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SCHEDE FILM Biancaneve Hunger Games Pirati! Briganti allo sbaraglio Molto forte, incredibilmente vicino Proposte cinematografiche per le scuole
Sommario
n°3/4 2012
NATA NEL 1994 PER PROMUOVERE LE PELLICOLE PIÙ ADATTE AL MONDO DELLA SCUOLA, SIA SOTTO IL PROFILO DIDATTICO CHE DI INTRATTENIMENTO, PRIMISSIMA SCUOLA È DIVENTATA NEGLI ANNI UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA MAGGIOR PARTE DELLE SCUOLE E DEGLI INSEGNANTI CHE UTILIZZANO IL CINEMA COME STRUMENTO DIDATTICO.
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BIANCANEVE
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MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO
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PIRATI! BRIGANTI ALLO SBARAGLIO
HUNGER GAMES
PER ABBONARSI A PRIMISSIMA SCUOLA Periodico di informazioni cinematografiche per le scuole Anno 18 n. 3/4 Aprile 2012
editore MULTIVISION S.R.L. Via Fabio Massimo, 107 • 00192 - Roma tel. fax. +39 0645437670
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stampa Ige, Roma
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schede film
Biancaneve reloaded! UNA RILETTURA BRILLANTE, ALLEGRA, CROMATICA E SOSTANZIALMENTE CLASSICA, CON STAR IN CARNE E OSSA IMMERSE IN UN’ATMOSFERA DA CARTOON, E CON UNA MEMORABILE REGINA DALLA DOPPIA PERSONALITÀ INTERPRETATA DA UNA SUBLIME JULIA ROBERTS. MENTRE LA FANCIULLA BIANCA COME LA NEVE, ROSSA COME IL SANGUE, E BRUNA COME L’EBANO È LILY COLLINS.
Ossessionata dalla propria bellezza e dall’idea di poter divenire la consorte del giovane principe Andrew (Armie Hammer), la Regina (Julia Roberts) chiede costantemente al suo specchio magico chi sia la più bella del reame ma un giorno ottiene una risposta inaspettata: la detentrice di tale appellativo è Biancaneve (Lily Collins), la ragazza di cui è matrigna, la figlia di primo letto del Re che aveva sposato e che lei ha tenuto mal volentieri tra le mura del castello dopo la
morte del padre. Inferocita, chiede al suo servitore di portarla nel bosco e di ucciderla ma, riuscita a scappare, Biancaneve trova rifugio presso la casa di un gruppo di nani, piccoli, litigiosi ma esperti ladri, disposti a tutto pur di aiutarla nel riprendersi il regno sottrattole e riconquistare il cuore del suo adorato Principe. •
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“Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”. E lo specchio rispondeva: “Del tuo regno, Regina, la più bella sei tu”. Chi non conosce questa frase, diventata una specie di mantra, e chi non conosce la più celebre delle fiabe scritte dai fratelli Grimm? Anche il cinema adora la storia di Biancaneve e dopo le varie trasposizioni del
passato, inclusa la celebre pellicola animata Disney, adesso ne sono in preparazione ben due, visto che oltre del film di cui parliamo, ne uscirà in estate un altro, intitolato: Biancaneve e il Cacciatore con Kristen Stewart, Chris Hemsworth e Charlize Theron. Ma mentre quest’ultimo avrà atmosfere decisamente molto dark, la Biancaneve di Tarsem Singh è a tutti gli effetti la più vicina allo spirito della fiaba.
