Così piccola e fragile. Prendersi cura della democrazia | Le voci dell'Università Cattolica 2022

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Le voci dell’Università Cattolica

È tutta questione di metodo: scientifico e democratico C’è un parallelo tra la controllabilità delle ipotesi nella scienza e la controllabilità dei poteri istituzionali nella democrazia. I processi decisionali devono fondarsi su discussioni di carattere pubblico di Ingrid Basso1

L

a pandemia ha alimentato il dibattito sul rischio che la democrazia rappresentativa degeneri in tecnocrazia. Eppure dinanzi alla sempre più rapida e crescente specializzazione tanto delle cosiddette scienze dure quanto delle scienze giuridiche, sociali ed economiche, sembra inevitabile che un gran numero di decisioni individuali e/o collettive debba fondarsi sulla mediazione di “esperti” più competenti rispetto al cittadino medio. Una prospettiva spesso percepita negativamente, perché la dipendenza dalle altrui certezze sembra limitare la propria autonomia decisionale. Una delle maggiori ricadute che la pandemia ha avuto sul terreno culturale è che nell’incertezza dei momenti più drammatici a essere messa in discussione è stata proprio la fiducia nella scienza.

La disinformazione attraverso media e social media L’immediata conseguenza è stata la caduta in posizioni relativiste sulla conoscenza umana, per cui non vi sarebbe un’oggettività e il sapere scientifico non può essere neutrale. Un terreno fertile per il proliferare di strumentalizzazioni politiche attraverso una propaganda prepotente, che si è avvalsa in primo luogo dello strumento della disinformazione attraverso i media e i social media. In generale, una delle conseguenze peggiori – e più irrazionali – dell’atteggiamento relativista è la conclusione che non esisterebbe differenza tra incompetenti ed esperti e ciascuno potrebbe prendere decisioni in totale autonomia. Ma, proprio per questo, uno degli aspetti in apparenza positivi della democrazia diretta invocata dai detrattori della conoscenza scientificamente fondata – la maggior autonomia nelle scelte individuali – potrebbe finire facilmente per generare derive plebiscitarie. Per uscire da questo circolo vizioso sono necessari due ordini di riflessioni. Uno, strettamente teorico, fa capo a un discorso di tipo epistemologico volto a sfatare la tesi relativista; l’altro, di ordine politico, è teso a mostrare come proprio l’estrema specializzazione scientifica che caratterizza la contemporaneità renda di fatto inevitabile il ricorso a forme rappresentative e non dirette di democrazia.

Contro il relativismo In primo luogo è fondamentale sottolineare alcune caratteristiche essenziali del sapere e del pensare scientifico, per poter giudicare perché risulti necessario fidarsi della scienza, dato che le teorie direttamente verificabili in base alla nostra esperienza individuale non basterebbero nemmeno alla nostra sopravvivenza. Le ipotesi scientifiche sono sempre e universalmente in linea di principio controllabili, i risultati delle ricerche sono pubblicamente accessibili tramite riviste, convegni e pubblicazioni specialistiche. Esistono gruppi di ricerca rivali, così che l’assegnazione di finanziamenti non sia mai unidirezionale. Controllabilità universale e critica delle ipotesi sullo sfondo della premessa del

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Docente di Filosofia della comunicazione, facoltà di Lettere e Filosofia.


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