Primissima Magazine - Novembre 2013

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www.primissima.it rivista programma dei cinema

GGIO OMA

HUNGER GAMES

LA RAGAZZA DI FUOCO

NOVEMBRE 2013

PLANES

QUESTIONE DI TEMPO

PRISONERS

LE TRAME E LE IMMAGINI DI TUTTI I FILM


4 i film di novembre

18 prisoners

6 i film di novembre

20 questione di tempo

ruota 8 l'ultima del carro

22 the canyons

Calendario

Calendario

Scheda film

Scheda film

Scheda film

Scheda film

uccide 10 lasolomafia d'estate Scheda film

24 venere in pelliccia Scheda film

26 thor the dark world

12 richard curtis 14

14

Scheda film

INTERVISTA

chris hemsworth INTERVISTA

birds 28 free tacchini in fuga Scheda film

games 30 hunger la ragazza di fuoco

16 planes

Scheda film

Scheda film

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rivista programmma dei cinema • anno 24 n.11 - novembre 2013 Free magazine nato il 1 giugno 1990 distribuito gratuitamente nelle sale cinematografiche italiane

Direttore responsabile Piero Cinelli Direttore editoriale Paolo Sivori Editore Multivision S.r.l. Via Fabio Massimo, 107 • 00192 Roma

tel. fax. +39 0645437670 primissima@primissima.it Reg. Trib. Roma n. 73/90 del 1/2/1990 P.Iva 07210901000 Art direction e Grafica Multivision S.r.l.

hanno collaborato a questo numero Marco Spagnoli, Federica Eusebio

stampa PFG • Ariccia (RM) distribuzione nazionale Bartolini stampa PFG • Ariccia (RM) distribuzione nazionale Bartolini


FreeBirds © Buck McDonald Productions, LLC. All Rights Reserved. Artwork © Relativity Media. All Rights Reserved.


I Film di Novembre Un week end da bamboccioni 2

7 NOVEMBRE

(Grown Ups 2, Usa, 2013) Regia Dennis Dugan. Con Adam Sandler, Kevin James, Chris Rock, David Spade, Salma Hayek. 101’, Warner Bros., Commedia. Tre anni dopo gli eventi del primo capitolo, Lenny Feder (Sandler) ha trasferito la sua famiglia in una piccola cittadina del Connecticut, dove lui e i suoi amici hanno trascorso infanzia e adolescenza. Questa volta saranno gli adulti a dover incassare la lezione dai propri figli durante l’ultimo giorno di scuola.

La Gabbia dorata (La Jaula de Oro, Messico, 2013) Regia Diego Quemada-Diez. Con Ramón Medína, Rodolfo Dominguez, Brandon López, Carlos Chajon, Karen Martínez 102’, Parthenos, Drammatico. Tre adolescenti guatemaltechi affrontano un drammatico viaggio per raggiungere gli Stati Uniti d’America, inseguendo il sogno proibito di una vita migliore.

Jobs

14 NOVEMBRE

(Usa, 2013) Regia Joshua Michael Stern con Ashton Kutcher, Dermot Mulroney, Matthew Modine, James Woods. 128, M2 Pictures, Biografico. La giovinezza ‘hippie’ del fondatore della Apple, dai tempi dell’Università fino alla presentazione dell’iPod, prima di diventare uno dei maggiori innovatori dell’industria informatica del ventunesimo secolo.

Stai lontana da me (Italia, 2013) Regia Alessio Maria Federici, Con Enrico Brignano, Ambra Angiolini, Anna Galiena, Giampaolo Morelli. 82’, 01 Distribution, Commedia. Uno stimato consulente matrimoniale ha un problema serio: non riesce a tenersi stretta una donna per più di due settimane poiché Julien porta una sfortuna nera a tutte le donne che hanno la sventura di uscire con lui. Finché non incontra Sara, innamorandosene perdutamente.

14 NOVEMBRE

7 NOVEMBRE

The Scapegoat (UK, 2012) Regia Charles Sturridge. Con Matthew Rhys, Eileen Atkins, Anton Lesser. 14 NOVEMBRE 108’, Koch Media, Drammatico. Nell’Inghilterra del 1952 un giovane insegnante, che ha appena perso il proprio lavoro, si ritrova a vestire in tutto e per tutto i panni di un ricco aristocratico, al quale somiglia come una goccia d’acqua. Allettato dalla ricchezza l’uomo sta al gioco, ma dopo la sparizione del suo ‘doppio’ viene sempre più incastrato nell’esistenza del primo. E quando capirà il perché, sarà troppo tardi.

Something Good

7 NOVEMBRE

(Italia, 2013)Regia Luca Barbareschi, Con Luca Barbareschi, Zhang Jingchu, Kenneth Tsang, Gary Lewis. 111’, 01 Distribution, Thriller. La scalata senza scrupoli ai vertici di una multinazionale dedita alle frodi alimentari, con sede ad Hong Kong, si ferma quando l’uomo si innamora di una donna che a causa di quei traffici ha perso un figlio.

14 NOVEMBRE

Machete kills (Usa, 2013) Regia Robert Rodriguez con Danny Trejo, Amber Heard, Mel Gibson, Sofía Vergara, Jessica Alba. 107’, Lucky Red, Azione.

7 NOVEMBRE

Alla sua seconda avventura da protagonista, il delirante eroe messicano interpretato da Danny Trejo, spinge il pedale dell’iperbole mescolando il pulp con la parodia in una missione da superagente speciale contro un potente boss colombiano della droga che sta armando nello spazio una batteria di missili nucleari per distruggere il pianeta.



I Film di Novembre Il terzo tempo (Italia, 2013) Regia Enrico Maria Artale, Con Stefania Rocca, Stefano Cassetti, Lorenzo Richelmy, Edoardo Pesce. 94’, Universal, Drammatico. Samuel è un ragazzo uscito dal carcere minorile che viene inserito in un programma di riabilitazione in un’azienda agricola, con un assistente sociale come supervisore. Quest’ultimo riesce a convincerlo ad entrare nella squadra di rugby di cui è l’allenatore. Il rugby come metafora della vita e della voglia di riscatto e di ricominciare.

21 novembre

African Safari 3D

(Belgio, 2013) Regia Ben Stassen. 110’, Eagle Pictures, Documentario. Una spedizione nella incredibile varietà di ecosistemi dell’Africa. Le immagini, realizzate con le migliori tecniche stereoscopiche, vedono i leoni impegnati in battute di caccia, gli elefanti che fanno il bagno nel delta del fiume Okavango, la marcia dei 15 milioni di pipistrelli di Kansaka o la più grande migrazione di mammiferi al mondo.

21 novembre

21 novembre

21 novembre

21 novembre

Alla ricerca di Jane

In Solitario

(Austenland, Uk, 2013) Regia Jerusha Hess Con Keri Russell, J.J. Feild, Jennifer Coolidge, Bret McKenzie. 97’, Warner Bros., Commedia. La trentenne Jane Hayes è così ossessionata da Mr. Darcy, il personaggio di Orgoglio e Pregiudizio, che nessun uomo nella vita reale è in grado di corrispondere alla perfezione di quel sogno. Questa sua passione la condurrà in un resort inglese creato per gli appassionati della scrittrice Jane Austen, un luogo dove personaggi e ambientazioni dei classici della scrittrice prendono vita.

