TRICK ZINE a magazine about skatelife
ISSUE 0 - SPECIAL EDITION WWW.POSITIVE-MAGAZINE.COM
VITA DA SKATER / VENEZIA Photography: Giacomo Cosua
Place: Venice, Italy
Forse sono in pochi a saperlo, ma a Venezia c’è un gruppo di ragazzi, come in tante città in tutto il mondo, che ama lo skateboard. Sono giovani, giovanissimi che invece di stare a casa a guardare la tv tutto il giorno, hanno deciso che “la tavola con le ruote” è la loro passione. A Venezia non ci sono luoghi per i giovani, tantomeno dedicati a praticare lo skateboard e quindi come in tutte le realtà i ragazzi cercano di trovare degli spazi nel contesto urbano. La zona della Marittima, Santa Marta, partendo dal deposito dei treni fino ad arrivare al nuovo teatro, sono le zone frequentate dagli skaters veneziani. A Mogliano Veneto invece è stata attrezzata un’area dedicata, un piccolo skate park dove i ragazzi possono sfogarsi e praticare le
Tanks to: Venice is not sinking
loro passioni. Venezia si sa è una realtà diversa, i giovani non sono troppo sopportati e supportati e per ogni luogo nuovo identificato dagli skaters c’è una lotta da fare. Da quanti anni andate alla Marittima ? “Ci vado da più di sei anni, siamo cresciuti la come zona, è tranquilla e non abbiamo mai dato fastidio a nessuno, anzi la gente dovrebbe ringraziarci, inizia a raccontare Andrea, 19 anni della Giudecca e studente a Ca’ Foscari. Quella Zona era frequentata da più di qualche tossicodipendente e lasciata un po’ a se stessa. Ma il pavimento che c’è in Marittima è liscio e quindi lo riteniamo ideale per fare skate, possiamo provare nuove mosse e ci alleniamo spesso. Grazie al fatto che siamo diventati assidui frequentatori i
tossicodipendenti hanno cambiato zona, anche perché poi hanno installato le telecamere e da quel giorno sono spariti. Dopo i tossicodipendenti vogliono far sparire anche noi: ci hanno messo degli spartitraffico in cemento impedendo di continuare, non capisco perché nessuno nella zona si è mai lamentato”. La relazione tra elementi urbani e skateboard è evidente, anche a Venezia: la città diventa la tua palestra d’allenamento, gli scalini, gli ostacoli, le ringhiere, le panchine, assumono un significato completamente diverso da quello originale, e quell’architettura che prima sembrava opprimente e grigia diventa stimolante, basti pensare alle panchine che ci sono in Marittima a San Basilio. Ma cosa vuol dire per voi fare skateboarding?
“Forse sarà banale, racconta Andrea, ma fare skate vuol dire libertà, uscire da regole prestabilite, diventa un modo completamente nuovo di esprimere sé stessi, all’inizio è vero si fanno tutti gli stessi tricks ( i vari movimenti con lo skateboard), ma interpretiamo ognuno a modo proprio lo stile che differenzia il mio fare skateboard con quello dell’altro. Non solo “sport” ma anche un concetto di aggregazione: siamo diventati tutti amici, si è fatto un bel gruppo, perché fare skateboard significa gruppo e amicizia, non c’è nulla di più brutto che fare skateboard da soli”. I ragazzi però continuano ad essere osteggiati da una parte della popolazione: “Ogni tanto spunta qualche vecchio che gravita nelle zone di Santa Marta
ed evidentemente non ci vede di buon occhio, sinceramente senza motivo, visto che non facciamo nulla di male, ci minacciano di ipotetiche denunce, ma noi andiamo avanti senza badare a queste scemenze.” Fare skateboard fuori città e farlo a Venezia, quali sono le differenze? “A Mogliano è una vera figata, nessuno ci può dire nulla, è un’area dedicata a questo tipo di attività, impariamo molto, c’è una realtà più grande con la quale confrontarsi, vengono un po’ da tutte le zone vicine e noi veneziani spesso ci orga-
nizziamo per andare ad allenarci a Mogliano. Questo non significa che vogliamo rinunciare alla nostra città, Venezia: è molto più stimolante farlo qua, perché siamo noi a scegliere il posto che riteniamo più adatto, è un rapporto importante, una continua ricerca di nuovi modi di interpretare la città, in questo modo i giovani invece di pensare di andarsene come sta accadendo, instaurano un rapporto biunivoco con il territorio, Venezia è la città dove siamo nati e qua vogliamo fare lo skateboard. Poi
c’è sempre quell’adrenalina in più a Venezia, c’è il rischio di essere cacciati e questo magari ti porta ancora più l’idea che quello che stai facendo significa trasgressione, anche se una volta che arriva qualcuno e ci impone di andarcene, non siamo di certo felici. A Santa Marta per esempio abbiamo trovato una situazione abbastanza tranquilla, con la Guardia di Finanza e la Polizia che controlla il Porto non ci sono problemi, hanno capito che siamo bravi ragazzi, ci vogliamo solo divertire in modo sano e
non diamo fastidio a nessuno”. Troverete i ragazzi subito dopo la fermata del vaporetto di Santa Marta, una realtà forse diversa dalla Venezia classica, uno dei punti dove si incrociano i treni, le macchine, i pedoni e il traffico marittimo. Una realtà che esiste solo a Venezia, che senza grossi problemi può ospitare un gruppetto di noi che vuol vivere la città in modo alternativo”.
