Presenza 04-05 2018 - Alumni, una grande community

Page 1

presenza dell’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE

NAZ/350/2008 DCOO53793

numero 4-5 – anno L luglio-ottobre 2018

Anniversario

Viva il lettore 100 anni di Vita e Pensiero

Ateneo

MEETmeTONIGHT, la ricerca scende in piazza

Ne ha fatta di strada Miroglio e Pogliani, eccellenze italiane

ALUMNI una grande community Un’associazione per raccogliere e valorizzare il patrimonio di esperienze umane, culturali e professionali che costituisce la storia dell’Università Cattolica.


Conoscere, cambiare, crescere. Le priorità che condividiamo.

Ma ste r

Cattolica

I master di Università Cattolica propongono percorsi formativi di elevata specializzazione, tra i quali, programmi executive e master internazionali. Visita il sito: master.unicatt.it Seguici su

AGRIFOOD E AMBIENTE BANCA, FINANZA E ASSICURAZIONI COMUNICAZIONE D’IMPRESA ECONOMICS, MANAGEMENT E IMPRENDITORIALITÀ EDUCATION E SOCIAL WORK LEGISLAZIONE E DIRITTO MANAGEMENT SANITARIO, MEDICINA E CHIRURGIA MEDIA, SPETTACOLO, EVENTI POLITICA, SOCIETÀ E RELAZIONI INTERNAZIONALI PSICOLOGIA UMANISTICA E BENI CULTURALI

2018-2019


presenza dell’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE

NAZ/350/2008 DCOO53793

numero 4-5 – anno L luglio-ottobre 2018

Anniversario

Viva il lettore 100 anni di Vita e Pensiero

Sommario

Ateneo

MEETmeTONIGHT, la ricerca scende in piazza

Ne ha fatta di strada Miroglio e Pogliani, eccellenze italiane

04 – Alumni, una grande e preziosa community ALUMNI una grande community Un’associazione per raccogliere e valorizzare il patrimonio di esperienze umane, culturali e professionali che costituisce la storia dell’Università Cattolica.

08 – Miroglio, Cavaliere della bellezza alternativa 16 – Focus ricerca: il semaforo per stufe a legna 17 – La scienza contro il falso “made in Italy”

n.4-5/duemiladiciotto Rivista bimestrale realizzata dal Servizio Stampa dell’Università Cattolica, in collaborazione con il Master in Giornalismo, con la partecipazione del Servizio Pubbliche relazioni dell’Istituto “G.Toniolo” di Studi Superiori © 2001 – Università Cattolica del Sacro Cuore DIRETTORE Franco Anelli RESPONSABILE Gerardo Ferrari COORDINATORE Graziana Gabbianelli COMITATO REDAZIONALE Katia Biondi, Nicola Cerbino, Sabrina Cliti, Paolo Ferrari, Graziana Gabbianelli, Emanuela Gazzotti, Fausto Maconi, Antonella Olivari HANNO SCRITTO Katia Biondi, Sabrina Cliti, Erica Crespi, Stefano Francescato, Graziana Gabbianelli, Emanuela Gazzotti, Valentina Giusti, Velania La Mendola, Federica Mancinelli, Giada Meloni, Antonella Olivari, Maria Villano, Martina Vodola REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Università Cattolica del Sacro Cuore L.go Gemelli, 1 – 20123 – MILANO tel. 0272342216 – fax 0272342700 e-mail: presenza@unicatt.it www.unicatt.it REDAZIONE ROMANA L.go Francesco Vito – 00168 – ROMA tel. O630154295 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 94 del 5 marzo 1969 PROGETTO GRAFICO Matteo Scanni IMPAGINAZIONE Studio Editoriale EDUCatt FOTO ARCHIVIO Università Cattolica, AP, Getty Image STAMPA Tiber spa – Brescia

Questo periodico è associato all’USPI Il numero è stato chiuso in redazione il 30 settembre 2018

18 – Viva il lettore, 100 anni di Vita e Pensiero 22 – MEETmeTONIGHT, la ricerca si mette in mostra 24 – Borse di studio per tutti gli idonei 28 – Finanza, Efma fa tappa in largo Gemelli 29 – FinTech, la Cattolica nel pool Ue 36 – Il Gemelli in Alleanza Contro il Cancro 38 – Creatività e comunicazione per il museo 41 – Piacenza, una giornata per riflettere sul dono 44 – Shift, il nuovo welfare studentesco

Presenza è sfogliabile anche online su www.unicatt.it/presenza


primo piano

il valore di una community

sempre connessa

Forte della cultura e della tradizione dell’Ateneo, il Progetto Alumni UCSC raccoglie e valorizza il patrimonio di esperienze umane e professionali dei suoi ex studenti, attraverso uno scambio reciproco e intergenerazionale che fa perno sul luogo dove ciascuno si è formato

N

ell’arco di quasi un secolo nelle aule dell’Università Cattolica si sono formati centinaia di migliaia di studenti. Le vite di queste persone, ciascuna delle quali protagonista della propria storia, costituiscono i fili di cui è tessuta la storia dell’Ateneo. Ogni Alumnus concorre a disegnare l’identità dell’università: è parte integrante di una comunità di persone che condividono un legame profondo con l’Ateneo e che vogliono partecipare attivamente al suo percorso di sviluppo e crescita, sostenendone la missione formativa. Sin dalle origini, Padre Gemelli era convinto che per un Ateneo fosse molto importante mantenere vivo il legame con gli ex studenti e a tale scopo dette vita all’Associazione Ludovico Necchi che, per decenni, con costanza e impegno, si è proposta come contesto nel quale gli Alumni dell’università si sono potuti incontrare. Negli ultimi due anni, l’Università ha acquisito consapevolezza sia dell’importante ruolo svolto anche da altre storiche associazioni di Alumni (accanto alla Necchi si sono nel tempo costituite associazioni di ex-collegiali, quali gli Agostini Semper e la MEA), sia dell’esistenza di numerose aggregazioni non giuridicamente formalizzate di laureati, formatesi e cresciute in modo spontaneo. «Di fronte a uno scenario così vario e articolato, l’Ateneo ha ritenuto di promuovere la ricchezza insita nella molteplicità ed eterogeneità dell’esistente e di investire complessivamente su di essa, mettendo in rete tutte le realtà già attive e aiutando gli Alumni a relazionarsi tra loro in

4

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

modo proficuo. È nato così il Progetto Alumni UCSC, con l’obiettivo di riunire e supportare tutte queste realtà affinché ogni ex-studente possa individuare quella più affine al proprio profilo e ai propri interessi» ricorda la professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi, presidente di Alumni Cattolica – Associazione Ludovico Necchi e responsabile del Progetto Alumni di Ateneo. Si spazia così dalla già menzionata Associazione Ludovico Necchi, la più antica e aperta a tutte le categorie di laureati e diplomati, alle associazioni degli ex collegiali, per tutti coloro che hanno vissuto questa intensa e originale esperienza di residenzialità durante il loro percorso di studio, sino alle associazioni tematiche legate alle Alte Scuole per quanti hanno continuato la loro formazione attraverso percorsi post-laurea, includendo, come si accennava, anche le ricche e vitali esperienze informali

animate da persone che, avendo condiviso un percorso di studi affine, ora vivono un’esperienza lavorativa simile. Alumni UCSC vuole essere una grande community, presente a livello nazionale e internazionale, aperta a tutti coloro i quali hanno conseguito un titolo di studio in Università Cattolica − dalla laurea triennale alla laurea magistrale, dai Master ai dottorati di ricerca− e si sentono parte di questa famiglia universitaria. Forte della cultura e della tradizione dell’Ateneo, Alumni UCSC intende raccogliere e valorizzare il patrimonio di esperienze umane e professionali dei suoi ex studenti, attraverso uno scambio reciproco e intergenerazionale che fa perno sul luogo dove ciascuno si è formato. Si genera così una rete preziosa di contatti e relazioni tra Alumni che favorisce lo sviluppo di rapporti culturali e professionali,


creando occasioni costanti di confronto e scambio di esperienze che alimentano il legame fra l’Università e le realtà private e pubbliche, italiane ed estere, nelle quali gli ex studenti operano. Alumni UCSC, inoltre, facilita e supporta le Associazioni mettendo loro a disposizione servizi e opportunità dedicate agli Alumni. In particolare, vengono proposte: occasioni di confronto e scambio per incentivare lo spirito di collaborazione e cooperazione tra generazioni; momenti di formazione specialistica di alto livello per l’aggiornamento delle competenze professionali; agevolazioni per accedere a servizi interni ed esterni all’Ateneo, grazie ad accordi con altri enti e aziende. Tutto questo in stretta collaborazione con tutte le strutture dell’Università Cattolica. Inoltre, per favorire la crescita di una comunità internazionale e rendere possibile la partecipazione di tutti, anche a migliaia di chilometri di distanza, è imprescindibile l’utilizzo della tecnologia: è stato perciò attivato il sito web www.unicatt.it/alumni che, da un lato, raccoglie tutte le informazioni, le attività e le iniziative di progetto, dall’altro consente di iscriversi alla community online. Nasce così, MyAlumni, lo spazio digitale riservato

a ciascun Alumnus, dove poter ritrovare i propri dati di carriera, entrare in contatto con gli uffici dell’Ateneo e accedere a tutti i servizi. Infine, grazie a un accordo tra l’Ateneo e Alumni Cattolica – Associa-

zione Ludovico Necchi, per il periodo di un anno dal conseguimento della laurea, tutti i neolaureati sono iscritti gratuitamente all’Associazione e possono accedere a tutti i servizi a condizioni agevolate.

IL BILANCIO SOCIALE 2017 DELL’ASSOCIAZIONE NECCHI

A

ttraverso il Bilancio sociale 2017 l’Associazione Ludovico Necchi, che riunisce i laureati dell’Ateneo, intende rendere tangibile «l’importanza di quel legame fra Università Cattolica e suoi laureati che, sin dalle origini, Padre Gemelli ha avuto a cuore e ha voluto valorizzare dando vita all’Associazione», come scrive la presidente dell’Associazione, Antonella Sciarrone Alibrandi, nella sua lettera introduttiva. La pubblicazione del bilancio sociale, giunto alla sua settima edizione e completamente rinnovato quanto a veste e contenuti, anche grazie alla più stretta connessione con il progetto Alumni d’ateneo, testimonia in modo concreto le attività che sono state svolte durante l’anno e come esse si saldino a una storia lunga quasi novanta anni: una storia fatta di costanza e impegno, di una realtà che si è proposta come contesto di incontro per gli ex-studenti e che continua a farlo cercando di coniugare il valore della tradizione e dell’eredità ricevuta con uno sguardo attento alle

esigenze dell’oggi. Come emerge dal Bilancio, l’obiettivo dell’Associazione è quello di continuare nella costituzione di una comunità di Alumni consapevoli del valore della loro storia e dell’importanza della relazione con il loro Ateneo, attraverso la costruzione di un network di legami amichevoli e professionali, il supporto alla collocazione e alla crescita nel mercato del lavoro, il sostegno alla relazione stabile con l’Ateneo e l’agevolazione nella fruizione di opportunità formative post-laurea. Il bilancio, pubblicato con il supporto di EDUCatt, è liberamente consultabile dal sito dell’Associazione (http://associazionenecchi. unicatt.it) e può essere richiesto anche in forma cartacea. Proprio dalla convinzione che i laureati dell’Università Cattolica siano una risorsa culturalmente, economicamente e spiritualmente molto importante per l’Italia e dall’idea che sia per questo importante intensificare il rapporto con i propri laureati, si è rafforzato il

rapporto con il Progetto Alumni UCSC.Lo sviluppo del network di Alumni, in stretta connessione con l’Associazione Necchi, si articola in un’efficace presenza sul territorio, in Italia ma anche oltre i confini nazionali: nel 2017, in occasione della 93a Giornata Universitaria, hanno avuto luogo, nelle città in cui è presente una sede della Cattolica, alcuni eventi sul tema “Innovazione 4.0” che hanno visto la partecipazione attiva di numerosi Alumni. presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

5


primo piano

Facoltà, le réunion dei laureati

I

l 2018 ha rappresentato una tappa fondamentale nella promozione di iniziative a favore degli Alumni anche in collaborazione con le singole Facoltà e con le varie Sedi dell’Ateneo. Grazie al supporto offerto da ciascuna di esse, il Progetto Alumni ha acquisito quella dimensione plurale che caratterizza l’offerta formativa e la ricerca scientifica dell’Ateneo; una scelta che consente di realizzare in modo più efficace la costruzione di un grande network multidisciplinare ed eterogeneo, ma unito dalla condivisione degli stessi valori. Nel corso dell’anno sono stati organizzati alcuni eventi, su temi e con modalità che ogni Facoltà ha ritenuto più opportuni per rafforzare il legame con i suoi laureati. Lettere e Filosofia Cogito… Ergo work – Le prospettive occupazionali dei laureati in Lettere e filosofia. Indicazioni, percorsi, esperienze è il titolo del convegno che, lo scorso 19 marzo, è stato dedicato ai neolaureati della Facoltà. Dopo il saluto del preside Angelo Bianchi, si sono svolti alcuni panel per analizzare la formazione universitaria umanistica e il ruolo che può svolgere nell’attuale mercato del lavoro. A seguire si è svolta la tavola rotonda Dalla Facoltà di Lettere e filosofia al mondo professionale: i miei percorsi moderata da Renzo Noceti, Partner fondatore – Simbiosity, con gli interventi di: Federico Di Chio (Mediaset); Mauro Meazza (Il Sole 24 Ore e Radio 24); Nadia Righi (Museo Diocesano di Milano); Andrea Sinigaglia (ALMA) e Marco Vianello (Skira Editore) tutti Alumni della Facoltà. Scienze della Formazione La mostra di fumetti di Frato La città dei bambini, una nuova filosofia di governo della città, allestita lo scorso settembre nella sede dell’Ateneo di Via Niro-

6

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

ne, è stata l’occasione per riflettere sul valore dell’educazione al giorno d’oggi. Alla presenza del preside Luigi Pati, l’alumnus Francesco Tonucci – “Frato” – ricercatore dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche italiano, ha presentato il progetto internazionale La città delle bambine e dei bambini e la mostra delle sue vignette. Psicologia La laurea magistrale in Psicologia per le organizzazioni, risorse umane, marketing e comunicazione ha compiuto 15 anni. Lo scorso 4 ottobre, in Aula Magna, i professori Cesare Kaneklin e Albino Claudio Bosio, ideatori del corso di studi, hanno aperto la tavola rotonda Psicologi per le organizzazioni oggi e nel futuro: ci servono e a cosa possono essere utili? con l’intervento di Federico Capeci (Kantar Italia); Fabio Comba (KPMG); Nicola Lampugnani (Discovery) ed Elena Panzera (SAS). Tra gli obiettivi della réunion dare vita a un network di Alumni interessati a potenziare la presenza della psicologia nelle organizzazioni e sostenere i singoli percorsi di career management. Giurisprudenza Più di 200 Alumni hanno aderito alla Réunion, dello scorso 17 ottobre, che per la prima volta ha chiamato a raccolta i laureati di Giurisprudenza. Filo conduttore dell’iniziativa è stata una riflessione a tutto campo sulla Figura del giurista: dalle professioni classiche alle nuove competenze. Perché, come ha ribadito il rettore Franco Anelli, nel suo intervento «noi giuristi ci portia-

mo dietro tutto il peso della tradizione, delle norme pregresse, dei modi di affrontare il problema ma con la necessità di innovarla perché il mondo cambia. Dobbiamo aggiornare il pensiero, l’idea, l’archetipo in base a quello che succede adesso». Dopo il saluto del Rettore, ad animare il dibattito sono stati Elisabetta Lunati, responsabile Direzione Legale e Contenzioso di Intesa Sanpaolo, Andrea Sorgato, che opera a Shanghai come Counsel di Zunarelli Studio Legale Associato, Clemente Sardi, General Counsel di Satispay, e il notaio Chiara Trotta. Réunion laureati sede di Brescia Tra gli eventi culturali promossi da Alumni UCSC, il 4 ottobre è stata organizzata la Visita Guidata della Pinacoteca Tosio Martinengo riservata agli Alumni che hanno compiuto il loro percorso di studi nella sede di Brescia. L’iniziativa è stata l’occasione per condividere attività e prospettive future dell’università e del ruolo che l’Ateneo svolge nella città di Brescia e ha coinvolto il prorettore Mario Taccolini e il direttore della sede di Milano Mario Gatti che ha spiegato come il progetto Alumni d’Ateneo voglia costruire «un network non solo professionale ma anche ideale: mette insieme persone che hanno ricevuto dall’università un certo metodo e una certa capacità di discernimento. E questo evento culturale dice attraverso l’arte qual è la natura di questo filo rosso identitario. Ognuno di voi troverà il suo filo rosso, le sue motivazioni per tornare in università».


Alumni UCSC, un network internazionale

A

ttraverso la costituzione dei Comitati Internazionali di Alumni UCSC, l’Università Cattolica vuole essere un punto di riferimento per i suoi ex studenti, realizzando iniziative di interesse comune e attività dedicate a favorire rapporti umani, professionali ed eventi ricreativi e culturali anche fuori dai confini nazionali. Il primo Comitato è stato costituito a Bruxelles, nel cuore dell’Unione Europea, ove la presenza degli Alumni continua da diversi anni e molti dei nostri laureati hanno acquisito ruoli professionali di rilievo. A settembre 2016, l’Associazione Necchi è entrata a far parte del Coordinamento Europeo delle Associazioni Alumni con-

tribuendo alla stesura del Manifesto degli Alumni Italiani a Bruxelles. Con il fine proprio di favorire lo scambio di esperienze e relazioni fra i laureati dell’Ateneo anche all’estero e per continuare a diffondere i valori tradizionali e l’identità dell’Università Cattolica, lo scorso febbraio, si è svolta una prima réunion presso gli uffici di Casa Lombardia a Bruxelles alla presenza di Mario Gatti, Alumnus e direttore dell’Area Ricerca e Sviluppo dell’Ateneo, e di numerosi ex studenti che oggi ricoprono ruoli istituzionali presso la Commissione e il Parlamento Europeo. Ma la Cattolica guarda e si muove anche verso Oriente in quanto nuove frontiere economiche e opportunità professionali hanno portato numerosi Alumni a trasferirsi in Asia, dove oggi svolgono diverse professioni in ogni campo. Lo scorso maggio, una delegazione dell’Università, guidata dal rettore Franco Anelli, affiancato dal delegato al coordinamento dei progetti di internazionalizzazione, professor Pier Sandro Cocconcelli, ha effettuato infatti un’importante missione istituzionale in Cina. Il viaggio, organizzato sia per consolidare le collaborazioni già in essere con alcune istituzioni universitarie e culturali cinesi, sia per promuovere nuove iniziative

bilaterali, si è svolto tra le città di Shangai e di Pechino dove si sono anche svolti degli incontri con gli Alumni che oggi svolgono la propria professione in Cina. Le loro interessanti testimonianze hanno manifestato l’importanza di proseguire sulla strada della internazionalizzazione dell’offerta formativa e, nello stesso tempo, di continuare ad offrire una proposta educativa incentrata su principi e valori universali, e perciò validi in ogni area del pianeta. In particolare a Stefano Devecchi Bellini, alumnus della facoltà di Economia, ora imprenditore in Cina e da alcuni anni nel Consiglio Direttivo dell’Alumni, si deve la fondazione dei capitoli esteri dell’Alumni Cattolica Associazione Ludovico Necchi a Shanghai, Pechino e Singapore.

La nuova community di Londra

C

on Alumni UCSC e la nascita del Comitato Internazionale, l’Ateneo ha voluto creare un punto di riferimento per tutti gli Alumni che desiderano incontrarsi e conoscersi per creare una forte rete locale, capace di aiutare la crescita professionale e promuovere attività culturali e conviviali offrendo occasioni di confronto. In quest’ottica si è tenuto a Londra, lo scorso 6 settembre, un incontro con l’obiettivo di mettere in rete i numerosi laureati dell’Università Cattolica che operano nella capitale del Regno Unito. Nella sede dell’ambasciata italiana a Londra, la facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative ha promosso un dibattito sul tema Sostenibilità e sistemi economico-finanziari, nel corso del quale il rettore dell’Ateneo Franco Anelli, alla presenza dell’ambasciatore d’Italia a Londra Raffaele Trombetta e della preside di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative Elena Beccalli, ha tenuto a battesimo la community londinese. Ha

mosso così i primi passi il Comitato Internazionale Alumni UCSC – UK che si propone di rafforzare la rete che lega l’Ateneo ai suoi laureati e diplomati che vivono e lavorano all’estero. Agli oltre 120 “alumni” intervenuti all’iniziativa il rettore Anelli ha ricordato che i laureati Cattolica sono parte integrante e significativa della comunità universitaria e la rappresentano nella società e nel mondo: «Sono una ricchezza del nostro Ateneo» ha aggiunto il Rettore. «Siamo molto fieri del loro successo professionale che testimonia l’eccellenza della preparazione universitaria italiana e dell’Università Cattolica in particolare». Nel suo saluto l’ambasciatore Raffaele Trombetta si è detto fiero di poter contribuire al processo di internazionalizzazione degli atenei italiani. «L’Ambasciata – ha spiegato – è la casa di tutti gli italiani nel Regno Unito: si conferma aperta e disponibile a valorizzare ogni iniziativa a favore della numerosa comunità di connazionali

residenti in Gran Bretagna». Alla tavola rotonda sono intervenuti Barbara Casu Lukac, Director of the Centre for Banking Research alla Cass Business School e altri cinque laureati dell’Ateneo che lavorano in Gran Bretagna: Piermario Barzaghi, Sara Caputo, Paola Leocani, Alessandra Melis e Tommaso Migliore. La loro testimonianza – oltre a offrire una nitida fotografia della variegata comunità italiana nel Regno Unito e del successo professionale che molti nostri laureati riescono a conseguire in Gran Bretagna – ha permesso di confrontarsi su indicatori e paradigmi che stanno trasformando il mon-

do degli investimenti per facilitarne la valutazione d’impatto sociale o ambientale. Sono così emersi alcuni aspetti, quali la trasparenza e l’inclusività, determinanti per trasformare queste tematiche da semplici questioni di compliance a elementi strategici per le istituzioni e le imprese. La tavola rotonda è stata chiusa dalla professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi, prorettore dell’Ateneo e presidente di Alumni Cattolica – Associazione Ludovico Necchi, che ha indicato le tre principali finalità del progetto Alumni: creare relazioni, condividere valori e favorire il dialogo intergenerazionale.

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

7


ne ha fatta di strada

cavaliere

della bellezza alternativa Elena Miroglio, laureata in Economia in Cattolica, è vicepresidente dell’azienda tessile di famiglia. Agli studenti di oggi suggerisce di metterci passione e aprirsi alle esperienze internazionali

E

rano gli ultimi decenni dell’800 quando Carlo Miroglio e la moglie Angela iniziarono a vendere tessuti su un carretto nei paesini delle Langhe. Il loro figlio Giuseppe fondò nel 1947 ad Alba l’azienda che ancora oggi porta il suo cognome: 49 società in 34 Paesi, 5500 dipendenti e 622 milioni di euro di fatturato (dato 2016) da brand come Motivi o Elena Mirò. Quattro generazioni dopo, il vicepresidente dell’azienda e presidente della divisione Fashion è Elena Miroglio, classe 1970, laureata in Economia e Commercio all’Università Cattolica. Dottoressa Miroglio che ricordo ha dei suoi anni di studio trascorsi in Cattolica? Anche se sono passati tanti anni, ricordo che l’Ateneo di Largo Gemelli era un luogo protetto, un ambiente storico in cui si respirava cultura. Tutto questo su di me esercitava un certo fascino, quello del passato e quello dello studio, che ho poi respirato anche tutte le volte che mi è capitato di tornarci. L’Università Cattolica inoltre ha un’immagine seria, rassicurante, ed è stata per me un’ambiente di formazione professionale e, prima di tutto, di crescita umana. Oltretutto si può dire, che la Cattolica sia, come dire, una passione di famiglia: insieme a me, si era infatti iscritta la mia sorella gemella Elisa

8

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

di Stefano Francescato e poi fu la volta di mio fratello Giuseppe, che oggi è il presidente del Gruppo Miroglio. C’è qualche professore di cui ha un ricordo particolare? Ricordo con piacere il professor Enzo Pontarollo, che insegnava Economia industriale. E’ stato il relatore della mia tesi di laurea ed è stato lui che mi spinse a fare un lavoro particolare, che parlasse della figura dell’imprenditore all’estero con interviste sul campo. Mi colpì molto perché chiese un elaborato che non fosse assolutamente collegato con l’azienda della mia famiglia e che avesse parti sia teoriche che pratiche. Ogni tanto ci sentiamo ancora, vado volentieri alle sue lezioni a parlare ai ragazzi. Dopo la laurea ha studiato per un anno negli Stati Uniti, ottenendo un Business and Management Certificate all’Università di Santa Barbara, in California. Quanto ha inciso questa esperienza nella sua carriera? I mesi negli Stati Uniti sono stati l’esperienza più bella della mia vita: conoscere culture diverse è un’esperienza che arricchisce tantissimo, ancora oggi incoraggio gli International Program a tutti i livelli. Mio padre era anziano e ci teneva che i suoi figli entrassero nell’azienda di famiglia, così mia sorella ed io abbiamo deciso di passare un anno in California per perfezionare il nostro inglese e fare uno stage in un’azienda americana, iniziando a

fare esperienza con le nostre gambe. Furono mesi belli, intensi e decisivi. Ha notato differenze tra la cultura imprenditoriale americana e quella italiana? Negli Stati Uniti si era molto legati ai processi produttivi e meno a quelli creativi, la moda non era tanto il frutto dell’istinto quanto il risultato dell’applicazione di tecniche precise. In California ho trovato obiettività in ogni funzione aziendale, meno istinto e più analisi, mentre qui era tutto più empirico. Toccare con mano la realtà di un’azienda americana è stato importantissimo perché mi ha fatto entrare in contatto con la cultura anglosassone: già allora gli americani erano un esempio, lavoravano meno di noi e riuscivano comunque a essere più efficaci. Da dove nasce la sua passione per la moda? È qualcosa a cui sono abituata fin da piccola; essendo, la nostra, un’azienda di famiglia, non mi sono mai fatta troppe domande. Essere l’erede di tre generazioni di imprenditori genera indubbiamente senso di appartenenza, ma anche la responsabilità di essere parte del futuro di questo marchio. Quali conseguenze ha avuto la crisi economica nel campo della moda? Gli ultimi anni ci hanno costretto a un cambiamento di modelli di portata epocale, soprattutto


ne ha fatta di strada

nel settore dell’abbligliamento. Il risultato più evidente è stata la divisione netta tra il prodotto di lusso e quello low cost, mettendo in difficoltà l’ampia fascia media dei consumatori. Inoltre il digitale ha tagliato fuori ogni tipo di intermediari: Amazon e l’e-commerce rendono il prodotto molto più disponibile e accessibile a tutti, ma condizionano le nostre abitudini e creano aspettative molto alte nei confronti di aziende e marchi. Noi vogliamo dare a chi compra un valore aggiunto, diverso rispetto al prezzo. Il punto però è che i costi di produzione aumentano, mentre i prezzi non possono fare altrettanto. L’abbigliamento sta diventando quasi una commodity ed è fondamentale ricercare distintività e specializzazione. Lei ha fatto esperienza negli Stati Uniti, ma il marchio Elena Mirò è assente dal mercato americano. Come mai? La competizione locale sul terreno dell’abbigliamento è troppa. Con i dazi alle importazioni e la concorrenza sia della Cina che delle aziende locali al momento non è conveniente per noi. E anche le taglie dovrebbero essere riviste. Per il momento le nostre priorità sono in altri paesi. In futuro, vedendo anche come evolve il mercato, riconsidereremo gli Stati Uniti.