(En solitaire, Francia, 2013) Regia Christophe Offenstein, Con Guillaume Canet, François Cluzet, Karine Vanasse. 97’, Lucky Red, Drammatico-Avventura.

7 novembre

Lo skipper Yann Kermadec realizza il proprio sogno quando deve sostituire all’ultimo momento un amico per la prestigiosa gara del Vendée Globe, il giro del mondo in barca a vela ‘in solitario’. Determinato a vincere, mentre è in piena corsa la scoperta a bordo di un giovane passeggero sconvolge i suoi piani.

Giovane e Bella (Jeune & Jolie, Francia 2013) Regia di François Ozon Con Marine Vacth, Géraldine Pailhas, Frédéric Pierrot, Charlotte Rampling, Johan Leysen, Fantin Ravat, Nathalie Richard. 94’, Drammatico. La spregiudicata adolescenza di una diciassettenne che si prostituisce con sconosciuti, raccontata nell’arco di quattro stagioni e attraverso quattro canzoni.

14 novembre

Don Jon (Usa, 2013) Regia Joseph Gordon-Levitt, Con Joseph Gordon-Levitt, Scarlett Johansson, Julianne Moore. 90’, Good Films, Drammatico. Jon è un bravo ragazzo tutto casa, chiesa, palestra e porno. Jon è un classico porn-addicted, che nonostante la sua fortuna con le donne, non riesce a fare a meno della pornografia. Nella sua vita ordinata e masturbatoria non c’è posto per l’amore, fino a quando non incontra una donna che riesce a mettere in crisi il suo mondo.

Fuga di cervelli Da sempre innamorato della bella Nadia, l’imbranatissimo Emilio non ha mai avuto il coraggio di confessarle il suo amore. E quando scopre che la ragazza ha vinto una borsa di studio ad Oxford decide di seguirla, accompagnato da un gruppo di amici straordinariamente scemi, che falsificando documenti e diplomi, sono riusciti ad ottenere l’iscrizione ad Oxford.

21 novembre Regia Paolo Ruffini, Con Paolo Ruffini, Guglielmo Scilla, Olga Kent, Frank Matano. Medusa, Commedia.

Still life

28 novembre (Uk, 2013) Regia Uberto Pasolini, Con Eddie Marsan, Joanne Froggatt. 87’, Bim, Drammatico. John May è un impiegato comunale che svolge un mestiere particolare: si occupa di ricercare i parenti più prossimi di coloro che sono morti in solitudine e di organizzarne il funerale. Un’attività che viene considerata troppo costosa dai suoi superiori, pertanto dopo ventidue anni di onorato servizio, viene lasciato a casa. Ma prima dovrà occuparsi di un ultimo ‘caso’.


DA RICHARD CURTIS, SCENEGGIATORE DI LOVE ACTUALLY NOTTING HILL E QUATTRO MATRIMONI E UN FUNERALE

COSA ACCADREBBE SE POTESSI RIVIVERE OGNI MOMENTO DELLA TUA VITA?

UNA NUOVA COMMEDIA D’AMORE. CON UN PIZZICO DI VIAGGI NEL TEMPO. PRESENTA IN ASSOCIAZIONE CON CASTING DI

MUSICA DI

COSTUMI DI /questioneditempo

UNA PRODUZIONE MONTAGGIO DI PRODOTTO DA

SCENOGRAFIE DI

DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA questioneditempo-ilfilm.it

PRODUTTORE ASSOCIATO SCRITTO E DIRETTO DA

“QUESTIOPRODUTTORI NE DI TEMPO”(ABOUT TIME) ESECUTIVI #questionetempo

DA GIOVEDì 7 NOVEMBRE AL CINEMA


L'ultima ruota del carro Con uno sguardo curioso ed ironico sui vizi e le virtù degli italiani, Giovanni Veronesi racconta la vita di un piccolo eroe dei nostri tempi, una persona umile che rimanendo integro e coerente con i propri principi, rappresenta un esempio in un periodo di devastazione morale, corruzione e microcriminalità. La storia narra le vicende tragicomiche di Ernesto, un semplice autista di camion che per quarant’anni ha girato tutta l’Italia, su e giù per le scale a caricare e scaricare mobili. Dall’Italia della tv in bianco e nero anni ‘60, a quella dalle tinte cupe anni ‘70. Dai rampanti anni ‘80, agli anni ‘90 di Berlusconi. Attraverso il suo sguardo semplice e mille traslochi Ernesto vedrà scorrere il tempo dal ciglio della strada. Tra scandali e malaffare, speranze e delusioni, burrasche e schiarite, riuscirà a schivare gli ostacoli più insidiosi restando fedele alla famiglia, agli amici e ai propri ideali. Dopo la trilogia Manuale d’Amore Giovanni Veronesi torna e allarga il discorso iniziato con Italians, per raccontare, tra passato e presente, un pezzo del “Bel Paese”, per cercare di capire chi siamo. Protagonista Elio Germano, il più versatile attore italiano, capace di cambiare forma e registro con impressionante aderenza

ai personaggi, vedi La nostra vita di Luchetti (migliore interpretazione a Cannes 2010), Diaz - Don’t Clean Up This Blood di Vicari, Magnifica presenza di Özpetek e Padroni di casa di Edoardo Gabbriellini. Accanto a Germano, nel super cast de L’ultima ruota del carro , Alessandra Mastronardi, che nel film interpreta la moglie del protagonista, Ricky Memphis, il suo migliore amico, ed inoltre Sergio Rubini, Virginia Raffaele, Alessandro Haber, con la partecipazione di Dalila Di Lazzaro e Maurizio Battista.

per accumulare una ricchezza ‘umana’, non materiale, che non potrà mai essere scalfita”. Una ricchezza, continua Germano - che oggi sembra perduta. “Prima le persone si riconoscevano nel proprio mestiere, c’era un senso di identificazione. Oggi non conta più che lavoro fai, chi sei, ma quanto guadagni. E lo stesso vale per i rapporti umani.”

