primissima gennaio 2010

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gennaio LE TRAME E LE IMMAGINI DI TUTTI I FILM

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Valerio Mastandrea

www.primissima.it

rivista programma dei cinema

la prima cosa bella secondo Virzì

Io, loro e Lara

Baciami ancora

tra le nuvole

avatar

interviste : verdone, virzì e muccino



INTERVISTE

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uscite del 5-15-22 gennaio

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la prima cosa bella

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uscite del 22-29 gennaio

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avatar

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il riccio

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il quarto tipo

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io loro e lara

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tra le nuvole

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soul kitchen

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nine

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il mondo dei replicanti

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baciami ancora

11 carlo verdone 18 paolo virzì 30 gabriele Muccino

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rivista programmma dei cinema • anno 21 n.1 - gennaio 2010 Free magazine nato il 1 giugno 1990 distribuito gratuitamente nelle sale cinematografiche italiane Direttore responsabile Grafici piero cinelli luca.foddis@primissima.it LUCA FODDIS PATRIZIA MORFù patrizia.morfu@primissima.it Direttore editoriale hanno collaborato a questo numero Paolo Sivori Editore

Multivision S.r.l.

Via Fabio Massimo, 107 • 00192 - Roma tel. fax. +39 0645437670 primissima@primissima.it Reg. Trib. Roma n. 73/90 del 1/2/1990 P.Iva 07210901000

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nicoletta gemmi, MARCO SPAGNOLI, Cristina Marella palmieri Calendario a cura di nicoletta gemmi stampa PFG • Ariccia (RM) distribuzione nazionale SAC

26 Redazione e pubblicità Primissima

Via Fabio Massimo, 107 • 00192 - Roma tel. fax. +39 0645437670 primissima@primissima.it

LA RIVISTA IN ESCLUSIVA NELLE SALE ASSOCIATE ANEC


5 gennaio REC 2

(Spagna, 2009) Regia di Jaume Balagueró, Paco Plaza con Manuela Velasco, Javier Botet, Nico Baixas, Jonathan Mellor, Óscar Zafra 85’, Mediafilm, horror Sequel del primo ‘reality horror’ in cui avevamo lasciato un gruppo di vigili del fuoco inghiottiti dalla palazzina degli orrori, adesso nel condominio infettato dal virus una deva-

15 gennaio

stante epidemia trasforma gli uomini in zombie assetati di sangue umano. Un commando di forze speciali viene mandato nell’edificio per verificare lo stato dell’epidemia e alla ricerca di eventuali superstiti. A complicare le cose, un gruppo di ragazzini del quartiere, che si trova sul tetto del palazzo, finisce in mezzo al blitz. Intanto gli zombie sono passati al contrattacco, ed una vera e propria guerriglia scoppia tra i pianerottoli.

Departures

(Okuribito, Giappone, 2009)

Regia di Yojiro Takita con Masahiro Motoki, Tsutomu Yamazaki, Kazuko Yoshiyuki, Ryoko Hirosue, Kimiko Yo 130’, Tucker Film, drammatico

Vincitore del premio Oscar 2008 come miglior film straniero, Departures è una storia delicata che riflette sulla morte con coraggio

22 gennaio

A Single Man

(Usa, 2009) Regia di Tom Ford con Colin Firth, Julianne Moore, Matthew Goode, Ginnifer Goodwin, Nicholas Hoult 100’, Archibald Film, drammatico L’esordio nella regia dello stilista Tom Ford è una vera sorpresa. Un dramma alla Douglas Sirk elegantissimo, commovente, emozionante. Con un Colin Firth da Oscar (intanto ha vinto la Coppa Volpi a Venezia). 1962. L’uomo solo del titolo è un Professore uni-

Cuccioli – il codice di Marco Polo (Italia, 2009) Regia di Sergio e Francesco Manfio 80’, 01 Distribution, animazione

Un divertente film d’animazione destinato ai più piccoli, con un forte messaggio ambientalista, ispirato alla fortunata e omonima serie tv. I protagonisti sono una scatena-

ta banda di cuccioli: Olly la gatta saggia, Cilindro il coniglio atletico, Diva la papera primadonna, Pio il ranocchio aspirante attore, Senzanome il pulcino muto, Portatile il cane intellettuale. I Cuccioli sono costretti ad interrompere le loro attività in giro per il mondo per affrontare la più impegnativa delle sfide: recuperare il Codice di Marco Polo e salvare Venezia e le sue calli dai malefici della perfida Maga Cornacchia.

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e consapevolezza. Un ex violoncellista fallito realizzerà se stesso e scoprirà finalmente di possedere un talento (sebbene alquanto inusuale): preparare i cadaveri (lavarli, vestirli, truccarli, profumarli) per una ditta di pompe funebri. Un rituale di rara grazia, una cerimonia fatta di piccoli gesti, che restituiscono il fascino ma anche il mistero del culto giapponese più antico e più profondo: quello per i defunti.

versitario di letteratura dell’Università di Los Angeles, che da poco ha perso il suo compagno, Jim, dopo sedici anni di convivenza. Il Prof. Falconer ha una bellissima casa, è ricco, dandy oltre ad essere uno stimato intellettuale. Ha un’amica (Julianne Moore) con cui ha avuto una relazione in gioventù, ed uno studente che lo perseguita. Nonostante insegni ai suoi studenti a non vivere nella paura, a non lasciarsi sopraffare mai dagli eventi, la sua voglia di vivere è scomparsa insieme a Jim.



22 gennaio L’uomo che verrà

(Italia, 2009) Regia di Giorgio Diritti con Alba Rohrwacher, Maya Sansa, Claudio Casadio, Greta Zuccheri Montanari, Stefano Bicocchi 100’, Mikado, drammatico/storico La storia dei nove mesi che precedettero la strage di Marzabotto, avvenuta il 29 settembre del 1944 e nella quale persero la vita 780 persone, soprattutto donne e bambini fucilati dalle SS. Il tutto visto dagli occhi

della piccola e taciturna Martina, figlia di due contadini. Il film è una dolorosa riflessione sulla condizione delle vittime civili, il cast mescola attori professionisti e non, ed è recitato nel dialetto emiliano. La famiglia di Martina vive, infatti, alle pendici di Monte Sole, provincia di Marzabotto, non lontano da Bologna. L’uomo che verrà è il secondo film di Giorgio Diritti che due anni fa con Il vento fa il suo giro realizzò un piccolo caso, rimanendo per mesi delle sale cinematografiche di alcune città.