Nelle Langhe sono nate anche altre aziende d’eccellenza come la Ferrero. E’ un caso? Non si sa, ma certamente la nostra zona è un caso di studio interessante. Non siamo un distretto, perché generalmente i distretti spesso si sviluppano intorno a una singola azienda, sull’onda del suo successo e nel suo stesso settore. Qui invece i modelli di business vincente a cui guardare sono tanti: ci siamo noi nel settore dell’abbigliamento, c’è la Ferrero nell’alimentare, ma ci sono tante altre realtà anche nei servizi, nella meccanica, imprese agricole e vinicole d’eccellenza. Quello che ci accomuna è la condivisione di valori forti come affidabilità, concretezza e attenzione ad un risultato sostenibile, che nascono tutte da questa terra, di cui vado particolarmente orgogliosa. Lei è stata creata Cavaliere della Repubblica nel 2007 dal Presidente Napolitano… Ricordo che quando me lo dissero pensai a uno scherzo, ero molto sorpresa. È stato un riconoscimento importante, uno stimolo per andare avanti sulla nostra strada. Quello che più mi riempie di orgoglio però è la motivazione: aver promosso uno standard di bellezza alternativo, che superasse lo stereotipo della semplice magrezza. Vogliamo incoraggiare le donne a valorizzare la propria diversità,

a curare attentamente il proprio aspetto ma senza fissarsi su un canone specifico di bellezza stereotipato. Non esistono un’altezza e una taglia specifiche. Oltretutto questa onorificenza ha un sapore particolare perché mi è stata consegnata proprio l’8 marzo, giorno della Festa della Donna. Quale consiglio darebbe a chi vuole iscriversi oggi in Cattolica? Può sembrare banale, ma il mio consiglio è quello di individuare la propria passione e seguirla fino in fondo. Non andare solo dietro alle tendenze del momento ma partire dal proprio talento. Iscriversi alle Facoltà di tendenza senza pensarci troppo era in voga già quando andavo io all’università, corsi di marketing e comunicazione avevano un boom di iscritti rispetto agli anni precedenti. Inoltre suggerisco di fare esperienze internazionali il prima possibile, anche soltanto per tre mesi con iniziative stagionali, non perché il destino sia necessariamente lavorare all’estero, ma per immergersi nella diversità, conoscere tante opinioni e tanti mercati. Allargare i propri orizzonti. Infine imparare un mestiere. Desiderare la carriera con crescita di ruoli ed economica è positivo, e per realizzarla al meglio consiglio di non interessarsi soltanto agli aspetti manageriali di una professione, ma di toccare con mano come si fa concretamente. presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

9


ne ha fatta di strada

ingredienti segreti

per un caffé di successo LA CARRIERA

I

M

assimiliano Pogliani, laureato con lode in Economia e Commercio all’Università Cattolica di Milano, ha una lunga carriera manageriale in aziende internazionali. Dopo un lungo periodo all’estero, è tornato in Italia per ricoprire il ruolo di Amministratore Delegato in illycaffè La scelta dell’Università Cattolica è stata significativa nel suo percorso formativo e professionale? La formazione ricevuta all’Università Cattolica è stata fondamentale: mi ha dato una preparazione solida e di ampio respiro. Una preparazione che definirei “diesel”, perché per una persona incline a guardare al lungo termine, un percorso solido riesce a dare fondamenta valide per tutto il percorso di vita e di carriera. Io mi sono laureato in Economia e Commercio, indirizzo Gestione e Amministrazione: quindi una specializzazione focalizzata sul marketing e sul commerciale. Eppure, grazie alla formazione completa e versatile sviluppata in Cattolica, ho potuto ricoprire ruoli diversi. Il mondo d’oggi, e non solo nel lavoro, richiede costante eclettismo: la capacità di connettere differenti expertise, abbracciare più ambiti, adattarsi alla rapidità dei cambiamenti sapendo prescindere dalla propria specializzazione. La preparazione che ho ricevuto in Università Cattolica mi ha permesso di sviluppare queste attitudini. Qual è stato il suo percorso professionale? Una volta laureato, ho iniziato il mio percorso professionale in aziende sia italiane sia straniere, seguendo anche

10

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

alcuni progetti internazionali fino a quando mi sono definitivamente trasferito all’estero, in Svizzera, per lavorare in una grossa multinazionale. Dopo 10 anni in Svizzera mi sono trasferito a Londra, dove ho lavorato per altri 5 anni. Nel 2016 sono ritornato in Italia, attirato dall’opportunità di assumere la guida operativa di un’azienda leader mondiale di qualità, la illycaffè, di cui sono Amministratore Delegato. È possibile riscontrare un valore identitario di una formazione cattolica? Per me l’essere Università Cattolica ha un senso profondo nella formazione della persona nella sua interezza e nella coltivazione di valori che preesistono e presiedono alle competenze manageriali. Solo per fare un esempio, gli esami di Teologia non sono uno scontato passaggio dovuto: aprono una prospettiva diversa anche a chi non è credente o praticante: illuminano e completano il ciclo di studi, collocano il sapere in un contesto non contingente. Insegnano la filantropia, il rispetto dell’altro, l’economia come scambio e crescita comunitaria e non come mera transazione utilitarista o, peggio, prevaricazione egoista sul più debole o meno attrezzato. Da alumnus, si sente ancora legato alla sua università? Esiste un possibile scambio tra l’Ateneo e i suoi Alumni? Dalla mia laurea, oramai lontana nel tempo, la Cattolica è sempre rimasta nel mio cuore. Ritornarvi è sempre un tuffo al cuore. Ho sempre sostenuto la qualità e il valore dell’Ateneo, tanto che ho spinto mio nipote a studiare Economia in Cattolica come feci io. Ha già conseguito la laurea triennale

l milanese Massimiliano Pogliani è il primo AD esterno alla famiglia per l’azienda triestina illycaffé. Pogliani arriva in illy dopo 20 anni di esperienza in area marketing, commerciale e retail, maturati in aziende leader con marchi premium & luxury. Dopo essersi laureato in Economia e Commercio all’Università Cattolica di Milano Pogliani completa la propria formazione alla London Business School e IMD Business School di Losanna. Dopo le prime esperienze lavorative, Pogliani entra in Saeco International Group come responsabile del marketing globale ed è parte del team che porta l’azienda alla quotazione alla Borsa di Milano. Nel 2003 inizia la sua esperienza presso il quartier generale svizzero di Nestlé Nespresso, dove, in qualità di head of international retail & customer management, si è occupato a livello mondiale dello sviluppo delle Boutique Nespresso nel mondo, del customer service (Nespresso Club) e del trade marketing. Dal 2008 al 2012 è prima chief commercial & marketing officer e poi CEO di Nestlé Super Premium, una divisione di Nestlé creata per accelerare l’espansione di alcuni marchi Nestlé nel segmento del consumo super premium. Nel 2012 si trasferisce in Inghilterra dove entra in Vertu, chiamato dal fondo di private equity EQT. In Vertu, azienda leader nella telefonia mobile di lusso, opera prima come chief marketing officer e poi come CEO, trasformando con successo l’azienda fino alla vendita ad un nuovo investitore.

con lode e continuerà con il percorso magistrale. Mi emoziona rivedermi in lui. Da ex studente, credo che molto si possa fare per coltivare e rafforzare la community e darvi più visibilità. Il futuro della Cattolica si fonda anche sull’esperienza, l’amore e l’orgoglio di chi ne è uscito, e non cessa di sentirsene parte.


postcards

Gli studenti della Cattolica protagonisti dei programmi di studio e stage all’estero raccontano a “Presenza” la loro esperienza. Scrivete a: postcards.presenza@unicatt.it Alessandro D’Alice In Polonia per fare touchdown

L

o sport è stato il cuore della mia esperienza di studente Exchange in Polonia. Un po’ come avviene nelle università americane, poco dopo il mio arrivo all’University of Lublin ho deciso di affiancare l’attività sportiva allo studio, riuscendo bene su entrambi i fronti. Per quanto riguarda il programma universitario, ho frequentato 8 corsi nel primo semestre e 4 nel secondo, poiché mi sono occupato anche di ricerche per la tesi. I corsi mi hanno permesso non solo di apprendere nuovi contenuti, ma anche di confrontarmi con differenti punti di vista, avendo come compagni studenti non solo europei ma anche asiatici. Ho scelto di studiare la lingua polacca grazie ad alcuni corsi offerti dall’università. Un modo per entrare in contatto diretto con la cultura polacca e apprendere una lingua molto difficile ma molto interessante. In contemporanea decisi di entrare a far parte della squadra di football americano della città. Stavo andando incontro a qualcosa di stupendo. Ricordo come se fosse ieri il primo allenamento dei provini, 70 giocatori polacchi, tutto in lingua polacca, una delle più grandi sfide mai affrontate nella mia vita. Sudore, fatica e sacrificio mi

hanno portato a diventare un membro della squadra, o meglio, un membro della famiglia meravigliosa dei Tytani Lublin. Sere d’inverno con 20 gradi sotto lo zero, borsa pronta, cuffie nelle orecchie e ci si incamminava per arrivare al campo di allenamento. Quel tragitto lo porterò sempre con me, per tutto ciò che ho provato ogni singolo giorno, ogni singolo allenamento: mi sentivo vivo più che mai. Con i Tytani Lublin ho giocato tutta la stagione, che si è chiusa il 28 luglio con la sconfitta in semifinale. Vivere il mio Erasmus in Polonia, anche attraverso il football, mi ha permesso soprattutto di entrare maggiormente nella cultura polacca. Tra tutte le esperienze belle vissute con la maglia dei Tytani, sono tre i momenti unici. Il primo risale nel mese di aprile, quando durante la partita, da semplice studente italiano arrivato a studiare a Lublin, divenni uno dei giocatori più conosciuti della squadra, con tutti i tifosi che iniziarono a urlare il mio nome. Non lo dimenticherò mai. Il secondo momento risale

a maggio, quando fui inserito nella top 11 dei migliori giocatori di tutta la Polonia. Il terzo momento rappresenta qualcosa che ha reso orgoglioso me e la mia famiglia, che dall’Italia non mancava mai di venire in Polonia per sostenermi a ogni mia partita. Il 1° luglio giocai come capitano della squadra. Un’emozione indescrivibile, che va aldilà dello sport, perché in quella nomina era stato riconosciuto tutto il mio sacrificio e amore per la maglia e il gruppo. Purtroppo durante quella partita subii un grave infortunio, la rottura della clavicola destra, che mi costrinse al rientro immediato in Italia per poter essere operato. Lasciai il cuore il campo, con i tifosi che urlavano il mio nome mentre andavo via in ambulanza: un’emozione indescrivibile. Durante questi 10 mesi ho avuto occasione di viaggiare molto, scoprendo tutte le meraviglie racchiuse in Polonia, città e paesaggi stupendi, immancabilmente insieme al freddo polacco e ai miei compagni di avventura. Studio, viaggi, amicizie, sport, ricordi meravigliosi che solo

un’esperienza come questa può regalarti. Prima di partire sono molti i pensieri che attraversano la propria mente, e tra tutti questi c’è la consapevolezza che non si tornerà mai gli stessi. Queste esperienze cambiano te e anche l’ambiente in cui tornerai a vivere sarà diverso, perché lo guarderai con occhi diversi. 23 anni, di Lainate (Mi) corso di laurea magistrale di Gestione del lavoro e comunicazione per le organizzazioni, facoltà di Scienze politiche e sociali, campus di Milano

Marta Giudici Felici con una bolla di sapone

S

ento il rumore del mio aereo che atterra a Milano, 32 giorni sono passati in un lampo ma nei miei occhi certe immagini rimarranno per sempre. Sorrisi, sguardi e saluti di bambini che neanche potevo immaginare quanto mi avrebbero lasciato nel cuore e nel mio essere insegnante. Con il supporto delle “Sisters” della Carità di Santa Giovanna Antida, nel corso del mio Charity Work Program a Shire, in Etiopia, ho avuto l’opportunità non solo di entrare in contatto con i bambini ma anche di intraprendere un percorso di formazione per le insegnanti della scuola della missione. È stata una sfida davvero molto

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

11


postcards dura ma allo stesso tempo molto gratificante che mi ha lasciato, una volta tornata in Italia, la voglia di formarmi maggiormente per poter tornare e dare ancora di più un contributo per lo sviluppo dell’educazione. Non avrei mai pensato di trovare l’affetto incondizionato di cosi tanti bambini tutti insieme, che non vedevano l’ora anche solo di prenderti per mano e guidarti a giocare con loro. Un incontro è stato davvero speciale, quello con Abraham, bambino di 6 anni a cui un intervento per la spina bifida ha dato delle complicazioni, lesionando dei nervi. Abbiamo cercato di coinvolgerlo all’interno del campo estivo per iniziare a socializzare con i suoi coetanei ma non era ancora facile che lo accettassero. Insistendo più volte è riuscito a trovare amicizie che lo facevano stare bene all’interno di un contesto come quello. Non potrò mai dimenticare come, per convincere sua mamma, sua sorella e lui, a venire al campo estivo siamo andate a trovarlo a casa sua e i suoi occhi si sono illuminati nel vedere cosa avevamo nel marsupio: le bolle di sapone. Avevano un potere magico su di lui, sorrideva ed era incuriosito di fronte a questa novità che portavamo all’interno della sua casa. Per me è stata un’emozione unica vedere, anche con gli altri bambini, come bastasse una bolla di sapone, un palloncino, un pallone da calcio o una matita colorata per essere felici e quasi sembrava che tutti i problemi e le difficoltà riuscissero a sparire all’improvviso. So che un giorno tornerò alla missione di Shire ma parto, senza dubbio triste di lasciare un posto che mi dato così tanto, ma allo stesso tempo serena nel lasciare bambini così motivati e incuriositi verso il mondo. Una citazione di Nelson Mandela ha accompagnato me e la mia compagna di viaggio in questa esperien-

za straordinaria: “Education is the most powerful weapon that we can use to change the world”. Lo sviluppo dell’educazione è essenziale e sono disposta a dare il mio contributo per permettere a ciascun bambino di riscattarsi e desiderare un futuro migliore. 25 anni, quinto anno del corso di laurea a ciclo unico in Scienze della formazione primaria, facoltà di Scienze della formazione, campus di Milano

Giulia Barenghi In Camerun tra i minori detenuti

S

i parla tanto di mal d’Africa ed è difficile da spiegare a chi non l’ha mai provato. Per quanto ti sforzi, resti sempre insoddisfatta dei tuoi tentativi. Tanto più che ogni Stato africano porta con sé caratteristiche e contraddizioni che lo differenziano dagli altri di questo grande continente. Come nel caso del Camerun, un Paese pieno di contraddizioni in cui ho avuto la possibilità di immergermi per un mese e mezzo grazie al Charity Work Program. Io e la mia compagna di viaggio siamo state accolte nella comunità del Centro orientamento educativo (COE), nella sede di Mbalmayo, distante una trentina di chilometri dalla capitale Yaoundé. Abbiamo svolto il nostro servizio per tutta la durata della nostra permanenza all’interno del carcere, affiancando le ragazze del servizio civile a portare avanti il corso di alfabetizzazione per i minori. Due mattine a settimana ci recavamo in prigione e, insieme ad attività più ludiche, facevamo lezione a coloro che erano interessati. È fondamentale in un contesto del genere tenere la mente allenata e, anche se per poco tempo, distrarsi dalla realtà della prigione. Nelle altre mattine della settimana abbiamo seguito Marianne,

una giurista che fornisce consulenze legali ai detenuti. In questo caso la nostra presenza era più che altro di osservatrici, ma è stato molto interessante capire come funziona il sistema giudiziario camerunense e le categorie di reati che vengono commessi più frequentemente. Oltre alle attività legate al carcere, abbiamo avuto anche la fortuna di partecipare ad alcune iniziative promosse dall’ospedale Saint Luc del COE. Un sabato mattina siamo partiti presto con il pick-up per raggiungere Ndele, un piccolo villaggio immerso nella foresta equatoriale, dove è presente un dispensario ormai poco funzionante. Durante queste giornate l’ospedale offre consultazioni mediche gratuite e farmaci a costi ridotti per coloro che vivono lontano dai centri abitati e che faticano a farsi carico delle spese mediche. Abbiamo preso parte anche a una ricerca nei vari quartieri per analizzare la percezione della popolazione nei confronti dell’ospedale, per apportare cambiamenti e migliorare ciò che non funziona. Un mese e mezzo è passato senza che me ne accorgessi. Ogni persona incontrata ha aggiunto un pezzettino del puzzle che sto cercando di terminare ora che sono tornata, ma che rimarrà necessariamente incompleto, perché è presuntuoso pensare di conoscere totalmente una realtà così variegata e ricca di sfumature. Mi sono resa conto di quanto sia necessario abbattere qualsiasi schema mentale per poter veramente comprendere una cultura e una mentalità quasi agli antipodi della nostra. È uno sforzo enorme che non sempre riesce e tante cose rimarranno incomprese. Ciò che conta è continuare a farsi delle domande, anche se le risposte non arriveranno subito. 23 anni, di Robecco sul Naviglio (Mi), secondo anno del corso di laurea magistrale in Politiche per la Cooperazione internazionale allo Sviluppo, facoltà di Scienze politiche e sociali, campus di Milano (Giulia è

12

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

la prima a destra nella foto in alto)

Sara Giuliani Basta poco per essere felici

U

n mese intero per assaporare il senso di comunità, di accettazione, di condivisione che stanno alla base della meravigliosa cultura ugandese. Siamo state accolte a braccia aperte sia all’Emmaus Foundation, dove si trovava il nostro alloggio, sia a scuola da insegnanti e studenti. Il loro concetto di famiglia estesa ha la capacità di farti sentire amata e a casa. Una casa ampia, come l’Emmaus Foundation, dove abbiamo conosciuto persone stupende come Father Isidoro, Joyce, Samuel, “mamma” Angela e tutte le ragazze che vivono alla fondazione. Ho riscoperto il senso di condivisione degli spazi e dei momenti insieme, ho visto la loro profonda fede religiosa e la loro capacità di sostenersi a vicenda. L’Emmaus Foundation aiuta le famiglie più povere e bisognose, che non hanno le risorse economiche per curare i propri figli a livello sanitario, non hanno la possibilità di mandarli a scuola. Nonostante vivano in condizioni disumane, sono rimasta colpita dalla loro capacità di accogliere, di farci spazio nella loro stanza e di farci sentire “benvenute”. L’altra grande casa è la BCK Primary School, che accoglie più di 1.100 ragazzi, con classi costituite da 70, 80, 90, 100 studenti. Gli insegnanti lavorano almeno dodici ore al giorno, con turni anche nel fine settimana e si donano completamente alla crescita e all’educazione di questi ragazzi. Il metodo educativo è molto diverso dal nostro: risulta necessario, anche se non giustificato, un apprendimento basato sulla ripetizione e composto da una successione di riti e canzoni, per mantenere viva l’attenzione dei ragazzi o semplicemente per dar loro la possibilità di sgranchirsi le gambe. Elevato


anche il controllo sull’ordine e sulle azioni da compiere nella “right way”, evitando l’errore. Nonostante ciò, gli insegnanti con le risorse materiali che hanno a disposizione, riescono a mantenere sempre le classi attente anche se composte da tanti alunni con diversa età e diversi livelli di preparazione. Ciò che mi rimarrà più impresso sono i sorrisi dei bambini, il loro chiamarmi “Teacher Sara” instancabilmente, anche solo per salutarmi o per cogliere la mia attenzione. A volte mi hanno fatto sentire quasi una persona famosa: file di ragazzini davanti con un pezzo di carta per chiedere l’autografo. Non ti chiedono mai quale sia la tua meta, ma ti prendono per mano e ti seguono sorridendo. Sono gli stessi bambini, che durante un esercizio in classe, in merito alle principali attività svolte nella propria comunità, rispondono “beating people” e “killing people”. Non dimenticherò mai i pomeriggi passati al “field”, un campo di terra rossa, dove ho potuto mettermi alla prova e superare i miei limiti personali, ballando al centro di un “big circle” la macarena, la chicken dance e tante altre canzoni. Abbiamo cantato, fatto braccialetti con fili di cotone, creato collane, giocato a handball, con dei “balloons” o con semplici cannucce colorate per terra. Ho ritrovato il piacere e il valore delle piccole cose, dei giochi più semplici e dei gesti di affetto, come un “big hug” o come ricevere in regalo una caramella che ti lasciano nello zaino, con un biglietto ancora più dolce o come quando ti chiedono se la merenda, che hai condiviso con loro, possono non mangiarla per portare quel pezzo di cracker alla mamma per il suo compleanno. Ho imparato che basta davvero poco per essere felici, e lo si è ancora di più, se quel poco viene donato all’altro. E qui ti donano sempre tutto ciò che possono! Sono colma di gratitudine per aver potuto vivere questa esperienza umana e professionale, che mi ha

trasmesso gioia e amore. Un amore incondizionato per la vita, per gli altri e un desiderio costante di conoscere, di scoprire e di provare. È un popolo che sa amare e quando amare significa vivere, allora puoi solo sentirti fortunata di aver fatto parte di questa grande famiglia, anche se per poco tempo. Credo che un proverbio africano possa riassumere quello che provo: “Se vuoi andare veloce, corri da solo; se vuoi andare lontano, corri insieme”. Grazie UCSC Charity Work Program: ho corso insieme a più di 1.100 bambini per un mese, vivendo a gonfie vele questa magnifica esperienza, che mi ha cresciuta e mi cambiato nel profondo del cuore. Non la dimenticherò mai. 24 anni, laureata triennale in Scienze dell’educazione e della formazione, studentessa al secondo anno della magistrale in Consulenza pedagogica per la disabilità e la marginalità, facoltà di Scienze dell’Educazione, sede di Milano

Anna Tallon In Egitto, al Cairo a studiare arabo

S

ono iscritta alla facoltà di Scienze linguistiche e grazie al programma Late ho trascorso un periodo di studio nella capitale egiziana. Una megalopoli caotica in cui la qualità dei corsi è di alto livello. La prima cosa che mi ha colpito appena arrivate al Cairo è stata la quantità di gente presente sulle strade, a piedi o sui mezzi, e le regole stradali assenti. Era quasi divertente, a tratti spaventoso, vedere come i vari driver conquistavano la precedenza in strada e come i pedoni attraversavano la strada, che ovviamente non avevano mai la precedenza e si buttavano in strada come se volessero sfidare i conducenti. Dal finestrino del nostro pullmino osservavamo un mondo nuovo, pieno di gente solare, di bancarelle

che vendevano di tutto di più, di bambini che andavano a scuola o passeggiavano con i loro amici, di macchine da cinque persone ma riempite da nove, street-food egiziani di kushari, shawerma e il buonissimo hawashi. E quando arriva il tramonto diventa tutto mozzafiato. Mille minareti illuminati dalla calda luce arancione del sole cairota. La gente del Cairo è unica: ho conosciuto tantissime persone e tutte, dalla prima all’ultima sono state accoglienti e amichevoli. All’inizio i giorni sembravano non passare, ma poi ho conosciuto quelli che non erano solo dei professori, ma si sono rivelati anche degli amici, che ti sembra di conoscere da sempre. Capivano quando nulla era chiaro, quando eravamo disperse su una nuvola, quando c’era qualcosa che non andava. Emad è una persona che ha il sole dentro e lo trasmette a tutte le persone che ha intorno. Usa tutto se stesso per insegnare la sua lingua a chi non la conosce, tutta la sua passione e intelligenza; usava parole semplici ma chiare, pochi giri di parole e molti esempi di vita quotidiana come il discorso di un ministro viennese in arabo, cartoni animati semplici e conosciuti da tutti, e ci trasmetteva ogni giorno il suo amore per la vita e per i viaggi che vorrebbe fare e che ha promesso farà con noi. Che dire di Nadia? È una ragazza molto forte, talmente forte da essere molto brava in Kung-fu, affettuosa, allegra e così solare che non poteva mai esistere un giorno triste se c’era lei nei paraggi. Ogni giorno, nelle pause tra una lezione e l’altra, ci portava qualche specialità egiziana. Noi la chiamavamo “mamma Nadia” perché ci sfamava e in cambio voleva, solo, mille foto con noi al giorno. La sento anche adesso tutti i giorni, dal buongiorno alla buonanotte, perché il rapporto che si è istaurato, sia con Nadia che con Emad, va oltre la distanza. Il centro linguistico che ho frequentato è da consigliare a tutti gli interessati alla lingua araba: in un mese ho imparato davvero tantissime cose. Tra canzoni, calligrafia, cartoni è stato inevitabile lanciarsi e imparare a parlare in arabo senza timore di sbagliare. Tutto questo grazie anche a tutte le altre persone che vi lavoravano, come doctor Fehr e i suoi colleghi o alla professoressa Bebawy, che ci ha accompagnato in questa bellissima esperienza. Non sono mancate le uscite: un giorno abbiamo avuto l’occasione

di visitare la bellissima Università del Cairo e di conoscere il Rettore. Come tutte le persone che ho conosciuto al Cairo è stato molto disponibile e abbiamo avuto l’opportunità di fare un’ora di lezione con lui in lingua araba. Nei weekend abbiamo fatto gite, come la visita alle Piramidi di Giza e il giro sul cammello. Poi abbiamo visitato Alessandria, con il suo cielo limpido e il suo mare blu e la sua aria pulita. La biblioteca, nella sua immensità, contiene tantissime testimonianze storiche, libri, manoscritti, vasi, quadri. Un libro di storia aperto a tutti. E poi il bellissimo mare di Alessandria al tramonto: un sogno. Nel terzo week-end abbiamo visitato la Cittadella Islamica e il mercato popolare. Tra i ricordi più belli, c’è un bambino, che ha passato tutta la giornata con noi accompagnato dalla madre e dal fratello, con un sorriso enorme, il bambino più felice del mondo; felice di accompagnarci a conoscere la sua cultura e la sua religione nella loro purezza e integrità. Chiudo con un pensiero per le mie compagne di viaggio, un gruppo di 17 studentesse molto unito; mi sono divertita molto con loro tra viaggi in pullmino, tra i nostri amati pranzi da 0,60 €, tra le varie gite o le sere passate in hotel. Il ritorno è stato molto difficile e commovente. È stata davvero un’esperienza unica che rifarei milioni di volte, per poter rincontrare le stesse persone ogni volta. Ma come ci siamo promessi: non è un addio, ma un arrivederci. 21 anni, di Bregnano (Co), secondo anno del corso di laurea triennale in Scienze Linguistiche, profilo in Esperto linguistico d’impresa, facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere, campus di Milano

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

13


focus ricerca

Società Benefit sotto la lente di Altis

S

ono circa 168, perlopiù di piccole dimensioni, il 46% si trova in Lombardia ed è attivo nei servizi e nella consulenza. Le Società Benefit sono un fenomeno ancora poco conosciuto ma in forte evoluzione. Soprattutto in Italia: prima in Europa a dotarsi di uno strumento normativo nel settore, con l’entrata in vigore nel 2016 della normativa che le regolamenta (la legge 208/2015), ha registrato negli ultimi due anni un incremento di questa nuova tipologia di imprese. Manca però un registro specifico che classifichi tale categoria di aziende. A tracciarne l’identikit è stata l’Alta Scuola Impresa e Società (Altis) con un’indagine condotta da Stella Gubelli, docente di Programmazione e controllo all’Università Cattolica, che aveva l’obiettivo di individuarne le caratteristiche salienti e delineare i trend di rendicontazione attualmente diffusi. Anche attraverso lo studio di un caso specifico come quello di GMC, Gemelli Medical Center, dal 2017 Società Benefit, che fa capo all’Università Cattolica e gestisce l’Hospice Villa Speranza di Roma. Secondo l’indagine, sviluppata nel periodo marzo-maggio 2018 e a cui hanno risposto 72 aziende, il miglioramento della reputazione aziendale è tra gli elementi principali che spingono le imprese a di-

ventare Società Benefit (58,6%) insieme a quello di bilanciare gli interessi economici e non finanziari (55,2%). La pubblicazione del report di impatto – vale a dire un bilancio consuntivo che rendiconta l’incidenza generata da attività che hanno un risvolto sociale, a beneficio comune – favorisce inoltre la misurazione e la valutazione di un valore più ampio rispetto a quello esclusivamente economico e finanziario. Per il 48,7% dei rispondenti, il report di impatto è uno strumento reputazionale, mentre per il 41% è un supporto alla gestione e alla pianificazione: in particolare consente di razionalizzare gli obiettivi futuri e di sistematizzare le informazioni interne e le iniziative attuate (15,4%). La ricerca ha inoltre messo in evidenza la necessità di studiare un modello condiviso per ridurre la molteplicità di modelli di rendicontazione utilizzati: il 47,4% ha infatti utilizzato la metodologia B-Lab, il 21,1% con standard della Global Reporting Initiative (GRI) e il 36,8% con criteri liberi. Il caso specifico di GMC, Società Benefit dal 2017, ha confermato i risultati dell’indagine: primo caso a livello nazionale di Hospice-Società Benefit, costituisce un unicum nel panorama italiano, integrando aspetti di rendicontazione sociale – secondo standard GRI – con misurazione

d’impatto di lungo periodo. GMC, tramite il suo primo Report, ha condiviso le azioni implementate, i risultati raggiunti e gli obiettivi di miglioramento che si intendono perseguire. «Il report di GMC – ha spiegato Alessandro Tuzzi, responsabile delle attività di Beneficio Comune di Gemelli Medical Center e vicedirettore dell’Università Cattolica – rende visibile e chiara la doppia anima dell’impresa: da un lato, un hospice con una mission di natura particolarmente delicata (fornire cure palliative gratuite a malati in progressione di malattia e accompagnare le loro famiglie nel sostegno ai propri cari), dall’altro, un’azienda a tutti gli effetti, che deve dare conto agli stakeholder della propria sostenibilità economica, sociale e ambientale».