“E’ un film - ha dichiarato Germano ispirato alla gloriosa commedia italiana ed è stato un lavoro faticoso e reso possibile anche dai grandi truccatori che abbiamo in Italia. Un film che attraverso 40 anni racconta molte cose, amori disgrazie, sofferenze, nascite di figli, affiancando i vari contesti storici e indicando in quale direzione sta andando il tempo, risaltando alla fine del percorso quelle scelte apparentemente ingenue, non furbe, che poi, a distanza di tanti anni, ti fanno capire quanto abbiano influito

(Italia, 2013) Regia di Giovanni Veronesi con Germano, Alessandra Mastronardi, Ricky Memphis, Sergio Rubini, Virginia Raffaele, Alessandro Haber. Warner Bros., Commedia. SCATTA IL QR CODE 14 NOVEMBRE

L'ultima ruota del carro

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La mafia uccide solo d'estate Arturo nasce a Palermo lo stesso giorno in cui Vito Ciancimino, mafioso di rango, viene eletto sindaco. Ad otto anni è già innamorato di Flora, una compagna di banco, che vede come una principessa. Arturo è un ragazzo come tanti dell’Italia degli anni ‘70 ma, a differenza dei suoi coetanei del nord, la sua vita sentimentale e civile deve sempre fare i conti con la mafia. Nonostante di questa presenza ingombrante nella sua vita ed in quella dei suoi concittadini, solo lui sembra accorgersene. Tutti negano, compresa la sua adorata Flora, che non sopporta più questa sua ossessione. «L’idea era quella di raccontare la Palermo degli anni 70, 80, fino al 92, attraverso gli occhi di un bambino che applica alla lettera i ragionamenti degli adulti. In Sicilia non si voleva ammettere il problema che si chiama mafia, girandosi dall’altra parte. A Milano la gente mi faceva domande sulla mafia pensando ai Totò Riina, ai Corleonesi, ai contadini. Tento di spiegare che non c’è differenza tra Palermo bene, onesta e Palermo mafiosa».

Pif, all’anagrafe Pierfrancesco Diliberto, conduttore e autore televisivo (Il Testimone-Mv) esordisce nella regia cinematografica con un film che racconta l’educazione sentimentale e civile di un bambino nella Palermo degli anni 70. Arturo, come tutti i bambini, accetta passivamente i ragionamenti degli adulti, che preferiscono girarsi dall’altra parte, piuttosto che ammettere l’esistenza del “problema” chiamato mafia. Pian piano, però, cresce in lui la consapevolezza dell’importanza di avere una presa di posizione chiara nei confronti della mafia, nonostante nessuno lo ascolti. L’ostinazione a interessarsi di mafia come un fenomeno reale lo farà diventare giornalista, ma lo separerà anche dalla sua Flora e i

due si ricongiungeranno soltanto dopo le stragi del 1992, che apriranno definitivamente gli occhi alla ragazza. Pif ci tiene a precisare che non è un film autobiografico, anche se essendo cresciuto a Palermo gli spunti personali non mancano: “A Palermo bisogna essere o bianchi o neri, perché la mafia è grigia, ti trascina verso di sé… ed è dappertutto: mentre giravo, mi sono reso conto che il posto dove giocavo a pallone da piccolo era proprio di fronte alla casa di Vito Ciancimino. Ciancimino riceveva Bernardo Provenzano, magari al boss è arrivata pure qualche pallonata…” Mentre i fatti che si succedono sullo sfondo sono tutti realmente accaduti.

La mafia uccide solo d’estate

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(Id., USA, 2013) Regia di Pierfrancesco Diliberto Con Pierfrancesco Diliberto, Cristiana Capotondi, Claudio Gioè, Ninni Bruschetta, Teresa Mannino 01 Distribution, Commedia 28 NOVEMBRE

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DAL CREATORE DI “AMERICAN GIGOLO” E “TAXI DRIVER” DALL’AUTORE DI “AMERICAN PSYCHO”

LINDSAY

LOHAN JAMES DEEN

UN FILM DI

PAUL SCHRADER

A POST EMPIRE FILMS AND SODIUM FOX PRODUCTION PRODUCED IN ASSOCIATION WITH PRETTYBIRD PICTURES A FILMWORKS FX PRODUCTION OF A PAUL SCHRADER FILM LINDSAY LOHAN "THE CANYONS" JAMES DEEN NOLAN FUNK AMANDA BROOKS TENILLE HOUSTON AND GUS VAN SANT COSTUME DESIGNER KEELY CRUM PRODUCTION DESIGNER STEPHANIE GORDON SOUND DESIGN BY 10K SOUND ORIGINAL MUSIC BY BRENDAN CANNING ADDITIONAL MUSIC BY ME&JOHN MUSIC SUPERVISION BY AMINE RAMER MICHAEL TURNER ALEXINA MATISSE EDITED BY TIM SILANO DIRECTOR OF PHOTOGRAPHY JOHN DE FAZIO CO-PRODUCERS LINDSAY LOHAN ROSS LEVINE KURT KITTLESON BEAU LAUGHLIN RICKY HORNE JR. KEN LOCSMAND PRODUCED BY BRAXTON POPE WRITTEN BY BRET EASTON ELLIS DIRECTED BY PAUL SCHRADER © 2013 CANYON THRILLER, LLC

14 NOVEMBRE WWW.THECANYONS.IT


Intervista

Richard Curtis L’Amore è il (mio) problema

“La ragione per cui scrivo commedie romantiche è che l’amore è sempre stato il mio problema: mi sono innamorato per la prima volta quando avevo quattro anni di una bambina chiamata Jill e a sette di una ragazzina di nome Tracy. Una volta, mi trovavo in vacanza in Italia a quattordici anni e il giorno prima di partire ho lasciato un messaggio d’amore per una mia vicina d’ombrellone nascosto nella sabbia. Non credo abbia mai trovato quel pezzettino di carta in cui le avevo scritto quanto l’amavo…e del resto come avrebbe potuto? Perché avrebbe dovuto stendersi proprio su quel fazzoletto di sabbia dove l’avevo vista l’ultima volta?” Domande cui nemmeno il passare degli anni può purtroppo dare risposta a differenza di quanto accade in Questione di tempo, ultimo film dello sceneggiatore e regista inglese Richard Curtis, autore del copione di Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill, nonché regista di Love Actually dopo una lunga esperienza in televisione come creatore di serie televisive fondamentali della storia della Tv inglese come Blackadder e Mr.Bean interpretate entrambe da Rowan Atkinson. “Da quando ho diretto il mio ultimo film, tre membri della mia famiglia, mio padre, mia madre e mia sorella sono morti.” Continua Curtis “così mi sono messo a riflettere di più su come utilizzare meglio il mio tempo: quando ho iniziato a scrivere questo lavoro, mi sono ritrovato in due personaggi contemporaneamente: nel giovane figlio un po’imbranato con le ragazze e in suo padre che desidera trascorrere la maggior parte del tempo sulla spiaggia a prendere il sole.” Questione di tempo racconta la storia di un giovane avvocato inglese che scopre la capacità di viaggiare nel tempo e così può rimediare agli errori che ha commesso e conquistare la ragazza di cui è perdutamente innamorato. “Non cambierei molto del mio passato anche se potessi.” Spiega Curtis “Molti errori, molti drammi personali e pene d’amore mi hanno portato ad essere ciò che sono quindi, sinceramente, credo che forse non valga la pena cambiare quello che è stato. Se si eccettuano, forse, alcune cravatte e altri indumenti che ho indossato inopinatamente ad alcuni primi appuntamenti che non a caso non hanno avuto nessun seguito. Il segreto per conquistare un’altra persona è essere se stessi e vestirsi per fare una buona impressione, alla fine, non paga. Anzi…”

