Presenza 03-2018 Il Sessantotto della gioventù cattolica

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presenza dell’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE

NAZ/350/2008 DCOO53793

numero 3 – anno L maggio-giugno 2018

Ateneo

Un premio alla ricerca di qualità

Milano

Mario Vargas LLosa lezione da Nobel

Start up

TripGim, il nuovo Booking del fitness

IL SESSANTOTTO

della gioventù cattolica Un anno di svolta che ha visto protagonista una generazione. Un convegno e una mostra nell’Ateneo di Largo Gemelli hanno raccontato i complessi itinerari degli studenti cattolici negli anni della contestazione


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2018-2019


presenza dell’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE

NAZ/350/2008 DCOO53793

numero 3 – anno L maggio-giugno 2018

Ateneo

Un premio alla ricerca di qualità

SOMMARIO

Milano

Mario Vergas LLosa lezione da Nobel

Start up

TripGim, il nuovo Booking del fitness

04 – Il Sessantotto della gioventù cattolica IL SESSANTOTTO

della gioventù cattolica Un anno di svolta che ha visto protagonista una generazione. Un convegno e una mostra nell’Ateneo di Largo Gemelli hanno raccontato i complessi itinerari degli studenti cattolici negli anni della contestazione

09 – TripGim, il nuovo Booking del fitness 10 – Eredi&Innovatori, i giovani protagonisti 11 – Un premio alla ricerca di qualità

n. 3/duemiladiciotto Rivista bimestrale realizzata dal Servizio Stampa dell’Università Cattolica, in collaborazione con il Master in Giornalismo, con la partecipazione del Servizio Pubbliche relazioni dell’Istituto “G.Toniolo” di Studi Superiori © 2001 – Università Cattolica del Sacro Cuore DIRETTORE Franco Anelli RESPONSABILE Gerardo Ferrari COORDINATORE Graziana Gabbianelli COMITATO REDAZIONALE Katia Biondi, Nicola Cerbino, Sabrina Cliti, Paolo Ferrari, Graziana Gabbianelli, Emanuela Gazzotti, Fausto Maconi, Antonella Olivari HANNO SCRITTO Katia Biondi, Federico Capella, Sabrina Cliti, Camilla Curcio, Silvia Ferrandi, Graziana Gabbianelli, Emanuela Gazzotti, Valentina Giusti, Velania La Mendola, Federica Mancinelli, Giada Meloni, Antonella Olivari, Giorgia Venturini, Maria Villano, Martina Vodola. REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Università Cattolica del Sacro Cuore L.go Gemelli, 1 – 20123 – MILANO tel. 0272342216 – fax 0272342700 e-mail: presenza@unicatt.it www.unicatt.it REDAZIONE ROMANA L.go Francesco Vito – 00168 – ROMA tel. O630154295 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 94 del 5 marzo 1969 PROGETTO GRAFICO Matteo Scanni IMPAGINAZIONE Studio Editoriale EDUCatt FOTO ARCHIVIO Università Cattolica, AP, Getty Image STAMPA Tiber spa – Brescia

Questo periodico è associato all’USPI Il numero è stato chiuso in redazione il 13 giugno 2018

13 – Montini, il primo Papa globale 14 – Vargas LLosa, lezione da Nobel 15 – Terme Erculee, alle origini di Milano 16 – Ecco i nostri Future Makers 19 – Medicina, i progressi della ricerca scientifica 22 – Brescia, festa di laurea al Foro romano 26 – Food marketing, studenti in cattedra 28 – Castelnuovo Fogliani, domeniche in villa 30 – Lavoro, nuovo libro di Rosangela Lodigiani

Presenza è sfogliabile anche online su www.unicatt.it/presenza


primo piano

IL SESSANTOTTO

della gioventù cattolica Un anno di svolta che ha visto protagonista una generazione. Un convegno e una mostra in Ateneo hanno raccontato i complessi itinerari degli studenti cattolici negli anni della contestazione

di Giorgia Venturini

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volte la storia è proprio sotto ai nostri occhi. Nelle aule che frequentiamo tutti i giorni, nei cortili dove studiamo, nei viali che percorriamo. L’unico sforzo che ci è richiesto è di tornare indietro negli anni. Fino alla fine degli anni Sessanta quando i giovani di Milano davano libero sfogo alle loro idee. Fino al gennaio 1968 quando alcuni studenti, accampati davanti all’Università Cattolica, esibivano un cartello con scritto: «Se alcuno si vanta di essere di Cristo, si metta bene in mente che come è di Cristo lui lo siamo anche noi». Un senso di appartenenza al mondo cattolico che gli studenti, nei primi mesi della contestazione, non rinnegano, ma anzi riaffermano con forza, di fronte allo sconcerto di tanti cattolici. Cinquant’anni dopo l’Università Cattolica ha ricordato quegli anni nel convegno del 3 e 4 maggio scorso dal titolo: Towards 1968. Catholic students in Europe during the Sixities. Curatrice di questa lunga riflessione di due giorni la storica Maria Bocci, docente di Storia contemporanea dell’Ateneo del Sacro Cuore, che ha spiegato perché il Sessantotto è nato proprio in Cattolica e perché i più attivi contestatori erano ospitati nei collegi universitari, fiori all’occhiello dell’Università fondata da padre Gemelli. «Come dimostra la scritta del cartello, gli studenti che hanno fatto il Sessantotto in largo Gemelli pensarono di combattere una lotta interna al mondo cattolico, originata dal dibattito sulla qualifica confessionale dell’Ateneo che ha attraversato tutti gli anni Sessanta», spiega la 4

PRESENZA 2, MAGGIO-GIUGNO 2018

Professoressa. Già nel 1967, infatti, sul giornale universitario gli studenti si interrogavano su cosa significasse essere «universitari cattolici». «Proprio per questo non è corretto sostenere che in Cattolica il malcontento giovanile sia stato innescato soltanto dall’aumento delle tasse universitarie». Già: per comprendere il Sessantotto della Cattolica è dunque necessario considerare un arco temporale più ampio, anche perché le tensioni sono iniziate nel ’62. Alla base della contestazione degli studenti di largo Gemelli c’erano anche i problemi tipici delle università italiane negli anni Sessanta: la Cattolica era diventata una università di massa. Per di più aveva creato nuove sedi (a Roma, con la facoltà di Medicina, e poi a Piacenza e a Brescia), che complicavano la gestione amministrativa, mettendo in pericolo la solidità del bilancio. Le tensioni, tuttavia, erano incominciate con il Rettore che aveva sostituito padre Gemelli, Francesco Vito. «Le cause del contenzioso con Vito in realtà sono molteplici: c’è un primo

aumento delle tasse universitarie – precisa Maria Bocci –. Per gli studenti tale aumento era un sintomo della crisi identitaria della Cattolica: accrescere le tasse significava farne un’“Università d’élite del censo”, un profilo che non corrispondeva al ruolo culturale che l’Ateneo avrebbe dovuto svolgere, formando giovani di tutti i ceti sociali». Al centro del difficile rapporto con il Rettore c’era poi la responsabilità del giornale degli studenti, che voleva liberarsi dal controllo del consulente ecclesiastico. A metà del decennio il clima di tensione si allentò grazie alla nomina a rettore di Ezio Franceschini, più disponibile al dialogo. Eppure la tregua durò poco. «Franceschini voleva trasformare la Cattolica nell’“Università del Concilio”. Gli studenti interpretavano diversamente tale obiettivo: alcuni volevano abolire le Facoltà tradizionali, per creare centri studio imperniati sulla teologia, la filosofia e le scienze religiose; altri insistevano sul rapporto fra Università e società civile, perché l’Università supplisse alle


incapacità dei governi e dei partiti, indirizzando lo sviluppo». Insomma l’anno accademico ’66’67 si preannunciò fin da subito incandescente: dagli scioperi contro i ritardi in materia di riforma scolastica all’invio al Ministro degli Esteri Fanfani di una lettera firmata da quasi mille studenti per chiedere che si pronunciasse contro la guerra in Vietnam. Non solo: gli studenti criticavano la «gestione privatistico aziendalistica» dell’Ateneo, convinti che il forte aumento delle tasse – deciso dal Consiglio di amministrazione in agosto per far fronte al deficit di bilancio – avrebbe fatto pagare a caro prezzo agli immatricolati della sede di Milano le spese sostenute per la facoltà di Medicina, senza alcun miglioramento delle strutture didattiche milanesi. Si arriva così agli scioperi, alle occupazioni e all’espulsione di tre studenti. A un certo punto «al centro della contestazione non ci sono più solo i problemi dell’università, bensì l’autoritarismo su scala mondiale, compreso l’imperialismo statunitense che in America Latina usa la mano forte». I ragazzi della

Cattolica sono in prima fila nelle lotte degli studenti milanesi, fino alla «battaglia di largo Gemelli» che sarà una specie di Valle Giulia milanese. All’inizio degli anni Settanta «le bandiere rosse e la vernice utilizzata per imbrattare immagini religiose e per firmare azioni dimostrative de-

notano che la contestazione ha imboccato una strada divergente dagli orientamenti iniziali. Anche in Cattolica campeggiano slogan come “il potere nasce dalla canna del fucile”. Gli anni di piombo, insomma, sono dietro l’angolo», conclude la professoressa Bocci.

IL CONVEGNO IN LARGO GEMELLI

L’anima cattolica della contestazione giovanile

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cinquant’anni dall’esplosione della contestazione studentesca, che vide giovani di tutta Europa occupare scuole e università in nome di nuove istanze di libertà e in aperta opposizione al mondo borghese, il Dipartimento di Storia dell’economia, della società e di Scienze del territorio “Mario Romani” ha organizzato lo scorso 3 e 4 maggio un’iniziativa scientifica dal titolo Towards 1968 Catholic students in Europe during the Sixties dedicata al ruolo che hanno avuto nel movimento di protesta associazioni e realtà studentesche cattoliche, italiane ed europee. La globalità della contestazione si deve, infatti, alla presenza di reti di collegamento e di relazioni transnazionali, così come presuppone la circolazione di idee e di riferimenti culturali, che hanno alimentato le diverse specificità nazionali. Il convegno è stato aperto dal saluto del rettore Franco Anelli, secondo il quale è ormai tempo di studiare scientificamente il fenomeno del Sessantotto, ora che si ha una giusta misura di

distacco per considerarlo “storia” e non “cronaca”. Ha poi fatto seguito l’itinerario degli studenti cattolici europei negli anni Sessanta, non per farne una sezione separata nell’insieme della più estesa mobilitazione giovanile, ma perché nel corso del «lungo Sessantotto» il protagonismo dei giovani è stato favorito da urgenze certamente ascrivibili al mondo cattolico. L’iniziativa, organizzata da Maria Bocci (nella foto), Daniele Bardelli, Marta Busani e Paolo Valvo, ha fatto dialogare studiosi italiani e stranieri – come Agostino Giovagnoli, Alessandro Bellino, Carla Ghizzoni e Gerd-Rainer Horn – su una prospettiva di lungo periodo, indispensabile per cogliere le origini della contestazione studentesca, che ha accelerato cambiamenti socio-culturali già in atto nella società occidentale negli anni del boom economico. Il protagonismo generazionale, la vocazione antiautoritaria, la valorizzazione della soggettività individuale e collettiva, il radicalismo e la circolazione transnazionale sono infatti comprensibili

solo all’interno di un processo ben più prolungato, che ha superato gli stessi anni Sessanta, avendo ricadute notevoli nella storia occidentale. A questi ambiti e a questi contesti giovanili sono state dedicate varie riflessioni, alcune più focalizzate sul versante europeo e sulle esperienze presenti in diversi paesi dell’Europa occidentale, altre più attente invece al caso italiano. Specifici approfondimenti sono stati dedicati al Sessantotto dell’Università Cattolica, che si è rivelato un buon punto di osservazione per indagare il nesso tra appartenenza cattolica e attitudine contestativa. Fondamentale è stato infatti comprendere, come e perché, molti dei più attivi contestatori provenissero dal cattolicesimo organizzato e fossero ospitati nei collegi universitari che erano, da sempre, il fiore all’occhiello dell’Ateneo fondato da padre Agostino Gemelli. PRESENZA 2, MAGGIO-GIUGNO 2018

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Reti internazionali studentesche, itinerari di una rivolta mondiale

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a storia del Sessantotto Cattolico è intrecciata con la storia di Federazioni di realtà nazionali e internazionali dell’Azione Cattolica che nacquero negli anni Cinquanta e si svilupparono nel decennio successivo. La gioventù cattolica di quegli anni contribuì a dar vita ad una “realtà amplificata” che non comprendeva solamente la dimensione nazionale ed europea, ma l’intero “villaggio globale”. Questo sguardo più ampio diede vita a una contaminazione tra diversi movimenti internazionali del laicato cattolico, che si organizzò tramite incontri annuali dei comitati direttivi di diverse organizzazioni e in assemblee plenarie ogni cinque anni. I dibattiti prevedevano un continuo scambio di riflessioni e materiali tra i dirigenti dei gruppi nazionali dell’Azione Cattolica giovanile così da portare le proble-

matiche locali nei ritrovi internazionali. L’intervento della dottoressa Marta Busani (nella foto) – nell’ambito della prima giornata di studio dell’evento Towards 1968, promosso in Cattolica lo scorso 3 e 4 maggio – ha spiegato come «lo scopo era quello di creare una rete di gruppi nazionali dell’Azione Cattolica per favorire una conoscenza reciproca degli esperimenti, dei metodi e del pensiero delle diverse organizzazioni». A partire dalla fine degli anni Cinquanta, le federazioni e i movimenti internazionali furono il tramite per la “scoperta dell’America Latina” da cui arrivarono nuove riflessioni sul compito del laicato in paesi dove i problemi della fame e dell’analfabetismo non erano più rimandabili agli occhi dei giovani cattolici. Alle istanze che provenivano dai gruppi sudamericani si aggiungevano poi la denuncia delle persecuzioni dei cristiani nei paesi dell’Est Europa e nuove riflessioni sul crescente processo di secolarizzazione dell’Occidente. Un punto di svolta fu senza dubbio la pubblicazione dell’enciclica Mater et Magistra, accolta con grande entusiasmo dai giovani militanti cattolici che la interpretarono come un invito da parte della Chiesa a

lavorare alla trasformazione delle moderne strutture economiche e sociali in modo da creare una “nuova giustizia mondiale”. Un modello di formazione giovanile basato, quindi, sull’azione che mirava a oltrepassare il divario tra credo religioso e azione sociale. Il mondo cattolico giovanile rappresentato dalle federazioni e dai movimenti internazionali dell’Azione Cattolica espresse, dopo la fine del Concilio Vaticano II, una critica sempre più radicale al sistema capitalistico occidentale, anticipando e trovando in questo una comune ragione di lotta con tutti i giovani coinvolti nelle proteste studentesche degli anni Sessanta.

Il ’68 prima del ’68: la Fuci milanese e la redazione della rivista “La Strada”

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lcuni di loro sarebbero diventati ministri, presidenti della Corte costituzionale e accademici. Ma furono anche l’anima del confronto con la società del “miracolo economico” che i giovani cattolici milanesi della Fuci intrapresero nei primi anni Sessanta, contribuendo all’elaborazione culturale che preparò il terreno all’esplosione del ’68. Si riunirono, ed ebbero la propria tribuna, nel giornale universitario “La Strada”, pubblicato dalla fine del 1958 fino al 1967. L’origine e l’impronta della rivista si devono a una redazione di cui facevano parte, fra gli altri, Franco Bassanini, presidente della Fuci milanese, Emanuele Ranci Ortigosa, primo direttore, Pippo Ranci Ortigosa, i fratelli Valerio e Fabrizio Onida, ai quali non mancò il sostegno dell’arcivescovo Giovanni Battista Montini. «Questi giovani universitari milanesi – ha spiegato nel suo intervento al 6

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convegno Towards 1968. Catholic students in Europe during the Sixties il professor di Storia contemporanea Daniele Bardelli (nella foto) – non temettero l’ingaggio con il mondo, forti delle loro convinzioni religiose ma anche convinti dell’opportunità di distinguere i piani dell’intervento culturale e sociale da quello propriamente spirituale». Sostanzialmente il loro scopo fu quello di dare completezza alla propria formazione universitaria per non rinchiudersi nell’isolamento e nell’egoismo del mondo moderno, entrando in rapporto dialettico con i cambiamenti politici e sociali negli anni del boom economico e le sollecitazioni provenienti dal mondo ecclesiale, che stava vivendo l’esperienza del Concilio. Le loro critiche erano nei confronti di un «borghesismo» che dava scandalo per la sua aridità e la resistenza a coinvolgere tutti nel benessere di quegli anni, che pareva in grado di produrre una ricchezza potenzialmente infinita, ma non di distribuirla equamente, finalizzandola

al progresso anche morale e spirituale degli individui. In questo stava la radice della “contestazione” – intesa come messa in discussione degli assetti economico-sociali consolidati – di questi giovani cattolici, per i quali la possibilità, divenuta effettiva, di risolvere i problemi del mondo rendeva moralmente insopportabile il fatto che non vi si ponesse mano. Questa la radice della loro giovanile insoddisfazione rispetto al mondo dei padri, di una “ribellione” – per usare le parole di Fabrizio Onida – «alla burocrazia dello spirito» che riduceva anche la religione a vuoto formalismo, invece di assecondarne la carica stimolante in direzione di un cambiamento sociale secondo i principi evangelici.


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Il Marianum negli anni della contestazione

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collegi maschili e femminili dell’Ateneo del Sacro Cuore di Largo Gemelli furono il cuore della contestazione. Se l’Augustinianum, il collegio frequentato esclusivamente dai ragazzi, ebbe il ruolo di leadership nella protesta sessantottina, quello frequentato dalle ragazze – il collegio Marianum – fu ugualmente coinvolto, ma con conseguenze più limitate. La partecipazione attiva degli studenti dei collegi, negli anni Sessanta, ad attività assembleari e politiche interne all’università aveva favorito l’acquisizione di uno spirito critico. La riflessione continua e intensa sulla rivalutazione del ruolo del laicato nella società aperta dal Concilio costituì un punto essenziale di questo processo. Ma la partecipazione attiva alle proteste nel Marianum si esaurì nel giro di pochi anni – nel 1970 era già sostanzialmente cessata. Come spiegare questa differenza? Da un lato, va ricordato che l’Augustinianum cambiò tre direttori, negli anni caldi, mentre il Marianum fu retto stabilmente da Bartolomea Tabanelli, figura materna e autorevole, che instaurava con le ragazze un rapporto profondo. Le centinaia di lettere inviate nel corso degli anni a Mea Tabanelli testimoniano il legame duraturo delle collegiali con la direttrice, definita in modo ricorrente “seconda mamma”, come ha illustrato la professoressa Si-

monetta Polenghi (nella foto), docente alla facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica. In particolare la professoressa Polenghi, durante il suo intervento al convegno Towards 1968 – Catholic students in Europe during the Sixties, si è concentrata sul confronto fra questi due modelli educativi collegiali. Forte dell’autonomia che lo statuto del collegio le garantiva, Tabanelli favorì l’abbandono del Marianum da parte di decine di ragazze, quelle particolarmente coinvolte nelle proteste. Questo tuttavia non spiega appieno come il collegio dal ’70 vedesse il crollo della partecipazione al movimento sessantottino. Oltre al clima famigliare e alla saldezza della direzione, occorre ricordare che la Tabanelli, forte dei suoi studi pedagogici, non stimolò la competizione intellettuale, come avveniva nel collegio maschile, ma «insistette sempre – come ha spiegato la professoressa Polenghi – nel bilanciare le attività culturali ed intellettuali del collegio con attività caritative pratiche. Questo impegno attivo nel mondo della sofferenza quotidiana poté mitigare le astrattezze utopiche di certe posizioni rivoluzionarie, fornendo concrete modalità d’aiuto verso il prossimo». La partecipazione politica e culturale delle ragazze al rinnovamento, effetto e causa al contempo di emancipazione, si distaccò presto dalla dimensione marcatamente ideologica, conservando quella di impegno sociale.

