Scali Milano. Progettare la trasformazione Il ruolo di FS Sistemi Urbani
Pubblicazione promossa da FS Sistemi Urbani Carlo De Vito / Presidente Gianfranco Battisti / Amministratore delegato Ideazione, progetto grafico, redazione e impaginazione PPAN comunicazione e networking per il costruito La riproduzione di alcune immagini di questo volume è stata autorizzata da FS Sistemi Urbani, per altre l’editore resta a disposizione degli aventi diritto che non è stato possibile reperire. Questa pubblicazione contiene informazioni pervenute fino a febbraio 2018. Tutti i diritti riservati. É vietata la riproduzione e la distribuzione di questo volume o delle sue parti senza il previo consenso da parte degli autori e dell’editore. Editore PPAN srl, via Nomentana 63 00161 Roma www.ppan.it © FS Sistemi Urbani © PPAN srl Prima edizione marzo 2018 Stampato in Italia da CTS Grafica Srl Il ricavato delle vendite del volume sarà devoluto in beneficenza alla Caritas Ambrosiana, che si occupa di assistenza ai meno abbienti, ai quali offre riparo al Rifugio Caritas sito nei pressi della Stazione Centrale di Milano.
Scali Milano. Progettare la trasformazione Il ruolo di FS Sistemi Urbani
12 Indice
Introduzione
Le voci delle istituzioni Il racconto di Carlo De Vito L’analisi di Francesco Coppola
L’urbanistica oggi
Idee e parole chiave Storie internazionali di PPP Le ferrovie e lo sviluppo della città Riferimenti internazionali
34 Focus Milano I numeri di Milano Le aree ferroviarie La cittĂ di domani
Scali Milano
Riepilogo del processo amministrativo L’iniziativa Scali Milano L’accordo di programma
introduzione
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Le voci delle istituzioni Il racconto di Carlo De Vito L’analisi di Francesco Coppola
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Giuseppe Sala alla riqualificazione degli ex scali ferroviari passa la scommessa di una metropoli che vuole continuare ad espandersi, a crescere e a rafforzare il proprio ruolo guida in Italia e in Europa; una città che vogliamo sempre più internazionale, più solidale e più giovane. Le trasformazioni che prenderanno corpo nelle aree dismesse da FS, dopo più di un decennio di lavoro e di confronto tra diversi attori istituzionali, offriranno a Milano l’opportunità di presentarsi al mondo come prototipo di innovazione in campo urbanistico, di sostenibilità ambientale e di ripensamento del rapporto tra centro e periferia. La riqualificazione degli scali è infatti una storica opportunità per ricucire il tessuto della città riportando la periferia al centro del processo di
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rinascita della città, a partire dal coinvolgimento dei cittadini attraverso procedure pubbliche trasparenti e partecipate. Al centro di tutte le visioni, le suggestioni e dei progetti elaborati finora, c’è il verde. Un vero trait d’union ideale che armonizzerà gli interventi di rigenerazione di queste aree che circondano quasi interamente la città, regalando a Milano nuovi parchi e nuovi corridoi verdi, analogamente a quanto avvenuto nelle più recenti e riuscite esperienze internazionali di trasformazione urbanistica. Abbiamo di fronte un’occasione unica, che creerà i presupposti per una Milano ancora più bella, unita, dinamica e attrattiva; una Milano dove crescita e sviluppo procederanno di pari passo con l’affermazione dell’interesse di tutti i cittadini secondo il principio imprescindibile della difesa, della promozione e della valorizzazione del bene comune.
Milano può presentarsi come prototipo di innovazione in campo urbanistico
SALA, SINDACO DEL COMUNE DI MILANO
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a riqualificazione degli ex scali ferroviari rappresenta una delle più grandi sfide urbanistiche dei prossimi decenni per la città e uno dei più importanti progetti di rigenerazione, ricucitura e valorizzazione territoriale in Italia e in Europa. Grazie all’accordo sottoscritto dopo più di dieci anni di confronto tra Comune di Milano, Regione Lombardia, Ferrovie dello Stato italiane e Savills Investment Management SGR spa, la Milano del 2030 avrà oltre 675mila mq di verde in più, pari al 65% della superficie territoriale degli scali, oltre a 200mila mq di connessioni ecologiche lungo i binari ferroviari. Avrà la circle line, una nuova infrastruttura strategica per lo sviluppo della città metropolitana atta a efficientare considerevolmente le connessioni con gran parte dei comuni limitrofi. Avrà nuovi quartieri con vocazioni definite, caratterizzati da una consistente offerta di alloggi e servizi per la classe media e per gli studenti.
