Primissima Cinema - Giugno 2008

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giugno

LE TRAME E LE IMMAGINI DI TUTTI I FILM

rivista programma dei cinema

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Il Cavaliere Oscuro accende l'estate

l'incredibile hulk

wanted - scegli il tuo destino

Agente Smart Casino totale

interviste: Vanzina, Dempsey, Roth

E venne il giorno

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L’Italia dopo Cannes

Piero Cinelli

Palma d’oro è andata a Entre les murs di Laurent Cantet, un film ‘magico’ come è stato definito dal Presidente della Giuria Sean Penn, interpretato da attori non professionisti (una vera classe di un liceo parigino), che riporta in Francia la vittoria dopo ventuno anni (da Sotto il sole di Satana di Maurice Pialat, 1987). Premi speciali alla carriera a Catherine Deneuve e Clint Eastwood. Toni Servillo, Matteo Garrone, Paolo Sorrentino Ma il vero vincitore, in termini di opo anni di alti e bassi, più bassi che stile, di innovazione e di coraggio alti, l’Italia raccoglie un doppio Premio civile, è il cinema italiano. ai massimi livelli del 61° Festival di Non poteva andar meglio. Grazie anche a Sean Cannes. Gomorra di Matteo Garrone e Il Divo Penn, Presidente della Giuria ed a Sergio Cadi Paolo Sorrentino ricevono rispettivamente il stellitto, unico giurato italiano, che si sono Gran Premio Speciale della Giuria ed il Premio battuti per premiare un cinema non convenzioSpeciale della Giuria. nale, capace di misurarsi con la realtà, avere il Era dal 1972, quando Rosi e Petri vinsero la coraggio di confrontarsi con il mondo ‘reale’, Palma d’Oro ex-equo con Il Caso Mattei e La magari uscendo fuori dalle formule collaudate classe operaia va in paradiso che l’Italia non ed autoreferenziali. Un Palmarès esemplare, da riceveva un simile riconoscimento. questo punto di vista. Con la Palma d’Oro a Ed è più che probabile che i due Premi, asse- Entre les murs di Cantet, un film che racconta gnati quasi all’unanimità, abbiano sacrificato ‘dal basso’ ovvero da una classe di scuola media l’eventuale terzo premio al grandissimo Toni della banlieu parigina il vero significato della Servillo, protagonista di entrambe le pellico- parola integrazione e democrazia, prosegue con le, che ha commentato con ironica sobrietà: il potentissimo Gomorra di Matteo Garrone, “sono felice di aver portato fortuna a tutti e uno dei film più sconvolgenti e coraggiosi dai due.” Ed era dal 2001 (Palma d’oro a La stanza tempi de La battaglia di Algeri, e quindi con del figlio di Nanni Moretti) che un film italiano Il Divo di Paolo Sorrentino, un ritratto quasi non vinceva un premio al festival di Cannes. La bunueliano della rappresentazione Andreottiana

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Il nostro cinema si è presentato alla platea internazionale di Cannes con due registi non ancora quarantenni, dimostrando che sta nascendo una nuova generazione di autori che ispirandosi a maestri dell’impegno politico come Petri e Rosi, sanno rimettersi a guardare il nostro paese senza paura, scavando nella sua realtà e attualità, nelle sue ombre, vergogne, misteri e tragedie e sapendolo raccontare in modo innovativo, geniale, personale.” (N. Aspesi - La Repubblica)

Cannes è un buon punto di partenza per cominciare a parlare di una riscossa italiana fatta di coraggio, scevra di ogni pietismo, per nulla indulgente verso quelli che per lungo tempo, per troppo tempo, abbiamo accettato fossero i nostri caratteri nazionali, un finto buonismo, una fuga dalla responsabilità, la cialtroneria esibita come fosse una carta di credito, l’inaffidabilità vissuta come fosse un elemento di saggezza. Se il cinema è lo specchio di un paese, occorre guardarsi in esso e lavorare, come classe dirigente, come cittadini, affinché l’immagine via via riflessa finisca con l’assomigliare all’Italia che vorremmo, agli italiani che ci piacerebbe essere.“ (S. Solinas - Il Giornale)

del potere. Benicio Del Toro, la cui somiglianza con Che Guevara è a dir poco impressionante, vince il Premio di migliore attore e, quasi agli antipodi del mito del guerrigliero Che, ma a rappresentare l’altra faccia del continente sudamericano, Sandra Corveloni vince il Premio per la migliore attrice con il ruolo di una madre single di quattro figli, in Linha de Passe di Walter Salles. “Il messaggio di Gomorra resterà a lungo. I due film italiani usano un linguaggio cinematografico straordinario - ha commentato Sean Penn - sono considerazioni molto forti di come funzionano il mondo e la politica. E’ un tipo di cinema organico.” “Ho pensato a questi due film - ha continuato Castellitto - come due film gemelli, tanto diversi quanto complementari, perché hanno in comune un grande tema, ovvero che cosa si nasconde dietro la faccia urbana, civile, occidentale di una democrazia.” Uscita da due settimane in sala Gomorra sta facendo incassi da blockbuster, c’è da augurarsi che anche Il Divo venga accolto dal pubblico con eguale generosità. Perché vincere due premi di questo livello nel maggior festival internazionale, è un incoraggiamento a tutto il mondo del cinema, a tutto il mondo della cultura italiana, ad avere maggior coraggio. Si può stare sul mercato anche senza Notti degli Esami e Vacanze di Natale. Cercando di raccontare la realtà senza ipocrisie - e senza sconti - perché solo con questo spirito aiuteremo a crescere il pubblico ed il paese.

I premi del 61° festival di Cannes Palma d’Oro Entre le murs di Laurent Cantet Gran Premio della Giuria Gomorra di Matteo Garrone Premio della Giuria Il Divo di Paolo Sorrentino Premio alla Carriera Catherine Deneuve e Clint Eastwood (The Exchange) Miglior Regia Nuri Bilge Ceylan 2Uc Maymun Milgior Attrice Sandra Corveloni Linha de passe Miglior Attore Benicio Del Toro Che Migliore Sceneggiatura Luc e Jean Pierre Dardenne Le silence de Lorna


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Il Cavaliere Oscuro

INTERVISTE

savage grace L’anno in cui i miei genitori andarono in vacanza BRATZ QUANDO TUTTO CAMBIA

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Tropa de Elite - Gli squadroni della morte

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Chiamata senza risposta

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Noi due sconosciuti Postal

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Feel The Noise - A tutto volume

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Il resto della notte

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Un amore di testimone

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E venne il giorno

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l'incredibile hulk

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un'estate al mare

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wanted - scegli il tuo destino

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Agente Smart - Casino totale

joshua Che la fine abbia inizio: l’ultimo giorno di scuola, il primo incontro con la morte The Deaths of Ian Stone

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rivista programmma dei cinema • anno 19 n.6 - giugno 2008

Editore

primissima srl

via Lorenzo il Magnifico 50, 00162 Roma tel. +39 0645437670 • +39 0645437693 • fax +39 0697603680 primissima@primissima.it

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Dvd del mese le battute

cambio di gioco perfect creature The Signal boogeyman 2 - il ritorno dell'uomo nero

Free magazine nato il 1 giugno 1990 distribuito gratuitamente nelle sale cinematografiche italiane Direttore responsabile Grafici PATRIZIA MORFù patrizia.morfu@primissima.it piero cinelli LUCA FODDIS luca.foddis@primissima.it hanno collaborato a questo numero Direttore editoriale

Paolo Sivori

RUBRICHE 44 46

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la notte non aspetta rovine

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Go Go Tales identità sospette Gardener of Eden HANNAH MONTANA & MILEY CYRUS

40 Enrico Vanzina 42 Patrick Dempsey 43 Tim Roth

nicoletta gemmi, MARCO SPAGNOLI, boris sollazzo, pierpaolo festa, LIVIA SAMBROTTA

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30 pubblicità intermedia via Giano Parrasio 23 - 00152 Roma tel +39 06.5899247/4534 fax +39 06.5819897

Calendario a cura di nicoletta gemmi stampa PFG Grafiche • Ariccia (RM) distribuzione nazionale CTE Reg. Trib. Roma n. 73/90 del 1/2/1990 P.Iva/C.F. 05904851002

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PRossimamente

Buonasera signore e signori, ci penseremo noi ad intrattenervi stasera…”, sebbene queste parole siano pronunciate da un uomo truccato da clown, c’è poco da ridere e tanto da temere, specialmente se il clown in questione ha la faccia piena di cicatrici, ed è armato di fucile a pompa. Lui è il Joker (Heath Ledger), il leggendario supervillain del fumetto di Batman creato da Bob Kane nel 1940. Accompagnato dai suoi fedeli scagnozzi mascherati, il criminale scatena l’inferno a Gotham City, con l’obiettivo di liberare un’anarchia tale da demolire l’intera società. Sul lato opposto della barricata ritorna l’Uomo pipistrello (Christian Bale), il cavaliere senza macchia e senza paura, ‘oscuro’ per definizione, visto l’abbigliamento, l’identità nascosta e il suo lato oscuro, quello che sfoga di notte combattendo i criminali a rischio della propria vita. E così quando il Tenente Gordon (Gary Oldman) accende il bat-segnale il pipistrello torna a svolazzare sui cieli rimettendo le cose a posto. Questa volta, però, il suo nemico di sempre, Joker, è pronto ad arruolare tutti gli assassini a piede libero pur di farlo fuori. Il caos si espande, tra rapine in banca e atti vandalici. Con un ecatombe di poliziotti. A difendere Gotham, insieme a Batman e Gordon, l’avvocatessa Rachel Dawes (Maggie Gyllenhaal che rimpiazza Katie

Batman forever

E’ senza dubbio l’evento per eccellenza dell’estate. Il ritorno de dal ‘mago’ Nolan, è ancora più dark, sin dal titolo. E la morte di


Holmes) e Harvey Dent (Aaron Eckhart), nuovo procuratore distrettuale deciso a riempire le prigioni della città… dovrà però fare attenzione ad un carico di acido destinato a colpirlo dritto sul volto ed a trasformarlo nello psicopatico Harvey Due Facce. Riuscirà Batman ad evitare gli agguati del Joker e soprattutto a mantenere il suo codice di eroe, ovvero la sua unica regola, quella di non uccidere nessuno?! Dopo l’eccellente Batman Begins, dove raccontava le origini di Bruce Wayne e della sua insaziabile sete di giustizia, Christopher Nolan fa rivivere l’uomo pipistrello in una nuova avventura che si preannuncia come la più emozionante e dark di tutta la saga. Riconfermando l’intero cast del precedente, a cominciare da Christian Bale, Morgan Freeman, Michael Caine e Cillian Murphy. Ma il ruolo chiave è quello di Ledger (il ‘suo’ Joker sarà altrettanto memorabile di quello di Nichlson?) in odore di leggenda, alla James Dean, dopo la sua tragica scomparsa. Per prepararsi al ruolo Ledger ha vissuto da solo in una stanza di hotel per un mese, studiando la psicologia del personaggio, la sua andatura e la voce (a quanto pare la più difficile da trovare). Ed ispirandosi ad Alex di Arancia meccanica, Sid Vicious e Johnny Rotten.

