto di Napoli (Angioino – Beverello – Darsena Acton e Molo San Vincenzo) vinto dal gruppo Euvè dell’architetto francese Michel Euvè, confermato vincitore anche dopo
la conclusione innanzi al Consiglio di Stato del contenzioso amministrativo che ne era scaturito. L’incarico progettuale fu affidato al Gruppo Euvè nel 2007 dalla società di trasformazione urbana Nausicaa, costituita per la realizzazione del progetto. Sebbene sia stata liquidata la società Nausicaa, il progetto è stato portato a termine ed è stato valutato positivamente dal Comune e dalla Soprintendenza che ha chiesto soltanto un adeguamento: gli ex Magazzini Generali, anziché essere demoliti dovranno essere recuperati. Nel processo di riqualificazione sono stati comunque coinvolti l’Autorità Portuale, il Comune, la Sovrintendenza, in virtù di un protocollo di intesa sottoscritto il 16 novembre 2009, per la concertazione della versione finale del progetto di riqualificazione attraverso la formazione del tavolo di lavoro congiunto tra progettisti e dirigenti delle tre istituzioni coinvolte. In conclusione per recuperare il valore storico del Molo San Vincenzo,
restituirlo alla città e nel contempo assicurare una presenza autorevole della Marina Militare che non confligga con le altre esigenze, ritengo sia necessario riaprire il tavolo di trattative tra il governo della città ed il Ministero della Difesa, affinché siano destinate alla Marina Militare quelle aree che possano servire per testimoniare quanto sia stata e sia importante la sua presenza, magari con l’istituzione di un museo storico navale, unico per la preesistenza dello storico bacino di raddobbo, ove si potrebbe collocare una nave museo o la ricostruzione di un antico bastimento. La gestione del museo e di attività di natura promozionale, educativa e didattica da parte della Marina Militare, non avendo una connotazione operativa o strategica, consentirebbero la libera fruizione del compendio e la possibilità di utilizzarlo per attività turistiche e culturali. Aniello Cuomo
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infrastrutture / porto&diporto
Riqualificazione del nuovo Polo Crocieristico di Salerno I
l progetto consiste nella riqualificazione della storica banchina del Molo Manfredi nel Porto Commerciale del Comune di Salerno, area quanto mai strategica nelle logiche di sviluppo territoriale poste in essere dall’Amministrazione Comunale e dall’Autorità Portuale di Salerno, in quanto cerniera ideale tra la nuova Stazione Marittima, l’intervento urbanistico che ha fulcro nell’edificio Crescent e la città. Finalità dell’intervento è quella di rendere l’area formalmente idonea a divenire sede del Polo Crocieristico e funzionalmente atta a fungere da raccordo tra il mare e la città, agevolando la mobilità e la sosta dei flussi turistici e crocieristici che interesseranno il Molo Manfredi. In particolare, gli interventi previsti nel progetto di riassetto formale e funzionale del Molo Manfredi sono finalizzati alla recente entrata in funzione della Stazione Marittima. L’Autorità Portuale di Salerno, di concerto con l’Amministrazione Comunale del Capoluogo, ha, dunque, ritenuto di avviare le azioni necessarie a rendere l’argomentata area quale trait d’union tra il mare e la terra ferma e tali da garantire l’accessibilità e la leggibilità del luogo destinato a divenire un’importante porta della città di Salerno. L’aumento dei flussi turistici legato al
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nuovo polo crocieristico, rende inoltre urgente una separazione più netta tra gli attuali percorsi pedonali e carrabili, al fine di garantire una migliore fruibilità per i bus ed una maggiore sicurezza ai pedoni. La Stazione Marittima, progettata dalla compianta Zaha Hadid - unitamente al prolungamento del Molo Manfredi - ha la finalità di sviluppare il comparto della crocieristica mediante la predisposizione di una banchina interamente dedicata all’accoglienza delle navi da crociera, in modo tale da offrire l’accesso al Porto di Salerno nel circuito degli scali crocieristici del Mediterraneo ed alle opportunità di sviluppo che da esso deriverebbero. L’area del Molo Manfredi oggetto d’intervento è attualmente priva di organicità e di un assetto funzionale che riesca ad imprimerle dei caratteri riconoscibili; al contempo, essa mostra chiari i segni di una chiusura rispetto alla città, ponendosi come un’area avulsa dal contesto urbano e storico in cui si inserisce. Il progetto propone l’attuazione di una serie di azioni miranti alla riqualificazione dell’area in oggetto, mediante la messa in opera di alcuni interventi: innanzitutto la sostituzione delle pavimentazioni esistenti con pavimentazione in materiale lapideo o a verde per le zone del piazzale ed in basoli originali
recuperati sul posto per i percorsi carrabili esistenti, oltre alle aree rivestite in asfalto, cemento e resina in continuità con i materiali delle aree in aderenza; poi la realizzazione di finiture di raccordo tra la pavimentazione da realizzare nel piazzale e quella della Piazza della Libertà, del Crescent e della Stazione Marittima. Particolare cura per il riassetto dell’area a parcheggio pubblico e ad uso della Capitaneria di Porto e dell’Autorità Portuale, la risistemazione dei percorsi carrabili di accesso al Molo Manfredi e alla Stazione Marittima e la riprofilatura del filo della banchina al fine di raccordarlo, da un punto di vista estetico e funzionale, agli interventi sulla banchina prospiciente la stazione marittima e sul prolungamento del molo Manfredi. Infine la ripavimentazione e la realizzazione di strutture ombreggianti leggere ed amovibili nel tratto di raccordo tra il molo Manfredi ed il molo di Levante. Grande soddisfazione ha espresso il Presidente Annunziata per questa ulteriore perla, decisiva per il grande, definitivo sviluppo delle crociere nella città di Salerno. Il nuovo Piano Regolatore, poi, allungherà di ulteriori 500 mt. il Molo che, complessivamente, potrà accogliere fino a tre - quattro navi e 10.000 crocieristi al giorno. Cosimo Brudetti
infrastrutture / porto&diporto
Trieste, azioni di marketing mirate sui mercati esteri Tra i prossimi step: firma di un protocollo con Rfi e Regione Fvg per Campo Marzio, con cui triplicherà la movimentazione ferroviaria
C
on la firma del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, è stato reso ufficiale il nuovo ruolo di Zeno D’Agostino quale presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale, area che comprenderà oltre al porto di Trieste, anche Monfalcone e successivamente Porto Nogaro. La notifica del decreto di nomina è pervenuta come di prassi nei giorni scorsi alla Torre del Lloyd. Un nuovo incarico ricco di aspettative che vedrà D’Agostino impegnato su più fronti, primo fra tutti quello di integrare il porto di Trieste con le altre infrastrutture portuali regionali. Poi uno sguardo al futuro, con la necessità di attrarre nuovi investitori, rilanciando ulteriormente i traffici, le connessioni ferroviarie, lo sviluppo retroportuale, nonché l’immagine dello scalo sui mercati esteri, con azioni di marketing mirate. “Sono onorato per l’incarico ricevuto ha commentato D’Agostino - Ringrazio il Ministro Delrio, la Presidente della
Regione FVG Debora Serracchiani, i membri delle Commissioni parlamentari, tutti gli enti territoriali e le persone che hanno creduto in me due anni fa, proponendo il mio nome per la guida del porto di Trieste. Dei progetti già avviati dal 2015 - continua il neo presidente ve ne sono alcuni che daranno frutto a breve. Nel 2018 la piattaforma logistica sarà operativa ed arriveranno le prime navi. Abbiamo lavorato per modificare completamente l’organizzazione del lavoro, tanto che l’ALPT, l’agenzia per il lavoro portuale, è considerata una best practice a livello nazionale e 111 persone hanno avuto una stabilizzazione del contratto di lavoro”. “Uno dei prossimi step sarà l’adeguamento delle infrastrutture, come il progetto della Stazione di Campo Marzio. Nei prossimi giorni firmeremo un protocollo con la Regione FVG e RFI per la progettazione definiva, con un investimento congiunto di circa 70 mln di euro, grazie al quale saremo in grado di movimentare il triplo dei treni che riusciamo a movimentare oggi”.
Altro dato rilevante è la crescita esponenziale del traffico ferroviario, grazie anche alla manovra unica avviata nel 2015, che permette di dimezzare costi e tempi di lavoro. “Al 30 settembre abbiamo fatto 5600 treni, lo stesso numero ottenuto in 12 mesi, un anno fa. Viaggeremo al 30% in più come traffico ferroviario a fine 2016, e saremo il primo porto ferroviario d’Italia con treni internazionali, diretti prevalentemente sull’estero”. “Stiamo operando anche sul rilancio in chiave economica del punto franco e lo sviluppo delle attività connesse nel porto industriale. Il mercato segue elementi oggettivi - ha concluso D’Agostino - 18 metri di pescaggio e una capacità ferroviaria che non ha nessuno in alto Adriatico e quindi il mercato ci sta premiando. Su questo continueremo a focalizzarci per rilanciare Trieste e il suo porto. Ma soprattutto dietro ai numeri ci sono le persone, la nostra prima infrastruttura.” Cosimo Brudetti
logistica / porto&diporto
S
SHIPPING&LOGISTICS meet INDUSTRY 2 - 3 Febbraio 2017, MILANO
Shipping&logistics Meet Industry a Milano
i terrà il 2 e 3 febbraio 2017 a Milano la prima edizione di “Shipping&Logistics meet Industry“, una due giorni di incontro fra le eccellenze italiane dello shipping e della logistica e i settori strategici del “Sistema Italia”, promossa da Federazione del Mare e International Propeller Clubs e organizzata da ClickutilityTeam. Il forum, a cadenza annuale, coinvolgerà i principali settori produttivi nazionali e le loro associazioni di riferimento, proponendo un confronto su come il rafforzamento della competitività del sistema marittimo portuale e logistico italiano possa contribuire alla ripresa e alla crescita del sistema industriale e distributivo nazionale. Un Think Tank di esponenti delle principali associazioni di categoria e del mondo universitario è coinvolto nella progettazione delle singole sessioni e parteciperà attivamente al forum. “Il Propeller Milano e quello nazionale – sottolinea Riccardo Fuochi, presidente del Propeller Milano e coordinatore del Think Tank - sono da tempo promotori di momenti di confronto fra il mondo dello shipping e della logistica e le imprese. Siamo quindi lieti di sostenere l’evento che vede già, dal suo avvio, un Think Tank di grande valore e che coinvolge numerose associazioni del settore, esponenti dell’industria, della finanza e del mondo accademico ed abbiamo già registrato l’interesse di numerose aziende industriali e della logistica nel partecipare attivamente alla manifestazione” . “L’idea si inserisce – aggiunge Carlo Lombardi, segretario generale della Federazione del Mare, promotrice dell’evento - in un percorso di promozione del mondo marittimo e di sviluppo delle sue relazioni che la Federazione ha avviato da alcuni anni nel capoluogo lombardo, centro della vita economica e finanziaria del paese, suscitando un forte interesse anche da parte dell’industria manifatturiera. La manifestazione prosegue l’opera di approfondimento dei temi relativi all’economia marittima, allo shipping e alla logistica ed è per questa ragione che la sosteniamo con convinzione”. Shipping&Logistics meet Industry si articolerà in due giornate inaugurate da una sessione istituzionale di apertura
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“Lo sviluppo competitivo del sistema marittimo, portuale e logistico italiano al servizio della crescita dell’industria nazionale”, che avrà come obiettivo centrale di presentare i punti di forza e le direttrici di sviluppo del cluster logistico nazionale, evidenziando il contributo essenziale alla crescita competitiva del sistema industriale italiano. Seguirà un intenso programma che vedrà l’alternarsi di sessioni congressuali e di workshop con attività di networking. Una sessione verticale, che si svilupperà su entrambe le giornate, sarà dedicata al tema dello Sviluppo del sistema logistico per i settori ad alto valore aggiunto del Made in Italy, con particolare riferimento alle filiere di maggiore interesse per la logistica quali: • Agroalimentare • Chimica, Pharma, Oil&Gas • Metallurgia/Meccanica/Automotive • Made in Italy (Arredamento, Tessile, Abbigliamento, Design) In contemporanea verranno trattati temi trasversali, comuni a più filiere, e dedicati alle Innovazioni ed eccellenze del cluster logistico e marittimo: • I corridoi logistici da e verso l’Europa: focus sul nuovo tunnel ferroviario del Gottardo e rilancio del trasporto fer-
roviario cargo; • Lo sviluppo delle infrastrutture logistiche e marittime: opportunità di business per l’industria nazionale; • Da “Franco fabbrica” a “Franco destino”: l’opportunità di un’evoluzione nelle forniture italiane; • Il ruolo strategico crescente della gestione degli aspetti doganali nella funzione logistica e dei trasporti; • La logistica sostenibile: motore di innovazione e sviluppo; • Guardare dentro al container: l’Italia come hub distributivo dell’Europa; • La rivoluzione dell’e-commerce e gli impatti sul sistema logistico e distributivo delle città. “Shipping&Logistics meet Industry - conclude Carlo Silva, presidente di ClickutilityTeam - già da questa prima edizione si pone l’obiettivo di promuovere, presso gli stakeholder dei settori industriali, i benefici e i primi risultati generati dal processo di riforma e rilancio del settore previsto dal piano strategico nazionale della portualità e logistica e di creare opportunità di incontro tra le eccellenze del sistema logistico e i rappresentanti del mondo industriale e finanziario”. RedMar
I promotori FEDERAZIONE DEL MARE – Federazione del sistema marittimo italiano Costituita nel maggio 1994, la Federazione del Sistema Marittimo Italiano (in breve Federazione del Mare) è l’organizzazione nazionale che riunisce i principali comparti del cluster marittimo italiano. La Federazione del Mare ha il fine di dare rappresentanza unitaria al mondo marittimo del Paese, per consentirne l’apprezzamento come fattore di sviluppo ed affermarne la comunanza di valori, di cultura e di interessi, che scaturisce anche dal costante confronto con l’esperienza internazionale. Le attività marittime annualmente producono beni e servizi per un valore di 33 miliardi di Euro (2% del PIL), di cui 6,2 miliardi esportati, ed acquistano presso le altre branche dell’economia forniture per 20 miliardi di Euro, fornendo occupazione a 170 mila addetti direttamente e ad altri 310 mila nelle attività manifatturiere e terziarie indotte. THE INTERNATIONAL PROPELLER CLUBS: Associazione culturale nazionale che promuove l’incontro tra persone che gravitano attorno ai settori del trasporto marittimo, terrestre ed aereo: il Club di Milano ha un ruolo di coordinamento generale. Gli organizzatori CLICKUTILITYTEAM è leader in Italia nell’ideazione e realizzazione di eventi B2B per i settori della mobilità sostenibile, logistica, energia, ambiente, e-health, robotica e high-tech. La società opera dal 2005. I servizi sono evoluti e si sono consolidati nel tempo. ClickutilityTeam è oggi riconosciuta tra i più innovativi e originali organizzatori di Conference&Expo tra le quali la Genoa Shipping Week e la Naples Shipping Week. ClickutilityTeam progetta e predispone piani di marketing B2B finalizzati allo sviluppo della posizione di mercato di aziende qualificate e sviluppa progetti di consulenza in merito all’innovazione tecnologica e organizzativa, fondati sulle competenze di una rete di esperti di riferimento.
