Presenza XVI 06 novembre-dicembre 2015

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presenza dell’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE

NAZ/350/2008 DCOO53793

In caso di mancato recapito inviare al CMP/ROSERIO per la restituzione al mittente previo pagamenti resi.

numero 6 - anno XVI novembre-dicembre 2015

Ateneo

Il premio Gemelli ai migliori laureati

Dies Academicus

A Brescia cinquant’anni di Università Cattolica

Postcards

Dalle Ande a Cape Town le esperienze degli studenti

UN NUOVO PATTO per l’Europa Il nuovo anno accademico è stato inaugurato dal presidente Mario Draghi, che ha spiegato: occorre rafforzare l’Unione per farla prosperare e la Bce è pronta ad aumentare il QE. Parlano alcuni economisti dell’Ateneo


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SOMMARIO 04 - Draghi: un nuovo patto per l’Europa 08 - Dall’Italia alla Cina investendo nel futuro 12 - Il Premio Gemelli ai migliori laureati 13 - Il Collegio S. Isidoro spegne 60 candeline

n.6/duemilaquindici Rivista bimestrale realizzata dal Servizio Stampa dell’Università Cattolica, in collaborazione con il Master in Giornalismo, con la partecipazione del Servizio Pubbliche relazioni dell’Istituto “G.Toniolo” di Studi Superiori © 2001 - Università Cattolica del Sacro Cuore DIRETTORE Franco Anelli RESPONSABILE Gerardo Ferrari COORDINATORI Graziana Gabbianelli, Fausto Maconi COMITATO REDAZIONALE Katia Biondi, Nicola Cerbino, Sabrina Cliti, Paolo Ferrari, Graziana Gabbianelli, Emanuela Gazzotti, Antonella Olivari HANNO SCRITTO Carla Alecci, Francesco Altavilla, Katia Biondi, Nicola Cerbino, Sabrina Cliti, Graziana Gabbianelli, Rita Italiano, Velania La Mendola, Federica Mancinelli, Giada Meloni, Antonella Olivari, Emiliana Stefanori, Maria Villano, Matteo Zorzoli REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Università Cattolica del Sacro Cuore L.go Gemelli, 1 - 20123 - MILANO tel. 0272342216 - fax 0272342700 e-mail: presenza@unicatt.it www.unicatt.it REDAZIONE ROMANA L.go Francesco Vito - 00168 - ROMA tel. O630154295 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 94 del 5 marzo 1969 PROGETTO GRAFICO Matteo Scanni IMPAGINAZIONE Studio Editoriale EDUCatt FOTO ARCHIVIO Università Cattolica, AP, Getty Image STAMPA Tiber spa - Brescia

Questo periodico è associato all’USPI Il numero è stato chiuso in redazione il 27 novembre 2015

14 - Brescia, Dies Academicus speciale per i 50 anni 15 - Banche e assicurazioni, summit in Cattolica 16 - L’idea di Maïla: un forum mondiale del dialogo 17 - Padre Lazzarotto riceve il premio Matteo Ricci 20 - Roma, inaugurazione con il ministro Lorenzin 21 - Stili di vita, universitari rimandati 23 - A lezione dai big della fisica 26 - Cantone: la corruzione si deve prevenire 30 - VP, letture per nutrire lo spirito

Presenza è sfogliabile anche online su www.unicatt.it/presenza


primo piano

DRAGHI, UN NUOVO

patto per l’Europa Il nuovo anno accademico è stato inaugurato g dal p presidente della Bce, che ha spiegato: p g occorre rafforzare l’Unione p per farla p prosperare p e la Bce è p pronta ad aumentare il QE. Parlano alcuni economisti dell’Ateneo di Matteo Zorzoli

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A VITA ADULTA DEGLI STUDENTI

qui riuniti oggi è stata segnata dalla crisi: una crisi finanziaria globale di una dimensione che molte generazioni, più fortunate, non hanno mai dovuto sperimentare; una crisi economica europea durata troppo, da cui stiamo solo ora gradualmente emergendo e che ha sottoposto a notevole prova la solidità dell’Unione Monetaria Europea». Alternando i toni del banchiere a quelli del volto dell’Unione Europea, il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi,

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ha tenuto la sua prolusione in Aula Magna – lo scorso 5 novembre per l’inaugurazione dell’anno accademico 2015/2016 all’Università Cattolica – concentrando l’attenzione sul ruolo centrale che avranno le generazioni future, che hanno subito direttamente i «gravi errori nelle politiche degli Stati nazionali, anche a causa di manchevolezze nell’architettura istituzionale europea», una situazione che ha creato «un numero inaccettabile di disoccupati». Il Draghi banchiere non ha poi mancato di accennare al QE, il Quantitative Easing, il riacquisto

di titoli governativi dell’area euro da parte della BCE, che è pronto ad essere intensificato per rafforzare la crescita economica. Ha spiegato come il programma ELA, con cui la BCE ha fornito liquidità di emergenza alle banche elleniche nella fase più acuta della crisi (arrivando fino a 127 miliardi, il 71% del PIL greco), «era l’unica strada compatibile con lo Statuto e il Trattato, l’unica che ha preservato l’integrità della moneta». Concludendo ha ripreso il discorso politico e ha evidenziato che «la stabilità monetaria è una condizione necessaria per la prosperità


INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO: IL DISCORSO DEL RETTORE

Capitale umano e conoscenza per vincere la crisi

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non si sottraggono alla crisi che tormenta il mondo» queste parole, pronunciate nel 1931 da Padre Agostino Gemelli, fondatore dell’Università Cattolica, sono state riproposte, lo scorso 5 novembre, dal rettore Franco Anelli, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2015-2016 dell’Ateneo del Sacro Cuore. La loro attualità, secondo il Rettore, consiste nel fatto che: «i pericoli segnalati da Padre Gemelli sono gli stessi che preoccupano oggi. La pressione verso l’omologazione dei processi formativi esercitata dall’esigenza di trasmettere competenze “spendibili” sul mercato, e il rischio di perdita di originalità di una ricerca scientifica sostenuta finanziariamente solo in quanto tendente a sviluppare tecnologie applicabili nei processi produttivi». Per il Rettore, reagire, in modo propositivo, a tale tendenza è anche il modo con cui gli atenei possono contribuire, in modo originale, a un più deciso superamento della crisi iniziata nel biennio 20072008 che, secondo Anelli, «non è stata solo una crisi finanziaria, ma una crisi culturale, si potrebbe dire antropologica», avendo messo in discussione «un modello antropologico, quello dell’homo oeconomicus, razionale, individualista, che si muove in un mercato perfetto». Occorre, perciò, puntare su un’idea di “educazione”, intesa come «sapere di lungo periodo capace di costruire un’intelligenza creativa, e quindi sulla valorizzazione del “capitale umano”», fattore decisivo, quest’ultimo, specialmente in un’economia «fondata sulla conoscenza». In questa prospettiva, le università, afferma il professor Anelli, non possono «eludere il loro ruolo di fattore propulsivo della trasformazione» Muovendo da queste premesse, il Rettore ha poi dedicato buona parte del suo discorso inaugurale a illustrare le linee guida e alcune delle principali iniziative di una rinnovata progettualità volta a consolidare, in futuro, la posizione dell’Ateneo e a cogliere nuove opportunità di crescita. Due, in particolare, gli impegnativi risultati che, a lungo inseguiti, sono stati finalmente raggiunti: «il completaNCHE LE UNIVERSITÀ

mento della complessa operazione di ridefinizione dell’assetto organizzativo e giuridico del Policlinico Agostino Gemelli» e l’acquisizione

il 76,6% dei laureati è occupato a un anno dalla laurea (cifra che sale al 93,2% dopo tre anni). Il Rettore ha poi tenuto a sottolineare come,

della Caserma Garibaldi di piazza Sant’Ambrogio a Milano. Il primo obiettivo, conferendo reciproca autonomia ad attività – quella didattico-scientifica e quella assistenziale – che si muovono in ambiti regolati da normative e da logiche gestionali assai differenti, consentirà di rilanciare, su nuove basi, l’inscindibile legame tra l’Ateneo e il Policlinico Universitario, che continuerà a essere «l’Ospedale dell’Università Cattolica, capace di coniugare eccellenza nella ricerca scientifica, qualità della cura, attenzione alla persona e solidarietà, nel contesto di una gestione orientata all’imprescindibile obiettivo della sostenibilità economica.» Il secondo obiettivo, invece, oltre a soddisfare il bisogno di nuovi spazi, concentrando attività oggi dislocate in vari stabili, permetterà «di realizzare il progetto di un grande campus urbano» nel cuore di Milano. Un evento carico, secondo il Rettore, anche di un importante significato simbolico: «la trasformazione in un luogo di studio e cultura di un fabbricato destinato in origine a scopi militari, che diventerà centro di afflusso di giovani italiani e stranieri, vitale, animato e ricco di offerte culturali estese all’intera città». Riguardo la situazione attuale dell’Ateneo Anelli ha fornito alcune alcune cifre interessanti: le immatricolazioni sono cresciute di oltre il 4% in un periodo di generale calo;

pur in un periodo di ristrettezze economiche, l’Ateneo sia riuscito a garantire la copertura per tutte le borse di studio agli aventi diritto, supplendo in tal modo alle gravi carenze delle risorse pubbliche per il diritto allo studio, avendo stanziato a tale scopo 1,4 milioni di euro. Una misura che ha consentito anche agli studenti che, per effetto della discutibile modificazione dei parametri Isee, non avrebbero ottenuto alcun aiuto, di essere concretamente sostenuti nel loro percorso di studi. Il rettore Anelli ha poi illustrato le attività di ricerca dell’Ateneo (per un ammontare di circa 31 milioni di euro) e i principali dati relativi all’offerta formativa: 42 lauree triennali, 48 magistrali, 6 corsi a ciclo unico e oltre 130 master. Numeri e risultati importanti, che testimoniano gli sforzi compiuti per dare continuità e futuro alla nostra prestigiosa tradizione e che rappresentano una incoraggiante base di partenza, sulla quale innestare, ha spiegato il Rettore, un piano strategico pluriennale di sviluppo che vedrà il coinvolgimento di tutte le componenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il testo completo del discorso del Rettore pronunciato nel corso della cerimonia di inaugurazione è pubblicato all’indirizzo www.cattolicanews.it/inaugurazione-dell-anno-accademico

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primo piano

nell’economia, ma non sufficiente». Sull’agenda puntualmente definita ci dovrà essere il «nuovo patto, un processo istiElena Beccalli tuzionale in grado di conseguire risultati concreti». Riguardo alla stabilità monetaria il preside della facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative dell’Università Cattolica Elena Beccalli commenta come proprio con le parole “whatever it takes”, pronunciate nel corso della conferenza stampa del 26 luglio 2012, il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha fermato la fase acuta della crisi dell’euro: «ad essere fondamentale è stata la sua determinazione. La determinazione ad utilizzare ogni strumento disponibile, non esplicitamente escluso dallo Statuto, per assicurare la stabilità dei prezzi. Deter6

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minazione dimostrata anche in seguito con la decisione, adottata a maggioranza, di intraprendere il programma di Quantitative Easing. Esso consiste nell’acquisto di titoli (in particolare di Stato) sul mercato secondario; acquisto finalizzato a sostenere l’inflazione e che ha anche consentito di contenere gli effetti sui mercati della crisi greca». Una determinazione, che secondo la preside Beccalli, ha trovato nuova conferma nelle parole della prolusione pronunciata dal Presidente della BCE in Cattolica: «qualora la BCE si convincesse che con l’indebolirsi dell’economia mondiale il piano non sarà più efficace, esamineremo le modalità con cui intensificarlo per conseguire il nostro obiettivo». Riguardo all’obiettivo fondamentale della Bce di ristabilire il tasso medio di inflazione ad un livello prossimo al 2% e alle tempistiche di attuazione del programma di Quantitative Easing , il professor Marco Lossani, docente di Economia Politica e direttore del Labora-

torio di Analisi Monetaria dell’Ateneo, sottolinea come proprio per via del fatto che l’inflazione al consumo è ancora inferiore all’obiettivo del 2% non è da escludere la possibilità – peraltro anticipata più volte dal presidente Draghi – che lo stesso programma di Quantitative Easing venga ulteriormente espanso già nei prossimi mesi. Il motivo per cui si sta cercando in ogni modo di ripristinare un’inflazione prossima al 2% è quello di scongiurare in modo pressochè definitivo il rischio di deflazione (che era invece ancora elevato un anno fa di questi tempi). Un livello dei prezzi in calo sarebbe infatti estremamente pericoloso all’interno di un Marco Lossani contesto – come quello dell’Eurozona – in cui il debito (privato e pubblico) è ancora presente in grande quantità.


primo piano Durante il discorso, il presidente della BCE ha parafrasato p Galbraith: «È stata rivolta così tanta attenzione al nostro impegno per una moneta solida che, si è pensato troppo poco ad altre cose. Dobbiamo ora guardare avanti, muovendo dalla stabilità per avanzare verso la prosperità». In altre parole si tratterebbe – spiega il professor Marco Lossani – di tornare a pensare a investire e innovare – veri motori della prosperità nel più lungo periodo – anziché pensare (troppo) ai problemi posti dalla instabilità dei prezzi. Per raggiungere la stabilità dei Paesi dell’Eurozona si è molto parlato ultimamente della possibilità di istituire un’agenzia di rating europea – sulla scia della proposta di review indipendenti avanzata da Goodhart, che peraltro richiederebbe la soluzione di delicate questioni di governance – invece di affidarsi ad agenzie americane private che hanno perso credibilità negli ultimi anni e possono causare diversi danni (ad esempio il caso della Lehmann Brothers che ha continuato a mantenere il rating “A” fino al 15 settembre del 2008, il giorno del suo fallimento; mentre alcuni prodotti di Lehman, come i derivati e i fondi, erano valutati addirittura con la tripla A, al pari dei Bund tedeschi). Secondo la professoressa Beccalli, in tale contesto merita attenzione la Direttiva in materia di agenzie di rating adottata in Europa, recepita in Italia nel maggio 2015. Essa è finalizzata ad evitare l’eccessiva dipendenza dalle Anna Maria valutazioni delle Fellagara agenzie di rating e l’affidamento esclusivo e meccanico ai rating esterni da parte degli enti pensionistici, dei gestori di organismi di investimento collettivo in valori mobiliari e di fondi di investimento alternativi in sede di effettuazione dei propri investimenti. Un’operazione di “trasparenza”: è quanto ritiene la professoressa Anna Maria Fellegara, preside della facoltà di Economia e Giurisprudenza nella sede di Piacenza della Cattolica, debbano compiere le agenzie di rating. I “punteggi” assegnati dalle agenzie di rating si basano infatti su algoritmi interni

di valutazione del merito creditizio di un soggetto, attraverso un sistema di indicatori che utilizzano informazioni qualitative e quantitative, che consente di arrivare ad un “voto finale” rappresentato da una lettera (dalla A alla D), talvolta accompagnata da segni algebrici o da numeri (nel linguaggio tecnico, i notch, cioè i diversi livelli intermedi). Come è noto la tripla A indica il massimo merito creditizio, mentre la D testimonia una situazione tecnica di default, vale a dire di impossibilità da parte di un soggetto di ripagare, nei tempi e nei modi stabiliti, il proprio debito. Esistono differenze significative tra gli algoritmi e gli indicatori utilizzati dalle agenzie (Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch) e quindi potrebbe accadere che i giudizi divergano, sia pure in maniera non particolarmente significativa, ma ugualmente incidente nell’impatto che essi possono avere sul mercato dei capitali. La cosa fondamentale, secondo la preside Fellegara, sarebbe quello di arrivare ad una vera e propria disclosure nei metodi di calcolo, rendendo così trasparenti e comprensibili a tutti gli investitori i sistemi di valutazione. L’importanza del rating sta nel suo valore “puntuale” ma il risultato non deve essere fuorviante e, soprattutto, occorre ricordare che esso può mutare nel corso del tempo. Aldilà degli aspetti tecnici, pur fondamentali in sistemi complessi come quello attuale, il Presidente Draghi ha chiaramente evidenziato, una forte attenzione al futuro. Fellegara si dice convinta che un’Europa in una fase storica di declino, attraversata dai fermenti delle nuove culture e da profondi cambiamenti sociali, deve affrontare con consapevolezza e maggiore attenzione ai fattori positivi quali lo scambio, l’inculturazione, l’accoglienza, la sfida del cambiamento. Uscire dall’Unione Europea o prenderne le distanze rispetto alle politiche comuni, significa non credere più che l’Europa possa avere un ruolo negli equilibri mondiali e indebolire il delicato rapporto tra l’ Occidente e i nuovi modelli economico-sociali che si affacciano alla storia. Il testo completo della prolusione tenuta dal Presidente Mario Draghi nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico è pubblicato all’indirizzo http://www.cattolicanews.it/inaugurazione-dell-anno-accademico

LA MESSA IN SANT’AMBROGIO

L’omelia di Scola: ritrovare un sapere consapevole

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I PREGO, SIGNORE, fa’ che io gusti

attraverso l’amore quello che gusto attraverso la conoscenza, fammi sentire attraverso l’affetto, ciò che sento attraverso l’intelletto; attirami tutto al tuo amore». Il cardinale Angelo Scola, nella doppia veste di arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Toniolo, sceglie la preghiera che Sant’Anselmo recitava prima di iniziare a studiare, come monito da rivolgere agli studenti dell’Università Cattolica presenti, lo scorso 5 novembre, alla Santa Messa di inizio anno accademico celebrata nella basilica di Sant’Ambrogio. L’arcivescovo di Milano ha quasi intera-

mente dedicato la sua omelia al tema della sapienza e dei saperi spiegando che «il senso di un sapere che, per chi crede, non può essere distinto dalla sapienza basata su Cristo» e citando un passaggio di un discorso pronunciato da Benedetto XVI durante la sia visita a Milano nel 2012: «Oggi con questo gesto vogliamo immergerci nella sapienza di un Cristo per meglio affrontare il compito di apprendimento e insegnamento in questa Università. Infatti tale sapienza è ciò che fonda ogni altro sapere e lo illumina». Insomma un sapere consapevole che sottolinea il cardinale Scola «indica il significato del quotidiano impegno di quanti, con diversi compiti e funzioni, agiscono nell’Ateneo». A concelebrare con Angelo Scola anche il vescovo ausiliare Erminio De Scalzi e l’assistente ecclesiastico dell’Ateneo del Sacro Cuore Claudio Giuliodori, che nel suo indirizzo di saluto all’inizio della celebrazione eucaristica, ha rilevato la necessità di «consolidare i lusinghieri risultati fino ad ora raggiunti, confermati anche da un ulteriore incremento delle immatricolazioni, e di affrontare nuove e inedite sfide nello scenario di un Paese e di un sistema universitario che sicuramente non agevolano chi vuole spendersi per la libertà di educazione e l’alta formazione delle nuove generazioni».