LE COLLEGIALI

Ricordi e testimonianze delle ex Marianne

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i sono ritrovate dopo cinquant’anni nella loro Università, dove hanno vissuto in prima persona i movimenti studenteschi del Sessantotto. Annamaria Carinci, Mariateresa Lazzarini e Giovanna Toso hanno ricordato gli anni di studio in Università Cattolica, quando erano collegiali al Marianum e assistevano, seppur da lontano, alle contestazioni che piano piano trovavano consensi tra gli studenti. «Ricordo in particolare – prende parola Giovanna – che per la prima volta in Università ci si riuniva per discutere di libri, una cosa completamente nuova. Spesso succedeva inoltre che studenti-contestatori irrompevano in aula e chiedevano al professore di parlare di attualità, di politica. Poi era a discrezione dei docenti decidere se cacciarli o assecondarli». Contestazioni che le ex studentesse dell’Ateneo del Sacro Cuore confermano esser nate per un aumento improvviso delle tasse: «Da lì poi tutto peggiorò. Pure il rapporto con i professori della tesi era molto più rigido», ricordano tutte. Il confronto con i nostri giorni, tuttavia, è d’obbligo: «Oggi sento spesso dire che nei licei si organizzano giorni di autogestione. Ecco noi possiamo dire di aver vissuto la prima autogestione – fa presente sempre Giovanna –. Sia bene chiaro, con una forza e intensità che non ha eguali».

Il Sessantotto nella riflessione dei Collegi

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all’inizio degli anni sessanta, in un clima di apertura al dialogo e alla dialettica anche estrema, i collegi dell’Università Cattolica si animarono con forza delle istanze che avrebbero poi trovato forma nelle contestazioni del Sessantotto. «Foste educati alla libertà»: le parole dell’assistente spirituale del collegio Augustinianum, don Mario Giavazzi, sono ricordate da diversi ex Agostini (come Beppe Campana, Salvatore Natoli, Aldo Tropea, di recente protagoni-

sti di alcune commemorazioni), ben consapevoli che la rivoluzione non ebbe inizio nel 1968, ma si snodò per tutti gli anni precedenti e successivi, ed ebbe di fatto una importante origine dagli studenti cattolici e in Collegio Augustinianum, che fu luogo di confronto anche serrato ai tempi dell’occupazione studentesca. Una ferita non più aperta, ma non ancora del tutto rimarginata, una esperienza la cui storia è in attesa di essere (ri)scoperta: in questa direzione si è mosso Alessandro Tonini, sotto la guida del professor Agostino Giovagnoli, che

con il suo progetto di tesi magistrale dal titolo Ezio Franceschini e la contestazione in Università Cattolica si è riproposto di ricostruire quanto accaduto cinquant’anni fa attraverso le carte d’archivio dell’Università, della Fondazione Franceschini e del collegio Augustinianum. Un estratto del suo lavoro è in corso di pubblicazione per la serie dei Colloquia dell’Associazione Agostini semper – che riunisce gli studenti del Collegio Augustinianum di tutte le età –, e sarà disponibile entro la seconda settimana di novembre, appuntamento tradizionale dell’assemblea dell’Associazione (v.g.). PRESENZA 2, MAGGIO-GIUGNO 2018

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Dall’archivio una mostra fotografica

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agli studenti seduti per terra alle tende fuori dall’Università Cattolica fino ai picchetti e ai poliziotti schierati in assetto anti-sommossa. Sono solo alcune delle immagini inedite che raccontano l’evoluzione della contestazione giovanile che ha i suoi albori

In bianco e nero alcune immagini inedite esposte, e una foto dell’allestimento della mostra sullo Scalone d’onore

proprio nei chiostri di largo Gemelli. Per la prima volta queste fotografie, custodite dalla Sezione fotografica dell’Archivio generale per la storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sono state esposte al pubblico, dal 3 a l 10 maggio scorso, in una mostra curata da Maurizio Romano, dell’Archivio generale, e da Riccardo Rovescalli, del Servizio audiovisivi d’Ateneo. La mostra si è aperta con alcune immagini di studenti tra gli anni Cinquanta e la metà degli anni Sessanta: foto che trasmettevano chiaramente l’impressione di una “serena normalità”, anche all’interno di espressioni 8

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goliardiche: i laureati in gruppo, gli studenti ben vestiti che studiano in aula, le studentesse con il tipico cappello della goliardia in pose sorridenti. Le prime avvisaglie del cambiamento sono state rappresentate dalla foto che ritrae il rettore Ezio Franceschini fuori dall’Ateneo con Mario Capanna, Luciano Pero e altri studenti, in occasione della prima occupazione del novembre 1967. I volti sono ancora sorridenti e distesi e il clima è visibilmente diverso da quello che si vedrà nei pannelli successivi. Il cambio di “situazione” è stato fissato da una foto di poliziotti all’esterno della Cattolica, cui seguono 4-5 immagini delle occupazioni del gennaio-aprile 1968. Sono foto significative e inedite, che bene si inseriscono nell’iconografia del periodo: studenti seduti per terra, tende fuori dall’Università Cattolica,

picchetti, anche un po’ di caos e confusione. La fase più violenta comincia dopo il Sessantotto, raffigurata dalle immagini scattate a partire dal 1969, nelle quali non mancano espressioni di violenza verbale, come la scritta nei chiostri: “Università classista. Il potere nasce dalla canna del fucile”, la polizia schierata in assetto anti-sommossa fuori dall’Ateneo, alcuni giovani che vengono portati via dal rettorato occupato, scritte inneggianti a Marx e alla rivoluzione, aule seriamente danneggiate. Molto significativa anche l’immagine del crocifisso in aula S. Tommaso attorno al quale viene scritto con la vernice il nome dell’anarchico e rivoluzionario Bakunin.

La mostra è stata completata da un video in modalità loop con filmati di quegli anni ripresi in largo Gemelli, accompagnati da un sottofondo musicale di noti brani del periodo (I nomadi, De Andrè, Hendrix).


ne ha fatta di strada

TRIPGIM,

il Booking del fitness di Camilla Curcio

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all’Università Cattolica al mondo delle start-up, il passo è stato breve per Davide Presutti, classe 1991, alumno dell’Università Cattolica e oggi presidente e co-founder di TripGim, piattaforma innovativa che in tanti non hanno esitato a definire “il Booking.com delle palestre”. Creata nel dicembre del 2016 e con sede principale a Milano, TripGim è un portale grazie al quale le persone possono scoprire e prenotare accessi nelle principali strutture wellness in tutta l’area di Milano, sia dal proprio computer che da smartphone o tablet. Confrontare le caratteristiche delle strutture, acquistare l’ingresso anche per brevi periodi è infatti oggi possibile grazie a questo innovativo portale che mira a digitalizzare fitness e wellness. Tra i ricordi degli anni di studio in Largo Gemelli, i rischi della nuova avventura imprenditoriale e i risultati raggiunti a suon di lavoro e determinazione, Davide ci ha raccontato la sua esperienza e ha lanciato un messaggio a tutti i giovani che, come lui, non hanno paura di fare un salto nel vuoto per costruirsi un futuro. Come ha realizzato la società e come è nata l’idea di creare TripGim? TripGim è nata da un’idea che ho avuto durante una mia esperienza di studio all’estero. Grazie al programma Erasmus, fatto mentre frequentavo l’Università Cattolica, sono venuto infatti a conoscenza di diverse realtà imprenditoriali e start-up analizzate a lezione come case studies. L’idea è nata da un’esigenza “concreta”, ovvero quella di cercare una palestra che fosse compatibile con periodi di soggiorno brevi e prezzi abbordabili. Io e Francesco Zambelli, un mio caro amico e co-founder della nostra startup, siamo partiti da quest’idea, l’abbiamo sviluppata e abbiamo provato a renderla concreta, cercando di entrare in Speed Mi Up, un incubatore di Milano. Lì è iniziato il nostro percorso che, poco tempo fa, ci ha portato al lancio della piattaforma. In pratica come funziona TripGim? Proprio perché TripGim nasce per

semplificare la ricerca di una palestra alle persone, l’abbiamo creata cercando di renderla estremamente intuitiva. Basta andare su tripgim.com, geolocalizzarsi o inserire un indirizzo di preferenza su Milano ed è possibile visualizzare tutta l’offerta a disposizione. Una volta passata in rassegna l’offerta proposta, è sufficiente cliccare sulla palestra a cui si è interessati per definire l’ingresso o l’abbonamento che risulta essere più comodo per il cliente e infine si acquista il pacchetto. Completate queste operazioni, basta presentarsi in palestra e, una volta mostrato il ticket d’acquisto, sarà possibile iniziare subito l’allenamento. Qual è stata la sua formazione in Università Cattolica? Ho conseguito in Cattolica sia la laurea triennale, frequentando il corso in Economia e gestione aziendale della facoltà di Economia, sia la magistrale, virando sul corso in Management per l’impresa. La mia tesi specialistica ha riguardato gli impatti strategici delle nuove normative ambientali nel settore automotive, con un focus specifico sul case study Fiat-Chrysler Automobiles. Nella redazione della tesi sono stato seguito dal professor Matteo Pedrini, docente di Corporate strategy, e posso affermare che la mia tesi ha rappresentato, sicuramente, un’opportunità che mi ha permesso di lavorare, subito dopo la laurea, per Maserati-Alfa Romeo. Un ricordo particolare degli anni trascorsi all’Università Cattolica? Sicuramente il ricordo più forte è legato alle persone che ho conosciuto in Università, discorso che vale tanto per i professori quanto per i compagni, soprattutto quelli incontrati durante le numerose esperienze all’estero che ho avuto la fortuna di fare grazie all’Ufficio internazionale dell’Ateneo. Tra l’altro, è

stato proprio in Cattolica che ho conosciuto il mio socio Francesco Zambelli. Come mai ha scelto di studiare in Università Cattolica? Si tratta di una tradizione di famiglia. Io rappresento la terza generazione che sceglie di studiare nell’Ateneo di Largo Gemelli. Arrivato il momento di decidere, ho intuito e compreso sin da subito che potesse essere la scelta migliore. Ritiene che ci sia stato un valore aggiunto nell’aver studiato in Cattolica? Sicuramente il prestigio dell’Università ha giocato un ruolo fondamentale nel mio percorso di studi. Le esperienze di studio che l’Ateneo mi ha consentito di fare (Boston, UCLA, Berkeley, Detroit e Vienna) hanno arricchito il mio curriculum e mi hanno dato, una volta entrato nel mondo del lavoro, un vantaggio competitivo importante. Quale consiglio darebbe a un neolaureato che vuole intraprendere una nuova attività imprenditoriale? Provarci e fare network, perché solo provando si può capire cosa significa essere imprenditore o startupper, nel bene e nel male. Non ci sono libri, interviste, racconti che possano descrivere cosa significhi fare davvero l’imprenditore, che valore abbiano i momenti di difficoltà, incertezza ma anche le soddisfazioni e i risultati che è possibile raggiungere. Fondamentale infine crearsi infine un proprio network di contatti e professionisti che possano supportare la propria crescita professionale e aziendale. PRESENZA 2, MAGGIO-GIUGNO 2018

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ateneo

Eredi & Innovatori, giovani protagonisti n occasione della 94esima Giornata Universitaria, che ha avuto per tema Eredi & Innovatori. Giovani protagonisti della storia, lo scorso 19 aprile – nel contesto della settimana milanese dedicata al design e all’innovazione – l’Università Cattolica ha aperto la sua sede storica di Milano in largo Gemelli per un evento rivolto agli studenti, ai laureati e alla città. Nel Cortile d’Onore dell’Università, dopo il saluto del rettore Franco Anelli, il professor Aldo Grasso ha dialogato con alcuni giovani alumni dell’Ateneo, protagonisti di storie di progettualità creativa, che hanno interpretato il tema della Giornata Universitaria a partire dalla loro concreta esperienza. I laureati coinvolti nel dibattito sono

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stati: Silvia Fasciano, studentessa e youtuber, Mattia Macellari, presidente Gruppo Giovani Imprenditori Assolombarda; Abdoulaye Mbodj, avvocato, Teresa Mezza, dottoranda di ricerca della facoltà di Medicina e Chirurgia, Tommaso Migliore, ceo & founder MDOTM Ltd; Annalisa Pellegrino, Associate Migration Policy Officer, International Organization for Migration (IOM), Lidya Simova, rappresentante del Parlamento bulgaro presso il Parlamento europeo e l’artista Emilio Isgrò che ha inviato la sua testimonianza attraverso una videointervista. Il tema della Giornata dell’università «è volutamente un po’ provocatorio» ha spiegato il prorettore Antonella Sciarrone Alibrandi; «Oggi più che mai c’è bisogno che i giovani si sentano protagonisti e che vivano il presente coscienti del loro

passato e dell’eredità ricevuta. Un’eredità che, reinterpretata, li porta ad entrare con il passo giusto nella realtà. L’impegno dell’Università consiste nel dare loro, più che un bagaglio di conoscenze specifiche, tutti gli strumenti necessari per muoversi in un mondo complesso e in continua trasformazione. Credo che i giovani abbiano bisogno soprattutto di sentire che ci si fida di loro; devono essere aiutati a guardare avanti». Sia prima che durante l’evento quindici studenti del master in Ideazione e progettazione di eventi culturali dell’Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica hanno accolto ospiti e partecipanti fornendo informazioni di carattere storico e artistico sull’Ateneo.

ARTE

LOREM IPSUM, tecnologia e pensiero

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l grande ippocastano al centro del primo chiostro dell’Università Cattolica di Milano, una cornice digitale e quattro parole adagiate negli angoli del prato erboso compongono l’installazione LOREM IPSUM, ideata dallo studio Giò Forma a partire dal tema della 94° Giornata universitaria Eredi & Innovatori. I giovani protagonisti della storia.

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L’installazione è stata inaugurata il 19 aprile e presentata da Florian Boje, cofounder Studio Giò Forma. Costruita attorno ad alcune parole suggerite da Emilio Isgrò (Autocurriculum), Roberto Cingolani direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Resilienza), Aldo Grasso (Desiderio), e due giovani alumni dell’Ateneo, Margherita Casale e André Ndereyimana (Buslin), tutte persone che condividono con la Cattolica un legame particolare, l’Installazione è rimasta visibile nel primo chiostro dell’Ateneo per alcuni mesi. L’idea ha preso forma in un luogo unico per valore architettonico e intellettuale. Solo un luogo ricco di pensiero come questo può, infatti, dare valore ad una iscrizione strumentale come “lorem ipsum” che recupera così una propria identità. Una semplice tecnologia digitale – attraverso la app Experience Gate, scaricabile gratuitamente sugli store

Apple e Google Play, sono accessibili contenuti esclusivi in realtà aumentata che spiegano il significato delle parole rappresentate – in grado di trasformare una serie di segni in simboli, i simboli in testo e infine il testo in un pensiero articolato. LOREM IPSUM vive in un luogo di talenti per restituire “talento alle parole”.


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Un premio di Ateneo alla ricerca di qualità ell’ambito della valorizzazione della ricerca prevista dal Piano Strategico di Ateneo, l’Università Cattolica ha introdotto un sistema di premi alle migliori pubblicazioni prodotte dai propri docenti e ricercatori. Le pubblicazioni scientifiche hanno un ruolo importante nel sistema nazionale di valutazione della ricerca e nei ranking internazionali delle università. La capacità di pubblicare prodotti di ricerca di alto valore scientifico genera quindi benefici diretti e indiretti per tutto l’Ateneo. Con l’iniziativa dei premi alle pubblicazioni, avviata nel 2017 e destinata a proseguire in futuro, l’Ateneo riconosce la rilevanza di tali benefici per l’Ateneo e, nel contempo, stimola l’attenzione sulla riconoscibilità della ricerca di elevata qualità, i cui risultati sono resi pubblici secondo gli standard definiti dalla comunità scientifica nazionale e internazionale. I ricercatori e docenti dell’Ateneo nelle diverse discipline hanno evidenziato buone performance complessive, con punte di eccellenza, nell’ambito dell’esercizio di valutazione della ricerca VQR 20112014, che si è basato largamente sulla valutazione delle pubblicazioni scientifiche. L’iniziativa dei premi alle pubblicazioni ha perciò anche lo scopo di stimolare l’U-

niversità Cattolica a raggiungere risultati ancora più positivi nel prossimo esercizio di valutazione della ricerca. I 161 lavori premiati nel 2017 sono stati selezionati dai dieci Comitati Scientifici dell’Ateneo, con il coordinamento della Commissione Strategie di Ricerca, seguendo la procedura approvata dagli Organi di governo. I lavori premiati rappresentano l’1% delle oltre 17.300 pubblicazioni che i docenti e ricercatori dell’Università Cattolica hanno pubblicato nel periodo 2014-2017. Le pubblicazioni premiate sono elencate per Comitato scientifico e sono consultabili alla pagina web: http://www. cattolicanews.it/un-premio-alla-ricerca-di-qualita con il rimando agli abstract e ai metadati bibliografici censiti dagli autori nel repository istituzionale d’Ateneo PubliCatt. L’iniziativa verrà ripetuta nel 2018 con la valutazione dei lavori pubblicati nel periodo dal 2015 al 2018.

