Primissima Magazine - Marzo 2014

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La Grande Bellezza dell’Oscar

www.primissima.it rivista programma dei cinema

GGIO OMA

MARZO 2014

Noah

CAPTAIN AMERICA: THE WINTER SOLDIER

300 - L'ALBA DI UN IMPERO

47 RONIN

MR. PEABODY E SHERMAN

LE TRAME E LE IMMAGINI DI TUTTI I FILM




6 I FILM DI MARZO

peabody e 18 mr. sherman

CALENDARIO

8

Scheda film

I FILM DI MARZO CALENDARIO

10 FRANCESCO BRUNI

l'alba 20 300: di un impero Scheda film

INTERVISTA

22 47 ronin

tutti 12 OSCAR: i vincitori

Scheda film

ATTUALITA'

14 amazzonia

24 noi 4

15 need for speed

buttiamoci 26 non giu'

Scheda film

Scheda film

Scheda film

30

Scheda film

16 allacciate le cinture

america: 28 captain the winter soldier Scheda film

Scheda film

30 NOAH

17 ferzan ozpetek

Scheda film

intervista

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rivista programmma dei cinema • anno 25 n.3 - MARZO 2014 Free magazine nato il 1 giugno 1990 distribuito gratuitamente nelle sale cinematografiche italiane

Direttore responsabile Piero Cinelli Direttore editoriale Paolo Sivori Editore Multivision S.r.l. Via Fabio Massimo, 107 • 00192 Roma

tel. fax. +39 0645437670 primissima@primissima.it Reg. Trib. Roma n. 73/90 del 1/2/1990 P.Iva 07210901000 Art direction e Grafica Multivision S.r.l.

hanno collaborato a questo numero Marco Spagnoli, Federica Eusebio

stampa PFG • Ariccia (RM) distribuzione nazionale Bartolini



I Film di Marzo Un ragionevole dubbio

Tarzan 3D

6 MARZO

(Germania, 2013) Regia Reinhard Klooss 94’, Medusa, Animazione-avventura Dopo la morte dei genitori in un incidente aereo nel cielo africano il piccolo Tarzan, unico sopravvissuto, viene cresciuto dai gorilla. Il primo essere umano che incontra, dieci anni dopo, è una giovane ambientalista con cui è amore a prima vista. Ma la loro felicità è minacciata dall’arrivo di un capitalista senza scrupoli che con un esercito di mercenari sta setacciando la giungla alla ricerca di fonti energetiche alternative.

(Reasonable doubt, Germania, 2014) Regia Peter P. Croudins Con Dominic Cooper, Gloria Reuben, Ryan Robbins, Samuel L. Jackson. 93’, Adler, Thriller Dopo aver assistito pavidamente all’arresto di un’altra persona per un incidente mortale provocato da lui stesso, un giovane avvocato riesce a far scarcerare il malcapitato. Ma ben presto dovrà pentirsi della sua azione.

Felice chi è diverso

6 MARZO

(Italia, 2014) Regia Gianni Amelio 93’, Cinecittà Luce, Documentario Più che una storia dell’omosessualità in Italia, dai primi del secolo agli anni ‘80, questo straordinario documentario di Gianni Amelio racconta attraverso una serie di interviste come la comunità gay ha convissuto con la diffusa omofobia e con l’ostilità dell’opinione pubblica.

La mossa del pinguino

6 MARZO

(Italia, 2014) Regia Claudio Amendola Con Edoardo Leo, Ricky Memphis, Antonello Fassari, Ennio Fantastichini. Videa, Commedia. Quattro uomini qualunque, un po’ sfigati ma dal cuore grande, scoprono per caso il gioco del curling e si convincono di poter partecipare alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006 dove l’Italia, paese ospitante, avrà di diritto una squadra qualificata. Riuscirà l’armata Brancaleone delle piste di ghiaccio a coronare il sogno impossibile?

Amici come noi

20 MARZO

6 MARZO

Lei (Her, Usa, 2013) Regia Spike Jonze Con Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde, Joaquin Phoenix. Scarlett Johansson. 120’, Bim, Commedia-Drammatico. In un futuro molto prossimo un uomo che si guadagna da vivere scrivendo lettere personali e toccanti per conto di altre persone, distrutto dalla fine di una lunga relazione, acquista un sistema informatico di nuova generazione. Un sistema intuitivo in grado di ascoltare, comprendere e conoscere l’utente. Il nome della voce del sistema operativo è Samantha, che si dimostra sensibile, profonda e divertente. Ben presto Theodore finirà per innamorarsi del suo computer… 13 MARZO

(Italia, 2014) Regia Enrico Lando Con Pio e Amedeo, Alessandra Mastronardi, Massimo Popolizio, Medusa, Commedia Due amici inseparabili foggiani, costretti a lasciare la loro amata città per sfuggire a una situazione piuttosto imbarazzante, affrontano un rocambolesco viaggio on the road... Esordio al cinema delle ex iene Pio e Amedeo.

Supercondriaco Ridere fa bene alla salute

13 MARZO

(Supercondriaque, Francia, 2013) Regia Dany Boon Con Dany Boon, Kad Merad, Alice Pol, Jean-Yves Berteloot. 109’, Eagle, Commedia All’alba dei 40 anni, Romain Faubert non è ancora sposato e non ha figli. Fotografo per un dizionario medico online, Romain è un ipocondriaco ossessivo. Il suo unico amico è il dottor Dimitri Zvenka, suo medico curante, che farebbe qualsiasi cosa per sbarazzarsi di questa ingombrante e ingestibile amicizia. Zvenka pensa, però, di aver trovato il rimedio che lo libererà definitivamente, ma senza traumi, da Romain Faubert: lo aiuterà a trovare la donna della sua vita.



I Film di Marzo Maldamore (Italia, 2014) Regia Angelo Longoni Con Ambra Angiolini, Luisa Ranieri, Alessio Boni, Luca Zingaretti. 101’, Bolero, Commedia Un interfono per bambini lasciato acceso per sbaglio, mentre nella stanza due persone si rivelano segreti inconfessabili ai reciproci partner, crea una vera e propria deflagrazione nella vita di una famiglia. Tutti prenderanno atto dell’esistenza di compromessi, di segreti, tradimenti e dovranno ricominciare la loro vita imparando a perdonare se stessi e gli altri.