Quindi non c’è un momento preciso al quale tornerebbe per cambiare le cose? Tornerei indietro per non vedere L’Esorcista…un film che mi ha fatto un’immensa paura e ha disturbato i miei sonni per mesi…a parte quello, ripeto, non cambierei nulla, per il timore di rischiare di perdere troppo. Come è nata l’idea per questa storia e l’idea fantascientifica del viaggio nel tempo? Volevo dare vita ad un film che celebrasse la normalità delle persone e la bellezza di un’esistenza ordinaria. Per farlo avevo bisogno di creare un contrasto ed evidenziare il piacere di una vita ordinaria e che come siamo capaci di rovinarlo pensando all’ambizione, al lavoro, alle tasse, etc., etc. E’ un film contro i viaggi nel tempo e su come si può essere felici nel nostro presente. Cosa l’attrae della possibilità di scrivere commedie romantiche? Credo che sia un genere interessante, perché assomiglia molto alla vita che viviamo o che potremmo vivere. Se si è fortunati, l’esistenza passa dalla tragedia alla commedia romantica. Nonostante i tanti drammi della nostra vita, la commedia può diventare l’elemento predominante. In questo senso Questione di tempo è un film un po’ più saggio rispetto ai precedenti.

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Cosa ha scoperto in questi anni di lavoro sulle emozioni? Credo che la vita sia un misto di divertimento e dolore: emozioni che spesso non sono separate e che si manifestano in maniera inaspettata per sorprenderci come fa la vita stessa. Come dice il vecchio proverbio “Nessun matrimonio senza una lacrima, nessun funerale senza una risata?” E’esattamente così: la vita è una costante sorpresa che può essere piena di bellezza. L’importante è non farsi mai fagocitare da quello che ci fa stare male e restare ottimisti.

Marco Spagnoli


Perversa ed irresistibile.

in associazione con RAI CINEMA ALAIN SARDE e ROBERT BENMUSSA presentano

LA REPUBBLICA

Un duello d’intelligenza malizioso e brillante.

VARIETY

SELEZIONE UFFICIALE

IN CONCORSO FESTIVAL DI CANNES

La Venere di Polanski seduce.

CORRIERE DELLA SERA

Meraviglioso, arguto, frizzante, insolente e coraggioso.

LE MONDE

EMMANUELLE

MATHIEU

SEIGNER

AMALRIC

UN UN FILM FILM DI DI

ROMAN POLANSKI IN ASSOCIAZIONE CON RAI CINEMA ALAIN SARDE E ROBERT BENMUSSA PRESENTANO UNA COPRODUZIONE FRANCO POLACCA RP PRODUCTIONS MONOLITH CON LA PARTECIPAZIONE DI CANAL+ CINÉ + E POLISH FILM INSTITUTE IN ASSOCIAZIONE CON MARS FILMS E MANON3 “VENERE IN PELLICCIA” EMMANUELLE SEIGNER MATHIEU AMALRIC COSTUMI DINAH COLLIN MUSICHE ALEXANDRE DESPLAT DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA PAWEL EDELMAN MONTAGGIO MARGOT MEYNIER E HERVÉ DE LUZE SCENOGRAFIA JEAN RABASSE PRODUTTORI ASSOCIATI MARIUSZ LUMONSKI E WOJTEK PALYS PRODOTTO DA ROBERT BENMUSSA E ALAIN SARDE TRATTO DALL'OPERA TEATRALE VENERE IN PELLICCIA DI DAVID IVES TRADUZIONE ABEL GERSCHENFELD SCENEGGIATURA DI DAVID IVES E ROMAN POLANSKI REGIA DI ROMAN POLANSKI

DAL 14 NOVEMBRE AL CINEMA


Intervista

Chris Hemsworth Il ritorno del dio

“Adoro Thor. E’ un personaggio cui personalmente devo molto e che mi piace interpretare. La sfida questa volta era quella di non ripetermi. Di mostrare qualcosa di nuovo e di donare un po’ più di saggezza a questa figura come se fosse maturata un po’ nel corso del tempo.” Per la terza volta in meno di due anni, l’attore australiano Chris Hemsworth appena trentenne veste i panni di Thor, mitico dio nordico sublimato nell’immaginario collettivo moderno, attraverso il personaggio dei fumetti Marvel che dopo il primo film diretto da Kenneth Branagh, torna nel secondo capitolo intitolato Il mondo delle tenebre diretto da Alan Taylor, regista nato nel cinema indipendente e tempratosi in televisione con serie di successo come I Soprano e Il Trono di Spade, nonché regista del prossimo Terminator 5. “Questa volta Thor deve dimostrare di essere all’altezza del ruolo di Re e di essere capace di affrontare le responsabilità di un sovrano.” Aggiunge Hemsworth, sugli schermi con Rush di Ron Howard, sex symbol australiano alto un metro e novanta, tutto muscoli e ironia. Nato a Melbourne in Australia e sposato con l’attrice spagnola Elsa Pataky di sette anni più grande, Hemsworth sta già interpretando di nuovo Thor nel seguito di The Avengers intitolato Age of Ultron. “Non ho fatto in tempo a tornare dal tour promozionale di Thor che, praticamente sotto la scaletta dell’aereo, sono stato preso e portato sul nuovo set per The Avengers.” Dice “Un’esperienza stimolante, perché è interessante recitare in questo personaggio diretto registi diversi.”

essere saggio se vuole essere un bravo re. C’è anche un elemento politico in questa storia. L’elemento più interessante resta, però, quello di avere un personaggio complesso che vive una storia e un viaggio e che non arriva, solo alla fine, a salvare il mondo. Quindi cosa si prova a girare vestiti da dio nordico? Un costume è uno strumento che un attore usa per arrivare da qualche parte: nel mio caso mi guidava verso il mondo di Thor e verso lo spirito del fumetto. Certo, essere circondati da persone vestite in maniera normale è un po’ strano, ma certamente, sentirsi avvolti dall’armatura di Thor è molto utile per arrivare al cuore del personaggio.