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Una metropoli che pensa in grande, ma non dimentica i bisogni di nessuno
L’accordo di programma è stato preceduto da uno straordinario percorso di coinvolgimento della cittadinanza: si stima che, in pochi mesi, oltre 60mila persone abbiano partecipato a dibattiti pubblici, tavole rotonde e commissioni consiliari. Dopo la definizione delle linee di indirizzo per la rigenerazione delle aree da parte del consiglio comunale, il dibattito è continuato a dicembre con il workshop “Dagli scali, la nuova città”, che ha portato alla presentazione, da parte di cinque team multidisciplinari internazionali, di altrettanti scenari possibili per il futuro della città attraverso la riqualificazione degli scali. La ratifica dell’accordo da parte del consiglio comunale ha avviato ufficialmente la fase operativa sul futuro sviluppo delle aree. Nei prossimi mesi, da un lato saranno pubblicati i bandi per il loro utilizzo temporaneo, dall’altro si avvierà la fase concorsuale per la redazione dei masterplan e per le successive fasi attuative, a partire dallo Scalo Farini. Parallelamente continuerà il percorso partecipativo che garantirà la regia pubblica del processo di trasformazione urbanistica delle sette aree. Tutto ciò per far sì che la Milano del 2030 sia una città con nuovi quartieri più verdi, sostenibili ed equi, una metropoli che pensa in grande ma non dimentica i bisogni di nessuno.
MARAN, ASSESSORE A URBANISTICA, VERDE E AGRICOLTURA DEL COMUNE DI MILANO
Pierfrancesco Maran 11
IL RACCONTO DI CARLO DE VITO. UNA STORIA URBANISTICA E DI DIALOGO TRA PUBBLICO E PRIVATO. UN DECENNIO DI STUDI, IMPEGNO E PARTECIPAZIONE Carlo De Vito, Presidente FS Sistemi Urbani
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Sono serviti 12 anni per arrivare alla sottoscrizione e approvazione dell’accordo quadro tra Comune di Milano e il Gruppo Ferrovie dello Stato con la Regione Lombardia per la trasformazione urbanistica di sette aree ferroviarie dismesse nel comune di Milano. Scalo Farini, Scalo Porta Romana, Scalo e Stazione di Porta Genova, Scalo di Lambrate, Aree ferroviarie S. Cristoforo e parte degli scali Greco-Breda e Rogoredo sono oggetto di un piano di valorizzazione in stretta correlazione con il potenziamento del sistema ferroviario.
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l’urbanistica oggi
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Idee e parole chiave Storie internazionali di PPP Le ferrovie e lo sviluppo della cittĂ Riferimenti internazionali
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C40 CITIES è un network
internazionale composto da realtà urbane intenzionate a combattere i processi causati dai cambiamenti climatici. Tutto ciò attraverso il supporto delle amministrazioni pubbliche per la collaborazione e condivisione delle conoscenze legate alla sostenibilità ambientale. Le città italiane affiliate sono Roma, Milano e Venezia. www.c40.org
ilano sperimenta nuovi modelli di rigenerazione urbana, e apre la strada ad altre realtà interessate ed impegnate nell’avviare processi di trasformazione innovativi, attenti alle esigenze del mercato e mettendo al centro la qualità della vita degli abitanti e dei city user.
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Per impostare un piano di valorizzazione del tessuto esistente, traguardando il futuro, si guarda alle città internazionali studiando progetti puntuali (si veda la sezione “Riferimenti Internazionali”.
Fra questi c’è l’innovativo The Shed, il primo centro multi-artistico progettato da Diller Scofidio + Renfro, in collaborazione con Rockwell Group, a New York, a ridosso della High Line. Si tratta di un’opera innovativa con una forte carica di
creatività architettonica, in costruzione a ridosso di un’area ferroviaria, realizzata con soluzioni ingegneristiche inedite per integrare una struttura fissa di otto piani con un ampliamento telescopico che permetterà di estendere uno spazio coperto a seconda delle necessità.
