Presenza 2017 03-04

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presenza dell’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE

NAZ/350/2008 DCOO53793

numero 3-4 – anno XLIX maggio-agosto 2017

Ne ha fatta di strada Baldrighi e Bertinelli i signori del formaggio

Ateneo

Le idee vincenti di Dr Start-upper

iCatt Mobile

La nuova app per gli studenti

ALUMNI

il valore della tua storia Un progetto, una comunità, un grande network che raccoglie e valorizza il patrimonio culturale e le esperienze di chi ha studiato in Università Cattolica


Conoscere, cambiare, crescere. Le priorità che condividiamo.

Ma ste r

AGRIFOOD E AMBIENTE BANCA, FINANZA E ASSICURAZIONI COMUNICAZIONE D’IMPRESA ECONOMICS, MANAGEMENT E IMPRENDITORIALITÀ EDUCATION E SOCIAL WORK LEGISLAZIONE E DIRITTO MANAGEMENT SANITARIO, MEDICINA E CHIRURGIA MEDIA, SPETTACOLO, EVENTI POLITICA, SOCIETÀ E RELAZIONI INTERNAZIONALI PSICOLOGIA UMANISTICA E BENI CULTURALI

Cattolica

2017-2018

I master di Università Cattolica propongono percorsi formativi di elevata specializzazione, tra i quali, programmi executive e master internazionali. Visita il sito: master.unicatt.it

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Un’esperienza autentica


presenza dell’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE

NAZ/350/2008 DCOO53793

numero 3-4 – anno XLXIX maggio-agosto 2017

Ne ha fatta di strada Baldrighi e Bertinelli i signori del formaggio

SOMMARIO

Ateneo

Le idee vincenti di Dr Start-upper

iCatt Mobile

La nuova app per gli studenti

04 – ALUMNI, il valore della tua storia

ALUMNI

il valore della tua storia Un progetto, una comunità, un grande network che raccoglie e valorizza il patrimonio culturale e le esperienze di chi ha studiato in Università Cattolica

12 – Grana e Parmigiano, i formaggi con lode 16 – Postcards: i racconti di viaggio degli studenti 19 – Le idee vincenti di Dr Start-upper

n.3-4/duemiladiciassette Rivista bimestrale realizzata dal Servizio Stampa dell’Università Cattolica, in collaborazione con il Master in Giornalismo, con la partecipazione del Servizio Pubbliche relazioni dell’Istituto “G.Toniolo” di Studi Superiori © 2001 – Università Cattolica del Sacro Cuore DIRETTORE Franco Anelli RESPONSABILE Gerardo Ferrari COORDINATORE Graziana Gabbianelli COMITATO REDAZIONALE Katia Biondi, Nicola Cerbino, Sabrina Cliti, Paolo Ferrari, Graziana Gabbianelli, Emanuela Gazzotti, Fausto Maconi, Antonella Olivari HANNO SCRITTO Katia Biondi, Alessandro Burato, Sabrina Cliti, Sabrina Fava, Paolo Ferrari, Graziana Gabbianelli, Rita Italiano, Velania La Mendola, Fausto Maconi, Federica Mancinelli, Antonella Olivari, Roberta Ricchetti, Maria Villano, Matteo Zorzoli REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Università Cattolica del Sacro Cuore L.go Gemelli, 1 – 20123 – MILANO tel. 0272342216 – fax 0272342700 e-mail: presenza@unicatt.it www.unicatt.it REDAZIONE ROMANA L.go Francesco Vito – 00168 – ROMA tel. O630154295 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 94 del 5 marzo 1969 PROGETTO GRAFICO Matteo Scanni IMPAGINAZIONE Studio Editoriale EDUCatt FOTO ARCHIVIO Università Cattolica, AP, Getty Image STAMPA Tiber spa – Brescia

Questo periodico è associato all’USPI Il numero è stato chiuso in redazione il 14 luglio 2017

21 – iCatt Mobile, è arrivata la nuova app 23 – Autismo, un kit per gli insegnanti 24 – Il grande affare dell’arte 27 – La seconda vita dei campioni 31 – Per la ricerca una giornata da Nobel 34 – L’equazione della vecchiaia 38 – Food marketing, la visione dei giovani 42 – UniSport, lo sport si mette in Rete 45 – Luci sul noir, come nasce la paura sugli schermi

Presenza è sfogliabile anche online su www.unicatt.it/presenza


primo piano

ALUMNI, IL VALORE

della tua storia Essere e sentirsi “alumni” supera lo status di “ex-studenti” e diventa una qualità distintiva capace di allargare l’orizzonte e di conferire nuove prospettive agli impegni quotidiani.

A

UCSC è un grande network nel quale sono riunite le principali realtà associative formate da ex studenti, che condividono un legame profondo con l’Università e vogliono continuare a contribuire alla sua crescita. Una comunità di persone, presente a livello nazionale e internazionale, aperta a tutti coloro che hanno conseguito un titolo di studio nel nostro Ateneo − dalla laurea triennale alla laurea magistrale, dai Master ai dottorati di ricerca,− e a tutti coloro che

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LUMNI

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si sentono parte di questa famiglia universitaria. Il progetto nasce dall’esigenza di raccogliere e valorizzare il patrimonio di esperienze umane, culturali e professionali che, in forza del legame tra coloro che le vivono e l’Università Cattolica, di fatto arricchisce e caratterizza anche la storia di questa Istituzione. Nell’arco di quasi un secolo, grazie alla sua multidisciplinarietà, l’Ateneo ha formato eccellenti professionisti in numerosi settori. Le vite di queste persone

si sono inserite nella storia di un Ateneo prestigioso, come protagonisti di una loro originale storia: studenti prima, professionisti nel loro ambito di lavoro poi. Gli Alumni assumono così il ruolo di testimoni, in grado di ispirare e stimolare i talenti delle nuove generazioni e di partecipare attivamente al percorso di sviluppo e crescita dell’Ateneo, sostenendone l’impegno educativo. Forte della cultura e della tradizione dell’Università Cattolica, Alumni UCSC si propone di valorizzare e condividere conoscenze


e competenze utili per supportare la competitività del Paese, anche in una prospettiva internazionale. L’incontro tra il rigoroso approccio scientifico dell’Ateneo e il pragmatismo delle realtà professionali conferisce alla comunità degli Alumni una positiva tensione verso il futuro e ne fa un prezioso punto di osservazione sulle trasformazioni in atto. Un obiettivo primario del progetto consiste nel valorizzare le esperienze lavorative degli Alumni, creando una rete di relazioni professionali e attraverso momenti di formazione specialistica di alto livello in ottica di lifelong learning. Si vuole, inoltre, rafforzare l’azione culturale dell’Ateneo e dei suoi Alumni su tematiche attuali, favorendo l’interazione con istituzioni e network scientifici. Nel contempo, si punta a rendere più diffusa ed efficace la presenza dell’Università Cattolica in Italia e all’estero. Emblematiche, in tal senso, le esperienze di Bruxelles, Pechino, Shangai e Singapore. Infine, Alumni UCSC vuole essere un interessante canale di comunicazione e promuovere al di

fuori dell’ambito accademico attività ed eventi culturali organizzati in tutte le sedi dell’Ateneo. In sintesi, attraverso Alumni UCSC, l’Università vuole consentire a ciascuno di individuare l’organizzazione più affine al proprio percorso; supportare le attività delle associazioni offrendo servizi esclusivi agli associati a condizioni economiche agevolate; coinvolgere Alumni e Sostenitori della crescita dell’Università Cattolica anche con donazioni. Dallo scorso maggio Alumni UCSC ha attivato un proprio sito web www.unicatt.it/alumni, navigabile anche dalla homepage del portale dell’Ateneo, nel quale sono descritte dettagliatamente le peculiarità di ogni Associazione e che permette di iscriversi per ricevere aggiornamenti sulle attività proposte e per accedere ai servizi offerti. In particolare, alla voce “Servizi e opportunità” sono elencati sia i servizi accessibili gratuitamente a ogni iscritto, come l’infopoint, le attività culturali e le visite guidate, sia quelli riservati ai soci premium, cioè a coloro che hanno

versato la quota per usufruire di ulteriori prestazioni quali: scontistica universitaria, formazione offline e online, utilizzo di spazi universitari e della biblioteca, opportunità di Stage&Placement anche dopo i 3 anni dalla laurea, e molte altre ancora. Per i più curiosi, nella pagina dedicata a “I nostri Alumni” si possono trovare i volti noti di chi ha compiuto il proprio percorso di studi in Università Cattolica e le testimonianze di chi si è distinto nell’attività professionale. Attraverso il form “Racconta la tua storia” tutti gli Alumni possono inviare la propria esperienza e condividerla all’interno della community. Il sito propone, inoltre, notizie, approfondimenti e interviste per essere aggiornati sugli avanzamenti della ricerca scientifica e sui più attuali dibattiti culturali grazie alle riflessioni proposte da ricercatori, docenti e specialisti, oltre che su molte delle iniziative che si svolgono in Ateneo. La presenza online di Alumni UCSC è supportata da una pagina vetrina LinkedIn “Alumni Università Cattolica del Sacro Cuore” e da una playlist “Alumni” reperibile nel canale ufficiale Youtube dell’Ateneo. Il progetto è in evoluzione e per l’Università il dialogo con i propri Alumni è fondamentale. Proprio per questo l’auspicio è di costruire insieme uno spazio di condivisione dedicato a tutta la comunità universitaria e a tutti coloro che vogliono contribuire alla crescita dell’Ateneo. PRESENZA 3-4, MAGGIO-AGOSTO 2017

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primo piano

PERCHÉ CREDIAMO

nella comunità dei laureati

L’invito del Rettore: «Tornare in Università è bello e importante per condividere e moltiplicare le esperienze, intrecciando la propria storia con quella ormai secolare della Cattolica» di Franco Anelli

L’

UNIVERSITÀ CATTOLICA guarda ai propri studenti con un’attenzione che non si limita al tempo dello studio e della formazione e che non si esaurisce nell’attimo in cui, conseguito un titolo di studio, lasciano i luoghi dell’Ateneo per iniziare una nuova fase della loro vita. La nostra identità e i valori in cui crediamo ci portano infatti a considerare ogni persona che entra a far parte di questa comunità di studio come unica e irripetibile. Da questa ispirazione nasce l’interesse per il futuro dei nostri laureati e delle loro speranze umane e professionali. Seguire il cammino dei nostri alumni e coltivare il rapporto con loro è anche il modo migliore per sorvegliare, verificare e migliorare l’effettivo adempimento della nostra missione educativa e formativa. La Cattolica si presenta al mondo soprattutto attraverso i volti, i comportamenti e le esperienze dei suoi laureati. Ed è motivo di grande soddisfazione constatare, raccogliendo il giudizio di importanti datori di lavoro pubblici e privati, che spesso chi ha studiato in questo Ateneo si distingue per serietà ed impegno, per la capacità di trovare soluzioni a problemi complessi, per la predisposizione a instaurare relazioni costruttive negli ambienti di lavoro. Una realtà umana che trova conferma nella obiettività dei dati: le rilevazioni sulla employer reputation, uno degli elementi oggetti di valutazione ai fini della compilazione dei vari ranking che classificano le università, vedono il nostro Ateneo nei primi posti. L’Università ha dunque motivo di vera riconoscenza verso tutte le persone che, operando in molteplici settori e contesti, rendono migliori le organizzazioni nelle quali si trovano e diffondono nella società un’immagine positiva della nostra Istituzione.

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I nostri campus si sono sempre contraddistinti come luoghi nei quali convivono ed entrano in relazione persone appassionate della realtà, animate da desiderio di conoscenza, portatrici di interessi culturali, alle quali ci proponiamo di offrire l’occasione di meditare e confrontarsi non solo su questioni specialistiche, ma anche sulle domande di senso dell’esistenza umana. Le dodici Facoltà, le oltre cento strutture di ricerca scientifica, le collaborazioni con altre università in Italia e all’estero rendono il nostro Ateneo un ambiente creativo e in continua evoluzione, nel quale si fondono proficuamente una tradizione di riconosciuto prestigio e l’amore per la ricerca e l’innovazione. Aver trascorso un periodo importante della propria vita in un tale contesto è la premessa per sviluppare un forte senso di appartenenza verso la propria Università. Da ciò nasce il desiderio di molti nostri laureati di riallacciare o rafforzare il legame con l’Ateneo della loro formazione, in cui hanno costruito le basi del loro futuro professionale e personale. Non si tratta solo del piacere di ritrovare i propri compagni di studio, ma soprattutto dell’interesse a far parte di una comunità in grado di offrire conoscenze sempre nuove e di introdurre a relazioni umane e professionali di elevato profilo. Si tratta, in altre parole, di “ritornare a casa”, arricchiti e irrobustiti da rinnovata consapevolezza di sé e con una dote di esperienze che si possono condividere e moltiplicare, intrecciando la propria storia personale con quella ormai quasi secolare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Proprio per questo l’Ateneo ha deciso di corrispondere in modo più strutturato alla volontà di partecipazione espressa da molti dei suoi alumni, anche a beneficio degli attuali studenti, che possono

trarre insegnamenti preziosi dal confronto con chi li ha preceduti e ora vive esperienze professionali qualificate. Concretamente, ciò significa mettere a disposizione degli alumni strumenti, servizi, spazi reali e virtuali per aiutarli a stabilire contatti continuativi tra loro e con la nostra comunità scientifica ed educativa. L’obiettivo è quello di costruire un ambiente comune nel quale tutti possano sentirsi parte di una comunità, e che ponga in relazione le tante realtà associative già esistenti: dall’Associazione “Ludovico Necchi”, la più antica e generalista, alle associazioni degli ex collegiali, sino a quelle legate a specifiche esperienze di studio e perfezionamento (è il caso delle associazioni di alumni delle Alte Scuole). Un microcosmo aperto al mondo e formato da persone accomunate dal legame profondo con l’Università Cattolica e con quanto di meglio essa offre. Essere e sentirsi “alumni” va oltre l’incolore etichetta di “ex-studenti”: sostituisce un predicato che guarda al passato con un segno di appartenenza attuale e vitale, e diventa una qualità distintiva capace di allargare l’orizzonte e di conferire nuove prospettive agli impegni quotidiani. Con questo spirito ci rivolgiamo a tutti coloro che, avendo vissuto una parte significativa della loro vita in questa “casa” della scienza e della cultura, oggi desiderano tornare a frequentarla: le porte sono aperte e aspettiamo tutti con entusiasmo. *Magnifico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (nella foto)


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Alumni, l’importanza di una storia condivisa di Rita Italiano

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A RETE DEGLI ALUMNI dell’Univer-

sità Cattolica è una realtà che sta vivendo una fase di grande sviluppo. Antonella Sciarrone Alibrandi (nella foto a destra), prorettore e responsabile del progetto Alumni di Ateneo, racconta. Professoressa Sciarrone Alibrandi, com’è nata la rete Alumni e qual è il suo valore oggi? L’Università Cattolica ha sin dalle origini avuto a cuore il legame con i suoi laureati. Padre Gemelli era infatti convinto che per l’Ateneo fosse molto importante continuare a mantenere vivo questo tipo di relazioni. A tale scopo è stata costituita l’Associazione Alumni Cattolica - Ludovico Necchi, della quale sono divenuta da poco presidente, che negli anni, con costanza e impegno, si è proposta come contesto di incontro per gli ex-studenti della nostra Università. L’odierno Progetto Alumni UCSC ha, però, contorni più ampi rispetto all’Associazione originariamente voluta dal nostro fondatore. Nell’ultimo anno e mezzo l’Università ha acquisito consapevolezza dell’esistenza e del ruolo svolto anche da altre associazioni e aggregazioni, sia pure non giuridicamente formalizzate di nostri laureati, formatesi e cresciute nel tempo in modo spontaneo. Mi riferisco, in particolare,

alle associazioni che riuniscono laureati della Cattolica accomunati dall’aver vissuto la medesima esperienza all’interno di uno dei nostri Collegi in Campus oppure a quelle nate con l’obiettivo di dare vita a un network fra quanti si sono formati in una delle nostre Alte Scuole. Ma assai ricche e vitali sono anche molte altre communities informali costituitesi tra persone che hanno condiviso un percorso di studi affine che e ora vivono un’esperienza lavorativa simile. Di fronte a uno scenario tanto vario e articolato, l’Ateneo ha pensato di valorizzare la ricchezza insita nella molteplicità ed eterogeneità dell’esistente e di investire complessivamente su di essa, mettendo in rete tutte le realtà già attive e aiutandole a entrare in proficuo contatto tra loro. E lo si è voluto fare – ritengo che questo sia uno dei punti più rilevanti del progetto – ponendo al centro della rete proprio l’Università che assume il ruolo di hub, al fine di supportare in vario modo associazioni e communities esistenti. Ciò avverrà attraverso la gestione diretta da parte dell’Ateneo di una serie di servizi e l’offerta di varie opportunità che ciascuna associazione potrà poi proporre ai rispettivi associati. Vi sarà, per esempio, il coinvolgimento diretto del servizio Stage and placement di Ateneo per offrire agli Alumni neo-lau-

reati servizi utili per potenziare il proprio profilo e farlo conoscere in modo più incisivo e mirato. In prospettiva il servizio punta ad offrire a tutti gli Alumni opportunità di replacement e di aggiornamento professionale. Quindi parliamo di opportunità anche molto concrete per gli Alumni, nell’ottica di una immediata spendibilità, nel mondo del lavoro, delle competenze acquisite in Ateneo. Ma Alumni UCSC vuole essere principalmente un network professionale? Proprio no. Per noi sarebbe riduttivo e avrebbe poco senso. La Cattolica si propone da sempre come contesto che mette al centro lo studente e desidera mantenere viva questa caratteristica anche con il Progetto Alumni. Vogliamo costruire le relazioni con i nostri Alumni con lo stesso spirito con cui ci prendiamo cura dei nostri studenti come persone dal momento dell’inizio degli studi (e anche prima se si pensa al lavoro di orientamento svolto per i prospects). Puntate dunque a una dimensione alta e ideale, volta a costituire una fucina di idee... Certamente. Uno dei punti di forza della nostra Università sta nel suo

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primo piano essere portatrice di un sapere a 360 gradi, per sua natura multidisciplinare. Questo suo tratto caratterizzante consente anche al Progetto Alumni di offrirsi come un incrocio di saperi e di competenze proprie delle varie aree disciplinari. L’idea è quella di proporre varie occasioni di incontro, approfondimento, crescita culturale, che immaginiamo di realizzare non solo nelle nostre quattro sedi – già così valorizzando la presenza dell’Università Cattolica in diverse aree geografiche - ma anche in altre regioni italiane (a partire da quelle in cui maggiore è la presenza di nostri laureati) e persino all’estero. L’Associazione Necchi ha, peraltro, già da un anno costituito un suo chapter a Bruxelles… Sede non casuale… Infatti. E proprio a Bruxelles lo scorso settembre l’Associazione ha organizzato un evento al quale ha partecipato il nostro alumnus Romano Prodi. Inoltre, un altro gruppo abbastanza nutrito di nostri laureati (che lavorano tra Pechino, Shangai e Singapore) ha costituito un chapter in terra asiatica. È importante riuscire a mantenere legami forti anche con quanti si trovano così lontano dal nostro Ateneo. E, in questa prospettiva, stiamo programmando di utilizzare molto la tecnologia in modo da rendere possibile la partecipazione alla community degli Alumni anche a decine di migliaia di chilometri di distanza. L’arricchimento è continuo anche perché la Cattolica ha laureati illustri nei campi più vari. L’albo d’oro dell’Università annovera tra gli altri le madri della Repubblica Nilde Iotti e Tina Anselmi. E personalità come Gherardo Colombo o Vanni Scheiwiller. Un dialogo che continua tra passato e presente? Questo è un tratto molto peculiare e intenso dell’esperienza che il nostro Ateneo consente di vivere. L’idea è quella di valorizzare assai di più lo scambio tra i laureati delle generazioni passate e quelli di oggi, creando specifiche occasioni che favoriscano l’incontro fra chi ha studiato qui (a prescindere da quanta strada abbia fatto) e vuole condividere il valore della sua storia con coloro che si affacciano oggi al mondo del lavoro e, più in generale, alla vita adulta con qualche timore. Da questo tipo di relazioni potrebbe nascere anche un sostegno prezioso – in termini di borse di studio o di programmi di supporto mirati - per coloro che in questi anni di crisi hanno difficoltà a studiare in Cattolica. 8

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Una caratteristica spesso rimproverata al nostro sistema formativo è la dicotomia troppo marcata tra sapere scientifico e umanistico. Come si può sanare questa ferita? Noi lo facciamo già. Coltiviamo da sempre il superamento delle iperspecializzazioni degli studi. Le occasioni di crescita culturale qui non mancano, anche quando si studia una materia tecnica. La rete di Alumni UCSC può essere un luogo fertile di dibattito e confronto. Un contesto ideale per un approfondimento scientifico-culturale anche di questioni importanti del nostro tempo. Uno fra i progetti in cantiere da realizzare per Alumni UCSC? Ci piacerebbe proporre qualche attività di natura turistico-culturale. Organizzare alcuni viaggi (ma, per cominciare, anche escursioni da un giorno..) ideati e animati da docenti dell’Università particolarmente esperti nel campo dell’archeologia o della storia… Offrire occasioni di crescita culturale rientra, del resto, nella mission dell’Ateneo. Così pure stiamo pensando all’organizzazione di concerti o di spettacoli teatrali ai quali invitare espressamente i nostri Alumni proponendo loro una chiave di lettura offerta da un nostro docente. Per quanto riguarda il teatro, c’è molto fervore in università… Sì, è vero. C’è molta attività teatrale in Cattolica oggi principalmente rivolta ai nostri attuali studenti. Da quella legata alla riscoperta e alla valorizzazione della tragedia greca sino a esperienze innovative di teatro sociale. Ci piacerebbe rendere tali occasioni fruibili anche dai nostri Alumni. Stiamo ragionando anche su come utilizzare l’esperienza teatrale per far acquisire quelle soft skills oggi tanto richieste nel mondo del lavoro (ad esempio il public speaking) con un taglio meno tecnico-esecutivo e più decisamente più culturale. L’ esercizio che diventa esercizio di stile. Esattamente. Un altro nodo importante è il rapporto con il territorio. Il legame con il territorio è vitale per l’Ateneo e, in questa prospettiva, la relazione con i nostri laureati costituisce un asset fondamentale per svolgere la cosiddetta terza missione, ovvero per offrire occasioni di sviluppo, di formazione, di crescita culturale sul territorio a favore dei giovani, delle imprese e, in ge-

nerale, delle comunità locali. Tutta questa attività di promozione e di sostegno è molto facilitata dal potersi appoggiare a una rete di Alumni che generano contatti e proficue relazioni. Come funziona materialmente la rete Alumni UCSC? Abbiamo un sito tramite il quale si può scegliere come entrare nella nostra community: in un modo più blando, semplicemente lasciando i propri dati allo scopo di restare informati sulle varie iniziative; oppure in modo più intenso, associandosi alla Necchi o a una delle altre associazioni esistenti, se si è interessati a usufruire dei tanti servizi e a sfruttare le interessanti opportunità che abbiamo pensato per i nostri laureati. C’è già stato qualche evento legato al Progetto Alumni di cui ci vuole raccontare? Sì, di recente abbiamo organizzato un incontro con i laureati della Cattolica che ricoprono (o hanno ricoperto) cariche nel mondo politico o che occupano (o hanno occupato) posizioni di rilievo nelle istituzioni. In una sala presso la Camera dei Deputati, si sono radunati numerosi nostri laureati e con loro ci siamo confrontati sul tema dei giovani e delle difficoltà che incontrano in Italia ad inserirsi nel mondo del lavoro. E su come si debba muovere l’Università per aiutarli. Chi ha studiato in Cattolica ha una specificità, secondo lei? Un valore aggiunto? Per me è difficile dirlo: sono di parte essendomi laureata in Cattolica ormai trent’anni fa... Devo dire però che sin da quando ho iniziato a seguire questo Progetto mi ha molto colpito il forte senso di appartenenza che manifestano i nostri laureati; costituisce senza dubbio l’espressione del valore di una storia comune.


primo piano

Il grande network di Alumni di Graziana Gabbianelli UNIVERSITÀ CATTOLICA del Sacro Cuore si è sempre concepita come un’istituzione aperta e inclusiva. Per questo motivo riunisce differenti associazioni di Alumni in un grande network nel quale tutti possano individuare quella più affine al proprio percorso:dall’AssociazioneLudovicoNecchi, la più antica e aperta a tutti gli Alumni, alle associazioni degli ex collegiali, a quelle tematiche delle Alte Scuole. Queste realtà associative, nel loro insieme, costituiscono una vera e propria Community di ex studenti che si riconoscono nei valori dell’Ateneo e che vogliono contribuire personalmente alla sua crescita, aggiornando le proprie conoscenze e rafforzando le proprie relazioni. Una Community che costruisce una rete di contatti tra gli alumni in modo da favorire lo sviluppo di rapporti culturali e professionali tra loro e che crea occasioni costanti di confronto e scambio di esperienze nell’intento di alimentare rapporti fra l’Università e gli enti privati e pubblici, italiani ed esteri, nei quali operano gli ex studenti.

L’

ALUMNI CATTOLICA – Associazione “Ludovico Necchi” da più di ottant’anni accompagna la vita di chi si è laureato in Cattolica. Sin dal 1928 i primi laureati pensarono a costituirsi in associazione e mantenere i legami tra di loro e con l’Ateneo. Nel 1930 Padre Gemelli in persona, dopolamortedell’amicoLudovicoNecchi, nominò una commissione – composta da docenti e giovani laureati – che decidesse come organizzare l’associazione. A giugno di quell’anno si tenne la prima assemblea degli “Antichi studenti della Cattolica”, nome mutato poi nel 1932 in “Associazione dei laureati dell’Università Cattolica”. Affiancare l’Università nel raggiungimento dei suoi fini istituzionali, diffondendo i tradizionali valori etici dell’Ateneo del Sacro Cuore nel mondo del lavoro; operare in collegamento con l’Università per assistere laureati e laureandi nel loro percorso di carriera; realizzare iniziative di mentoring e attività di formazione continua di carattere culturale, religioso e professionale sono le linee guida dell’Associazione. Lo scorso 27 maggio, durante la 86esima assemblea dell’Associazione Ludovico Necchi, Carlo Assi ha concluso il suo secondo mandato di presidente. Con i ringraziamenti del rettore dell’Ateneo Franco Anelli – che è Presidente Onorario dell’Associazione – e gli auguri del presidente emerito Edoardo Teodoro Brioschi, è avvenuto il passaggio di consegne alla professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi, eletta nuova pre-

sidente dell’Associazione. 

Nella Community dell’Università Cattolica rientrano anche le Associazioni collegiali: Associazione Agostini Semper - L’Associazione vuole alimentare lo spirito di fratellanza e collaborazione tra studenti ed ex studenti del collegio Augustinianum e sostenerne le attività per la formazione integrale della persona. Sin dalla sua fondazione si ispira all’orientamento voluto da Padre Agostino Gemelli, coinvolgendo in maniera attiva gli studenti in Collegio e gli Alumni per continuare a raccontare un’esperienza di vita che si concretizza ogni giorno nello “spirito dell’Augustinianum”. Per informazioni e contatti: www.agostinisemper.it Associazione MEA - L’Associazione “Marianum ex allieve” ha la finalità di favorire rapporti di amicizia e occasioni di confronto tra le ex-collegiali e quelle attuali, alimentando il dialogo tra le generazioni e contribuendo alla formazione personale e culturale delle giovani leve attraverso la trasmissione dei modelli ricevuti. Per informazioni e contatti: www.associazionemea.it Associazione Ex Studenti Collegio Sant’ Isidoro - L’Associazione degli ex-studenti del Collegio San Isidoro nasce nel 2014 con l’intento di sostenere e promuovere lo studio nel Collegio di studenti iscritti all’Università Cattolica particolarmente meritevoli e bisognosi. Si propone inoltre di tenere vivi tra i soci lo spirito di appartenenza al Collegio e i valori che ne costituiscono il fondamento. 