Tarsem Singh, nato in India nel 1961 con studi ad Harvard, e un celebre passato da regista di video musicali per gruppi come i R.E.M., o più recentemente per cantanti dal look coloratissimo e curato come Britney Spears, Pink e Beyoncé Knowles, oltre che regista di film come Immortals e The Cell, con la sua straordinaria visionarietà è riusci-
to a manipolare un classico, per eccellenza... Ha preso la storia di Biancaneve per tirarne fuori una versione sorprendente, e allo stesso tempo classica. La genialità dell’operazione risiede infatti nella scelta del regista di lasciare intatte tutte le sottotracce psicologiche di cui è intrisa la fiaba per stravolgere il concetto di realtà, attraverso l’utilizzo di attori in carne ed ossa in una atmosfera che ricorda da vicino un film di animazione. La sua Biancaneve è una rilettura brillante, leggera, allegra, con costumi supercromatici e in stile cartoon, che però rispetta - dietro
la facciata di un mondo sorprendentemente ‘finto’ - tutte le complicate relazioni che legano i personaggi. Unica divagazione non c’è più la figura del cacciatore, sostituito dal tirapiedi della Regina, magistralmente interpretato da Nathan Lane. “Questo progetto mi ha da subito conquistato e interessato moltissimo. – ha affermato il regista – E’ stato per me l’opportunità di mettermi alla prova con qualcosa che non avevo mai fatto prima, ovvero, un film per famiglie che mescola azione, commedia e complotti. Questa storia ha un’energia totalmente diversa
rispetto agli altri miei film e mi interessava molto la possibilità di aggiornare una storia classica ed eterna come questa. Biancaneve è un archetipo che è stato tramandato per secoli in tutta l’Europa, in Paesi diversi e con versioni differenti. Nel film abbiamo incorporato, io, i produttori e gli sceneggiatori, tutto quello che abbiamo scoperto durante le nostre ricerche”. Il cuore della storia, rivista da Singh, risiede nel rapporto tra la Regina, Biancaneve e il Principe. Quindi la scelta degli attori era il
fulcro per la riuscita del film che doveva mantenere una forte componente spettacolare, uno humour molto vivace e una buona dose di romanticismo. A questo punto per la parte della Matrigna/Regina, il regista, ha voluto una delle donne più amate d’America, un’attrice che con il suo sorriso ha conquistato tutti: Julia Roberts. “La Regina – ha affermato Singh – è astu-
ta, vanitosa, amorale, e non solo è ossessionata dalla bellezza ma anche dal potere. Vuole conquistare il Principe non solo per sentirsi la più desiderata ma anche per potere continuare a controllare il Regno. Julia è stata la prima e unica scelta perché era perfetta, dato che doveva stravolgere l’immagine che il mondo ha di lei. La Regina è malefica, oscura e malvagia ma anche irresistibilmente affascinante. Julia Roberts è così intensamente carismatica che è stata capace di fare tutto questo senza sforzo”. “Una donna dalla doppia personalità – ha detto Julia Roberts – che mi ha incuriosito immediatamente. La vediamo come appare nella vita quotidiana e poi, ovviamente, come è lei riflessa nello specchio. La Regina dello Specchio è più calma e composta, perché ha l’illusione del potere, della bellezza e quindi si sente sicura mentre, quando si deve rapportare con gli altri, fa molta fatica a mantenere questo aplomb e tira fuori tutta la sua perfidia”. Lily Collins ha conquistato tutti immediatamente ai provini, ha 24 anni e sono quelli che dimostra, non è artefatta ed è pura e innocente come Biancaneve. “Al giorno d’oggi è molto difficile trovare un’attrice – ha sottolineato Singh - in grado di possedere la grazia di Audrey Hepburn e la classe di Elizabeth Taylor e che non sia vittima dei vizi
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contemporanei. Lily sembrava incarnare il bene classico di cui il personaggio di Biancaneve è intriso. Trasuda genuinità e noi era di una ragazza così che avevamo bisogno”. Armie Hammer è il Principe Alcott ed è un eroe molto contemporaneo. Un bel ragazzone americano, alto più di un metro ottanta, ma un attore dalle mille corde con un senso di dignità e regalità, oltre che di goffaggine e spiritosaggine che il ruolo richiedeva. Infine discostandosi la produzione dall’originale fiaba dei
Grimm è nato il personaggio di Brighton, il fedele, infingardo e imbranato servo della Regina. “Brighton ricopre il ruolo del cacciatore che abbiamo imparato a conoscere nella fiaba tradizionale”, ha osservato Singh. “E’ una parte molto complessa. E’ lui che decide se Biancaneve debba vivere o morire, ma è anche costantemente maltrattato dalla Regina anche se cerca sempre di assecondarla per renderla felice. Ma non fa altro che deluderla. Per questa parte ci voleva un grande caratterista, un attore con dei tempi comici straordinari e noi abbiamo avuto uno dei migliori Nathan Lane. I siparietti tra Julia e Nathan sono diventati i pezzi più forti, sul lato comicità, di tutto il film. Due malvagi, anche un po’ stolti, che tramano in continuazione che agli occhi degli spettatori, di ogni età, risultano estremamente divertenti. Proprio come tutti i cattivi, egocentrici ed eccentrici – non so pensate ad un personaggio incredibile come Crudelia de Mon ne La carica dei 101 – possono essere!”.