29gennaio

Bangkok Dangerous: Il codice dell’assassino (Usa, 2008)

Regia di Oxide Pang Chun, Danny Pang con Nicolas Cage, Shaun Delaney, Panward Hemmanee, Dom Hetrakul, Philip Waley 99’, Eagle Pictures, azione

Joe (Cage) è un killer, appena giunto a Bangkok per assassinare quattro nemici di un boss della criminalità di nome Surat, che lo ha ingaggiato. A questo scopo recluta Kong, un ladruncolo di strada, con lo scopo di utilizzarlo come suo assistente, per poi ucci-

derlo, una volta che avrà portato a termine il suo incarico, cancellando così ogni traccia del suo passaggio. A dispetto dei suoi piani e della sua natura di lupo solitario, Joe si ritrova a fare da mentore al giovane e si innamora di una ragazza che fa la commessa presso un negozio locale. Iniziando a mettere in discussione la sua intera esistenza. Remake americano ad opera dei fratelli Pang del loro omonimo film del 1999, con la star di Hollywood Nicolas Cage come protagonista.

Alvin Superstar 2

(Alvin and the Chipmunks: The Squeakquel, Usa, 2009)

Regia di Betty Thomas con Justin Long, Anna Faris, Jason Lee, Christina Applegate, Zachary Levi 100’, 20th Century Fox, animazione/ commedia

L’animazione 3D si fonde con la live action in questo sequel che strizza l’occhio ai più piccoli. Diventate, nel primo film, delle famose popstar Alvin, Simon e Theodore vengono

Tenderness (Usa, 2008)

Regia di John Polson con Russell Crowe, Jon Foster, Sophie Traub, Arija Bareikis, Alexis Dziena 101’, Mediafilm/Sony Pictures, thriller

Lori, sedicenne, è profondamente affascinata dalla figura di Eric, un giovane poco più grande di lei, diventato protagonista

della cronaca nera per aver ucciso i genitori. Il suo passato violento non la spaventa, al contrario la attrae profondamente. Eric viene rilasciato di prigione e Lori decide di seguirlo. I due cominciano insieme un viaggio complicato e pericoloso, inseguiti da un poliziotto locale (Crowe), che si occupa di Eric da anni, convinto che il ragazzo non si è macchiato del delitto dei soli genitori.

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affidati alle cure di Toby, il nipote ventenne del musicista Dave Seville. I ragazzi hanno un compito: salvare il programma di musica della scuola, vincendo il premio di 25.000 dollari messo in palio da un concorso. Ma, inaspettatamente, i Chipmunk si troveranno a doversi confrontare con le ‘Chipette’, una band tutta al femminile, formata da Brittany, Eleanor e Jeanette. Le scintille si accendono in tutti i sensi non appena ha inizio la gara.


Warner Bros. Pictures presenta

regia di

Carlo VERDONE Carlo VERDONE Laura CHIATTI

Anna BONAIUTO Marco GIALLINI Sergio FIORENTINI e con

Concept:

Foto: Claudio Porcarelli

Angela FINOCCHIARO

WARNER BROS. PICTURES presenta una produzione WARNER BROS. ENTERTAINMENT ITALIA CARLO VERDONE in “IO, LORO E LARA” con LAURA CHIATTI ANNA BONAIUTO MARCO GIALLINI SERGIO FIORENTINI e con ANGELA FINOCCHIARO Soggetto e Sceneggiatura CARLO VERDONE FRANCESCA MARCIANO PASQUALE PLASTINO Aiuto Regia INTI CARBONI Casting YOZO TOKUDA Costumi TATIANA ROMANOFF Scenografia LUIGI MARCHIONE (A.S.C.) Suono GAETANO CARITO (A.I.T.S.) Musica FABIO LIBERATORI Montaggio CLAUDIO DI MAURO (A.M.C.) Direttore della Fotografia DANILO DESIDERI (A.I.C.) Produttore Esecutivo LAURA FATTORI Regia di CARLO VERDONE

www.yahoo.it/ioloroelara

DAL 5 GENNAIO AL CINEMA


5 gennaio

Un caso letterario diventa un film. Il riccio del titolo si riferisce alle qualità nascoste di una sconosciuta portinaia parigina, ed alla sua improbabile amicizia con una bambina dodicenne, che dietro ad un aspetto mediocre nasconde una straordinaria intelligenza, e un progetto suicida.

Il Riccio P

arigi, rue de Grenelle numero 7. Un elegante palazzo abitato da famiglie dell’alta borghesia. Ci vivono ministri, burocrati, maitres à penser della cultura. Dalla sua guardiola assiste allo scorrere di questa vita di lussuosa vacuità la portinaia Renée (Balasco), che appare in tutto e per tutto conforme all’idea stessa della portinaia: grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente. Niente di strano, dunque. Tranne il fatto che, all’insaputa di tutti, Renée è una coltissima autodidatta, una raffinata intellettuale che adora l’arte, la filosofia, la musica, la cultura giapponese. Ma tutti nel palazzo ignorano le sue ricchissime conoscenze, che lei tiene gelosamente nascoste, dissimulandole con umorismo sornione. Poi c’è Paloma (Le Guillermic), la figlia di un ministro ottuso; dodicenne geniale, brillante e fin troppo lucida che, stanca di vivere, ha deciso di farla finita (il 16 giugno, giorno del suo tredicesimo compleanno). Fino ad allora continuerà a fingere di essere una ragazzina mediocre, segretamente osservando con sguardo critico e severo l’ambiente che la circonda. Due personaggi in incognito, quindi, diverse eppure accomunate, dal disincanto, che ignare l’una dell’impostura dell’altra, si incontreranno solo grazie all’arrivo di monsieur Ozu, un ricco giapponese, il solo che saprà

smascherare Renée. Liberamente tratto dal romanzo ‘L’eleganza del riccio’ di Muriel Barbery, l’originalità della storia - l’amicizia tra una donna adulta ed una bambina, due persone che si nascondono dietro un aspetto insignificante - mette in risalto l’importanza di guardare gli altri senza pregiudizi e magari con un pò di curiosità, svelando il mondo mediocre che le circonda. “Questa è una storia – ha dichiarato la regista - sull’assurdità dei pregiudizi, la magia degli incontri improbabili. Quel palazzo mi ha fatto pensare a quello dove sono cresciuta io, un palazzo borghese. Da piccola ero affascinata dalla sovrapposizione casuale di vite tanto diverse. Ma il vero punto di partenza sono state Paloma e Renée. Una donna burbera che si trasforma incontrando una bambina chiusa, seria, piena di certezze e insieme a Kakuro comprendono che la vita è molto più complicata e sorprendente di quanto potessero immaginare”.