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federpetroli / porto&diporto
Trump una marcia in più allo sviluppo petrolifero
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icuramente il Presidente Trump non sarà di ostacolo ai così detti ‘petrolieri’ ed a tutto il nostro settore ma darà un marcia in più allo sviluppo petrolifero” queste le parole del Presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia commentando la vittoria elettorale del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. “Trump è un imprenditore di successo – ha detto ancora Marsiglia - è fuori da ogni dubbio che un uomo di impresa non possa incrementare con la politica la sfera economica ed industriale di un paese. Certamente per il nostro settore bisognerà monitorare ed attendere la politica estera che il nuovo Presidente
intende percorrere. E’ di fondamentale importanza il rapporto e la geopolitica con il Medio Oriente, l’Asia e l’Europa in particolare. Gli Stati Uniti vivono di una politica energetica piuttosto complessa e dipendente dal resto del Mondo, sicuramente alcuni punti ed opinioni espresse nella campagna elettorale sono alquanto dubbiose su quello che potrà essere un ruolo moderato con il resto degli attori e dei paesi di sviluppo energetico. Il capitolo Iran sarà prioritario anche in vista degli accordi che in questi giorni grandi Compagnie Petrolifere stanno siglando per lo sviluppo di importanti giacimenti”. In tema di politica energetica interna il presidente di Federpetroli ha det-
to: “L’America con l’amministrazione Obama lascia un’eredità energetica frastornata, stiamo parlando del Paese dello Shale Oil, di grandi strutture logistiche ed oleodotti di grandi dimensioni ma allo stesso tempo di aziende che hanno chiuso i battenti a causa della crisi internazionale legata al prezzo del greggio e degli investimenti in nuove tecniche di sviluppo degli idrocarburi. Oggi attendiamo di conoscere ciò che sarà in questa nuova era l’America energetica e come proseguirà il rapporto con i Paesi OPEC e non-Opec. Se i prezzi dei greggi (WTI e Brent) non risalgono ai livelli di qualche anno fà, ci saranno problematiche anche per gli U.S.A” conclude Marsiglia.
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europa / porto&diporto
UE al lavoro per rafforzare il settore dei trasporti
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a Commissione europea ha pubblicato l’edizione 2016 del quadro di valutazione dei trasporti dell’UE, nel quale sono messi a confronto i risultati degli Stati membri in 30 categorie relative a tutti gli aspetti dei trasporti. L’obiettivo del quadro di valutazione è aiutare gli Stati membri a individuare i settori che richiedono investimenti e interventi in via prioritaria. Il quadro mostra come l’UE stia approfondendo ulteriormente il mercato interno dei trasporti e promuovendo la transizione verso una mobilità a basse emissioni, due priorità della Commissione Juncker. Violeta Bulc, Commissaria responsabile per i Trasporti, ha dichiarato: “Il mio obiettivo è un sistema di trasporti di alta qualità, decarbonizzato, efficiente e pienamente integrato. In questo percorso, il quadro di valutazione funge da cartello stradale: indica la via e la distanza che resta da percorrere. È uno strumento utile per noi, per gli Stati membri e per le parti interessate per capire dove facciamo bene e dove invece c’è bisogno di ulteriori azioni e investimenti. È particolarmente incoraggiante notare che gli sforzi della Commissione per colmare il divario di investimenti nel settore dei trasporti stanno cominciando a dare frutti”. I Paesi Bassi registrano i risultati migliori per il terzo
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anno di fila con punteggi elevati in 15 categorie, seguiti da Svezia, Germania e Austria. Questi paesi hanno punti di forza diversi, ma hanno tutti in comune un solido quadro per gli investimenti, punteggi elevati nella sicurezza dei trasporti e buoni precedenti di attuazione del diritto dell’UE. Mobilità a basse emissioni Si registrano progressi in tutta l’UE verso una mobilità più sostenibile e rispettosa dell’ambiente (aumentano ad esempio la quota di energie rinnovabili nei trasporti e le autovetture nuove che utilizzano carburanti alternativi). I numeri sono tuttavia ancora bassi e il fatto che alcuni Stati membri siano largamente in testa al gruppo dimostra che esiste la possibilità di accelerare la transizione verso una mobilità a basse emissioni. A questo scopo nel luglio 2016 la Commissione ha adottato una strategia europea per la mobilità a basse emissioni. Infrastrutture Ci vuole tempo perché gli effetti degli investimenti nelle infrastrutture dei trasporti diventino visibili. La percezione della qualità delle infrastrutture, tuttavia, è già migliorata e ulteriori effetti positivi saranno sempre più evidenti nei prossimi anni grazie a investimenti aggiuntivi, soprattutto attraverso il meccanismo per collegare l’Europa e il
piano di investimenti per l’Europa della Commissione. Persone La soddisfazione degli utenti rispetto a tutti i modi di trasporto (urbano, ferroviario e aereo) è aumentata in tutta Europa. Ciò è indice di maggiore comprensione delle esigenze delle persone e di decisioni di investimento corrette. Il numero delle vittime della strada rimane stabile. Nonostante le strade europee siano di gran lunga le più sicure al mondo, gli Stati membri devono intensificare gli sforzi per raggiungere l’obiettivo fissato per il 2020 di dimezzare il numero di morti per incidenti stradali. Il numero di donne che lavorano nel settore dei trasporti sta aumentando, ma in generale rimane basso. È necessaria un’azione a tutti i livelli per attrarre più donne verso una carriera nel settore. La Commissione sta vagliando opportune iniziative in tal senso. Il quadro di valutazione riunisce dati provenienti da diverse fonti pubbliche (come Eurostat, l’Agenzia europea dell’ambiente e il Forum economico mondiale). Può essere consultato in base al paese o all’argomento (mercato interno, investimenti e infrastrutture, Unione dell’energia e innovazione, persone). Italo Merciati
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infrastrutture / porto&diporto
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europa / porto&diporto
Europa, una lingua comune per la casa intelligente Energy@home ed EEBus presentano a Barcellona il linguaggio per i dispositivi connessi
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l linguaggio che, a livello europeo, permetterà di gestire la domanda di energia nella casa intelligente è ora una realtà. Sviluppato e implementato dalle associazioni Energy@home e EEBus e integrato all’interno di SPINE (acronimo di Smart Premises Interoperable Neutral-messages Exchange), questo nuovo linguaggio è stato presentato recentemente alla European Utility Week che si è tenuta a Barcellona e applicato come dimostratore a un energy manager che sovrintende il funzionamento di una batteria di prodotti connessi (un grande elettrodomestico, un caricatore di auto elettrica, un inverter per pannelli fotovoltaici e un contatore intelligente), simulando quindi lo scenario di una casa intelligente del futuro prossimo venturo. L’impulso allo sviluppo di questo linguaggio comune è nato a partire da un progetto supportato dalla Commissione Europea per l’interoperabilità degli apparecchi elettrodomestici. “Si parla molto di internet delle cose, se ne avverte il fascino, ma non si deve dimenticare che questa rivoluzione annunciata potrà essere veramente tale se sarà alla portata degli utenti, quindi se i dispositivi tecnologici, anche di marche diverse, parleranno fra loro – spiega Marco Signa, direttore di Energy@home – Da qui la necessità di un linguaggio comune europeo, base imprescindibile per sviluppare le grandi potenzialità di un mercato come
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quello dei prodotti e dei servizi connessi. È questo il motivo per cui Energy@ home è impegnata da anni a fianco delle aziende, degli enti e delle istituzioni nella creazione di un’infrastruttura di servizio aperta, condizione per creare un’esperienza per l’utente semplice e omogenea fra i servizi della casa”. Questo linguaggio può essere applicato a diversi protocolli, come SPINE ad esempio, e permette la comunicazione fra dispositivi connessi, anche di marche diverse, con un energy manager domestico. Nel momento in cui dispositivi connessi in questa configurazione saranno in grado di scambiare informazioni sarà possibile per l’energy manager ottimizzare l’impiego dell’energia in considerazione della disponibilità di fonti energetiche rinnovabili (inclusa la autoproduzione con i pannelli fotovoltaici) o delle migliori tariffe di mercato. Una possibilità, questa, che assumerà un valore crescente alla luce dello sviluppo delle smart grid e della Demandresponse. “Questo linguaggio segna un passo fondamentale in direzione della casa intelligente – conclude Signa – Troppo spesso l’adozione e la diffusione di tecnologie innovative è stata ostacolata dalla frammentazione degli standard. Nel campo delle telecomunicazioni mobili la condivisione del linguaggio ha permesso passi da gigante; ed è questo il modello cui ci ispiriamo per immaginare la casa connessa del fu-
turo, dove la tecnologia sempre più complessa, nella sua concezione e realizzazione, dovrà essere sempre più semplice nell’utilizzo”. Energy@home è un’associazione senza fini di lucro fondata a Luglio 2012 da quattro grandi imprese italiane e che oggi comprende 23 associati; essa è un caso emblematico di positiva collaborazione tra aziende - sia concorrenti su medesimi mercati, sia appartenenti a settori differenti - che studiano assieme le tecnologie e le modalità per creare nuove opportunità di mercato e per costituire un “ecosistema” in ambito residenziale che miri all’efficienza energetica. La comunicazione Internet of Things tra i dispositivi in casa diviene lo strumento per fornire ai consumatori nuovi servizi e le funzionalità necessarie al monitoraggio e al controllo della propria smart home nonché dei propri consumi elettrici. Nel breve termine Energy@home si focalizza sullo sviluppo di un mercato di servizi a valore aggiunto post-contatore per il consumatore domestico e per la smart home. Nel medio termine, essa punta a stimolare la creazione di un nuovo mercato per i servizi di flessibilità della domanda grazie ai quali i consumatori potranno rendere disponibile al sistema elettrico, a fronte di una specifica remunerazione, una quota di flessibilità della potenza impegnata. Italo Merciati
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diritto / porto&diporto
La prima “riforma portuale” di Federico II di Svevia S
otto il regno di Federico II di Svevia si incominciò ad innovare e a completare una legislazione costituita da una miscellanea di usi e consuetudini locali con il diritto bizantino in cui la Tabula de Amalpha nel Tirreno e gli Ordinamenta Maris di Trani nell’Adriatico restarono basi consolidate dello ius dicere in materia commerciale marittima. Il sovrano, nel quadro di riorganizzazione amministrativa del Regno aveva fatto eseguire una raccolta, che nel 1231 fu pubblicata nel Parlamento tenuto in Melfi, con il titolo di Constitutiones Regni Siciliae. Questo Codice fu diviso per libri e titoli e al diritto marittimo erano dedicate disposizioni relative al soccorso dei naufraghi e sancite pene severe contro chi s’appropriava dei loro beni o di quelli della spedizione. Infatti il titolo XXIX del Libro I del Liber Augustalis denominato “De surripiendis aliquid de naufragiis vel incendiis” si poneva l’obiettivo di porre termine al “diritto” delle popolazioni costiere di impossessarsi a fini di spoglio o di preda delle navi naufragate. Venivano ripristinate così le usanze rodiane armonizzandole con i principi cristiani. Tale diritto era noto e combattuto dall’impero romano e Federico II nella costituzione Navigia, del 1232 escludeva ogni protezione per le navi che “piraticam exerceant pravitatem aut sint nobis sive Christiano nomine inimica”.