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ne ha fatta di strada

MANAGER IN CINA

la grande occasione Rimettersi in ggioco dopo p una laurea, uno stage, un master e un lavoro in una ggrande azienda. Inseguendo g un sogno g internazionale e investendo nel proprio futuro in Cina di Graziana Gabbianelli

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nel mondo dell’impresa non è solamente una questione di hard skills, che si possono apprendere in un qualsiasi esame universitario, ma anche e soprattutto una questione di soft skills, di capacità relazionali, di adattabilità al lavoro in team, di flessibilità e di fiducia che ci si guadagna con la costanza». Lo afferma Matteo Giovannini, laureato in Economia e commercio all’Università Cattolica di Milano, che sulla base di questa sua convinzione ne ha fatta di strada, e ora vive e lavora a Pechino come Senior Manager presso ICBC Financial Leasing (la società di leasing finanziario della banca ICBC). Trentino d’origine, nel 2000 decide di trasferirsi nel capoluogo lombardo per gli studi universitari. «La scelta di studiare a Milano è scaturita dal desiderio di uscire da una piccola realtà come quella di Trento, dove sono nato e cresciuto, per maturare attraverso un percorso che mi consentisse di guadagnare indipendenza. La scelta di studiare in Cattolica è invece riconducibile ai valori unici che questa Università è in grado di trasmettere e che non ho riscontrato in nessun altro Ateneo». Così lo studente Giovannini trascorre cinque anni intensi nell’Ateneo di Largo Gemelli dove oltre a frequentare le lezioni e a studiare per gli esami «investivo su me stesso con corsi di informatica e di lingue straniere offerti dai centri Cida (Centro Informatico d’Ateneo) e Selda (Servizio Linguistico di Ateneo)». Dopo aver conseguito una laurea a pieni voti e un master in Manage-

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CARRIERA

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ment multimediale, nel 2006 Giovannini inizia il proprio percorso lavorativo prima con uno stage in Mediaset come Business Analyst e poi in Mondadori dove lavora per circa sette anni occupandosi di Controllo di gestione e contabilità. «Durante gli anni in Mondadori ho maturato un interesse per la Cina attraverso lo studio della lingua presso l’Istituto Confucio – ricorda Matteo Giovannini – tanto che nel 2013, grazie a una borsa di studio, trascorro un anno nella città di Dalian (nord est della Cina) per perfezionare la lingua. Mentre mi trovavo a Dalian ho fatto domanda per l’ammissione a un full time MBA alla Peking University che mi ha permesso di prolungare il mio soggiorno in terra cinese e di rinforzare ulteriormente il mio curriculum». Ripensando a quel periodo Giovannini ammette che la scelta di lasciare l’Italia per trasferirsi in Estremo Oriente non è stata una passeggiata. «Andare a vivere in un Paese così lontano per lingua e cultura è stato difficile. Il vero problema è stato l’adattamento alla cultura e alle abitudini della quotidianità. Ma oggi, ripensando all’anno trascorso a Dalian, comprendo che è stata un’esperienza che mi cambiato totalmente a livello umano e che è stata formativa per la successiva esperienza – che sto ancora vivendo – a Pechino, dove tutto è più internazionale e non sento più alcuna barriera a livello culturale». Durante l’MBA a Pechino, Giovannini coglie al volo la segnalazione da parte dello staff accademico che la banca ICBC stava cercando di creare un team internazionale per i piani di espansione all’estero e nello spe-

cifico in Europa e America Latina. Inviata prontamente la candidatura, dopo 3 round di interviste (in inglese e in cinese) e un admission test al computer, riceve l’offerta di impiego come Senior Manager. Un bel successo che lo porta di base a Pechino ma molto spesso in viaggio all’estero con l’obiettivo di ampliare il portafoglio clienti dell’azienda. Ripensando alla sua Università dalla lontana Cina, Matteo Giovannini sottolinea in particolare come «studiare in Cattolica sia stato un momento di importanza enorme nel mio percorso di formazione, poiché ha coinciso con la mia prima vera esperienza di vita lontano da casa, con un metodo di studio diverso da quello delle scuole superiori e con le difficoltà di convivenza che si hanno con coetanei di provenienza differente. L’esperienza di studio in Cattolica è stata importante inoltre per la possibilità che mi ha dato di allargare sensibilmente il mio network di contatti, frequentando le varie lezioni e partecipando ad eventi sportivi, culturali, sociali organizzati dall’Ateneo. In quegli anni ho acquisito una sicurezza interiore dovuta alla responsabilità che i docenti ci affidavano nel prepararci per gli esami e che i genitori ci affidavano nel non deludere le loro speranze ed i loro investimenti, nonché alla responsabilità che noi stessi avevamo nello scrivere il nostro futuro ben sapendo che stava nelle nostre mani». Tra i tanti docenti ricorda in modo speciale i professori Luigi Campiglio, Marco De Marco, Luigi Staffico, Duccio Regolii e Franco Dalla Sega. «Ho altresì un bellissimo ri-


Matteo Giovannini all’entrata della Peking University dove ha svolto il suo MBA

cordo del professor Piero Toso – aggiunge Matteo Giovannini – che, nonostante non sia stato mio docente, ha contribuito grazie alla sua grande esperienza, come direttore generale in imprese multinazionali, a indirizzarmi verso lo studio delle lingue come strumento per lo sviluppo della carriera oltre confine. Desidero inoltre ricordare Alberto Bazzan, mio docente di Economia e gestione delle imprese internazionali che ho avuto anche nella commissione per la tesi insieme con il professor Renato Fiocca, in quanto ha creduto in me e mi ha consigliato di intraprendere un MBA all’estero». Ma c’è una cosa a cui tiene particolarmente Giovannini e che vuole far sapere agli attuali studenti dell’Università Cattolica: «molti ragazzi considerano gli esami di Teologia una perdita di tempo, io invece ritengo che siano stati fondamentali per la formazione di valori interiori che ancora oggi mi accompagnano. Lavorando nella finanza si sente spesso

parlare di etica e morale e non posso non ricordare gli insegnamenti appresi attraverso quegli studi». Malgrado ritenga sia difficile dare consigli agli studenti che si apprestano ad iniziare o a terminare i loro studi accademici, dato il differente momento storico, «quando frequentavo io le lezioni mai avrei pensato che un giorno mi sarei ritrovato dall’altra parte del mondo. Avevo infatti come sogno quello di entrare in una grossa azienda italiana a Milano e di fare carriera all’interno della stessa» agli studenti fa presente che «oggi il mondo è completamente differente, molto più complesso per via della globalizzazione ma anche generoso di opportunità per chi si prepara con anticipo e sa cogliere le opportunità che via via il percorso offre. Sono convinto che un giovane oggi deve formarsi in Italia, dove il sistema scolastico è tra i migliori, e poi fare esperienza all’estero in contesti che consentano di crescere». Dal suo osservatorio speciale di

Pechino Giovannini riporta l’esempio della Cina, dove la manovalanza è abbondante e c’è pertanto grande richiesta di figure manageriali: «La Cina nel gestire l’immigrazione è estremamente intelligente. Offre infatti la possibilità di ottenere dei visti per la permanenza a lungo termine e con tasse nettamente più basse per giovani talenti con alto livello di scolarizzazione (normalmente master, MBA o PHD). I giovani italiani hanno molta intraprendenza e sono molto pragmatici e determinati, conosco personalmente professionisti che stanno facendo carriere eccezionali all’estero. I giovani di oggi – i cosiddetti millennials – hanno compreso molto bene che il mercato del lavoro di una volta non esiste più. Il mercato è più dinamico e competitivo. Viviamo in quella che è definita “economia della conoscenza” dove rispetto a un tempo si è inondati dalle informazioni, quindi la bravura sta nel selezionare le informazioni rilevanti per la propria attività». PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

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postcards

Gli studenti della Cattolica p protagonisti g dei p programmi g di studio e stage g all’estero raccontano a “Presenza” la loro esperienza. p Scrivete a: postcards.presenza@unicatt.it Giulia Cegani* La valigia del cooperante N’AFRICA NUVOLOSA e caotica: non posso dimenticare il primo impatto con Yaoundé, la meta del mio Charity Work Program, anche se nel mese e mezzo di volontariato abbiamo vissuto in una piccola oasi. Il Coe, la Ong italiana che da più di cinquant’anni opera in molti Paesi nel mondo, è situato in un quartiere non distante dal centro della capitale del Camerun, sul pendio di una delle colline che circondano la città. Ha una struttura ben articolata poiché al suo interno il centro ospita un reparto maternità, funzionante ventiquattro ore su ventiquattro, che accoglie sia le mamme del quartiere sia le molte altre donne che provengono da varie parti della città. La struttura del Centre d’Animation Sociale et Sanitaire (Cass) è conosciuta poiché ha sempre scelto di garantire le prestazioni mediche a prezzi contenuti, a differenza degli ospedali statali in cui ci si deve assicurare di poter pagare prima di essere curati. Il Coe inoltre da molti anni promuove la cura del virus Hiv attraverso il monitoraggio delle mamme sieropositive, e questo

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ha portato ad azzerare il numero di bambini che nascono affetti dal virus. L’approccio vincente è determinato dalla cura integrale delle persone che si rivolgono al dispensario sanitario, dalla parte medica prima di tutto, alla cura psicologica. La struttura poi vanta diversi ambulatori che forniscono le prestazioni sanitarie sei giorni alla settimana e si sta ultimando la costruzione di un nuovo reparto all’interno del centro. L’altra attività che si svolge al Coe è l’animazione per i ragazzi del quartiere, che crea un rapporto stabile e di fiducia tra le famiglie dei bambini e degli adolescenti che frequentano il Cass e gli animatori. Durante l’anno vengono organizzati laboratori di teatro, incontri di cineforum, sport come danza e pallavolo ma anche olimpiadi di matematica che consentono così di avere un centro frequentato dai ragazzi durante l’anno e durante le settimane di attività estive. Nei primi giorni io e il mio compagno di avventura abbiamo avuto l’opportunità di girare nella zona sud-est del Camerun, di visitare le città in cui il Coe ha tutti i suoi progetti e i villaggi limitrofi a Yaoundé dove si coltiva il cacao, ma per il resto della nostra esperienza abbiamo vissuto nella capitale. Potrei provare a

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descrivere Yaoundé attraverso due aggettivi: una città sporca e rossa. Camminando per strada si trova spazzatura ovunque, gli scoli che corrono lungo i marciapiedi sono pieni di acqua putrida. Ma Yaoundé è sporca anche nelle storie raccolte e nelle situazioni che spesso ci siamo trovati a vivere: la sporcizia della corruzione macchia e lascia tracce profonde nella società camerunese, deprime la voglia di cambiamento che entusiasma solitamente i giovani studenti che vorrebbero concretamente cambiare il loro Paese. Lo sporco purtroppo è capace di bloccare progetti di cooperazione, e a volte lo sviluppo in senso più generale. A Yaoundé però mi sono riempita gli occhi di rosso: i tramonti che colorano il cielo; il rosso che si attacca addosso attraverso la terra polverosa che si posa sui vestiti e che anche dopo averli

lavati non si smacchia. Il rosso è stato quello della passione e delle amicizie che abbiamo trovato e che ci hanno fatto conoscere la città, spesso attraversando i quartieri a piedi, tante altre volte attraverso i racconti di chi ci è nato e cresciuto. Non si può negare che ci siano state delle difficoltà nell’approcciarsi al Camerun. C’è stato certamente un incontro con le persone, con lo stile di vita e con la loro cultura tradizionalmente ricca ma c’è stato anche uno scontro: pensiamo in due modi differenti e prenderne consapevolezza è stato importante. L’incontro-scontro è stato fondamentale per me in quanto studentessa di cooperazione ed accettare la differenza è necessario per apprezzare la ricchezza che due culture, come quella italiana e camerunese, hanno da darsi vicendevolmente. Questa esperienza di Charity Work Program mi ha aiutato a capire come sia sbagliato pensare di poter generalizzare quando si parla di Africa. Ogni Paese africano è diverso l’un dall’altro, il villaggio è diverso dalla città, e persino ogni quartiere differisce dall’altro, ha una sua vita, ha un propria p p gerarchia g e organizzag zione. È stato importante avere la possibilità di andare “sul campo”


Felicia Vilasi* Avvocato per un mese tra i rifugiati di Cape Town

e poter vivere tutto questo, constatando come opera una Ong italiana all’estero. 23 anni, di Milano, corso di laurea in Politiche per la cooperazione internazionale per lo sviluppo, facoltà di Scienze politiche e sociali, sede di Milano

Silvia Dander* Viaggio tra le Ande d’ananas e cacao L VIAGGIO IN AEREO Milano-Pa-

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rigi-Lima è stato infinito e il primo impatto con la città un po’ traumatico, la città è immensa ed è divisa in distretti. I primi e gli ultimi tre giorni in Perù li passiamo nella capitale come turisti, visitando il centro storico, il distretto più turistico Miraflores e la sede dell’Università Cattolica. La vera avventura inizia dopo il viaggio di 20 ore attraverso le Ande e i paesaggi verdi a perdita d’occhio, con qualche paesino di case in lamiera o legno e palme di varie specie. Arrivati ad Atalaya, piccola cittadina nella regione di Ucayali, veniamo accompagnati nella casa destinata ai volontari all’interno del campus di Nopoki. Le strade sono per la maggior parte di terra battuta e il mezzo di trasporto è il motocarro. La vita scorre molto tranquilla e la giornata lavorativa è legata alle ore di luce. Viene così il momento di visitare le piantagioni di ananas, arancia, cacao, caffè e il vivaio dell’università. L’ingegner Gustavo Callixito ci spiega i vari lavori di gestione per le diverse colture e ci presenta i lavoratori con cui abbiamo collaborato nei giorni successivi. Le giornate passano veloci, piano piano socializzo con gli operai che inizialmente sono un po’ diffidenti, ma superato l’imbarazzo si rivelano molto curiosi sulle mie origini e anche simpatici. A livello professionale, imparo molto sulla coltivazione dell’ananas, le sue fasi fenologiche e la gestione della semina, fertilizzazione e raccolta. Hugo, il responsabile della piantagione di cacao, ci spiega come eseguire l’innesto e la potatura e ci mostra le differenze tra varietà (fine per la cioccolateria e non fine per la cosmetica). Inoltre ci spiega la gestione del

OPO TRE SCALI e un viaggio tal-

D vivaio di cacao, caffè e arancia e collaboriamo nella preparazione del campo per la semina di quest’ultima. Visitiamo anche la piantagione di banane e papaya che si trovano su un’isola e quindi per raggiungerla navighiamo lungo il Rio Ucayali a bordo di una piccola barca. Anche qui ci vengono spiegati i vari lavori di gestione a partire dalla semina fino alla raccolta dei frutti. Tutti i lavori, esclusa l’aratura, sono eseguiti a mano e le piantagioni non sono facilmente raggiungibili né risulta facile muoversi tra le piante a causa del terreno in pendenza e ricoperto di foglie, rami e radici. Inoltre le condizioni climatiche non sono molto favorevoli, perché in alcuni giorni si suda anche a star fermi e in altri la pioggia è così forte che devi interrompere il lavoro. Ma i panorami sono mozzafiato: sei circondato dal verde che si estende a perdita d’occhio verso l’orizzonte e tutto intorno a te senti il canto di uccelli tropicali e puoi ammirare decine di farfalle colorate. Al termine della giornata la soddisfazione per il lavoro svolto è grande, le informazioni acquisite sulle colture tropicali sono numerose e la lingua risulta sempre più comprensibile. Nonostante qualche difficoltà iniziale di adattamento al loro modo di vivere, è stata un’esperienza che rifarei mille volte, perché mi ha fatto crescere come persona. Ho imparato moltissimo sulle coltivazioni tropicali, informazioni che in Italia nessuno mi avrebbe saputo dare e ritengo che imparare mettendo in pratica è sicuramente meglio che studiare solamente la teoria sui libri. 24 anni, di Brescia, laureanda in Scienze e tecnologie agrarie, facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, sede di Piacenza

mente lungo da farti capire di essere giunta dall’altra parte del mondo, io e Liboria arriviamo a Cape Town, questa città meravigliosa all’estrema punta sud del continente africano: estrema come la sua natura, come la sua storia, come l’entusiasmo della sua gente. Appena il tempo di mettere da parte valigie e incertezze, e diamo inizio a quella che oggi chiamerei una meravigliosa sfida, un’immersione totale nel mondo dello “Scalabrini Centre” di Cape Town, un centro pensato per aiutare i rifugiati che hanno bisogno di assistenza legale, educazione, supporto economico. Vivere un’esperienza di questo tipo ti scuote dall’interno, ti aiuta a capire quali sono le priorità, ti insegna che la vita è qualcosa di straordinario, perché molto spesso, in Africa, vivere è già un gran privilegio. Durante le consulenze dell’Advocacy Team incontri una donna dello Zimbabwe che ti racconta di essere fuggita dalla guerra civile, di aver contratto l’Hiv, di essere stata stuprata ripetutamente. Eppure ha un sorriso contagioso perché oggi ha appena saputo che il suo Appeal è stato accolto e che quindi potrà avere un permesso per restare in Sudafrica con i suoi figli, senza più essere costretta a tornare ogni mese a Pretoria per rinnovare i documenti. Una soluzione temporanea, è vero, ma qui tanto le certezze non esistono, la vita si vive giorno per giorno. Poi arriva un ragazzo sedicenne che qualche anno fa ha lasciato la sua famiglia in Sudan per scappare dalla guerra, ha il sorriso di chi ha dovuto imparare p troppo pp p presto a non aver paura. È un sorriso che ti fa credere che forse è vero che Dio si nasconde dove meno te lo aspetti, nelle parole di chi porta dentro di sé qualcosa di immenso, anche se non lo sa. Oggi però il suo sorriso è spento perché ha appena saputo che il suo permesso di studio è scaduto e che dovrà tornare in Sudan. Non ha denaro, non ha una famiglia, non ha nessuna certezza nella vita. Eppure ti ringrazia per l’aiuto, prende il suo sacchetto di plastica che probabilmente raccoglie tutto ciò che possiede e torna a casa a studiare perché domani ha

un esame importante. Durante i test iniziali per formare le nuove classi, incontri Jean Pierre, congolese, che viene allo Scalabrini per imparare l’inglese. Per testare il suo livello, gli chiedi cosa chiederebbe se qualcuno potesse dargli qualunque cosa al mondo. E lui, dopo averci pensato un po’, ti risponde: “I’d like to have knowledge”. Non vorrebbe soldi, non vorrebbe una casa, lui che non ce l’ha. Vorrebbe conoscere. Nella township di Khayelitsa i bambini ti abbracciano, ti corrono incontro, vogliono che tu balli con loro e soprattutto continuano ad accarezzarti come se non avessero mai visto nulla di così straordinario. Poi una mamma ti fa notare che è una reazione normale, perché loro una persona bianca non l’hanno mai vista nella loro vita.