Il grande network del progetto Alumni UCSC comprende inoltre Associazioni che sono espressione degli ex studenti delle Alte Scuole: Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo (ALMED) - Il gruppo Alumni di ALMED vuole costruire una rete formata dai diplomati di tutti i Master attivati dal 2002. Tra gli obiettivi: condividere i contenuti relativi al mondo delle professioni e dei mestieri della Comunicazione; costruireunapiattaformadiscambiodiidee,best practice, aggiornamenti, opportunità di

formazione, di tirocinio e di lavoro, all’interno dei mercati attuali e futuri dei media. Alta Scuola di Economia e Management di Sistemi Sanitari (ALTEMS) - L’Associazione ALUMNI si rivolge ai partecipanti di Master e Corsi di Perfezionamento e ha come obiettivo primario quello di riunire tutti i professionisti di settore diplomati Altems. Alta Scuola Impresa e Società (ALTIS) - Il Percorso Alumni dell’Alta Scuola in Impresa e Società consiste in un insieme di appuntamenti in cui il network degli imprenditori, che hanno completato una delle edizioni dell’Executive Master PMI e Competitività, insieme a docenti affrontano tematiche operative mirate ad analizzare e approfondire metodologie di sviluppo delle proprie realtà aziendali. Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali (ASERI) - L’Associazione Studenti dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali nasce con lo scopo di supportare e mantenere nel tempo le relazioni tra gli studenti e gli Alumni e di facilitarne la collaborazione. Tra gli obiettivi: creare un network dove i membri possonoconsolidareilorointeressicondividendoleloroesperienze;collaborarecon ASERI per promuovere le attività dell’Alta Scuola e dei suoi studenti, con particolare attenzione alle tematiche della globalizzazione e dello sviluppo economico e sociale. Ama Network - L’associazione dei diplomatidell’AltaScuoladiManagemented Economia Agro-Alimentare è un network professionale che vede nella circolazione continua di idee, opinioni e conoscenze, la possibilità di creare nuove opportunità di lavoro e di arricchimento professionale. L’associazione sviluppa la professionalità dei soci attraverso l’interscambio di esperienze e competenze e l’organizzazione di eventi dedicati. Viene anche coltivato ed incentivato l’aggiornamento professionale dei soci tramite partnership e relazioni con associazioni analoghe. Tutte le Associazioni e i Gruppi riconosciuti dalla Community sono consultabili sul sito web di Alumni UCSC dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, all’indirizzo www.unicatt.it/alumni. PRESENZA 3-4, MAGGIO-AGOSTO 2017

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CATTOLICA FLASHBACK MANFREDI CATELLA, Ceo and Founder Coima sgr «Ci sono molti atenei che pur essendo validi, sono orientati troppo sul mercato e non danno la giusta importanza alla formazione umana degli studenti. Da questo punto di vista, secondo me l’Università Cattolica ha una marcia in più, in quanto forma gli studenti dal punto di vista non solo accademico, ma anche umano e valoriale».

RICCARDO PASINI, Founder & CEO Prodotto, fattori di videoevoluzione «Il percorso in Università Cattolica mi ha dato l’opportunità di avere dei contatti, con professori, personalità, ma soprattutto aziende. Un punto di partenza che ancora oggi sta dando i suoi frutti nel mio lavoro quotidiano, dove serve essere anche un bravo psicologo. La mia ricerca, seguita dal professor Carlo Galimberti, è iniziata nel 1997 e si è conclusa nel 2001, in un periodo in cui parlare della Rete non era così scontato».

MANUELA SOFFIENTINI, General Manager Cluster Italia Electrolux «Quando ho frequentato l’Università Cattolica, il percorso di studi non era così ricco di insegnamenti specifici come oggi, ma sono stati sufficienti a preparami al meglio e a fornirmi gli strumenti per aver chiara la strada da intraprendere professionalmente. La Cattolica mi ha permesso di capire e valorizzare quello che poi è stato il mio approccio al marketing e alla comunicazione».

DEBORAH CHIODONI, Responsabile Marketing e Comunicazione Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano «Ho avuto la fortuna di iscrivermi alla Facoltà ideale per me, Lettere moderne, con indirizzo in Comunicazioni sociali, dove mi sono laureata con lode in Storia del Giornalismo. Uno speciale ricordo va ai miei docenti; penso in particolare all’incontro casuale con la professoressa di latino Giovanna Biffino Galimberti, che tuttora è una persona molto importante per me»

MARZIA SABELLA, Sostituto Procuratore Tribunale di Palermo «La Cattolica è stata anche un rifugio per me che ero una fuori sede. Poter mangiare in una mensa più che decente, avere a disposizione un servizio di assistenza medica, le biblioteche in cui trovavo lo stimolo per studiare anche quando non ne avevo voglia, i professori disponibili anche al di fuori degli orari di ricevimento hanno reso il mio soggiorno semplice». TERESA MEZZA, Dottorato di ricerca in Scienze della Nutrizione, del Metabolismo, dell’Invecchiamento e delle Patologie di Genere «Il mio percorso in Cattolica comincia circa 13 anni fa, e, oggi dopo sfide vinte con successo e altre meno, ma che mi hanno comunque insegnato molto, posso affermare che questa facoltà di Medicina mi ha messo a disposizione gli strumenti indispensabili per la costruzione della mia carriera di medico e ricercatore. Non mi riferisco solo alla didattica, ma all’opportunità avuta di familiarizzare sin da subito con la clinica, la cura del paziente e di poter frequentare e di cimentarmi con i laboratori degli Istituti biologici. Quest’ultimo aspetto mi ha fatto appassionare alla ricerca e mi ha portato per un anno negli Stati Uniti a studiare i meccanismi di difesa contro il diabete presso l’Università di Harvard».

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CRISTINA PERROTTA, Management consulting analyst presso Accenture «Ho frequentato la triennale e mi sono innamorata delle materie dei mercati e degli intermediari finanziari, grazie alla passione e alle conoscenze trasmesse dai docenti, sempre disponibili, via mail e negli orari di ricevimento. Mi sono trovata molto bene in Università Cattolica, tutte le volte che ho avuto bisogno di un qualsiasi tipo di servizio, dal bibliotecario alla segretaria del polo studenti, mi hanno sempre dimostrato attenzione e disponibilità. Sono stata così soddisfatta dalla facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, tanto da continuare con il percorso della magistrale in Banking & Finance». SILVIA BONIZZONI (Laurea in Pedagogia), Responsabile dei Servizi sociali del Comune di Brescia «Ho un ricordo estremamente positivo dei miei anni in Università Cattolica. Io lavoravo e studiavo contemporaneamente e posso dire di avere sempre riscontrato una grande flessibilità da parte di tutti i docenti. I miei studi sono stati molto funzionali in quanto mi hanno insegnato ad approfondire le differenti singole situazioni, ma anche ad avere una lettura globale del contesto e a saper costruire team di lavoro e a fare “gioco di squadra”».

ALESSANDRO CAFFI, Bloomberg LP, London. Financial Product Sales for Germany and Austria Fixed Income Specialist – Deputy Team Leader, Analytics German Desk «Mi sono laureato nel 2013 in Management Internazionale e da allora vivo all’estero, prima a Monaco mentre lavoravo per il Gruppo Unicredit, e ora a Londra per Bloomberg. Con la Cattolica sono stato io a scegliere ciò che volevo fare, in base alle mie passioni e ai miei sogni. E credo che questo non sia per nulla scontato. Perché le cose accadano, occorre un luogo. Questo è stato per me la Cattolica dove ho avuto l’opportunità di svolgere un utile stage all’estero, presso UBI Banca in Germania, e di frequentare un’interessantissima summer school alla London School of Economics. Pochi Atenei in Italia vantano una cosi ampia offerta di exchange e stage internazionali come l’Università Cattolica». ALBERTO PROSPERO, Data Scientist presso Company NameNexbit «Aver studiato in Cattolica è stata per me un’esperienza molto bella e formativa. Aver frequentato la facoltà di Matematica presso la sede di Brescia dell’Ateneo mi ha permesso di avere sempre un confronto diretto con i docenti, di poter interagire con professori disponibili e molto competenti. La marcia in più fornita dalla Cattolica? Nessun dubbio: la possibilità di interfacciarsi e toccare con mano realtà aziendali di settore, attraverso incontri, workshop, stage o tirocini». CESARE CUCCI, Vicedirettore Generale Friuladria – Credit Agricole «Il mio periodo di studi in Cattolica è stato molto interessante. Periodo di grandi sfide in cui ho cominciato davvero ad appassionarmi ad alcune materie e in cui ho trovato docenti di spessore anche umano, importanti nel percorso di maturazione personale. Ho vissuto intensamente quegli anni: frequentavo e studiavo nelle aule e nei chiostri di Largo Gemelli spesso insieme a compagni di corso, con cui sono ancora in contatto. Avendo mantenuto legami sia con la sede di Milano sia con quella di Piacenza dell’Ateneo, posso constatare un’offerta formativa ricca di corsi, di seminari di approfondimento con taglio pratico e con testimonial del mondo del lavoro davvero stimolanti e di qualità».


primo piano

La formazione che inventa il futuro di Paolo Ferrari

T

ECNOLOGIA, STUDIO, impegno,

consapevolezza di sé e delle sfide da affrontare: sono gli strumenti di cui dispongono le nuove generazioni per affrontare un mondo in rapida evoluzione. Di giovani e futuro si è parlato nei tre incontri organizzati dall’Ateneo in occasione della 93esima Giornata dell’Università Cattolica, che si è celebrata in tutta Italia domenica 30 aprile. «Il tema della Giornata – Studiare il mondo è già cambiarlo – pone volutamente l’accento sull’importanza dello studio per intervenire concretamente sulla realtà» ha spiegato la prorettrice Antonella Sciarrone Alibrandi, che ha curato le tre tavole rotonde nelle sedi di Milano, Brescia e Piacenza dal titolo Innovazione 4.0. Una sfida per le nuove generazioni e le imprese. Quale ruolo per l’Università?. «È un invito e, al contempo, una sfida per i giovani d’oggi, spesso sfiduciati: capire la realtà, studiandola, è l’unico modo per provare a cambiarla». Il Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo, presentato in queste tre occasioni, offre, infatti, una fotografia composita: onestà, desiderio di condivisione e volontà di lavorare con gli altri sono le caratteristiche emergenti dei giovani italiani, affiancate tuttavia da bassa autostima, fragilità e difficoltà nell’individuare la propria strada. Insieme alla famiglia, scuola e università sono determinanti per rispondere a queste difficoltà. Come ha affermato nell’incontro di Piacenza il rettore Franco Anelli «il sistema economico verso il quale siamo indirizzati richiederà un tasso sempre

più elevato di conoscenza ma, ancor prima, di capacità di adattamento a un’evoluzione costante. Le conoscenze oggi vanno rivoluzionate». Ne è convinto Alfredo Altavilla, laureato in Economia all’Università Cattolica e Chief Operating Officer Europe, Africa and Middle East (Emea) di FCA Group. «La vera rivoluzione industriale è fatta di mestieri che fino a qualche anno fa non esistevano» ha detto nel corso della tavola rotonda nella sede di Milano, dove è intervenuto insieme al Rettore, al giornalista Massimo Giannini di Repubblica, al curatore del Rapporto Giovani Alessandro Rosina, al responsabile Comunicazioni e Csr Ferrarelle Michele Pontecorvo Ricciardi e all’assessore alle Politiche del lavoro del Comune di Milano Cristina Tajani. «La sfida dell’Innovazione 4.0 è immaginare lavori che oggi non esistono. E in questo la formazione è cruciale» ha aggiunto, annunciando che presto nello stori-

co stabilimento di Mirafiori saranno introdotti i primi robot a interazione umana. Una prospettiva fatta propria dal direttore del Centro di ricerca sull’educazione e i media, all’informazione e tecnologia (Cremit) Pier Cesare Rivoltella, che, nel suo intervento a Brescia, ha parlato del legame dell’Università con il mondo delle imprese e del lavoro: «È una sfida all’innovazione, condotta non in modo superficiale, per rispondere alle mode, ma per capitalizzare le esperienze di ricerca che abbiamo condotto. Ne sono un esempio l’uso del digitale e dei social network, oggi fondamentali nel settore della comunicazione delle aziende: i master e i corsi che proponiamo rappresentano un’offerta d’istruzione superiore in grado di aiutare gli studenti a immettersi in un mondo del lavoro che richiede sempre più creatività». Una proposta che non può fermarsi al percorso universitario ma deve svilupparsi lungo tutto l’arco della vita professionale, come ha affermato l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro della Regione Lombardia Valentina Aprea: «In Italia investiamo 54 miliardi per l’istruzione fino ai 20 anni, e solo un miliardo in formazione continua. E questo non può reggere». Le tre tavole rotonde sono state anche l’occasione per lanciare il progetto Alumni, di cui è responsabile la professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi. «L’importanza di coltivare il rapporto con i propri laureati era già chiara a padre Gemelli. Sentiamo, tuttavia, il bisogno di investire di più su di loro, rinforzando il legame con chi si è laureato nella aule dell’Ateneo». PRESENZA 3-4, MAGGIO-AGOSTO 2017

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ne ha fatta di strada

GRANA E PARMIGIANO i formaggi con la lode Intervista doppia per Nicola Bertinelli e Cesare Baldrighi, presidenti dei consorzi del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano, entrambi laureati alla facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali della sede di Piacenza di Rita Italiano

C’

È UNA STORIA PIACENTINA

dietro ai “signori del formaggio”. Il presidente del Consorzio del Grana Padano, Cesare Baldrighi, e quello del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, si sono infatti laureati all’ Università Cattolica di Piacenza. Uno cremonese e l’altro parmigiano, con tanti punti in comune e tante differenze, proprio come i due famosi formaggi che rappresentano in tutto il mondo. Ad accomunare i presidenti dei due consorzi ci sono tanti ricordi degli anni vissuti a Piacenza, quando erano studenti della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali e si preparavano alle loro importanti carriere. Entrambi hanno conservato un legame molto speciale con l’Ateneo del Sacro Cuore dove si sono laureati e qui di seguito, con un’intervista doppia, ce lo raccontano.

Dottor Nicola Bertinelli che ricordi ha dei suoi anni di studio all’Università Cattolica? La formazione in Cattolica è la cassettina degli attrezzi che ho utilizzato nel resto della vita. Nell’affrontare le sfide, i sogni, i problemi e le responsabilità. La mia scelta è stata indirizzata dall’azienda agricola di famiglia. Dopo l’Istituto tecnico d’agraria era abbastanza naturale scegliere la facoltà di Scienze Agrarie. Alla fine del percorso ero un bravo tecnico ma dal punto di vista economico finanziario non avevo le competenze per riuscire a gestire un’impresa. Oggi un’azienda agricola non è solo produzione ma anche tanta finanza e tanto commer12

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ciale. Quindi dopo la laurea ho fatto una specializzazione di due anni. Allo Smea di Cremona. Successivamente ho seguito un MBA in Canada. Anche quello segnalatomi dall’Università Cattolica che aveva una collaborazione con l’Ateneo canadese. Quindi è stato tutto un percorso formativo attraverso la Cattolica, di natura tecnica, economico finanziaria, ma anche gestionale. Relativamente alla laurea in Scienze Agrarie ricordo in particolare due professori: Francesco Masoero e Giuseppe Bertoni. Quest’ultimo è stato un grande esempio di rigore scientifico. Mi ha trasmesso che per fare scienza non si può scherzare. Mentre Masoero mi ha anche insegnato che si può essere dei grandissimi scienziati, quindi con rigore, ma anche con il sorriso. Ho avuto come relatore di tesi appunto il professor Masoero e come contro-relatore il professor Bertoni. Per quanto riguarda le materie economiche ricordo il professor Renato Pieri. Mi è rimasta impressa la sua genialità. Veniamo alla sua attività alla testa del Consorzio Parmigiano Reggiano. Non posso che partire dall’importanza della filiera.. Partiamo dalla fine. Chi dà gli aromi, i profumi e i sapori al parmigiano Reggiano sono prevalentemente tre batteri, che io chiamo i “batteri buoni”. Hanno come origine l’erba medica. Il Parmigiano Reggiano può essere fatto in uno specifico areale perché, per condizioni di composizione del suolo e di andamento climatico, sulle foglie dell’erba medica crescono questi tre batteri buoni.

Quindi tutta la filiera del Parmigiano ha il fine di farli arrivare, attraverso i foraggi, nella mangiatoia, nel latte e dal latte al formaggio. Cosa può dirci dell’esperienza del Consorzio durante il sisma dell’Emilia? Io allora non ero presidente. Però ho un ricordo molto forte. Ho visto come un territorio si è unito in solidarietà, per permettere di ripartire a chi aveva avuto distrutto il caseificio o rovinata la produzione. Un esempio di socialità incredibile, pazzesca. Il Consorzio ha chiesto che per ogni chilo di Parmigiano Reggiano venduto venisse devoluto un euro per creare un fondo che permettesse la ricostruzione dei caseifici. C’è stata una risposta fantastica, su tutto il territorio nazionale. Lì abbiamo capito che il Parmigiano Reggiano è molto di più di un pezzo di formaggio, è un patrimonio italiano, un monumento nazionale. I consumatori hanno risposto immediatamente e neanche in un anno sono stati ricostruiti tutti i caseifici distrutti. Un’esperienza di socialità e amore nei confronti di questo prodotto. Il Parmigiano Reggiano è una bandiera del Made in Italy nel mondo. Quali sono le sfide più importanti? Abbiamo di fronte grandissime opportunità. Mai come oggi il mondo è in consonanza con quello che è il Parmigiano Reggiano. Con il concetto di un prodotto che deve essere un’esperienza straordinaria, non solo organolettica. Si acquista una storia, un sogno, un mito, un legame col territorio. Anche perché il Parmigiano Reggiano viene prodotto coltivando i campi con tecni-


Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.

che sostenibili, con ridotto impatto sull’ambiente, perché non c’è un alto consumo di acqua. Non vengono utilizzati pesticidi o concimi per la coltivazione dell’erba. Gli animali, per produrre un latte di qualità e riuscire a ottenere quella che tecnicamente si chiama una “cagliata di forza”, devono essere in salute, quindi allevati con criteri di rispetto etologico e benessere. Il nostro è uno dei pochissimi formaggi al mondo senza additivi. Questo ci permette di non avere allergeni nel prodotto. Tutto questo dà al Parmigiano Reggiano la possibilità di raccontarsi ai consumatori nella sua autenticità. E oggi si è disposti a pagare un premium price per un prodotto come questo. Quali sono i mercati più interessanti per il consumo e le vendite del Parmigiano Reggiano? Le grandi opportunità sono innanzitutto in Italia. Perché il 70% dei consumatori italiani mangiano sia Parmigiano Reggiano sia Grana Padano, passando da un prodotto all’altro in funzione della convenienza economica. Dobbiamo comunicare ai consumatori la distintività del nostro prodotto. Potremmo portare così i “fedeli” dal 30% al 40-45%. Un’altra grandissima opportunità è l’estero. Il nostro obiettivo è, in quattro anni, portare la quota export dal 38 al 50% . Oggi il 70% del Parmigiano è consumato in quattro Paesi: Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti. Non tutti i Paesi sono vocati al consumo del nostro prodotto. Per abitudini alimentari ma anche per capacità di spesa. Dobbiamo concentrarci su Paesi vocati e

con un potere d’acquisto sufficiente. Li abbiamo identificati, per i prossimi quattro anni, sostanzialmente nel Nord America. Il Canada che con l’accordo CETA dovrebbe permettere un certo aumento nelle quantità importate. E gli Stati Uniti, nei quali oggi abbiamo un consumo di prodotti “parmesan” cinque volte quello del Parmigiano Reggiano. Il nostro obiettivo è trasferire i consumatori al “vero” Parmigiano Reggiano. Investite anche moltissimo in sicurezza alimentare. In questo senso qualche mese fa abbiamo avviato un’azione copernicana che sarà al 100% alla fine di questo mese. Ogni volta che un impianto industriale di grattugia e prossimamente anche di confezionamento si metterà in moto, ci sarà un ispettore che certificherà che le forme che vengono aperte e finiscono nelle bustine di grattugiato o nei pezzi confezionati, siano di vero Parmigiano Reggiano. Questo è uno strumento di lotta alla contraffazione che richiede un impegno di risorse e un’organizzazione non indifferenti. Ma è doveroso, sia per i consumatori finali, sia per i produttori che a causa del comportamento non etico di qualche operatore rischiano di vedere vanificato tutto il loro lavoro. A proposito di innovazione, leggevo del Parmigiano Reggiano DOP Millesimato, di quello Kosher, di quello con certificazione Halal… Sotto il cappello del disciplinare di produzione del Parmigiano Reggiano, andiamo a diversificare. Il concetto è poter fornire prodotti con

una specificità, in modo tale che ogni classe di consumatori possa scegliere il “suo” Parmigiano Reggiano. Poi sarà il mercato a decidere quanto valore attribuire all’uno o all’altro. Relativamente al Kosher e all’Halal, la cosa va oltre. Si rende disponibile per la prima volta il prodotto a persone che hanno ragioni teologiche di consumo. Si aprono così bacini di domanda prima del tutto inesistenti. Il concetto è dire: customizziamo il Parmigiano Reggiano in funzione delle singole classi. Che consiglio darebbe a un neolaureato che voglia entrare nel mondo del lavoro? Su cosa dovrebbe puntare? Intanto sulla competenza. Che non si acquisisce per scienza infusa. Ma è un percorso di formazione continuo e costante. A quei ragazzi pigri che pensano che domani si potrà fare quello che si può fare oggi, rispondo di no. Anche perché la vita ha un suo cronoprogramma. Certe cose devono essere fatte in una certa fase. Altrimenti poi si diventa non laureati ma disadattati sociali. Occorre anche personalità. Quindi avere dei sogni e un’identità. Ed essere se stessi, senza nessun timore. Non uniformarsi a un sistema magari solo perché si ha paura di essere distintivi. Anzi. È la distintività che si nota. Fondamentali sono anche le relazioni, perché il successo si raggiunge con conoscenza ma anche con conoscenze. Il quarto pilastro di questa architettura è l’eticità. Essere persone serie, persone oneste. Perché in un mondo che guarda al futuro, postmoderno, essere persone perbene è fondamentale. PRESENZA 3-4, MAGGIO-AGOSTO 2017

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Nicola Baldrighi, Presidente del Consorzio Grana Padano

Dottor Nicola Baldrighi Baldrighi,, che ricordi ha del suo corso di laurea all’Università Cattolica? Per parlarne bisogna superare l’emozione dei ricordi. Ho sempre apprezzato il periodo che ho trascorso a Piacenza, per la modalità con la quale l’Università era organizzata. Io mi sono laureato nel 1984. Allora la formula con la quale erano organizzati i corsi di studio era piuttosto originale. L’Università aveva diviso il corso di studi in quadrimestri nei quali si concentravano tre-quattro materie. Prove scritte progressive aiutavano ad arrivare preparati all’esame. Una modalità operativa all’avanguardia e funzionale, molto utile. In Ateneo diversi professori avevano un ruolo riconosciuto a livello nazionale e internazionale, per la didattica e per la ricerca, firme piene di autorevolezza. Ho un ricordo molto importante e costruttivo del mio periodo universitario. Per quanto riguarda il rapporto con i miei professori di allora, posso dirle che c’è stata una continuità nel tempo che a tutt’oggi prosegue. Il coordinatore della Commissione scientifica del Consorzio è il professor Gianfranco Piva che è stato preside della facoltà di Agraria. Quando mi sono laureato dirigeva l’Istituto di Nutrizione, dove mi sono laureato. Oggi coordina la nostra Commissione scientifica. Nella commissione c’è anche il professor Bruno Battistotti. Anche lui è stato mio docente, 14

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di Microbiologia lattiero-casearia. Più recente la collaborazione con il professor Pier Sandro Cocconcelli, che era un mio compagno di corso e oggi è membro della Commissione scientifica del Grana Padano per quel che riguarda la microbiologia e la sicurezza alimentare, visto il suo ruolo in Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza degli Alimenti, ndr.) Stiamo ora portando avanti delle ricerche coordinate dal professor Francesco Masoero, che ha preso il posto di Piva come direttore dell’Istituto di Nutrizione di Piacenza. E quale tema approfondì con la sua tesi di laurea? Riguardava l’uso degli insilati nella nutrizione delle vacche da latte. Affrontammo gli aspetti di carattere microbiologico, legati alla conservazione del foraggio insilato e alla qualità che poi ne scaturiva per l’alimentazione delle vacche. Oggi al Consorzio del Grana Padano siamo di nuovo sugli stessi temi, sotto aspetti diversi. L’uso dell’insilato ha un pregio notevole per l’allevamento e la produzione di latte, ma porta delle conseguenze più difficili da governare dal punto di vista caseario. La ricerca che stiamo facendo, coordinata da Piva e curata da Masoero e Cocconcelli, mira a eliminare questi inconvenienti. Il Consorzio si cura molto anche dell’e-

ducazione alimentare. Grana Padano ha una formula di preparazione semplicissima. La tecnologia prevede che il latte venga “affiorato”. Quindi si lavora del latte parzialmente scremato. La raccolta avviene in un’area circoscritta, ben delimitata: la pianura padana. In stalle certificate che vengono controllate da noi per quanto riguarda la modalità dell’allevamento e l’alimentazione. Il prodotto richiede inoltre una lunga stagionatura che sviluppa un’attività microbica ed enzimatica che rende molto disponibili alla digestione tutti gli elementi caratteristici del Grana Padano: le proteine (la caseina è una delle proteine più nobili che possiamo trovare in natura), il calcio e alcune vitamine. I valori nutrizionali del prodotto sono veramente importanti. Perciò abbiamo ritenuto di mettere in campo l’attività di Educazione Nutrizionale Grana Padano per fare in modo che i nostri consumatori trovino in rete tutta una serie di informazioni che li portino a mantenere un regime alimentare corretto. Siccome l’educazione, come in tutte le cose, ha un ruolo rilevantissimo, abbiamo ritenuto di doverlo fare. Il legame con il territorio nella vostra attività è fondamentale. Vi muovete tra tradizione e innovazione? Il legame col territorio è indissolubilmente definito dal riconoscimento della Dop che è stato attribuito al


ne ha fatta di strada Grana Padano quando la Comunità Europea ha promulgato una norma a tutela dei prodotti a denominazione di origine protetta. Questi prodotti devono avere quindi un territorio preciso. L’aspetto dell’innovazione per noi è sempre molto controverso. Dop vuol dire territorio ma anche un disciplinare di produzione, inevitabilmente legato a una tradizione che si tramanda nella storia, spesso da secoli. Introdurre elementi di innovazione tecnologica nelle nostre procedure è sempre piuttosto difficile. I procedimenti restano analoghi. Al massimo si interviene per togliere quelle parti che erano fisicamente più difficili, aiutando la nostra manodopera che lavora in caseificio. Le innovazioni nel nostro settore sono più nella presentazione del prodotto che nel prodotto stesso, che resta invariato. Negli ultimi anni però sono significativamente cambiate le modalità di consumo. Dal classico pezzo di grana che si comprava incartato si è passati al pezzo sottovuoto, sempre più piccolo, e poi, negli ultimi 10-15 anni alla busta di formaggio già grattugiato che mantiene una fragranza e una qualità paragonabili a quelle del formaggio grattugiato al momento. Una cosa estremamente importante soprattutto sui mercati esteri, che sono molto promettenti e nei quali i prodotti italiani godono di grande fama. Offrire a quei consumatori il formaggio già grattugiato è un grandissimo veicolo e facilitatore.

