Proposte cinematografiche per le scuole
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Sommario
n°7 2012
NATA NEL 1994 PER PROMUOVERE LE PELLICOLE PIÙ ADATTE AL MONDO DELLA SCUOLA, SIA SOTTO IL PROFILO DIDATTICO CHE DI INTRATTENIMENTO, PRIMISSIMA SCUOLA È DIVENTATA NEGLI ANNI UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA MAGGIOR PARTE DELLE SCUOLE E DEGLI INSEGNANTI CHE UTILIZZANO IL CINEMA COME STRUMENTO DIDATTICO.
IN COPERTINA
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PINOCCHIO
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SPECIALE - LO HOBBIT: UN VIAGGIO INASPETTATO
CONTROCOPERTINA
PER ABBONARSI A PRIMISSIMA SCUOLA Periodico di informazioni cinematografiche per le scuole Anno 18 n. 7/8 Dicembre 2012
editore MULTIVISION S.R.L. Via Fabio Massimo, 107 • 00192 - Roma tel. fax. +39 0645437670
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stampa Ige, Roma
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schede film
Pinocchio reloaded “AL MIO BABBO E A TUTTI I BABBI BABBINI DEL MONDO” DEDICA DI D’ALÒ AD INIZIO FILM Cinque anni di lavoro per un’impresa ambiziosa e coraggiosa, perché oggettivamente ci vuole un bel coraggio ad affrontare un libro ed un personaggio come Pinocchio, portato sullo schermo complessivamente una decina di volte e soprattutto con tre letture storiche alle spalle come quella disneyana, quella di Comencini con Lollobrigida e Manfredi e quella di Benigni.
Quella di D’Alò è sicuramente la più originale, la meno pedagogica e la più colorata e ottimista. Una festa per gli occhi che farà la gioia dei più piccoli, raccontata con minore enfasi moralista e incentrata soprattutto sull’amore padrefiglio che rappresenta la vera chiave di lettura della storia.
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La storia
Il falegname Geppetto si costruisce un burattino da un ciocco di legno e lo chiama Pinocchio. Non appena però gli mette le gambe, il burattino scappa in strada e viene afferrato da due carabinieri che poi, non capendo il perché della fuga, arrestano Geppetto e lo portano in prigione. Pinocchio, rientrato in casa, incontra il Grillo Parlante che lo rimprovera per il suo cattivo comportamento. Il burattino, per tutta risposta, lo schiaccia contro il muro e si mette a dormire davanti al camino: il fuoco gli brucia i piedi e Geppetto, liberato dai carabinieri, glieli ricostruisce. Il falegname si prende cura di lui e decide di farlo studiare. Per comprargli l’abbecedario vende la sua casacca, ma Pinocchio andando a scuola vende il prezioso libro per assistere a uno spettacolo di burattini, dando l’ennesima delusione al povero Geppetto. Il burattino fa vari incontri, tra i quali Mangiafuoco che inizialmente lo vuole bruciare ma poi, intenerito, gli regala delle monete
d’oro da dare al babbo. Lungo la strada, tornando a casa, Pinocchio conosce due imbroglioni, il Gatto e la Volpe, che lo deridono, lo aggrediscono e arrivano a impiccarlo. Fortunatamente però la Fata Turchina lo salva e lo accudisce, con l’aiuto del Corvo, la Civetta e il Grillo-parlante. Ma Pinocchio continua a non imparare la lezione e si mette nuovamente in pericolo, oltre a dire le numerose bugie che gli fanno crescere il naso. Segue Lucignolo nell’Isola dei Balocchi e viene trasformato in asino. Quando finalmente riesce a scappare, si tuffa in mare, ma viene inghiottito da un gigantesco pescecane. Nel suo ventre Pinocchio ritrova Geppetto che con la sua barchetta era andato a cercarlo in mare e, naufragato, era rimasto intrappolato nelle viscere del mostro marino. Pinocchio salva il padre e lo porta fino a riva dove, stremato, si addormenta. La Fata Turchina lo ricompensa, trasformandolo in bambino vero.
