Presenza 02 - marzo aprile 2017

Page 1

presenza dell’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE

NAZ/350/2008 DCOO53793

numero 2 – anno XLXIX marzo-aprile 2017

Ne ha fatta di strada

D’Alessandra, a New York in difesa dei diritti umani

Postcards

I racconti di viaggio della generazione Erasmus

Ateneo

Celebrati i Dies delle Sedi padane

5 PER MILLE

una firma che fa la differenza Una scelta per sostenere la ricerca, la formazione e i progetti solidali di un’Università che crede e investe nello sviluppo del capitale umano


La mia prossima meta ◗ Più tempo ai miei interessi ◗ Nuove prospettive

alla mia conoscenza ◗ Docenti ed esperti per

2017

condividere le mie domande ◗ Immergermi in città e luoghi

d'arte: gusto e bellezza

Percorsi per ◗ Studenti universitari ◗ Ricercatori ◗ Insegnanti e professionisti

Seguici su

www.unicatt.it/summerschools


presenza

NAZ/350/2008 DCOO53793

dell’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE

numero 2 – anno XLXIX marzo-aprile 2017

Ne ha fatta di strada

D’Alessandra, a New York in difesa dei diritti umani

SOMMARIO

Postcards

I racconti di viaggio della generazione Erasmus

Ateneo

Celebrati i Dies delle Sedi padane

04 – 5 per mille, una firma che fa la differenza

5 PER MILLE

una firma che fa la differenza Una scelta per sostenere la ricerca, la formazione e i progetti solidali di un’Università che crede e investe nello sviluppo del capitale umano

08 – A New York in difesa dei diritti umani 11 – Alibaba, la favola di Angelica e Jiao 12 – Generazione Erasmus, l’Europa siamo noi

n.2/duemiladiciassette Rivista bimestrale realizzata dal Servizio Stampa dell’Università Cattolica, in collaborazione con il Master in Giornalismo, con la partecipazione del Servizio Pubbliche relazioni dell’Istituto “G.Toniolo” di Studi Superiori © 2001 – Università Cattolica del Sacro Cuore DIRETTORE Franco Anelli RESPONSABILE Gerardo Ferrari COORDINATORE Graziana Gabbianelli COMITATO REDAZIONALE Katia Biondi, Nicola Cerbino, Sabrina Cliti, Paolo Ferrari, Graziana Gabbianelli, Emanuela Gazzotti, Fausto Maconi, Antonella Olivari HANNO SCRITTO Carla Alecci, Katia Biondi, Sabrina Cliti, Elisa Conselvan, Graziana Gabbianelli, Emanuela Gazzotti, Velania La Mendola, Federica Mancinelli, Graziella Matarrese, Ilaria Mauri, Francesca Oliva, Antonella Olivari, Roberta Ricchetti, Andrea Siravo, Maria Villano REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Università Cattolica del Sacro Cuore L.go Gemelli, 1 – 20123 – MILANO tel. 0272342216 – fax 0272342700 e-mail: presenza@unicatt.it www.unicatt.it

16 – I nuovi corsi di Teologia dell’Ateneo 17 – L’Europa è la soluzione, non il problema 18 – Gallagher, le minacce alla libertà religiosa 19 – Un viaggio dentro il cervello 22 – Cure palliative, la medicina dello sguardo 24 – Il lavoro come vocazione 26 – Bobba, la riforma del terzo settore 28 – SparkMe, l’app per conoscere le persone 30 – Il giornalismo secondo Quirico

Presenza è sfogliabile anche online su www.unicatt.it/presenza

REDAZIONE ROMANA L.go Francesco Vito – 00168 – ROMA tel. O630154295 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 94 del 5 marzo 1969 PROGETTO GRAFICO Matteo Scanni IMPAGINAZIONE Studio Editoriale EDUCatt FOTO ARCHIVIO Università Cattolica, AP, Getty Image STAMPA Tiber spa – Brescia

Questo periodico è associato all’USPI Il numero è stato chiuso in redazione il 5 aprile 2017

Dalla tua firma dipende il risultato! FORMAZIONE RICERCA SOLIDARIETA


primo piano

5 PER MILLE, UNA FIRMA

che fa la differenza Una scelta per sostenere la ricerca, la formazione e i progetti solidali di un’Università che crede e investe nello sviluppo del capitale umano

di Francesca Oliva

I

5 PER MILLE è un piccolo gesto che può fare la differenza. Non costa nulla ai cittadini, ma costituisce un aiuto fondamentale per sostenere lo sviluppo e la crescita di progetti e attività. Si tratta di una parte dell’IRPEF (pari, appunto, al 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche) che lo Stato destina al finanziamento di enti, organizzazioni e organismi che operano a livello sociale e culturale. Milioni di italiani, al momento della dichiarazione dei redditi, scelgono di dire sì al 5 per mille compiendo un gesto di generosità. L’Università Cattolica del Sacro Cuore è ogni anno la scelta di tanti contribuenti: attraverso il sostegno ricevuto, attiva iniziative e interventi nel campo dell’educazione ai giovani, della solidarietà internazionale e della ricerca scientifica. I fondi raccolti negli ultimi anni hanno permesso di portare avanti la missione dell’Università Cattolica: investire nella formazione, nella solidarietà e nella ricerca. L’attenzione alla formazione dei suoi studenti da sempre contraddistingue l’impegno educativo dell’Università Cattolica. Il diritto allo studio e la possibilità di un percorso di crescita umana e professionale completa rappresentano il cuore pulsante dell’Ateneo. Dal 2010 a oggi sono state erogate 1.092 borse di studio per studenti meritevoli dell’Università Cattolica che, fin dalla sua fondazione, non esita ad aprire le porte a coloro che, capaci e fortemente motivati, hanno meno possibilità economiche. A fronte della riduzione dei finan-

4

L

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

ziamenti pubblici per il diritto allo studio, l’Ateneo, l’Istituto Toniolo e la Fondazione EDUCatt ogni anno stanziano un contributo straordinario per gli studenti idonei e non beneficiari della borsa di studio. Molte sono le agevolazioni economiche garantite grazie al 5 per mille. L’iniziativa Scholarship Program permette a giovani provenienti da Paesi in Via di Sviluppo di studiare presso l’Università Cattolica e, a conclusione del percorso formativo, di riportare nei Paesi di origine la propria esperienza per contribuire alla loro crescita. Gli studenti che aderiscono al programma sono originari dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina e non dispongono di mezzi e risorse sufficienti per provvedere agli studi. L’obiettivo del progetto è potenziare il capitale umano di questi Paesi e

consolidare le partnership educative con le istituzioni locali. A partire dal 2010 è stata riconosciuta a 267 studenti internazionali una scholarship comprendente sia i costi di alloggio sia del corso di studi. Così facendo, i ragazzi hanno potuto frequentare corsi di laurea presso il nostro Ateneo. Dal 2016 l’attenzione dell’Università Cattolica è rivolta anche ai bisogni degli studenti con disabilità e disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). Nell’Ateneo, in virtù della legge 28 gennaio 1999 n. 17, è attivo un Servizio per l’assistenza, l’integrazione sociale e per i diritti di questi studenti, accessibile a tutti gli iscritti ai Corsi di laurea, alle Scuole di specializzazione, ai Dottorati di ricerca e ai Master. L’intento è aiutare gli studenti nell’esperienza univer-


Dalla tua firma dipende il risultato! FORMAZIONE RICERCA SOLIDARIETA

sitaria rispondendo alle loro specifiche esigenze. L’Università Cattolica ha deciso di dedicarsi con impegno alla cura di questo delicato settore, rispondendo così all’aumento crescente di immatricolazioni da parte di studenti con disabilità e DSA. I fondi stanziati negli ultimi anni sono stati utilizzati nell’ambito delle tecnologie assistite: gli studenti, grazie all’acquisto di strumenti specifici per le varie tipologie di disabilità, possono implementare il proprio coinvolgimento nella vita accademica, incrementare la loro autonomia e raggiungere gli obiettivi formativi del loro corso di studi. La cooperazione e la solidarietà internazionale rappresentano l’anima dei progetti ad ampio raggio realizzati dall’Università Cattolica. Dal 2010 il Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale (CeSI), diretto dal professor Roberto Cauda, ha realizzato, anche grazie ai fondi 5 per mille, iniziative di cooperazione e sviluppo in ambito educativo, medico, psicologico e di formazione, soprattutto a favore di bambini, giovani e donne in Afghanistan, Etiopia, Ghana, Haiti, Mozambico e Tanzania. Il Centro di Ateneo è attivo dal 2006 ed è presente in molteplici contesti culturali e geografici ‘di frontiera’ dove si adopera per diffondere la cultura e la pratica della solidarietà attraverso la valorizzazione del patrimonio di conoscenze e di competenze dell’Università Cattolica. I progetti promossi negli ultimi anni sono stati molteplici: dall’educazione e istruzione di allievi e maestri in Etiopia alla formazione del personale medico in Ghana; dalla

collaborazione con le istituzioni di Haiti, in risposta alla grave emergenza umanitaria causata dal terremoto del 2010, al miglioramento della qualità della vita dei bambini disabili in India. I progetti finanziati dal 5 per mille sono portati avanti in Afghanistan, Paese da cui proviene un giovane che aveva collaborato alle iniziative del governo italiano a Herat e che ha potuto proseguire gli studi in Scienze linguistiche e letterature straniere a Milano. Questo intervento si inserisce tra le attività volte a promuovere la solidarietà verso i Paesi in Via di Sviluppo e si pone in continuità con gli sforzi volti a sostenere lo sviluppo dell’Afghanistan e del suo capitale umano e sociale. Nel 2017 proseguirà inoltre l’impegno dell’Università Cattolica in Tanzania attraverso il progetto Intervento di sostegno alle attività del Consolata Hospital Ikonda, realizzato in collaborazione con l’ospedale, gestito dai missionari della Consolata e riconosciuto dal Servizio Sanitario della Tanzania. L’intervento prevede l’invio di specializzandi di Medicina e chirurgia a supporto del personale medico-sanitario locale. Nel 2017 il CeSI propone l’UCSC Charity Work Program con scholarship destinate a studenti e neolaureati selezionati per partecipare a un’esperienza di volontariato in Paesi in Via di Sviluppo. Il programma, attivo dal 2009, in totale ha promosso 210 scholarship della durata di 3-8 settimane per studenti di tutte le facoltà e le sedi dell’Ateneo. Tale iniziativa offre ai partecipanti non solo la possibilità di mettersi in gioco in situazioni relazionali diverse,

PORTA CON TE IL PROMEMORIA RICORDA questi semplici passaggi: ◗ Firma nel riquadro della dichiarazione dei redditi alla voce “Finanziamento agli enti della ricerca scientifica e dell’Università” ◗ Trascrivi il codice fiscale dell’Ateneo: 02133120150 Il 5x1000 non ha nessun costo per il contribuente e non è in alternativa all’8x1000 per la Chiesa cattolica. www.unicatt.it/5permille

ma anche di vivere un’esperienza altamente professionalizzante. L’attività di ricerca riveste un ruolo di primaria importanza per l’Università Cattolica che, attraverso i contributi ricevuti con la campagna 5 per mille, ha potuto realizzare presso il Policlinico “A. Gemelli” importanti progetti. Tra questi figurano il potenziamento del Percorso Donna, destinato a prevenire e curare efficacemente le principali malattie femminili, e il miglioramento del Day Hospital pediatrico per la spina bifida, in grado di offrire ai piccoli pazienti un’assistenza integrata e il necessario sostegno psicologico e sociale alle famiglie. Sono stati inoltre finanziati il potenziamento e l’innovazione delle attività nell’ambito delle cure palliative e delle terapie del dolore. Nel 2017 prendono avvio due interventi presso la sede di Roma: la ristrutturazione dei laboratori degli Istituti Biologici e l’attivazione di un contratto di ricerca per una giovane impegnata nello studio delle vescicole extracellulari. Devolvere il 5 per mille all’Università Cattolica significa dunque investire nella formazione, nella solidarietà e nella ricerca attraverso un segno di grande valore. L’impegno e l’attenzione nell’educazione dei giovani, nelle attività di solidarietà internazionale e nella ricerca scientifica richiamano i valori cristiani cui si ispira l’Ateneo. Il 5 per mille non rappresenta una spesa aggiuntiva per le famiglie e non costituisce un’alternativa all’8 per mille alla Chiesa cattolica: è possibile dare il proprio sostegno a entrambe le iniziative. Un semplice gesto può fare cose straordinarie. PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

5


primo piano

L’impegno dell’Ateneo per la ricerca di Francesca Oliva

L

A RICERCA RIVESTE UN RUOLO di enorme importanza in vari ambiti, come la salute. È per questo che il 5 per mille dell’Ateneo promuove diversi progetti e iniziative medico sanitarie. Per il 2017 i fondi 5 per mille saranno utilizzati anche nel campo della ricerca per acquistare la strumentazione necessaria ai laboratori degli Istituti Biologici della sede di Roma. Inoltre, è stato attivato un contratto di collaborazione per la giovane ricercatrice Filomena Colella che si occuperà di un progetto già attivo presso l’Istituto di Patologia generale dell’Università Cattolica, sotto la supervisione del professor Alessandro Sgambato, docente di Patologia e Fisiopatologia generale presso la facoltà di Medicina e chirurgia.

Professor Sgambato, di cosa si occupa l’attività della giovane ricercatrice? La dottoressa Colella si concentrerà sullo studio delle cosiddette vescicole extracellulari, rilasciate da tutte le cellule e in particolare da quelle tumorali. L’obiettivo della ricerca è verificare se è possibile utilizzare tali vescicole per ottenere informazioni sulle caratteristiche del tumore del paziente. Tutto questo può essere fatto attraverso un semplice prelievo di sangue. Questa tecnica innovativa può essere applicata a tutti i tipi di tumore? Oggetto della ricerca è in particolare lo studio del tumore al colon-retto, ma questa tecnologia può essere applicata a tutti i tumori. Ogni cancro è diverso dall’altro ed è necessario individuare la terapia più opportuna per il singolo paziente. In genere si possono studiare le caratteristiche molecolari del tumore grazie a una biopsia, ossia prelevando un frammento di tessuto direttamente dalla massa tumorale. Ma non sempre è possibile effettuarla e soprattutto è necessario che la malattia sia stata diagnosticata. Viceversa, sapendo che le cellule tumorali rilasciano in circolo vescicole extracellulari – in particolare quelle oggetto della ricerca prendono il nome di esosomi – è possibile individuarle e ottenere informazioni sulle caratteristiche del tumore, senza ricorrere alla biopsia e con la possibilità di identificare la malattia ancora prima che si manifesti. 6

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

Qual è la funzione delle vescicole extracellulari rilasciate da cellule tumorali? Le vescicole extracellulari di origine tumorale possono permettere di individuare il tumore prima che sia diagnosticato, ma la massa deve essere comunque già presente. L’obiettivo, quindi, è di verificare la possibilità di utilizzare le vescicole extracellulari anche come screening per identificare un tumore prima che si manifesti clinicamente. Aspettare che il tumore dia sintomi significa accorgersi della malattia in una fase troppo avanzata e più difficile da curare. Se si riuscisse a fare una diagnosi precoce, le possibilità di guarigione sarebbero naturalmente maggiori. Quali saranno le conseguenze per la pratica clinica? Oggi utilizziamo i cosiddetti farmaci biologici che vanno a colpire le alterazioni molecolari specifiche di ogni singolo tumore. Abbiamo bisogno di fare la biopsia e di caratterizzare il tumore, dato che questi farmaci vanno somministrati soltanto a quelli che presentano determinate caratteristiche. Lo studio degli esosomi consente di fare la cosiddetta biopsia liquida che permette di diagnosticare e caratterizzare il cancro attraverso un semplice prelievo di sangue, utile anche per valutare come cambia nel tempo il tumore. Si può così realizzare una terapia personalizzata, studiata

su misura per il singolo paziente. Come cambierebbe la terapia? La terapia al momento è sempre la stessa, cicli di radioterapia Alessandro e/o di chemiote- Sgambato rapia. Se si scopre il tumore in una fase avanzata, bisogna ricorrere a intervento chirurgico importante e c’è la possibilità che il cancro possa dare delle metastasi. Al contrario, se si identifica il tumore in una fase precoce, quando la lesione è più piccola, basta ricorrere a un piccolo intervento. La caratteristica più preoccupante di un tumore maligno è che le sue cellule possono staccarsi e andarsi a localizzare in altre parti dell’organismo. Quando si identifica il tumore in una fase iniziale e le cellule non si sono ancora diffuse, ci sono buone possibilità di guarire il paziente. Rimane comunque alto il rischio di recidive o di metastasi? Studiare il tumore con questa tecnica incide anche sul rischio di recidive, quando il tumore ricompare dove è stato operato, o di metastasi, quando si ripresenta in altre sedi. Non è mai possibile stare tranquilli fino in fondo, ma identificando il tumore precocemente il paziente, dopo l’intervento, può sentirsi più sicuro.


primo piano

5 per mille, perché destinarlo all’Università Cattolica

C

ON IL 5 PER MILLE il nostro aiuto può fare la differenza. «Destinarlo all’Università Cattolica significa investire le risorse nei nostri studenti, credere nel loro talento e nel successo delle nostre iniziative più nobili»: con queste parole Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ricorda come i contributi ricevuti con la campagna 5 per mille abbiano consentito di sostenere numerosi progetti e iniziative della comunità universitaria. Dal 2010 l’Università Cattolica è tra i destinatari dei fondi 5 per mille, grazie a cui è stato possibile aiutare oltre 1.200 studenti meritevoli, realizzare importanti progetti in Italia e

all’estero e sostenere la ricerca. A fronte della riduzione dei finanziamenti pubblici per il diritto allo studio, l’Università Cattolica ha confermato il suo impegno nell’attuazione degli interventi destinati a favorire l’accesso agli studi. L’attenzione alla persona e la vocazione alla solidarietà internazionale connotano da sempre la missione dell’Ateneo e hanno trovato concreta attuazione nelle numerose attività fin qui svolte. L’Università Cattolica offre ai suoi studenti diversi servizi per rendere proficuo il percorso di formazione. «Con i fondi 5 per mille abbiamo effettuato 15 programmi di cooperazione per lo sviluppo in Afghanistan, Etiopia, Ghana, Haiti, Mozambico e

Tanzania», spiega il rettore Anelli. Dal 2016 l’Università Cattolica rivolge la sua attenzione anche ai bisogni degli studenti con diFranco Anelli sabilità e disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). «È stato possibile potenziare i servizi didattici per questi studenti», dichiara a tal proposito il rettore Anelli. Così facendo, gli studenti possono migliorare il proprio coinvolgimento e la propria autonomia nella vita accademica. «Solo grazie alla firma al 5 per mille sarà possibile dare continuità a queste attività solidali e di ricerca orientate al sostegno e ai bisogni delle persone, che costituiscono autentica attuazione della missione dell’Università Cattolica», conclude il Rettore. L’Ateneo non può fare affidamento per conseguire tali obiettivi sul finanziamento pubblico, quest’anno ulteriormente ridotto. «Proprio per questo confido anzitutto nel supporto dei componenti della nostra comunità universitaria perché sostengano tali iniziative indicando l’Università Cattolica come destinataria del 5 per mille: la scelta di ciascuno di noi è oggi ancora più preziosa e decisiva che in passato».