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Tale pratica, però, era ancora possibile come regalia dello Stato e si esercitava tanto sulla nave integra approdata in luoghi non consentiti, come sull’imbarcazione abbandonata dal suo equipaggio e dai passeggeri e lasciata in balia delle acque e dei venti; e pure sullo scafo gettato dalla tempesta sulla costa o sommerso in pieno mare, e sui resti nautici raccolti in acqua o dal mare rigettati sulla riva. Vennero emanati provvedimenti per garantire la sicurezza generale della navigazione attraverso la realizzazione di un sistema di segnalazione di fari su tutte le isole e le coste del regno. Venne introdotta la “Contributio marinariorum” una tassa con le quali le città costiere dei feudi del regno dovevano fornire uomini da arruolare come marinai e altre tasse portuali per finanziare la costruzione di navi come anchoragium, portus et piscariae, scalaticum, ius imbarcaturae, ius exiturae, ius dohanae e balistarum. Ma vogliamo porre l’attenzione sull’intervento federiciano nel campo dell’amministrazione della navigazione ed, in particolare, sull’ordinamento portuale del Regno di Sicilia. La nuova politica portuale si inseriva in un’ottica di sradicamento delle istanze autonomistiche della feudalità che incidevano fortemente sull’assetto insediamentale di alcune aree. La necessità di una severa politica di
controllo fiscale sul commercio spinse Federico II ad obbligare lo svolgimento delle operazioni di importazione e di esportazione esclusivamente nei porti autorizzati, limitati nel numero per diminuire le spese di gestione, ma ben attrezzati per aumentare la capacità di controllo - e di conseguenza le entrate - tramite un’organizzazione interna che prevedeva di seguire il movimento del-
le merci in ogni tappa successiva all’arrivo ο precedente l’estrazione. Nel 1239 veniva emanata “Ordinatio novorum portium per regnum ad extraenda victualia” con oggetto lo sviluppo dei porti ed una regolamentazione delle funzioni dell’Ufficio del Portulanato in tutta l’Italia meridionale durante il periodo svevo. Con essa Federico II di Svevia, lo “Stupor Mundi” fu il primo a varare, nel Meridione d’Italia, una sostanziale Riforma Portuale, potenziando i porti esistenti già scali strategici per bizantini, longobardi e normanni e ampliandone di nuovi sia a scopo commerciale che difensivo ponendo altresì le basi per un ordinamento giuridico degli stessi e affidandone una gestione “tecnica” a funzionari regi ad essi preposti come i Mastri Portulani con funzioni amministrative e propulsive per i traffici marittimi e per attirare armatori e fondachi. I porti del Sud divennero “hub” per il commercio con i maggiori empori internazionali del medioevo e “gates” per il ricchissimo Oriente mantenendo la loro centralità per secoli. Il testo legislativo istituiva 11 nuovi porti, due in Sicilia – Trapani e Augusta – gli altri nella parte peninsulare del regno: Torre del Garigliano, Pozzuoli, Vietri, Vibo sul Mar Tirreno; Crotone sullo Jonio; Pescara, Rivoli, Torre a Mare e S. Cataldo di Bari sull’Adriatico. Benché il testo sottolinei ripetutamente la novità dell’iniziativa non si tratta sempre di nuove costruzioni portuali, ma piuttosto del potenziamento e del riordinamento di quelle preesistenti. La novità del provvedimento è dunque tutta di natura organizzativa; esso consisteva nella individuazione, tra i tanti minori scali attivi nel commercio delle derrate alimentari, di quelli meglio rispondenti allo scopo, ad extrahenda victualia, che in virtù anche della con-
formazione, ampiezza e produzione del loro hinterland, si vedevano ufficialmente riconosciuta questa funzione. Veniva così creato un sottosistema di caricatoi del grano – rispetto al sistema dei grandi porti, Napoli, Bari, Brindisi, Palermo, Messina ecc. – che disegna una significativa geografia portuale in cui sono già visibili i successivi sviluppi storici, cioè il prevalere della parte peninsulare del regno su quella insulare, cioè sulla Sicilia. Ad ogni “nuovo” porto corrispondeva un ambito regionale vocato alla produzione cerealicola destinata a confluire in esso. Ben tre erano gli scali autorizzati in Puglia: Regulis o Regola, corrispondente all’attuale Lido di Rivoli nel golfo di Manfredonia, Torre a Mare, a sud di Bari, e San Cataldo, anch’esso nelle vicinanze di Bari, come è detto esplicitamente, ad evitare confusioni con l’omonimo approdo pertinente a Lecce. Questo San Cataldo de Baro è stato identificato con lo scalo di punta Pinna, già utilizzato in epoca bizantina, dal 1046. La Capitanata, forte della produzione granaria delle sue nascenti masserie, faceva capo allo scalo di Rivoli. Va però osservato che la sproporzione tra il numero dei nuovi porti in Puglia e i due della Sicilia, fa ritenere che una maggiore attenzione venisse riservata a quest’ultima in quanto area a vocazione agricola e con prospettive crescenti per l’esportazione in direzione di Venezia e forse addirittura verso l’Austria. Non è difficile collegare la dislocazione dei porti con lo sviluppo del sistema di masserie e di produzioni poste sotto il monopolio dello stato, anche perché non tutti quelli elencati sono effettivamente di nuova costruzione. Il progetto, che prevede la costruzione di depositi e scaricatoi granari, è particolarmente rivolto proprio alla
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Puglia e in particolare alla Capitanata, che ha un porto tutto per sé. Il Tirreno, del resto, sta già diventando una via granaria collegata con Venezia e il Nord Europa. Mentre la Sicilia ha già una potente rete portuale che ospita, in porti separati, le navi delle Repubbliche marinare che qui fanno scalo. Il provvedimento doveva restare in vigore solo per un quinquennio, durante il quale nei predetti porti era assicurata, tanto ai regnicoli che ai forestieri, la libertà di vendere, comprare ed esportare ogni genere di victualia, nonché gli animali non proibiti, cioè capre, pecore e porci. L’ordinanza era accompagnata dal divieto di effettuare queste operazioni nei porti da essa non contemplati. Pare che essa sia stata rinnovata nel 1239, visti i positivi risultati conseguiti, sia per il fisco che per i sudditi del regno. Il diritto di estrazione era fissato nella misura di 1/7 del valore in Calabria, Principato, Terra di Lavoro e Abruzzo; di 1/5 invece in Puglia e Sicilia, per la ragione che queste regioni magis abundant victualibus. Come vedremo, ad ognuno degli undici porti autorizzati era preposto un custode di nomina regia, che per la tenuta della contabilità era coadiuvato da un notaio. Un illustre storico federiciano, Del Treppo, mette in relazione i due provvedimenti federiciani, la Constitutio super massariis e la Constitutio novorum portuum, che creano le basi giuridiche per il sistema produttivo del Regno alla rete mediterranea, i cui rapporti internazionali vengono demandati a mercanti, armatori, banchieri delle Repubbliche marinare, capaci di organizzare una rete globale, una specie di gigantesco outsourcing imperiale. Nella visione strategica federiciana era già presente il nesso tra scali marittimi ed il sistema delle masserie statali, veri centri di pianificazione e controllo di una intera rete di unità produttive che possiamo sicuramente definire Distretti Logistici ante literam. L’Ordinatio prefigura un grande hub di rete, ma a gestione centralizzata fondata sul monopolio statale del commercio estero, interfacciato con la dinamica della flotta militare al comando di un potente Ammiragliato. Alla fine del Regno normanno il sistema portuale era incardinato ancora su pochi porti e l’intervento normativo regio puntò al miglioramento di alcune strutture portuali già importanti come Bari, Brindisi, Otranto, Napoli, Palermo, Messina, e nella creazione di nuovi arsenali a Gaeta, Salerno, Amalfi e nella stessa Napoli. Figura cardine dell’ordinamento portuale federiciano era il Magister Portulanus. L’ufficio aveva competenze
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distrettuali con giurisdizione sui porti e sorveglianza sui custodes portuum, sull’andamento dei traffici marittimi e sulla riscossione dei diritti portuali. All’occorrenza poteva svolgere anche funzioni giurisdizionali nei confronti dei contravventori. Originariamente il portulano, oltre ad essere il custode dei porti, sovraintendeva ai traffici delle merci applicando lo “ius dohanae”. Federico II prescrisse norme particolari sugli scali e sullo sbarco delle merci da custodire nei fondaci. Venne creata, dunque, una rete funzionariale su base locale, costituita da undici portulani ‒ uno per ogni porto, con le eccezioni di Pozzuoli e Trapani ‒ ai quali si affiancava un notaio per la redazione delle scritture contabili, che costituiva la prima fase tangibile di una politica di riforma del sistema commerciale del Regno in cui i magistri portulani diventavano allora i responsabili diretti della gestione dei commerci marittimi, sia per quanto riguardava l’esazione dei diritti di estrazione dei cereali, sia per la gestione dei meccanismi commerciali. La loro presenza si rendeva necessaria per adeguare la rete funzionariale alle nuove esigenze di politica economica del sovrano: infatti, l’impulso dato al commercio regio passava attraverso la creazione di una flotta mercantile affidata all’ammiraglio, la ristrutturazione dei fondaci regi, anche mediante il potenziamento dei fundicarii, i funzionari locali preposti alla loro gestione, e il controllo dei porti e dei
traffici marittimi, sia con i mercanti stranieri che per le merci di proprietà della Curia. I compiti dei magistri portulani erano quindi attinenti al controllo degli scali marittimi: essi dovevano nominare direttamente i custodes portuum, scelti tra persone “provvide e fedeli”, tenere le scritture relative all’attività di tutti i porti sotto la loro giurisdizione, redatte dai notai, e raccogliere le somme esatte in sede locale e utilizzarle su mandato della Curia regia; occasionalmente si occupavano anche della riscossione di tributi non derivanti direttamente dalle attività commerciali; a loro era infine affidata la manutenzione dei granai regi e degli approdi. Il rendiconto della loro amministrazione e tutti i registri contabili dovevano essere consegnati ai maestri razionali, altra carica con compiti di amministrazione finanziaria del Regno. Potevano anche concedere, su autorizzazione della Curia, le licenze di esportazione ed era loro affidato il carico cerealicolo in uscita dai granai regi; ciò spiega i loro frequenti contatti con l’ammiraglio, in relazione alla scelta delle rotte più opportune per vendere al miglior prezzo le scorte cerealicole regie, e alla protezione dei commerci pubblici a danno dei traffici mercantili gestiti in proprio dai mercanti stranieri. Al portulano dovevano essere denunciate la quantità e il genere delle merci importate ed esportate via mare, il nome delle navi, compratore o destinatario delle merci, luogo di destino e permesso di importazione. Alfonso Mignone
forum / porto&diporto
Mediterraneo: ecosistema di attività e interessi P
orti, attività di logistica e shipping sono dei fattori fondamentali per l’economia odierna. In questo scenario un ruolo di grande rilevanza è detenuto dal Mediterraneo, che continua a consolidare la sua centralità, registrando una crescita del traffico navale di merci di oltre il 124% nel periodo 2000-2015. Quasi 2 miliardi di tonnellate di merci transitano per i porti di quest’area geografica. I primi 30 hanno movimentato nel 2015, 47,8 milioni di TEUs, mentre nel 1995 erano 9,1 milioni. Questo uno dei temi trattati al convegno “Gli Ingegneri in Europa. Il ruolo strategico dei porti per lo sviluppo del mediterraneo”, organizzato a Civitavecchia dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma in collaborazione con l’ Autorità Portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. Il Mediterraneo è anche il luogo di transito dei croceristi, circa 26 milioni l’anno, di cui 11 milioni in Italia con Civitavecchia capofila tra gli scali portuali, che producono un impatto economico quantificabile in 4,57 miliardi di euro di ricchezza prodotta (impatto diretto), 102.867 posti di lavoro, a cui corrispondono 3,1 miliardi di euro di retribuzioni. In più il 55% della flotta
mondiale di yacht di dimensione superiore a 30 metri sceglie un porto del Mediterraneo come porto di stazionamento e nella stagione si raggiungono punte pari all’81% della flotta. Per quanto riguarda l’Italia l’indotto generato dal passaggio e dalla sosta di grandi yacht è di 2,1 miliardi di euro, con una stima di 374 milioni per turismo (spese ospiti e crew) pari al 17,58% della spesa totale. Nell’ottica dello sviluppo economico i porti devono essere intesi come un dei centri di attività economiche complesse, interconnessi con il sistema produttivo e con la logistica del trasporto terrestre. I porti, che in Italia stanno per vivere una riforma interna data dal decreto governativo “Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali” che ha come obiettivo quello di creare più occupazione e sviluppo economico tramite diverse azioni di semplificazione, devono essere considerati come dei centri di servizi e non solo come dei punti di transito, inserendoli in un tessuto economico complessivo sia a livello nazionale sia a livello internazionale. Verso questa direzione va da alcuni anni l’Unione Europea, grazie a cui
l’Italia sta sfruttando per incrementare “Infrastrutture e reti” nel periodo 20142020 1,38 miliardi provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale, mirando anche ad investimenti in infrastrutture portuali. Si desidera sviluppare e migliorare sistemi di trasporto ecologici, a bassa emissione di anidride carbonica e a basso rumore, comprese le vie navigabili interne e il trasporto marittimo, i porti, i collegamenti multi modali. “I porti sono un ecosistema unico per diversità di interessi e attività. Rappresentano un luogo d’elezione per il lavoro degli ingegneri, che per competenza e formazione sono capaci di ideare, pianificare, progettare e gestire processi e servizi eterogenei e innovativi in ambito di infrastrutture civili”- afferma Carla Cappiello, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma. “Gli ingegneri sanno valutare gli aspetti connessi al soddisfacimento della domanda di mobilità e ai costi di costruzione e sanno comprendere le principali questioni relative alla progettazione ed alla gestione delle infrastrutture ferroviarie ed aeroportuali, nonché alla loro sicurezza”. Alberto Medina
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innovazione / porto&diporto
Una telefonata abbatte le emissioni
Bureau Veritas presenta i risultati dei vantaggi ambientali derivanti dall’uso delle tecnologie informatiche
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na telefonata allunga la vita… recitava uno slogan pubblicitario di alcuni anni addietro. Oggi potrebbe essere rivisto e corretto; una telefonata allunga la vita al pianeta terra e all’intera umanità. Questa in effetti è l’indicazione che scaturisce da uno dei primi studi mai attuati a livello mondiale, validato da una primaria società di certificazione: l’abbattimento delle emissioni di gas ad effetto serra che potrebbe essere reso possibile dall’utilizzo intensivo degli strumenti messi a disposizione dalla moderna tecnologia telefonica (dagli SMS alle teleconferenze). I dati, frutto delle analisi effettuate e validate da Bureau Veritas, forniscono un’interpretazione del tutto originale e inusuale sulle conseguenze di un utilizzo intensivo dello strumento e delle tecnologie telefoniche ed informatiche per ridurre i viaggi e gli spostamenti, specie quelli con motivazioni professionali e aziendali. La ricerca permette di mettere su un piatto della bilancia le emissioni di gas serra, trascurabili, derivanti dalla pro-
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duzione dei servizi di telecomunicazione, e, sull’altro, le emissioni causate dalla mobilità della forza lavoro e dei quadri aziendali. I calcoli possono essere effettuati sulla base dei fattori di emissione medi del parco auto circolante in Italia pari a 63 gCO2/km (Rete del Sistema Informativo Nazionale Ambientale, SINAnet, ISPRA, anno 2014) e dei fattori di emissione medi per i trasporti aerei e ferroviari: aereo = 140 gCO2/km, treno = 44 gCO2 km (fonte: Trenitalia). “I risultati - sottolinea Ettore Pollicardo, presidente e amministratore delegato di Bureau Veritas Italia - sono qualitativamente e quantitativamente clamorosi e applicabili teoricamente a qualsiasi realtà aziendale chiamata a diventare protagonista, attraverso l’impiego delle tecnologie informatiche (in primis le teleconferenze), di un grande progetto di abbattimento delle emissioni nocive nell’atmosfera”. Ecco alcuni esempi esplicativi: • Attraverso l’uso di teleconferenze (o di webinar, o di conference call), una