Il riccio

(Le hérisson, Francia, 2009) Regia di Mona Achache con Josiane Balasko, Garance Le Guillermic, Togo Igawa, Anne Brochet, Ariane Ascaride 100’, Eagle Pictures, drammatico

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GABRIELE MUCCINO

BACIAMI

ANCORA

LA STORIA DI TUTTE LE STORIE D’AMORE baciamiancora.msn.it


5 gennaio Carlo Verdone si veste da prete per raccontarci con il sorriso ‘come siamo ridotti’. Una commedia specchio del degrado morale e sociale dei nostri giorni, ma piena di speranza e soprattutto di risate.

P

adre Carlo Mascolo (Verdone) è un missionario che vive in un villaggio nel cuore dell’Africa dove - parole sue - fa ‘il medico, il preside, l’agricoltore, il meccanico e lo sceriffo a tempo pieno’. Da qualche tempo avverte i sintomi di una crisi spirituale che lo angoscia sempre di più. Dunque decide di tornare a Roma per parlarne ai suoi superiori. Il suo padre spirituale lo tranquillizza, a volte è necessaria una pausa di riflessione. Lo esorta a trascorrere un po’ di tempo in famiglia per ritrovare se stesso attraverso il calore dei propri cari. Ma quando Don Carlo torna a Roma non trova alcuna comprensione da parte di nessuno, anzi, viene travolto dai problemi di tutti i suoi parenti. Il padre ha sposato la badante ucraina e i figli gli hanno dichiarato guerra. Il fratello Luigi (Giallini) ha problemi di droga, la sorella Bea (Bonaiuto) è una donna rigida che rivela aspetti inquietanti. Se, rientrando in famiglia, Carlo sperava di trovare conforto,

parole che potessero aiutarlo a superare la sua crisi spirituale, si trova invece costretto a fronteggiare rancori, dirimere questioni di denaro, placare furori razzisti. Come se non bastasse, in questo caos un giorno, con un colpo di scena, entra Lara (Chiatti), bella, misteriosa, ambigua e sensuale come una mina vagante all’interno della sua famiglia. L’equilibrio del povero Carlo rischia la deflagrazione. La ragazza non ha una vita tanto facile e forse solo Carlo, essendo lei odiata da tutti, potrà aiutarla a ritrovare non solo un equilibrio, ma un vero senso alla sua vita. Ci riuscirà con il suo buon senso? Riuscirà a creare un clima di concordia e tolleranza fra tutti? Se ne sarà capace dovrà esporsi in situazioni imbarazzanti, miserabili e comiche per un prete che, nonostante la sua crisi con Dio, ha principi forti e sani. Non è la prima volta che Carlo Verdone si veste da prete, lo ha già fatto in passato,

Io Loro E La


in modo caricaturale, con effetti esilaranti. Questa volta invece dà vita ad un prete serio, in crisi con la sua fede, ma con un’autentica vocazione ad aiutare ed ascoltare il prossimo. “Un vero prete – ha detto Verdone – che vive il bene, il male, la confusione, le fragilità, le assurdità di un mondo più ricco ma assolutamente meno dignitoso di quello africano. Detto questo, il film è una commedia dove si ride tanto ma che ha un messaggio importante nel finale che è un invito al riscoprire la famiglia e la tolleranza che, sinceramente, senza volere fare il moralista o il cattolico, mi pare che su questi temi, al momento, siamo all’urgenza”.

Intervista a

Io, loro e Lara (Italia, 2009) Regia di Carlo Verdone con Carlo Verdone, Laura Chiatti, Marco Giallini, Anna Bonaiuto, Angela Finocchiaro 115’, Warner Bros., commedia

Significa inserire un personaggio molto serio all’interno di una commedia degli equivoci molto divertente. In questo senso penso di avere dato prova di una delle mie migliori di interpretazioni giocando, in un certo senso, “di rimessa” di fronte a situazioni imbarazzanti e che lo mettono profondamente a disagio. Il protagonista è un prete moderno di oggi che sta al passo dei tempi: non pontifica, ma vive i problemi degli altri e della sua famiglia in prima persona. Credo che, in un certo senso, ci si dimentichi di avere davanti a noi un sacerdote.

ara

Carlo Verdone “Questo film nasce dal desiderio di affrontare una sfida nuova dopo avere c hiuso un ciclo con Grande, Grosso e Verdone. Credo di essermi davvero stancato dei personaggi borghesi interpretati fino adesso, mentre Io, loro e Lara rappresenta una possibilità nuova, molto stimolante”. Cosa significa interpretare un prete?

Con Lara ci sarà una storia d'amore? No, sarebbe stato troppo banale…lui non perde mai la testa per Lara, ma con questa ragazza vivrà uno strano rapporto fatto di turbamenti, di odio e di grande amicizia. Cosa ha significato girare il film in Africa? Trovarmi davanti ad una condizione drammatica e poverissima: un luogo dove non c’è niente e dove ci sono questi missionari che – in due o anche da soli – gestiscono intere parrocchie facendo una fatica incredibile ed essendo ripagati dall’enorme affetto della popolazione. (M.S.)

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8 gennaio Storie multietniche, buona musica, buona cucina e lieto fine. Il tedesco di origine turca Fatih Akin, Orso d’oro a Berlino con La sposa turca, cambia registro e costruisce intorno ad un piccolo e modesto ristorante di Amburgo - ed alla stralunata comicità di Adam Bousdoukos - una commedia trascinante e piena di ottimi sapori.