Biancaneve secondo i fratelli Grimm Nata dalla fantasia dei fratelli Grimm (che, in realtà ne fecero due versioni, una nel 1812 e una nel 1819, che divenne la versione definitiva), la fiaba di Biancaneve è diventata un’icona del genere narrativo per bambini. Fu presentata al pubblico per la prima volta nel 1812, compresa all’interno della raccolta “Fiabe dei bambini e del focolare”, la storia di Scheenwittchen (questo il nome tedesco della famosa protagonista) è probabilmente il risultato di una sintesi di diversi racconti, tradizioni, elementi appartenenti al folclore popolare. Tante sono le edizioni e le versioni che di questa fiaba sono state proposte : di “Biancaneve e i sette nani” ne hanno parlato più volte la letteratura, il cinema, il teatro, persino i fumetti. Ognuno di questi adattamenti ha contribuito in modo più o meno decisivo all’affermazione di questa fiaba nell’immaginario collettivo, rendendola parte del patrimonio culturale collettivo. “Biancaneve e i sette nani” si configura oggi •
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Biancaneve
(Mirror Mirror, 2012, Usa) Regia Tarsem Singh Con Julia Roberts, Lily Collins, Armie Hammer, Nathan Lane, Mare Winningham, Martin Klebba 106', Commedia/Fantasy, 01 Distribution uscita 4 aprile
come un mito senza tempo che non solo riesce ad unire decine di generazioni, ma che continua ad essere un valido strumento di esplorazione degli archetipi del mondo fantastico.
Biancaneve secondo la Disney Quella della Disney non è solo la più conosciuta tra le versioni della fiaba, ma è anche la produzione che ha lanciato il marchio Disney nel mondo. Primo lungometraggio d’animazione realizzato dalla casa di Topolino, “Snow White and the seven Dwarfs” uscì nelle sale il 4 Febbraio del 1938 distribuito dalla RKO Radio Pictures, diventando immediatamente uno dei più grandi successi della storia del cinema made in USA. Il riconoscimento dell’importanza storica di un’opera del genere, il successo planetario, l’entusiasmo della critica, vennero in realtà dopo molti ostacoli e diffuso scetticismo. Il Sig. Walt Disney, infatti, dovette combattere duramente affinché il suo primo film venisse prodotto. Il film venne a costare complessivamente un milione e mezzo di
dollari (cifra assolutamente smisurata per l’epoca) e il papà di “Topolino” si trovò costretto ad ipotecare la casa per finanziare la produzione del film. Il cartone animato venne creato interamente con mezzi artigianali (disegni a mano e sfondi con la tecnica dell’acquerello) e richiese ben
tre anni di lavorazione; molte tecniche d’animazione che più avanti divennero standard, furono create e sviluppate appositamente per “Biancaneve”, che rappresenta da sempre un modello di valore inestimabile per l’industria del cinema.
schede film
Pirati da amare DOPO WALLACE & GROMIT (PREMIO OSCAR) E GALLINE IN FUGA, LA PREMIATISSIMA AARDMAN PORTA SULLO SCHERMO, IN STOP MOTION, LA PIÙ DIVERTENTE E ALLEGRA CIURMA DI PIRATI DEL CINEMA.