Qual è lo stile di Alan Taylor rispetto Branagh e Joss Whedon? Alan vuole rimanere collegato alla realtà: è ossessionato dall’affondare la storia e la narrazione in una sorta di realismo che, in un contesto del genere, può e deve arrivare soprattutto attraverso le relazioni tra i personaggi. Per questo motivo è stato interessante sviluppare ulteriormente il rapporto tra me e mio padre Odino interpretato da Anthony Hopkins e mio fratello Loki portato sullo schermo da Tom Hiddleston. In questo senso ci veniva chiesto di trovare una nuova profondità per la loro psicologia e il loro rapporto. Il Regno delle tenebre a cosa si riferisce? Il buio che circonda Thor non è tanto quello che avvolge il mondo da cui provengono i suoi nemici, bensì il momento della vita di questo personaggio che deve imparare ad

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Si dice che per il primo Thor, il regista Kenneth Branagh le abbia fatto leggere Siddharta… Per farmi entrare nello spirito della storia Kenneth ha voluto che imparassi a memoria il monologo più importante dell’Enrico V di Shakespeare. Prima delle riprese, però, mi aveva dato da leggere Siddharta di Herman Hesse che, lo devo ammettere, non avevo mai letto e tantissimi fumetti di Thor che dovevano, secondo lui, farmi capire la psicologia del personaggio. Ho letto anche molta mitologia nordica, ma – alla fine – il libro più utile è stato proprio Siddharta. Perché? Ho molto amato la storia: quando Kenneth me lo ha dato, ha detto: “Questo è un racconto molto personale. Potrà piacerti oppure no: a me fa piacere che tu lo legga anche se non trarrai nulla per il film.” Credo che intendesse mettermi dinanzi alla vita di un essere umano che sperimenta la vita e si pone domande molto più grandi di lui. Nel mondo del cinema tutto è ingigantito al punto da farti sentire molto sotto pressione. Anni fa, pur amando la recitazione, mi sentivo incapace di trovarmi sul set e recitare dinanzi agli altri. Leggere ti aiuta a capire meglio un mondo dominato dalla falsità, pieno di tentazioni e di ego smisurati, dove la gente ti dice solo quello che crede tu voglia sentire. Leggere mi fa stare con i piedi per terra e mi fa ricordare chi sono e da dove vengo. Anche la mia famiglia mi aiuta a non dimenticare che persona sono e quella che voglio essere. Marco Spagnoli



Planes

Sono gli aerei i protagonisti di questa nuova avventura Pixar, che segue quelle di Cars, impreziosita dalle voci di Michaela Ramazzotti e del tenore Gianluca Terranova.


Dusty è un piccolo aereo agricolo con un grande unico sogno: partecipare alle gare ad alta quota come aereo da competizione. Ma Dusty non è stato esattamente progettato per gareggiare e soffre di vertigini. Così si rivolge all’aviatore Skipper, che lo aiuta a prepararsi per sfidare Ripslinger, il campione in carica. Il coraggio di Dusty sarà messo a dura prova quando cercherà di raggiungere altezze a cui non aveva mai sognato di arrivare prima d’ora, dimostrando al mondo con grande prodezza di sapersi spingere oltre ogni record previsto. Una storia di azione e di avventura che è stata scelta come film d’apertura della decima edizione di Alice nella città, la sezione autonoma e parallela del Festival Internazionale del Film di Roma dedicata alle famiglie e alle giovani generazioni.

Ispirato al mondo del celebre film della Pixar, Cars – Motori ruggenti, Planes racconta la storia di Dusty, un aereo agricolo monoelica stanco di campi coltivati e pronto a lanciarsi in una grande avventura che lo porterà ad alta quota, a combattere tra la paura delle altezze e l’implacabile voglia di vincere la sfida più importante: dimostrare di essere il più veloce aereo da competizione del mondo. “Si tratta di una grande storia che ruota attorno a un personaggio che parte svantaggiato” spiega il regista Klay Hall, “c’è molto sentimento e trasmette un messaggio che vale per tutti noi: se riuscissimo a credere in noi stessi, ad abbandonare le nostre sicurezze e a lasciarci alle spalle qualsiasi paura ci trattenga, rimarremmo sorpresi dai risultati che potremmo ottenere”. Realizzato in 3D, la produzione di Planes ha visto coinvolto Jason McKinley, specializzato nel disegno di effetti di volo per cinema e televisione. “Con ogni scena di volo c’è un cielo enorme”, ha detto McKinley, “stai volando tra 480 e 650 chilometri orari e lo spazio che percorri è

vastissimo. Così abbiamo voluto trasmettere al pubblico quella grandissima sensazione di spazio e velocità”. Quello di diventare più di ciò a cui sei stato destinato è il tema chiave del film. I filmaker hanno dovuto capire innanzitutto come sono costruiti gli aerei e come funzionano prima di poter aiutare Dusty a superare i suoi limiti strutturali: Planes ha richiesto agli artisti di tenere a mente la struttura fisica di un aeroplano, la sua struttura d’acciaio, le sue dimensioni e il suo peso, mentre disegnavano e animavano i personaggi. Le ali non potevano essere piegate, le fusoliere non erano allungate o schiacciate e i propulsori dovevano muoversi proprio come quelli veri. “Ci siamo divertiti tantissimo a esplorare il mondo degli aeroplani” conclude il regista Hall. “Siamo riusciti ad approfondire l’esperienza con ogni tipo di volo: mongolfiere, bombardieri della Seconda Guerra Mondiale e diversi tipi di jet e aerei civili. Siamo riusciti a parlare con pionieri dell’aviazione e piloti di aerei da combattimento, veterani della guerra di Corea, piloti collaudatori civili ed è stato fantastico”.

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Planes (USA, 2013) Regia di Klay Hall Con le voci italiane di Micaela Ramazzotti, Gianluca Terranova, John Peter Sloane, Gianfranco Mazzoni 112’, The Walt Disney Company, Animazione 8 NOVEMBRE

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La misteriosa scomparsa di due bambine getta nella follia due famiglie, e apre inquietanti interrogativi sulla comunità di una tranquilla cittadina di provincia americana.

Prisoners La storia ruota attorno alla scomparsa di due ragazzine di sei anni, in una grigia, freddissima giornata festiva del Ringraziamento, in una piccola cittadina della Pennsylvania. Dopo il classico pranzo ‘del tacchino’ i quattro genitori Keller e Grace (Hugh Jackman e Maria Bello) e Franklin e Nancy (Terrence Howard e Viola Davis) lasciano uscire le due bambine in strada da sole. Quando, dopo poco, iniziano a cercarle, sono scomparse, ed è chiaro sia dal misterioso van che era parcheggiato in strada, e che è sparito anche lui, che dalla musica minacciosa della colonna sonora, che è successo qualcosa di molto brutto. Segue immediatamente una massiccia caccia all’uomo da parte della polizia locale, guidata dal detective Loki (Jake Gyllanhaal). Tutti gli indizi puntano verso Alex Jones (Paul

Dano), il guidatore del van, una persona ritardata, che viene prontamente arrestato. In assenza di prove concrete per trattenerlo nel van non ci sono tracce delle bambine, ed il suo ritardo mentale non è compatibile con un rapimento così perfetto - l’uomo viene rilasciato, nonostante le proteste dei cittadini. Il rilascio di Alex non viene preso bene soprattutto da Keller, il papà di una delle bambine, un uomo che non vuole accettare di assistere passivamente a quella che sembra una resa e che concede un ulteriore vantaggio che potrebbe essere decisivo, al potenziale colpevole. Keller soccombe alle sue inclinazioni più oscure e rapisce Alex con l’intento di farlo parlare. Se la polizia non riesce a trovare le prove, Keller lo costringerà a confessare. La moglie e la coppia di amici sono con lui.