Note di produzione
Artista e artigiano del cinema, Enzo D’Alò è considerato uno dei maggiori rappresentanti del cinema d’animazione europeo. Prima con La freccia azzurra e La gabbianella e il gatto, poi con Momo alla conquista del tempo ed Opopomoz, lo stile di Enzo D’Alò, assolutamente unico e lontanissimo dai modelli digitali Pixar, Dreamworks e perfino della scuola giapponese Ghibli, si è affermato a livello internazionale, accogliendolo come uno degli autori più originali e creativi. •
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Nel Pinocchio di D’Alò ci sono ovviamente tutti: i machiavellici Gatto e la Volpe, l’enorme Mangiafoco (senza “u”!), il Grillo Parlante, la Fata Turchina, il cane Alidoro, Lucignolo e il Pescecane che inghiottirà (“come un tortellino di Bologna”!) la barchetta con cui Geppetto parte per cercare Pinocchio, che si è smarrito. D’Alò dichiara che la morte di suo padre, avvenuta quando aveva iniìziato a lavorare sul progetto, e una riflessione su come era stato difficile il loro rapporto, gli ha fornito la cifra di lettura differente, che mancava alla arcinota relazione di Pinocchio e Geppetto.
Lo sguardo di Geppetto non è mai censorio o moraleggiante, ma riflette come uno specchio quello di Pinocchio, ed inoltre la Fata Turchina non è più un succedaneo della figura materna ma una quasi coetanea di Pinocchio della quale il burattino finisce per innamorarsi. A questo si aggiunga un’attenzione maniacale ai disegni
lavorati a mano con acquerelli e pastelli, con una ricchezza cromatica che non fa certo rimpiangere la computer grafica, arricchita dalla collaborazione con l’illustratore Lorenzo Mattotti, che dà un ulteriore tocco visionario ai fondali. Infine la colonna sonora del grande Lucio Dalla riserva ulteriori graditissime sorprese. Misto di rock popolare contaminato da hip hop, charleston, r&b e assoli di clarinetto, conta sul sostegno delle voci di Nada, Leda
Battisti e Marco Alemanno, oltre che su due pezzi cantati da Dalla stesso, tra cui la straordinaria canzone sui titoli di coda. Perfette le voci del doppiaggio, con grande merito di Gabriele Caprio di non aver reso leziosa la voce del burattino. Ottima l’accoppiata Maurizio Micheli e Maricla Affatato (per chi non lo sapesse, è la moglie del regista) come Gatto e Volpe mentre Rocco Papaleo e Paolo Ruffini si limitano a eseguire il loro compito senza particolari guizzi.
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NOTE DI REGIA
La memoria è lo spazio in cui le cose accadono per la seconda volta. (Paul Auster) È dal 2000, appena terminata la quarta versione della sceneggiatura, che mi arrovello quale sia la strada corretta e originale per riraccontare la storia di Pinocchio. Abbandonata. Ripresa. Abbandonata, poi ripresa, poi nuovamente abbandonata. Per quale reale motivo Collodi scrisse una storia per bambini, moralista, troppo, lui che moralista non appariva? Perché una storia per i bambini? Qual era il punto di vista della storia? Pinocchio o Geppetto, la Fatina o il Grillo? Alle tante metafore contenute nel testo mi mancava il collegamento e soprattutto la motivazione iniziale dell’autore. Poi il mio babbo ci ha lasciati, una notte di novembre del 2003. Ho cercato di approfondire i perché di un dialogo spesso sempre superficiale, avevo bisogno di capire e giustificare il mio atteggiamento di figlio “non ubbidiente”. Ma anche di comprendere che cosa avesse prodotto le sue aspettative nei miei confronti, da me sovente disattese… La memoria di mio padre, il suo rifugiarsi in certezze perdute e lontane, ritrovarsi in una foto di guerra, cercare in noi figli, in me, la possibilità di rivivere di ciò che aveva vissuto
ma anche (soprattutto?) di ciò che non aveva vissuto, perduto. Guardarsi nei miei occhi, con i miei occhi, mentre io, suo piccolo golem di ciccia, ero spietato nel sistematico sovvertimento delle sue aspirazioni, dotato di volontà propria, padre a mia volta di me stesso. Ho riletto il romanzo di Collodi sotto questa nuova luce. Mentre Geppetto costruisce Pinocchio, si rivede nel suo volto. Immagina ciò che Pinocchio vede quando lo guarda. Si accorge di trasformarsi nel padre di se stesso. Nel bambinoburattino rivede il suo passato e, anche, le aspettative perdute. Si emoziona. Ha nostalgia per le scelte che non ha mai fatto. Forse Geppetto costruisce Pinocchio nella speranza di non finirlo mai? Il suo obiettivo è il percorso, la fantasia interiore che scatena il processo di creazione: è il suo punto di vista di bambino perduto ad immaginarsi tutta la storia. Il rimpianto, la memoria, il futuro e le aspettative diventano Pinocchio. (Enzo d’Alò)
Pinocchio
(Italia / Francia, 2012, animazione) di Enzo D’Alò; con le voci di Gabriele Caprio (Pinocchio), Rocco Papaleo (Mangiafoco), Paolo Ruffini (Lucignolo), Lucio Dalla (il pescatore verde), Maurizio Micheli (il Gatto), Maricla Affatato (la volpe), Mino Caprio (Geppetto), Pino Quartullo (un carabiniere), Andy Luotto (oste). 84’, animazione, Lucky Red Le canzoni “Mangia e Bevi”, cantata da Nada, “La Canzone di Turchina”, cantata da Leda Battisti e “Busker”, cantata da Marco Alemanno, composte da Lucio Dalla che firma la colonna sonora.