Osservatorio JobPricing, studiare in Cattolica conviene

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L’Associazione Necchi, centro della community d’Ateneo

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tudiare in Università Cattolica ha un vantaggio non solo per il prestigio che i recruiter a livello internazionale riconoscono all’Ateneo del Sacro Cuore ma anche per i migliori ritorni economici che si ottengono una volta conseguita la laurea. Lo dicono le prime anticipazioni del report dell’Osservatorio JobPricing realizzato insieme a Spring Professional, società di consulenza del gruppo Adecco, secondo cui la retribuzione annua lorda di un giovane tra 25 e 34 anni, che ha nel curriculum un titolo in Università Cattolica, è di 32.614 euro e colloca l’Ateneo di largo Gemelli al terzo posto tra le università italiane. Un valore che supera dell’8% la media nazionale. L’Università Cattolica salirebbe al secondo posto (escludendo il Politecnico di Milano) sia nella fascia di laureati tra i 35 e

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i 44 anni (con una retribuzione annua lorda di 44.307 euro), sia nella fascia tra i 45 e i 54 anni, toccando uno stipendio lordo di 61.040 euro. Ma il dato più interessante è l’incremento retributivo percentuale tra l’ingresso nel mondo del lavoro e gli anni centrali della propria carriera. L’Università Cattolica, con un +87%, registra il balzo in avanti maggiore tra la retribuzione nella fascia 2534 anni e quella 45-54, salendo sul gradino più alto del podio degli atenei italiani. Dalle anticipazioni del rapporto Job Pricing emerge, comunque, che, a prescindere dalle differenze tra le varie università, prendere un titolo accademico conviene ancora: sul piano del reddito lordo annuo medio, i laureati superano di 11.900 euro i diplomati (39.730 euro contro 27.849). Proseguire gli studi resta, quindi, un investimento oculato.

l 13 giugno 2018 si è svolta l’Assemblea Annuale di Alumni Cattolica – Associazione Ludovico Necchi, un appuntamento importante per l’Associazione che svolge un ruolo centrale nella community d’Ateneo rivolta agli Alumni. Come ha sottolineato la professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi, presidente dell’Associazione, nella sua Relazione di missione: «Il 2017 è stato un anno di cambiamento che ha visto l’Associazione chiamata in prima persona a stringere un concreto legame con l’Ateneo, nell’ambito del nuovo progetto Alumni UCSC, per realizzare, forte della sua esperienza e longevità, una comunità di Alumni sempre più solida e coinvolgente per tutti i suoi iscritti». Se l’Ateneo ha potuto contare sulla ricchezza dell’esperienza dell’Associazione Necchi, l’Associazione ha giovato delle molteplici competenze e dei vari servizi che l’Università Cattolica offre oggi ai suoi Alumni. Da metà aprile, infatti, è online il portale MyAlumni, un’area riservata dove poter ritrovare i propri dati di carriera e accedere a tutti i servizi dedicati. Inoltre, per valorizzare le esperienze professionali degli Alumni all’estero è continuato il percorso avviato nel 2016 a Bruxelles e in Cina (a Shanghai e Pechino) fino alla costituzione di due Comitati Internazionali (Far&Middle East e Bruxelles), composti da persone che, riconoscendosi nei valori dell’Ateneo, vogliono contribuire personalmente al suo sviluppo e alla sua diffusione nel mondo. Quest’anno l’Assemblea ha visto la partecipazione di un buon numero di giovani, anche in considerazione dell’accordo siglato tra Ateneo e Associazione che prevede, per il primo anno dopo il conseguimento della laurea, l’iscrizione gratuita ad Alumni Cattolica - Associazione Ludovico Necchi, registrandosi come Alumnus neolaureato sul portale MyAlumni con le proprie credenziali iCatt. Informazioni e iscrizione all’indirizzo web alumni.unicatt.it PRESENZA 2, MAGGIO-GIUGNO 2018

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Rettore e studenti incontrano Tajani na rappresentanza di studenti dell’Università Cattolica e degli Istituti De Amicis di Milano e Sant’Agostino di Gorgonzola è stata a Bruxelles lo scorso 24 e 25 aprile per incontrare direttori generali e funzionari della Commissione europea, oltre ad alcuni Parlamentari europei eletti in Italia. Nell’ambito del progetto Scoprire le Istituzioni europee e le politiche europee dei Trasporti, del Mare e del Lavoro, l’incontro con alcuni ospiti d’eccezione, in particolare con il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e i commissari europei Johannes Hahn e Tibor Navracscis. Tra le personalità presenti a Bruxelles, anche il rettore della Cattolica Franco Anelli, che ha introdotto la lezione di Tajani agli studenti del master in Economia e gestione degli scambi internazionali (Megsi), i quali hanno aderito al programma di Conftrasporto-Confcommercio e ai protocolli relativi con Miur e Regio-

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ne Lombardia. Per la Commissione Europea sono intervenuti la direttrice delle Risorse Umane della Direzione generale (DG) Grow Valentina Superti, alumna dell’Università Cattolica, e i funzionari Alessia Clocchiatti, della DG Mare, e Federico Pancaldi, della DG Occupazione. La Regione Lombardia è stata rappresentata dall’assessore all’Istruzione, alla formazione e al lavoro Melania Rizzoli e da alcuni funzionari della Delegazione di Bruxelles. Ad aprire le due giornate di incontri degli studenti, l’ambasciatore Giovanni Pugliese, rappresentante permanente aggiunto d’Italia presso l’Unione Europea. «Un’esperienza che ci ha portati nel cuore vibrante dell’Unione Europea». Così Sara Valenti, studentessa del Megsi ha descritto l’incontro tra Università e istituzioni che ha coinvolto gli allievi del master accompagnati dal-

la presidentessa della Scuola Superiore del Commercio, dei Servizi, del Turismo e delle Professioni Maria Antonia Pigozzi e dalla direttrice del master Megsi Federica Poli. Partecipando a diverse tavole rotonde alle Delegazioni di Conftrasporto e di Regione Lombardia a Bruxelles, la sede del Parlamento Europeo e della Commissione Europea, gli studenti hanno potuto ascoltare gli interventi del vice presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia Paolo Uggé, e dei

Commissari europei Nevracsics e Hahn. Il momento più significativo – ha raccontato la studentessa del master – è stata la lectio di Antonio Tajani: «con un appassionante discorso, il Presidente ci ha illustrato come intende affrontare le tre principali grandi sfide che l’Unione è pronta a combattere: il terrorismo, la disoccupazione e l’immigrazione, concludendo con una stimolante esortazione a seguire i nostri sogni e a non scoraggiarci mai per realizzarli».

Internazionalizzazione, missione in Cina elle giornate tra il 13 e il 18 maggio, una delegazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, guidata dal rettore Franco Anelli, affiancato dal delegato al coordinamento dei progetti di internazionalizzazione, professor Pier Sandro Cocconcelli, ha effettuato un’importante missione istituzionale in Cina. Il viaggio, organizzato e intrapreso sia per consolidare le interessanti collaborazioni già in essere con alcune istituzioni universitarie e culturali cinesi, sia per verificare l’opportunità di attivare nuove iniziative bilaterali, si è svolto tra le città di Shangai e di Pechino.

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Nella prima delle due metropoli, dopo essere stato accolto dal Console generale italiano, Stefano Beltrame, il Rettore ha incontrato, rispettivamente nelle giornate del 14 e del 15 maggio, i rappresentanti della Shangai International Studies University e della Fudan University, due tra le più prestigiose e dinamiche istituzioni del mondo accademico cinese. Giunta nella capitale, la delegazione della Cattolica è stata onorata dell’invito a una cena presso la residenza dell’Ambasciatore italiano, Francesco Sequi, che si è mostrato molto interessato a promuovere gli scambi tra i sistemi universitari delle due nazioni. E proprio a Pechino si

sono svolti importanti incontri sulla proficua relazione con l’Istituto Confucio, ai quali ha preso parte anche la professoressa Elisa Maria Giunipero, direttrice dell’Istituto Confucio presso l’Ateneo del Sacro Cuore. In questa seconda parte della missione, il rettore Anelli ha avuto modo di interloquire, il 17 maggio, con gli esponenti della Beijing Language and Culture University e, nella giornata successiva, con quelli della University of International Business and Economics. Meritano di essere sottolineati, infine, per l’entità della partecipazione e l’intensità del coinvolgimento, gli incontri tenutesi in ambedue le città con gli Alumni dell’Università Cattolica che oggi svolgono la propria professione in Cina. Le loro interessanti e originali testimonianze hanno infatti manifestato in modo molto chiaro e affascinante l’importanza di proseguire sulla strada della internazionalizzazione dell’offerta formativa e, nello stesso tempo, di continuare ad offrire agli studenti una proposta educativa incentrata su principi e valori universali, e perciò validi in ogni area del pianeta.


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Papa Montini, il primo pontefice globale n legame profondo quello tra Giovanni Battista Montini e l’Università Cattolica. Ed è proprio a papa Paolo VI che l’Ateneo ha dedicato lo scorso maggio il convegno di due giorni Paolo VI e il Vangelo nel mondo contemporaneo nel quarantesimo anno della sua scomparsa. In attesa della canonizzazione il prossimo 14 ottobre a Roma, il convegno storico ha ricordato la modernità della sua figura e della sua opera alla presenza del Segretario di Stato vaticano cardinal Pietro Parolin, dell’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, con l’introduzione del rettore Franco Anelli. Alla base del pontificato di Paolo VI c’era l’idea di rendere il vangelo più contemporaneo, più vicino alle donne e agli uomini del suo tempo. In un contesto mondiale che stava diventando sempre più connesso Montini aveva intuito la portata del cambiamento, riportando l’evangelizzazione al centro dell’azione della Chiesa. Il suo percorso ha ispirato

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molti, tra cui lo stesso cardinale Pietro Parolin che ha affermato che la guida di Paolo VI ha portato a una riqualificazione dell’azione evangelizzatrice e della diplomazia come forma di amore per i popoli. Montini ha viaggiato in tutto il mondo, proponendo mediazioni in Vietnam, Medio Oriente, Irlanda, Congo; ha visitato l’Onu nel ’65 e partecipato alla Conferenza di Helsinki del ’75. Ha posto la figura del Papa alla frontiera del mondo, nella convinzione che la Chiesa, come lo Stato, dovesse operare per il beneficio dell’uomo e dunque ricercare la pace attraverso la diplomazia. Quello che resta della sua figura sono l’umiltà, il respiro internazionale che ha dato al papato e alla curia e la sua modernità ante litteram. A Milano da cardinale arcivescovo della diocesi ambrosiana fece parte del Comitato Permanente dell’Istituto Toniolo dall’agosto del 1959 e fu nominato presidente nell’ottobre 1962, mantenendo la carica sino alla sua elezione al Soglio Pontificio, il 21 giugno del 1963.

L’attualità di Paolo VI è oggi evidenziata dai richiami di Papa Francesco a questo suo predecessore fin dalla lettera programmatica Evangelii Gaudium, come ha sostenuto il professor Agostino Giovagnoli, tra gli organizzatori dell’iniziativa. Dell’attualità del Papa bresciano hanno discusso nel convegno molti esperti: Andrea Riccardi, Giorgio Del Zanna e Marco Impagliazzo che hanno parlato rispettivamente delle radici bresciane di papa Montini, dell’episcopato milanese (1955-1963), e di Paolo VI “vescovo” di Roma.

Tra gli altri, è stato affrontato il tema dell’evangelizzazione in Montini in rapporto alle grandi questioni dell’ecumenismo con Angelo Maffeis, dell’Humanae Vitae con monsignor Pierangelo Sequeri, dell’impegno politico dei cattolici con Alfredo Canavero e dei poveri con Matteo Mennini. Il convegno si è concluso con tre biografi di Paolo VI a confronto sulla fisionomia complessiva di questa grande figura del cattolicesimo novecentesco: Andrea Tornielli, Fulvio De Giorgi, Giselda Adornato.

Teologia e filosofia, alleanza possibile (e necessaria) el nostro Paese c’è una spaventosa ignoranza teologica, soprattutto nei giovani che studiano filosofia, ma non si può studiare la filosofia senza la teologia. Ancora: filosofia e teologia non solo entrano in dialogo fra loro, ma sono amiche, perché entrambe indagano la trascendenza o quanto meno l’autotrascendenza dell’uomo. Sono alcune delle conclusioni del dibattito in Università Cattolica fra il cardinale Angelo Scola e il filosofo Massimo Cacciari sul tema Saperi in dialogo. Quale ruolo per la teologia? L’incontro è stato organizzato lo scorso

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23 aprile dal Collegio dei docenti di Teologia ed è nato in occasione della presentazione del libro Ordo Sapientiae. Per un dialogo fecondo tra teologia e saperi (Vita e Pensiero) curato da monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo. Dopo il saluto del rettore Franco Anelli, il quale ha sottolineato l’impegno dell’Ateneo nel formare giovani secondo una prospettiva educativa integrale, e dell’assistente ecclesiastico generale Claudio Giuliodori, per il quale il teologo deve camminare nelle pieghe della storia, ha preso la parola il filosofo di Venezia che ha subito precisato come la filosofia e la teologia abbiano un rapporto privilegiato. Distinguendo però tra sapienza e conoscenza, come nella tradizione filosofica che proviene dall’antica Grecia. «Ma filosofia e teologia non devono ridursi a un sapere come gli altri, e la teologia non può presumere di tornare ad essere quel sapere che unifica tutti gli altri com’era in passato», ha detto Cacciari. Il quale poi ha ricordato che «la cosa ultima della filosofia è Dio, mentre nel caso cristiano, del tutto peculiare ri-

spetto agli altri monoteismi, la teologia è appesa alla Croce». Assieme alla teologia, la filosofia indaga l’uomo come possibile, come trascendenza, e rivendica lo spazio dell’impossibile, di ciò che può andare oltre l’umano. Gli ha fatto eco l’arcivescovo emerito di Milano, il quale si è chiesto se la teologia, «che è sapienza e sapere insieme, è ancora degna di stare al tavolo del dialogo con gli altri saperi». Per continuare a farlo essa deve dimostrare di essere aperta a tutti i saperi senza nessuna delimitazione a priori, compreso il mondo della tecnoscienza che si pone oggi come paradigma dominante. «In questo senso la teologia – ha precisato Scola – si pone come un ostacolo alla deriva della frammentazione dei saperi. Una frammentazione che spesso finisce per porre divieti al fatto che si possa perseguire ciò che è ritenuto impossibile o inconoscibile, come se la trascendenza o l’autotrascendersi non siano più rilevanti o interessanti per l’uomo del XX secolo». Teologia e filosofia alleate sono capaci di abbracciare il reale e di offrire uno sguardo sintetico alla conoscenza contemporanea. PRESENZA 2, MAGGIO-GIUGNO 2018

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Dallo scrittore Vargas LLosa, una lezione da Nobel e nella difficile arte della letteratura si potessero stabilire dei primati, si potrebbe affermare senza indugi che Mario Vargas Llosa è il maggior scrittore in lingua spagnola contemporaneo e uno dei più importanti di tutti i tempi. Questa impegnativa affermazione trova riscontro nella sua torrenziale opera letteraria, che spazia dal romanzo al racconto, dal teatro alla saggistica, sempre con risultati eccezionali e con una costanza e una qualità molto difficili da raggiungere». Sono le parole con cui Dante Liano, docente di Lingua e letteratura spagnola e di Letteratura ispano-americana, descrive il premio Nobel per la Letteratura 2010 Mario Vargas Llosa che ha tenuto una lectio magistralis, il 7 giugno, nell’Aula Magna di largo Gemelli. Nella lectio, dal titolo La vida y los libros, introdotta dal rettore Franco Anelli, lo scrittore peruviano ha parlato della propria vocazione di scrittore e dell’importanza della letteratura per la sua vita e quella del mondo. «Abbiamo una vita sola, ma abbiamo imparato molto presto a immaginarne altre mille» ha detto Vergas LLosa sottolineando come sia stato grazie alla capacità di creare personaggi, sognare avventure e tramandare storie che l’uomo è diventato ciò che è, ciò che siamo. Per lo scrittore peruviano il progresso della civiltà nasce dalla spinta a trasformare la nostra vita e il mondo in cui viviamo attraverso la potenza del linguaggio, che narra sempre nuove storie che fanno desiderare “vite diverse e mondi altri”. «I romanzi ci fanno rendere conto che le vite inventate sono più ricche e profonde di quelle reali» sostiene il premio Nobel osservando che il compito più importante della letteratura, in fondo, è dire ogni giorno, in ogni pagina, che il mondo reale è «malfatto» e che le no-

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GLOBAL COMPACTS

Migranti, serve un accordo globale

I stre vite devono assomigliare a quelle narrate nei libri, che le cose devono cambiare: «ecco perché tutti i regimi totalitari hanno sempre avuto paura della letteratura». «Il mondo senza letteratura sarebbe un mondo di esseri che non comunicano, un deserto di automi incapaci di comunicare» isolati uno dall’altro, mentre invece aggiunge Vergas LLosa «La ricchezza della letteratura è la sua universalità» Ma oggi succede che «si legge molto di più ma si legge male, rapidamente, preferendo i bestseller ai romanzi lunghi» Ciò che leggiamo è più facile, effimero e la letteratura pare convertita al puro intrattenimento. «I pericoli maggiori oggi non sono neppure più le censure, le ideologie, i sistemi autoritari – sostiene lo scrittore –. Ma il fatto che la letteratura non ci rinfaccia più che viviamo in un mondo fatto male e che va a cambiato. Anzi ci dice che tutto va bene, ci distrae, ci tranquillizza. Una rivelazione senza precedenti». «Oggi la letteratura e la stessa cultura si sono trasformate in spettacolo, portando molta gente a sostituire i libri con gli schermi» afferma infime Mario Vargas Llosa, che con conclude la sua lezione con una speranza: «Confido che i tanti giovani che sono qui ad ascoltarmi siano capaci di capire la straordinaria ricchezza della buona letteratura».

leader mondiali stanno lavorando alla stesura di due Patti globali per la gestione dei flussi migratori e l’accoglienza che vedranno la luce alla fine del 2018. Alla presenza del rettore Franco Anelli, di monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, e dell’assistente ecclesiastico generale della Cattolica monsignor Claudio Giuliodori, il convegno Verso i Global Compacts su migranti e rifugiati. L’impegno della Chiesa, le risposte delle Istituzioni, dello scorso 29 maggio in Largo Gemelli, ha messo a confronto il ruolo delle istituzioni e della Chiesa. L’obiettivo è coordinare a livello internazionale gli sforzi sulla gestione dell’immigrazione, limitandone i problemi e favorendone le opportunità. Proprio quest’ultimo punto è stato il filo conduttore della conferenza: come ha spiegato il prefetto di Milano Luciana Lamorgese, tra gli ospiti dell’evento, «non è l’immigrazione a portare il terrorismo, ma la mancata integrazione». Laura Zanfrini, docente di Sociologia delle migrazioni e della convivenza interetnica nell’Ateneo, ha invece rilevato come l’attuale crisi migratoria «è drammatica ma profetica. Ci ha fatto capire che il futuro è strettamente intrecciato con la mobilità. Nostro compito è governarla, rispettando la dignità della persona»

Delpini ai dottorandi: l’uomo è la sua anima oglio innanzitutto ringraziare l’Arcivescovo per aver accolto l’invito della nostra Scuola di Dottorato, tornando in qualità di docente nella stessa Università dove ha approfondito i suoi studi classici. L’invenzione della persona è un titolo affascinante e sarà per noi un’occasione per approfondire e verificare cosa comporta l’impegno – a cui spesso ci richiamiamo – di mettere sempre la persona al centro». Con queste parole il rettore dell’Ateneo Franco Anelli ha introdotto la lectio magistralis dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini intitolata La “invenzione della persona”: l’intuizione greca

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e la rivelazione biblica. Promossa dalla Scuola di Dottorato di Ricerca in Studi Umanistici, Tradizione e Contemporaneità dell’Università Cattolica, l’evento si è svolto lo scorso 7 giugno in aula Pio XI, davanti a un pubblico attento di dottorandi, studenti e docenti; ad aprire la lezione un breve saluto della professoressa Cinzia Bearzot, coordinatore della Scuola di Dottorato. Richiamandosi gli elementi essenziali della cultura classica e ai temi più profondi della rivelazione biblica, Monsignor Delpini ha arricchito la sua lezione leggendo alcuni Salmi e brani tratti dal Libro della Sapienza e dall’Apologia di Socrate

di Platone. «L’uomo è la sua anima: questo è il grande contributo socratico alla storia del pensiero umano» ha richiamato in apertura, sottolineando e rimarcando che «l’originalità della cultura europea ha come propria e caratteristica l’idea di persona».