Nuovi strumenti didattici per gli studenti con disabilità e DSA

I

n Università Cattolica è attivo, secondo quanto previsto dalla Legge 28 gennaio 1999 n. 17, un Servizio per l’assistenza, l’integrazione sociale e per i diritti degli studenti con disabilità e con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), fruibile da parte di tutti gli studenti iscritti ai Corsi di laurea dell’Università Cattolica, alle Scuole di specializzazione, ai Dottorati di ricerca e ai Master. Secondo gli ultimi dati disponibili, aggiornati a gennaio 2017, per l’anno accademico 2016/2017 gli studenti iscritti al Servizio sono 1043, distribuiti su tutte le sedi dell’Ateneo: 783 a Milano, 101 a Piacenza, 123 a Brescia e 36 a Roma. Un incremento notevole, se si pensa che

nell’anno accademico 2014/2015 gli studenti seguiti dal Servizio erano 717 in totale, numero inferiore a quello degli attuali iscritti per la sola sede di Milano. Grazie ai contributi del 5 per mille è stato possibile acquisire nuovi macchinari capaci di garantire un supporto all’avanguardia e sempre più efficiente. Per la sede di Milano, per esempio, sono stati acquistati una stampante multifunzione fondamentale per la scansione dei testi in formato accessibile (cioè ricercabile e quindi leggibile con qualsiasi sintesi vocale) e un sistema di stoccaggio laptop di ultima generazione che consente di conservare e mantenere al livello ottimale di carica i computer portatili e i tablet che vengono

forniti agli studenti come strumenti compensativi durante gli esami. Il notevole incremento dell’efficacia e della capillarità del supporto offerto, ottenuto anche grazie al fondamentale ausilio dei fondi derivanti dal 5 per mille, fa sì che l’Università Cattolica si collochi tra le eccellenze italiane per le possibilità offerte a studenti con disabilità e disturbi dell’apprendimento, tanto che la previsione per il prossimo anno accademico è di un ulteriore aumento degli utenti del Servizio. PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

7


ne ha fatta di strada

A NEW YORK

per i diritti umani Per Forbes è tra gli Under 30 più influenti al mondo. Laureata in Scienze politiche in largo Gemelli, Federica D’Alessandra lavora nella Grande Mela all’Associazione legale internazionale. Dalla parte dei più deboli di Ilaria Mauri

I

L SUO NOME È STATO INSERITO nella li-

sta di Forbes degli Under 30 più influenti al mondo. Siciliana, di origine, Federica D’Alessandra ha studiato Diritto internazionale alla facoltà di Scienze politiche dell’Università Cattolica di Milano e ha fatto della sua vocazione al servizio pubblico una scelta di vita. Ora vive a New York, dove lavora come ufficiale per i diritti umani per l’Associazione Legale Internazionale e consulente per il Public International Law & Policy Group.

Come è nata la vocazione che l’ha portata a lottare per i diritti umani? Il nostro Paese vanta una tradizione giuridica d’eccellenza che mi ha sempre appassionato. La nostra storia dal dopoguerra all’integrazione europea, con tutto ciò che questa ci ha portato in stabilità, prosperità e pace, mi ha sempre affascinato. Crescendo in Sicilia, poi, è stata la natura della lotta alla mafia ad aprirmi gli occhi sul potere della Legge e delle Istituzioni e sull’importanza dello Stato di Diritto. L’aver deciso da giovanissima di fare volontariato in regioni remote dell’Africa Sub-Sahariana credo abbia fatto il resto. Dopo aver toccato con mano le conseguenze della fame, della guerra, della corruzione, e della povertà estrema sapevo ed ero convinta di voler operare affinché a ogni essere umano fosse riconosciuta la propria dignità e fossero garantiti i propri diritti. La protezione dei diritti, però, non è una funzione a se stante. Come ho detto la mia vocazione è il servizio pubblico nel senso più generico del termine. Per questa ragione mi 8

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

piacerebbe partecipare un giorno non solo alla formulazione di politiche pubbliche, ma anche al regolare svolgimento delle funzioni delle istituzioni investite con il potere, sacrosanto, di tutela dei nostri diritti e doveri più in generale. Con il suo lavoro le è mai capitato di influenzare e magari modificare le intenzioni dei potenti? La natura del mio lavoro è di fornire consulenza di tipo tecnica. Soprattutto quando questa consulenza è direttamente sollecitata, sì, mi piace credere che sia tenuta in considerazione, ma non posso certo darlo per scontato. Le intenzioni (e decisioni) dei “potenti” sono però determinate da molti, troppi fattori perché l’influenza del lavoro di una singola persona (o ente che sia) possa essere quantificata. E comunque non tutti sono fattori di natura tecnica. Ho avuto opportunità di scambio, sia formali che informali, con protagonisti di negoziati e decisioni importanti. Dunque nel mio piccolo forse ritengo di aver avuto, talvolta, la possibilità di presentare il mio punto di vista anche a livello politico-strategico. Ciò che importa a mio parere, tuttavia, non è l’impronta specifica che si lascia, se non la possibilità di esserci al tavolo dei negoziati (o dietro le quinte, come risulta molto più spesso essere il caso). Mi ritengo molto fortunata ad avere una voce. Anche se fosse minima, anche se in maniera occasionale, avere una voce è importante. Dopo l’elezione di Donald Trump, quali sono state le reazioni alle dichiarazioni più forti del neopresidente da parte di

chi, come lei, si batte per i diritti umani? Di sgomento, e di oltraggio, a dire la verità. Dalla “reintroduzione della tortura” che il Presidente ha promesso in campagna elettorale, alle promesse di abbandonare il Consiglio Onu per i Diritti Umani, e taglio dei finanziamenti sia alle Nazioni Unite che al Dipartimento di Stato (la parte del governo americano che ha competenza, tra le altra cose, sui diritti umani), le sue politiche sono l’esatto opposto di ciò che in molti vediamo come necessario, se non auspicabile. Il mondo intero si trova a un bivio, e se per certi aspetti è vero che non dobbiamo e non possiamo continuare a dare per scontata la leadership americana, storicamente il ritiro dell’America dagli affari internazionali non ha avuto bei risultati. Da Trump all’Ungheria, sempre più Paesi si apprestano ad innalzare muri. Cosa fate voi “addetti ai lavori” per arginare queste derive xenofobe? I muri sono sintomo di un male molto più profondo della xenofobia: sono frutto dell’insoddisfazione del cittadino con le proprie istituzioni, mista al risentimento e il senso dell’abbandono che in molti hanno forse sempre sentito, ma che si è rinforzato con lo scoppio della crisi economica mondiale. Storicamente, in tempi di crisi, il genere umano ha sempre avuto la tendenza a trovare capri espiatori. Al giorno d’oggi il capro espiatorio sono i rifugiati. Le migrazioni, a livello mondiale, magari si possono regolare, ma non si possono fermare. Per quel che ci riguarda, noi “ad-


detti ai lavori” proviamo a disseminare quanto più è possibile informazioni reali e fattuali, che possano smontare le immagini che si formano nelle menti di coloro i quali sono poco informati. I benefici economici della migrazione non sono compresi da tutti, e comunicare al cittadino in che modo esso stesso, insieme al resto della società, può beneficiare è sicuramente un modo costruttivo di affrontare il dialogo. Abbiamo un obbligo morale di accogliere chi fugge le guerre e i disastri naturali. Perché ciò sia possibile è necessario però che le giuste politiche vengano implementate, e che ognuno (inclusi i vari governi) faccia la propria parte nell’assicurarsi che l’accesso ai servizi e alle risorse sia quanto più possibile adeguato.

umani? Senza dubbio le atrocità peggiori sono commesse in Siria, ma anche in Yemen e Sud Sudan. In generale, però, il 2016 è stato un anno terribile dal punto di vista dei diritti umani. Tortura, detenzioni illegali ed esecuzioni di massa rimangono comuni in troppi Paesi del Medioriente, dell’Asia, e dell’Africa sub-Sahariana. Anche in America Latina, nel contesto della cosiddetta “guerra al narcotraffico”, abusi a danno di popolazioni civili inermi continuano a essere perpetrati. Il terrorismo sembra però essere la minaccia più preoccupante. E non perché infligga più perdite, ma perché è un problema che a livello strategico e strutturale non siamo ancora pronti ad affrontare in maniera chiara ed organica.

cui oggi mi ritrovo magari anche in Consiglio di Facoltà. Ricordo l’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali (ASERI), dove ho avuto la possibilità di partecipare a qualche corso. Ricordo la biblioteca centrale, bellissima, come d’altro canto il resto della sede universitaria. Ricordo anche la mia vita al Paolo VI, il collegio universitario dove alloggiavo, la famosissima Suor Stella, e Monica, l’imbattibile chef della mensa collegiale, che aveva sempre tantissima pazienza con me, allora una delle pochissime vegetariane in sala. Gli anni universitari sono anni incredibili, in cui si impara tantissimo di se stessi e degli altri. Sono felicissima di averli passati in Cattolica. Credo sia davvero uno degli atenei che offre di più in Italia.

Le è capitato di seguire in prima persona vicende legate alle tragedie dei migranti o alla guerra in Siria? La tragedia della popolazione civile siriana è la mia angoscia quotidiana. Non c’è giorno che passa senza che un meeting, una lettera, un discorso non sia fatto per la popolazione siriana. Questa guerra, e la crisi che ne è scaturita, rimarranno a macchia indelebile nella coscienza collettiva della comunità internazionale.

Che ricordo ha dei suoi anni come studentessa alla Cattolica di Milano? Ne ho tantissimi. Ricordo i compagni di corso e i professori. In particolare le lezioni del professor Paolo Colombo, che mi appassionavano per i contenuti ed il metodo d’istruzione interattivo. Ricordo anche il corso dell’allora rettore, professor Lorenzo Ornaghi, con cui tra l’altro ho avuto il privilegio di laurearmi. Ricordo le lezioni del professor Damiano Palano, che ci citava sempre studi di professori di Harvard con

Dopo l’università quali sono stati i passi che l’hanno portata ad avviare un percorso professionale? A dire la verità, ho cominciato a fare qualche passo – credo in maniera cruciale – già in università. Dal punto di vista dell’offerta formativa, mi sono assicurata di accumulare quante più esperienze estere mi fosse concesso, dall’UN Model Italy – la simulazione delle sedute dell’Onu – al volontariato in Congo, dall’Erasmus in Francia alla tesi negli Stati Uniti. L’essere esposta, grazie alle

Attualmente, in quale ambito si registrano maggiori violazioni dei diritti

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

9


ne ha fatta di strada opportunità offerte della Cattolica, a diverse realtà credo mi abbia seriamente incoraggiato a trovare la mia strada. Durante l’università, poi, ho anche ottenuto uno stage al Consolato Americano di Milano per quasi un anno. Anche quell’esperienza mi ha molto cambiata. L’essere testimone, a un’età così giovane, della serietà e la solennità con cui gli ufficiali statunitensi di carriera diplomatica svolgevano le proprie funzioni, e la serietà che dimostravano anche e soprattutto nei miei confronti, ha rafforzato enormemente la mia passione per il servizio pubblico. Uno stage determinante… L’etica di lavoro statunitense mi ha aperto gli occhi sul fatto che le competenze si acquisiscono lavorando, e che è importante dimostrare voglia di fare, flessibilità, e spirito d’iniziativa, ma anche la capacità di imparare, e di farlo velocemente. Mi ha insegnato il valore del “feedback”, dell’attenzione ai dettagli, e mi ha insegnato a relazionarmi con persone molto più esperte ed importanti a livello professionale. Mi ha anche aiutato ad acquisire le competenze lavorative a livello linguistico, senza le quali non si va da nessuna parte. Queste sono tutte cose che ho potuto sfruttare quando mi sono spostata negli Stati Uniti, prima per la tesi, poi per un secondo stage. Dove l’ha condotta questa seconda opportunità? Sono stata in stage ad Harvard:

Nella foto: D’Alessandra con Zeid Ra’ad Al Hussein, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

10

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

ero l’assistente di ricerca di Sarah Sewall, l’allora direttrice del programma di Sicurezza Nazionale e Diritti Umani alla Kennedy School, che poi divenne Sottosegretario di Stato alla sicurezza civile e diritti umani nella seconda amministrazione Obama. Una donna risoluta da cui ho imparato veramente tanto. A livello professionale, accademico, e personale. Ho lavorato così duramente per ottenerne l’approvazione! Gli sforzi furono notati dall’allora direttore del centro Charlie Clements, che mi offrì prima un’estensione dello stage, e poi un contratto. In quegli anni meravigliosi ho imparato tutto ciò che so oggi sulla atrocità di massa, e su come la mobilitazione delle forze nazionali ed internazionali può avere impatti imprevedibili per la prevenzione e l’arresto di queste tragedie. Ho imparato il valore vero delle relazioni tra i civili e i militari, una presa di coscienza che mi ha spinto a specializzarmi in Diritto umanitario, Diritto pubblico e Diritto delle organizzazioni internazionali. Un percorso in crescendo… Grazie all’esperienza di Harvard mi sono avvicinata al mondo dei tribunali internazionali, prima dal punto di vista istituzionale, poi anche dal punto di vista operativo e giurisprudenziale, con la conseguente decisione di spostarmi in Olanda per qualche tempo e proseguire gli studi in diritto internazionale. Mi sono avvicinata a network professionali

come l’American Society of International Law e l’International Bar Association – all’interno della quale oggi ho una posizione di leadership in seno, per esempio, al Comitato per i Crimini di Guerra, il Comitato per i Diritti Umani, e il Consiglio della Sezione sull’Interesse Pubblico e Professionale –, senza mai rescindere il rapporto con Harvard. Ed è stato proprio questo rapporto, rafforzato dal percorso di arricchimento del profilo professionale che ho avviato, che mi ha lanciato nella posizione attuale. Alla luce della sua esperienza che cosa si sente di consigliare e suggerire ai giovani studenti e ai neolaureati della sua Università? Di non scoraggiarsi, di non gettare la spugna, di continuare a sognare e soprattutto di credere in se stessi e nelle proprie capacità. Di non aver paura di mettersi in gioco e di cercarsi le opportunità giuste che, sebbene a volte difficili da trovare e comunque altamente competitive, esistono. Certo non sono abbastanza. Sebbene la Cattolica faccia un ottimo lavoro durante e dopo la laurea, servirebbe fare molto di più a livello istituzionale per aiutare i giovani in Italia, perché di talenti ce ne sono tanti. D’altro canto, però, a volte vedo alcuni giovani che si cullano o che vogliono le opportunità servite sul piatto. A questi dico di svegliarsi e prendere coscienza, perché il proprio futuro, come quello della nostro Paese, è anche nelle loro mani.


alla prova del lavoro

Alibaba, la favola di Angelica e Jiao di Elisa Conselvan

S

Angelica Lin e Jiao Liu e sono laureate rispettivamente in Economia e Management e in Lingue e International Management all’Università Cattolica di Milano. Lavorano nella sede italiana di Alibaba Group, aperta nell’ottobre 2015 a Milano per espandere il business del colosso cinese dell’e-commerce in Europa. «Sono interessata ad Alibaba sin da quando è stata quotata in Borsa, nel 2014 – afferma Angelica (nella foto a lato) – ma già all’università seguivo le interviste al fondatore del gruppo, Jack Ma». Prima aveva svolto qualche esperienza lavorativa in realtà sino-italiane, ma considera questo il suo lavoro ideale: «Il mio ruolo è quello di Assistente del Country Manager, Rodrigo Cipriani, responsabile di Alibaba in Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. Lo assisto nella sua routine giornaliera, partecipo agli incontri e ho la possibilità di interfacciarmi sia con il team locale che con quello internazionale». Jiao (nella foto in basso) all’università ha studiato inglese, russo, tedesco, spagnolo e francese e prima di approdare ad Alibaba ha lavorato al Centro Visti del Consolato cinese a Milano. Il suo ruolo è quello di Office manager: «Lavoro nell’amministrazione, ma mi occupo anche di risorse umane e IT, coordinandomi con i rispettivi dipartimenti localizzati in Gran Bretagna. I miei colleghi sono per lo più italiani, ma comunico con persone di tutto il mondo, dai cinesi agli inglesi, ai francesi e ai tedeschi. Sono stata la prima impiegata assunta in Italia dopo il Country manager I CHIAMANO

Rodrigo Cipriani e con lui abbiamo davvero costruito l’ufficio da zero». Alla sede londinese di Alibaba si sono aggiunte, nel 2015, tre nuove sedi: prima in Italia, a Milano, poi in Francia e in Germania. L’obiettivo è aiutare le imprese locali a fare business ovunque nel mondo e la scelta del nostro Paese non è casuale: «L’Italia è un mercato chiave per quanto riguarda le cosiddette tre “f”, food, fashion e furniture – spiegano le ragazze –. Inoltre, Alibaba è impegnata a lavorare a sostegno delle Pmi, categoria in cui rientrano oltre il 90% delle aziende italiane». Con l’aumento del potere d’acquisto in Cina, è cresciuta la richiesta di prodotti internazionali ed è in questa fetta di mercato che si inserisce Alibaba, che mette in contatto i 439 milioni di utenti attivi sulle sue piattaforme con i produttori delle eccel-

lenze del Made in Italy, facilitando l’importazione di prodotti internazionali. «Il nostro modello di business è unico – continuano Angelica e Jiao – perché Alibaba, oltre ad essere una piattaforma di e-commerce, è un vero e proprio ecosistema: le piattaforme B2C funzionano come un marketplace, dove ogni brand può aprire il proprio store e usufruire di avanzate e sicure soluzioni di cloud computing, oltre che di servizi di logistica consolidati». «Alibaba è una realtà dinamica e in continua evoluzione – ricordano le ragazze –. Siamo particolarmente orgogliose di essere parte di questa fase di sviluppo in Italia e il valore aggiunto, per noi, è vedere la nostra crescita professionale andare di pari passo con il consolidarsi dell’azienda». Lo scorso 14 marzo Angelica e Jiao sono ritornate in Cattolica, nella loro Università, per presentare il programma Agla, Alibaba Global Leadership Academy, che ogni anno offre a 102 giovani di tutto il mondo la possibilità di trascorrere un anno in Cina, presso il quartier generale di Alibaba. Qui i giovani assorbono la cultura aziendale ed entrano in contatto con la cultura cinese, lavorando in diverse business units grazie a un meccanismo di job rotation, per poi tornare nelle sedi di Alibaba del loro Paese d’origine. La promozione del progetto, che coinvolge anche molte altre università italiane, è stata inoltre l’occasione per proiettare il film Dream maker, che racconta la storia di Alibaba dalla sua fondazione, nel 1999, alla sua quotazione in Borsa. PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