MARZO 2113novembre

Storia di una ladra di libri

27 MARZO

(The book thief, Uk, 2013) Regia Brian Percival Con Emily Watson, Geoffrey Rush, Sophie Nélisse, Ben Schnetzer. 125’, 20th Century Fox, Drammatico Nella Germania nazista una bambina affidata a genitori adottivi impara a leggere con l’aiuto del suo nuovo papà, che le trasmette l’amore per i libri. Una passione che la piccola condivide con un ebreo tedesco che i suoi genitori nascondono nel sottoscala della loro cantina. Insieme a quest’ultimo legge i romanzi che salva dai roghi nazisti o ruba dalle biblioteche.

27 MARZO

27 MARZO 21 novembre

Yves Saint Laurent

In grazia di Dio

(Francia, 2014) Regia Jalil Lespert Con Pierre Niney, Guillaume Gallienne, Charlotte Lebon. Lucky Red, Biografico Nel 1957 a Parigi il ventunenne Yves Saint Laurent è chiamato a dirigere la grande casa di moda fondata da Christian Dior, da poco scomparso. Da quel momento tutti gli occhi e riflettori sono puntati su di lui: il promettente stilista che lo stesso Dior aveva scelto. Durante la presentazione della sua prima collezione Yves conosce Pierre Bergé che da quel momento diventerà suo compagno di vita e di affari. A tre anni da quel magico incontro i due fondano insieme la Yves Saint Laurent Company, destinata a divenire uno dei marchi di moda più famosi.

(Italia, 2014) Regia Edoardo Winspeare Con Celeste Casciaro, Laura Licchetta, Barbara De Matteis. 127’, Good Film, Drammatico La storia di quattro donne e tre generazioni di una stessa famiglia in un piccolo paese del Salento ai giorni nostri. Il fallimento dell’impresa familiare e il pignoramento della casa sembra distruggere tutto, anche i legami di affetto. L’unico modo per uscirne è trasferirsi in campagna, lavorare la terra e vivere con il baratto dei loro prodotti. Una scelta obbligata che porterà le protagoniste a riconsiderare il loro stile di vita e le loro relazioni affettive.

Quando c’era Berlinguer (Italia, 2014) Regia Walter Veltroni Bim, documentario

27 MARZO

In occasione del trentennale della morte, Walter Veltroni racconta Enrico Berlinguer, l’uomo che negli anni della Guerra fredda ha traghettato un partito comunista filosovietico in un partito di massa che ottenne un consenso inimmaginabile.

13 MARZO

Piccola patria (Italia, 2013) Regia Alessandro Rossetto Con Maria Roveran, Vladimir Doda, Lucia Mascino, Mirko Artuso. 100’, Cinecittà Luce, Drammatico. In un paesino di provincia del Nordest due ragazze vogliono racimolare un po’ di soldi per andarsene. Luisa ha un ragazzo albanese, che coinvolge a sua insaputa in rapporti erotici voyeristici a pagamento. Insieme all’amica Renata cerca di ricattare il voyeur, ma quest’ultimo trova un alleato nel padre xenofobo e forcaiolo di Luisa…

IL RICATTO Un talentuoso pianista si è ritirato dalle scene a causa di una grave fobia da palcoscenico. Dopo anni di cure è pronto a tornare sul palco per il concerto che segnerà il suo attesissimo ritorno, dove, sul suo spartito trova il messaggio “Sbaglia una nota e morirai”. Seduto al pianoforte, il giovane pianista è costretto a suonare un brano difficilissimo e, allo stesso tempo, a cercare di smascherare il cecchino che gli parla attraverso l’auricolare.

20 MARZO (Grand Piano, 2013) Regia Eugenio Mira Con Elijah Wood, John Cusack, Allen Leech, Kerry Bishe. 90’, M2 Pictures, Thriller.

Cuccioli il paese del vento

27 MARZO (Italia, 2014) Regia Sergio Manfio 80’, 01 Distribution, Animazione I Cuccioli abitano a Soffio, il Paese del Vento, un piccolo paese dove tutto funziona grazie all’energia eolica. La perfida Maga Cornacchia, storica antagonista dei Cuccioli, vuole impossessarsi della “Giraventola” che genera il vento, prendendo così il controllo della città. Ma prima di tutto dovrà sbarazzarsi dei Cuccioli…



Intervista

Francesco Bruni

Un caleidoscopio di emozioni “E’ una storia fondata su un grande umorismo, ma che – al tempo stesso – vuole essere un po’ più struggente di quanto fosse Scialla!. Roma è, poi, il quinto personaggio del film che è girato per la grande maggioranza in esterni.” Francesco Bruni racconta così il suo ritorno dietro alla macchina da presa per dirigere Fabrizio Gifuni, Ksenya Rapaport, Francesco Bracci e Lucrezia Guidone in Noi Quattro. Il film scritto e diretto dallo sceneggiatore di tutti i lavori di Paolo Virzì è un racconto intimo di ‘una giornata particolare’ di una famiglia italiana nel

giorno degli esami di licenza media del figlio più piccolo. Una commedia agrodolce che Bruni ha realizzato sulla scia dell’esordio fortunato con Fabrizio Bentivoglio, Filippo Scicchitano e Barbora Boboulova “Ho, però, fatto un film molto diverso da Scialla!” puntualizza Bruni “La libertà che mi ha dato il successo di quella storia mi ha permesso di affrontare qualcosa di completamente differente, perché, avendo esordito a cinquant’anni, desidero realizzare pellicole molto diverse tra loro. Non mi va di ripetermi.”

Anche qui troviamo un cast molto interessante… Il rapporto con gli attori rappresenta uno dei miei punti di forza, perché mi piace molto sceglierli e potere lavorare con loro in maniera attenta e curata. Avendo una formazione teatrale e sentendomi uno scrittore propenso a creare delle psicologie complesse, fondo il mio lavoro essenzialmente sull’intesa e sulla precisione della messa a fuoco del copione insieme al cast. Per me la resa dei personaggi e delle loro sfumature psicologiche è sempre molto importante, in particolare, in questo film dove tutti i protagonisti rivelano sfaccettature diverse a seconda di come si relazionano agli altri membri della famiglia. Una caratteristica di Noi Quattro è proprio quella di volere essere un caleidoscopio di emozioni e di atteggiamenti.