Capitan Pirata è il terrore dei sette mari. E’ un marinaio entusiasta e fiducioso, che viaggia da sempre con un equipaggio di straccioni al suo fianco, imperturbabile davanti alle difficoltà e alle stranezze che gli si presentano davanti. Ha un sogno: sconfiggere i suoi acerrimi
nemici Black Bellamy e Cutlass Liz per ricevere l’agognato premio di Pirata dell’Anno. Per farlo, costringerà il suo equipaggio a viaggiare dalle spiagge dell’esotica Blood Island alle strade nebbiose della Londra vittoriana. Durante il lungo esodo, incontrerà una regina diabolica ed un giovane e infelice scienziato, senza perdere mai di vista quello che un pirata ama di più: l’avventura! L’idea di un film sui pirati è venuta al regista due volte candidato all’Oscar e cofondatore della Aardman Peter Lord leggendo il libro di Gideon Defoe, ‘The Pirates! In an Adventure with Scientists: A Novel’, che suscitò immediatamente la sua ilarità. “Amavo le storie dei pirati •
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da ragazzo – ha spiegato - in particolare L’isola del tesoro. Queste storie hanno trasformato quella che probabilmente era una realtà terribile in qualcosa di entusiasmante, spavaldo, pieno di colori: le storie di pirati sono ambientate nei mari tropicali, con cieli di un blu intenso, i cannoni ed i costumi. Quindi, quando abbiamo trovato questa storia che parlava di un equipaggio di pirati incessantemente ottimisti, ci è sembrata un’occasione da non lasciarsi sfuggire.” Non a caso i personaggi sono tutti estremamente sopra le righe, folli, incapaci, ma allo stesso tempo fiduciosi e ciecamente convinti dell’autorità del loro Capitano. Capitan Pirata è doppiato in originale da Hugh Grant, lontano dallo schermo dal 2009, scelto da Lord e dal co-regista Jeff Newitt per i suoi tempi comici e la capacità di mantenere un tono che fosse borioso, prepotente, ma anche costantemente allegro. “E’ un ottimista e proprio per questo motivo l’equipaggio è sempre dalla sua parte – dice
l’attore britannico -. Ama la sua ciurma, il pappagallo della nave ed è molto orgoglioso della sua folta barba. E’ stato Peter Lord a scegliermi, mi ha fatto leggere il copione e mi ha fatto sbellicare dalle risate. E’ un personaggio in cui mi ritrovo, goffo e desideroso di vincere un premio. In alcuni versi mi ci riconosco, sebbene non sia un tipo che tiene all’Oscar, altrimenti avrei già avuto un esaurimento nervoso!”. In Italia Capitan Pirata sarà doppiato da Christian De Sica. Uno sforzo creativo, quello prodotto per questa pellicola, davvero notevole: una troupe di 320 persone, 33 animatori, e 41 unità di ripresa in 4 diversi studi. Per realizzare la nave pirata, si è lavorato a mano (utilizzando anche delle lenticchie!) per ben 5.000 ore di lavoro. I geni della Aardman vanno particolarmente fieri della barba del Capitano, dotata di un meccanismo speciale che la anima, formato da una chiavetta di quelle che servono per accordare le corde della chitarra. Pirati! Briganti da strapazzo è stato realizzato con la tecnica stop motion, praticamente marchio di fabbrica della Aardman, tecnologia grazie alla quale ha portato a casa ben quattro premi Oscar. “Possiamo dire che realizziamo l’animazione nello stesso modo in cui lo abbiamo fatto negli ultimi 50 anni – conclude Lord - ma qui abbiamo utilizzato anche gli effetti visivi e l’animazione computerizzata. Abbiamo preso la nave dei pirati e l’abbiamo messa sopra ad un mare realizzato in CG, unendo il meglio di entrambe le tecnologie. Non so se esista uno stile Aardman in termini di design, ma certamente esiste in termini di impegno nel creare e costruire con abilità e perizia”.
I pirati nella storia del Cinema
Capitan Blood
Che la pirateria e tutte le storie e leggende che le girano intorno abbiano da sempre un grandissimo appeal per il mondo del cinema è cosa arcinota, tanto da aver creato un vero e proprio sotto genere del filone avventura con all’incirca più di sessanta produzioni. Avventure esotiche, coniugate in vari modi, da quelle indirizzate (come questa della Aardman) ad un pubblico familiare ed ai più piccoli, a quelle più avventurose e trasgressive indirizzate ad un pubblico più adulto.