Z

inos (Bousdoukos), giovane di origine greca, proprietario del ristorante ‘Soul Kitchen’ di Amburgo, sta attraversando un periodo decisamente sfortunato. Nadine, la sua ragazza, è appena partita per Shanghai, e lui, nel tentativo di spostare una lavastoviglie, si è infortunato la schiena e non può né cucinare e né servire ai tavoli. Pertanto è costretto a prendere uno chef professionista, uno che sa cucinare veramente. Ma i suoi trucidi clienti abituali, abituati alle sue sbobbe, scappano di fronte alla nouvelle cuisine. Intanto il fratello Illias, un ladruncolo appena uscito di prigione, si improvvisa DJ. La formula sembra funzionare, nuovi clienti, più raffinati cominciano ad arrivare. Ma i problemi non sono finiti. Una festa privata si trasforma in orgia a causa di un dessert contenente una grande quantità di afrodisiaci. Inoltre un vecchio compagno di scuola di Zinos cerca di impossessarsi del locale. Premiato a Cannes (Ai confini del Paradiso) ed a Berlino (La sposa turca), il tedesco di origine turca Fatih Akin, classe 1973, è stato accolto a Venezia, dove Soul Kitchen è stato presentato,

con un’ovazione. Commedia dal ritmo trascinante, piena di trovate e di colpi di scena, con personaggi adorabili, ed una città grigia, ma allo stesso tempo coloratissima, sullo sfondo, con l’irresistibile mimica di Bousdoukos in primo piano. “E’ una storia - ha dichiarato Akin - che parla di bevute, di mangiate, di feste, di balli e di sentirsi in famiglia. Avevo voglia di realizzare un film sul concetto di casa, non come luogo definito da una nazionalità, tedesca o turca che sia, non come luogo geografico, ma come condizione esistenziale e come stato mentale”.

Soul Kitchen

(Germania, 2009) Regia di Fatih Akin con Adam Bousdoukos, Moritz Bleibtreu, Birol Ünel, Anna Bederke, Pheline Roggan 99’, Bim, commedia

Soul Kitchen 12


eagle Pictures e Anne Dominique Toussaint presentano

fintamente indolente risolutamente solitario terribilmente elegante

un film di mona achache

tratto dal bestseller

“L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery - edizione francese Gallimard ©2006, edizione italiana e/o

con josiane balasko

dal 5 gennaio al cinema

www.libero.it/riccio


8 gennaio

L’intramontabile Bruce Willis torna al cinema d’azione con un blockbuster fantascientifico tratto dal graphic novel di Robert Venditti e Brett Wendele, ispirato a Philip K. Dick.

N

el 2054 le persone vivono chiuse in casa e mandano in giro i propri ‘surrogati’, replicanti robot che non invecchiano, non si ammalano, e sono sostituibili in caso di danno. Insomma l’umanità ha affidato il compito di interagire con il mondo esterno a degli androidi. Questi surrogati possono essere comandati tranquillamente dalle proprie abitazioni, grazie ad input sensoriali. In questo mondo apparentemente pacificato e senza crimini, viene ucciso un giovane studente. Gli agenti dell’FBI (Bruce Willis e Radha Mitchell) indagano sul misterioso omicidio per scoprire che il ragazzo era il figlio dell’inventore della tecnologia dei replicanti. Le indagini si indirizzano su una ipotetica cospirazione contro la potentissima e onnipresente Società che produce i ‘surrogati’, sull’inventore di questa tecnologia (James Cromwell), costretto su una sedia a rotelle, e verso un gruppo di ‘resistenti’, il cui capo si fa chiamare Il Profeta (Ving Rhames), che combatte questa tecnologia genetica e rifiuta questo modo di vivere attraverso i cloni. Intanto gli omicidi si moltiplicano ed è sempre più chiaro che i surrogati stanno uccidendo le persone reali. L’indagine si rivela estremamente difficile: in un mondo di maschere, chi è reale e di chi puoi fidarti? Gli agenti Tom Greer (Willis) e Jennifer Peters

(Mitchell) dovranno indagare e muoversi ‘di persona’ nel mondo reale. La fine della civiltà? Una popolazione inerte e indolente che vive oziosamente utilizzando dei modelli sintetici come videogiochi. Un mondo apparentemente senza crimini, dove tutto funziona senza fatica. Finchè improvvisamente succede qualcosa che fa saltare la maschera... Blockbuster da 100 milioni di dollari ispirato alla graphic novel The Surrogates di Robert Venditti e Brett Wendele, adattata da Michael Ferris e John Brancato, già autori di Terminator 3: Le macchine ribelli e Terminator Salvation, segna il grande ritorno di Bruce Willis al cinema d’azione. Oltre a Willis e alla Mitchell occorre segnalare nel cast la giovane e bellissima Rosamund Pike nelle vesti della moglie del poliziotto e Ving Rhames che nella pellicola gioca un ruolo fondamentale ne personaggio di Il Profeta.

Il mondo dei replicanti

(Surrogates, Usa, 2009) Regia di Jonathan Mostow con Bruce Willis, Radha Mitchell, Rosamund Pike, James Francis Ginty, Boris Kodjoe, Ving Rhames 88’, Walt Disney, fantascienza/azione/thriller

Il mondo dei

replicanti



15 gennaio

La Prima Cosa Bella Paolo Virzì torna nella sua amata e odiata Livorno per rac-

contarci una storia familiare con al centro una memorabile figura femminile, una mamma dalla contagiosa e incosciente vitalità, che nemmeno l’ipocrisia della provincia degli anni settanta riesce a fermare.

T

utto comincia nell’estate del 1971, quando assistendo alla tradizionale elezione delle Miss dello stabilimento balneare più popolare di Livorno, Anna viene inaspettatamente chiamata sul palco ed incoronata “la mamma più bella”. Da allora, nella famiglia Michelucci, arriva lo scompiglio e per Anna, cacciata di casa dal babbo accecato dalla gelosia, per il piccolo Bruno, ferito dalla vergogna, e per la sorella Valeria (Pandolfi), inizia un’avventura tragicomica, con la mamma dall’incrollabile vitalità in un ambiente meschino e pettegolo. Da allora Bruno ha tagliato i ponti con la sua città, la sua famiglia, il suo passato. Ma dopo tanto tempo la sorella Valeria lo convince a tornare a Livorno, per salutare la madre, malata terminale, per l’ultima volta. L’incontro, dopo tanti anni, con quella donna ancora vivacissima, a dispetto delle prognosi mediche, costringe Bruno a rievocare le vicende familiari che aveva cercato a tutti i costi di dimenticare. A 13 anni da Ovosodo il regista ritorna nella sua città natale con una storia scritta insieme a Francesco Bruni e Francesco Piccolo, che parla di un ragazzo, Bruno, una persona disincantata e un po’ anaffettiva, che impara con il tempo

a volere bene, ad amare, una madre da lui così diversa: solare, estroversa, per alcuni suoi concittadini ‘frivola’. Una commedia piena di humour, divertimento ma che descrive anche quel panorama umano, soprattutto maschile, della provincia più becera. La vicenda si sviluppa in due periodi distinti, gli anni settanta, in cui Anna è interpretata da Micaela Ramazzotti, e Bruno dal piccolo ... e l’oggi, dove Bruno è interpretato da Valerio Mastandrea ed Anna da Stefania Sandrelli. Ultima nota a proposito delle due attrici, il regista ha detto: “considero la Sandrelli un’icona di talento naturale, femminilità e ironia, la quintessenza del cinema italiano. Michela (moglie di Virzì e che presto lo renderà padre) non l’ho scelta per una somiglianza fisica ma in quanto hanno in comune un candore: quella speciale capacità di essere buffe e sexy nello stesso momento”.