La famiglia è uno dei temi caratterizzanti il cinema italiano: cosa l’affascina di potere affrontare dal suo punto di vista un argomento come questo? L’immagine della famiglia italiana borghese, metropolitana e progressista non sia stata affrontata sufficientemente dal nostro cinema e quasi per nulla in televisione dove siamo fermi alla ‘famiglia di mio nonno’. Io frequento persone che hanno famiglie molto più complesse e frastagliate di quelle che sono state raccontate, in genere, fino ad oggi. Famiglie che mi sembrano frammentate, spezzate e scomposte dove, però, permane un sentimento di complicità e affetto. In questo film tento di rispondere alla domanda se queste persone non abbiamo, forse, buttato via tutto troppo in fretta. Non amo molto il ‘consumismo dei sentimenti’, e mi chiedo se abbiamo perso la capacità di sopportare le frustrazioni dei rapporti sentimentali. Oggi se si guasta qualcosa a casa lo buttiamo, mentre forse, così come succede per gli elettrodomestici, forse sarebbe meglio provare a riparare dei rapporti e di tentare di aggiustare dei sentimenti. Come scrittore e come autore non credo si possano concepire personaggi del tutto negativi o positivi. Mi piacciono esseri umani più o meno consapevoli della propria contraddittorietà con sé stessi e con gli altri. Io provo grande affetto nei confronti delle figure che popolano le storie che ho scritto anche quando sono “fortemente difettose” proprio come in Noi Quattro.

Come sceglie gli attori? Seguendo il desiderio di avere degli interpreti in grado di rendere al meglio i personaggi che ho scritto. Non amo i volti particolarmente noti e preferisco concentrarmi su attori e attrici di talento in grado di restituire un senso di autenticità e originalità, nonché – perfino – di sorpresa. La scelta del cast seguendo questa idea mi permette di soddisfare la voglia di vedere qualcosa di nuovo e di inedito: Fabrizio Gifuni in questo film è particolarmente ‘incredibile’soprattutto se paragonato al lavoro che ha fatto ne Il Capitale Umano. Se lì era un uomo freddo e calcolatore, qui interpreta un cialtrone inaffidabile e simpaticissimo. E’ un interprete elegante e incapace di volgarità: due qualità che apprezzo molto.

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Marco Spagnoli



Oscar

La grande bellezza dell’Oscar E’

andato tutto come previsto, ed è andato tutto come doveva andare, perché, diciamocelo, se 12 anni schiavo non avesse vinto sarebbe stato un ulteriore oltraggio alla memoria dei milioni di schiavi che il cinema americano sta molto tardivamente riscoprendo dopo l’ipocrisia o peggio la condanna all’oblio che ha caratterizzato il ‘racconto’, con esempi clamorosi come Via col vento premiato con l’Oscar nel 1940. Adesso, con una durezza quasi insostenibile il film di Steve McQueen assesta un pugno nello stomaco nella coscienza di un industria e di un paese, sfidandoli a fare i conti fino in fondo con la propria storia. Non ce l’ha fatta la leggerezza altrettanto insostenibile di American Hustle, completamente ignorato dagli Oscar, e la visionarietà di Gravity, che invece, a parte la statuetta più importante, ha raccolto il maggior numero di Oscar, dagli effetti speciali, suono, montaggio suono, fotografia, montaggio, colonna sonora, per finire con il premio come miglior regista, anche questo assolutamente dovuto, al messicano Alfonso Cuaron. che ha avuto il coraggio di immaginare un film che un regista come James Cameron ha definito “il miglior film ‘spaziale’ di tutti i tempi.”

Ecco tutti i vincitori Miglior film: 12 Years a Slave Miglior attore: Matthew McConaughey (Dallas Buyers Club) Miglior attrice: Cate Blanchett (Blue Jasmine) Miglior regia: Gravity (Alfonso Cuarón)


Hanno prevalso, come sempre,le buone intenzioni, i personaggi positivi o comunque da assolvere, rispetto a quelli ambigui o addirittura negativi, come il lupo Leonardo Di Caprio. Oscar dovuto alla grandissima Cate Blanchett di Blue Jasmine, un Oscar che sembrava traballare, coinvolto indirettamente nella faida familiare del regista Woody Allen. La sua magnifica interpretazione di una donna annientata dall’improvvisa povertà ha sbaragliato la splendida Amy Adams di American Hustle, la tostissima Sandra Bullock di Gravity, la adorabile Judi Dench di Philomena e la sempre perfetta Meryl Streep. Migliore protagonista Mattew McConaughey, dimagrito 23 chili per interpretare Ron Woodroof in Dallas Buyers Club, l’uomo che ha sfidato il sistema sanitario americano per legalizzare le medicine che gli permisero di sopravvivere all’Aids. Una interpretazione formidabile, e comunque un eroe positivo nella sua fragilità, che è stato preferito al magnifico dannato Jordan Belfort, interpretato in modo altrettanto formidabile da Leonardo Di Caprio, il suo più agguerrito rivale della vigilia. Il piccolo film indipendente Dallas Buyers Club conquista anche l’Oscar per l’ attore non protagonista assegnato al trangender Jared Leto, ed infine un terzo Oscar per il trucco. Lo stesso numero di Oscar ottenuto da 12 anni schiavo che oltre alla statuetta più importante, riceve il premio della migliore attrice non protagonista a Lupita Nyong’o: “Non pensavo che un momento di gioia come questo potesse nascere da un dolore così grande come quello subito da Patsey, il personaggio che ho interpretato”, ha commentato, commossa, l’attrice. Oltre ad un terzo Oscar per la sceneggiatura non originale di John Ridley (tratta dalle memorie di Solomon Northup). Commosso anche il gigante Steve McQueen, il regista di 12 anni schiavo, abbracciato ad un raggiante Brad Pitt, uno dei suoi produttori, e che ha commentato: “La vera eredità lasciatoci da Solomon Northup è quella di averci insegnato che dobbiamo vivere e non sopravvivere. L’Oscar lo dedico a chi ha sofferto e soffre ancora oggi la schiavitù”. Due i grandi sconfitti: American Hustle di David O Russell e The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese, completamente ignorati dal verdetto finale dell’Academy, ma comunque ampiamente premiati dal pubblico. La grande bellezza di Paolo Sorrentino conquista l’Oscar per il miglior film straniero. Il regista italiano, riporta la statuetta nel nostro paese dopo 15 anni (l’ultimo era stato Roberto Benigni con “La vita è bella” nel ‘99). “Ringrazio i Talking Heads, Fellini, Scorsese e Maradona”, ha dichiarato il regista napoletano nel ritirare il premio assieme a Toni Servillo e Nicola Giuliano. E noi ringraziamo lui per aver riportato la statuetta nel nostro paese. Piero Cinelli