Un prodotto come il vostro è ambasciatore del Made in Italy. Grana Padano è il prodotto Dop più consumato nel mondo. Esportiamo più di un terzo della nostra produzione. E la produzione di Grana Padano in Italia vale il 25% di tutto il latte prodotto nel Paese, e più o meno il 50% di quello della nostra zona di produzione. Volumi davvero importanti. Il Grana Padano è un ambasciatore del Made in Italy, fa anche da trascinatore su altre produzioni. È importante e non usuale, che si sia riusciti a mettere insieme intorno allo stesso ente, il Consorzio, tutti i produttori: 130 caseifici, aziende di stagionatura, tagliatori, confezionatori, la parte commerciale, oltre 4500 stalle. Un mondo. E tutti si sono assoggettati al rispetto delle regole che autonomamente il consorzio si è dato. Un esempio di coordinamento ancor più significativo se si pensa che tra i nostri soci ci sono quelli che fatturano anche 500 milioni di euro. Anche sulla sicurezza alimentare siete molto impegnati. Una conditio sine qua non. I nostri lavori sono stati indirizzati in quel senso, anche perché nella commercializzazione fuori dall’Italia ci siamo spesso trovati a dover superare un ostacolo, frapposto in modo un po’ artificioso, legato al fatto che il Grana Padano si fa col latte crudo. Soprattutto nei Paesi anglosassoni questo era visto con molto sospetto. In realtà si trattava di sospetti più di ca-

rattere commerciale che scientifico. Ma per noi diventava fondamentale poter certificare l’assoluta sicurezza e la salubrità del prodotto. Per questo abbiamo condotto, con l’Istituto zooprofilattico dell’Università, delle ricerche che hanno testimoniato che l’intero processo produttivo del Grana è esente da problemi. Da alcuni anni siete sponsor del campione sportivo Alex Zanardi.. Sì, abbiamo un rapporto con lui. Non abbiamo mai adottato testimonial. Nel caso di Zanardi c’è sembrato una figura sinonimo di impegno, forza, caparbietà, dedizione al proprio lavoro e correttezza. Rappresentava i valori intrinseci del formaggio: energia, sobrietà, semplicità. Quindi porta il nostro marchio e partecipa a qualche nostro evento. Che consigli darebbe a un neolaureato in procinto di entrare nel mondo del lavoro. Su cosa deve puntare? Domanda difficile. Potersi presentare con il biglietto da visita dell’Università Cattolica può essere considerato giù un passo avanti. Occorre sapersi porre di fronte a un mercato internazionale con apertura mentale, disponibilità, duttilità. Vitali sono ancora le relazioni che ciascuno di noi riesce a instaurare. Per quanto il web oggi consenta un grande flusso di informazioni, le relazioni che si costruiscono continuano a restare alla base di ogni vera attività di carattere economico.

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postcards

Gli studenti della Cattolica protagonisti dei programmi di studio e stage all’estero raccontano a “Presenza” la loro esperienza. Scrivete a: postcards.presenza@unicatt.it Matteo Bergamaschi* Alla Ucla, fuori dalla comfort-zone on è stato semplice. Ho dovuto chiedere consigli, scrivere molteplici messaggi, lettere, focalizzare i miei sforzi sul raggiungimento dei requisiti necessari per poter fare l’application in tempo utile avendo, inoltre, la consapevolezza che tutto ciò che stavo facendo culminava in un unico momento corrispondente all’apertura di una mail. Non volevo destinazioni di ripiego. O tutto o niente. Alla fine però la costanza e la dedizione sono state premiate, la mail con i risultati della selezione ha ufficializzato ciò che stavo aspettando da mesi: University of California, Los Angeles (Ucla). Un’esperienza illuminante. Potrà sembrare banale descriverla con questo aggettivo ma è il termine più consono per esprimere il significato di un’esperienza come questa. Sono molti i motivi che possono indurre uno studente universitario a scegliere di trascorrere un semestre scolastico all’estero: la volontà di imparare o migliorare una lingua straniera, il desiderio di ampliare il proprio bagaglio culturale o il valore aggiunto dato al curriculum da un’esperienza

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internazionale. Ora posso però affermare che non si ottiene solo questo in cambio della disponibilità a mettersi in gioco, c’è ben altro. Ciò che rimane veramente alla fine del semestre, ciò che rende appunto illuminante una tale esperienza, è la capacità che si acquisisce di uscire dalla propria “comfort-zone”, assieme alla flessibilità che permette di adattarsi a situazioni nuove e alla rinnovata apertura mentale dovuta all’incontro con persone di diverse nazionalità. Non solo però: si ottiene anche la consapevolezza di una maggiore maturità e indipendenza e un’idea più definita riguardo

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a quale possa essere la propria strada futura, sia essa in Italia o all’estero. È un’esperienza che si rivela come un crogiolo di “soft-skills” fondamentali alla propria crescita, ma indipendenti comunque dalla scelta della specifica università estera effettuata prima della partenza. Per quanto mi riguarda, è stato infatti il prestigio dell’università associata al mio ideale di campus universitario e di città con cui confrontarsi che mi hanno portato a scegliere la Ucla in particolare. Ho voluto quindi focalizzare il mio soggiorno a Los Angeles sull’obiettivo di mettermi in gioco, cogliere ogni

opportunità che si presentava e “vivere la città”. Per questo motivo, ho deciso di vivere in un “dorm” insieme a studenti provenienti da tutto il mondo e, insieme a loro, ho partecipato alle feste delle confraternite universitarie, alle registrazioni di programmi televisivi come “The Voice” e “Late Late Show” e assistito a partite di basket sia dell’Nba che della squadra collegiale della Ucla. Ho stretto legami con professori, ho fatto diversi viaggi, giocato a calcio e a basket anche con persone che conoscevo direttamente sul campo da gioco e, infine, ho vissuto festività tipicamente americane come il Thanksgiving e Halloween e sperimentato lo spoglio dei voti per le elezioni per la presidenza degli Stati Uniti insieme ad altre migliaia di studenti in un evento organizzato dall’Università. Certo, per poter affrontare questa esperienza occorre prima sconfiggere l’attrito iniziale che ci confina all’interno della nostra “comfort-zone”, ancorati a tutte le certezze che ci hanno sempre sostenuto. Tuttavia, se si supera questo freno intrinseco della nostra natura, si verrà ripagati di tutti gli sforzi fatti. Questa non è solo un’esperienza di studio all’estero, è un investimento sul


Abbiamo avuto tutti la stessa sensazione. E al momento dei saluti l’“arrivederci a molto presto” è stato scontato. Cosa mi porto a casa? Una valigia colma di esperienze professionali, di conferme, di entusiasmo, di amicizie. Ma soprattutto di felicità e gioia che non si potranno dimenticare. * 24 anni, di Milano, corso di laurea magistrale in Psicologia per le organizzazioni, le risorse umane e marketing communication, facoltà di Psicologia, sede di Milano proprio futuro professionale e personale. * 21 anni, di Crema, studente del terzo anno della laurea triennale in Economia e gestione aziendale, facoltà di Economia, sede di Milano

Chiara Caviggia * Detroit, un’estate in azienda ue settimane possono rappresentare troppo poco per approfondire molti aspetti del proprio percorso professionale o per costruire rapporti interpersonali così profondi da chiamarli “amicizie”. Non per la Summer School Comau che ho vissuto a Detroit. Quindici giorni intensi su ogni fronte, che mi hanno dato l’opportunità di tornare negli Stati Uniti, dove ho potuto non solo assaporare la classica vita americana ma anche immergermi in un contesto aziendale nuovo, ricco di stimoli e di occasioni di apprendimento. È stata una continua scoperta di argomenti, mondi, culture organizzative, opinioni, stili di lavoro. Un incessante flusso di esperienze che mi ha fornito motivazioni e voglia di mettermi in gioco. Ho appreso tanto dalle lezioni in azienda ma soprattutto dalle storie dei manager che ho incontrato. Sono rimasta affascinata dalla loro energia, dalla loro infinita costanza per arrivare al risultato, dal loro correre il più veloce possibile per raggiungere la meta. Ma, più di tutto, dalla loro umanità. Quella stessa umanità che mi ha spinto a intraprendere il mio percorso di studi in Psicologia per le organizzazioni, con la volontà di fare della gestione delle

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risorse umane la mia professione. Una dimensione che in Comau ho toccato con mano. Ho potuto constatare quanto siano importanti le persone per una grande azienda come questa. Mi sono messa alla prova ogni giorno (e ogni notte!) con tenacia ed entusiasmo, con gli stessi occhi e con lo stupore di un bambino che si affaccia a un mondo nuovo. Ho accettato ogni sfida e ho affrontato ogni difficoltà e ogni imprevisto, ho sconfitto paure e timori. Ogni lezione e ogni team work ha richiesto energia, sforzo, impegno e voglia di fare, che non sono mai venuti meno perché è sempre stato un “chiedere tanto, a fronte di un dare immenso”. Anche sul piano dei rapporti con i miei compagni di viaggio ho imparato con meraviglia che in due settimane è possibile avvicinarsi, conoscersi, condividere, raccontarsi fino a costruire delle vere e proprie amicizie. Ogni sfida è stata vissuta in maniera comune e solo questo ha permesso di superarla. Ogni momento è stato indimenticabile, perché si era sempre insieme: un gruppo di 30 persone, provenienti da posti diversi e ognuno con la propria storia ma i legami che si sono creati si sono consolidati giorno per giorno, sia nel tempo libero che nel duro lavoro. Sempre insieme, indissolubili, pronti a sostenerci l’un l’altro anche senza essersi conosciuti prima, sempre vogliosi di chiacchierare fino a tarda notte per scoprirsi e confrontarsi su qualsiasi cosa. Ci siamo ritrovati dopo un mese dal ritorno in Italia, per una “reunion” ed è stato come tornare a casa, come quando ritorni in famiglia dopo un po’ di tempo trascorso lontano.

Chiara Marianeschi * Com’è difficile dire adiós a parte più difficile di un Exchange, non è trovare un posto dove vivere, non è andare oltre le barriere linguistiche, non è trovare amici o capire come funziona l’università. La parte più difficile di questa esperienza è stato dire “adiós”. Questa piccola parola, che può vuol dire tutto e niente, è la più difficile da dire. Soprattutto se torni da un paese accogliente, caloroso, affettuoso come il Messico. Ogni persona è pronta ad aiutarti per qualsiasi cosa, sono sempre pronti a fare festa, sono curiosi di scoprire l’Europa, la nostra cultura, la lingua, le tradizioni. È un Paese povero, corrotto e complicato, e non è famoso per la sua “tranquillità”. Eppure è pronto a rivelarti le sue bellezze nascoste, il suo cibo, le sue tradizioni, la sua naturalezza e i suoi variegati paesaggi. A parte i narcos, che non ho

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mai incontrato, cactus e tacos sono stati presenti nella mia esperienza più di una volta. Il Messico mi ha conquistato, mi ha trasportato a vivere un’esperienza unica e indimenticabile. Mi ha cambiato, mi ha fatto scoprire un Paese meraviglioso, altre culture (vivere con 8 persone di nazionalità diverse ha fatto la sua parte), mi ha insegnato ad arrangiarmi da sola, a parlare lingue diverse per farmi capire dalle persone, a superare la timidezza. Il gruppo di Ilink - studenti volontari dell’università - mi ha aiutato con la casa, con gli esami, mi ha spiegato cosa fare e cosa no; ci sono stati come amici, compagni di avventure, insomma per qualsiasi cosa sono sempre stati presenti. L’università è più che disponibile per ogni esigenza, per qualsiasi problema sanno come aiutarti nel breve tempo possibile. Aver viaggiato e vissuto con tante persone, anche se per poco tempo, le ha rese la mia famiglia. Tutti siamo arrivati in Messico da soli, senza sapere a cosa saremmo andati incontro. Io sono partita per 5 mesi con una valigia da 10 chili, ho cambiato quattro voli per risparmiare, ma ciò che mi ha lasciato non si può contare o pesare: è qualcosa di molto di più. Non fatevi prendere dai pregiudizi, da ciò che sentiamo dalle notizie. Scoprite e provate. Il Messico non vi deluderà. *25 anni, di Terni, studentessa del corso di laurea magistrale in Gestione del lavoro e comunicazione per le organizzazioni, facoltà di Scienze politiche e sociali

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Charity, la solidarietà contagiosa

AMERUN E KENYA sono le destinazioni raggiunte dai primi quattro dei cinquanta studenti dell’Università Cattolica che quest’anno trascorreranno un’estate diversa grazie al Charity Work Program. Francesca e Chiara, entrambe iscritte alla facoltà di Scienze politiche e sociali, sono volate nella città camerunense di Mbalmayo al Centre de Promotion Sociale (Cps), che ha lo scopo di promuovere lo sviluppo umano, culturale e spirituale della popolazione locale. In particolare, le studentesse affiancheranno gli operatori camerunensi e italiani del Cps sia nel lavoro di ufficio sia nell’implementazione di alcune attività finalizzate a migliorare le condizioni dei detenuti. Alberto, di Scienze politiche e sociali, e Altea, di Giurisprudenza, opereranno invece nella baraccopoli di Nairobi fianco a fianco con il personale di Alice for Children, nelle scuole primarie di Korogocho e Dandora. Promosso dal Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale (Cesi), grazie a fondi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, il Charity Work Program offre l’opportunità di vivere un’esperienza di volontariato nei Paesi in via di sviluppo in cui l’Ateneo ha all’attivo partnership e collaborazioni. Dal 2009 a oggi hanno partecipato 259 studenti. Oltre a rappresentare un’occasione altamente formativa sul fronte della crescita personale, il Charity consente di arricchire in maniera significativa il CV degli studenti. Questo

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MISSION EXPOSURE

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Università Cattolica promuove un’altra iniziativa nel campo del volontariato: Mission Exposure, ideato dal Centro Pastorale e dal Cesi, in collaborazione con il Pime. Il progetto offre un’esperienza di missione agli studenti delle facoltà di Psicologia e Scienze della formazione del campus di Milano. Sono 124 gli studenti che negli ultimi sette anni hanno vissuto questo tipo di esperienza. Quest’anno i paesi coinvolti sono India e Uganda.

perché con il passare degli anni è stato sempre più modulato in modo da fornire un percorso coerente con gli studi: numerose destinazioni sono aperte solo a studenti di determinate Facoltà, cercando di offrire progetti ad hoc, messi a punto sulla base delle discipline insegnate in Ateneo e in linea con le attitudini dei partecipanti. In alcuni di questi casi, proprio per consentire un percorso di volontariato più completo, il periodo di permanenza all’estero è di due mesi. Secondo il professor Roberto Cauda, direttore del Cesi, «il Centro, attraverso il Charity Work Program, ha voluto investire nella cultura della solidarietà, che si caratterizza per essere “contagiosa”, promuovendone la diffusione tra gli studenti delle diverse Facoltà dell’Ateneo». Tra le novità di quest’anno il maggior numero di destinazioni: 20 diversi progetti in 15 Paesi ospiteranno gli studenti, comprendendo nuove mete quali Ghana, Filippine e Kenya, Brasile, Bolivia, Camerun, Etiopia, India, Perù, Tanzania, Terra Santa e Uganda. Ma anche nuove partnership con ONG e Onlus che lavorano in Africa, Asia e Sud America. Prosegue poi l’allargamento, già attivo dell’anno scorso, del Charity Work Program anche a neolaureati e iscritti a master, dottorati e scuole di specializzazione. In particolare, per questa edizione, il programma ha messo a disposizione 52 scholarship della durata di 3-8 settimane, a cui hanno concorso 235 stu-

denti provenienti da tutte le Facoltà e da tutte le sedi dell’Ateneo. Per il primo anno è stata attivata una destinazione riservata agli studenti delle facoltà di Scienze bancarie e assicurative ed Economia: una studentessa parteciperà per due mesi a un progetto di empowerment femminile al Livelihood and Development Center for Women and their families nella provincia di Cavite nelle Filippine, in collaborazione con il Volontariato Internazionale Donna Educazione Sviluppo (Vides). Gli iscritti alle facoltà di Psicologia o Scienze della formazione saranno coinvolti in opere sociali come centri per la diagnosi precoce e riabilitazione di bambini con ritardo mentale, problemi nello sviluppo motorio, del linguaggio, cognitivo-comportamentale e sordità congenita in Bolivia presso la Fundación Mario Parma, a La Paz. Per quanto riguarda Scienze agrarie, alimentari e ambientali è previsto un soggiorno all’Universidad Católica Sedes Sapientiae di Lima all’interno della facoltà di Ingegneria agraria, dove gli studenti affiancheranno il lavoro del personale locale nelle piantagioni di Atalaya. Anche gli studenti di Medicina e Chirurgia avranno la possibilità di affiancare i medici nell’attività ambulatoriale del Benedict Medical Centre a Kampala, in Uganda, e il Consolata Hospital Ikonda, in Tanzania, per offrire assistenza sanitaria di base alla popolazione della zona e promuovere l’accesso alle cure da parte delle persone bisognose con particolare attenzione ai bambini e alle donne.

Accademia per la Vita, Pessina nel Consiglio Direttivo L PROFESSOR Adriano Pessina (nella foto), docente di Filosofia morale della facoltà di Lettere e filosofia dell’Università Cattolica e direttore del Centro d’Ateneo di Bioetica, oltre a essere stato confermato tra i membri ordinari, è stato nominato da Papa Francesco membro del Consiglio Direttivo della Pontificia Accademia

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per la Vita. All’organismo, che si ritrova almeno due volte l’anno sotto la conduzione del Presidente e del Cancelliere dell’Accademia, spettano i compiti di indirizzo generale delle attività dell’ente, la nomina dei membri corrispondenti e giovani ricercatori, nonché la discussione e la disamina delle attività ordinarie e

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straordinarie dell’Accademia stessa. Lo scorso giugno il Santo Padre aveva inoltre nominato membro ordinario della Pontificia Accademia per la Vita anche il professor Roberto Colombo, docente di Neurobiologia e Genetica Umana dell’ Università Cattolica.


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Le idee vincenti di Dr. Start-upper

AL PORTALE E-COMMERCE con prodotti certificati Halal per la comunità islamica alla piattaforma online B2B per il recruiting delle modelle, fino alla app mobile come alert per segnalare ai comuni situazioni di degrado o di rischio ambientale e antropico. Non mancano le nuove idee imprenditoriali agli studenti dell’Ateneo. Alcune di queste hanno vinto la quarta edizione di Dr. Start-upper, il percorso di promozione di nuove idee d’impresa, nato dalla collaborazione tra Università Cattolica e Camera di commercio di Milano. E poi c’è chi, come Bretmaps, oltre a questa competizione, si è aggiudicato altri premi: Youth in Action for SDGs, promosso da Fondazione Italiana Accenture e University Startup Competition, promosso da JA

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Italia, Fondazione Visa. Creatività e spirito di iniziativa sono dunque la cifra che permette a molti studenti di tradurre le proprie idee in progetti imprenditoriali con tanto di business plan e dettagli sul possibile ingresso nel mercato. Con l’aiuto di un corso e di esperti di imprenditoria, gli studenti hanno tutti i supporti necessari per svilupparli. È il caso di Omar Vincenzo, Pietro Stazzera e Giorgio Agrifoglio, laureandi magistrali in Economics della facoltà di Economia, che hanno progettato Halal Made in Italy, il portale e-commerce che mette in comunicazione le aziende produttrici italiane con la sempre più ampia comunità islamica internazionale, attraverso cui le aziende possono vendere al dettaglio una vasta gamma di prodotti certi-

ficati Halal altrimenti non reperibili dai consumatori. Grazie all’appoggio del primo ente di certificazione Halal italiano, la società avrà accesso alla lista e ai contatti delle aziende che offrono questo tipo di prodotti con la garanzia della qualità e della conformità ai più rigidi standard religiosi. Dapprima testata sulle città di Milano e Torino, la start-up mira a espandersi in tutta Italia e poi in Francia. Gaia Guadagnoli, Paola Alborno, Marica Biancotti, Martina Scrivani e Sara Vitale, studentesse della laurea magistrale in Politiche per la cooperazione internazionale allo sviluppo, hanno ideato Bretmaps, terzo classificato a Dr. Start-upper, una app per smartphone che permette al cittadino di inviare al proprio Comune la segnalazione fotografica e georeferenziata di potenziali situazioni di pericolo. Un alert, insomma, per l’amministrazione che potrà prendere in carico gli avvertimenti di situazioni di degrado e di deterioramento infrastrutturale. Innovativa è anche l’idea di Icast, secondo progetto classificato a Dr. Start-upper, piattaforma B2B che si propone di snellire il processo di recruiting di modelle e modelli nel mercato del fashion riducendo, attraverso semplici filtri di ricerca, la durata della selezione da cinque giorni a pochi minuti. La start-up si propone come intermediario tra le agenzie di moda, magazine e fotografi prima a Milano e poi a Parigi, Londra, Madrid e New York. Il fondatore del progetto è Sergio Pitrone, al secondo anno della laurea magistrale in Management per l’impresa.

The Future Makers, cento studenti selezionati N LAUREATO E QUATTRO STUDENTI dell’U-

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niversità Cattolica sono stati selezionati da The Boston Consulting Group tra i 100 migliori talenti italiani e hanno avuto la possibilità di vivere quattro giorni intensi, dal 19 al 22 giugno scorso, nella sede milanese - con vista su Piazza Duomo - della società internazionale di consulenza. Alla seconda edizione di The Future Makers, dedicata alle persone che, nei prossimi anni, avranno il compito di disegnare e interpretare il futuro, hanno partecipato i migliori talenti italiani, provenienti da 30 differenti Università italiane ed europee, con un’età compresa fra i 23 e i 26 anni. I giovani talenti sono stati coinvolti in una serie di incontri con alcune figure prestigiose delle aziende ma non solo, come il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, il commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale Diego Piacentini, e l’amministratore delegato e direttore generale di Enel Francesco Starace. L’obiettivo dell’iniziativa è stato quello di coltivare la loro capacità di leadership, aiutandoli in un percorso che possa consentire

loro, con il tempo, di guidare aziende private e pubbliche, no profit e istituzioni. L’Ateneo di largo Gemelli è stato rappresentato da Edoardo Stella, 26enne, da poco laureato in Economia e legislazione alla facoltà di Economia; Federico Carrea, 24enne, studente in Banking and finance alla facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative; Martina Borsato, 24 anni, studentessa della laurea magistrale in Economia e gestione dei beni culturali, interfacoltà tra Economia e Lettere e filosofia; Michela Nateri, 24enne, studentessa della magistrale in Food Marketing e strategie commerciali, interfacoltà di Economia e Giurisprudenza e Scienze agrarie, alimentari e ambientali a Piacenza e Chiara Larizza, 24enne, studente del secondo anno della laurea magistrale in Comunicazione per l’impresa, i media e le organizzazioni complesse (Cimo), interfacoltà tra Lettere ed Economia che ha raccontato di aver saputo a dicembre della selezione: «ho mandato Cv e lettera di autopresentazione, dopodiché mi hanno fornito due app con dei giochi per capire vari tipi di abilità e mi hanno convocata per i focus group: dieci ragazzi divisi in

due gruppi a lavorare in modo creativo sul concetto di talento. E, per concludere, un colloquio individuale via Skype, ultimo lasciapassare ai “magnifici” 100. Una bella soddisfazione». Giuseppe Falco, amministratore delegato di Boston Consulting Italia, Grecia e Turchia ha spiegato che i 100 talenti (scelti tra i 12mila partecipanti alle selezioni) hanno, in particolar modo, riflettuto sui macrotrend globali come lo sviluppo dei big data e l’impatto sui grandi capitoli industriali e finanziari.

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ConLab, al via nuove opportunità ONTAMINATION LAB (ConLab) lancia due

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Call. ConLab, lo spazio di coworking dell’Università Cattolica, quest’anno infatti oltre alla Call for Ideas apre una nuova opportunità, la Call for Skills, un nuovo bando che concederà l’accesso a ConLab per la prima volta anche ai singoli. Questa Call sarà rivolta a soli studenti che siano appassionati e abbiano competenze (da certificare) in ambito di comunicazione (digital marketing, social media communication), grafica (graphic designer, web designer, brand designer), informatica (sviluppatori jawa, software, siti internet), produzione e montaggio video, design management. Solitamente queste competenze mancano ai gruppi di lavoro. Per questo l’obiettivo è di costituire un team di “esperti” all’interno di ConLab, che possa sostenere il lavoro degli altri ed eventualmente integrarli, sempre nella prospettiva dell’interdisciplinarietà e della contaminazione. Le due Call saranno aperte fino a ottobre e rivolte agli studenti di tutte le Facoltà dell’Ateneo iscritti a corsi di laurea, master, scuole di specializzazione, summer e winter school, corsi e scuole di dottorato, e laureati in Cattolica da non oltre due anni. In particolare la Call for ideas riguarda gli iscritti a una laurea triennale, o magistrale, o magistrale a ciclo unico.

Lo spazio di coworking dell’Università Cattolica, attivo da marzo 2016 in via San Vittore, 43 a Milano è dedicato esclusivamente allo svolgimento delle attività dei gruppi selezionati, che per sei mesi possono sviluppare il proprio progetto, partecipando a percorsi di formazione e usufruendo dei servizi di mentoring e coaching messi a disposizione. Stimolare la contaminazione tra studenti di discipline diverse, offrire una serie di corsi di formazione specifici e promuovere la cultura dell’imprenditorialità e dell’innovazione sono, infatti, i tre obiettivi del progetto di for-

mazione. La selezione dei team si basa su vari criteri, quali la diversità dei ruoli dei membri dei gruppi e dei loro profili formativi, le esperienze pregresse di stage in azienda o la partecipazione a corsi, workshop, seminari dedicati ai temi dell’autoimprenditorialità. Inoltre le proposte devono essere innovative ed effettivamente realizzabili a livello organizzativo, economico e tecnico. Si tiene conto anche della capacità di rendere sostenibile il progetto e di individuare settori inediti di mercato.