Il Cavaliere Oscuro

(The Dark Knight, Usa, 2008) Regia di Christopher Nolan con Christian Bale, Heath Ledger, Aaron Eckhart, Michael Caine, Maggie Gyllenhaal, Morgan Freeman Warner Bros., azione 23 luglio 2008

ell’uomo pipistrello, firmato ancora una volta i Heath Ledger, il joker demoniaco, lo tinge di leggenda.


6 giugno savage grace L’anno in cui i miei genitori andarono in vacanza (The year my parents went on vacation, Brasile, 2006) Regia di Cao Hamburger con Michel Joelsas, Germano Haiut, Paulo Autran, Daniela Piepszyk, Simone Spoladore, Caio Blat, Liliana Castro 104’, Lucky Red, drammatico (Spagna/Usa/Francia, 2007) Regia di Tom Kalin con Julianne Moore, Stephen Dillane, Elena Anaya, Simón Andreu 97’, Bim, drammatico L’american dream incontra una vera tragedia americana, in questo racconto, ambientato tra gli anni 50 e gli anni 70, che ricostruisce la vicenda matrimoniale e familiare di Barbara Daly, una ragazza di umili origini che sposa il magnate Brooks Baekeland, erede

dell’inventore della bakelite. Barbara è bella e carismatica, ma disperatamente inadeguata alla classe sociale e al mondo aristocratico del marito. La nascita dell’unico figlio, Tony, compromette ulteriormente il precario equilibrio di questa unione. Crescendo, il ragazzo si sente un fallimento agli occhi del padre e sviluppa un rapporto sempre più simbiotico e morboso con la madre, che getterà le basi di una tragedia di spettacolare efferatezza e decadenza.

QUANDO TUTTO CAMBIA (Then she found me, Usa, 2007) Regia di Helen Hunt con Helen Hunt, Colin Firth, Bette Midler, Matthew Broderick, Lynn Cohen, Ben Shenkman, Tommy Nelson, Daisy Tahan 100’, Medusa, commedia/drammatico

April Epner (Hunt), un’insegnante di New York quarantenne, ha un grande desiderio: diventare madre. Ma mentre fantastica sull’evento, il marito Ben (Broderick), decide di lasciarla. Ma le sorprese non sono finite qui. Nella vita di April arriva Bernice (Midler), un’eccentrica conduttrice di un talk show locale, che afferma di essere la madre naturale. Nonostante l’influenza della ritrovata madre e una relazione con Frank (Firth), il padre di uno dei suoi alunni, la semplice vita di una volta sembra solo un ricordo. Esordio alla regia dell’attrice Premio Oscar Helen Hunt.

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1970: il Brasile vince la coppa del mondo. E una dittatura militare prende il potere. Il piccolo Mauro, un ragazzo di dodici anni, viene letteralmente scaricato a casa del nonno, dai genitori costretti a fuggire a causa delle loro idee politiche. Il vecchio, muore pochi giorni dopo a causa di un attacco di cuore, e Mauro viene preso in casa da un vicino, che lo accoglierà nella piccola comunità ebraica del quartiere. Mauro in quell’estate incontrerà personaggi indimenticabili che lo porteranno a essere protagonista di piccoli e grandi eventi della storia del proprio paese.

BRATZ

(Usa, 2007) Regia di Sean McNamara con Logan Browning, Jon Voight, Janel Parrish, Nathalia Ramos, Skyler Shaye 110’, Eagle Pictures, commedia Ispirandosi alle omonime bambole che hanno preso il posto della Barbie nel cuore degli adolescenti, Bratz narra la storia di Yasmin, Cloe, Sasha e Jade, quattro liceali che vivono un’avventura per situazioni, ambientazioni e ritmo molto simile alla trasmissione American Idol: quattro ragazze d’origine sociale diversa che si uniscono per creare una gang musicale al femminile. Le quattro troveranno non poche difficoltà nel farsi accettare dalla scuola che frequentano proprio per l’originalità del loro abbigliamento e dei loro atteggiamenti. Ma ben presto diventeranno un mito per tutta l’istituzione scolastica e non solo.



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Tropa de elite

Gli squadroni della morte (Tropa de elite, Brasile, 2007) Regia di José Padilha, con Wagner Moura, Caio Junqueira, André Ramiro, Milhem Cortaz 118’, Mikado, drammatico

Tropa de Elite Gli squadroni della morte

Con un record mondiale di omicidi la polizia brasiliana riconferma la propria fama di brutalità, accanto a quella, altrettanto da record, di corruzione e collusione con la malavita.

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io de Janeiro, 1997. La Tropa de Elite è una squadra speciale della polizia di Rio, una specie di narcotici da assalto, che si occupa esclusivamente del narcotraffico. Alla vigilia della visita del Papa Giovanni Paolo II in Brasile la squadra viene coinvolta nella ‘bonifica’ di alcune favelas, in particolare il Morro do Turano, per evitare spiacevoli incidenti. Un compito più duro del solito, quasi militare per il capitano Nascimento (Moura), capo della Squadra, che dopo anni di ordinaria guerra, in procinto di diventare padre, sta pensando di mollare. In questo clima è chiamato per un’altra emergenza. Durante una festa scoppia una sparatoria, e Nascimento e la sua squadra devono salvare due aspiranti ufficiali della Polizia Militare: Neto (Junqueira) e Matias (Ramiro). Impressionati dall’efficienza dei loro salvatori, i due giovani poliziotti si candidano entrambi al corso di formazione della Squadra d’Elite. Il primo si distingue per il coraggio. Il secondo per l’intelligenza. Se potesse unire in un solo individuo queste due qualità, il capitano Nascimento avrebbe trovato il suo successore. Ma le cose andranno diversamente. Orso d’Oro al Festival di Berlino. Con una struttura da thriller d’azione e con uno stile documentaristico, materiale girato ‘sul campo’ con camera a mano, voce fuori campo e musica rap, ispirato a fatti e personaggi della cronaca nera brasiliana, Tropa de elite rilancia il genere ‘favelistico’

alla City of God, con un messaggio ed uno stile ancora più radicali. “Trafficanti, milizia e polizia di Rio torturano nelle favelas” diceva il titolo di un importante quotidiano di Rio de Janeiro che il regista di Tropa de elite ha appeso nel suo ufficio. Il film di José Padilha è un film che racconta con uno stile iperrealista e ultraviolento la guerra che quasi ogni giorno si consuma nei vicoli e nelle strade delle favelas di Rio. Tra incursioni tra i trafficanti di droga e vere battaglie all’arma bianca sullo sfondo dei disordini, le scene di violenza nel film hanno scatenato polemiche. “I conflitti violenti in ogni società sono la regola e non l’eccezione” ha detto il regista contestando l’equazione tra povertà e violenza, poiché “in molte città del mondo c’è più povertà che a Rio e a San Paolo, ma meno violenza. Lo scorso anno i poliziotti brasiliani hanno ammazzato più di mille persone, negli Stati Uniti i morti sono stati 200, ma con una popolazione di 300 milioni di persone”.

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Chiamata senza risposta Qual’è il suono della morte? Nel 1998 Hideo Nakata girò Ringu e aprì la strada al genere dei J-horror. In questo remake americano del film di Takashi Miike, The Call, alcune persone ricevono messaggi sulla segreteria telefonica del cellulare in cui sentono le loro voci nel momento in cui stanno morendo.

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eth Raymond (Sossamon) è stata testimone della raccapricciante morte di due amici in pochi giorni. Ma la cosa più sconvolgente è che lei sa che tutti e due avevano ricevuto agghiaccianti messaggi in cui sentivano le loro urla prima di morire. Le chiamate erano arrivate alcuni giorni prima del momento fatale, e, in seguito, tutto si era svolto nel modo e nel luogo predetto dalla telefonata. La polizia pensa che Beth sia in preda a un delirio, eccetto il detective Jack Andrews (Burns), perché sua sorella è morta in un anomalo incidente che ha strane somiglianze con le morti degli amici di Beth. Insieme, Jack e Beth cercano freneticamente di svelare il mistero che si cela dietro quelle sinistre telefonate. Mentre si avvicinano alla verità, il cellulare di Beth inizia a squillare con una lugubre suoneria e sul display appare la scritta chiamata senza risposta…. Che il terrore corre sul filo è per il cinema un tema diffusissimo. Da quando poi esistono i cellulari, il filo non serve più, ma il mezzo rimane un eccellente comunicatore di curiosità, frustrazione e se si vuole anche di morte. A partire da Ringu, con tanto di sequel e remake americano The Ring, ed a Chiamata da uno sconosciuto, o The Call di cui questo film di Eric Valette è il rifacimento, l’utilizzare i mezzi di comunicazione per annunciare e - magari mostrare - la morte di qualcuno, è un espediente assai efficace. Al suo esordio nella regia in America, il regista francese

ha affermato: “la storia si svolge in un mondo in cui tutti hanno un cellulare. E se avessero imparato ad usare questa tecnologia anche nell’altro mondo?”. Sì perché Chiamata senza risposta è anche una storia di fantasmi, di morti che non hanno trovato pace e vogliono ‘comunicare’ con i vivi. “Che tipo di terrore può incutere uno spirito malefico che si muove attraverso i cellulari?”, si è chiesto il regista: “E’ un’idea semplice, ma quello che mi è piaciuto di questo progetto è stata la profondità della storia e i suoi temi universali. La suspence è costruita attraverso una paura provocata da eventi inaspettati che sconvolgono la psiche dei protagonisti”. E a proposito di protagonisti la splendida Shannyn Sossamon è oramai una ‘veterana’ del genere dopo Catacombs e La setta dei dannati. Mentre Edward Burns è una presenza collaudata come testimone di un mondo più adulto che è costretto a mettere in discussione la propria sicumera.

Chiamata senza risposta (One Missed Call, Usa, 2008) Regia di Eric Valette con Shannyn Sossamon, Edward Burns, Ana Claudia Talancón, Ray Wise 87’, Warner Bros., horror

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13 giugno Noi due sconosciuti (Things we lost in the fire, Usa/UK, 2007) Regia di Susanne Bier con Halle Berry, Benicio Del Toro, David Duchovny, Alison Lohman, Sarah Dubrovsky 118’, Teodora Film, drammatico La vita di Audrey Burke (Halle Berry) è sconvolta dall’improvvisa morte di suo marito Brian (David Duchovny), ucciso da un colpo di pistola. In preda ad un dolore incontrollabile la vedova chiede a Jerry Sunborne (Benicio Del Toro), il migliore amico del marito, ex-avvocato finito nella spirale dell’eroina, di trasferirsi a casa sua. E’ un modo per restare fedele al consorte, e di dare una mano ad un suo amico, che sta cercando di disintossicarsi. Jerry cercherà di aiutare Aubrey e i suoi figli a superare il trauma della perdita. Due anime ferite, la comune cognizione del dolore li unirà in un delicato rapporto affettivo, ma la felicità sarà solo un ricordo. Primo film in lingua inglese, della regista danese Susanne Bier, candidata all’Oscar per Dopo il matrimonio.

