Le voci dell’Università Cattolica
La cura delle norme sviluppa la capacità di essere a “prova di futuro” Prendersi cura delle regole rende la democrazia efficiente ma anche resiliente, resistente agli shock, in grado di governare grandi cambiamenti strutturali e aperta al futuro individuale e comunitario di Barbara Boschetti1
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a cura delle norme può salvare la democrazia, perché la rende più efficiente. Abbinare democrazia ed efficienza può apparire riduttivo: eppure, l’efficienza, nel suo significato primo, esprime la capacità di raggiungere i propri fini, di realizzare il proprio potenziale trasformativo. In questo senso, l’efficienza pone la democrazia allo specchio, costringendola a farsi carico di sé, del proprio orizzonte di cambiamento, delle proprie fragilità. L’efficienza è così anche un richiamo a una democrazia resiliente. La resilienza, infatti, di cui si è nutrita la narrativa/ narrazione post-pandemica e che, da poco, è entrata a pieno titolo nell’universo della normatività democratica, attraverso il diritto della ripresa e resilienza, identifica “la capacità di affrontare gli shock economici, sociali e ambientali e/o i persistenti cambiamenti strutturali in modo equo, sostenibile e inclusivo” (art. 2, Reg. UE 241/2021). Questo concetto riassume in sé, in chiave sintetica, l’ambivalenza del tempo attuale: è il tempo degli shock, di guerre e migrazioni, di crisi economico-finanziarie e sociali, di pandemie sempre più ricorrenti; ma è anche il tempo delle grandi transizioni, da quella ecologica e digitale, a quella culturale-epistemica, sociale e istituzionale (secondo il modello government as a platform). I primi (gli shock), in quanto pre-pongono le loro emergenze avanti ad altre emergenze e fini, ostacolano, frenano, dis-ordinano; le seconde (le transizioni), all’opposto, in quanto pro-pongono orizzonti di cambiamento, dis-ostacolano, accelerano, e ri-ordinano. Ancora, sempre nel segno dell’ambivalenza: i primi, pur con il loro carattere ricorrente e, addirittura ricorsivo, si muovono su un piano orizzontale e sincronico; le seconde, invece, con il loro carattere prospettico, si muovono su un piano longitudinale e dia-cronico, inevitabilmente intergenerazionale. Una democrazia efficiente è, dunque, anche una democrazia resiliente, resistente agli shock e capace di grandi cambiamenti strutturali, aperta al futuro individuale e comunitario che per essa deve trovare compimento. E qui entra in gioco la cura delle norme. Questa democrazia efficiente ha bisogno, un bisogno esistenziale, di un (nuovo) diritto resiliente, a un tempo, preventivo/difensivo e proattivo/propulsivo, aperto alla dimensione spazio-temporale orizzontale e sincronica, ma, anche, e soprattutto, a quella longitudinale e diacronica. Esaurito il tempo per un diritto sospeso (quello dell’eterno incompiuto riformare) e sospensivo (quello ispirato a una logica precauzionale meramente
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Docente di Diritto amministrativo, facoltà di Scienze politiche e sociali.