Primissima Cinema - Novembre 2009

Page 1

novembre

LE TRAME E LE IMMAGINI DI TUTTI I FILM

11

n째

www.primissima.it

GRANDE CONCORSO VINCI LE GIORNATE VINCI SORRENTO

rivista programma dei cinema

La magia di New Moon illumina lo schermo gli abbracci spezzati

L'Uomo Che Fissa Le Capre

2012

Nemico Pubblico

interviste: Emmerich, clooney, rosenberg, Castellitto


UN FILM DI MICHAEL MANN

-


primi I a i g g e t s e f rimissima P o n n 'a t s e u Q

20 Anni

di attività INTERVISTE 40 Roland Emmerich

Melissa Rosenberg

6

uscite del 6-13 novembre

26

la prima linea

8

uscite del 20-27 novembre

28

ce n'è per tutti

30

La dura verità

32

triage

33

Dorian Gray

35

Ninja Assassin

10

Nemico Pubblico

12

L'Uomo che Fissa le Capre

14

Alza la testa

16

un alibi perfetto

18

Gli abbracci spezzati

20

2012

36

Il mio amico Eric

22

The Twilight Saga: New Moon

38

A Christmas Carol

24

Segreti di famiglia

24

30

36

rivista programmma dei cinema • anno 20 n.9 - novembre 2009 Free magazine nato il 1 giugno 1990 distribuito gratuitamente nelle sale cinematografiche italiane Direttore responsabile Grafici piero cinelli luca.foddis@primissima.it LUCA FODDIS PATRIZIA MORFù patrizia.morfu@primissima.it Direttore editoriale

Paolo Sivori Editore

Multivision S.r.l.

Via Fabio Massimo, 107 • 00192 - Roma tel. fax. +39 0645437670 primissima@primissima.it Reg. Trib. Roma n. 73/90 del 1/2/1990 P.Iva 07210901000

www.primissima.it

30 George Clooney

Sergio Castellitto

14

38 Redazione e pubblicità Primissima

Via Fabio Massimo, 107 • 00192 - Roma tel. fax. +39 0645437670 primissima@primissima.it

hanno collaborato a questo numero

nicoletta gemmi, MARCO SPAGNOLI, boris sollazzo, LIVIA SAMBROTTA Calendario a cura di nicoletta gemmi stampa PFG • Ariccia (RM) distribuzione nazionale SAC

LA RIVISTA IN ESCLUSIVA NELLE SALE ASSOCIATE ANEC


Arrivederci Roma Sergio Castellitto e Helen Mirren Il Palmarés: Premio Marc’Aurelio d’Oro della Giuria al miglior film: Brotherskab / Brotherhood di Nicolo Donato Premio Marc’Aurelio d’Argento della Giuria alla migliore attrice: Helen Mirren per The Last Station Premio Marc’Aurelio d’Argento della Giuria al migliore attore: Sergio Castellitto per Alza la Testa Gran Premio della Giuria Marc’Aurelio d’argento: L’uomo che verrà di Giorgio Diritti I Volturi invadono l’Auditorium Folla da stadio per i tre «Volturi» Jamie Campbell Bower, Charlie Bewley e Cameron Bright, protagonisti di “New Moon”, il secondo capitolo della saga di ‘Twilight’, di cui il Festival di Roma ha presentato i primi 20 minuti (l’uscita ufficiale della pellicola è fissata per il 18 novembre).

Nicolo Donato

Richard Gere Oggi sposi

La Signora del Festival Meryl Streep, 60 anni portati da diva, ha ricevuto il Marc’Aurelio d’oro alla carriera. In chiusura di rassegna il Festival ha presentato l’ultimo lavoro della Streep, la commedia Julie & Julia diretta da Nora Ephron. Richard Gere Alzi la mano chi non ha pianto alla proiezione di Hachiko. la bellissima storia dell’amicizia tra un uomo e un cane, interpretata da Richard Gere e da un cane di razza Akita. Gere ha voluto incontrare Alemanno per parlare del Tibet.

George Clooney e Elisabetta Canalis

Charlie Bewley, Jamie Campbell Bower e Cameron Bright

Primissima Daily

Meryl Streep

Clooney-Canalis No Canalis, no Clooney. E’ questa l’ultima novità del grande George, gossip a parte, che non si allontana nemmeno per un attimo dalla sua amata Elisabetta. Stavamo per dimenticarci che Clooney è anche un grandissimo attore: vedere Tra le nuvole per credere. Pioggia di confetti Hanno riempito l’Auditorium di confetti per la presentazione di Oggi sposi, la commedia di Luca Lucini incentrata su quel periodo surreale dei preparativi del matrimonio. attori giovani – da Luca Argentero e Carolina Crescentini, da Isabella Ragonese a Gabriella Pession, da Filippo Nigro a Moran Atias, con due memorabili anzianotti: Michele Placido e Renato Pozzetto. Per il terzo anno consecutivo Primissima ha realizzato il Daily ufficiale del Festival del Cinema di Roma.