La prima cosa bella

(Italia, 2009) Regia di Paolo Virzì con Micaela Ramazzotti, Claudia Pandolfi, Stefania Sandrelli, Valerio Mastandrea, Paolo Ruffini 116’, Medusa Film, commedia


Premio Speciale della Giuria

Un Film di Fatih Akin

ADAM BOUSDOUKOS CON

MORITZ BLEIBTREU

BIROL ÜNEL

THE MATCH FACTORY PRESENTA UNA PRODUZIONE CORAZÓN INTERNATIONAL PRODUKTION IN CO-PRODUZIONE CON PYRAMIDE PRODUCTIONS E NDR IN ASSOCIAZIONE CON DORJE FILM PHELINE ROGGAN ANNA BEDERKE DORKA GRYLLUS WOTAN WILKE MÖHRING LUCAS GREGOROWICZ DEMIR GÖKGÖL CEM AKIN MARC HOSEMANN CATRIN STRIEBECK UGUR YÜCEL UDO KIER MONICA BLEIBTREU E MOLTI ALTRI DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA RAINER KLAUSMANN (BVK) MONTAGGIO ANDREW BIRD SUONO KAI LÜDE (BVFT) SCENOGRAFIE TAMO KUNZ COSTUMI KATRIN ASCHENDORF TRUCCO NICA FAAS, MAIKE HEINLEIN MIX DEL SUONO RICHARD BOROWSKI ORGANIZZATORE GENERALE CHRISTIAN SPRINGER DIRETTORE DI PRODUZIONE ANDREA BOCKELMANN PRODUTTORE ANN-KRISTIN HOMANN CASTING MONIQUE AKIN SUPERVISORE MUSICHE KLAUS MAECK, PIA HOFFMANN SCENEGGIATURA FATIH AKIN, ADAM BOUSDOUKOS REGIA FATIH AKIN DELEGATO DI PRODUZIONE JEANETTE WÜRL CO-PRODUTTORI FABIENNE VONIER, ALBERTO FANNI, FLAMINIO ZADRA, PAOLO COLOMBO PRODUTTORI FATIH AKIN, KLAUS MAECK

WWW.SOULKITCHEN-ILFILM.IT

DALL’ 8 GENNAIO AL CINEMA


di Nicoletta Gemmi

Son tutte belle le mamme del mondo Paolo Virzì ritorna nella sua Livorno per raccontare una singolare figura femminile, una madre bella e un pò frivola, affettuosissima e un pò incosciente. Che ha segnato la vita del figlio, che dopo trent’anni torna a trovarla. Per fare i conti con un passato doloroso quanto emozionante. La prima cosa bella uscirà il 15 gennaio distribuito da Medusa Film. Ne abbiamo parlato con il regista.

A

cosa si riferisce la prima cosa bella del titolo? Alla canzone che Nicola Di Bari e I Ricchi e Poveri presentarono a Sanremo nel 1971. E’ la canzoncina che mamma Anna canta ai suoi due piccoli per rincuorarli, nei momenti più difficili. Inoltre la prima cosa bella della vita, per il protagonista, è il sorriso giovane di sua madre.

Di che cosa parla il film? Parla dell’amore fra una mamma un po’ particolare, allegra, frivola, svitata, coraggiosa, sciagurata e bellissima che però, vivendo in una provincia, suscita anche tanti malintesi, malizie, cattiverie che faranno molto male ai due figli, crescendo. Quando Bruno (Valerio Mastandrea), scappato giovanissimo da casa e da Livorno, torna perché la madre è malata, ritrova una donna che, nonostante la sua situazione è ancora vitalissima e per niente intenzionata non solo a morire ma nemmeno a rassegnarsi alla vecchiaia. E questo ritorno diventa un viaggio a ritroso nei ricordi del

passato che, il protagonista, aveva voluto a tutti i costi dimenticare. Questo evento ricompone i fili della storia famigliare, in oltre trent’anni, e dai tanti furori del passato si giunge ad una struggente riconciliazione.

Era il 1996 quando girò Ovosodo, poi non ha più ambientato film nella sua città. Perché e che importanza ha per lei Livorno? Livorno è un posto che mi ha fatto patire, dal quale me ne sono andato giovane, ho cercato anche di scappare ma non ci riesco. Anzi, questo film è un mio ritorno a casa, proprio come il personaggio di Bruno. Ci sono elementi autobiografici, ricordi? E’ una autobiografia truccata perché ci sono dei pezzi del mio vissuto, ma è una storia completamente inventata. Inoltre il centro del racconto è il tirare le somme adesso, quindi è il contrario di un amarcord. E’ un bilancio prima di tutto per i personaggi che

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raccontiamo, poi dato che dentro ognuno di loro c’è un po’ anche di me, è anche un bilancio mio personale. Stefania Sandrelli e Micaela Ramazzotti. La prima un’icona del cinema italiano, la seconda una giovane attrice che sta facendo strada. Oltre ad essere sua moglie. Cosa hanno in comune? Il personaggio di Anna ha dei debiti di ispirazione verso quello che è stata Stefania Sandrelli per il cinema italiano. Questa ragazza bellissima della provincia toscana che accende passioni e che suscita anche qualche fraintendimento. Penso soprattutto a Io la conoscevo bene e a C’eravamo tanti amati. Micaela ha in comune con Stefania una grazia innocente, un certo candore, una disponibilità verso gli altri e la vita, un essere sexy ma anche buffa, un entusiasmo vitale da bambina...