Postal (Usa/Germania, 2007) Regia di Uwe Boll con Zack Ward, Dave Foley, Erick Avari, Chris Coppola, Michael Benyaer, Jackie Tohn 109’, OneMovie, commedia nera/ azione Postal è un film a dir poco bizzarro. Ispirato all’omonimo videogioco, è una commedia, grottesca e forzatamente irriverente, che ri-

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corda molto vagamente Borat. Il regista tedesco Uwe Boll ci porta dentro la vita incasinata di Postal Dude, giovane disoccupato, che chiede aiuto allo zio Dave, leader di una improbabile setta esoterica. Quest'ultimo lo coinvolge in un furto di bambole, per scoprire che una banda di talebani, nascosti nella cittadina, ha avuto la stessa idea. Seguirà una caccia all’afgano molto ironica e vagamente razzista.



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Feel The Noise - A tutto volume Prodotto da Jennifer Lopez, lancia un nuovo sound ed una nuova danza: il reggaeton, un mix di ritmi caraibici, latini e hip-hop, attraverso la storia di un giovanissimo rapper di Harlem che scopre l’amore e la sua vena creativa a Puerto Rico.

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ob (Grandberry) desidera fare rap a New York, ma sua madre teme che sia troppo pericoloso. Il giorno in cui viene ferito da una pallottola, lo manda a Puerto Rico per andare a vivere con suo padre Roberto (Esposito). Rob, che non era nemmeno a conoscenza dell’esistenza di suo padre, cerca di rifarsi una vita, nell’attesa di tornare a New York. Il fratellastro Javi, un dj, mago della musica digitale, gli fa conoscere il Reggaeton. Nelle discoteche di La Perla, il ghetto di Puerto Rico, la passione per la musica rinasce nel cuore di Rob. Javi gli mostra come integrare il rap nel ritmo più veloce del Reggaeton. Realizzano una buona pista e CC (Zulay Henao), una ragazza che piace molto a Rob, è sicura che sarà un successo. Intanto, l’ex-ragazzo di CC (Vico C) è geloso e minaccia i fratelli e la loro famiglia. CC presenta il duo a un produttore che accetta di metterli sotto

Feel the noise A tutto volume

(Usa, 2007) Regia di Alejandro Chomski con Omarion Grandberry, Luis Cruz, Giancarlo Esposito, Melonie Diaz 86’, Mediafilm, drammatico/musicale

contratto. Rob, Javi e CC decidono di partire per New York sicuri di fare fortuna. Sembra un ritorno perfetto per Rob – registrare in un studio magnifico, vivere in posti eleganti – ma le cose non andranno esattamente in questo modo. Mentre la famosa Parata del Puerto Rican Day si avvicina, i tre protagonisti proveranno a realizzare i loro sogni nella Grande Mela e a ritrovare la loro dignità prima che sia troppo tardi. “L’integrità non ha prezzo ed è fondamentale per chi vuole realizzare un sogno ed esprimersi come artista”, dice Chomski. Questo è il messaggio di Feel the noise oltre a divulgare il Reggaeton, nuova danza che include rap e hip-hop. Straordinaria la colonna sonora composta dalla divisione di Sony BMG Music Entertainment, che vanta i migliori artisti Reggaeton.



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Il resto della notte Con Saimir, storia di un ragazzo albanese, nel 2004 ha vinto il premio Migliore Opera Prima al Festival di Venezia. Ora con Il resto della notte è stato scelto alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes. Munzi ritorna su un tema forte e d’attualità come la convivenza dell’Italia del Nord-Est con gli immigrati dell’Est Europa.

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a moglie di un industriale di provincia, Silvana, sofferente da tempo di disturbi nervosi, si convince che la giovane domestica rumena, Maria, sia responsabile della sparizione di alcuni oggetti preziosi nella propria casa. Senza alcuna prova, contro la volontà del marito Giovanni e soprattutto della figlia Anna, la donna decide di licenziare su due piedi la giovane. Maria, nella disperazione, decide di tornare in casa del suo ex fidanzato, Ionut: l’uomo è da poco uscito di galera e vive col fratello adolescente Victor. Tra Ionut e Maria rinasce una passione che sembrava sopita da tempo. Purtroppo però i giovani amanti sono i primi ad accorgersi che gli equilibri familiari sono cambiati: Victor guarda con sospetto Maria, considerandola inaffidabile e dannosa per la serenità del fratello, celando dietro atteggiamenti infantili, una gelosia quasi morbosa per Ionut, accresciuta dalla recente scomparsa della madre. A complicare la situazione si aggiungono le cattive compagnie che è solito frequentare Ionut. Malviventi pericolosi che porteranno la famiglia dell’industriale, e le ricchezze della loro casa, a diventare l’obiettivo primario di una banda di disperati. Gli equilibri emotivi dei personaggi già molto precari, cominciano ad incrinarsi, facendo precipitare gli eventi verso un tragico epilogo. Non è partito da un fatto di cronaca particolare ma per Il resto della notte Francesco Munzi voleva una storia ambientata nel Nord-Italia

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Il resto della notte (Italia, 2008) Regia di Francesco Munzi con Sandra Ceccarelli, Aurélien Recoing, Stefano Cassetti, Laura Vasiliu, Victor Cosma, Giancarlo Ratti 100’, 01 Distribution, drammatico

di questi anni. Non aveva nemmeno in testa una città precisa quando ha iniziato a scrivere il soggetto ma era il Nord-Est la zona che gli interessava raccontare, una di quelle regioni in cui e i contrasti E le contraddizioni del nostro paese sono più acute, più chiare. Il resto della notte, ha detto il regista “non è un trattato sociologico, piuttosto ho scelto di prendere degli estremi e di metterli in cortocircuito, in contraddizione. Il mio è un ritratto del ceto che comanda, che ha perso la capacità di interpretare il reale e si è chiuso nel proprio benessere, essendo anche incapace di goderselo. Poi ci sono gli immigrati romeni che si dibattono tra l’essere un po’ servi o diventare briganti”. Uno stile di regia che mescola finzione e documentario, Il resto della notte è un film sulla paura, quella irrazionale, che nasce dall’interno quando non si è in pace con se stessi, quando si sta sbagliando tutto. Ma c’è anche una paura concreta, reale, quella dell’altro: quella che nasce dalle troppe differenze.



12 giugno

Capire troppo tardi di chi si è realmente innamorati può essere un dramma. Oppure una commedia. Perché se in amore e in guerra tutto è permesso, Tom farà l’impossibile per mandare a monte il matrimonio della sua migliore ‘amica’.

Un amore di testimone


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om (Patrick Dempsey) conduce una vita fantastica: è sexy, ha successo e sa di poter sempre contare su Hannah (Michelle Monaghan), la sua deliziosa migliore amica e l’unico punto fermo della sua esistenza. E’ una situazione perfetta, fino a quando Hannah non va in Scozia per sei settimane di lavoro… e Tom scopre con stupore quanto è vuota la sua vita senza di lei. Così, decide che al suo ritorno le chiederà di sposarlo, ma rimane sconvolto quando scopre che lei intanto si è fidanzata con un bellissimo e ricco uomo scozzese e sta pensando di trasferirsi definitivamente oltreoceano. Quando Hannah chiede a Tom di essere la sua ‘damigella’ d’onore, lui accetta con riluttanza questo compito… ma solo per poter tentare di conquistarla e fermare il matrimonio prima che sia troppo tardi. Se lui è il Dottor Stranamore della serie tv Grey’s Anatomy alias testimonial di Versace Uomo ovvero Patrick Dempsey e lei è Michelle Monaghan che recentemente ha mandato a monte il matrimonio di Ben Stiller nella commedia Lo spaccacuori, la miscela non può che essere esplosiva. Dempsey e la Monaghan con la loro ‘leggerezza’ ben rappresentano i nuovi disordini amorosi. Con una salutare dose di ironia, a volte una, altrettanto salutare, di cattiveria, il film prende a prestito, modernizzandoli, gli schemi, i ritmi e i requisiti della classica commedia all’americana. Inoltre Dempsey, pur rimanendo affezionato al personaggio del Dottor Derek Shepherd della citata soap, legittimamente sta cercando di affrancarsene. E dopo avere interpretato l’avvocato divorzista in Come d’incanto, eccolo ancora, alle prese con una donna innamorata. Peccato, però, che non lo sia di lui. Un amore di testimone, diretto da Paul Weiland (famoso per le sue regie di vari episodi di Mister Bean), è una commedia ottimistica e spensierata per la quale la scelta del cast giusto era di primaria importanza. “C’è una confessione d’amore da un punto di vista maschile. Non c’è la ragazza con il cuore spezzato, come accade il più delle volte, ed è bello vedere che succede anche al sesso opposto”, ha detto il regista.

Un amore di testimone (Made of Honor, Usa/UK, 2008) Regia di Paul Weiland con Patrick Dempsey, Michelle Monaghan, Kevin McKidd, Kathleen Quinlan, Sydney Pollack 101’, Sony Pictures, commedia romantica

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M. Night Shyamalan, il regista de Il sesto senso e Signs, alza il livello di paura, mettendo in scena il giorno del giudizio, quello in cui la natura si rivolterà spietata contro l’uomo.

E venne il gior


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osa sta accadendo nelle strade delle nostre metropoli? A poco a poco la gente comincia a comportarsi in maniera bizzarra. Molti cadono per terra senza vita, altri improvvisamente cominciano ad uccidere tutti quelli che gli capitano a tiro. Sono numerosi anche i suicidi di massa. Molti attribuiscono questa catastrofe ad un nuovo attacco terroristico sul territorio occidentale. Ma questa volta il nemico è invisibile. Si tratterebbe, infatti, di uno strano fenomeno killer legato all’aria. In un liceo di una cittadina della Pennsylvania, il professore di scienze Elliot Moore (Mark Wahlberg) è stato uno dei pochi a focalizzarsi sull’evento prima ancora che raggiungesse il suo culmine, sin da quando milioni di api erano scomparse dalla circolazione. Non avrà tanto tempo per fermarsi a riflettere, dovrà invece mettersi in salvo al più presto. Cercando scampo in campagna, insieme alla moglie Alma (Zooey Deschanel) e all’amico Julian (John Leguizamo), un suo collega con una figlia di otto anni (Ashlyn Sanchez). Tenteranno di rimanere in vita, al largo dalle metropoli e dal resto della folla in fuga. Non ci si potrà fidare di nessuno, dal momento che chiunque è soggetto ad un improvviso sfogo di spietata follia. Il fenomeno assassino si espanderà sempre di più: non si sa cosa sia successo, ma se ne vedono già i segni… sta accadendo! A nove anni da Il sesto senso, il nuovo incubo di M.Night Shyamalan arriva nelle sale, pronto a far schizzare al massimo il livello di paranoia dello spettatore. Nelle parole del regista “E venne il giorno è

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un thriller paranoico alla maniera dei film anni ’50. Una versione moderna di quel modo di raccontare storie piene di suspense, mista all’uso degli effetti speciali”. La pellicola è stata la prima del regista ad essere marchiata dalla censura Usa con la R di Restricted, il ché significa che questa volta verranno mostrate immagini davvero forti e spaventose. “Uscirete dalla sala totalmente paranoici” – ha promesso il regista, sottolineando come si tratti di un tema più che mai attuale, legato alla paura post 11 settembre e ad una forte analisi di coscienza nel rapporto uomo-ambiente. “Credo che la responsabilità umana per quello che sta avvenendo sia una parte importante della pellicola - ha concluso Shyamalan - così come il concetto che questo è il giorno del Giudizio Universale. E’ stato decisamente il film più semplice che abbia mai realizzato perché i temi e la struttura solida mi hanno influenzato dall’inizio alla fine. Successivamente, le domande fondamentali erano sempre su dove eravamo in termini di terrore e panico in una scala da 1 a 10, per poter poi continuare ad alzare il livello”.