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SPECIALE LO HOBBIT UN VIAGGIO INASPETTATO Proposte cinematografiche per le scuole
speciale LO HOBBIT: UN VIAGGIO
Ritorno nella terra di mezzo NOVE ANNI DOPO IL SIGNORE DEGLI ANELLI – IL RITORNO DEL RE, PETER JACKSON PORTA SUL GRANDE SCHERMO IL PROGETTO DI UNA VITA, PER RACCONTARE COME TUTTO EBBE INIZIO. Sessant’anni prima degli avvenimenti narrati ne Il Signore degli anelli, Bilbo Baggins, zio di Frodo, è un Hobbit simpatico ed abitudinario. Almeno fino a quando non incontra il leggendario mago Gandalf il grigio. L’uomo gli propone un’avventura: seguire Thorin Scudodiquercia ed i suoi tredici nani, attraverso terre piene di pericoli ed avventure. Con iniziale riluttanza Bilbo accetta: incontrerà goblin, orchi e lupi mannari. L’obiettivo è riavere il regno perduto dei nani di Erebor, conquistato molto tempo prima dal drago Smaug. Bilbo incontrerà anche una creatura che gli cambierà la vita per sempre… Da solo con Gollum sulla riva di un lago sotterraneo, l’ignaro Bilbo non solo scoprirà un coraggio e una scaltrezza che
lo sorprenderanno, ma otterrà casualmente anche il “tesoro” di Gollum, un anello che possiede qualità inaspettate e utili. Un semplice anello che però porta con sè l’intero destino della Terra di Mezzo in modi che Bilbo nemmeno riesce ad immaginare. Cinque anni di lavorazione, due sui set tra Nuova Zelanda ed Inghilterra, tanto è durato il ritorno nella Terra di Mezzo di Peter Jackson. Quello dell’opera di John Ronald Reuel Tolkien è uno dei migliori adattamenti cinematografici mai riusciti. La trilogia de Il Signore degli anelli è entrata a tutti gli effetti nella storia della settima arte, miracolo che Jackson mira a ripetere con queste tre nuove pellicole, che oltretutto rappresentano per lui la realizzazione di un
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INASPETTATO suo precedente progetto, oltre alla chiusura di uno dei più grandi cicli produttivi della storia del cinema. Prima di girare la celeberrima trilogia dell’anello Jackson aveva in mente di cominciare dal primo romanzo di Tolkien: Lo Hobbit, prequel a tutti gli effetti delle vicende narrate nella trilogia. Inizialmente concepito come un film in due parti, Lo Hobbit avrà invece un respiro ancora più grande con un terzo capitolo. La quantità di materiale offerto dal romanzo e la necessità di non condensare troppi eventi, hanno persuaso il regista a spalmare la storia in tre film. Pertanto avremo Un viaggio inaspettato il 13 Dicembre 2012, The desolation of Smaug a Natale 2013 e There and back again come chiusura a Luglio 2014.