L’azienda del futuro? Sarà sempre più circolare

O

ltre quattro imprese su dieci avvertono la necessità di cambiare il proprio modello organizzativo, ma solo il 4% ha adottato un modello circolare e partecipato, che prevede meno gerarchie rigide e una maggiore propensione all’autonomia e alla responsabilizzazione dei dipendenti, e solo il 6% si sta muovendo in questa direzione. Sono alcuni dei risultati dell’HR Trends and Salary Report 2018, realizzato da Randstad Professionals, la divisione specializzata del gruppo Randstad, secondo operatore mondiale nei servizi per le risorse umane, che si occupa della ricerca e selezione di middle, senior e top management, in collaborazione con l’Alta Scuola di psicologia Agostino Gemelli (ASAG) dell’Università Cattolica di Milano, sulla base di interviste – condotte da Praxidia, società specializzata in ricerche di mercato e consulenza nella gestione della customer experience - eseguite tra febbraio e aprile 2018 a 283 professionisti e dirigenti dei dipartimenti HR di aziende italiane di diversi settori. La ricerca ha analizzato le tendenze e gli sviluppi del settore delle Risorse Umane e dei

14

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

processi di selezione in Italia. Il Rapporto evidenzia che in generale l’80% delle imprese italiane deve fare i conti con una carenza di competenze al proprio interno e a questo problema sono legate le principali sfide indicate dai professionisti HR: per il 2018 puntano soprattutto a far crescere le performance e la produttività (indicata dal 57% dei professionisti HR), trattenere i dipendenti più qualificati (55%), attirare i migliori talenti sul mercato per le successive fasi di crescita (54%). Per affrontare queste sfide oltre quattro imprese italiane su dieci (44%) avvertono la necessità di un’evoluzione della propria struttura organizzativa e il 42% guarda con interesse a un modello di organizzazione partecipata e circolare, che comporta la rinuncia a gerarchie rigide in favore di un progressivo ridimensionamento delle differenze di ruolo e una maggiore propensione al confronto orizzontale, all’autonomia e alla responsabilizzazione dei dipendenti. Sono già otto su dieci le realtà che conoscono o sono interessate a utilizzare questo modello in futuro, mentre in quasi un’im-

presa su due sono nati processi partecipativi circolari spontanei e strutturati (il 45%). Ma l’applicazione concreta di una struttura organizzativa circolare e partecipata stenta ancora a diffondersi; la responsabilità diffusa necessita di un management con competenze diverse, in grado di ispirare fiducia e motivare i dipendenti. «La valorizzazione dei processi circolari e partecipati fra i professionisti è un aspetto ancora sottostimato in Italia – afferma Caterina Gozzoli, direttore dell’Alta Scuola in Psicologia A. Gemelli della Cattolica –. Dalla ricerca, infatti, emerge che nella quasi totalità delle aziende mancano tempi e luoghi in cui far circolare informazioni e idee progettuali, ma soprattutto in cui condividere il senso degli oggetti di lavoro. E’ evidente inoltre la carenza e la desiderabilità di un’organizzazione più circolare, i cui manager non abbiano paura dei processi partecipativi, che a loro volta possano portare idee e contributi conoscitivi. Ancora emerge una specifica cultura aziendale che stenta a considerare l’errore parte inevitabile del processo di crescita professionale e organizzativo».


focus ricerca

Innovazione e salute, le scoperte più significative della ricerca medica Il binge drinking può creare dipendenza e abbuffate alcoliche (il binge drinking o il bere tanto tutto in una sera) tipiche di molti giovani (che magari si limitano a bere solo al sabato sera) potrebbero portare allo sviluppo di alcol-dipendenza. Lo dimostra uno studio effettuato presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS – Università Cattolica e pubblicato sulla prestigiosa rivista Scientific Reports del gruppo editoriale di Nature, dal team del professor Giovanni Addolorato, direttore dell’Unità Operativa Semplice di Area (UOSA) Patologie Alcol correlate all’interno dell’Unità operativa Complessa (UOC) di Medicina Interna e Gastroenterologia, e del professor Antonio Gasbarrini, direttore Area Gastroenterologia ed Oncologia Medica. Lo studio osservazionale ha dimostrato che tale comportamento, spesso ritenuto – sottostimandone la reale pericolosità – un “normale passaggio adolescenziale” è un fattore di rischio per lo sviluppo di alcol-dipendenza.

L

Adolescenti e Web, comportamenti a rischio

È

elevata la prevalenza degli adolescenti italiani con comportamenti a rischio di dipendenza da sostanze e non solo: oltre il 22% dei giovani che frequentano le scuole superiori presenta un rapporto disfunzionale con il Web. È il dato che emerge da uno studio effettuato presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS – Università Cattolica del Sacro Cuore e pubblicato sulla prestigiosa rivista Frontiers in Psychiatry. La ricerca è stata condotta da Marco Di Nicola e coordinata da Luigi Janiri della UOC della Fondazione del Policlinico Gemelli e Istituto di Psichiatria e Psicologia dell’Università Cattolica e dimostra anche una relazione tra l’uso problematico di Internet ed un peggiore rendimento scolastico, oltre che alcuni tratti di personalità e caratteristiche psicologiche già associati al rischio di sviluppare disturbi psichici. Avviata in Italia la terapia genica contro l’atrofia muscolare spinale (Sma). Primo centro il Policlinico Gemelli

È

stata avviata in Italia la sperimentazione per la terapia genica contro l’atrofia muscolare spinale (Sma). A partire per prima è stata la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, grazie all’équipe del professor Eugenio Mercuri, direttore della UOC di Neuropsichiatria infantile

della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS seguita da altri 5 centri clinici: il NEMO Sud di Messina, il Gaslini di Genova, l’Istituto Besta e il Policlinico di Milano e il Bambino Gesù di Roma. La terapia, che ha dato risultati molto incoraggianti in un primo test negli Usa su 12 bambini, pubblicati sul New England Journal of Medicine, consiste nell’inserire con un vettore virale la copia corretta del gene nel Dna dei pazienti. La terapia genica va alla radice del problema e sostituisce il gene che non funziona con una copia funzionante. A trasportarlo è un vettore virale, un virus adeno-associato serotipo 9 (AAV9), che negli esseri umani non provoca alcuna malattia. I bambini ricevono una infusione endovenosa del virus che porta il gene a destinazione dove comincia a produrre la proteina mancante. Doppio test per predire la demenza razie a uno studio condotto a Roma presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – Università Cattolica, con il supporto tecnico dell’IRCCS S. Raffaele Pisana, potrebbe presto divenire possibile sapere chi si ammalerà di demenza (anche di Alzheimer) con un doppio test combinato – semplice e low cost – basato su un prelievo di sangue e un elettroencefalogramma (Eeg). Il test sarà rivolto a tutti coloro che presentano un lieve declino cognitivo e che proprio per questo hanno un rischio 20 volte più elevato di ammalarsi di demenza rispetto ai coetanei sani. La ricerca è oggi pubblicata sulla prestigiosa rivista Annals of Neurology ed è stata coordinata da Paolo Maria Rossini, direttore dell’Area di Neuroscienze della Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS, con la collaborazione di Fabrizio Vecchio dell’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma, di Camillo Marra, responsabile della Clinica della Memoria della Fondazione Gemelli, di Francesca Miraglia, bioingegnere presso il Policlinico A. Gemelli, di Danilo Tiziano, della Genetica medica della Fondazione Gemelli e di Patrizio Pasqualetti, responsabile bio-statistico e direttore scientifico dell’Associazione Fatebenefratelli per la ricerca (AFaR).

G

Una molecola contro la colite ulcerosa ramite uno studio internazionale coordinato da esperti della Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS – Università Cattolica e della Case Western Reserve University di Cleveland (Ohio, USA) è stato scoperto che una proteina – IL 33 – ha un ruolo po-

T

tenzialmente chiave nella cura delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI o IBD, dal termine inglese Inflammatory Bowel Diseases), in particolare Malattia di Crohn e Rettocolite Ulcerosa, patologie di origine multifattoriale complessa la cui incidenza è in aumento nei Paesi industrializzati. Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista PNAS dal team coordinato dal professor Antonio Gasbarrini, direttore Area Gastroenterologia ed Oncologia Medica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS – Università Cattolica. Lo studio è stato diretto dal dottor Loris Lopetuso e condotto in collaborazione con il team della professoressa Theresa Pizarro presso il Dipartimento di Patologia della Case Western Reserve University – School of Medicine di Cleveland. La pillola blu per la fibrosi polmonare razie a uno studio internazionale coordinato da esperti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – Università Cattolica si aprono nuove prospettive per la cura della fibrosi polmonare idiopatica (specie dei casi più gravi), una patologia rara la cui diffusione è però destinata a aumentare, complice l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle diagnosi precoci: associare il principio attivo del Viagra, il sildenafil, a uno dei farmaci già in uso contro la malattia migliora l’efficacia delle cure. Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine ed è stato coordinato per l’Italia dal team del professor Luca Richeldi direttore della UOC di Pneumologia della Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS, formato dai dottori Francesco Varone, Daniele Magnini e Giacomo Sgalla.

G

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

15


focus ricerca

Il semaforo per stufe a legna

LABORATORIO

Il nuovo turista del lago di Garda

N

B

ruciare legna per riscaldare la casa è ormai un problema europeo perché incrementa l’inquinamento atmosferico. Nasce da qui il progetto BB-CLEAN, un Interreg Alpine Space, approvato qualche settimana fa per mettere a punto dei sistemi di tipo tecnologico, informatico e normativo per rendere la combustione delle biomasse più sostenibile ai fini del riscaldamento domestico. L’Università Cattolica, con la facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, è capofila di questo progetto con un numeroso partenariato internazionale che comprende, tra gli altri, Atmo (l’agenzia per la qualità dell’aria della Regione francese Auvergne – Rhones Alpes) e l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Valle d’Aosta. «La legna è sì carbon neutral – spiega Giacomo Gerosa, coordinatore scientifico del progetto – dato che le emissioni di carbonio dovute alla combustione della legna sono bilanciate esattamente dal carbonio rimosso dall’atmosfera dalle piante in vita con la fotosintesi, ma le combustioni di biomasse immettono in atmosfera tantissimo Pm (particulate matter), da 150 a 3.800 volte quelle di una caldaietta a metano a secon-

16

da del tipo di stufa impiegata. L’inquinamento si fa più intenso nelle zone alpine poiché l’orografia della Alpi e il freddo favoriscono il ristagno a fondo valle e l’aria diventa più inquinata. Bisogna quindi rendere consapevoli abitanti e turisti di ciò che respirano. I francesi, per esempio, proporranno dei rilevatori individuali per mostrare ai cittadini cosa stanno respirando nei fondovalle. È necessario rendere consapevoli gli abitanti del problema per cercare di ridurre le emissioni». In particolare i ricercatori della sede di Brescia – insieme a Giacomo Gerosa Angelo Finco, Riccardo Marzuoli, Maria Chiesa - studieranno dei sistemi modellistici che indicheranno quando bruciare la legna in funzione delle previsioni meteorologiche. Attraverso una App, che funzionerà come un semaforo stradale, suggeriranno agli abitanti se bruciare di più o di meno. «Le condizioni migliori sono quelle di giorno, dalle ore 10 alle 16, quando c’è un maggior rimescolamento dell’aria e l’emissione di Pm è dissipata. Per quanto riguarda la notte, invece, bisognerà trovare dei sistemi di accumulo di calore e migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni» spiega Gerosa. Gli austriaci proporranno

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

delle soluzioni più tecnologiche, come mettere dei filtri alle stufe, altri elaboreranno proposte normative da far adottare alle regioni dell’arco alpino. La Regione Lombardia, per esempio, già vieta di bruciare legna al di sotto dei 300 metri di altitudine tutto l’anno. Un divieto che non viene rispettato perché nessuno controlla o sanziona. L’Università Cattolica nel progetto BB-Clean avrà il ruolo di coordinare le attività dei diversi partner e di far rispettare le scadenze fissate nel bando, «avrà inoltre – specifica Angelo Finco – anche un ruolo più strettamente operativo che vedrà il gruppo dei nostri ricercatori impegnati sul campo ad effettuare misure di particolato in ambiente montano e alpino». Questi dati serviranno per validare modelli esistenti e prevedere quali saranno le concentrazioni di polveri da suggerire con la App in modo da indirizzare gli abitanti su quali saranno i momenti più opportuni per bruciare legna e accumulare calore e di conseguenza ridurre l’impatto delle biomasse sulla qualità dell’aria. Tutti i partner di BB-CLEAN si sono ritrovati a Brescia, lo scorso giugno, per il kick off meeting che ha dato avvio al progetto europeo.

egli ultimi decenni lo sviluppo turistico è stato l’elemento chiave dei percorsi di crescita dell’area del lago di Garda. In un contesto di forte competizione internazionale, i territori turistici di successo sono quelli in grado di configurarsi come “sistemi” e di perseguire, in maniera simultanea, gli obiettivi di una crescita economica sostenibile, di tutela degli equilibri ecologici e di valorizzazione delle risorse culturali. A tali caratteristiche si aggiunge la capacità dei territori turistici di mettersi in ascolto dei propri visitatori per comprendere i cambiamenti della domanda turistica. Su quest’ultimo aspetto si è soffermata la recente ricerca realizzata da Valerio Corradi per il Laboratorio di Ricerca e Intervento Sociale (LaRIS) dell’Università Cattolica di Brescia, sostenuta dall’Unione dei Comuni della Valtenesi e della Provincia di Brescia e presentata nel corso del seminario Turismo globale e contesti locali patrocinato da Comunità del Garda e Consorzio Lago di Garda-Lombardia. Assumendo come riferimento alcune località della Valtenesi (Manerba, Moniga, Padenghe, Soiano), la rilevazione ha indagato (tramite un campione di 800 turisti) le trasformazioni del turismo gardesano. L’indagine evidenzia che il turista di oggi è informato e riflessivo e concepisce la vacanza in maniera aperta, ricercando opportunità di conoscere il territorio mediante la frequentazione di eventi, le visite ai luoghi simbolo, i contatti con la natura e la sperimentazione di prodotti tipici. Gli spunti offerti dalla ricerca potranno essere ripresi per la pianificazione di efficaci interventi che sappiano esaltare le potenzialità turistiche delle località gardesane in risposta ai reali bisogni dei visitatori. In questo una funzione chiave sarà svolta dall’ulteriore potenziamento delle politiche locali sul turismo chiamate a fare sintesi tra le esigenze del territorio, le preferenze dei turisti nonché a coordinarsi con le politiche dei livelli superiori in modo da portare il sistema turistico gardesano sempre più sulla strada della sostenibilità come indicato dalla nuova strategia ONU per lo Sviluppo sostenibile Agenda 2030.


focus ricerca

La scienza contro il falso “made in Italy”

C

ontro il falso Grana Padano arrivano gli 007 del made in Italy. Un pool di ricercatori della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica di Piacenza, guidato dal preside della Facoltà Marco Trevisan (nella foto), ha messo a punto un sistema in grado di rilevare le “impronte digitali” di alcuni tra i prodotti agroalimentari più imitati al mondo e smascherare i prodotti contraffatti. Si tratta di una tecnica emergente, nota come analisi metabolomica che permette di valutare in modo più ampio, rispetto alle analisi condotte sui singoli composti, le possibili differenze nel profilo di composti chimici (come acidi grassi, amminoacidi, metaboliti secondari), presumibilmente dettate dalle procedure insite nel disciplinare di produzione. «Lo scopo di questo lavoro preliminare – spiega il preside Trevisan – è stato quello di discriminare in base all’impronta chimica prodotti Grana Padano Dop (acronimo di Denominazione d’origine protetta) di sicura provenienza e certificazione da formaggi spacciati come tali nel mercato italiano e straniero». Il presupposto di partenza è infatti che l’intero ciclo produttivo dei prodotti Dop, definito dal rigido disciplinare di produzione sia in grado di guidare i processi biochimici in particolare durante la stagionatura, fase fondamentale della produzione, in cui il prodotto acqui-

sisce le sue caratteristiche organolettiche distintive. «Uno studio mirato sul Grana Padano che avvierà ulteriori studi di autenticità delle produzioni lattiero-casearie per rilevare la tracciabilità e veridicità delle produzioni DOP, su cui è in prima linea l’Emilia Romagna» come hanno fatto presente il professor Francesco Masoero della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali e parte dello staff di ricercatori composto da Luigi Lucini, Antonio Gallo, Gianluca Giuberti e dal dottorando Andrea Rocchetti. Si tratta di una tecnica analitica con un potenziale che potrebbe essere sfruttato per proteggere il consumatore, evidenziando la differente qualità dei prodotti nostrani certificati rispetto alle imitazioni estere, sempre più diffuse sul mercato agro-alimentare. «La tracciabilità oggi è certificata solo su carta e il rischio manomissione è alto – sottolinea il preside Trevisan – il Grana Padano Dop è il prodotto più consumato al mondo, quasi 2 milioni di forme esportate nel 2017, e vanta numerosi tentativi di imitazione e la guerra al falso è spesso impervia». «L’impronta digitale chimica del vero Grana padano Dop – conclude Trevisan – permette addirittura di risalire ai foraggi utilizzati e alla provenienza degli animali. Abbiamo identificato tra le 800 e le 1000 molecole utili per riconoscere il vero Dop.

È una tecnica che può essere utilizzata su qualunque prodotto di origine vegetale o proveniente da animali che si nutrono di vegetali». La facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali della Cattolica, sta già lavorando sull’olio, la nocciola e lo zafferano, e il prossimo progetto riguarderà il parmigiano reggiano. I risultati di una tecnica simile servono a tutelare non solo i consumatori, ma anche i produttori italiani contro i concorrenti sleali che portano sul mercato prodotti contraffatti, dalla qualità scadente, non certificato, e proveniente prevalentemente da Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Estonia e Lettonia. Il giro d’affari mondiale dei falsi alimentari “made in italy” ha raggiunto ultimamente i 100 miliardi di euro.

Se le api sono anche sentinelle antismog

L

e api sono usate in tutto il mondo come indicatori dello stato di salute di un ecosistema. Durante l’attività di bottinamento che si estende per diverse centinaia di metri attorno all’alveare, le operaie, insieme a polline e nettare, raccolgono anche le polveri atmosferiche, le temute polveri ultrasottili che possono essere analizzate in modo da identificare le loro fonti di emissione. Da qui ha preso avvio uno studio della facoltà di Scienze Agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica, verificato nell’area di un cementificio della provincia di Piacenza, che rivela l’ape come una sentinella anti-particolato. L’indagine è stata portata avanti da Ilaria Negri, entomologa ricercatrice del Dipartimento di produzioni vegetali sostenibili dell’Ateneo piacentino, in collaborazione con la società Koinè. Sono state analizzate le polveri che contaminavano api bottinatrici campionate nei pressi del cementificio e a diversi Km lontano caratterizzandole per morfologia, dimensioni e composizione chimica utilizzando un microscopio elettronico a scansione dotato di sonda a raggi X. Tra le polveri raccolte dalle api sono

stati individuati marker specifici attribuibili sia alle attività del cementificio, quali polveri di cemento e suoi ingredienti, polveri derivanti dalla combustione del carbone, ecc., sia al traffico veicolare, quali, polveri dovute all’usura delle pastiglie dei freni. «L’ape – spiega la ricercatrice – è un impollinatore per eccellenza, ma ha anche un’altra caratteristica, quella di essere sentinella degli inquinanti ambientali, un bio-indicatore usato da più di 40 anni. Esistono in effetti già numerosi studi sulla contaminazione ambientale del miele come bio-accumulatore di metalli pesanti, noi però siamo gli unici al mondo nell’utilizzare l’ape come campionatore delle Pm, del particolato e le polveri ultrafini, le più tossiche perché purtroppo entrano nel circolo sanguigno». Secondo lo studio l’ape, durante il suo volo, incontra il particolato atmosferico che aderisce per forza elettrostatica al suo corpo e si concentra in particolari zone, come ali e capo e può essere osservato con un microscopio elettronico. Grazie a particolari strumenti si rileva il particolato e si analizza la composizione chimica fino a capire se ci sono metalli pesanti, se le polveri arrivano dalla naturale erosione di suoli

e rocce o se sono di derivazione antropogenica, da industria, da traffico. «Sulle api abbiamo trovato sia cemento, sia ingredienti con cui si fa il cemento – continua Ilaria Negri – nonché molto particolato da traffico pesante, pure ultrafine, dall’usura dei freni. Dopo aver campionato l’area attorno al cementificio, le api portavano sul corpo segni inequivocabili di attività industriale» L’Università Cattolica sta pensando di creare una rete di monitoraggio locale, e con un microscopio elettronico studiare la composizione delle particelle raccolte, cercando di sfruttare la grande potenzialità di questi insetti che si campionano gratuitamente, autosostenendosi, ovviamente supportati dal lavoro importante e attento del team di ricerca.

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

17


centenario

100 anni di Vita e Pensiero Immagini da un secolo di libri a cura di Velania La Mendola Nel maggio del 1918 viene pubblicato il primo libro Vita e Pensiero, Carlo Marx di Francesco Olgiati, che inaugura la collana “Biblioteca di coltura religiosa” nella quale, scrive Gemelli: «vogliamo segnare il frutto dei nostri studi religiosi. Certo è un’audacia e forse una pretesa la nostra. C’è un poco della inconsapevolezza dei giovani. Ma sentiamo tanto desiderio della buona battaglia, sentiamo tanto il bisogno di arrivare agli altri giovani, abbiamo tanta fiducia nell’aiuto di Dio, che osiamo».

Nel 1927 la «Rivista internazionale di scienze sociali», fondata da Giuseppe Toniolo, passa sotto i torchi di VeP e nel 1928 comincia a ospitare gli articoli di G. Jaspar, sotto il cui pseudonimo si cela Alcide De Gasperi. Esule antifascista a Castel Gandolfo, nel 1931 pubblica, sotto lo pseudonimo di Mario Zanatta, il libro I tempi e gli uomini che prepararono la “Rerum novarum”, summa della sua formazione politico-economica, poi ripubblicato con il suo vero nome.

Nella foto i tre soci fondatori della casa editrice: da sinistra, Ludovico Necchi, padre Agostino Gemelli e mons. Francesco Olgiati.

Nel 1934 Fanfani pubblica Cattolicesimo e protestantesimo nella formazione storica del capitalismo, un libro che ha avuto un lettore particolarmente importante, come racconta l’autore: «Nel ’42, quando era tornato, ferito, dalla guerra, Kennedy aveva molto meditato sulla piega da dare alla sua vita; gli era capitato di leggere il mio libro su religione e capitalismo, quello che don Sturzo aveva fatto pubblicare a Londra nel ’35, e in seguito a quella lettura aveva deciso di dedicarsi alla politica». Epico è il racconto della convention democratica del 1956 a Chicago, quando Kennedy chiama con il megafono Fanfani indicandolo alla platea; un’intesa che rimarrà negli incontri successivi, come quello del gennaio 1963, nella foto (JFK Library).

Tra i best seller dell’editrice un caso particolarmente noto è Segno di contraddizione di Karol Wojtyła del 1977 che raccoglie gli esercizi spirituali dell’allora arcivescovo di Cracovia alla curia romana nella Quaresima del 1976, alla presenza di papa Paolo VI. All’indomani dell’elezione di papa Giovanni Paolo II il libro ha un successo formidabile passando dalle 3000 copie preventivate nel contratto di edizione a 45mila copie vendute. Un caso che diventa internazionale essendo l’unico libro del Papa presente alla Fiera di Francoforte di quell’anno.

* Le immagini e i testi qui riportati sono estratti da Vita e Pensiero: cento anni di editoria. Catalogo storico 1918-2017, a cura di Mirella Ferrari, Roberto Cicala e Paola Sverzellati, inserto iconografico a cura di Velania La Mendola, Vita e Pensiero, Milano 2018. 18

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018


centenario L’atto di nascita dell’editrice è firmato anche da Armida Barelli, ‘cassiera’ – come si definiva lei stessa – della neonata società, fondatrice della Gioventù Femminile Cattolica Italiana l’anno prima e animatrice di molte iniziative culturali pensate per le donne.

Nel 1943 cadono le bombe sull’Università Cattolica che subisce ingenti danni, tra cui la perdita dell’archivio dell’editrice. Ma la produzione di libri non cessa, anzi nasce la “Collana di testi francescani” diretta da Gemelli. Lo scopo è valorizzare la modernità della spiritualità francescana capace di offrire «una speciale, diretta risposta [all’]inquietudine interiore, la crisi della libertà, la tendenza all’azione, l’inseguimento della felicità». Sempre nel 1943 esce il volumetto di Ezio Franceschini Un uomo. Carlo Mengarelli, dedicato a un brillante laureato dell’Ateneo, destinato alla carriera accademica, morto al fronte.

Nel 1993 il cardinale Carlo Maria Martini pubblica Israele, radice santa, una fortunata raccolta di suoi interventi sull’ebraismo, tradotta anche in polacco, che esce nella collana “Paralleli”. In una lettera il cardinale ringrazia l’Editrice confidando che «questo comune impegno possa diffondere una coscienza più ricca e più profonda della nostra fede».

La prima sede dell’editrice è in corso Venezia 15 a Milano, presso Palazzo Labus nella casa della Barelli. È il luogo in cui i fondatori progettano l’acquisto di una prima sede, quella in via Sant’Agnese 2, che diverrà nel 1921 l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel 1929 la redazione si sposta in piazza Sant’Ambrogio 9, oggi largo Gemelli 1, qui in una foto del 1930.

Dopo l’8 settembre Franceschini diventa partigiano e Lazzati viene deportato, un’esperienza che sfocia nel libro Il fondamento di ogni ricostruzione (1947) che inizia così: «Ho scritto queste pagine nelle baracche fredde umide e scure dei campi di concentramento germanici, quando sui campi di battaglia si combatteva e si moriva, sulle città si rovesciava dal cielo pioggia di ferro e di fuoco a seminare vittime fra innocenti inconsapevoli e deboli…». Tra i libri più noti pubblicati in quel periodo di sofferenze e grandi mutamenti anche L’economia a servizio dell’uomo di Francesco Vito (1945).

Il nuovo millennio si apre con la nascita di “Transizioni”, collana che approfondisce temi legati ai cambiamenti in atto nella società, dal multiculturalismo alla bioetica, dall’ecologia alla scuola, e accoglie riflessioni su famiglia e fede. La serie accoglie anche autori come Bauman, Scruton, Benasayag, Gauchet, Ternynck e, tra gli ultimi, Byung-Chul Han ed Esquirol. Del 2010 è la collana “Grani di senape” su temi spirituali attuali e complessi, come testimonia il primo volume del teologo PierAngelo Sequeri dedicato a Charles de Foucauld. Best seller della collana è Biografia del silenzio dello spagnolo Pablo d’Ors con più di 15 mila copie vendute. Ultime collane nate “Punti” e “Le nuove bussole”, la storia continua... presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

19


libri

Il lettore nella società digitale di Erica Crespi

I

n un mondo che scrive sempre di più e legge sempre di meno, di fronte alla sostituzione dell’immagine alla scrittura, abbiamo deciso di non ricordare solo i fasti della casa editrice ma di chiederci qual è il lettore che si sta costruendo»: con queste parole il rettore Franco Anelli ha aperto la giornata internazionale di studio Il lettore nella società digitale in onore dei cento anni dell’editrice Vita e Pensiero. «C’è da essere grati alla passione e all’entusiasmo degli inizi» ha detto poi l’editore Aurelio Mottola «perché quel principio ha dato forma e vitalità ad una storia che ci ha portato fin qui», nel mezzo di una veloce transizione dalla cultura del libro a quella dello schermo digitale, un passaggio che sta trasformando il cervello del lettore e, con esso, tutta la nostra cultura. Un crocevia antropologico che ha dato vita alla rassegna Viva il lettore. L’appuntamento inaugurale di lunedì 8 ottobre nell’Aula Magna dell’Università Cattolica è proseguito con l’intervento di Maryanne Wolf (nella foto in alto a destra), una delle più importanti neuroscienziate cognitiviste contemporanee, il cui ultimo saggio Lettore, vieni a casa (Vita e Pensiero, 2018) ha ispirato tutto il ciclo. «I giovani cervelli che leggono stanno cambiando senza provocare un brivido di preoccupazione nella maggioranza delle persone» avverte la neuroscienziata, eppure questi mutamenti hanno «un profondo impatto sulla società e sulla politica, perché l’atto della lettura, anche se sembra privatissimo, è lo spazio in cui si forma e si alimenta lo spirito critico del cittadino». Sotto minaccia i processi cognitivi che

richiedono più tempo: «gli stimoli immediati del digitale stanno modificando i tempi naturali della lettura, il ritmo lento che essi esigono» sostiene il secondo relatore della giornata, il noto filosofo e psicanalista argentino Miguel Benasayag: «Ma attenzione, gli orrori nascono anche dagli eruditi, non basta il mondo dei libri a difendersi dalle barbarie, è la società tutta, la politica che deve essere attiva». Il pomeriggio spazio a Pablo d’Ors, autore del bestseller Biografia del silenzio (Vita e Pensiero, 2014) e del più recente romanzo Entusiasmo (Vita e Pensiero, 2018), membro del Pontificio Consiglio della Cultura. Partendo dalla personale esperienza di meditazione nel deserto del Sahara, sul monte Athos, a Santiago de Compostela, il sacerdote e scrittore spagnolo ha raccontato il suo rapporto intimo con la quiete silenziosa. «Il silenzio» secondo Pablo d’Ors «è condizione necessaria perché la parola si manifesti», e questo vale sia per la scrittura che per la lettura: «un atto di contemplazione che, in un’epoca di flusso continuo, richiede tempo e volontà per essere alimentata. Un atto di resistenza in uno scenario di distrazione». Bellissimo e commovente omaggio alla lettura quello di Christian La Rosa, l’attore rivelazione della scorsa stagione teatrale milanese, che ha fatto rivivere la voce poetica e sempre attuale di sant’Agostino, leggendo alcuni brani dalle Confessioni, tra cui il noto «Tolle et lege».