STORIE INTERNAZIONALI DI PARTNERSHIP PUBBLICO PRIVATA
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The Shed è un progetto che farà scuola:
Architettura flessibile
per dare forma ad un concept pensato per promuovere le arti visive e dello spettacolo, con un laboratorio sperimentale gratuito per artisti non ancora affermati. Scorrendo lungo dei binari, tramite dei carrelli, la copertura rivestita in Efte potrà modificarsi, accogliere delle sedute in occasione di un evento teatrale o rimanere libera per altri tipi di performance (ospitando 1.250 persone sedute e 3.000 in piedi). Il cantiere è in corso, entro il 2018 saranno ultimati i lavori anche se l’inaugurazione avverrà nel 2019.
nato dal recupero di un’area dismessa e finanziato in parte con donazioni private, propone
un’opera dinamica proiettata in un futuro tutto da scrivere, ripensando il ruolo delle istituzioni culturali. Si studiano progetti specifici ma anche visioni di città che hanno investito sulla trasformazione del territorio con attenzione all’ambiente, con politiche di mobilità lenta e opere infrastrutturali d’eccellenza come è Copenaghen, una delle capitali mondiali più vivibili secondo diverse classifiche internazionali. Ma anche città che hanno fatto scuola come Barcellona, trasformatasi per fasi grazie all’impulso fornito a partire dalle Olimpiadi del 1992.
New York insegna ad investire sulla progettazione di funzioni innovative, recuperando un’area dismessa con un’opera di architettura contemporanea flessibile, dedicata ai giovani e ai creativi. Anche con il supporto dei privati.
In occasione del workshop Scali Milano sono stati invitati tra l’altro due ospiti che hanno vissuto da vicino e partecipato a vario titolo alla rigenerazione delle loro città: Mikkel Kragh e Josep Antoni Acebillo. Kragh è un architetto danese che ha partecipato all’iniziativ promossa da FS Sistemi Urbani come capo progetto presso il Danish Architecture Centre. Acebillo, progettista spagnolo, è stato direttore tecnico dell’Institut Municipal de Promociò Urbanistica (IMPUSA) di Barcellona all’epoca delle Olimpiadi del 1992, influenzando fortemente il futuro sviluppo della città catalana. Per ottenere l’obiettivo di azzerare le emissioni, la città danese ha emanato una serie di normative con l’obiettivo di disincentivare l’uso di mezzi privati. Contestualmente sono stati promossi e realizzati diversi progetti per
nuovi ponti pedonali, piste ciclabili e per la nuova metropolitana.
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25mila
CORRIDOIO ECOLOGICO
NUOVI RESIDENTI
RIFERIMENTI
4km
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30mila
10mila
NUOVI POSTI DI LAVORO
NUOVI ALBERI
STORIA Il quartiere de La Sagrera, nel nord est della capitale della Catalogna, è stato caratterizzato per decenni da un’alta densità di strutture industriali e ferroviarie. Negli anni ‘90, in seguito al loro progressivo abbandono, sono stati ideati una serie di progetti tesi da un lato al potenziamento del trasporto su ferro, dall’altro ad una decisa riqualificazione della zona. Con la scelta, a cavallo degli anni ‘90 – 2000, di creare una grande stazione dell’alta velocità, si posero i presupposti per un grande investimento statale destinato alla riconversione dell’intera area, con l’obiettivo di creare un corridoio ecologico.
RIQUALIFICAZIONE L’intervento, tutt’ora in corso, riguarda l’interramento di 38 ettari di ferrovia che insistono su 164 ettari di terreno: un lungo passaggio che ha lo scopo di riconnettere i quartieri limitrofi, recuperare permeabilità e creare un nuovo e strategico link modale. Il progetto si caratterizza per la volontà di realizzare un vasto parco lineare in superficie, Parc Camì Comtal. Lungo 4 km è stato ideato dallo studio di architettura del paesaggio West 8, in collaborazione con Aldayjover e RCR, vincitori di un bando pubblico. Per quanto riguarda la destinazione d’uso degli edifici, la priorità è stata data alle strutture residenziali (circa 60%) rispetto a quelle commerciali, che si andranno a concentrare in prossimità della stazione.