Hego, gli occhi del web sul campo di Matteo Zorzoli na piattaforma di condivisione di video e contenuti multimediali legati allo sport. Hego, una start-up riconosciuta dal 26 maggio dello scorso anno, giorno della sua costituzione in Srl, ha realizzato una speciale telecamera, posizionata a bordo campo, dotata di un innovativo software di regia automatica che le permette di seguire l’azione di gioco, filmare in Full HD le partite di calcetto, basket, tennis e volley. Dopo pochi minuti il software pubblica il video della partita direttamente sul portale online. I giocatori possono così creare gratuitamente un profilo, cercare i video nei quali sono protagonisti, ritagliare la propria azione, editarla in perfetto stile Instagram con filtri e condividerla sui social network e sul proprio profilo Hego. A ideare e progettare tutto questo sono stati tre studenti della facoltà di Economia dell’Università Cattolica, Stefano Anastasia, Lorenzo Fiorito, Pio Fiorito, uno della facoltà di Scienze politiche della Statale di Milano, Marco Andriani, e uno del corso di Management della Bocconi, Roberto Iannaccone. ConLab ha consentito loro di applicare le nozioni del marketing tradizionale al business model di Hego, grazie al corso di formazione di un esperto del settore. I cinque ragaz-

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zi hanno poi potuto prendere spunto dalle esperienze di altri start-upper all’interno dello spazio per adeguare l’organizzazione interna in base alle competenze personali e alle scadenze. Per il futuro prevedono un’implementazione del servizio tramite un’installazione non solo nei centri sportivi convenzionati, ma creando anche tornei ad-hoc sponsorizzati direttamente da Hego. In questo laboratorio creativo per start-upper in erba, promosso dall’Area Ricerca e Sviluppo dell’Ateneo e da Ilab, si è formato anche Miscanthus Project, che punta alla produzione di energia elettrica pulita e a impatto zero attraverso l’utilizzo di una preziosa pianta tropicale, il Miscanthus. A intravedere uno spiraglio nel popolato settore delle energie rinnovabili sono stati due studenti del corso di Scienze bancarie dell’Ateneo, Lorenzo Avello e Matteo Bombasini, a cui si sono affiancati Francesco Lanzeni, laureando in Ingegneria meccanica e Pablo Mileni Munari, studente di Economia all’Università Bocconi. ConLab li ha accompagnati a entrare nel difficile mondo dell’imprenditoria italiana, offrendo servizi e strumenti che hanno permesso loro di curare nei dettagli la pianificazione del business plan. Il lungo iter burocratico che hanno intrapreso, anche grazie all’aiuto e alla contaminazione con altri gruppi di startupper, ha portato Miscanthus a

costituire una Srl all’inizio di maggio ed essere riconosciuto come start-up innovativa dal Registro delle Imprese con il nome di Planeta Renewables. I quattro giovani hanno le idee chiare: il target del loro progetto sono le grandi aziende produttrici di energia elettrica italiane ed estere, interessate a sviluppare una collaborazione a impatto zero. In Europa, per ora, esistono solo piccole realtà che coltivano il Miscanthus a scopo di ricerca e autoconsumo. Per realizzare il progetto pilota, che comporta ingenti costi iniziali, il team è in cerca di finanziamenti provenienti dal mondo del venture capital e sta attualmente partecipando a diversi bandi promossi per favorire lo sviluppo di start-up italiane, come quello di Edison Pulse.


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iCatt Mobile, è arrivata la nuova app SCRIVERSI ALL ’ ESAME o verificare i crediti formativi sullo smartphone; calcolare la media o verificare la presenza di un libro in biblioteca; organizzare lo studio o ricevere informazioni importanti sull’attività didattica. iCatt Mobile, una delle numerose app a disposizione degli studenti che frequentano l’Università Cattolica, è stata rinnovata in maniera profonda e sostanziale proprio nei giorni scorsi.Tra le nuove funzioni della app personalizzata per gli studenti dell’Ateneo c’è anche la possibilità di iscriversi a un esame o conoscere in tempo reale il cambio d’aula di una lezione attraverso notifiche push. Disponibile gratuitamente su Apple Store e Google Play, iCatt mobile si presenta con quattro icone

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principali, porte d’accesso ad altrettante funzioni: corsi ed esami, libretto, avvisi e biblioteca. Corsi ed esami permette di iscriversi a un appello e consultare le informazioni relative alle lezioni e alle prove in calendario, Libretto di verificare i crediti formativi universitari (Cfu) acquisiti e il diagramma degli esami sostenuti. Attraverso Avvisi è possibile accedere invece a informazioni utili come la sospensione delle lezioni o le comunicazioni della segreteria. Qui è possibile anche conservare le notifiche e le comunicazioni del Polo studenti e le scadenze più importanti. Attraverso l’icona Biblioteca si accede al catalogo per il prestito libri. Tramite iCatt Mobile è possibile anche richiedere informazioni al

Polo studenti e collegarsi ai corsi online Blackboard, attraverso l’installazione dell’app Bb Student, anch’essa di nuova realizza-

zione. Insomma, con l’app iCatt è possibile accedere in modo facile e veloce ai principali servizi per la gestione della carriera universitaria.

Myfoody, la rete contro lo spreco alimentare di Alice Zaggia uca Masseretti, laureato in Economia in Cattolica (nella foto), 27 anni, è socio fondatore e CFO di una delle start up italiane più innovative ed efficienti e tra le 35 imprese finanziate dall’Unione Europea attraverso il Chest-Project. Stiamo parlando di Myfoody, una piattaforma e-commerce che ritira e vende ad un prezzo più basso il cibo prossimo alla scadenza, in eccedenza o con difetti di fabbricazione, mettendo in comunicazione le grandi distribuzioni con i consumatori. «Myfoody è nata quasi per caso» racconta Luca Masseretti «l’idea nasce nel 2012, quando un mio amico, Francesco Giberti, iscritto alla facoltà di Giurisprudenza in Cattolica, si trovava in Belgio per terminare la sua tesi. Dopo aver comprato un pacchetto di biscotti pagandoli a prezzo pieno, Francesco si è reso conto che erano prossimi alla scadenza.. da qui gli venne l’idea di sfruttare le potenzialità della lotta agli sprechi alimentari. Quindi condivise con me ed altri amici il suo progetto - Myfoody si compone infatti di 6 persone - e così l’avventura nel mercato ebbe inizio». «In quel momento mi sono trovato ad un bivio: da un lato il mio lavoro in Ban-

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ca; dall’altro l’avventura e l’incertezza di questa nuova attività» così Masseretti racconta l’inizio del percorso intrapreso con la start-up. Oggi Myfoody ha sede a Milano e collabora con molte catene di supermercati per garantire il suo servizio, realizzando una vera e propria rete contro lo spreco che ha alla base il meccanismo della Blue Economy, ossia la creazione di un eco-

sistema sostenibile grazie alla trasformazione di sostanze precedentemente sprecate in merce redditizia. «Abbiamo fatto enormi progressi in pochissimo tempo. Dal 2012 abbiamo iniziato ad ottenere dei riconoscimenti per la nostra idea e la nostra start up, nel 2015 abbiamo vinto la call della commissione europea CHEST, che premia MyFoody come uno dei 35 migliori progetti di innovazione sociale in Europa» spiega Masseretti che ricorda inoltre come, sempre nello stesso anno, nel luglio del 2016, siano arrivati al lancio dell’app per dispositivi mobili. Il giovane CFO fa presente come il mondo delle start up fosse ancora molto lontano negli anni in cui lui studiava in Cattolica, infatti le start up sono iniziate ad essere conosciute in Italia solo ultimamente, permettendo a molti piccoli imprenditori di poter far conoscere e commercializzare la propria idea. «Tutto ciò che ho appreso nel mio corso di laurea mi ha aiutato a sviluppare la parte economico-finanziaria della mia start-up; l’Università Cattolica mi ha offerto un piano di studi completo e sono molto soddisfatto dei risultati ottenuti e del percorso intrapreso» così Luca ricorda quelli che sono stati i suoi anni di formazione tra i chiostri bramanteschi di Largo Gemelli. PRESENZA 3-4, MAGGIO-AGOSTO 2017

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Marco Trevisan, nuovo preside a Piacenza Marco Trevisan, ordinario di Chimica Agraria alla sede di Piacenza dell’Università Cattolica, è stato eletto preside della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali per il quadriennio 2017/182020/21. All’elezione, che ha avuto luogo giovedì 29 giugno, hanno partecipato, come stabilito dallo statuto dell’Ateneo del Sacro Cuore, i docenti di prima e seconda fascia della Facoltà. Marco Trevisan, 63 anni, è il sesto preside nella storia della Facoltà, dopo Francesco Vito (preside dal 1951 al 1955), Giuseppe Piana (1955-1981), Vittorio Cappa (1981-1988), Gianfranco Piva (1988-2009) e l’uscente Lorenzo Morelli (2009-2017). Entrerà in carica il 1° novembre prossimo. Già direttore dell’Istituto di Chimica Agraria e Ambientale e del Centro di ricerca Biomass, il professor Trevisan è stato presidente della Società Italiana di Chimica Agraria e del Gruppo di Ricerca Fitofarmaci e Ambiente. Si occupa da circa 30 anni degli effetti e della persistenza dei prodotti fitosanitari nell’ambiente e negli alimenti. Studia le interazioni tra xenobiotici e sistema suolo-pianta con tecniche chimiche, biochimiche e biotecnologiche; sviluppa ed applica modelli previsiona-

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li a scala aziendale e di bacino. Tra gli studi più recenti del professor Trevisan, quelli dedicati alla metabolomica, una modernissima area scientifica che studia i metaboliti, i composti chimici che sono presenti in un sistema biolo-

gico, in una cellula, in un alimento e in una matrice alimentare, con l’obiettivo di tracciare l’origine e la provenienza degli alimenti. La sua attività è documentata da oltre 250 lavori scientifici pubblicati su riviste, libri, monografie ed atti di convegni. Ha partecipato a decine di progetti nazionali e internazionali. Tra questi il progetto EV5V-CT92-0226, primo in Europa a essere finanziato per uno studio sui modelli matematici dei prodotti fitosanitari, il progetto SMT4CT96-2048 sull’esposizione degli operatori agricoli in serra, il progetto Hair sull’uso di indicatori ambientali a scala europea, il progetto Apecop sempre connesso all’uso di modelli e la loro convalida, il progetto Pegase sulla qualità delle acque sotterranee, il progetto Artwet sull’uso di aree umide artificiali per la mitigazione della contaminazione, il progetto Genesis sullo studio degli ecosistemi falda dipendenti. Già membro della commissione nazionale biocidi, del Gruppo Catastrofi idrogeologiche del Cnr, di un panel Eppo, del gruppo Eu Focus. Membro del Panel Inex (Working Group on External review) dell’Efsa dal 2011 al 2013 è stato presidente di Sica, la Società italiana di chimica agraria.

Il professor Maurizio Paolini eletto preside a Brescia Maurizio Paolini, ordinario di Analisi Numerica all’Università Cattolica di Brescia, è stato eletto preside della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali per il quadriennio 2017/18-2020/21. All’elezione del 6 luglio scorso hanno partecipato, come stabilito dallo statuto dell’Ateneo del Sacro Cuore, i docenti di prima e seconda fascia della facoltà. Maurizio Paolini, direttore del Dipartimento di Matematica e Fisica Niccolò Tartaglia, entrerà in carica il 1° novembre prossimo. Succede al professor Alfredo Marzocchi ed è il settimo preside nella storia della Facoltà. Dopo la laurea in Matematica alla Scuola Normale di Pisa, ha ricoperto l’incarico di ricercatore presso il C.N.R., di professore associato presso la facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali di Milano e di professore ordinario presso la facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali di Udine, per poi approdare nel 1997 all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia.

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Il lavoro di ricerca del professor Paolini verte principalmente sull’approssimazione numerica mediante elementi finiti di equazioni alle derivate parziali, con particolare riferimento a equazioni paraboliche di reazione diffusione derivanti da problemi di transizione di fase e problemi di evoluzioni geometriche di superfici. In questo ambito, collabora con l’Università di Milano, con l’Istituto di Matematica Applicata e Tecnologie Informatiche del CNR di Pavia, Scuola Normale Superiore di Pisa, Università di Pisa, Università di Siena, Università del Maryland (USA), Università di Tokyo (Giappone), Università del Sussex (Gran Bretagna). Da alcuni anni il professor Paolini organizza a marzo la Disfida matematica (competizione rivolta agli studenti delle scuole superiori) e a ottobre Celebration of mind (la giornata istituita allo scopo di incentivare le nuove generazioni a esplorare il mondo della matematica e della scienza in modo divertente).


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Famiglia-lavoro, basta retorica UNIVERSITÀ Cattolica ha ospitato, dal 24 al 27 maggio scorso, la 7th Work and Family Conference, la conferenza biennale internazionale promossa dalla rivista Community, Work & Family e organizzata dal Centro di ricerca Wwell dell’Ateneo. La conferenza, ospitata in passato nelle sedi universitarie di Lisbona, Malmö, e Sidney, ha richiamato in largo Gemelli studiosi che operano nel campo del HRM, degli studi organizzativi, della sociologia, della psicologia e ha sempre costituito un’occasione importante per stimolare il dibattito internazionale in materia e individuare nuove tematiche sulle quali concentrare l’attenzione. A Time for Renewal: Developing a sustainable community, work and family interface è stato il tema al centro dell’edizione 2017, organizzata e coordinata dal professor Edigio Riva (nella foto), docente di Sociologia delle differenze e delle diseguaglianze presso la facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Ateneo. Il dibattito interdisciplinare della conferenza si è articolato su vari temi: dalle Sustainable organizations agli studi genere, dai work-life

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concepts alle dinamiche socio familiari contemporanee, dall’imprenditoria sostenibile alle worklife experiences, fino ai temi delle società intra e internazionale coinvolgendo circa 140 partecipanti. «L’Italia è un paese sempre più vecchio. Questo vuol dire che le famiglie si trovano soprattutto ad affrontare problemi legati alla cura degli anziani, specie se non autosufficienti» ha affermato il professor Riva che ha trattato in particolare il tema della conciliazione famiglia-lavoro. «Molte famiglie si devono occupare contemporaneamente della cura dei figli piccoli e dei vecchi. Il problema della conciliazione famiglia-lavoro significa prevalentemente cura di anziani e minori compatibilmente alla partecipazione al mercato del lavoro. Questa è una cosa importante, spesso invece è presa in considerazione solo la cura dei figli, ma non è così». Riguardo al welfare aziendale il professor Riva ha fatto presente che «La realtà delle cose è che si tratta ancora di esperienze limitate alle aziende forti dei settori forti o, se si vuole porla in un altro modo, ai lavoratori forti delle aziende forti. Gran

Arriva il paziente 3.0

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parte delle famiglie, specie quelle composte da lavoratori manuali o operai, con contratti di lavoro precari, scontano una duplice disuguaglianza. Questo è dato dal fatto che il welfare è poco generoso e al contempo le imprese sono poco generose». Il problema di fondo, è capire che obiettivi si vogliono conseguire. I Paesi del nord Europa avevano scelto di garantire dei diritti ai bambini, agli anziani e ai soggetti curati, e offrire pari opportunità alle donne, non solo nella famiglia ma anche sul mercato del lavoro. E quindi hanno operato di conseguenza: «in Italia quando parliamo di conciliazione mi sembra non sia ben chiaro con quali finalità vogliamo operare. Per esempio, se il problema è trovare una parità di genere, le politiche italiane non la garantiscono assolutamente».

Autismo, un kit per gli insegnanti N KIT PER AIUTARE gli insegnanti a integrare a scuola i ragazzi autistici. Lo ha elaborato il Centro studi e ricerche sulla disabilità e marginalità (CeDisMa) dell’Università Cattolica diretto dal professor Luigi d’Alonzo, grazie al progetto europeo Transform Autism Education che si concluderà ad agosto 2017, dopo tre anni di ricerca nell’ambito di “Erasmus +” che ha coinvolto associazioni, fondazioni,

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uffici scolastici regionali di tre paesi europei: Italia, Gran Bretagna e Grecia. Il modello formativo elaborato – costituito da percorsi formativi, linee guida e indicatori di qualità per le scuole che possano permettere il miglioramento dell’inclusione scolastica all’interno delle scuole primarie – è stato presentato lo scorso 8 giugno in Cattolica, durante un convegno dedicato a Autismo e insegnanti, promosso dal Cedisma, a cui

pazienti poco coinvolti nel processo di cura rischiano 10 volte di più di incorrere in ricadute e/o aggravamenti rispetto a pazienti con alto Engagement. Inoltre, i pazienti con bassi livelli di Engagement riportano in 9 casi su 10 sintomi ansioso-depressivi. È una delle evidenze emerse dagli studi condotti dal neonato centro di ricerca EngageMinds Hub dell’Università Cattolica su un campione di 1389 pazienti cronici italiani. A risentire dell’effetto negativo della mancanza di Engagement è anche il portafoglio dei pazienti: la spesa sanitaria mensile dei pazienti cronici intervistati, raddoppia quando la persona non si sente coinvolta e protagonista del proprio percorso sanitario. L’Università Cattolica in collaborazione con la DG Welfare di Regione Lombardia e sotto la supervisione metodologica dell’Istituto Superiore di Sanità ha promosso per la prima volta, lo scorso giugno, a livello mondiale una Conferenza di Consenso per il Patient Engagement coordinata dalla professoressa Guendalina Graffigna della Cattolica. Al progetto hanno partecipato oltre 100 esperti espressione di 20 tra società medico-scientifiche e associazioni professionali in ambito sanitario, 16 aziende sanitarie, 15 associazioni di pazienti/volontari. Una rete multidisciplinare e multi-stakeholder per la prima volta allo stesso tavolo con il comune obiettivo di definire raccomandazioni condivise per la promozione del Patient Engagement e la responsabilizzazione di tutti gli attori in gioco nel percorso assistenziale.

hanno partecipato tutti i partner coinvolti e oltre 400 insegnanti. Il centro di ricerca dell’Ateneo, in particolare ha condotto un lavoro di sperimentazione nell’area di Monza e Brianza con il sostegno dell’Ufficio scolastico provinciale. Il primo step preliminare è stato un questionario che indagava il bisogno dei bambini con autismo sul territorio, cui hanno risposto 185 insegnanti. Lo studio si è poi concen-

trato sulla fase sperimentale divisa in due tempi tra gennaio e marzo e poi tra maggio e giugno 2016 che ha coinvolto circa 250 persone tra insegnanti, dirigenti scolastici e personale tecnico di sei istituti comprensivi dei comuni di Lissone, Renate, Meda e Ornago. I bambini interessati dal progetto erano circa 40. A chiusura del progetto nel mese di settembre verranno pubblicate sul sito le linee guida di riferimento per gli insegnanti.

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Collezionismo, il grande affare dell’arte LARGO GEMELLI ha ospitato, lo scorso 25 maggio, il terzo incontro del ciclo Il collezionismo delle opere d’arte: «un insieme di studi tra area economica e area umanistica, in cui l’arte è al centro della riflessione non come soggetto ma come oggetto» come affermato da Francesco Tedeschi, professore di Storia dell’arte contemporanea alla facoltà di Lettere e filosofia dell’Ateneo. Tema dell’appuntamento è stato Il mercato dell’arte che vede in forte crescita soprattutto il settore dell’arte contemporanea con un incremento del 1000%. Un’impennata dovuta a diversi fattori come l’arrivo di capitali stranieri provenienti da Paesi emergenti. «Da Asia e Africa arrivano nuovi collezionisti dotati di grandi capitali ma anche artisti» ha sottolineato Alessia Zorloni, docente di Advanced Economics and Management of Arts al corso di laurea interfacoltà Economia e gestione dei beni culturali e dello spettacolo. Con lo sviluppo di questo nuovo mercato, sono aumentati anche gli spazi espositivi privati e le vendite online sono triplicate rispetto al 2015: un vero e proprio effetto collaterale della globalizzazione che se da un lato mette in crisi il mercato dell’arte, dall’altro ne rinnova e ne cambia i criteri di esposizione. «Le nuove tecnologie hanno avuto un impatto decisivo per le vendite online di opere d’arte: un mercato che attira collezionismo di fascia bassa – ha affermato la professoressa Zorloni – e che potrebbe facilitare l’apprendimento

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A SEDE DI

dell’arte facendo nascere nuove modalità di fruizione delle opere». Molto spesso però le collezioni d’arte private vengono smembrate dagli eredi del collezionista. Per evitare ciò, ci si può affidare a un Family Office, un’agenzia specializzata che, per evitare distribuzioni, tiene sotto controllo asset class reali, asset class finanziari e valori intangibili come il capitale umano e relazionale. Secondo Patrizia Misciattelli delle Ripe, presidente dell’Associazione Italiana Family Officer (Aifo) «L’arte è per definizione l’asset class migliore per progettare e definire temi di continuità nella famiglia e per non disperdere i patrimoni». A farle eco, Antonella Negri-Clementi, presidente e Ad di Global Strategy che ne suggerisce l’uso come asset

finanziario a garanzia di strumenti finanziari. «Se proprio vogliamo definire l’acquisto di beni artistici un investimento – ha fatto presente infine il consulente di Christie’s Marco Trevisan – bisogna considerare che e a fronte di ricavi interessanti i rischi sono molto alti. Il mercato dell’arte è infatti poco prevedibile, tollera pratiche come l’aggiotaggio e l’inside trading altrove illegali: il rischio è molto basso per le opere antiche molto più alto per gli artisti emergenti e in generale “nuovi”». La soluzione pare allora diversificare da chi compra opere d’arte per piacere personale, a chi lo fa per la ricerca di prestigio sociale, ma anche per quanti assecondano il loro spirito imprenditoriale.

Novità in arrivo per il Museo del Duomo A VENERANDA FABBRICA del Duomo di Milano in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e, in particolare, il master di secondo livello in Museologia, Museografia e Gestione dei Beni culturali, avvierà dal 23 giugno a settembre 2017 un progetto sperimentale di implementazione e perfezionamento dell’apparato didascalico-didattico per il Grande Museo del Duomo. Il nuovo modello di trasmissione culturale, al quale si è ispirato tale lavoro, mette al centro non più il Museo, ma il visitatore in quanto punto focale dell’attività museale stessa. Il progetto, articolato in pannelli e lunghe didascalie, mira a contestualizzare le opere del Museo in relazione alla Cattedrale, in modo da fornire ai visitatori gli strumenti utili a comprendere il legame fra ciò che vedono lungo il percorso

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espositivo e la storia del Duomo, offrendo così un approfondimento che completa il coinvolgente allestimento creato dall’architetto Guido Canali, volto a sottolineare in modo particolare le atmosfere e i valori formali delle opere stesse. L’ulteriore novità di questo apparato di comunicazione riguarda il coinvolgimento attivo del visitatore attraverso un questionario di valutazione del progetto stesso che viene somministrato durante la visita, i cui risultati, una volta terminata la fase sperimentale, costituiranno gli elementi sui quali progettare i testi definitivi. L’apprendimento diventa motore per la crescita personale pertanto è necessario il coinvolgimento attivo del visitatore, la semplificazione del linguaggio, l’accessibilità fisica e interpretativa. Il Museo del Duomo di Milano diviene così un case study particolarmente interessante per l’i-

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deazione e la sperimentazione di un piano di comunicazione nuovo visitor oriented. Primo passo di questo progetto è stato l’aver voluto analizzare 135 schede di gradimento, sottoposte ad un campione eterogeneo di visitatori che hanno evidenziato le potenzialità evolutive dell’allestimento. Sulla base di quanto riscontrato tramite la suddetta analisi, la Veneranda Fabbrica del Duomo

di Milano, in collaborazione con l’Università Cattolica, ha sviluppato un progetto di implementazione dell’apparato didascalico didattico suddiviso in quattro fasi di azione con l’obiettivo di ripristinare quel ponte ideale di memorie che riesca ad associare, in un ideale connubio, il passato di un monumento, la sua vita, la sua storia con la realtà attuale sempre in movimento ed in continua evoluzione.


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Pinocchio va all’Università L BURATTINO DI LEGNO creato

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da Collodi è il protagonista del terzo libro più letto al mondo dopo Bibbia e Corano. Al capolavoro collodiano è stato dedicato il convegno internazionale di studi «Senza giudizio... e senza cuore», che si è svolto il 18 e il 19 maggio rispettivamente all’Università Cattolica e alla Statale di Milano. L’iniziativa – promossa congiuntamente dai dipartimenti di Italianistica e comparatistica dell’Ateneo del Sacro Cuore e di quello di Studi letterari, filologici e linguistici dell’Università Statale di Milano – ha messo a confronto le più rilevanti voci critiche contemporanee sul celebre romanzo dello scrittore fiorentino, analizzato secondo una pluralità di prospettive disciplinari. «Tornare a parlare di Pinocchio in Università, e in particolare in due Atenei milanesi dove mai si era tenuto un convegno su questo argomento, risponde a un duplice obiettivo – ha detto Paola Ponti, ricercatrice in Cattolica e responsabile scientifica dell’evento insieme al collega dell’Università Statale Martino Marazzi –.

Innanzitutto, interrogare nuovamente il testo partendo da un approccio filologico e da indagini intertestuali e linguistiche rispettose delle più recenti riflessioni emerse nell’ambito dell’Edizione Nazionale in corso». L’altro obiettivo è valorizzare anche altri approcci, che confermano la fortuna e la versatilità di un classico della letteratura italiana che si è affermato attraverso molteplici canali, come il cinema, la tv, i fumetti, le immagini, gli oggetti di design. La giornata di studio in Cattolica si è articolata in due sessioni, la prima presieduta da Giuseppe Langella, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea in Cattolica, ha coinvolto Daniela Marcheschi, presidente dell’Edizione Nazionale delle Opere di Carlo Lorenzini, con la relazione dal titolo Per rileggere l’Ottocento: aspetti e problemi dell’Edizione Nazionale delle Opere di Carlo Lorenzini, ed Ermanno Paccagnini, direttore del Dipartimento di Italianistica e Comparatistica, con l’intervento Bazzicando tra le fonti di Carlo Collodi. È stata poi la volta di Salvatore Silvano Nigro, del

IN BREVE

Lettori non si nasce, si diventa

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Politecnico Federale di Zurigo, e di Paola Ponti con il contributo «Il tempo è moneta». Pinocchio e il denaro. Nella seconda sessione, coordinata dal professor Pierantonio Frare, sono intervenuti come relatori i professori dell’Ateneo Silvano Petrosino che si è soffermato su Il dovere di diventare ciò che si è: il caso Pinocchio, e Sabrina Fava che ha preso in esame Pinocchio e il teatro. Alberto Carli, dell’Università del Molise, ha infine analizzato Le ipotesi esegetiche fra testo e immagine nelle Avventure di Pinocchio mentre Pietro Frassica, dell’Università di Princeton, ha illustrato Le nuove voci dei media americani a proposito di Pinocchio e Geppetto.

ome si diventa lettori? La domanda presuppone una premessa, e cioè che la passione verso la lettura è una conquista culturale e non un dato naturale. Lo dimostrano gli studi della neuroscienziata cognitivista Maryanne Wolf che sono i punti di riferimento imprescindibili per Aidan Chambers, scrittore e saggista inglese, tra i più autorevoli protagonisti internazionali della riflessione sull’educazione alla lettura. Chambers ha tenuto un incontro su Diventare o essere lettori? organizzato, lo scorso maggio, dal Dipartimento di Pedagogia in collaborazione con la casa editrice Equilibri, dove insieme all’autore sono intervenute Simonetta Polenghi, direttrice del Dipartimento, e Sabrina Fava, docente di Letteratura per l’infanzia della Cattolica. Nella faticosa conquista della lettura che il bambino si trova ad intraprendere, la figura dell’adulto è necessaria per innescare il processo di sviluppo della persona verso l’essere un lettore competente e appassionato. Qui il cuore della lezione di Aidan Chambers, che chiama i futuri insegnanti ad avere un ruolo attivo nell’educazione alla lettura.

Un ricordo di Renata Lollo di Sabrina Fava* ENATA LOLLO, (nella foto) già ordinaria di Letteratura per l’infanzia in Università Cattolica, docente nelle sedi di Milano e Piacenza, coordinatrice del Dottorato di ricerca in Pedagogia/Education, è morta lo scorso 26 aprile a Milano dopo una lunga malattia. La comunità accademica e universitaria l’ha ricordata mercoledì 10 maggio con una Santa Messa in suffragio nella cappella dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Persona riservata e sensibile, orientata all’ascolto e al dialogo responsabile, Renata Lollo, ha fondato su tale stile di vita la propria attività di fine e appassionata studiosa in ambito letterario in principio per approdare poi al settore storico-educativo e con particolare riferimento alla letteratura per l’infanzia. Gli studi universitari in Materie Letterarie alla facoltà di Magistero dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano le consentirono di incontrare la poesia e la spiritualità di Clemente Rebora e la sua Scelta tremenda (1967) è ancor oggi uno studio di valore e riconosciuto a livello scientifico. Negli anni Settanta e Ottanta seguirono in

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particolare gli studi sulla Scapigliatura e su Luigi Gualdo, mentre dal 1994 con il passaggio dal dipartimento di italianistica a quello di Pedagogia curvò le proprie ricerche in ambito storico-educativo su figure di scrittrici per ragazzi come Felicita Morandi, Lina Schwarz, Daria Banfi Malaguzzi Valeri, Olga Visentini, su processi di sviluppo dell’editoria e della cultura magistrale tra Otto e Novecento. Si distinsero fondate riflessioni sull’epistemologia della letteratura per l’infanzia specie con i saggi Lo spazio del leggere come crocevia di relazioni (2000) e in La letteratura per l’infanzia tra questioni epistemologiche e istanze educative (2002) e con la corposa monografia Sulla letteratura per l’infanzia (2003). In questi studi portò a compimento la distinzione relazionale tra autore, testo letterario e lettore, definita «relazione triadica». Renata Lollo giunse così a chiarire ruoli e responsabilità diverse assegnate all’adulto nella veste di autore e di educatore e al bambino nella veste di fruitore attivo del testo e di lettore consapevole. Nel contempo attribuì uno spazio non autoreferenziale all’opera letteraria in quanto depositaria di qualità contenutistiche e formali.