L’intervento finale del filologo e docente al Collège de France Carlo Ossola ha posto l’accento sulla complicità profonda, sulla sublime amicizia tra lettore, testo e autore che si realizza nella lettura. Da Dante fino a quel “miracolo fecondo di una comunicazione in seno alla solitudine” di cui parla Proust, un dialogo è possibile solo se il lettore si dimostra capace di cercare con lui la verità senza presupporre di averla già in tasca. La giornata si è conclusa con il concerto dell’Orchestra Sinfonica Esagramma. Un’orchestra fuori dal comune quella diretta da Licia Sbattella, autrice di La mente orchestra (Vita e Pensiero), perché composta da ragazzi con sindrome autistica, difficoltà di comunicazione e relazionale che insieme a musicisti professionisti riescono a creare la magia della musica, un momento speciale, un inno alla gioia come le note Beethoveen suggerivano.

Viva il lettore, la rassegna per il centenario

L

a rassegna culturale per i 100 anni di Vita e Pensiero continua anche a novembre. Ecco alcuni degli appuntamenti da non perdere. Per il ciclo di incontri Dialoghi sul lettore martedì 6 novembre alle 18.00 sarà ospite d’onore alla Fondazione Corriere della Sera Gabrio Forti, docente di Diritto penale dell’Università Cattolica, che, in dialogo con Matteo Lancini della Fondazione Minotauro, tratterà della sfida cruciale dell’educazione per il futuro della lettura e quindi del pensiero e dell’immaginazione 20

creativa. Il lettore maturo è ancora l’obiettivo di formazione che vogliamo per i nostri figli? Questa la domanda al centro del dibattito che sarà guidato da Pierluigi Vercesi del Corriere della Sera. L’ultima data del ciclo della Sapienza dell’umano organizzato in collaborazione con l’Arcidiocesi di Milano è mercoledì 7 novembre alle 21.00 alla Basilica di Sant’Eustorgio a Milano: Giuliano Zanchi della Fondazione Bernareggi di Bergamo farà il punto sul tempo presente della cultura cattolica. È possibile riaprire i passaggi e ritrovare nella

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

tradizione quella forza vitale capace di riaccendere la speranza e la passione del futuro? Questa e altre domande saranno poste da don Sergio Massironi e Chiara Giaccardi, direttrice della rivista Comunicazioni Sociali. Gli eventi del centenario termineranno nella cornice di Bookcity Milano con I giusti continuano a leggere. Un grande ciclo di reading, ispirato dai versi della splendida poesia di Borges, della durata di quattro giorni, dal 14 al 18 novembre. 100 brani (25 al giorno) selezionati da Alessandro Zaccuri, Giuseppe Lupo, Roberto

Righetto e Silvano Petrosino tratti da grandi capolavori della letteratura, filosofia e spiritualità, verranno letti da 100 lettori chiamati a raccolta tra gli studenti. Domenica 18 novembre l’ultimo reading al Teatro Franco Parenti, cui parteciperà anche il noto attore Lino Guanciale, chiuderà i festeggiamenti del centenario. In un ultimo appassionato seminario rivolto ai giovani lettori, Alberto Manguel allievo e lettore di Borges, racconterà il suo punto di vista sui libri e la vita (e.c.). Info su www.vivaillettore.it


libri Pablo d’Ors

Entusiasmo Vita e Pensiero, Miano 2018 pp. 416, euro 19,00 (Varia. Narrativa)

U

n ragazzo che diventa uomo, un percorso di formazione che prende la spensieratezza e l’incertezza di un diciannovenne e le immerge in una chiamata prepotente alla vita, e alla vita religiosa. Gli ideali sinceri e confusi di Pedro Pablo Ros, alter ego romanzesco dell’autore, Pablo d’Ors, si confrontano con la pressante chiamata di Dio, una verità cui gli è impossibile non aderire con tutto l’entusiasmo dei suoi anni. Dal soggiorno di studio in un’America dalla natura mozzafiato, alla scelta di entrare in un seminario che prepara sacerdoti d’assalto contro l’ingiustizia sociale, all’impatto tremendo da missionario in Honduras con l’abbandono dei più poveri del mondo, assistiamo al cammino del giovane Pedro Pablo verso la vita stessa. Il bilancio autobiografico dal protagonista alla soglia dei cinquant’anni, rivela un percorso di vita intenso nel quale stringe amicizie e subisce vessazioni, si innamora perdutamente e raccoglie cocenti sconfitte, fa incontri esotici e buffi e riceve lezioni indimenticabili. Un romanzo che apre alla “letteratura della luce” ricercata da d’Ors.

Northrop Frye

Il grande codice. Bibbia e letteratura prefazione di Piero Boitani, Vita e Pensiero, Milano 2018 pp. 328, euro 25,00 (Cultura e storia)

I

l grande codice del canadese Northrop Frye ha conosciuto, fin dalla sua pubblicazione nel 1982, una straordinaria fortuna editoriale, diventando un’imprescindibile opera di riferimento per chi si interessi al rapporto tra Bibbia e letteratura. La Bibbia è infatti una sorta di opera-mondo, antica e comune a tutto l’Occidente, che contiene tutte le forme e i modi della letteratura. Grazie a una vastissima conoscenza del testo e al dispiegamento di una raffinata strumentazione teorica, Frye offre di questo smisurato libro una fondamentale ‘anatomia critica’, attraverso l’elaborazione e l’applicazione di categorie interpretative quali il linguaggio, il mito, la metafora e la tipologia. Il grande codice mostra però come la Bibbia, pur profondamente radicata in tutte le risorse del linguaggio della nostra cultura, le ecceda. Essa infatti non è solo mito o narrazione storica o poesia, è più di un’opera letteraria, è una ‘rivelazione’ in forma di annuncio coinvolgente sul significato della storia e della condizione umana. In questa originalità sta il segreto della sua inesauribile forza generativa culturale. Invitato a identificarsi con il Libro dei libri, il lettore farà l’esperienza di Frye stesso, quella di un viaggio «dove ogni passo è accompagnato da sconfinate visioni di territori sconosciuti». Marco Salvioli

La Chiesa generatrice di legami. Una risposta ecclesiologica ai limiti dell’individualismo liberale in dialogo con Stanley Hauerwas, John Milbank e William T. Cavanaugh Vita e Pensiero, Milano 2018 pp. 608, euro 38,00 (Teologia e Saperi)

L

a ricorrenza del termine educazione in riflessioni, progetti e pratiche mostra la sua centralità nell’intersecare le esigenze più profonde del nostro tempo. Innumerevoli difficoltà delle persone richiedono di interpretare condizioni di crisi, emergenza, fragilità, così come di prestare attenzione a dimensioni come cura, legame, affettività, libertà, bellezza, cittadinanza. Cercando di andare al di là di atteggiamenti improntati al lanciare grida d’allarme intorno a disagi e mancanze, occorre piuttosto sottolineare la valenza trasformatrice dell’educazione, per non disperdere ciò di cui è portatrice ogni persona. Gli studi raccolti nel volume La sfida dell’educazione dedicato al prof. Giuseppe Vico nella ricorrenza dei suoi 80 anni e curato da Giuseppe Mari e Marisa Musaio, esplorano la questione educativa da punti di vista diversi, ma tutti convergenti sul riconoscimento della dignità dell’essere umano e della sua libertà.

Il futuro della fede

a cura di Paola Bignardi, Rita Bichi

vitaepensiero.it

Vita e Pensiero tra memoria e futuro

gni volume è una battaglia, ogni titolo di un libro un programma, ogni O nome d’autore un fratello, ogni collezione

un orizzonte che si schiude e che invita a procedere innanzi impavidamente»: questa le parole di Francesco Olgiati che campeggiano sulla copertina del catalogo storico di Vita e Pensiero 1918-2017 a cura di Roberto Cicala, Mirella Ferrari e Paola Sverzellati. Cento anni di editoria, dal primo libro Carlo Marx firmato appunto da monsignor Olgiati, fondatore dell’editrice insieme ad Agostino Gemelli, Ludovico Necchi e Armida Barelli, a oggi. Più di mille pagine per una “battaglia” culturale di cui danno conto alcuni numeri: più di 6.000 titoli, 331 collane, 41 periodici. Titoli e progetti raccontati anche dalle carte dell’Archivio della casa editrice, riordinato in occasione dei festeggiamenti del centenario e oggi accessibile agli studiosi. La valorizzazione del patrimonio di idee dialoga anche con il web, sono stati infatti digitalizzati tutti gli articoli della rivista “Vita e Pensiero”, da cui l’editrice mutua il nome, dalla fondazione nel 1914 ad oggi. Mounier, Sturzo, Gemelli, Lévinas, del Noce, Bontadini, Maritain, Claudel, Brague, Bauman, Mauriac, Von Balthasar, Olmi, Merini, Papini, Luzi, Erba, Bocca, Meda, Fanfani, Ruffilli, Moro sono solo alcune delle firme dei 12mila articoli fruibili online e ricercabili per parola chiave e autore. Una ricchezza culturale messa a disposizione della ricerca grazie all’innovazione tecnologica e alla collaborazione fruttuosa con la Biblioteca d’Ateneo che insieme ai suoi professionisti ha coinvolto nel progetto dei ragazzi affetti da sindrome di Asperger della Cooperativa Unica Mente, «un’occasione di inserimento lavorativo e socialità» come ha riportato il Corriere della Sera. L’operazione di digitalizzazione sta ancora proseguendo con l’obiettivo di rendere fruibile entro due anni tutto l’archivio delle riviste, dalla più antica Filosofia Neo-Scolastica, a Jus, Aevum, Aegyptus, Bollettino per l’Archivio della storia del Movimento Sociale Cattolico in Italia, Comunicazioni sociali, Studi di Sociologia, ecc. presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

21


ateneo

MEETmeTONIGHT, la ricerca in mostra

C

entosedici città coinvolte in tutta Italia per svelare al grande pubblico le meraviglie della scienza. MEETmeTONIGHT, la Notte dei Ricercatori, l’iniziativa promossa dalla Commissione Europea fin dal 2005, che coinvolge ogni anno migliaia di ricercatori e istituzioni di ricerca in tutti i Paesi europei, si caratterizza per essere un dialogo aperto tra ricercatori e cittadini che passa attraverso laboratori, dimostrazioni pratiche, momenti di svago culturale. L’edizione 2018 di MEETmeTONIGHT a Milano si è svolta, come di consueto, ai Giardini Indro Montanelli il 28 e 29 settembre scorso. L’inaugurazione ufficiale è stata data dal taglio del nastro da parte dei rettori degli atenei milanesi coinvolti: Franco Anelli, Università Cattolica, Ferruccio Resta, Politecnico, Gianmario Verona, Bocconi, Gian-

luca Vago, Statale, Cristina Messa, Bicocca insieme con Massimo Gaudina della Commissione Europea e Laura Galimberti, assessore all’Educazione e Istruzione del Comune di Milano. Negli stand della Cattolica le attività mattutine si sono aperte con la Social e digital education a cura del centro di ricerca CREMIT, una articolata proposta educativa rivolta alle scuole per imparare a gestire i media digitali. Salute e benessere: le strategie motorie. Come valutare le condizioni fisico-motorie è stato invece il tema al centro del pomeriggio dove, attraverso uno screening, il pubblico ha potuto misurare il rapporto tra peso e altezza, la flessibilità, la forza di contrazione dei muscoli della prensione e il fitness cardiorespiratorio. Uno spazio a parte, nella giornata di sabato, ha occupato la moda sostenibile. Laboratori creativi per un consumo consapevole è stato il tema delle attività del laboratorio artistico di Anna Paola Cibin Acqua per respirare e quello dell’“L’Antina” di Vigevano intitolato Fashion remake. Attacca bottone con una cravatta. Nel pomeriggio è stata la volta invece di Hello psychology, un vero e proprio tour di differenti esperienze interattive: dalla Psicologia dello sport alle Neuroscienze, dalla Psicologia generale e che usa la realtà virtuale alla Psicologia del traffico. A concludere l’evento, come ormai da tradizione, le attività del laboratorio Teatro antico

in scena, che hanno permesso al pubblico di scoprire le fasi di ricerca e creazione artistica relative alla produzione e alla messinscena di uno spettacolo, corredate da momenti performativi dove attori in costume e maschera hanno interpretato stralci di drammi antichi, interagendo direttamente con i visitatori.

La facoltà di Scienze agrarie al festival di Focus

L

a facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali dell’Università Cattolica ha partecipato all’evento MEETmeTONIGHT, la Notte dei Ricercatori con diverse iniziative e facendo tappa a Milano e a Cremona. A Milano il filo conduttore è stato il tema Natura, alimentazione e tecnologia: i segreti delle api, le suggestioni del cibo molecolare e l’innovazione in agricoltura hanno saputo affascinare e coinvolgere soprattutto i più piccoli, che hanno potuto ritirare il kit con gli ingredienti per ricreare a casa propria il caviale di succo di frutta molecolare. Vera guest star dell’evento è stato il prototipo di robot intelligente per la potatura della vite, la straordinaria innovazione realizzata in collaborazione con IIT –Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, capace di “apprendere” il saper fare dei viticoltori traducendolo in un’azione di potatura selezionata e raffinata. A Cremona invece il contributo dell’Università Cattolica si è espresso al museo di Storia naturale attraverso il laboratorio interattivo per i più piccoli: I motori invisibili. Come i batteri producono cibo ed 22

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

energia, realizzato dalla facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali in collaborazione con il polo di Cremona del Politecnico, e il seminario intitolato Il DNA detective tra computer e biologia molecolare finalizzato a fornire ai docenti, di area scientifica delle scuole superiori, alcune suggestioni per la programmazione di un percorso didattico rivolto alla conoscenza del DNA. La fusione tra scienza e arte è stata inoltre ben espressa nella mostra fotografica L’estetica dell’invisibile, dedicata alle più belle immagini scattate al microscopio elettronico nell’ambito delle ricerche scientifiche svolte presso la facoltà di Scienze agrarie, alimentari ed ambientali della Cattolica.


ateneo

Brescia, la scienza scende in piazza

C’

era anche la Cattolica di Brescia tra le Istituzioni che, venerdì 28 settembre in centosedici città italiane, hanno aperto le porte dei loro laboratori in occasione di MEETmeTONIGHT la Notte dei Ricercatori promossa dalla Commissione Europea fin dal 2005. L’obiettivo? Lo ha ben espresso il preside della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Maurizio Paolini: «Generare occasioni di incontro tra ricercatori e cittadini per diffondere la cultura scientifica attraverso una vetrina in grado di raccontare in modo ludico, coinvolgente e interattivo i campi in cui lavorano le Università». Dalle 9 del mattino fino a sera, nella sede di via Musei e nei chiostri di Santa Giulia: ai visitatori è stato offerto un percorso tematico suddiviso in quattro aree di ricerca, capace di snodarsi fra tecnologia, arte, fisica applicata, salute e ambiente, psicologica, e comunicazione… campi di ricerca diversi, uniti sotto il comune denominatore dell’innovazione più aggiornata, di cui sono state mostrate le applicazioni nel contesto di tutti i giorni. Del resto oggi il mondo della ricerca è un crossover tra discipline diverse. Ne è stato

un esempio il laboratorio dedicato alla tecniche spettroscopiche di norma impiegate per analizzare la composizione di materiali particolari, che oggi trovano una sempre maggiore applicazione nel contesto della verifica dell’autenticità o di successivi rifacimenti dei dipinti e delle opere d’arte. Il tutto senza la necessità di effettuare prelievi diretti o utilizzare tecniche invasive, come ha raccontato ai visitatori il fisico Gianluca Poldi, che da oltre 20 anni si occupa di diagnostica: «Infrarossi, raggi UV, raggi X… La ricerca si fa nelle università per poi essere applicata nei musei, il caso di Brescia è emblematico per l’avanguardia dei suoi strumenti per sperimentare». Discipline scientifiche ed artistiche sono alla base anche della ricerca scultorea dell’artista olandese Rinus Roelofs, le cui sculture a grandezza monumentale – composte da elementi modulari il cui rapporto è basato su teoremi matematici – sono state esposte e illustrate per tutta la giornata. In esposizione anche i modellini in scala delle opere, ottenuti grazie alle più innovative tecnologie di stampa 3D. In un’epoca in cui i grandi cambiamenti

digitali hanno investito (forse più di altri) il mondo dell’informazione, fare ricerca significa anche individuare un modo per attestare la veridicità delle notizie che ogni giorno vengono diffuse sui media e sulle piattaforme digitali, e i social network. Nasce proprio in quest’ottica AskPinocchio – applicazione basata su algoritmi informatici e sviluppata da un team italiano di ricercatori – che permette di scovare le fake news «con un grado di attendibilità di più del 90%» come ha specificato Marco Della Vedova, docente di Informatica alla Cattolica di Brescia e membro del team che ha prodotto la ricerca. Per tutto il pomeriggio, in Santa Giulia, si sono svolte le visite guidate in lingua inglese, tedesca, francese, russa e cinese, organizzate dalla facoltà di Scienze Linguistiche e letterature straniere; mentre la facoltà di Psicologia ha proposto un viaggio nel mondo dei neuroni, delle loro interazioni, dei processi cognitivi alla base delle nostre emozioni e decisioni, mostrando come reagisce il cervello di fronte alla bellezza. L’area Arte, Comunicazione e Spettacolo ha invece proposto Brand Yourself, in cui sono stati illustrati gli strumenti per orientarsi e costruire la propria web reputation, anche attraverso simulazioni e presentazioni di case-history. Grande successo, infine, anche per la Caccia al Tesoro pensata per coinvolgere i ragazzi delle scuole medie e superiori, che si sono così sfidati nella risoluzione di rebus e rompicapi matematici in giro per la città. I vincitori sono stati premiati nel Viridarium del Museo dal direttore della sede Giovanni Panzeri e dal prorettore Mario Taccolini; subito dopo l’Aperitivo con la scienza che ha visto la partecipazione della ricercatrice Maria Chiesa per parlare dell’inquinamento che ogni giorno subiscono i nostri monumenti, e dello studente Marco Panteghini che ha proposto un monologo sulla Bellezza alata.

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

23


ateneo

Borse di studio per tutti gli idonei

A

ncora un investimento importante, il più significativo degli ultimi anni, quello che l’Università Cattolica ha messo in campo quest’anno per garantire la borsa di studio a tutti gli studenti idonei ma non beneficiari. Infatti, a fronte delle risorse sempre più limitate provenienti dalla Regione Lombardia che quest’anno erogherà le borse di studio solo all’80% degli idonei, l’Ateneo e l’ente per il diritto allo studio Educatt investiranno 1,6 milioni di euro per coprire il restante 20%. Dal 2011 a oggi sono stati erogati oltre 6 milioni di euro per sostenere la formazione di tutti gli studenti idonei e non beneficiari, iscritti a lauree triennali e magistrali. Con due decreti, rispettivamente il 25 e il 28 giugno scorsi, Regione Lombardia ha determinato le risorse finanziarie da assegnare ai soggetti gestori dei servizi per il Diritto allo Studio Universitario per le borse di studio dell’anno accademico 2017/2018 e con il progetto di legge di assestamento di bilancio 2018 ha previsto ulteriori risorse finanziarie integrative che tuttavia riescono a coprire solo l’80% del fabbisogno. Le risorse messe a disposizione dalla Regione per gli studenti idonei della Cattolica sono, infatti, circa 8.000.000 euro ma ne sono necessari 9.600.000 per coprire i 2.837 aventi diritto. Se dunque 2240 risultano coperti dai fondi regionali, i restanti 600 resterebbero esclusi. L’Università Cattolica e Educatt hanno pertanto deliberato un intervento straordinario con fondi propri di 1.600.000 euro per garantire anche a loro gli stessi diritti. Tutti coloro che sono risultati idonei al percepimento della borsa di studio sulla base delle direttive della Regione Lombardia sono anche esonerati dal pagamento delle tasse universitarie e hanno diritto a un pasto gratuito al giorno.

STUDENTI

Borse e premi di studio ai più meritevoli

O Per gli studenti idonei e bisognosi, inoltre, EDUCatt offre l’opportunità di un lavoro a tempo determinato, ad esempio nelle strutture di ristorazione, nel settore librario e nelle portinerie dei collegi. Il progetto Student Work impiega più di 50 persone all’anno. Dei 600 idonei non beneficiari coperti dalla manovra straordinaria di Università Cattolica e Educatt 350 sono studenti della sede di Milano, 102 di Brescia, 65 di Piacenza-Cremona e 80 di Roma. Di questi, 99 sono in sede, 262 pendolari e 236 fuori sede. Gli importi variano da un minimo di 1.880 euro e un massimo di 5.139 euro con una media di 3.400 euro circa, e si stabiliscono in base a due criteri: studenti in sede, fuori sede o pendolari; tre diverse fasce di reddito. L’Ateneo, inoltre, ha scelto di non aumentare i contributi studenteschi per il terzo anno consecutivo, nonostante l’inflazione e la riduzione negli ultimi anni dei contributi pubblici (MIUR) e di quelli al diritto allo studio erogati dalla Regione Lombardia. Con queste iniziative l’Ateneo intende concretamente rafforzare il suo impegno per garantire a tutti quelli che lo desiderano la possibilità di scegliere un percorso universitario in Cattolica. A tutte queste agevolazioni si sommano quelle per i premi di laurea, la mobilità internazionale e le maggiorazioni per gli studenti con disabilità.

ltre alle borse di studio per studenti meritevoli e bisognosi, le borse Start e Run e i premi Smart per l’anno accademico 2018/19, compresi i rinnovi delle borse Start e Run dell’anno accademico 2017/18, ammontano a 636.000 euro. Il concorso nazionale per l’assegnazione di 100 borse di studio per merito – per 60 diplomandi (borse Start) e 40 laureandi, iscriventi al IV anno in Cattolica o laureati di primo livello (borse Run) – promosso congiuntamente da Università Cattolica e Istituto Toniolo in collaborazione con Fondazione EDUCatt, si è svolto regolarmente lo scorso 26 maggio in dieci città italiane (Alghero, Bari, Bologna, Brescia, Catania, Lamezia Terme, Milano, Piacenza, Pordenone e Roma). A tutti i beneficiari di Borse Start o Run è offerta l’Opzione Campus, ossia la possibilità di ricevere una somma supplementare di 1.000 euro all’anno per coloro che aderiscono alla proposta formativa dei Collegi “in campus”. Inoltre 100 studenti già iscritti in Cattolica a un anno successivo al primo di una laurea triennale o magistrale, selezionati in base alla media, hanno ricevuto il Premio Smart e la somma corrisposta è pari a 1.000 euro, al lordo delle eventuali ritenute fiscali.

Trofic e Santa Sede, alleanza contro la fame

U

n’alleanza per combattere la fame nel mondo, nel segno dell’educazione e dello sviluppo sostenibile. È quella che ha avviato Trofic, il Transdisciplinary Research On Food Issues Center dell’Università Cattolica, con la fondazione della Santa Sede Gravissimum Educationis, presieduta dal cardinale Giuseppe Versaldi, istituita dal Papa il 28 ottobre 2015, in occasione del 50° anniversario dell’omonima Dichiarazione del Concilio Vaticano II sull’educazione. Durante l’incontro che si è svolto in Vaticano lo scorso 25 giugno, nell’ambito del seminario Educare è trasforma-

24

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

re, sono state condivise alcune linee di azione che potrebbero trasformarsi in progetti sul campo, da realizzare in collaborazione con le università cattoliche presenti nei cinque continenti. Ad arricchire le sessioni di lavoro, l’udienza speciale concessa da Papa Francesco a cui hanno partecipato anche il professor Pier Sandro Cocconcelli, direttore di Trofic, e monsignor Vincenzo Zani, vicepresidente della Fondazione Garvissimum Educationis. «Trofic – ha spiegato Cocconcelli – è stato istituito per promuovere e svolgere attività scientifiche multi e transdisciplinari su questioni relative al tema

dell’alimentazione in ambito agroalimentare, giuridico, della sicurezza alimentare, e della nutrizione. La collaborazione con altre università e con centri di ricerca internazionali è uno degli obiettivi prioritari e l’avvio di questa concreta collaborazione con la Santa Sede costituisce un tassello importante per realizzare la nostra missione di servizio alla società e alla Chiesa». Costituito nel 2017 dall’Ateneo per sviluppare e valorizzare tematiche e studi avviate dal Laboratorio UCSC ExpoLab, in occasione di Expo Milano 2015, il Centro è presieduto dal rettore Franco Anelli.


ateneo

Presidi di Facoltà, conferme e nuove nomine

T

ante conferme e alcune nuove nomine tra i presidi delle Facoltà dell’Ateneo con i Consigli che si sono svolti durante gli ultimi mesi di luglio e settembre. Alessandro Antonietti (nella foto a destra),è il nuovo preside della facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica, è stato eletto all’unanimità dal Consiglio di facoltà il 12 luglio per il quadriennio 2018/19 - 2021/22. Il professor Antonietti, che entrerà in carica il prossimo 1° novembre, è ordinario di

Psicologia generale presso la facoltà di Psicologia, dove insegna anche Psicologia cognitiva applicata e Lifelong learning ed Empowerment. Il 4 luglio scorso invece la facoltà di Lettere e filosofia ha confermato preside il professor Angelo Bianchi. Il 1° novembre 2018 inizierà così il suo terzo mandato alla guida della Facoltà e resterà in carica per il quadriennio 2018/19 – 2021/2022. È ordinario di Storia moderna presso la Facoltà, dove insegna Storia della storiografia moderna. Confermato anche

il professor Rocco Bellantone, ordinario di Chirurgia generale, che sarà alla guida della facoltà di Medicina e chirurgia per il suo terzo mandato. Lo ha deciso il Consiglio di facoltà riunito nella sede di Roma il 4 luglio, che lo ha confermato preside per il quadriennio 2018/19 – 2021/2022. Sempre nel mese di luglio scorso sono stati confermati presidi i professori Luigi Pati, Giovanni Gobber ed Elena Beccalli. Il professore Pati, ordinario di Pedagogia Generale e di Pedagogia della famiglia, inizierà il suo secondo mandato come preside della facoltà di Scienze della formazione il prossimo 1° novembre. Giunto al suo terzo mandato, il professor Giovanni Gobber guiderà la facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere per il quadriennio 2018/19 – 2021/22. Gobber è ordinario di Glottologia e linguistica e insegna Linguistica generale e Linguistica tedesca in Cattolica, dove dal 2012-2013 tiene anche il corso semestrale di Sociolinguistica. Elena Beccalli, ordinario di Economia degli intermediari finanziari, è stata confermata alla guida di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative. È stata eletta dal Consiglio di facoltà il12 luglio per il quadriennio

2018/19 -2021/22 e il 1° novembre prossimo inizierà il suo secondo mandato di preside. Sarà invece Stefano Solimano il nuovo preside di Giurisprudenza per il quadriennio 2018/19 - 2021/22. Il professor Solimano, ordinario di Storia del diritto medievale e moderno, assumerà la guida della Facoltà dal 1° novembre. Succede al professor Gabrio Forti. Eletto per acclamazione dal Consiglio di facoltà del 12 settembre scorso, Solimano è nato a Genova il 25 marzo 1967. Dal 2015 è direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche. I suoi campi d’indagine riguardano la storia del diritto civile in Europa tra Sette e Ottocento.