11


postcards

Gli studenti della Cattolica protagonisti dei programmi di studio e stage all’estero raccontano a “Presenza” la loro esperienza. Scrivete a: postcards.presenza@unicatt.it Salvatore Uttaro* Metti un campus in California on basterebbero mille parole per descrivere l’avventura che ho vissuto la scorsa estate con il Summer Program a UC Irvine – California. Ogni volta che penserò a quel Paese, non potrò non ricordarmi di queste sei intense e formative settimane che ho vissuto nella città californiana. Devo confessare che all’inizio ero un po’ preoccupato di ciò che mi aspettava: l’America, con le sue enormi distanze e la sua cultura, a volte così distante dalla nostra. I primi giorni sono stati di ambientamento e conoscenza, sia con i professori che con i compagni di corso. La cosa che più mi ha colpito è stata l’estrema confidenza e disponibilità dei docenti. Alla fine di ogni lezione mi intrattenevo, insieme anche ad altri compagni, a parlare con loro. Le nostre conversazioni variavano da argomenti più seri, come approfondimenti sulla lezione appena terminata, ad altri più leggeri, come la partita di basket della sera precedente. La vita universitaria era molto intensa tra lezioni, discussion, homework e lo studio per

N

12

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

preparare gli esami. Una volta tornato nel dormitorio, dopo una giornata passata nel campus, non rimaneva molto tempo per altre attività. L’unica concessione alla quotidiana routine era andare in palestra o nuotare nel centro sportivo dell’università che era a nostra completa disposizione. Una delle cose di cui non potrò dimenticarmi di questa esperienza è il cibo. Proprio così. Era molto divertente vedere i miei compagni e amici che preparavano i piatti preferiti del loro Paese mentre ci ritrovavamo nella cucina comune del dormitorio. Ho avuto modo di assaggiare piatti tipici di ogni dove, dal cibo coreano a quello cinese, dai piatti tipici dell’Egitto fino a quelli australiani. Ovviamente non poteva mancare la pasta. Sebbene durante la settimana non ci fosse molto tempo per attività alternative allo studio, il weekend era dedicato al divertimento. Ho assistito alla mia prima partita di baseball allo

stadio ed è stato fantastico, nonostante sia durata più di quattro ore. E poi non poteva mancare una lezione di surf, organizzata dall’ufficio internazionale dell’università a Huntington Beach, capitale mondiale del surf. È incredibile pensare come, grazie all’opportunità che mi ha dato l’Università Cattolica di studiare in America, abbia anche potuto fare surf nell’Oceano Pacifico. L’ultima sera, prima del ritorno in Italia, è stata un enorme mix di sentimenti contrastanti. Da un lato la gioia e la felicità di ritornare a casa dopo un periodo così lungo e intenso; dall’altra, la tristezza di dovere salutare e dire arrivederci, con la paura che fosse un addio, a tutti coloro che in quelle settimane erano diventati miei amici. Ogni volta che mi verrà in mente la California ricorderò questa magnifica esperienza di vita, prima che universitaria. Un grande grazie all’Università Cattolica, che mi ha dato la possibilità di vivere quest’avventura, e a tutte le persone che ho avuto la fortuna di incontrare nel mio soggiorno americano. See you soon California! 25 anni, di Gaeta, Corso di laurea magistrale in Banking and Finance, facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative

Sara Caspani* Generazione Erasmus, l’Europa siamo noi a oggi sono in Erasmus. La mia destinazione? Valencia, España. Addio alla terra del già conosciuto, del familiare, e bienvenida alle strade dai lampioni gialli ora ignote, ma che diverranno casa anch’esse; voci di gente che ho incontrato mi affollano la mente: “Perché sei partita? Perché vuoi partire? Poi ripartirai?” Ho quasi paura, la sensazione iniziale è quella di stare in due luoghi contemporaneamente, sarò pronta? No, quando si sente il bisogno di mettersi in viaggio non si è mai pronti a camminare. So che non sarà facile, la mattina mi sveglierò e saprò di dovermi guadagnare ogni angolo di questa città: i cartelli, i portoni, le maniere mediterranee di un popolo fratello. Eppure la musicalità di una domanda fatta in valenciano, le strade movimentate attorno alle Torri… che ricchezza questi pezzi di vita, raccolti da un uomo in giacca e cravatta che parla al telefono nella metro, a fianco di una vecchia signora che, pure chiedendo l’elemosina, mi lascia in custodia qualcosa.

D


“Smettila di pensare in italiano o non imparerai mai, smettila di crederti una turista... sveglia la tua anima spagnola!” La mente di un viaggiatore è come quella di un bambino che impara da capo a creare pensieri. Sfatiamo un mito: non importa quanto tempo o precauzioni abbiate speso a prepararvi alla partenza: la vita non segue mai i piani - lo stiamo imparando nel bene e nel male - non ne siamo padroni. Una volta arrivati su un suolo estero ricomincerete da zero, come quando da gattoni i bambini si azzardano a mettersi su due piedi. E, da lì, come appare grande il mondo di sempre! Per questo vi consiglio di portare con voi solo l’essenziale, presto vi accorgerete che il resto non serve. Oggi c’è un sole che brucia, sono in università coi miei nuovi compagni, mi hanno accolta come qualcosa di prezioso, di raro che viene da lontano e mi riempiono di domande. Quanta bellezza a dover spiegare anche la più scontata delle mie abitudini italiane, improvvisamente ritenuta di valore perché vissuta a distanza di chilometri. E allora il racconto passa attraverso i gesti, gli abbracci, le espressioni del viso che forse prima non guardavo tanto. Sembra assurdo: le strutture del pensiero che da sempre avevano una chiara disposizione, ora vengono demolite e all’improvviso non traduci più, non cerchi più di tornare alla tua parola di “origine”, ti affidi e lasci avvolgere dal mondo in cui sei immerso. All’improvviso, vivendo tra le pareti con altri coinquilini stranieri, scopri di avere anche un’anima tedesca, una francese, una latinoamericana che aspettavano solo di essere trovate. L’Europa per noi “Generazione Erasmus” non ha più un significato astratto, il bene comune è tanto visibile, tanto palpabile quanto condividere la cena con degli amici messicani, austriaci, inglesi.

Se stai per partire non dubitare, i compagni che incontrerai saranno come te, avranno avuto la stessa folle idea di lasciare la patria verso qualcosa che non sapevano nemmeno loro cos’era, quasi per svelare un mistero. Studierai in un’altra lingua: quante notti passerai a guardare il cielo, ritrovandoti a parlare con chi fino a due giorni prima non era che un estraneo. Partire è una scia contagiosa, perché una volta che hai sperimentato il senso della condivisione con alcuni dei possibili compagni di viaggio, vuoi andare oltre, vuoi imparare di più, non ti basta parlare una lingua, non basta una strada, una prospettiva di vedere le cose. C’è un mondo intero che può farti capire chi sei, per cosa vale la pena vivere e persone che a conoscerle ti ribalteranno il cuore. L’essere umano ha scritto nelle vene il desiderio di esplorare. Partire non snatura, non rende differenti, non rompe i legami. Senza dubbio è una scelta difficile, che permette però di prendere in mano il futuro. Diffidate da chi vi parla di perdita di tempo: a dirlo di solito è chi o non è mai partito o non ha vissuto interamente il suo viaggio e non conosce la gioia che ora vedo addosso a chi è tornato. Domando di più, sono più attenta, non ho più voglia di perdere tempo, di starmene a non fare nulla. Tutti, certe notti, abbiamo la nostalgia per qualcosa che non sappiamo, una nostalgia che in parte sicuramente è fatta di quello che pensiamo di aver perduto ma la verità è che la parte più consistente di questa è una nuova speranza, è il desiderio di quanto ancora ci resta da vedere. 23 anni, di Cabiate (Co), corso di laurea in Lettere moderne, facoltà di Lettere e Filosofia, sede di Milano

Stefano Pagano* A Ikonda medici in prima linea konda è un remoto paesino della Tanzania, costituito da piccoli villaggi. Nel corso degli anni, a partire dal 1961, ha conosciuto un’importante espansione. La ragione di tale sviluppo è da ricercare nel Consolata Ikonda Hospital che, con i suoi oltre 300 posti letto, consta

I

di numerosi reparti tra medicina interna, chirurgia generale, ginecologia, ortopedia, pediatria e malattie infettive. Il costo accessibile e l’offerta di un servizio di altissimo livello, hanno reso un piccolo ospedale missionario un punto di riferimento per l’intero nazione: ogni giorno numerosi autobus provenienti da ogni parte della Tanzania trasportano qui decine di nuovi pazienti. Quello di Ikonda è un contesto caratterizzato da una profonda dicotomia: da un lato problematico per la miseria che colpisce la popolazione locale e le patologie complesse, da noi ormai rare, con cui hanno a che fare i medici locali; dall’altro all’avanguardia grazie alle risorse economiche e tecnologiche, con cui quest’ospedale guidato da padre Sandro porta avanti la missione di “Faith Hospital”. Nonostante questa condizione di contrasto, il mese trascorso da volontario del Charity Work Program è stato fondamentale per la mia crescita non solo professionale ma anche e soprattutto umana. Interessato all’ortopedia, ho scelto di seguire il dottor Rolando Sancassani, medico volontario italiano, e l’équipe medica locale in reparto e in sala operatoria. La possibilità di assistere a un gran numero di interventi, anche spesso complessi, in un ambiente comunque più rilassato del nostro, mi ha permesso di apprendere numerosissime nuove nozioni e procedure dal semplice lavaggio chirurgico alle varie tecniche di sutura. Inoltre grazie alla tenacia dell’infermiere Dixon ho fatto grandi progressi con il Kiswahili, la lingua ufficiale parlata in Tanzania. Ogni giorno è stato ricco di nuove esperienze e nuovi casi: dai semplici gessi e interventi di riduzione delle fratture, alla plastica a zeta e skin-graft per

le ustioni, fino alle craniotomie per i traumi cranici. L’ampia casistica e la ristrettezza dei mezzi mi ha permesso di assistere a procedure diverse e innovative, in una realtà molto diversa dalla nostra. Spesso molti pazienti arrivavano a operarsi a distanza di mesi dal trauma, non tanto per l’impossibilità di permettersi l’intervento, bensì per la pratica di fare riferimento allo sciamano del villaggio. Una figura equiparabile in un certo senso al nostro medico di base, che provvede con piccoli tagli sulla zona lesa alla guarigione. Sopportando a lungo il dolore di un braccio o una gamba fratturata, finalmente gli infermi si rivolgono alla struttura ospedaliera. Quella centro-africana è una società completamente diversa dalla nostra. Nonostante la popolazione non disponga nemmeno dei beni di prima necessità (la corrente elettrica è giunta solo nel dicembre del 2014 e l’acqua corrente è un lusso di pochi) ognuno è sempre gioioso, riconoscente e pieno di vita. È il caso di Bibi, anziana donna lasciata sola dalla famiglia, ma adottata da Carmen, volontaria del Consolata Hospital. Con Carmen ogni sabato portavamo alla sua dignitosa capanna della verdura, della carne e un’immancabile bottiglietta di aranciata. Il suo sorriso e quello di molti altri sofferenti e bisognosi è la più grande ricompensa che si possa ottenere. La vicinanza a chi soffre è stata, per me, un momento di grande crescita, facendomi apprezzare ancor di più il percorso di studi che ho scelto. Ho anche appreso molto dal modo di vivere più semplice, ma anche più intenso, scandito dal godersi ogni piccolo momento e ogni piccola cosa di cui si dispone. Per questo mi sento afflitto anch’io dal “Mal d’Africa”, che ho percepito già durante il lungo viaggio di ritorno verso Dar es Salaam e quindi Roma: la nostalgia che tutt’ora mi accompagna rispetto a questo luogo e alle persone che lo vivono, che pur non avendo nulla, hanno in realtà molto più di noi. 23 anni, di Avellino, quinto anno di Medicina, facoltà Medicina e chirurgia, sede di Roma

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

13


ateneo

Brescia, arriva una nuova sede nell’ex Seminario

ON UNA NUOVA SEDE, a fronte di un incremento di immatricolazioni, la sede bresciana dell’Università Cattolica amplia i propri spazi in città. Al palazzo Martinengo Cesaresco di via Trieste 17 si aggiungeranno gli edifici dell’ex Seminario diocesano di via Bollani, nel quartiere di Mompiano. A dare l’annuncio ufficiale nella giornata del Dies Academicus è stato il rettore Franco Anelli nel discorso inaugurale delle attività della sede bresciana: «Si tratta di un programma di ampliamento e adeguamento degli spazi prefigurato da tempo, rispetto al quale, dopo un ponderato esame, posso dichiarare la nostra determinazione a procedere». Il Rettore non ha mancato di spiegare il volto della nuova sede: «Si prevede la realizzazione di 25 nuove aule, 16 laboratori di varia destinazione, una biblioteca, uffici per i docenti, sale per le attività di studio, una mensa e ampi spazi per attività sportive e di socializzazione. In essa confluiranno le attività oggi dislocate in vari luoghi della città – come via Musei, via Aleardo Aleardi e Contrada Santa Croce – diversi dalla sede storica di via Trieste, che conserva valore strategico e affettivo e verrà perciò mantenuta». Un traguardo di indiscussa importanza che – ha specificato il rettore Anelli – risponde a una vocazione educativa ben precisa: «Non si giustificherebbe un tale sforzo se non fosse sorretto da un ponderato progetto didattico e scientifico, dalla convinzione di poter offrire una precisa utilità al territorio, in forme e con modalità che non si esauriscono nell’erogazione di corsi

C

14

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

di laurea, ma che rendano l’Ateneo cattolico un luogo che appartiene alla città e che coinvolge tutti i cittadini». Lo sguardo al futuro è confortato anche dai numeri particolarmente incoraggianti della sede bresciana. «I dati aggiornati allo scorso 26 febbraio ci dicono che 1.133 nuove matricole si sono iscritte ai corsi di laurea triennali, magistrali e a ciclo unico proposti dalle 6 Facoltà attive nella sede bresciana, con un incremento del 7,3% rispetto all’anno accademico precedente. Complessivamente la sede ha oggi un totale di 3.352 iscritti; vi sono poi, oltre agli iscritti ai corsi di laurea, le centinaia di persone che seguono i corsi offerti nell’area post graduate». Fondamentale inoltre la constatazione della positiva attenzione mostrata dalle istituzioni cittadine: « Sono grato al sindaco Emilio Del Bono e alle tante organizzazioni e strutture della società civile che ci sono state nel passato vicine e che ci hanno confermato il loro appoggio». Il Rettore ha ringraziato in particolare il vescovo di Brescia monsignor Luciano Monari, a cui ha consegnato una targa alla fine della cerimonia «per il suo fattivo incoraggiamento, che ha aiutato a superare momenti di incertezza, in cui pareva che l’attenzione verso le nostre proposte fosse meno intensa». Il Dies Academicus è proseguito con la lectio magistralis affidata a Piero Bassetti, presidente di “Glubus et Locus”, sul tema del Glocalismo tra presente futuro. «Il concetto di glocalizzazione – ha affermato Piero Bassetti – arricchisce e precisa quello più generale di globalizzazione ponendo l’accento sull’influenza biunivoca tra

dimensione locale, nella sua declinazione individuale e sociale, e dimensione globale, nella sua dimensione reticolare e olistica. Nel mondo glocalizzato in cui viviamo, problemi e soluzioni di ordine locale vanno a influenzare problemi e soluzioni di ordine globale. Allo stesso modo – il che è spesso più evidente – problemi e prassi globali influenzano la nostra dimensione locale». In questo Bassetti ha salutato con piacere la nascita dell’Osservatorio per il Territorio: impresa, formazione e internazionalizzazione, «un’iniziativa di evidente ispirazione glocalistica». Secondo il presidente di Globus et Locus, con l’Osservatorio l’Università Cattolica «si propone infatti di dare impulso e vigore alle sue iniziative di formazione attraverso l’incontro tra un sapere, quello accademico, che è per natura sua di stampo globale; e l’ancoraggio a un territorio – con le sue eccellenze, le sue vocazioni e i suoi saperi – che è per natura sua tipicamente locale». Infine, tra le novità annunciate e previste a partire dal prossimo anno, c’è la sperimentazione del servizio di Service Learning per gli studenti che, muovendo dai valori etici che caratterizzano l’Ateneo, proporrà un ventaglio di iniziative d’impianto pedagogico in grado di unire il piano della teoria e quello della pratica, lo studio in aula e la messa a disposizione di quanto si va apprendendo per rispondere a bisogni presenti nella comunità. L’obiettivo sarà quello di consentire agli studenti di porsi al centro del processo di costruzione della conoscenza, favorendo l’acquisizione di contenuti e la responsabilità sociale.


ateneo

Dies Piacenza, la lectio magistralis di Cingolani UE NUOVI CORSI in lingua inglese: SAFE, la laurea triennale di Scienze agrarie alimentari e ambientali e Global Business Management, laurea magistrale di Economia. Queste le novità annunciate dal rettore Franco Anelli al Dies Academicus, a cui si aggiunge una doppia laurea per ottenere in 6 anni due lauree magistrali, una in Giurisprudenza e una in Economia. Matricole aumentate del 70 per cento rispetto al 2009/10 (da 671 a 1.136), iscritti che superano quota tremila, 871 laureati solo nell’ultimo anno. Sono alcune delle cifre che mostrano come la sede di Piacenza dell’Università Cattolica stia navigando a vele spiegate verso il futuro. Un futuro che nell’Ateneo piacentino si è espresso lo scorso 22 marzo in un Dies Academicus centrato sulla relazione tra essere umano e umanoide con la lectio magistralis di Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia. «Il tema è di quelli che inevitabilmente suscitano un misto di fascino

D

e turbamento – ha osservato il rettore Anelli –. Al gusto per la novità e al compiacimento per le conquiste dell’ingegno umano si contrappone il timore per l’ignoto». I numeri della ricerca stanno a dimostrare come in Cattolica non ci sia “motivo di preclusione e di aprioristica rinuncia” al progresso scientifico e tecnologico. Al contrario: nel 2016 sono stati infatti 216 i progetti di ricerca attivi alla Cattolica di Piacenza, di cui 144 avvia-

ti nel corso dell’anno, per un valore economico di oltre 4,1 milioni di euro. «È necessario recuperare nobilmente la funzione dell’uomo, in un mondo sempre più tecnologico ma diviso tra chi accede e chi no alla tecnologia; va valorizzata la specificità dell’uomo ed il ruolo dell’individuo nella sua interezza, orientata verso il bene comune»; con questo invito il Rettore ha introdotto la lectio del professor Cingolani che ha subito chiarito che «l’uomo è

irraggiungibile, perché il rapporto tra mente e corpo dell’uomo è irriproducibile. Non dobbiamo demonizzare il progresso scientifico e tecnologico perché noi abbiamo scienza e coscienza per controllare». «Il ruolo delle tecnologie è di ridurre le differenze migliorando la qualità di vita di tutti. La tecnologia, così come la robotica e le macchine intelligenti, crea infinite opportunità e possibilità. La direzione che prenderà l’evoluzione tecnologica dipenderà in larga misura dalle scelte che verranno fatte – ha sottolineato lo scienziato –. Ne consegue la necessità di pensare in modo più approfondito alle trasformazioni in corso, di acculturarsi e di non farsi dominare dalle narrazioni tecnologiche e mediatiche, di riflettere sulla propria condizione umana individuale e sociale per fare scelte basate su bisogni reali e valori umani e di agire in modo da dare forma al nostro destino, includendo in esso le molteplici forme della tecnologia odierna e senza farsi da esse assorbire».