singola persona che percorresse in un anno 20.000 km in auto, potrebbe evitare di immettere in atmosfera di più di 3 tonnellate di CO2 (3,26 t, per essere più precisi). Ogni singola riunione “in sede” con una ventina di partecipanti provenienti da uffici distaccati in diverse città d’Italia (quindi con conseguente utilizzo di auto, aerei e treni per gli spostamenti), se sostituita con una teleconferenza potrebbe portare a “risparmiare” anche più di una tonnellata di CO2. • Infine, ipotizzando che in un mese in una società si effettuino 500 incontri commerciali con clienti, con una percorrenza media di 200 km, l’uso di teleconferenze potrebbe portare a evitare di immettere in atmosfera oltre 16 tonnellate di CO2 ogni mese (circa 200 tonnellate in un anno); per meglio comprendere, 200 tonnellate di CO2, ad esempio, sono prodotte dalla combustione di oltre 100,000 metri cubi di gas naturale (pari al consumo annuale medio di oltre 125 famiglie che vivono nella zona climatica di Roma). Stefano Meroggi
logistica / porto&diporto
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cciaa / porto&diporto
Salerno, in leggera flessione il commercio con l’estero G
li ultimi dati diffusi dall’Istat evidenziano, per le esportazioni dalla provincia di Salerno nel primo semestre dell’anno, una variazione del -5,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Tale andamento è determinato soprattutto dai risultati conseguiti nella prima parte del semestre (-6,2%) in parte compensata dalla minor flessione registrata al secondo trimestre (-4,0%). La flessione tendenziale registrata in provincia appare ben più accentuata di quanto registrato nella regione Campania (-0,3%) mentre il dato nazionale è stazionario. Analogamente, per quanto riguarda le importazioni, si registra in provincia una flessione significativa dei beni acquistati dall’estero (-12,1%) determinata soprattutto dall’andamento dei primi mesi del 2016 (-17,2% il dato del periodo gennaio-marzo; -7,4% quello di aprile-giugno). Negativa, ma più contenuta, la variazione media semestrale dell’import regionale (-1,1%) e quella nazionale (-2,9%). Questo, in sintesi, è quanto emerge dalle elaborazioni dei dati Istat effettuate dall’Osservatorio Economico provinciale della Camera di Commercio di Salerno. Analizzando i dati per settori di attività, si segnala la performance positiva del settore primario con un incremento dell’export del 9,7% nel semestre con performance significative verso l’area Unione Europea e altri Paesi europei nei mesi da aprile a giugno, con una
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variazione tendenziale, rispettivamente, di +11,5% e +16,3%. L’export delle attività manifatturiere, che compongono quasi l’89% del totale delle esportazioni dell’intera provincia, registrano una variazione del -6,6% rispetto allo stesso periodo del 2015, riducendosi da 1.097 milioni a quasi 1.025 milioni di euro. Di segno analogo le importazioni del manifatturiero, in flessione del 12,1% Per quanto riguarda l’export dei prodotti del comparto alimentare e bevande, si segnala una flessione del 3,2%, con una tendenza positiva nel periodo aprile-giugno (+2,5%), che fa da contraltare ad un primo trimestre dell’anno in diminuzione (- 8,6%). Un analogo percorso di recupero si segnala per l’export dei prodotti in metallo (-1,2% è il dato complessivo del semestre). Complessivamente in crescita invece il settore degli apparecchi elettrici (+4,3%), trainato dal comparto della fabbricazione di cavi a fibra ottica, che passa dal -5,1% dei primi tre mesi del 2016, al +13% del periodo aprile- giugno, rafforzandosi sul mercato dell’Unione Europea e asiatico. Andamento negativo, seppur in diversa misura, per tutti gli altri comparti. Per quanto riguarda la destinazione geografica dei flussi commerciali verso l’estero, rispetto al primo semestre dello scorso anno, sono in diminuzione quelli verso i Paesi dell’Unione Europea del
3,1%. I beni importati dal mercato europeo comunitario, complessivamente pari a quasi 400milioni di euro, fanno registrare una diminuzione del 18%. Si intensifica, invece, il flusso commerciale con i Paesi europei extra UE, sia per quanto riguarda l’export (+5,2%) che per l’import (+62,2%). Le esportazioni aumentano sia nei primi mesi dell’anno (3,7%) che nei mesi da aprile a giugno (6,8%). Spaccata in due l’America, dove, nella parte settentrionale, si registra un considerevole aumento del 23% delle esportazioni salernitane, rappresentate per la quasi totalità dalle attività manifatturiere. Discorso opposto per l’America centro meridionale dove si assiste ad una diminuzione dell’export (-39,5%) rispetto a giugno 2015. L’import proveniente dall’America si contrae complessivamente del 20,1%. Quasi il 12% delle esportazioni complessive delle imprese salernitane è indirizzato al mercato dei paesi dell’Africa che con un volume di vendite di oltre 134 milioni di euro registrano, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una diminuzione del 19,9%. In contrazione anche il mercato asiatico, più nello specifico Medio Oriente e Asia centrale, aree verso le quali le esportazioni diminuiscono rispettivamente del 13,9% e 53,2%, anche se nel secondo caso il valore assoluto è di poco superiore ai 5 milioni di euro. Francesco S. Salieri
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economia / porto&diporto
Tecnologia e innovazione Forum Italia - Cina a Napoli S
i è conclusa con lusinghiero successo la seconda ed ultima giornata napoletana dell’ItalyChina science, technology & innovation Week 2016 dedicata all’Italy-China Innovation Forum, il più grande evento europeo di networking e business matching in ricerca ed innovazione, che ha già visto protagoniste Bergamo e Bologna, per promuovere un confronto continuo tra Italia e Cina sui temi dell’innovazione, della scienza e della tecnologia e per costruire partenariati tecnologici, produttivi e commerciali nei contesti innovativi ricerca-impresa dei due Paesi. La cerimonia conclusiva si è svolta in una Sala Newton gremita di investitori, imprenditori e ricercatori cinesi ed italiani alla presenza dei Ministri alla Ricerca Stefania Giannini e Wan Gang. Ad aprire i lavori il Consigliere Delegato di Città della Scienza Vincenzo Lipardi che, dopo la performance musicale degli studenti italiani e cinesi del Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella, ha espresso un caloroso benvenuto nella città di Napoli. Il Consigliere Delegato ha sottolineato la capacità di Napoli di coniugare la musica, l’arte e la propria storia millenaria
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con una forte spinta verso l’innovazione, come testimonia l’impegno nella cooperazione scientifica promosso da Città della Scienza. Lipardi ha rivolto un particolare ringraziamento al Ministro Wan Gang per la decennale e proficua collaborazione, al vice presidente BAST Tian Wen e a Cao Jianye, Counsellor for Science and Technology dell’Ambasciata Cinese in Italia. “Grazie ad iniziative come l’ItalyChina Week, l’Italia è oggi un partner sempre più credibile per la Cina, così come la Cina lo è per l’Italia” ha aggiunto il Consigliere Delegato, “entrambi i Paesi comprendono che la valorizzazione delle rispettive culture, dell’arte e del patrimonio storico-culturale deve essere combinata con la scienza, l’innovazione e la tecnologia. Yan Aoshuang, Direttore Generale Beijing Municipal Science & Technology Commission, a nome della Municipalità di Pechino, ha sottolineando come la capitale cinese sia diventata un centro fondamentale per l’innovazione e che “per migliorare ulteriormente c’è bisogno di impegnarsi in progetti di cooperazione internazionale come l’ItalyChina Week, poiché il lavoro sinergico migliora la qualità dei progetti”.
E’ seguito l’intervento dell’Assessore alle Startup Innovazione ed Internazionalizzazione della Regione Campania Valeria Fascione che ha ribadito l’impegno dell’amministrazione regionale ad adottare strategie di innovazione ed internazionalizzazione per migliorare la competitività del territorio. “Il grande impegno con i colleghi del SIEE ha comportato un miglioramento qualitativo considerevole nel progetto di cooperazione scientifica e tecnologica con la Cina” ha sottolineato l’Assessore, che ha ricordato il grande successo della novità di questa edizione, l’ItalyChina Best Startup Showcase, che ha visto coinvolte 22 startup innovative e “market proven”. Impegnarsi in progetti di cooperazione vuol dire “aprirsi al mondo, alla ricerca, all’innovazione, ed è questo, in prospettiva futura, l’augurio migliore che mi sento di rivolgere a tutti i nostri giovani” ha concluso l’Assessore. Subito dopo c’è stato l’intervento dell’Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia Li Ruiyu, che ha rimarcato i risultati molto fruttuosi dei processi di cooperazione con l’Italia nel corso degli ultimi anni, sottolineando l’impegno preso dal Governo
Cinese nella cornice del G20 ad attuare una strategia basata sullo sviluppo sostenibile. Il Presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Marco Gay, in video collegamento, ha invece sottolineato come iniziative quali l’Italy-China science, technology & innovation Week siano occasioni per rafforzare la cooperazione con la Cina, ribadendo l’“impegno di Confindustria ad essere vicini alle realtà imprenditoriale che intraprendono processi di internazionalizzazione”. Quindi l’intervento del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che ha posto l’accento, in un momento di forte innovazione tecnologica, sul tutelare, valorizzare il capitale umano e costruire un’industria che preservi l’ambiente e il territorio. Dopo due brevi video sulle tappe di Bergamo e Bologna, commentati dal Rettore dell’Università di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini, e da Alessandra Scagliarini Vice Rettore per le Relazioni Internazionali dell’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna, Marco Cantamessa, Presidente PNI Cube e Giuliano Noci, Vice Rettore per la Cina del Politecnico di Milano, hanno sottolineato l’avvio della cooperazione sulle startup tra Italia e Cina, in particolare attraverso le due iniziative avviate avviate in seno alla Week: Italy-China Best Startups Showcase, China-Italy Innovation and Entrepreneurship Competition. La sessione ha visto quindi il momento più atteso con l’intervento dei Ministri. Il Ministro Wan Gang ha sottolineato il crescente successo della Week negli anni, evidenziando che “essa è diventata modello di riferimento per la cooperazione sino-italiana e sino-europea e che l’innovazione è una scelta imprescindibile per uno sviluppo sostenibile. La Cina punta a rafforzare
la cooperazione internazionale secondo una strategia di tipo win-win per approfondire il dialogo sull’innovazione”. Il Ministro ha concluso sottolineando che i due Paesi hanno il compito di “cogliere le opportunità strategiche che l’innovazione porta con sé per essere all’altezza delle sfide future”. Il Ministro Giannini ha fatto un ringraziamento particolare al Ministro Wan Gang sottolineando che i Paesi condividono relazioni culturali e scientifiche secolari. “L’Italia è pronta ad affrontare le sfide globali anche e soprattutto attraverso i risultati della ricerca con una “strategia che non sia schiava del presente e preveda programmi di lungo periodo”. Nel suo intervento Wu Jianjun, Director of 5G R&D Huawei European Innovation Institute, ha dichiarato “Puntare ad una infrastruttura di rete del 5G per una migliore connettività orientata al cloud. Bisogna creare un traffico diversificato per ottenere una maggiore controllo del 5G, ossia creare uno standard unificato per garantire una maggiore partecipazione di progetti per garantire un maggiore controllo del 5G. Una tecnologia che possa essere alla portata di tutte le persone. Un canale di comunicazione maggiormente controllato”. Maria Cristina Russo, Direttore della Cooperazione Internazionale – DG for Research & Innovation European Commission, ha sottolineato, che “la cooperazione è un elemento fondamentale dell’Unione Europea. Una maggiore attenzione nei confronti della ricerca e dell’innovazione può migliorare la competitività dell’Europa. La global of partnership ha generato finanziamenti e lo sviluppo dell’economia. La Cina è un importante Partner tecnologico per l’Europa ed esiste un forte dialogo Ministeriale sull’innova-
Wan Gang zione, per lanciare insieme progetti all’ Italia progetti comuni. La cooperazione porta alla creazione di un rapporto di fiducia e va a stimolare l’innovazione, e quindi le basi sociali, il rafforzamento del rapporto un miglioramento negli accessi dei programmi. La l’Italy-China science, technology & innovation Week è un’esperienza significativa che permette di trarre degli spunti per guardare a nuovi investimenti a livello Europeo”. Tra le aziende presenti la SMS Engineering che ha avuto incontri B2B con diversi rappresentanti delle autorità scientifiche cinesi per poter avviare insieme progetti di Ricerca e Sviluppo sulle applicazioni software AQUIS (Aeronautic Quality Improvement System) per il settore aerospaziale e myWMS JIS (Warehouse Management System con logica just in sequence) per il settore automotive per i quali la società partenopea cerca finanziamenti al fine di “migrare” in cloud i due software. Alberto Medina
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crociere / porto&diporto
Terminal: Global Cruise investe nel porto di Cagliari
L’AP di Cagliari all’International Cruise Summit di Madrid
L’
Autorità portuale di Cagliari è stata presente all’International Cruise Summit 2016 evento cruciale per il traffico crocieristico mondiale che si è tenuto a Madrid ed a cui partecipano i maggiori stakeholders internazionali dell’industria delle crociere. Tra questi non solo dirigenti dei maggiori terminal crocieristici europei, ma sono stai presenti a Madrid anche vertici dei porti europei del Mediterraneo. Per Roberto Isidori, Commissario straordinario dell’Autorità portuale “Partecipare a eventi internazionali di questa portata non è solo importante per la visibilità del Porto di Cagliari ma è una occasione irrinunciabile di crescita. Questa è la linea tenuta fino ad ora dall’Autorità portuale di Cagliari, che spero e credo venga portata avanti in futuro. Sono stato favorevolmente impressionato dalla Spagna, che attraverso un reale e convinto lavoro di squadra sta crescendo in questo settore in maniera esponenziale. Durante la conference è emerso un dato sorprendente: il paese iberico in questo anno registra 24 milioni di passeggeri che, rispetto ai 4 milioni di passeggeri di
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dieci anni fa, rappresenta un aumento del 600%: un record incredibile frutto di un intelligente ed efficace lavoro tra imprenditori privati e istituzioni. A questo esempio dobbiamo guardare anche in Sardegna superando divisioni e particolarismi. In quest’ottica il clima di collaborazione che abbiamo avviato con Regione Sardegna, Comuni interessati, Camere di Commercio e player locali sta dando i suoi frutti: dopo un 2016 record Cagliari nel 2017 sarà tra i porti crocieristici italiani a maggiore crescita. In tale contesto l’applicazione della riforma che individua per la Sardegna un unico ente di gestione per tutti i porti va sicuramente nella giusta direzione”. Tra l’altro il settore crocieristico si sta preparando ad un incremento vertiginoso della domanda, considerato che soprattutto nell’Estremo Oriente (Cina e India) si prevede che possano a breve affacciarsi nel mondo del turismo oltre 500 milioni di nuovi utenti. È di tutta evidenza che anche se una minima parte di loro dovesse entrare nei circuiti crocieristici del Mediterraneo si avranno formidabili ricadute nel mercato di riferimento con effetti esponenziali per tutto il sistema economico locale.