QS Ranking, Cattolica sul podio per il recruitment

U

niversità Cattolica ottiene la prima posizione in Italia per la presenza attiva di aziende nei campus universitari ed è il terzo Ateneo per studenti ricercati dai recruiter. Questi i dati emersi da due degli indicatori che compongono il Graduate Employability Ranking 2019, l’indagine che analizza le migliori 500 università al mondo per quanto riguarda l’occupabilità tra i 660 atenei presi in esame. Considerando la media ponderata di tutti gli indicatori, Università

Cattolica si attesta quest’anno tra le posizioni 101-110 nella classifica mondiale, salendo di circa 30 posizioni rispetto al ranking 2018. Entrando nel merito dei singoli indicatori, secondo l’indice Employer - Students Connections, basato sul numero di aziende attivamente impegnate nel campus, l’Università Cattolica è prima in Italia tra le 16 università italiane presenti in classifica, e 70esima nella top 100 mondiale. Nell’indicatore Employer Reputation, basato su un sondag-

gio di quasi 40.000 recruiter ai quali è stato chiesto di indicare da quali università preferiscono assumere talenti, l’Università Cattolica si conferma al terzo posto in Italia, subito dopo il Politecnico di Milano e la Sapienza. Nell’indicatore Partnerships with Employers, che si basa sulle collaborazioni sviluppate dalle università con multinazionali e sul tirocinio degli studenti, l’Università Cattolica si attesta 89esima a livello mondiale, quinta in Italia. «Le indicazioni che proven-

gono da QS – commenta il rettore Franco Anelli – ci danno la misura del risultato di un lavoro che comincia fin dall’immatricolazione e che per l’Ateneo costituisce l’assunzione di responsabilità verso il futuro degli studenti. Sapere che essi sono valutati positivamente dal mondo del lavoro costituisce la conferma di aver adempiuto al nostro compito. Sono convinto che l’apprezzamento dei nostri studenti dipenda, ancor prima che dalle competenze acquisite, dalla qualità delle persone che formiamo nel nostro Ateneo».

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

25


ateneo

Rapporto tra Teologia e Saperi: alla ricerca di un linguaggio comune

F

are un passo avanti nel contesto del rapporto tra Teologia e Saperi, in particolare sul versante dei linguaggi e dei concetti». Nel Santuario di Caravaggio monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, ha illustrato così l’obiettivo del quinto seminario annuale dei docenti di Teologia e assistenti pastorali dell’Ateneo, che si è svolto dal 10 al 13 settembre scorso ed è stato promosso dal Centro pastorale dell’Ateneo in collaborazione con l’Istituto Giuseppe Toniolo di studi superiori. «Abbiamo scelto un versetto tratto dal libro dei Profeti Le parole dei saggi fanno gustare la scienza per orientare i nostri lavori, per cercare di far fare un passo avanti in questo rapporto tra Teologia e Scienza, individuando un linguaggio che permetta di procedere in questo rapporto» ha spiegato monsignor Giuliodori che ha introdotto i lavori, a cui hanno portato il proprio saluto anche il rettore della Cattolica Franco Anelli e l’arcivescovo di Milano Mario Delpini in qualità di presidente dell’Istituto Toniolo. Oggi il dialogo con i saperi e la ricerca di un comune linguaggio non è più «un optional a latere, ma un elemento costitutivo e imprescindibile» ha sottolineato Giuliodori rilevando come la Cattolica abbia, da parte sua, inizia-

to da tempo un percorso di «revisione della articolazione tematica dei corsi di Teologia» che gli studenti hanno previsti nel proprio piano di studi. Del resto, ha fatto presente l’arcivescovo Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’educazione cattolica, nel suo intervento durante la prima giornata del convegno «la nuova tappa della evangelizzazione tracciata dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium, chiede che gli studi ecclesiastici aiutino la Chiesa a confrontarsi con il cambiamento d’epoca in cui viviamo; imprimendo agli studi quel rinnovamento sapiente e coraggioso che è richiesto dalla trasformazione missionaria di una Chiesa in uscita». In tale prospettiva, secondo Zani, va letta la recente Costituzione apostolica Veritatis gaudium, che seppur rivolta agli studi ecclesiastici, traccia nuove linee applicabili a tutti gli attori impegnati nel delicato mondo dell’educazione. Interrogandosi sui nuovi orizzonti nei quali la Teologia è chiamata ad esprimersi, monsignor Giuseppe Lorizio, docente di Teologia fondamentale alla Lateranense, delinea invece le coordinate del contesto attuale tra nuovo umanesimo, post-umano e trans-umano e indica «una triplice usci-

ta di sicurezza». In primo luogo uscire dal postmodernismo, prendendo atto della sua ‘morte’ e recuperando un autentico illuminismo. La Teologia dovrà quindi «porsi in fecondo rapporto con le altre forme del sapere, in particolare quelle cui i nostri studenti dedicano il loro studio». A conclusione del seminario si è svolta una tavola rotonda sul tema I giovani, la cultura, il futuro: scenari e prospettive che ha coinvolto Mario Taccolini, prorettore dell’Ateneo, Giuseppe Colombo, docente di Filosofia morale, Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università, Pier Sandro Cocconcelli, delegato per il coordinamento dei progetti di internazionalizzazione della Cattolica e il presidente Ipsos Italia Nando Pagnoncelli.

CENTRO PASTORALE

Un viaggio nella storia e nell’anima della Russia

A

bbiate cura del popolo e difendete la sua anima perché questo popolo porta Dio nel cuore». È quanto scrive Dostoevskij nei Fratelli Karamazov ed è ciò che si può cogliere anche oggi visitando la Russia che sta faticosamente rinascendo dopo la drammatica esperienza dei settanta anni di totalitarismo comunista. Di fronte a questo scenario complesso si sono trovati anche i 70 partecipanti al viaggio culturale e spirituale in Russia promosso dal Centro pastorale dell’Università Cattolica che si

26

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

è svolto dal 23 al 31 agosto scorso. Docenti e dirigenti dell’Ateneo, con i loro familiari, accompagnati dall’assistente ecclesiastico generale monsignor Claudio Giuliodori e guidati da monsignor Francesco Braschi, direttore della Classe di Slavistica dell’Ambrosiana e presidente di Russia Cristiana, hanno potuto vedere le bellezze della Russia e vivere importanti momenti di confronto con esponenti del mondo culturale e spirituale. Tra questi incontri, particolarmente significativa è stata l’esperienza spirituale e culturale avviata da P. Aleksandr Men’ (19351990), con P. Georgij Orekhanov (nella foto con monsignor Giuliodori), vice rettore dell’Università Ortodossa San Thicon a Mosca, con cui è attiva una consolidata collaborazione da oltre dieci anni, con l’Igumeno Dionysij Schlenov, bibliotecario dell’Accademia Teologica Moscovita, presso il Monastero di San Sergio, e

infine con monsignor Paolo Pezzi, arcivescovo Cattolico della Diocesi della Madre di Dio. Oltre ai luoghi di grande interesse culturale visitati a San Pietroburgo, a Mosca e in alcuni dei più importanti monasteri dell’Anello d’Oro, toccante è stata la visita al memoriale del Poligono di tiro di Butovo, dove tra il 1937 e il 1938 furono fucilate e sepolte in fosse comuni oltre 20.000 persone, tra cui sette vescovi e circa 700 tra parroci e monaci.


ateneo

Meeting, lavoro e formazione al centro

L’

Università Cattolica anche quest’anno ha partecipato alla 39° edizione del Meeting per l’Amicizia fra i popoli, che ha avuto come titolo Le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice e che si è svolto dal 19 al 25 agosto scorso. L’Ateneo era presente con uno stand di 40 m2 dedicato all’offerta formativa e a tutte le attività e i progetti rivolti al mondo dell’orientamento, del lavoro e dell’autoimprenditorialità. Lo stand era collocato all’interno della MeshArea – un intero padiglione dedicato al mondo del lavoro – dove giornalmente si sono tenuti dei Talk specifici su vari temi come Servizi per il lavoro, Cercare lavoro, La domanda lavorativa, Esperienza di lavoro nelle imprese, Orientamento e offerta formativa, I nuovi lavori, Welfare che hanno coinvolto una decina di interventi di relatori e docenti dell’Università Cattolica. Nell’ambito di questi brevi incontri è stata presentata Jobiri, la piattaforma basata su algoritmi di intelligenza artificiale proprietari, adottata dalla Cattolica per i propri studenti e laureati (approfondimento nel box a fianco). Presso lo stand dell’Ateneo sono state inoltre promosse le varie iniziative realizzate sotto l’idea “Cattolicaper”, che rappresenta un nuovo modo di proporre le attività formative e di ricerca, organizzate per industries: docenti e ricercatori con le più diverse competenze lavorano fianco

STARTUP

Un coach virtuale per chi cerca lavoro

S

a fianco per sviluppare progetti con imprese, enti e organizzazioni, 6 gli ambiti finora coinvolti: Sport, Turismo, Scuola, Terzo Settore, Pubblica Amministrazione e Startup. L’edizione 2018 del Meeting, nel contesto di MeshArea, ha rappresentato un’importante opportunità per tutti gli Alumni dell’Università Cattolica, partecipando alle attività gli ex studenti hanno infatti potuto approfondire interessi in ambito professionale, conoscere i servizi e le opportunità dedicate e iscriversi alla community, registrandosi direttamente sul portale MyAlumni, la nuova area riservata dove poter ritrovare i propri dati di carriera e accedere a tutti i servizi dedicati, registrandosi con le credenziali iCatt della carriera studente o creando un nuovo account.

Università e mondo del lavoro, focus su l’employability

L’

incontro annuale tra rappresentanti delle aziende partner del Comitato Università Mondo del Lavoro e docenti, svoltosi lo scorso giugno in Cattolica, ha coinvolto oltre 70 partecipanti e affrontato tematiche come l’employability, l’orientamento professionale e il futuro del lavoro. I saluti di Mario Molteni, presidente del Comitato Università Mondo del Lavoro, hanno introdotto gli interventi di Giuseppe Leoni (founder e:lab) e Alessandro Mocca (docente di Life design, career counseling e benessere lavorativo). Leoni ha sottolineato che l’employability, intesa come la capacità di mantenere o accrescere il proprio capitale umano e sociale, riguarda anche le “vecchie generazioni”, mettendo in discussione il loro modello di employment. Leoni ha spiegato inoltre che il lavoro sta cambiando e il valore del lavoro stesso non è più incorporato in un prodotto, ma risiede nell’interazione. Lavorare significa trovare delle soluzioni: quello che cambia, nel tempo, sono i problemi

da risolvere e come il lavoratore li risolve. Per prepararsi al lavoro i tutor, i mentor e i docenti assumono sempre più un ruolo determinante nell’aiutare gli studenti a comprendere gli ambiti di esplorazione utili al proprio progetto di carriera e a individuare quali competenze migliorare. Alessandro Mocca ha presentato invece i dati di una ricerca sull’orientamento professionale – condotta tra gli studenti della Cattolica – evidenziando come il continuo incontro tra università e azienda sia fondamentale in quanto rappresenta la possibilità concreta di integrare la teoria con l’esperienza, offrendo un maggiore contatto con il mondo delle imprese. Le problematiche discusse nel dibattito moderato da Mauro Balordi, direttore Funzione Stage & Placement e affrontate nelle conclusioni di Mario Gatti, direttore Area ricerca e sviluppo, hanno riguardato la percezione che gli studenti hanno del ruolo attuale dell’università che, attraverso l’educazione, ha la vocazione di formare giovani capaci di leggere e interpretare il presente.

imulare un colloquio di lavoro davanti al proprio pc o cellulare, ricevendone in cambio consigli utili su espressioni, gesti e posture da usare o evitare quando si è di fronte a un vero recruiter. È solo una delle possibilità che offre l’ingresso dell’intelligenza artificiale nel placement. L’Università Cattolica la propone ai suoi studenti e ai suoi laureati proiettati nel mondo del lavoro grazie a Jobiri, la piattaforma sviluppata da Claudio e Roberto Sponchioni (nella foto), che ha già sfiorato in pochi mesi i 6.000 accessi. Come un coach di carriera in carne e ossa, l’applicativo aiuta a definire obiettivi professionali, a trovare offerte lavorative in Italia e all’estero, permette di costruire curriculum e lettere di motivazioni efficaci e di allenarsi ai colloqui con video interviste simulate, il tutto comodamente da pc o cellulare, 24 ore su 24. Grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale proprietari, Jobiri comprende, analizza e valuta i curriculum realizzati dai candidati, contribuisce a migliorarne l’efficacia tramite suggerimenti personalizzati e propone offerte lavorative e corsi in linea al profilo degli utenti. La Cattolica è il primo ateneo ad aver adottato, attraverso il portale dello Stage & Placement, la piattaforma che lo startupper Claudio Sponchioni ha realizzato in collaborazione con il fratello informatico. «Secondo ricerche Isfol sui canali di intermediazione i centri per l’impiego sono efficaci solo nel 3,4% dei casi, le agenzie per il lavoro nel 5,6% e il canale “scuola o università” solo per il 3,7%» fa notare Claudio Sponchioni, secondo cui le logiche del sistema dei servizi di accompagnamento al lavoro non sono più adeguate. «In Italia per esempio, un dipendente di un centro per l’impiego deve gestire 254 disoccupati contro i 30 della Germania. Un operatore di un career service universitario invece deve supportare in media 500 laureati all’anno». Jobiri, startup innovativa a vocazione sociale, è nata proprio con l’intento di mettere a disposizione di chiunque un consulente di carriera intelligente. La piattaforma è operativa da settembre 2017 e, oltre che in Università Cattolica, è già impiegata con successo in diverse realtà istituzionali. presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

27


milano

Finanza e sistemi bancari, in Cattolica il meeting Efma

C

ompletare l’Unione bancaria resta una delle priorità della Ue, almeno prima del voto europeo nel 2019 per il rinnovo del Parlamento». È uno dei principali moniti lanciati da Elke König (nella foto), presidente del comitato Ue di Risoluzione Unico (Single resolution board), autorità che gestisce le crisi in caso di fallimento o di rischio di fallimento di una banca dell’Eurozona. Nota anche come guardiana del “bail-in”, König è stata tra i protagonisti di Efma 2018, il meeting annuale dell’European Financial Management Association che, per la sua ventisettesima edizione dal 27 al 30 giugno, ha fatto tappa all’Università Cattolica. Nel suo intervento del 28 giugno Elke König, soffermandosi sullo stato dell’industria bancaria, ha fatto un bilancio del “bailin”. «Possiamo essere fiduciosi del fatto che questo meccanismo abbia effetti positivi sull’economia a livelli di sicurezza. Ciò non significa che non si debba procedere con massima cautela nella sua applicazione». Inoltre, ha detto, «al picco della crisi, molte banche erano considerate troppo grandi, troppo interconnesse, troppo complesse per fallire. Ora, c’è una buona notizia: uno studio ha mostrato come l’interconnessione sia diminuita, un fattore positivo per la stabilità del sistema». Insieme alle questioni calde di crac bancari e salvataggi di banche in difficoltà, sono state tante altre le tematiche prese in esame durante le tre giornate di dibattiti. Di valute digitali, per esempio, hanno parlato Philippe Moutot, principal advisor alla Bce, Aleksander Berentsen, professore all’Università di Basilea, e Charles Goodhart, della London School of Economics. Mentre il private equity è stato al centro di un incontro presieduto da Ludovic Phalippou, docente

SERVIZI GIURIDICI

A Giurisprudenza quattro nuovi profili

D

all’Università di Oxford. All’iniziativa – promossa dalla facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative con la supervisione della preside Elena Beccalli e del professore di Finanza aziendale Ettore Croci – hanno partecipato circa 500 delegati da tutto il mondo. Si è articolata in cento sessioni parallele e in tre sessioni plenarie nel corso delle quali sono stati affrontati argomenti di interesse non solo di carattere accademico, ma anche rivolti a professionisti e addetti ai lavori. Un’occasione, insomma, per un confronto tra docenti universitari, autorità di vigilanza e operatori. Del resto Efma è stata fondata nel 1991 da John Doukas, della Old Dominion University, per incoraggiare la ricerca e diffondere la conoscenza in ambito finanziario, con particolare attenzione all’Europa. «Il programma quest’anno è stato di ottimo livello, arricchito da una serie di lecture e special session che hanno coinvolto personalità di fama internazionale sia dall’accademia sia dalle autorità di vigilanza e dagli operatori di settore», ha spiegato la preside Beccalli. Tra le relazioni di spicco, il keynote address del professor Jarrad Harford, University of Washington, unitamente a lecture di accademici di riferimento quali George Constandinides, University of Chicago, Mara Faccio, Purdue University, e Lu Zhang, Ohio State University.

al Web 1.0 ai Social Network fino al cosiddetto Internet delle cose. L’uso della Rete, oltre a modificare le abitudini quotidiane, ha aperto innumerevoli problemi e questioni che richiedono nuove competenze in campo giuridico, toccando da vicino l’intera filiera della formazione e della conservazione dei dati, del trasferimento e dell’eventuale eliminazione dei diversi contenuti reperibili nel cyberspazio. Con l’obiettivo di rispondere alle attuali sfide la facoltà di Giurisprudenza ha avviato per l’anno accademico 20182019 una nuova architettura della laurea triennale in Servizi Giuridici, con la finalità di migliorare il raccordo tra contesto produttivo e formazione post-laurea. Dopo il primo biennio comune, sono stati introdotti quattro percorsi: Assistente legale, Esperto in scienze giuridiche per la pubblica amministrazione, Consulente del lavoro e delle relazioni sindacali, Responsabile della privacy. Lo studente potrà scegliere con l’iscrizione al terzo anno, purché immatricolato a partire dall’anno accademico 2016-2017. Si tratta di profili studiati e suggeriti per sbocchi professionali già affermati o in fase di emersione, che possono idealmente completarsi con master e corsi di perfezionamento in parte già attivi all’interno dell’Ateneo. Tra gli insegnamenti caratterizzanti di nuova attivazione, che possono essere scelti come complementari anche dagli studenti iscritti alla laurea magistrale, si segnalano in particolare quelli riguardanti il Diritto della privacy, la Sicurezza dell’informazione e il Processo telematico.

Cottarelli e i peccati dell’economia

U

na riflessione sulla situazione economica italiana e sui fattori che ne rallentano la crescita. A promuoverla è stato l’Osservatorio sui conti pubblici italiani della Cattolica, istituito circa un anno fa all’Università Cattolica e diretto da Carlo Cottarelli, già dirigente al Fondo monetario internazionale. L’incontro – che si è tenuto lo scorso 17 settembre nell’Aula Magna dell’Ateneo di largo Gemelli – ha tratto spunto dal libro scritto da Cottarelli: I sette peccati capitali dell’economia italiana, una lucida disamina delle cause che bloccano lo svi-

28

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

luppo dell’Italia: dall’evasione fiscale alla corruzione, dalla burocrazia alla lentezza della giustizia, dal crollo demografico al divario tra Nord e Sud fino alla difficoltà di convivere con l’euro. Con l’autore hanno dialogato Guido Gentili, del Sole 24 Ore e Massimo Bordignon, docente di Scienza delle finanze all’Università Cattolica. Il dibattito è stato introdotto dal rettore dell’Ateneo Franco Anelli. Nel suo saggio Carlo Cottarelli fornisce alcune chiavi di lettura del quadro economico nazionale per individuare segnali di ripresa. Un lavoro in linea con quanto

svolto dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani nato per far fronte alla carenza informativa che c’è in Italia sui temi della spesa e della finanza pubblica


milano

FinTech, l’Ateneo nel pool Ue

C’

è anche un po’ di Università Cattolica nel pool di esperti impegnato a sviluppare una strategia regolatoria europea per il FinTech. Il Rofieg, acronimo che indica l’Expert Group on Regulatory Obstacles to Financial Innovation, è stato istituito a fine maggio dalla Directorate-General Financial Markets della Commissione europea, così come previsto dall’Action Plan sul FinTech dell’8 marzo 2018 volto a sviluppare l’innovazione e aumentare la concorrenza nel sistema finanziario europeo. Tra i 15 membri, provenienti dal mondo accademico, degli operatori e delle istituzioni, figura la professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi (nella foto), docente di Diritto bancario nella facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative dell’Università Cattolica nonché pro rettore dell’Ateneo, unica rappresentante italiana e una delle quattro donne che ne fanno parte. Guidato da Philipp Paech, della London School of Economics, il gruppo nei prossimi 18 mesi dovrà elaborare nuove proposte normative in materia di crowdfunding, blockchain, criptovalute e intelligenza artificiale. Tre i filoni principali su cui gli esperti sono chiamati a lavorare: in primo luogo, identificare gli ostacoli presenti nell’attuale legislazione europea sui servizi finanziari che potrebbero frenare o impedire lo sviluppo dell’innovazione; in secondo luogo, individuare le eventuali lacune nel quadro normativo europeo da colmare per consentire la diffusione di soluzioni innovative; infine, predisporre un Report (Blueprint) che sostenga la Commissione Europea nell’elaborazione di un framework normativo teso a favorire l’implementazione del FinTech in tutta l’Unione Europea e contemporaneamente tutelando in modo adeguato il risparmio e la stabilità finanziaria. Con FinTech (Financial Technology) si indica la nuova tecnologia applicata al mondo

SUMMER SCHOOL

Innovazione e servizi finanziari

L

della finanza, ossia l’offerta di servizi di finanziamento, di pagamento, di investimento e di consulenza ad alta intensità tecnologica anche da parte di soggetti diversi dai tradizionali intermediari finanziari. «Stiamo vivendo un momento di forte trasformazione del sistema finanziario ma prima ancora del tessuto economico-sociale per effetto dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione» spiega la professoressa Sciarrone. «In questo contesto è fondamentale definire un nuovo quadro regolatorio, quantomeno a livello europeo, che sappia essere incentivante per lo sviluppo del mercato al contempo mantenendo salda la tutela di interessi quali la stabilità finanziaria, la trasparenza delle condizioni, la correttezza delle azioni, la lotta agli abusi e l’inclusione finanziaria».

e questioni più attuali e importanti dell’economia e della finanza sono state affrontate nel corso dell’International Summer School per PhD students in Banking and Capital Markets Law organizzata dall’Università Cattolica insieme ad altri sette atenei europei: Università di Bologna, Goethe University Frankfurt, Università di Genova, KU Leuven University, Université Nice Sophia Antipolis, Radboud University Nijmegen, University of Zurich e in partnership con lo European Banking Institute (EBI). «È la prima edizione di un progetto al quale crediamo molto perché finalizzato ad aumentare le relazioni internazionali fra giovani studiosi delle nostre materie, creando così un network di persone di valore anche a beneficio delle istituzioni» ha detto la professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi, coordinatrice della summer school nonché membro dell’Expert Group on Regulatory Obstacles to Financial Innovation, istituito a fine maggio dalla Directorate-General Financial Markets della Commissione europea La scuola estiva, che si è svolta dal 23 al 27 luglio scorso, ha preso il via in Cattolica con la conferenza FinTech and the future of financial services per poi proseguire a Villa Vigoni, sul lago di Como. Tra i relatori dell’incontro Giovanni Petrella, docente di Economia degli intermediari finanziarie dell’Università Cattolica, Mario Nava, presidente Consob, Carmelo Barbagallo, capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d’Italia, Andrea Beltramello, membro del Gabinetto del Vicepresidente Dombrovskis, European Commission.

La moda al tempo della blue economy

I

valori della sostenibilità sono entrati con forza nelle strategie dell’industria della moda. L’esperienza pratica delle aziende e le opportunità offerte dalla rivoluzione digitale testimoniano il cambiamento culturale che si sta attivando nell’ambito della filiera tessile che è sempre più attenta, non solo alla qualità dei prodotti, ma anche alla qualità ambientale e sociale del loro impegno. E’ stato questo il tema del convegno La moda e la blue economy. Materiali, processi e comunicazione nell’era digitale dove il centro di ricerca Mo-

daCult dell’Università Cattolica ha presentato le linee guida per la comunicazione della sostenibilità nelle imprese di filiera della moda nell’ambito del progetto F-Susy (Fashion Sustainable System). Il progetto, finanziato dalla Regione Lombardia, è rivolto alla ricerca e alla sperimentazione di materiali e processi che eliminino o riducano le sostanze chimiche pericolose nella filiera tessile, incrementando il grado di sostenibilità del comparto. Le linee guida presentate sono il frutto dell’ascolto svolto nelle aziende tessili, partner del progetto, da tempo impegnate

sul fronte della sostenibilità, con azioni di corporate social responsibility, brand di prodotti e sensibilizzazione e networking nella propria catena di fornitura. Il progetto, in particolare, favorisce la condivisione di nuovi strumenti digitali che consentano il monitoraggio e la validazione dei processi di innovazione, il confronto con gli standard di sicurezza chimica presenti sul mercato, la diffusione di conoscenze scientifiche e buone pratiche. Il convegno, che si è tenuto in Cattolica lo scorso 28 settembre, ha coinvolto Emanuela Mora,

Laura Bovone. Andrea Cuman di ModaCult, rappresentanti del settore come Pamela Ravasio di European Outdoor Group, Serge Heughbaert di S4GV e ha trattato inoltre tematiche come la possibilità per i sistemi economici di transitare verso un modello circolare e sostenibile di economia, legata alle competenze delle persone che ne fanno parte e alla creatività con cui si progettano moduli di comunicazione capaci di fare arrivare ai consumatori finali e agli addetti ai lavori le complesse questioni che sottostanno a processi produttivi e distributivi sostenibili.

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

29


milano

Borse Zegna, il racconto dei vincitori Unicatt

C

ostruire un “naso elettronico” che rilevi molecole considerate biomarcatori di specifiche patologie; identificare nuove strategie terapeutiche per bloccare la progressione neoplastica e il processo di disseminazione metastatica nei carcinomi renali e, potenzialmente, anche in altri tumori; applicare le tecnologie 3D nell’ambito del movimento dentale per proporre al malato trattamenti meno invasivi. Tre ricerche di frontiera per tre cervelli italiani che, grazie al programma Ermenegildo Zegna Founder’s Scholarship, potranno sviluppare o proseguire i loro progetti in prestigiosi centri di ricerca internazionali. Sonia Freddi ha 27 anni e viene dalla provincia di Brescia. Dopo la laurea triennale e magistrale in Fisica, ha vinto il quadriennale International Doctoral Program in Science, promosso da Università Cattolica, KU Leuven (Belgio), Notre Dame (USA) Pontificia de Chile (Cile). Proprio al dipartimento di chimica della KU Lueven trascorrerà 6 mesi per approfondire le sue conoscenze. «Lavoro alla realizzazione di quello che comunemente viene chiamato “naso elettronico”, una piattaforma di sensori in grado di rilevare specifiche molecole di gas, per applicazioni soprattutto biomediche» spiega Sonia. «Soffiando sui sensori è possibile determinare se un paziente è sano o presenta qualche patologia – cancro, fibrosi cistica, broncopneumopatie cronico ostruttive, per citarne alcune – perché nel nostro respiro ci sono centinaia di molecole, che però sono in quantità diversa se una persona è sana o se è malata». All’Md Anderson Cancer Center di Houston, in Texas, Luigi Perelli, 25 anni di 30

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

Avellino, laureato in Medicina nella sede di Roma della Cattolica, farà parte di un team che utilizza un approccio innovativo per ricreare l’ecosistema neoplastico, basato su emergenti tecniche di biologia molecolare, quale il CRISPR-based in vivo gene editing, il “taglia-incolla” del DNA su modelli sperimentali di topo. «In questo modo sarà riprodotta, fedelmente, l’estrema eterogeneità del tumore. Concentrando l’attenzione dello studio su questa condizione sarà possibile chiarire come, durante la progressione neoplastica, si sviluppino forme di chemio-resistenza anche a farmaci di ultimissima generazione e come il cancro del rene diventi,

durante la progressione tumorale, sempre più biologicamente aggressivo» Edoardo Staderini, romano prossimo ai 27 anni, laureato in Odontoiatria e dottorando, lavora a un progetto di ricerca che vuole proporre al malato trattamenti meno invasivi: «Avvalendosi delle tecnologie 3D a disposizione, il medico odontoiatra potrà prospettare al paziente le conseguenze dell’atto terapeutico, scegliendo delle cure rispettose dei suoi bisogni. L’équipe medica potrà pianificare la quantità e la tipologia di movimento dentale in relazione all’anatomia del paziente». Il potenziale suggestivo della ricerca apre le porte a scenari clinici nei quali radiografie durante e dopo il trattamento ortodontico potranno essere evitate. Insieme a Sonia, Luigi ed Edoardo, quest’anno l’Università Cattolica ha calato il poker, grazie alla conferma della borsa Zegna a Davide Vetrano, il 32enne geriatra della facoltà di Medicina già da tre anni a Stoccolma per un dottorato di ricerca all’Aging Research Center del Karolinska Institutet. In prima linea sul tema della salute e della longevità. «Sono felice e onorato, afferma Davide dopo aver partecipato ai festeggiamenti per il quinto anno del programma Ermenegildo Zegna Founder’s Scholarship a Trivero (Bi): in un Paese come il nostro, ancora così timido nei confronti della mobilità internazionale – tanto da non riuscire ad attirare ricercatori stranieri e lasciandosi sfilare di tasca i propri – una fondazione filantropica elargisce serenità economica e supporto logistico a chi ce la dovrebbe fare altrimenti da sé».