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Terme Erculee, alle origini di Milano ono marmi pregiati che arrivavano dalla Grecia, dall’Africa e dall’Asia minore quelli che arredavano pavimenti e pareti delle Terme Erculee, fatte erigere dall’imperatore Massimiano nel centro di Milano alla fine del III secolo e all’inizio del IV. Un complesso sontuoso di oltre 14.000 mq che sorgeva nell’area oggi occupata da corso Europa, piazza san Babila e corso Vittorio Emanuele. Dopo i primi nell’Ottocento, diversi scavi a partire dalla seconda metà del Novecen-

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to ad oggi hanno portato alla luce diversi reperti di questo monumento di una Milano romana ancora poco conosciuta, che sono stati analizzati e catalogati presso il Laboratorio di Archeologia e il Dipartimento di Storia, archeologia e storia dell’arte dell’Università Cattolica con il supporto degli studenti del corso di laurea magistrale in Archeologia e storia dell’arte e della scuola di specializzazione in Beni archeologici. Una storia che è stata raccontata lo scorso 31 maggio dal professor Furio Sacchi, docente di

Archeologia dell’Ateneo di largo Gemelli, nella conferenza Quando il lusso diviene colore: i marmi delle Terme erculee di Milano. Piccoli frammenti da un grande monumento della città romana, presso il Museo archeologico di Milano in corso Magenta. Il complesso si componeva di un blocco centrale formato da caldarium e tepidarium a sud, di un vasto frigidarium con grande abside e di una palestra a nord, di spogliatoi (apodyteria) a est e a ovest del frigidarium. Altri vani di minori proporzioni dovevano fungere da zone di passaggio o da aree deputate a specifiche attività. Alcuni ambienti erano decorati a mosaico, di cui alcune porzioni sono oggi conservate presso il Museo Archeologico di Corso Magenta che ospita anche un colossale torso di Ercole, e presso l’edificio dell’Ambrosiana. È stato ingente l’utilizzo di marmi e pietre colorati destinati a rivestire pavimenti, pareti, vasche e bacini d’acqua oppure impiegati per la realizzazione di

Lo sguardo lungo di Campiglio ra il 1983 quando Luigi Campiglio (nella foto), intervenendo a un dibattito pubblico al Circolo della Stampa di Milano, descriveva, a ridosso delle elezioni politiche italiane, la situazione economica in cui versava il Paese: “La questione della disoccupazione involontaria, antico problema e pur sempre nuovo, è riemersa più vitale che mai, occupando nei fatti il ruolo centrale del dibattito teorico [...] Gli effetti economici e sociali di un elevato tasso di disoccupazione sono innumerevoli e fra questi la distorsione nella distribuzione dei redditi è probabilmente uno degli effetti potenzialmente più nocivi [...] È plausibile pensare che nella fascia del 35,2% di famiglie con un solo percettore ma più componenti si annidi una consistente quota di cosiddetti ‘working poor’, cioè di lavoratori poveri per i quali il livello di reddito presente non è semplicemente sufficiente per il mantenimento della famiglia”. Da allora sono passati più di trent’anni e queste riflessioni rimangono ancora lucide e attuali. «L’analisi è valida rispetto ai temi della persistenza della disoccupazione, della scarsa partecipazione femminile all’attività lavorativa, della distribuzione familiare del reddito e del divario tra Nord e Sud: si tratta di problematiche che non hanno, purtroppo, trovato ancora una soluzione», osserva Maurizio Baussola, docente di Politica economica alla facoltà di Economia e Giurisprudenza della sede di Piacenza, che ha ritrovato tra le sue carte questo

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discorso scritto allora dall’economista della Cattolica. L’intervento, dal titolo Mercato del lavoro, distribuzione del reddito e comportamento delle famiglie, è stato inserito fra i saggi raccolti nel volume di Vita e Pensiero Essays in honor of Luigi Campiglio, a cura di Maurizio Baussola, Carlo Bellavite Pellegrini, Marco Vivarelli, che è stato presentato lo scorso 7 maggio in Largo Gemelli. La presentazione è stata anche l’occasione per celebrare e ricordare il periodo di attività accademica svolta all’Università Cattolica da Luigi Campiglio, in qualità di docente di Politica economica e di pro rettore vicario nel periodo 2002-2010. Il volume è suddiviso in quattro parti dedicate ad aspetti che da sempre hanno caratterizzato la ricerca scientifica del professori Campiglio – vale a dire welfare, politiche industriali e regionali, innovazione tecnologica e economica del lavoro, mercati finanziari e politiche monetarie – raccogliendo così 16 contributi, scritti da allievi e studiosi che hanno avuto l’opportunità di condividere con lui una parte della loro attività accademica e di ricerca.

colonne a sottolineare l’importanza del grande edificio pubblico. I materiali provenivano da molte regioni del Mediterraneo: i marmi verdi dalla Grecia, quelli rossi dall’Egitto e quelli gialli dalla Tunisia, ed erano tra i più pregiati all’epoca. Sul costo di alcuni di questi marmi siamo informati dall’Edictum de Pretiis di Diocleziano, emanato nel 301 d.C., nello stesso periodo in cui venivano costruite le terme milanesi. Per rendere l’idea, il porfido rosso costava 250 denari per piede cubico (un piede equivaleva a circa 30 cm) e con quattro denari si compravano due carciofi. La sontuosità di queste terme faceva concorrenza a quelle presenti in Roma, ben più importanti come dimensioni. La prima citazione letteraria di questo imponente complesso milanese fu di Decimo Magno Ausonio alla fine de IV secolo d.C, che celebrava la bellezza del quartiere termale e citava Milano come la settima città più importante del mondo allora conosciuto.

SANT’AMBROGIO

Comunicare in Rete i luoghi di culto

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accontare i luoghi di culto in epoca digitale è un’opportunità e una sfida. L’opportunità di far conoscere la storia, il patrimonio artistico, la vita delle comunità, superando barriere geografiche, linguistiche, culturali e religiose. Questo il tema al centro della tavola rotonda Re-thinking Sant’Ambrogio-comunicare i luoghi di culto a cui hanno partecipato Carlo Faccendini, abate della basilica di Sant’Ambrogio, Davide Milani, direttore per le Comunicazioni sociali della diocesi di Milano e la professoressa Chiara Giaccardi. Durante l’incontro, che si è tenuto in Cattolica lo scorso 4 giugno ed è stato introdotto dall’Assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo Claudio Giuliodori e dal preside della facoltà di Lettere Angelo Bianchi, si è svolta la premiazione dei migliori progetti realizzati dagli studenti della laurea magistrale in Comunicazione per l’impresa, i media e le organizzazioni complesse che hanno provato a raccontare la bellezza della basilica di S. Ambrogio, utilizzando gli strumenti che offre oggi la Rete. PRESENZA 2, MAGGIO-GIUGNO 2018

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Business community, lezioni da Future makers tefania Cheng, classe ’92, nata e cresciuta in Italia, con entrambi i genitori cinesi, iscritta al primo anno della laurea magistrale in Economia e Giurisprudenza della sede di Piacenza della Cattolica potrebbe essere tra gli innovatori di domani. Stefania fa parte dei 100 studenti, provenienti da prestigiose università d’Italia e d’Europa, selezionati fra oltre 12.000 persone e protagonisti, proprio in questi giorni, della terza edizione di The Future Makers, il percorso di formazione organizzato dalla società di consulenza The Boston Consulting Group (Bcg). Con Stefania sono stati selezioni altri tre studenti dell’Università Cattolica. Daniele Terrevazzi, 23 anni, una laurea in Economia e gestione aziendale, è iscritto al master of Science in management e in questo momento è impegnato in un progetto Erasmus alla Business School di Maastricht, nei Paesi Bassi. «Circa un anno fa sfogliando Presenza, la rivista dell’Ateneo, sono venuto a conoscenza di questo progetto che mi ha subito interessato. Ho aspettato che aprissero le candidature per l’anno 2018 e non ho tardato a inviare CV e cover letter. Ci ho creduto tanto, l’ho ritenuta sin da subito un’occasione imperdibile». Ed è così. The Future Makers rappresenta una grande opportunità di incontro e di scambio con i rappresentanti della business e social community italiana e internazionale. Inoltre, il 93% dei partecipanti alle scorse edizioni ha già un impiego. Con la collaborazione dei rettori e nel corso di un roadshow durato sei mesi nei principali atenei italiani, i ragazzi sono stati individuati fra i migliori studenti di età compresa tra i 23 e i 26 anni non solo per il loro curriculum scolastico, ma anche per le cosiddette “soft skills”: le loro passioni e la loro capacità di introspezione e comprensione dei grandi fenomeni. «Il percorso di selezione è stato piuttosto lungo, articolato in cinque step: dall’invio del CV fino ad arrivare a un colloquio via Skype con membri delle Human Resource», precisa Arianna Bollo (nella foto la seconda da de-

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stra), 23 anni, al primo anno della magistrale in Food marketing e strategie commerciali della sede piacentina. Per la ventitreenne Martina Valera (nella foto da sinistra) le aspettative sono state alte sin da quando ha iniziato questa avventura, in cui si è imbattuta tramite Internet. «Ora sono qui insieme agli altri 99 ragazzi: ciascuno con un background differente, ma ciascuno animato dallo stesso grado di motivazione e curiosità» afferma la studentessa della magistrale in Methods and topics in arts management del corso di Economia e gestione dei beni culturali e dello spettacolo. The Future Makers, che si è tenuto dal 14 al 17 maggio scorso, negli uffici milanesi di BCG, ha messo a confronto autorevoli relatori come il fondatore di Candy Crush Riccardo Zacconi, gli amministratori delegati di Eni e Kiko Claudio Descalzi e Cristina Scocchia, il direttore scientifico dell’Istituto Clinico Humanitas Alberto Mantovani, e molti altri. Quattro giorni intensi, in cui con l’aiuto di oltre 30 esperti di Bcg, sono state approfondite tematiche centrali per lo sviluppo della società italiana e globale: dal digitale alla trasformazione del mondo industriale, dalle principali sfide dell’economia, della cultura e della creatività fino alla ricerca scientifica.

Elsa, un’arringa che vale oro il più importante concorso di processo simulato in Italia per studenti universitari e neolaureati. E Riccardo Leonesi l’ha fatto suo al primo colpo, vincendo da debuttante la quindicesima National Moot Court Competition. E pensare che il 21enne studente biellese al terzo anno di Giurisprudenza in Università Cattolica a Milano ha partecipato quasi per caso al contest organizzato a Roma lo scorso marzo dalla European Law Students’ Association (Elsa), rispondendo all’invito dell’amico, neolaurea-

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to come lui Stefano Lometti, che aveva preso parte già all’edizione dell’anno precedente a Napoli. I due aspiranti giuristi hanno superato la fase eliminatoria, che chiedeva di redigere due memorie, una per ciascuna parte processuale. Poi si sono classificati tra le dieci squadre passate in dibattimento, fino alla finalissima disputata al ministero della Giustizia. In discussione un caso di diritto bancario: un’emissione indebita di assegni e responsabilità della banca girataria per l’incasso.

GLOBAL SOCIAL VENTURE COMPETITION

Startup sociali, vince il Libano

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ottenere la vittoria nel “mondiale” delle startup sociali e ambientali è stata la libanese FabricAID, seguita dalla statunitense NeMo e, al terzo posto, dall’indiana Thinkerbell Labs. Le tre imprese si sono aggiudicate rispettivanente 40mila, 25mila e 10 dollari in palio per i tre vincitori della Global Social Venture Competition, il concorso internazionale promosso dalla Haas School of Business dell’Università di Berkeley in California, per la prima volta il premio si è svolto in Italia, il 13 aprile, alll’Alta Scuola Impresa e Società (Altis) dell’Università Cattolica. L’idea vincitrice arriva dal Libano: un innovativo sistema di raccolta, riciclo e redistribuzione degli abiti usati a comunità emarginate e in difficoltà. FabricAID raccoglie abiti di seconda mano da varie istituzioni, li rivende su mercati di seconda mano e negozi creati dall’impresa stessa attraverso il sistema del social franchising. Così si riduce l’impatto ambientale dei rifiuti tessili e, allo stesso tempo, si crea lavoro. NeMo produce un dispositivo indossabile a basso costo e smartphone pre-programmati che permettono alle mamme che vivono nelle zone rurali di monitorare in casa i loro neonati. Thinkerbell Labs ha ideato un dispositivo audio-tattile che permette agli studenti non vedenti di imparare a leggere e scrivere sia a mano che al computer in codice Braille.


milano

Dati Istat, Alleva in Cattolica per il Rapporto annuale 2018 edicato quest’anno a reti e relazioni tra persone e tra imprese nell’Italia di oggi, il Rapporto annuale Istat 2018 è stato presentato in Cattolica in un convegno lo scorso 31 maggio dal presidente Giorgio Alleva. All’incontro dopo i saluti di Giovanni Marseguerra, delegato del Rettore al coor-

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dinamento dell’Offerta formativa, sono intervenuti il preside della facoltà di Economia Domenico Bodega, e il direttore del dipartimento di Scienze statistiche Alessandro Rosina. Si è svolta poi una tavola rotonda con Guido Merzoni, preside della facoltà di Scienze politiche e sociali, e Cristina Tajani, assessore alle politi-

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Manager Risk & Finance Francesco Consolati e l’Academic Program Manager Cinzia Gianfiori hanno spiegato le diverse funzioni

Come cambia la difesa: parla il Generale Graziano

P che del lavoro del Comune di Milano, moderata da Giulia Rivellini, docente di Demografia in Cattolica. Infine un momento di confronto con gli studenti dell’Ateneo.

SAS Italia si presenta agli studenti di Scienze bancarie l management di SAS Italia si è raccontato agli studenti di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative. Giovedì 3 maggio, nell’ambito dell’iniziativa Digital skills attivata dalla Facoltà, la Country manager Mirella Cerutti, l’HR Manager Stefano Quaia, la Sales Manager Enterprise Finance Sandra Catte, il Presales

INCONTRO IN ASERI

aziendali. Fra gli argomenti trattati: approfondimenti del mercato Finance, tematiche emergenti quali Stress Test EBA e l’IFRS 17, percorsi professionali e possibilità di stage nell’ecosistema SAS. L’incontro si è concluso con l’invito a SAS forum 2018, appuntamento annuale dedicato all’innovazione in azienda e agli analytics.

iù cooperazione tra gli Stati Ue e maggiore efficienza della struttura militare europea: è la ricetta del Generale Claudio Graziano, da novembre presidente del Comitato militare dell’Unione europea, per creare un polo di stabilità nel mondo. «La situazione internazionale è particolarmente dinamica e in questo contesto la Difesa italiana, per farsi trovare sempre pronta di fronte alle nuove sfide alla sicurezza, sta affrontando un periodo di profonde trasformazioni organizzative, nella consapevolezza che nessun Paese potrà mai affrontare da solo la trasversalità e l’imprevedibilità delle minacce». Il Capo di Stato Maggiore della Difesa ne ha parlato il 25 maggio nell’incontro promosso dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali (Aseri) dell’Università Cattolica, dopo il saluto del rettore Franco Anelli. Al centro della conferenza dal titolo Il ruolo della Difesa nell’attuale contesto di sicurezza, le attuali aree di crisi e la trasformazione dello strumento militare, reso sempre più necessario da un crescente bisogno di sicurezza da parte dei cittadini.

Il lavoro che cambia, una sfida europea on il saluto di Luigi Pati, preside della facoltà di Scienze della formazione, si è aperta lo scorso 8 maggio in Cattolica la conferenza Quando il lavoro cambia, dedicata allo sviluppato del modello di apprendimento informale e incidentale di Victoria Marsick della Columbia University di New York e di Karen

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Watkins dell’Università della Georgia. Durante l’incontro, a cui erano presenti le docenti americane, sono stati approfonditi i temi trattati nel libro: Quando il lavoro cambia, istruzioni per l’uso: Contributi al dibattito europeo sull’apprendimento informale e non formale per le nuove organizzazioni del lavoro 4.0 scritto

da Victoria Marsick, Karen Watkins, Stefano Spennati e Leonardo Lorusso e pubblicato da Educatt. La conferenza è stata organizzata da Alessandra Gargiulo, Paola Zini e Stefano Spennati, esperti in Apprendimento degli adulti presso la facoltà di Scienze della formazione dell’Ateneo.

UnipolSai: una borsa da 15mila euro a cerimonia è stata virtuale, in linea con lo spirito dei tempi. Ma il premio è stato del tutto reale. A Niccolò Giuliacci, 22 anni, è stata assegnata il 10 maggio una borsa di studio di 15mila euro, messa a disposizione da UnipolSai, nel giorno in cui era impegnato a sostenere un esame alla Bangor Business School, dove si trovava per concludere il

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Bachelor degree in Banking and Finance. Iscritto alla triennale di Economia dei mercati e degli intermediari finanziari di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, solo attraverso un video ha potuto esprimere la sua soddisfazione per la borsa di studio ricevuta e, insieme, per essere stato ammesso al joint program di Università Cattolica e London School of Economics and Po-

litical Sciences (Lse). La Facoltà dall’anno accademico 2016/2017 ha sviluppato una partnership con Lse che dà agli studenti la possibilità di ottenere, al termine della laurea, due titoli: la magistrale in Banking and Finance e il Diploma in Accounting and Finance, frequentando il 1° anno del biennio alla Lse e realizzando poi un sistema di mutuo riconoscimento degli esami sostenuti.

