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Ecco a voi la Terra che gira
Foucault rivive nel Duomo
di Antonella Olivari
Rimarrà nella storia della città, ma, soprattutto, nei ricordi dei tantissimi accorsi ad assistere alla riproduzione dello storico esperimento del Pendolo di Foucault che, a fine Ottocento, confutò per sempre ogni teoria geocentrica. Circa 1.500 persone hanno affollato la Cattedrale di Brescia nella serata evento di martedì 26 settembre e quasi mille studenti si sono alternati nelle due mattinate di mercoledì 27 e giovedì 28 . A questi si aggiungono i 300 dipendenti delle aziende bresciane – Bcc del Garda, Antares Vision, Fasternet, Ave – che hanno contribuito a sostenere le spese di allestimento con la Edilizia acrobatica e Agliardi traslochi.
Nell’anno di Brescia capitale italiana della cultura e nella città dello pseudoscienziato Giovanni Paneroni, che, fra le due guerre, divenne celebre per le sue teorie astronomiche che lo portarono a ripetere ai bresciani: “ La terra non gira, bestie ”, l’esperimento di Léon Foucault ha mostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, che la terra ruota intorno al proprio asse. Un esperimento semplice e sensazionale, che a metà ‘800 mise la parola fine a oltre due secoli di ricerca di prove sperimentali sulla rotazione terrestre.
A dare avvio alla dimostrazione la sindaca di Brescia Laura Castelletti che con un’antica “ bugia ” ha bruciato la fune slegando così la sfera di metallo che ha iniziato a oscillare da un filo fissato a 65 metri di altezza nella cupola centrale del Duomo. A sottolineare la singolarità dell’evento le parole del Rettore Franco Anelli : «L’esperimento di questa sera rispecchia in pieno la missione della sede di Brescia dell’Università Cattolica, dove convivono due approcci, quello scientifico e quello umanistico. Non è un caso, infatti, che l’evento nasca dalla felice collaborazione tra la Facoltà di Lettere e filosofia, quella di Scienze matematiche, fisiche e naturali e la Biblioteca di Storia delle Science “Carlo Viganò”.
Franco Giudice , docente di Storia della scienza dell’Ateneo e coordinatore scientifico del progetto che ha portato a Brescia con convinzione e determinazione, ha narrato biografia e aneddoti storici riguardanti Léon Foucault e «la sua ossessione per le cose impercettibili, che non si vedono. Toccando, manipolando ed esaminando, cercò di mostrare l’invisibile, correggendo la percezione falsata dei nostri sensi».
Fausto Casi , curatore scientifico del progetto realizzato in collaborazione con il Museo dei mezzi di comunicazione di Arezzo, ha spiegato come «quello bresciano non è dissimile dall’esperimento originale per altezza e dimensione, mentre lo storico dell’astronomia Giorgio Strano del Museo Galileo di Firenze, che ha dato il patrocinio all’evento, ha proposto un excursus storico su quanti si sono cimentati nel dar prova del moto di rotazione delle forze centrifughe.
Ma quali sono le teorie fisiche che si nascondono dietro l’esperimento di Foucault? Le hanno spiegate i docenti di fisica Giuseppe Nardelli e Stefania Pagliara alla Facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali. A Maya Castellini e Fabio Lionetti , studenti Dams, sono state affidate la lettura di alcuni passi del “Pendolo di Foucault” di Umberto Eco e del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” di Galileo Galilei.