Il Work Charity Program è stato per me molto più di un’esperienza di volontariato: è stato un uragano che ha scombussolato quella che io prima consideravo la piattezza della quotidianità, fatta di studio, amici, famiglia. E non potete immaginare quanto sia bello pensare che questa quotidianità è rara, preziosa, sapendo che dall’altra parte del mondo (e forse, senza saperlo, anche accanto a noi) c’è chi una famiglia non ce l’ha più e la vorrebbe riabbracciare, non può studiare eppure ce la mette tutta per farlo, gli amici li aveva ma la guerra se li è portati via. Ogni tanto, quando cammino per strada, ho come la speranza che da un momento all’altro davanti a me si apra l’oceano e che dall’angolo della strada sbuchino Jean Pierre, il ragazzo Sudanese, i bambini di Khayelitsa. Nel mio cuore io li vedo, e li ringrazio, perché mi hanno insegnato a capire che la vita è qualcosa di immenso. 22 anni, di Reggio Calabria, quinto anno del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza, facoltà di Giurisprudenza, campus di Milano

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CONGRESSO MONDIALE

Santa Sede: educare, una passione che si rinnova

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A Piacenza il Premio Gemelli per i migliori laureati 2014 55ESIMA edizione del Premio Agostino Gemelli è stata ospitata quest’anno, lo scorso ottobre, nel campus di Piacenza. Il conferimento del riconoscimento ai dodici migliori laureati dell’Ateneo si è inserito infatti all’interno di una giornata speciale dedicata a Talento e Passione. Venti anni di Lauree in Economia a Piacenza. Il convegno si è aperto nella Sala Arazzi del Collegio Alberoni, con l’intervento del rettore Franco Anelli, della preside della facoltà di Economia e Giurisprudenza Anna Maria Fellegaraa e con il saluto del sindaco della città Paolo Dosi che ha voluto sottolineare come «per tutta la comunità piacentina questo sia un appuntamento di valore» e ringraziare l’Università Cattolica per il grande contributo che offre per la crescita del territorio p piacentino. È stato quindi dato spazio alle testimo-

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nianze di ex laureati, alcuni in sala, altri con messaggi dall’estero e da altre parti d’Italia. Infine è intervenuta la prorettrice Antonella Sciarrone Alibrandi che ha spiegato come «la centralità della persona e la sua formazione integrale siano i capisaldi per i servizi che l’Ateneo organizza per gli studenti e i laureati. Per fare dell’Università una comunità di persone» A premiare i migliori dodici laureati del 2014 con il conferimento del Premio Gemelli il presidente di Alumni Cattolica – Associazione Necchi Carlo Assi che ha voluto ricordare che «L’Associazione punta a mantenere un legame privilegiato con i laureati e creare così un importante e diversificato network di professionisti». I laureati dell’Università Cattolica che hanno ricevuto il Premio Gemelli, il riconoscimento intitolato al fondatore dell’Ateneo e riservato dal

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1961 agli studenti che hanno ottenuto i migliori risultati accademici per ciascuna facoltà, sono: Silvia Monti (facoltà di Giurisprudenza); Arianna Colombo (facoltà di Scienze politiche e sociali); Luca Radaelli (facoltà di Economia); Sergio Arosio (facoltà di Lettere e filosofia); Elisa Morlacchini (facoltà di Scienze della Marco formazione); Galbignani (facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientalisede di Piacenza); Daniela Arduini (facoltà di Medicina e chirurgia – sede di Roma); Nicola Picchiotti (facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali – sede di Brescia); Andrea Beretta (facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative); Eleonora Valentini (facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere); Elena Arselli (facoltà di Economia e Giurisprudenza – sede di Piacenza); Alice Piacentini (facoltà di Psicologia).

L CENTRO MARIAPOLI di Castel Gandolfo, dal 18 al 21 novembre scorso, si è svolto il congresso mondiale promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica della Santa Sede sul tema Educare oggi e domani. Una passione che si rinnova. L’evento, promosso in occasione del cinquantesimo anniversario della Dichiarazione del Concilio Vaticano II Gravissimum educationis e del venticinquesimo anniversario della Costituzione Apostolica Ex corde Ecclesiae, si è concluso con un intervento di Papa Francesco. Obiettivo delle giornate di lavoro e di confronto internazionale è stato il rilancio dell’impegno della Chiesa in ambito educativo. Tutto questo, a partire da una visione delle strutture cattoliche attive nel settore non solo come “dispensatori di competenze” ma, per loro intrinseca natura, come luoghi di incontro e mutuo accrescimento, in un percorso di educazione alla vita che si apre agli altri nell’ottica del bene comune. «La scuola e le università cattoliche – spiega il documento di presentazione dell’evento sono una realtà di presenza, di accoglienza, di proposta di fede e di accompagnamento pastorale avendo ferma sia la difesa della dignità umana che la diffusione della conoscenza (…) La proposta di un’educazione integrale, in una società che cambia così rapidamente, esige una riflessione continua capace di rinnovarla e di renderla sempre più ricca di qualità, di umanità e di misericordia». Al convegno è intervenuto anche il rettore dell’Università Cattolica, professor Franco Anelli, il quale, nella sessione dei lavori dedicata ai soggetti dell’educazione, ha moderato la parte relativa al ruolo delle università. «Siamo molto riconoscenti alla Congregazione per l’Educazione Cattolica per avere promosso questa iniziativa, che ha avuto nell’intervento del Santo Padre il suo momento culminante» ha fatto presente il professor Anelli sottolineando in particolare come sia stato utile per l’Università Cattolica partecipare attivamente ai lavori. «Sono stati quattro giorni di dialogo intenso su famiglia, scuola, università, associazionismo che ci hanno aiutati a cogliere, in un contesto internazionale, la profondità e l’attualità dell’impegno educativo della Chiesa – ha ribadito inoltre il Rettore- offrendoci stimoli, materia di riflessione e spunti per nuovi progetti che ci possono aiutare a interpretare nel miglior modo il ruolo che è assegnato come istituzione educativa cattolica». Un importante contributo sul ruolo della scuola è stato offerto, inoltre, al convegno dal preside della facoltà di Scienze della formazione, professor Luigi Pati che ha moderato la sessione intitolata Identità e Missione.


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Il Collegio sant’Isidoro spegne 60 candeline COLLEGIO S. Isidoro, festeggiati con un’intera giornata ricca di iniziative il 10 ottobre scorso a Piacenza: il programma è stato coordinato dalla nascente Associazione degli ex studenti, con il sostegno della Fondazione per il diritto allo studio Educatt e della direzione della sede di Piacenza dell’Università Cattolica. Ha aperto i lavori, presso l’auditorium Mazzocchi della Cattolica, il rettore Franco Anelli che ha ricordato che «dal dopoguerra a oggi il Sant’Isidoro è stato un punto di riferimento per tanti studenti venuti da lontano. Un collegio che rappresenta un modello per la formazione integrale della persona, un elemento fondamentale del più complessivo progetto formativo che l’Università Cattolica è in grado di offrire ai propri studenti». «Il Sant’Isidoro è un modello per la formazione integrale della persona» ha ribadito nel suo saluto iniziale Angelo Giornellii (in alto nella foto a sinistra con il Rettore e Triani) direttore Educatt, secondo cui «il collegio è un luogo di relazioni». Successivamente il sindaco di Piacenza Paolo Dosi ha ricordato come le istituzioni piacentine abbiano cercato di «inglobare sempre di più l’università nel tessuto urbano. Siamo grati all’Università Cattolica per la presenza qualificante a Piacenza: continueremo a lavorare insieme». Pierpaolo Triani, docente della facoltà di Scienze della formazione, nel suo intervento ha invece spiegato come «il sistema dei Col-

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legi si è modificato radicalmente nell’arco degli anni, ma sono rimasti immutati alcuni capisaldi. Le persone sono il frutto dell’ambiente in cui vivono e hanno necessità di una buona qualità della vita ordinaria. Le residenze e i collegi sono solo punto di partenza per un’esperienza più ricca e coinvolgente, da non vivere in modo solitario. L’università rappresenta un momento di crescita della vita di ciascuno, sia con l’ampliamento delle competenze sia con la crescita personale e delle relazioni», ancora: «Il Collegio è espressione di una comunità educante che non deve mai divenire chiusura e solitudine. Gli studenti sono risorse per l’università e per il territorio locale. Questi ideali hanno contraddistinto e continueranno a distinguere il Collegio S. Isidoro». Dopo la Santa messa presieduta dall’assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo, il vescovo Claudio Giuliodorii e concelebrata da alcuni sacerdoti già assistenti spirituali del collegio, nonché da alcuni ex alunni divenuti sacerdoti, si è tenuto il 45° convegno annuale Alumni Cattolica Associazione Necchi, sezione di Agraria. Infine è stata presentata l’Associazione degli ex studenti del Sant’Isidoro, con l’intervento della presidente Anna Gianfreda, insieme al direttore Educatt, Angelo Giornelli, a Matteo Bergamaschi, direttore del Collegio, e don Celso Dosi, ex direttore e membro del comitato promotore. Le immagini, Il Collegio Sant’Isidoro 1955-

2015, in una proiezione e con una mostra permanente, hanno raccontato la vita e la storia della struttura; inoltre alcuni ex studenti, tra cui l’europarlamentare Herbert Dorfmann, già ospite negli anni ’80 del Collegio, coordinati da Valentina Malerba, hanno raccontato la loro esperienza collegiale e universitaria. La serata si è conclusa nella residenza Gasparini, con un buffet e con musiche del gruppo musicale degli studenti del S. Isidoro.

Piacenza: vent’anni di lauree in Economia speciale quella che la facoltà di Economia e Giurisprudenza ha voluto dedicare il 9 ottobre scorso ai Venti anni di Lauree in Economia a Piacenza. La preside della facoltà di Economia e Giurisprudenza Anna Maria Fellegara (nella foto), ha tracciato il bilancio di questo percorso. «Vent’anni dalle prime lauree non sono un traguardo scontato» ha affermato aprendo i lavori nella Sala Arazzi del Collegio Alberoni «La nostra idea è stata quella di creare un evento degli studenti e degli ex studenti per ricordare il passato e parlare anche del presente e del futuro: sono 5.570 i nostri laureati, 580 quelli del Double Degree e 650 le matricole che abbiamo registrato quest’anno. Numeri che attestano la crescita costante della Facoltà».

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STATA UNA GIORNATA

Presente alla cerimonia anche il rettore Franco Anelli che ha sottolineato come la Facoltà piacentina sia «riuscita a sviluppare un interessante percorso di internazionalizzazione. E questa si è rivelata una scelta vincente. Più di venti anni fa la collaborazione con le Istituzioni e le Associazioni di categoria ha dato vita ai corsi di laurea in Economia. Un modello di cooperazione efficace, da confermare per il futuro».

«Ringrazio l’Università Cattolica – ha detto il sindaco della città Paolo Dosi, portando il suo saluto – per il grande contributo che offre per la crescita del nostro territorio. Il traguardo che festeggiamo oggi è l’esito di una fattiva collaborazione tra l’Ateneo e gli enti locali». L’iniziativa ha offerto la possibilità di fare il punto della situazione a vent’anni di distanza dalle prime cerimonie di laurea in Economia della Cattolica, ma ha dato anche l’occasione a tanti ex studenti di ritrovarsi e di ricordare un passato fatto sì di passione e di talento, ma anche di tanta positiva goliardia, come è quella che si respira in università. La conferma è arrivata proprio da loro, da quelli che all’inizio degli anni Novanta non avevano neppure vent’anni e che si sono ritrovati a osservare con nostalgia le immagini

di una Facoltà che è cresciuta passo dopo passo. Tutte le testimonianze degli ex laureati, alcuni in sala, altri con messaggi dall’estero e da altre parti d’Italia sono state accomunate dalla nostalgia per il periodo di studi alla Cattolica di Piacenza, ma anche con un grande spirito di riconoscenza. «Per il valore aggiunto di questo Campus, grazie alle persone che ho incontrato negli anni universitari e che poi ho ritrovato sul lavoro», ha dichiarato, tra gli altri Cristian Camisa, laureato in Cattolica nel 1998 e oggi presidente di Confapindustria. Infine è intervenuta la prorettrice Antonella Sciarrone Alibrandi, che ha testimoniato la sua vicinanza alla sede di Piacenza, dove ha insegnato per parecchi anni, apprezzando in particolare un Campus a misura di studente.

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Mezzo secolo di Cattolica a Brescia 1965. Brescia diventa città universitaria con l’avvio della facoltà di Magistero dell’Università Cattolica. Fu l’approdo di un itinerario storico e l’avvio di un servizio rivolto alla società e alla Chiesa. Da allora sono trascorsi cinquant’anni, e come disse già allora il rettore Ezio Franceschini, durante l’inaugurazione del primo anno accademico, «si è facili profeti nel prevedere ulteriori sviluppi». Giovedì 3 dicembre, l’inaugurazione dell’anno accademico è stata l’occasione per ripercorrere quanto fatto, continuando a guardare al futuro. Nel saluto introduttivo il rettore Franco Anelli, ha ricordato che con la facoltà di Magistero a Brescia «si realizzò il coronamento di un lungo e a tratti sofferto cammino». Un percorso umano e intellettuale «le cui radici rinviano a figure di grande rilievo non solo per la storia di questa sede, ma per la stessa coagulazione in progetto concreto dell’idea di una “università cattolica” italiana». Il mezzo secolo della sede bresciana non è però certo un tra-

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guardo, ma un ulteriore punto di partenza per guardare al futuro: il futuro, tra i nuovi corsi, master post laurea, è anche la nuova sede. «E’ noto che da tempo si sta progettando la realizzazione della nuova sede nel seminario di Mompiano – ha detto Anelli – sede nella quale concentrare le attività oggi distribuite in vari stabili cittadini. Le sole risorse proprie dell’Ateneo non sono in grado, non è un mistero, di assicurare la sostenibilità economica nel tempo degli oneri degli investimenti che si chiedono. Ed è questo un aspetto, pur prosaico, del quale un’università libera non può non farsi carico nell’assumere decisioni». Ha fatto seguito la lectio di monsignor Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’Educazione cattolica, dal titolo Da cinquant’anni a servizio dell’educazione. L’identità aperta e in dialogo; la persona, il sapere e la comunità pilastri dell’istituzione accademica; le università cattoliche al servizio della Chiesa e della società. Sono stati questi i tre orientamenti di fondo proposti da monsignor Zani, a testimonianza dell’attualità del magistero rivolto ad un mondo accade-

mico in profondo cambiamento. Le sue origini bresciane gli consentono di accostarsi al cinquantesimo di presenza della Cattolica a Brescia con la conoscenza diretta degli avvenimenti e con uno sguardo mondiale proprio dell’istituzione che rappresenta: «L’obiettivo è perseguire con audacia la formazione di una leadership intellettuale e professionale che agisce incondizionatamente per il bene comune, il bene di tutta l’umanità». «Le attività di ricerca della Cattolica devono includere lo studio dei gravi problemi contemporanei come la dignità della

vita umana, la qualità della vita personale e familiare, la tutela della natura, il dialogo interculturale e interreligioso, la ricerca della pace e della stabilità politica – ha sottolineato inoltre monsignor Zani - nonché una più equa distribuzione delle ricchezze del mondo, un nuovo ordine politico ed economico che sia in grado di servire meglio la comunità umana sia a livello nazionale che internazionale». Il testo completo della lectio di mons. Zani è pubblicato all’indirizzo: www.cattolicanews.it/brescia-cinquant-anni-di-cattolica

Paolo VI e la beatitudine del dialogo NA DUE GIORNI DI STUDIO per far luce sul contributo con cui Paolo VI, soprattutto nelle sue responsabilità di pontefice, concorse a incentivare nella vita della Chiesa un nuovo impegno educativo. È stato questo il tema del convegno scientifico che si è tenuto nella sede di Brescia il 3 e 4 dicembre promosso dall’Archivio per la storia dell’educazione in Italia in collaborazione con la Diocesi di Brescia. Erano presenti il rettore Franco Anelli, il vescovo di Brescia monsignor Luciano Monarii e l’assistente ecclesiastico generale monsignor Claudio Giuliodori. «Papa Montini stimava che la Chiesa dovesse portare la propria opera pedagogica per il grave compito che, nella sua vocazione di madre, aveva di annunziare a tutti gli uomini la verità di Cristo e, al tempo stesso, di sostenere il bene della società terrena e di edificare un mondo più umano – spiega il professor Luciano Pazzaglia, tra i promotori dell’iniziativa – Una Chiesa, dunque, non solo “madre e maestra” (mater et magistra) come la definì il suo predecessore, ma intrinsecamente maestra a motivo

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della sua maternità amorevole (mater est magistra)». «Se Montini poté accedere a questa visione, lo dovette non solo alle suggestioni della pastorale calda e generosa di Giovanni XXIII, ma anche, e soprattutto, ai nuovi orizzonti aperti dal Concilio Vaticano II, alla cui riuscita Paolo VI doveva, per altro, recare un contributo di fondamentale importanza», fa notare il professor Pazzaglia. Fu precisamente tra la seconda e la terza sessione conciliare che egli redasse la

grande enciclica Ecclesiam suam che avrebbe fatto da supporto al suo magistero successivo. Gli studiosi – secondo il direttore dell’Archivio per la storia dell’educazione in Italia – insistono giustamente nel rilevare come il motivo ispiratore del documento fosse l’ideale e la prospettiva della Chiesa del dialogo: una Chiesa che avrebbe cioè dovuto rinunciare agli anatemi e alle condanne e che, per fedeltà al rapporto dialogico instaurato da Dio padre con gli uomini, era a sua volta chiamata a instaurare un dialogo con il mondo. Ma se il dialogo era senza dubbio la chiave di volta dell’Ecclesiam suam, il documento mostrava altresì come la Chiesa, per trovare ascolto presso l’umanità, dovesse riappropriarsi dello spirito di povertà e di carità. In questa luce, dopo aver messo a fuoco l’itinerario intellettuale e spirituale del pontefice attraverso le tappe più significative della sua vita e richiamata l’attenzione sulla Chiesa del dialogo, l ’incontro di studio ha scandagliato il lavoro compiuto da papa Montini per aiutare la comunità ecclesiale a maturare questa sensibilità dialogica e pedagogica nei più diversi campi.