«Ci muoviamo in scenari complessi, per questo servono capacità antiche e capacità nuove per contrastare le minacce internazionali» ha affermato il direttore di Aseri Vittorio Emanuele Parsi dando il via al dibattito. «Lo strumento militare è importante per la deterrenza, la dissuasione e la persuasione». A tal proposito significativa è l’adozione, a partire dal 2015, del Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa. Il ruolo della Ue e la sua relazione virtuosa con la Nato ha fatto da sfondo all’intero dibattito. Il Generale Graziano ha poi ribadito come l’elaborazione di una Strategia Globale nel 2016 e il relativo piano di attuazione, discendono da una nuova visione incentrata sul «rafforzamento della politica di sicurezza e difesa comune, al fine di esercitare un’influenza decisiva sullo scenario internazionale, pur rimanendo in stretto raccordo e cooperazione con la Nato». PRESENZA 2, MAGGIO-GIUGNO 2018

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milano

La sfida di invecchiare bene icercatori, clinici e operatori che lavorano nell’ambito dell’invecchiamento normale o patologico si sono riuniti il 25 e 26 maggio in Cattolica per dare risposte concrete alle esigenze delle persone anziane. L’XI Convegno nazionale di Psicologia dell’invecchiamento promosso dalla Sipi è stato preceduto dalla tavola roton-

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da Tra benessere e salute: sfide e opportunità per l’anziano dedicata al dialogo tra la comunità scientifica e le realtà sociali attive per il sostegno della fascia di popolazione anziana e per la promozione di un invecchiamento attivo. Il convegno ha approfondito il tema della creatività dell’anziano. «Alimentare la creatività non sembrerebbe essere una delle maggiori

preoccupazioni nell’età anziana» ha rilevato Alessandro Antonietti, psicologo dell’Ateneo, sottolineando come invece «essa può costituire una risorsa per favorire il benessere in questa fase della vita, oltre a essere importante per contrastare la rigidità di pensiero che talvolta limita le opportunità di autorealizzazione nella terza età».

In mostra la raccolta numismatica dell’Ateneo

a Società Numismatica Italiana, fondata a Milano nel 1892, è la più antica associazione culturale italiana dedita allo studio delle monete. Il 5 maggio scorso i soci si sono riuniti in Cattolica per un incontro, organizzato dalla professoressa Claudia Perassi, docente di Numismatica, durante il quale

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sono stati illustrati i risultati degli scavi archeologici condotti nell’Ateneo di Largo Gemelli e presentati

i materiali rinvenuti, fra cui 800 monete. A conclusione dell’incontro la visione di parte dell’ingente raccolta numismatica universitaria, ricca di oltre 4.000 pezzi, e la visita alla mostra permanente allestita nell’Aula Bontadini. Grande interesse ha suscitato in particolare il raro pendente in oro con una moneta aurea di III secolo d.C.

Lezione di Geopolitica per i ragazzi delle superiori o scorso 25 maggio si è tenuto in Cattolica l’incontro conclusivo del nono corso di Geopolitica – coordinato dal professor Riccardo Redaelli della facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Ateneo – rivolto alle scuole secondarie di secondo grado. L’iniziativa ha coinvolto docenti e studenti degli istituti superiori

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Pascoli (Valenza), Leardi e Balbo (Casale Monferrato) e dell’istituto Saluzzo-Plana (Alessandria) da quest’anno parte integrante del network Ce.St. In.Geo (Centro di Studi Internazionale di Geopolitica) fondato dal professor Maurizio Carandini. Agli studenti è stato chiesto di discutere degli argomenti esaminati nel corso delle attività formative svolte durante

l’anno e di sottoporre una serie di quesiti al corpo docente. Fra i diversi temi affrontati sono state approfondite e discusse problematiche come le implicazioni della minaccia jihadista, la rinnovata centralità della questione palestinese, la possibile influenza dei populismi sul sistema internazionale e l’evoluzione degli scenari asiatico e africano.

Sogni e progetti della “Generazione Z” alori e visione del mondo affiorano tipicamente attorno ai 16 anni, con le prime conquiste di autonomia, ma anche con l’acquisizione di impegni e responsabilità: è la fase che sta attraversando oggi la Generazione Z, i nati a partire dal 2000. Da qui la decisione dell’Istituto Toniolo per gli Studi Superiori di avviare un’indagi-

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ne, raccolta nel libro Generazione Z. Guardare il mondo con fiducia e speranza (ed. Vita e Pensiero), che ha coinvolto circa 6000 studenti appartenenti a 36 scuole distribuite sul territorio nazionale per raccontare atteggiamenti, sogni, desideri e progetti degli adolescenti di oggi. Il volume è a cura di Paola Bignardi, Elena Marta e Sara Alfieri.

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IN BREVE

Teatro antico in scena: il “drama-forum” con Plauto

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entitré allievi del corso di alta formazione Teatro antico in scena dell’Università Cattolica hanno concluso il loro percorso formativo con la messinscena di Rudens, una spassosa commedia plautina, al Teatro di San Lorenzo alle Colonne lo scorso 23-26 maggio. Il corso di alta formazione Teatro antico in scena è diretto dalla professoressa Elisabetta Matelli che ha curato la produzione della rappresentazione teatrale. Lo spettacolo ha rappresentato il primo step di un percorso che ha portato la narrazione a svilupparsi davanti alla prova della messinscena e soprattutto al contatto con il pubblico. Si è trattato di un work in progress, nel quale il pubblico, formato dai soci dell’Associazione Kerkis, è stato chiamato a partecipare insieme agli attori. Questi ultimi hanno

sperimentato le soluzioni sceniche di una commedia che ha 2.218 anni, ma che attraverso il testo di Plauto propone vicende umane universali e perenni. Al termine dello spettacolo c’è stato una sorta di “drama-forum”, in cui gli spettatori hanno dialogato con gli attori, il regista e con chi ha curato la drammaturgia.

Piano City 2018, tappa in Aula Magna

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o scorso 19 maggio è ritornato nell’Aula Magna della sede di Largo Gemelli Piano City, la manifestazione che mira a far risuonare le vie della città, con le note del pianoforte, a cui è dedicato l’evento. L’appuntamento della Cattolica, organizzato sotto la direzione dello Studium Musicale d’Ateneo Note d’Inchiostro e del professor Enrico Reggiani, è stato dedicato a Claude Debussy, del quale quest’anno ricorrono i cent’anni dalla scomparsa. Seguendo il medesimo principio ispiratore dei Dialoghi in forma di concerto e del corso di Linguaggi musicali in prospettiva storica, si è trattato di un omaggio dinamico, dialogico, che ha visto la presenza di studenti, provenienti da diverse Facoltà, alternarsi a più riprese sul palco.


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Medicina, i progressi della ricerca scientifica olore cronico al rene, ecco le cause – Dolore renale cronico associato a una malattia che colpisce soprattutto le donne, il “rene con midollare a spugna”: grazie alla ricerca, pubblicata sul Journal of Nephrology e condotta presso il Centro per le Malattie Rare del Rene del Policlinico Gemelli, diretto dal professor Giovanni Gambaro, si è scoperto che il dolore è spesso indipendente dalla espulsione dei calcoli. Ciò ha consentito di ipotizzare le sue cause nonché nuove forme di trattamento. Craniosinostosi, nuovi test diagnostici – Si chiama BBS9 il gene coinvolto nel processo di craniosinostosi, malformazione congenita legata alla prematura ossificazione e chiusura delle suture, regioni elastiche nel cranio del neonato. La ricerca, pubblicata sulla rivista Bone, è stata coordinata da Wanda Lattanzi, ricercatrice dell’Istituto di Anatomia umana e Biologia cellulare, diretto dalla professoressa Ornella Parolini, in collaborazione con

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l’Istituto di Anatomia umana e Biologia cellulare e l’Unità operativa complessa di Neurochirurgia infantile del Policlinico Gemelli. Il microbiota predice i tumori – Grazie a una ricerca condotta presso l’Università Cattolica e il Policlinico Gemelli, pubblicata sulla rivista Hepatology, si è scoperto come predire chi si ammalerà di cancro del fegato tra soggetti a rischio perché con cirrosi epatica e fegato grasso, grazie allo studio del profilo del microbiota intestinale. La scoperta si deve alla ricerca della dottoressa Francesca Ponziani del gruppo condotto da Antonio Gasbarrini, professore di Gastroenterologia della Cattolica e direttore dell’Area Gastroenterologia e Oncologia medica del Policlinico Gemelli, in collaborazione con l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. A Roma nasce la “macchina mappa-grassi” – Una macchina che consente di vedere come i lipidi si formano nel corpo o vengono bruciati da esso per trarne energia. La metodica, basata su

una sonda fluorescente che ‘illumina’ le particelle di grasso dentro le cellule potrebbe essere usata sia a scopo diagnostico, sia per testare nuovi farmaci contro l’obesità. Pubblicata sulla rivista BBA Molecular and Cell Biology of Lipids, la ricerca è stata condotta presso l’istituto di Fisica della facoltà di Medicina e chirurgia della Cattolica, dai professori Giuseppe Maulucci, Marco De Spirito e Flavio di Giacinto. Fibrosi polmonare, nuovo farmaco all’orizzonte – Testato un nuovo farmaco, la pentraxina-2 ricombinante, contro la fibrosi polmonare idiopatica, una patologia rara la cui diffusione è però destinata ad aumentare, complice l’invecchiamento della popolazione. I test clinici, coordinati da Luca Richeldi, professore di Malattie dell’apparato respiratorio della Cattolica e Direttore dell’Unità operativa complessa di Pneumologia del Policlinico Gemelli, hanno coinvolto oltre 100 pazienti e i risultati ottenuti sono stati pubblicati sulla rivista JAMA.

Open Day, la scelta del futuro anti studenti delle scuole superiori hanno partecipato il 18 maggio alla giornata primaverile di Orientamento preuniversitario, dedicata alla presentazione dell’offerta formativa proposta a Roma dalle facoltà di Economia e Medicina e chirurgia. L’Open Day è stato aperto dal saluto del preside della facoltà di Economia Domenico Bodega, dal vicepreside della facoltà di Medicina e chirurgia

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Pierluigi Granone, dal direttore della sede di Roma Fabrizio Vicentini e da Don Paolo Bonini, assistente spirituale degli studenti.

INCONTRO

Curare e lasciarsi curare

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asciarsi aiutare sta a un livello spirituale molto più alto del semplice aiutare: questa la frase della Africa Sendino, tratta dal libro di Pablo d’Ors, che ha ispirato il secondo incontro annuale promosso dal Centro Pastorale della sede di Roma, rivolto ai medici in formazione specialistica della facoltà di Medicina e chirurgia e aperto a tutta la comunità universitaria e ospedaliera, che si è svolto il 15 maggio al Policlinico Gemelli. Molte e significative le riflessioni degli Specializzandi che hanno condiviso storie ed esperienze quotidiane di assistenza nei reparti, di vicinanza

reciproca con i pazienti, di formazione non solo scientifica e clinica, ma anche umana e spirituale. «Ascoltando queste testimonianze – ha detto monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo – abbiamo condiviso due ore di formazione profonda e necessaria per tutti noi. Per essere medici occorre essere veri professionisti, ma anche capaci di vera umanità. Si tratta dell’incontro di due persone, medico e malato, che reciprocamente stabiliscono un rapporto di cura. Queste testimonianze dimostrano che nei momenti culminanti della vita, di malattia e anche di morte, non finisce tutto, ma si ha l’opportunità di comprendere i significati più profondi dell’esistenza».

Per la facoltà di Economia è stato presentato il corso di laurea triennale in Economia e gestione dei servizi (profili in Management per l’impresa, Management per la sanità e Servizi professionali). Per la facoltà di Medicina e chirurgia sono stati presentati il nuovo corso di laurea magistrale in Farmacia, il corso di laurea in Scienze e tecnologie cosmetologiche, i corsi di laurea delle Professioni sanitarie infermie-

ristiche e Professione sanitaria ostetrica e Professioni sanitarie tecniche, i corsi di laurea delle Professioni sanitarie della riabilitazione e delle Professioni sanitarie della prevenzione e i corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e chirurgia, Medicine and Surgery e Odontoiatria e protesi dentaria. La giornata si è conclusa con la simulazione dei test di ingresso e con un incontro dedicato alle famiglie. PRESENZA 2, MAGGIO-GIUGNO 2018

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Economia, gli Start-upper nascono fra i banchi di scuola di Federica Mancinelli

i chiamano Geff e Smart Food le due app premiate lo scorso 20 aprile nel corso dell’evento Giovani imprenditori, start-upper e professionisti a confronto: come proporre e creare una Start-up di successo?, incontro conclusivo di BeSmart! Young Startupper Competition, il nuovo progetto di Alternanza Scuola-Lavoro per gli studenti delle scuole superiori promosso dalla facoltà di Economia dell’Università Cattolica presso la sede di Roma. Geff è una app proposta proprio per favorire e facilitare l’ideazione e organizzazione dei progetti di Alternanza Scuola/Lavoro. Smart Food è una app che agevola, in caso di scarsità di tempo e idee, l’arte e l’originalità in cucina. Entrambe le idee sono state proposte da allievi del Liceo Classico “Terenzio Mamiani” di Roma. L’evento è stato aperto da Domenico Bodega, preside della facoltà di Economia dell’Università Cattolica, introdotto da Manuela S. Macinati, docente di Economia aziendale della facoltà di Economia, e iniziato con l’incontro Dall’idea imprenditoriale innovativa alla nascita della Start-up: esperienze a confronto al quale hanno partecipato tre giovani start-upper: S. Papavero (“Sentiti bene”), G. Maregotto (“Dogging”) e S. Gallotti (“Bellezza & caffè”). Quindi gli studenti liceali hanno presentato, anche tramite un breve video, le idee

per la realizzazione di Start-up, frutto del percorso formativo. A seguire una tavola rotonda dal titolo: Il sostegno alla nascita delle Start-up: i servizi a supporto delle idee imprenditoriali innovative con la partecipazione di M. Marcocci (Presidente Confcooperative, Roma), L. Raffaele, Direttore Generale Associazione Next), F. Castellano (Director of Business Development, Archon) e A. Cosentino (Business Support Specialist, Innovation Hubs Roma Tecnopolo, Lazio, Innova SpA) e A. Paliani (Management Partner Managing Consulting, EY) introdotta e moderata dal professor Stefano Bozzi, docente di Finanza aziendale della facoltà di Economia. L’evento si è concluso con la premiazione dei migliori progetti di Alternanza Scuola/ Lavoro sulla base di giudizi espressi da una giuria tecnica, composta dai docenti, e da una “giuria popolare” composta dagli studenti della facoltà di Economia.

Altems, Graduation Day con Claudio Costamagna

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Universitario Agostino gemelli IRCCS, da Domenico Bodega, preside della facoltà di Economia dell’Università Cattolica, e da Fabrizio Vicentini, direttore della sede di Roma dell’Ateneo. Il professor Americo Cicchetti, direttore dell’Altems, ha introdotto l’evento presentando le attività dell’Alta Scuola, espressione dell’impegno dell’Ateneo Cattolico nel perseguimento della

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Career Day, gli studenti incontrano le aziende

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a lezione di Claudio Costamagna, presidente della Cassa Depositi e Prestiti, è stata al centro del Graduation Day dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) dell’Università Cattolica, la cerimonia di proclamazione per gli studenti dei master e corsi di perfezionamento per l’a.a. 2016-2017 che si è tenuta il 19 aprile a Roma. La cerimonia è stata aperta da mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo, da Marco Elefanti, direttore amministrativo dell’Università Cattolica e Direttore Generale della Fondazione Policlinico

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“terza missione”, e i numeri dell’Altems dell’anno formativo trascorso: 293 immatricolati a master e corsi di perfezionamento di cui 140 diplomati con master e 153 diplomati con corso di perfezionamento. Quindi il presidente Costamagna ha tenuto la sua lezione alla quale è seguito il dibattito con la partecipazione di Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. A conclusione la cerimonia di consegna dei diplomi agli studenti che hanno frequentato i master dell’Alta Scuola nell’anno accademico 2016/2017 e la presentazione della nascente Associazione Alumni Altems. (f.m.)

i rinnova in tutte le sedi l’appuntamento con il Career Day, promosso dall’Università Cattolica, uno degli eventi più attesi dell’anno per chi è alla ricerca di lavoro. Il Career Day della sede di Roma, organizzato da Value People e Servizio Stage & Placement dell’Ateneo, in collaborazione con la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, si è tenuto giovedì 17 maggio presso il Polo Universitario “Giovanni XXIII”. Fra le iniziative in programma Aurelio Regina ha tenuto uno speech su Come costruire una carriera di successo, dedicato a studenti e neolaureati dei corsi di laurea di Economia della sede di Roma, introdotto dal preside Domenico Bodega della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica. Al mattino si è tenuto anche l’incontro Il ruolo del cosmetologo oggi: le opportunità professionali con gli interventi di Leonardo Celleno (Presidente Aideco – Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia), Alessandra Vasselli (Comitato Direttivo Aideco), Marco Piacentini (Eurofins/ Chimar). Nel pomeriggio invece il convegno Innovazione tecnologica, innovazione organizzativa e nuovi profili professionali in Sanità ha coinvolto Andrea Urbani, Direttore Generale della Programmazione Sanitaria, Ministero della Salute, Francesco Ripa di Meana, Presidente Fiaso – Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere, Massimo Scaccabarozzi, Presidente Farmindustria, Luca Talarico, Presidente Fondazione Mazzali e come moderatore Americo Cicchetti, direttore dell’Altems. Durante la giornata si sono tenuti inoltre presentazioni aziendali, servizi di Training Point e l’opportunità di effettuare colloqui con le aziende.

L’Integrated Reporting nelle aziende

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a risposta alla necessità di fornire informazioni integrate di carattere economico-finanziario di un’azienda a vantaggio dei portatori di interesse e dell’intera collettività: questo l’obiettivo dell’Integrated Reporting, tema al centro dell’incontro dello scorso 12 aprile, promosso dalla facoltà di Economia – sede di Roma e dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) della Cattolica in collaborazione con il Centro di Ricerche e Studi in Management Sanitario (Cerismas). L’incontro è stato aperto dal saluto del professor Americo Cicchetti, direttore dell’Altems al quale è seguita la lecture del professor Zahirul Hoque, docente di Management Accounting/Public Sector presso La Trobe University, Bundoora, (Victoria – Australia) e visiting professor presso la facoltà di Economia, dal titolo: Integrated reporting by an organization: fundamentals, challenges and opportunities. L’incontro è stato introdotto e moderato dalla professoressa Manuela S. Macinati, docente di Economia aziendale della facoltà di Economia dell’Università Cattolica.