Cremona, il proficuo legame tra ricerca e territorio A PRESENZA della Cattolica a Cremona «nasce e si realizza nell’intreccio di formazione e ricerca che riesce a condividere con il territorio»: lo ha sottolineato il rettore Franco Anelli nel suo discorso al Dies Academicus di Cremona dello scorso 22 marzo, che ha trovato conferma nelle parole del sindaco Gianluca Galimberti, del presidente della Provincia Davide Viola e di Gian Domenico Auricchio, presidente della Camera di Commercio Cremonese, intervenuti per gli indirizzi di saluto prima della lectio del Vescovo Monsignor Antonio Napolioni intitolata Fate sentire il vostro grido. «Lavorare all’interno di un distretto economico produttivo come quello di Cremona – ha proseguito il Rettore – costituisce un grande stimolo ed anche una grande responsabilità che, nel corso degli anni, abbiamo

L

dimostrato di volere e sapere mantenere anche di fronte, negli anni della crisi economica, ad ostacoli che poi sono stati superati grazie allo spirito collaborativo dimostrato da tutte le istituzioni coinvolte». «Eravamo certi e lo siamo ancor più oggi di poter giocare un ruolo significativo per consolidare la posizione di questa città come punto di riferimento e innovazione nella food valley italiana – ha detto inoltre Franco Anelli, esprimendo gratitudine per la rinnovata attenzione della comunità cremonese verso le attività dell’Ateneo - l’espressione della mia profonda riconoscenza va a autorità territoriali e alla Fondazione Giovanni Arvedi e Luciana Buschini per il generoso sostegno». Il Rettore nel ringraziare il Vescovo Napolioni per l’attenzione riservata alla Cattolica, ha ribadito il legame tra l’Università e le chiese locali. Una

Chiesa che “riparte dall’ascolto dei giovani” come ci tiene a sottolineare Mons. Napolioni nella sua lectio, che prende il titolo dall’esortazione rivolta da Papa Francesco ai giovani e che interpella anche l’Università in quanto luogo in cui i giovani, attraverso l’uso della ragion critica e l’arte del discernimento, acquisiscono consapevolezza di

ciò che desiderano esprimere. Un grido da ascoltare quello dei giovani «per ragioni umane e… divine. Un Ascolto – dice monsignor Napolioni – per sintonizzarsi con la vita che ci viene incontro». A conclusione del Dies la consegna dei diplomi triennali e magistrali dei laureati della Cattolica di Cremona dell’ultimo anno accademico. PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

15


ateneo

Parola di Dio, parole degli uomini Mons. Forte apre i corsi di Teologia A TEOLOGIA tra Parola di Dio e parole degli uomini è il titolo della prolusione con cui monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, ha inaugurato lo scorso 15 marzo, nell’Aula Magna della sede di Largo Gemelli, i corsi di Teologia dell’Ateneo. Una lezione sull’assoluto primato della Parola, con la P maiuscola, che non esclude le sfide del vissuto umano e anzi le assume perché trovino più luce. Monsignor Forte ha invitato a riflettere sull’idea di fondo che la Parola di Dio «non dà risposte facili», non tranquillizza «ma inquieta». Ecco perché il teologo come il credente ingaggia «una lotta con Dio» che porta «la Parola eterna a entrare nelle parole del tempo e a indicarne i passi nella notte». Nella sua prolusione monsignor Forte cita il teologo evangelico Karl Barth, Lutero – il quale definisce il vero teologo colui che «dipende totalmente dalla rilevazione contenuta nella Scrittura» - e il professor Giuseppe Lazzati, a cui dedica la propria lezione. L’Arcivescovo richiama inoltre il pensatore gesuita Karl Rahner – che scriveva «Nessuna parola umana e nessun concetto sarà tra me e Te» – e accennando al cardinale Carlo Maria Martini esorta gli studenti presenti a un «ascolto umile e orante della Parola» come ha sempre insegnato il gesuita Arcivescovo di Milano. Alla lezione inaugurale era presente anche il rettore dell’Ateneo Franco Anelli che nel suo saluto ha spiegato che è «l’attenzione alla verità totale che dà senso a tutta la ricerca e all’intera didattica» sottolineando in particolare come «il mistero illumina la conoscenza» in un’e-

L

16

QS WORLD UNIVERSITY

Le new entry del Qs ranking

L’

poca segnata dalla “frammentazione”. E se in passato l’insegnamento della Teologia era comune nelle università «oggi caratterizza l’Ateneo del Sacro Cuore, in un dialogo con gli altri saperi a cui offre una prospettiva più ampia» ha fatto infine presente Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale della Cattolica che ha osservato inoltre che la Teologia insegnata in Cattolica ha come obiettivo quello di «aiutare gli studenti a maturare all’interno dei loro percorsi accademici una visione sapienziale della vita, che sappia declinare in modo dinamico e significativo le istanze della ragione e le alte conoscenze scientifiche con le domande di senso e i valori etici». Gli insegnamenti di Teologia dell’Università Cattolica intendono offrire una conoscenza motivata, ragionata e organica dei contenuti della Rivelazione e della vita cristiana. Il piano di studio curricolare dei corsi di laurea triennale prevede per gli studenti iscritti la frequenza a tre corsi semestrali di Teologia. Per il biennio di spe-

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

cializzazione è proposto un corso semestrale su tematica inerente il curriculum frequentato. Complessivamente sono 42 i docenti di Teologia nelle quattro sedi dell’Università Cattolica: 20 a Milano; 6 a Brescia; 5 a Piacenza-Cremona; 11 a Roma. Dal prossimo anno accademico 2017-2018 entrerà in vigore una revisione dei programmi dei corsi di Teologia I, II e III, che ha come sfondo la rilettura della Costituzione apostolica Ex corde ecclesiae (1990 - 2015) e la Libera Iniziativa Culturale di Ateneo (2014-2016), che ha messo a tema l’identità dell’Università Cattolica e il suo progetto culturale. Con tale revisione i corsi avranno nuove titolature che indicheranno in modo sintetico le tematiche affrontate durante il percorso semestrale di insegnamento. Così Teologia I, II e III assumeranno rispettivamente le seguenti denominazioni: Questioni fondamentali: la fede cristologica e la scrittura; Questioni di antropologia teologica ed ecclesiologia; Questioni teologiche di etica e morale cristiana.

Università Cattolica scala con due aree disciplinari il QS World University Ranking by subject 2017. Nell’ambito della classifica per singole discipline, infatti, Modern Languages e Law conquistano un posto tra i primi 100 al mondo. Nella top 150 si posiziona poi per la prima volta l’area Medicine, e nella top 200 entra Agriculture and Forestry. Quest’anno, inoltre, fanno il loro esordio nel ranking internazionale anche Communication and Media Study (151200) e Sociology (251-300). Complessivamente l’Ateneo è tra le istituzioni d’élite in 11 delle 46 aree disciplinari analizzate da QS Ranking by subject. Nel rank fra 101 e 150 sono infatti comprese tre aree: Medicine, Linguistics e Economics & Econometrics. Oltre alle aree già citate (Agriculture e Communication), fra 151 e 200 si posizionano due ulteriori discipline: Accounting & Finance e Philosophy. Infine, nel rank tra 201 e 250, si collocano Psychology e Business and Management Studies. Gli esiti di quest’ultima classifica rappresentano per l’Ateneo un buon risultato nel contesto delle cosiddette comprehensive university; ovvero le università multidisciplinari che comprendono al loro interno diverse Facoltà e discipline scientifiche che, nel caso della Cattolica, spaziano dall’area umanistica alle scienze sociali, economiche e giuridiche fino alle scienze mediche, agrarie, fisiche e matematiche. L’Università Cattolica si posiziona nella top 200 per quanto riguarda tre delle cinque macro aree di studio indicate da QS, che includono a loro volta le singole aree disciplinari. In particolare si tratta di Arts and Humanities (posizione 169), Life Sciences and Medicine (posizione 180) e Social Sciences and Management (posizione 169). I parametri che sono utilizzati da QS World University Ranking per la valutazione e il ranking delle aree disciplinari sono: la reputazione accademica, determinata da una indagine fatta su oltre 70 000 accademici nel mondo; la reputazione presso le imprese, effettuata da più di 40 000 datori di lavoro a livello internazionale; il numero di citazioni per articolo scientifico e l’indice H, due parametri bibliometrici, che misurano la produttività e l’impatto delle pubblicazioni scientifiche.


ateneo

Assoreti, 4mila euro in borse di studio NA BORSA DI STUDIO del valore di 4mila euro. L’hanno ricevuta Ambra Negrini e Silvia Lastrucci (nella foto in alto da sinistra insieme con il presidente di Assoreti e il professor Marco Oriani), due studentesse della facoltà di Economia della Cattolica, iscritte al corso di laurea magistrale in Management per l’impresa. Ad assegnarle l’Assoreti – Associazione delle Società per la Consulenza agli Investimenti – nell’ambito di una convenzione di due anni stipulata con l’Ateneo, che prevede il conferimento di complessive otto borse di studio per l’ammontare di 32mila euro. Con un obiettivo: premiare gli studenti meritevoli e facilitare il loro inserimento nel mondo professionale grazie all’attivazione di tirocini formativi in società associate ad Assoreti. «Solo negli ultimi anni le Università italiane hanno cominciato a guardare con interesse il mondo della consulenza finanziaria, anche con l’introduzione di corsi specifici – spiega Matteo Colafrancesco, presidente di Assoreti –. Il nostro settore presenta un’anzianità media molto elevata, pertanto, da una parte, abbiamo

U

l’esigenza di nuove leve competenti e specializzate, dall’altra, c’è la necessità che la professione del consulente finanziario entri a far parte dell’immaginario collettivo dei giovani». Marco Oriani, direttore del Dipartimento di Scienze dell’Economia e della Gestione Aziendale dell’Università Cattolica, ha fatto presente invece che «la Convenzione con Assoreti apre la possibilità a diversi studenti dell’Ateneo di entrare in contatto con questa realtà e di mettere la loro preparazione al servizio degli intermediari operanti nel settore». Federica Poli, coordinatore per l’area Banking and Finance degli stage di progetto della facoltà di Economia, ha infine sottolineato che «l’esperienza di stage svolta da nove nostri studenti nel corso del 2016 è stata particolarmente apprezzata, e per tre di loro si è concretizzata in un’occasione di assunzione prima del conseguimento della laurea magistrale». Sono ancora sei le borse di studio messe a disposizione da Assoreti. Per partecipare all’assegnazione è necessario essere iscritti, per l’anno accademico 2016/2017, al primo o al secondo

anno in corso della laurea magistrale in Management per l’impresa, avere una media pari a 26/30, e un piano di studi in cui, tra l’altro, siano presenti le seguenti attività: un tirocinio formativo da svolgersi in una delle società aderenti ad Assoreti e il superamento degli esami di Economia degli intermediari finanziari (private banking) e di Economia delle aziende di credito (risk management), entrambi con una votazione minima di 28/30. La valutazione dei candidati e la scelta dei vincitori saranno affidate a un’apposita commissione costituita da tre docenti indicati dal preside di Facoltà. Le date di consegna per la partecipazione al prossimo bando sono: dal 3 luglio al 15 settembre 2017..

L’Europa è la soluzione, non il problema di Andrea Siravo i problemi dell’immigrazione, della disoccupazione e dell’instabilità internazionale serve una maggiore presa di coscienza e un coinvolgimento dei cittadini dimostrando che l’Europa è la soluzione e non il problema». A pochi giorni dalle celebrazione per i 60 anni della firma dei Trattati di Roma, Riccardo Ribera d’Alcalà (nella foto), direttore della Direzione generale delle politiche interne al Parlamento europeo, è convinto che l’Europa abbia tutti i mezzi per superare le sfide che preoccupano i cittadini dei 27 stati membri dell’Unione. Ne ha parlato, lo scorso 28 marzo in Università Cattolica, davanti agli studenti della facoltà di Scienze politiche e sociali, nella lectio inaugurale del modulo giuridico della scuola di dottorato in Istituzioni e Politiche per l’anno accademico 2016/2017. Una lezione di alto valore forma-

P

ER AFFRONTARE

tivo perché Riccardo Ribera d’Alcalà lavora da più di 35 anni nelle istituzioni europee e conosce profondamente i meccanismi e le dinamiche dell’attività legislativa del Parlamento europeo. Nel suo intervento il Direttore generale ha sottolineato il ruolo fondamentale che ha avuto l’assemblea di Strasburgo nel processo d’integrazione europea a partire dalla firma dei Trattati di Roma nel 1957. Ma l’entusiasmo per il sessantesimo anniversario stride con la realtà attuale. È sotto gli occhi di tutti che

l’Europa stia vivendo un periodo di crisi. La Brexit, il forte e diffuso euroscetticismo e il problema delle migrazioni stanno mettendo a dura prova l’Unione, minacciando gli ideali dei padri fondatori che costruirono le fondamenta dell’Unione europea. «L’Europa dovrebbe cogliere l’occasione di questo anniversario per poter ripercorrere le fasi della Costituzione dell’Europa e poter prendere atto dei progressi compiuti e delle acquisizioni in 60 anni di integrazione europea, anche per poter guardare con onestà e con chiarezza a tutto ciò che ha funzionato» ha detto Ribera d’Alcalà aggiungendo che per riconquistare la fiducia dei cittadini europei è necessario che all’interno di tutte le istituzioni europee «i 27 membri decidano di condividere la sovranità per affrontare insieme le sfide all’Unione e continuare quel processo di integrazione che ha guidato i padri fondatori ormai sessant’anni fa».

ANNIVERSARIO

Le Scienze politiche e sociali in Università Cattolica

P

er celebrare i 90 anni dalla fondazione della Scuola di Scienze politiche, economiche e sociali dell’Ateneo, lo scorso 4 aprile si è svolta una giornata di studi dedicata alla Facoltà dal titolo Le Scienze politiche e sociali in Università Cattolica. Nell’Aula Pio XI dell’Università dopo i saluti di Guido Merzoni, preside della facoltà di Scienze politiche e sociali, si sono alternati gli interventi di molti professori della Facoltà: Pietro Cafaro, Claudia Rotondi, Damiano Palano, Dino Rinoldi, Barbara Boschetti. A concludere la giornata di studi l’intervento del professor Giancarlo Rovati sul tema Leggere la società con le lenti della Sociologia e quello di Massimo De Leonardis dedicato a La Storia internazionale. Nel corso del convegno sono stati proiettate testimonianze in video sulla storia della Facoltà.

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

17


milano

Gallagher, le minacce alla libertà religiosa OGNI CONQUISTA della storia dell’umanità, anche l’affermazione dei diritti umani è il frutto di un percorso storico complesso, intessuto talvolta anche di veri e propri conflitti. Non fa eccezione il diritto alla libertà religiosa, al cui pieno riconoscimento la Chiesa è giunta nel Concilio Vaticano II a seguito di una lunga incubazione, che tra il XIX e il XX secolo ha visto il magistero pontificio confrontarsi a più riprese con le sfide poste alla fede cattolica dall’evoluzione della società contemporanea. Il progressivo maturare di una nuova sensibilità sul tema da parte della Chiesa è uno dei temi principali su cui si è concentrato il convegno Dalla Cristiada alle sfide dell’attualità. Il cammino della libertà religiosa, che si è svolto in Cattolica lo scorso 30 marzo per iniziativa del Dipartimento di Storia dell’economia, della società e di Scienze del territorio “Mario Romani” e dell’Universidad Panamericana. L’atteggiamento dei pontefici rispetto alla libertà religiosa è stato oggetto in particolare della conferenza che monsignor Paul Richard Gallagher (nella foto), Segretario ai Rapporti con gli Stati della Santa Sede, ha tenuto al termine della prima sessione dei lavori dal titolo La Santa Sede e la difesa del diritto alla libertà religiosa da Pio XI a Francesco. In particolare monsignor Gallagher ha osservato come

C

OME

«nell’ultimo periodo, su scala mondiale, senza eccezione per il continente europeo», si sia testimoni «di come il rispetto per la libertà religiosa viene sovente compromesso, con un preoccupante peggioramento delle condizioni di tale libertà fondamentale, che in diversi casi ha raggiunto il grado di una persecuzione aperta, in cui sempre più spesso i cristiani sono le prime vittime, benché non le sole. Fattori determinanti di queste situazioni allarmanti sono certamente riconducibili al permanere di Stati autoritari e non democratici. A ciò si aggiunga la constatazione che anche in molti Paesi di antica tradizione democratica la dimensione religiosa tende ad essere vista con un certo sospetto, sia a causa delle problematiche inerenti al contesto multiculturale sia per l’affermarsi ideologico di una visione secolarista, secondo cui le religioni rappresenterebbero una forma di ‘sotto-cultura’, portatrici di un passato da superare». «Purtroppo anche in Europa – ha rilevato inoltre Gallagher – si nota una crescita inquietante di forme di intolleranza e di episodi di discriminazione nei confronti dei cristiani. Solo nel biennio 2014-2015, l’Osservatorio per l’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa, ha ricevuto circa 1.700 segnalazioni di casi di intolleranza e di

discriminazione contro i cristiani nel vecchio continente». Il convegno è stato introdotto dai saluti del rettore dell’Ateneo Franco Anelli, dell’Assistente ecclesiastico generale dell’Università monsignor Claudio Giuliodori, del rettore dell’Universidad Panamericana José Antonio Lozano Díez e del direttore del Dipartimento di Storia dell’economia, della società e di scienze del territorio “Mario Romani” Maria Bocci, mentre i lavori sono stati moderati da Lorenzo Ornaghi, presidente onorario dell’Alta Scuola di economia e relazioni internazionali e Francesco Margiotta Broglio dell’Università degli Studi di Firenze.