Un altro personaggio, tratto da un romanzo di Rafael Sabatini del 1922, è Capitan Blood, un sorta di Robin Hood dei mari. Il miglior interprete di Capitan Blood è stato Errol Flynn diretto da Michael Curtiz (1935), protagonista di spettacolari duelli e arrembaggi a bordo di un galeone, oltre che eroe romantico al fianco di Olivia de Havilland. Anche l’Italia ha creato dei celebri pirati come Henry Morgan, luogotenente del Corsaro Nero, scritto da Emilio Salgari e portato al cinema da Sergio Sollima (1976).
L’isola del tesoro Una delle fonti di ispirazione più amate dal cinema della ‘filibusta’ è L’Isola del tesoro di Robert Louis Stevenson, scritto nell’epoca d’oro della pirateria, il Settecento. Tra le versioni cinematografiche del romanzo, le migliori restano quella del 1934 di Victor Fleming e quella del 1950 con Robert Newton nei panni di Long John Silver (ruolo interpretato tra gli altri anche da Orson Welles in un adattamento poco fortunato del 1972).
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Hook – Capitan Uncino I più giovani ricorderanno certamente con affetto il Peter Pan della Disney, storia di un bambino che rifiuta di crescere, e ambientato nella misteriosa Isola che Non c’è, dove a spadroneggiare è il terribile Capitan Uncino. Proprio da questa fiaba nel 1991 Steven Spielberg prese ispirazione per l’indimenticato Hook – Capitan Uncino. Peter Pan, interpretato da Robin Williams, ha abbandonato l’Isola che non c’è,
sposato la nipote di Wendy e dimenticato la sua vita precedente. Quando però il terribile Uncino (un impareggiabile Dustin Hoffman), fa rapire e portare sull’Isola i figli Jack e Maggie, i Bimbi sperduti decidono di aiutare Peter, ormai avvocato pantofolaio, a ricordare il suo passato, tornare a combattere e chiudere il cerchio con il suo nemico mortale. Nel cast anche uno spassoso Bob Hoskins nei panni di Spugna e Julia Roberts in quelli di Campanellino.
Jack Sparrow Irriverente, colorato e folle: altro film sui Pirati, leggermente più ‘sui generis’ è senza dubbio la saga di Jack Sparrow e compagni, la cui impronta è evidente in Pirati! Briganti da strapazzo. Tutto ha inizio nel 2006, quando Gore Verbinski decide di dedicarsi alla produzione di una pellicola che raccontasse le vicende di una coppia di innamorati, Keira Knightley ed Orlando Bloom appunto, coinvolti in una strampalata avventura dallo stralunato Capitan Jack
Sparrow. Il prescelto per il ruolo Johnny Depp si cucì talmente bene il ruolo addosso da trasformare il film in un vero e proprio cult, soprattutto grazie al look da rockstar, a tutt’oggi copiato e citato in molte altre produzioni. Pur nella sua leggerezza, la pellicola contiene comunque molte citazioni intelligenti che hanno sempre a che fare con film precedenti sui Pirati. Ad esempio la bandiera utilizzata dalla Perla Nera è quella del famoso pirata John Rackham. La storia è in gran parte ambientata a Port Royal, come Capitan Blood del ‘36 con Errol Flynn diretto da Michael Curtiz. La camminata sott’acqua usando la scialuppa di salvataggio come serbatoio d’aria è un omaggio al classico Il corsaro dell’isola verde con Burt Lancaster.
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LA STORIA DELLA PIRATERIA Quella del pirata si colloca, nell’immaginario collettivo, al limite tra realtà e leggenda proprio in virtù della straordinaria quantità di materiale letterario, cinematografico, fiabesco che la riguarda. L e origini della pirateria sono antichissime. Il termine “pirata”, deriva dal verbo greco “peiraomai” che significa “provare un assalto”: esso sta ad indicare proprio il carattere brigantesco di questi personaggi. Nel mondo classico, ci sono numerosi esempi di pirateria: gli Etruschi avevano la fama di pirati efferati; durante il suo governo, Pompeo scelse di combattere una vera e propria guerra contro la pirateria; Svetonio (“De vita Caesarum”) e Plutarco (“Vite parallele”) raccontano di un giovanissimo Cesare preso in ostaggio da pirati che navigavano intorno a Rodi. Il Mediterraneo ed in particolare il mar Egeo nell’antichità erano infestati dai pirati. La pirateria “in senso moderno” ha inizio nel XVII secolo nel Mar delle Antille, raggiungendo rapidamente tutti i continenti. Determinanti nell’affermazione della pirateria furono la Francia e l’Inghilterra, che per contrastare la Spagna,
finanziarono celebri corsari (Henry Morgan fu nominato Baronetto). La pirateria è un fenomeno ancora att ua l e. Vedi gli attacchi alle navi mercantili nel Corno d’Africa, e nell’Oceano Indiano.