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Banche e assicurazioni, summit in Cattolica per festeggiare i 25 anni di Scienze bancarie BOHAN, DANIÈLE NOUY, Giuseppe Vegas e Fabio Panetta. Sono solo alcuni degli esponenti del mondo bancario e assicurativo che sono stati ospiti dell’Università Cattolica per partecipare a tre importanti conferenze internazionali promosse da Scienze bancarie, finanziarie e assicurative per celebrare i 25 anni della sua fondazione, tra le prime Facoltà in Italia a proporsi come luogo di studio del sistema finanziario nel suo complesso. Ad aprire il ciclo è stato l’evento di lunedì 23 novembre che, inserendosi nel contesto della collaborazione istituzionale tra Consob e Ateneo, ha affrontato il tema della Capital Markets Union, con un focus sugli aspetti più rilevanti del recente Action Plan sul mercato unico dei capitali. Dopo i saluti del rettore Franco Anelli e del presidente di Consob Giuseppe Vegas, il dibattito è entrato nel vivo con il contributo di rappresentanti della Consob, del mondo accademico e dell’industria finanziaria italiana. Tra questi, Nial Bohan, responsabile dell’Unità della Commissione Europea preposta alla Capital Mar-

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kets Union, Nicoletta Giusto, responsabile dell’Ufficio Relazioni Internazionali della Consob, Maurizio Sella, Presidente di Assonime, Giovanni Petrella e Andrea Perrone, rispettivamente docenti di Economia degli Intermediari Finanziari e di Diritto Commerciale nella facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative. Protagonisti dell’appuntamento del 24 novembre, intitolato Micro and Macro prudential banking supervision in the Euro area e organizzato in collaborazione con Banca d’Italia, sono stati invece Fabio Panetta, membro del Direttorio e vice direttore generale della Banca d’Italia, Danièle Nouy, presidente del Consiglio di vigilanza della Bce, e Claudio Borio, capo del dipartimento di Economia e Finanza, Bank for International Settlements. La conferenza, introdotta dalla preside di Scienze Bancarie, finanziarie e assicurative Elena Beccalli, è stata anche l’occasione per fare il punto sullo stato di salute del sistema bancario italiano che, non diversamente da altri istituti di credito in Europa, fatica a generare reddito. «L’incertezza e la scarsa

fiducia nel settore bancario ostacolano la ripresa economica – ha detto Nouy –. Del resto, l’economia non può fare affidamento su banche che ottengono buoni risultati solo quando splende il sole». Ha chiuso il ciclo di incontri il convegno The Changing Insurance Regulation del 26 novembre, realizzato in collaborazione con il Centro di ricerca su Tecnologie, Innovazione e servizi Finanziari (CeTIF). La giornata è stata incentrata su tre aspetti: framework regolamentare del comparto assicurativo; rischio e requisiti di capitale; impatti potenziali della nuova regolamentazione sul mercato assicurativo. A dare il via alla discussione l’intervento in video-conferenza di Gabriel Bernardino, Chairman dell’European Insurance and Occupational Pensions Authority (EIOPA), cui sono seguiti le relazioni di Renzo Avesani, CRO Forum, di Angele Galea, St. John, Malta Financial Services Authority, di Dario Focarelli, Ania, di Paolo Cadoni, The UK Prudential Regulation Authority, di Nino Savellii e Alberto Floreani, entrambi docenti all’Università Cattolica.

L’imprenditorialità a misura di studente I MOLTIPLICANO in Cattolica le iniziative per stimolare negli studenti la dimensione creativa che potenzialmente si potrebbe concretizzare nella realizzazione di una start-up. Cifra comune delle proposte è l’offerta e attuazione di idee imprenditoriali che rendano possibile il connubio tra cultura sociale-umanistica e mercato. L’aspetto forse più interessante è che si tratta di iniziative sia dall’Ateneo, a livello nazionale e internazionale, sia bottom-up, su proposta degli studenti. Una tra queste, per esempio, è l’incontro Le junior enterprise. Una soluzione per ridurre il divario tra università e mondo del lavoro, organizzato da JECatt e Banca Popolare di Milano lo scorso 23 novembre. JECatt fa parte delle Junior Enterprise europee (oltre 300, a oggi), organizzazioni non-profit gestite e amministrate da studenti, con l’obiettivo di agire sul mercato come società di consulenza convenzionali. Tra i servizi proposti ai soci la possibilità di mettere in pratica ciò che studiano nelle aule dell’università, sviluppando

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le proprie attitudini. L’Associazione, oltre a facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro, offrendo differenti possibilità di formazione professionale, offre consulenza manageriale innovativa Banca Popolare di Milano collabora con l’Università Cattolica anche in qualità di finanziatore dei premi finali di Dr. Start-upper, il programma per la diffusione della cultura “imprenditiva” e lo sviluppo delle idee imprenditoriali realizzato in partnership con la Camera di Commercio di Milano. Dr. Start-upperr è nato nel 2013 come scommessa e investimento: la scommessa di permettere agli studenti post-lau-

rea dell’Ateneo di capitalizzare la propria formazione, anche nei settori umanistico e delle scienze sociali, attraverso l’iniziativa personale durante un periodo di training di circa 5 mesi, in presenza e online, insieme a docenti e protagonisti dell’eco-sistema delle start-up. Poiché il percorso è gratuito per i partecipanti, Dr. Start-upperr è anche un investimento che l’Università fa sul proprio capitale umano di eccellenza. I vincitori delle prime due edizioni hanno effettivamente trasformato le loro intuizioni in impresa, ottenendo diversi riconoscimenti e premi nelle competizioni nazionali.

Neonato all’interno della Cattolica è poi ConLab, lo spazio di coworking dedicato esclusivamente allo svolgimento delle attività legate ai temi dell’autoimprenditorialità, in un’ottica innovativa e multidisciplinare. L’iniziativa è promossa da Ilab, il centro per l’Innovazione e lo sviluppo delle attività didattiche e tecnologiche di Ateneo, e promuove la cultura dell’imprenditorialità e dell’innovazione favorendo iniziative tra studenti di diverse facoltà, docenti e mondo delle imprese e delle start up. Dal 2008 inoltre ALTIS (Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica), è organizzatore del round italiano della Global Social Venture Competition, concorso internazionale ideato dalla Haas School of Business dell’Università di Berkeley per favorire nuove imprese a forte rilevanza sociale. Caratteristica principale delle start-up partecipanti alla competizione è che siano caratterizzate da una forte integrazione, nella strategia aziendale, tra sostenibilità economica e impatto sociale e/o ambientale.

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L’idea di Maïla: un forum mondiale del dialogo

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Consulenti del lavoro, la pratica durante gli studi

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di Rita Italiano oggi si trova implicata in molti conflitti. E può sembrare un elemento di rottura che alimenta, nutre la conflittualità. Si ritrova l’invocazione del nome di Dio nella legittimazione della violenza. Ma la religione è anche portatrice di valori, aperta all’umanità tutta intera. Nessuna religione è riservata ai soli credenti, ma porta valori come dialogo, misericordia, perdono, apertura». Joseph Maïlaa (nella foto), politologo p g di fama internazionale, docente di Geopolitica a l’École supérieure de sciences économicques et commerciales di Parigi (Essec) e direttore del Centro di ricerca sulla pace dell’Institut Catolique della capitale francese, è stato in Università Cattolica per il convegno organizzato dall’Archivio Julien Ries per l’antropologia simbolica, dove ha parlato di Religione tra rottura e riconciliazione a pochi giorni dagli attacchi terroristici di Parigi. Di fronte alle semplificazioni che tornano sull’onda della paura e dell’emozione, le parole del professore francese chiariscono il ruolo della religione nelle nostre società. «Esiste una tensione tra la effettività della religione (il fatto sociale) e la normativa. Sono le affermazioni identitarie che possono chiudere, pregiudicare l’apertura. Soprattutto nei monoteismi. Ontologicamente la religione è tensione tra il fatto di possedere la verità e l’aprirsi agli altri. Un’apertura sovra-comunitaria, universale. I due aspetti coesistono: il fatto identitario e l’apertura. Bisogna considerare la funzione sociale della religione nei conflitti: quando l’identità cittadina sparisce può subentrare quella religiosa. Non più cittadino di una Nazione, ma di una “comunità”».

GIURISPRUDENZA

A RELIGIONE

Rispetto a come deve collocarsi la religione nelle attuali società moderne Joseph Maïla ritiene che la religione non debba essere conservata solo nel foro interno: «Oggi, con la secolarizzazione, si ritiene che la religione debba essere un fatto privato. Ma come fedeli si è portatori di valori, ed è necessario per il dibattito pubblico che il punto di vista della chiesa sia evidente. L’espressione libera di una concezione del mondo. I cristiani sono anche cittadini. Poi, siamo in democrazia. La rappresentazione nazionale deve legiferare in tutta autonomia. Don Sturzo diceva: “La laicità non è la separazione delle sfere ma la loro distinzione.”». Un forum mondiale del dialogo è infine l’idea proposta dal professore a l’Essec di Parigi: «a me piacerebbe un forum a livello mondiale di tutti coloro che credono nel dialogo. g Per affermare l’importanza p dell’approccio culturale. È un nodo assente. Che fa l’Unesco su questi temi? Ora che andiamo contro la natura della cultura, che è dialogo e incontro. Cosa c’è che non va? Si può diagnosticare la crisi della cultura oggi? Oggi che la cultura è usata contro la cultura?».

CCORCIARE LE DISTANZE tra università e mondo del lavoro. È l’intento della convenzione stipulata tra Università Cattolica e Ordine dei Consulenti del Lavoro di Milano. L’accordo, rivolto agli studenti di Giurisprudenza iscritti all’ultimo anno del corso triennale o di quello magistrale a ciclo unico, permette di anticipare durante il percorso di studi accademici lo svolgimento dei sei mesi di pratica professionale, così da ridurre i tempi per presentarsi a sostenere l’esame di Consulenti del lavoro. «Questa convenzione risponde a una domanda insistente degli studenti: essere messi nella condizione di entrare in contatto giù durante il percorso di studio con la pratica professionale» ha detto il preside della Facoltà di Giurisprudenza Gabrio Fortii intervenendo il 30 novembre alla presentazione dell’accordo. «Con questa convenzione, già in vigore – ha spiegato invece Vincenzo Ferrante, docente di Diritto del lavoro e referente organizzativo di facoltà dell’iniziativa –, gli studenti interessati alla professione di consulente del lavoro potranno anticipare il periodo di pratica obbligatoria e avranno la possibilità di trovare in tempi più brevi la giusta collocazione professionale in un mondo occupazionale dove i giovani fanno sempre più fatica a inserirsi». «L’accordo stipulato con la Cattolica è un ottimo esempio di alternanza scuola/lavoro», ha fatto eco il presidente dell’Ordine dei Consulenti del lavoro di Milano Potito Di Nunzio. «Senza dimenticare che il consulente del lavoro è una figura professionale con notevoli margini di crescita, nella graduatoria dei liberi professionisti è al terzo posto per base imponibile denunciata al fisco, dopo notai e commercialisti».

Oasis: un dialogo con l’Islam senza stereotipi ONFINI CHE CAMBIANO.

Europa e Islam dopo gli attentati di Parigi è il titolo del convegno organizzato dalla fondazione Oasis, con il contributo di Fondazione Cariplo, in Cattolica lo scorso 28 novembre. L’incontro, moderato dal rettore dell’Ateneo Franco Anelli, ha coinvolto il cardinale Angelo Scola, il professor Henry Laurens del College de France di Parigi e Riccardo Redaellii (nella foto), docen-

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te di Geopolitica in Cattolica che ha spiegato come siamo di

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fronte ad una crisi dell’Europa e del mondo islamico – alle prese con difficoltà interne come il radicalismo o i conflitti tra sunniti e sciti – tanto che ormai è difficile orientarsi. «Abbiamo delle bussole smagnetizzate» ha detto Redaelli chiarendo come lo scontro identitario Europa-Islam non deve essere confuso con lo scontro geopolitico che è predominante. «Si può dire che oggi non viviamo un’epoca di cambia-

mento quanto un cambiamento d’epoca» ha detto invece il cardinale Scola citando un’espressione usata da Papa Francesco. «La realtà dei fatti ci impone di imparare a dialogare con l’altro, ricordando sempre che dialogare non vuol dire negoziare – ha sottolineato inoltre l’Arcivescovo di Milano – Per questo, è sempre più necessario che l’Occidente ricominci a dialogare con il mondo islamico, azzerando gli stereotipi».


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Ap padre Angelo g Lazzarotto del Pime il premio Matteo Ricci 2015 NA VITA DEDICATA ALLA FEDE e alla Cina

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quella di Padre Matteo Ricci, gesuita, missionario cattolico del XVI secolo, al quale l’Università Cattolica dedica da anni un Premio speciale. Il Premio Matteo Ricci, che a partire dal 1999 è stato attribuito dalla facoltà di Scienze politiche e sociali a diversi maestri nell’ambito di discipline economiche, politiche e sociali-internazionali, lo scorso 25 novembre è stato conferito per l’anno accademico 2014/15 a Padre Angelo Lazzarotto del Pontificio Istituto Missioni Estere di Milano. L’incontro è stato introdotto dal rettore Franco Anellii che ha sottolineato l’importanza di ricordare chi, sulle orme di figure eccezionali come Padre Ricci, oggi è capace di contribuire a decifrare la complessa realtà odierna. Per questo è stato scelto padre Angelo Lazzarotto quale mediatore e profondo conoscitore della Cina, per la consegna del Premio, diventato una tradizione della facoltà di Scienze politiche e sociali. Nella motivazione della Facoltà per l’attribuzione del Premio si legge: «Padre Angelo Lazzarotto ha dato con la sua vita, sia attraverso l’impegno diretto negli anni trascorsi in missione sia attraverso la sua ampia attività pubblicistica, un importante contributo a far emergere la presenza di sinergie

tra la cultura cattolica e la cultura cinese. Ha intessuto pazientemente relazioni con i diversi attori, ecclesiali, politici e culturali e attivato importanti canali di interazione tra cui quello della valorizzazione delle figure di antichi missionari italiani distintisi in Cina per la loro azione culturale, elemento che ha consentito il coinvolgimento delle autorità locali di alcune importanti città cinesi. La sua costante attenzione alle dinamiche sociali e culturali, unitamente al sempre presente riferimento ai principi fondamentali della tradizione cristiana per la promozione integrale della persona umana, lo hanno reso particolarmente acuto nell’analisi dei contesti politico-istituzionali cinesi in forte mutamento e nella promozione del dialogo

tra i popoli.» Aperto dai saluti dell’assistente ecclesiastico generale monsignor Claudio Giuliodorii e del preside della facoltà di Scienze politiche e sociali, Guido Merzoni, l’incontro ha ospitato l’intervento di Padre Gianni Crivellerr del PIME su Padre Matteo Ricci. Crocevia tra Oriente e Occidente alle soglie della modernità. «Un confine vivente, ponte tra Oriente e Occidente». Così padre Criveller ha definito Padre Matteo Ricci, portatore dell’inculturazione della fede in Cina quattro secoli fa e tutt’oggi ispiratore dell’interpretazione di un mondo, quello orientale, che ci interpella continuamente. L’attualità di Padre Matteo Ricci tra Roma e Pechino è stato invece il titolo della lectio magistralis tenuta da Padre Angelo Lazzarotto che ha ricevuto direttamente dal Rettore il premio: la medaglia in bronzo dell’Università Cattolica e il diploma. Alla figura straordinaria di Matteo Ricci sono stati inoltre dedicati l’incontro Il vero significato di “Signore del cielo”, promosso dal Centro pastorale dell’Ateneo, con la presentazione della prima traduzione in italiano del catechismo cinese di Padre Ricci e la mostra nel Cortile d’onore dell’Università Matteo Ricci Macerata 1552 - Pechino 1610. A servizio del Signore del Cielo.

Riconoscimento al Financial Fair Play del calcio

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UTTO È NATO GRAZIE A UN COLLOQUIO

con il professor Claudio Sottorivaa ai tempi in cui frequentavo la triennale di Economia e Gestione Aziendale in Cattolica a Milano. La passione per il calcio e per l’analisi e lo studio dei bilanci di esercizio delle imprese ha fatto il resto». Giacomo Bartolini ha ricevuto il 2 dicembre scorso a Roma il prestigioso premio di laurea Artemio Franchi, giunto alla sua XI edizione, con la pubblicazione della sua tesi sulla Applicazione delle regole del “financial fair play” alle società di calcio nella prospettiva Europea. Analisi di bilancio e considerazioni critiche. Il riconoscimento è stato consegnato nel Salone d’onore del Coni dal presidente Giovanni Malagò. «Ho dedicato molto tempo alla realizzazione di questa tesi» racconta Giacomo. «Come primo aspetto ho recuperato e analizzato molteplici dati sulle cinque principali leghe calcistiche Serie A, Bundesliga, Premier League, Liga Spagnola e Ligue 1 per definire il contesto calcistico europeo; poi ho analizzato dettagliatamente la nuova

normativa del Financial Fair Play e l’ho applicata ai bilanci di sei società calcistiche europee effettuando una simulazione di quelli che dovrebbero essere i controlli effettuati dal Club Financial Control Bodyy (Cfcb). È stato un lavoro molto intenso ma devo dire che l’impegno è stato ripagato», afferma il neodottore. «Il fair play finanziario è stato un concetto assolutamente innovativo introdotto nel mondo del calcio – spiega il relatore della tesi Claudio Sottoriva, professore di Metodologie e determinazioni quantitative d’azienda alla facoltà di Economia della Cattolica –. Gli addetti ai lavori Uefa si sono resi conto di come le società calcistiche non stessero seguendo dei modelli di gestione aziendale virtuosi e razionali. Di conseguenza con l’introduzione delle Financial fair play (Ffp) Regulations, l’ Uefa ha voluto dare al sistema finanziario delle società un ordine e una razionalità, nonché stimolare l’auto-sostenibilità dei club a lungo termine e incoraggiare la società a competere tenuto conto degli impegni finanziari assunti».