Qualità che spingono a individuare l’invisibile custodito dalla parola, che diviene anche messaggio educativo e ricerca di un Oltre. Questo faro ha illuminato l’acuta profondità della riflessione di Renata Lollo, le ha permesso di definire un metodo rigoroso di ricerca e di mettere a disposizione della comunità scientifica una ricchezza di doni che chiedono di essere coltivati ulteriormente. Sostenuta da una fede tanto profonda quanto discreta, ha portato avanti il suo magistero con limpida e salda onestà, sempre anteponendo i bisogni di studenti e allievi anche alle sue difficoltà fisiche, presenti negli ultimi anni. La sua rettitudine, il suo rigore scientifico e il suo sguardo sensibile restano nei cuori di chi l’ha conosciuta. * professoressa di Letteratura per l’infanzia presso la facoltà di Scienze della formazione PRESENZA 3-4, MAGGIO-AGOSTO 2017

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Stupidi funzionali, un danno all’impresa BANKING & FINANCE

Chicago, professore per un giorno

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A STUPIDITÀ funzionale fa male all’azienda. Lo dice l’HR Trends and Salary Report 2017 di RandStad che quest’anno ha coinvolto l’Alta Scuola in Psicologia “A. Gemelli” dell’Università Cattolica come partner scientifico della ricerca. Il 43% delle direzioni HR pensa che l’atteggiamento di adesione acritica alle direttive dei vertici aziendali, porti al fallimento degli obiettivi dell’impresa, contro il 36% che invece ne dà un giudizio positivo. Inoltre il 64% dei dirigenti Risorse umane considera il conflitto creativo un utile strumento di lavoro, ma meno di uno su tre si adopera concretamente per sostenere un sano confronto critico in azienda. Nella valutazione dell’impatto della stupidità funzionale sugli obiettivi aziendali, i sostenitori di un approccio più critico alle attività da svolgere ritengono che in questo modo si acquisirebbe un vantaggio sul piano strategico, mentre i fautori dell’adesione acritica puntano sul contenimento dei tempi e dei costi. In particolare, il 59% dei dirigenti HR ritiene che la stupidità funzionale aumenti le probabilità di fallire l’obiettivo di posizionarsi come azienda innovativa sul mercato (contro il 33% che

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invece pensa che possa portare al successo) e il 49% teme che questo approccio limiti le possibilità di ridefinire standard di settore, prodotto, servizio (contro il 31% che invece ritiene che possa avere un impatto positivo), mentre soltanto il 25% pensa che la modalità “stupido funzionale” renda più difficile raggiungere gli obiettivi di lavoro rapidamente (contro il 46% di parere opposto) e ridurre i costi di gestione (contro il 35% di opinione contraria). Infine, l’accettazione incondizionata delle prassi aziendali influenza anche la capacità di attrarre nuovi talenti in azienda: in senso negativo per il 51%, positivamente per il 36%. «Questa ricerca va a esplorare il polo entro cui la vita organizzativa di un’azienda inevitabilmente si muove: da un lato la tendenza a cercare stabilità, a ripercorrere ciò che è già stato un valore, e quindi a cercare omogeneità tra le persone, dall’altro il misurarsi con la differenza e il conflitto degli attori coinvolti» spiega Caterina Gozzoli (nella foto), direttrice dell’Alta Scuola di Psicologia Agostino Gemelli dell’Università Cattolica. «Questa oscillazione, che fa parte in maniera fisiologica dei processi di lavoro, in alcuni momenti può portare

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a fissare l’organizzazione in pratiche di lavoro già note, condivise e rassicuranti ma anche meno aperte al nuovo. Quindi la stupidità è funzionale perché è un modo di proteggersi. Ma, se questa nel tempo diventa l’unico registro stabile, non lasciando spazio alla creatività e alla divergenza di visioni, il rischio per l’organizzazione è di non potersi innovare e di non essere competitiva nel medio termine. In merito al talento, la ricerca evidenzia come il concetto stesso debba essere messo in dialogo con le culture organizzative specifiche delle singole aziende. Non si tratta di un talento astratto e assoluto ma legato al contesto. D’altro canto, sempre di più i talenti per essere trattenuti hanno bisogno non solo di un riconoscimento salariale o di benefit, ma anche di un buon clima di lavoro, di un senso di appartenenza, di un’identificazione con l’azienda e di una progettualità condivisa in cui crescere».

uesta volta la lezione l’ha tenuta lo studente. Di fronte a una platea di accademici e professionisti di uno dei più importanti appuntamenti annuali di finanza internazionale. Francesco Bianchi (nella foto), studente all’ultimo anno di studi magistrali nel corso di Banking & Finance, è stato invitato a parlare alla nona conferenza di R/Finance che si è tenuta a Chicago dal 19 al 20 Maggio. Francesco ha avuto l’opportunità di presentare un paper scritto congiuntamente con Lorenzo Mercuri, docente di Applied Statistics For Finance alla facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, e con Edit Rroji, del dipartimento di Statistica e metodi quantitativi dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Al centro del suo intervento il programma R, un software di analisi statistica “open source” usato da parecchi milioni di persone nel mondo. Suo competitor è Matlab, programma dalle stesse potenzialità, ma a pagamento. Sia R sia Matlab sono utilizzati dal mondo del lavoro, soprattutto in ambiti quantitativi o di data analysis. In particolare, il paper si è concentrato sull’implementazione di un modello econometrico (Cogarch) utilizzato nelle analisi delle serie storiche. Durante la conferenza Francesco ha potuto presentare i risultati ottenuti con un particolare focus sui codici scritti appositamente per implementare il modello, la cui particolarità e novità risiede in una miglior gestione della volatilità di un determinato portafoglio di titoli.


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Vademecum per viaggiare sicuri di Alessandro Burato TATE PROGRAMMANDO un viaggio? Non dimenticate che, se esistono delle destinazioni che presentano rischi maggiori, nessuna località può dirsi “sicura” al cento per cento. Per scegliere il proprio itinerario è fondamentale informarsi sulla destinazione, non solo per godersi a pieno la vacanza, ma anche per avere notizie circa lo stato della sicurezza del luogo ed eventuali contatti che potrebbero tornare utili in caso di necessità. Il Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale (Cesi) dell’Università Cattolica ha pubblicato sul proprio sito alcune schede informative prodotte dal gruppo di lavoro dell’Emergency Team composto dal professor Marco Lombardi e da ricercatori di Itstime - Centro di ricerca sulla sicurezza dell’Ateneo - dalle quali possono essere tratti spunti pratici per organizzare il viaggio. Ovviamente il Ministero degli Affari Esteri ha dedicato un intero

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sito all’attività dell’Unità di Crisi per informare i cittadini circa le criticità delle destinazioni dei loro viaggi (Viaggiare sicuri), e permettergli di segnalare alla stessa unità di crisi i loro spostamenti (Dove siamo nel mondo) anche attraverso una app dedicata. Rimanere in contatto, infatti, è un aspetto importante per avere o inviare eventuali segnalazioni, ma lo è anche procurarsi i contatti di Ambasciata e/o Consolato nel caso fossero necessari. Informarsi sulla destinazione include anche approfondire il minimo necessario la cultura del posto in cui si andrà a trascorrere il soggiorno. Rispettare usi e costumi del luogo è una buona prassi per evitare di incorrere in spiacevoli situazioni. La preparazione del viaggio non è fatta solo della scelta della destinazione ma anche di tutte quelle pratiche che vanno dall’eventuale richiesta di visti alla stipula di assicurazioni di viaggio o sanitarie, fino a piccoli accorgimenti che possono però ridurre i problemi.

Per esempio, controllare che sul passaporto non ci siano registrate mete che potrebbero complicare il viaggio consente di evitare spiacevoli inconvenienti alla frontiera. Ma anche avere copia di tutti i documenti necessari, a partire dal passaporto, alla carta di credito, fino alle prescrizioni mediche, che devono sempre essere accompagnate dal nome generico del farmaco. Una volta sul posto, godersi la vacanza è un obbligo. Non diventare paranoici, ma rimanere sempre vigili è un buon atteggiamento da adottare, specie in luoghi particolarmente affollati dove la confusione può essere tanta. Ma

La seconda vita dei campioni a livello agonistico: missione impossibile? Sì, secondo gli sportivi italiani intervistati dall’Alta Scuola in Psicologia “A. Gemelli” (Asag), nell’ambito dell’indagine europea Regional Center for Dual Career Policy and Advocacy (DC4AC). Il team di psicologi dell’Asag, guidato dalla professoressa Caterina Gozzoli, ha intervistato 115 atleti di alto livello o riconosciuti di talento, provenienti da tutt’Italia e da vari sport (basket, atletica, calcio, scherma, baseball, ginnastica, tennis tavolo, arti marziali, boxe, tiro a segno e sport invernali), con un’età media di 24 anni. Mediamente gli sportivi chiamati in gioco ritengono che sia molto complesso conciliare lo sport con lo studio, nonostante la maggior parte di loro sia iscritta all’Università (56%), frequenti una Scuola superiore (12%), un’altra buona quota è atleta professionista (15%) o ha un

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TUDIARE E FARE SPORT

lavoro (18%, contando chi ne ha uno full time o part time). Quello della Dual Career è un tema cruciale per il mondo dello sport. «Nell’Handbook delle pratiche italiane, elaborato nell’ambito del progetto europeo, abbiamo riunito tutto ciò che in Italia si fa in materia di duplice carriera degli atleti» spiega Chiara D’Angelo, la psicologa dell’Asag che ha curato lo studio. Attraverso questa ricerca, sono stati individuati 28 progetti italiani, di cui otto gestiti dalle Federazioni, sei da Università, quattro da Ministeri, quattro da associazioni di giocatori, tre da aziende e tre co-finanziati dall’Unione Europea. «I risultati prodotti indicano un’attenzione crescente verso il tema» prosegue Chiara D’Angelo. «Anche se, purtroppo, a livello legislativo è ancora scarsa la normativa in materia, che recepisca e renda operative le Linee guida europee elaborate». Per agevolare la duplice

carriera in Italia sono già previsti agevolazioni finanziarie, percorsi di formazione/ orientamento professionale, programmi di studio flessibili (come per esempio lo studio tramite piattaforme online), servizi di supporto medico/ psicologico, servizi di tutorship scolastica, vitto e alloggio in residenza o collegio. E per il futuro? I “talenti” intervistati, tra le iniziative che potrebbero facilitare il passaggio al dopo carriera atletica, prediligono l’opportunità per gli atleti in via di ritiro o già ritirati di entrare in contatto con persone provenienti dal mondo aziendale e lavorativo, in modo da comprendere le richieste e aspettative. A questo si aggiunge la possibilità di monitorare i lavori a disposizione e segnalarli agli atleti ritirati o proporre tirocini part time, o impieghi part time, seguiti da attività di mentoring da parte di senior manager. Una pratica che in Università Cattolica è già realtà grazie alle iniziative di Cattolicaper lo Sport.

anche evitare di partecipare o trovarsi all’interno di manifestazioni o parate può ridurre l’esposizione a eventuali rischi. L’ultimo accorgimento è invece dedicato agli operatori del settore che, nel promuovere un turismo sicuro quale quello richiesto dai viaggiatori, devono essere consapevoli che la sicurezza è anche e soprattutto fatta dalla consapevolezza stessa dei turisti che necessitano, se già non richiedono, di essere educati alla gestione di eventuali imprevisti che dovessero verificarsi durante il periodi di viaggio.

UN PROGETTO EUROPEO

Regional Center for Dual Career Policy and Advocacy

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l progetto Regional Center for Dual Career Policy and Advocacy coinvolge una cordata di otto partner provenienti da sette Paesi europei, tra cui l’Italia con l’Università Cattolica e l’Alta Scuola di Psicologia “Agostino Gemelli” per la valutazione e l’implementazione delle Linee Guida europee in ambito dual career degli atleti di élite. Il Progetto, finanziato dal programma europeo Erasmus+ Sport, intende dare vita ad un organo, il Regional Center for Dual Career of Èlite Athletes, che possa costituire un polo d’eccellenza nel monitoraggio, valutazione e ricerca sui temi della doppia carriera. In particolare il progetto vuole approfondire i bisogni e le aspettative degli atleti di alto livello in merito al dual career, avendo in mente, come punto di partenza, proprio le Linee Guida redatte su questo tema da parte dell’Unione Europea, e contemporaneamente fare una fotografia della situazione nazionale di ciascun Paese coinvolto riguardo questa tematica. PRESENZA 3-4, MAGGIO-AGOSTO 2017

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Assicuratori quasi per gioco

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Borse di studio per ricordare Mario Napoli

ESTIRE PER TRE MESI i

panni di “consulente” e realizzare un vero e proprio piano assicurativo aziendale è il mandato del business game che il professor Lodovico Marazzi organizza da quattro anni all’interno del suo corso di Mercati e prodotti assicurativi, della laurea triennale di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, in collaborazione con l’Associazione Italian Broker di Assicurazione (Aiba), per far comprendere meglio gli argomenti teorici trattati in aula. A distinguersi nell’edizione 2017, la cui tappa finale si è disputata il 29 maggio, sono stati Riccardo, Emanuele, Stefano e Simone: la loro squadra è salita sul podio sbaragliando le altre per

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aver realizzato in tutte le fasi della competizione report completi e analitici, ma anche molto efficaci dal punto di vista della presentazione secondo gli standard della consulenza assicurativa. «Gli studenti, divisi in squadre e in competizione tra loro per redigere il miglior programma – spiega il professor Marazzi –, per tutto il periodo del percorso, della durata di tre mesi,

sono affiancati dai brokers dell’Aiba, incontrano assicuratori e ottengono una “vera” quotazione su cui ragionare. Si cerca, in questo modo, di ripercorrere e far “respirare” quello che avviene giornalmente nel mercato assicurativo». Un’attività talmente apprezzata che quest’anno ha raggiunto il record di partecipanti con 12 squadre in gara.

Due scholarship per la LSE di Londra

ONO Francesco Bucciaglia e Jessica Pedroni, laureandi in Economia delle imprese e dei mercati dell’Università Cattolica, i vincitori delle borse di studio erogate da UnipolSai e Banco BPM. Selezionati tra una rosa di partecipanti al bando promosso dalla facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, per l’anno accademico 2017/2018 i due studenti della Cattolica voleranno a Londra per frequentare il Diploma in Accounting and Finance della London School of Economics, nell’ambito del programma congiunto con la laurea magistrale in Banking and Finance

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DIRITTO DEL LAVORO

dell’Università Cattolica. «Questa è una tappa di eccellenza del percorso di internazionalizzazione della facoltà di Scienze Bancarie: consentirà infatti di sviluppare professionalità di alto livello formando protagonisti della comunità finanziaria del domani» ha detto la preside Elena Beccalli intervenuta alla premiazione insieme con il direttore del Diploma in Accounting and Finance di LSE Pascal Frantz. La Facoltà da quest’anno accademico ha sviluppato una partnership con LSE che dà agli studenti la possibilità di ottenere, al termine della laurea magistrale, due titoli: la

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magistrale in Banking and Finance e il Diploma in Accounting and Finance, frequentando il primo anno del biennio presso la London School of Economics e realizzando poi un sistema di mutuo riconoscimento degli esami sostenuti. Il progetto ha trovato il sostegno di UnipolSai e Banco BPM che hanno deciso di sponsorizzare l’iniziativa, con un importo rispettivo di 15mila e 10mila euro. «Queste borse di studio – ha sottolineato Alberto Federici, direttore comunicazione UnipolSai – indicano il ruolo sociale che oggi un’azienda può rivestire all’interno delle università».

ontratto e rapporti di lavoro, oggi è il tema della lectio in ricordo del professor Mario Napoli che si è tenuta lo scorso 22 maggio in Cattolica, per iniziativa congiunta delle facoltà di Economia e di Giurisprudenza. L’evento è stato inoltre l’occasione per la consegna dei premi di laurea dedicati alla memoria del professor Napoli, già docente di Diritto del lavoro dell’Ateneo e di Vito Milano, indimenticata figura di appassionato sindacalista della Fim-Cisl.

Pietro Martello, presidente della Sezione lavoro del Tribunale di Milano, ha consegnato i premi di laurea per le migliori tesi magistrali discusse negli anni 2015/ 16 in Cattolica in materia di Diritto del lavoro e sindacale e di Storia delle relazioni industriali. Il premio Mario Napoli è stato attribuito ex aequo a Chiara Calì (tesi su Rapporti di lavoro e gruppi d’impresa) e Giulia Gualdoni (tesi su Misure di promozione dell’invecchiamento attivo). Hanno invece ricevuto ad ex aequo il premio Vito Milano Irene Martella (tesi su Le forme di sostegno al reddito nei casi di disoccupazione) e Nicolò Rossi (tesi su Contrattazione collettiva e rappresentanze sindacali aziendali nell’attuale contesto). Dopo i saluti del preside della facoltà di Giurisprudenza Gabrio Forti, Roberto Voza dell’Università di Bari ha condotto la lectio nel merito dell’omonima opera di Mario Napoli, sottolineandone l’importanza per lo sviluppo successivo della materia. Il rigore metodologico e l’approccio problematico che la caratterizzano la rendono utile anche per affrontare le nuove sfide che la digital economy pone al contratto di lavoro. La figura del professor Napoli è stata inoltre ricordata dai colleghi nonché amici Alberto Cova, emerito di Storia economica, Giorgio Pastori, emerito di Diritto amministrativo e Tiziano Treu emerito di Diritto del lavoro.


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Titolo onorifico a Quadrio Curzio dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato. L’Ordine Piano (indicato anche con il nome di Ordine di Pio IX) è attualmente il primo Ordine cavalleresco regolarmente conferito della Santa Sede apostolica ed è il più prestigioso ordine equestre pontificio regolarmente conferito anche ai laici.

L PROFESSOR Albero Quadrio

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Curzio, emerito di Economia politica e presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, lo scorso 17 maggio ha ricevuto in Vaticano il titolo onorifico di Cavaliere dell’Ordine Piano, conferitogli da Papa Francesco e consegnatogli dal cardinale Domenico Calcagno. Per l’occasione è stato ricevuto

Uomini al lavoro, in mostra i ritratti di Marasco PERAI, PESCATORI, muratori, giardinieri, fornai, taglialegna. Uomini al lavoro ritratti in bianco e e nero. Sono questi i soggetti della mostra di Attilio Marasco – un apprezzato e noto fotografo italiano le cui foto hanno fatto il giro del mondo – inaugurata lo

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scorso 8 giugno nella sede distaccata di via Nirone dell’Università Cattolica di Milano in occasione della Photo Week Milanese. Labor – che in latino indica lavoro, fatica, pena e tormento – è il titolo perfetto di una mostra che espone fotografie di uomini soli ritratti con i loro

strumenti da lavoro, uomini tutti accomunati dalla fatica quotidiana del loro mestiere.

Brandstorm L’Oréal, vince il team della Cattolica RIANNA MARTA, Jacopo Messei e Alessandra Vaghi della facoltà di Economia della Cattolica sono il team vincente dell’edizione Italiana di Brandstorm, il business game promosso da L’Oréal che permette agli studenti di

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calarsi nei panni di un collaboratore dell’azienda e di trasformare in realtà le proprie idee innovative. Il team vincente della Cattolica ha ideato il prodotto Arjal, un gel in capsule per viso, mani e corpo che idrata e rinfresca con un semplice battito di mani. Brandstorm è una

delle maggiori competizioni per studenti al mondo, con oltre 95.000 partecipanti da più di 61 paesi in 25 anni. In Italia, l’edizione 2017 ha coinvolto il numero maggiore di studenti della storia del contest: 781 iscritti sulla piattaforma provenienti da 12 università.

I consigli di Brunello Cucinelli ai neolaureati SCORSO 21 APRILE Brunello Cucinelli (a destra nella foto), il noto imprenditore umbro alla guida dell’azienda famosa per la produzione della maglieria in cashmere, è intervenuto come ospite d’onore alla cerimonia di proclamazione dei dottori in Economia dei mercati e degli intermediari finanziari da parte della preside di Facoltà Elena Beccalli. «Essere sempre rispettosi verso tutti e presentarsi direttamente nelle aziende dove si vuole lavorare: un sorriso, un volto fanno la differenza rispetto all’invio di tanti curricula» sono i consigli che Cucinelli ha rivolto ai neolaureati durante la cerimonia, a cui ha preso parte anche la proret-

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trice Antonella Sciarrone Alibrandi. L’imprenditore ha inoltre suggerito e raccomandato di studiare e lavorare il giusto, ma non bisogna dimenticarsi di dedicare del tempo a noi stessi, alle relazioni umane e alla vita,

e soprattutto ricordarsi di avere sempre stima anche di coloro che svolgono lavori umili e che vengono da altri Paesi. Principio questo basilare per una buona convivenza e un ambiente lavorativo accogliente e sereno.

MUSICA

Oriel College di Oxford in concerto

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ritornata la grande musica universitaria nei chiostri di largo Gemelli. Lo scorso 28 giugno i chiostri di Largo Gemelli hanno ospitato uno dei prestigiosi cori di Oxford. Quest’anno sono stati accolti i rappresentanti di uno dei college più antichi della famosa cittadina universitaria, l’Oriel College il quinto più antico per anno di fondazione, luogo di illustri personaggi che hanno fatto la storia culturale, religiosa e politica dell’Inghilterra.

Il coro dell’Oriel è il “chapel choir” di un college storico di Oxford, pieno rappresentante di una tradizione musicale e culturale che la Cattolica ha imparato ad apprezzare nel corso di questi anni di esibizioni di cori d’oltremanica. Esso rappresenta molto più di un ensemble musicale: è il segno di una lunga storia culturale che corre attraverso le chiese cattolica e anglicana, attraverso lo studio e la disciplina dell’università. Il coro è diretto da David Maw, professore all’Università di Oxford, che ha guidato l’ascolto della corale inglese con uno sguardo particolare sul compositore italiano Claudio Monteverdi nell’anno monteverdiano (1567-2017). Nel concerto dello scorso giugno il direttore dell’Oriel ha voluto fare un omaggio al grande compositore inserendo due brani nei programmi dei concerti che, come negli anni scorsi, si sono tenuti presso l’Università Cattolica di Milano, la Chiesa di S. Francesco in Lodi, la Chiesa di S. Bernardino a Crema e nella Basilica di S. Marco. In virtù di questo omaggio musicale nel tour di quest’anno c’è stata una novità: un ensemble barocco di strumenti ha accompagnato il coro inglese nell’esecuzione di quattro brani del programma. In Cattolica il coro di Oxford – dopo le prove come al solito aperte al pubblico (nella foto un momento delle prove) – ha eseguito nel concerto serale in Aula Magna brani di Monteverdi insieme al Coro e Ensemble dello Studium musicale d’Ateneo “Note d’inChiostro”. PRESENZA 3-4, MAGGIO-AGOSTO 2017

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L’Osservatorio indaga i crediti deteriorati CREDITI DETERIORATI,

meglio noti come Non-performing loans (NPL). Come pure la riforma delle banche popolari italiane. Sono questi alcuni temi affrontati nel secondo numero dell’Osservatorio Monetario (2/2017), l’analisi sulla congiuntura economica

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nazionale e internazionale curata dal Laboratorio di analisi monetaria (Lam), in collaborazione con le facoltà di Economia e Scienze finanziarie, bancarie e assicurative dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Associazione per lo Sviluppo degli Studi di Banca

e Borsa (Assbb). Alla presentazione del rapporto, che si è tenuta martedì 27 giugno, sono intervenuti i docenti dell’Università Cattolica Andrea Boitani, Marco Botta e Fiorenzo Di Pasquali. Ha coordinato i lavori Marco Lossani, direttore del Lam.

Congressi&eventi, report presentato in Campidoglio N ITALIA NEL 2016, con riferi-

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mento a 5.630 sedi per congressi ed eventi, sono stati realizzati 386.897 eventi di almeno 4 ore con un minimo di 10 partecipanti, per un totale di 28.173.514 partecipanti e 42.706.559 presenze. È uno dei

dati emersi dalla terza edizione dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi, realizzato dall’Alta Scuola di Economia e Relazione Internazionali dell’Università Cattolica, con il coordinamento del professor Roberto Nelli. La ricerca è stata

presentata il 4 luglio nella Sala della Protomoteca del Campidoglio di Roma. All’iniziativa, promossa da Federcongressi&eventi, è intervenuta Dorina Bianchi, sottosegretario ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Filosofia, borse di studio Bernoni ai migliori studenti ER L ’ ANNO ACCADEMICO 2016/2017 l’avvocato Giuseppe Bernoni e la dottoressa Valeria Pella hanno destinato 6 borse di studio per reddito e merito a favore di studenti iscritti al secondo e terzo anno in corso della laurea triennale in Filosofia (facoltà di Lettere e Filosofia) e al secondo anno in corso della laurea magistrale in Filoso-

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fia (interfacoltà Lettere e Filosofia e Scienze della Formazione). Nel corso di una cerimonia, che si è svolta lo scorso aprile alla presenza del professor Massimo Marassi, sono state conferite per quest’anno 2 borse di studio a Daniela Pia Del Gaudio e a Pietro Risoluto, quali studenti meritevoli rientranti nelle graduatorie stilate dall’Ateneo. Le altre

borse saranno riassegnate il prossimo anno accademico.

Geopolitica, lo sguardo degli studenti sul mondo

L 24 E 25 MAGGIO si sono tenuti

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nella sede di Largo Gemelli dell’Università Cattolica gli incontri conclusivi dei corsi di Geopolitica coordinati dal professor Riccardo Redaelli, docente di Geopolitica della facoltà di Scienze politiche e sociali, con alcune scuole secondarie di secondo grado appartenenti al tessuto sociale piemontese e lombardo. L’incontro di presentazione dei lavori e finali – che è stato introdotto dal preside Guido Merzoni 30

della facoltà di Scienze Politiche e Sociali - ha coinvolto docenti e studenti degli istituti G. Pascoli e Cellini (Valenza), e degli istituti Leardi e Balbo (Casale Monferrato), da ormai otto anni parte integrante del network Ce.St.In.Geo (Centro di Studi Internazionale di Geopolitica) fondato dal professor Maurizio Carandini. Da quest’anno il progetto formativo si è esteso anche agli istituti Don Milani (Romano di Lombardia) e Facchetti (Treviglio) con ottimi

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risultati. Agli studenti è stato chiesto di organizzarsi in gruppi di lavoro tematici per realizzare propri progetti di ricerca, discutere degli argomenti esaminati nel corso dell’iniziativa e porre una serie di quesiti al corpo docente. Le due giornate conclusive si sono rivelate particolarmente stimolanti, dimostrando l’interesse per le discipline geopolitiche e il coinvolgimento degli studenti nelle problematiche analizzate durante l’anno. Fra i diversi argomenti affrontati sono emerse le seguenti tematiche: implicazioni della minaccia jihadista, la loro incidenza a livello mediatico, l’eredità delle primavere arabe e il complesso scenario africano, i push e pull factors legati ai processi migratori, l’eredità coloniale francese e gli effetti della Brexit.