Ricordo del professor Vaciago, maestro dell’economia di Andrea Monticini* alle lezioni di Economia monetaria e di Politica economica del professor Giacomo Vaciago è stato molto fortunato. Perché ha appreso cose che non si possono trovare nei libri di testo, in nessuno. Il professor Vaciago insegnava a decifrare i correnti fatti economici alla luce dei modelli teorici. In altre parole, riusciva a colmare la distanza esistente tra un libro, la teoria e la pratica quotidiana. Il sogno di ogni studente! Non c’è da sorprendersi che i suoi insegnamenti restino nella mente dei suoi studenti. A questo, Giacomo Vaciago univa una visione sempre ottimistica del futuro, anche nei momenti più complicati, uniti ad un gusto naturale per l’ironia e la battuta. Guardando nel suo curriculum, dopo la laurea conseguita in Università Cattolica nel 1964 con una tesi intitolata Il superamento della Politica economica tradizionale, relatore professor Mazzocchi, si è perfezionato presso la University of Oxford (Linacre College) nel 1968, conseguendo

C

HI HA ASSISTITO

18

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

il titolo di Master of Philosphy in Economia. A metà anni ’70 è diventato ordinario di Economia politica presso l’Università di Ancona, dove insieme al professor Giorgio Fuà ha contribuito al successo della Scuola di Ancona. Dal 1989, è stato ordinario di Politica economica presso la facoltà di Economia dell’Università Cattolica. Il contributo scientifico di Giacomo Vaciago si è concentrato sui vari aspetti teorici ed empirici, come si legge nel suo cv, che contraddistinguono le decisioni di politica monetaria. In questo ambito è stato Visiting Scholar alla Federal

Reserve nel 1985. La sua indiscussa e riconosciuta competenza l’ha portato a ricoprire la carica di consigliere del Ministro del Tesoro (1987-1989), consigliere del Presidente del Consiglio dei Ministri (1992-1993) e consigliere del Ministro del lavoro (2014-2016). Giacomo Vaciago ha inoltre ricoperto la carica di sindaco della sua città: Piacenza. Inoltre il professor Vaciago è stato tra gli ideatori del Mercato Telematico delle Obbligazioni e dei Titoli di Stato, il mercato dove gli operatori finanziari (magari su richiesta di qualche risparmiatore) possono acquistare e vendere quotidianamente i titoli di stato. Infine a Giacomo Vaciago piaceva commentare fatti economici e finanziari su vari media, dal Sole 24 Ore (per il quale è stato editorialista per moltissimi anni) alla tv o in radio, riuscendo sempre a semplificare fenomeni complessi in maniera tale che tutti riuscissero a comprenderli. * Professore di Econometria finanziaria presso la facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative


milano

La filosofia insegnata ai bambini di Graziella Matarrese Un assunto che è stato ribaltato dal progetto Fare Filosofia con i bambini, che ha coinvolto sei classi di quarta e quinta elementare dell’Istituto Leone XIII di Milano, per iniziativa del dipartimento di Filosofia dell’Ateneo. Avviato dal professor Roberto Radice una decina d’anni fa, a gennaio di quest’anno ha ripreso vita grazie all’iniziativa di Paola Muller, che ha coordinato i lavori insieme a Ingrid Basso e a Pia De Simone. Con loro, anche dieci studenti del corso di laurea magistrale della facoltà di Filosofia. Ma come si avvicinano i più piccoli alla filosofia? Niente lezioni frontali di storia del pensiero filosofico ma un laboratorio in cui a fare filosofia sono proprio i bambini. «La novità è stata questa: non abbiamo mai dato un contenuto ma, attraverso la discussione e il gioco, abbiamo lasciato che fossero proprio i bambini a concettualizzare, partendo dal vissuto quotidiano, dalla realtà che co-

L

A FILOSOFIA È UNA COSA DA GRANDI.

noscevano, per farli riflettere su di loro e sulla valenza del pensiero» ha spiegato la professoressa Muller. Il ciclo di incontri si è concluso con una lezione su Sant’Agostino per le classi quinte, invitate nei chiostri di largo Gemelli. «Ho ricevuto più domande dagli alunni delle elementari di quante di solito non ne riceva dai miei studenti universitari» racconta divertita Paola Muller. «I bambini riuscivano a trovare in loro stessi quesiti cui cercavano di dare una risposta e intorno ai quali hanno costruito tra di loro una vera e propria comunità dialogante». Fare Filosofia con i bambini è un progetto che ha il pregio di avvicinare i più piccoli al mondo delle discipline umanistiche in un’epoca in cui il sapere privilegiato è quello tecnico-scientifico. «Sarebbe bello creare un progetto pilota per rendere curricolare l’esperienza della filosofia alle elementari. Nella didattica ordinaria, anche se ragionano su quanto hanno studiato, hanno già un contenuto da studiare. Mentre fare filosofia è porsi problemi che partono da

Un viaggio dentro il cervello SSERVARE IL CERVELLO in diretta e capire come ingannarlo. È uno egli esperimenti che la Research Unit in affective and social neuroscience del dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica ha mostrato in occasione della Settimana Mondiale del Cervello, svoltasi dal 13 al 19 marzo scorso. Laboratori interattivi sono stati allestiti nell’atrio della sede dell’Ateneo di via Nirone per consentire al pubblico di toccare con mano gli strumenti che le neuroscienze utilizzano. La prima giornata è stata dedicata alla Ricerca e valutazione clinica: attraverso la “Spettroscopia nel Vicino infrarosso” e l’“Elettroencefalografia” si sono realizzati esperimenti sulle emozioni: i ricercatori, ingannando il cervello, mostrano come sono in grado di valutare gli stati psicoaffettivi e fotografare il cervello in azione. La sessione Riabilitazione cognitiva e psichiatrica ha invece mostrato la tecnica del “Neurofeedback”, della “Stimolazione magnetica transcranica” e della “Stimolazione elettrica transcranica” per rispondere a domande quali: Che limiti ha il cervello? Come si potenzia? E infine è stato mostrato il funzionamento del “Neuromarketing” in ambito commerciale. Attraverso strumenti come l’Oculometria/Eye-tracking e il Biofeedback si vedono, infatti, illustrati gli effetti della pubblicità sul cervello e l’uso di indici neuropsicofisiologici per la predizione del comportamento del consumatore.

O

noi stessi e dalla nostra relazione con gli altri». Il laboratorio ha coinvolto anche i genitori, che, al termine degli incontri, hanno voluto sapere come fosse possibile portare avanti il percorso di costruzione dello spirito critico intrapreso dai bimbi. Il successo di quest’anno sarà replicato anche in futuro: le classi quarte hanno già espresso l’intenzione di proseguire il laboratorio e anche le attuali terze vogliono intraprenderlo. L’obiettivo è quello inoltre di creare uno stage per gli studenti della laurea magistrale in Filosofia: 150 ore curriculari, la formazione, la presenza in classe e tutto il lavoro di organizzazione.

NEUROMANAGEMENT

Sperimentate nuove tecniche di potenziamento del cervello

G

L’ultima giornata è stata dedicata al Cervello in sviluppo: conoscere, riconoscere e potenziare la neurodiversità. Promossa dal Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in età evolutiva dell’Università Cattolica ha invitato genitori e insegnanti a sperimentare strumenti e procedure di valutazione e di potenziamento cognitivo per aiutare a mettere a fuoco i punti di forza e di debolezza dei bambini, che con l’aiuto degli psicologi possono migliorare l’espressione di sé e il rendimento scolastico. La Settimana mondiale del cervello ogni anno è dedicata alla sensibilizzazione di giovani, adulti e anziani sull’importanza della conoscenza del più complicato e sconosciuto organo del nostro corpo. La campagna, coordinata dalla European Dana Alliance for the Brain in Europa, coinvolge ogni anno psicologi, neuroscienziati e altri professionisti del settore della salute.

li psicologi esperti di apprendimento, diretti dal professor Alessandro Antonietti, hanno sperimentato il potenziamento dei cervelli dei manager attraverso l’utilizzo della Transcranic direct current stimulation, una tecnica utilizzata per la riabilitazione nei casi di lesioni cerebrali provocate per esempio da eventi cardiovascolari come l’ictus, oppure per migliorare le performance in ambito lavorativo. Analizzando 45 soggetti, di cui 15 uomini e 30 donne tra i 20 e i 30 anni, i ricercatori hanno provato a stimolare elettricamente, attraverso l’utilizzo di elettrodi posizionati in diversi punti della testa, la corteccia prefrontale dorsolaterale. Invitando prima il soggetto a pensare a possibili usi insoliti di un determinato oggetto, si è visto come, in seguito alla stimolazione, aumentasse notevolmente la capacità creativa. Lo studio conferma l’utilità di questa tecnica non a se stante ma in qualità di supporto per aumentare una performance solo se associata ad un lavoro psicologico. PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

19


milano

Orchestra dei popoli, concerto benefico per i minori è il concerto dell’Orchestra dei popoli che sabato 11 marzo si è esibita presso l’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo. L’evento, promosso da Fondazione Ambrosoli, Associazione Realmonte e Università Cattolica, ha raccolto fondi per due progetti a favore di minori in difficoltà: la formazione di operatori che lavorano con bambini siriani in campi profughi in Libano e Kurdistan e le cure pediatri-

I

L CIELO È DI TUTTI

land grabbing, terrorismo. Sono stati i temi al centro delle due lezioni aperte tenute da Moshe Terdiman, dell’Università di Haifa, Israele, agli studenti della facoltà di Scienze politiche e sociali. Martedì 28 febbraio il professor Ter-

C

che per l’emergenza malaria in Uganda. L’Orchestra dei popoli è esempio vivente di multiculturalità e solidarietà, unisce infatti profes-

sionisti dei Conservatori, scuole a indirizzo musicale, e artisti di diverse etnie e nazionalità provenienti da situazioni di disagio sociale.

diman, ospite del corso di Geopolitica di Riccardo Redaelli, ha analizzato il nesso tra cambiamenti climatici e conflitti in Medio Oriente, spiegando come disastri ambientali e carestie possono diventare occasione di nuovi reclutamenti per il terrorismo. Mercoledì 1°

marzo, nell’ambito dei corsi delle docenti Beatrice Nicolini e Claudia Rotondi, si è invece soffermato sullo sfruttamento delle risorse agricole africane da parte dei paesi del Golfo e sulla mancanza di forme di contrasto alle confische territoriali.

Libro bianco della comunicazione, è tempo di occupazione ibrida e nuovi profili per i professionisti della comunicazione. Anche se questo mondo cambia rapidamente e contamina aree che tradizionalmente erano diverse e separate, non è immediato vedere i profondi mutamenti che riguardano le figure richieste dal mercato e le competenze a esse associate. Un processo fluido e complesso, poco o per nulla indagato. Il Libro bianco sulle professioni della comunicazione appena uscito con l’edizione Franco Angeli e realizzato dall’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo della Cattolica, costituisce il primo tentativo di mappare dinamicamente

N

UOVI RUOLI

20

I migliori Atleti-Studenti premiati dal CONI

C

Scienze politiche e sociali: due lezioni di Moshe Terdiman LIMA,

RICONOSCIMENTO

il nuovo mercato del lavoro dei media e della comunicazione in Italia. È uno strumento rivolto sia agli studenti che si orientano verso questo settore professionale, sia ai formatori e agli stessi professionisti della comunicazione, in particolare nel settore delle risorse umane. Il volume, presentato di recente in largo Gemelli, si basa sugli esiti di quattro ricerche e sugli interventi di esperti, a partire da un progetto guidato dalla sociologa Nicoletta Vittadini e dal direttore di Almed, Ruggero Eugeni. Flessibilità, soft skills e

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

aggiornamento sono le parole chiave delle nuove competenze da ibridare: la capacità di costruire contenuti, dialogare con professionalità più tecniche, sviluppare competenze al tempo stesso orizzontali (gestire processi complessi) e verticali, ossia specialistiche come quelle grafiche o informatiche. Questa guida è pensata come report annuale, in costante aggiornamento che mette in evidenza le tendenze su cui si giocherà il futuro come, tra le altre, uno sviluppo del mercato del cultural heritage.

hiara Diamante Bosotti, (nella foto con Giovanni Malagò)laureata in Scienze Motorie e dello Sport presso la sede milanese dell’Università Cattolica, è tra i vincitori del bando 2016 del progetto AEES Atleta Eccellente Eccellente Studente, istituito dal Comitato Direttivo della Commissione Nazionale Atleti del CONI. Il progetto è rivolto ai giovani atleti-studenti d’interesse nazionale, inclusi negli elenchi delle squadre nazionali maschili e femminili, che hanno conseguito il diploma di laurea in Italia nel corso del 2016. Il progetto promuove valori legati ai livelli di eccellenza nella vita dell’atleta e promuove le esperienze di successo in ambito sportivo nonché formativo, di cui il diploma di laurea ne costituisce il simbolo riassuntivo. Chiara si è laureata discutendo una tesi sul movimento Why not Synchro?, una campagna di sensibilizzazione per sostenere la candidatura a sport olimpico del pattinaggio sincronizzato su ghiaccio. Relatore dell’elaborato di tesi il professor Ferdinando Cereda, docente di Metodi e didattiche delle attività motorie e sportive dell’Ateneo . Alla cerimonia di premiazione, che si è svolta lo scorso 21 marzo al Foro Italico, erano presenti il presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Malagò, il presidente della CNA Marco Durante e i campioni olimpici Niccolò Campriani e Carlo Molfetta. «Aver ricevuto un riconoscimento dopo tutti questi anni di allenamenti e di studio – ha commentato Chiara –, è per me una grande soddisfazione. Grazie di cuore a chi ha pensato a noi, atleti-studenti, che ogni giorno conduciamo una doppia vita tra studio, allenamenti e gare. I sacrifici che facciamo in pochi li comprendono e li condividono». Il bando prevedeva un premio in denaro, che è stato consegnato da Ippolito Sanfratello segretario Generale della FISG.


milano

GU, giovani e innovazione 4.0 è già cambiarlo è stato il claim della 93esima edizione della Giornata per l’Università Cattolica, promossa lo scorso 30 aprile dall’Istituto Toniolo, ente fondatore dell’Ateneo. L’iniziativa è un atto di fiducia verso i giovani che da tempo il Toniolo e la Cattolica sosten-

S

TUDIARE IL MONDO

gono con numerose iniziative: la formazione, il diritto allo studio, le esperienze internazionali. A corollario della Giornata sono stati organizzati tre eventi nelle sedi dell’Ateneo di Milano, Brescia e Piacenza sul tema Innovazione 4.0. Una sfida per le nuove generazioni e per le imprese. Quale ruolo per l’Università? ed è stata

trasmessa in diretta su RaiUno la celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Claudio Giuliodori nell’Aula Magna di Largo Gemelli. Sul sito www.giornatauniversitacattolica.it sono disponibili tutte le video-testimonianze dei Presidi di Facoltà e degli studenti ispirate al tema dell’iniziativa.

In vista dell’Assemblea di ALUMNI CATTOLICA ELLA RIUNIONE del Consiglio Direttivo di ALUMNI CATTOLICA Associazione Necchi, dello scorso marzo, i consiglieri hanno accolto in audizione il socio William Callegari, che ha illustrato le attività del Gruppo Bruxelles dell’Associazione e Ilenia Pagani dell’Area Ri-

N

cerca e Sviluppo di Ateneo, che ha presentato il programma del Progetto Alumni dell’Università. Il Consiglio direttivo ha inoltro deciso che l’Assemblea di ALUMNICATTOLICA si terrà nella sede di Milano il prossimo 27 maggio. L’Assemblea dei soci sancirà il punto di arrivo di un percorso di evo-

luzione statutaria e di modifica nella compagine del direttivo in quanto, in tale occasione, saranno insediati i nuovi componenti del comitato esecutivo – nominati dal Rettore, dal Senato accademico e dalla Fondazione EDUCatt - a significare un più forte legame tra Associazione e Ateneo.

La politica fiscale, una lezione con il presidente Gallo

L

A COSTANTE ATTENZIONE

all’integrazione fiscale europea: è stato il leitmotiv della cerimonia di consegna dei diplomi universitari di secondo livello in Diritto tributario ai 40 partecipanti alla quinta edizione del master istituito dalla

facoltà di Economia dell’Università Cattolica, un punto di riferimento nazionale per la preparazione e l’aggiornamento di nuovi professionisti e funzionari dell’amministrazione finanziaria. L’evento, che si è tenuto il 24 marzo, è stato coordinato da Maurizio

Logozzo, docente di Diritto tributario nella facoltà di Economia. La cerimonia si è chiusa con la lectio del professor Franco Gallo, presidente emerito della Corte Costituzionale, dal titolo Potestà normativa d’imposizione, mercato e giustizia sociale.

Stage Day, arrivano le Walk Interview in Largo Gemelli AZIENDALI, incontri con professionisti e Walk Interview. Lo Stage Day, una pratica diffusa negli atenei anglosassoni, approda in Cattolica. A promuoverlo, lo scorso 20 marzo, la facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e Assicurative. Duplice l’obiettivo: creare per gli studenti un momento di confronto con i professionisti del settore e dare l’op-

P

RESENTAZIONI

portunità di reperire le informazioni utili ai fini dello svolgimento di un tirocinio curriculare. Assogestioni, Banca Popolare di Sondrio, Banco Bpm, Bnp Paribas, Cattolica Assicurazioni, Consilia Business Management, Credito Valtellinese, Deloitte, Deutsche Bank, Eurizon Capital-Intesa Sanpaolo, Intesa Sanpaolo Vita/ Intesa Sanpaolo Assicura, Invesco, Prometeia, PwC:

questo il ricco panel di banche, compagnie assicurative, società di consulenza e Sgr che hanno aderito all’iniziativa, promossa in collaborazione con il Servizio Stage e Placement dell’Ateneo. In particolare l’iniziativa ha coinvolto gli iscritti al primo anno delle lauree magistrali in Economia degli intermediari finanziari, Banking & Finance e Scienze statistiche, attuariali ed economiche.