Il premio Artemio Franchi è promosso dalla Lega Italiana Calcio Professionistico e dalla Fondazione Artemio Franchi, con la collaborazione della facoltà di Economia dell’Università di Firenze, che bandiscono un concorso per premi da assegnare agli autori di tesi di laurea su di un argomento di natura giuridica, economica, sociale e di medicina sportiva afferente le società sportive e l’attività sportiva in genere, con particolare riferimento alle problematiche del settore calcio. PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

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Catella: Porta Nuova, un’architettura straordinaria di Francesco Altavilla di ridare al Paese la consapevolezza di poter tornare a creare un’architettura straordinaria». Manfredi Catella, Ceo di Coima, la società che ha gestito il progetto dall’ideazione alla conclusione, racconta così, insieme al suo team di collaboratori, l’opera di riqualificazione di Porta Nuova a Milano. Lo fa davanti a una platea di studenti che affrontano come caso di studio l’operazione dell’area compresa tra Repubblica e Garibaldi. Catella, laureato in Economia alla Cattolica nel 1992, parte dalle prime acquisizioni dei 30 fondi che costituiscono l’area iniziata nel 2005, per finire con la conclusione dei lavori nel 2015. I circa 3.500 metri quadrati di quello che prima era un «buco urbano, fatalmente degradato» come lo ha definito Luca Mangia, found and asset manager di Coima, sono stati trasformati in un’area il cui valore immobiliare è triplicato. Una valorizzazione immobiliare che ha attirato il fondo sovrano del Quatar che ha acquisito prima il 40% e poi il 100% di quanto prodotto dal lavoro dal gruppo di Catella. L’impegno crescente della Quatar investement authority è, a giudizio del Ceo di Coima, la prova che «se si esprime eccellenza gli investitori dall’estero si interessano». Un’eccellenza riconosciuta anche da istituzioni come il museo dell’architettura di Francoforte: il Bosco Verticale progettato dall’architetto Stefano Boerii è stato infatti

WORKSHOP

Restituire a Milano un’area della città

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AMBIZIONE ERA QUELLA

insignito dell’International highrise award 2014, selezionato tra oltre 800 edifici concorrenti. Durante l’incontro il team dei componenti della squadra di Catella espongono ai tanti studenti che affollano la sala i diversi aspetti che hanno caratterizzato la genesi, lo sviluppo e la conclusione del progetto di riqualificazione immobiliare della zona di Porta Nuova. Un impegno che ha coinvolto circa 2 mila operai e 10 mila impiegati nell’indotto: «Un contributo rilevante all’occupazione» a giudizio del Ceo di Coima. Lo sforzo di tutti: operai, progettisti, architetti e project manager è stato quello di «essere scrupolosi nel mantenere rigorosi i tempi ed i costi con un’attenzione particolare alla sostenibilità». Come fa notare Claudio Saibene, managing director di Coima, «l’intero complesso di Porta Nuova è infatti certificato Leed Gold grazie a degli impianti di riscaldamento e condizionamento a bassissimo impatto ambientale». Non si manca, durante il workshop, di

n workshop per raccontare un progetto, quello della riqualificazione di Porta Nuova, che ha costituito un challengingg case secondo le parole del professor Edoardo Teodoro Brioschi, presidente del comitato scientifico del laboratorio di ricerche sulla comunicazione aziendale dell’Università Cattolica. Martedì 10 novembre, nella sala Pio XI di largo Gemelli, ha avuto luogo un incontro di approfondimento sugli aspetti imprenditoriali, economico-finanziari, tecnologici e sociali del progetto immobiliare che ha coinvolto l’area dell’ex scalo ferroviario. L’incontro è stato introdotto dalla prorettrice Antonella Sciarrone Alibrandi, e dal direttore ammnistrativo dell’Ateneo Marco Elefanti, che ha sottolineato come il progetto Porta Nuova «ha fatto in modo che la città si riappropriasse di quegli spazi». Ha concluso il workshop il rettore Franco Anelli che lo ha definito «utile per tutti gli studenti, che si sono confrontati con un caso concreto, la reificazione di un’idea e la traduzione della “finanza” in una “cosa”».

portare l’attenzione anche sui meccanismi di comunicazione adottati da Coima. Dal progetto Porta Nuova Smart Communityy agli esperimenti di citizenship, che hanno coinvolto giovani e meno giovani nel rinnovamento dell’area urbana.

Un nuovo allestimento per la cappella di Sant’Aquilino 18 NOVEMBRE è stato inaugurato il nuovo allestimento della cappella di Sant’Aquilino nella basilica di San Lorenzo Maggiore, curato da Silvia Lusuardi Siena, docente di Archeologia Medievale dell’Università Cattolica di Milano, ed Elisabetta Neri, cultrice della materia presso la cattedra di Archeologia Medievale dell’Istituto di Archeologia dell’Università Cattolica di Milano. L’evento giunge a seguito di un iter di studi e restauri che hanno interessato la cappella e si prefigge di sottolineare il valore storico e monumentale del complesso di San Lorenzo Maggiore, al fine di rendere fruibile

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O SCORSO

le importanti tracce dell’antico splendore della basilica. L’iniziativa è parte del progetto Non esiste in tutto il mondo una chiesa più bella (Benzo d’Alba): conoscere, valorizzare e divulgare il patrimonio di S. Lorenzo Maggiore a Milano, voluto dalla comunità della parrocchia di San Lorenzo Maggiore attraverso il gruppo “Amici di Sant’Aquilino”, promosso dall’Università Cattolica di Milano, Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’Arte, Cattedra di Archeologia Medievale, Scuola di specializzazione in Beni archeologici, dalla Soprintendenza Archeologia della Lombardia, dalla Regione Lombardia. «Il nuovo allestimento didat-

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tico in S. Aquilino – sottolinea la professoressa Lusuardi Siena – costituisce il primo risultato di un percorso di conoscenza e valorizzazione che mira a ottenere l’attenzione delle istituzioni milanesi e dei concittadini sulla basilica di S. Lorenzo, uno dei monumenti della città tardoantica e paleocristiana più straordinari e conservati. Promuovere conoscenza e di-

vulgarla, attivare il desiderio di capire e tutelare il patrimonio spirituale e materiale, bene e risorsa di tutta la città: è in questa prospettiva che abbiamo lavorato con i giovani archeologi».


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Giovani e fede: Dio a modo mio ragazzi tra i 19 e i 29 anni provenienti da tutta Italia raccontano luci e ombre del loro rapporto con la fede. La ricerca, nata all’interno del più ampio progetto del Rapporto Giovani – l’indagine sulla condizione giovanile promossa dall’Istituto Toniolo – è raccolta nel volume Dio a modo mio, curato da Paola Bignardii e

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ENTOCINQUANTA

Rita Bichii ed edito da Vita e Pensiero. Alcuni tra gli esperti, che nel libro hanno interpretato le parole dei ragazzi, e i giovani sono stati intervistati in un ciclo di video conversazioni disponibili sul sito dell’Istituto Toniolo (www. istitutotoniolo.it), del Rapporto Giovani (www.rapportogiovani.it) e dell’editrice Vita e Pensiero (www.vitaepensiero.it/dioamodomio).

Aldo Manuzio, cinque secoli dopo ELL’ANNO DELLE CELEBRAZIONI per ri-

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cordare Aldo Manuzio, il grande stampatore veneziano di cui ricorrono i 500 anni dalla morte, il Centro di ricerche europeo Libro Editoria Biblioteca (Creleb) dell’Università Cattolica ha organizzato il 19 novembre all’Ambrosiana di Milano il convegno internazionale Five Centuries Later. Aldus Manutius: Culture, Typography and Philology. L’iniziativa, a cui hanno partecipato, insieme al direttore del Creleb Edoardo Barbieri, studiosi da tutto il mondo, ha fatto il punto sugli studi dedicati allo

stampatore negli ultimi vent’anni e ha approfondito vari aspetti della vita e dell’impresa di Aldo Manuzio: dalle questioni legate agli aspetti economici a quelle incentrate sulla storia dei caratteri tipografici, dalle vicende dell’editoria a Venezia tra ’400 e ’500 alla storia del collezionismo librario aldino. In contemporanea al convegno, il Creleb ha allestito la mostra Festina lente dedicata soprattutto all’opera di Manuzio. La mostra, che è visibile sul sito http://aldo.libriantiqui.it, propone un percorso virtuale tra le edizioni aldine della Biblioteca Trivulziana di Milano.

L’avventura delle carte geografiche NA BUONA CARTA GEOGRAFICA vale più

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di un lungo discorso»: così Enzo Biagi in una delle citazioni nella mostra su un secolo di carte geografiche dal punto di vista della tecnologia e della comunicazione editoriale. Dalla pietra alla rete s’intitola l’esposizione, allestita a Novara dal 12 novembre al 12 dicembre, curata dal professor Roberto Cicalaa con il Laboratorio di editoria dell’Università Cattolica e il supporto di EDUCatt. Al centro il caso dell’Istituto Geografico De Agostini, leader cartografico mondiale: dalle pesanti pietre incise

a mano alle leggere pellicole fino al mondo virtuale digitale con tablet, gps e realtà aumentata. .

Torna il ciclo “LaureaLavoro” motivante l’invito dell’Associazione Alumni Cattolica; mi è sempre piaciuto condividere le mie esperienze con gli altri, ma l’idea di farlo a studenti che si affacciano al settore della cooperazione internazionale, per di più nell’Ateneo in cui mi sono laureato, ha reso l’opportunità irrinunciabile». Queste le dichiarazioni rese da Stefano Zannini, Alumnus che il 16 novembre – ospite del professor

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O TROVATO PARTICOLARMENTE

Marco Caselli in una lezione del corso di Laurea magistrale in Politiche per la cooperazione internazionale per lo sviluppo – ha raccontato il suo percorso dalla laurea in Economia, conseguita in Cattolica, fino al lavoro per Medici senza Frontiere. Con questa testimonianza è ripresa l’iniziativa degli interventi “LaureaLavoro” promossi dall’Associazione in collaborazione con singoli Alumni-testimoni e con i professori dell’Ateneo.

UN’ANTOLOGIA ITALO-IRLANDESE

Catherine Dunne: io scrivo da sola

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dove quasi tutta la letteratura era rurale e maschile, mentre io sono donna e cittadina. Nessuno scriveva per me, per cui ho deciso di scrivere per me stessa» Sono le parole di della scrittrice irlandese più amata dagli italiani Catherine Dunne (nella foto), presente in Cattolica lo scorso 23 novembre in occasione della presentazione del libro Tra una vita e l’altra. Un’antologia italo-irlandese, curato dalla stessa Dunne e dalla scrittrice Federica Sgaggio. All’incontro hanno partecipato anche Enrico Reggiani, docente di Lingua e letteratura inglese e moderatore del dibattito, e Valery Bistany, direttrice dell’Irish Writers Centre di Dublino, dove ha preso vita il progetto. Il volume raccoglie contributi di autori sia italiani sia irlandesi, in prosa e in poesia, e ruota attorno al tema del “displacement”, o estraniamento. Durante la presentazione, alcuni degli scrittori che hanno contribuito alla raccolta, come Noel Monaham e Gaia Cenciarelli, hanno letto ad alta voce dei brani, offrendo al pubblico un primo assaggio dell’antologia. A chiudere l’incontro, un’importante considerazione delle due curatrici: Federica Sgaggi, nata in Italia, ma residente in Irlanda, ha ricordato come la casa spirituale di ognuno di noi possa anche essere diversa dalla nostra madrepatria, mentre Catherine Dunne ha insistito sul concetto di processo creativo come riscrittura continua, in cui è fondamentale concentrarsi non sul prodotto finale, ma sulla scrittura in sé. E se per alcuni la forma dell’antologia non ha più ragion d’essere perché è solo un relitto di esperienze, per la Dunne ha ancora un valore, in quanto conserva le tracce della vita dei suoi autori. ONO CRESCIUTA IN UN AMBIENTE

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Il Ministro Lorenzin all’avvio dell’anno accademico di Federica Mancinelli I È APERTO ALL ’ INSEGNA

della vicinanza e della solidarietà alle vittime del terrorismo l’Anno Accademico della sede romana dell’Università Cattolica lo scorso 27 novembre, alla presenza del Ministro della Salute Onorevole Beatrice Lorenzin. La giornata inaugurale è iniziata con la Santa Messa nella Chiesa Centrale, celebrata dal Cardinal Giuseppe Versaldi, Prefetto della Congregazione per l’Educazione cattolica, insieme all’Assistente Ecclesiastico Generale dell’Ateneo, Monsignor Claudio Giuliodori. Nell’Auditorium della facoltà di Medicina, gremito di studenti, personale docente, medico e amministrativo, ha avuto luogo la cerimonia di inaugurazione, cui hanno preso parte anche Angelo Bianchi, preside della facoltà di Lettere e Filosofia, Luigi Pati, preside della facoltà di Scienze della formazione, e Domenico Bodega, preside della facoltà di Economia, la quale quest’anno ha festeggiato i 15 anni di presenza nella sede di Roma. «All’indomani di scelte delicate e di profondi rinnovamenti, non si può eludere l’interrogativo se siamo stati in questi anni degni custodi del dono dell’Università Cattolica – ha esordito il rettore Franco Anelli nel discorso inaugurale –. Tutti coloro che operano nell’Ateneo e nel Policlinico Gemelli hanno profuso ogni sforzo, ogni energia e impegno per essere all’altezza del compito. Ringrazio il Pre-

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sidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, per aver ripristinato un corretto rapporto dialettico tra le autorità regionali e il Policlinico. I positivi risultati potrebbero essere ancora più significativi se alcuni vincoli imposti alla Regione a causa di inefficienze passate fossero riconsiderati in un’ottica più costruttiva e meno punitiva. Penso ad esempio alla limitazione di fatto nei confronti dei pazienti provenienti da altre regioni, che pure in quanto cittadini italiani avrebbero diritto di scegliere il luogo in cui curarsi». «La sede romana del nostro Ateneo può e deve fare ancora di più – ha affermato nella sua relazione il preside della facoltà di Medicina e chirurgia Rocco Bellantone –. I nostri studenti ci scelgono perché speranzosi di trovare un luogo speciale, un luogo fuori dal comune dove crescere e far maturare una coscienza tesa al sollievo dei sofferenti di cui le capacità tecniche sono un importante mezzo, ma mai un fine». «I bravi medici – ha dichiarato invece

il Ministro Lorenzin nel suo saluto - devono essere bravi clinici e bravi manager, devono avere una visione complessiva del sistema. Questa è l’importanza oggi della formazione universitaria: ricerca, tecnologia, ma anche cura globale della persona. Dalle università deve partire una nuova rivoluzione anche per la divulgazione scientifica: sulla prevenzione, sulle vaccinazioni, su tutta la medicina». «Mi fa piacere annunciare oggi – ha continuato Lorenzin – che Il Ministero della Salute ha presentato un emendamento alla legge di stabilità che permetterà anche agli ospedali di regioni in piano di rientro di poter assistere pazienti da fuori regione, cosa che ora è vietata. Voglio ringraziare infine il personale sanitario del vostro grande e importante Policlinico, senza il quale nessun ospedale potrebbe garantire la necessaria assistenza». Ultimo atto del dies academicus la prolusione del professor Gaetano Paludetti, docente di Otorinolaringoiatria che ha illustrato tappe, progressi e sviluppi scientifici e clinici della disciplina che vedono la Clinica di Otorino del Gemelli uno dei punti di riferimento nazionali nell’assistenza e nella ricerca. I testo completi dei discorsi pronunciati nel corso della cerimonia di inaugurazione sono pubblicati all’indirizzo: www. cattolicanews.it/inaugurazione-con-il-ministro-lorenzin.

Economia, incontri di orientamento per studenti e laureati nelle discipline economiche svolti presso la sede di Roma dell’Università Cattolica sono stati promossi dalla facoltà di Economia e dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) per gli studenti che saranno chiamati a breve alla scelta universitaria e per i laureati di primo e secondo livello nei corsi di laurea economici. Lo scorso 17 ottobre presso il Centro Congressi Europa dell’Ateneo il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi, docente di Igiene in Cattolica, è stato l’ospite d’onore dell’Open Evening promosso

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UE INCONTRI

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da ALTEMS intitolato Dall’evidenza scientifica alle decisioni: il percorso del nuovo ISS. Il Presidente dell’ISS ne ha discusso con Giovanni Leonardi, direttore generale della Ricerca e dell’Innovazione in sanità del Ministero della Salute, Paolo Rossini, responsabile della Ricerca della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università

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Cattolica, e Paolo Bonaretti, consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico. Chairman dell’incontro Americo Cicchetti, direttore ALTEMS e docente di Organizzazione aziendale in Cattolica. L’altro appuntamento si è svolto lo scorso 23 novembre presso il Polo Universitario Giovanni XXIII ed è stato dedicato alla presentazione del Corso di laurea triennale di Economia e gestione dei servizi. La giornata Open day Open mind, Speciale Economia è stata organizzata con l’obiettivo di facilitare gli studenti nella scelta universitaria sulle discipline economiche. In apertura della giornata di orientamento

Domenico Bodega, preside della facoltà di Economia, ha illustrato agli studenti Perché scegliere lo studio universitario: una mappa decisionale tra presente e futuro, per ben orientarsi, mentre la professoressa Manuela Macinati, coordinatrice del Corso di laurea triennale in Economia e gestione dei servizi, ha presentato il piano di studi. I partecipanti hanno potuto assistere a una lezione universitaria di management e mettersi in gioco con simulazioni e business games guidati dai docenti di Economia; si sono inoltre cimentati nella simulazione del test d’ingresso (TIEC) ai corsi di Economia.