Cast Sin dall’inizio della produzione del film, Jackson ha esplicitato la sua intenzione di inserire nel film la più grande parte possibile delle persone già coinvolte nella trilogia de Il Signore degli Anelli, per dare, anche sul piano degli interpreti, una continuità tra le due trilogie. Il primo ruolo assegnato ufficialmente dalla produzione è stato quello del protagonista Bilbo Baggins, affidato a Martin Freeman, che è stato preferito a James McAvoy, Tobey Maguire e David Tennant. La scelta di Freeman è stata a lungo in stand by a causa
dei precedenti impegni dell’attore con la serie televisiva Sherlock, nel quale Freeman interpreta il Dottor Watson. Riguardo al ruolo di Gandalf, interpretato precedentemente da Ian McKellen, Jackson aveva affermato che non avrebbe mai e poi mai diretto il film senza la partecipazione dell’attore britannico. Ma in questo caso non c’è stato nessun problema perché McKellen ha dato la sua disponibilità già all’inizio della lavorazione, assieme ad Andy Serkis, il quale ritorna nel ruolo di Gollum. Per i ruoli dei nani, che nel film giocano un ruolo molto più importante rispetto al romanzo, la produzione ha ingaggiato gli attori Richard Armitage (Thorin Scudodiquercia), Graham McTavish (Dwalin), Ken Stott (Balin), Aidan Turner (Kíli), Dean O’Gorman (Fíli), Mark Hadlow (Dori), Jed Brophy (Nori), Adam Brown (Ori), John Callen (Óin), Peter Hambleton (Glóin), William Kircher (Bifur), James Nesbitt (Bofur) e Stephen Hunter (Bombur), mentre a Lee Pace è andato il ruolo del Re degli Elfi Silvani Thranduil.
La produzione “Girare lo Hobbit non è semplicemente fare un film – ha spiegato Jackson – io lo vedo come un viaggio in un luogo ricco di poesia, bellezza, dramma”. Il progetto de Lo Hobbit risale in realtà al 1995, ma non se ne fece nulla fino al 2007 quando le case di produzione MgM e New Line trovano
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finalmente un accordo. Jackson però non è convinto: in particolare la caratterizzazione dei nani lo spaventa e suggerisce il nome del collega Del Toro rimanendo a disposizione come produttore. Nel frattempo la Mgm rischia il fallimento e dopo il forfait di Del Toro si fanno per la regia i nomi di Neill Blomkamp, Brett Ratner e addirittura David Yates. Alla fine Jackson si persuade e riprende la sua creatura. “Ho capito che dovevo tornare a casa”, commenterà in seguito. Ad affiancare il regista un braccio destro d’eccezione: a dirigere le riprese di seconda unità è infatti Andy Serkis, che presta le sue movenze a Gollum. “Peter voleva qualcuno che conoscesse il suo modo di girare e allo stesso tempo capisse alla perfezione la Terra di Mezzo – ha dichiarato - Adoro lavorare con Peter perché con me è sia il miglior mentore che potessi trovare sia un capo che mi spinge a dare il meglio, ad osare quando giro. Non credo che molti registi lo farebbero”. Fedelissimo all’opera Tolkeniana, Jackson si è concesso solo una
speciale LO HOBBIT: UN VIAGGIO
piccola licenza poetica: piccole partecipazioni di personaggi non presenti nel romanzo originale, ma visti ne Il signore degli anelli, così da garantire una continuità tra le due trilogie. Rivedremo quindi Cate Blanchett (Galadriel), Orlando Bloom (Legolas) ed Elijah Wood (Frodo). L’intera nuova trilogia è stata girata in 3D nativo come vuole la moda attuale, a 48 fotogrammi al secondo con una nuova versione delle telecamere utilizzate da James Cameron per Avatar. Piccola curiosità: nella versione italiana Gandalf il grigio avrà un doppiatore d’eccezione: Gigi Proietti!
Riprese e location Le riprese del film sono ufficialmente iniziate il 21 marzo 2011, dopo che Jackson, Walsh e Boyens avevano terminato la stesura definitiva della sceneggiatura, iniziata nel 2008.
Wellington proprio com’era accaduto per le riprese della trilogia de Il Signore degli Anelli. E’ qui che si incontrano per la prima volta gli interpreti dei nani.