SNOOZE
intervista a Alessandro Palese e Gianluca Miotto
Cos’è SNOOZE? SNOOZE è un video che nasce dall’ unione di due menti, se vogliamo anche distanti tra di loro, che sono riuscite a crearsi uno spazio seppur piccolo all’ interno della scena skate italiana. Queste due menti corrispondono ai nomi di Gianluca Miotto, 18 anni di Castelfranco Veneto e Alessandro Palese, 21 anni di Mogliano Veneto. Come ha avuto inizio questo progetto? Questo video come forse tutte le cose migliori che mi siano capitate ha avuto inizio per puro caso…Alessandro Palese, “cane” per gli amici, ha vissuto fino all’ età di 19 anni a Gemona del Friuli coltivando con i suoi amici la passione per lo skateboard e per la creazione di piccoli skate videos con gli amici. Nel
2006 per motivi di studio prima e di lavoro poi si è trasferito a Mogliano Veneto venendo presto a contatto con la scena skate locale. Io nel frattempo facevo la medesima cosa con gli amici di Castelfranco. Io ho avuto la fortuna di abitare in una zona particolarmente fruttifera di skaters di alto livello come Fabio Montagner (2 volte campione italiano) e angelo netto che seppur abbia la mia età fin da piccolo aveva una marcia in più (2° agli ultimi campionati italiani) Portando avanti in contemporanea le nostre passioni siamo venuti a contatto per caso…ale oltre che un ottimo filmer è anche un bravissimo fotografo… un giorno vidi una foto di skate di un mio amico di venezia che mi colpì particolarmente…chiesi subito
a questo amico comune di darmi dei contatti con questo fotografo che poi divenne la mia spalla in questo progetto. Di qui in avanti è solo storia di una grande amicizia che ci ha portati a sostenerci a vicenda; abbiamo cominciato a progettare un video che potesse unire le due esperienze personali io con i miei amici di castelfranco veneto e lui con i suoi di Gemona del Friuli. Eravamo molto convinti all’ inizio ma altrettanto inesperti… cominciammo a risparmiare i soldi per comprarci le telecamere.. ed è stata veramente dura! Ricordo che ale ha dovuto mangiare pasta a pranzo e cena per tre mesi in modo tale da mettere da parte lo stipendio. Cominciammo subito a filmare ma imparammo subito cosa voleva dire filmare un
video di skate…Fare uno skate video ha una vastità di incognite inimmaginabili…solo per elencarne qualcuna… difficoltà di trasporto per me che ero minorenne e per ale che comunque non aveva una macchina con la quale spostarsi…il sole soffocante…gli infortuni degli skaters…la pioggia..i poliziotti, i vecchi, i giovani, i preti che ti cacciano proprio mentre stai per concludere quello per cui hai fatto tanta strada… un sacco di soldi spesi in biglietti del treno…tavole rotte…e purtroppo anche telecamere rotte (quelle per le quali abbiamo fatto tanti sacrifici)..notti insonni passate davanti al computer a montare il video… inoltre hanno influito molto anche i problemi a scuola con lo studio e degli orari di lavoro di ale che sono
micidiali… fondamentalmente dovremmo essere dei pazzi a continuare a fare una cosa del genere..il fatto è che non ne possiamo fare a meno! Non possiamo fare a meno di trovarci con i nostri amici e passare assieme a loro dei momenti indimenticabili…veder chiudere una manovra e tutti che urlano e lo abbracciano…è proprio un lavoro di squadra…se non cè legame non si va da nessuna parte. Continuate ad andare in skate o vi siete concentrati sulle riprese video? Diciamo che non abbiamo del tutto abbandonato l’ andare in skate però si è ridimensionato un pò tutto… ad esempio adesso abbiamo cominciato già a filmare per il prossimo video geko ent. ed avendo la maturità quest’ anno