E venne il giorno (The Happening, Usa, 2008) Regia di M.Night Shyamalan Con Mark Wahlberg, Zooey Deschanel, John Leguizamo, Spencer Breslin, Betty Buckley 20th Century Fox, thriller/fantastico


18 giugno

L'incredibile

Hulk L’Incredibile Hulk

(The Incredible Hulk, Usa, 2008) Regia di Louis Leterrier Con Edward Norton, Liv Tyler, Tim Roth, William Hurt, Tim Blake Nelson, Lou Ferrigno Universal Pictures, azione/fantasy


“Il più incompreso dei supereroi” torna in chiave antieroica e dark, il gigante Hulk, meno mostro e più uomo costretto a lottare con il suo doppio incontrollabile e violento. “Non voglio controllarlo, voglio liberarmi di lui...” Già dal trailer si capisce che qualcosa è cambiato. E non è solo il protagonista, Edward Norton (La 25a Ora, Fight Club) che ha anche co-sceneggiato il film nel ruolo dello scienziato Bruce Banner, costretto a vivere nascosto, alla continua ricerca di un antidoto per la sua ‘malattia’. I soliti guerrafondai, con in testa il Generale Thaddeus Ross (William Hurt), gli stanno sempre con il fiato sul collo, considerando le sue ‘particolarità’ come una possibile arma a disposizione del governo degli Stati Uniti. Questa volta Banner deve anche guardarsi dalla spia Emil Blonsky (Tim Roth), professionista con l’incarico di rubare i suoi poteri. Inoltre deve resistere al bisogno di rivedere la sua amata Betty (Liv Tyler), figlia del generale Ross, dalla quale è stato costretto a separarsi. La situazione precipita quando a Blonsky viene iniettato lo stesso gene modificato di Banner: il risultato sarà la sua trasformazione nel terribile Abominio, due volte più grande di Hulk e intenzionato a distruggere tutto ciò che gli capita a tiro. In questa battaglia epica, Banner sarà costretto ad affidarsi totalmente al bestione dentro di lui per affrontare la sua nemesi e salvare la Grande mela dalla distruzione totale.

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Non è un sequel, piuttosto un newquel, dal momento che si discosta da ciò che abbiamo visto nel film di Ang Lee del 2003, mantenendo però intatta, tutta la disperazione che colpisce questo personaggio, l’unico supereroe i cui poteri sono una maledizione e non un vantaggio. “Non volevamo realizzare un film cerebrale – ha dichiarato il regista Louis Leterrier – Volevamo tanta azione con Hulk che spacca ogni cosa. D’altra parte lo script di Edward Norton ha restituito alla storia di Bruce Banner uno spessore importante. Edward ed io vediamo i supereroi come gli dei dell’antica Grecia”. Da sempre grande fan della serie Tv con Bill Bixby e della versione a fumetti di Bruce Jones (che ha curato le storie di Hulk dal 2001 al 2003), Edward Norton ha riscritto il copione del film, focalizzandosi sul dualismo del protagonista. Hulk, effettivamente, da sempre ricorda più Frankenstein o Dottor Jekyll e Mister Hyde che qualsiasi altro super eroe. Un Hulk che non diventa un gigantesco mostro verde, ma che deve fronteggiare la sua doppia natura e soprattutto il mostruoso, lui si gigantesco, Abominio, con una forza ed un coraggio ai limiti dell’eroismo ‘involontario’. Tra le novità introdotte da Norton, per modernizzare il personaggio, vedremo Banner combattere la sua furia praticando yoga, esercizi di respirazione e jujitsu. Ma l’esplosione finale non tarderà ad arrivare.


20 giugno Go Go Tales

(Usa/Italia, 2007) Regia di Abel Ferrara con Willem Dafoe, Bob Hoskins, Matthew Modine, Asia Argento, Danny Quinn, Riccardo Scamarcio, Bianca Balti, Valeria Golino, Stefania Rocca, Burt Young 96’, Mediafilm, drammatico In un club di lap dance a Manhattan è la crisi più nera. Le complicazioni finanziarie a cui devono far fronte il proprietario (Dafoe), l’amministratore (Hoskins) e il suo silenzioso fratello (Modine) mettono a rischio il futuro dell’attività. La proprietaria del locale

reclama gli affitti non pagati e le ballerine minacciano lo sciopero, rifiutando di spogliarsi. Solo la vincita alla lotteria potrebbe fare il miracolo. Presentato Fuori Concorso al Festival di Cannes nel 2007, il film di Ferrara

HANNAH MONTANA & MILEY CYRUS

batte bandiera italiana essendo stato girato interamente a Cinecittà. Un cast di altissimo livello per un divertissement claustrofobico, girato interamente a Cinecittà da Abel ferrara, reduce dal trip religioso di Mary.

identità sospette

Hannah Montana/Miley Cyrus: Best of Both Worlds Concert Tour (Usa, 2008) Regia di Bruce Hendricks con Miley Cyrus, Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas 74’, Walt Disney, musical

(Unknown, Usa, 2006) Regia di Simon Brand con James Caviezel, Greg Kinnear, Bridget Moynahan, Joe Pantoliano, Barry Pepper 98’, Eagle Pictures, drammatico/ thriller

Un film in 3D del concerto del 2007 di Hannah Montana/Miley Cyrus. Quando è uscito negli Usa, a inizio febbraio, i tantissimi fan della cantante, attrice e autrice Miley Cyrus hanno fatto schizzare il film in testa al box office con oltre 30 milioni di dollari nel primo fine settimana. Hannah Montana/Miley Cyrus: Best of Both Worlds Concert Tour, è un live show che vede protagonista la quindicenne Miley Cyrus, figlia del cantante country Billy Ray Cyrus ed eroina televisiva di Disney Channel, grazie al suo show musicale Hannah Montana, nel quale compare anche il padre.

Cinque uomini si svegliano all’interno di un magazzino da cui non possono uscire senza la minima idea di chi siano, né il motivo per cui siano finiti lì. Intuiscono di essere stati rapiti ma non sanno perché, e che cosa li aspetti. Mentre la verità gradualmente affiora, i cinque capiscono che non si possono fidare uno dell’altro, tra di loro ci sono sia le vittime che i carnefici. Simon Brand, regista di video musicali, debutta nella regia di un lungometraggio con un thriller claustrofobico che vi terrà inchiodati fino alla fine.

Gardener of Eden (Usa, 2007) Regia di Kevin Connolly con Lukas Haas, Giovanni Ribisi, Erika Christensen, Danny Abeckaser, Jon Abrahams, Gregg Bello 88’, Medusa, commedia/drammatico

Dopo aver salvato accidentalmente la sua ragazza da un’aggressione, il giovane Adam (Haas) ci prende gusto, tanto da convincersi che la sua vocazione è quella di diventare un eroe metropolitano. Cosa peraltro non automatica, e che il nostro eroe cercherà di alimentare creando egli stesso situazioni nelle quali si trova a fare il ‘salvatore’ e ad essere premiato per i suoi sforzi. Una divertente commedia nera prodotta da Leonardo di Caprio e interpretata da Lukas Haas, tra i migliori giovani attori del cinema underground americano, per il quale la critica ha scomodato paragoni con il Travis Bickle di De Niro in Taxi Driver.

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27 giugno la notte non aspetta (Street Kings, Usa, 2008) Regia di David Ayer con Keanu Reeves, Forest Whitaker, Hugh Laurie, Chris Evans 109’, 20th Century Fox, drammatico/ poliziesco Tom Ludlow (Reeves) è un corrotto e disilluso poliziotto veterano del LAPD (Los Angeles Police Department) che, tormentato dalla morte della moglie, ha molte difficoltà ad andare avanti nella vita. Tutti i poliziotti della sua unità, a cominciare dal suo capo il Capitano Jack Wander (Whitaker) sono ‘corrotti’, nel senso che regolarmente aggirano o rompono le norme di condotta che dovrebbe

tenere un poliziotto. L’intenzione è di trattare coi criminali a modo loro, affinché questi capiscano che la polizia è efficiente. Le loro azioni comprendono: il mentire regolarmente, redigere falsi rapporti e manipolare le prove per coprire le loro infrazioni. Quando l’ex collega di Ludlow, Terrence Washington (Terry Crews) non ce la fa più ad andare avanti in questo modo e decide di rigare dritto, confessa tutto al Capitano degli Affari Interni James Biggs (Laurie), il quale apre immediatamente un’indagine contro Ludlow. Deluso e arrabbiato dal comportamento di Washington, Ludlow decide di confrontarsi con lui. Ma proprio in quel momento il collega viene ucciso durante una sparatoria in un negozio. E quando emergono delle prove che lo coinvolgono nella morte di Washington, è obbligato a scontrarsi

con la cultura poliziesca di cui ha fatto parte durante tutta la sua carriera portandolo, alla fine, a mettere in discussione la lealtà di quelli che lo circondano. Il film è tratto dal racconto Street Kings di James Ellroy che ha scritto anche la sceneggiatura.

rovine

(The Ruins, Australia/Usa, 2008) Regia di Carter Smith con Jonathan Tucker, Jena Malone, Laura Ramsey, Shawn Ashmore, Joe Anderson 91’, Paramount Pictures, horror Rovine è tratto dal bestseller The Ruins di Scott B. Smith, autore anche di A simple plan, da cui fu tratto Soldi Sporchi di Sam Raimi. Due coppie, americane, di amici, Jeff (Jonathan Tucker), Amy (Jena Malone), Stacy (Laura Ramsey) ed Eric (Shawn Ashmore), partono per una rilassante vacanza in Messico, per godere il sole e

le spiagge dello Yucatan. Là incontrano un giovane turista tedesco, Mathias (Joe Anderson), con cui fanno amicizia e accettano di accompagnarlo nella selva, alla ricerca di suo fratello che si è diretto verso certe rovine Maya con la sua ragazza e che da un po’ di tempo non da notizie di sé. Si troveranno a dover fronteggiare però eventi tutt’altro che rilassanti, che hanno a che vedere con antiche storie di sacrifici umani. Forse non troppo antiche.

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27 giugno

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Candidato all’Oscar per il miglior film straniero, severo e struggente, il film di Mikhalkov mette il dito sul nervo scoperto della Russia di oggi: la guerra in Cecenia.