INTERNAZIONALI
La Sagrera Barcellona, ES
IL PIANO DI SVILUPPO La parola
d’ordine della progettazione è stata permeabilità. Il tema che caratterizza la pianificazione è la scelta di sviluppare un importante nodo modale, integrando e connettendo il più possibile i quartieri e le nuove aree costruite. La decisione di creare un grande parco, permettendo la massima permeabilità e libertà di movimento, risponde ad una necessità locale, ma anche ad una strategia di connessione metropolitana. La nuova stazione dell’alta velocità La Sagrera, si inserirà all’interno della nuova area verde, concepita quindi come un’importante asse di
congiunzione urbana. La società pubblica che si occupa di tutto il progetto, è la Barcelona Sagrera Alta Velocitat (BSAV). Attuato attraverso una variante del Pla General Metropolità (MPGM), approvato a maggio 2004, il piano iniziale ha subito notevoli ritardi a causa del profondo mutamento del contesto cittadino, verificatosi negli anni dell’implementazione. La forte contrazione della crescita economica, ha quindi portato ad una riduzione delle possibilità di finanziamento pubblico dell’opera il cui completamento è previsto, ad oggi, nel 2019.
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focus milano
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I numeri di Milano Le aree ferroviarie La cittĂ di domani
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Greco-Breda
Farini Lambrate
Porta Genova Porta Romana
San Cristoforo
Rogoredo
LE AREE 106
Il report è stato realizzato in seguito alla stipula della convenzione, nel 2013, fra Comune di Milano, Direzione Centrale del territorio e Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano. Lo scopo era quello di definire le linee di intervento per la trasformazione degli ex scali, poggiandosi sull’apporto progettuale da parte delle comunità locali. Il documento è frutto di tre attività differenti: indagine e ricostruzione del processo di trasformazione delle aree ferroviarie dismesse; ascolto, attraverso interviste e focus group per capire la pluralità di attese e ipotesi progettuali; organizzazione, sintesi e rappresentazione delle attività sopra elencate per far emergere connessioni e contraddizioni tra attese e domande sociali.
FERROVIARIE 107
GRECO-BREDA
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Una cerniera per il territorio.
Lo scalo, data la propria posizione e l’estensione su oltre sei ettari, può svolgere un ruolo positivo di contatto fra tre sistemi verdi esistenti. Il Parco Nord e il Parco della Martesana sono dotati di infrastrutture ciclabili, mentre il terzo, il Parco Finzi, è un esempio virtuoso di oasi verde in una zona urbana molto densa.
Luogo di servizi.
La trasformazione dell’ex area ferroviaria dovrà contribuire alla crescita di una città per servizi di prossimità destinati ai giovani che gravitano nei dintorni, in particolare per via della presenza di molti studenti della Bicocca. Inoltre, è sentita la necessità di strutture come una biblioteca con spazi di socializzazione, oltre alla riqualificazione degli orti urbani esistenti. Infine, la presenza di alcune attività artigianali di vicinato può consentire il riuso di vecchi edifici.
Spazio per aumentare la permeabilità. Agli interventi di miglioramento dell’attraversamento sui ponti Greco e Breda e, in particolare, di potenziamento dei percorsi ciclo pedonali che connettono l’area con il sistema ambientale più vasto si collega la necessità di realizzare un superamento pedonale della barriera ferroviaria, integrandolo con funzioni attrattive.
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Rischi e opportunità della città metropolitana di Mario Abis Sociologo, docente allo IULM di Milano
l futuro di Milano non è dettato dalle frammentarie innovazioni che già si stanno realizzando da tempo: nuovi quartieri e architetture, centri di ricerca e innovazione come Urban Metropole e infrastrutture come la linea della metropolitana M5. Il suo futuro, da qui a 30 - 40 anni, dipenderà dal fatto di pensare a sé stessa come un sistema completamente diverso da quello odierno e di svilupparsi come l’area metropolitana della grande Milano.