Miglior attore non protagonista: Jared Leto (Dallas Buyers Club) Miglior attrice non protagonista: Lupita Nyong’o (12 Years a Slave) Miglior sceneggiatura non originale: 12 anni schiavo (John Ridley) Miglior sceneggiatura originale: Her (Spike Jonze)

Migliore film d’animazione: Frozen (Chris Buck, Jennifer Lee, Peter Del Vecho) Migliori effetti speciali: Gravity (Tim Webber, Chris Lawrence) Miglior fotografia: Gravity (Emmanuel Lubezki) Miglior documentario: 20 Feet from Stardom (Nominees to be determined)

Miglior montaggio: Gravity (Alfonso Cuarón, Mark Sanger) Miglior film straniero: La Grande Bellezza (Italy) Miglior colonna sonora: Gravity (Steven Price) Miglior canzone: Let it go (Frozen) Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez


Amazzonia

Girato direttamente in 3D nella più grande foresta pluviale al mondo, un viaggio di scoperta sensoriale, un film intenso, divertente e a tratti commovente, con una straordinaria protagonista, la scimmietta cappuccino Saï.

In seguito a un disastro aereo, la scimmia cappuccino Saï, allevata in cattività, precipita accidentalmente nella natura selvaggia della Foresta Amazzonica che stava sorvolando con la famiglia della sua padroncina. Del tutto impreparata ad affrontare un mondo sconosciuto e pieno di pericoli, la piccola scimmia si ritrova sola e smarrita a fare i conti con la sua improvvisa libertà, priva di qualsiasi aiuto e degli strumenti utili a sopravvivere in un habitat inospitale, dominato da belve selvagge e da una vegetazione lussureggiante e fittissima. Esplorando timidamente i dintorni alla ricerca di cibo e di un riparo, la scimmietta si ritroverà faccia a faccia con

specie animali mai incontrate prima e di cui non immagina le reazioni: dai giaguari ai coccodrilli, dai boa ai tapiri alle lontre giganti… Presto Saï scoprirà che la sola speranza di sopravvivere è rappresentata dal branco di scimmie della sua stessa specie in cui si imbatterà fortuitamente durante il suo peregrinare e da cui conviene forse farsi adottare. Il suo peregrinare alla ricerca della chiave per la sopravvivenza la condurrà a ristabilire il naturale vincolo con Madre Natura e a testimoniare una volta in più come quest’ultima, apparentemente ostile e inaffidabile per chi non sia in grado di decodificarla, si riveli la prima e più importante fonte di vita per chi si sforzi di interpretarla.

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“Il nostro obiettivo era di mostrare i meccanismi di questo incredibile ecosistema, che ospita oltre il 10% delle specie animali al mondo, con una modalità narrativa nuova, in grado di immergesse lo spettatore in un’esperienza pressoché fisica, tuffandolo nei suoni, colori e odori della foresta, nella sua umidità, regalandogli quella sensazione di essere sovrastato dalla sua possenza -inevitabile al primo impatto-, quel particolare timore che incute una fauna che più che vedere si percepisce, tutt’intorno, continuamente. A tale scopo, era fondamentale ricorrere all’ausilio di un personaggio capace di suscitare l’empatia necessaria per condividere al massimo un’esperienza da vivere attraverso di esso. C’era bisogno di un animale naïf, impreparato e spontaneo, che affrontasse per noi la grande avventura di uno straordinario “apprendistato” nella foresta inesplorata.” Thierry Ragobert (Regista)

Amazzonia

(FranciaBrasile, 2013) Regia di Thierry Ragobert 85’, The Space, DocuFiction 23 MARZO

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Dal più celebre dei videogiochi sulle corse d'auto, con oltre 150 milioni di unità vendute, arriva una pellicola che celebra i grandi film action & speed degli anni ‘60 e '70, riportando sullo schermo la passione per le corse su strada

D E E P S R O F NEED Tobey Marshall (Aaron Paul) è un meccanico e pilota automobilistico che, incastrato per un crimine che non ha commesso, è costretto a scontare una pena di due anni. Uscito di prigione, Tobey ha un unico obiettivo: saldare i conti con l’uomo responsabile della sua ingiusta detenzione, l’ex- pilota NASCAR Dino Brewster (Dominic Cooper). Tobey sa bene però che per battere il suo rivale deve sconfiggerlo in una gara all’ultimo respiro, la De Leon, il Mondiale delle corse clandestine. Per arrivare in tempo all’appuntamento, il protagonista dovrà sfidare ogni limite di velocità in un epico viaggio che attraversa gli Stati Uniti. Una corsa piena di imprevisti e colpi di scena che celebra il senso di libertà del mito americano del road trip, e che inizia come missione di vendetta e termina come percorso di redenzione. Diretto da Scott Waugh, sceneggiato da George Gatins, da una storia di George Gatins & John Gatins, ispirata alla serie del videogame omonimo realizzato da Electronic Arts, il film ha come protagonisti-rivali Aaron Paul e Domi-

nic Cooper, oltre a Dakota Johnson, Michael Keaton, Imogen Poots. Ramon Rodriguez, Rami Malek e Scott Mescudi. Tra i protagonisti vanno citate a tutti gli effetti anche le auto da corsa: una McLaren P1, tre Koenigsegg Agera, una Saleen S7, una GTA Spano, una Shelby Mustangelaborata, una Lamborghini Sesto Elemento ed una Bugatti Veyron. Aaron Paul, protagonista principale del film, in una recente intervista ha detto: “…non è solo un film sulle auto ma è un ritorno ai film sulla cultura delle auto. Quando ho incontrato Scott Waugh, il regista, mi ha dato questo incredibile stimolo: ha detto che sarebbe stato come un film dell’epoca di Steve McQueen… È fantastico perché penso che gli appassionati di car movie meritino qualcosa di simile. Non è solo un film di auto appariscenti, ha anche una storia incredibilmente interessante alle spalle. Quindi sì, è stato emozionante fare tutte queste ricerche, guardare i film di Steve McQueen e anche solo guardare film classici sulle auto e sugli inseguimenti d’auto.”