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giurati si riuniscono in una palestra scolastica a Mosca, chiamati a stabilire la colpevolezza o meno di un giovane ceceno accusato di aver ucciso il proprio padre adottivo, un ufficiale dell’esercito russo. L’intera azione della storia si svolge all’interno della palestra, dove i giurati, uno alla volta, porteranno le loro tesi e le loro argomentazioni. Ma le questioni che saranno sollevate sono generate non tanto dalla dimostrazione formale della colpevolezza o innocenza dell’imputato, quanto da quello che ognuno di loro ha maturato nel proprio animo. Le persone coinvolte sono molto diverse tra loro. Ciascuno è portatore di un proprio vissuto che rivela una verità sulla Russia

di oggi. Alla fine del loro lungo confronto arriverà anche il verdetto della giuria, che per alcuni momenti ci eravamo dimenticati essere il tema della storia. 12 è un atipico remake di La parola ai giurati di Sidney Lumet. Passato in concorso a Venezia 64, dove Nikita Mikhalkov vinse nel 1991 il Leone d’Oro con Urga, il maestro russo si è aggiudicato il Leone Speciale per l’insieme dell’opera. Film politico, la Cecenia è la vera protagonista e la stessa palestra è un agghiacciante riferimento alla strage di Beslan del 2004. “Il film di Lumet è bellissimo - ha detto Nikita Mikhalkov - ma per me è stato solo un pretesto, lo spunto narrativo, per costruire una mia storia tipicamente russa. Il mio film e La parola ai giurati di Lumet, pur partendo da una vicenda simile, hanno tesi assolutamente opposte. Lumet celebra il trionfo della legge e del sistema americano, in 12 dimostro come in Russia la legge, se è priva di cuore, non può funzionare”.

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12 (Russia, 2007) Regia di e con Nikita Mikhalkov, Sergei Makovetsky, Sergei Garmash, Aleksei Petrenko, Yuri Stoyanov 153’, 01 Distribution, drammatico


27 giugno

Un'estate al mare


Dopo aver inventato, 25 anni fa, la formula del ‘cinepanettone’ i fratelli Vanzina lanciano il ‘cineombrellone’: una commedia sullo stesso stile di quelle natalizie ma di ambientazione e storia estiva. Riuscirà lo squadrone di sfigatissimi eroi di casa nostra a vincere la sfida dei supereroi americani?

U

n film fotografia di uno dei momenti topici della vita degli italiani, le vacanze: l’estate al mare. Per immortalare questo momento allegro e spensierato, buffo e talvolta ridicolo, sette storie ambientate in luoghi celebri del divertimento estivo della nostra penisola. Saracinesca con Massimo Ceccherini, Marisa Jara (Forte dei Marmi); Traffico sulla Pontina con Nancy Brilli, Enrico Brignano (San Felice Circeo); Il giovedì con Enzo Salvi (Ostia); Extra Large con Ezio Greggio, Anna Falchi (Ischia); L’isola dell’amore con Biagio Izzo, Alena Seredova (Capri); Il conte di Montecristo con Lino Banfi, Victoria Silvsted (Peschici - Gargano); Il grande attore con Gigi Proietti (Porto Rotondo). Un’umanità varia e ovviamente comicarola, composta da: tifosi di calcio, coppie di amanti, padri single, belle donne e uomini d’affari, finti gay consiglieri di stile per miliardari, emigrati che fanno ritorno al loro paese e grandi attori drammatici costretti in situazioni comiche. Il filo guida delle sette storie è la voce narrante di Gigi Proietti che diventa, anche, protagonista dell’ultimo episodio. Sette storie sempre al limite per farci ridere e riflettere su usi, costumi, abitudini e carattere di noi italiani. All’insegna, irresistibile, di: che vinca il peggiore! Operazione complessa e importante quella dei Vanzina, fortemente voluta da Medusa, per riposizionare un prodotto classico del cinema italiano, la commedia di matrice ‘natalizia’, in un periodo completamente diverso:

l’estate. E’ un pò come se Motta provasse a mettere sul mercato a luglio il panettone. Anche se il mercato cinematografico estivo, anche in Italia, è stato già ampiamente collaudato dai colossal americani. Non c’è che da augurare un grande successo, perchè la vittoria dei Vanzina, soprattutto in questo caso, sarebbe una vittoria per tutto il cinema italiano. Scritto da Carlo ed Enrico Vanzina, e diretto da Carlo, Un’estate al mare è un prodotto ‘estivo’ a tutti gli effetti. Atmosfera, location, storie e personaggi, tutto ruota intorno all’estate ‘italiana’ dove tutti,

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bene o male, possono riconoscersi. E dove, inevitabilmente, si avvertono i richiami della grande commedia all’italiana.

Un’estate al mare (Italia, 2008) Regia di Carlo Vanzina con Gigi Proietti, Massimo Ceccherini, Lino Banfi, Enzo Salvi, Biagio Izzo, Enrico Brignano, Ezio Greggio, Nancy Brilli, Anna Falchi Medusa, commedia


2 luglio

Wanted

scegli il tuo destino


Scordatevi Mr e Mrs Smith. Questa volta Angelina Jolie in coppia con James McAvoy fa sul serio, ed il tasso di adrenalina è moltiplicato dal regista russo Timur Bekmambetov, inventore dell’action apocalittico.

La vita è sempre la solita storia per Wes Gibson (James McAvoy), impiegatucolo un po’ sfigato alle prese con un capo che lo mette in croce ed una fidanzata che lo tiene al guinzaglio… un vero perdente! Tutto cambia nel giro di qualche secondo quando incontra la misteriosa Fox (Angelina Jolie), bellissima e letale. La donna lo introduce alla Fraternity, un gruppo composto da killer professionisti, capeggiato dall’enigmatico Sloan (Morgan Freeman). Questa confraternita di assassini ha una sola regola: eseguire le sentenze di morte in nome del destino stesso. Presto Wes scopre di essere il figlio di uno dei più grandi killer della storia, un uomo che lui credeva morto da tempo, ma che in realtà è stato appena ucciso. Starà a lui adesso vendicarlo. Addestrato da Fox, il ragazzo prova sulla sua stessa pelle che non c’è detto più veritiero di “tale padre, tale figlio”. Scoprendo di avere poteri e attitudini al combattimento inimmaginabili. Wes e Fox uniscono le loro forze per vendicare il padre di lui. Sulle loro tracce, però, si mette Cross (Thomas Kretschmann), uno dei più violenti assassini del pianeta, che non avrà pace finché non porterà a termine il suo ‘lavoro’. Wanted - scegli il tuo destino segna il debutto americano dietro la macchina da presa del regista kazacho Timur Bekmambetov, autore della serie I guardiani della notte. La pellicola è il fedelissimo adattamento dell’omonima serie di fu-

metti tanto amata oltreoceano, scritta dallo scozzese Mark Millar. “Volevo che Wanted fosse l’opposto dei film di Spider-Man – ha commentato Millar –. L’idea di qualcuno che scopre i poteri e capisce che tramite questi è in grado di fare qualsiasi cosa, ma poi sceglie un cammino oscuro. All’inizio lo script era un po’ troppo americanizzato. Ma l’arrivo di Timur ha portato al copione tutta la sua follia dell’Europa dell’Est. Adesso il look del film è molto sporco e più vicino allo spirito del fumetto”. Tra incredibili inseguimenti mozzafiato e sparatorie miste ad effetti speciali in stile Matrix (con tanto di pallottole che si curvano all’inverosimile), il film conquisterà il pubblico soprattutto per questo nuovo

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personaggio interpretato da Angelina Jolie, una stupefacente killer mortale, dal corpo interamente ricoperto di tatuaggi. Angelina ha accettato la parte ad una condizione: che il suo personaggio fosse rivisto e corretto da Dean Georgaris (Tomb Raider).

Wanted – Scegli il tuo destino (Wanted, Usa, 2008) Regia di Timur Bekmambetov con Angelina Jolie, James McAvoy, Morgan Freeman, Thomas Kretschmann, Terence Stamp, Common Universal Pictures, azione


4 luglio cambio di gioco (The Game Plan, Usa, 2007) Regia di Andy Fickman con The Rock, Roselyn Sanchez, Kyra Sedgwick, Morris Chestnut, Madison Pettis 110’, Walt Disney, commedia E’ più dura una partita di rugby oppure una serata con la figlia di sette anni? Walt Disney Pictures presenta una divertente commedia che vede il coriaceo quarterback Joe Kingman (Dwayne ‘The Rock’ Johnson), scapolo impenitente, ritrovarsi improvvisamente a dover coniugare la carriera sportiva e una figlia di sette anni (l’esordiente Madison Pettis) di cui non era a conoscenza. La piccola si stabilirà da lui e rivoluzionerà

tutta la sua vita, contribuendo anche a smussare le spigolosità del suo carattere. La nuova commedia con The Rock è finita in testa al box office Usa, a fine settembre, con oltre 20 milioni di dollari. Dopo La gang di Gridiron, Il tesoro dell’Amazzonia, e Be Cool, Dwayne ‘The Rock’ Johnson si è costruito una solida reputazione come attore. Con Cambio di gioco ha dimostrato di avere anche perfetti tempi comici e di sapere ironizzare sulla sua immagine pubblica.

boogeyman 2 - il ritorno dell'uomo nero

perfect creature (Nuova Zelanda/UK, 2006)

(Usa, 2007) Regia di Jeff Betancourt con Danielle Savre, Matt Cohen, Chrissy Griffith, Michael Graziadei 93’, Eagle Pictures, thriller/horror

Regia di Glenn Standring con Dougray Scott, Saffron Burrows, Leo Gregory, Scott Wills 88’, 20th Century Fox, drammatico/ fantasy/horror

Sin dalla misteriosa morte di entrambi i genitori Laura Porter è convinta di essere perseguitata da un’inquietante ed indefinita figura che sembra nutrirsi delle sue paure più profonde. Ricoverata in un istituto psichiatrico, farà la conoscenza di altri giovani pazienti vittime di quella stessa paranoia che, ben lungi dall’essere una semplice malattia mentale, riporterà presto alla ribalta il temibile demone che vive nell’ombra. Nel cast anche Tobin Bell, il celebre Jigsaw di Saw. Sequel di Boogeyman (2005), prodotto dalla Ghost House Picture di Sam Raimi.

Il film é ambientato in un mondo che vede esseri umani e vampiri coesistere pacificamente, dove questi ultimi rappresentano uno stato evoluto dell’uomo. La fragile coesistenza viene spezzata quando si diffonde un’epidemia micidiale ed un vampiro inizia a predare gli esseri umani... La pellicola è stata girata quasi interamente a Auckland, con un sopralluogo a Dunedin, che ha fornito un’atmosfera volutamente retrò; il produttore è Tim Sander, già co-produttore di Sospesi nel tempo e, in particolare, de La Compagnia dell’Anello.

The Signal (Usa, 2007) Regia di David Bruckner, Dan Bush, Jacob Gentry con Robin Acker, Jeff Adelman, J. Howard Bach, Ben Bailey 99’, OneMovie, fanta-horror La storia si svolge alla vigilia di un nuovo anno presso la tranquilla cittadina di Terminus che si ritrova improvvisamente al centro di un incubo. Nessun mezzo di comunicazione funzionante e i cittadini in preda a un

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delirio di violenza e di sangue. Il giovane Ben cerca in ogni modo di salvare Mya, la ragazza che ama. Ma l’unico modo per distinguere chi mantiene una parvenza di sanità mentale da chi è caduto vittima della follia è scoprire la vera natura del Segnale. Diretto da tre giovani cineasti è diviso in tre episodi che raccontano gli stessi avvenimenti da prospettive differenti.



9 lugli o

Agente Smart Casino totale

Maxwell Smart è la spia più astuta del mondo… o quasi! Ha un lanciafiamme tascabile, una mini fiocina a portata di mano e un telefono ultra tecnologico sotto la scarpa. È calmo e carismatico, ma soprattutto è una mina vagante che riesce comunque a catturare il suo nemico.