E-BOOK

Da Neet a risorsa per il paese

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disponibile da luglio il nuovo e-book dal titolo Una generazione in panchina – da Neet a risorsa per il paese, realizzato dall’Istituto Toniolo, edito da Vita e Pensiero. Il volume raccoglie le versioni riviste ed estese dei contributi presentati al Neeting, il primo convegno nazionale sui Neet tenutosi in Università Cattolica lo scorso novembre. Si tratta del sesto quaderno del Rapporto Giovani, a cura di Sara Alfieri ed Emiliano Sironi. Proprio dai dati del Rapporto Giovani, raccolti ad ottobre 2016 su un campione rappresentativo di 5200 giovani tra i 18 e i 34 anni, emerge come molti di coloro che si trovano nella condizione di Neet desiderino un lavoro e come la grande maggioranza lo stia cercando. Ma anche una buona parte di chi non sta cercando attivamente occupazione, spesso perché oramai scoraggiato, accetterebbe subito un’offerta. L’e-book è scaricabile gratuitamente dal sito www.osservatoriogiovani.it e www.vitaepensiero.it


roma

Per la ricerca una giornata da Nobel N OCCASIONE della sesta edizione della Giornata per la Ricerca promossa dalla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica e dalla Fondazione Policlinico A. Gemelli di Roma, lo scorso 25 maggio, sono stati presentati i risultati di studi e le ricerche in corso sul tema della Medicina personalizzata, in particolare in tre aree: oncoematologia e immunologia dei tumori, microbiota e antibiotico-resistenza, sindromi coronariche e diabete. Il tutto con il fine di individualizzare i percorsi diagnostici e le terapie, massimizzarne l’efficacia e minimizzarne gli effetti collaterali. La Giornata, aperta dal saluto del rettore Franco Anelli, è stata arricchita dagli interventi del professor Amartya Sen, Nobel per l’Economia 1998 e del professor Robert Huber, Nobel per la Chimica 1988. Ha partecipato monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e, in conclusione, monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università ha consegna-

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IN BREVE

La Sede in festa per il Sacro Cuore

to al presidente e Ad di Danone Spa Marco Gosselin il Premio Giovanni Paolo II per l’impegno nella ricerca e nei programmi di educazione sanitaria. «La Giornata per la Ricerca – afferma il preside di Medicina Rocco Bellantone – abbraccia quest’anno una tematica di primo piano in medicina: con la scoperta del genoma umano si è compreso sempre di più che la stessa malattia non è uguale per tutti i pazienti che ne soffrono e che lo stesso farmaco non ha identici effetti su tutti coloro cui viene somministrato». «Per raggiungere importanti obiettivi clinici e di ricerca per il bene dei pazienti – afferma Enrico Zampedri, direttore generale del Policlinico Gemelli – c’è bisogno che medici, operatori e ricercatori vengano affiancati e sostenuti da una organizzazione ospedaliera che deve funzionare come un orologio di precisio-

ne con tutti gli ingranaggi che lavorano in sincrono. Oltre a un’efficace organizzazione e gestione ospedaliera c’è bisogno di continui investimenti e di collaborazioni con partner qualificati». Grande è l’impegno di facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica e Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma sul fronte della ricerca biomedica: con 321 nuovi progetti di ricerca no profit che ogni anno portano a oltre 1500 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali, oltre 16,4 milioni di euro di ricerca finanziata nel corso del 2016, 17 brevetti attivi e depositati, 71 progetti finanziati a livello europeo e internazionale avviati negli ultimi 5 anni, 175 sperimentazioni cliniche avviate e oltre 380 collaborazioni e assegni di ricerca attivati ogni anno grazie a finanziamenti alla ricerca.

Medicina, formazione e ricerca accordo con Jefferson University UNIVERSITÀ Cattolica e la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli insieme alla Thomas Jefferson University (TJU), prestigiosa università statunitense con sede a Filadelfia, per sviluppare aree di cooperazione nel campo della formazione e della ricerca in medicina. È questo il cuore del Memorandum di Intesa siglato il 29 maggio tra il rettore dell’Ateneo Franco Anelli, il presidente della Fondazione Policlinico A. Gemelli Giovanni Raimondi e il presidente della TJU Stephen Klasko. L’accordo permetterà di attivare ricerche in ambito medico

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facendo confluire casistiche e finanziamenti cui possono avere accesso le due Università. Questo consentirà alla Cattolica di entrare a far parte del network internazionale di università collegate alla Jefferson. I due Atenei attiveranno uno scambio di studenti dei rispettivi corsi di laurea in Medicina per esperienze cliniche della durata di un mese (Clinical Rotation) o per periodi di ricerca di uno/due mesi (Research Rotation). Obiettivo della collaborazione è anche realizzare un programma che consenta agli studenti del corso di laurea in lingua inglese Medicine & Surgery dell’Università

Cattolica di accedere, alla fine dei loro studi, sia alla specializzazione europea, sia a quella americana, avendo trascorso il 4° e il 5° anno presso la Thomas Jefferson University con indiscutibili vantaggi sia competitivi che economici per gli studenti. Il Memorandum ha lo scopo di facilitare tutte le iniziative di scambio e cooperazione intraprese da Cattolica, Gemelli e TJU nell’ambito dell’insegnamento e della ricerca, nonché lo sviluppo di programmi accademici comuni che coinvolgano le unità amministrative e accademiche attraverso l’implementazione di forme di cooperazione.

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li omaggi al cardinale Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, e a Vincenzo Morgante (nella foto sotto), direttore della testata giornalistica regionale della Rai, sono stati al centro delle celebrazioni della Solennità del Sacro Cuore di Gesù dello scorso 27 giugno nell’Auditorium della sede di Roma dell’Ateneo. Alla cerimonia, aperta dal rettore Franco Anelli, hanno partecipato il direttore amministrativo Marco Elefanti, il preside della facoltà di Medicina e chirurgia Rocco Bellantone, il preside della facoltà di Economia Domenico Bodega, il presidente della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Giovanni Raimondi, il direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Enrico Zampedri e il direttore della sede di Roma Fabrizio Vicentini. «Accolgo questo riconoscimento come un incoraggiamento a spendermi ancora di più nella mia missione» ha detto il cardinale Angelo Comastri, sottolineando come «la testimonianza dell’Università Cattolica è molto importante in questo periodo di inquietudine e disorientamento culturale». «Ogni giorno tutti voi svolgete con grande dedizione il vostro lavoro, voi ascoltate il cuore di questi ragazzi e li portate a essere uomini di cultura capaci di dedicare attenzione e cura a chi soffre» ha affermato invece

Morgante nel suo intervento. Com’è consuetudine sono state poi consegnate le targhe di benemerenza al personale non docente della facoltà di Medicina e chirurgia e della Fondazione Gemelli con 20 anni di servizio, infine, nella Chiesa Centrale, la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Comastri e concelebrata da monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale della Cattolica. PRESENZA 3-4, MAGGIO-AGOSTO 2017

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roma

Stato azionista e pensiero strategico L CONFRONTO DI OGGI è significativo per la comprensione approfondita delle manifestazioni della complessità, la valutazione delle capacità di chi dirige e gestisce nel formulare scelte adattabili in contesti decisionali complessi, la consapevolezza che le scelte di politica economica e industriale di lungo periodo sono correlate ad aspetti di costruzione su basi di evidenze empiriche e fattuali. Questo confronto diventa allora il tema di un’evoluzione di cultura e di priorità decisionali» così Domenico Bodega, preside della facoltà di Economia dell’Università Cattolica, nel saluto di apertura del convegno Lo Stato azionista. Finalità, regole, strumenti che si è svolto il 22 maggio nel palazzo Giustiniani del Senato della Repubblica a Roma. Il convegno, promosso dalla Commissione Industria del Senato e dalla facoltà di Economia, ha visto la partecipazione, fra i relatori di Carlo Calenda, ministro per lo sviluppo economico, del professor Giulio Tremonti, già ministro dell’Economia e delle Finanze, del senatore Massimo Mucchetti, presidente della Commissione Industria del Senato e moderatore dell’incontro, e di Ful-

SCIENZA E TECNOLOGIA

L’Intelligenza artificiale a servizio dell’uomo

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vio Coltorti, docente di Storia economica in Cattolica. Il convegno è stato l’occasione per analizzare la politica delle privatizzazioni e per discutere il ruolo odierno dello Stato nell’economia, sia sotto il profilo delle potenzialità delle imprese nazionali sui mercati esteri sia in relazione all’intervento di gruppi stranieri in Italia e alla necessità di stabilire norme che, nel rispetto delle regole del mercato e dell’Unione europea, permettano al nostro Paese di difendere gli asset strategici. I relatori hanno sottolineato che le imprese nelle quali lo Stato partecipa a livello azionario non solo non sono meno produttive, a livello finanziario, di quelle private, ma spesso lo sono di più. È emerso dagli interventi che il ruolo dello “Stato azionista” può essere importante e positivo in imprese nuo-

ve, innovative e tecnologicamente avanzate che richiedono l’apporto di capitali sia pubblici che privati, essendo gestite da una classe dirigente e manageriale scelta fra le migliori competenze del Paese. Un obiettivo strategico, culturale e politico, questo, che è responsabilità di tutti gli attori del sistema: «Un segnale per noi evidente sta nell’investimento in istruzione, ricerca e innovazione» ha concluso il preside Bodega, rilevando inoltre che il processo di combinazione di conoscenze di ricerca, di esperienze di governo, e di gestione manageriale rappresenta un impegno per tutti: decision makers, ricercatori, responsabili della politica e operatori del settore» (f.m.).

Disabilità e diritti in ospedale E PERSONE DISABILI non necessitano di diritti speciali, ma unicamente di diritti da garantire a tutti i pazienti», così il professor Adriano Pessina, direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica nella sua relazione introduttiva al convegno Il diritto negato. Persone con disabilità e salute tenutosi il 15 giugno al Policlinico Gemelli e promosso dai Centri di Ateneo di Bioetica e per la Vita. «La prima grande sfida è avere una visione centrata non sulla condizione fisica o mentale, ma sulla dignità e sul valore di ogni persona – ha detto

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monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale, nel saluto iniziale – e al tempo stesso essere attenti a organizzare il servizio sanitario perché non si aggiungano le difficoltà del muoversi in ospedale». Secondo una ricerca sul sistema ospedaliero inglese le persone con disabilità vengono discriminate e non curate con attenzione; il 40% di queste persone ha quattro o più comorbilità associate; il 49% delle morti di disabili in ospedale sarebbe evitabile. Questi i dati presentati dal dottor Nicola Panocchia, coordinatore del Comi-

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ntelligenza artificiale e robot: primi «per la risoluzione di molti problemi e attività sociali», ma rischiosi per la «sfida al ruolo che l’uomo occupa all’interno della società». Così monsignor Marcelo Sànchez Sorondo, vescovo e cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze nella speciale lezione sulle prospettive della tecnoscienza e il suo rapporto con lo sviluppo della persona e della società tenuta agli studenti della facoltà di Economia della sede di Roma il 18 maggio. Ha introdotto i lavori Domenico Bodega, preside della facoltà di Economia, alla presenza di Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale della Cattolica. I progressi scientifici e lo studio del cervello, ha ricordato il relatore, «ci hanno portato a fabbricare ‘copie’ del cervello che sono i robot. Ma essi non potranno mai copiare l’intelligenza umana, la sua libertà e volontà». Infatti, ha ricordato, «ciò che ci rende umani non è solo il cervello, c’è qualcosa che trascende il limite della materia: soprattutto è il potere decisionale. La nostra attività non è solo basata sulla conoscenza, ma sulla libertà di decidere, cioè l’ethos, legato all’agire e alla volontà». «Utilizzata come uno strumento – ha aggiunto monsignor Sànchez-Sorondo – l’Intelligenza artificiale può aiutare a progredire ogni ambito della scienza e della società. Può aiutarci a superare i nostri limiti cognitivi, sviluppare le conoscenze mediche, apportare un radicale cambiamento anche nell’ambito dell’istruzione».

tato scientifico “Carta dei diritti persone con disabilità in ospedale” della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli. Molto attesa e commossa è stata la testimonianza degli attori Cesare Bocci e di Daniela Spada, autori del libro Pesce d’aprile sulla propria esperienza di famiglia in cui entra la dimensione delle disabilità: «Un medico dovrebbe pensare che una persona prima di essere malata ha vissuto incosciente di quello che le sarebbe successo, ha avuto la sua storia, paure, aspirazioni» ha detto Bocci. «Avevamo perso la stra-

da giusta – ha aggiunto la moglie Daniela – fino a quando abbiamo incontrato due medici che ci hanno guidato. Ora sono diventata pasticcera e ho aperto una piccola scuola di cucina. Mi sono creata un lavoro che mi dà la possibilità di realizzare i miei sogni» (f.m.).


roma

Una Giornata di Sollievo al Policlinico Gemelli 28 maggio al Policlinico Gemelli è stata celebrata la XVI Giornata nazionale del Sollievo, promossa dal Ministero della Salute, dalla Conferenza delle Regioni e dalla Fondazione Nazionale “Gigi Ghirotti”, per promuovere la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale in favore di tutti coloro che stanno ultimando il loro percorso vitale. Dopo il saluto di Emilio Carelli, presidente della Fondazione Ghirotti, e del professor Numa Cellini, presidente esecutivo della Fondazione, già docente di Radioterapia all’Università Cattolica, ha condotto la giornalista Paola Saluzzi e, tra gli altri, sono intervenuti il conduttore televisivo Fabrizio Frizzi, l’attore Franco Nero e l’e autore televisivo Roberto Giacobbo. È seguita la dimostrazione del dispositivo del “bagno caldo” (HoMe

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OMENICA

TEATRO AL GEMELLI

Il Pinocchio di Sparagna nella Sala MediCinema

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Bed Shower System), che entrerà in funzione nell’Area di Radioterapia oncologica del Policlinico, diretta dal professor Vincenzo Valentini: una speciale macchina che, con dei teli monouso, permette al paziente di provare nuovamente la sensazione di un bagno caldo. Nel pomeriggio la testimonianza della Comunità di Sant’Egidio che ha illustrato l’attività della Villetta della

Misericordia che da giugno 2016 ospita persone senza fissa dimora. Quindi un confronto a più voci su La Carta delle religioni e le cure palliative. A conclusione della giornata la Celebrazione eucaristica officiata da monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita.

La Cattolica è Provider Standard per l’Educazione Continua in Medicina 27 APRILE 2017 la Commissione Nazionale per la Formazione Continua in Medicina ha riconosciuto l’Ufficio Formazione permanente ECM, Convegni e Manifestazioni della Sede di Roma dell’Ateneo Provider Standard ECM per un periodo di 4 anni, con numero identificativo 2463, ai sensi dell’Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano del 2 febbraio 2017 e ai sensi dell’Accordo del 19 aprile 2012 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano. La procedura era stata avviata nel 2011 con la presentazione della domanda di

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Provider provvisorio per l’Università Cattolica e nel 2012 l’accettazione da parte della CNFC. L’ottenimento di questa importante qualifica è avvenuta in seguito ad una attenta verifica da parte dei membri della Commissione Nazionale per la Formazione Continua in Medicina, che si è svolta il 13 ottobre 2016, di tutta la documentazione prodotta dal 2012, ovvero la quadratura dei bilanci di ogni singolo corso, sponsorizzazioni comprese, la relazione annuale inserita nel sistema Agenas, la verifica dei partecipanti e relativi crediti ECM assegnati.

embrava di essere in una sala dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, il pomeriggio del 12 maggio, al Policlinico Gemelli dove il grande autore e musicista della canzone popolare Ambrogio Sparagna ha messo in scena il suo trascinante Pinocchio e le Storie cantate dedicato ai degenti grandi e piccoli dell’ospedale, riuniti nell’occasione insieme ai familiari dei ricoverati. Con grande successo, e con momenti di commozione, a giudicare dal calore con cui lo speciale pubblico ha accolto e accompagnato l’esibizione con un continuo battere ritmicamente le mani a tempo di musica, rispondendo agli “inviti” dell’artista, dei musicisti e degli attori.

Per la prima volta dall’avvio dell’attività della sala cinematografica, promossa da MediCinema Italia Onlus, dove due volte alla settimana vengono proiettati film di prima visione dedicati ai degenti del Gemelli, e dove sono in corso progetti di ricerca sul valore terapeutico del cinema con risultati interessanti, si è sperimentata anche “la terapia di sollievo” con il teatro.

La sfida creativa per l’igiene delle mani N POSTER, UNA COVER per cellulare e un

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laccetto per badge sono i prodotti protagonisti della campagna educativa sul lavaggio e l’igiene delle mani all’interno del Policlinico Gemelli e dell’Università. I risultati emersi dalla quarta cam-

pagna di sensibilizzazione per l’igiene delle mani, promossa dalla Direzione del Policlinico e coordinata dal professor Gabriele Sganga, sono stati resi noti in occasione della Giornata istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che si è celebrata lo scorso 5 maggio.

«L’iniziativa della ‘sfida creativa’ mira a modificare conoscenze e comportamenti di tutti, ma soprattutto degli studenti, perché grazie a loro si possono ridurre le infezioni» ha detto Patrizia Laurenti, direttore del Servizio di Igiene ospedaliera del Policlinico Gemelli. PRESENZA 3-4, MAGGIO-AGOSTO 2017

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brescia

L’equazione della vecchiaia

FISICA Superconduttori, il futuro è vicino

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“fare i conti” con i segni del tempo. Tra questi segni gioca un ruolo fondamentale la sarcopenia, che causa la perdita di forza e massa muscolare che avviene in maniera naturale con l’avanzare degli anni. Questa sindrome, destinata a diffondersi sempre più nei prossimi decenni, colpisce già oggi 50 milioni di persone in tutto il mondo ed è la causa principale di invalidità e del peggioramento della qualità della vita dopo una certa età. Per quanto i sintomi di questa malattia siano evidenti, le cause, la diagnosi e le terapie per prevenirla o curarla non sono ancora ben chiare. Alla domanda “come si può conoscere di più la sarcopenia?” non cercano risposta solo geriatri e medici in generale, ma anche alcuni matematici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che stanno provando a studiarla mediante simulazioni al computer. Tra i vari rami della matematica vi è infatti anche la Meccanica dei Continui, che cerca di descrivere attraverso formule ed equazioni la realtà che ci circonda e che fornisce gli strumenti matematici perfetti per cercare di descrivere questa malattia in modo quantitativo. La ricerca su questo tema è partita nella sede

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UTTI DEVONO

di Brescia dell’Ateneo nel 2013, contemporaneamente a una collaborazione con i medici del Policlinico Gemelli di Roma. E ha già portato a due risultati interessanti. Uno dei problemi principali della sarcopenia è proprio la sua diagnosi e il monitoraggio del suo avanzamento. Stimare la quantità di tessuto muscolare richiede in genere esami medici costosi e invasivi, mentre per la performance non esistono ancora test specifici efficaci. Il punto di partenza è stato quindi quello di trovare una formula che, attraverso un test clinico molto semplice (la cosiddetta BIA) unito a pochi altri dati fisiologici, come sesso, età, lunghezza degli arti, permettesse di calcolare quanta massa muscolare ha il paziente. Grazie invece all’uso di equazioni differenziali piuttosto complicate, è stato anche possibile descrivere la perdita di forza correlata all’età attraverso un modello matematico che fa da base per simulazioni virtuali. In questo modello si è partiti da alcuni dati sperimentali noti su come il tessuto muscolare risponde a un allungamento o a una forza, per inserire poi ulteriori parametri che descrivessero il volume muscolare, la presenza del tessuto connettivo e delle

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fibre muscolari e l’indebolimento delle prestazioni dovuto alla presenza della sarcopenia. Per simulare nel modello l’avanzamento della sarcopenia si è andati ad agire sul meccanismo di attivazione muscolare, inserendo un parametro matematico che ne descrivesse l’indebolimento. Il modello ottenuto permette di descrivere il comportamento di un muscolo che ha perso forza e performance e di studiarne le prestazioni sul monitor di un normale pc, dando così la possibilità di realizzare esperimenti virtuali, al computer, per testare situazioni che sarebbe impossibile testare “in vivo”, come i sovradosaggi di farmaco, le diete estremamente carenti in uno specifico nutriente, la sovraesposizione ambientale a una sostanza nociva”. Con l’obiettivo finale di arrivare a misurare la qualità del muscolo, non solo la quantità. A partire da questi primi risultati, il modello verrà migliorato in modo da tener conto anche della perdita di massa muscolare e della variazione di altri fattori misurabili legati a dieta, stile di vita, assunzione di farmaci ed esposizione ambientale. Simulare l’invecchiamento al computer, quindi, si può e si potrà fare sempre meglio.

n altro passo avanti verso la superconduttività a temperatura ambiente. Un esperimento alle frontiere della fisica della materia rivela che il sogno di un’energia usata in modo più efficiente si può tradurre in realtà. Per la prima volta un gruppo di ricerca internazionale guidato dagli scienziati della SISSA di Trieste, dell’Università Cattolica e del Politecnico di Milano, ha “fotografato” l’interazione tra gli elettroni di uno speciale composto, contenente rame, ossigeno e bismuto, verificando che questi a temperature ordinaria non si respingono. L’indagine potrebbe aprire importanti scenari per lo sviluppo di questi materiali da utilizzare nell’elettronica di consumo, nella diagnostica e nei trasporti. Attraverso tecniche laser che permettono di studiare speciali materiali nella cosiddetta fase di non equilibrio, gli scienziati sono riusciti a portare il materiale fuori della condizione di equilibrio. Un secondo rapidissimo impulso laser ha permesso poi di isolare le componenti che caratterizzano le interazioni tra gli elettroni mentre il materiale tornava all’equilibrio, separandole temporalmente. Le applicazioni? Il campo magnetico generato dal passaggio di corrente in un superconduttore potrebbe essere utilizzato per una nuova generazione di treni a levitazione magnetica, come quello che già collega Shangai con il suo aeroporto superando i 500 Km/h, caratterizzati da maggiore efficienza e prestazioni. Nel settore della diagnostica, la generazione di campi magnetici molto grandi in spazi molto piccoli, permetterebbe di effettuare analisi come la risonanza magnetica su scale molto ridotte, aumentando così l’accuratezza dell’indagine. Mentre per quanto riguarda il trasporto della corrente per uso civile o il funzionamento dei nostri dispositivi elettronici – che infatti tendono a surriscaldarsi – i superconduttori potrebbero garantire, allo stesso tempo, grandissima efficienza e un notevole risparmio energetico.


brescia

Università e lavoro, i consigli e gli esperti REATIVITÀ, UMILTÀ, rigore, passione, studio, precisione, flessibilità. Sono queste le parole che sono circolate nell’Aula Magna di via Trieste durante il primo Career day della Sede, che per l’occasione ha riunito dieci professionisti che si sono saputi distinguere nei diversi ambiti imprenditoriale, editoriale e della comunicazione Storie emblematiche e di successo, ma anche testimonianze di percorsi possibili, costruiti pezzo dopo pezzo, e consigli concreti da cui gli studenti potranno trarre spunto in futuro. Una sezione del Career day è stata dedicata all’area no profit, organizzato dal corso di laurea mgistrale in Progettazione pedagogica e formazione delle risorse umane. Gli studenti e i laureati di tutte le Facoltà e corsi di laurea hanno incontrato recruiter e manager aziendali ed hanno presentato personalmente la propria candidatura. Molti di loro hanno preso parte ad attività formative individuali o di gruppo riguardanti digital reputation, simulazione del colloquio di selezione, speed interview, e consulenza one to one settore IT, Soft Skills. Anche il rettore Franco

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Servizio sociale, le esperienze concrete

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Anelli, visitando gli stand, ha sottolineato quanto sia importante per gli studenti questo momento di avvicinamento alle aziende. Un’azione che l’Ateneo sta portando avanti ormai da anni con attività di formazione mirate a facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro. Mente aperta e propensione a fare nuove esperienze sono le attitudini fondamentali che gli studenti devono avere secondo Andrea Busato di Safilo Group: «Occorre essere pronti ai cambiamenti» mentre il consiglio di Lorenzo Dornetti di AGF Group, è invece quello di «partire sempre dalla realtà: oggi una posizione lavorativa su tre riguarda il settore Sales & marketing, pertanto anche chi sta effettuando un percorso di studi diverso dovrà fare i conti con questo fattore».

Stefano Mauri del Gruppo editoriale Mauri Spagnol ha affermato che «non è un momento d’oro per le professioni umanistiche: internet sta mutando i sistemi di fruizione e distribuzione dei prodotti culturali. Il consiglio da dare ai giovani? Cercate di eccellere». Questo anche il messaggio di Edoardo Brugnatelli di Mondadori e di Daniele De Cicco della Scuola Holden. Suggerisce di cogliere tutte le opportunità Giampiero Giuliano di Univet e di pensare all’internazionalizzazione con un percorso inverso ovvero partendo dalla pratica alla teoria. Quello che ha fatto Adelaide Corbetta di Adicorbetta, unica donna fra i relatori, come ha tenuto a sottolineare, che ha incalzato gli studenti a studiare la grammatica, fondamentale nell’attività di comunicazione.

#AdottaUnOggetto, usare il presente per valorizzare la storia IDEO, SOCIAL NETWORK, storytelling, e hashtag: la grammatica e il linguaggio multimediale al servizio di testimonianze e oggetti del nostro passato artistico e culturale. È accaduto con #AdottaUnOggetto, la campagna realizzata dagli studenti del corso di laurea magistrale in Gestione di contenuti digitali per i media, le imprese e il turismo culturale (GeCo) per la comunicazione del patrimonio del Musil, il Museo dell’industria e del lavoro di Rodengo Saiano (Bs). Il progetto è nato nell’ambito del laboratorio di Storytelling digitale dei docenti Fabrizio Martire e Alessandro Mininno, fondatori dell’agenzia di comunicazione Gummy Industries. Nel corso del workshop

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STAGE E TIROCINI

gli studenti hanno ideato progetti per raccontare il museo attraverso i suoi oggetti e gli strumenti del web, al fine di incuriosire il pubblico del museo. Tra questi, Museo Atelier ha coinvolto alcuni fashion designers chiamati a creare abiti reinterpretando stoffe e tessuti conservati al Musil. Unboxing Museum sono invece 13 video postati su Youtube in cui professionisti come l’olimpionico Andrea Cassarà, il cantante Piergiorgio Cinelli o il professore della Cattolica Marco Della Vedova “adottano il loro oggetto” estraendolo da una scatola e descrivendone ironicamente potenzialità e azzardando connessioni tra il suo utilizzo passato e la sua evoluzione presente. Il risultato è stato

scire dalle aule universitarie per intercettare un bisogno della comunità locale e mettere le proprie competenze al servizio di tale bisogno. È quanto stato fatto dagli studenti del corso di laurea triennale in Servizio sociale e della magistrale Politiche e servizi sociali per le famiglie, i minori e le comunità con progetti di tirocinio e stage da loro ideati. La loro esperienza è stata raccontata durante l’8° convegno annuale dove a parlare sono stati proprio loro gli studenti che hanno ideato e coordinato progetti di stage, tirocinio, formazione e service-learning. Coinvolgimento di gruppo, collaborazione, diminuzione delle disparità sociali, aggregazione e relazione sono stati gli ingredienti importanti per praticare il lavoro sociale. Un esempio concreto lo fornisce Daniela Salvinelli, stagista del secondo anno di laurea magistrale e ideatrice del progetto Giovani e cittadinanza attiva. «Abbiamo ideato un percorso sul concetto di cittadinanza attiva, destinato ai giovani dai 16 ai 30 anni in cui i ragazzi hanno approfondito il significato del concetto e ascoltato una serie di testimonianze che dessero loro l’idea di come questo principio teorico si possa tradurre concreto nel quotidiano» ha raccontato Salvinelli. La forza del condividere: con-tiamoci è stato invece il progetto di service learning ideato da Andrea Bracchi, stagista iscritta il terzo anno di laurea triennale in Scienze del servizio sociale.«Il lavoro è stato pensato e svolto per il quartiere Badia di Brescia, con l’obiettivo di rafforzare il legame tra i vari giovani della comunità. Per farlo abbiamo deciso di aprire luoghi di aggregazione come un’aula studio e una ludoteca per facilitare l’incontro, lo scambio e il dialogo tra persone e generazioni diverse».

diffuso attraverso i canali di comunicazione multimediale, come le pagine facebook e Instagram, e l’utilizzo dell’hashtag #adottaunoggetto. PRESENZA 3-4, MAGGIO-AGOSTO 2017

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brescia

Newsroom, a lezione di giornalismo

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RE TE

LEZIONI

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con altrettanti ospiti illustri per il ciclo The Newsroom: le nuove sfide del giornalismo, svolto all’interno del corso di laurea in Scienze e Tecnologie delle arti e dello Spettacolo (Stars). Il primo incontro Radio (every) Days. L’informazione quotidiana di RTL 102.5 è stato dedicato alla radio con ospiti Fulvio Giuliani e Giusi Legrenzi del programma Non stop news. Il 12 maggio è stata la volta di Liliana Faccioli Pintozzi –

HARMANJOT KAUR Il valore della Patria e il diritto all’istruzione

È corrispondente da Londra di Sky Tg24 – con Il mondo in diretta. Vita standard di una giornalista con la valigia. Ultimo appuntamento, il 15 maggio, con Gabriele

Romagnoli, direttore RaiSport e Giovanni Bruno, direttore SKY Sport per la lezione Ogni maledetta partita. Il racconto dello sport.