Basato su studi documentati GOLD CIRCLE FILMS PRESENTA UNA PRODUZIONE CHAMBARA PICTURES & DEAD CROW PICTURES UN FILM DI OLATUNDE OSUNSANMI MILLA JOVOVICH “IL QUARTO TIPO” (THE FOURTH KIND) WILL PATTON E ELIAS KOTEAS CASTING SUE JONES MUSICADI ATLI ÖRVARSSON PRODUTTORICO- GUY A. DANELLA JEFF LEVINE MICHELE GRECO COSTUMIDI JOHNETTA BOONE

PRODUTTORI CO-PRODUTTORI DELLA FOTOGRAFIA LORENZO SENATORE ESECUTIVI SCOTT NIEMEYER NORM WAITT IOANA A. MILLER ESECUTIVI DAVID PUPKEWITZ PAUL J. COVINGTON SCENOGRAFIEDI CARLOS DA SILVA DIRETTORE PRODOTTO SOGGETTO JON BJARNI GUDMUNDSSON VINCA LIANE JARRETT DA PAUL BROOKS JOE CARNAHAN TERRY LEE DIRETTO ROBBINS DI OLATUNDE OSUNSANMI & TERRY LEE ROBBINS SCENEGGIATURA DI OLATUNDE OSUNSANMI DA OLATUNDE OSUNSANMI

MONTAGGIO DI


15 gennaio

“Posso dire per certo che Avatar è un capolavoro, tecnico, visivo, emotivo. Durante la proiezione non riuscivo a credere ai miei occhi. E’ il film di fantascienza più bello che abbia visto dai tempi di “Guerre Stellari”, nel 1976 ....” (Steven Spielberg)

Avatar


A

mbientato nel 2154, il film segue una missione militare terrestre inviata nel lontano pianeta Pandora, abitato dalla pacifica tribù dei Na’vi (esseri dall’aspetto umanoide, dalla pelle blu, alti più di tre metri, con la coda, le orecchie a punta e il volto tatuato). Il pianeta è ricco di un rarissimo minerale necessario, anzi indispensabile, per la vita sulla terra. La missione non ha alternative, dovrà ottenere il minerale con le buone o con le cattive. Se necessario anche con lo sterminio dei Na’vi. Poiché l’atmosfera di Pandora non permette agli umani di respirare, grazie all’ingegneria genetica applicata ad una sofisticatissima macchina, inventata dalla scienziata Sigourney Weaver, le loro coscienze vengono trasferite ad un avatar, degli ibridi geneticamente sviluppati dal DNA umano unito al DNA dei nativi di Pandora. Mentre il loro corpo ‘umano’ resta immobile in stato di trance dentro la navicella spaziale, in attesa di riaccoglierli alla fine della missione. Jake (Sam Worthington) è un ex marine, da tempo paralizzato, che su Pandora, rinato nel corpo del suo Avatar, riscopre la gioia di poter correre. Incaricato di provare a convincere i Na’vi a cedere pacificamente il pianeta ai terrestri, si innamorerà dell’indigena Neytiry, figlia del Re di questa pacifica tribù, ed imparerà ad apprezzare il loro rapporto con la natura. Ma ben presto, come previsto, le cose precipiteranno, e Sam dovrà fare una scelta.

Tredici anni fa lo abbiamo lasciato mentre con 11 Oscar tra le braccia gridava: “Sono il Re del Mondo!”. E aveva ragione, il suo Titanic è il film di maggiore incasso della storia del cinema. Ora James Cameron ritorna da Re con Avatar un film che è stato definito ‘epocale’ come quando dal muto si passò al sonoro, dal bianco e nero al colore. Dodici anni di lavoro, un costo superiore ai 300 milioni di dollari, che lo rende il film più costoso della storia, una sfida tecnologica senza precedenti, il brevetto di nuove macchine da ripresa, l’evoluzione del 3-D e del motion-capture, la creazione di un nuovo mondo, di nuovi esseri, di nuove piante, Avatar apre nuovi, grandiosi scenari, e, come è stato detto, dopo questo film il cinema non sarà più lo stesso. Un’esperienza sensoriale, emotiva e spettacolare, con un forte messaggio ambientalista: “In fondo – ha dichiarato Cameron – quello che racconto sempre è che le scelte che facciamo sono importanti. Anche Titanic parlava di quanto è fragile l’essere umano: quel transatlantico come pure la base militare sono le metafore del nostro mondo sul quale navighiamo ciechi verso la notte, in attesa di un impatto distruttivo”. Continua il regista: “L’ironia in tutto questo consiste nell’usare la tecnologia per raccontare una storia in cui la tecnologia è il nemico. Ma in realtà la tecnologia non è il male, tutto dipende da come la usiamo”. Avatar (Usa, 2009) Regia di James Cameron con Sam Worthington, Zoe Saldana, Sigourney Weaver, Laz Alonso, Joel Moore 162’, 20th Century Fox, fantascienza


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Il quarto tipo

Nella scala di misurazione redatta per stabilire il contatto con gli alieni, quando si avvista un Ufo si parla di incontro del primo tipo, quando si trovano delle prove si tratta di un incontro del secondo tipo, quando avviene un contatto si ha un incontro del terzo tipo, ed infine quando avvengono dei rapimenti da parte degli alieni abbiamo il quarto tipo.

E

’ Milla Jovovich la protagonista di questa pellicola, a metà strada tra fantascienza e lo pseudo-documentario, nel doppio ruolo di voce narrante e di interprete del personaggio - presentato come reale della dottoressa Abigail Emily Tyler. La pellicola è una ricostruzione di un mistero ancora irrisolto in Alaska, nella città di Nome, dove ogni anno spariscono molte persone. Nonostante diverse investigazioni condotte dall’ FBI nella regione, la verità non è mai stata scoperta. La dottoressa Abigail Tyler di Nome, una psicologa con due bambini, diventata vedova di recente, è convinta che suo marito sia stato ucciso da un estraneo, forse un alieno. La Tyler mostra alcuni inquietanti materiali di archivio. Molti suoi pazienti intervistati, sofferenti di insonnia, affermano di vedere una civetta nella finestra della loro camera. E quando la psicologa cerca di approfondire, con l’ipnosi, sono sopraffatti dal terrore. Dopo che uno dei suoi ammalati si uccide, dopo aver sterminato

la propria famiglia, lo sceriffo la mette sotto accusa. Ma in un videotape del rapimento le vittime appaiono in stato di levitazione e in preda a forze invisibili che balbettano in una strana lingua sconosciuta, che un esperto successivamente identifica in ‘sumero’, un idioma che risale al quarto millennio avanti Cristo. Quando gli stessi suoni compaiono in una cassetta dove Abigail registra i suoi appunti, è il segnale che presto sarà visitata da qualcosa o qualcuno.