SERIE TV

Spotnitz, il segreto di un successo

S

ceneggiatore, regista, showrunner e produttore cinematografico. Dici Frank Spotnitz e ti viene in mente X Files, la serie televisiva che per decenni ha conquistato milioni di americani. Davanti a un’aula gremita di studenti, Spotnitz ha tenuto una lecture aperta al master in International Screenwriting and Production della Cattolica, diretto da Armando Fumagalli. Tema dell’incontro: la figura dello showrunner, vero artefice delle serie televisive, il protagonista che da dietro le quinte assume un ruolo cruciale nel dirigere e impostare il set. Raccontare storie, architettare delle trame e tenere incollato lo spettatore allo schermo, è una delle tante doti di Spotnitz. Merito anche del suo passato da giornalista. «Fare il giornalista mi ha aiutato moltissimo. Ho lavorato sette anni come reporter e mi sono trovato davanti a svariate situazioni e ho imparato a scrivere in modo chiaro. Questo è stato fondamentale». Ma dove nasce la passione di Spotnitz per il cinema e le serie tv? «Ricordo che da bambino guardavo di tutto. Magari andavo al cinema e rivedevo il film per ore e ore. Avevo una grande fame di storie e di narrazione. Penso di averne viste così tante che alla fine sono rimaste impresse nella mia mente». Lo sceneggiatore è un artista poliedrico. Ha lavorato sia con cast americani che con quelli europei, utilizzando approcci e metodologie differenti. «Negli Stati Uniti spesso hai a disposizione molto più budget per realizzare una serie tv. In Europa invece è più difficile raccogliere fondi. Però ho una visione ben chiara di quello che succede qui, grazie alla mia azienda a Londra seguo tutto e in questo momento ho molti progetti per la testa che spero di realizzare presto». (m.m.) PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

21


roma

Cure palliative, la medicina dello sguardo di Federica Mancinelli del paziente è prioritario soprattutto nelle fasi finali del percorso di vita e di malattia di una persona e del nucleo familiare che lo accompagna. Al di là degli interventi terapeutici, occorre prendersi carico integralmente della persona». Sono le parole che Mario Melazzini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ha indirizzato in un videomessaggio ai partecipanti del convegno La complessità dei bisogni nella fase ultima della vita, promosso dai Centri di Ateneo di Bioetica e della Vita dell’Università Cattolica, che si è tenuto al Policlinico Gemelli lo scorso 23 febbraio. «Il percorso di fine vita – ha affermato Melazzini – è il momento in cui la medicina si fa più personalizzata. La dignità sta nello sguardo del curante». «La discussione sull’argomento si sta polarizzando sul modo di affrontare alcune scelte drammatiche, ma la polarizzazione del dibattito è perniciosa» ha esordito il rettore Franco Anelli nel suo intervento di apertura. «Ci sono dei bisogni che attengono alla fase finale della vita. La questione è l’approccio ai bisogni della persona, l’accompagnamento, la cura di chi è nella fase ultima, di chi non potrà guarire ma ha bisogno di essere curato e di un medico che ne attenui le sofferenze». I lavori del convegno sono stati introdotti dal professor Adriano Pessina, direttore del Centro d’Ateneo di Bioetica: «Il dolore, con il nuovo “sguardo” delle cure palliative, è l’elemento diffusivo e che coinvolge malato, operatore sanitario e parenti ed è l’aspetto

GEMELLI E FONDAZIONE AVSI

I

DENTIFICARE I BISOGNI

Uniti per sostenere gli ospedali in Siria

L

dell’angoscia e della disperazione». «Occorre ripensare e ricomprendere la morte sapendo che un giorno capiterà anche a noi. Da questa riflessione sulla nostra finitudine occorrerebbe trarre un orientamento etico che può guidare la nostra vita» ha affermato l a professoressa Marianna Gensabella dell’Università di Messina e membro del Comitato nazionale per la bioetica. «Le ultime ore sono perdonare, perdonarsi, accettare la perdita di tutto ciò che siamo stati e trovare in questa perdita un’occasione di liberazione e speranza». Al convegno hanno partecipato il preside della facoltà di Medicina e chirurgia Rocco Bellantone, i professori della Cattolica di Roma Carlo Barone, Roberto Bernabei, Rodolfo Proietti, Vincenzo Valentini insieme con Adriana Turriziani, responsabile dell’Unità di Cure palliative del Policlinico Gemelli e Italo Penco, presidente della Società italiana di cure palliative.

a Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli partecipa quale partner scientifico e sanitario al progetto Ospedali Aperti in Siria, ideato e sviluppato da Fondazione AVSI per volontà del Nunzio Apostolico, cardinale Mario Zenari, per dare risposte concrete alla crisi umanitaria della popolazione stremata dalla guerra. L’iniziativa è stata presentata il 16 febbraio nella Hall del Policlinico, con gli interventi di Giovanni Raimondi, presidente della Fondazione Gemelli, mons. Giampietro Dal Toso, segretario delegato del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Rocco Bellantone, preside della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, Giampaolo Silvestri, segretario generale di Fondazione AVSI e, in collegamento audio-video con Damasco, il cardinale Zenari e Joseph Fares, primario dell’ospedale italiano della capitale siriana. L’intervento si concretizzerà con il sostegno finanziario e formativo a tre ospedali cattolici, uno di Aleppo e due di Damasco, e sarà il cuore della grande opera di carità in cui sarà impegnata per tutto il 2017 la Fondazione Gemelli.

In Cattolica incontri sulla Terza Missione dell’Università EL CICLO DI INCONTRI delle Settimane Culturali promosse dall’Ufficio per la Pastorale Universitaria della Diocesi, nella sede di Roma si sono tenuti, lo scorso marzo, due incontri dedicati al tema della Terza Missione dell’Università: La Medicina del futuro: terapia personalizzata e rispetto della persona malata e Educazione finanziaria e tutela del risparmio. Il ruolo delle Istituzioni e dell’Università. Nel corso di quest’anno la Diocesi di Roma ha in programma 22 Settimane Culturali per un’elaborazione culturale a servizio della società, fondata sulla Terza Missione delle Università, cioè l’insieme delle attività con le quali gli atenei entrano in interazione con la società, accanto alla

N

22

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

prima missione, l’insegnamento, e alla seconda missione, la ricerca. Esistono molte modalità con cui la Terza Missione prende forma, una prima distinzione ufficialmente riconosciuta è fra Terza Missione di valorizzazione economica della conoscenza e Terza Missione culturale e sociale. Il primo incontro, nell’ambito della Settimana delle Scienze bio-mediche, coordinato da Alessandro Sgambato, docente di Patologia molecolare, è stato aperto da Antonio Lanzone, presidente del Corso di laurea in Medicina e chirurgia, e da Enrico Zampedri, direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, e da monsignor Lorenzo Leuzzi,

Vescovo Ausiliare della Diocesi di Roma e Delegato per la Pastorale Universitaria, ai quali sono seguiti gli interventi dei professori Ruggero De Maria, Celestino Lombardi, Maurizio Genuardi, Antonio Gasbarrini, Americo Cicchetti e Antonio Spagnolo. Il secondo incontro, compreso nella Settimana dell’Economia, è stato coordinato da Stefano Bozzi, docente di Finanza aziendale, aperto da Domenico Bodega, preside della facoltà di Econo-

mia e ha previsto gli interventi di Marco Elefanti, direttore amministrativo dell’Università Cattolica, Carmine Di Noia, commissario CONSOB, Daniela Morgante, membro dell’Arbitro per le controversie finanziarie presso la CONSOB, Carla Rabitti Bedogni, presidente dell’Organismo di Vigilanza e Tenuta dell’Albo dei Promotori Finanziari, e Magda Bianco del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia.


roma

Economia, business game per le scuole superiori di Federica Mancinelli GIORNATA per “mettersi in gioco” rivolta a tutti gli studenti iscritti al quarto e quinto anno delle scuole superiori interessati alle discipline economiche: è il Business Game che si è svolto lo scorso 15 marzo presso il Polo Didattico “Giovanni XXIII” della sede di Roma. La giornata si è aperta con il saluto del preside Domenico Bodega che ha introdotto gli studenti al mondo universitario e particolarmente alla facoltà di Economia: «Benvenuti in una delle facoltà di Economia più importanti d’Italia. Un corso di laurea non forma solo conoscenze, ma competenze: abbiamo bisogno di persone affidabi-

GEMELLI

Tornatore e Baglioni in visita al MediCinema

U

U

NA

li, capaci, competenti e coerenti. Entrare in un’Università vuol dire entrare in un mondo di cultura, con l’idea di essere domani parte attiva e responsabile della società: questo è l’augurio che faccio a tutti voi». Successivamente, a cura dei docenti della facoltà di Economia, i professori Manuela Macinati, coordinatore del corso

di laurea triennale in Economia e Gestione dei servizi, e del professor Stefano Bozzi, coordinatore del corso di laurea magistrale in Management dei servizi, si è tenuto un incontro dal titolo A tu per tu con gli studenti fino alla presentazione del Business game che si è svolto in aula in team working con la premiazione finale.

na visita molto gradita quella che Giuseppe Tornatore e Claudio Baglioni hanno voluto fare lo scorso marzo per vedere la Sala MediCinema del Policlinico Gemelli. Il regista Premio Oscar e il grande cantautore romano hanno avuto un ruolo di primo piano nel progetto per la realizzazione della prima sala cinematografica in un ospedale italiano: alla loro generosa creatività si deve la realizzazione dello spot girato al Gemelli nel dicembre 2014 dal regista siciliano, con musiche di Baglioni, utilizzato per sostenere la campagna di raccolta fondi per la costruzione della sala e l’avvio della programmazione, che prosegue con due proiezioni settimanali dedicate ai pazienti adulti e pediatrici. «Un sala bellissima, proprio come quelle dei migliori cinema delle nostre città» hanno esclamato Baglioni e Tornatore entrando nella Sala, accompagnati da Enrico Zampedri, direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, da Francesca Medolago

Industria 4.0, evoluzione in corso ESPRESSIONE Industria 4.0 rappresenta che cosa sta accadendo nel mondo e scenderà lentamente a influenzare le scelte di politica industriale europea, accanto a piccoli cambiamenti, sia tecnologici sia riguardanti gli assetti delle imprese, che stanno già modificando il mondo del lavoro». Così Domenico Bodega, preside della facoltà di Economia dell’Università Cattolica ha introdotto il seminario Employee Journey & Industria 4.0. Le professioni e le competenze nell’azienda del futuro, promosso lo scorso novembre nella sede di Roma. Le realtà aziendali contemporanee vedo-

L’

no e pongono le persone al centro delle proprie politiche di crescita, diventando espressione di un’economia che si pone a servizio dell’uomo. La cultura aziendale plasma i comportamenti dei lavoratori e questi, a loro volta, diventano specchio del sistema di valori che riflette il successo aziendale. Per questo studenti, docenti e manager si sono confrontati sulle principali questioni che stanno nascendo, anche in Italia: quali skills attirano oggi l’attenzione dei selezionatori e come si evolverà la loro valutazione nel prossimo futuro? All’incontro, moderato da Alberto Banfi, docente di Economia degli intermediari finanziari

in Cattolica, hanno partecipato Livio Romano, Claudia Squeglia, Gianluca Raisoni, Arianna Dello Ioio, Mariarita Costanza e Roberto Santori. Parlare di competenze significa parlare di persone ed è questo il messaggio che il preside Bodega ha voluto lasciare agli studenti: «In Cattolica ancor prima della costruzione delle competenze vengono altri tipi di elementi: l’affidabilità delle persone, la loro tenacia, la loro volontà, la coerenza e soprattutto la capacità di creare significati, cioè la capacità di rispondere a perché, la capacità di argomentare scelte e soprattutto porre queste scelte a servizio della società» (f.m.).

Albani, vicepresidente di MediCinema Italia Onlus, da Pierluigi Granone, direttore del Governo Clinico del Gemelli insieme a una rappresentanza del Servizio Tecnico dell’ospedale che, insieme a quello sanitario e amministrativo dedicato, ha curato l’allestimento e, due volte a settimana, l’organizzazione della proiezione dei film. «Grazie a Claudio Baglioni e a Giuseppe Tornatore per questa visita e per la vostra amicizia», ha detto il direttore Zampedri ai due artisti che hanno promesso di tornare al Gemelli per incontrare nella Sala MediCinema degenti – piccoli e grandi –, loro familiari e operatori sanitari. PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

23


brescia

I giovani e il lavoro come vocazione contemporanee che più necessitano di un’accurata riflessione, quella del rapporto problematico tra giovani e ingresso nel mondo del lavoro è certamente una della più urgenti. Se ne è parlato nel convegno La vocazione del lavoro, il lavoro come vocazione promosso dalla facoltà di Scienze della formazione, in collaborazione con la Conferenza episcopale italiana – Comitato delle Settimane sociali, e le associazioni Confap – Forma degli Enti di formazione professionale. «In tema di giovani e inserimento occupazionale esistono due scuole di pensiero: quella di chi pensa che il capitalismo abbia, sul lungo-medio termine, privilegiato il profitto di pochi a scapito del lavoro di molti; e chi invece sostiene che al contrario l’eccessiva pressione fiscale e il costo del lavoro abbiano messo in ginocchio le imprese in grado di creare occupazione – ha spiegato il professor Dario Nicoli, docente di Sociologia economica e dell’organizzazione in Cattolica –. La realtà è che, in un contesto di crisi economica come quella attuale e in una società assai evoluta come la nostra in termini di tecnologia e comunicazioni, oggi a fare davvero la differenza sono le caratteristiche umane e personali, il piglio, l’innata propensione a qualcosa o, per dirla come il titolo del convegno, la “vocazione” per qualcosa». Ma come fare a scoprire le proprie reali attitudini per districarsi nell’offerta formativa e allenare i propri talenti? E quali sono le cause di questo gap generazionale tra l’attuale gioventù e il panorama occupazionale? A dare una risposta ci hanno provato gli studenti della laurea magistra-

T

RA LE QUESTIONI

le in Progettazione pedagogica e formazione delle risorse umane che, coordinati dal professor Nicoli, nel corso del convegno hanno presentato una ricerca che affronta il fenomeno in quattro tappe. Se nella prima sezione si trova una definizione di neet (ovvero quei giovani inoccupati che non studiano e né lavorano) che rileva in un mix di fattori geografici, crisi economica e di un eccesso di familismo e protezione da parte delle famiglie d’origine, le cause primarie del trend, nel secondo capitolo dello studio si trova evidenziata l’urgente necessità di un sistema di welfare che tenga conto di aspetti generazionali. In questo senso, le politiche dello Stato non dovrebbero essere rivolte solo all’erogazione di sussidi e aiuti alle classi sociali in difficoltà e ai

ceti bassi, ma anche ragionare in prospettiva, tenendo conto dell’inevitabile ricambio generazionale. Un dato interessante che emerge nella terza parte dello studio è dato da quella che viene definita “mappatura delle propensioni di studio” in cui si dà notizia di come un’eccessiva attitudine possa accentuare il distacco e l’allontanamento dei ragazzi da una concezione lavorativa. In questo contesto trovano infine spazio ipotesi e strategie da attuare per arginare l’emergenza: tra queste spiccano i recenti programmi d’inserimento degli studenti negli ambienti lavorativi, come ad esempio è il caso dell’alternanza scuola-lavoro, o la possibilità di corredare il proprio curriculum vitae con esperienze formative all’estero.

Identità linguistica, tra geografia e politica E VICENDE storico-istituzionali e gli assetti politico-culturali sono da sempre correlati alla variazione delle lingue nello spazio, nel tempo e nella società»: ad affermarlo è Giovanni Gobber, preside della facoltà di Scienze linguistiche. Ne consegue come gli spazi linguistici assumano contorni sfumati, resi talvolta netti delle appartenenze socio-culturali o dal potere politico. A ciò si aggiunga che nelle società di ogni tempo sono diffuse aree, più o meno ampie, caratterizzate da dinamiche plurilingui, spesso difficili da comprendere per un Occidente abituato a usare la categoria dello Stato-nazione. Muovendo da tali premesse il convegno Geopolitica delle lingue,

L

24

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

organizzato dai docenti di Lingua della facoltà di Scienze linguistiche, ha affrontato alcuni casi di particolare interesse – come il vicino e il medio Oriente, la Cina, la Russia, la Mitteleuropa, e le varietà linguistiche di matrice inglese. Conosciuto come lingua della cultura, della scienza e dell’economia, il tedesco mutua questa fama dalle numerose personalità nell’ambito culturale che, nel corso dei secoli, grazie ad esso hanno sviluppato ricerche, conoscenze e teorie di fondamentale importanza per l’umanità. Nel mondo della filosofia Marx, Engels, Nietzsche, e moltissimi altri; per il mondo della scienza Albert Einstein. Una figura di spicco per l’evoluzione della lingua turca è certa-

mente stato il primo presidente Mustafa Ataturk che, agli inizi del ventesimo secolo, diede enormi contributi all’ “occidentalizzazione” del Paese. Questa notevole trasformazione fu però di difficile attuazione nella realtà: ci vollero moltissimi anni prima di arrivare all’attuale lingua turca poiché in quel periodo il tasso di alfabetismo era circa del 20%. L’italiano è invece una lingua molto particolare essendo poco parlata nel mondo, ma mol-

to studiata. Ciò che dicono le statistiche è che sia addirittura la quarta lingua più studiata al mondo dopo l’inglese, lo spagnolo e il cinese. Negli ultimi anni tuttavia, una forte attrazione per la lingua è esercitata dal richiamo del Made in Italy. Lo spagnolo – con più di 500 milioni – è la seconda lingua più usata al mondo. Conoscerlo significa pertanto migliorare il proprio potenziale occupazionale. Grazie ad Internet, negli ultimi vent’anni l’inglese è diventato una competenza basilare per i lavoratori di tutto il mondo. In molti paesi è usato come chiave di sviluppo economico poiché una sua migliore conoscenza corrisponde a un minor numero di giovani disoccupati.


brescia

Contro le mafie, 5 tesi per la legalità diverso sulla legalità. Lo hanno utilizzato cinque studenti laureati in Psicologia e in Scienze della formazione primaria nel loro lavoro di tesi che, coordinati dai professori Antonino Giorgi e Caterina Gozzoli, hanno indagato aspetti insoliti del fenomeno mafioso nazionale e internazionale. Guarda ai bambini, Denise Beltrami, laurea in Scienze della formazione primaria, che dimostra che la mafia non è un argomento solo da grandi, ma può essere spiegato anche ai bambini attraverso il linguaggio della fiaba. Emma Cotelli ha studiato invece come portare soste-

U

NO

SGUARDO

gno psicologico agli agenti della scorta e dare loro supporto nel lavoro di affiancamento a chi ha deciso di collaborare con la giustizia. Mentre Flavio Attanasio ha preso in esame la mafia cinese e l’ha confrontata con quella italiana, analizzandone la percezione, spesso stereotipata, fra i giovani del Nord Italia. Luca Soregaroli, da bresciano, non sopportava l’idea che la Leonessa d’Italia fosse considerata anche la lavatrice d’Italia per il riciclaggio del denaro. Così ha cercato di capire le relazioni fra gli affiliati, le dinamiche sociali e l’impatto sul sociale, partendo da un’intervista a un imprenditore vittima di mafia.