Mario Lodi, lo scrittore pedagogista BBIAMO LASCIATO un segno a chi vuole continuare...” diceva Mario Lodi e noi abbiamo deciso di continuare a comprendere la sua vita e la sua emblematica esperienza da maestro. In questa prospettiva il gruppo studentesco Atelier ha organizzato una giornata

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didattica totalmente dedicata alla figura di quest’uomo, scrittore e pedagogista. Aperto a tutti, lo scorso 6 maggio, si è svolto un convegno animato dal professor Juri Meda, dell’Università di Macerata, il quale, insieme al professor Domenico Simeone dell’Università Cattolica, ha

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OLTISSIME

FIRME

studio sul tema Scrittura di testi e produzione di libri organizzato in occasione della settima Giornata di studi Libri e lettori a Brescia tra Medioevo ed Età moderna, che si è svolta lo scorso 5 maggio. Centotrenta cartelle, organizzate alfabeticamente e munite di una minima clas-

sificazione, che restituiscono campioni di testimonianze autografe in prevalenza ottocentesche, per lo più lettere singole ma anche brevi carteggi, cartoline postali o veloci foglietti, spesso intestati a prestigiose istituzioni scientifiche.

Studiare da critico musicale ON SOLO POP, rock o rap: i ragazzi di oggi ascoltano ogni tipo di musica. Anche quella classica. Per alcuni di loro diventa addirittura oggetto di studio, con il sogno di farne una professione: quella di critico musicale. Un sogno che potrebbe diventare realtà, grazie alla prima edizione del workshop didattico in Critica musicale, tenuto dal professor Enrico Girardi (nella foto)e attivato dalla sede di Brescia dell’Università Cattolica ad aprile

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in collaborazione col Festival Internazionale Pianistico di Brescia e Bergamo, quest’anno incentrato sul tema Beethoven e Napoleone. I partecipanti sono stati gli studenti dello Stars, selezionati dai curricula in Ideazione e produzione per i media e lo spettacolo e Giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale. Unire il sapere teorico all’esperienza formativa sul campo è da sempre uno dei punti di forza e una delle caratteristiche principali dello Stars: per gli studenti si sono

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cittadina italiana solo da qualche mese e il 2 giugno ha vissuto in modo speciale la sua prima festa della Repubblica. Harmanjot Kaur - Harman per gli amici (nella foto) - studentessa al primo anno del corso di laurea magistrale alla facoltà di Scienze linguistiche è stata invitata con altri studenti alle celebrazioni che si sono svolte in città, nella splendida cornice del Teatro Grande, ed ha le idee chiare su cosa significhi essere italiano. In Italia dal 1999, di origine indiana, 23 anni, Harman è affascinata dalle

sottolineato i tratti più caratteristici dell’insegnare di Mario Lodi. La vita del maestro ha interpretato culturalmente la ricostruzione dell’Italia postguerra, ne ha segnato i momenti più alti di riflessione sulla pedagogia e il mondo della scuola e dei bambini.

Viganò, il collezionista di autografi di prestigiosi studiosi di storia della scienza sono contenuti nel Fondo “Autografi” della Biblioteca delle Scienze Carlo Viganò. Ne ha parlato Simona Gavinelli, docente di Paleografia latina, durante l’incontro di

IN BREVE

dunque aperte le porte del Festival allo scopo di sperimentare sul campo le tecniche della critica musicale. Qui si possono leggere i loro articoli. http://www.festivalpianistico. it/it/workshop-cattolica/

lingue (ne conosce più di sei) fin dal liceo frequentato a Cremona, prima di iscriversi alla laurea triennale in Scienze linguistiche in Università Cattolica. Ma soprattutto è molto orgogliosa di indicare l’Italia come sua Patria: «Ha molti difetti – dice – ma i pregi sono di più». Un concetto, quello della patria, che la studentessa lega all’Inno nazionale, la Canzone degli italiani che considera assolutamente moderno: «Ancora oggi ci parla, ci commuove e incita gli italiani a rimanere uniti per affrontare le difficoltà. I ragazzi – osserva Harman – devono ricordare chi prima di loro ha sacrificato la vita per difendere la Patria e anche quelli che ancora oggi muoiono nelle missioni di pace». La studentessa italo-indiana, nella tavola rotonda di cui è stata protagonista insieme a Luca Masserdotti, studente della triennale in Scienze politiche e delle relazioni internazionali, ha parlato dell’articolo 34 della Costituzione italiana, riguardante il diritto all’istruzione. «Un diritto importantissimo e fondamentale che in Italia viene dato ormai per scontato e, come molti altri, spesso sottovalutato» ha affermato.


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Oscar Farinetti ai neodottori: pensare locale e agire globale Arriva fino alle stelle l’urlo gioioso di una delle 247 ex matricole dell’Università Cattolica di Piacenza e Cremona, che lo scorso 27 maggio hanno celebrato la conclusione di un percorso impegnativo, ricco di esperienze e soddisfazioni. In stile anglosassone, con toga e tocco, la festa di laurea 2017 . Quasi 250 i ragazzi e le ragazze provenienti da tutta Italia, che dopo aver compiuto il percorso di studi (triennale e magistrale), hanno gremito la Basilica di San Francesco per ricevere il diploma di laurea dai loro presidi di Economia e Giurisprudenza Anna Maria Fellegara, di Scienze agrarie, ambientali e alimentari Lorenzo Morelli, di Scienze della Formazione Luigi Pati e dal professor Antonio Chizzoniti per il corso di laurea in Giurisprudenza. La celebrazione, accompagnata dall’ensemble Note D’inchiostro dell’ateneo cattolico, si è aperta con la Messa celebrata dal Vescovo di Piacenza-Bobbio monsignor Gianni Ambrosio: «La chiesa francescana in cui ci troviamo oggi è perfetta per accogliere lo spirito di gioia che pervade questa giornata. Gioia vostra di essere arrivati al traguardo. Ma anche dei vostri genitori e dei vostri docenti. La festa e la gioia di un’intera famiglia, quella della Cattolica, di cui continuerete a far parte sempre». «Da oggi vi dividerete in 2 categorie: chi prenderà in mano il proprio futuro e chi prefe-

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ER ASPERA AD ASTRA.

rirà lasciarsi vivere» introduce così il suo speech Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, e ospite d’onore della cerimonia. Fiducia, patriottismo e coraggio sono i tre valori imprescindibili per il patron di Eataly, che svela ai ragazzi le “mosse” di un agire vincente: «La prima mossa? Saper gestire l’imperfezione: la perfezione è un alibi per non realizzare i progetti. La seconda mossa: individuate le priorità e imparate a semplificare. Studiando, tutti i problemi si possono semplificare e affrontare». E poi: pensare locale e agire globale: «L’Italia è il più bel Paese al mondo. Siamo fortunati ad essere nati qui: è nostro compito studiare la storia, i popoli e le tradizioni che hanno fatto grande l’Italia e solo dopo dobbiamo ricordarci che c’è tutto un mondo fuori in cui possiamo agire e in cui abbiamo molto da dire».

Ma la narrazione è la cifra che sembra mancare in Italia: «Siamo i più bravi al mondo a usare le mani, ma abbiamo un deficit di narrazione che dobbiamo colmare urgentemente». Poi l’invito di Farinetti ai neolaureati è quello di non mollare mai e di restare giovani «Si diventa vecchi quando si mette al centro se stessi, quando si pensa che l’esperienza sia tutto. Allontanate la vecchiaia tenendo al centro del vostro mondo l’uomo e la natura». E infine il suggerimento più inatteso «Copiate: copiare è un gesto furbo e poetico insieme. Copiare non è imitare. Implica l’umiltà di ammettere che qualcuno è stato più bravo di noi, una grande capacità di ascolto e di osservazione, per trovare nelle azioni degli altri qualcosa che ha un valore anche per noi e farlo nostro in maniera originale».

Per Agrisystem 15 nuovi dottori di ricerca AUDITORIUM della Fondazione di Piacenza e Vigevano ha ospitato nella giornata del 31 maggio la cerimonia di consegna dei diplomi di Dottore di ricerca per il sistema agroalimentare - Agrisystem, alla presenza delle autorità, degli esponenti del mondo accademico e del mondo produttivo, ma anche di tanti amici e parenti pronti a festeggiare. Un traguardo che arriva al termine di tre anni di intenso lavoro con il titolo di “dottore di ricerca”, il terzo e più alto livello della formazione universitaria in Italia e nel resto del mondo. Quest’anno sono quindici i nuovi esperti del settore agroalimentare. Grazie al sostegno economico della Fondazione di Piacenza e Vigevano e alle risorse messe a disposizione dall’Università Cattolica, dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, dal

L’

Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e da altri soggetti pubblici e privati, più del 75% dei dottorandi ha potuto beneficiare di borse di studio triennali. Molto interessante anche il dato occupazionale, che rileva come il 90% di coloro che hanno conseguito il dottorato di ricerca trova lavoro entro l’anno. Marco Trevisan, docente coordinatore della Scuola di Dottorato ha spiegato che i laureati sono particolarmente ricercati e trovano tutti lavoro nel giro di pochissimo tempo; qualcuno di loro ha anche raggiunto posizioni di vertice in importanti multinazionali europee. Agrisystem ha l’obiettivo di formare giovani ricercatori ad alto livello scientifico dotati delle competenze multidisciplinari necessarie per affrontare con preparazione e professionalità le complesse questioni dell’attuale sistema agroalimentare.

La Scuola di Dottorato per lo studio del Sistema Agroalimentare è stata inaugurata nel 2006 grazie alla lungimirante intuizione del professor Gianfranco Piva e al contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Tutti i neo dottori durante gli anni di dottorato hanno coniugato il lavoro svolto a Piacenza con un’esperienza all’estero, sviluppata in centri di ricerca o università: un mix che ha permesso ai giovani ricercatori di essere protagonisti di un conforto proficuo ed arricchente dal punto di vista scientifico, ma anche umano.

Alla cerimonia hanno partecipato il prorettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Antonella Sciarrone Alibrandi, Massimo Toscani, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, insieme ai presidi di Economia e Giurisprudenza e Scienze agrarie, alimentari e ambientali, Anna Maria Fellegara e Lorenzo Morelli. Al termine degli interventi la consegna delle borse di studio ai dottorandi del XXXII ciclo della Scuola e dei diplomi per i neo dottori di ricerca, con toga e tocco.

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Food Marketing, la visione dei giovani

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E NUOVE SFIDE di Trade & Shopper Mar-

keting è il titolo della convention – organizzata dai professori Sebastiano Grandi e Daniele Fornari lo scorso 3 maggio nel campus piacentino, che ha dato l’opportunità agli studenti della laurea magistrale in Food Marketing e strategie commerciali di dialogare e confrontarsi con alcuni manager delle più importanti realtà industriali e commerciali italiane. Dopo il saluto di benvenuto dei presidi Annamaria Fellegara e Lorenzo Morelli sono saliti in cattedra gli studenti che hanno esposto i risultati degli studi condotti sotto la guida dei loro docenti sul tema del Trade marketing e dello Shopper Marketing, ricerche condotte con l’obiettivo di fornire un supporto informativo ed analitico alle politiche commerciali dell’industria e della distribuzione. Special guest il regista Pupi Avati (nella foto in basso), che ha tenuto una interessante conversazione sul tema società e comunicazione, insieme con l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese. Durante l’evento Lorenzo Morelli, presi-

de della facoltà di Agraria, ha voluto sottolineare la trasversalità degli insegnamenti con la facoltà di Economia affinché «tutti gli attori della filiera possano conoscersi e parlare. È per questo che si faranno lezioni di tecnologia alimentare a chi poi si occuperà di food marketing». Un concetto ribadito dai professori Fornari e Grandi che hanno spiegato come si intenda formare laureati con competenze manageriali tramite un insegnamento che si basa su una didattica interattiva ed innovativa; sulla ricerca e sui rapporti con il mondo produttivo. A conclusione dell’evento – a cui hanno preso parte inoltre il direttore generale Coop Italia Maura Latini e il General Manager Snacks Mondelez Silvia Bagliani – è stato consegnato il premio Marketing Vision Award ad Alberto Bauli (nella foto in alto), presidente dell’omonimo Gruppo, e il premio Retailing Vision Award al direttore commerciale e Marketing di Carrefour Gregoire Kaufman, per la loro passione verso l’innovazione e per la loro visione strategica. Infine sono stati premiati anche due campioni che hanno fatto la storia della pallavolo italiana: i biancorossi Hristo Zlatanov e Samuele Papi.

INIZIATIVA

“Mettiti nei miei panni” nel campus piacentino

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Università Cattolica ha promosso per la prima volta nella sede di Piacenza l’iniziativa Mettiti nei miei panni, una giornata di sensibilizzazione rivolta ai propri studenti già diverse volte organizzata a Milano. Gli studenti che hanno partecipato all’iniziativa hanno potuto calarsi nell’esperienza che per alcuni compagni di studi rientra nella vita di ogni giorno, accompagnati non solo dai volontari, ma anche da colleghi affetti da disabilità. Lo scorso 4 maggio nell’Ateneo piacentino si sono tenute diverse attività di simulazione, con esperienze dirette di limitazione funzionale, visiva e motoria negli ambienti universitari. Sono stati proposti tre percorsi distinti che hanno preso il via dall’atrio principale; uno in carrozzina spinti da un volontario, per sperimentare la disabilità motoria. Uno con una benda sugli occhi, per assaggiare il cibo senza l’ausilio della vista. Il terzo per guardare le scene di film senza poter ascoltare. È stato possibile anche partecipare a un laboratorio sensoriale che ha riguardato le problematiche uditive.

Per la realizzazione e la riuscita dell’iniziativa Mettiti nei miei panni è stato fondamentale il lavoro dei circa 15 volontari coinvolti, studenti della facoltà di Scienze della formazione, che hanno accompagnato e guidato chi si è reso disponibile alla simulazione. Il delegato rettorale Luigi D’Alonzo, docente di Pedagogia speciale, ha spiegato che il senso della giornata è stato non solo è non tanto quello di far indossare i panni della disabilità alle persone normodotate, quanto diffondere una cultura vera dell’inclusione. Ha anche rilevato che la sede piacentina della Cattolica è priva di barriere architettoniche, ma la sfida resta quella di abbattere tutte le barriere culturali e promuovere integrazione a partire dalla comunità accademica. 38

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In viaggio tra le parole dell’infanzia ELL’AMBITO

dell’iniziativa Maggio - Il mese dei libri, e sulla scia delle tante iniziative che stanno nascendo sul territorio piacentino a favore della lettura in età infantile, la Biblioteca della Cattolica di Piacenza ha organizzato seminari e laboratori

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rivolti a chi vive o lavora con i bambini: educatori, formatori, insegnanti e anche genitori e lo ha fatto appoggiandosi sul proprio patrimonio librario, di cui fa parte un fondo dedicato alla letteratura per l’infanzia. Durante il ciclo di incontri In viaggio tra le parole

Beatrice Anelli, esperta di letteratura per l’infanzia e laboratori di lettura, Laura Aglianò insegnante e Anna Confalonieri Prandini, autrice di libri per bambini e ragazzi, hanno affrontato i principali temi legati alla lettura e alla letteratura per e con i bambini.

La narrazione, ponte ideale tra passato e futuro OSTRUIRE un ponte ideale fra un passato che tende a essere dimenticato e un presente che tende troppo spesso a dimenticare. Questo il senso dell’incontro La Resistenza vista con gli occhi dei bambini organizzato, lo scorso aprile, dalla facoltà di Scienze della formazione e introdotto dalla profes-

soressa Carla Ghizzoni (nella foto). Attraverso la proiezione di documenti dell’epoca – giornali, fumetti, copertine di quaderni di scuola, giocattoli – la lettura di alcuni brani e l’ascolto di canzoni è stato ricostruito il clima storico e sociale del periodo, visto attraverso gli occhi dei bambini.

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Boitani, i luoghi comuni dell’economia

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E IL DEBITO PUBBLICO

è alto ci vuole l’austerità? Senza le riforme non si esce dalla crisi? L’economia europea va male perché c’è l’euro? Queste le domande al centro dell’incontro Let’s book,organizzato lo scorso aprile nel campus piacentino, che ha approfondito le tematiche economiche affrontate dal professor Andrea Boitani (nella foto), docente di Economia politica nella sede milanese dell’Ateneo. Durante l’evento è stato presentato il volume Sette luoghi comuni dell’economia del professor Boitani che ha detto come secondo lui l’euro non ha causato l’attuale crisi economica europea, anzi, prima della crisi, ha prodotto una serie di frutti positivi. Ma certo dopo lo scoppio della recessione, nel 2008, la moneta unica e l’Unione monetaria hanno ridotto la flessibilità dei Paesi membri.

Con l’euro i Paesi dell’Ue non sono più sovrani della propria moneta. E dunque non possono svalutare per favorire le esportazioni e ridurre il debito con i Paesi esteri. Gli squilibri che viviamo in Europa dipendono da molte cose. In Italia ad esempio la produttività è troppo bassa, mentre in Germania i salari sono cresciuti troppo poco. La soluzione non è uscire dall’euro, ma avere più Europa: istituire un bilancio federale per tutta

l’Unione, coordinare le politiche monetarie a livello europeo. La risposta è un maggiore coordinamento, non una contrapposizione tra Stati. Se l’economia diventa cooperazione, anziché competizione, va meglio. L’evento è stata rivolta in particolare agli studenti che seguono i corsi del professor Francesco Daveri, docente di Scenari Macroeconomici, International Finance, Politica Economica.

LEZIONE ARCELLI

Saccomanni: serve election day europeo

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abrizio Saccomanni (nella foto), già ministro dell’Economia e attuale visiting professor all’Università Sciences Po di Parigi, è stato il relatore d’eccezione della XIII esima Lezione Mario Arcelli dal titolo Una nuova governance per l’economia europea che si è svolta lo scorso 12 aprile nella sede piacentina della Cattolica. La Lezione si è aperta con un minuto di silenzio in omaggio al professor Giacomo Vaciago, che è stato ricordato con affetto da tutte le istituzioni e dai relatori intervenuti. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Paolo Dosi e del presidente della provincia di Piacenza Francesco Rolleri, è stata la volta di Saccomanni che ha voluto subito sottolineare come il tema della sua lezione – la governance nell’Unione Economica e Monetaria – sia argomento di discussione non nuovo, ma sempre attuale. Le varie questioni emerse dall’esposizione del professor Saccomanni hanno offerto numerosi spunti di riflessione per un successivo dibattito che ha coinvolto Francesco Timpano, direttore CeSPEM (Centro studi di Politica economica e monetaria “Mario Arcelli”) e Federico Arcelli, visiting professor della Sais John Hopkins University a Washington, DC.

In particolare Fabrizio Saccomanni ha rilevato quanto sarebbe importante arrivare ad un election day europeo, per far fronte alle ripercussioni economiche che gli stalli politici generano. Un altro elemento di discussione, in materia di governance, è stato offerto dalla attribuzione delle responsabilità riguardo agli errori strutturali in materia di politica fiscale. Infine il professor Timpano ha interrogato il professor Arcelli sulla possibilità di realizzare un’Europa a “due velocità”, realtà che per Saccomanni è già in atto, basti pensare – ad esempio – ai Paesi con l’euro che hanno una certa velocità al contrario di quelli senza. In Italia questo tema viene affrontato in maniera ambigua, perché da un lato si vuole uscire dall’euro però, al contempo, nessuno vuole stare dalla parte di chi va a velocità ridotta. PRESENZA 3-4, MAGGIO-AGOSTO 2017

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Collegi e soluzioni abitative: tutte le offerte e opportunità di Maria Villano OME OGNI ANNO, nel periodo estivo

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si sviluppa il denso programma di appuntamenti in cui si articola il concorso per l’accesso ai collegi dell’Università Cattolica, nelle sue diverse sedi: da Milano a Roma, da luglio a settembre, sono moltissime le occasioni che – sotto l’etichetta di College Camp – danno l’occasione ai neodiplomati di sostenere le prove di accesso ai collegi e alle residenze dell’Ateneo, che insieme costituiscono un sistema pensato come parte integrante della proposta educativa dell’Università Cattolica, con possibilità di alloggio all’interno dei Campus universitari o, con criteri differenti, anche in sistemazioni perfettamente inserite nei contesti urbani delle sedi dell’Università. L’esigenza di trovare un alloggio comodo in una zona ben collegata alle sedi dell’Università è uno dei bisogni più sentiti dagli studenti e dalle loro famiglie: è un dato che emerge molto chiaro dai numeri, che dicono come i quasi 18 mila studenti fuori sede costituiscono circa il 43% del totale degli iscritti in Università Cattolica. Per questa ragione la Fondazione per il Diritto allo Studio è costantemente all’opera per fare fronte a questa necessità in costante crescita e per offrire soluzioni ad ampio spettro e di diverso tipo. Oltre ai Collegi inCampus e alle Residenze in città, EDUCatt mette a disposizione le possibilità offerte denominate “Accomodation on demand”, rivolte agli studenti che desiderano una soluzione di alloggio in linea con le proprie esigenze e che permetta loro di trovare un luogo confortevole e selezionato in cui trascorrere il periodo universitario. Questa offerta si articola nel servizio di foresteria e nell’offerta Camplus. Il servizio di foresteria, attivo a Milano presso il Collegio Augustinianum e presso la Residenza Buonarroti, e a Piacenza presso la Residenza Gasparini, offre la possibilità di un alloggio confortevole e indipendente, adatto soprattutto a coloro che decidono di pernottare per brevi periodi in città; questa soluzione non prevede restrizioni orarie ed è dedicata a un’utenza sia maschile che femminile, particolarmente indicata per visiting professors che necessitano di una soluzione abitativa vicina all’Università, per studenti stranieri che vi si recano per motivi accademici e per gli amici e parenti in visita agli studenti stessi. Camplus è un’offerta attiva grazie a

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una convenzione con Fondazione Falciola, che mette a disposizione 55 posti letto in cinque strutture residenziali differenti, i cui prezzi di riferimento sono convenzionati e scontati per gli studenti dell’Università Cattolica rispetto alla normale tariffa base. L’accesso alle strutture – adatte agli studenti che vogliono sperimentare una vita di comunità, senza rinunciare alla privacy e ai benefici di un alloggio privato – è libero e fino a esaurimento posti. Grazie alla collaborazione con startup giovani, EDUCatt ha inoltre sfruttato la possibilità di ampliare la gamma dei servizi offerti: è il caso della partnership con Roomtastic, una start-up nata dalla collaborazione e dal talento di tre studenti universitari – due dei quali ex Università Cattolica – che risponde al bisogno di inserire e consultare annunci abitativi come in una classica “bacheca alloggi”. Attiva su diverse città italiane, promette di rivoluzionare il mercato degli affitti tradizionale attraverso un sistema in cui la domanda e l’offerta si incontrano in una piattaforma semplice e intuitiva adatta a ogni profilo. Altre possibilità sono offerte inoltre attraverso la partnership di EDUCatt con Dotstay, un’innovativa piattaforma di ricerca alloggio nata per rispondere all’esigenza di trovare un alloggio privato che abbia costi contenuti, ma che offra delle garanzie in termini di affidabilità e standard qualitativo. In questo caso la partnership si concretizza in uno sconto automatico in cassa del 10% sul servizio per tutti gli studenti iscritti in Università Cattolica. Tutte le informazioni sulle offerte abitative dell’Ente per il diritto allo studio sono disponibili su web all’indirizzo www.educatt.it/housing.


educatt

IN BREVE

College Camp: tutti gli appuntamenti

A

Milano e Piacenza la scadenza per l’iscrizione online al concorso è fissata annualmente intorno alla metà di luglio. A Brescia le iscrizioni sono aperte per tutto il periodo estivo, fino a esaurimento delle richieste. Per la sede di Roma, tutti gli studenti iscrivendi ad uno dei corsi della facoltà di Medicina e Chirurgia possono partecipare al concorso compilando la domanda di ammissione online in area myeducatt, entro la metà di luglio. I candidati devono sostenere un colloquio con la Commissione. Tutti gli studenti iscrivendi ad un corso di laurea triennale o magistrale della facoltà di Medicina e Chirurgia possono partecipare al concorso compilando la domanda online di ammissione ai collegi, disponibile a partire dal 6 settembre e con scadenza il 17 settembre 2017. Tutti i candidati dovranno sostenere, entro il mese di settembre, un colloquio motivazionale con la Commissione. Tutti gli studenti iscrivendi ad un corso di laurea triennale o magistrale della facoltà di Economia possono partecipare al concorso di ammissione ai collegi, nella prima fase che si svolge nel mese di luglio o nella seconda nel mese di settembre (domanda online entro il 17 settembre – colloquio motivazionale successivo). Per info: www. collegiunicattolica.it

Premi di laurea in Collegio Augustinianum

È

stato consegnato lunedì 29 maggio presso il Collegio Augustinianum il Premio di laurea Francesco Realmonte, assegnato a un neolaureato magistrale in Giurisprudenza. È il secondo anno consecutivo che il collegio ospita la consegna di questo importante premio, che celebra la memoria del professor Realmonte, scomparso nel 2008, ex studente del Collegio, giurista e docente in Università Cattolica oltre che presidente dell’Ente regionale per il diritto allo Studio dell’Ateneo, che si adoperò per il ritorno del collegio Augustinianum nell’attuale sede di via Necchi e che fu, tra l’altro, il primo laureato dell’Ateneo a conseguire il Premio Gemelli. Un’altra importante iniziativa è inoltre in cantiere: è disponibile sul sito www.agostinisemper.it il bando per l’assegnazione di borse di studio in favore di studenti capaci e meritevoli istituite per onorare la memoria del professor Umberto Pototschnig, primo direttore laico del Collegio Augustinianum e per lunghi anni professore di Diritto amministrativo. PRESENZA 3-4, MAGGIO-AGOSTO 2017

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UniSport, lo sport si mette in rete il 15 giugno alla Camera dei Deputati il tavolo di coordinamento istituito da sette università romane – Università Sapienza, Università LUMSA, Università Cattolica, Università Roma Tre, Università di Roma Tor Vergata, Università Europea, Campus Bio Medico – e dal Comitato del Centro Sportivo Italiano della Capitale, che ha preso il nome di Unisport Roma. Sotto questo marchio opereranno congiuntamente, in rete, gli otto soggetti per diffondere ancora di più e in modo omogeneo la pratica sportiva fra i duecentomila studenti iscritti agli atenei. Mentre nelle scuole dell’obbligo e nelle superiori lo sport è ancora l’ospite sempre desiderato e mai realmente accolto, Unisport – come è affiorato dagli interventi dei vertici degli atenei che hanno presentato l’iniziativa – porta avanti lo sforzo di risolvere una serie di problemi, a partire dal drop out, l’abbandono nello sport giovanile che caratterizza le fasce di età dalla piena adolescenza in avanti. La partnership con il Centro Sportivo Italiano, ente di promozione caratterizzato

È

STATO UFFICIALMENTE PRESENTATO

dall’impegno per uno sport informato da vocazione educativa e alta attenzione sociale, consentirà di trattare la pratica sportiva come il completamento del processo di formazione giovanile di ogni individuo. Educazione, integrazione, socializzazione sono state le parole chiave citate dai rappresentanti delle sette università nei loro interventi di presentazione. Altrettanto rilevante l’obiettivo di fondare e diffondere una nuova cultura dello sport, che faccia di tale attività una costante dello stile di vita di ogni persona e una fonte di pratica di valori umani e sociali rilevanti. Questi e gli altri principi fondanti sono evidenziati in un vero e proprio “manifesto”, presentato anch’esso alla Camera, che vincola le realtà aderenti a promuovere uno sport informato a precisi contenuti di valore. La rete di UniSport nasce con buone credenziali, qualcosa in più di un progetto sulla carta. Il debutto ufficiale è arrivato dopo mesi di sperimentazioni sul campo, con tornei e convegni. Per il prossimo autunno è pronto un calendario che prevede, tra l’altro, campionati di calcio a 11, di pallavo-

lo femminile, attività podistica e un torneo di tennis interuniversitario sul modello della “Coppa Davis” di tennis universitario. Il know-how del CSI e la determinazione delle università di dare sostanza e continuità all’iniziativa fanno ritenere che Unisport possa diventare - nel breve - l’incentivo per un differente e più moderno rapporto tra mondo dello sport e mondo dell’Università.