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Mese del Cuore Danacol, viaggio in sette città italiane i è rinnovato nel mese di aprile l’appuntamento annuale con il Mese del Cuore, l’iniziativa di prevenzione promossa da Danacol in collaborazione con la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Quest’anno il percorso ha toccato sette città: Milano, Roma, Napoli, Messina, Ancona, Ferrara

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e Firenze. Durante le visite di screening i medici hanno eseguito la misurazione della pressione arteriosa, dei valori di glicemia e colesterolo, dell’indice di massa corporea, unitamente alla valutazione dello stile di vita, delle abitudini alimentari e di alcuni parametri di performance funzionale. Al termine della visita ai partecipanti è stata

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diCinema, alla proiezione del docufilm Expedition. «Oggi siamo qui – ha detto Nespoli – per portare que-

rilasciata una scheda con i risultati delle valutazioni eseguite, corredati da consigli e raccomandazioni.

sti bambini per un attimo nello spazio. Noi astronauti abbiamo il sogno impossibile di andare nello spazio e per realizzarlo è necessario lavorare tutti insieme. In un certo senso quello che loro stanno facendo qui è come se fosse una sorta di missione spaziale: a volte anche i sogni impossibili possono realizzarsi».

Tennis & Friends, la salute torna al Foro Italico orneo di Tennis, celebrities e check up gratuiti, insieme ai campioni del mondo dello sport, sui campi degli Internazionali BNL d’Italia in occasione di Tennis & Friends, salute e sport ... sport è salute Master Special Edition, l’evento dedicato alla prevenzione

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gratuita e alla promozione della salute che si è svolto il 19 maggio al Foro Italico. Il

numeroso pubblico si è sottoposto a check-up gratuiti per il controllo per la prevenzione della malattie cardiologiche, dell’ipertensione, e ha ricevuto indicazioni per una corretta alimentazione, grazie ad un’equipe di medici specialisti della Fondazione Policlinico Gemelli (IRCCS).

Gemelli, presentato il Bilancio di Missione 2017 ompetenze scientifiche e tecniche, sensibilità umana, etica e valori cattolici di un ospedale al servizio di tutti, che garantisce cure eccellenti e accessibili all’intera comunità con lo sguardo rivolto al futuro. Sono questi in sintesi il presente e il futuro della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS raccontati

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nel Bilancio di Missione 2017 presentato a Roma il 22 maggio che tocca tutti gli aspetti salienti della vita della Fondazione riconosciuta dal Ministero della Salute lo scorso 28 febbraio Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) per le discipline “Medicina personalizzata” e “Biotecnologie innovative”. Alla presentazione sono intervenuti: Giovanni Raimon-

Una domenica di “Sollievo” al Policlinico

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Paolo Nespoli fra i bambini per una missione speciale i è concluso lo scorso mese di marzo il tour dell’astronauta ESA Paolo Nespoli per presentare la missione VITA dell’Agenzia Spaziale Italiana – ASI ai piccoli degenti dell’Oncologia pediatrica e della Neurochirurgia infantile. Con loro, i familiari e altri degenti ha assistito, nella sala Me-

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di, presidente Fondazione Policlinico Gemelli, Marco Elefanti, direttore generale Fondazione Policlinico Gemelli, Rocco Bellantone, direttore governo clinico Fondazione Policlinico Gemelli, Giovanni Scambia, direttore scientifico Fondazione Policlinico Gemelli. Le conclusioni sono state affidate al rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli.

nche al Policlinico Universitario Gemelli domenica 22 maggio è stata la domenica del “Sollievo”. Tanti amici, artisti e volti noti hanno trascorso insieme ai degenti, ai loro familiari e al personale sanitario dell’ospedale momenti di spensieratezza e di riflessione. Con una doppia manifestazione, una al mattino nella hall e un’altra al pomeriggio nella Sala MediCinema, e la conclusiva celebrazione eucaristica, si è svolto l’evento più rappresentativo a livello nazionale per stare accanto ai malati ricoverati in ospedale e condividere con loro momenti di festa e di riflessione sui temi del sollievo dal dolore fisico e morale.

Presso il Gemelli ART, l’innovativo centro di Radioterapia Oncologica del Policlinico, è stato inaugurato un murales marino di 300 mq realizzato anche grazie al prezioso contributo di Intesa San Paolo, Il Distretto Lions 108, pazienti e loro familiari, associazioni culturali, e artistiche, aziende e tante persone sensibili.

Race For The Cure, record di solidarietà

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al 17 al 20 maggio al Circo Massimo grande successo per i quattro giorni di salute, sport e benessere per la lotta ai tumori al seno organizzata da Susan G. Komen Italia in collaborazione con la Fondazione Policlinico Gemelli. Presenti Riccardo Masetti, presidente della Susan G. Komen Italia, il sindaco di Roma Virginia Raggi, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il presidente del CONI Giovanni Malagò. Record di adesioni e di solidarietà: oltre 72.000 iscritti alla più grande manifestazione di solidarietà in Italia e nel mondo, organizzata da Susan G. Komen Italia, per la lotta contro i tumori del seno. «La Race for the Cure non parla solo di prevenzione – ha commentato il professor Masetti – ma la regala a quelle donne che per difficoltà economiche o di altra natura non potrebbero farla. Nel villaggio della salute, ad esempio, con le unità mobili della Carovana della Prevenzione sono stati offerti infatti screening gratuiti». PRESENZA 2, MAGGIO-GIUGNO 2018

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Festa con lancio del tocco al Foro romano

ella splendida cornice di Piazza del Foro si è svolta la prima Festa di laurea della Cattolica sabato 12 maggio. Con il Capitolium sullo sfondo, nel centro religioso e civile dell’antica città romana, simbolo della Storia, del Tempo che corre e di cui ogni laureato deve farsi erede e innovatore. Come ha sottolineato il prorettore Mario Taccolini nel suo saluto alla piazza: «Ereditate un patrimonio di formazione, educazione, integrate a valori e capacità di lettura del presente alla luce del passato, per aprirvi al futuro ed essere capaci di immaginarlo. Siete eredi di un prezioso patrimonio a cui attingere per affrontare, da innovatori, un futuro non in discesa, verso un orizzonte cosmopolita». La consegna dei diplomi di laurea magistrale ai cento ragazzi presenti è stato motivo d’orgoglio per tutta la città rappresentata sul palco dal sindaco Emilio Del Bono. «Brescia vuole essere una città universitaria, accogliente e attrattiva. Si sceglie un ateneo per la qualità degli studi, ma anche per il luogo e i servizi» ha detto il Sindaco, indicando che «per questo esiste collaborazione fra noi, per questo siamo a fianco della Cattolica che sta investendo sul futuro con una sede a Mompiano. L’università rimanda al termine universale, e Brescia vuole avere uno sguardo universale in un momento in cui ci si chiude sempre più. Brescia, città di imprenditori vocati all’internazionalizzazione, città di missionari sa aprirsi al mondo senza perdere le radici». La cerimonia – accompagnata dal quartetto di sax del Conservatorio Luca Marenzio di Brescia – è entrata

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nel vivo con l’«inspirational speech» di Valerio Camerano, amministratore delegato di A2A, dal titolo Quale bussola per il futuro?. Un discorso appassionato, poco convenzionale, con consigli fuori dal coro e avvisi ai naviganti: «La bussola indica sempre il Nord, mentre voi per orientarvi dovrete disporre di almeno altre tre verità: dove vi trovate, dove volete andare e come governare la vostra rotta. Partenza, viaggio e destinazione: non scordate che spesso la felicità vera è proprio nel mezzo, non rimandatela. Coltivate l’intuizione e l’esperienza, senza perdere la “giovanilità”. Mantenete l’essenzialità della sfida, senza però perdervi in essa, allenate la vostra capacità diagnostica, fate de-marketing di voi stessi, prendete le distante dalle vostre idee, in

modo da non innamorarvene, senza vederne più i limiti; non confondete l’informazione con la cultura, non fate mai da soli: il mondo è un sistema cooperativo che funziona per intelligenza decentrata. E infine, coltivate e allevate la speranza». La cerimonia si è conclusa con l’emozionante lancio del tocco dalle gradinate in marmo del Capitolium che conducono al podio del pronao rialzato. A fare da garanti di questa memorabile giornata i venti Testimoni di tufo, opere di Mimmo Paladino, che popolano l’ingresso del Tempio, e che portano indietro nella storia. È come se questi personaggi antichi, posti in questo luogo del passato, fossero lì ad aspettare i laureati magistrali per condurli alla scoperta del mondo.


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Career Day, la parola a Giovanni Rana ono figlio di fornai, ma ho sempre avuto il pallino per la pasta fresca. Così io, ultimo di 3 figli, ho deciso di fare altro. Quando ho iniziato negli anni Sessanta mi occupavo personalmente della pasta e tre donne (di cui una era la mia fidanzata) preparavano il ripieno. Consegnavo personalmente la mia pasta ripiena a bordo di una moto Guzzi, mia madre non era d’accordo, mi prendevano per matto. Oggi io e mio figlio diamo lavoro a oltre tremila dipendenti». Il messaggio è stato forte e chiaro: per Giovanni Rana (nella foto), uno dei leader mondiali del settore alimentare, re indiscusso di pasta fresca e tortellini, le idee e i sogni contano ancora. Già perché «le idee battono il capitale e la dimostrazione di questo l’ho avuta dal fatto che, di tante multinazionali, ne è rimasta una sola a competere nel mio settore”. Una storia imprenditoriale e, al contempo, umana quella dell’imprenditore veronese, ospite d’eccezione al Career Day della sede bresciana dell’Ateneo per portare la propria testimo-

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nianza e lanciare un messaggio agli studenti e ai futuri laureati presenti. Introdotto dai saluti del direttore di sede Giovanni Panzeri e del prorettore Mario Taccolini, e della professoressa Monica Amadini, Giovanni Rana ha affascinato la platea con un racconto attraverso le epoche, il tempo, lo spazio e i numerosi cambiamenti sociali, economici e culturali cui un’azienda, per sopravvivere e rimanere competitiva sul mercato, deve comprendere e far fronte. Verona, anni Sessanta. Un giovanissimo e lungimirante Rana inizia a produrre pasta fresca ed è un successo tra le casalinghe che avevano iniziato a lavorare. Lo stesso Rana svilupperà, in collaborazione coi produttori di macchinari, migliorie nelle apparecchiature per l’impasto e il tiraggio della pasta. Negli anni Ottanta, dopo uno straordinario successo ottenuto partendo praticamente dal nulla, l’azienda ha cominciato ad essere oggetto di contesa delle grandi industrie: Nestlè, Kraft, Barilla e Star iniziarono a buttarsi nella pasta fresca e alcune di quelle si sono anche fatte avanti per acquistare la sua azienda.

Rana ricorda: «Pietro Barilla intendeva acquistare una quota pari al 30%. Ma io gli ho risposto di no. Mio figlio Gianluca stava finendo di studiare per venire a lavorare da me, aveva una grande passione ed era molto bravo. E poi io mi divertivo e non avevo intenzione di smettere». Buon sangue non mente, e così, grazie all’entusiasmo e alle competenze del figlio, è arrivata la svolta sul mercato internazionale. Non solo Europa: anche America, Cina, Russia, Giappone. «Per il mercato statunitense produciamo tortelli da 80 gr l’uno e vasi di sugo tre volte grandi quelli che troviamo sui nostri scaffali, in Cina non apprezzano molto la

carne ma amano i ripieni di verdure. Ogni mercato ha gusti ed esigenze diverse. Per intercettare e comprendere al meglio gusti e bisogni abbiamo assunto un team di psicologi e istituito un reparto ricerca e sviluppo». Ed è proprio qui, secondo Rana, che sta la grande differenza rispetto a qualche decennio fa: «quando ho iniziato io – racconta – ogni mestiere era fatto da una sola persona che portava a termine l’intero processo, oggi invece per realizzare un prodotto, e fare in modo che abbia senso sul mercato, occorrono numerose e diversificate specializzazioni e figure professionali».

Superconduttori, la luce può trasformarli a superconduttività ad alta temperatura è una sfida tuttora aperta per i ricercatori di tutto il mondo nel campo della fisica della materia condensata. I numerosi aspetti ancora da chiarire, a 30 anni dalla scoperta della superconduttività negli ossidi di rame, vengono oggi affrontati con approcci e tecniche diversi e complementari a cui ha dato un contributo innovativo una collaborazione internazionale che ha riunito undici istituti scientifici di sei Paesi. In uno studio pubblicato sulla rivi-

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sta Science Advances, il team di ricerca ha sviluppato un nuovo esperimento basato sull’uso di impulsi laser ultracorti nella gamma di energia ultravioletta (EUV) prodotta dalla beamline ARTEMIS dei laboratori Rutherford-Appleton (Regno Unito), osservando per la prima volta, in un prototipo di superconduttore ad alta temperatura a base di rame, la dinamica degli elettroni sull’intera superficie di Fermi (si definisce così la superficie nello spazio delle fasi usata per descrivere le proprietà termiche, elettriche, magnetiche e ottiche dei metalli, semimetalli e semiconduttori drogati). Questo avanzamento, impossibile da ottenere con le sorgenti laser convenzionali, ha permesso di studiare le dinamiche dei cosiddetti stati elettronici “antinodali”, finora inaccessibili. «La superconduttività a temperature estremamente elevate in questa classe di materiali deriva dalle informazioni codificate dagli elettroni che si spostano lungo i legami rame-ossigeno, le cosiddette quasiparticelle antinodali» spiega Claudio Giannetti dell’Università Cattolica di Brescia, uno degli scienziati alla guida dell’e-

sperimento. «La novità di questo esperimento – aggiunge Massimo Capone della SISSA, che ha coordinato la modellizzazione teorica dei risultati sperimentali – è che siamo stati in grado di osservare direttamente in che modo l’improvvisa eccitazione della luce trasforma gli stati antinodali simili a isolanti in quasiparticelle metalliche». «I risultati raggiunti sono rilevanti non solo per la fisica della superconduttività ad alta temperatura, ma anche per lo sviluppo di nuovi schemi per la manipolazione ottica di proprietà elettroniche in materiali quantistici» sottolineano Federico Cilento, di Elettra-Sincrotrone, e Fulvio Parmigiani, dell’Università di Trieste. I nostri risultati dimostrano, infatti, che la luce può essere utilizzata per creare nuove proprietà che, seppure transienti, sono diverse da quelle degli stessi materiali in condizioni di equilibrio. Questi risultati aprono interessanti prospettive anche per lo sviluppo di interruttori ultraveloci, le cui proprietà fisiche (elettroniche e ottiche) possano essere modulate a frequenze di parecchi THz PRESENZA 2, MAGGIO-GIUGNO 2018

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La “Viganò” alla mostra su Tiziano ue preziose cinquecentine della Biblioteca di Storia delle Scienze – Carlo Viganò dell’Università Cattolica sono state esposte al Museo Santa Giulia nel percorso dedicato alla pittura del ’500 tra Brescia e Venezia. Sui frontespizi i ritratti di Nicolò Tartaglia e Agostino Gallo. I due ritratti a stampa di Nicolò Tartaglia

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e Agostino Gallo presenti nei frontespizi delle edizioni delle rispettive opere – ovvero la Regola generale da sulevare con ragione e misura non solamente ogni affondata nave, ma una torre solida di metalo (Venezia 1551) e Le vinti giornate dell’agricoltura et de’ piaceri della villa (Venezia 1569) – sono stati infatti reperiti nella Biblioteca di Storia delle Scienze Carlo Viganò,

Mostra, gli studenti rileggono Jünger

U vera miniera di tesori che gli studiosi hanno valorizzato in un contesto di rilievo nazionale.

Pasini, storia d’impresa e d’acciaio iuseppe Pasini (nella foto), presidente di Aib e del gruppo Feralpi, ha raccontato il suo percorso imprenditoriale: dalla successione, poco più che ventenne, nell’acciaieria di famiglia, allo sbarco in Germania, passando per la green economy e il mercato globale. Lo ha fatto intervenendo in Cattolica al seminario in-

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ternazionale Lo sviluppo del settore siderurgico. Iron and Steel in Late Modern and Contemporary Europe: Italy and Spain in a Historical-Compa-

rative Perspective, dopo l’introduzione del prorettore Mario Taccolini. In particolare Pasini ha presentato alcuni dati di grande rilievo della sua azienda: «Un miliardo di fatturato, un bilancio sociale considerevole, numerosi interventi di welfare aziendale, oltre a 50 giovani talenti inserite annualmente all’interno dell’organico aziendale».

CUT “La Stanza”: maschere in scena al Castello l Centro Universitario Teatrale – CUT “La Stanza” – in continuità con il progetto pluriennale iniziato nel 2008 con il lavoro di approfondimento sul tema della maschera – propone nell’ambito della Rassegna di Commedia dell’Arte – X edizione Fuori e dentro il tempo – Giullari e Alichini

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castigant ridendo morea. Gli eventi mirano a valorizzare le peculiarità storico-artistiche del Castello di Brescia e dintorni, nonché a suscitare la curiosità di chi passa senza più “vedere” e a favorire momenti di aggregazione e di coinvolgimento dei cittadini attraverso espressioni artistiche quali il teatro,

il mimo, l’esposizione di maschere tradizionali e anche d’avanguardia

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che l’Italia ha da offrire ai suoi avventori. Il tema è stato al centro del seminario internazionale Translating Tourism and Cultural Heritage: Challenges in Professional Training, realizzato sotto la responsabilità scientifica della professoressa Mirella Agorni, che ha sottolineato il fondamentale ruolo dei professionisti della traduzione nel processo di attrazione, divulgazione e

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na “collezione” di immagini fotografiche realizzata da Ernst Jünger nel volume Il mondo mutato. Un sillabario per immagini del nostro tempo, pubblicato in Italia a cura di Maurizio Guerri, e attualizzato attraverso il lavoro degli studenti del corso di Storia dell’arte contemporanea della sede di Brescia dell’Università Cattolica. La mostra Immagini oltre la storia. Da Jünger a oggi, riflessioni contemporanee sul reale, ospitata nello spazio Montini della sede dell’Ateneo, intrepreta in senso aperto il concetto di “collezione”, al centro della seconda edizione del Brescia Photo Festival.

«Si è voluto dare spazio all’idea di “collezione” di immagini che un grande protagonista della storia della cultura ha voluto raccogliere, sull’esempio warburghiano, come atlante della storia letta attraverso, appunto, le immagini» afferma la professoressa Elena Di Raddo. Questi aspetti sono stati affrontati criticamente nel corso di un seminario condotto da Mariacristina Maccarinelli.

Formazione oggi, quali sfide?