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All’interno delle grandi trasformazioni che stanno plasmando il panorama globale, il capoluogo lombardo sembra assistere alla crescente concorrenza
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fra grandi città, senza alcuna capacità o volontà di prendere coscienza del necessario e urgente cambiamento nel governo del suo territorio. Contro tutti gli insegnamenti di successo che vengono dall’estero, la realtà più internazionale/globale del Paese continua infatti a ragionare solo su sé stessa, incapace non solo di coinvolgere in un progetto di futuro la sua ampia e riconosciuta area di gravitazione (da Novara a Brescia, da Varese a Pavia), ma neppure i comuni racchiusi dai confini amministrativi della Città Metropolitana. A parte Rho e Pero, Milano non riesce a guardare oltre, non comprendendo che la sua crescita e la sua competitività sono inscindibili dalla crescita e dalla competitività di quell’ampia area di cui è, di fatto, il polo di riferimento. La pluralità di
realtà urbane, veri e propri nodi di una rete di connessioni e competenze, nel raggio di poche centinaia se non decine di chilometri, esprime già oggi un’integrazione di molteplici funzioni e un’intensità di rapporti che devono ‘solo’ essere riconosciuti e governati dai diversi attori. L’area metropolitana di Milano è quell’insieme di attività e risorse che concorrono a determinare la crescita sociale ed economica di un contesto di 10 milioni di abitanti, ricco di risorse e di vocazioni identitarie che, altrove, contribuiscono a comporre quel quadro articolato e diversificato che rende uniche e competitive le grandi città mondiali. Quadro che, nella nostra realtà, risulta tanto più prezioso perché ciascun nodo è ricco anche di quella specializzazione che, coniugata al saper fare, rappresenta uno dei fattori necessari per essere competitivi. Ad accrescere le potenzialità competitive di questo territorio, concorre anche la qualità di un tessuto sociale che riesce a mantenere un discreto livello di coesione sociale e una buona capacità di inclusione. La crescita non può che scaturire dall’applicazione del modello di sviluppo sostenibile, che è tale solo se riesce a coniugare e raggiungere obiettivi trasversali che impattano positivamente sulla qualità della vita di tutta la società. Consolidare i fattori competitivi all’interno di questo processo, mette in gioco un
Il capoluogo lombardo sembra assistere alla crescente concorrenza fra grandi città senza alcuna capacità o volontà di prendere coscienza del necessario e urgente cambiamento nel governo del suo territorio.
terzo elemento che caratterizza le più recenti dinamiche evolutive dei territori: l’attrazione di risorse dall’esterno. La dimensione territoriale, infatti, rappresenta il contesto in cui opera la collettività e, allo stesso tempo, è l’ambito in cui si concretizzano effetti dell’attrattività in grado di alimentare la competitività futura e la crescita sostenibile del territorio. La complementarietà tra competitività ed attrattività è evidente: la prima nasce dall’efficienza nell’utilizzo delle risorse, mentre l’efficacia nell’attrarle e trattenerle determina l’attrattività. Un territorio competitivo e attrattivo è in grado di crescere perché sa rispondere ai bisogni attuali e assicurare condizioni di vita sempre più adeguate alle attese di cittadini e imprese. Si crea così un circolo virtuoso: tanto più il territorio è fonte di valore, tanto più sarà attrattivo per soggetti e investimenti che, a loro volta, alimenteranno ulteriormente il suo valore tramite l’apporto di risorse e nuovi stimoli all’innovazione, innescando così meccanismi aggiuntivi di crescita. L’obiettivo allora deve essere quello di costruire una visione che porti al successo Milano e la sua area metropolitana, nella piena consapevolezza sia delle risorse già acquisite e condivise, sia dei fattori che vanno invece acquisiti per innescare il suddetto circolo virtuoso. Vanno quindi valutate la dotazione di risorse economiche, sociali ed ambientali, oltre alla capacità degli attori e delle istituzioni di cooperare e agire in sinergia, in modo da creare le condizioni affinché siano combinate in modo ottimale. Occorre poi aver ben presente le eventuali carenze nelle dotazioni essenziali quali le infrastrutture economiche, sociali, e quelle che risultano invece ‘qualificanti’ per il territorio che le ospita. Queste ultime sono riconducibili in primo luogo alla presenza di bacini di lavoro altamente qualificati, a buoni livelli di internazionalizzazione e ad una complessiva capacità di innovazione del sistema produttivo. Altrettanto importante è la presenza di cluster/sistemi di imprese, integrate
verticalmente o orizzontalmente. Questa è tanto più rilevante quanto più le imprese sono specializzate in produzioni high tech e connesse da relazioni non solo di fornitura, ma di ampia collaborazione, indispensabili per raggiungere condizioni che consentano di competere a livello globale. Ulteriore fattore rilevante, e per molti versi anche prerequisito per l’avviarsi di un percorso di crescita, è la presenza di attori pubblici capaci di assumere responsabilmente il ruolo di protagonisti nella governance del territorio, avendo una visione del futuro desiderato, una strategia per raggiungerlo e l’attenzione per modificare la rotta a fronte della crescente velocità dei cambiamenti. Se Milano risponde a queste precondizioni, può mettere in gioco diversi caratteri competitivi e identitari come il sistema moda, quello educativo (13 nuclei universitari) e la sanità, che la possono portare ad essere fra le 10 /15 città a rete del mondo. Una combinazione di sistemi favoriti, nel farsi rete, dal naturale policentrismo milanese/lombardo con l’aggiunta, unica in tutte le megalopoli internazionali, di un sistema agricolo e agroindustriale di altissima qualità. Tutto questo potrà succedere e diventare valore attrattivo ad alta competitività solo se il capoluogo lombardo si trasformerà in un soggetto unificato dalla governance e dalla visione nella grande Milano.