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opo un lungo periodo di inattività nel ruolo di analista dei servizi segreti, Maxwell Smart (Steve Carell) riesce ad ottenere l’incarico che ha sempre sognato: quello di agente operativo. Avrà la sua grande occasione con la missione di fermare un complotto pianificato dall’organizzazione criminale Kaos, capeggiata dal cattivissimo Siegfrid (Terence Stamp), determinato a diffondere armi atomiche nel mondo e soprattutto a distruggere Los Angeles. Al fianco del nuovo eroe ci sarà la sensuale Agente 99 (Anne Hathaway), una delle migliori dell’intero reparto, ma non tutto filerà liscio. E come avrebbe potuto, vista l’ingenuità e l’incapacità di Max che lo faranno finire in prigione, col sospetto di essere una spia doppiogiochista... Tratto dall’omonima serie tv creata da MelBrooks e andata in onda dal 1965 al ’70, Maxwell Smart e Agent 99 sono due spie tutte da ridere.

Nei panni che all’epoca furono di Don Adams e Barbara Feldon, arriva adesso la inedita e strana coppia di Steve Carell e la bella Anne Hathaway. “La vera idea brillante del progetto è stata coinvolgere Steve Carell – ha detto Mel Brooks - Non si poteva trovare di meglio per reimpersonare Don Adams. E nonostante ciò lui non imita Adams. Lui è Steve Carell, fa sé stesso”. Un po’ Johnny English e un po’ Austin Powers, il personaggio di Smart s’ispira direttamente a Jason Bourne: “Non facciamo alcuna parodia dei film di spionaggio – ha dichiarato Anne Hathaway - stiamo solo cercando di essere un po’ sciocchi con questi materiali. Il nostro film è divertente, ma è come se nessuno dei personaggi sa di trovarsi in una commedia. Tutti prendono molto seriamente il loro lavoro, lo abbiamo fatto così. Steve e Peter Segal volevano realizzare una specie di Bourne Identity, ma stupido e divertente. La nostra totale inesperienza con le

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scene d’azione si è davvero rivelata un punto vincente, proprio perché nessuno di noi sapeva cosa dovevamo fare”. Esilarante una scena in cui Carell indossa della lingerie. Una sequenza degna della celebre ceretta di 40 anni vergine: “La mia sequenza in biancheria intima è un qualcosa che tutti aspettano di vedere – ha scherzato Carell – Indosso un perizoma… Sono molto orgoglioso del mio lavoro in lingerie. Se la gente non arriverà in massa per vedermi così, allora non so che altro inventarmi”.

Agente Smart Casino totale (Get Smart, Usa, 2008) Regia di Peter Segal con Steve Carell, Anne Hathaway, Dwayne Johnson, Alan Arkin, Terence Stamp, Bill Murray 110’, Warner Bros., commedia



11 luglio

The Deaths of Ian Stone (The Deaths of Ian Stone, UK/Usa, 2007) Regia di Dario Piana con Mike Vogel, Christina Cole, Jaime Murray, Michael Dixon 87’, Medusa, thriller/horror Apparentemente Ian Stone è un ragazzo dalla vita normale, ma la morte gli fa visita ogni giorno, tenendolo in un incubo senza fine, dove viene inseguito ed ucciso da altri morti. Si risveglia ogni volta in una nuova vita per essere nuovamente inseguito e ucciso e per svegliarsi e morire ancora in un loop che minaccia di diventare eterno. In un crescendo di orrori, cicli di morte e dilagare di forze maligne. Prodotto fra gli altri dal mago degli effetti speciali Stan Winston e diretto dall’ italiano Dario Piana, dopo molti anni di esperienza nella pubblicità, arriva uno degli horror più originali della stagione.

joshua (Usa, 2007) Regia di George Ratliff con Sam Rockwell, Vera Farmiga, Celia Weston, Dallas Roberts, Jacob Kogan 106’, 20th Century Fox, thriller/ horror La vita sembra sorridere a Brad e Abby Cain, giovane, ricca e rampante coppia di Manhattan. Lui è uno yuppie che lavora a Wall Street, lei ha deciso di stare a casa a fare la mamma. La coppia ha due figli. Joshua, un genietto di nove anni sempre vestito di tutto punto che suona il piano da professionista (il suo modello è Bela Bartock), e la neonata sorellina Lily. Con l’arrivo della quale le cose iniziano a precipitare. Come spiegare che Joshua mummifichi il suo orsacchiotto preferito? Ma è tutto vero quello che accade oppure è la mamma che soffre del classico esaurimento post parto? Chi è matto e, soprattutto, chi è maligno? Presentato al Sundance 2007, costato 4 milioni di dollari, il film è diretto dall’esordiente Ratliff e si inserisce perfettamente nella serie di film in stile Omen o La maledizione di Damien.

Che la fine abbia inizio: l’ultimo giorno di scuola, il primo incontro con la morte (Prom Night, Usa, 2008) Regia di Nelson McCormick c o n B r i t t a n y S n o w, J o h n a t h o n Schaech, Jessica Stroup, Kellan Lutz, Jana Kramer 88’, Sony Pictures, horror Un gruppo di studenti che partecipa al ballo di fine anno se la dovrà vedere con un misterioso killer. Donna (Snow) si sta preparando a vivere una delle più belle notti

della sua vita; l’ultima occasione per divertirsi con i suoi amici prima dell’Università. Circondata dai suoi compagni, si ritroverà di colpo a fare i conti con un terribile passato che sembrava aver rimosso. Un uomo che la ragazza pensava scomparso per sempre dalla sua vita, ritorna, ed è assetato di vendetta. Remake, meno sanguinolento ma non per questo meno pauroso, di Non entrate in quella casa (1980).


funny games

11 luglio

Quando nel 1997, il maestro austriaco Haneke, presentò Funny Games in concorso a Cannes in molti rimasero sconvolti. Si parlò di una sorta di Arancia Meccanica dei nostri giorni. Ora l’autore ha rigirato il film, scena per scena, con un cast di star internazionali con lo scopo di arrivare ad un pubblico più vasto possibile.

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ome ogni anno quando arriva il periodo delle vacanze, Ann (Naomi Watts) e George (Tim Roth) partono alla volta della loro bellissima casa sul lago con il figlioletto Georgie (Devon Gearhart), dove li aspetta anche il loro yacht. Anche i vicini sono lì ad aspettarli, pronti per un sfida a golf. La famiglia riceve però l’inaspettata visita di due giovani, Peter (Brady Corbet) e Paul (Michael Pitt), due ragazzi dalle maniere impeccabili, che ben presto trasformano la vacanza della famigliola in un terribile incubo. Da sempre il cinema di Haneke è considerato come ‘disturbante e catartico’. Chi conosce il periodo austriaco, prima che si spostasse in Francia, con film come Benny’s Video o 71 frammenti di una cronologia del caso non si è stupito quando è arrivato al suo ‘climax’ con Funny Games nel 1997. Un film che all’epoca ha sconvolto, irritato, turbato il Festival di Cannes. Ora arriva la versione americana,

con budget ed attori importanti, con Naomi Watts e Tim Roth incapaci di reagire davanti alla brutalità degli eventi. L’insensatezza dell’aggressione immotivata, il pensiero che cose simili sono già capitate e potrebbero accadere a chiunque, la fredda crudeltà indifferente del delitto fa star male davvero. Si capisce perché qualcuno abbia citato Arancia meccanica. Haneke spiazza continuamente lo spettatore, in un gioco complesso dove il sadismo assume un valore simbolico, di critica radicale al sistema dei mass media e del cinema main stream, che si nutre di violenza.

Funny Games (Funny Games U.S., Usa/Austria/UK, 2007) Regia di Michael Haneke con Naomi Watts, Tim Roth, Michael Pitt, Brady Corbet 111’, Lucky Red, thriller

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Enrico Vanzina

All’ombra del cineombrellone C

’era una volta il cinepanettone. La pietanza cinematografica preferita a Natale dagli italiani. Adesso sta per arrivare sul mercato il cineombrellone. Una nuova formula destinata a portare al cinema in estate lo stesso pubblico del cinepanettone. Una sfida importante sia sotto il profilo ‘industriale’ che sotto quello artistico. Ne parliamo con Enrico Vanzina, autore, assieme al fratello Carlo, di Un’estate al mare, in uscita il 27 giugno. Come sarà l’estate al mare in compagnia dei Vanzina? Il film è a episodi, sono sette storie, molto divertenti ma anche cattive ed amare al punto giusto in modo da raccontare con maggiore autenticità il nostro paese, che fondamentalmente è l’aspetto che ci interessava maggiormente. Il film vuole essere una commedia, che come quelle con le quali siamo cresciuti, dà anche un’ampia visione delle diverse realtà che viviamo in Italia. L’unico problema serio che abbiamo avuto è stato quello atmosferico: è sempre piovuto e come ci capitava quando giravamo i vari Vacanze di Natale che dovevamo usare la neve finta perché non nevicava mai durante le riprese, qui abbiamo dovuto usare altri tipi di espedienti per fare in modo che sembrasse veramente estate. Altrimenti avremmo dovuto cambiare il titolo del film in “vacanze in autunno”. Le piace l’appellativo cinecocomero? No, ecco in realtà ci tenevo a precisare che la stampa lo ha sempre chiamato simpaticamente ‘cinecocomero’ ma noi preferiamo ‘cineombrellone’. In omaggio al nostro mentore Dino Risi. Un’estate al mare è un omaggio alla commedia all’italiana? Quella di Dino Risi e Mario Monicelli, per intenderci.. Assolutamente sì. Un’estate al mare è stato pensato e scritto come grande omaggio alla commedia italiana. Se non ci fossero stati i film di Dino Risi non sarebbe mai esistito nemmeno questo film. Abbiamo pensato a lui e

di Nicoletta Gemmi

al suo cinema per tutta la durata delle riprese e ovviamente anche in fase di scrittura della sceneggiatura. Ci siamo ispirati a Il sorpasso, Il giovedì o L’ombrellone. Un’altra grandissima fonte di ispirazione è stato Alberto Sordi pensando alle sue interpretazioni in film come Il conte Max, Brevi amori a Palma di Maiorca o Costa Azzurra. Continuando con film come Racconti d’estate e Quelle strane occasioni. E’ chiaro che con questo tipo di riferimenti la struttura a episodi, anche per mostrare bellissimi e diversi posti di villeggiatura italiana, si è rivelata ideale.

zatissime che funzionano 365 giorni all’anno. Quindi è un obiettivo, quello dell’allungamento della stagione cinematografica anche con prodotti italiani, nel quale crediamo moltissimo. E ringraziamo Medusa, il nostro distributore, dal quale è partito tutto il progetto con l’idea di coinvolgere noi, con il nostro tipo di cinema, per debuttare in questa impresa. Sappiamo che corriamo anche dei rischi, perché il film è un investimento economico notevole ma siamo sicuri che il pubblico apprezzerà questa scelta e andrà a vedere Un’estate al mare anche a luglio.

E com’è girare un film ad episodi? Girare un film ad episodi con così tanti attori diversi è faticoso ma molto divertente un po’ per tutti, dai tecnici agli attori. Perché abbiamo continuamente cambiato luogo, ogni settimana avevamo un cast diverso con il quale relazionarci ed una location diversa. E questo crea un movimento, una capacità di doversi adattare a situazioni sempre differenti che rende molto vivo e divertente il lavoro.