SCHOLARSHIP

Gruppo Zegna, un milione in borse di studio

D

al 2014 a oggi, con cadenza annuale, il Gruppo Zegna assegna borse di studio per un valore pari a circa 1 milione di euro a laureati di talento, per offrire loro l’opportunità di compiere studi post-laurea e di ricerca all’estero grazie al programma Ermenegildo Zegna Founder’s Scholarship. Si tratta di un progetto rivolto a cittadini italiani o residenti in maniera permanente, neolaureati o nelle prime fasi della carriera professionale, che ha l’obiettivo di perfezionare le competenze nei campi da loro prescelti attraverso il contatto con atenei e centri di ricerca al di fuori dell’Italia e contribuire allo sviluppo del nostro Paese attraverso l’acquisizione da parte dei borsisti di un know-how di eccellenza durante i loro soggiorni all’estero, favorendone successivamente il rientro in Italia. Un’iniziativa, istituita in onore del fondatore dell’azienda, che ha compiuto cinque anni e che è stata festeggiata a Trivero – dove nel 1910 venne inaugurato il Lanificio Zegna – con i 114 studenti selezionati nelle edizioni passate e i 49 a cui è stata assegnata la borsa di studio per l’anno accademico 2018/2019. Dall’inizio del programma, il Gruppo Zegna ha sostenuto 163 studenti. A oggi una ventina di loro sono rientrati in Italia e sono professionalmente attivi nel settore pubblico e privato anche con il sostegno del Gruppo Zegna, che si impegna a verificare i progressi dei borsisti durante gli studi all’estero e a facilitarne il rientro.


milano

Grattacieli, addio agli “skyscraper cleaners”

L’

idea è balenata un giorno dello scorso settembre quando, seduto al parco vicino alle Tre torri di City Life, Marko si è chiesto come vengono lavati i grattacieli. Così, insieme a sua sorella Martina, è nato il progetto di LEPO System, il sistema macchina lava grattacieli che può sostituire il pericoloso lavoro fino ad oggi svolto dall’uomo. Da allora sono passati nove mesi, la gestazione del progetto dei fratelli Lepovic è giunta al termine e LEPO System ha vinto la quinta edizione di Dr Start-upper, percorso realizzato in collaborazione tra Università Cattolica e Camera di commercio di Milano dal 2013. Di origine serba, i due ragazzi sono arrivati in Italia nel 2001. Marko con un diploma professionale come elettromeccanico e Martina come infermiera professionale. Oggi Martina è al quinto anno di Giurisprudenza in Cattolica, contenta di aver dato una svolta alla propria formazione. Insieme hanno fondato The Lepovic Company srl e al 50% han-

no brevettato LEPO System. «Abbiamo fatto una profonda ricerca sui sistemi di lavaggio dei grattacieli. Mentre Marko studiava come realizzare il sistema, io ho studiato la parte legale ed economica del progetto e ho iniziato a studiare il mercato – racconta Martina –. Abbiamo poi partecipato al programma europeo Horizon 2020 e contemporaneamente aperto la società». Non è stata facile la ricerca di ingegneri da inserire nel team, e alla fine dopo aver consultato diversi atenei italiani, la soluzione è arrivata a Belgrado dove l’università ha accettato la fattibilità del progetto. Così è iniziata la progettazione in squadra: ingegneri elettrotecnici, un professionista del marketing e un esperto di business. LEPO System risolverà tutti i problemi del lavaggio attuale, garantirà la sicurezza delle persone, ridurrà costi e tempo. Il robot avrà autonomia nel movimento, grazie alle guide lineari, laverà in orizzontale, e tornando asciugherà senza rovinare le finestre; sarà programmabile in base alle esigenze del cliente e funzionerà

anche di notte. Grazie al display ad alta risoluzione, installato sulla parte esterna del robot, non sarà compromesso l’aspetto della facciata del grattacielo e ad un tempo il dispositivo potrà trasmettere pubblicità offrendo al cliente la possibilità di un ulteriore guadagno. Promuovere la creatività degli studenti nel dare vita a start up innovative e nell’inventare nuove forme di lavoro e professionalità è la mission di Dr. Startupper, un’iniziativa che ogni anno supporta le idee imprenditoriali e le competenze acquisite nei percorsi di studio e che in questa sua quinta edizione ha visto la partecipazione di 34 tra dottorandi e studenti di master con 25 progetti.

Tesi Diritto del lavoro: AIDLaSS premia la Cattolica

A

mpio successo quest’anno per l’Università Cattolica al XIX Congresso nazionale dell’Associazione italiana di diritto del lavoro e della sicurezza sociale (AIDLaSS), organizzazione che riunisce professori, magistrati, professionisti e cultori di questo ramo del diritto. Nella splendida cornice del Teatro Santa Cecilia di Palermo, dal 17 al 19 maggio scorso, giuslavoristi provenienti da tutta Italia hanno discusso sulla retribuzione, introdotti al tema dalle magistrali relazioni di illustri professori. Nel pomeriggio del 18 maggio si è svolta la consegna dei premi che ogni anno l’Associazione attribuisce per le migliori tesi di laurea e dottorato, intitolati alla memoria, rispettivamente, di Ludovico Barassi e Francesco Santoro Passarelli, grandi giuristi del passato che hanno dato lustro al Diritto del lavoro. E in quest’occasione gli ex studenti della Cattolica si sono veramente distinti. Vincitrice ex aequo del premio Barassi è infatti risultata la laureata in Giurisprudenza Cecilia Rimoldi (nella foto a destra), con una dissertazione dal titolo La cogestione in Germania tra mito e realtà. Quali insegnamenti per il legislatore italiano, redatta sotto la guida di Matteo Corti, professore di Diritto comparato del lavoro e relazioni industriali presso la facoltà di Giurisprudenza. La commissione giudicatrice ha particolarmen-

GIOVANI MERITEVOLI

Doppio premio di laurea in ricordo del professor Fusconi

I

te apprezzato le abilità comparatistiche di Cecilia, che ha fatto ampio uso anche di fonti in lingua tedesca. Il premio Santoro Passarelli è stato invece assegnato a Roberto Pettinelli, già laureato in Giurisprudenza dell’Università Cattolica, che ha conseguito presso l’Ateneo il dottorato di ricerca in Diritto del lavoro e relazioni industriali con la dissertazione La gestione del dissenso collettivo. Fondamento e limiti del principio di maggioranza tra valorizzazione del dettato costituzionale e rafforzamento dell’ordinamento intersindacale, scritta sotto la guida del professor Vincenzo Ferrante, docente di Diritto del lavoro. La Commissione giudicatrice ha lodato la completezza dell’elaborato e gli spunti originali in esso presenti. Questi importanti riconoscimenti testimoniano la vitalità della scuola di diritto del lavoro della Cattolica, che, anche dopo la scomparsa di un maestro come Mario Napoli (1945-2014), continua a formare giuslavoristi eccellenti.

l professor Agostino Fusconi è sempre stato attento a sostenere studenti capaci e impegnati. Al fine di tenere vivo fra gli studenti l’interesse attivo nella ricerca dei processi informativi che determinano il comportamento dei mercati, in particolari finanziari, e le regole di efficienza ed efficacia operativa e comportamentale sono stati istituiti due premi di laurea a lui dedicati e intitolati. Tali riconoscimenti intendono essere un tributo alla costante attenzione rivolta dal professor Fusconi verso le problematiche del mondo dei giovani e alla loro possibilità di apprendere con l’aiuto di sostegni concreti allo studio. Agostino Fusconi è stato per anni presidente dell’I.S.U., poi di Educatt e ha potuto frequentare l’Università grazie al contributo di borse di studio presso il collegio Augustianum. Nell’assegnazione dei premi sarà considerato come titolo preferenziale l’aver conseguito l’idoneità all’assegnazione di un alloggio presso uno dei collegi dell’Ateneo.

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

31


milano

Dell’Aringa, una vita a riformare il lavoro

La comunità dell’Università Cattolica ha espresso grande cordoglio per l’improvvisa scomparsa, lo scorso 18 settembre, dell’economista Carlo Dell’Aringa, emerito dal 2015. La camera ardente è stata allestita venerdì 21 settembre nella Cappella del Sacro Cuore dell’Ateneo, mentre i funerali si sono svolti sabato 22 settembre nella chiesa di San Pietro in Sala a Milano.

di Claudio Lucifora*

C

arlo Dell’Aringa è stato un economista che possiede quella rara capacità di coniugare “sapere” e “saper fare”, che gli ha permesso di coltivare la passione per la ricerca economica fatta di teoria e di verifiche empiriche, e al tempo stesso di divulgarne i risultati a un pubblico più ampio per informare e indirizzare le scelte di politica economica. Il mercato del lavoro con i suoi problemi, le sue rigidità istituzionali e le implicazioni sociali che ne derivano sono sempre stati al centro della sua attenzione di studioso. I temi che caratterizzano la sua ampia produzione scientifica e pubblicistica spaziano dalla disoccupazione alle disuguaglianze nei redditi, dai salari all’inflazione, dalla produttività delle imprese alla organizzazione del lavoro, con un’attenzione e una conoscenza profonda dei dettagli istituzionali che regolano il funzionamento del mercato del lavoro. Tuttavia, se si dovesse individuare il filo conduttore che maggiormente ha caratterizzato la sua analisi del mercato del lavoro, questa è senza dubbio da individuare nel ruolo delle relazioni industriali: in quel complesso intreccio di rappresentanza e azione sindacale, nelle regole e nella struttura della contrattazione collettiva e nella composizione del costo del lavoro per la competitività delle imprese. Nonostante questi temi, per i loro risvolti politici e ideologici abbiano spes32

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

so diviso l’opinione pubblica creando barriere ed elevando il conflitto sociale, spesso anche in modo tragico, il contributo di Carlo Dell’Aringa è sempre stato orientato ad unire, mai a dividere, fornendo soluzioni e compromessi avendo sempre come guida solo il benessere collettivo. La sfida per la modernizzazione del mercato del lavoro italiano, l’ha accompagnato lungo tutta la sua carriera: dalla riforma della scala mobile per la lotta all’inflazione, all’introduzione di maggiore flessibilità nei contratti di lavoro per favorire la creazione di occupazione, dalla riforma della contrattazione nel pubblico impiego, fino al potenziamento della contrattazione aziendale per rispondere alle esigenze di produttività delle imprese dopo la “grande crisi”. Un percorso di riforma, quello del mercato del lavoro, che ha seguito, commentato e indirizzato avendo come scopo non solo quello di tutelare i lavoratori e le lavoratrici, ma anche categorie spesso non sufficientemente rappresentate nel confronto politico come i giovani e i disoccupati. Anche se non amerebbe essere definito così, è stato per molti dei suoi allievi un maestro, ha contribuito a trasformare

la tradizione italiana di studi sul lavoro, che era prevalentemente di tipo giuridico-sociologico, nella moderna economia del lavoro sviluppando l’analisi econometrica applicata a dati microeconomici per lo studio del funzionamento dell’economia del lavoro e la valutazione delle politiche. Ha creato, forse anche senza averne l’intenzione, una scuola di economisti del lavoro che al rigore metodologico uniscono attenzione agli aspetti istituzionali del mercato del lavoro e l’importanza di tradurre i risultati in prescrizioni di politica economica per il miglioramento del benessere sociale. La figura di Carlo Dell’Aringa ha dato visibilità e lustro prima di tutto all’Università Cattolica, l’istituzione presso cui ha insegnato per più di 40 anni, lasciando una testimonianza tangibile sia per l’insegnamento e la ricerca nel campo delle scienze sociali, sia per l’alto profilo istituzionale delle cariche ricoperte, sia infine per il rigore scientifico che ha trasmesso anno dopo anno a studenti e giovani ricercatori. * Docente di Economia politica presso la facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano

LA BIOGRAFIA

C

arlo Dell’Aringa si laurea nel 1963 all’Università Cattolica in Scienze Politiche con Giancarlo Mazzocchi con una tesi su La teoria dell’inflazione, nel 1970 consegue il D.Phil in Economics al Linacre College dell’Università di Oxford. Dal 1970 al 1980 è professore incaricato di Economia Politica nella facoltà di Economia della Cattolica. Diventa professore ordinario nel 1981 e dal 1982 è titolare della cattedra di Economia politica, che manterrà fino alla fine della carriera. Nel 1985 fonda il Creli (Centro di Ricerche Economiche per i problemi del Lavoro e dell’Industria) un centro di ricerche economiche che dirige per molti anni. Dal 1992 al 1996 è anche direttore dell’Istituto di Economia del Lavoro e dell’Impresa (Ieil) della Cattolica. Nella seconda metà degli anni 80 è tra i fondatori dell’Associazione Italiana degli Economisti del Lavoro (Aiel), di cui sarà anche presidente dal 1985 al 1991. Successivamente contribuisce alla fondazione dell’omologa associazione europea, la European Association of Labour Economists (Eale). È stato membro di diverse commissioni scientifiche presso Ista, Ministero Italiano del Lavoro, Inps, Eurostat e Ocse (Divisione Lavoro e Affari sociali). E’ stato presidente del consiglio direttivo dell’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale nel pubblico impiego) e presidente e poi commissario straordinario dell’ISFOL (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori). Negli anni ’90 è stato membro della Commissione Carniti promossa dal Ministero del Lavoro sulle “Differenze retributive nell’impiego pubblico e privato”, nel 2003 ha fatto parte della task force della Commissione Europea per la definizione della strategia europea per l’occupazione, ma probabilmente il rapporto per cui è maggiormente conosciuto è il “Libro bianco sul mercato del lavoro in Italia” predisposto per il Ministero del Lavoro nel 2001 e co-autorato con Marco Biagi, che ha dettato le linee guida per la riforma dei contratti di lavoro poi recepiti nella legge n. 30 del 2003. È stato autore di numerosi articoli sui temi del lavoro e delle relazioni industriali apparsi sui principali quotidiani nazionali, e in particolare sul Sole 24ore di cui è stato editorialista dal 2003.


milano

Scienze bancarie accreditata dal CFA

I

l Chartered Financial Analyst Institute ha accreditato le lauree magistrali in Banking and Finance e in Economia dei mercati e degli intermediari finanziari di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative: in tal modo rientrano nel programma

di affiliazione riconosciuto agli Atenei che attivano corsi rispondenti a requisiti di qualità con riferimento agli insegnamenti dell’area investment management. Inoltre, in relazione al suo diploma internazionale, CFA erogherà 7 borse di studio a iscritti alle magistrali

accreditate che, oltre a essere ammessi gratuitamente al CFA Program, potranno beneficiare di una riduzione delle tasse di iscrizione al primo esame per la certificazione. Quest’anno sono stati quasi 50 i candidati alle selezioni per l’assegnazione di una borsa di studio CFA.

ARCHEOLOGIA E SCIENZA

Il DNA dei Longobardi: focus di un progetto internazionale

Una borsa tra psicologia e big data

H

a vinto il premio alla memoria di Luca Belloni, manager di Kantar Millward Brown. Lorenzo Nardi (nella foto), al primo anno della magistrale Psicologia delle organizzazioni: risorse umane, marketing e comunicazione, ha ricevuto una borsa di studio da 2.500 euro, bandita in collaborazione con il gruppo WPP leader nei servizi di pubblicità, comunicazione strategica

e consulenza di marketing e in particolare con Kantar, divisione dedicata ad insight, consulenza e data management. Con questa borsa Nardi vuole approfondire gli argomenti della sua tesi di laurea triennale dedicata a La mala-informazione nel contesto attuale: dinamiche sociali, aspetti cognitivi e ruolo attivo nel dibattito politico, analizzando i big data derivanti dall’analisi dei social network.

S

Istituto Confucio, corso per docenti sulla storia della Cina

I

nsegnare il cinese senza dimenticare la sua storia. Con questo obiettivo l’Istituto Confucio dell’Università Cattolica ha organizzato il corso di aggiornamento sulla storia della Cina moderna e contemporanea dal titolo Insegnare storia nel mondo

globale: obiettivo Cina. Giunto alla terza edizione, il percorso formativo si è tenuto dal 6 al 7 settembre coinvolgendo professori che insegnano Storia e Lingua e cultura cinese nelle scuole secondarie di secondo grado in Italia, in particolare quelle dove si studia la lingua cinese.

Il corso, coordinato dalla docente di Storia della Cina contemporanea e direttrice dell’Istituto Confucio dell’Università Cattolica Elisa Giunipero, si è articolato in unità didattiche interdisciplinari, riflessioni metodologiche sulla didattica della storia e materiali relativi alla storia della Cina dell’Ottocento e Novecento. Inoltre, è stato l’occasione per presentare un nuovo strumento didattico: la piattaforma web Cina e world history. Materiali e proposte didattiche, a cura di Elisa Giunipero, Emilio Florio e Elisabetta Gaiani.

Più di 100 aziende al Career Day 2018

D

ue testimonial d’eccezione alla 13° edizione del Career Day Cattolica 2018 dello scorso 9 ottobre: la campionessa di ginnastica ritmica Daniela Masseroni e lo chef e imprenditore Massimo Oldani. All’evento, aperto a stu-

denti e laureati provenienti da tutte le università e facoltà d’Italia, erano presenti oltre 100 aziende, studi legali-tributari e Onlus che hanno offerto opportunità di lavoro in diversi settori. Tra i numerosi brand, alcuni nomi di richiamo compaiono per la prima volta: Walt Disney Company, Eataly,

Leonardo, Ferrero, Sperlari ed Estee Lauder. I numerosi incontri della giornata hanno affrontato temi di attualità come i rapporti Mondo Digital-Mondo del Lavoro, personal branding, social recruiting, e Self Tape vincenti per ottenere un lavoro in Economia 4.0.

ono stati resi noti dalla prestigiosa rivista scientifica Nature Communications i primi risultati di un progetto di ricerca internazionale coordinato dall’Institute for Advaced Study di Princeton (USA) e incentrato su analisi paleogenetiche di individui sepolti in necropoli longobarde ungheresi e italiane del VI secolo d.C. Il progetto ha un’impostazione multidisciplinare, in particolare la parte archeologica della ricerca – in relazione ai siti italiani – è da sei anni curata dall’Università Cattolica in collaborazione con storici, antropologi e genetisti di altri atenei europei ed americani. I dati sono di grande interesse e riguardano questioni fra le più dibattute nella storia medievale europea quali le migrazioni dei popoli barbarici, la natura e la formazione di queste gentes, l’esistenza di una specifica identità culturale e l’interazione con il popolamento locale. Temi peraltro molto attuali sotto vari aspetti. Le analisi paleogenetiche – DNA nucleare e mitocondriale, integrate da analisi degli isotopi stabili per la mobilità e l’alimentazione – supportano il percorso delle migrazioni sulla lunga distanza narrato dalle fonti scritte, rivelano la sorprendente presenza di un profilo genetico centro-nord europeo in Ungheria e in Italia, la corrispondenza con la ritualità e la cultura materiale, con la mobilità della prima generazione e con il migliore accesso alle risorse alimentari; fanno emergere con chiarezza l’importanza delle relazioni biologiche nella composizione e nella struttura sociale dei clan. I risultati di questo progetto internazionale sono stati anticipati durante il terzo incontro per l’Archeologia barbarica dal titolo Migrazioni, clan, culture: archeologia e scienza, organizzato lo scorso maggio in Cattolica da Caterina Giostra (nella foto), docente di Archeologia medievale dell’Ateneo, che partecipa al progetto di ricerca multidisciplinare in qualità di referente archeologo per l’Italia. presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

33


milano

Lupo conquista il Premio Viareggio

L

o scorso agosto, a sorpresa, la 89esima edizione del premio letterario Viareggio-Répaci ha inco-

ronato due vincitori per la sezione narrativa: Fabio Genovesi con Il mare dove non si tocca (Mondadori) e Giuseppe Lupo (nella foto) con l’opera Gli anni del nostro incanto (Marsilio). Lupo, professore di Letteratura italiana contemporanea all’Università Cattolica di Milano e Brescia, ha esordito nella narrativa nel 2001 (vincendo i premi Giuseppe Berto e Mondel-

lo) per poi confermarsi romanziere di talento. Con un romanzo dalla scrittura poetica e dallo stile evocativo Giuseppe Lupo descrive le vicende di una famiglia durante gli anni del boom economico, racconta il periodo più esaltante e contraddittorio del secolo scorso, entrando nei sogni, nelle illusioni, nei conflitti di due generazioni a confronto.

POSTGRADUATE

Open evening, cresce l’attrattività dei master

Radici e futuro, il Meic parla di Europa C

N

el tempo dei populismi e delle prospettive nazionaliste e sovraniste l’Europa sembra aver perso la sua centralità politica. Come contribuire all’inaugurazione di una nuova stagione europeista? È la domanda che ha animato il convegno Europa. Radici e futuro per cambiare prospettiva, promosso dal-

le delegazioni regionali Meic in collaborazione con il Centro pastorale dell’Università Cattolica, l’Azione Cattolica, la Fuci e l’associazione Amici del Meic. L’incontro, dello scorso 29 settembre in Cattolica, si è aperto con i saluti del presidente Meic Beppe Elia, del rettore dell’Ateneo Franco Anelli, del preside di facoltà di Let-

tere e filosofia Angelo Bianchi e dell’assistente ecclesiastico generale dell’Università Claudio Giuliodori. Temi come Europa: quale progetto per il futuro? e Le ragioni dell’Unione: sfide politiche contro la deriva populista sono state affrontati con i contributi, tra gli altri, di Jean-Marc Ferry, Gianni Ambrosio e Agostino Giovagnoli.

Delpini ricorda Toniolo: non c’è fede senza opere

N

o alla separazione tra fede e vita. No alla fede senza opere. No alla reticenza di chi fa opere buone, ma nascondendo l’ispirazione evangelica e l’appartenenza cattolica. Ecco cosa suggerisce la Parola di Dio proclamata, in merito alla questione dell’identità

dell’Università Cattolica. Ad affermarlo è stato l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, nell’omelia pronunciata, lo scorso 2 ottobre, nella cappella Sacro Cuore dell’Ateneo, presiedendo la messa nel centenario della morte del beato Giuseppe Toniolo, figura alle radici della storia della Cattolica.

Nella cappella gremita era presente il rettore Franco Anelli, il segretario generale dell’Istituto Toniolo Enrico Fusi e l’assistente ecclesiastico generale dell’università monsignor Claudio Giuliodori, che ha concelebrato la funzione eucaristica insieme agli altri assistenti.

Una targa in memoria del professor Eraldo Bellini

L

o scorso 21 luglio, a Serra de’ Conti (AN), suo paese natale, è stata posta una targa in memoria ed è stata intitolata la biblioteca comunale al professor Eraldo Bellini, 34

venuto a mancare lo scorso febbraio dopo una lunga malattia. Nato e cresciuto a Serra de’ Conti, il professor Bellini – docente di Letteratura italiana alla facoltà di Lettere e filosofia dell’Università Cattolica – si è sempre distinto per la sua umanità unita a un profondo rigore intellettuale e morale. L’amministrazione comunale del suo paese d’origine ha per questo deciso di porre una targa in memoria del docente serrano presso

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

il centro comunale “Il Posto delle parole”, ritenendolo il luogo più adatto per ricordarne l’impegno culturale, civile e didattico e per sottolinearne il valore del merito. Alla cerimonia ufficiale di presentazione della targa e intitolazione della biblioteca sono intervenuti il professor Angelo Bianchi (nella foto a destra), preside della facoltà di Lettere e filosofia dell’Ateneo del Sacro Cuore, e il professor Giuseppe Lupo, amico e collega di Eraldo Bellini.

rescono del 13% le domande di ammissione ai master rispetto allo scorso anno e in particolare aumentano le richieste per i percorsi nell’ambito della comunicazione, della finanza, delle nuove tecnologie e della gestione dei dati. Anche l’offerta formativa ha un trend positivo con tredici nuove proposte, circa 8% in più in tutte le sedi rispetto all’anno accademico scorso. Forte di questi risultati, lo scorso 20 settembre in largo Gemelli, master, scuole di specializzazione e dottorati di ricerca sono stati presentati durante un Open evening che ha previsto anche una tavola rotonda sul tema Formazione postlaurea: conoscere per crescere con Mario Gatti, direttore della sede milanese dell’Ateneo, Simona Erba, Talent Acquisition Manager di Bosch Italia, Silvia Pasolini della Fondazione Collegio delle Università Milanesi e co-founder di Village, Ismene Papageorgiu, responsabile master e corsi specializzandi della Cattolica. Grazie alla multidisciplinarietà dei suoi percorsi, anche quest’anno l’Ateneo garantisce un ventaglio di programmi che incontrano le esigenze di giovani neolaureati, ma anche di figure senior che intendono aggiornare e rafforzare la propria posizione in diversi settori. L’anno accademico 2018/2019 vede diverse novità nelle aree agrifood e ambiente, banca, finanza e assicurazioni, management, beni culturali, politica e relazioni internazionali, media, education e social work, legislazione e diritto, psicologia, distribuiti sulle quattro sedi dell’Ateneo. Nell’ottica di garantire a tutti la possibilità di accedere a percorsi di alta formazione, grazie a contributi di enti pubblici e privati, oltre che fondi propri, nel 2017 sono state erogate per i master oltre 400 tra borse di studio e riduzioni sulle quote di iscrizione. Inoltre, quest’anno 17 master promossi in tutte le sedi hanno ricevuto l’accreditamento per l’assegnazione di 78 borse di studio INPS.


roma

Gli sviluppi della medicina personalizzata al centro della Giornata per la ricerca 2018

di Federica Mancinelli

L

a divulgazione dei risultati della ricerca in campo biomedico prodotti dalla nostra Università e dal nostro Policlinico ha una valore culturale e sociale importante, particolarmente in un periodo in cui sembra mancare fiducia nella scienza. Questo impegno e questi risultati raggiunti dai nostri ricercatori contribuiscono a ricostruire il rapporto medico-paziente e il rapporto cittadino-scienziato», così il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, nel saluto iniziale alla settima edizione della Giornata per la Ricerca, promossa dalla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica e dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, che si è tenuta il 20 settembre al Policlinico Gemelli sul tema Medicina Personalizzata e Innovazioni Biotecnologiche. La Giornata per la Ricerca 2018 è stata dedicata alla presentazione dei risultati degli studi e delle ricerche in corso in cinque aree: malattie neurologiche e dell’invecchiamento, salute della donna e del bambino, biotecnologie innovative e percorsi di personalizzazione diagnostica e in terapia intensiva, malattie cardiopolmonari croniche e sostenibilità della medicina personalizzata e predittiva nel Servizio Sanitario Nazionale. Gli studi sono stati presentati da cinque giovani ricercatori della facoltà di Medicina e chirurgia: i dottori Camilla Nero, Matteo Bonini, Gennaro De Pascale, Riccardo Di Iorio, Maria Lucia Specchia (nella foto in alto). «Sono particolarmente lieto di celebrare ancora una volta questa nostra Giornata dedicata alla ricerca – ha detto Rocco Bellantone, preside della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica – Un particolare ringraziamento va ai nostri giovani ricercatori che hanno presentato i frutti migliori di un anno di attività scientifica condotta dall’intera facoltà di Medi-

cina e chirurgia per il miglioramento della vita delle persone malate che si rivolgono con fiducia al Gemelli». «Questa settima Giornata per la Ricerca, da sempre importante – ha dichiarato il dottor Giovanni Raimondi, presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – lo è ancora di più poiché festeggiamo il riconoscimento quale IRCCS alla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, che nei risultati della ricerca da trasferire rapidamente al letto del malato ha da sempre la sua vocazione. La ricerca condotta quotidianamente nei nostri reparti e nei nostri laboratori così intesa rappresenta una forma alta di Carità». «Il riconoscimento quale IRCCS ci spinge ad avere una visione differente e sistemica sul tema importante della ricerca traslazionale e della formazione, a livello nazionale e europeo – ha detto Giovanni Scambia, professore di Ginecologia e ostetricia dell’Università Cattolica e Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – La Giornata di oggi è uno dei primi segni di questo nuovo percorso

intrapreso con decisione e fiducia dai ricercatori della nostra facoltà di Medicina e del nostro Policlinico». Al centro della giornata la relazione di Guido Rasi, direttore esecutivo dell’EMA (Agenzia Europea del Farmaco) dal titolo La visione dell’EMA sull’innovazione: dall’approvazione all’accesso ai farmaci. Al professor Rasi è stato poi conferito da monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, il Premio Giovanni Paolo II “per il costante impegno nel promuovere e sostenere la ricerca di nuove cure a beneficio della salute dei cittadini europei”. A seguire le relazioni di Paolo Maria Rossini, professore di Neurologia in Cattolica, su La biobanca e il Clinical Trial Center: due facilities avanzate della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS per la ricerca clinica e di Giovanni Arcuri, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Tecnologie Sanitarie della Fondazione Gemelli su Innovazioni tecnologiche d’avanguardia nella Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS. Nella stessa occasione, com’è tradizione della Giornata per la Ricerca, sono stati premiati i giovani autori delle migliori pubblicazioni dell’anno 2017 dai professori Paolo Maria Rossini e Claudio Grassi: Matteo Spinelli, Istituto di Fisiologia Umana; Luca Giraldi, Istituto di Sanità Pubblica; Stefano Alivernini, Istituto di Reumatologia; Emanuela Teveroni, Istituto di Patologia Speciale Medica e Semeiotica Medica. Quindi il professor Bellantone ha premiato il miglior dottore di ricerca della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, la dottoressa Marianna Criscuolo dell’Istituto di Ematologia, autrice di oltre 40 pubblicazioni su riviste indicizzate nazionali ed internazionali.