Il quarto tipo

(The Fourth Kind, Usa, 2009) Regia di Olatunde Osunsanmi con Milla Jovovich, Will Patton, Hakeem Kae-Kazim, Corey Johnson, Enzo Cilenti 98’, Warner Bros., horror

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un film di

PAOLO VIRZÌ

VALERIO

MASTANDREA

MICAELA

STEFANIA

CLAUDIA

RAMAZZOTTI

SANDRELLI PANDOLFI

DAL 15 GENNAIO AL CINEMA


Tra l

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e Nuvole

Dopo aver fatto incetta di candidature (6) ai Globi d’Oro, è il film di punta nella corsa agli Oscar. La storia di un tagliatore di teste nell’America ferita dalla

crisi, costretto a mettere i piedi a terra e ad affrontare sulla propria pelle i problemi che ha sempre guardato dall’alto, grazie anche al fascino ed alla ironia di George Clooney, è un gioiello di commedia e di spietatezza.

R

yan Bingham (il premio Oscar Clooney) licenzia le persone. E’ un esperto nel l'esonerare degli impiegati di grandi compagnie. Perennemente in viaggio, Ryan trascorre la maggior parte del proprio tempo ‘tra le nuvole’ spostandosi continuamente da una città all’altra dove nell’America colpita dalla crisi, le aziende lo attendono per affidargli l’ingrato compito di cacciare i dipendenti. Ryan è sempre stato soddisfatto della sua libertà, vissuta fra i vari aeroporti, alberghi e automobili in affitto. Membro privilegiato dei programmi ‘mille miglia’ la sua principale ambizione è raggiungere il super bonus di 10 milioni. Ma la sua ‘felice’ esistenza sospesa in aria è arrivata al capolinea. Proprio quando incontra Alex (Vera

Farmiga), altra viaggiatrice dipendente, come lui, che potrebbe rivelarsi la sua anima gemella, il suo capo (Bateman), su consiglio di una giovane e rampante ottimizzatrice aziendale (Kendrick) - che sostiene che si può benissimo licenziare in videoconferenza, evitando costosi spostamenti - lo richiama in sede, privandolo dei suoi amati e frequenti viaggi. Di fronte alla prospettiva di mettere radici in qualche posto, Ryan inizia a riflettere su cosa significa realmente avere una casa. Liberamente tratto dal libro di Walter Kirn e diretto da Jason Reitman, il regista nominato all’Oscar per Juno, il film segna forse la migliore interpretazione di George Clooney

nel ruolo di un single disincantato la cui esistenza è vuota come il trolley che deve riempire prima di ogni viaggio. Un emblema della nostra modernità tecnologica, dove, spesso non si è in contatto con nulla, se non con la solitudine di noi stessi, dove i viaggi o i gadget tecnologici, non risolvono che illusoriamente i problemi reali, che purtroppo ci incalzano.

Tra le nuvole

(Up in the air, Usa, 2009) Regia di Jason Reitman con George Clooney, Vera Farmiga, Anna Kendrick, Jason Bateman 109’, Universal Pictures, commedia/drammatico


22 gennaio Candidato a 5 Golden Globes, è in pole position nella corsa verso gli Oscar. Di impianto felliniano, è l’adattamento cinematografico del musical Nine, ispirato a 8 ½, con al centro un regista in crisi creativa circondato da tutte le donne della sua vita.

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assione, fantasia, lussuria, amore, arte, eleganza, delusioni, sogni – la vita è un circo, secondo il noto regista di fama mondiale, Guido Contini (Day-Lewis) e ora lo attende il rutilante, provocatorio, drammatico musical Nine. Film maker geniale, Guido sta anche lavorando alla produzione del suo atteso nono film, Italia, quando, improvvisamente perde sia l’amore che la sua vena creativa e la sua vita inizia ad andare a rotoli. Circondato da un gruppo di donne bellissime: la sua amante Carla (Cruz); sua moglie, la devota Luisa (Cotillard); Claudia, la sua musa ispiratrice (Kidman); la sua costumista, la fidata Lilli (Dench); una seducente giornalista di Vogue (Hudson); una prostituta che gli ha insegnato tutto quando era ragazzo (Ferguson) e la sua amata mamma (Loren), Guido cerca ispirazione e una impossibile redenzione. Nel frattempo, lo

storico Teatro 5 di Cinecittà prende vita riflettendo i desideri, i sogni e i ricordi dell’artista, che diventano meravigliose composizioni di danza e musica, mentre il cerchio si stringe sempre più e si avvicina il momento in cui Guido, superati i suoi demoni, dovrà gridare “Azione!” “Be Italian. Vivi oggi come se fosse il tuo ultimo giorno”, così cantano in Nine, uno dei grandi musical di Broadway, che ha esordito nel 1982, ed ha visto sul palco due attori latini: Raoul Julia e Antonio Banderas. Ora, il regista di Chicago, Rob Marshall, ha trasportato sul grande schermo questo spettacolo ispirato al capolavoro di Federico Fellini 8 ½, chiamando a raccolta un cast ‘stellare’: Daniel Day-Lewis, Marion Cotillard, Penelope Cruz, Judi Dench, Stacy Ferguson, Nicole Kidman, Sophia Loren. “Una storia sull’arte, sui so-

Nine 26

gni, sull’amore, sull’estasi emotiva e sull’ispirazione cinematografica. – ha affermato Marshall – Il tutto è iniziato con Federico Fellini. Il suo capolavoro del 1963, premiato con l’Oscar, è il racconto surreale e magico della crisi creativa di un regista. Pur restando fedele al musical, il film è una creazione a se stante. Ci ho messo i miei demoni e i miei sogni. Ringrazio tutto il cast perché se questa operazione è riuscita è grazie al talento di questi splendidi attori che sanno recitare, cantare, ballare”.