Le prime settimane di riprese sono state girate a Wellington, nei Wellington Stone Street Studios. Qui è stata girata la scena dell’incontro tra Bilbo e Gollum, fondamentale secondo Jackson, oltreché uno dei punti cruciali del romanzo. Serkis doveva calarsi nuovamente nei panni di Gollum, e ha dovuto lavorare molto per rientrare nuovamente nella psiche del personaggio. Per Martin Freeman è stato ancora più difficile, perché doveva impersonare un personaggio che fino a quel momento non aveva mai interpretato. Tuttavia è stata proprio la scena con Gollum a dare a Freeman la spinta per entrare nella parte di Bilbo. Sempre nei Wellington Studios sono state girate le scene a Casa Baggins, eretta presso il palco B di
In seguito le riprese si sono spostate nella città di Matamata e in altre località sconosciute della Nuova Zelanda. A Matamata si sono svolte le scene di Hobbiville, come già accaduto per le riprese della trilogia de Il Signore degli Anelli. A Londra invece, presso i Pinewood Studios, il regista ha girato alcune scene con Christopher Lee nei panni di Saruman. L’attore, infatti, non ha potuto raggiungere la Nuova Zelanda a causa della sua età avanzata. Le riprese si sono concluse il 6 luglio 2012, dopo 266 giorni di lavoro.
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INASPETTATO Il mondo di Tolkien
Considerato il padre della letteratura fantasy, John Ronald Reuel Tolkien, professore di filologia, scrittore, poeta, musicista e soprattutto inventore di mondi e di linguaggi, con i suoi più celebri romanzi Lo Hobbit e Il signore degli anelli ha creato una vera e propria cosmogonia, narrando la storia di un mondo dai suoi albori sino al sorgere della nostra era. Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, pubblicati in Gran Bretagna rispettivamente nel 1937 e nel 1954, rappresentano uno dei massimi cicli narrativi del Novecento: una storia epica al di fuori del tempo, capostipite del genere fantasy. Una storia di amicizia e valore, di oppressione e liberazione, di estremo sacrificio e redenzione... Lo Hobbit è un racconto fantasy che suona come un inno di speranza anche quando tutto sembra perduto, quando la fine sembra vicina. Tutto questo in un mondo immaginario, ma ricostruito con cura meticolosa, e in effetti assolutamente verosimile, perché dietro i suoi simboli si nasconde una realtà che dura oltre la storia: la lotta, senza tregua, fra il bene e il male. Leggenda e fiaba, tragedia e poema cavalleresco, il romanzo di Tolkien è in realtà un’allegoria della condizione umana che ripropone in chiave moderna i miti più antichi.
La trilogia di Peter Jackson Se Tolkien fosse vivo avrebbe approvato: solo Jackson è riuscito nel miracolo di creare la Terra di Mezzo. Le creature di Tolkien vengono “tradite” per essere traghettate in una dimensione altrettanto potente e visionaria. Il Signore degli Anelli, in originale The Lord of the Rings, è una trilogia fantasy del regista neozelandese Peter Jackson, basata sull’omonimo romanzo scritto da John Ronald Reuel Tolkien. Insieme a Ben-Hur e Titanic, Il Ritorno del Re è il film premiato con il maggior numero di premi Oscar, 11, e complessivamente la serie cinematografica è la più vittoriosa della storia: 17 statuette. Attorno al 1995, la Miramax Films sviluppò un enorme progetto di adattamento dal vivo de Il Signore degli Anelli, con il regista neozelandese Peter Jackson dietro la macchina da presa, che avrebbe dovuto svilupparsi in due film. Quando la produzione divenne troppo costosa per le intenzioni della casa di produzione, la New Line Cinema rilevò la responsabilità della produzione, credendo fino in fondo nel progetto, e ampliando il numero di film da due a tre. I tre film vennero girati contemporaneamente, in diversi set sparsi per la Nuova Zelanda, e
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sono caratterizzati da un ampio utilizzo di effetti speciali assolutamente innovativi e di modellini e diorama, sviluppati interamente dalla Weta Digital fondata da Peter Jackson stesso. La grafica computerizzata, in particolare, ha raggiunto livelli impensabili fino ad allora, sia nelle piccole ambientazioni (ad esempio la creazione del personaggio di Gollum, interamente in CG e primo esperimento nel genere così ben riuscito) che nelle scene delle grandi battaglie, per quali sono state programmate migliaia di comparse digitali, in modo tale che avessero una discreta autosufficienza di movimento ed azione. Il ritorno del Re è stato anche il secondo film nella storia (dopo Titanic) a guadagnare più di un miliardo di dollari (in tutto il mondo); questo film, come incassi è il quarto film migliore di sempre nella storia del cinema, dopo Titanic, Avatar e Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2.
Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato
(The Hobbit: An Unexpected Journeypart 1, 2012, New Zealand, Usa) Regia di Peter Jackson con Martin Freeman, Orlando Bloom, Ian McKellen, Richard Armitage, Aidan Turner, Cate Blanchett, Elijah Wood, Lee Pace, Evangeline Lilly 166', Warner, Fantasy, Avventura uscita 13 Dicembre
speciale LO HOBBIT: UN VIAGGIO
I Perso Bilbo Baggins “ In un buco del terreno viveva uno hobbit”. Con questa frase Tolkien iniziò a scrivere l’incipit de Lo Hobbit. Figlio di Belladonna Tuc e Bungo Baggins e zio adottivo di Frodo, Bilbo Baggins è stato interpretato nella trilogia de Il Signore degli anelli da Ian Holm ed è invece protagonista de Lo Hobbit, dove a calarsi nei suoi panni è Martin Freeman. Leggermente panciuto, fumatore e con il debole per la cucina, il personaggio racchiude molti dei tratti caratteriali dello stesso Tolkien, come spiegato anche dal critico Humpfrey Carpenter. Pacifico per nascita, buono fino al midollo, amante della musica, Bilbo mostra però la sua atipicità rispetto a quelle che sono le peculiarità degli Hobbit attraverso la sua grande passione per le avventure e per i viaggi. Quando incontra Gandalf Il grigio non può dunque che accettare la sua proposta di unirsi ai nani capeggiati da Thorin Scudodiquercia. Il viaggio che gli si presenta davanti sarà lungo ed insidioso, ma con il passare del tempo
Bilbo sarà sempre più decisivo nella missione. Quando entrerà in contatto con l’anello, anche lui come Gollum ne sarà influenzato e riuscirà a staccarsene solo con l’aiuto di Gandalf. L’attore che lo interpreta, Martin Freeman, è stato scelto dal regista Peter Jackson in seguito ad una lunga fase di casting, che comprendeva anche attori del calibro di James McAvoy, Tobey Maguire e David Tennant. “C’è sempre stato solo un Bilbo Baggins per noi – ha spiegato Jackson - Accade poche volta nella tua carriera di incontrare un attore che sai che è nato per interpretare un ruolo, ed è stato così quando ho incontrato Martin. E’ intelligente, divertente, sorprendente e coraggioso, esattamente come Bilbo”.
Gandalf Il Grigio “Molti sono i nomi che ho nelle diverse terre. Mithrandir sono per gli Elfi, Tharkûn per i Nani; Olòrin ero da giovane nell’ormai obliato Ovest, nel Sud Incànus, nel Nord Gandalf; nell’Est non vado mai”. Autentica colonna portante di tutta la mitologia Tolkeniana, Gandalf Il Grigio (più tardi noto anche come Gandalf il Bianco) è uno stregone ed uno dei cinque Istar (maghi con il compito di proteggere il bene del mondo). Saggio, lungimirante, misterioso, Gandalf •
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è il cuore pulsante del mondo creato da Tolkien. Membro del Bianco Consiglio, ne diviene capo in seguito al tradimento dello stregone Saruman. Ad interpretarlo sul grande schermo è il bravo Ian McKellen. Se ne Lo Hobbit è mentore e guida di Bilbo, ne la Trilogia de Il Signore degli anelli è uno dei più agguerriti oppositori di Saruman. Il personaggio di Gandalf è stato di grande ispirazione per molta letteratura. J.K. Rowling non ha mai nascosto di essersi basata sul mago per creare Albus Silente, preside ed anima di Hogwarts nella saga di Harry Potter.
INASPETTATO
onaggi Thorin Scudodiquercia Figlio di Thrain e nipote del Re Thror, Thorin è il capo della compagnia dei nani che accompagneranno Bilbo durante la sua avventura. E’ un personaggio cruciale all’interno della storia, descritto da Tolkien come coraggioso, fiero, altezzoso. In particolare, oltre alla riconquista della montagna dell’Erebor, gli interessa l’Arkengemma, ovvero la pietra che si trova sulla montagna. Il nome Thorin,
che deriva dal poema norreno Voluspa, è stato scelto dopo dall’autore, che inizialmente lo aveva chiamato proprio Gandalf. Nella pellicola di Peter Jackson è interpretato da Richard Armitage. “Credo che questo sia uno di quei personaggi che ti restano dentro tutta la vita – ha dichiarato l’attore - ci passi su così tanto tempo che alla fine è una trasformazione. Sono nel personaggio ogni giorno, mi è diventato davvero famigliare. E’ come se sapessi come pensa. Mi sento molto vicino al personaggio, e continuerò a sentirmici anche quando sarà terminato questo lavoro”.