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

35


roma

Oncologia, sperimentazioni e giardino pensile terapeutico

S

i chiama Centro di Farmacologia Clinica di Genere il centro innovativo dedicato alle sperimentazioni cliniche oltre che alla cura delle malattie oncologiche delle donne della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Si tratta di un reparto di degenza con 4 posti letto e un day hospital che si sviluppa su una superficie di circa 380 mq, che è attualmente sede di circa 23 trial clinici in ginecologia oncologica di fase II-III, la maggior parte sui carcinomi dell’ovaio. Il Centro, costruito nel rispetto delle nuove normative sulle sperimentazioni cliniche, dispone anche di un giardino pensile terapeutico unico in Italia, realizzato ad hoc per immergere le pazienti nella natura in modo che ne traggano benessere psico-fisico che favorisce il buon esito delle cure. Un fondamentale apporto alla creazione del Centro è stato dato dal sostegno finanziario dell’Associazione OPPO e le sue stanze Onlus. «L’Unità di Farmacologia Clinica offre alle pazienti la possibilità di ricevere terapie con farmaci sperimentali, cioè ancora in fase di studio – spiega Giovanni Scambia, professore di Ginecologia e ostetricia all’Università Cattolica e

INCONTRO

Gemelli entra in ACC alleanza contro il cancro

L

direttore scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e del Dipartimento per la salute della donna e del bambino –. L’obiettivo principale è personalizzare i trattamenti medici su misura del singolo paziente e sviluppare nuovi farmaci antitumorali per garantire trattamenti mirati, più efficaci e con meno effetti collaterali, sulla base delle caratteristiche genetiche e molecolari di ogni tumore senza sottovalutare le ansie e le aspettative personali. L’unità dedicata agli studi clinici permette di ottimizzare, facilitare e garantire un elevato standard qualitativo ai pazienti che, accettando di sottoporsi ad una terapia sperimentale, necessitano di maggiore assistenza, supporto e confort». Insieme all’innovativo Centro di Farmacologia Clinica di Genere, sono stati inau-

gurati anche i nuovi spazi del Giardino Pensile Terapeutico. Questa iniziativa porta per la prima volta in Italia la chemioterapia “fuori dalle mura dell’ospedale” grazie a un’area riparata e protetta (ma che consente comunque una visuale sulla natura circostante). Il Giardino, infatti, è al servizio delle pazienti oncologiche dei percorsi clinico-assistenziali del Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino. Si tratta del primo Giardino Terapeutico progettato in Italia a partire da una sistematizzazione dei risultati di oltre 20 anni di ricerche scientifiche condotte a livello internazionale sul rapporto tra natura e benessere psico-fisico di pazienti e personale. Le pazienti potranno sperimentare un contatto diretto con la natura, massimizzandone gli effetti benefici oltre che sul fronte psicologico anche a livello fisico.

a Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS è entrata a far parte, nello scorso mese di giugno, di Alleanza Contro il Cancro (ACC), la prima rete di Istituti di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico costituita dal Ministero della Salute. «La sua missione è di generare sinergie e innovazione nella lotta ai tumori – ha detto il presidente di Alleanza Contro il Cancro, Ruggero De Maria – e l’ingresso della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS uno dei più grandi centri italiani specializzati nella cura del cancro, incrementerà in maniera significativa il contributo che la Rete potrà fornire all’oncologia italiana».

«Accogliamo con entusiasmo la decisione del Consiglio direttivo di ACC – ha detto Giovanni Scambia, direttore scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – perché suggella pubblicamente il ruolo che il Gemelli ha quale ospedale oncologico di rilievo nazionale e internazionale, cui si rivolgono con fiducia decine di migliaia di persone ogni anno da tutta Italia. Lo testimonia il nostro Libro Bianco dell’Oncologia che riassume tutta la nostra attività clinica, scientifica, ma anche solidale, attraverso le associazioni che operano per la cura del paziente anche nei suoi aspetti spirituali e morali».

Economia e Medicina danno il benvenuto alle matricole

L

a stagione autunnale della sede di Roma si è aperta con le due giornate di benvenuto agli iscritti al primo anno dei Corsi di laurea delle facoltà di Economia e Medicina e chirurgia. Nella giornata del 17 settembre sono state accolte nel campus le matricole del Corso di laurea triennale in Economia e gestione dei servizi e il 1 ottobre gli iscritti al primo anno dei Corsi di laurea triennali e magistrali a ciclo unico della

36

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

facoltà di Medicina e chirurgia. Le giornate si sono aperte con la celebrazione eucaristiche, poi i nuovi studenti hanno ricevuto in aula il saluto di monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, di Fabrizio Vicentini, direttore della sede di Roma, dei docenti della Facoltà, dei tutor e del personale amministrativo degli uffici dedicati. Quindi, dopo l’incontro con i professori delle Facoltà che

hanno illustrato programmi, contenuti e prospettive dei corsi di laurea, si sono tenuti, a cura dell’Ufficio Orientamento e Tutorato dell’Ateneo, gli incontri SOS matricola dove, con l’intervento del tutor di gruppo, i nuovi iscritti hanno ricevuto informazioni sull’organizzazione dell’anno accademico, sugli orari delle lezioni, i programmi dei corsi, i servizi e le opportunità offerte dall’Ateneo.


roma

Al via il nuovo corso di Farmacia

A

l via nella sede di Roma, il Corso di laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia, un nuovo percorso formativo che arricchisce l’offerta della facoltà di Medicina e chirurgia e che si propone di formare una figura professionale di farmacista che si integri nella rete sanitaria sul territorio, fornendo gli strumenti intellettuali per essere dei consulenti della salute e del benessere. Tre i profili caratterizzanti il nuovo piano di studi: management e marketing, dispositivi medico-diagnostici

e percorsi assistenziali e del benessere. L’offerta formativa, che si articola negli insegnamenti di base della fisica, della chimica e della biologia, non trascura i settori più innovativi biotecnologici, farmacologici, chimici e tecnici applicati alla farmaceutica. Il carattere innovativo del corso è rappresentato dalla spiccata attenzione verso la Farmacia dei servizi assistenziali e offre l’opportunità concreta di accostarsi a un approfondito studio dei nuovi farmaci e dei dispostivi medici e diagnostici, valutabili all’interno della pratica

clinica. Fondamentale anche la possibilità di interazione con le professionalità mediche e sanitarie che operano presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, in cui la Farmacia ospedaliera è un forte valore aggiunto di questo percorso formativo. Inoltre, la sinergia con la facoltà di Economia e con i Corsi di laurea in Management dei servizi sanitari, offerti nella sede di Roma, garantisce la possibilità di acquisire conoscenze e competenze manageriali indispensabili per il Farmacista in tutti gli ambiti.

EVENTO BENEFICO

Music4Memory con Zingaretti e Haber

L

a musica è stata protagonista la sera del 20 settembre nell’Auditorium della sede di Roma in occasione di Music for Memory, evento benefico presentato da Livia Azzariti, che ha avuto come protagonisti Alessandro Haber, Luca Zingaretti, Giulio Scarpati, Elena Sofia Ricci e la Rossini Jazz Band con il professor Paolo Maria Rossini, docente di Neurologia dell’Ateneo e promotore dell’evento insieme a Patrizia Spadin dell’Associazione Italiana Malattia Alzheimer (Aima). Obiettivo dell’evento era la realizzazione presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di un Centro di Ascolto in grado di offrire alle famiglie dei malati di

Carovana della Prevenzione, il nuovo tour

H

a preso il via il 2 ottobre il nuovo tour della Carovana della Prevenzione, il Programma Nazionale Itinerante di Promozione della Salute Femminile, promosso congiuntamente dalla Susan G. Komen Italia con la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS che ha percorso in un mese 8 regioni italiane in 30 tappe. Grazie alle sue tre Unità Mobili ad alta tecnologia, la Carovana della Prevenzione offre esami diagnostici per la prevenzione dei tumori del seno e del collo dell’utero, consulenze speciali-

stiche, laboratori pratici di attività fisica e di corretta alimentazione per la promozione di stili di vita sani. I tumori del seno sono le neoplasie maligne più frequenti nelle don-

ne, e occasionalmente si verificano anche negli uomini (1 caso ogni 100). Ogni anno nel mondo si registrano oltre 1,6 milioni di nuovi casi, 50.000 dei quali nel nostro paese.

Contro l’alzheimer arriva anche chat yourself

R

icordi che sbiadiscono, confusione con tempi e luoghi, richiesta delle stesse informazioni più volte: questi tra i primi sintomi con cui si manifesta l’Alzheimer, che affligge oltre 600mila italiani e i loro familiari. Per sconfiggere la malattia ci si affida a ricerca e diagnosi precoci, ma anche alla tecno-

logia e ai social, a partire dai chatbot, “assistenti virtuali” che si avvalgono dell’intelligenza artificiale a supporto delle persone. Una proposta concreta arriva da Chat Yourself, la ‘memoria di riserva’ a portata di smartphone, presentata a settembre al Ministero della Salute da Roberto Bernabei, professore di Geriatria all’Università

Cattolica e Presidente di “Italia Longeva”, e da Paolo Maria Rossini, professore di Neurologia. Chat Yourself è in grado di memorizzare tutte le informazioni relative alla vita di una persona, restituendole su richiesta all’utente, che ha anche la possibilità di impostare notifiche personalizzate.

Alzheimer e altre forme di demenza, informazioni sullo stato della ricerca e sulla cura oltre che risposte scientificamente validate contro le numerose ed incontrollate fake news che circolano in internet e sui media. Il Centro di Ascolto è promosso da Associazione Italiana Malattia Alzheimer-Aima e Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS - Università Cattolica e si avvarrà del coordinamento di un board scientifico di ricercatori e clinici che fornirà risposte puntuali e qualificate grazie a ad un giovane borsista che fungerà da tramite con la Linea Verde Alzheimer (800 679679) che Aima tiene aperta da più di vent’anni. Presenti alla serata Marco Elefanti, direttore amministrativo dell’Università Cattolica e direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Giovanni Raimondi, presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Rocco Bellantone, preside della facoltà di Medicina e Chirurgia e Fabrizio Vicentini, direttore della sede di Roma dell’Ateneo. presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

37


brescia

Creatività e comunicazione servizi digitali per i musei

P

urtroppo il museo posto sul colle Cidneo, all’interno del bellissimo mastio visconteo, rimane ancora oggi poco frequentato sia dai cittadini che dai turisti della città di Brescia; da qui l’idea del direttore di Brescia Musei Luigi Di Corato di coinvolgere gli studenti della laurea magistrale in Gestione di contenuti digitali per i media, le imprese e i patrimoni culturali (Ge.Co) nella promozione di una delle più ricche raccolte europee di armature e armi antiche. Dal laboratorio di Storytelling digitale e transmediale, coordinato da Fabrizio Martire e dalla squadra di Gummy Industries, sono usciti 4 progetti che prevedono l’utilizzo di diversi mezzi di comunicazione online e non: blog, social media e comunicati stampa. Un gruppo di ragazzi ha proposto Il Soldato Indignato, una vera e propria mascotte per il Museo. Si tratta di un soldato in carne e ossa che, vestito con la propria armatura, ha percorso le vie di Brescia alla scoperta del mondo contemporaneo, stupendosi di ogni cosa a lui sconosciuta

e ponendo domande improbabili ai cittadini che ha incontrato lungo la strada, ai quali ha consegnato un biglietto da visita con i propri contatti social, insieme ad un invito personale di recarsi al museo. Tutte le avventure del Soldato sono state condivise sulla pagina facebook appositamente creata per raggiungere il target del progetto.

La Spada dell’Una è il nome del quiz giornaliero trasmesso in diretta facebook sul canale ufficiale del progetto, dal 18 al 22 giugno, alle ore 13. Le tematiche dei quiz sono state le armi della collezione museale ideate dagli studenti con l’oplolo-

go Marco Merlo. I vincitori del quiz si sono aggiudicati una visita al Museo delle Armi “Luigi Marzoli”, oltre alla possibilità di visitare il magazzino dello stesso, alla scoperta dei pezzi da collezione mai esposti. Un altro gruppo di studentesse ha scelto di puntare sulla fotografia e sul disegno, denaturalizzando e decontestualizzando le armi e il loro tradizionale utilizzo. L’idea centrale del progetto Disegni Disarmanti è stata quella di presentare un utilizzo divertente e alternativo delle armi, rivolgendosi agli illustratori, ai grafici, che sui social cercano contenuti che siano diversi dalle solite fotografie “perfette” di momenti della vita degli altri. Come? Combinando le fotografie delle stesse con alcuni disegni da loro creati ed una didascalia nata dal nome dell’oggetto fuso al suo nuovo utilizzo. È proprio attraverso i Social Network, infatti, che hanno diffuso i loro contenuti, creando un profilo facebook e instagram ad hoc per il progetto. Rimane per ora ancora sulla carta il quarto progetto Summer is Coming.

CONCORSO VIDEO

Volti e storie da New Italian Workers

N

ew Italian Workers feat. Suranga Deshapriya Katugampala è il titolo della cerimonia di premiazione dell’edizione 2018 - la seconda - di New Italian Workers, il concorso video che fa parlare i nuovi italiani, con micro-interviste a lavoratori che raccontano a studenti di cinema e media la loro provenienza e la loro integrazione, proprio attraverso il lavoro. New Italian Workers, dotato di un premio di mille euro, è stato organizzato dal corso di laurea in Scienze e tecnologie delle arti e dello spettacolo (Stars), in collaborazione con il Centro di iniziative e ricerche sulle migrazioni (Cirmib), e con molte delle agenzie e associazioni che operano nel campo del confronto multiculturale in città. L’iniziativa è promossa dal progetto e portale Moving Culture, che dà spazio alle culture del cambiamento, della mobilità e della trasformazione urbana per iniziativa delle principali istituzioni cittadine: oltre all’Università Cattolica, il Comune di Brescia con il suo Urban Center, Brescia Musei, BSMobilità, Ambiente Parco, e la capofila fondazione Micheletti. Presente nell’elaborazione del progetto sin dalla sua ideazione, l’Università Cattolica ha messo a disposizione del progetto Moving Culture la sua naturale vocazione alla connessione degli universi giovanili e della creatività con il territorio, la sua cultura d’impresa e le sue istituzioni, favorendo la partecipazione degli studenti con le loro opere di creatività.

AmazinGlitch, esposizione sull’arte dell’errore

L

e grandi conquiste e le idee vincenti, si sa, spesso nascono da un errore. Una teoria che può essere applicata anche all’arte contemporanea, laddove ingrandimenti eccessivi, perdita di dettagli, ribaltamenti prospettici, o storpiature formali - in un primo momento additati come elementi di disturbo nell’economia visiva dell’opera – si rivelino invece in grado di creare nuovi equilibri estetici. A fornirne un esempio è AmazinGlitch. L’errore che diventa arte, il progetto espositivo ideato, realizzato, allestito e curato da un gruppo di studenti del corso di laurea in Scienze e tecnologie delle arti e dello spettacolo (Stars), sotto la supervisione di Fabio Paris, nell’ambito del laboratorio di Ideazione di eventi espositivi. Così Emanuele Comincini, Andrea Lara

38

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

Cucchi, Elisa Curotti, Dafnis Dall’Olio, Martina Dattolo, Elisa Fornari, Giuditta Gerevini, Giada Illini, Maria Minervino, Isabella Stucchi, Martina Tomasoni, Elisa Turra e Beatrice Zanini si sono cimentati nella realizzazione di ritratti e immagini, reinterpretandoli loro stessi in chiave personale e artistica. In un’era in cui il digitale e le relative applicazioni vengono utilizzate in tutti i campi del quotidiano, e non solo, anche la produzione artistica non è rimasta esente da tutto ciò, sfruttando le nuove modalità di modifica e condivisione offerte dal multimediale per approdare a nuovi e inediti risultati estetici. Dal punto di vista pratico il tutto è stato sviluppato grazie a Glicht4ndroid, un’applicazione per dispositivi Android ideata dalla mente creativa di Luca Grillo. Si tratta di una App

con cui è possibile modificare un’immagine direttamente da un semplice smartphone, consentendo a chiunque di poter liberare la propria creatività, sperimentazione e inventiva. L’applicazione ha avuto una risonanza tale da raggiungere un milione e mezzo di download in pochissimo tempo.


brescia

Con Ask Pinocchio, caccia alle fake news

È

un po’ come il naso del burattino di legno che si allunga quando dice una bugia. Non per niente i suoi creatori l’hanno chiamato AskPinocchio. Il software, ideato e lanciato da un team di sei ricercatori italiani attivi tra Stati Uniti, Svizzera e Italia, utilizza algoritmi di intelligenza artificiale per riconoscere le fake news. In altre parole, è un sistema automatico in grado di imparare a distinguere una notizia vera da una falsa. Un compito sempre più difficile per chi naviga nella rete, portato alle estreme conseguenze anche dall’uso massiccio dei social network. L’altra faccia della democratizzazione dell’informazione, infatti, è l’aver reso più complicato il processo di verifica dei contenuti condivisi tra cui si celano anche le “fake news”, che trovano nella rete un terreno ideale per propagarsi in maniera incontrollabile. «askPinocchio è il risultato di due anni di lavoro in cui abbiamo sviluppato algoritmi innovativi per riconoscere le fake news con l’obiettivo di offrire un servizio accessibile a tutti» spiegano i ricercatori. Il team, composto da Marco Della Vedova (nella foto) e Eugenio Tacchini (Università Cattolica - Brescia e Piacenza), Stefano Moret (Politecnico di Losanna), Gabriele Ballarin, Luca de Al-

faro (University of California) e Massimo Di Pierro (De Paul University, Chicago) prosegue il suo lavoro e ha in serbo una versione in lingua inglese, che potrebbe già essere disponibile in autunno. A poco più di una settimana dal lancio ufficiale del sistema, askPinocchio contava già circa 4.000 test effettuati da utenti mossi dalla volontà di verificare l’attendibilità di quanto letto in Rete. Tra gli argomenti più gettonati vi sono sicuramente la politica e il tema migranti, ma anche la questione relativa ai vaccini. Riguardo quest’ultimo punto «Trattandosi di un tema assai delicato abbiamo deciso di inserire una regola che scavalca l’intelligenza artificiale, non fornendo quindi alcun risultato ma bensì rimandando a link informativi sull’argomento» precisa Marco Della Vedova, della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali della sede di Brescia. Oggi il livello di affidabilità dei risultati è ottimo per quanto riguarda le teorie complottiste di varia natura, mentre sul tema salute abbiamo riscontrato una leggera fatica che stiamo cercando di migliorare». Già, perché, secondo gli artefici della ricerca, l’affidabilità di askPinocchio migliorerà nel tempo, in quanto gli algoritmi di intelligenza artificiale “impara-

no” dall’esperienza. In base ai risultati pubblicati dal team di ricercatori in un recente articolo (E. Tacchini, G. Ballarin, M.L. Della Vedova, S.Moret, and L. de Alfaro. 2017. Some Like It Hoax: Automated Fake News Detection in Social Networks. In Proceedings of the Second Workshop on Data Science for Social Good, Vol.1960. CEUR-WS), che risulta tra i più citati nel settore, una “fake news” può infatti essere identificata automaticamente e con precisione estremamente elevata analizzando sia il contenuto e il linguaggio della notizia, sia le modalità con cui si diffonde sui social. «Siamo molto soddisfatti - proseguono - ma è solo un primo passo. Il fenomeno è complesso, ci sono molti altri aspetti sui quali stiamo lavorando».

Progetto X-Culture, studenti a prova di consulenza

È

stata un’esperienza davvero poliedrica quella vissuta a Macerata da Carlo Alberto Calchera, studente iscritto al terzo anno di Scienze linguistiche nella sede di Brescia dell’Università Cattolica, grazie al progetto X-Culture che propone la filosofia del learning by doing come metodo per l’insegnamento di Marketing e Business Internazionale. Carlo Alberto era risultato fra i migliori 150 studenti tra circa 4.500 partecipanti a livello mondiale ed è approdato così alla seconda fase del progetto, il Simposio, che si è tenuto all’Università di Macerata dal 29 luglio al 3 agosto scorso, alla presenza della professoressa Loretta Battaglia (a destra nella foto qui a fianco), coordinatrice del progetto per l’Università Cattolica, che è stata selezionata fra i 30 “best educators del primo semestre 2018 di X-Culture”, grazie anche alla performance degli studenti bresciani che hanno partecipato. «In questa seconda esperienza – racconta lo studente – ho avuto modo di incontrare faccia a faccia i miei nuovi compagni, e ciò ha aggiunto una dimensione

ulteriore al concetto di team: oltre ad aver lavorato al challenge per quasi un mese virtualmente - e pertanto dovendo far fronte a tutte le complicazioni del caso ho potuto (e direi anche dovuto) apprendere e mettere in pratica diverse “soft skills”, fondamentali quando ci si interfaccia al mondo del lavoro. Come, per esempio, tecniche di team management, di problem solving e di mediazione linguistica. Tutto rigorosamente in lingua inglese». Durante la settimana del simposio, i partecipanti hanno preparato una pre-

sentazione professionale e accattivante, per risolvere il quesito posto dall’azienda partner. «Dover parlare dei propri studi e delle proprie scoperte di fronte a dei veri professionisti di successo - tra cui l’Ad e l’Head Marketing Manager di Simonelli Group - ha reso tutto ancora più “reale”: non eravamo più in un contesto studentesco, non eravamo “protetti”, eravamo nel mondo del business reale, a confrontarci con delle dinamiche ancora “sconosciute” e a mettere la nostra faccia e il nostro nome davanti alle nostre idee».

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

39


brescia

Brescia-Israele, Erasmus a distanza

U

n gruppo di studenti del secondo anno di Scienze linguistiche ha esercitato la lingua inglese dialogando per qualche mese con ragazzi israeliani grazie al progetto Erasmus. Un uso originale e didattico delle tecnologie

della comunicazione e dei social network che viene incontro a chi non può permettersi periodi prolungati di studio all’estero. È quello che hanno fatto un gruppo di studenti, coordinati da Costanza Peverati, che hanno attivato dei forum e delle chat grazie ai quali hanno condivi-

so attività di presentazione di se stessi, interagendo con studenti nella città di Israele. Tutto questo grazie al progetto Erasmus Plus+ IN2IT. Un modo per migliorare il proprio inglese ma anche per favorire l’intercultura fra gli studenti.

Brescia capitale nazionale della storia economica

A

fine settembre si è tenuto in Cattolica il convegno annuale della Società italiana degli storici e economici. La Sise ha proposto un confronto internazionale su Il settore agro-alimentare nella storia dell’economia europea. Un comparto, quello dell’agro-alimentare, che può essere considerato crocevia tra agricoltura, turismo, impresa, una disciplina quindi all’incro-

cio tra differenti interessi e molteplici prospettive. Nelle varie sessioni sono state esaminate casi di studio italiani ed europei riferiti ad esperienze

produttive in epoca moderna e contemporanea dalla Lombardia alla Sardegna, dalla Slovenia alla Sicilia, all’Irpinia. «Il comparto agroalimentare ha innegabili motivi di interesse – ha spiegato il professor Mario Taccolini (nella foto), presidente della Sise – a cominciare dalla sua rilevanza dimensionale. Sia sul fronte dell’occupazione, sia sul versante del valore aggiunto che genera».

SEMINARIO

Se la matematica si trasforma in arte

I

n principio fu Euclide, che nel 300 a.C. enunciò dal punto di vista matematico la sezione aurea – principio fondamentale di equilibrio e armonia – già utilizzata da molte delle grandi culture antiche, come quella greca, egizia o assiro-babilonese. Compiendo un grande balzo in termini geografici e cronologici, anche architetti, artisti e umanisti di epoca rinascimentale pescarono a piene mani dalle più evolute conoscenze matematiche dell’epoca per dare forma concreta a un ideale di bellezza costruito sull’equilibrio prospettico e un’armonia delle proporzioni. Un legame dunque stretto e millenario, quello tra matematica e produzione artistica, che nella contemporaneità perdura nel lavoro di artisti come Rinus Roelofs (1954), protagonista del seminario Art about Mathematics, promosso dalla facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e naturali.

A “Piedi” verso un futuro migliore

È

stato un cammino, geografico ma anche e soprattutto personale, quello affrontato da dieci ragazzi. A Piedi. Percorsi educativi è l’inedito progetto pedagogico e formativo rivolto ad adolescenti con un passato macchiato da reati e quindi bisognosi di un’esperienza funzionale all’elaborazione e alla (ri)definizione della propria traiettoria esistenziale. Sei giorni, 135 chilometri e 38 ore di cammino attorno alle sponde del Lago di Garda: i ragazzi sono stati accompagnanti dal professor Giancarlo Tamanza, direttore del Laboratorio di Psicologia dell’Università Cattolica, Nicola Maccioni, educatore/guida e presidente di Area – So40

cietà Cooperativa Sociale Onlus e Luca Bonini, psicoterapeuta. Fondamentale il contributo scientifico di un’équipe del Laboratorio di Psicologia della Cattolica, sia nelle fasi di preparazione, che in quelle successive alla conclusione del percorso, con la predisposizione di tre incontri con l’equipe multidisciplinare in cui i ragazzi potranno rileggere, analizzare e valutare la fasi dell’esperienza fatta. «Considerata la natura sperimentale e innova-

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

tiva del progetto, nonché la necessità di validare il modello di intervento particolare attenzione verrà riservata l’attività di valutazione, che prenderà in considerazione sia le dimensioni di risultato (outcomes), sia il processo di lavoro, allo scopo di identificare il rilievo dei diversi fattori intervenienti (le condizioni di esercizio, gli aspetti relazionali, le attività e le esperienze a maggiore impatto emotigeno)» ha affermato il professor Tamanza.