Infine Sara Rivetti è andata in Canada per uno studio esplorativo sulla presenza del fenomeno mafioso nel territorio canadese, dove ha osservato la presenza della mafia italiana e analizzato le conoscenze possedute dai poliziotti che si trovano a fronteggiare questo fenomeno. «Iniettare passione verso la legalità nei giovani studenti – sottolinea il professor Giorgi – è l’obiettivo dell’Università Cattolica, che sta lavorando con la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Brescia per far sì che in futuro ci siano sempre più cittadini attivi nel contrastare il fenomeno mafioso».

Brescia Città del noi, il progetto per un nuovo sistema di welfare CATTOLICA sarà l’Agenzia di formazione per il progetto Brescia città del noi che si propone l’obiettivo di ripensare il sistema di welfare della città di Brescia, rendendo i servizi più vicini ai cittadini. L’idea è quella di puntare ad integrare e a strutturare una pluralità di interventi e iniziative per mettere in connessione il Comune, i protagonisti del privato sociale e le iniziative lanciate dai cittadini. Tra le priorità da realizzare: il sostegno alla prima infanzia e alle famiglie, promuovendo l’integrazione dei bambini e dei genitori stranieri all’interno della comunità, la promozione della leva civica, il sostegno ai disabili e agli anziani. Motore del progetto sarà il

L

A

Consiglio di indirizzo del welfare cittadino, un luogo di incontro e confronto tra Amministrazione pubblica e Terzo settore. I soggetti coinvolti nel progetto sono comune, Auser Brescia, Cooperativa Co.Librì, Centro Studi Socialis, Università Statale e Università Cattolica. «L’oggi ci chiama a sfide importanti per chi educa, per chi amministra, per chi progetta: chiede di elabora-

re visioni nuove, di orientare le energie umane al servizio del bene comune, al miglioramento delle condizioni di vita» ha detto Luigi Pati, direttore scientifico dell’Agenzia Risorse umane del progetto, sottolineando come «nel processo del “noi”, tra le sfide dell’oggi, Università Cattolica c’è perché è il luogo della ricerca educativa, sociale, psicologica. Perché è il luogo della formazione delle nuove leve di professionisti e della formazione continua degli adulti». Ma soprattutto perché ha una tradizione di impegno formativo e una cultura e valori che la mantengono orientata all’umano, alle istanze dell’uomo e della donna di oggi».

COMPETIZIONE

Disfida matematica: il podio è bresciano

P

rimo il Leonardo (per il 3° anno consecutivo, e vincitore assoluto nel 2016 delle Olimpiadi della matematica), secondo Calini, terzo Copernico. È un podio interamente bresciano quello della tredicesima edizione della Disfida matematica: la competizione

annuale a squadre organizzata dal Ministero dell’Università e della Ricerca, del Seminario Matematico di Brescia e il Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università Cattolica “Niccolò Tartaglia”, che si è disputata il 3 marzo. I 250 studenti – divisi in 35 team da 7 componenti ciascuno, e provenienti da 35 istituti superiori delle province di Brescia, Milano, Mantova, Lecco, Monza, Bergamo, Cremona, Lecco, Treviso, Pavia e Parma – si sono sfidati nella risoluzione di 24 complicati quesiti matematici appositamente ideati da studiosi ed esperti di settore. Per i primi 11 classificati, in palio la finale nazionale delle Olimpiadi della Matematica che si terrà in maggio, a Cesenatico.

La Stagione Impossibile del Novecento teatrale racconto, azione. Guida alla visione dei grandi spettacoli del Novecento teatrale” è stato il filo conduttore dell’edizione 2017 de La Stagione Impossibile il ciclo

P

AROLA,

d’incontri di approfondimento di tematiche fulcro del Novecento teatrale, curato dalla professoressa Carla Bino e realizzato grazie alla collaborazione tra l’Università Cattolica (Stars) e il CTB

– Centro Teatro bresciano. Nel contesto del teatro Santa Chiara - Mina Mezzadri, dal 7 marzo al 4 aprile si sono succeduti Dario Tomasello e Maria Pia Pattoni per l’incontro Dall’aedo al canto;

Gabriele Vacis e Fabrizio Fiaschini sono intervenuti su Racconto e memoria: Teatro Settimo, mentre Lucilla Giagnoni e Carla Bino hanno parlato di Narrazione e scrittura. PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

25


piacenza-cremona

La riforma del terzo settore, Bobba spiega le nuove direttive e semplificare il terzo settore, definendone il quadro di azione, armonizzandone le norme con un Codice specifico, prevedendo un unico Registro nazionale, rivedendo la normativa sull’impresa sociale, istituendo il servizio civile universale. E poi per proporre spunti di riflessione utili alla stesura dei decreti attuativi, con particolare riferimento alla revisione organica della disciplina degli enti senza scopo di lucro, e per predisporre regole funzionali per le autorità di controllo. Operatori e professionisti si sono riuniti in Cattolica a Piacenza, lo scorso 6 marzo, per il convegno La Riforma del terzo settore nella legge-delega 6 giugno 2016, n. 106. Analisi e proposte. Organizzato dall’Ateneo e dall’Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili di Piacenza, sotto la direzione scientifica di Pier Antonio Varesi, docente di Diritto del lavoro in Cattolica, l’incontro ha proposto un confronto per discutere di una legge delega che si rivela a dir poco strategica, poiché si pone l’obiettivo positivo di uniformare il terzo settore a livello nazionale da un punto di vista normativo e amministrativo, snellendo la burocrazia e richiedendo a tutte le associazioni una rendicontazione economica e sociale delle loro attività. Dopo i saluti del vescovo di Piacenza-Bobbio monsignor Gianni Ambrosio, del rettore dell’Ateneo Franco Anelli e del sindaco di Piacenza Paolo Dosi, Anna Maria Fellegara, preside della facoltà di

IN BREVE

La maternità oggi tra desiderio e progetto

L

M

ETTERE ORDINE

Economia e Giurisprudenza, ha coordinato la prima sessione del convegno, dedicata all’esame dei profili giuridici della riforma del terzo settore sui diversi piani del diritto privato, costituzionale e commerciale. Nella seconda parte dell’incontro si sono esaminate invece le problematiche e le prospettive della riforma del terzo settore dal punto di vista degli attori del sistema. Ha concluso i lavori Luigi Bobba, sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha spiegato come le nuove direttive rientreranno in un registro unico delle organizzazioni del terzo settore, unico per l’Italia e poi gestito dalle regioni, il tutto per dare ordine e trasparenza a questo complesso sistema. Ci saranno provvedimenti che aiuteranno le imprese sociali ed uno specifico decreto che riordinerà il 5 per mille. Un ulteriore Decreto riguarderà le reti associative e i centri di servizio per il volontariato.

a proiezione del docu-film Stato interessante di Alessandra Bruno ha aperto l’incontro Mamma o non Mamma. La Maternità tra desiderio e progetto, evento che rientra nel ciclo di incontri A tutto campus e che si è tenuto in Cattolica lo scorso 8 marzo in occasione della festa della donna. Il film ha trattato tematiche come a maternità “tardiva”, che spesso vede donne e coppie torturarsi in dubbi, e avventurarsi in percorsi di “procreazione assistita” in relativa solitudine. L’iniziativa ha voluto porre in particolare l’attenzione sulla decisione della donna di diventare mamma. «Circa il 40- 45 % delle donne inizia a pensare alla maternità dopo i 35 anni, in Italia abbiamo una media di inizio della riproduzione intorno ai 30anni , siamo i più vecchi d’Europa» ha detto la ginecologa Valeria Cerri mentre la professoressa Elisabetta Musi, coordinatrice dell’evento, ha spiegato che se l’età anagrafica delle donne si alza significa che i futuri educatori e le future educatrici dovranno avere a che fare con genitori sempre più grandi: «Le coppie di nuovi genitori saranno sempre più attempate e probabilmente avranno anche più anni dei neo educatori, ma non per questo saranno forti sicuri e consapevoli, avranno le stesse fragilità dei giovani neo genitori».

L’ombra e la grazia, l’arte incontra la teologia ARTE entra in Univer-

L’

sità con un percorso a sfondo teologico; gli spazi della facoltà di Scienze della formazione hanno infatti ospitato la mostra L’ombra e la Grazia. La mostra si è aperta con una lezione inaugurale, alla presenza di monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, del professor Roberto Diodato, docente di Estetica della facoltà di Scienze della formazione, di Don Roberto Maier, docente di Teologia e curatore dell’esposizione, e del direttore della Sede di Piacenza Mauro Balordi. «L’occasione di questo incontro tra arte e teologia era

26

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

ghiotta: per molti mesi il Collegio dei Teologi dell’Università Cattolica è stato impegnato nella riscrittura dei corsi, un ripensamento che verrà introdotto ad experimentum nell’accademico 2017-2018» spiega don Maier. «Così, con la stessa voglia di sperimentare, si è andati a scovare queste opere, scegliendole tra quelle che, negli ultimi anni, molti artisti contemporanei hanno donato all’Università Cattolica. Distribuite un po’ ovunque, soprattutto nella sede di Milano, non hanno smesso di parlare agli studenti, ai professori, al personale, a tutti quelli che ogni giorno si aggirano per i chiostri». A chi vorrà vederle, basterà

tendere l’orecchio ad ascoltarne i suoni, osservare le forme e i colori ha spiegato don Maier, sottolineando come soprattutto ci si debba lasciare interrogare dalla domanda che l’arte contemporanea spesso pone: “E tu, che cosa vedi?”. «Strano a dirsi, ma è molto simile alla domanda che Gesù stesso ha posto e che la Teologia prova a prendere sul serio: “E voi, chi dite che io sia?”» ha concluso don Maier. Gli studenti della Cattolica hanno guidato i visitatori in un percorso di conoscenza e valorizzazione dei dipinti e delle sculture in mostra; i lavori esposti erano degli artisti Gabriella Benedini, Lucia Pescador, Mayumi Iino, Val-

di Spagnulo, Mirella Saluzzo, Angelo Titonel, Giovanni Campus, Salvatore Sava, Maurizio Bonfanti, Valentino Vago, Lorenzo Mangili, Christian Cremona, Mariella Bettineschi, Francesco Toniutti.


piacenza-cremona

Gherardo Colombo in Cattolica: la dignità dei carcerati va tutelata L CARCERE,

questo carcere, dovrebbe essere abolito». Non ha dubbi Gherardo Colombo, ex magistrato, laureato dell’Ateneo di largo Gemelli e attualmente presidente dell’editrice Garzanti Libri. L’ex Pm di Mani pulite ha incontrato gli studenti della sede di Piacenza per parlare di perdono responsabile; le persone che sono state condannate devono scontare una pena, ma dovrebbero avere anche la possibilità di rientrare a far parte della società. Prendendo spunto dal titolo dell’incontro La tua giustizia non è la mia, svoltosi in Cattolica lo scorso febbraio, si è cercato di dare una risposta a questa affermazione, che riprende il titolo del libro – Farla franca La legge è uguale per tutti? – scritto insieme con il magistrato Piercamillo Davigo, in cui si indagano alcune pratiche di giustizia riparativa che stanno emergendo dagli ordinamenti internazionali. Pratiche che non riguardano solamente i tribunali e le carceri, ma incoraggiano un sostanziale rinnovamento nel tessuto profondo della nostra società: riguardano l’essenza stessa della convivenza civile. Si può educare al bene attraverso il male?

I

imprenditoriale. Ci hanno provato le facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali e di Economia e Giurisprudenza del campus di Cremona con il contest sull’innovazione GenerAzioneCreativa, che ha coinvolto 180 studenti delle scuole superiori, di Cremona e provincia, in un percorso di formazione sul tema dell’innovazione e creazione di impresa. La sfida? 120 secondi di spot e una presentazione in Power Point per presentare un progetto d’impresa nell’area agri-food e green. «L’università entra nel territorio per cre-

A

Tutte le occasioni di studio e lavoro all’estero

A

Quali sono le alternative alla punizione e alle pene tradizionali? queste le domande di fondo che hanno guidato Colombo nel confronto con i professori della facoltà di Giurisprudenza Francesco Centonze, Vincenzo Cariello, Antonio Chizzoniti, Luciano Eusebi, Alessandro Mangia, Claudia Mazzucato e la giornalista Carla Chiappini. Al centro del dibattito il sistema carcerario italiano e le sue criticità. Durante l’evento si è parlato dei diversi metodi per recuperare i criminali, la pena deve avere scopo rieducativo e non ledere la dignità della persona. Se il male non serve per correggere il male, e se tutte le persone hanno uguale dignità in quanto esseri umani, a prescin-

dere dagli atti che commettono, allora occorre trovare una soluzione alternativa per combattere il male, occorre combattere il male con il bene, garantendo la sicurezza dei cittadini senza ledere la dignità del reo. Una soluzione possibile – secondo Colombo - è la pena riparativa, che mette a confronto la vittima con il condannato, nella ricerca di possibili soluzioni agli effetti dell’illecito e nell’impegno concreto per la riparazione delle sue conseguenze. In tal modo la vittima si vede riconosciuta e riesce ad avere un risarcimento morale, mentre il reo prende atto delle sue responsabilità e pone in essere le azioni necessarie a ricomporre il confitto e a rafforzare il senso di sicurezza collettivo.

Le start-up della GenerAzioneCreativa TTIVARE L’ISTINTO

INTERNATIONAL DAY

are impresa a fianco delle scuole. È un modo, più concreto e mirato, di interpretare la legge sull’Alternanza scuola-lavoro rispetto ad una semplice visita nelle industrie» hanno commentato i professori Fabio Antoldi, del corso di laurea in Economia aziendale cremonese e Lorenzo Morelli, preside della facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali. Durante l’evento conclusivo, che si è svolto lo scorso 17 febbraio alla Camera di Commercio di Cremona, le squadre finaliste hanno avuto a disposizione 15 minuti di tempo per presentare la propria idea al termine dei quali una giuria di

professionisti del mondo imprenditoriale, di docenti e di ricercatori universitari, hanno selezionato i tre migliori video, che sono stati nuovamente valutati dai giornalisti. A vincere è stato il team “Alea Smr” del liceo Daniele Manin di Cremona, con il progetto Il braccialetto. A seguire PacioliBProject dell’Istituto Luca Pacioli di Crema e Becchi Bunzen del liceo scientifico Gaspare Aselli di Cremona, con la app del frigorifero. Ai primi classificati, grazie al contributo del Credito Padano, è andato un buono di 500 euro per la scuola, ai secondi e ai terzi di 250.

nche quest’anno l’Ateneo piacentino ha organizzato l’International Day, una giornata in cui la piazzetta di Economia ha ospitato diversi stand che hanno accolto gli studenti desiderosi di scoprire tutte le possibilità di studiare e lavorare all’estero. Le opportunità internazionali sono state proposte dalle facoltà di Economia e Giurisprudenza, Scienze agrarie, alimentari e ambientali e Scienze della Formazione. Durante l’iniziativa si è colta inoltre l’occasione

di presentare il nuovo programma Double Degree per la Laurea magistrale di International Management disponibile per le destinazioni ESB Business School e Dublin City University. Sono 260 gli studenti piacentini che hanno scelto di fare l’esperienza all’estero, mentre 200 giovani stranieri che scelgono l’Università Cattolica di Piacenza. Come hanno testimoniato alcuni studenti, che stanno vivendo il loro periodo di studio all’estero, si tratta di un’esperienza molto stimolante che apre le porte sia a nuove possibilità nel mondo del lavoro che a nuovi modelli di vita. Gli studenti stranieri invece, che vengono accolti presso il Campus piacentino, riescono ad integrarsi bene nel contesto universitario, trovando la realtà italiana molto interessante e stimolante. PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

27


educatt

European Student Card: si muovono i primi passi di Maria Villano I È SVOLTA IN APRILE a Berlino, presso il Park Inn di Alexanderplatz, un’intensa due-giorni dedicata al progetto europeo ESC (European Student Card). Educatt vi ha preso parte – insieme a Endisu, Altis e ad alcune università e istituzioni straniere – dopo il successo arriso a Wise (Welfare for Improved Social Dimension of Education), frutto della collaborazione tra gli organismi europei per i servizi agli studenti e specialmente del dialogo tra le organizzazioni italo-francesi. Al progetto – che ha ricevuto dall’agenzia nazionale francese “Erasmus+ France Education Formation” un’ottima valutazione e ha avuto accesso al finanziamento richiesto per la realizzazione della Carta Europea dello Studente – collaborano nove core partner: quattro organizzazioni nazionali per i servizi agli studenti (Cnous – Centre national des oeuvres universitaires per la Francia, Deutsches Studentenwerk per la Germania; Fondazione Endisu per l’Italia, Cssi – Confederation of Student Services in Ireland per l’Irlanda); cinque organizzazioni locali/regionali per i servizi agli studenti (Educatt – Ente per il Diritto allo Studio dell’Università Cattolica, Esu Padova – Azienda regionale per il diritto allo studio universitario di Padova, Studierendenwerk Karlsruhe Anstalt des öffentlichen Rechts, Crous de Besançon – Centre Regional Des Oeuvres Universi-

S

taires Et Scolaires, Crous de Strasbourg). L’appuntamento berlinese è stato occasione di prendere in esame la parte più tecnica del progetto, che mira, entro un biennio – la conclusione è fissata per agosto 2018 – a sviluppare, a supporto della Carta Europea dello Studente, una piattaforma tecnologica che permetta il riconoscimento dello “status” di studente tra le istituzioni partner, consentendo una “mobilità di diritti” in termini di servizi condivisi e resi agli studenti (come ad esempio la fruizione dei pasti e l’accesso agli strumenti di studio). La condivisione delle buone pratiche e delle competenze è naturalmente alla base di questa esperienza ed Educatt vi contribuisce con una task force che vede coinvolti quasi tutti i settori. La Fondazione infatti sarà protagonista della fase sperimentale della European Student Card e coordinerà la Quality Assurance del progetto. L’Ente giocherà inoltre un ruolo di primo piano nella veicolazione dei contenuti del progetto, che ha in twitter (@Eustudentcard) e facebook (European Student Card) i suoi canali preferenziali per la dissemination dei risultati, oltre al sito web istituzionale e a un canale youtube sul quale verranno caricate interviste a studenti e rappresentanti delle istituzioni del mondo universitario a cura di tutti gli enti coinvolti sulla conoscenza dei progetti di mobilità internazionale.