La Bibbia dei Pirati La Bibbia del mondo della pirat e r ia è “ A General History of the Pyrates”, del Capitano Charles Johnson (1724). Quest’opera ebbe grande risonanza al tempo della sua prima pubblicazione perché spiegava con precisione la vita dei pirati attraverso le biografie di venti di loro, contemporanei all’autore. Si comprende come una nave contrassegnata dalla caratteristica bandiera con il teschio viva secondo leggi proprie: ad esempio, scopriamo che il capitano viene eletto dalla ciurma e sottoposto al giudizio del cosiddetto quartiermastro (che ha il potere di rimuoverlo dall’incarico in caso di condotta non corretta) ; per regolamenti di conti, la frusta tipica che si usa in mare è il “gatto a nove code” e lo stesso marinaio che deve subire la
punizione la prepara; le decisioni più importanti vengono prese da tutto l’equipaggio insieme, per alzata di mano; il capitano può dare ordini soltanto durante le battaglie e deve dividere equamente il bottino, senza avere alcun privilegio su di esso.
Jolly Roger Il “Jollly Roger” è il nome dato alla tradizionale bandiera che contraddistingue le navi-pirata. Raffigura, su uno sfondo nero, due ossa (tibie) incrociate sovrastate da un teschio bianco.
Pirati! Briganti da strapazzo (The Pirates! Band of Misfits, 2012, Usa, Gran Bretagna) Regia di Peter Lord, Jeff Newitt 88', Warner Italia, Animazione, Avventura, Per la famiglia uscita 4 Aprile
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schede film
Più forte della ragione DOVEVA ESSERE UNO DEI FILM DI PUNTA NELLA CORSA AGLI OSCAR. PURTROPPO, COME SPESSO SUCCEDE, NON È ANDATA COSÌ E NONOSTANTE LE CANDIDATURE A MIGLIOR FILM E MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA (MAX VON SYDOW) NON HA VINTO NULLA. PER GRAN PARTE DELLA CRITICA AMERICANA È COMUNQUE UNO DEI FILM MIGLIORI DELLA STAGIONE.
Adattamento del bestseller di Jonathan Safran Foer, “Extremely Loud & Incredibly Close” è una storia vista con gli occhi del giovanissimo Oskar Schell, un undicenne newyorkese che scopre una chiave tra gli oggetti appartenuti a suo padre defunto. Questa scoperta lo spinge a iniziare una ricerca ‘porta a porta’ tra le strade della città per trovare la serratura e quindi il segreto che si cela dietro quella chiave. L’unico suo indizio per comprendere le origini della chiave è il nome “Black,” scritto sulla busta che la contiene, così Oskar elabora diligentemente il suo piano ambizioso di recarsi in visita
presso tutti i 472 “Black” di New York City che trova nell’elenco del telefono e, se la matematica non è un’opinione, valuta che gli ci vorranno tre anni per finire il giro. Elabora meticolosamente il percorso, la piantina della città sotto forma di rete perfettamente suddivisa, si impone delle regole di base ed inizia a girare a piedi perché potrebbero verificarsi ancora degli attacchi sugli autobus o sulla metro. Come molti altri bambini con il dono dell’intelligenza, con un’elevata sensibilità sensoriale e con qualità sociali ridotte, Oskar vive di programmi, regole e fatti concreti,
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ma nonostante ciò la sua ricerca lo porta molto lontano da tutto ciò che è prevedibile e razionale. A prescindere dagli ostacoli che incontrerà, Oskar è comunque determinato a completare il proprio compito. A distanza di un anno dalla morte di suo padre avvenuta nell’attentato al World Trade Center, il ragazzo spera, tramite la chiave, di riuscire a tenere in vita il legame con l’amata figura paterna. E comincia, senza nessun cedimento per l’enormità e l’improbabilità dell’impresa, una ricerca in una delle più grandi metropoli del pianeta alla ricerca del lucchetto mancante. Una ricerca che gli permette di incontrare una vasta gamma di persone tra le più disparate.