IL MANIFESTO

In università per educare con lo sport

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on la costituzione della rete UniSPORT Roma, le Università promotrici (Sapienza Università di Roma, Università LUMSA, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università degli Studi Roma Tre, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Università Europea di Roma, Università Campus Bio-Medico di Roma) aderendo alla proposta del Centro Sportivo Italiano – Comitato provinciale di Roma intendono cooperare per dare ulteriore diffusione e qualificazione alla cultura dello sport e alle attività sportive già sperimentate al proprio interno, nella comune convinzione che l’attività sportiva, oltre a svolgere una basilare funzione di tutela della salute, costituisca un momento importante di educazione, di crescita personale e di aggregazione sociale, ponendosi come esperienza fondamentale nel percorso formativo universitario, soprattutto se ispirata a una cultura dello sport orientata a valori umani importanti e lontana da eccessi e strumentalizzazioni. In particolare, UniSPORT ritiene di condividere l’esperienza sportiva universitaria come: • opportunità per educare all’impegno

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personale nella comunità accademica; • possibilità di sperimentare il sacrificio del lavoro comune per mettere a frutto capacità e sensibilità individuali e collettive; • sollecitazione a condividere negli Atenei relazioni solidali legate a forti convincimenti etici; • occasione per contribuire alla realtà sociale, nel contesto della terza missione universitaria. Orientando ogni iniziativa secondo un approccio umanistico alla cultura sportiva, valorizzando quanto le università romane già hanno realizzato in questo campo e incoraggiando un sempre maggiore coinvolgimento degli studenti, UniSPORT intende perseguire nelle sue attività: Educazione, per formare il carattere, esercitare le virtù, scoprire i propri limiti, stimolare al miglioramento; Divertimento, per vivere lo sport come una esperienza ludica e ricreativa, all’insegna della gratuità, dove il senso della competizione non prevalga sulla gioia della partecipazione; Amicizia, per creare relazioni significative e durature tra gli studenti attraverso una spontanea e operosa solidarietà, che aiuti a superare difficoltà individuali, contrasti e tentazioni di isolamento;

Benessere, per favorire lo studio intellettuale e la cura del corpo personale, contrastando la cultura della manipolazione e del ricorso a sostanze chimiche; Inclusione, per coinvolgere il più alto numero di studenti secondo le capacità di ciascuno, in modo accessibile alle fasce più deboli e disagiate della popolazione universitaria; Socialità, per allenare allo stare insieme, alla dimensione comunitaria, alla partecipazione attiva, alla corresponsabilità verso se stessi e verso le istituzioni. UniSPORT si impegnerà altresì alla massima condivisione di propri eventi culturali e sportivi, ritenendo così di rafforzare l’impegno della comunità universitaria a curare il benessere integrale delle studentesse e degli studenti, contribuendo attraverso la formazione sportiva all’educazione di personalità che siano in grado di essere partecipi protagonisti di una società aperta e solidale. Sulla base dell’esperienza maturata quest’anno, in vista dell’a.a. 2017-2018, il Comitato promotore della rete universitaria UniSPORT avvierà in particolare la prima edizione della “Universitas Cup” di Calcio a Roma, la cui organizzazione è affidata al Comitato romano del Centro Sportivo Italiano.


educatt

Novità e nuove formule al self-service Mensa&Pizza.9 DI RISTORAZIONE erogati da EDUCatt, contraddistinti dal marchio EDUchef – concept formulato sulla base delle esigenze alimentari degli studenti, che coniuga all’attenzione per la corretta alimentazione, la selezione di ingredienti di qualità e, ove possibile, a filiera corta – vanno incontro a costanti aggiornamenti proprio in virtù del filo diretto instaurato dalla Fondazione per il Diritto allo Studio con i suoi portatori di interesse. Per andare incontro alle esigenze degli studenti e delle loro famiglie, oltre agli importanti interventi anche strutturali sui self service (ad esempio con l’allestimento nelle varie sedi delle Area myfood attrezzate per la consumazione del pasto portato da casa), il lavoro costante è anche quello di aggiornamento dei menù, dei prodotti disponibili e delle formule dei pasti. In questa direzione va ad esempio l’inserimento, accanto al pane di farina 00, anche di quello di farina integrale, mentre, sul fronte dei menù, con l’estate ci sono importanti novità

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SERVIZI

presso il self-service milanese Mensa&Pizza.9, dove la Linea 3, aperta per tutti gli studenti dell’Università Cattolica in possesso di badge universitario indipendentemente dalla registrazione al servizio, offre nuove formule. Accanto alle formule Pizza Basic, Tramezzino, Calzone è stata re-inserita per il periodo estivo anche quella Fruit-Yo, che permette di consumare un pasto completo, fresco e sano a base di yogurt e frutta fresca: tutte le formule sono erogate al costo di 4,50 euro l’una per gli studenti e al costo di 5,00 euro l’una per i visitatori occasionali. Altre formule e nuovi concept di erogazione del pasto sono allo studio in vista della nuova stagione, anche grazie al confronto diretto con gli studenti, interpellati in alcune survey e con focus group specializzati, con l’obiettivo di estendere – anche temporalmente – l’offerta e avvicinarsi sempre di più alle esigenze del principale pubblico di riferimento della struttura.

IN BREVE

EDUCatt sostiene il bookcrossing di SEA a Linate e Malpensa

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ià organizzatrice in proprio di Bookcrossing in Università Cattolica negli anni 2010, 2011 e 2012, la Fondazione EDUCatt ha sostenuto volentieri l’iniziativa inaugurata quest’anno per lanciare la fiera Milanese Tempo di Libri, organizzata da SEA in collaborazione con AIE (Associazione Italiana Editori) e con il Comune di Milano. Negli aereoporti di Milano Malpensa e Linate sono state allestite, nel mese di aprile, nove postazioni di bookcrossing: nove librerie in cui i viaggiatori di passaggio possono lasciare e prendere libri, il cui viaggio potrà essere tracciato grazie alla registrazione di ogni volume nel circuito di bookcrosing-italy.com. EDUCatt per l’occasione ha messo a disposizione circa 1000 volumi alienati tratti dal prestito e circa 350 titoli scelti dal catalogo delle pubblicazioni dell’Ente.

Il Bando borse di studio da quest’anno parla inglese

È

stato pubblicato alla fine di luglio – e rimarrà aperto fino al 28 settembre – il bando per le borse di studio, l’intervento annuale attuato dall’Università Cattolica attraverso EDUCatt per garantire il diritto allo studio a favore degli studenti bisognosi e meritevoli. La novità di quest’anno è che, a corredo del bando in lingua italiana, è stato allestito, per agevolarne la comprensione da parte degli studenti stranieri, un compendio in lingua inglese dei requisiti di accesso e del regolamento, reso disponibile insieme al bando sul sito della fondazione (www.educatt.it/ agevolazioni).

Nuovi orari da settembre per la sede di Brescia

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er andare incontro alle esigenze degli studenti e agevolare l’accesso agli sportelli dei servizi, a partire dal mese di settembre la sede di EDUCatt di Brescia adeguerà gli orari di apertura a quelli del Polo Studenti: lunedì, martedì, giovedì e venerdì sarà aperta dalle 09.30 alle 12.30 e mercoledì e giovedì dalle 14.00 alle 16.30. Cambiamenti in vista anche per il servizio di assistenza sanitaria: dal mese di ottobre le visite mediche verranno effettuate il giovedì dalle 9.30 alle 16.30.

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Il profumo del tempo

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di Velania La Mendola di metallurgia diventato uno dei più acclamati e interessanti filosofi contemporanei. Questo è il caso di Byung-Chul Han (nella foto) che ha pubblicato con la casa editrice Vita e Pensiero un libro che parla del nostro tempo frammentato in tanti ‘attimi presenti’ che si sostituiscono l’uno all’altro, senza pause e intervalli, soglie e passaggi. Si disgrega così anche la nostra identità, che si impoverisce e si riduce, soffocata dalle proprie attività senza durata. Il profumo del tempo ci invita allora a ritrovare L’arte di indugiare sulle cose, come recita il sottotitolo. Di seguito un breve estratto dal libro.

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NO STUDENTE COREANO

«Fino alla fine del XIX secolo era in uso in Cina un orologio a incenso, detto hsiang yin (letteralmente, «sigillo di profumo»). Gli europei, fino alla metà del XX secolo, credevano si trattasse di un comune turibolo. A quanto pare, era loro estranea l’idea di misurare il tempo con l’incenso, e forse anche in generale il pensiero che il tempo potesse assumere la forma di un profumo. Il nome di «sigillo di profumo» deriva dal fatto che l’incenso, quando si consuma bruciando, assume appunto la forma di un sigillo. […] Hsiang yin è la parola che indica propriamente l’intero dispositivo dell’orologio a incenso, che consiste di molte parti. Il sigillo profumato di incenso brucia in un recipiente riccamente ornato, protetto dalle correnti

d’aria mediante un coperchio e provvisto di aperture anch’esse a forma di ideogrammi o altri simboli. Nell’interno del recipiente sono spesso incisi testi di contenuto filosofico o poetico. L’intero orologio è dunque avvolto da parole e immagini profumate, per cui già tutta l’abbondanza di significato dei versi incisi emana profumo. […] L’incenso, come mezzo di misurazione del tempo, si differenzia sotto molti aspetti dall’acqua o dalla sabbia. Il tempo che profuma non scorre né passa. E nulla si svuota. Il profumo dell’incenso riempie piuttosto lo spazio, anzi spazializza il tempo, conferendogli in tal modo la parvenza di una durata. La brace trasforma in continuazione l’incenso in cenere, ma la cenere non si riduce in polvere, conservando la forma del tratto scritto. In questo modo lo stesso sigillo di incenso, ridotto in cenere, non perde nulla del suo significato. La caducità, cui la brace che avanza senza sosta probabilmente rimanda, lascia il posto alla sensazione di una durata. Lo hsiang yin emana un profumo reale. Il profumo di incenso intensifica il profumo del tempo. In ciò consiste la raffinatezza di questo orologio cinese: lo hsiang yin indica l’ora nel fluire profumato del tempo, che non scorre né passa. […] Il poeta cinese Hsieh Chin (12601368) scrive sul fumo che sale dal sigillo di profumo: Il fumo di un orologio a incenso segna il passare di un pomeriggio profumato. Al poeta non rincresce che un piacevole pomeriggio sia passato, perché

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ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO l coinvolgimento partecipativo dei giovani e delle loro famiglie, delle associazioni di rappresentanza e delle istituzioni universitarie in un progetto generativo di apprendimento ‘avvicina’ singoli e parti interessate, predispone a costruire in modo sistemico il futuro della società nel suo insieme. Condividere un processo, camminare con l’altro. Se il dispositivo dell’alternanza viene accolto può venire meno l’autoreferenzialità di tanti contesti produttivi e la separatezza tra istruzione e professioni. Nell’incontro, graduale e progressivo, tra singole realtà, associazioni e istituzioni, può ‘farsi strada’ un’inedita progettualità pedagogica».

ogni tempo ha un proprio profumo. Perché dispiacersi per la fine del pomeriggio? Al profumo del pomeriggio segue il buon odore della sera e anche la notte emana il suo proprio aroma. Questi profumi del tempo non sono narrativi, ma contemplativi, non sono articolati in una successione, ma riposano in se stessi. In primavera, centinaia di fiori; in autunno, una luna del raccolto; d’estate, una brezza fresca; d’inverno, ti accompagna la neve. Se non hai la mente ingombra di cose inutili, ogni stagione è per te una buona stagione. La mente che si svuota delle «cose inutili» ha accesso alla «buona stagione». Svuotare la mente, liberarla dal desiderio, dà profondità al tempo e questa profondità connette ogni punto temporale con l’intero essere, con la sua perennità profumata. È il desiderio che rende invece radicalmente effimero il tempo, continuando a spingere in avanti lo spirito. Quando quest’ultimo se ne sta tranquillo, quando riposa in se stesso, ecco che appare la buona stagione.»


libri

Luci sul noir: come nasce la paura sugli schermi

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a cura di Velania La Mendola

UANTO CONTA LA PAURA nella costru-

zione della società e della nostra identità? E come viene veicolata questa “emozione” sui media? Prova a rispondere a questi interrogativi il libro di Massimo Locatelli Psicologia di un’emozione. Professore di Cinema, fotografia e televisione dell’Università Cattolica, l’autore fonda la sua analisi su dei prodotti mediali specifici, i thriller e i noir, diffusissimi e radicati nelle pratiche di consumo contemporanee tra film, serie tv, fino al fumetto e ai videogames. Come nasce la paura da un punto di vista scientifico? Gli studi hanno dimostrato una tendenziale differenza tra il sistema di risposta a minacce certe, che ha nell’amigdala il suo snodo principale, e il sistema di risposta a minacce incerte, in cui si attiva con maggiore evidenza solo una zona dell’amigdala. Il sentimento di paura si riferisce a minacce certe, ma si apre a un range di sempre maggiore indeterminazione, che sfocia nell’ansia quando la minaccia non è distinguibile. Paura e ansia costituiscono l’orizzonte esperienziale dell’universo thriller, le crime story ci offrono un frame adatto a confrontarci con queste emozioni. Particolare attenzione merita nella sua analisi la serie cult True detective, che narra le vicende di due poliziotti, interpretati da Matthew McConaughey e Woody Harrelson, a caccia di un serial killer. Quali sono le forme della tensione utilizzate dallo sceneggiatore? Per accennare a qualche elemento, già dalla sigla accediamo alla dimensione onirica e irreale del visual design nero, marcata dal lavoro in post-produzione a sovrapporre di volta in volta due o più fotogrammi o brevissime clip a immagine fissa, che fluttuano morbidi, al ritmo malinconico della canzone, in uno spazio vuoto. Le immagini della sequenza dei credit sono poi fortemente contrastate, monocromatiche, bianco/nero o verde petrolio, ma sempre con campi sovraesposti, dalla texture luminescente, che si oppongono a campi scurissimi, in cui riconoscere in filigrana alcune figure. Da dove arriva la parola thriller? Ha una lunga storia che ho ricostrui-

to per la prima volta e deriva dalla radice germanica durh, l’attuale durch, ‘attraverso’, da cui l’inglese medievale ha costruito il through, e di qui thyrel, il buco, e nel Trecento thrillen, ferire con la spada o con una lancia. Da qui si è passati al brivido corporeo che ci attraversa quando ci emozioniamo, il thrill, attestato dal Merriam Webster dal 1592 e utilizzato poi perlopiù in contesti di dolore o di fede. Un brivido che contagia anche i fumetti? Ho molto insistito sulla consanguineità del noir classico con la contemporanea cultura del fumetto già nel libro Perché noir. Tra tutti gli eroi il più noir è il cavaliere oscuro per eccellenza, Batman. Per limitarmi alla sola “stagione moderna”, non posso non citare il lavoro Batman: The Dark Knight di Miller (1986), in formato prestige. Il personaggio viene presentato in una dimensione psicologica nuova, riscritto nella sua fragilità e debolezza, in continuo dialogo con la creatura dentro di lui che rifiuta di arrendersi. È un Batman dominato dal mito di se stesso e incapace di vivere serenamente lontano dal ruolo di giustiziere. Anche i videogames sono noir? Il videogame è il luogo dove compie i suoi primi passi digitali l’illusionismo noir. Sin dalle prime esperienze di elaborazione grafica ci si avvicina alle narrazioni crime per la schematicità del contrasto bianco/nero, nella purezza di linee rigide e spezzate. Un pendant alle prime sperimentazioni di low-key lighting dei pionieri della fotografia, del cinema, della tv, in cui domina il contrasto visivo tra bianco e nero, che ritroveremo, non a caso, con l’avvento della prima generazione di touchscreen device, iPod, iPhone, e succedanei, e delle prime app dedicate, con il successo di un astuto platform game radicalmente noir, Shift. Anche Steve Jobs vestiva di nero in fondo.

Le notizie, i consigli di lettura, i dibattiti in corso, le interviste agli autori di Vita e Pensiero si possono seguire su twitter (@vitaepensiero), facebook (vitaepensieroeditore), youtube (/vitaepensiero) e sul sito www.vitaepensiero.it

Come gestire razionalmente gli NPL delle banche italiane in maggiore difficoltà! di Giuseppe Grassano, Marco Fortis vitaepensiero.it

LE RIVISTE VITA E PENSIERO

Comunicazioni Sociali

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n libreria il nuovo numero monografico della rivista Comunicazioni Sociali. Rivista di media, spettacolo e studi culturali diretta da Chiara Giaccardi. Il fascicolo, curato da Adriano D’Aloia, Marie-Aude Baronian e Marco Pedroni, si intitola Fashionating Images. Audiovisual Media Studies Meet Fashion ed esplora l’intersezione fra moda e media audiovisiva e la reciproca contaminazione tra fashion studies e media studies, con particolare riferimento al cinema, alla televisione, alla pubblicità e a Internet. Si legge nell’introduzione ai saggi: «The fundamental idea behind all the contributions to the issue is that a strong mutual relationship binds the moving-image and fashion together, where by ‘fashion’ is not meant merely clothing, but rather a wide set of social performative practices characterized by a tension towards – or even an obsession with – the ‘new’». Tra i vari articoli ne segnaliamo tre al femminile: ‘Women’s Tales’: Postfeminist Adventures into Consumerville di Elena Caoduro, Io viaggio da sola. Modelli di Heroine’s Journey nella nuova serialità televisiva di Luca Bandirali e ‘Spacchettiamo!’. Il fenomeno dei video haul nella relazione tra adolescenti e fashion brand di Romana Andò. Quest’ultimo è una ricerca su le hauler, ragazze adolescenti che filmano dalla propria camera i risultati di sessioni di shopping (‘haul’ vuol dire appunto ‘bottino’), mostrando capi di abbigliamento, accessori e trucchi, riconducibili a fasce di prezzo gestibili dalle adolescenti, con dovizia di particolari e informazioni utili alle audience per replicare comportamenti di consumo simili. Info: http:// comunicazionisociali.vitaepensiero.it/

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libri Nuria Calduch-Benages (a cura di)

Donne della Bibbia Vita e Pensiero, Milano 2017

pp. 116, euro 12,00 (Grani di senape)

egine e schiave, figlie e mogli, matriarche e guerriere, profetesse e prostitute… Le figure femminili punteggiano il racconto biblico, ma salvo rare eccezioni il loro ruolo e la loro storia si perdono nell’anonimato, contrariamente a quanto accade con le gesta dei protagonisti maschili. A restituire a queste ‘eroine’ una voce che sa risuonare interessante e sapida anche alle donne e agli uomini d’oggi interviene questo libro. Dieci esperte di Scrittura, di diverse confessioni religiose, riportano alla luce dieci figure sepolte nel silenzio, Sara e Agar, Miriam e Anna, Debora, Betsabea ed Ester, Tamar e Rut e ancora la guerra di Giuditta. I loro volti, segnati dal riso e dal pianto, dalla lode e dal lamento, dalla forza e dall’astuzia, parlano per tutte le anonime donne della Bibbia, autorevoli e dimenticate, sapienti e tenute in disparte.

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Giuliana Bendelli

Leggere l’Ulisse di Joyce, con saggi di G. Giorello e E. Terrinoni e prefazione di M. Bacigalupo Vita e Pensiero, Milano 2017 pp. 240, euro 16,00

invito di questo libro è avvicinare i lettori ancora diffidenti e intimoriti a un’opera che, invece, celebrando in ogni riga l’arte e il gusto dello scrivere, reclama di essere democraticamente letta da tutti. La storia di una giornata qualunque di un uomo normale che il genio di Joyce ha saputo rendere simbolo dell’uomo universale, una vera celebrazione della vita quotidiana con la sua eccezionale banalità e la sua intensità ordinaria. Giuliana Bendelli fornisce al lettore le necessarie chiavi di lettura e prende anche la forma di un vero e proprio itinerario geografico dei percorsi del protagonista Leopold Bloom nella città di Dublino. Grazie a mappe e a immagini fotografiche odierne e d’epoca, il lettore può rintracciare il cammino di Bloom e i luoghi in cui si svolgono i vari episodi. E infine non viene tralasciato di parlare della celebrazione del Bloomsday, che ogni anno si replica il 16 Giugno a ricordo della data in cui il romanzo è ambientato.

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Alessio Musio

Chiaroscuri, figure dell’ethos Vita e Pensiero, Milano 2017 pp. 184, euro 18,00 (Ricerche. Filosofia)

ella tecnica del chiaroscuro le immagini si originano attraverso il bilanciamento, la fusione e la sovrapposizione di tonalità chiare e scure secondo una reciproca ambivalenza. I chiari lasciano trasparire le figure, senza però poter diventare essi stessi trasparenti, gli scuri risaltano sfumature che, senza opacità, non possono essere rilevate. Tuttavia, né i toni chiari né quelli scuri possono diventare totalizzanti, pena l’invisibilità: della luce in un caso, del buio nell’altro. L’etica filosofica, però, non può convivere con il dinamismo dei chiaroscuri senza cercare di diradare ombre e ambiguità. Compito che diventa tanto più rilevante quando si tratta di pensare le figure dell’ethos, intese come i più importanti modi di essere e di porsi dell’uomo nei confronti di se stesso e delle sue relazioni. Il libro introduce il lettore in un percorso filosofico che affronta le più significative figure della vita morale.

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EDUCatt Gigliola Onorato e Paolo Rizzi (a cura di)

Turismo, cultura e spiritualità. Riflessioni e progetti intorno alla Via Francigena EDUCatt, Milano 2017 pp. 255

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dentità territoriale, incontro primordiale con la natura ed il paesaggio, pellegrinaggio spirituale, ricerca di significati esistenziali, amore per la storia e l’arte: tante sono le dimensioni che spingono un numero crescente di persone a ripercorrere l’antico itinerario della Via Francigena. I contributi di questo volume sono raccolti in tre diverse sezioni, la prima dedicata alle dimensioni storiche, culturali e turistiche dei percorsi di fede, la seconda caratterizzata da un taglio più marcatamente economico ed analitico del fenomeno, infine l’ultima riservata ai casi di studio, in parte direttamente afferenti al percorso istituzionalizzato della Via Francigena, in parte riferiti ad itinerari confluenti o paralleli che in qualche modo riconoscono nella Via un asse di riferimento. La pubblicazione di questi contributi intende anche valorizzare l’impegno di un volontariato diffuso sul territorio italiano interessato dal passaggio della Via Francigena, ma soprattutto sensibilizzare l’interesse per iniziative condivise che possano sviluppare un osservatorio nazionale dei pellegrinaggi a piedi, favorire e incentivare azioni volte alla promozione delle strutture di servizio e dell’immagine della Via, intesa come bene culturale e patrimonio comune della storia e della tradizione cristiana in Italia.

EBook Sicurezza, Terrorismo e Società 5/2017, pp. 182, euro 20,00 (cartaceo)

È

online, all’indirizzo www.sicurezzaterrorismosocieta.it, il quinto numero della rivista Sicurezza, Terrorismo e Società – pubblicazione semestrale nata nel 2015 dal centro di ricerca ITSTIME del Dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica, diretto dal professor Marco Lombardi – che intende promuovere una riflessione sui numerosi aspetti che caratterizzano la dimensione “sicurezza” nel mondo globale, con particolare attenzione alle derive di tipo terroristico, senza nessuna preclusione culturale. Lo scopo della rivista è di promuovere il dialogo tra accademici, analisti e policy maker sui temi della sicurezza e del rischio nella società contemporanea. Il numero 5 – scaricabile, come i precedenti, gratuitamente dal sito della rivista, dove sono disponibili in formato pdf, Epub e mobi anche i singoli saggi – si apre con il contributo di Diego Bolchini dal titolo Terrorismo: quale modellazione del rischio? Alcune riflessioni preliminari, che prende spunto da una pubblicazione realizzata nel 2015 dal CoEDAT (Center of Excellence- Defence Against Terrorism) della NATO, riguardante possibili profili di modellazione del rischio terroristico nello scenario contemporaneo.


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Luglio Agosto 2017 Anno C

B I M E S T R A L E D I C U L T U R A E D I B A T T I T O D E L L’ U N I V E R S I T À C A T T O L I C A

EDITORIALE Nunzio Galantino

Le sfide per l’università in un mondo interculturale

FOCUS Antonia Arslan

Armeni e curdi fra rivalità, rancore e perdono

DISCUSSIONI Adriano Dell’Asta Adriano Roccucci Rita di Leo SCENARI ECONOMICI Alessandra Smerilli

Voglia di giustizia e terrore, la Rivoluzione d’ottobre

Lavoro e cura: un’idea per la piena occupazione

POLEMICHE CULTURALI Goffredo Fofi La via femminile del Novecento italiano

La nostra parte di giorno felice. Essere ospitali nel XXI secolo

L’INTRUSO Mario Cucinella

Con l’empatia creativa rinasce l’architettura

FRONTIERE Chiara Giaccardi

Quello che i media non dicono: la vita nella sua complessità

Gaël Giraud

Una roadmap per impedire il surriscaldamento globale

ISSN 0042-725 X

Mariapia Veladiano



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