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Need for speed (Danimarca, 2013) Regia di Scott Waugh con Aaraon Paul, Dominic Cooper, Dakota Johnson, Micahel Keaton, Imogen Poots 130’, 01Distribution, AzioneDrammatico 13 MARZO SCATTA IL QR CODE E GUARDA IL TRAILER


Dopo Mine Vaganti, Ferzan Ozpetek torna a Lecce per dirigere unA storia che prova a rispondere a domande complesse legate all’evoluzione dell’amore nonostante il trascorrere del tempo

P

Allacciate le cinture

er la prima volta Ferzan Ozpetek affronta una storia d’amore tra un uomo e una donna. Il regista italo – turco lo fa attraverso le vicende di una coppia chiamata ad affrontare varie prove nell’arco di tredici anni. Nella prima parte della vicenda, ambientata nel 2000, incontriamo la protagonista Elena (Kasia Smutniak), una bella ragazza di buona famiglia che ha deciso di lasciare l’Università e di arrangiarsi autonomamente andando a lavorare in un pub. La giovane donna ha un fidanzato, Giorgio (Francesco Scianna), un’amica intima (Carolina Crescentini) a sua volta fidanzata con Antonio (Francesco Arca), un meccanico toscano maschilista che, pur lontanissimo da Elena per mentalità e per classe sociale, prova un’irresistibile attrazione – ricambiata - verso di lei. Un sentimento destinato a sfociare in un grande amore passionale e burrascoso a causa dei loro caratteri diversi e delle diverse visioni del mondo. Ma è estremamente importante anche l’amore platonico, dettato da un’amicizia profonda e pura, che Elena coltiva con il suo migliore amico Fabio (Filippo Scicchitano), un ragazzo tenero e sensibile che lavora con lei nel pub: in fondo, come nel rapporto tra Elena e Fabio, quando l’amicizia raggiunge livelli molto profondi finisce col diventare a sua volta una forma d’amore. I due uomini saranno spesso in contrasto tra loro, anche a causa della marcata omofobia di Antonio. Entrambi segneranno inesorabilmente la vita di Elena intorno alla quale ruotano diversi personaggi che animano i vari rapporti familiari e d’amicizia: Allacciate le cinture è un altro film corale che prende il titolo dal fatto che nella vita di tutte queste persone a un certo punto arriverà una forte turbolenza destinata a passare, ma anche a lasciare qualche traccia nelle vite di tutti.

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intervista

Allacciate le cinture (Italia, 2014) Regia di Ferzan Ozpetek con Kasia Smutniak, Francesco Arca, Filippo Scicchitano, Carolina Crescentini, Francesco Scianna, Elena Sofia Ricci, Carla Signoris, Paola Minaccioni, Giulia Michelini, Luisa Ranieri 110’, 01distribution. Commedia 6 MARZO

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Ferzan Ozpetek

Le turbolenze dell'amore “Ho avvertito l’esigenza di raccontare una storia d’amore potente, la passione e le frustrazioni sentimentali, il bisogno a volte inespresso di tenerezza e l’elemento perturbante che sconvolge le vite dei protagonisti, mettendoli di fronte a scelte che cambiano il loro destino e di chi li circonda. La trama di Allacciate le cinture in un primo tempo sembra essere leggera, poi con lo spostamento dell’azione ai nostri giorni le cose cambiano. Vedremo i vari personaggi alle prese con avvenimenti sorprendenti e diversi cambiamenti importanti.” Il regista Ferzan Ozpetek prevede ‘turbolenze’ sul percorso umano ed emotivo dei protagonisti del suo nuovo film intitolato significativamente Allacciate le cinture ed interpretato da un altro cast importantissimo in cui troviamo Kasia Smutniak, Francesco Arca, Carolina Crescentini, Francesco Scianna. Una pellicola che vuole riflettere sull’amore e sui cambiamenti imposti dal tempo che Ozpetek racconta con la grazia e la sincerità che contraddistinguono da sempre il suo cinema. “Sono stati tutti molto bravi: in particolare sono particolarmente soddisfatto dell’interpretazione di Francesco Arca che ho seguito con grande attenzione e cura. Penso sia un interprete davvero capace, quando mi hanno detto che era un ‘tronista’ non sapevo nemmeno di cosa stavano parlando.” Quale qualità che cerca negli attori che sceglie oltre, ovviamente, l’aderenza al personaggio che ha immaginato? Senza dubbio la capacità di mettersi sull’onda delle emozioni della storia che io voglio raccontare. Bisogna lavorare molto insieme, incontrarsi a casa prima delle riprese, andare a cena e discutere costantemente ogni dettaglio del copione e della storia. Io provo a lavorare in maniera ‘totale’ coinvolgendo tutti: poi, prima di alcune scene particolari, cerco di lavorare con l’attore o con l’attrice per tirare fuori delle emozioni particolari che, poi, anche qualche ora dopo saranno ‘catturate’ dalla macchina da presa. Desidero vedere davanti a me mescolarsi l’attore e il personaggio, il ruolo e il suo interprete. Ad un certo punto, senza rendermi conto o senza che se ne renda contro l’interprete, realtà e finzione si mischiano.

Il suo è un cinema sempre molto personale… L’ispirazione per questa storia viene da lontano: da una serata con una mia amica malata e alla riflessione di come cambiano i rapporti tra le persone a fronte del passare del tempo, delle gioie, dei dolori e della malattia. Metto sempre qualcosa di mio nel cinema che faccio: sia si tratti di cose che mi appartengono, che ho vissuto o che semplicemente conosco attraverso gli anni. Non si tratta di autobiografismo, ma quasi di ‘alchimia’. Trasformazioni, mescolamenti e innovazioni sono alla base della mia scrittura e del mio amore per le storie che racconto. Qual è la sua sfida adesso? Mi piacerebbe raccontare una storia ambientata ad Istanbul con un cast internazionale. Desidero uscire dalla mia confort zone e provare a cambiare. Fino a poco tempo fa giravo i miei film solo a Roma, mentre poi, andando per la prima volta a Lecce con Mine Vaganti, è successo qualcosa che mi spinge a mettermi in gioco. Desidero essere meno pigro e mettermi alla prova. Lei è anche un grande utilizzatore di Facebook e di Twitter… Mi piace condividere pensieri, foto e riflessioni con le persone che mi seguono e che, evidentemente, da anni sono fedeli spettatori del mio cinema. Adoro la condivisione di qualcosa di personale, che porta allo scambio di emozioni e di idee. Negli anni ci sono persone che mi hanno sempre seguito e che incontro durante i tour promozionali o – in estate – alle arene. Mi diverte l’idea dello scambio dei ruoli del regista e del pubblico. Questo mi aiuta a prevedere quello che il pubblico apprezzerà dei miei film, anche se – alla fine – sono sempre io a scegliere come raccontare le mie storie e che cosa volere dire attraverso questi film. Lei resta ‘il narratore’… Mi piace guidare il gioco delle emozioni Nel suo cinema tutto è sempre molto bello… E’ vero, ma forse è anche un mio difetto quello di volere mostrare sempre una bellezza intrigante. Del resto sono convinto che se il pubblico fa uno sforzo per venire al cinema io lo debba ripagare con qualcosa di bello e diverso che andare a vedere qualcuno che assomiglia al vicino di casa. Io faccio i film che vorrei vedere come spettatore. Marco Spagnoli