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Cibo e stili di vita ggiovanili: rimandati gli universitari italiani di Nicola Cerbino

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UNIVERSITARI

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“rimandati” in stili di vita, gli studenti vanno peggio delle studentesse. Solo 4 su 10 seguono le raccomandazioni nazionali per il corretto consumo quotidiano di frutta e solo 2 su 10 quelle relative all’assunzione delle giuste quantità di verdura. Sono troppi gli studenti sedentari, cioè ben 3 su 10 non svolgono attività fisica, mentre un numero consistente di universitari cedono alle lusinghe di Tabacco e di Bacco: 3 studenti su 10 hanno l’abitudine al fumo e 4 su 10 consumano settimanalmente vino e birra. Scarsa l’attenzione alla salute riproduttiva per 3 studentesse su 10, che dichiarano di non essersi mai sottoposte a controlli ginecologici. Altissima l’attitudine verso le nuove tecnologie, con rischio di abuso e dipendenza: tutti gli studenti (uomini e donne) hanno almeno un telefono cellulare e 7 su 10 usano smartphone per essere sempre connessi. Al di là di uno stile di vita non del tutto salutare la stragrande maggioranza degli universitari italiani

- ben 8 su 10 – si sentono in buona o ottima salute. Questi, in sintesi, sono i risultati della ricerca, su comportamenti alimentari, attività fisica, abitudine al fumo, consumo di alcool e droghe, salute riproduttiva, attitudini verso l’apprendimento e le tecnologie, salute percepita e stato di benessere generale studiati dai ricercatori della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica di Roma coordinati dalla professoressa Maria Luisa Di Pietro, docente dell’Istituto di Sanità Pubblica, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e resi noti dai risultati dell’indagine Sportello Salute Giovani. La ricerca integrale, pubblicata sugli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità, ha riguardato stili di vita e comportamenti di 8516 studenti di dieci università italiane (di Nord, Centro e Sud del Paese), in età compresa tra 18 e 30 anni: 5702 donne (67%) e 2814 uomini (33%) con età media di 22,2 anni. «I risultati dell’indagine – ha detto Maria Luisa Di Pietro – dimostrano che gli studenti italiani rappresentano un buon ordito, su cui continuare a tessere la trama.

dell’Università Cattolica di Roma hanno mostrato l’efficacia di un collirio nel riparare in parte i danni alla vista in pazienti affetti da gliomi delle vie ottiche, un tumore che può portare a cecità. Il collirio è a base di un fattore di crescita, il Nerve Growth Factorr (NGF), scoperto dal compianto Premio Nobel per la Medicina Rita Levi Montalcini. Sono pubblicati sulla rivista Brain gli incoraggianti risultati della sperimentazione clinica di fase II su questo trattamento, randomizzata, controllata e in doppio cieco, condotta dagli Istituti di Pediatria, di Oculistica, di Radiologia e di Neurochirurgia dell’Università Cattolica presso il Policlinico Gemelli, in collaborazione con ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Roma.

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Nello studio, condotto dai professori Antonio Chiaretti, Riccardo Riccardi e Benedetto Falsini sono stati arruolati 18 pazienti con gliomi delle vie ottiche e gravi deficit visivi indotti dalla neoplasia, afferenti alla Unità Operativa Complessa di Oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli. I gliomi delle vie ottiche sono dei tumori a lento accrescimento che colpiscono elettivamente le vie visive e il chiasma ottico, determinando a lungo termine la cecità dei pazienti per infiltrazione e compressione delle vie nervose da parte delle cellule tumorali. Non esistono terapie efficaci in grado di contrastare il devastante esito indotto dalla malattia. «Con la nostra indagine abbiamo voluto testare l’efficacia e la sicurezza del NGF, somministrato come collirio attraverso la via congiuntivale, in

Le mappe cromatiche tracciano i rifiuti cellulari

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Per questo promuovere la salute e prevenire le malattie nella popolazione giovanile è una scommessa per il presente e un investimento per il futuro». «Indagini come questa dell’Università Cattolica rappresentano un prezioso strumento per poter programmare la prevenzione primaria soprattutto in vista dell’aumento dell’aspettativa di vita – afferma Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità –. Questi dati ci impongono di prestare una maggiore attenzione in tutte le politiche, e non solo in quelle sanitarie, all’educazione agli stili di vita salutari. Il vantaggio è sia individuale, sia collettivo: essere anziani con un buon tempo da spendere e poter affrontare una spesa sanitaria più sostenibile».

Ngf in collirio migliora la vista danneggiata ICERCATORI

STUDIO

un gruppo di pazienti affetti da gravi deficit visivi indotti dai gliomi ottici – afferma il professor Chiaretti –. La via di somministrazione congiuntivale ha permesso di by-passare la barriera emato-retinica facilitando la penetrazione del NGF direttamente all’interno delle vie ottiche, dove sono presenti i recettori specifici per tale neurotrofina, e dove il NGF può esplicare la sua azione senza determinare alcun effetto collaterale». «I nostri risultati – sottolinea il professor Falsini – pur se limitati a un piccolo numero di pazienti e a una specifica patologia, aprono una nuova strada sull’ impiego terapeutico del NGF nel trattamento dei gravi deficit visivi, incoraggiando la ricerca anche in altri tipi di lesioni interessanti i meccanismi della visione».

dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Policlinico Gemelli di Roma hanno messo a punto una tecnica per tracciare il transito dei rifiuti dentro le cellule, ovvero seguire i viaggi intracellulari di vescicole contenenti materiali di scarto che devono finire nei “centri di riciclaggio cellulari”, i lisosomi. Questo sistema di smaltimento e riciclaggio dei rifiuti cellulari – chiamato autofagia – è un processo coinvolto in molte malattie, per esempio patologie neurodegenerative, come le malattie di Parkinson e Alzheimer, la Corea di Huntington e le distrofie muscolari, nonché in numerose forme di tumore. Patologie molto diverse, ma accomunate dal fatto che organelli cellulari e proteine danneggiati non vengono smaltite dalle cellule e quindi si accumulano progressivamente innescando un processo di infiammazione e danno tissutale. Il sistema di tracciatura del transito dei rifiuti cellulari – che potrebbe aiutare la comprensione, la diagnosi e la cura delle suddette malattie – è stato messo a punto da Giuseppe Maulucci e da Marco De Spirito dell’Istituto di Fisica dell’Università Cattolica di Roma in collaborazione con Giovambattista Pani dell’Istituto di Patologia Generale. Si tratta, come è stato spiegato in una recente pubblicazione sulla rivista Autophagy, di un sistema biotecnologico basato sull’uso di una proteina fluorescente che cambia colore a seconda dell’acidità dell’ambiente. ICERCATORI

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Morto mons. Plotti, p primo assistente spirituale a Medicina O SCORSO 19 OTTOBRE è

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morto al Policlinico Gemelli, dopo alcuni giorni di ricovero, monsignor Alessandro Plotti, arcivescovo emerito di Pisa. Don Sandro, come monsignor Plotti era amichevolmente chiamato dai tanti medici del Gemelli, che negli anni Sessanta lo avevano conosciuto e apprezzato da giovani stu-

denti dell’Ateneo, fu dal 1961 al 1972 il primo assistente spirituale, nonché docente di Teologia, nella neonata facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo del Sacro Cuore. «La comunità universitaria ne ricorda l’alto profilo umano e pastorale, l’esemplare impegno per la crescita dei giovani e per il bene dell’intero Ateneo», ha

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te femminile. Il Gemelli è una delle 6 sole strutture ospedaliere del Lazio ad avere ottenuto i 3 Bollini. Tre i criteri di valutazione: la presenza di servizi rivolti alla popolazione femminile, appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici, offerta di prestazioni aggiuntive legate all’accoglienza in

affermato il rettore Franco Anelli.

ospedale e alla presa in carico della paziente, come la telemedicina, la mediazione culturale e il servizio di assistenza sociale. Tutte caratteristiche presenti e particolarmente sviluppate nelle strutture di assistenza, cura e ricerca del Polo della Salute della Donna e del Bambino del Policlinico Gemelli.

La Mia Neri Foundation per la ricerca in oncologia pediatrica la presentazione di L’albero di Mia (nella foto un momento dell’evento), libro-diario della piccola Mia Neri, morta a soli 11 anni a causa di un raro tumore cerebrale, poi un simposio scientifico sulla medicina di precisione, cioè

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RIMA

terapie personalizzate a misura di piccolo paziente e meno aggressive per evitare danni secondari a seguito delle stesse cure. Queste le prime iniziative pubbliche che la Fondazione Mia Neri, presieduta da Giovanni Neri, già docente di Genetica medica all’Università Cattolica, ha promosso a ottobre e novembre presso il Policlinico Gemelli. Obiettivo della Fondazione è raccogliere fondi per sostenere la ricerca in oncologia pediatrica soprattutto contro i tumori

Una festa di sorrisi nel segno della solidarietà

U

Il Gemelli “amico delle donne” POLICLINICO GEMELLI si conferma ospedale “amico delle donne”. Per la terza volta ha ottenuto il riconoscimento dei tre Bollini Rosa (il massimo previsto) dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (Onda) per il biennio 2016/17 che lo confermano quale ospedale attento alla salu-

EVENTO STUDENTI

cerebrali. Ai due eventi di lancio sono intervenuti il rettore dell’Ateneo Franco Anelli e il Direttore generale del Gemelli Enrico Zampedri, che hanno espresso il loro sostegno alla Fondazione. Uno dei campi in cui si svilupperanno i progetti di ricerca è la medicina di precisione, che come ha detto il professor Neri «è un obiettivo cui tendere, ma la sempre più accurata conoscenza del genoma umano è garanzia del suo prossimo raggiungimento».

N SOFISTICATO STRUMENTO che permette

di eseguire un esame emocromocitometrico completo con soli 10 microliti di sangue sui bimbi nati pre-termine e ricoverati presso la Terapia Intensiva Neonatale (TIN) del Policlinico Gemelli, diretta dal professor Costantino Romagnoli, è il frutto della raccolta fondi realizzata nella seconda edizione di Smile for Children, evento di solidarietà e ideato e realizzato dagli studenti delle facoltà di Medicina e Chirurgia e di Economia della sede di Roma della Cattolica. Raccolta la somma record di 15.300 Euro. A fare gli onori di casa della serata, cui hanno preso parte oltre mille studenti, il professor Stefano Bozzi, coordinatore del Corso di laurea magistrale in Management dei Servizi presso la facoltà di Economia a Roma. «Cari studenti, sono qui a rappresentarvi la riconoscenza dei neonatologi del Policlinico e la gratitudine di tutti i neonati assistiti in Terapia intensiva neonatale – ha detto il professor Romagnoli nel suo saluto di ringraziamento –. Questo vostro impegno è segno della vostra sensibilità che vi porterà a essere protagonisti della futura generazione di bravi medici e operatori sanitari cattolici». «Il desiderio di prodigarsi e il lavoro di squadra tra gli studenti di Economia e i colleghi di Medicina e Chirurgia – ha aggiunto Virginia Fondacaro, rappresentante degli studenti della facoltà di Economia – hanno permesso il raggiungimento di un traguardo insperato». «Il fine dell’evento – ha concluso Matteo Di Pumpo, amministratore locale del Segretariato italiano studenti in Medicina – deriva da una comune sensibilità nei confronti dei bambini della TIN, che appena nati lottano con forza per la vita, sostenuti dalla cura dei medici e da strumenti e tecnologie indispensabili». ( ) (f.m.

Musica e medicina, una nuova stagione dei concerti musicale per i degenti dell’ospedale si integra con quella serale dei Concerti del Mercoledì della Cattolica, giunta alla

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A NUOVA STAGIONE

quindicesima edizione, che come da tradizione, si svolge in Auditorium, con ingresso libero, fino ad aprile 2016. Il Concerto della Banda Musicale dell’Arma dei Carabinie-

PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

ri, diretto dal Tenente Colonnello Massimo Martinelli, ha dato il via, il 28 ottobre nelle hall del Policlinico, alla nuova stagione della rassegna musicale Giovani artisti per

l’Ospedale. I concerti aperti non solo ai pazienti e ai loro familiari, ma a tutti i visitatori del Gemelli, proseguiranno ogni mercoledì pomeriggio fino al 3 febbraio 2016.


brescia

Trendoxides2015: a lezione dai big della fisica

TESTIMONIANZE

I ricercatori della Cattolica ambasciatori nel mondo

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CONFINI DELL’ITALIA

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ER

UNA

SETTIMANA

Brescia ha accolto un’ottantina di fisici, tra studenti, ricercatori e scienziati affermati provenienti da diverse parti del mondo, come, per esempio, Giappone, Germania, Spagna Svizzera e Belgio. Lo scopo dell’evento è stato quello di presentare le linee di ricerca più avanzate nel campo delle proprietà elettroniche dei materiali ossidi e le loro possibili applicazioni tecnologiche. Un’occasione di apertura internazionale per i giovani fisici della Cattolica, proposta da iLamp, il centro di ricerca della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, diretto dal professor Luigi Sangaletti, grazie al sostegno economico della Fondazione Comunità Bresciana. Nei primi tre giorni, dal 12 al 14 novembre, circa 45 giovani studenti e ricercatori, fra i 24 e 30 anni, hanno frequentato le lezioni tenute da docenti di fama internazionale, fra i quali il professor Atsushi proveniente Fujimori, dall’Università di Tokyo, il professor Stefano Gariglio dell’Università di Ginevra e altri esperti italiani. «Si è trattata di un’im-

portante occasione per mettere in contatto i nostri studenti con l’ambiente scientifico internazionale - afferma Luigi Sangaletti, direttore di ILamp. In questo modo potranno costruirsi dei contatti e perfezionare i loro studi nei laboratori e nei gruppi più importanti in Europa e nel mondo». Per alcuni di loro, il trampolino di lancio potrebbe essere stata la partecipazione al workshop di chiusura della settimana di TRENDOXIDES2015. Infatti, una decina di studenti iscritti alla scuola hanno avuto la possibilità di diventare relatore e quindi di presentare i risultati della propria ricerca al tavolo di fisici già affermati. Ben trentacinque interventi hanno cercato di fare il punto sui traguardi raggiunti nello studio delle dinamiche ultraveloci negli ossidi di metallo, campo di ricerca portato avanti a Brescia dal Laboratorio Ulysses, coordinato da Claudio Giannetti. Ulysses si occupa di dinamiche elettroniche, di termomeccanica su scala nanometrica e dello sviluppo di nuovi sistemi di spettroscopia ottica con risoluzione di pochi femtosecondi

(10-15 s). Questo tipo di tecniche spettroscopiche sono applicate allo studio di materiali quantistici e nanostrutturati e sistemi biologici. Si cercato anche di capire le future applicazioni per lo sviluppo di nuovi dispositivi elettronici, nell’ambito del fotovoltaico e dell’elettronica, già studiate dal Laboratorio di fisica delle superfici e spettroscopia, diretto dal professor Sangaletti. Esso svolge attività di ricerca su superfici e interfacce nanostrutturate per applicazioni magnetiche, sensoristiche ed energetiche. Sono intervenuti al workshop speakers provenienti dai più prestigiosi laboratori e istituzioni italiani e internazionali, come Elettra-Sincrotrone di Trieste, la SISSA di Trieste, Università Bicocca e Politecnico di Milano, Università di Ginevra. Università di Amsterdam, Università di Würzburg, Università Cattolica di Lovanio, la National University di Singapore, ESPCI ParisTech e molti altri. Per una settimana, la sede di Brescia è stata un centro internazionale della fisica della materia condensata.

vanno stretti a molti dei laureati in Fisica della sede di Brescia della Cattolica. Ed è per aiutare molti di loro a costruirsi un ponte verso i principali centri del mondo che il laboratorio di ricerca iLam ha chiamato a Brescia per una settimana numerosi giovani ricercatori, ma anche docenti di fama nel campo dello studio delle dinamiche ultraveloci nei materiali ossidi. Ha fatto ritorno in via Musei anche Daniele Fausti (nella foto), laureato in Fisica nel 2002, e partito poi per un dottorato a Groningen, in Olanda dove è rimasto per cinque anni. Nel 2008 Daniele contatta un docente di Oxford che stava costituendo un team di ricercatori finanziato dalla Max Plank society tedesca per lavorare allo studio delle dinamiche di materiali superconduttori ad alta temperatura critica. Inizia così un’attività di ricerca divisa fra l’Inghilterra e Amburgo, nell’importante Centro di ricerca Desy. E qui si rende conto quanto fosse decisiva per sviluppare progetti ambiziosi la collaborazione tra università e laboratori di ricerca internazionale. Nel 2010 arriva l’occasione italiana che sognava e quindi il rientro in Italia: lavorare per l’Università di Trieste, e allo stesso tempo, collaborare con il laboratorio più importante in Italia, il Sincrotrone di Trieste; ma anche insegnare a studenti motivati e continuare a fare ricerche. «Nei primi mesi di quest’anno – racconta Fausti – ho ricevuto un importante finanziamento dal Ministero dell’Istruzione e ho così iniziato un’attività di ricerca indipendente con tre studenti di dottorato. In alcuni lavori recenti abbiamo dimostrato che è possibile far diventare metallico un materiale isolante in circa un millesimo di miliardesimo di secondo: c’è la prospettiva di ottenere memorie o processori mille volte più veloci di quelli attualmente in uso». Altri laureati della Cattolica stanno continuano a fare ricerca nei migliori istituti internazionali e si stanno rivelando ambasciatori dell’Ateneo nel mondo. Hanno scelto il Regno Unito, l’Irlanda, la Spagna, la Germania, l’Olanda, il Canada, gli Stati Uniti e il Sudafrica, poiché le ricerche più avanzate hanno ormai una dimensione globale. PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

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brescia

Laudato si’, una sfida etica e politica IALOGO.

È un termine che ricorre più volte nell’enciclica Laudato si’ per indicare alcune possibili linee di orientamento e azione. Ed è quello che ha voluto fare l’Alta Scuola per l’Ambiente (Asa) con il convegno internazionale, ispirato al documento di Papa Francesco, a cui è stato dato come sottotitolo Niente di questo mondo ci è indifferente. Un’iniziativa promossa in collaborazione con il Faraday Institute della University of Cambridge. Le crisi ecologiche di oggi richiedono con urgenza delle risposte scientificamente valide ed eticamente generative rispetto al valore dell’umano e dell’ambiente, afferma nell’avvio del convegno il direttore di Asa Pierluigi Malavasi. Ma qual è il posto della politica? Il principio di sussidiarietà conferisce libertà per lo sviluppo delle capacità presenti a tutti livelli, ma al tempo stesso esige più responsabilità verso il bene comune da parte di chi detiene più potere. Il mondo ha bisogno di una politica che pensi con una visione ampia, e che porti

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avanti un nuovo approccio integrale, includendolo in un dialogo interdisciplinare. Dai temi delineati da papa Francesco nell’enciclica esce un progetto compositivo: ne sono convinti molti dei numerosi relatori presenti al convegno parlando di dialogo sull’ambiente nella politica internazionale, dialogo verso nuove politiche nazionali e locali; dialogo e trasparenza nei processi decisionali; politica ed economia in dialogo per la pienezza umana, le religioni nel dialogo con le scienze. L’enciclica richiama alla necessità di un incontro tra le stesse scienze, «dato che ognuna è solita chiudersi nei limiti del proprio linguaggio, e la specializzazione tende a trasformarsi in isolamento e assolutizzazione del proprio sapere». Su questo aspetto in modo particolare si è soffermato l’assistente ecclesiastico Claudio Giuliodori indicando l’Università come il luogo privilegiato per avere uno sguardo globale sull’ambiente. La capacità sinergica della scienza, dell’economia e della teologia possono orientare al

bene comune e alla corresponsabilità dei popoli. Per il rettore Franco Anelli, intervenuto ad aprire la seconda sessione della giornata, serve una conversione interiore, non un moto rivoluzionario. Quello dell’ecologia integrale dovrebbe essere un problema umano e sociale. Un problema di coscienza. L’adozione di questo approccio è un invito a leggere insieme umanità e ambiente e a costruire un’alleanza tra generazioni. Delinea tre prospettive su cui riflettere la studiosa inglese Hilary Marlow w del Faraday Institute for Science and Religion, University of Cambridge: l’ecologia, la Bibbia e l’etica delle

virtù. La prima prospettiva è collegata alla comprensione dei problemi che il mondo attualmente deve affrontare e al riconoscere che questi sono sintomi interconnessi legati a un “malessere” più profondo. La seconda considera con un maggiore dettaglio la ricca tradizione dei profeti biblici ed esplora come questi testi possono entrare in risonanza con la nostra situazione corrente. Il terzo aspetto corrisponde a quello dell’etica delle virtù, menzionato solo brevemente dall’Enciclica Laudato sì: in questa parte si svilupperà una risposta all’importante questione “come dobbiamo vivere?”.