Olandese di nascita, una laurea in matematica applicata conseguita all’Università degli studi di Enschede, e una successiva presso l’Accademia di Belle arti con specializzazione in scultura, Roelofs è l’autore di sculture in legno, plastica, nylon, alluminio, carta e polimeri in cui il legame tra le due discipline permette, da un lato, di ottenere strutture la cui bellezza ipnotica è il risultato di calcoli algebrici, dall’altro di facilitare e stimolare la conoscenza e l’approfondimento di teoremi matematici sulla scia di una bellezza estetica osservata. Quanto peso ha la tecnologia in tutto ciò? Non poco. In particolare per la realizzazione di modellini e studi preparatori per le grandi installazioni ambientali che Roelofs espone in tutto i mondo, stampati mediante l’ausilio di stampanti 3D.


piacenza-cremona

Una giornata dedicata al valore del dono

C

ominciate col fare il necessario, poi ciò che vi è possibile, e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile»: richiama le parole di San Francesco d’Assisi la Giornata del Dono che si svolta all’Università Cattolica di Piacenza il 4 ottobre scorso. La giornata promossa dall’Ateneo in collaborazione con Svep Centro Servizi per il volontariato di Piacenza, è inserita nell’ambito delle iniziative #DonoDay2018, un giorno dedicato a chi fa del dono una pratica quotidiana, all’insegna del valore sociale della gratuità. Una giornata ricca di incontri, caratterizzata da testimonianze forti, di grande impatto emotivo, con l’intento di stimolare negli studenti della Cattolica e in tutta la comunità universitaria, una riflessione continua sui valori della solidarietà e della fraternità creando un’opportunità diretta di vivere in prima persona alcune esperienze di dono come volontariato, donazione di sangue e di tempo. Attraverso la testimonianza di chi già rende concreta l’esperienza del dono con l’attività di volontariato, si è cercato di indagare alcune possibili declinazioni della parola “dono”: il dono di sé, della competenza, della cura, del cibo, del tempo, delle abilità, dell’ascolto, della cittadinanza, della cooperazione. Tra le tante storie di vita presentate legate da un unico filo conduttore: il dono - la prima è stata quella di Don Antonio

Mazzi, fondatore della comunità di recupero Exodus, che ha esortato gli studenti dicendo «L’Italia non cambia se cambiano i governi. Cambierà quando il dare diventerà strategico nelle nostre vite». «Per me il dono è la vita stessa, è importante non solo viverlo, ma anche incarnarlo con la mia arte. Pensare che la vita sia un dono è un punto di partenza per ciascuno di noi» con queste parole, invece, la pittrice ballerina Simona Atzori, priva di braccia, ha coinvolto ed emozionato il pubblico durante il suo intervento, in cui ha testimoniato tutta la sua forza e la sua capacità di essere riuscita ad accogliere la propria vita come un “dono”, nonostante le difficoltà che ha dovuto superare fin dalla nascita. Infine la testimonianza di Marco Ligabue, il cantautore donatore di sangue che ha voluto tradurre le sue canzoni nella lin-

gua dei segni perché anche i sordi le potessero capire. Attraverso alcune canzoni, che ha cantato durante l’incontro, Ligabue ha evidenziato l’importanza di non arrendersi e di inseguire i propri sogni. Nel corso dell’iniziativa - attraverso la presenza di tante realtà del territorio impegnate nel sociale (a Piacenza in totale sono 358) - gli studenti hanno avuto la possibilità di conoscere e scegliere con quale associazione di donazione confrontarsi. La mattinata piacentina dedicata al dono si è conclusa con l’inaugurazione del secondo filare del frutteto della Sede che, inaugurato lo scorso anno, è nato con l’intento di simboleggiare tutte le Facoltà dell’Università Cattolica di Piacenza: alberi da frutto, emblema di solide radici e di sapidi frutti, come il sapere.

Giurisprudenza, accordo con l’Ordine degli avvocati

A

nticipare durante l’ultimo anno del corso di Laurea magistrale in Giurisprudenza un semestre di tirocinio per l’accesso alla professione forense e ottimizzare i tempi di inserimento nella professione. È l’obiettivo della convenzione siglata tra la facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica e il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cremona, firmata lo scorso 16 luglio dal rettore dell’Ateneo Franco Anelli e dalla Presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati Marzia Soldani. L’accordo, nell’attuare la Convenzione quadro stipulata a livello nazionale, crea un collegamento sempre più stretto tra il mondo universitario e quello delle professioni legali e ottimizza i tempi di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Dei 18 mesi di tirocinio forense necessari per sostenere l’esame di avvocato ed accedere così alla relativa professione, d’ora in avanti 6 mesi potranno essere svolti

durante il quinto anno del corso di laurea in Giurisprudenza, in modo tale che il neo-laureato possa portare a compimento il tirocinio effettuando solo i restanti 12 mesi. La stipula di questa convenzione rafforza la spiccata vocazione del Corso di laurea in Giurisprudenza ad interfacciarsi con il mondo del lavoro, consentendo ai suoi studenti di acquisire in itinere le competenze teoriche e le abilità pratico-operative che saranno richieste dopo la laurea. Tale accordo rappresenta pertanto uno strumento utile ed indispensabile per conseguire il bagaglio di conoscenze necessario per l’esercizio della professione di avvocato. Ad oggi il corso di Giurisprudenza si avvale già di numerose convenzioni che consentono agli studenti di effettuare stage presso aziende ed enti pubblici del territorio, maturando così crediti formativi per il conseguimento della laurea attraverso un’esperienza pratica che si affianca al processo di apprendimento in

aula e di studio individuale. Al momento della firma dell’accordo erano presenti il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, la preside della facoltà di Economia e Giurisprudenza, Anna Maria Fellegara e Antonio Chizzoniti, presidente del Corso di laurea in Giurisprudenza e direttore del dipartimento di Scienze giuridiche.

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

41


piacenza-cremona

Sulle tracce della nocciola perfetta: Ferrero Hazelnut sceglie la Cattolica

C

ontinua la sinergia tra l’Università Cattolica di Piacenza e Ferrero Hazelnut Company, il gruppo che raggruppa sotto un’unica struttura tutta la filiera della nocciola: la coltivazione delle aziende agricole Ferrero, lo sviluppo della coltivazione del nocciolo presso gli agricoltori, la ricerca e sviluppo agronomico, il sourcing, la trasformazione industriale e la vendita. Provenienti dai cinque continenti, i tecnici della Hazelnut Company, Società del Gruppo Ferrero, studiano in Cattolica le conoscenze più avanzate nel settore corilicolo con l’obiettivo di garantirne la disponibilità con una qualità eccellente per i prodotti a marchio Ferrero. Un’iniziativa unica nel suo genere che coinvolge due attori, un gruppo di 16 tecnici specializzati della Hazelnut Company, provenienti da sette Paesi (Italia, Turchia, Serbia, Australia, Georgia, Cile, Sudafrica) con la mission di sviluppare su scala globale il settore corilicolo, ponendosi come attore di riferimento per l’innovazione, le buone pratiche agricole e la sostenibilità territoriale, e la facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali della Cattolica di Piacenza. I professionisti della Hazelnut Company sono rimasti a Piacenza per 6 settimane durante le quali hanno approfondito, nel corso

A

42

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

90 studenti internazionali per il nuovo anno

L’ internazionale di alta formazione sulla Filiera del Nocciolo, le conoscenze più avanzate disponibili nel settore corilicolo, grazie alla collaborazione con i docenti della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali. «Siamo orgogliosi della lunga collaborazione tra Cattolica e Ferrero su tematiche riguardanti non solo il nocciolo ma anche altri processi produttivi rilevanti per il settore dolciario ed alimentare» afferma il professor Sergio Tombesi del dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili e direttore scientifico del corso. «Per Ferrero questo importante programma con l’Università Cattolica si inquadra nell’impegno strategico alla qualità e sostenibilità a 360 gradi, valori da sempre nel Dna di Ferrero» sottolinea invece Aldo Uva, Chief Operating and Innovation Officer Ferrero.

I superpoteri degli insegnanti ddio lezioni frontali. La scuola più amata è quella che punta sulle isole in classe, sul materiale condiviso e sull’assemblea già all’asilo. E che alle elementari non cambia modus operandi nonostante le difficoltà di spazi poco adatti. Questi i temi affrontati nel secondo convegno annuale A scuola di superpoteri?! organizzato dalla facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica di Piacenza e promosso dalla Rete Scuole che costruiscono con la partecipazione di circa 400 insegnanti. Durante il convegno sono stati illustrati i risultati di un monitoraggio condotto da Pierpaolo Triani, professore della facoltà di Scienze della Formazione e consulente peda-

OPEN CAMPUS

gogico della Rete Scuole che costruiscono, eseguito su circa 200 insegnanti e molti alunni delle scuole elementari e dell’infanzia. Agli intervistati è stato chiesto quali sono stati i dispositivi maggiormente utilizzati, quali abbiano avuto maggior riscontro positivo o invece qualche criticità. Infine è stato richiesto anche un giudizio sull’efficacia di questi dispositivi. Il quadro che emerge, come ha spiegato il professor Triani, è quello di una scuola capace di coinvolgere, ma alle prese con alcune criticità materiali, di spazi e culturali che non considerano l’importanza di un insegnamento attivo e plurale. I buoni maestri - secondo Marco Rossi Doria, insegnante e già sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, che è intervenuto al convegno - sono quelli che hanno dei superpoteri, che uniscono la capacità didattica a quella di stare dentro una struttura regolata, la cura della professionalità ai ruoli di coordinamento professionale. Tante le riflessioni fatte sul ruolo della scuola oggi, in un mondo che si muove velocemente, poiché non è più sufficiente riprodurre l’esistente trasmettendo il sapere

Ufficio Internazionale della sede piacentina della Cattolica ha accolto un gruppo di circa 90 studenti internazionali, provenienti da diversi paesi come Messico, India, Stati Uniti, che hanno scelto Piacenza e Cremona come meta per il loro percorso di studi. Una nuova avventura che 75 di loro vivranno presso il campus di Piacenza, e 15 presso quello di Cremona, due sedi dell’Ateneo che li accompagneranno per tutto il loro percorso di studi. I giovani studenti rimarranno in Italia per un lungo periodo, avendo scelto di frequentare i programmi

internazionali offerti dal campus – Double Degree, Erasmus+, Exchange, Master Venit – ma anche corsi di laurea magistrale e triennale, sia erogati in lingua italiana che in lingua inglese (laurea triennale SAFE – Sustainable Agricolture for Food quality and environment, laurea magistrale in Global Business Management e in Agricultural and Food Economics presso la sede di Cremona). La crescita di studenti internazionali è un chiaro segno di come l’Università Cattolica tenda all’internazionalizzazione, grazie all’ampliamento dell’offerta formativa in inglese e alle continue collaborazioni con atenei partner, che si consolidano ogni anno di più.

della tradizione, occorre ripensare profondamente la formazione scolastica: non solo conoscenze (ciò che sappiamo e comprendiamo) e competenze (come usiamo ciò che sappiamo), ma anche formazione della personalità (come ci comportiamo e ci impegniamo nel mondo) e meta apprendimento (come riflettiamo e ci adattiamo). Questi saperi umani fondamentali, i “super poteri”, capaci di costituire un’efficace cassetta degli attrezzi per affrontare l’imprevedibilità della nuova realtà, diventano una bussola che consente di orientarsi anche quando tutte le mappe risultano obsolete.


piacenza-cremona

Efsa, riconfermato Cocconcelli

I

l professor Pier Sandro Cocconcelli, docente di Microbiologia degli alimenti presso la facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, è stato riconfermato all’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, nelle vesti di super esperto per la sicurezza alimentare. All’interno di Efsa Coc-

concelli fa parte di un gruppo di ricercatori che elaborano il parere scientifico utilizzato poi dalle autorità europee per as-

sumere decisioni in tema di sicurezza alimentare. «Parallelamente a questo incarico che porto avanti dal 2003, continuo a fare il mio lavoro da microbiologo – spiega il professore della Cattolica –, mi occupo di microorganismi che producono enzimi per gli alimenti che rischiano di causare effetti tossici».

In visita all’ENI per scoprire le professioni legali

E

NI corporate university ha aperto le porte della sua sede milanese ad un gruppo di studenti e neolaureati del Corso di Laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza. L’evento, organizzato dalla facoltà di Economia e Giurisprudenza, con focus

sulle professioni legali, è stata un’occasione per i giovani di capire quali sono le competenze tecniche e le soft skills di chi lavora in azienda. «Ai presenti sono stati dati numerosi spunti di riflessione – spiega Antonio Chizzoniti (nella foto), direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche - per potersi inserire nel mi-

gliore dei modi nell’ambito delle professioni legali, un’importante opportunità di orientamento professionale e di formazione».

Africa mission e Cattolica, insieme contro la malnutrizione

R

iparte la collaborazione tra Africa Mission e l’Università Cattolica di Piacenza, uniti per realizzare un nuovo progetto Nutrire di cibo e conoscenze le comunità dei distretti di Moroto e Napak. Il progetto della durata triennale, vedrà impegnata come consulente la facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali nella regione ugandese del Karamoja. La Cattolica ha inviato in loco il professor Giuseppe Bertoni, docente di Zootecnica, oggi in pensione ma esperto del settore, che ritorna in quelle zone, dopo tanti anni, per questo nuovo progetto, insieme con Vincenzo Tabaglio, docente di Agronomia e il dottorando

Andrea Minardi, che si occupa di sicurezza alimentare ed è coinvolto anche in altri progetti in paesi in via di sviluppo. «Questo progetto deve dare stimolo allo sviluppo rurale di queste popolazioni attraverso un’apposita formazione – ha spiegato Bertoni –, rivolta prima ad un gruppo ristretto di persone, che a loro volta saranno a capo di gruppi composti da trenta famiglie ciascuno. In tre anni saranno 2500 i nuclei familiari formati in quelle zone a un’attività agricola più moderna». Il progetto ha come obiettivo lo sviluppo di tecniche agro-zootecniche e l’educazione igienico-sanitaria in particolare rivol-

ta a donne e bambini, per permettere l’incremento e l’espansione delle zone rurali e contrastare il problema della malnutrizione. Best practice igienico-sanitarie e agricole, sicurezza alimentare, disponibilità di cibo nutriente, formazione in loco sull’allevamento e sulla corretta trasformazione e conservazione dei prodotti e molta attenzione ai bambini e alla loro alimentazione, questa è la mission del progetto ed in particolare dei referenti della Cattolica in quella zona, partendo dal basso e cercando di coinvolgere la popolazione per operare un cambiamento che non stravolga però le loro abitudini e la loro cultura.

INNOVAZIONE

Viticoltura del futuro, Conavi scommette sulla qualità

L

e nuove frontiere della genetica, la viticultura di precisione e la gestione del vigneto per l’adattamento al cambiamento climatico sono stati gli argomenti al centro del Convegno nazionale di viticoltura (Conavi) che si è svolto presso l’Università Cattolica di Piacenza, in sinergia con la Società di ortoflorofrutticoltura (Soi). Giunto alla settima edizione, l’evento più importante del settore a livello nazionale è stato organizzato dal Dipartimento di Produzioni Vegetali Sostenibili (DIPROVES) della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Ateneo piacentino. L’iniziativa ha coinvolto oltre 120 tra i massimi esperti nazionali del settore che si sono riuniti per tre giorni presentando il meglio della ricerca e dell’innovazione e più di 80 lavori tecnico-scientifici che hanno tracciato la situazione del mondo viticolo nazionale e hanno dato la percezione dell’elevato interesse che gira attorno al mondo viticolo.

Il convegno è stato inoltre l’occasione per fare il punto su vari temi caldi del settore «Le relazioni sono state incentrate su molte tematiche – ha detto Stefano Poni, docente del dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Sostenibili e organizzatore di Conavi – come il miglioramento genetico e le analisi omiche, le tecniche di gestione del vigneto e l’ adattamento al cambiamento climatico, la viticoltura di precisione e la fisiologia della vite». Al convegno sono intervenuti Alessandro Matese, ricercatore presso l’Istituto di biometeorologia di Firenze del Consiglio nazionale delle ricerche, che ha illustrato una relazione sui limiti e potenzialità dopo dieci anni di viticoltura di precisione e Riccardo Velasco, direttore del Centro di ricerca in viticoltura ed enologia, con una relazione sugli strumenti e le prospettive della genomica applicata in viticoltura. presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

43


educatt

Shift, le nuove frontiere del welfare studentesco di Giada Meloni

E

DUCatt è sempre più impegnato sul fronte della progettazione europea e coinvolto in azioni sinergiche, con Atenei ed Enti in tutta Europa, che mirino a potenziare il welfare studentesco. Attraverso la stesura e la collaborazione a progetti di partenariato strategico, co-finanziati dall’Ue, l’Ente fa della progettazione europea uno dei suoi core services: in un’ottica di stretta collaborazione con altre realtà universitarie europee, la Fondazione cerca di apportare migliorie ai servizi cercando strade nuove e soluzioni che ottimizzino il tempo e le risorse degli studenti. Dopo il successo dei progetti europei WISE (Welfare for Improved Social Dimension of Education) ed ESC (European Student Card) EDUCatt ha preso parte, assieme ad altre sei realtà del settore universitario, al nuovo Progetto europeo Shift (Strengthen Higher-education through Innovative Financial Tools). EDUCatt lavora al Progetto dal novembre 2017 e per due anni ne seguirà gli sviluppi assieme alle britanniche Aston University, Durham University, Swansea University, University of Nottingham, al belga Institut de Haute Formation aux Politiques Communautaires di Bruxelles e al Case – Central for Social and Economic Research di Varsavia. L’idea fondante alla base del Progetto Shift è il superamento dei modelli finora conosciuti e attuati nell’ambito del diritto allo studio, basati sostanzialmente su due approcci tra loro alternativi: borse di studio finanziate con fondi pubblici dedicate a studenti “capaci e meri-

tevoli” oppure agevolazioni creditizie private, come prestiti d’onore o più semplicemente prodotti di credito personale che però escludono ogni tipo di valutazione del rendimento accademico dello studente. L’innovazione che il Progetto Shift vuole introdurre è una proposta di “Fondo ibrido” (Public private partnership endowment fund), una commistione tra risorse pubbliche ed erogazioni private regolamentata da un fund manager che ne garantisca la trasparenza ed eviti conflitti d’interesse. Le risorse del fondo serviranno ad assicurare una copertura dei costi della formazione in forma mista e variabile nel tempo, che verranno calibrati in base al profilo dello studente che ne farà richiesta. La varietà di culture, provenienze e backgrounds formativi dei partecipanti contribuiscono a dare ampio respiro ed equilibrio al Progetto; dopo un’attenta mappatura dei diversi approcci nazionali europei in tema di welfare studentesco, EDUCatt è arrivato alla conclusione della seconda fase – espletata durante il terzo meeting europeo dello scorso 10 settembre a Varsavia – volta a delineare le principali caratteristiche del manifesto, pronto per essere validato durante le fasi di stress test successive. Shift è solo l’ultimo dei tanti progetti che hanno coinvolto e coinvolgeranno EDUCatt sul fronte della progettazione europea: l’obiettivo ambizioso dei prossimi mesi sarà quello di continuare a sviluppare idee e cercare soluzioni sempre più vantaggiose per garantire un accesso totale ai servizi del welfare studentesco.

Con il Salottino del libro usato al via gli eventi di Bookcity di Valentina Giusti

A

pertura firmata EDUCatt per la settima edizione di Bookcity Milano: il 14 novembre è stato inaugurato il Salottino del libro usato, il mercatino en plein air che interessa ogni anno studenti dell’Università Cattolica e non. Giunto alla sua quinta edizione, il Salottino, allestito nello spazio del Cortile San Benedetto fino al 20 novembre, ha permesso a chi lo desiderava di far parte di un progetto virtuoso: ridare nuova vita ai libri, aggiudicarsi talvolta titoli inaspettati al prezzo simbolico di un euro. Volumi dimenticati da lettori distratti, testi messi a disposizione dall’ente o donati per l’occasione dai partner dell’iniziativa: questi i protagonisti (oltre 4000 libri) di un appuntamento or44

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

mai irrinunciabile, apprezzato dal pubblico universitario e da chi ama la lettura. Il Salottino del libro usato di quest’anno ha aperto inoltre il ciclo di letture I giusti continuano a leggere, iniziativa promossa dalla casa editrice Vita e pensiero in occasione del suo centenario. Per l’occasione era presente il giornalista di Avvenire Alessandro Zaccuri, che ha guidato tutti gli appuntamenti del reading. Nello stesso giorno, alle 17, la libreria Vita e pensiero ha ospitato, sempre in occasione di Bookcity, la Festa della Letteratura Irlandese: un tributo al gemellaggio tra Milano e Dublino, città Unesco della letteratura. A seguire, a partire dalle 18.30, EDUCatt ha offerto presso lo shop inaugurato in Mensa&Pizza.9 assaggi di prodotti brandizzati Casa Fogliani, tra cui la rinomata birra Clelia, dal gusto diretto e brillante.


educatt

SINODO

Un saggio sui giovani per i giovani (e non solo)

different.photography

H

o voluto che foste voi giovani al centro dell’attenzione, perché vi porto nel cuore»: papa Francesco aveva così motivato, all’inizio del 2017, la scelta di incentrare la XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (dal 3 al 28 ottobre 2018) sul tema I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. L’invito ad ascoltare e confrontarsi con le nuove generazioni in un percorso arricchente di cammino condiviso non è rimasto inascoltato dall’Università Cattolica: dal desiderio di entrare a far parte di questo prezioso appuntamento è nato La Cattolica, giovani e generazioni, a cura del professor Giuseppe Colombo (a sinistra nella foto in basso), edito da EDUCatt. Si tratta di una corposa pubblicazione (più di 350 pagine) che raccoglie e consegna al Sinodo dei Vescovi e alla memoria storica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore una parte del lavoro svolto dai docenti e dagli studenti che hanno partecipato alla Libera Iniziativa d’Ateneo “La Cattolica, giovani e generazioni”, che si è svolta in tutte le Sedi nei due anni del cammino sinodale. Nel volume si entra in contatto con il quadro vivo delle “buone pratiche” dei docenti e soprattutto dei giovani universitari: dall’accoglienza all’accompagnamento degli studenti, dalle forme di espressione della loro creatività artistica alla maturazione quotidiana di un progetto di vita e della propria vocazione, dalle catene generazionali che legano Ateneo e territorio all’impegno nel volontariato, educati dalla carità. La Cattolica, giovani e generazioni è un importante strumento che offre all’Università Cattolica la possibilità di maturare una maggiore consapevolezza vocazionale e di sottoporre a verifica le proprie pratiche didattiche e formative. Il volume è disponibile in versione cartacea e digitale: è liberamente consultabile all’indirizzo www. educatt.it/sinodo2018. (v.g.)

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018

45


educatt

Cristina Donà in concerto a Castelnuovo Fogliani

L

di Martina Vodola

e sonorità naturali ed essenziali di Canzoni in controluce, ultimo lavoro della cantautrice Cristina Donà, hanno rianimato le stanze settecentesche della villa Castelnuovo Fogliani la sera di domenica 30 settembre. Affiancata dal polistrumentista Saverio Lanza, la Donà ha ripercorso il proprio repertorio con il suo inconfondibile timbro vocale, aggiungendo vivacità per una notte al fascino immutato di Casa Fogliani. Il duo acustico si è esibito nella Sala delle feste della dimora, un locale reso unico dagli affreschi che percorrono le pareti fin sopra al soffitto, dove uno scorcio di cielo fa da cornice a un prezioso lampadario d’epoca. Un abilissimo gioco di suoni e di luci ha permesso di ricreare un’atmosfera quasi irreale di cui la Donà si è fatta protagonista, muovendosi con estrema naturalezza tra palco e pubblico quasi a voler avvolgere i suoi spettatori in quella che non è stata una semplice performance ma una vera a propria esperienza acustica unica nel suo genere. Canzoni in controluce è una delle iniziative organizzate da Educatt a Castelnuovo Fogliani, appositamente pensate per valorizzare il complesso storico del Settecento affidato a inizio

Novecento ad Agostino Gemelli perché diventasse una sede universitaria per religiose. Ora, a distanza di quasi un secolo, la villa acquisisce nuova forma divenendo una vera e propria officina creativa che, attraverso meeting culturali ed eventi, vuole riportare l’antico castello piacentino a quella vitalità purtroppo assopita negli ultimi decenni. La storia che ha percorso Casa Fogliani nei secoli è stata raccontata durante alcune domeniche estive e autunnali da specialisti che hanno condiviso le bellezze artistiche e architettoniche che rendono la villa un unicum sul territorio a cavallo tra Parma e Piacenza. Le iniziative, particolarmente apprezzate dal pubblico, sono in costante aggiornamento grazie a ricerche e ricostruzioni storiche fatte da professionisti del settore. Il progetto di Educatt si allarga anche alla valorizzazione della cultura enogastronomica attraverso il marchio Casa FoglianiTM che seleziona prodotti locali d’eccellenza per offrire un’esperienza di gusto che accompagni il racconto secolare che avvolge Castelnuovo Fogliani e assume adesso una connotazione sociale grazie a un progetto di sostegno a studenti in difficoltà.

Libri di carta Corrado Cuccoro

I miti argonautico, tebano e troiano nella drammaturgia di lingua portoghese nei secoli XX e XXI EDUCatt, Milano, 2018 pp. 290 | euro 18,00

A

ttraverso una mappatura ragionata dei drammi classicisti portoghesi e brasiliani attinenti ai tre cicli mitici maggiori (argonautico, tebano e troiano) composti dal primo Novecento a oggi, lo studioso percorre un viaggio alla scoperta delle influenze che il retaggio culturale grecolatino ha avuto sulla drammaturgia lusofona. Una ricerca svolta in una prospettiva comparatistica sistematica, in senso diacronico e sincronico, intralinguistico e interlinguistico, per fornire una sintesi storica unitaria della copiosa “mitografia” in lingua portoghese. Esiste un’intertestualità specifica delle riscritture lusofone? A quali estetiche fanno riferimento tali riscritture e in che modo si collocano storicamente? Come e in che misura il teatro classicista investe la dimensione politica? Gli interrogativi che muovono la trattazione intendono segnalare l’urgenza di ulteriori prospezioni comparative capaci di alimentare l’interesse per una drammaturgia troppo spesso negletta e insieme di stimolare ricerche analoghe sull’Occidente periferico.

EBook Come un racconto Il Comitato Università-Mondo del Lavoro dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: trent’anni di un’intensa attività di Placement EDUCatt, Milano, 2017 pp. 61 | download gratuito

È

disponibile gratuitamente all’indirizzo http://www.educatt.it/libri/ CUML.asp l’ebook Come un racconto, nato in occasione del trentesimo anno di attività del Comitato Università Mondo del Lavoro. Sono raccolti all’interno di questa pubblicazione, curata dal segretario coordinatore del Comitato Libero Ranelli, i dati più significativi di un’esperienza che da anni si prefigge di inserire i laureati dell’Università Cattolica nel mondo del lavoro. Dopo il ricordo delle fasi di avvio e della nascita delle numerose attività del Comitato nei primi quindici anni (Come un racconto: i primi anni), la seconda parte dell’ebook, Un ponte tra l’Ateneo e le professioni, riporta le varie tipologie di iniziative e i nuovi servizi professionali su cui il Comitato si è concentrato nel secondo quindicennio di vita.

© different.photography

46

presenza 4-5, luglio-ottobre 2018


FAUSTO COLOMBO IMAGO PIETATIS

PABLO d’ORS ENTUSIASMO

Indagine su fotografia e compassione

MARYANNE WOLF LETTORE, VIENI A CASA Il cervello che legge in un mondo digitale

GABRIO FORTI LA CURA DELLE NORME Oltre la corruzione delle regole e dei saperi

EZIO FRANCESCHINI LETTERE AGLI STUDENTI DEL SESSANTOTTO

NORTHROP FRYE IL GRANDE CODICE Bibbia e letteratura Introduzione di Piero Boitani

A cura di Mirella Ferrari

GIULIANO ZANCHI RIMESSI IN VIAGGIO Immagini da una Chiesa che verrà

MAX MILNER REMBRANDT A EMMAUS Postfazione di Carlo Ossola

www.vitaepensiero.it


6

Novembre Dicembre 2018 Anno CI

B I M E S T R A L E D I C U L T U R A E D I B A T T I T O D E L L’ U N I V E R S I T À C A T T O L I C A

EDITORIALE Gianfranco Ravasi

FRONTIERE Antoine Garapon

LA QUESTIONE Francesco Bonini Salvatore Martinez Lorenzo Ornaghi

POLEMICHE CULTURALI Gabriele Romagnoli Matteo Stefanelli

L’INTRUSO Andrea Vitali

SPIRITUALITÀ

ISSN 0042-725 X

Maurizio Gronchi

Leonardo e la sua “teologia”. Un’ipotesi di lavoro La democrazia si fa estrema: ritrovare l’energia civile Ripartire da don Sturzo: cattolici e politica ieri e oggi

Le cinque regole (rivisitate) del giornalismo 2.0 Arte, cinema, libri e tv: la nuova vita del fumetto Vi racconto i misteri della cultura del lago La terra e i poveri gridano: verso il Sinodo dell’Amazzonia


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.