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Mr. Peabody e Sherman Mr. Peabody è un maniaco del lavoro, inventore, scienziato, premio Nobel, buongustaio, vincitore di due medaglie olimpiche, un genio… che si dà il caso sia un cane. Utilizzando la sua invenzione più ingegnosa, la “Wayback Machine“, una straordinaria macchina del tempo, Mr. Peabody e Sherman, il ragazzo da lui adottato, tornano indietro nel tempo e vivono in prima persona alcuni eventi epocali, oltre a interagire con alcune delle maggiori personalità del passato. Ma quando Sherman trasgredisce le regole dei viaggi nel tempo, i nostri due eroi devono correre ai ripari per ripristinare la storia e salvare il futuro, mentre Mr. Peabody deve affrontare la maggiore sfida della sua vita: diventare padre. Al centro della storia c’è un cane molto speciale, laureato, scienziato, occhialuto ma campione olmpico di vari sport, chef provetto nonché adorabile papà, che inventa una macchina del tempo per insegnare la storia al figlio adottivo, Sherman. Il quale, deci-

samente birichino, la usa per portare a spasso nel tempo l’amichetta Penny. Finendo per combinare un pasticcio di proporzioni ‘storiche’ visto che potrebbe cambiare gli eventi più importanti della storia mondiale, facendo saltare gli equilibri tra presente, passato e futuro. Riuscirà Mr. Peabody a impedire la catastrofe, e riuscirà soprattutto ad aiutare il piccolo Sherman dimostrandogli tutto l’affetto che lo lega al suo figlio adottivo?

Diretto da Rob Minkoff (il Re Leone, Stuart Little), Mr. Peabody & Sherman è ispirato a Peabody’s Improbable History, serie prodotta per la TV americana da Jay Ward utilizzando i personaggi creati da Ted Key, e andata in onda negli anni 60/70 all’interno del programma Rocky e Bullwinkle, che vedeva protagonisti uno scoiattolo e un alce.


Mr. Peabody e Sherman

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(Mr. Peabody & Sherman Usa, 2014) Regia di Rob Minkoff 82’, 20th Century Fox, Animazione 13 MARZO SCATTA IL QR CODE E GUARDA IL TRAILER


Torna il respiro epico di 300, con un sequel altrettanto curato esteticamente, che sposta l’azione su un nuovo campo di battaglia —il mare— dove L'AMMIRAGLIO greco Temistocle tenta di unire tutto il suo popolo, per respingere l’invasione dell’immenso esercito persiano, guidato dal Re Serse, che nel frattempo è stato trasformato in Dio, e dalla sua feroce alleata, Artemisia, vendicativa comandante della Marina persiana.

300

L'alba di un impero


D

opo l’infame vittoria sui 300 condotti dal Re di Sparta Leonida, l’immenso esercito persiano condotto dal semidio Serse, dilaga nel territorio greco, marciando direttamente verso Atene. Parallelamente la sua armata navale naviga per raggiungere la città stato ateniese per distruggerne la flotta, che costituisce l’arma principale della città greca. Al largo di Capo Artemisio l'ammiraglio Temistocle riceve la notizia della sconfitta delle Termopili, e si appresta ad affrontare una battaglia impari che potrà vincere soltanto se riuscirà a riunire le forze di tutta la Grecia e soprattutto ad allearsi con la rivale di sempre, Sparta. Tratto dall’ultimo romanzo a fumetti di Frank Miller, Xerxes, e raccontato nello stesso stile visivo mozzafiato del primo capitolo, campione d’incassi del 2006, questo sequel della saga epica è diretto da Noam Murro, da una sceneggiatura di Zack Snyder & Kurt Johnstad. La star di film d’azione Sullivan Stapleton (“Gangster Squad”) è Temistocle ed Eva Green (“Dark Shadows,” “Casino Royale”) è Artemesia. Lena Headey riprende il ruolo interpretato nel film “300” della Regina spartana Gorgo; Hans Matheson (“Scontro tra titani”) è Eschilo e Rodrigo Santoro interpreta nuovamente il ruolo del Re persiano Serse.

300 L’alba di un Impero (300: Rise of an Empire, Usa, 2014) Regia Noam Murro Con Sullivan Stapleton, Eva Green, Lena Headey, Andrei Claude, Mark Killeen Warner Bros. Azione, Storico 6 MARZO

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Tra storia e leggenda un colossal fantasy e visionario, un’avventura epica ambientata nel Giappone del 1700, che mette in scena la ribellione di una banda di samurai per vendicare la morte e l’ onore del loro Maestro.

47 Ronin 
Tratto da uno dei più celebri racconti dell’antico Giappone, narra la storica vicenda di 47 Ronin (samurai decaduti in seguito alla morte o alla confisca dei beni del padrone), che si unirono per vendicarsi dell’uomo che aveva provocato la morte del loro leader. Una storia che si confonde con la leggenda e che è diventata emblematica dello spirito guerriero e dei valori

Dopo Il cavaliere Oscuro era difficile volare più alto. Nolan c’è riuscito, realizzando il più colossale, emozionante e intenso film della storia dei supereroi. Una d eg n a

di onore e lealtà che caratterizzano la tradizione giapponese. Nel film viene inserito un nuovo personaggio, di cui non c’è traccia nelle cronache dell’epoca, quello di un uomo metà giapponese e metà inglese, che accomunato dalla devozione per il comune maestro, quando quest’ultimo commette seppuku (suicidio rituale) a seguito di una umiliazione progettata dal malvagio Signore Kira (Tadanobu Asano), si unisce alla banda dei ronin guidata da Oishi (Hiroyuki Sanada) in una ricerca di vendetta contro Kira ed i suoi servi.