Valeria Mangiarotti, responsabile marketing dell’Autorità portuale, ha sottolineato che “Nel corso del summit è stato sottolineato che il ruolo delle Autorità portuali, ora Autorità di sistema, è quello di lavorare per migliorare le infrastrutture ma soprattutto collaborare e controllare il lavoro svolto dai terminalisti. Al riguardo per il porto di Cagliari si registra una importante novità, la società Cruise Global della holding Global Port ha acquisito importanti partecipazioni societarie in diversi porti europei tra cui quello di Cagliari; tale policy potrà sicuramente incrementare le potenzialità dello scalo. Global Port è il più grande operatore mondiale nella gestione di terminal e porti crocieristici. Detiene 9 porti in 6 paesi. Con una posizione consolidata nel Mediterraneo, in Asia e nel Pacifico, movimenta al mondo 5 milioni di passeggeri con una quota di quasi il 20% del traffico del Mediterraneo. Per Cagliari - prosegue Mangiarotti - vuol dire entrare nel network più importante al mondo, che agirà a sostegno dei traffici e la crescita del nostro scalo”. RedMar
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ecosostenibile / porto&diporto
Brigantes, il trasporto merci ecosostenibile
R
ecuperare una ex nave da carico a vela, costruita nel 1911, per adibirla al trasporto ecologico di merci a emissioni zero, sfruttando il vento e l’energia elettrica autoprodotta come mezzi di propulsione. Ecco ‘Brigantes’, il progetto di trasformazione di un veliero che verrà impiegato anche per la formazione professionale di marinai e il trasporto passeggeri. La nave, lunga 30 metri, è attualmente ai restauri in un cantiere di Trapani, in Sicilia. Il nuovo varo è previsto per il 2018, momento in cui potrà tornare a veleggiare insieme a Eye of The Wind, il veliero-gemello già diventato famoso in tutti i mari del mondo. Un veliero salvato dalla demolizione Quando venne varato nel 1911 presso i cantieri Lühring di Brake, in Germania, si chiamava Meta ed era uno scafo in ferro chiodato lungo 30 metri, largo 7
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metri, armato a goletta a gabbiole. Bottino di guerra ai francesi nel 1920, già nel 1923 arriva in Italia, dove viene adibito al trasporto di talco dalla Sardegna a Livorno. Negli Anni Cinquanta subisce lo smantellamento dell’armo velico e la trasformazione a motonave. Dal 1953, con il nome di Onice, trasporta merci tra l’isola siciliana di Pantelleria e la terraferma. Nel 1998 l’unità viene messa in disarmo e abbandonata in un angolo del porto. Nel 2016, per salvarla dalla demolizione, un gruppo di entusiasti investitori italo-austriaco-tedesco acquista l’ex-veliero. Trasferito e alato in secco presso il cantiere Da.Ro.Mar. Ci Naval Ferro SNC di Trapani, viene constatato il buono stato di conservazione delle lamiere dello scafo. L’avventura del recupero di Brigantes, nuovo nome attribuito al veliero, può avere ufficialmente inizio. Perché il trasporto merci a vela?
Sono essenzialmente due i motivi che hanno spinto il team Brigantes a realizzare un cargo merci a vela. Il primo è il desiderio di far rivivere un mondo ormai dimenticato, dove la navigazione sarà vissuta diversamente dall’idea del diportismo e nella quale prevarrà il contatto con l’arte marinaresca intesa come elemento funzionale e non come materia da museo. Il secondo è la voglia di fare parte di quel numero crescente di persone che vogliono cambiare le cose e che credono in un futuro sostenibile, fatto di prodotti sani, di equo-solidarietà e di economia responsabile. Un concetto economico inusuale, intrigante e autentico. Come partecipare al progetto Chiunque potrà chiedere di entrare a fare parte del progetto Brigantes, offrendo sponsorizzazioni, materiali, attrezzature, strumentazione, equipaggiamenti, dotazioni di bordo o an-
che manodopera volontaria. È anche possibile acquistare quote di proprietà del veliero (www.brigantes.eu), con la certezza di vivere un’avventura pionieristica in Italia e far parte di una piccola rivoluzione del trasporto merci marittimo. Grandi aziende o associazioni che quotidianamente tutelano l’ambiente e gli interessi del consumatore potrebbero avvalersi di Brigantes per trasferire via mare i propri prodotti o alimenti. L’apparato propulsivo di bordo, oltre alle vele, sarà costituito da un motore elettrico affiancato a un impianto solare/eolico. Un’occasione unica per promuovere una reale ecosostenibilità, dimostrandosi coerenti nei confronti della propria filosofia aziendale e sensibili ai problemi dell’inquinamento globale. Una scuola di formazione professionale per marinai Oltre a trasportare merci ad emissioni zero tra il Mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico, Brigantes offrirà a chiunque l’opportunità di imbarcarsi per imparare come si naviga su un veliero tradizionale. A turno, dieci allievi potranno essere ospitati a bordo per vivere un’esperienza unica nel suo genere. Gli spazi verranno condivisi con i sette membri di equipaggio, che saranno a disposizione per spiegare i segreti delle manovre a vela impiegate per condurre Brigantes in alto mare. Accanto alla possibilità di vivere una vera e propria scuola di formazione professionale vi sarà anche quella di potersi imbarcare come semplice passeggero pagante. Il veliero potrà inoltre partecipare a eventi internazionali, festival marittimi e raduni di imbarcazioni d’epoca, appuntamenti che contribuiranno a fare conoscere i nobili scopi di questo progetto. La gemella ‘Eye of the wind’ Per capire come si presenterà Brigantes basta osservare Eye of the Wind, il veliero gemello varato presso
SLC
lo stesso cantiere. Nato come Friedrich, dal nome del capitano di lungo corso Friedrich Kolb che ne commissionò la costruzione, scese in mare nel 1911, tre mesi prima di Brigantes. Nel 1970, dopo un incendio devastante, il veliero venne salvato da un gruppo di giovani appassionati guidati da Anthony “Tiger” Timbs, che lo trasformò in uno dei brigantini più famosi al mondo. L’unità fu infatti impiegata come set galleggiante per i film “Laguna Blu” con Brooke Shields, “Tai-Pan” e “L’Albatross. Oltre la tempesta” di Ridley Scott. Oggi Eye of the Wind continua a compiere crociere in tutti i mari del globo. Il team La Brigantes Shipping Company, autrice del recupero del veliero, finanzierà il progetto attraverso un mix di fondi propri e di capitale di terzi, ai quali verrà offerta l’opzione di acquistare una quota della società e di conseguenza della nave. I protagonisti di questa straordinaria avventura sono Oscar Kravina, costruttore e restauratore di imbarcazioni e coordinatore del progetto, l’ingegnere tedesco Tobias Blome, perito nautico e consulente navale per aziende del settore marittimo, Daniel Kravina, organizzatore di eventi culturali e amministratore della Brigantes Shipping Company, l’italiano Giuseppe Ferreri, capitano di marina mercantile che ha iniziato la propria carriera proprio a bordo di Brigantes quando ancora trasportava merci tra la Sicilia e l’isola di Pantelleria. A lui sarà affidato il comando del veliero. La progettazione del refit rispetterà la normativa dell’ente di classificazione RINA (Registro Italiano Navale), uno dei registri di navigazione più riconosciuti dalla IACS (International Association of Classification Societies). Sandro Minardo
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propeller / porto&diporto
Venezia, fumi e grandi navi confronto tecnici - operatori
“I
nquinamento atmosferico prodotto dal traffico navale” è stato il tema del meeting organizzato dall’International Propeller Club Port of Venice tenuto lo socrso 22 novembre presso l’hotel Bologna (West Bestern) di Mestre. “Il tema di questo meeting , organizzato in stretta collaborazione con Atena e l’Ordine degli Ingegneri, è di stretta attualità ma soprattutto determinante per dare corrette risposte ai tanti interrogativi o, peggio, a posizioni spesso contrastanti, per risolvere il problema dell’inquinamento dai fumi delle navi anche in rapporto allo sviluppo del traffico crocieristico e mercantile del porto di Venezia (n.d.r. con alcune compagnie crocieristiche è stato sottoscritto l’accordo Blu Flag) – spiega Massimo Bernardo presidente del Port of Venice - nonché dei servizi urbani acquei di linea nella laguna e nei canali cittadini”. Dopo gli interventi introduttivi dei presidenti del Propeller Massimo Bernardo e di Atena Walter Prendin, hanno relazionato Roberto Formentini, membro dell’Associazio ne Italiana di Tecnica Navale, Marco Seppi di Mestre e Andrea Galuppo di Ship Tecnical dello studio di ingegneria di S.T.S di Marghera. I temi trattati: Quadro normativo di riferimento in tema di inquinamento atmosferico prodotto dalle navi: disciplina internazionale, comunitaria e nazionale; Le recenti pronunce giurisprudenziali in tema di limite del tenore
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di zolfo nei combustibili utilizzati dalle navi-crociera, con particolare attenzione alla contraddizione tra la normativa comunitaria/nazionale e la disciplina internazionale (Convenzione Marpol); Tecnologie di ultima generazione per l’abbattimento degli inquinanti atmosferici navali. “L’argomento è molto vasto, e pertanto è stata presentata una panoramica delle varie norme in vigore, sia per quanto riguarda l’inquinamento del mare, sia per l’inquinamento atmosferico, nel complesso della normativa internazionale denominata Marpol, emanata dall’IMO e delle norme Comunitarie aggiuntive – ha spiegato Roberto Formentini – mentre, a conclusione della panoramica della MARPOL nel suo complesso, sono stati illustrati altri studi tuttora in corso, tra i quali molto importante quello del trattamento delle acque di zavorra”. La relazione dell’avvocato Marco Seppi ha avuto ad oggetto due recenti sentenze, emesse dal Tribunale di Genova (la n. 247 del 5.2.2016) e dal Tribunale di Venezia (la n. 2580 del 20.9.2016), con cui, in entrambe le vertenze, sono state rigettate le opposizioni avverso le ordinanze - ingiunzione emesse dalle Capitaneria di Porto a carico di navi da crociera per aver fatto uso di combustibile liquido con tenore di zolfo superiore all’1,5% in massa. Dette ordinanze sanzionavano la violazione del disposto di cui all’art.