Ne segue un tesissimo, a tratti perfino brutale, dramma forense, a metà strada tra il poliziesco alla Mystic River, ed il morality play che solleva domande enormi, sulla giustizia, la vendetta, la paura. Diretto dal regista franco-canadese Denis Villeneuve, alla sua seconda regia dopo il candidato all’Oscar Incendies, colpisce lo spettatore come un pugno allo stomaco, costringendolo a mettere in discussione la propria capacità di giudizio e di giustizia. Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal lo affiancano perfettamente con due personalità agli antipodi, ma entrambe spiazzanti. Un uomo divorato da un fuorviante senso di giustizia e di difesa della famiglia contro un detective affidabile, ma segnato da un senso di mistero che non riesce a nascondere.


Prisoners

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(Usa, 2013) Regia di Denis Villeneuve con Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Maria Bello, Melissa Leo, Paul Dano, Terrence Howard, Viola Davis. 153’, Warner Bros., Drammatico 7 NOVEMBRE

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Torna il mago della commedia romantica Richard Curtis con un nuovo film dopo i successi di Notthing Hill, Quattro matrimoni ed un funerale e Love Actually.

Questione di tempo


La commedia romantica inglese ha, finalmente, un nuovo capitolo: Questione di tempo appartiene a pieno titolo a quel genere iniziato quasi vent’anni fa con Quattro matrimoni e un funerale proseguito in seguito con film come Notting Hill e Love Actually. Tutte produzioni che hanno alle spalle il genio creativo del loro autore Richard Curtis, qui anche in veste di regista per raccontare la strana storia di un giovane avvocato di Londra che ha la facoltà di viaggiare nel tempo e di potere così alterare, migliorandola, la sua esistenza. Senza artifici particolari, ma solo grazie ad una buona capacità di concentrazione, il ragazzo può riparare agli errori, rivivendo certe situazioni e cambiando così il corso degli eventi. Una capacità ereditata da suo padre con il quale condivide una grande complicità, nonché una certa sintonia filosofica. Del resto viaggiare nel tempo può risultare molto utile, soprattutto, quando si conosce la ragazza dei propri sogni e – per una serie di circostanze – si rischia di perderla di vista per sempre. Ma le implicazioni sono anche altre: si può provare a salvare la vita della propria sorella, evitare di commettere troppi errori quando si incontrano i propri futuri suoceri e, soprattutto, riuscire a stare come e quando si vuole con il proprio padre per riflettere su quanto accaduto e, magari, riderne anche insieme.

Una commedia molto originale e brillante interpretata da un cast di attori nuovo a parte la presenza del “veterano” Bill Nighy che aggiunge alla storia una grande qualità emotiva rendendola perfino – a tratti – esilarante. Protagonista del film è Domhall Gleeson, figlio d’arte del celebre attore irlandese Brendan Gleeson, che oggi, solo trentenne con una solida esperienza teatrale alle spalle debutta nel ruolo di lead romantico che tanto ha portato fortuna agli interpreti che lo hanno preceduto come Hugh Grant e Colin Firth. La ‘donna della sua vita’ è interpretata da Rachel McAdams che porta sullo schermo una giovane americana rimasta conquistata dalle maniere un po’ buffe e talora strane di un ragazzo simpatico e pieno di autoironia. Brillante e molto divertente, nonostante il suo presupposto fantasy Questione di tempo è un film molto ‘umano’ dalla forte matrice esistenziale che sfrutta l’alibi pseudo fantascientifico per una storia in grado di divertire, ma anche di commuovere e di mettere lo spettatore davanti alla fatidica domanda: “Cosa faresti se avessi più tempo?”. Una risposta che, da quanto vediamo, porta con sé molte inevitabili risate, ma anche tantissime emozioni.

Questione di tempo

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(About Time, UK, 2013) Regia di Richard Curtis, Con Domhall Gleeson, Rachel McAdams, Bill Nighy 123’, Universal, Commedia 7 NOVEMBRE

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The Canyons P

resentato all’ultima edizione del Festival di Venezia, The Canyons è un thriller noir ambientato a Los Angeles che esplora l’ossessione per il sesso e per l’ambizione in una Hollywood decadente, dove la scintillante Mecca del cinema, è trasformata in un luogo desolato dove i Social Media hanno rimpiazzato la voglia di grande schermo e di cinema. Al centro della trama la turbolenta relazione tra Tara (Lindsay Lohan) una giovane aspirante attrice, e Christian (James Deen) un giovane e ricco produttore di film. La vicenda si complica quando nella vita di Tara si riaffaccia il suo ex, Ryan (Nolan Funk), in un’escalation di sangue, violenza, paranoia e crudeli giochi mentali che ruotano intorno alla sensualità tormentata della protagonista.

Un’altra storia perfetta per Schrader regista e sceneggiatore che a pieno titolo può essere definito come uno degli ultimi “autori puri” del cinema americano, e che nel suo passato ha diretto film come American Gigolò, Auto Focus e Affliction, nonché sceneggiatore di tanti film di Martin Scorsese come Taxi Driver e Toro Scatenato. “Sono sempre stato interessato a personaggi che hanno un certo grado di consapevolezza a proposito di chi siano e di quello che vogliano. Poi, accade qualcosa che taglia le gambe alla loro idea, aprendo un nuovo scenario.” Osserva Schrader “Sono convinto che il cinema segni – in qualche maniera – l’amplificazione delle contraddizioni dei ruoli. Spesso, però, tali figure fermandosi a riflettere, sanno di avere qualcosa che non va.” Il cinema di Schrader

racconta, spesso, personalità complesse e tortuose che incontriamo in momenti molto difficili. Non è un caso che il regista, una decina di anni fa, abbia diretto a Roma una versione del prequel dell’Esorcista in seguito rimontata da altri “Sono cresciuto credendo a Satana e all’Inferno. Cosa che non faccio più. Credo, però, ancora nel potere della loro metafora.” Aggiunge. A proposito della Star del suo film, Lindsay Lohan, il regista ammette che l’attrice americana, sebbene molto brava, possa risultare imprevedibile, ritardataria, capricciosa e dimostrare una passione per gli psicodrammi. “Al tempo stesso, però, ha un qualcosa che impedisce di toglierle gli occhi di dosso. La sua magia e il suo mistero sono paragonabili a quelli di Marilyn Monroe.” Conclude.