Keanu Reeves, che ha recentemente esplorato questo territorio nel suo debutto alla regia, Man Of Tai Chi, è Kai, un uomo disprezzato e trattato brutalmente in una società di rigide caste, e che trova il suo riscatto in una vendetta, che per quanto eticamente giusta, viola le leggi feudali secondo le quali i ‘Signori’ non possono essere giudicati da persone di caste inferiori. L’attrice giapponese candidata all’oscar per il film Babel, Rinko Kikuchi, interpreta il ruolo di una strega mutante, che a volte assume la forma di una volpe ed è la più preziosa alleata del malvagio Signore Kira. 
Con un budget mastodontico superiore ai 170 milioni di dollari, 47 Ronin ha avuto una gestazione molto lunga e difficile per una ricostruzione fedele sia delle scenografie dell’epoca ed una attenzione quasi maniacale allo spirito ed agli ideali che la leggenda dei 47 Ronin rappresenta nella cultura nipponica.

47 Ronin (Usa, 2014) Regia di Carl Rinsch Con Keanu Reeves, Cary-Hiroyuki Tagawa, Hiroyuki Sanada, Rinko Kikuchi 118’, Universal, Azione, Fantasy, Storico 13 MARZO

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Noi 4

Una giornata particolare di inizio estate

Dopo il fortunato esordio dietro la macchina da presa con ‘Scialla!’ e il recente successo de ‘Il Capitale Umano’ di Paolo Virzì, lo sceneggiatore Francesco Bruni torna dietro alla macchina da presa per un’altra commedia complessa e coinvolgente


Il 13 giugno 2013 è una giornata qualsiasi, ma è anche una giornata diversa da tutte le altre: Giacomo, il figlio più piccolo di Ettore e Lara, ha gli orali degli esami di terza media. Se fosse un’altra famiglia, questa sarebbe l’occasione per stare tutti insieme a incoraggiare e sostenere il ragazzino. Non è però il caso dei quattro protagonisti, perché il padre e la madre di Giacomo, sua sorella Emma, ventenne, insieme non riescono a stare. Paola ed Ettore sono separati da anni, e i figli si sono da tempo adeguati, ma i loro rapporti non sono né sereni né pacificati. Questa giornata di giugno funziona su di loro come un reagente chimico, che li manda in sub-

buglio. Infatti, nell’arco di queste ventiquattro ore i nostri quattro, amandosi e odiandosi, si incontreranno (e si scontreranno) più volte fra loro, formando coppie sempre diverse. È come se, brancolando in una nebbia di risentimenti, frustrazioni e nostalgia, non potessero però fare a meno di cercarsi, nel tentativo di ritrovare l’unità e la felicità perdute. E come se non bastasse in questo giorno, oltre alle tensioni familiari, ognuno di loro dovrà affrontare una sua piccola, grande sfida personale. Il tutto nella cornice di una Roma abbacinante e soffocante, sotto il sole di una giornata di inizio estate. Interpretato da due attori di immenso

talento e fascino come Fabrizio Gifuni e Ksenya Rapaport, il film propone la presenza di Francesco Bracci e della notevolissima Lucrezia Guidone, molto apprezzata in teatro, nei ruoli dei due figli. Un altro lavoro personale per Francesco Bruni che prosegue il suo percorso divertente e disincantato, ma anche tenero e compassionevole alla scoperta della nuova famiglia italiana e del suo racconto. Un film importante per lo sceneggiatore e regista toscano che prosegue una riflessione intima declinata attraverso il cinema dell’amico di sempre Paolo Virzì, ma anche tramite lavori più personali proprio come Noi Quattro.

Noi Quattro (Italia, 2014) Regia di Francesco Bruni con Fabrizio Gifuni, Ksenya Rapaport, Lucrezia Guidone, Francesco Bracci 110', 01 distribution. Commedia 20 MARZO

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Non Buttiamo Quattro sconosciuti durante la notte di Capodanno si incontrano in cima al grattacielo più alto di Londra, con lo stesso intento: quello di saltare giù. Questa coincidenza è talmente grottesca da farli desistere temporaneamente e stringere un patto: nessuno dei quattro si suiciderà per almeno 6 settimane. Fino alla notte di San Valentino, quando si ritroveranno sullo stesso grattacielo per fare il punto della situazione delle loro vite. Martin, sposato con figli, è un conduttore televisivo di successo. O meglio lo era.

Adesso è un uomo finito, che non riesce a reggere la vergogna dell’accusa più infamante, quella di pedofilia, per essere andato a letto con una ragazzina di sedici anni (anche se ne dimostra molti di più). Maureen è la madre single e disperata di un ragazzo affetto da una grave forma di paralisi celebrale. JJ è un musicista americano fallito che sbarca a malapena il lunario facendo il pizza-pony,. Jess è instabile e asociale, una persona che passa da un intenso sconvolgimento ad una sorta di gioia frenetica.

Si può scherzare e ridere su una storia che gira intorno alla sofferenza ed al tabù del suicidio? Tratto da un romanzo di Nick Hornby (“About a Boy”, “Alta Fedeltà”), il film racconta le disavventure e le imprevedibili dinamiche di gruppo di un quartetto di aspiranti suicidi, che finiscono per sospendere il loro piano, creando un nucleo familiare disfunzionale e scegliendo di darsi un’altra possibilità. Il ruolo di Brosnan è quello di Martin Sharp che, agli occhi dei giudici britannici, è un pedofilo. “È un noto presentatore televisivo che ha avuto rapporti sessuali con una minorenne”, dice l’attore. “Sembrava una di


Dal Best Seller di Nick Hornby , una commedia sull’’’amore, sull’amicizia e sull’importanza di avere qualcuno con cui condividere qualsiasi cosa, anche il tetto di un grattacielo...

oci Giù

25 anni, ma come poteva saperlo?” Dopo aver passato la vita a creare una carriera di successo nei talk-show, tutto svanisce in uno scandalo. “JJ è un ragazzo perduto che lotta per trovare uno scopo nella vita”, dice il suo interprete Aaron Paul. “È in un buco nero quando lo incontriamo.È stanco di essere sempre spaventato, ed è stanco di cercare di cambiare e non sapere come farlo”. Toni Colette dà vita al personaggio di Maureen: “Emotivamente dilaniata, è molto isolata, ed è totalmente innamorata del figlio. Ha deciso di farla finita perché è convinta che suo figlio avrà una vita migliore senza di lei”. Imogen Poots ovvero Jess, è la più giovane del quartetto, ed apparentemente è quella che ha le idee più chiare: “Non mi sarei mai uccisa con delle pillole. Buttarsi da un grattacielo è molto, molto più figo”. Anche se sarà proprio lei a decidere di prendere tempo. C’è qualcosa di quasi assurdo nel fatto che quattro persone vogliano suicidarsi nella stessa notte e vadano nello stesso posto: è un’idea forte e audace. Ed è un buon inizio per una storia che può avere degli sviluppi imprevedibili”, aggiunge il regista, il francese Pascal Chaumeil (Il truffacuori).