Mafie da ridere, l’arma dell’ironia cinematografica può essere un’arma della società civile? Attraverso il racconto del cinema, il Centro studi per la legalità, diretto dal professor Luciano Caimi, in collaborazione con le Alte scuole di Psicologia e Media, comunicazione e spettacolo ha organizzato il quarto convegno di studi per parlare del fenomeno mafioso. Da molti anni il cinema si è accostato al problema mafia con modalità espressive molto differenti tra loro: da quello farsesco, brillante come quello nei primi anni ’60 con l’uscita di una serie di film con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia a registi particolarmente interessanti come Francesco Rosi e Damiano Damiani attraverso i quali la mafia comincia ad essere rappresentata in un’ottica più profonda e di denuncia. Il convegno è stato introdotto dal professor Caimi e

L’

IRONIA

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da Gian Antonio Girellii (nella foto), presidente della Commissione speciale antimafia della Regione Lombardia, che ha sottolineato che la mafia in Lombardia ormai si è radicata, non solo infiltrata. «Fortunatamente l’antimafia parla soprattutto il linguaggio dei giovani – ha detto Girelli –. Ed è da qui

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che si deve partire». Per Ruggero Eugeni, direttore Almed, la potenza espressiva del cinema può contribuire a formare una coscienza nazionale ancora più forte della tv. Tra le moderne forme di comunicazione, il cinema è infatti uno dei mezzi espressivi più adatti a trasmettere in modo accessibile ogni tipo di messaggio. Il cinema ha raccontato molti aspetti della mafia e lo ha fatto in molti modi, come ha mostrato il video realizzato da Lia Cocca, studentessa Stars. «Ho stilato una lista di film che riguardassero la mafia, ma trattata in modo ironico. Abbiamo deciso di iniziare con in testa i titoli della commedia italiana, con i due mafiosi Franco e Ciccio e il mafioso di Sordi, per poi passare alla commedia italiana più recente di Benigni con Johnny Stecchino, passando per Aldo, Giovanni e Giaco-

mo, fino a La Mafia uccide solo d’estate di Pif. Abbiamo voluto prendere in considerazione anche il filone del cinema civile con I Cento passi, in particolare la clip in cui Impastato si lancia in un’invettiva radiofonica dallo stile dantesco. Abbiamo voluto poi dedicare uno spazio anche agli sperimentalismi con l’assurdo personaggio di Mafiaman di Ciprì e Maresco e il musical Tano da morire. Infine per quanto riguarda il mondo televisivo abbiamo inserito Cetto la Qualunque di Albanese e i Soliti Idioti per quanto riguarda l’Italia, mentre i Simpson come esempio rispetto a uno scenario internazionale». Nella tavola rotonda sono intervenuti don Marco Mori della pastorale giovanile della diocesi di Brescia, e i professori Ruggero Eugeni, Caterina Gozzoli, Antonino Giorgio e Domenico Simeone.


brescia

Calano ggli immigrati g ma non gli irregolari

IN BREVE

Lo Stars racconta il backstage del CTB

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sempre più stabile ma in calo. Accompagnata da una lieve crescita dell’irregolarità g e della vulnerabilità. È la fotografia dell’immigrazione in provincia di Brescia fatta dal CIRMiB, il Centro di iniziative e di ricerche sulle migrazioni della Cattolica. «I dati socio-demografici sulla provincia di Brescia, quest’anno, non autorizzano a ricorrere a metafore apocalittiche: la crescita dei residenti stranieri, a seguito della crisi, si è arrestata, addirittura sta retrocedendo come numeri – osserva Maddalena Colombo (nella foto) responsabile del Cirmib – vuoi per le cancellazioni o il ritorno in patria di alcuni, vuoi per una minore intraprendenza ad arrivare in Italia o a mettere al mondo dei figli». Sul piano dei numeri al 1° gennaio 2015 gli immigrati residenti sono 166.642 (50,3% femmine - 49,7% maschi), con una diminuzione del 1,4% rispetto all’anno precedente. Brescia si conferma la seconda provincia in Lombardia dopo Milano per numero assoluto di residenti stranieri e per la loro incidenza sulla popolazione totale (13,2% Brescia vs 13,7% Milano), che è comunque superiore alla media lombarda (11,5%) ma in calo. Tra le nazionalità in calo di presenze troviamo Marocco, Albania, Ghana, Tunisia e Burkina Faso mentre guadagnano la Romania, l’Ucraina, la Cina, il Kosovo, lo Sri Lanka e le Filippine. Sul fronte della irregolarità, ORIM calcola un aumento netto di 5.600 immigrati

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NA PRESENZA

irregolari (+3,2% rispetto al 2013) che rappresentano il 9,7% dei presenti in provincia di Brescia (in Lombardia sono invece il 7,2%). La provincia di Brescia è dunque la prima in Lombardia per percentuale di irregolari sul numero dei presenti e ospita circa il 20% di tutti gli stranieri irregolari sul territorio lombardo: una quota che deriva certamente dai processi di impoverimento a seguito della crisi e dalla perdita dello status di regolarità. Nell’area economica, i dati descrivono una chiara recessione in corso. Il mercato occupazionale per gli stranieri a Brescia è quasi interamente “etnicizzato”. Sono per stranieri l’87,4% dei contratti stipulati per lavoro domestico, il 61% del settore agricolo e silvi-pastorale, il 45% del settore costruzioni. Nel 2013-14 rumeni, indiani, cinesi, egiziani, presentano un numero di avviamenti (inizio rapporto di lavoro) percentualmente superiore alla loro presenza sul territorio provinciale, mentre sono gli albanesi, pakistani, marocchini, senegalesi, ucraini e moldavi a risultare più in difficoltà nell’avviare rapporti di lavoro. Nell’ambito della scuola, l’incremento di alunni con cittadinanza non italiana (CNI) risulta quasi nullo (+0,06%), a differenza del dato lombardo (+2,96%) e nazionale (+2,05%). Anche l’incidenza degli alunni stranieri sul totale della popolazione scolastica risulta stabile (17,4%): si può parlare di un “allentamento” della pressione migratoria sui servizi scolastici e formativi, almeno in termini di nuovi arrivi. Rimangono uguali all’anno precedente le incidenze nelle scuole d’infanzia e secondarie di primo e secondo grado, mentre le scuole primarie vedono un lieve aumento dell’incidenza.

ER GLI STUDENTI ISCRITTI al corso di

laurea in Scienze e tecnologie delle arti e dello spettacolo (Stars) si è aperta una nuova opportunità formativa. Grazie alla convenzione siglata in primavera fra l’Università Cattolica e il Ctb - Centro teatrale bresciano, un gruppo di studenti dello Stars è impegnato nella realizzazione di contenuti multimediali ovvero alla ripresa e al montaggio degli spettacoli in programma per la stagione 2015-2016. Oltre ad avere l’opportunità di seguire da vicino tutte le fasi del backstage – dalla recitazione all’allestimento delle scene – gli studenti hanno la possibilità di verificare sul campo la preparazione conseguita nel corso dei tre anni dello Star ed arricchire il proprio bagaglio di competenze da inserire nel proprio showreel. I giovani professionisti offriranno al Ctb il “racconto” degli spettacoli che potrà essere utilizzato nei diversi canali di promozione per poi diventare una fonte storica che andrà ad arricchire l’archivio dell’ente.

Doppio anniversario per CTB e Letteratura&Letterature

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2015 Letteratura&Letterature & giunge al decimo ciclo di conferenze, mentre il CTB Centro Teatrale Bresciano festeggia i suoi primi quarant’anni di attività (1975-2015). Per celebrare entrambi gli anniversari, la facoltà di Scienze linguistiche e Letterature straniere, con la direzione scientifica di Lucia Mor, ha organizzato una serie di incontri letterari dedicati ad alcune delle opere che sono state messe in scena dal CTB. Il ciclo delle conferenze è stato aperto da una conversazione fra Paola Carmignani e Gigi Cristoforetti, due critici teatrali locali, che hanno ripercorso l’evoluzione del teatro nella realtà cittadina. Prima di ogni conferenza è stato proiettato del materiale fotografico d’archivio relativo alle produzione del CTB, che anche quest’anno ha messo a disposizione gli attori. EL

PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

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piacenza-cremona

Cantone: la corruzione si può e si deve prevenire di corruzione? Da questo interrogativo è partita la riflessione proposta dal Dipartimento di Scienze giuridiche della facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza con un incontro dal titolo Il contrario della corruzione, che ha avuto come ospite d’onore Raffaele Cantone (nella foto) Presidente dell’A.N.A.C. - Autorità Nazionale anticorruzione. L’ex magistrato, di fronte a una platea di forze dell’ordine e di amministratori, ha parlato soprattutto di prevenzione. «La corruzione – ha esordito – deprime il Pil di un Paese, è uno strumento di blocco del sistema. La corruzione è un reato contro l’economia, ed è un reato sociale. Per mettere in campo gli anticorpi alla corruzione ci si deve affidare ai dirigenti pubblici degli enti, che conoscono le aree di rischio». «Il contrario della corruzione è il rispetto delle regole – ha affermato inoltre Raffaele Cantone – il problema è capire come farle rispettare e prevenire la corruzione: una filosofia vincente può essere quella di evitare di attendere le indagini, che sono meritorie e hanno il compito di scoperchiare il malaffare, ma vedere se si può fare qualcosa per intervenire p prima che questo q si sviluppi. È necessario pertanto lavorare sul piano culturale: la lotta alla mafia

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UAL È IL CONTRARIO

ha cambiato passo quando si è compreso a pieno il male arrecato al paese, dobbiamo fare lo stesso per la corruzione». E sul nuovo codice degli appalti in discussione alla Camera Cantone sottolinea come: «Ormai siamo in dirittura di arrivo, i tempi sono maturi: le direttive comunitarie devono essere approvate entro il 16 aprile, se vogliamo rispettare questo termine bisognerà accelerare e mi auguro che ciò avvenga». All’incontro, coordinato da Dino Rinoldi, professore di Diritto dell’Unione europea dell’Università Cattolica, sono intervenuti la professoressa Emma Galli della Sapienza di Roma, con una relazione sulla valutazione economica della corruzione e Raffaele Piccirillo, Direttore Generale della giustizia penale, Ministero della Giustizia, che si è soffermato sulle modalità e sugli strumenti disponibili per perseguire gli illeciti, anche attraverso la cooperazione internazionale.

INCONTRO

Le politiche gentili del Nudge per comportamenti virtuosi

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E POLITICHE PUBBLICHE possono

modificare i nostri comportamenti in meglio senza vietare o punire? La risposta è sì, se si adottano le politiche gentili del “nudge”. Se ne è parlato il 13 novembre scorso durante il corso di Politica Economia del professor Paolo Rizzii della facoltà di Economia e Giurisprudenza, che ha ospitato il professor Luciano Canovaa (nella foto), ex studente del dottorato in Politica Economica della Cattolica e oggi ricercatore presso la ENI corporate University Enrico Mattei. Ma cos’è il Nudge? Una vera e propria traduzione in italiano non c’è, si tratta di una nuova modalità di intervento pubblico: «uno strumento che ha come scopo quello di indirizzare le scelte delle persone verso un obiettivo di policy, salvaguardandone la libertà» spiega Canova. «In molti Stati Europei e negli Stati Uniti le politiche di nudge sono strutturate, presenti e monitorate nei loro risultati, che si dimostrano spesso decisamente positivi» ha sottolineato Rizzi, che ha iniziato con questo incontro un ciclo di interventi sulla creatività e l’innovazione applicate alla politica.

Amore e ombre: i lati oscuri nell’educazione dell’educazione oggi sono confinati “nell’ombra”? Qual è il prezzo che paghiamo per la loro rimozione? Quali dimensioni psicologiche, autobiografiche, affettive si animano “dietro le quinte” della relazione educativa? Come imparare a riconoscerle e a riappropriarsene per non subirle passivamente? Sono le domande poste dal professor Daniele Bruzzone dell’Università Cattolica, a cui si è cercato di rispondere durante il convegno D’amore e ombra: dimensioni latenti nell’educazione organizzato dalla facoltà di Scienze della formazione della Cattolica di Piacenza, grazie anche alla disponibilità della Donazione Ferracuti, e

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UALI ASPETTI

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coordinato dai professori Carla Ghizzonii e Pierpaolo Triani. Durante il seminario ed i laboratori ai quali i partecipanti hanno potuto assistere, si è cercato di far luce su tutte le motivazioni latenti e le dimensioni inconsce che animano le relazioni educative e di cura

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e che spesso non sono state adeguatamente riconosciute ed elaborate. «Tutto ciò che neghiamo non viene rimosso senza conseguenze – ha affermato Daniele Bruzzone – e il riscatto è possibile solo attraverso la riconciliazione con ciò che è stato negato». Ogni relazione educativa ha

una parte di ombra – ha spiegato la professoressa Ghizzoni – l’esercizio dell’intenzionalità educativa può avere un duplice obiettivo: avere un potere, oppure porsi al servizio dell’altra persona correggendo i suoi limiti con la stessa pietas con cui correggiamo i nostri». «Quando parliamo di cura ed educazione tendiamo a farlo solo negli aspetti positivi – ha spiegato Bruzzone – ma l’ambivalenza è in tutte le relazioni educative, eppure ci sono dei sentimenti che sembrano non avere diritto di cittadinanza e diventano un tabù. L’ombra separata da noi, diventa qualcosa di sinistro e pauroso. Familiarizzare con l’ombra diventa quindi l’unico modo di gestirla».


piacenza-cremona

Consorzio agrario, si progetta con il Lego della facoltà di Economia e Giurisprudenza, due assessori comunali, dei progettisti e un pianificatore sociale e avrai un’esperienza che, facendo leva sul gioco, riesce a liberare capacità e idee presenti, ma ancora inespresse. Questo è quanto è accaduto lo scorso 19 novembre, quando il professor Paolo Rizzi ha proposto ai propri studenti un workshop sperimentale legato al piano di riqualificazione urbana del Consorzio Agrario di Piacenza. Alla presenza degli assessori del Comune Silvio Bisottii e Francesco Timpano, nonché dei progettisti del Consorzio Agrario, gli studenti sono stati sfidati a realizzare con il Lego un progetto capace di coniugare esi-

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RENDI UNA VENTINA DI STUDENTI

genze sociali ed economiche, guidati dal pianificatore sociale Michele Vianello. Il metodo Lego Serious Play, si basa su un approccio di soluzione dei problemi che si è dimostrato strumento efficace per rendere più veloci i processi di innovazione, fare crescere i team e migliorare la comunicazione, facendo in modo che ogni singola risorsa possa dare un contributo unico e libero all’organizzazione. Agli studenti della Cattolica è spettato il compito di ragionare sull’area che ha un’ampiezza di oltre 130 mila metri quadri: «Stiamo parlando di un intervento notevole – ha spiegato il direttore generale di Consorzio Agrario Terre Padane Dante Pattinii – e sul quale è in atto un processo di condivisione di

idee. L’area di cui si sta parlando rappresenta un biglietto da visita per Piacenza soprattutto per chi arriva dalla ferrovia e che oggi si trova davanti un’area abbandonata e difficilmente controllabile». Un’area che ieri è stata in un certo senso ricostruita e ripensata con i mattoncini Lego: «A Piacenza è la prima volta che viene fatto un esperimento di questo tipo – ha spiegato Vianello – invece l’esperienza del Lego Serious Playy è già stata applicata in altre aziende, l’ultima delle quali è stata Enel dove il metodo è impiegato per valutare l’impatto delle centrali Enel sul territorio». «È una tecnica che stimola la partecipazione in modo libero. Dato che durante il corso si è trattato il tema del marketing territoriale e approfondito le sue applicazioni più “tradizionali”, abbiamo voluto proporre ai nostri studenti la possibilità di sperimentare anche a un metodo nuovo su un tema concreto – ha ribadito il professor Rizzi – un nuovo tassello che ha offerto la possibilità di immaginare insieme futuri, idee, concetti e applicazioni che nelle consultazioni più “tradizionali” magari non escono perché considerati visionari, ma che possono fare la differenza».

Ecotrophelia Europe 2015: i cibi del futuro LA CATTOLICA di Piacenza ad ospitare la finale di EcoTrophelia Europe 2015, la Champion’s League dell’eco-innovazione alimentare, che mette in gara studenti universitari di tutta Europa nell’ideazione e nella realizzazione di nuovi prodotti agroalimentari eco-sostenibili e in grado – almeno potenzialmente – di imporsi sul mercato. Alla finale hanno partecipato le 16 squadre vincitrici del concorso nei rispettivi Paesi che hanno presentato il prototipo di un prodotto agro-alimentare innovativo, realizzato con particolare attenzione alla sostenibilità e al rispetto ambientale. L’edizione 2015 dell’evento internazionale non si è tenuta dunque ad Anuga o a Parigi, come d’abitudine, ma per la prima volta in Italia, ad Expo e all’Università Cattolica di Piacenza, presso la residenza Gasparini: «Una scelta che appare un chiaro riconoscimento – ricorda il preside della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, pro-

È

STATA

fessor Lorenzo Morelli – del prestigio che è riconosciuto in tutta Europa al nostro Ateneo. Dal 2011 ad oggi Ecotrophelia Europe ha sostenuto l’organizzazione di 75 competizioni nazionali, mobilitato 550 università e più di 3mila studenti. Nel 2013 la facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali della Cattolica si aggiudicò il primo premio nazionale ed il terzo premio a livello europeo con la barretta SoCrock ». I 16 progetti sono stati esaminati da una qualificata giuria internazionale, presieduta da Michel Coomans della Commissione Europea e

da dirigenti di industrie agroalimentari di tutta Europa, con l’intento di focalizzare le caratteristiche distintive dell’alimentazione di domani e le principali tendenze del consumo alimentare in Europa. Il vegetale è sicuramente stato il protagonista della competizione, ma non sono mancati prodotti bizzarri, come il ‘’filo’’ di collagene commestibile della squadra croata, o Novel Food come i falafel a base di un certo tipo di bachi degli austriaci e i ‘tortellini-like’ ripieni di insetti. L’Italia si è aggiudicata la medaglia d’argento con Fresh-App, bevanda eco-in-

novativa fabbricata a partire dalle bucce di mele e arance, brevettata da un gruppo di giovani ricercatori dell’università degli studi Federico 2 di Napoli. «I 140 studenti, che hanno invaso la Cattolica, accompagnati dai loro docenti, hanno potuto apprezzare la nostra realtà universitaria – conclude il preside Morelli –. Un ringraziamento particolare va ai nostri studenti per la loro attiva partecipazione all’iniziativa: hanno dimostrato un’efficienza, un entusiasmo e una disponibilità eccezionali apprezzati da tutti gli ospiti».