mi riesce un pò difficile fare tutto. Preferisco filmare che skateare quando ho tempo libero…raccogliere materiale per il prossimo video, adesso che siamo riusciti ad acquisire una certa esperienza è il nostro obbiettivo. Che differenza c’è tra una fotografia di qualcuno in skate e un fotogramma in un video? si potrebbe dare una risposta molto semplicistica del tipo che un video non è altro che una lunga sequela di foto messe tutte insieme…il fatto è che tra video e foto c’è una differenza importante…In entrambe la fotografia è importante, intesa come inquadratura e composizione, solo che in una foto, attraverso uno scatto devi far trasparire l’ idea che vuoi comunicare a chi vedrà
l’ immagine…con un video è un po’ diverso perchè puoi dare una dinamica personale alla scena…fare riprese in movimento ecc… Cosa significa per voi andare in skateboard? E’ stato CRESCERE per molti versi… mi ha insegnato a stare in compagnia semplicemente senza bisogno di chissà quali divertimenti o sballi… mi ha dato l’ opportunità di fare dei viaggi e di visitare posti che altrimenti non avrei visitato. Mi ha insegnato a rispettare le persone che mi circondano e anche a capirle più a fondo…dallo skateing di una persona ne puoi capire l’ umore… Come si riesce a trasferire la voglia di andare in skate attraverso un video? Per noi è stato riportare attraverso
delle videocamere le nostre giornate passate in compagnia cercando oltre al fondamentale aspetto delle manovre di skate in se stesse di far trasparire quella felicità e quella determinazione che ci ha accompagnati durante questa nostra prima video esperienza. Quali sono i momenti più difficili nel rappresentare l’idea dello skate attraverso un filmato? La fase principale è quella del fiming… riprendere skate è molto difficile perchè si tratta spesso di riprese in movimento nelle quali il filmer deve oltre che spingersi sullo skate cercare di non far tremare la telecamera per aver una buona ripresa… per alcune riprese di pochi secondi ci vuole anche un pomeriggio e a volte anche due perchè magari lo
skater non riesce a chiudere la manovra. La fase secondaria e forse la più difficile è quella dell’ editing in cui il video viene montato…bisogna trovare delle canzoni adatte allo stile di ciascun skater e questo lavoro richiede dei mesi anche…poi bisogna montare sopra alle canzoni i clip e farli stare a ritmo con le manovre…è molto difficile. chi sono gli skaters presenti? Fabio Montagner e Angelo Netto di Castelfranco Veneto, Giaocmo Rasotto, Fabio Bottelli e Andrea Munari di Treviso, Giancarlo Birnbaum e Giacomo Neopensi di Gemona del Friuli, Robert Kocjan e Matija Bolcina di Nuova Goriza, più molti altri amici dispersi tra Venezia, Torino, Padova, Roma… Dove sono state fatte le riprese?
Principalmente in Veneto…poi siamo stati a filmare anche in Slovenia per la part di Matija e Roby, a Roma con Fabio e Angelo e alla bowl di Brescia con Bottelli e Munari… Come vedete voi oggi la realtà dello skateboard in Italia? vista da fuori sembra solo un ammasso di giovani che perdono i loro pomeriggi e che fanno solo disastri…e purtroppo non ho idea di come si potrebbe fare per cambiare questo stereotipo dello skater…vista da dentro sembra un gran casino, non me ne intendo molto ma sembra che stia cominciando a girare un certo business…ecco perchè noi abbiamo cercato di fare un video molto puro e diretto che non va a rappresentare nessun marchio..