Un’operazione inoltre che può giovare a tutto il cinema italiano. Questo film e questo progetto non possono che far bene a tutto il cinema italiano. Il fatto di sfruttare l’estate è importante per una migliore distribuzione dei film, senza la congestione dei titoli che si verifica in inverno. Permette di avere più spazio a tutti i film e vita più lunga nelle sale. Inoltre se il film andrà bene e incasserà, a cascata ne beneficieranno anche tanti altri film di giovani autori italiani. Se possiamo dare una mano al nostro cinema questo non può che renderci felici.

Un’estate al mare nasce come sfida e anche come apripista per il cinema italiano che vuole uscire in estate. Ci racconta com’è nato questo progetto e questa voglia di provare a cambiare le cose? Il film nasce esattamente per questo motivo. E’ stato pensato a tavolino da noi e da Medusa proprio per fare in modo che anche il cinema italiano esca ad estate inoltrata. I blockbuster americani lo fanno già da tempo, ed era ora che anche un film italiano ci provasse. Questo non è più un paese che chiude per ferie. Ci sono centinaia di multisale attrez-

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Patrick Dempsey

Il matrimonio della mia migliore amica

Le commedie romantiche dove, alla fine, si sposa la persona dei nostri sogni sono, forse, un po’ lontane dalla realtà, ma è proprio per questo che ci piacciono tanto. Tutti abbiamo bisogno di un compagno o di una compagna. Il cinema, in questo senso, ci aiuta a sognare e a continuare a sperare di trovare la persona giusta.” Patrick Dempsey, diventato negli ultimi anni grazie a Grey’s Anatomy una star internazionale torna, dopo il fortunato Enchanted – Come d’incanto, ad interpretare un’altra romantic comedy. Un Amore di Testimone prende dichiaratamente ispirazione da film come Quattro Matrimoni e un Funerale e Notting Hill e Dempsey interpreta un ‘damigello d’onore’ che

di Marco Spagnoli

deve fare di tutto per far fallire il matrimonio della sua migliore amica, di cui è segretamente innamorato, con un aitante scozzese che gli darà, però, un grande filo da torcere. “La sfida più interessante di questo tipo di film è che tutto è stato già fatto.” Continua Patrick Dempsey “Come mantieni vivo l’elemento romantico e come fai a rendere sempre originale la storia che stai raccontando? L’unica maniera è quella di fare in modo che il pubblico prenda in simpatia i protagonisti e che, alla fine, speri di vederli insieme e che l’amore, in un certo senso, trionfi. Questo perché, in fin dei conti, tutti quanti vogliamo amare ed essere amati in una sorta di personalissimo ‘e vissero felici e contenti’. Certo non è facile, ma, forse, è per questo motivo che andiamo al cinema. Per vivere, almeno sullo schermo, questo tipo di esperienza.” Quanto crede che il risultato finale del film dipenda dalla sua perfetta sintonia con l’attrice Michelle Monaghan? Sono stato coinvolto sin dall’inizio della produzione e, insieme al regista, ho preso parte ai provini delle attrici che dovevano lavorare in coppia con me. L’incontro con Michelle è stato perfetto. E non solo perché ci siamo capiti subito riguardo a quello che volevamo ottenere nel film, bensì perché ci siamo messi a ridere e a scherzare tutto il tempo prima anche solo di accennare alla trama. Questo scambio così spontaneo e immediato ha convinto tutti che se le cose andavano così bene prima dell’inizio della lavorazione, avrebbero funzionato anche davanti alla macchina da presa. Soprattutto, perché abbiamo avuto grande spazio per improvvisare e adattare alcune scene alle nostre personalità rendendole così molto comiche, trovando di volta in volta ‘il cuore della situazione’. L’alchimia tra due attori sullo schermo è sempre molto ‘misteriosa’, ma è molto importante, in particolare per commedie come

Un Amore di Testimone. Soprattutto in un’ambientazione così romantica tra New York e la Scozia… Molto romantica: anche se la Scozia a differenza di New York pur essendo uno dei posti più belli del mondo è disseminata di escrementi di pecora. Un enorme quantità di letame prodotta dalle greggi. Scherzi a parte quella terra è “magica”: è un luogo carico di fascino con le sue vallate verdissime e i suoi castelli che ti danno l’impressione di essere popolati dai fantasmi. Cosa ha provato ad indossare un mini-kilt? Mi piace prendermi in giro e scherzare molto in quello che faccio. E’ un qualcosa che mi aiuta sempre a mantenere i piedi per terra. Quando sono arrivato sul set, gli attori scozzesi sono esplosi tutti in una grande risata. Io, però, a differenza loro ho indossato un paio di mutande sotto il gonnellino. Che differenza c’è per lei nel recitare in televisione o in un film? Quando leggo una sceneggiatura mi rendo conto immediatamente di cosa deve affrontare il mio personaggio. C’è un inizio, una parte centrale e una fine. In televisione, invece, settimana per settimana succedono cose che scopro ricevendo il copione dagli autori. E’ impossibile farsi un’idea in anticipo di quello che succede ad un personaggio come il Dottor Shepherd se non durante le riprese. E questa è, forse, la sfida più grande e interessante. E’ come fare parte di un ‘workshop permanente’. In più, in questo momento, la televisione è diventato un mezzo incredibile che raggiunge miliardi di persone in tutto il mondo. Di contro, però, facendo un film per il cinema incontri una maggiore libertà, perché c’è sempre molto spazio per l’improvvisazione.

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ue film, praticamente all’opposto per genere e stile, denotano, qualora ce ne fosse bisogno, l’enorme talento di Tim Roth, reduce dall’esperienza con Francis Ford Coppola per Un’altra giovinezza, da poco distribuito anche in Dvd. Ne L’incredibile Hulk con Edward Norton e Liv Tyler, Roth interpreta l’uomo che si trasforma nella nemesi del celebre Mostro verde. In Funny Games, remake americano che il regista Michael Haneke ha voluto realizzare del suo stesso film, l’interprete inglese è il marito di Naomi Watts, insieme alla quale viene preso prigioniero da una coppia di giovani psicotici. Cosa la attrae, in genere, verso un film e un personaggio? Due elementi: il regista oppure la storia. Nel senso in cui se chi mi dirige non è, poi, così interessante dal punto di vista professionale, allora, lo deve essere la storia, nel senso in cui mi piace lavorare sulle mutazioni psicologiche del mio personaggio. E nel caso de L’Incredibile Hulk? Quando ho incontrato il regista Louis Leterrier sono rimasto colpito dalle sue idee per il film che erano molto originali e un po’ dark. Conosceva il personaggio di Hulk? Certamente. Ero un grande fan della serie televisiva con Bill Bixby e Lou Ferrigno. Quando avevo quindici anni lavoravo in un negozio della Tesco, che è una catena di supermercati presente nel Regno Unito. Avevo un collega altrettanto giovane che, a differenza mia che ero magrolino, faceva body building. Il nostro grande divertimento era quello di camminare in un parco

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di Londra vestiti uguali, fare finta di impazzire come faceva Hulk in Tv, andare dietro un albero da cui spuntava fuori lui tutto dipinto di verde e terrorizzare le persone dietro di noi. Eravamo, praticamente, “ossessionati” da Hulk. Che differenza c’è nell’interpretare un film d’autore come Funny Games e un blockbuster come L’incredibile Hulk? Nessuna. In fin dei conti ti trovi sempre in un posto più o meno sperduto o remoto a parlare con qualcuno di come interpreterai una scena. La cosa più bella del cinema è quella di avere sempre un linguaggio universale. Problematiche e dubbi sono gli stessi in tutto il mondo, a dispetto dei soldi che la produzione può o non può avere. Qualche differenza c’è sia dal punto di vista culturale che materiale, ma le questioni fondamentali non cambiano mai. Alla fine, poi, i film sono molto diversi ed è un bene così. Sarebbe ‘spaventoso ‘se le pellicole si assomigliassero tutte tra loro. Il cinema è un linguaggio internazionale. Quanto contano i soldi nelle sue scelte? Molto. Sa qual è, però, la cosa buffa? Dei film che ho accettato ‘per denaro’, alla fine, si sono rivelati ottimi anche sul piano artistico e, soprattutto, delle scelte giuste per la mia carriera. Io continuo a mantenere una varietà di scelta, ma ovviamente solo tra le cose che mi vengono offerte. La realtà è che un attore ha una facoltà di scelta limitata solo alle offerte che riceve. Come guarda, oggi, alla sua carriera così piena di

successi e di pellicole tanto diverse tra loro? Ho ancora molte ambizioni che mi piacerebbe vedere concretizzate fino a quando mi sarà possibile. Sono passati quasi dieci anni dal suo esordio alla regia: dirigere un altro film come regista fa parte delle sue ambizioni? Sicuramente: una di queste ambizioni è sicuramente quella di dedicarmi interamente al lavoro dietro alla macchina da presa. Questo era quello che mi ero ripromesso anche per Zona di Guerra. Per me fare il regista è il lavoro più bello del mondo: significa sporcarsi le mani e plasmare un’opera che ti appartiene e rispetta le tue idee. Anche se, magari, sarà una volta sola ancora, mi interessa offrire al pubblico il mio punto di vista. Ho due sceneggiature pronte: una è vicina alle atmosfere di Zona di Guerra, mentre un’altra è un adattamento di Re Lear scritto per me da Harold Pinter. Mi piacerebbe realizzarle entrambe, ma per farlo devo trovare il denaro e lavorare ancora più sodo come attore. (M.S.)

Tim Roth

Quella magnifica ossessione


DVD Un’Altra donna

Di Woody Allen con Gena Rowlands, M i a F a r ro w, I a n H o l m e G e n e Hackman Audio DD 2.0: Italiano, Inglese Sottotitoli: Italiano 20th Century Fox Home Entertainment € 22,00

Uno dei grandi capolavori di Woody Allen: Marion è una donna, in apparenza, soddisfatta della sua vita fino a quando l’incontro casuale con un’estranea la obbliga suo malgrado ad uno sguardo sul suo vuoto interiore. Trascinandosi in un matrimonio senza amore e negando i propri sentimenti per un altro uomo, Marion è sconvolta quando scopre per caso l’infedeltà del marito…

La Guerra di Charlie Wilson

Di Mike Nichols con Julia Roberts, Tom Hanks, Philip Seymour Hoffman, Amy Smart Audio DD 5.1: Italiano, Inglese, Spagnolo Sottotitoli: Inglese, Italiano, Spagnolo,Croato, Sloveno, Portoghese Extra: Making Of, Chi è Charlie Wilson? Universal Pictures € 16,90 Charlie Wilson era un deputato del Texas la cui gioviale personalità mascherava in realtà una sagace mente politica: grazie al suo impegno, nel corso dei nove anni di occupazione dell’ Afghanistan, gli Stati Uniti finanziarono manovre segrete contro i Sovietici, determinando la sconfitta dell’Armata Rossa. Alla fine, però, le conseguenze di questa politica hanno permesso che il terrorismo islamico iniziasse a radicarsi…

Halloween - The beginning

Di Rob Zombie con Malcolm McDowell, Brad Dourif, Tyler Mane, Daeg Faerch, Sheri Moon Zombie, William Forsythe Audio DD 5.1: Italiano, Inglese Sottotitoli: Italiano Extra: Scene tagliate, Finale alternativo, Dietro le quinte, Le maschere di Michael Myers, Dalla macchina da presa allo schermo, La scenografia, Rob Zombie, Effetti speciali, attrezzi e costumi, Il cast, Trailer cinematografico Key Films - € 16,90 Il giorno di Halloween 1963, ad Haddenfield, Michael Myers, un bambino di 10 anni mentalmente disturbato viene internato nell’Ospedale Sanitario ‘Smith’s Grove’, sotto le cure del Dott. Sam Loomis, a causa dell’omicidio del fidanzato della madre, della sorella grande di lui e del suo fidanzato. Ora, 16 anni dopo, il bambino ormai adulto e molto pericoloso, scappa dall’Istituto e si mette alla ricerca della sua sorellina Laurie.