295, co. 6, D. Lgs n. 152/2006 (norma che ha recepito la Direttiva Europea 1999/32Ce del Consiglio del 26 aprile 1999), in quanto era stato accertato l’impiego di combustibile avente un tenore di zolfo superiore al limite prescritto dalla normativa europea. Sono state analizzate le questioni della assimilazione, operata dalla giurisprudenza, delle navi da crociera alle navi passeggeri di linea (con conseguente applicazione dei limiti anzidetti) ed il contrasto di dette normative con la convenzione internazionale di Marpol, che prescrive un limite ben superiore, fino al 4,5% in massa. Molto tecnica la relazione di Andrea Galluppo che ha affermato: “Le sostanze inquinanti attualmente soggette a restrizioni normative in campo marittimo da parte della Convenzione Internazionale sull’inquinamento (Marpol) e da parte delle varie Autorità Portuali sono gli ossidi di azoto e gli ossidi di zolfo. Non sono previsti limiti per le emissioni di particolato. La formazione degli ossidi di zolfo e del particolato è funzione diretta del tenore di zolfo nel combustibile: l’intervento più efficace è quindi quello di utilizzare combustibili a basso tenore di zolfo come il marine gas oil o il gas naturale; in alternativa è possibile “lavare” i fumi di scarico tramite impianti scrubber, soluzione che permette anche l’abbattimento del particolato”. RedMar
propeller / porto&diporto
“L
Trieste hub europeo della logistica
a nuova Silk Road promuove l’integrazione dei mercati e la distribuzione delle risorse. Si metteranno in moto opportunità, aumenti delle aree di investimento, la cooperazione tra industrie: Trieste è nella posizione geografica ideale per promuovere una logistica di livello europeo, anche grazie al suo Punto Franco”. L’invito del presidente del Propeller Milano, Riccardo Fuochi è arrivato contestualmente all’l’incontro Hong Kong ed il Porto di Trieste sulla “Via della seta del XXI secolo” tenutosi al Porto Vecchio di Trieste e organizzato dal Propeller Club locale in collaborazione con l’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico orientale. E proprio in questa direzione si sta muovendo l’attuale governance dell’Asp con il neopresidente Zeno D’Agostino, deciso a puntare sul regime fiscale agevolato per sviluppare la manifattura ed ulteriori traffici, ma anche su altre peculiarità dello scalo. “Abbiamo lavorato intensamente sui collegamenti ferroviari. Oggi pos-
siamo fare questo genere di convegni – ha detto D’Agostino - perché, prima del marketing, abbiamo fatto logistica. Il vero asset di Trieste è il network intermodale: quest’anno saremo il primo porto d’Italia per numero di treni”. Introducendo l’incontro, il presidente del Propeller Club di Trieste, Fabrizio Zerbini, aveva sottolineato l’importanza della collaborazione tra Italia e Cina e ricordato come, di recente, l’ambasciatore cinese in Italia Li Ruiyu, abbia espressamente citato il Porto di Trieste lungo la nuova Via della seta. Zerbini, però, ha anche sollecitato le imprese a fare presto perché quella degli investimenti cinesi è una realtà “già presente, non futuro. Nei Balcani alcune infrastrutture sono già state acquistate, altre stanno per essere costruite o ammodernate. Ma, a livello internazionale, decine e decine di miliardi di investimenti sono previsti nei prossimi 10 anni”. “E’ naturale che questa serie di opportunità non possono essere lasciate cadere dalla logistica italiana, all’interno della quale – ha aggiunto Zerbini
- Trieste può giocare un proprio, importante ruolo. Un ruolo che, con tutta evidenza, si fonda sul Porto e sulle sue caratteristiche, dai fondali naturali ai collegamenti naturali, uniche nell’Adriatico”. L’incontro, aperto dai saluti del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, e dal presidente di Confindustria Venezia Giulia, Sergio Razeto, ha visto susseguirsi gli interventi di Alice Choi, Deputy Representative Hong Kong Economic and Trade Office, Gianluca Mirante, direttore Italia di Hong Kong Trade Development Coucil (HKTDC) e, in video, di Stefano De Paoli, rappresentante in Italia di InvestHongKong. Le relazioni, oltre a spiegare le linee di intervento per la “One road one belt” – una delle denominazioni per la Nuova Via della seta – hanno illustrato i vantaggi per le imprese che decidessero di investire o comunque fare business a Hong Kong. L’isola cinese, ma di fatto al di fuori della Cina, vuole infatti giocare fino in fondo il suo ruolo di connettore tra l’Europa ed il gigante asiatico.
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Accordo Sace-Finco nel settore costruzioni
Obiettivi: promuovere la filiera e attrarre nuovi buyers esteri per le imprese operanti nella supply chain delle costruzioni
S
ACE (Gruppo Cdp) e FINCO (Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione), annunciano la firma di un accordo di collaborazione per sostenere la crescita internazionale delle aziende associate attraverso iniziative congiunte volte a garantire un più facile accesso ai prodotti assicurativo-finanziari offerti da SACE, attrarre nuovi buyers esteri e favorire il coinvolgimento delle imprese aderenti in progetti di export di filiera. FINCO, grazie alle 38 Associazioni federate, rappresenta oltre 5.000 aziende, prevalentemente PMI, operanti a diversi livelli nel comparto costruzioni e manutenzione. A seguito della recente integrazione, SACE e SIMEST rappresentano il riferimento per le aziende interessate ad approcciare i mercati esteri, il “Polo unico” attraverso il quale accedere a una gamma integrata di prodotti e servizi assicurativo-finanziari per soddisfare le diverse esigenze connesse all’export e all’internazionalizzazione. Tramite l’accordo le aziende aderenti a FINCO potranno dunque beneficiare dei prodotti e dei servizi di SACE, anche per progetti di export di filiera: finanziamenti per l’internazionalizzazione; agevolazioni sui tassi d’interesse; assicurazione delle vendite dal rischio di mancato pagamento; partecipazione al capitale per piani di sviluppo esteri; sostegno e protezione degli investimenti esteri; garanzie fideiussorie per gare e commesse; anticipazione dei crediti vantati verso i clienti italiani ed esteri tramite il factoring. L’intesa prevede, inoltre, il rafforzamento dei canali di comunicazione e dello scambio di informazioni tra SACE e FINCO attraverso attività quali l’organizzazione di incontri di approfondimento e formazione in materia di internazionalizzazione con focus dedicati a
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Carla Tomasi e Beniamino Quintieri nuove geografie ad alto potenziale; la partecipazione di SACE alle principali iniziative in materia di internazionalizzazione promosse dalla Federazione. “L’accordo avvalora l’importanza della sinergia tra il mondo imprenditoriale e le società del Gruppo Cdp – ha dichiarato il presidente di SACE Beniamino Quintieri – Con la nostra expertise e il supporto di Finco sarà possibile promuovere presso migliaia di aziende una ‘cultura dell’internazionalizzazione’, sostenendo forme più elaborate e solide di presidio dei mercati esteri, attraverso opportuni strumenti di tutela”. “Le imprese aderenti alle Associazioni federate a FINCO hanno una dimensione media ridotta – ha rilevato la presidente FINCO Carla Tomasi – Pertanto questo accordo è particolarmente utile nel processo di “accompagnamento” di tali imprese verso i mercati esteri, in particolare extra europei. Al momento la quota lavori svolti all’estero del complesso delle imprese associate è in media di poco superiore al 10%, con particolare riferimento a Sud America,
Paesi del Golfo, Nord Africa, Russia e Turchia. Confidiamo che tale percentuale possa raddoppiare nel triennio”. SACE, società del Gruppo CDP, offre servizi di export credit, assicurazione del credito, protezione degli investimenti all’estero, garanzie finanziarie, cauzioni e factoring. Con 81 miliardi di euro di operazioni assicurate in 198 paesi, SACE sostiene la competitività delle imprese in Italia e all’estero, garantendo flussi di cassa più stabili e trasformando i rischi di insolvenza delle imprese in opportunità di sviluppo. FINCO, Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione, riunisce attualmente 38 Associazioni di Categoria, che rappresentano parte rilevante del mondo delle industrie qualificate nel settore delle costruzioni industriali. Ne fanno parte oltre 5.000 aziende per un totale di 105.000 addetti e 10 miliardi di fatturato complessivi. Stefania Vergani
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R-Store, da un negozio a catena reseller nazionale R
-Store rafforza la sua presenza a Roma e acquisisce lo storico marchio Mediastore a Milano dando vita ad una grande catena Apple Premium Reseller, ma è partito da Napoli dove non a caso è appena nata la prima iOS Academy Apple d’Europa – Durante il mese di novembre 2016 eventi open tutto il giorno da R- Store a Milano e Roma. Giancarlo Fimiani, fondatore e General Manager di R-Store, afferma con soddisfazione: “Da un negozio, a catena Apple Premium Reseller nazionale”. Non è un caso se il progetto globale iOS Academy Apple, primo in Europa, sia appena nato a Napoli, dove i giovani studenti della Università Federico II dovranno sviluppare App per Apple, la creatività, infatti è propria di questa terra, l’amore per il bello, meglio se hitech anche. Motivi che hanno spinto R-Store, fin dal 2008, all’adesione al programma commerciale APR (Apple Premium Reseller) per R-store, in collaborazione con la casa di Cupertino, continuando ad investire con successo in questo modello di business. Un efficace programma di geomarketing ha condotto a una sempre maggiore copertura del territorio campano e nazionale, fino ad aprire in pochi anni, a Potenza e Roma, e ad annunciare durante questo novembre l’ingresso, nel gruppo R-Store, dei punti vendita, ex Mediastore, di Milano (Viale Piave 38 e Via Mercato 22) ed il 26 novembre il nuovo punto Roma Appio (Piazzale Appio 5, zona Piazza San Giovanni), vale a dire la nascita di una grande catena Retail Apple Premium Reseller di respiro nazionale. Con l’apertura del secondo punto vendita Roma, e l’acquisizione di Mediastore, il gruppo diventa forte di 14 punti vendita, grazie all’unione con la professionalità e le competenze della storica catena di Milano, dando vita
a una grande realtà con enorme potenzialità di espansione. La gestione sotto l’insegna unica R-Store permetterà di accrescere gli investimenti e quindi i servizi e ampliare, di conseguenza, le offerte ai clienti del capoluogo lombardo nelle strutture storicamente Mediastore. Oltre a garantire la migliore esperienza d’acquisto, gli appassionati dell’azienda fondata da Steve Jobs, possono sempre contare sulla competenza e sulla professionalità del gruppo in ambito formazione e assistenza tecnica. R-Store investe, da tempo, risorse nello sviluppo di servizi e soluzioni dedicate alle aziende e al mondo Education e porterà questo impegno a Milano e in Lombardia, anche attraverso l’ampliamento e prosecuzione della collaborazione con scuole e istituti nel passaggio alle classi 2.0. Una grande novità è anche nell’ecommerce, con cambio sito radicale ed un vero e proprio portale che sarà lanciato a breve, ma la vera forza di tutti gli Apple Premium Reseller e Centro Assistenza Autorizzati, di Roma (zona Eur), Napoli (Chiaia, Vomero e Toledo), Pompei (Centro Commerciale La Cartiera), Caserta (in Via Alois),
Avellino (Corso Vittorio Emanuele II), Pontecagnano (Centro Commerciale Maxi Mall), Potenza (in Piazza Matteotti) e Nola (Centro Commerciale Vulcano Buono), non è solo nelle ultime novità Apple, ovvero iPhone, iPad e iPod, Apple Watch, oltre ai computer Mac, ma nei luoghi ormai vissuti per poter usufruire di servizi dedicati e di consulenza personalizzata, grazie a un personale formato e aggiornato continuamente da Apple, e al supporto post vendita dato da certificazione AASP (Apple Authorized Service Provider) ovvero centro di assistenza certificato Apple. Il core dell’azienda si riassume in Customer experience Apple, Personale esperto e certificato, Store experience, Certificazione come ASE EDU, dove la filosofia si sposta essenzialmente sul “rendere semplici le attività più complesse” e “dare ai clienti soluzioni per migliorare la propria vita quotidiana”. Perciò l’azienda si adopera in tutti i canali commerciali in cui opera, per garantire ai clienti l’accesso al mondo Apple compreso tutto quanto sia stato sviluppato a livello di sw e hw per corredare ed aumentarne l’interazione.