Tratto dal romanzo di Bret Easton Ellis, arriva sugli schermi l’ultimo film del grande Paul Schrader interpretato da una Lindsay Lohan sexy e irresistibile sullo sfondo di una Hollywood decadente

The Canyons

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(Id. Usa, 2013) Regia di Paul Schrader con Lindsay Lohan, James Deen, Nolan Funk, Tenille Hou, Gus Van Sant 99', Adler, Thriller Noir 14 NOVEMBRE SCATTA IL QR CODE E GUARDA IL TRAILER


Siamo a Parigi. In una strada piena di foschia una lunga carrellata ci accompagna sotto la pioggia all’interno di un teatro dove un regista ha appena finito di fare una serie di provini per il prossimo spettacolo in cartellone, Venere in pelliccia, di cui sta cercando la protagonista. E’ stanco e irritato, si lamenta al telefono del basso livello delle candidate ed è preoccupato di non riuscire a trovare la ‘sua’ Vanda. Adesso può finalmente tornare a casa, per andare a cena con la sua compagna. Ma in quel momento arriva in teatro una donna tutta trafelata chiedendo di poter fare l’audizione. Thomas, il regista, non ne vuole sapere. I provini sono finiti. E’ tardi e non ha tempo da perdere. Ma la donna, che dice di chiamarsi Vanda, non molla: insistente, volgare e decisamente stupida, ma è pronta a tutto per ottenere la parte. Lui cede, più per liberarsi di lei che per darle una chance. Ed accade subito una specie di miracolo. La donna si trasforma immediatamente, tira fuori un costume che ha portato con sé, e comincia a recitare le prime battute. La prova continua, il regista interpreta l’uomo, mentre l’attrice neanche ha bisogno del copione, conosce perfettamente il personaggio (che tra

l’altro ha il suo stesso nome), e conosce tutte le battute a memoria. L’audizione continua, anche se la prova ed il confronto dei rispettivi ruoli, entra ed esce dal testo per intersecarsi con le loro vite, in un gioco erotico di seduzione e sottomissione, di realtà e illusione. Dopo Carnage, scritto da Yasmina Reza, Roman Polanski porta al cinema una nuova opera di impianto teatrale tratta dal celebre romanzo di Leopold Von Sacher-Masoch, pilastro della letteratura sado-maso che sconvolse la buona società degli anni di fine ottocento con la storia autobiografica di un rapporto tra una donna dominatrice ed un uomo vittima. Solo due attori in scena, scenografia e luci teatrali, sceneggiatura - firmata dallo stesso Polanski con David Ives da una commedia di quest’ultimo, in costante movimento - tra colpi bassi e colpi di scena, e registri che si modificano continuamente con l’evolvere dei personaggi e del loro rapporto. Cinema sul teatro, e cinema sul cinema, con una viscerale lettura del rapporto tra regista e protagonista, un rapporto infinito di seduzione e sottomissione reciproca, realtà e finzione che si sovrappongono. Non a caso la protagonista Emmanuelle Seigner, che si muove con straordinaria naturalezza tra le due opposte Vande, è anche la moglie di Polanski. Mathieu Amalric invece interpreta anche fisicamente lo stesso Polanski, ovviamente più giovane, un regista che pensa di poter plasmare la sua attrice secondo i suoi piani, con una punta di orgoglio maschile.

Venere in pell


Dopo Carnage, Roman Polanski porta al cinema una nuova opera di impianto teatrale tratta dal celebre romanzo di Leopold Von Sacher-Masoch, un raffinato gioco di seduzione e predominio.

liccia

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Venere in pelliccia (La Vénus à la fourrure, Francia, 2013) Regia di Roman Polanski Con Emmanuelle Seigner, Mathieu Amalric 96’, 01 Distribution, Drammatico. 14 NOVEMBRE SCATTA IL QR CODE

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Dopo gli ‘Avengers’ ritroviamo il personaggio dei fumetti Marvel in una battaglia per salvare il regno di suo padre da un nemico molto pericoloso se non addirittura imbattibile senza l’aiuto di qualcuno del quale, forse, non ci si può fidare.

Esattamente come è successo con Iron Man 3 anche il nuovo film sul personaggio di Thor si apre con eventi accaduti un anno dopo The Avengers e la battaglia che ha devastato New York. Questa volta troviamo il figlio di Odino, dio del Tuono, mentre sta combattendo per salvare tutti i Nove Regni da un misterioso nemico più antico dello stesso Universo. Allo stesso tempo, una malvagia razza proveniente da Svartafalheimr (uno dei nove regni), gli elfi oscuri guidata da Malekith, portato sullo schermo dall’ex Doctor Who, Christopher Eccleston, è alla ricerca della vendetta contro Asgard e vuole trascinare l’intero universo nei recessi più profondi dell’oscurità. Di fronte ad un nemico perfino più potente di Odino e di tutti i leggendari guerrieri di Asgard, Thor dovrà riunirsi alla sua amata, la dottoressa Jane Foster abbandonata sulla Terra in condizioni di pericolo estremo. Come se non bastasse, poi, l’unica possibilità che gli è rimasta per salvare tutto è quella di liberare suo fratello, l’infido Loki che da un anno sconta la pena delle sue malefatte e del tradimento.

THOR

the dark world


Lacerato dall’affetto per Loki con cui è cresciuto e il timore che questo possa approfittare della situazione e tradirlo ancora così come ha già fatto con il suo Re e il suo popolo, Thor si prepara, dunque, ad un pericoloso viaggio che lo costringerà, probabilmente, ad un sacrificio estremo che solo un grande Re potrebbe scegliere di compiere. Da notareche anche questa volta la Marvel ha voluto un grande cast intorno al protagonista Chris

Hemsworth: Antony Hopkins torna nel ruolo di Odino, padre del dio del tuono cui ha donato il martello Mjolnir. Sua moglie è interpretata da Rene Russo, mentre ritroviamo Idris Elba, attualmente sugli schermi mondiali nei panni di Nelson Mandela, nel personaggio del guerriero Heimdall. Jamie Alexander è la splendida e ambigua dea Sif, mentre Ray Stevenson (Rome,The Punisher – War Zone) torna nel ruolo amatissimo dai fans, di Volstagg. Oltre all’attore giapponese Tadanobu Asano, vincitore a Venezia del Premio come Migliore Attore di Orizzonti, alcuni anni fa, ritroviamo anche Stellan Skaarsgaard e – ovviamente – Nathalie Portman come grande amore di Thor, ovvero la Dottoressa Foster. Girato tra i paesaggi vulcanici dell’Islanda, le pietre di Stonehenge e il sole del Sud degli Stati Uniti, Thor – Il Regno delle Tenebre ha utilizzato anche una lingua scritta appositamente per il film e parlata dagli alieni nemici di Asgard. Gli attori Christopher Eccleston e l’ex modello britannico Adewale Akinnuoye Agbaje hanno dovuto memorizzare alcune scene in questo linguaggio inventato per le riprese.

Thor The dark world

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(USA, 2013) Regia di Alan Taylor Con Chris Hemsworth, Nathalie Portman, Tom Hiddleston, Anthony Hopkins, Christopher Eccleston, Stellan Skarsgaard 112’, The Walt Disney Company, Supereroi 20 NOVEMBRE

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La storia di due tacchini molto coraggiosi che viaggiano nel tempo per cambiare il corso della storia ed eliminare per sempre il tacchino dal men첫 del Giorno del Ringraziamento.