Il romanzo
Nel 2005, lo scrittore Jonathan Safran Foer, già conosciuto per il suo mix di commedia e dramma presente nel suo primo romanzo “Ogni cosa è illuminata” (Everything Is Illuminated) ha pubblicato il suo romanzo successivo “Extremely Loud & Incredibly Close” destinato a diventare uno dei più dibattuti romanzi della storia recente. Un romanzo che racconta la storia bizzarra di un ragazzo straordinariamente creativo e sensibile che si imbarca in un’odissea attraverso una città che non riesce ad elaborare il lutto dell’11 settembre, per scoprire come l’immaginazione possa aiutarlo ad affrontare una paura enorme ed una perdita devastante a
seguito di avvenimenti che nessuna logica potrà mai spiegare. Quando il regista Stephen Daldry – 3 volte candidato all’Oscar (per The Reader, The Hours e Billy Elliot) – ha letto il libro, è rimasto colpito essenzialmente dal punto di vista soggettivo di Oskar. Bambino fuori dal normale con una intelligenza vivissima ma comportamenti eccentrici ed ossessivi che potrebbero farlo collocare nel mondo dell’autismo, Oskar descrive il mondo intorno a lui con il suo stile particolarissimo fatto di ingenuità e profondità interiore, nervosismo e sfrontatezza. Una lettura della realtà che riunisce insieme pensieri, flash di memoria, idee e fantasie all’impronta basate sulle emozioni – il tutto in un momento della vita di Oskar in cui tutto è stato stravolto per la sua famiglia e per tutto il mondo intorno a lui.
La chiave E’ una chiave che non ha nulla di magico, quella che il piccolo Oskar conserva gelosamente, ma alla quale affida con disarmante tenacia il ricordo del padre. Un ricordo che rischia di essere cancellato dall’enormità e dalla natura pubblica dell’avvenimento che ne ha causato la morte. La stessa chiave quindi diventa emblematica della speranza di un intero paese di elaborare il lutto di una tragedia che ha aperto una ferita che non si rimargina.
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Per l’adattamento del romanzo di Jonathan Safran Foer, Molto forte, incredibilmente vicino, Stephen Daldry, ha voluto come protagonisti i Premi Oscar, Sandra Bullock e Tom Hanks nei ruoli dei genitori di Oskar, Linda e Thomas Schell, mentre Thomas Horn è il giovane ragazzino. Nel cast figurano anche il grandissimo Max von Sydow - che ha ottenuto una Nomination agli Oscar nella Categoria Miglior Attore non Protagonista per questo film -, James Gandolfini, John Goodman e la Candidata all’Oscar per The Help, Viola Davis.
Molto forte, incredibilmente vicino (Extremely Loud and Incredibly Close, Usa, 2012) Regia di Stephen Daldry con Tom Hanks, Sandra Bullock, Thomas Horn, Max von Sydow, Viola Davis 129’, Drammatico, Warner Bros Italia uscita 23 maggio
schede film
Il Grande Fratello in salsa CON LA SAGA DI TWILIGHT AVVIATA A DEGNA CONCLUSIONE E CON L’AMATISSIMO HARRY POTTER ORMAI LONTANO RICORDO, L’INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA AVEVA BISOGNO DI UNA NUOVA ‘GALLINA DALLE UOVA D’ORO’. USCITO IL 23 MARZO IN USA THE HUNGER GAMES HA INCASSATO 155 MILIONI DI DOLLARI NEL PRIMO WEEK END, DIVENTANDO IL TERZO INCASSO DI TUTTI I TEMPI. E’ il nuovo fenomeno mediatico del pianeta. Un franchise che si articolerà su tre pellicole, sulla base dei tre romanzi scritti da Suzanne Collins, per più di 100 settimane consecutive nella classifica bestseller del New York Times. L’autrice ha dichiarato di essersi ispirata al mito di Teseo e del Minotauro, oltre che alla cronaca moderna, dove il confine tra reality show e notizie di guerra è diventato sempre più labile. Come per Twilight (ed anche Harry Potter) all’origine ci sono dei cicli di romanzi di enorme successo, che già in partenza vengono portati sullo schermo con un progetto seriale. In comune hanno una forte compo-
nente fantasy, ed un target adolescenziale (che diventa preadolescenziale nel caso di Harry Potter). L’altra caratteristica di questi franchise è una sostanziale tenuta, se non una crescita di puntata in puntata in termini di pubblico e di incassi.