Non buttiamoci giù

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(A long way down, UK, 2014) Regia di Pascal Chaumeil con Pierce Brosnan, Toni Colette, Aaron Paul, Imogen poots 96’, Notorious, CommediaDrammatico. 20 MARZO SCATTA IL QR CODE E GUARDA IL TRAILER


Il ritorno sul grande schermo di Capitan America, il ‘Primo Vendicatore’, dopo il successo di Avengers

U

n anno dopo Iron Man e a solo qualche mese dal secondo capitolo della saga di Thor, ecco un altro Vendicatore tornare al cinema – momentaneamente – separato dagli altri Avengers: Capitan America che nel primo film avevamo visto alle prese con le difficoltà di adattarsi al nuovo mondo, dopo essere rimasto ibernato per quasi mezzo secolo. Dietro la macchina da presa i fratelli Anthony e Joe Russo che ad oltre un decennio dall’esordio in Welcome to Collinwood remake americano de I soliti ignoti con George Clooney hanno sviluppato un’ottima carriera da registi di fortunati serie televisive da Happy Endings a Arrested Development. Nel cast ritroviamo la Vedova Nera interpretata da

CAPTAIN AMERICA

The Winter Soldier


Scarlett Johansson e Samuel L.Jackson dietro la benda di Nick Fury che aiutano l’eroe americano per eccellenza a ritrovare un posto nel mondo di oggi e a reclamare il ruolo di icona. Non solo: incontriamo anche nuovi personaggi interpretati da attori dal talento consolidato come Robert Redford e dal futuro roseo come l’Emily VanCamp di Revenge in un complicato intreccio tra passato e presente, con Capitan America che dovrà vedersela con un avversario molto pericoloso, un ex agente sovietico legato al KGB, denominato “Il Soldato d’Inverno” con cui il supereroe sembra avere molto più in comune di quello che lui può pensare inizialmente. Apparentemente imprendibile, l’uomo nasconde un segreto che proviene anch’egli dagli anni Quaranta e da quando Steve Rogers era appena diventato l’eroe conosciuto con il nome e lo scudo di Capitan America. “Le difficoltà di Rogers in questo film non riguardano tanto la tecnologia.” Spiega l’attore Chris Evans che interpreta Capitan America per la terza volta “Quanto piuttosto adattarsi alle differenze sociali e politiche tra il mondo che aveva lasciato e quello che ha ritrovato ai giorni nostri.” Da notare che nel film vengono introdotti anche altri personaggi dell’universo Marvel molto popolari tra i lettori dei fumetti e – più in generale – tra i fans: il criminale Crossbones e il supereroe Falcon interpretato da Anthony Mackie.

Captain America – The Winter Soldier (Captain America – The Winter Soldier, USA, 2014) Regia di Anthony & Joe Russo con Chris Evans, Scarlett Johansson, Samuel L.Jackson, Robert Redford, Emily VanCamp, Sebastian Stan 128’, The Walt Disney Company Italia Fantasy 26 MARZO SCATTA IL QR CODE E GUARDA IL TRAILER


Noah i che per cattolic i r pe sia ofeta. triarca i è un pr pa ic n u è islam è i No i, e per gl religion i, mentr tutte le in gli ebre e r a miura compa ifferenz d ig f e h a u s alc La con qu o dopo il ntando, re uman e n ge rapprese el ad rinascit nore, la . universale diluvio

Il pastore Noè (Russell Crowe), nipote di Matusalemme (Anthony Hopkins), riceve attraverso visioni e sogni la parola di Dio che preannuncia un Diluvio universale che monderà la Terra dai peccatori. In vista dell’imminente diluvio Noè deve costruire un’immensa arca che oltre alla sua famiglia possa ospitare una coppia per ogni specie animale, la fauna destinata a ripopolare la Terra, ma contemporaneamente dovrà lottare con il mondo che lo circonda abbrutito da guerre, violenza e depravazione. E’ un eco-patriarca, questo Noè interpretato dal ‘gladiatore’ Premio Oscar Russell Crowe e diretto dal visionario Darren Aronofsky, che sebbene abbia dichiarato di voler fare un adattamento fedele al Vecchio Testamento ha affidato la sceneggiatura a John Logan (Il gladiatore, The Aviator). Un personaggio complesso, un uomo prescelto da Dio per la sua fede e la sua rettitudine, condannato prima a non essere creduto ed essere boicottato dai suoi contemporanei, e dopo a sopportare il senso di colpa per essere l’unico soprav-

vissuto, con la sua famiglia, della razza umana. E non è un caso forse, che discendiamo tutti da lui. Colossal da 130 milioni di dollari, con scene apocalittiche ricostruite magistralmente in CGI, l’Arca è stata costruita realmente a Oyster Bay, New York, ed ha ospitato uno dei set del film, che è stato girato prevalentemente in Islanda. Noah è uno dei titoli di punta del ritorno al ‘peplum’, che caratterizzerà questo 2014, con una serie di blockbuster in costume di argomento biblico o mitologicio. Oltre a questo Noah firmato da Darren Aronofsky, e ad un paio di Ercoli, ritornano i 300 eroi greci contro i persiani, e a fine anno un Mosè firmato da Ridley Scott. Nel cast, oltre a Russell Crowe, anche Emma Watson (la figlia adottiva di Noé), Jennifer Connelly (la moglie Naameh), Logan Lerman e Douglas Booth (i figli), Ray Winstone (il nemico di Noè Tubal-Cain), Anthony Hopkins (Matusalemme), Kevin Durand, Marton Csokas e Dakota Goyo. Jóhannes Haukur Jóhannesson e Arnar Dan nei panni di Caino e Abele.


Noah (Usa, 2014) Regia di Darren Aronofsky Con Russell Crowe, Jennifer Connelly, Anthony Hopkins, Ray Winstone, Emma Watson, Logan Lerman Universal, Fantasy-biblico 10 APRILE

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