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Traduzioni efficaci, aiutano lo sviluppo del turismo na traduzione corretta e brillante è un biglietto da visita essenziale per presentare una gamma di offerte ad un pubblico eterogeneo ed estraneo al campo. Una regola che vale per tutti i settori del commercio, ma che appare sempre più basilare in termini di promozione turistica e di comunicazione della vasta proposta culturale

IN BREVE

comprensione del patrimonio turistico e culturale italiano nei confronti del turismo estero. Il workshop rientra nel progetto #TranslatingEurope, un’iniziativa della Direzione generale Traduzione (DGT) della Commissione Europea che mira alla cooperazione tra le parti interessate del mondo della traduzione per creare sinergie e valorizzare la professione del traduttore.

iflettere sulle frontiere della formazione umana e professionale al giorno d’oggi non può prescindere dal perseguire una realizzazione personale e comunitaria del singolo, a cui una società deve aspirare. Con queste premesse si è aperto il convegno La nuove frontiere della formazione. Giovani, network, alleanze promosso da Cnos Fap Formazione Professionale Salesiana in collaborazione, e nella sede di Brescia, dell’Università Cattolica. I lavori sono iniziati con i saluti del preside della facoltà di Scienze della formazione Luigi Pati e con l’intervento del sindaco Emilio Del Bono, che si è espresso per sottolineare come «il patto formativo tra imprese, università e giovani, è sinergico per la crescita di un territorio».


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Sul podio di Ecotrophelia il salame al miele biologico n salame Semplice ma ecosostenibile e molto green: miele bio al posto dello zucchero, dalle proprietà antisettiche, senza conservanti e con packaging realizzato in cera d’api al posto della plastica. Con Semplice un team di studenti della facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali della sede di Piacenza, è salito sul podio dell’edizione 2018 di Ecotrophelia, il concorso promosso da Federalimentare all’interno di Cibus, destinato a gruppi di studenti universitari che premia l’eco-innovazione nei prodotti agro-alimentari, con particolare attenzione alla sostenibilità e al rispetto ambientale. La professoressa Annalisa Rebecchi – che ha guidato il team del campus piacentino, composto dagli studenti della laurea magistrale in Scienze e tecnologie alimentari: Ilaria Gioiosa, Gianluca Maldarizzi, Giuseppe Pepe, Vittorio Tartaro e Giacomo Trentini –, ha sottolineato l’importanza di aver voluto realizzare un prodotto di elevata qualità coniugando tradizione ed innovazione con uno sguardo sempre più attento alla sostenibilità. “Semplice, il salame come una volta” realizzato in collaborazione con un salumificio, nasce come un prodotto completamente libero da conservanti e con packaging di cera d’api per rispondere al meglio ai trend del mercato; contiene carne di maiale come da tradizione, miele

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Dottorato Agrisystem, festa per 7 nuovi PhD

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bio e sale rosa di Cervia, ricco di microelementi, completamente biodegradabile e, grazie alla tecnologia del freddo, privo di additivi. Giunta alla decima edizione, la competizione, patrocinata dal MIUR e dall’ENEA, ha visto le squadre partecipanti presentare in 15 minuti di tempo il frutto del lavoro svolto in alcuni mesi per ideare e realizzare un prodotto alimentare sostenibile e innovativo. La giuria del concorso ha premiato i primi tre prodotti, e ha assegnato all’idea piacentina una medaglia d’ argento. L’evento ha riscosso un grande successo tra gli studenti della Cattolica, che hanno definito l’esperienza formativa, interessante e un’opportunità unica proposta dalla loro università. In sei anni la facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali piacentina ha partecipato a Ecotrophelia con 6 squadre, aggiudicandosi 4 volte la medaglia d’argento e 2 quella d’oro (con un bronzo nella competizione europea).

Business Plan Competition le idee d’impresa degli studenti n ristorante galleggiante, la striglia elettrica per i cavalli e il social (con app) per il cinema. Sono i tre progetti che hanno vinto nella sede dell’Ateneo piacentino il Business Plan Competition Giovani idee di impresa organizzato nell’ambito del corso di Imprenditorialità del professor Fabio Antoldi. Arrivata alla settima edizione, l’iniziativa ha visto la presentazione di 19 progetti d’impresa – realizzati da 87 studenti della Laurea magistrale in Gestione d’Azienda

AGROALIMENTARE

della facoltà di Economia e Giurisprudenza – davanti a una giuria di commissari provenienti dal mondo imprenditoriale locale e bancario, dall’associazionismo e da incubatori di start up. Il professor Antoldi ha evidenziato un livello qualitativo dei progetti e delle presentazioni molto alto, in accordo con tutti i giudici che hanno apprezzato l’impegno e la forte motivazione dei ragazzi, che si sono sbizzarriti esplorando i settori ipertecnologici e meccanici per spostarsi a settori più tradizionali, legati allo stile di vita e alla dimensione del piacere, a cui hanno applicato soluzioni innovative anche in termini di fruizione. Creatività e innovazione contraddistinguono i progetti premiati. La sfida è stata vinta dal gruppo Salìn che partendo dal tradizionale gozzo ligure lo ha reinventato come ristorante galleggiante. E sempre legata al cibo è l’idea del gruppo Naturae,

iornata di festa all’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano per i sette nuovi esperti del settore agroalimentare, che dopo 3 anni di intenso lavoro, svolto anche all’estero, hanno ottenuto il diploma di Dottore di ricerca nell’ambito della scuola Agrisystem dell’Università Cattolica di Piacenza. La cerimonia si è aperta con i saluti del prorettore Roberto Zoboli, del presidente della Fondazione Massimo Toscani, dei presidi di Economia e Giurisprudenza e Scienze agrarie, alimentari e ambientali, Anna Maria Fellegara e Marco Trevisan.

Agrisystem – promossa dalle facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali e di Economia e Giurisprudenza, con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano e del Ministero dell’Istruzione – ha l’obiettivo di formare giovani ricercatori ad alto livello scientifico dotati delle competenze multidisciplinari necessarie per affrontare con preparazione e professionalità l’attuale sistema agroalimentare.

che ha pensato alla produzione di gnocchi e altri prodotti a base di patate coltivate sull’Appennino Umbro-Marchigiano, in zone terremotate in modo innovativo e sostenibile, conciliando qualità, redditività e salvaguardia dell’equilibrio naturale. Il podio è stato condiviso da Salìn e dai gruppi Suggest, che ha proposto un social network sul mondo del cinema e dell’intrattenimento, e Ride&Clean che, per una più agevole e profonda pulizia dell’animale, ha proposto la rivisitazione della tradizionale striglia per cavalli. In conclusione il professor Antoldi sottolinea come questa Business Plan Competition ha l’obiettivo di stimolare gli studenti a mettere in gioco la propria creatività e le proprie energie per dare forma e far crescere le nuove imprese, nella prospettiva globale di uno sviluppo economico sostenibile, con strategie imprenditoriali effettivamente realizzabili. PRESENZA 2, MAGGIO-GIUGNO 2018

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Food marketing incontra le imprese, in cattedra anche gli studenti uesti giovani sono il futuro, oggi bisogna continuare a studiare, formarsi ed essere in grado di mettersi in gioco per restare al passo coi tempi». L’ha detto il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri intervenendo in occasione della convention della laurea magistrale in Food marketing e strategie commerciali svoltasi, lo scorso 9 maggio, nell’auditorium del campus di Piacenza. Confalonieri ha offerto spunti di grande interesse raccontando la propria esperienza professionale e rilevando come Internet abbia cambiato il mondo anche in modo pericoloso e come sia necessario saper sfruttare le tecnologie nel modo migliore. L’evento, giunto alla sua terza edizione, ha coinvolto gli studenti del corso di laurea in food marketing e i top manager delle più importanti realtà industriali e commerciali italiane, delineandosi come un’occasione “fuori dagli schemi” di aggiornamento manageriale e un momento di confronto tra i giovani universitari e la business community. Dopo i saluti di Annamaria Fellegara, preside della facoltà di Economia e Giurisprudenza e di Marco Trevisan, preside della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, sono saliti in cattedra gli studenti che nei mesi scorsi, insieme ai manager, hanno potuto sperimentare strategie di marketing e vere proprie simulazioni di progetti in linea con le esigenze di nuovi prodotti di grandi marchi di diversi settori merceologici. Sotto la guida dei professori

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Mettiti nei miei panni: un’esperienza da provare

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Daniele Fornari e Sebastiano Grandi, gli studenti hanno esposto le loro idee e i risultati ottenuti dai progetti elaborati con le multinazionali, da Ferrero a Esselunga, da Conad a Bonduelle, daLindt a Henkel. La convention è stata inoltre occasione per approfondire e trattare il tema dell’e-commerce, soprattutto il suo impatto e le sue conseguenze sul mercato della grande distribuzione. È stato evidenziato in particolare come la crescita costante del commercio online sul totale delle vendite al dettaglio è un trend ormai consolidato a livello globale, con un gigante come la Cina, patria del colosso Alibabà di Jack Ma, a trainare tutto il pianeta. In Italia invece il mercato degli e-shoppers è arrivato a 22 milioni di unità ed il settore dell’e-grocery (il commercio dei prodotti confezionati di largo consumo), pur occupando una quota limitata del mercato online, risulta anch’esso in espansione. La multicanalità della vendita è un fattore in crescita nel mondo della grande e media distribuzione, con la combinazione di vendite “offline e online”.

I fanghi fanno bene all’agricoltura n segnale molto forte per un corretto impiego dei fanghi di depurazione in un’ottica di economia circolare. È partito da Piacenza, dove tutti i protagonisti della filiera si sono confrontati in un convegno che si è tenuto nella sede della Cattolica lo scorso 15 maggio. Nell’ambito dell’iniziativa è stato presentato lo studio scientifico realizzato dal preside della facoltà di scienze agrarie, alimentari e ambientali Marco Trevisan, per un corretto impiego dei fanghi in agricoltura. «Un progetto realizzato per fare chiarezza in un settore troppo spesso demonizzato e trasformare la visione di fango non più come rifiuto ma come risorsa» ha spiegato il professor Trevisan che in particolare ha posto l’accento sul caso della Pianura Padana, dalla Lomelli-

DISABILITÀ

na al lodigiano dove il consumo prolungato del suolo in decenni di attività rende oggi evidente il rischio di desertificazione anche per la presenza di terreni sabbiosi «che necessitano per l’appunto di fanghi». Lo studio commissionato dalla società Evergreen del gruppo Visconti e realizzato dal professor Trevisan ha preso in esame 160 terreni e oggi, al 50 percento della sua realizzazione, ha messo in evidenza la necessità di impiegare i fanghi come fertilizzanti naturali. Durante il convegno è emerso anche il problema di una normativa poco chiara e non conforme a tutte le regioni italiane che rende il settore vulnerabile e oggetto di battaglie giuridiche ed anche mediatiche. «La chiave di svolta è la necessità di avere una legge aggiornata e uniforme in tutto il Paese» ha infatti fatto presente Coldiretti

ar sentire protagonisti i ragazzi con disabilità e far sì che gli altri studenti possano comprendere le loro difficoltà quotidiane. È questo il primo obiettivo dell’iniziativa Mettiti nei miei panni, che si è svolta per la seconda edizione lo scorso 17 aprile nella sede piacentina della Cattolica, organizzata dal Servizio Integrazione Studenti con Disabilità dell’Ateneo, coordinato dal professor Luigi D’Alonzo, che segue 130 allievi. La giornata si è suddivisa tra attività di role taking, simulazione di limitazione visiva e motoria e un laboratorio sui deficit uditivi, e ha coinvolto giovani pronti a mettersi in gioco vestendo per qualche minuto i panni

di coetanei disabili, con lo scopo di promuovere e valorizzare il processo d’inclusione degli studenti con disabilità attraverso lo sviluppo di una coscienza civile attiva e consapevole. I partecipanti all’iniziativa hanno fatto brevi percorsi in carrozzina, o ad occhi bendati all’interno dell’università, accompagnati da tutor con disabilità e volontari normodotati, in uno scambio di ruoli che ha fatto loro percepire la condizione difficile di alcuni loro compagni disabili.

con i due rappresentanti delle regioni più all’avanguardia sul tema: Ettore Prandini e Mauro Tonello rispettivamente di Lombardia ed Emilia Romagna, insieme a Enterisi, con il presidente nazionale Paolo Carrà e lombardo Marco Romani. Il programma del convegno ha previsto l’intervento di numerosi esperti, tra i quali quello di Elisa Camussa, direttore del laboratorio Arcadia del gruppo Visconti, che ha prospettato una carta d’identità dei terreni e dei fanghi che confluirà su una piattaforma integrata. Tutto ciò con la finalità di una condivisione con i cittadini, come ha affermato Roberto Mazzini di Utilitalia, per far comprendere ad amministratori e cittadini l’importanza dell’uso dei fanghi nell’agricoltura, attraverso una corretta informazione ed un percorso condiviso da tutta la filiera.


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Lezione Mario Arcelli, l’intervento di Giorgio La Malfa ggi sembriamo aver dimanticato tutto ciò che Keynes ci aveva insegnato..» sono parole di Giorgio La Malfa durante la quattordicesima edizione della Lezione Mario Arcelli, organizzata dal Centro Studi di Politica Economica e Monetaria (CeSPEM) della sede di

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Piacenza dell’Ateneo. Giorgio La Malfa, politico italiano e docente di Politica economica, sottolinea

come, in una fase storica come quella vissuta dall’ Italia con la crisi del 2007, le teorie keynesiane possano risultare utili. Secondo il pensiero di La Malfa, quando c’è una situazione di disoccupazione lo Stato, deve intervenire con un’adeguata spesa pubblica ma l’Europa ha una filosofia diversa.

Libertà come conquista, Meirieu in cattedra a libertà è una difficile conquista è il titolo dell’incontro che si è tenuto nell’Ateneo piacentino, lo scorso febbraio, con protagonista Philippe Meirieu (nella foto), pedagogista francese di fama internazionale, che ha parlato di educazione alla libertà, tema affrontato

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nel suo ultimo libro Pedagogia. Dai luoghi comuni ai concetti chiave. Secondo il pedagogista la formazione alla libertà è un lavoro complesso di cui deve farsi carico l’educatore, per aiutare il ragazzo ad assumere progressivamente la responsabilità delle proprie azioni e la tentazione della rinuncia è dietro l’angolo.

All’incontro ha partecipato anche Daniele Bruzzone, docente di Pedagogia della facoltà di Scienze della Formazione della Sede.

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Workshop sul debito pubblico l’analisi di Carlo Cottarelli

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l direttore dell’Osservatorio dei Conti Pubblici italiani dell’Università Cattolica, Carlo Cottarelli (a destra nella foto) ha partecipato lo scorso 15 maggio ad un workshop nella sede piacentina dell’Ateneo, per iniziativa dell’Ordine dei Dottori Commercialisti, degli Esperti Contabili (Odcec) e dell’Osservatorio dei conti pubblici italiani (Cpi) sul tema debito pubblico e flat tax. I saluti di Marco Dallagiovanna, presidente Odcec di Piacenza, e di Anna Maria Fellegara, preside della facoltà di Economia e Giurisprudenza, hanno introdotto l’attenta analisi della situazione economica italiana degli ultimi cinquant’anni. Cottarelli ha compiuto un sintetico excursus storico sulla genesi del debito pubblico del nostro paese dagli anni ’60 agli anni ’90, passando per i decenni della spesa e inflazione fuori controllo. Secondo Cottarelli la situazione del debito si stabilizza a partire dagli anni ’90, con la quota che inizia a scendere fino al 2007, quando arriva al 100 per cento del Pil.

Le novità legislative per educatori e pedagogisti a l’obiettivo di ridare dignità e far uscire dall’ombra le professioni di pedagogista e quella dell’educatore il progetto di legge che porta il nome di Vanna Iori (nella foto), senatrice e docente della facoltà di Scienze della formazione della sede piacentina della Cattolica, che è intervenuta, lo scor-

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so 11 maggio, all’incontro Il cantiere del futuro. Con l’approvazione della legge Iori, in vigore dalla fine dell’anno scorso, la

professione di educatore professionale pedagogista viene per la prima volta tutelata e riconosciuta. L’obiettivo, afferma la Senatrice, è quello di accrescere la qualità delle relazioni e prevenire i casi di maltrattamento delle fasce più deboli, al fine di migliorare la qualità del lavoro ma anche dei servizi erogati.

Gli enti religiosi e la riforma del terzo settore rganizzato dal dipartimento di Scienze giuridiche dell’Ateneo di Piacenza in collaborazione con l’ufficio dell’Avvocatura, con la Curia di Milano e l’associazione 3S formER lo scorso 18 maggio si è tenuto in Cattolica il convegno La Riforma del Terzo Settore e il suo impatto sugli Enti religiosi, con particolare attenzione agli enti ecclesiastici della Chiesa Cattolica.

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L’incontro introdotto dal vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio Gianni Ambrosio e moderato dal docente di Diritto ecclesiastico Antonio Chizzoniti ha fatto luce sugli effetti che l’attuazione della riforma del terzo settore avrà sugli enti religiosi e specialmente su quelli ecclesiastici legati alla Chiesa cattolica. In particolare il professor Chizzoniti ha spiegato come la riforma

del terzo settore, varata a luglio dello scorso anno, è stata predisposta con quattro decreti legislativi, ma ora vive una fase di stallo in quanto mancano i decreti attuativi. Il convegno si è concluso con un giudizio positivo sulla riforma, che invita gli enti ecclesiastici ad andare nella direzione dell’agire etico e della trasparenza lasciando margini di autonomia, nell’attesa che la riforma sia applicata.