La trama
Vincere significa fama e ricchezza. Perdere significa morte certa. Non puoi rifiutarti di partecipare e per farcela dovrai uccidere. In un futuro non meglio specificato, quello che era un tempo il Nord America è diventato uno stato chiamato Panem, formato da una ricca capitale, Capitol, e dodici poveri distretti periferici, tenuti in scacco dal Governo attraverso regole crudeli. Come promemoria della punizione inferta alla popolazione per la ribellione di settanta anni prima, ogni anno viene organizzato tra i 12 Distretti che compongono lo stato, un cruento reality show, noto con il nome di Hunger Games. Ad ogni famiglia viene imposto il ‘sacrificio’ di un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni, che dovrà parte-
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cipare ad un gioco al massacro. Addestrati al combattimento e alla sopravvivenza, i concorrenti si sfideranno fino a che non emergerà un unico vincitore, il sopravvissuto. Quando la piccola Primrose Everdeen viene selezionata per partecipare, la sorella sedicenne Katniss decide di offrirsi volontaria e risparmiarle la vita. Nonostante le suppliche dei familiari e del migliore amico Gale, Katniss è determinata più che mai ad andare fino in fondo. Costretta da anni a cacciare illegalmente cibo dopo la morte del padre, la giovane è una vera leonessa, abile arciera e sprezzante del pericolo. Con lei viene selezionato Peeta Mellark, anche egli proveniente dal Distretto numero 12 e segretamente innamorato di Katniss dall’infanzia. I giochi hanno inizio e Katniss dovrà scegliere tra la sopravvivenza e la pietà, tra la vita e l’amore. Regista prescelto per questo primo capitolo Gary Ross, già noto al grande pubblico,
Hunger Games (The Hunger Games, 2012, Usa)
fanta-horror
Regia di Gary Ross con Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Stanley Tucci, Donald Sutherland, Lenny Kravitz 142', Warner Italia, Avventura, Azione, Fantascienza uscita 1 maggio
per Big, Pleasantville, Seabiscuit. A sua disposizione un budget di 78 milioni di dollari. La protagonista, in odore di diventare la nuova icona delle teen agers in sostituzione di Kristen Stewart - Bella, è Jennifer Lawrence alias Katniss Everdeen, una ragazza combattiva e risoluta, una sorta di giovane Giovanna D’Arco. La Lawrence è già stata candidata agli Oscar 2010 per Un gelido inverno. L’attrice oltre a tingersi la chioma bionda di un castano scuro, si è dovuta sottoporre a settimane di durissimo allenamento fisico. Coprotagonista maschile, nel ruolo di Peeta Mellark è Josh Hutcherson, nelle sale in queste settimane con Viaggio nell’Isola Misteriosa. Come da tradizione in una pellicola adolescenziale non poteva mancare il triangolo d’ordinanza, così insieme ai due già citati troviamo Liam Hemsworth (fratello di Chris alias“Thor”) nei panni di Gale, migliore amico di Katniss dall’infanzia suo angelo custode e naturalmente innamorato di lei. Completano il cast Donald Sutherland nei panni del perfido Presidente Snow, Elizabeth Banks, Lenny Kravitz, Stanley Tucci e Woody Harrelson. Il sequel Catching Fire, già in preparazione, arriverà nelle sale nel 2013, con la sceneggiatura del premio Oscar Simon Beaufoy.
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