6 novembre Marpiccolo

(Italia, 2009) Regia di Alessandro Di Robilant con Giulio Beranek, Roberto Bovenga, Giorgio Colangeli, Valentina Carnelutti, Michele Riondino 87’, Bolero Film, drammatico Taranto, quartiere Paolo VI, zona Sud della città. Tiziano (Beranek) ha 17 anni, va a scuola, ma preferisce la strada, la palestra e le macchine lussuose. Nella sua vita però ci

sono anche i libri che gli presta la professoressa di italiano, il profumo di talco di sua sorella e il sorriso e l’amore di Stella. La sua è un’esistenza in sospeso tra il bene e il male, tra l’onestà e i furti, tra i veleni dell’Ilva, la fabbrica che confina col suo quartiere, e i lavoretti che deve fare per il boss Tonio (Riondino). Alessandro Di Robilant mette in immagini il libro di Andrea Cotti, ‘Stupido’, e racconta la storia di quotidiana sopravvivenza di un adolescente in una città del Sud.

Anno Uno

(Year One, Usa, 2009) Regia di Harold Ramis con Jack Black, Michael Cera, David Cross, Olivia Wilde, Juno Temple 97’, Sony Pictures, commedia La commedia demenzial-adolescenziale si rifugia nel paleolitico, per seguire le poco gloriose - e sempre molto arrapate - imprese, di due sfigatissimi preistorici (Black e Cera), che dopo essere stati cacciati dal proprio villaggio, si imbarcano in un viaggio a

sfondo biblico che li porta a incontrare Caino e Abele, Abramo e Isacco, etc. fino ad approdare in una Sodoma occupata dai romani che parlano con forte accento inglese. Il maestro della commedia demenziale anni ’80 Harold Ramis rispolvera un suo vecchio soggetto comico, scritto per Bill Murray e John Belushi, ricucendolo sulla coppia Jack Black-Michael Cera, con l’obiettivo di rilanciare la commedia itinerante - come quelle con Bob Hope e Bing Crosby, o come Spie come noi di John Landis.

13 novembre

Il canto delle spose Il viaggio di Jeanne

(Les Grandes Personnes, Francia/Svezia, 2008) Regia di Anna Novion con Jean-Pierre Darroussin, Anaïs Demoustier, Judith Henry, Jakob Eklund, Lia Boysen 84’, Bolero Film, commedia Il bibliotecario Albert ogni estate porta la figlia Jeanne, per il suo compleanno, a conoscere un diverso paese europeo. Per i suoi 17 anni ha scelto una piccola isola svedese, dove forse potranno ritrovare il tesoro perduto di un leggendario vichingo. Ma la casa affittata per il loro soggiorno è già stata occupata da due donne: Annika, la proprietaria, e Christine, una sua amica francese. Le vacanze accuratamente programmate da Albert stanno per prendere tutta un’altra piega, che a Jeanne non dispiace affatto. Ma l’isoletta ha ancora molte sorprese.

(Le chant des mariées, Francia, 2008) Regia di Karin Albou con Lizzie Brocheré, Olympe Borval, Najib Oudghiri, Simon Abkarian, Karin Albou 100’, Archibald, drammatico Tunisi, 1942. Due adolescenti, vicine e amiche fin dall’infanzia, dividono la stessa casa in un quartiere modesto dove ebrei e musulmani vivono in armonia. Ciascuna desidera vivere la vita dell’altra: se da un lato Nour, musulmana, vorrebbe avere la possibilità di andare a scuola come Myriam, quest’ultima, ebrea, sogna l’amore e invidia Nour e la sua storia d’amore romantica con Khaled. Ma nel novembre del 1942, con l’occupazione di Tunisi da parte dei nazisti, le cose precipitano. La comunità ebraica viene sottoposta a trattamenti umilianti, la madre di Myriam perde il diritto al lavoro e per evitare il peggio, decide di promettere la figlia in sposa a un ricco medico, facendo sfumare i sogni d’amore romantico della giovane.

Good Morning Aman

(Italia, 2009) Regia di Claudio Noce con Valerio Mastandrea, Said Sabrie, Anita Caprioli, Amin Nur, Giordano De Plano 105’, Istituto Luce, drammatico Aman, ventenne somalo cresciuto a Roma, lavora presso un rivenditore di auto usate. La notte, poiché soffre di insonnia, cammina senza meta per le strade dell’Esquilino, tra la

stazione Termini e piazza Vittorio. Una sera, introdottosi di nascosto sul terrazzo condominiale di un palazzo, fa la conoscenza di Teodoro, un ex pugile quarantenne dal passato oscuro. Tra i due nasce un’amicizia che via via si trasforma in un legame dai contorni fortemente ambigui. Teodoro si serve del ragazzo, ma a sua volta Aman intravede nel rapporto con l’uomo la possibilità di un riscatto sociale.