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aziende / porto&diporto
Alberti propone nuovo format per i mercati internazionali S
toria, passione, qualità, rispetto della natura, cultura. E, soprattutto, la voglia di sperimentare e la continua ricerca di materie prime scelte che rendono Strega Alberti un’azienda dinamica, sempre al passo con i tempi ma strettamente legata alla tradizione. Si basa su questi valori fondamentali l’azienda di Benevento creata da Giuseppe Alberti, speziale e commerciante di vini, che nel 1860 comincia la produzione di un liquore che chiama Strega, evocando nel nome l’antica leggenda che vuole la città sannita sede di Sabba e riti stregoneschi. Il commercio si espande, i fratelli succeduti a Giuseppe continuano l’espansione del brand a Tripoli, poi a Nizza e a Chiasso. La produzione si interrompe solo durante la guerra, quando Benevento viene bombardata ed un’ala dello stabilimento subisce gravi danni. L’interruzione della lavorazione è però di breve durata. Grazie ad un ufficiale americano, il maggiore Smith che si reca con la sua jeep di ordinanza nelle campagne vicine a raccogliere le spezie, l’azienda viene ricostruita e comincia la sua seconda vita con la produzione del “Gin 43”. E da allora il classico liquore dal colore giallino comincia a conquistare i mercati. Tanto che oggi, alla sesta generazione, è oggetto di 450 “imitazioni servili” in tutto il mondo, come afferma il vice presidente della società, Antonio Savarese. Nel frattempo, nel 1946 istituisce il premio letterario Strega, “uno dei primi ad essere creato in un’Italia a pezzi”, ricorda Savarese, e quattro anni dopo fa capolino l’industria dolciaria. Oggi l’azienda è proiet-
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tata a consolidare la propria presenza sui mercati internazionali. Apre stores monomarca in Italia, l’ultimo in ordine di tempo a Napoli, di fronte la Chiesa di Santa Chiara, pensati come luoghi di ritrovo per cultori del buon gusto e per tutti coloro che desiderano scoprire il mondo Strega Alberti. E’ il nuovo format dell’azienda che punta ad avvicinare il pubblico al brand. Il format del mondo Strega è esportato all’estero: a New York, in Australia, Canada, Taiwan e Argentina, quest’ultimo in partnership con Fernet Branca. E nei programmi c’è Londra all’estero e, ancora in Italia, a Salerno, Lecce e Roma per un investimento di oltre 1,5 milioni di euro. Il progetto, che punta alla conoscenza ed al rafforzamento del marchio sui mercati e a incrementare il fatturato, oggi attestato a 15 milioni di euro, parte da un’indagine effettuata dalla stessa azienda: il 77,5% dei clienti acquista il liquore, la cioccolateria e la pasticceria per la sua qualità, il 20,6% per l’assortimento, il 9% per le confezioni accattivanti, il 6,9% per il prezzo. “I nuovi stores sono allestiti in modo da promuovere lo shopping attraverso una sorta di percorso sensoriale tra dolci e liquori. E’ il nuovo modo di fare il retail che è poi quello che più avvicina il brand al consumatore in una fase dove la pressione dei canali distributivi tende ad appiattire i prodotti”, afferma Savarese. Un’esperienza che punta a coinvolgere il pubblico nelle scelte aziendali, ai valori in un ambiente stimolante e al format dello shopping contest. Un format che piace al 99% della clientela che tornerebbe volentieri per entrare
nel mondo Strega, secondo l’indagine. Con l’apertura dei nuovi stores, Strega Alberti perpetua così la tradizione iniziata con la produzione del liquore; una storia iniziata nel 1860 dove ancora oggi ha il suo storico stabilimento; uno dei migliori esempi di modello industriale tradizionale presente non solo nel Mezzogiorno, ma in Italia. Un successo imprenditoriale che risiede nella capacità di conciliare l’abilità artigiana, fatta di ricette uniche ed equilibrio dei sapori, al progresso tecnologico e che consente all’azienda di essere presente sul mercato globalizzato. Ma con l’occhio che strizza sempre al suo vecchio fondatore. Eduardo Cagnazzi
nautica / porto&diporto
Tomahawk 52 m - explorer concept rivoluzionario C
olumbus Yachts, brand di Palumbo Group S.p.A., ha svelato il Columbus Tomahawk 52m, il nuovo explorer concept - presentato nella versione 499GT. L’explorer vessel ha un design squisitamente italiano. Marco Casali ha progettato il nuovo concept partendo dall’esperienza e dall’eredità di Palumbo Group nella costruzione navale. Columbus Tomahawk è pensato come una nave per valori tecnici e di tenuta al mare. Lo scafo, direttamente sviluppato da un’esperienza di ricerca navale (da Insenaval), è stato studiato in modo da garantire la migliore tenuta di mare e stabilità in ogni condizione climatica del mondo pur disponendo di i volumi extra-large che ospitano le più estese aree beach e toys di sempre. Il nome “Tomahawk” – che riprende quello dell’ascia da battaglia dei Nativi d’America – dà alla prua la sua particolare forma: studiata per garantire un favorevole impatto con il mare, richiama - allo stesso tempo - la forza e il profilo di questa antica e solida arma. Il design di questo explorer vessel, dalle sue linee marcate si unirà ai migliori spazi per gli ospiti, in cui si troveranno massimi dettagli di lusso con il comfort di spazi unici, sia per la posizione che per dimensione. Il Tomahawk è un concept che potrà essere sviluppato in misure da 40 a 100 metri: un full custom un design, in grado di rispondere a tutti i desideri del proprietario su una piattaforma tecnica imbattibile. Il designer Marco Casali ha così raccontato il progetto: “Tomahawk è concepito come uno yacht all’interno di una nave per le sue caratteristiche di comfort di bordo. La cabina armatoriale (75mq) si trova direttamente a prua con finestre anteriori, di fronte a una terrazza privata di 21 mq con tavolo prendisole e vasca idromassaggio. Il tutto con vista completa per 180 gradi e totale
privacy. La zona ospiti nel ponte inferiore è collegata direttamente alla gymspa area beach club con finestrature che si affacciano sul beach club. Gli ospiti e il proprietario possono raggiungere direttamente la spiaggia, la piscina e il mare senza passare attraverso i saloni. Una sala da pranzo esclusiva si trova a prua con un American bar e uno spazio cinema/karaoke. Anche la zona equipaggio è più grande rispetto agli standard comuni, incentrandosi sulla qualità dello spazio”. I volumi - extra large - sono chiaramente dedicati per ospitare la più grande beach area (200 mq su 3 livelli) e un magazzino per tutti i tipi di sea-toy di sempre. Il ponte a poppa dà direttamente sul mare con la possibilità di ospitare fino a 2x12mt tender. 4 jet sky e un sottomarino o più moto d’acqua possono essere stivati nel garage sottostante con gommoni e toys. Un gara-
ge di prua dà spazio a un tender supplementare e vari giochi d’acqua. Completamente libera, l’area rivela una grande piscina (6x2,5 m) a tutta altezza e con grande spazio che potrebbe ospitare 3/4 di un campo da basket (9x7m). Questa zona potrebbe essere chiaramente gestita con tavoli free standing, prendisole e divano o potrebbe essere un grande parco giochi. La gru per tender e sottomarini è studiata anche per mantenere sollevato un ombrellone per far ombra a una grande parte della zona della spiaggia. Tra le altre caratteristiche che rendono unico il progetto, va sottolineata anche l’opportunità di ospitare un eliporto compatibile MCA nel ponte superiore, con accesso diretto alle scale principali, insieme a una cabina pilotaggio allargata studiata per offrire una perfetta visibilità per l’ormeggio e la navigazione in qualsiasi area.
BREVE SCHEDA TECNICA Lunghezza ft Larghezza max Immersione a pieno carico Velocità di crociera Velocità max Grosse Tonnage Dislocamento a pieno carico Autonomia a 12 nodi Motori Riserva carburante Riserva acqua Acque grigie/nere Cabine ospiti e armatore Materiale di costruzione Architetto navale Exterior design Interior Designer Classificazione
51,3 m 10,25 m 2,70 m 14 nodi 15,5 nodi 499 GT 540 ton 4000 mn 2 x MTU 12V4000 M53R 140KW@1600 giri/m 100.000 lt 20.000 lt 20.000 lt 5/10 Acciaio e Lega di alluminio Insenaval/ Palumbo Group Marco Casali/Palumbo Group Marco Casali/Palumbo Group American Bureau of Shipping Croce di Malta A1, Yachting Service, AMS,, ACCU, Compliance LY3
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nautica / porto&diporto
Nautica, trend in crescita nei Saloni internazionali
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ono stati oltre 30 i marchi del Made in Italy nautico che, dal 3 al 7 novembre, hanno presentato le proprie novità di prodotto all’International Boat Show di Fort Lauderdale, salone di riferimento del primo mercato nautico mondiale che nel 2016 - secondo gli ultimi dati NMMA (National Marine Manufacturers Association) - prevede una crescita superiore al 7% in termini di volume. La stessa associazione ha confermato l’evidenza di un indice di fiducia dei consumatori americani che nel 2016 ha raggiunto i livelli dei primi anni 2000. “Nonostante sul mercato USA la maggioranza delle barche vendute sia di produzione americana, è nella fascia delle imbarcazioni oltre i 70 piedi che la nostra industria nautica gioca un ruolo primario, forte della sua leadership globale: yacht di medie e grandi dimensioni, battelli pneumatici dell’alto di gamma, vela d’elite e accessoristica d’eccellenza sono i settori dove il Made in Italy primeggia sul mercato nautico
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USA a conferma che l’Italian Style è vincente nel continente oltre oceano”, ha dichiarato Lamberto Tacoli, Presidente di Nautica Italiana, l’Associazione affiliata ad Altagamma che riunisce le eccellenze della produzione italiana. Se si considerano le sole unità entrobordo, la crescita del mercato USA 2016 si attesta in volume su un + 5,4%, ancora più significativo in termini di valore a dimostrazione del fatto che vi è una tendenza a imbarcazioni sempre più grandi. Ed è proprio nelle costruzioni superiori agli 80 piedi che il Made in Italy raggiunge livelli di eccellenza. Infatti, sulla base delle evidenze dello studio condotto da Deloitte / Altagamma per Nautica Italiana presentato lo scorso settembre, l’Italia con una produzione di imbarcazioni 2015 stimata in valore 1,7 miliardi di euro, si conferma prima produttrice in Europa e seconda nel mondo dopo agli Stati Uniti, verso i quali si esporta oltre il 20% delle imbarcazione e della componentistica creata dalle nostre aziende nautiche.
“A conclusione della stagione europea dei Saloni, che è stata caratterizzata da una ritrovata vivacità sia in termini di contatti che di vendite - ha continuato Lamberto Tacoli - il salone di Fort Lauderdale si è prospettato molto interessante. Gli incoraggianti dati di crescita del mercato USA relativi anche nei segmenti della media grande nautica, incrociati con l’evidenza del nostro studio Deloitte / Altagamma, secondo cui in Nord e Sud America si concentrano oltre 5 milioni di individui high spender, spingono le nostre aziende a investire proponendo modelli innovativi, che coniugano la tecnologia e il design italiano con il comfort e la versatilità apprezzata dal cliente d’oltreoceano”. L’Italia, secondo lo stesso Studio Deloitte / Altagamma, ha confermato la propria leadership globale nel comparto dei grandi yacht con uno share del portafoglio ordini 2016 pari al 39% ed un’opportunità di crescita ulteriore grazie all’acquisizione di ordini di giga yacht (oltre i 90 metri di lunghezza),
NAUTICA ITALIANA
Nautica Italiana, associazione affiliata a Fondazione Altagamma, conta oggi 78 associati e rappresenta oltre il 60% del fatturato complessivo della produzione nautica nazionale; percentuale che supera l’80% se si considera il solo segmento della produzione cantieristica italiana. Significativa anche la percentuale di export che per quanto riguarda la cantieristica supera il 95%. Nata all’inizio di settembre 2015 dall’iniziativa di 25 dei più importanti produttori nel settore nautico italiano, Nautica Italiana ha lo scopo di riunire le eccellenze dell’intero comparto - Industria, Servizi e Territori – e disegnare la strategia di sviluppo e crescita del comparto, sia a livello nazionale che internazionale, restituendo al settore l’elevato livello di reputazione che merita. Attraverso la collaborazione con altre importanti realtà del settore, come i Territori e i Distretti regionali, l’Associazione opera con un criterio selettivo incentrato sulla Carta dei Valori nonché sulla condivisione del progetto strategico. Il posizionamento di Nautica Italiana e la particolare attenzione ai mercati internazionali, la rendono naturalmente affine a Fondazione Altagamma, che dal 1992 riunisce le imprese dell’alta industria culturale e creativa italiana riconosciute come autentiche ambasciatrici dello stile italiano nel mondo. L’affiliazione a Fondazione Altagamma, deriva infatti dalla consapevolezza di poter creare forti sinergie con altri comparti di prestigio eccellenti per rafforzare ulteriormente il ruolo della nautica nel suo complesso. L’associazione ha messo a punto “NAUTICA 365”, un progetto strategico a 360° per 365 giorni all’anno basato su tre pilastri portanti: il Manifesto della Nautica Italiana con nove proposte legislative concrete per supportare la crescita del comparto; il “Contratto etico” a garanzia di serietà e trasparenza e un piano di promozione nazionale e internazionale con una nuova strategia di eventi per il comparto.
segmento in forte crescita a livello di ordini globali e di grande potenzialità considerando che la penetrazione sul cluster degli high spender non supera oggi il 2,5%. Nautica Italiana, che conta attualmente 78 associati, rappresenta nu-
merose realtà costantemente ai vertici dei rank mondiali nella produzione di grandi yacht; tra questi Arcadia Yachts, Azimut, Baglietto, Benetti, CRN, Custom Line, Mondomarine, Perini Navi e Picchiotti. Ma non solo: l’Associazione riunisce
aziende leader anche nel settore del refit & repair quali Amico &Co, nella gommonautica con Tecnorib e Anvera e nell’accessoristica di eccellenza - tra i marchi Bellotti, Guidi Marine, Mase Generators, Opacmare. Fabrizio De Cesare
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nautica / porto&diporto
48° congresso ORC un anno di successi Il 2016 è un altro anno record per barche e certificati, nuove nazioni e nuovi eventi per il 2017
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l 48° meeting dell’Offshore Racing Congress si è svolto a Barcellona insieme alla Conferenza Annuale di World Sailing, la federazione mondiale di vela, facendo registrare un altro anno di successi. Sono in incremento tutti i numeri relativi alle imbarcazioni che utilizzano certificati ORC International, ORC Club e ORC Superyacht che evidenziano ancora una volta una crescita significativa nel 2016, rispetto agli anni precedenti, due dei tre campionati ORC hanno registrato un numero record di partecipanti e tre nuovi paesi sono entrati nella ORC family per rilasciare certificati in 45 paesi in tutto il mondo. Ad oggi sono 9108 le imbarcazioni che regatano utilizzando il sistema di rating ORC e i certificati rilasciati dal sistema sono 10.095 nel mondo, in incremento rispetto allo scorso anno, con una proiezione stimata del 3% entro la fine dell’anno. Quest’anno due dei tre Campionati ORC hanno fatto registrare un numero record di partecipanti: il Campionato del Mondo ORC ospitato dal Royal Danish YC a Copenhagen ha registrato 131 barche provenienti da 14 Paesi e 5