L’obiettivo deve essere quello di costruire una visione che porti al successo Milano e la sua area metropolitana.
Alla stesura di questo testo ha collaborato Angela Airoldi dell’Università Bocconi 129
scali milano
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Riepilogo del processo amministrativo L’iniziativa Scali Milano I cinque tavoli Punti di osservazione I numeri del workshop Le cinque visioni e proposte La mostra La community e i social
L’accordo di programma
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RIEPILOGO DEL PROCESSO AMMINISTRATIVO DICEMBRE 2008 - NOVEMBRE 2009
Prima fase di valutazione ambientale strategica con forum pubblici, proposta di Variante urbanistica, Rapporto Ambientale e conferenze VAS.
2005
AVVIO DEL PROCESSO LUGLIO
Accordo Quadro tra il Sindaco Albertini per il Comune di Milano e l’AD Elio Catania per il Gruppo Ferrovie dello Stato Spa: si definiscono gli obiettivi generali ed il percorso.
2006
2007
MARZO
Accordo-Intesa tra il Sindaco Moratti per il Comune di Milano e l’AD Mauro Moretti FS Spa: si definiscono gli impegni delle parti nel processo. LUGLIO
Il Sindaco Moratti promuove l’Accordo di Programma in variante al PRG. DICEMBRE
Regione Lombardia e Ferrovie dello Stato aderiscono all’Accordo di Programma.
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2008
2009
2010
APRILE
Il Gruppo Poste Italiane Spa aderisce all’AdP. DICEMBRE
La Conferenza dei Rappresentanti dell’AdP adotta e pubblica la Variante urbanistica.
FEBBRAIO
Provincia di Milano aderisce al Tavolo Tecnico dell’AdP. LUGLIO
Il Consiglio Comunale, giunta Moratti, adotta il PGT; in cui confluiscono i contenuti urbanistici dell’AdP.
2011
MAGGIO
La Conferenza dei Rappresentanti dell’AdP valida la proposta definitiva di Variante urbanistica, resa coerente con le schede di indirizzo del Documento di Piano del PGT. GIUGNO
La Città Metropolitana esprime con Decreto il parere di compatibilità con il PTCP. SETTEMBRE - NOVEMBRE
FEBBRAIO 2013 - MAGGIO 2014
Incontri di ascolto della cittadinanza gestiti e raccolti in un report dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano.
La Giunta Comunale, la Giunta Regionale e i CdA di FSI Spa, di RFI Spa e di FSSU Srl approvano l’ipotesi di Accordo di Programma. NOVEMBRE
Il sindaco del Comune di Milano, l’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia, l’AD di FSI sottoscrivono l’Accordo di Programma. DICEMBRE
NOVEMBRE 2016 - MAGGIO 2017
Le Commissioni Urbanistiche del CC promuovono un articolato dibattito e confronto con i Municipi, i vari livelli del governo locale, le aziende di trasporto ed altri soggetti.
La mancata ratifica da parte del Consiglio Comunale fa decadere l’adesione degli enti all’AdP.
2012
2013
2014
MAGGIO
MARZO
Il Consiglio Comunale, giunta Pisapia, approva il PGT, ricondizionando lo sviluppo delle aree al potenziamento del nodo ferroviario.
La Conferenza dei Rappresentanti definisce gli indirizzi per la revisione dell’AdP con forte riduzione degli indici edificatori. Il gruppo Poste Spa esce dall’AdP, l’area di piazzale Lugano viene disciplinata dal PGT.