20 novembre Planet 51

(Spagna/UK, 2009) Regia di Jorge Blanco, Javier Abad, Marcos Martínez Moviemax, animazione Un astronauta terrestre, il capitano Charles “Chuck” Baker, che atterra per sbaglio sul Pianeta 51, abitato da creature che vivono con il terrore che il loro mondo sia invaso dagli alieni. Divenuto amico di un giovane abitante del posto, l’astronauta dovrà fare in modo di non essere catturato, per poter riparare la sua navicella e far ritorno a casa. Planet 51 è il nuovo atteso film scritto da Joe Stillman, autore di Shrek e Shrek 2. Con un budget di 60 milioni di euro, il film è un ambizioso progetto europeo nel campo del cinema d’animazione 3D. Prodotto e realizzato presso gli Ilion Animation Studios di Madrid, nella versione originale è doppiato da Gary Oldman, Jessica Biel, Justin Long e John Cleese.

Valentino the Last Emperor

(Usa, 2008) Regia di Matt Tyrnauer con Giorgio Armani, Jeannie Becker, Alessandra Facchinetti, Tom Ford, Giancarlo Giammetti 96’, Medusa, documentario Matt Tyrnauer, corrispondente di Vanity Fair,

Francesca

(Romania, 2009) Regia di Bobby Paunescu con Monica Barladeanu, Doru Boguta, Luminita Gheorghiu, Teodor Corban 96’, Fandango Film, drammatico Francesca è una trentenne rumena che, alla ricerca di una vita migliore, vorrebbe emigrare in Italia. Francesca sogna di aprire un asilo per rumeni in Italia, per dimostrare agli italiani che gli stereotipi che hanno sulle rumene sono falsi. I genitori, i parenti la sconsigliano molto vivacemente, mettendola in guardia aull’ostilità degli italiani. Ma Francesca è determinata. Il piano è che Mita, il suo ragazzo, la raggiunga in Italia appena concluso un affare in cui è coinvolto. Le cose però prendono una brutta piega, portando alla luce dolorose verità e nuovi punti di vista sulle priorità. Scelto come film di apertura della sezione Orizzonti all’ultimo Festival di Venezia, Francesca è una dura critica contro il razzismo e gli stereotipi degli italiani nei confronti dei romeni.

tra il 2005 e il 2007 ha seguito lo stilista Valentino, realizzando un documentario molto interessante non solo sul personaggio, una delle più grandi icone della Moda, ma anche sul mondo del glamour, del jet set. Dai backstage delle sfilate, alle intuizioni geniali da artista della moda, al rapporto affettivo con Giancarlo Giammetti, suo compagno nella vita nonché socio d’affari da più di cinquant’anni.

La cosa giusta

(Italia, 2009) Regia di Marco Campogiani con Monti con Ennio Fantastichini, Paolo Briguglia, Ahmed Hafiene, Camilla Filippi, Samya Abbary 100’, Istituto Luce, drammatico Eugenio Fusco e Duccio Monti sono due poliziotti diversissimi, per carattere, metodi, linguaggio, storie personali. Si conoscono e subito si detestano, ma dovranno

27 novembre

passare molti giorni insieme. Sono infatti incaricati di pedinare uno straniero, Khalid Amrazel, liberato dopo mesi di detenzione in carcere, sospettato di appoggiare terroristi. E’ un pericolo reale? O si tratta di un altro grave errore giudiziario - come teme anche Eugenio - nel clima di paure e sospetti post 11 settembre? I nostri protagonisti tentano di capirci qualcosa, in quell’uomo difficilmente decifrabile, ambiguo, dal sorriso apparentemente buono, ma forse solo ironico e beffardo.

500 giorni insieme

(500) Days of Summer, Usa, 2009) Regia di Marc Webb con Zooey Deschanel, Joseph Gordon-Levitt, Clark Gregg, Minka Kelly, Matthew Gray Gubler 95’, 20th Century Fox, commedia Film d’apertura del Festival di Locarno, i 500 giorni del titolo sono quelli della relazione fra due romantici quanto idealisti ventenni.

Cado dalle nubi

(Italia, 2009) Regia di Gennaro Nunziante con Checcho Zalone, Dino Abbrescia, Fabio Troiano, Giulia Michelini, Raul Cremona 100’, Medusa, commedia Checco è un giovane pugliese che sogna di diventare cantante. Lasciato dalla ragazza si trasferisce a Milano, dove snobbato dalle varie case discografiche, cerca di sbarcare il lunario

facendo il cameriere. Nel frattempo si innamora di Marika, milanese doc con padre leghista, allergico ai meridionali. Contemporaneamente il giovane comincia a partecipare a diversi provini e, finalmente il suo talento canoro, unito a quello comico, viene riconosciuto. Checco sta per coronare il suo sogno professionale. Dopo i fortunati esordi cinematografici di Ficarra e Picone, una nuova generazione di comici partoriti dalla tv sbarca sul grande schermo.