Sweeney Todd - Edizione Speciale

di Tim Burton con Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Alan Rickman, Timothy Spall, Sacha Baron Cohen, Christopher Lee Audio DD 5.1: Italiano, Inglese Sottotitoli: Italiano, Inglese. Olandese, Italiano per non udenti Extra: Sweeney Todd è vivo: la vera storia del diabolico barbiere, Pandemonio musicale, Disegni per un diabolico barbiere, Grand Gugnol, Un affare di sangue, A suon di lama, Galleria fotografica + Warner Home Video - € 23,90 Ingiustamente condannato, il barbiere Benjamin Barker è tornato nel quartiere in cui era stato felice. Ora si fa chiamare Sweeney Todd. Mentre era in carcere la moglie è morta e la figlia è diventata la pupilla dell’uomo che lo perseguitò, vive come segregata e presto lo dovrà sposare. Spinto da un’ansia insaziabile di vendetta, si installa nella sua vecchia casa, sopra la taverna di Mrs. Lovett. Qui vuole attirare chi ha distrutto la sua vita per vendicarsi.


di Marco Spagnoli

Vantage Point - Prospettive di un delitto

DVD

di Pete Travis con William Hurt, Forest Whitaker , Sigourney Weaver, Dennis Quaid, Matthew Fox Audio DD 5.1: Italiano, Inglese, Hindi, Turco Sottotitoli: Italiano, Inglese, Arabo, Ebraico Extra: Commento del regista, Dietro le quinte, Filmato: Pianificare un omicidio, Scena eliminata Sony Pictures Home Entertainment - € 19,90 Spagna: Otto persone assistono all’attentato al Presidente degli Stati Uniti, ma le loro versioni dell’accaduto non coincidono affatto. Cosa è successo realmente? La verità che verrà a galla sarà ancora più inquietante di quanto accaduto...

Il Nascondiglio

di Pupi Avati con Laura Morante, Rita Tushingham, Burt Young, Treat Williams, Yvonne Sciò Audio DD 5.1: Italiano, Inglese Sottotitoli: Italiano per non udenti Extra: Commento audio di Pupi Avati, Intervista ad Armando Chianese, Backstage, Trailer, Galleria Fotografica 01 Distribution - € 19,90 22 dicembre 1957: durante una tremenda tormenta di neve, una grande casa isolata in una cittadina dell’Iowa è sconvolta da un terribile delitto. Cinquantacinque anni dopo, in quella stessa casa rimasta chiusa per mezzo secolo, una donna di origini italiane decide di aprire un ristorante. È appena uscita dalla clinica psichiatrica dove è stata ricoverata per quindici anni in seguito al suicidio del marito, ed è decisa a costruirsi una nuova vita, ma non appena mette piede nell’edificio i fantasmi del passato tornano a tormentarla.

L’innocenza del peccato

di Claude Chabrol con Ludivine Sagnier, Benoît Magimel, François Berléand, Mathilda May Audio DD 5.1: Italiano, Francese Sottotitoli: Italiano Dolmen - € 14,90 Una ragazza di provincia, che in tv presenta un programma sulle previsioni del tempo, si innamora di uno scrittore famoso e presuntuoso, ma sceglie poi di sposarsi con lo squilibrato erede di una famiglia di miliardari. Tuttavia per lei non sarà così semplice...

Non è un paese per vecchi

Di Joel & Ethan Coen con Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Josh Brolin Audio DD 5.1: Italiano, Inglese Sottotitoli: Italiano, Inglese Extra: Le riprese di Non è un Paese per Vecchi; Al lavoro con i fratelli Coen; Diario di uno sceriffo. Paramount Home Entertainment € 19,90 Violenza e caos fanno irruzione nell’arida steppa e nei vasti cieli del Texas quando Llewelyn Moss trova un furgone circondato da cadaveri con un carico di eroina e due milioni di dollari nel portabagagli. Moss fugge con il bottino, innescando così una vera e propria caccia all’uomo di catastrofica violenza che nemmeno il vecchio e disincantato Sceriffo Bell riesce ad arginare.


LE BATTUTE di Boris Sollazzo

“Io mi voglio salvare” “Ve la dovete comprare la vostra vita, io non ve la regalo. Siete più morto che vivo” “Non ci servono i portasoldi, dobbiamo fare punti, uccidere e ci servono i soldi” “Ah sì, Robè, mo’ te fa schifo questo mestiere? Lo sai che è la gente come me che ha mandato ‘sto paese in Europa? Cloro, amianto non li ho inventati io, la montagna non me la sono inventata io. Noi arriviamo a risolvere i problemi creati dagli altri”

Il nostro messia In Bruges

In Bruges “Cosa fai nella vita?” “Uccido persone per soldi” “Ah, davvero? Di che tipo?” “Preti, bambini…” “Si guadagna molto?” “Con i preti sì, con i bambini per niente. E tu che fai?” “Vendo cocaina ed eroina alla troupe cinematografica” “Ora immagino mi racconterai qualche barzelletta sui belgi” “Non ne conosco, e non sarei così indelicato da… aspetta, è il Belgio in cui sono stati uccisi tutti quei bambini dai pedofili? Allora ne ho una. Il Belgio è famoso per la cioccolata e la pedofilia. Ovviamente la prima l’hanno inventata solo per attirare le vittime della seconda” “Ehi, perché oggi non mi hai salutato?” “Ero sotto una dose di sedativo per cavalli. Non ho salutato nessuno. A parte un cavallo, forse”

Gomorra “A me interessa che sia tutto clean, come dicono in America. Il resto non lo voglio sapere” “Io te lo dico, se non cambi parte capace che ti ammazziamo. O tu ammazzi noi. Siamo morti tutti i giorni” “I camionisti pagali e mandali a fare in culo” “E chi guida?” “I negri non sanno guidare?” “Macchè neanche la bicicletta sanno portare” “Ok, risolvo io”

“Lo sai, ne abbiamo già parlato, io da solo il tuo film non lo posso produrre abbiamo bisogno dell’aiuto di Alfonso Marrani” “Julien, Marrani è il nipote di un importante politico italiano” “Ecco ci risiamo” “…che può sbloccare i finanziamenti nazionali ed europei” “E noi di questo ne abbiamo assoluto bisogno. Sarò franco, senza Marrani non lo farai mai il tuo film non so se te ne rendi conto, ma qui ti sei bruciato ovunque” “Il tuo eterno problema con l’autorità ti ha fottuto nella merda. Julien sei un vero rompicoglioni” “Non abbiamo girato nessun film, del resto io non avevo promesso nomi, e chissà se mai un giorno ne potremo girare uno insieme ma sarete d’accordo con me, questa sarebbe stata una cosa banale, prevedibile, così invece è poesia. Vi abbraccio teneramente vostro Julien” “Ci ha scopate, nutrite di illusioni e puf sparito” “Poteva almeno salutarci”

Sangue pazzo “Grazie per avermelo prestato, riprendilo” “Tienilo, era di mia madre. Lei era tedesca, si portava sempre il freddo addosso” “Non sono una delle tue ragazze, Valenti, belle e puttane” “Buonasera maestro, conoscete una canzone che si chiama Isn’t it romantic?” “Ma è americana” “Chi se ne frega, è bella!” “Dimmi un po’ bella Luisa, con chi te la spassi, con chi fai tardi la notte?” “Con tutti”

“Ma questo è scemo o gli fai fare lo stronzo?” “Stando a sentire te facciamo i passi sbagliati, non putimmo mai crescere” “E stando a sentire te moriamo presto!”

“Che cosa ci trovi in quella roba lì?” “Vuoi provare? Non serve tirarla col naso, basta metterla su una qualsiasi mucosa. La lingua, la gengiva, le labbra, la bocca…qualunque mucosa”


DEL MESE rise-la setta delle tenebre

“Dovendo dominare il mondo non sarebbe meglio imparare le lingue?” “Oggi gli eroi siete voi attori, la celebrità viaggia più veloce di qualsiasi impresa”

“Allora io me ne vado” “Abiti a un passo e ti porti la borsa?” “Scusami” “Stai cercando lo spray al pepe? Non è un gesto di buon vicinato. Ti sembro uno stupratore?” “Sinceramente non so che cosa fare prima, se scoparti o ucciderti”

Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo “Russi!” “Questa volta è brutta” “Non più di altre” “Tre volte ho ricevuto l’ordine di Lenin e anche la Medaglia al Lavoro Socialista. Perché? Perché so delle cose. E quelle che non so, le troverò”

“Io e te abbiamo solo una cosa in comune, Bishop” “E dimmi, quale sarebbe?” “Che alla fine della serata…saremo morti tutti e due”

La notte non aspetta “Odio questi rapitori pedofili di merda, mai che rapiscano una vecchia cicciona” “Che ne sai, cerca nell’armadio” la notte non aspetta

“E voi sareste un professore” “Part time” “Non fare il furbo Boris, non lo conosci. Non lo conoooosciiii!” “Attenzione, potrebbe trovare quello che cerca” “Come tutti i giovani! Impaziente di cominciare e frettoloso nel finire”

Rise- La setta delle tenebre “Vodka…liscia. Mi chiamo Colette” “Colette. Che cos’è, francese, per caso?” “Bravo! Era difficile da indovinare…Di Parigi” “Io mi chiamo Lloyd, sono… di Fresno” “E’ un vero piacere conoscerti, Lloyd” “Colette. Un bel nome per una bella signorina. Sei signorina, vero?” “Niente smancerie, Lloyd. Sono disponibile. Non devi fare altro che pagare”

“Complimenti, altre quattro tacche sulla tua cintura. Dirò una preghiera per le vittime” “Si chiamano colpevoli” “Siamo della polizia, facciamo quello che vogliamo. Non conta quello che facciamo, ma quello che scriviamo” “Il sangue non si lava col sangue” “Vai a caccia, divertiti, fai quello che vuoi. Ma non puoi portarli dentro. Fallo col vecchio sistema e risolvi la cosa fuori da qui” “Alla fine della giornata è l’ordine che conta. Perché preoccuparci dei dettagli? Bisogna rompere qualche uovo per fare una frittata”

“Non volevo spaventarti. Sono un amico di Ethan” “Ah, ciao, ero venuta a portargli la posta. Abito in fondo al corridoio” “Che gentile” sanguepazzo



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