Arrivando ai giorni nostri Cottarelli sottolinea come il debito italiano si sia stabilizzato da qualche anno al 132 per cento del Pil, il livello più elevato nella storia del nostro paese, che comporta rischi concreti per il sistema paese. Infine conclude sostenendo che c’è ancora tempo per una soluzione più ortodossa: quella di una riduzione graduale del debito di 3 punti all’anno sul Pil, aumentando la differenza tra spese e entrate al netto delle spese degli interessi. Il modello di sviluppo europeo e il rispetto dei trattati è stato invece il tema al centro dell’intervento di Olimpia Fontana (a sinistra nella foto), ricercatrice presso il Centro Studi Federalismo (Csf) di Torino, mentre il commercialista Mauro Peveri ha parlato di riforma fiscale, flat tax e dintorni e il notaio Carlo Brunetti quello delle imposte dirette. PRESENZA 2, MAGGIO-GIUGNO 2018

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Domeniche in Villa a Castelnuovo Fogliani di Giada Meloni

l complesso signorile della Villa di Castelnuovo Fogliani – adagiata nel cuore della Pianura Padana e risalente ai primi del 1100 – che fu sede di corsi universitari fino al 1973 e poi di convegni e attività didattiche fino all’inizio degli anni duemila, apre di nuovo le sue porte ai visitatori per una stagione ricca di iniziative e attività; l’Istituto Toniolo ne ha infatti affidato a EDUCatt la gestione con il compito di far rivivere gli ambienti e costruire un’offerta sia per la popolazione dell’ateneo che per i visitatori che sceglieranno Castelnuovo Fogliani, nel sorprendente comune di Alseno, come meta dei loro pomeriggi estivi, ma non solo: la struttura è infatti disponibile per eventi, workshop, meeting e conferenze e si rivela particolarmente strategica data la sua vicinanza alla sede di Piacenza dell’Università Cattolica. Con l’inizio della stagione estiva la Villa riapre dunque i suoi spazi – una proprietà ricca di luoghi e attrazioni come il giardino di impronta vanvitelliana di circa mille metri e un parco di oltre sei ettari con un laghetto al centro – per un ricco calendario di attività, a cominciare dalle Domeniche in Villa a Castelnuovo Fogliani: gli ambienti e gli oggetti della dimora sono visibili al pubblico sotto la guida specialistica del professor Alessandro Malinverni e con la partecipazione del professor Carlo Mambriani. Gli appuntamenti

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per scoprire la Villa e la sua storia, iniziati il 10 giugno scorso, si protraggono per tutta l’estate fino al 23 settembre; le visite possono essere prenotate online, all’indirizzo www.castelnuovofogliani.it. L’obiettivo della Fondazione è ripensare Castelnuovo Fogliani e le sue attività con uno sguardo nuovo: dall’idea di un brand che comunichi genuinità e tradizione, ma anche voglia di innovare nasce il concept “Casa Fogliani”, un’officina creativa che richiama uno spirito familiare senza perdere l’identità e il prestigio della storia antichissima a cui è legata e che si arricchirà di proposte e di prodotti legati al territorio. “Casa Fogliani” vanta già diverse collaborazioni con partner legati al mondo enogastronomico: nel settore del food&beverage tra altri il salumificio Peveri, il caseificio Contini, il birrificio artigianale Argo e l’azienda agricola vitivinicola La Prandia, tutte realtà del territorio emiliano che promuovono prodotti di alta qualità. I prodotti di Casa Fogliani sono già disponibili allo store dellaVilla nelle domeniche di apertura e presto saranno distribuiti anche in tutte le sedi in cui la Fondazione opera. Per scoprire quanto ha da offrire il complesso di Castelnuovo Fogliani è possibile seguire il profilo Instagram ufficiale @castelnuovofogliani o la pagina Facebook @casafogliani.

College Camp: appuntamenti con gli studenti fuori sede di Martina Vodola

nche quest’anno partono i College Camp dell’Università Cattolica, una serie di appuntamenti a partire dal mese di luglio per partecipare al concorso di ammissione ai collegi e alle residenze universitarie dell’Ateneo. Per tutte e quattro le sue sedi – Milano, Piacenza, Brescia e Roma – l’Università Cattolica offre soluzioni abitative in collegi posti all’interno o in prossimità del campus e in residenze urbane ben collegate alle sedi: per accedere alle strutture è necessario sostenere una prova di ammissione, la cui domanda deve essere presentata on line entro i termini previsti dalle quattro sedi universitarie e comunicati sul sito www.collegiunicattolica.it. A Milano è possibile partecipare al concorso in una data tra il 10, il 12, il 17 e il 19 luglio. A Piacenza la data fissata è il 24 luglio, mentre per la sede di Brescia le iscrizioni resteranno aperte per tutto il periodo estivo. Infine, tre modalità di iscrizione diverse per la sede di Roma: gli

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studenti iscrivendi alla facoltà di Medicina e Chirurgia a ciclo unico possono partecipare al concorso compilando entro luglio la domanda on line disponibile in area myEducatt; gli studenti iscrivendi alla facoltà di Economia potranno partecipare al concorso o nel mese di luglio o nel mese di settembre. La proposta è rivolta agli studenti che soddisfano una serie di requisiti consultabili on line nel bando di ammissione, come in particolare: prima iscrizione a un regolare anno di corso di laurea triennale, magistrale, a ciclo unico, dottorato di ricerca o scuola di specializzazione; residenza fuori sede; conseguimento di un voto di maturità minimo pari a 70/100 per studenti iscrivendi al primo anno di corso, o un numero minimo di CFU conseguiti entro il 10 di agosto 2018 previsti dal bando, per gli studenti iscrivendi ad anni di corso superiori al primo. È possibile consultare on line il bando di ammissione completo.


educatt

ANNIVERSARI

Una storia lunga 10 anni

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l 16 giugno EDUCatt ha festeggiato con i propri lavoratori e gli amici della Fondazione i 10 anni di attività nella splendida cornice di Castelnuovo Fogliani. La giornata è stata l’occasione per rinnovare l’impegno nell’ascolto delle esigenze degli studenti e dell’Università Cattolica, per consolidare la volontà nel costante miglioramento dei servizi e delle opportunità offerte. Dopo la celebrazione della Santa Messa officiata da monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica, i festeggiamenti sono proseguiti con una riflessione sulle ragioni della Fondazione, guidata dal commendator Renzo Bozzetti e dal Direttore Angelo Giornelli, poi con la visita libera della struttura e del giardino all’italiana. Tutti gli ospiti si sono poi trasferiti all’Abbazia di Chiaravalle della Colomba, il complesso cistercense medievale a circa 10 km da Castelnuovo Fogliani costruito sulla stessa impronta della omonima abbazia milanese, per visitarne gli ambienti e respirarne la quiete; pace amplificata dalla presenza della Festa dell’Infiorata, manifestazione annuale in cui la navata principale della basilica viene ricoperta da un tappeto di fiori freschi.

Suore Stimmatine I 30 anni della Residenza

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il 1988 quando Suor Imelde arriva al Collegio Suore Stimmatine in via Tazzoli 17 a Milano: la struttura viene riqualificata e ripensata in quegli anni come luogo in cui le studentesse dell’Università Cattolica possano sentirsi a casa durante i loro anni di studio fuori sede. Sono passati trent’anni da quel giorno e Suor Imelde, oggi poco più che novantenne, continua a dirigere e amministrare la Residenza che il 15 maggio ha festeggiato tre decenni di convenzione con EDUCatt e Università Cattolica. La serata si è svolta tra i saluti istituzionali del Presidente della Fondazione, il prorettore Antonella Sciarrone Alibrandi, il direttore della Fondazione Angelo Giornelli e la celebrazione della Santa Messa officiata dall’Arcivescovo della Diocesi di Milano Mario Delpini. Una bella occasione di festa e di ritrovo anche per le ormai molte generazioni di studentesse che sono transitate dalla Residenza di via Maroncelli completando la propria formazione umana e accademica. PRESENZA 2, MAGGIO-GIUGNO 2018

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libri

Le relazioni necessarie: lavoratori e cittadini a cura di Velania La Mendola

Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Basterebbe il primo articolo della Costituzione per spiegare il titolo del nuovo libro della sociologa Rosangela Lodigiani, Lavoratori e cittadini. Eppure non è così, perché la complessità della relazione tra cittadinanza e lavoro, spesso invisibile, è tale da richiedere una riflessione più ampia. Abbiamo incontrato l’autrice per approfondire il tema.

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Il libro parte da storie concrete di donne e uomini di varie età e di diverse professioni: sono storie vere? Si, raccolte tramite interviste. Da @Marco (la chiocciolina è un richiamo social all’attualità di queste storie), 51 anni, dipendente a tempo indeterminato che si frattura la tibia giocando a calcetto, fino a @Camilla giornalista free lance in crisi e in cerca di collaborazioni; da @Alì immigrato operaio che non trova lavoro fino ad @Anna, commessa di un negozio con due figli e un marito disoccupato, @Paolo. Ci sono anche i giovani, laureati e con il sogno di stabilità nel cassetto o ancora studenti universitari con progetti alternativi in giro per il mondo. Alla base delle sue tesi c’è la definizione della parola “cittadinanza”: amore per la patria secondo Marco, avere dei doveri e dei diritti per Paolo, un sogno da realizzare per Alì, un concetto astratto per il giovane Riccardo che si sente cittadino europeo più che italiano... chi ha ragione? Tutti, perché la cittadinanza da un lato implica la fedeltà alla comunità nazionale e dall’altro riconosce ai suoi membri una uguale dotazione di diritti e doveri. Tuttavia non è una concessione da un’autorità a un soggetto passivo, richiede una partecipazione attiva alla vita collettiva in qualità di cittadino, un aspetto su cui non ci si sofferma, così come mentre è facile elencare i diritti di un cittadino (sociali, civili, politici) è più difficile stilarne i doveri... Ad esempio? Una volta si potevano elencare più o meno così: pagare tasse e contributi, assolvere l’obbligo di istruzione e il servizio militare, lavorare. Con una promessa: per il tramite del lavoro la cittadinanza si sarebbe estesa e arricchita. Ma oggi il lavoro è cambiato e allora a quale titolo il lavoro è premessa di cittadinanza per tutti? @Alì, come è facilmente immaginabile, è il primo a non trovare soddisfacenti le risposte di un tempo. Ma anche per @Anna e @Camilla il discorso è ben più complesso. 30

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Perché ha dedicato un capitolo del suo libro al rapporto donne/lavoro? La femminilizzazione della forza lavoro è uno dei cambiamenti più rivoluzionari della storia recente. Tuttavia i sistemi di welfare non hanno saputo accompagnare questa svolta emancipatoria e stentano a farlo. l’Italia spende l’1,7% del Pil per la funzione famiglia e minori, ampiamente meno della media europea al 2,4%. È esplicita la testimonianza di @Anna: fino a quando non ha goduto di una maggiore stabilità lavorativa e della maggiore forza negoziale nel gestire gli orari di entrata e uscita, senza l’aiuto dei suoi genitori non avrebbe potuto rientrare al lavoro a tempo pieno. Precariato, lavoro ad ostacoli, un mito della flessibilità che ha molti svantaggi a lungo termine. Lei esplora anche il rapporto tra nuove tecnologie e lavoro citando ad esempio i rider di Foodora o i fattorini di Amazon. Cosa implicano questi nuovi scenari? Al momento c’è un quadro normativo che ha troppe falle rispetto ai cambiamenti in corso. Dietro l’efficienza verso il consumatore c’è il rischio di una serie di trappole per chi lavora con orari e ritmi di lavoro difficilmente sostenibili e pagamenti non sufficienti. Penso anche al crowdworking online in cui si partecipa alla realizzazione di un progetto dal proprio pc, senza capire il quadro d’insieme: sondaggi, inchieste, like sul profilo facebook di determinate aziende, piccoli lavori di scrittura, ecc. Un mercato globale, delocalizzato e iperparcellizzato... Il lavoro rischia di finire così doppiamente in frantumi: sul piano della regolazione contrattuale e sul piano dei contenuti. Come resistere? Bisogna rinnovare le forme di protezione e rappresentanza del lavoro, sperimentare e innovare le tutele sociali in dialogo con l’interesse collettivo, riorientare le politiche di welfare e fiscali per costruire un sistema di tassazione che incoraggi chi genera effetti positivi sull’economia. Ripartiamo dalle “persone”, non dagli individui, cioè da un concetto di essere umano che ha legami sociali: il patto di cittadinanza deve trasformarsi in un’alleanza, strategica per il futuro.

Le notizie, i consigli di lettura, i dibattiti in corso, le interviste agli autori di Vita e Pensiero si possono seguire su twitter (@vitaepensiero), facebook (vitaepensieroeditore), youtube (/vitaepensiero) e sul sito www.vitaepensiero.it

Ebook: Essays in honor of Luigi Campiglio

vitaepensiero.it

LE RIVISTE VITA E PENSIERO

Bollettino dell’Archivio per la Storia del Movimento Sociale Cattolico in Italia

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ondato da Mario Romani nel 1966, il Bollettino è la voce dell’Archivio per la storia del Movimento Sociale Cattolico in Italia ed è stata fino alla fine del XX secolo l’unica rivista storica che abbia fotografato il contributo dei cattolici nella vita economica e sociale del Paese. L’ultimo numero, pubblicato nel maggio 2018, si apre con un interessante e approfondito saggio di Daniele Bardelli sulla nascita dell’Istituto Superiore di educazione fisica dell’Università Cattolica, che ricostruisce in parte anche il rapporto tra Chiesa e sport nella storia: dallo scontro con il fascismo fino all’apertura dell’Isef, sotto la spinta dell’arcivescovo Montini, che inaugura i corsi nell’ottobre del 1964. Della figura dello statistico Albino Uggè si occupa invece Maurizio Romano che ricostruisce attraverso i documenti d’archivio la vita e la carriera di questo studioso, scomparso nel 1971, che vanta una cinquantennale permanenza tra i docenti del nostro Ateneo. Nella sezione Note e discussioni della rivista si segnalano poi l’articolo di Massimo Cioccarelli dedicato a Don Giavazzi e il rapporto con Gemelli, quello di Alberto Cova sul carteggio tra Toniolo e Luzzatti e le riflessioni di Marco Salvioli sulla Dottrina sociale della Chiesa. Tutti gli articoli della rivista dal 2003 a oggi sono disponibili in versione digitale sul sito http://movimentosocialecattolico. vitaepensiero.it/


libri José Tolentino Mendonça

Elogio della sete

Vita e Pensiero, Miano 2018 pp. 152, euro 14,00 (Grani di senape)

vere sete e dissetarsi: di questo parla José Tolentino Mendonça in Elogio della sete, un libro nato dalle riflessioni che hanno guidato gli esercizi spirituali della curia romana nel tempo di Quaresima e che papa Francesco ha affidato al poeta e sacerdote portoghese. C’è la sete vera, quella delle periferie del mondo, e c’è la sete che è dolore dell’anima, vulnerabilità estrema di una vita che non trova via d’uscita. C’è la sete che è malattia dell’essere sempre insoddisfatti, ma c’è anche la sete che fa muovere. È soprattutto questa, l’opportunità di crescita umana e spirituale offerta dalla sete, che a Tolentino preme sottolineare, ricercandone le tracce nelle Scritture come nella letteratura e nella poesia. Dalla samaritana che nel dialogo con Gesù scopre che non è dell’acqua del pozzo che ha sete, alla sete del Crocifisso che è sete degli uomini. Fino alla scoperta del dono che la sete ci fa, l’acqua viva dello Spirito, e alla consolazione senza pari che proviamo nell’abbraccio dell’ultima frase di Gesù contenuta nelle Scritture: «Chi ha sete, venga».

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Elena Colombetti (a cura di)

Il senso dell’altro. Muri, dialoghi, paure, ponti Vita e Pensiero, Milano 2018 pp. 128, euro 12,00 (Varia. Università)

l senso dell’altro ha una duplice accezione: il significato che diamo all’altro e alla sua presenza, ma anche il modo in cui questi percepisce e ci percepisce. L’altro è però anche un’incognita e nella storia, mondiale e personale, ponti e muri si alternano per incontrarsi e per difendersi. Il senso dell’altro, curato dalla docente di Filosofia Morale dell’Università Cattolica Elena Colombetti, nasce da un lavoro iniziato in una giornata di studi della Facoltà di Scienze della Formazione. Le diverse analisi che lo compongono non ignorano, ma anzi assumono, un paradosso di partenza: il fatto che ciascuno è, per l’altro, altro, e che quindi parlare dell’alterità significa parlare di sé. Un paradosso che è messo a tema in modo esplicito nella riflessione filosofica sull’umano, che attraversa l’analisi storica che indaga sulle identità nazionali e sui meccanismi di inclusione od esclusione, che affiora con forza nella sfida pedagogica di un’educazione in un contesto interculturale, che interroga le arti performative come il teatro che si propongono come strumento e ambiente formativo.

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Giuseppe Mari, Marisa Musaio (a cura di)

La sfida dell’educazione Vita e Pensiero, Milano 2018

pp. 144, euro 13,00 (Ricerche. Pedagogia e scienze dell’educazione)

a ricorrenza del termine educazione in riflessioni, progetti e pratiche mostra la sua centralità nell’intersecare le esigenze più profonde del nostro tempo. Innumerevoli difficoltà delle persone richiedono di interpretare condizioni di crisi, emergenza, fragilità, così come di prestare attenzione a dimensioni come cura, legame, affettività, libertà, bellezza, cittadinanza. Cercando di andare al di là di atteggiamenti improntati al lanciare grida d’allarme intorno a disagi e mancanze, occorre piuttosto sottolineare la valenza trasformatrice dell’educazione, per non disperdere ciò di cui è portatrice ogni persona. Gli studi raccolti nel volume La sfida dell’educazione dedicato al prof. Giuseppe Vico nella ricorrenza dei suoi 80 anni e curato da Giuseppe Mari e Marisa Musaio, esplorano la questione educativa da punti di vista diversi, ma tutti convergenti sul riconoscimento della dignità dell’essere umano e della sua libertà.

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EDUCatt Voci dal Sessantotto. Ritratti editoriali di una contestazione EDUCatt, Milano, 2018 pp. 108 | euro 8,00

V

oci dal Sessantotto. Ritratti editoriali di una contestazione è l’ultimo progetto editoriale del Laboratorio di editoria dell’Università Cattolica di Milano che con questa nuova pubblicazione aggiunge il venticinquesimo titolo alla collana “Quaderni del Laboratorio di editoria”. Curato come ogni anno dagli studenti del Laboratorio, sotto la guida del professor Roberto Cicala, professionista nel settore e docente del Laboratorio, e dello staff editoriale di EDUCatt, il volume rievoca gli echi della contestazione giovanile nel mondo attraverso l’analisi di casi editoriali che sono diventati pietre miliari della letteratura di quel periodo. Il libro è stato presentato dagli studenti al trentunesimo Salone Internazionale del Libro di Torino venerdì 11 maggio e in Ateneo mercoledì 16 maggio. È possibile acquistare il volume, che ha tiratura limitata, presso il Cointaner.9 di Educatt a Milano oppure ordinarlo online all’indirizzo www.educatt.it/libri/quale.

EBook a cura di Riccardo Redaelli

Mediterraneo 2035. La trasformazione degli scenari geopolitici CRISSMA WP N. 24, EDUCatt, Milano, 2018 pp. 144 | download gratuito

È

disponibile gratuitamente online (all’indirizzo https://unicatt.academia. edu/CRiSSMA e sui principali store online) l’ultima pubblicazione dei CRiSSMA Working Papers, relativa agli Atti del Convegno nazionale del 22 giugno 2017. A cura del professor Riccardo Redaelli, il nuovo numero è intitolato Mediterraneo 2035 – La trasformazione degli scenari geopolitici e ospita al suo interno interventi che affrontano la questione dello scenario del bacino del Mediterraneo da una prospettiva non solo geografica, ma anche culturale, religiosa, ecologica e tecnologica. Dalle parole di professori ed esperti – oltre che da quelle introduttive del rettore Franco Anelli – risultano evidenti e necessarie le molteplici attenzioni da rivolgere a un mare che, se vuole essere ancora considerato nostrum, deve essere compreso con precisione da ogni punto di vista. PRESENZA 2, MAGGIO-GIUGNO 2018

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