PRESENZA 6, NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

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educatt

Prende il via da Roma il progetto Wellness di Maria Villano recentemente pubblicati dell’indagine Sportello Salute Giovani – progetto promosso dalla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica di Roma in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità – hanno messo in luce, in particolare, la presenza, tra gli 8516 studenti di dieci università italiane, di stili di vita non salutari e comportamenti a rischio; tra gli altri, in particolare, sono emerse abitudini alimentari scorrette e inattività fisica. La riflessione che necessariamente ne consegue è che la promozione della salute e la prevenzione delle malattie nella popolazione giovanile è una scommessa per il presente e un investimento per il futuro ed è quindi necessario promuovere un modello organizzativo che possa favorire uno stile di vita sano e proporre campagne di educazione che diano la possibilità agli studenti di rendersi conto di quanto uno stile di vita sano e corretto possa influire positivamente anche sul rendimento e il successo nel percorso di studi. In questa prospettiva EDUCatt avvia il

I

RISULTATI

progetto Wellness, che prende le mosse proprio dalla sede di Roma. Dedicato allo studio di percorsi rivolti agli studenti e a tutta la popolazione universitaria nell’ambito della salute e del benessere, il progetto è costruito in un’ottica trasversale che va quella sporp dall’educazione alimentare a q tiva. È per questo in fase di costituzione un gruppo di lavoro ad hoc che vede coinvolti docenti delle sedi di Milano, Piacenza e Roma e di diverse facoltà – Medicina e Chirurgia, Scienze Motorie, Agraria – oltre che delle Alte Scuole, soprattutto per quanto riguarda la parte educativa. In questo contesto si inserisce – su richiesta dell’Ateneo – anche la gestione delle strutture sportive del campus romano: EDUCatt ha infatti preso in carico le palestre e i campi sportivi (da tennis, basket, pallavolo e calcio), che costituiranno, nelle intenzioni della Fondazione e grazie anche ad alcuni previsti interventi di adeguamento e completamento, un’ulteriore e preziosa occasione per proporre e promuovere percorsi a tema che permettano di mantenere e migliorare il benessere all’interno del Campus sia degli studenti che di tutto il personale docente e non docente che opera in Ateneo.

Il bello dell’economia: la sfida della sharing economy di Giada Meloni Educare/educarsi alla Bellezza, rivolto ai Collegi e più in generale alla comunità universitaria, continua anche in questo anno accademico a partire dall’incontro intitolato Il bello dell’economia: la sfida della sharing economy, svoltosi nella sede milanese dell’Ateneo il 18 novembre scorso. La “Bellezza”, come ha ricordato la prorettrice Antonella Sciarrone Alibrandi, può diventare «uno stimolo, una sfida in questa società sempre più caratterizzata dalla violenza e dalla paura». La professoressa Ivana Paiss valorizza gli aspetti collaborativi della sharing economy, che esalta la condivisione rispetto al profitto, per «risocializzare l’economia». In questo contesto si colloca Maria Chiara Bosio, co-fondatrice di JoJob, il primo carpoolingg aziendale italiano: una rete di condivisione in comunità già esistenti (aziende o università), che permette di condividere il tragitto quotidiano utilizzando una sola auto. Si tratta di un metodo innovativo che promuove il risparmio economico e ambientale, per un impatto

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minore in termini di emissioni e uno maggiore in termini di aggregazione. Si occupa di sharing anche Silvio Lenares, motivatore, strategic advisor di TimeRepublik, la prima banca del tempo globale, «che dà la possibilità a chi ha bisogno di un aiuto concreto, di trovare persone disposte ad aiutarlo senza pretendere in cambio un compenso». Spezza una lancia a favore della cosiddetta “scienza triste” il preside della facoltà di Scienze politiche e sociali Guido Merzoni, che sottolinea come l’economia sia alla base delle relazioni umane e come sia riuscita a plasmare una realtà multiforme, con un avvertimento: «il valore della condivisione resti un elemento ibrido e non diventi specchietto per le allodole del marketing». L’occasione dell’incontro è servita anche per la presentazione di ConLab, il nuovo spazio di coworking dell’Università Cattolica pensato, come ha rimarcato il Direttore della sede di Milano Mario Gatti, come un luogo di “contaminazione” tra studenti di discipline diverse per promuovere la cultura dell’imprenditorialità e dell’innovazione (http://ilab.unicatt.it/ g ilab-progetti-conlab-spazio-di-coworking).


educatt

IN BREVE

Il Laboratorio di Editoria a “Più libri più liberi”

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NCHE QUEST’ANNO

gli studenti del Laboratorio di Editoria della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica di Milano, guidati dal professor Roberto Cicala, hanno avuto la possibilità di partecipare alla fiera annuale Più libri più liberi di Roma. L’occasione, grazie al supporto di EDUCatt – che pubblica la serie di libri “QUALE” (Quaderni del Laboratorio di Editoria), interamente curata e realizzata dagli studenti – è stata doppiamente interessante, perché oltre alla ormai tradizionale visita alla rassegna romana di piccola e media editoria, che si è svolta lo scorso 4 dicembre, gli studenti hanno presentato la loro ultima fatica, un’antologia di casi letterari sul tema del gusto già protagonista di un evento al Salone del libro di Torino di quest’anno, nella sede di EDUCatt del campus romano, nella struttura di Mensa&caffè.23. Giovedì 3 dicembre Il gusto delle parole è stato infatti al centro di un pomeriggio trascorso tra letture a tema e assaggi di dolci ispirati al libro, una sezione del quale è proprio dedicata a dolci e cioccolato.

Nuovi nomi per le strutture EDUCatt a Piacenza

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EDUCatt di Piacenza rafforza la propria identità riqualificando tutte le sue strutture con una nuova strategia di naming. Sia gli ambienti della sede EDUCatt collocati all’interno del collegio Sant’Isidoro, a partire dalle sale della mensa appena ristrutturate, sia quelli appartenenti alla residenza Gasparini hanno così nuovi nomi che li rendono maggiormente identificabili, con particolare attenzione alla sala de “Il Fienile”, l’ampia e suggestiva sala congressi messa a disposizione dalla Fondazione anche per eventi e manifestazioni, come è accaduto per l’ultima edizione di Ecotrophelia. A SEDE

Un premio per gli ebook destinati agli studenti

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28 NOVEMBRE ad Assisi Roberto Della Torre ha ricevuto il premio Domenico Meccoli ScriverediCinema che la giuria ha assegnato per la sezione “E-book dell’anno sul cinema italiano” al libro edito da EDUCatt Invito al cinema. Le origini del manifesto cinematografico italiano (1895-1930), disponibile sui principali store online. ABATO

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libri

Letture p per nutrire lo spirito p sui sentieri della misericordia di Velania La Mendola

L NATALE 2015 è arricchito dal Giubileo

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straordinario della misericordia. Per avviare questa esperienza di conversione anche attraverso delle letture, abbiamo tracciato un cammino di riflessione attraverso il catalogo Vita e Pensiero. Il primo passo lo percorriamo insieme al segretario generale della CEI Nunzio Galantino, che nell’articolo Chiesa, luogo di misericordia (Rivista Vita e Pensiero) dimostra come solo abitando con mitezza la città degli uomini la Chiesa rimarrà una “Chiesa di popolo”, caratterizzata non dall’essere più o meno “liquida”, ma dall’essere concreta. Nella Rivista del Clero

Italiano Luciano Manicardi, monaco di Bose, in Le ‘opere di misericordia’. La ritrovata attualità di una tradizione riflette sulle indicazioni di papa Francesco su come vivere il Giubileo, invitando a riscoprire il significato autentico della «antica e veneranda» tradizione delle ‘opere di misericordia’. Le sue parole sono un grido accorato «in cui si riflette il suo “senso dei poveri”, la sua empatia con i sofferenti e gli oppressi, il suo sdegno di fronte alle ingiustizie, un grido anche estremamente autorevole perché nasce da un’esperienza che – cosa piuttosto rara ai nostri tempi – è riuscito a divenire esperienza e può dunque essere raccontato e testimoniato». Il libro a più voci L’umanesimo di papa Francesco a cura di Agostino Giovagnolii in30

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daga invece quanto le parole del papa, apparentemente semplici, nascondano una profonda densità di pensiero. Papa Francesco promuove «un cattolicesimo che pratica e comunica l’umanesimo dell’incontro, modellato non su un’assistenza senza dialogo ma sull’apertura all’insegnamento – umano, storico, religioso – di cui i poveri sono portatori. […] è tempo di una cultura che parte dal ‘basso’ e che proviene dalle ‘periferie’, dove il Vangelo sta avviando movimenti destinati a coinvolgere tutti». Benôit Standaert nel libro Perdono e riconciliazione ci spiega invece che sebbene perdonati l’essere sia una delle caratteristiche più nitide dell’esistenza cristiana, perdonare appare un’impresa difficile, legati come siamo al risentimento per i torti ricevuti, alle maglie strette del dolore subito. Guidandoci nelle parole evangeliche, portandoci nel deserto dei padri eremiti, aprendoci alla tradizione ebraica, islamica e buddista, Standaert ci mostra il percorso umano più autentico, che dal perdono porta alla gioia della riconciliazione, alla freschezza di un nuovo inizio nelle relazioni con gli altri. Un libro da esplorare pagina per pagina è La mistica dell’istante del poeta e sacerdote portoghese José Tolentino Mendonça, un testo che nasce dal rifiuto della visione dualistica della fede che separa l’anima dal corpo, il visibile dall’invisibile, l’eterno dalla semplice quotidianità. «Se Dio non è nel qui e ora della nostra vita non è da nessuna parte», ci dice lo scrittore, che ci guida attraverso i cinque sensi teologici, corrispondenti a quelli naturali – tatto, gusto, olfatto, udito e vista – tracciando una suggestiva geografia dello spirito ricca di riferimenti biblici, letterari, poetici e cinematografici. Abbiamo chiesto a Tolentino quale passo della Bibbia rileggere in particolare preparandoci al Natale: «La cosa più importante oggi è imparare il senso profondo della misericordia. Consiglio quindi il passo del Vangelo di Matteo, quando Gesù si rivolge ai farisei e dice: “Andate a imparare che cosa vuol dire: ‘Misericordia io voglio e non sacrifici’. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori”».

vitaepensiero.it

LE RIVISTE VITA E PENSIERO

Accomodati, inizia il dibattito

nel 1914 da padre AgostiF no Gemelli, «Vita e Pensiero» è ancora oggi un punto di riferimento ONDATA

e confronto per la cultura del paese. Numerosi sono i temi affrontati: lo sviluppo tecnologico ed economico, le neuroscienze e la genetica, la politica e le relazioni internazionali, l’evoluzione dei mezzi di comunicazione. Con una particolare attenzione all’attualità, ospitando articoli capaci di offrire chiavi di lettura sui fenomeni sociali e culturali. Bimestrale, la rivista dell’Ateneo dei cattolici italiani quest’anq no ha affrontato la crisi in Ucraina, il caso «Charlie Hebdo» e l’ascesa dell’Isis, ha fatto luce sulle capacità comunicative di Papa Francesco e sull’effetto di Facebook sulle relazioni umane, ha indagato i talent show, Expo 2015 e la sharing economy. y Ricchissimi gli spunti letterari: la scrittrice e psicoanalista Julia Kristeva ha offerto il suo punto di vista sui racconti céliniani, mentre Ferruccio Parazzoli, Luca Doninelli e Alfonso Berardinelli si sono dedicati al mondo della narrativa e della critica letteraria italiana. Spazio anche alla filosofia con Silvano Petrosino su Michel de Certeau e Roger Scruton sul ruolo delle istituzioni universitarie per accrescere il capitale intellettuale. Il n. 6 con la Tour Eiffel in copertina ha in primo piano l’articolo di Joseph Maïla,, esperto p di studi sull’islam e di mediazione internazionale all’École supérieure des sciences, Religione e religioni tra rotture e riconciliazioni. «Vita e Pensiero» è un anno di cultura e approfondimento. E Natale è una buona occasione per regalarla. Info: http://rivista.vitaepensiero.it/abbonamento.html


libri Pablo d’Ors

Sendino muore Vita e Pensiero, Milano 2015 pp. 80  euro 10,00 (Grani di senape)

ABLO D’ORS

l’ha conosciuta durante la sua opera p di accompagnamento p g dei malati terminali come cappellano ospedaliero: África Sendino è una dottoressa che un giorno scopre di avere un tumore incurabile e si ritrova a passare nel suo stesso ospedale dal ruolo di medico a quello di malata. Il suo cammino verso la morte è, per d’Ors e per chi le si avvicenda accanto nei suoi ultimi mesi, un’esperienza esemplare. Sendino affronta la malattia con una fermezza d’animo e un’eleganza che evocano una vita interiore fuori dal comune. Sendino annotava su un diario i suoi pensieri su quello che le stava accadendo e aveva in progetto di farne un libro. Poi ha chiesto a d’Ors di prendersene carico. In questo libro, bellissimo e singolare, d’Ors ha raccontato l’esperienza di Sendino insieme alla propria vissuta accanto a lei, raccogliendo quella che è la vera eredità della donna: mostrare che si può crescere in umanità anche quando si sta perdendo la vita; far diventare la propria malattia un beneficio per chi ci è vicino; imparare a permettere che gli altri si occupino di noi.

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Giuliano Zanchi

L’arte di accendere la luce Vita e Pensiero, Milano 2015 pp. 144  euro 12,00 (Grani di senape)

CHIESA DI OGGI sembra in cerca di un varco per il futuro. Mossa dall’impulso riformatore di papa Francesco, diventa sempre più consapevole della necessità di un cambiamento al proprio interno. Ma quali priorità deve assumere? E che forma deve darsi per non oscurare il volto del Dio di Gesù, ma riprendere quell’arte di tenere accesa la luce della fiamma evangelica? Sono le domande a cui Giuliano Zanchi offre risposta. Molto va ripensato delle figure che popolano la Chiesa: quella del laico, quella della donna, quella del prete. Ma perché il vangelo possa parlare alla storia è necessaria l’esistenza di una comunità. La testimonianza credente può darsi solo grazie a una comunità di uomini e di donne che danno alla loro vita la forma del vangelo, solo attraverso l’esercizio di quotidiana fraternità che si fa largo nei gesti di costruzione della città, della storia, della convivenza umana. Questa è la posta in gioco della presenza dei cristiani nel mondo. A questo essi servono.

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La collana “Le nuove bussole”, per orientarsi in un tempo di transizione SLAMISMO E DEMOCRAZIA di Riccardo Redaellii e NEET. Giovani che non studiano e non lavo-

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rano di Alessandro Rosinaa sono le ultime due uscite, e di bruciante attualità, della collana “Le nuove bussole” Vita e Pensiero. Inaugurata nel febbraio 2015 la collana vuole fornire alcune chiavi interpretative delle questioni emergenti in quest’epoca di transizione e al tempo stesso si propone di risalire alle radici che le hanno determinate. Infatti la complessità e l’accelerazione dei fenomeni sociali, economici, culturali e religiosi di questo tempo sono tali da richiedere analisi e interpretazioni aggiornate, che facciano sinteticamente ma autorevolmente il punto dei problemi attuali. Gli altri volumi della collana sono Dall’Aids a Ebola. Virus ed epidemie al tempo della globalizzazione di Roberto Volpi, La democrazia senza partiti di Damiano Palano, La sfida delle migrazioni di Vincenzo Cesareo e Il gusto. Vecchie e nuove forme di consumo di Vanni Codeluppi.

Libri Anna Passoni Dell’Acqua (a cura)

Enrico R. Galbiati (1914-2004): un prete ambrosiano con lo sguardo a Oriente EDUCatt, Milano, 2015 pp. 130 | euro 11,00

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7 MAGGIO 2014 nella Cripta dell’Aula Magna dell’Università Cattolica di Milano si è svolto il Convegno da cui prende il titolo il volume, attraverso il quale è stata ricordata la figura di Enrico R. Galbiati. Le relazioni tenute durante i lavori lo presentano come modello di studioso, di prete, di uomo, e come icona di dialogo religioso ed ecumenico, come ha attestato anche la partecipazione di rappresentanti della Chiesa Ortodossa, oltre che di quella Cattolica greca e latina. Tra le figure più significative del secolo scorso sul versante degli studi biblici, è stato uno dei protagonisti di quella riforma conciliare che ha portato a una rinnovata centralità della parola di Dio nella vita liturgica, nel cammino spirituale dei fedeli e nella crescita della comunità ecclesiale. L

EBook E.Viscardi, C. De Carli, E. Di Raddo (a cura)

Tutto ho posto sotto i tuoi piedi. Itinerario di arte e spiritualità EDUCatt, Milano, 2015 pp. 72 | free downlaod

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N ITINERARIO composto da quindici opere di artisti contemporanei collocate all’interno della sede milanese dell’Ateneo, che ha messo in evidenza il ruolo e la responsabilità dell’uomo nella cura e nella salvaguardia dell’ambiente, l’utilizzo delle risorse del pianeta a vantaggio dell’intera popolazione e che ha approfondito un vero e proprio percorso artistico-spirituale: è quanto si trova nel volume, catalogo dell’esposizione ospitata fino al 6 novembre nei chiostri del complesso monumentale dell’Università Cattolica grazie a un’iniziativa promossa dal Centro Pastorale dell’Ateneo. La mostra, cui EDUCatt ha fornito supporto tecnico, ha un catalogo visualizzabile anche online grazie a un sito dedicato, che è stato esposto anche a Expo, disponibile all’indirizzo www. educatt.it/mostra2015.

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