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continenti, il Campionato Europeo ORC ospitato dal Club Nautico Salonicco a Porto Carras, in Grecia ha avuto un numero record di 73 partecipanti da 12 Paesi e il Campionato Europeo ORC Sportboat, che si è svolto a Chioggia, in Italia, ha stabilito il record di partecipanti con 40 barca da 6 nazioni. spitare i prossimi campionati ORC è molto forte, con proposte presentate e manifestazioni di interesse ricevute da potenziali ospitanti in Europa e Stati Uniti, che si sono mossi in anticipo fino al 2020. Il Campionato del Mondo ORC 2017 verrà ospitato a Trieste e sarà organizzato da un consorzio di Club dal 30 giugno all’8 luglio, il Campionato Europeo ORC 2017 sarà ospitato dalla Promenian Sail Federation a Danzica, in Polonia dal 23 al 29 luglio, mentre il Campionato Europeo Sportboat 2017 sarà organizzato dal Lauda Yacht Club di Riga, in Lettonia, nel mese di agosto. La crescita del sistema ORC è stata registrata in nuove aree geografiche - quali Stati Uniti, Caraibi,e Sud Africa - come nelle aree designate per regate e campionati nazionali Baltico , Mediterraneo e Sud America, con
17 nazioni in questi Paesi che hanno organizzato Campionati Nazionali ORC 2016. Molte classi di alto profilo hanno utilizzato il rating ORC per la stagione 2016, compreso 84 iscritti alla Rolex Swan Cup di Porto Cervo e gli oltre 100 partecipanti alla X Yacht Gold Cup che utilizzeranno il sistema ORC il prossimo anno in Danimarca. L’ORC è attualmente l’unico sistema di rating utilizzato nella Key West Race Week, uno degli eventi di più alto profilo negli US. Riguardo gli sviluppi tecnici Alessandro Nazareth, presidente del Comitato Tecnico Internazionale (ITC) dell’ORC ha illustrato il lavoro di ricerca effettuato per il costante miglioramento dei modelli aerodinamici dell’ORC VPP, oltre alle raccomandazioni al Congress ORC sulle questioni emerse dalle 34 submissions presentate al Congress dalle Autorità Nazionali. Le principali sono: - Nuova formulazione per la resistenza aggiunta dovuta al moto ondoso - Nuovo set di coefficienti aerodinamici per le vele di prua non infierite (flying headsails) - Revisione della resistenza aerodina-
mica al vento dello scafo in condizioni sbandate - Adozione degli stessi coefficienti dei fiocchi non overlapping per i genoa overlapping con stecche - Nuova regola per la definizione delle vele di prua non infierite (flying headsails) - Nuova regola per la definizione del punto di penna della Randa - Eliminazione della opzione del Performance Line Scoring - Nuova tabella sulle limitazioni del numero di vele basata sul CDL - Chiarimenti sulla definizione di sheerline (linea di cavallino) e Bulkwarks (impavesate) Le modifiche al VPP 2017 apportati dall’ITC indicano piccole variazioni sui rating 2017 per gli oltre 1800 certificati della flotta mondiale ORC International, con il 99% delle barche all’interno del +/-0.5% di variazione di GPH, un’indicazione della relativa stabilità nel sistema di handicap. Una versione beta del VPP 2017 sarà distribuita agli uffici stazze , per una loro revisione e con
l’eventuale possibilità di aggiornamenti per la versione finale, con consegna prevista entro la fine dell’anno, insieme con le regole di 2017 e un riepilogo delle modifiche apportate rispetto al 2016. I verbali dei Comitati ORC possono essere scaricati dal sito www.orc.org/ meetings. I verbali del Congress saranno presto disponibili. “Il Congress è estremamente soddisfatto dei progressi compiuti nel 2016 per avere più velisti e regate più eque - ha dichiarato Bruno Finzi, presidente dell’ORC - I nostri eventi sono estremamente stimati, le regate sono molto accurate e i nostri principi di trasparenza e accessibilità sembrano essere apprezzati da sempre più culture nel mondo. Siamo inoltre soddisfatti del duro lavoro dell’ITC, per il miglioramento del VPP che costituisce la base del nostro sistema, e i perfezionamenti per il prossimo anno non faranno che accrescere l’equità e l’agonismo dell’ampia gamma di imbarcazioni che serviamo, dalle Sportboat ai Superyacht”. Riccardo Russo
L’America premia CRN M/Y Atlante
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RN, cantiere e storico marchio italiano di Ferretti Group, si è aggiudicato un nuovo riconoscimento internazionale con M/Y Atlante, agli International Superyacht Society Awards, nella cornice dell’International Boat Show di Fort Lauderdale. L’iconico 55 metri di CRN è stato premiato, di fronte a una platea di esperti, come “Best Power Design Award 2016” nella categoria dai 40 ai 65 metri, grazie alla forte identità stilistica che ne ha fatto un megayacht unico ed esteticamente innovativo nel panorama dello yachting internazionale. Frutto di un lavoro congiunto dell’Ufficio Tecnico CRN, che ha seguito la progettazione navale, dello Studio Nuvolari Lenard, che ha curato le linee esterne, e dello Studio Gilles&Boissier che si è occupato degli interni, M/Y Atlante ha colpito la giuria per la forte impronta maschile, accentuata da linee esterne molto decise, e per le peculiarità progettuali, che rispecchiano i desideri dell’Armatore. Stefano de Vivo, Chief Commercial Officer di CRN, ha commentato: “Questo premio, oltre che motivo di orgoglio, è un segnale potente della
riconoscibilità del marchio anche nel mercato americano. Con Atlante, l’Atelier CRN ha concepito un’imbarcazione unica, che va al di là dei paradigmi consueti, senza porsi alcun limite progettuale. Il ‘Best Power Design Award 2016’ premia le capacità eclettiche del Cantiere di Ancona, polo strategico per il settore dei super e mega yacht di tutto il Gruppo Ferretti, che, ogni volta, mette a disposizione del cliente soluzioni ine-
dite e studiate su misura.” A testimonianza della popolarità oltreoceano del marchio, CRN era tra i finalisti degli International Superyacht Society Design Award, oltre che con M/Y Atlante, anche con altri due yacht: M/Y Eight 46 mt nella categoria “Best Refit” e M/Y Yalla 73 mt nella categoria “Best Power” 65m plus. Riccardo Russo
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nautica / porto&diporto
Il primato e l’eccellenza della nautica Made in Italy
Le aziende associate ad UCINA protagoniste al Fort Lauderdale International Boat Show
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l 57° Fort Lauderdale International Boat Show, che si è tenuto dal 3 al 7 novembre 2016 presso il Bahia Mar Yachting Center di Fort Lauderdale, in Florida, è stato vetrina per molte aziende nautiche associate ad UCINA Confindustria Nautica che hanno presentato i loro nuovi modelli e prodotti ai visitatori e al mercato americano. Vere e proprie eccellenze della nautica da diporto prodotta in Italia, hanno esposto le loro imbarcazioni i cantieri Overmarine, Rossinavi, Sanlorenzo, Monte Carlo Yachts, Wider e FIPA Group. Il gruppo Overmarine ha partecipato al Fort Lauderdale International Boat Show esibendo due modelli della sua flotta Maxi Open: i nuovi Mangusta 80 e Mangusta 94. Il primo, perfetto per il divertimento in mezzo al mare, è facile da manovrare ed accoglie gli ospiti in un ambiente interno moderno e contemporaneo. Il Mangusta 94 unisce comfort, prestazioni e stabilità con un consumo limitato, ideale per crociere di medio raggio, ha già imposto il suo primato nel Mediterraneo e in Nord
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America grazie ai suoi quasi 30 metri di lunghezza, con ampi spazi sia interni che esterni. Al Fort Lauderdale Boat Show, Rossinavi ha presentato il suo ultimo progetto Attitude, frutto della collaborazione tra il famoso designer Arch. Carlo Colombo e A ++, studio internazionale di architettura. Attitude è un concetto completamente nuovo che porta la progettazione e la costruzione di yacht ad un livello superiore. L’innovativa combinazione tra una chiglia altamente performante ed il meglio dello scenario nautico è in grado di offrire una delle migliori imbarcazioni disponibili sul mercato, capace di regalare una maniera completamente nuova di vivere il mare. Il cantiere italiano Sanlorenzo, secondo al mondo per produzione di Superyacht, ha esposto a Fort Lauderdale sei imbarcazioni tra cui il 460EXP, un 42 metri della linea explorer di sole 460 tonnellate di stazza lorda e di oltre 4000 miglia di autonomia in grado di raggiungere mete lontane e raramente visitate. Può ospitare a bordo equipaggiamenti fuori dal
comune per proseguire l’esplorazione negli abissi, con un vero e proprio sommergibile, nei cieli, con un elicottero o un idrovolante, o per perlustrare zone inaccessibili con una barca a vela. Design senza tempo delle linee esterne e straordinaria navigabilità in ogni condizione sono le caratteristiche principali della linea SL di Sanlorenzo presente negli USA coi modelli SL 86, SL 106, SL 118. A completare la gamma, l’SD 112 e 126 che combinano la bellezza di linee esterne ispirate ai grandi transatlantici degli anni ’30 con la possibilità di vivere a pieno il mare senza limiti. Ogni modello è adattato alle esigenze tecniche del mercato americano, e come ogni Sanlorenzo, ogni imbarcazione è stata realizzata su misura secondo le richieste e le esigenze del proprio armatore. Lancio americano per il MCY 105, il sesto prodotto da Monte Carlo Yachts, personalizzato con grande cura seguendo i desideri del proprietario e rispondente agli standard di comfort e vita di bordo più diffusi oltreoceano. Ad oggi, il MCY 105 ha vinto diversi
riconoscimenti internazionali, tra cui il prestigioso “Most Innovative Yacht” e il “International Yacht and Aviation” Award per l’interior design. Il cantiere di Monfalcone ha esposto, inoltre, i modelli MCY 65, 70 e 76. Dopo il grande debutto del WIDER
150 in occasione del Salone Nautico Internazionale di Genova e dei boat show europei, WIDER ha annunciato ufficialmente prima dell’apertura di Fort Lauderdale che avrà presto inizio la costruzione di un nuovo WIDER 125, commissionato da un cliente Nordeuropeo e con consegna prevista per la primavera del 2019. La nave interamente in alluminio, progettata da Fulvio De Simoni in collaborazione con Tilli Antonelli, Fondatore e CEO WIDER, beneficia dello stesso stile e della stessa tecnologia propulsiva diesel elettrica in armonia con il resto della flotta. Continuano nel frattempo a pieno ritmo i lavori a bordo del Wider 165 in consegna entro la metà del 2017. Fipa Group, che a Fort Lauderdale ha esposto il Maiora 29, ha inoltre presentato i nuovi progetti dell’AB 100, del Maiora 36 e del Maiora 42 Royale in prossima consegna. Presenti al Fort Lauderdale Boat Show, anche Austin Parker Yachts con l’ Austin Parker 54 Fly S, Rio Yachts con il 42 Air e l’Espera 34, Cantieri Capelli e Zar Formenti attraverso l’importatore/distributore per USA e Canada Euronautics e la presenza di vari Dealer ZAR tra i quali quello di Fort Lauderdale, di Chicago e di Seattle. Importante partecipazione anche per le aziende del comparto di accessori e componentistica: Schenker Srl, società leader nel mondo nella produzione
di dissalatori a recupero di energia ed in corsa per il successo finale in due prestigiosi premi internazionali con il nuovo dissalatore Schenker Modular 300; Fabbri Service Srl, Rossmare International Srl, Opacmare Srl, Ascom Spa, Frigomar Srl, Boat Lift Srl, Viraver Technology Srl, Atep Italia Srl, Vitrifrigo Srl, Terranova Italian Yachts Srl hanno preso parte alla collettiva organizzata da ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane in collaborazione con UCINA Confindustria Nautica. Ritorni positivi per le aziende del comparto associate ad UCINA presenti a Fort Lauderdale al di fuori della collettiva: Gianneschi Pumps and Blowers S.r.l., Yacht Controller, ZF Marine, Valdenassi Emanuele Maria e BRP per i motori. “Gli Stati Uniti sono un mercato chiave per l’industria nautica da diporto italiana”, ha dichiarato Carla Demaria, Presidente di UCINA Confindustria Nautica. “Gli USA rappresentano, infatti, il primo mercato di esportazione delle aziende italiane e il principale mercato mondiale per numero di diportisti, di imbarcazioni prodotte, e per giro di affari generato dal settore”. Nel 2015 le esportazioni italiane negli USA relative alle imbarcazioni da diporto e sportive hanno raggiunto oltre 340.500.000 Euro, pari ad un aumento del 44,4% rispetto al 2014.
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società / porto&diporto
Cinzia Franchini tenzione sul tema delle infiltrazioni mafiose anche e, vorrei dire soprattutto, in Emilia Romagna – ha detto ancora la presidente nazionale CNA Fita Cinzia Franchini - Una Regione, la nostra, dove la ‘ndrangheta in particolare ha messo le radici in interi settori dell’economia, l’autotrasporto tra questi, come testimonia l’ultimo rapporto della Dia e come purtroppo testimoniano le evidenze del processo Aemilia nel quale CNA Fita è tra le parti civili ammesse. Una situazione allarmante nonostante le dichiarazioni rassicuranti di una larga fetta della politica locale. Di governo e non. In questo contesto è fondamentale l’impegno dei partiti, delle istituzioni, delle associazioni di rappresentanza, dei sindacati, del mondo della cultura e della società civile. Per fare emergere il problema in tutta la sua gravità, permettendo così di trovare vere soluzioni condivise”. “Ma questo viaggio credo metta in luce soprattutto l’esigenza di supportare e dare spazio a una stampa libera, a un giornalismo autonomo. Questo viaggio in memoria di Siani, ucciso per le sue inchieste sui clan campani e sui rapporti tra camorra e istituzioni, dovrebbe essere un monito a lavorare tutti affinché non si debba più parlare di giornalismo ‘coraggioso’. Ma semplicemente di giornalismo – continua Cinzia Franchini - Perché il coraggio e la libertà sono parte della società civile e senza di questi elementi si minano le fondamenta stesse della civiltà. Questo Viaggio Legale spero sia l’occasione per sgombrare il campo dalle paure sulle quali poggiano la loro autorevolezza malata le mafie. Perché se un giorno, anche l’uomo più pavido, potrà raccontare apertamente quello che sa sulla mafia allora connivenze, interessi economici o politici, per quanto saldi e forti non basteranno più a dare linfa alla criminalità organizzata”.
Cna Fita tra i promotori di “Viaggio Legale” L’
auto sulla quale il 23 settembre del 1985 venne ucciso dalla camorra il giornalista napoletano Giancarlo Siani arriverà in Emilia Romagna su un camion di Geotrans l’azienda siciliana di autotrasporto confiscata alla famiglia mafiosa Ercolano (e per questo allontanata da CNA Fita) e oggi sotto l’amministrazione giudiziaria del dottor Luciano Modica (e da qualche mese associata a CNA Fita). Cinzia Franchini, presidente CNA Fita, ha affermato: “La Mehari di Siani si sposterà in un percorso a tappe per tutta l’Emilia-Romagna con CNA Fita. Un viaggio in memoria di Siani, che dovrebbe essere un monito a lavorare tutti affinché non si debba più parlare di giornalismo ‘coraggioso’. Ma semplicemente di giornalismo. Perché il co-
64 - novembre 2016
raggio e la libertà sono parte del giornalismo e senza di questi elementi il giornalismo non è più tale. Impegnarsi affinché l’anomalia, in tutti settori, compreso l’autotrasporto che rappresento, non sia più quella di chi ha il coraggio di denunciare, di esporsi, di dire, addirittura di urlare, ma l’anomalia sia il tacere e chinare il capo davanti ai poteri che spaventano”. La Citroen Mehari percorrerà la via Emilia partendo da Piacenza e fermandosi in tutte le province dal 18 novembre al 5 marzo sui mezzi del gruppo di autotrasporto ravennate Consar e dell’azienda modenese Trasporti Caretti e Franchini. Un progetto promosso da Cna Fita, Filt Cgil, Caracò, Libera e Comitato IoLotto. “Un Viaggio Legale per ribadire quanto sia fondamentale mantenere alta l’at-
Carolina Sinnopoli
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