Free Birds tacchini in fuga


In una pittoresca fattoria di famiglia, un gruppo di tacchini vive una tranquilla e appagata vita incentrata sul mais. Tutto ciò di cui si preoccupano è il momento del pasto distribuito da un fattore che, sono tutti certi, li condurrà al “Paradiso dei Tacchini”. Tutti tranne Reggie, loquace pennuto irriverente e per niente contento degli eccessi nutrizionali della vita nella fattoria, che si ritrova presto emarginato dal resto del gruppo. La vita di Reggie cambia per sempre quando riceve un’inaspettata visita dal Presidente degli Stati Uniti d’America che lo vuole come “tacchino graziato”. Ciò significa vivere una comoda vita a Camp David, completa di Tv on demand e pizza al formaggio. Come “tacchino graziato” Reggie trova la sua dimensione perfetta dove, lui e solo lui, è finalmente il capo. Questo finché Reggie non viene improvvisamente risvegliato dal suo sogno da Jake l’accanito fondatore e unico membro del “Fronte per la liberazione dei tacchini”. Jake ha una sola missione: cambiare la storia per sempre e salvare tutti i tacchini. Ma non può farlo da solo: una missione del genere ha bisogno di una mente e di un braccio, per questo deve assoldare Rege. “E’ il nostro destino!” dichiara al dubbioso Reggie. Al rifiuto di Reggie di abbandonare la sua nuova vita di lussi, Jake lo rapisce, insieme irrompono in un laboratorio governativo segreto e rubano una macchina del tempo di nome S.T.E.V.E. che li porterà indietro al 1621, prima del primo Ringraziamento.

Sfortunatamente appena arrivati nel passato cadono nelle grinfie del Comandante della Colonia di Plymouth, Myles Standish un avido cacciatore che persegue la sua missione di catturare il più alto numero di tacchini per sfamare i coloni e i loro alleati nativi per l’imminente Festa del Raccolto. Prima che Jake e Reggie diventino la portata principale della festa di Standish, vengono salvati da Jenny bella e determinata figlia del Comandante dei Tacchini Ribelli, Broadbeck Jenny conduce i due al confine della foresta dove il resto dei tacchini si nasconde dai Pellegrini. Jake deve spiegare al gruppo il piano e convincerli a seguirlo nella sua missione di cambiare la storia, mentre Reggie, innamoratosi di Jenny, sembra ormai seguire una missione tutta sua. Ispirato dal coraggio di Jenny, Reggie conduce un rischioso attacco al villaggio dei Pellegrini per liberare i loro compagni prigionieri. Il loro salvataggio va però a monte dal momento che il piano di Jake spinge Standish e i suoi cacciatori verso i ribelli mettendo in pericolo Jenny, la sua famiglia e tutti i tacchini. Costernato Reggie torna al presente con S.T.E.V.E, seguendo la sua unica filosofia che da sempre è “Meglio soli che male accompagnati”. Ma la sua vita a Camp David non è più la stessa senza Jenny e Jake. Reggie realizza finalmente che la pazza missione di Jake è il suo destino e lui e S.T.E.V.E. decidono di tornare indietro per aiutare Jake a togliere per sempre i tacchini dal menu. Tra le voci originali quella di George Takei, il Signor Sulu di Star Trek.

Free Birds – Tacchini in fuga

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(Id. Usa, 2013) Regia di Jimmy Hayward con le voci originale di Owen Wilson, Wody Harrelson, Amy Poehler, George Takei, Colm Meaney 91’, Adler, Animazione 28 NOVEMBRE

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Il regista di Costantine e Io sono leggenda dirige Jennifer Lawrence nei panni della protagonista della saga ispirata dai romanzi di Suzanne Collins

Hunger Games La ragazza di fuoco


Dopo avere vinto l’Oscar per The Silver Lining Playbook – Il Lato Positivo Jennifer Lawrence che ha compiuto 23 anni il giorno di Ferragosto, torna nella saga che l’ha resa una star e di cui sta girando i due capitoli finali intitolati rispettivamente Il canto della rivolta – parte 1 e Il canto della rivolta – parte 2. La storia inizia alla fine di quel primo capitolo in grado di conquistare il pubblico di tutto il pianeta: Katniss Everdeen è nuovamente a casa dopo aver vinto i Settantaquattresimi Hunger Games insieme al compagno Peeta Mellark (Josh Hutcherson). Ogni anno tra le rovine di quello che fu il Nord America, lo stato di Panem obbliga ognuno dei suoi dodici distretti a mandare un ragazzo e una ragazza a competere agli Hunger Games. In parte spettacolo insolito e violento, in parte evento strategico della politica repressiva del Governo, gli Hunger Games sono un

evento televisivo nazionale nel quale i “Tributi” devono combattere gli uni con gli altri per la sopravvivenza. Katniss è, dunque, consapevole di avere vinto una sfida incredibile, ma – adesso – lei e Peeta devono fare il “Tour dei Vincitori” attraversando tutta Panem. Lungo la strada, Katniss sente che una rivolta è vicina, ma la città di Capitol è ancora sotto controllo, il presidente Snow sta preparando i nuovi Hunger Games, che avranno delle regole speciali e che potrebbero rappresentare l’occasione perfetta per dare vita ad una vera e propria rivoluzione. Questo nuovo film parte da un presupposto interessante: “Katniss ha vinto. Ma è davvero salva?” Dopo la settantaquattresima edizione degli Hunger Games, l’implacabile reality show che si svolge a Panem ogni anno, lei e Peeta sono, miracolosamente, ancora vivi. Katniss dovrebbe sentirsi sollevata, perfino felice.

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Dopotutto, è riuscita a tornare dalla sua famiglia e dall’amico di sempre, Gale. Invece nulla va come Katniss vorrebbe. Gale è freddo e la tiene a distanza. Peeta le volta le spalle. E in giro si mormora di una rivolta contro Capitol City, che Katniss e Peeta potrebbero avere contribuito a fomentare. La ragazza di fuoco è sconvolta: ha acceso una sommossa. Ora ha paura di non riuscire a spegnerla. E forse non vuole neppure farlo. Mentre si avvicina il momento in cui lei e Peeta dovranno passare da un distretto all’altro per il crudele Tour della Vittoria, la posta in gioco si fa sempre più alta. E parte da quell’amore che è veramente al centro sia dei romanzi che della serie cinematografica, diventata in breve tempo un vero fenomeno paragonabile per forma e attenzione a quello di Twilight. Del resto visto il successo del primo film realizzato con circa ottanta milioni di dollari, la produzione ha pressoché duplicato il budget arrivando centocinquanta milioni di dollari per realizzare un secondo capitolo molto più spettacolare e avvincente. Girato tra il New Jersey, la Georgia e le Hawaii, Hunger Games – La ragazza di fuoco è presentato in anteprima al Festival di Roma diretto da Marco Muller con una Premiere dove sono previsti la stessa Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth ed il regista Francis Lawrence che nonostante lo stesso cognome non ha alcuna parentela con la sua affascinante protagonista.

Hunger Games La ragazza di fuoco (Hunger Games – Catching Fire, USA, 2013) Regia di Francis Lawrene con Jennifer Lawrence, Liam Hemsworth, Josh Hutcherson, Elizabeth Banks, Donald Sutherland 146’, Universal, Azione, Fantasy, Fantascienza 27 NOVEMBRE

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“HUNGER GAMES: LA RAGAZZA DI FUOCO”CASTIN( THEG HUNGER GAMES: CATCHINSUPERVIG FIRES)ORE

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