2015
2016
2017
2018
FIRMA DELL’ADP LUGLIO
Il Sindaco Sala inserisce la rigenerazione degli scali ferroviari nelle linee programmatiche di mandato. NOVEMBRE
GIUGNO
Il Consiglio Comunale approva le indicazioni in tema di funzioni prioritarie e usi, temporanei e definitivi.
Il Consiglio Comunale approva le linee di indirizzo per la trasformazione urbanistica degli scali ferroviari con l’obiettivo di chiusura dell’Accordo entro l’estate 2017.
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Stefano Boeri ITALIA, MILANO
Professore di Progettazione Urbanistica al Politecnico di Milano, è visiting professor in diverse università internazionali. Ha fatto parte della consulta degli architetti dell’Expo 2015.
Francine Houben PAESI BASSI, DELFT
Francine Marie Jeanne Houben, è socio fondatore e direttore creativo di Mecanoo architecten, studio che unisce architettura, urbanistica, landscape, riuso e interior design. La Houben è stata curatore della prima Biennale Internazionale di Architettura di Rotterdam.
Benedetta Tagliabue SPAGNA, BARCELLONA
Professore di architettura all’Università politecnica della Catalogna, ha fondato lo studio EMBT, che oggi dirige. Tra le opere, il Parlamento scozzese a Edimburgo, la nuova sede di Gas Natural, il restyling del mercato di Santa Caterina a Barcellona, il Padiglione spagnolo all’Expo 2010 di Shanghai.
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I team leader
Ma Yansong CINA, PECHINO
Ma Yansong, Professore di ingegneria civile e architettura all’Università di Pechino, nel 2004 ha fondato lo studio MAD, specializzato in progetti futuristici e tecnologicamente avanzati che incarano un’interpretazione contemporanea dell’affinità orientale per la natura.
Cino Zucchi ITALIA, MILANO
Professore di Composizione Architettonica e Urbana al Politecnico di Milano, è stato il curatore del Padiglione Italia alla 14a Biennale di Venezia ed è membro del comitato scientifico della XXI Triennale 2016.
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i cinque tavoli 158
conomia, Ambiente, Trasporti, Sociologia e Architettura. Sono questi i cinque temi arontati dagli altrettanti gruppi di lavoro che hanno animato la sessione plenaria del workshop Scali Milano. Cinque tavoli presenziati da 100 partecipanti ciascuno, che, in collaborazione con alcuni coordinatori esperti, hanno redatto alcune linee
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guida utilizzate dai cinque Team Leader chiamati da FS Sistemi Urbani per definire le visioni per il futuro di Milano. Nei tre giorni di lavoro, le cinquecento persone coinvolte nei tavoli di lavoro, professionisti, giovani, studenti ma anche persone totalmente estranee al mondo della progettazione, hanno potuto esprimere idee, proposte e perplessità sulle potenziali destinazioni
d’uso delle aree degli ex scali ferroviari. Sette zone che circondano la città e che nei prossimi anni saranno completamente ridisegnate, anche grazie al lavoro svolto in sinergia con i milanesi nei tre giorni di workshop. Molte le richieste provenienti dai partecipanti, dall’implementazione dei trasporti pubblici grazie allo sviluppo di nuove infrastrutture, all’ampliamento
delle aree verdi destinate alla cittadinanza, fino alla realizzazione di collegamenti fisici per ricucire gli scali attraverso la costruzione di nuovi spazi culturali che ricreino un tessuto sociale forte e un ambiente economicamente innovativo, attrattivo e accogliente, per i giovani e le nuove idee imprenditoriali.
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5 scenari in mostra a Milano
Sala e De Vito alla mostra
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Immaginare il futuro della città a partire dalla rigenerazione dei suoi sette scali ferroviari dismessi. Cinque scenari per Milano, disegnati da altrettanti team multidisciplinari a partire dal workshop organizzato nel mese di dicembre allo Scalo Farini, sono stati
esposti a tutta la città nella mostra-evento che si è svolta dal 3 al 9 aprile 2017 al Fondo Corsa, allo Scalo Porta Genova. Per l’occasione è stato realizzato un allestimento ad hoc vicino alla passerella Biki, in una delle aree più rappresentative del Fuorisalone, per mostrare alla città i risultati del workshop dello scorso dicembre “Dagli scali, la nuova città”.
LA MOSTRA 209
ISBN 978-88-943572-0-2
9 788894 357202 15,00 €