Thranduil
Gollum
Ne abbiamo sentito parlare già nella saga de Il Signore degli anelli perché è il padre di Legolas. Re degli Elfi Silvani, si opporrà ai nani durante il viaggio per Erebor: suo obiettivo è infatti riconquistare il tesoro custodito dal drago Smaug. Nel film è interpretato dall’attore americano Lee Pace.
Interpretato da Andy Serkis, qui anche regista della seconda unità, nasce come Smeagol, un Hobbit soggiogato dal potere del magico anello, che lo ha portato ad allontanarsi dalla sua famiglia e successivamente trasformato in una creatura orribile dalla personalità sdoppiata. Sfiderà Bilbo ad una gara di indovinelli, quando quest’ultimo entra per caso in possesso dell’anello.
I Nani Balin, Dwalin, Fíli, Kíli, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur e Bombur, questi i nomi dei nani che al servizio di Thorin Scudodiquercia accompagneranno Bilbo. Fili e Kili oltre che compagni d’armi sono anche fratelli e figli della sorella di Thorin.
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speciale LO HOBBIT: UN VIAGGIO
Quanto conosci Lo Hobbit? 1 COSA TROVA BILBO QUANDO CERCA DI
2 MENTRE CERCA DI FUGGIRE DAL TUNNEL
FUGGIRE DAL TUNNEL DEI GOBLIN? a
LA SPADA
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UN PASSAGGIO SEGRETO PER EREBOR
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UN MANTELLO MAGICO
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L’ANELLO DI GOLLUM
DEI GOBLIN, BILBO SCOPRE ACCIDENTALMENTE CHE L’ANELLO DI GOLLUM DONA IL POTERE: a
DELL’INVISIBILITÀ
b
FORZA SOVRUMANA
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SPOSTARSI NEL TEMPO
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LETTURA DELLA MENTE
3 DI CHE COLORE È LA PORTA DI BILBO?
4 I NANI PENSANO CHE BILBO SIA:
a
ROSSA
a
UNO SCASSINATORE
b
BLU
b
UN MAGO
c
GIALLA
c
UN GUERRIERO
d
VERDE
d
UN MUTAFORMA
DOMANDA 1, RISPOSTA D DOMANDA 2, RISPOSTA A DOMANDA 3, RISPOSTA D DOMANDA 4, RISPOSTA A DOMANDA 5, RISPOSTA C RISPOSTE ESATTE DEL QUIZ •
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DOMANDA 6, RISPOSTA D DOMANDA 7, RISPOSTA A DOMANDA 8, RISPOSTA C DOMANDA 9, RISPOSTA B DOMANDA 10, RISPOSTA B
INASPETTATO Gioca con noi e rispondi al quiz 5 QUALI CREATURE CAVALCANO I NANI
6 QUANDO LA COMPAGNIA È VITTIMA DI
a
AQUILE
a
Correre per le colline
b
ALCI
b
Nascondersi nella foresta
c
PONY
c
Fare un incantesimo di protezione
d
CONIGLI
ALL’INIZIO DELLA LORO AVVENTURA?
UN’IMBOSCATA, GANDALF COSA DICE DI FARE?
7 SARUMAN È CHIAMATO IL: a
BIANCO
b
NERO
c
MARRONE
d
GRANDE
8 COSA VIENE DETTO A BILBO DI FARE SE SI TROVA NEI GUAI CON I TROLL? a
CHIAMARE THORIN
b
GRIDARE UNA FRASE IN CODICE
c
GRIDARE COME UN GUFO
d
NITRIRE COME UN CAVALLO
9 QUANDO BILBO HA LA POSSIBILITÀ DI COL-
10 CHI INCONTRA BILBO QUANDO È NEL
a
LO UCCIDE
a
SMAUG
b
LO RISPARMIA
b
GOLLUM
LO STORDISCE
c
BEORN
d
IL NEGROMANTE
PIRE GOLLUM CON LA SUA SPADA COSA FA:
c
TUNNEL DEI GOBLIN?
d LO ACCECA
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