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Il nuovo ospite del campus lo rende più accogliente
di Alessandro Zaccuri
Èarrivato da poco, ma non si può dire che passi inosservato. «Il Sant’Ambrogio di Mimmo Paladino è il nuovo abitante del campus e lo rende ancora più abitabile», sintetizza il direttore della Sede di Milano, Mario Gatti, che ha seguito la realizzazione dell’opera, confrontandosi direttamente con il Maestro oltre che con la Fonderia Brustolin di Verona, presso la quale è avvenuta la fusione del monumento. A questa prima fase hanno fatto seguito i lavori nel Cortile d’Onore di largo Gemelli, fino all’inaugurazione di ottobre. Dopo di che, in pochi giorni, quella del cavaliere appiedato è diventata una compagnia abituale. Un nuovo abitante, appunto, attorno al quale si raduna spontaneamente la comunità dell’Ateneo.
«Ma c’è anche – aggiunge Gatti – chi da piazza Sant’Ambrogio entra in Università Cattolica per ammirare la statua. Una delle funzioni del monumento è proprio questa: rendere ancora più stretto il legame tra l’Ateneo e il complesso storico-architettonico circostante». La prospettiva, com’è noto, è quella dell’innovativo campus urbano che, da qui a qualche anno, comprenderà non soltanto la struttura dei chiostri bramanteschi, ma anche gli ambienti della Caserma Garibaldi, il cui cantiere di riqualificazione è stato avviato all’inizio del 2023 e ufficialmente presentato nel maggio scorso. «Ci
Nel solco della tradizione
L’ opera si colloca nel solco di un’antica tradizione di questa Università, il cui corredo iconografico, fin dalle prime committenze, ha mirato a rendere perspicui i riferimenti, i valori e le intenzioni che hanno ispirato la fondazione e lo sviluppo della fabbrica dell’Università. Il monumento a Sant’Ambrogio di Mimmo Paladino segue questa antica traccia». Ha usato queste parole il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli per raccontare lo spirito della committenza nata in occasione del Centenario dell’Università Cattolica. La scultura, realizzata per l’Ateneo dall’indiscusso maestro dell’arte contemporanea, è stata presentata alla città di Milano mercoledì 11 ottobre in un incontro serale dove l’artista ha risposto alle domande di Davide Rampello, figura di riferimento nel panorama culturale italiano. Un dialogo breve e intenso, preceduto dalla proiezione di un video descrittivo delle tappe che hanno portato alla realizzazione della scultura: dalla fonderia Brustolin di Verona, dove l’opera ha preso vita, alla collocazione nel Cortile d’Onore, posta in un dialogo ideale con la Basilica, che conserva le reliquie di Sant’Ambrogio, e la facciata dell’Ateneo di Giovanni Muzio. In questo senso, «l’opera di Paladino è un segno potente, forte, posto in un luogo a sua volta denso e ricco di segni storici», ha affermato monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale, durante la presentazione della scultura il 12 ottobre alla comunità universitaria. «Un patrimonio prezioso che ci riconsegna un po’ di storia e ce la fa guardare aperti alle sfide future della libertà, della verità, della carità».
troviamo in un angolo della città ricchissimo di stratificazioni – spiega Gatti –. Si va dalla cappella di San Vittore in Ciel d’Oro, risalente al IV secolo e poi inglobata nella basilica di Sant’Ambrogio, fino agli interventi compiuti negli anni Trenta del Novecento da Giovanni Muzio per trasformare l’antico monastero benedettino in edificio universitario. Da parte sua, fin dalle origini, la Cattolica ha sempre esercitato un importante ruolo di committenza, come dimostrano per esempio le opere di Giacomo Manzù disseminate negli spazi di largo Gemelli. Anche da questo punto di vista, il Sant’Ambrogio di Paladino è un omaggio alla tradizione e, insieme, un’apertura al futuro».