EDUCatt e i “Valori” della sostenibilità BILANCIO di Missione della Fondazione per il Diritto allo Studio dell’Università Cattolica, ormai giunto alla settima edizione, una posizione di particolare rilievo occupano le iniziative e i progetti sostenibili, in particolare quelli che mirano a dare un forte impulso alle politiche per la salvaguardia dell’ambiente anche attraverso la formazione e l’educazione, degli studenti e non solo, a comportamenti virtuosi. Nell’ambito della ristorazione e della residenzialità – con progetti ad hoc come il free refill nelle mense per studenti e personale dell’Ateneo o come Collegialmente green, che l’anno scorso ha coinvolto gli studenti di alcune strutture gestite da EDUCatt in attività di focus group e di formazione – da anni EDUCatt è attiva in un percorso che mira a un progresso costante in termini di performance ambientale.

A

28

LL’INTERNO DEL

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

Anche per questa ragione, la Fondazione ha accolto con molto favore l’idea di un accordo con Valori, la rivista di Economia sociale e finanza sostenibile realizzata con la consulenza di ALTIS (Alta scuola Impresa e Società), specializzata in tematiche che danno particolare risalto al tema della sostenibilità. Gli studenti dell’Università Cattolica avranno dunque a disposizione un’ulteriore opportunità di ampliamento del loro bagaglio culturale: Valori, nata con l’intento di rivoluzionare il panorama editoriale di settore, punta a cambiare la visione tradizionale dell’economia e dei mercati finanziari introducendo nel dialogo anche l’etica solidale. Agli studenti dell’Ateneo sarà offerta la possibilità di abbonarsi a prezzi speciali alla rivista in formato cartaceo, in formato digitale oppure in entrambi i formati.


educatt

IN BREVE

Ritorna il Salottino del libro usato

V

isto il successo riscosso dall’iniziativa negli anni precedenti, è stato riproposto il Salottino del libro usato, quest’anno in versione estesa: è infatti rimasto aperto per 10 giorni – dal 27 febbraio all’8 marzo – dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle ore 17, nello spazio antistante il Container.9, presso la sede centrale dell’Università Cattolica a Milano. I numeri si fanno ogni anno più interessanti e rendono tangibile la curiosità che l’iniziativa riscuote, non solo tra gli studenti, ma in tutta la popolazione dell’Ateneo. Quest’anno sono stati messi a disposizione circa 4 mila libri usati a un euro, scelti tra i volumi alienati dagli inventari o donati per l’occasione dai partner dell’iniziativa, tra i quali il Laboratorio di editoria attivo presso la facoltà di Lettere e filosofia dell’Ateneo milanese. L’opportunità, preziosa, di dare nuova vita a testi dimenticati ma ancora portatori di un valore culturale e di ottenere con un contributo minimo tantissimi titoli è stata colta da molti studenti, docenti, studiosi, bibliofili e semplici lettori, per un totale di più di duemila libri distribuiti.

Le meraviglie del teatro per “educarsi alla bellezza”

A

vviato nel 2014 da un’idea di Giovanni Gasparini con il sostegno di Educatt, il percorso Per educare/educarsi alla Bellezza è giunto al suo quarto anno di realizzazione, dopo aver attraversato diversi campi della cultura. Quest’anno il percorso è stato inaugurato il 30 marzo da un incontro sul tema Bellezza e Teatro, cui hanno preso parte, oltre al professor Gasparini e alla presidente di Educatt Antonella Sciarrone Alibrandi, il regista e attore Corrado d’Elia, che ha fondato e dirige una compagnia teatrale di prosa tra le più attive ed apprezzate in italia, ed Elisabetta Matelli, docente di Retorica Classica e di Storia del teatro greco e latino in Università Cattolica e presidente dell’associazione culturale Kerkis, attiva sia sul fronte artistico che su quello formativo, che ogni anno fa rivivere i testi teatrali dell’antichità greca e latina. Tra i relatori, anche don Daniel Balditarra, assistente spirituale del collegio Augustinianum, che è intervenuto in rappresentanza di una comunità – quella dei collegi dell’Università Cattolica – da sempre molto sensibile al teatro, come dimostrano le numerose iniziative attive su tutte le sedi, a partire dalla compagnia milanese Ai due chiostri, che ogni anno coinvolge studenti collegiali e non nella realizzazione di uno spettacolo teatrale in chiusura d’anno. PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

29


l’intervista

«Senza chiudere gli occhi»: il giornalismo secondo Quirico a cura di Velania La Mendola IAMO AD ALEPPO. Un giornalista cerca di capire cosa stia succedendo: «Chiesi a un autista di portarmi ‘dove si sparava’. E fu così. Non protestò, non pose domande, non chiese una cifra superiore. Arrivai in una strada dove una folla, riparandosi dietro i muri, c’erano anche donne e bambini, guardava i mariti, i fratelli, i vicini di casa che sparavano dietro l’angolo contro la trincea dei soldati di Bashar Assad. Esaurito il caricatore tornavano in mezzo a loro a raccogliere i complimenti per il coraggio dimostrato, ad accarezzare i più piccoli, a bere una tazza di the, a gridare insieme “Allah è grande!”. Pagai il tassista e mi mescolai alla folla come se fosse uno spettacolo di strada. Nessuno mi chiese niente, da dove venivo, perché ero lì: ero diventato in quel caos a un tempo assurdo, tragico, festoso e visionario una parte della scena». Una scena interrotta da un dialogo improvviso: «una ragazza, curiosa, a un certo punto, dopo avermi guardato un po’, mi chiese timidamente se ero straniero e... cristiano. Le risposi di sì, semplicemente. E iniziammo tra la cantilena delle raffiche di mitra a discutere di Maria che, con Gesù ‘il profeta’, lega le due religioni. Uno strano camion che era stato corrazzato artigianalmente, saldando una lastra di metallo sull’avantreno, si spingeva pericolosamente in fondo alla via per sparare più efficacemente contro i soldati. Poi ritornava a folle velocità in retromarcia. La ragazza mi lasciò di colpo, per andare a gridare il suo entusiasmo per la sfida riuscita al nemico». A narrare questo “ordinario” episodio di guerra è Domenico Quirico nel libro Il tuffo nel pozzo. È ancora possibile fare del buon giornalismo? (Vita e Pensiero), un pamphlet accorato sullo stato di questa professione svolta dall’autore con passione e fermezza morale, 90 pagine a metà tra ricordi, storia, confessioni private. Un richiamo all’etica del racconto

S

30

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

che non si può tessere da un albergo, con l’aiuto di internet e qualche testimone a bordo piscina, ma che va colto lì dove le cose accadono. Quirico si confronta anche con la professione del fotoreporter, che essendo obbligato a immergersi nella materia di cui vuole dare testimonianza, sembra essere diventato lo strumento più efficace per destare l’opinione pubblica su certe tragedie. Basti pensare alla foto di Aylan Kurdi, il bambino senza vita a faccia in giù, sulla riva, con la t-shirt rossa e i pantaloncini blu scuro, scattata da Nilufer Demir, foto simbolo della crisi umanitaria legata all’immigrazione. «I fotografi sono straordinari narratori del reale», ci dice Quirico, «spesso assai più efficaci di noi che scriviamo. Ma il fotografo e il cineoperatore hanno bisogno di uno strumento tecnico, di un oggetto che deve necessariamente esporre, esibire. In un luogo dove si è appena conclusa una tragedia e la tensione è ancora calda compare un fotografo: immediatamente la gente abbandona qualsiasi attività e si precipita a farsi fotografare […], la naturalezza profonda del dolore scompare e lascia il posto, in modo innocente ma automatico, alla recita […] quello che vedo non è la realtà, ma la realtà provocata dalla fotografia». L’unico modo per non alterare la scena è allora viaggiare da soli, mescolarsi tra la folla, non fare chiasso, «indagare vedere verificare svelare raccontare» sono gli imperativi di un giornalista che per essere tale deve tuffarsi nell’orrore, nel pozzo del reale: «senza chiudere gli occhi, tenendoli spalancati, […] non per te ma per aiutare gli altri, i lettori, ad esser lì dove non possono essere».

Le notizie, i consigli di lettura, i dibattiti in corso, le interviste agli autori di Vita e Pensiero si possono seguire su twitter (@vitaepensiero), facebook (vitaepensieroeditore), youtube (/vitaepensiero) e sul sito www.vitaepensiero.it

La misericordia e le sue opere a cura di Giuseppe Colombo

vitaepensiero.it

LE RIVISTE VITA E PENSIERO

Arte Lombarda

16 marzo scorso è stato Inellalpresentato a Palazzo Litta, sede della Sovrinten-

denza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Milano, il numero monografico della rivista “Arte Lombarda” dedicato a Bramante e l’architettura lombarda del Quattrocento, a cura di Bruno Adorni, Francesco Repishti, Richard Schofield e il direttore Alessandro Rovetta. Il fascicolo presenta i risultati del convegno omonimo promosso dal Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’arte dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano nel 2014. L’obiettivo era celebrare il quinto centenario della morte del grande architetto urbinate riprendendo la sua attività sotto il ducato sforzesco attraverso novità documentarie, segnalazioni e nuove letture critiche, con articoli di ampio respiro tematico e metodologico. Un esempio è la ricerca di Cristoph Liutpold Frommel che dimostra come Bramante prestasse una particolare attenzione all’uso della luce nell’architettura, con la sensibilità di un architetto contemporaneo, un approccio raro nel Rinascimento. Alcuni articoli mostrano la grandezza dell’architettura bramantesca a Milano focalizzando l’attenzione su alcuni particolari dei suoi capolavori più conosciuti, come la scala a chiocciola della sagrestia di Santa Maria presso San Satiro o la cupola di Santa Maria delle Grazie. Altri ci portano a scoprire i palazzi milanesi nati dalla sua influenza, come Palazzo Venzago della Fontana e Palazzo Trivulzio. Interessante è la ricerca condotta da Cristiano Tessari sul progetto di Bramante per San Pietro, che troviamo riprodotto in copertina. Tali carte fanno emergere un legame inaspettato tra la Basilica romana e il Duomo di Milano: pare, infatti, che alle origini dell’inventio bramantesca per la basilica vaticana ci sia l’influenza del tiburio del Duomo e della chiesa milanese di San Lorenzo. Maggiori info sul fascicolo su http://artelombarda.vitaepensiero.it/


libri Damiano Meregalli

Abitare la solitudine. Percorsi di pedagogia introspettiva Vita e Pensiero, Milano 2017 pp. 160  euro 15,00 (Strumenti. Pedagogia e scienze dell’educazione)

L

a capacità di stupirsi, di coltivare sogni e desideri, di interrogarsi sull’Oltre, di riconoscere la sacralità dell’esistenza propria e altrui ha bisogno di ‘attimi di solitudine’. Questa qualità antropologica, tanto ricercata dagli antichi, interpella ancora oggi coloro che non vogliono arrendersi alla cultura della frammentazione, della contrapposizione, del vuoto esistenziale. La necessità di ‘ritirarsi in sé’ diventa infatti elemento indispensabile per scoprire la bellezza dell’interiorità. Damiano Meregalli, dottore di ricerca in Pedagogia presso l’Università Cattolica di Milano e collaboratore della cattedra di Pedagogia generale, mette al centro della riflessione pedagogica la beata solitudo intesa come strumento introspettivo necessario per destare l’uomo dall’apatia, dal torpore, dalla superficialità al fine di comprendere la propria singolarità. Per compiere questo ‘atto di amore’ occorre essere guidati da ‘maestri’ che, scommettendo sull’umano, diventino testimoni di una vita complessa ma affascinante, fragile ma ricca di opportunità, determinata ma spalancata all’eternità.

Francesco Stoppa

La costola perduta. Le risorse del femminile e la costruzione dell’umano Vita e Pensiero, Milano 2017 pp. 200  euro 16,00 (Transizioni)

nversamente al detto kantiano, la legge è sopra di lei: dentro di lei c’è il cielo» recita l’epigrafe del nuovo libro dello psicoanalista Francesco Stoppa, che lui stesso presenta come un canto d’amore alle donne. Parlare della donna significa spesso soffermarsi sulle discriminazioni cui va incontro, sulla necessità di fare altri passi importanti nel campo dell’uguaglianza con l’uomo, sulla preoccupazione per l’escalation della violenza di genere. Un aiuto prezioso può arrivarci da una strada poco percorsa, che supera gli stereotipi e rovescia i termini della questione: non si tratta di promuovere la rincorsa della donna a essere ‘come l’uomo’, ma di evocare l’identità femminile come risorsa per l’uomo e per la società. Partendo dalla teoria psicoanalitica della donna come portatrice di un’apertura che crea varchi nella realtà regolata dallo sguardo maschile, si costruisce un’originale riflessione su come l’‘anomalia’ femminile, con la sua capacità di accogliere l’inatteso, di tracciare solchi e aprire spazi di incontro, possa rappresentare un modello diverso di approccio alla vita e di costruzione dei legami.

I

Giancarlo Santi

Celebrare con le immagini nelle chiese italiane. Committenza, orientamenti, realizzazioni Vita e Pensiero, Milano 2017 pp. 242  euro 24,00 (Ricerche. Storia dell’Arte)

opo il Concilio Vaticano II il dibattito sulle immagini nelle chiese cattoliche in Italia ha conosciuto una stagione molto vivace: da una parte è stata ribadita la dottrina tradizionale del Concilio di Nicea sulla legittimità delle immagini negli edifici di culto e le norme del Concilio di Trento sull’autorità del Vescovo in materia e, dall’altra, ha promosso una linea di sobrietà accanto a una cauta apertura a favore dell’arte contemporanea, dopo un lungo periodo di ostracismo. Il libro di Giancarlo Santi, presbitero della diocesi di Milano, laureato in architettura, mette in luce il ruolo e il comportamento della committenza ecclesiastica negli ultimi cinquant’anni in generale, richiamando quanto detto dai pontefici Benedetto XVI e Francesco e analizza due casi concreti: il modo di intendere, guardare e collocare il crocifisso nelle chiese e la pittura murale di Valentino Vago. Infine, illustra alcune opere di artisti contemporanei presenti nelle chiese della metropoli ambrosiana.

D

Libri R. Cicala,V. Rossi e M.Villano (a cura di)

La cura del testo in redazione. Norme editoriali essenziali EDUCatt, Milano, 2016 pp. 62 | euro 5,00

S

i stampa un libro per non correggerlo tutta la vita» è un aforisma di Borges che contiene una verità, da scoprire in questo sintetico prontuario di redazione a uso di chi vuole avere una base sui passaggi e sulla tecnica di preparazione di testi per un’edizione libraria o multimediale, a stampa o digitale, in particolare di area umanistica. [...] Le fondamenta di ogni libro sono costituite sempre da una revisione dei testi che sappia effettuare un’attenta lettura editoriale unita all’imprescindibile uniformazione, per dare coerenza e correttezza, contenutistica e formale, all’opera che si intende pubblicare. Perciò le fasi e i controlli devono essere seguiti con attenzione e umiltà, grazie a competenza e passione, che sono qualità indispensabili di un bravo redattore. Un momento delicato è la correzione delle bozze, la cui importanza è attestata dall’art. 125». [...] L’importante è non arrivare a pronunciare quanto dice un personaggio di Lessico famigliare di Natalia Ginzburg: «Non sono capace di correggere le bozze! Vado adagio. Non è colpa mia!» (dalla Premessa di Roberto Cicala)

EBook Ilaria Montanari

Agostino Gemelli Psicologo. Una ricostruzione storiografica EDUCatt, Milano, 2017 pp. 102 | www.educatt.it/libri/PadreGemelliPsicologo

È

disponibile e scaricabile gratuitamente online il volume Agostino Gemelli Psicologo. Una ricostruzione storiografica a cura di Ilaria Montanari, che apre la nuova serie “Agostino Gemelli Psicologo” – resa disponibile in formato digitale all’indirizzo www. educatt.it/libri/PadreGemelliPsicologo – volta a ricostruire e valorizzare i diversi aspetti della figura di Padre Agostino Gemelli, al secolo Edoardo, quale studioso e ricercatore nell’ambito della psicologia. L’intento è di studiarne il profilo di scienziato, di psicologo italiano della prima ora e di promotore di cultura ad ampio raggio. A tale fine la serie approfondisce, attraverso monografie dedicate a temi specifici, i suoi studi e le sue relazioni scientifiche con esponenti della cultura italiana e internazionale a lui contemporanea, avvalendosi di materiale edito ed inedito conservato presso la biblioteca e gli archivi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e altri centri di documentazione.

PRESENZA 2, MARZO-APRILE 2017

31


Dalla tua firma dipende il risultato! FORMAZIONE RICERCA SOLIDARIETA

PROGETTI 2010-2017 ◗ 1213 Borse di studio ◗ 267 Scholarship ◗ 8 Progetti di ricerca in ambito

medico ◗ 18 Progetti di solidarietà internazionale in 6 Paesi ◗ 74 Scholarship per volontariato ◗ 2 Progetti di supporto al Servizio integrazione studenti con disabilità e studenti con DSA

RICORDA QUESTI SEMPLICI PASSAGGI ◗ Firma nel riquadro della dichiarazione

dei redditi alla voce “Finanziamento agli enti della ricerca scientifica e dell’Università” ◗ Trascrivi il codice fiscale dell’Ateneo:

C.F. 02133120150 Il 5x1000 non ha nessun costo per il contribuente e non è in alternativa all’8x1000 per la Chiesa cattolica.

www.unicatt.it/5permille


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.