Nine

(Usa, Italy, 2009) Regia di Rob Marshall con Daniel Day-Lewis, Marion Cotillard, Penelope Cruz, Judi Dench, Stacy Ferguson, Nicole Kidman, Sophia Loren 01 Distribution, musical/romantico



29 gennaio Nel 2001 usciva L’ultimo bacio, il film che lanciò definitivamente Gabriele Muccino come autore, conquistando il cuore della gente (e diventando uno dei maggiori successi della stagione). Adesso, a distanza di dieci anni, ritroviamo gli stessi personaggi: i traguardi raggiunti, i desideri, gli errori e le delusioni che li hanno segnati e che li hanno trasformati in adulti, dai ragazzi che non volevano crescere, agli uomini e alle donne che sono

Baciami diventati oggi.

Ancora

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L

a storia si svolge a Roma, dieci anni dopo il primo episodio, e narra l’evoluzione della vita della coppia di Carlo (Stefano Accorsi) e Giulia (Vittoria Puccini), e quelle dei loro amici di sempre: Paolo (Claudio Santamaria), Adriano (Giorgio Pasotti) e Alberto (Marco Cocci), partiti per un goliardico viaggio alla fine del primo film, e Marco (Pierfrancesco Favino) sposato con Veronica (Daniela Piazza). Alcuni di loro sono diventati genitori, altri sentono l’esigenza di fermarsi e respirare piuttosto che correre e fuggire. C’è voglia di migliorarsi, magari ripartendo da zero. Sono dei quarantenni imperfetti, ma non chiedete loro se sono felici. Carlo e Giulia si sono rimessi insieme ma il loro rapporto adesso è basato su una crisi. Smarriti, cercano di ritrovare un valore nella loro unione e gli altri personaggi gli fanno da specchio. Adriano torna a casa dopo molti anni, Paolo gestisce il negozio del padre morto, Marco ha una moglie infelice, vorrebbe avere figli che non riesce ad avere. Alberto, il rasta, non è riuscito a superare la fuga dalle responsabilità ed è quello che non è cresciuto.

“Nell’idea di un seguito cinematografico – afferma Muccino – c’è qualcosa di prezioso e unico: l’idea di assomigliare alla vita stessa più di quanto un film unico sia di solito capace di fare”. Baciami Ancora è un film sulla vita e sulle possibilità che la vita stessa ci offre. Sono possibilità spesso impreviste, spesso paradossali, complicate. E’ un film sull’amore e sulla necessità di amare. E’ anche un film sull’essere genitori, sulla famiglia, sugli errori che per impulsività, per distrazione, per immaturità, si sono commessi e che a distanza di anni tornano addosso come boomerang. E’ un film sul perdersi e sul ritrovarsi. Sulle variegate e molteplici occasioni per ricominciare, per perdonare e per ripartire, che la vita ti offre. Le musiche originali sono state composte da Paolo Buonvino e la canzone omonima del film da Jovanotti. Baciami ancora (Italia, 2010) Regia di Gabriele Muccino con Stefano Accorsi, Claudio Santamaria, Pierfrancesco Favino, Marco Cocci, Giorgio Pasotti, Sabrina Impacciatore, Daniela Piazza, Vittoria Puccini, Adriano Giannini, Primo Reggiani Medusa Film, drammatico commedia


Besame mucho

di Piero Cinelli

Il 29 gennaio uscirà, a distanza di dieci anni da L’ultimo bacio il sequel del film che ha consacrato Gabriele Muccino come autore amato dal grande pubblico. “Baciami ancora” è un film più maturo, ma anche più ottimista e con personaggi meno cinici. Un film sul senso della vita». Ce ne parla il regista, Gabriele Muccino.

C

ome ritroviamo gli ex trentenni un pò innocenti ed un pò perduti di L’ultimo bacio?

E’ come la sorpresa di ritrovare un caro amico che non vediamo da dieci anni, e scoprire cosa gli è successo, le sconfitte, i successi, le difficoltà. Si rientra con questo spirito all’interno del nostro gruppo, adesso di quarantenni, venendo investiti dalla vita stessa che è andata avanti per tutti. Li ritroviamo più maturi e più adulti, più riflessivi, meno cinici e meno vigliacchi, ma anche più dolenti, perché la vita in qualche modo li ha feriti. Hanno imparato quanto effimera sia la vita e quanto sia importante apprezzarla anche nelle piccole cose. Sono ancora giovani, sono in un momento in cui possono fare ancora delle scelte, magari cercando di rimediare agli errori ... E’ un film nato da molti anni di riflessione, anni in cui sono professionalmente e credo anche intimamente cresciuto. E questi personaggi sono cresciuti con me, ed oggi li vedo come una fotografia della realtà che ho avuto intorno. Nell’Ultimo bacio si sentiva chiaramente che lei, anche dal punto di vista generazionale, era uno di loro. Adesso alla luce della sua carriera professionale li osserva con maggiore distacco? Io e loro siamo rimasti profondamente vicini. Io ero tutti loro, in qualche modo, e lo sono ancora oggi. Loro sono le mie molte anime, i miei pensieri, i miei sogni proibiti ed i miei sensi di colpa, sono le mie debolezze ed i miei punti di forza. Ognuno ha una faccia, una storia precisa.

Ma io ho messo lì dentro tutto il mio mondo, così come ho fatto con L’ultimo bacio, ed anche con Ricordati di me. Non riesco a scrivere cose che si svolgono in mondi lontani dal mio. Quindi fondamentalmente io sono loro. Quanto è importante per lei l’amore? L’amore è quello che muove le persone, le relazioni umane, quello che in definitiva muove il mondo. Come ha ritrovato i suoi attori? Ho lasciato dei ragazzi ed ho ritrovato degli uomini. Ho trovato soprattutto una grande fiducia da parte di tutti loro, che ha reso tutto più intenso e stimolante. Anche in questo film ci sarà una canzone inedita? Nell’Ultimo bacio Carmen Consoli aveva scritto la canzone prima che io le proponessi il film. In queso caso invece ho proposto a Jovanotti di scrivere una canzone sulla sceneggiatura. Ed ha scritto una canzone a mio parere bellissima che sarà rappresentativa del film, oltre che quella dei titoli di testa e che dal primo gennaio uscirà in radio e in tv coi trailer. Quali sono i suoi prossimi impegni? Ho in progetto un film negli Stati Uniti e subito dopo un altro film in Italia (Il colpo ndr). Purtroppo non posso dare altre informazioni perchè li stiamo chiudendo proprio in questo periodo.

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