Tom, crede ancora, nonostante il cinismo del mondo moderno, all’idea dell’amore predestinato che cambia tutto. Quando incontra Sole è convinto di aver trovato la prova della sua teoria. La corteggia, come un moderno Don Chisciotte, con tutta la forza e il coraggio che possiede. Una storia d’amore, decisamente fuori del comune, raccontata attraverso flashback ‘emozionali’ dall’ líeuforia dellíinnamoramento, al cuore spezzato, passando per un bacio. Non necessariamente in quest’ordine.


GEORGE

J E FF

EW AN

KE VIN

LA

CLoONEY BRIDGES McGREGOR SPACEY CAPRA e

NO CAPRE. NO GLORY.

DAL 6 NOVEMBRE AL CINEMA © Westgate Film Services, LLC. All Rights Reserved.

yahoo.it/luomochefissalecapre

www.medusa.it


6 novembre

“Mi chiamo John Dillinger. Rapino banche”. Michael Mann rilegge il mito dell’antieroe della Grande Depressione, quando le banche erano viste come delle sanguisughe, nell’era della Nuova Depressione, quella di oggi. Un memorabile Johnny Depp dà vita al rapinatore solitario e malinconico, contraddistinto da una calma minacciosa e da una ricercata eleganza.

Nemico Pubb


bblico

J

ohnny Depp si cala nei panni di un altro antieroe, il gangster degli anni ’30 John Dillinger, con Marion Cotillard nel ruolo della sua compagna Billie Frechette e da Christian Bale in quelli di Melvis Purvis, il poliziotto che gli darà la caccia. Durante la Grande Depressione Dillinger rubava alle odiatissime banche che avevano messo sul lastrico milioni di persone, e sfuggiva alla legge spostandosi da uno stato all’altro poiché allora non vi era una polizia federale. Le rapine, le evasioni rocambolesche dalle varie prigioni in cui viene rinchiuso e le fughe su automobili all’avanguardia per l’epoca lo resero leggendario, un eroe popolare che poteva nascondersi in pubblico senza timore di essere arrestato.

Michael Mann si cimenta col film di genere, rispettando i cliché della storia e del personaggio, ma sperimentando allo stesso tempo gli elementi visivi con una fotografia digitale satura e quasi iperrealista - la fotografia è firmata da Dante Ferretti -, con un effetto talvolta spiazzante. Johnny Depp è un Dillinger romantico, elegante, mai sopra le righe. Una specie di esibizionista votato al martirio, mentre Christian Bale è il suo opposto, un G-man scarno, anonimo, implacabile. “Recitando nei suoi panni – ha detto Depp – mi è sembrato di avere il suo stesso sangue, una persona familiare, e credo che lo stesso sentimento fosse vissuto dalla gente di allora. Era uno di quei personaggi che hanno vissuto senza compromessi”. “La sua figura – continua Depp – è stata idealizzata ma sono convinto che Dillinger non era di sua natura malvagio. Passò dieci anni della sua vita in un riformatorio minorile per una sciocchezza commessa da ragazzo. Chi va a scuola impara la geografia e la matematica, chi va in carcere impara l’unico mestiere possibile là dentro: a delinquere. E a causa della disastrosa situazione economica di allora divenne una sorta di moderno Robin Hood. Sono corsi e ricorsi storici, probabilmente Dillinger sarebbe popolare anche oggi”. Il regista ci racconta di un ladro gentiluomo, innamorato perso della sua donna, romantico, capace di passare inosservato in mezzo alla gente e alla polizia.

Nemico Pubblico Public Enemies

(Usa, 2009) Regia di Michael Mann con Johnny Depp, Christian Bale, Billy Crudup, Marion Cotillard, Channing Tatum 143’, Universal Pictures, drammatico/storico/action


6 novembre Una commedia che è cinema americano d’impegno, raccontata e scritta da un autore che tratta con ironia e cinismo argomenti serissimi, dietro il filtro di una comicitĂ illogica. Una storia vera, tanto incredibile, quanto inquietante.

L'Uomo Che Fiss


I

l giornalista Bob Wilton (McGregor), dalla vita privata disastrata è in cerca di uno scoop, soprattutto per dimostrare alla moglie che lo ha lasciato, il suo valore. Quando incontra Lyn Cassidy (Clooney) pensa di avere trovato quello che cerca. Lynn è un tipo davvero bizzarro, ambiguo che sostiene di appartenere ad un battaglione dell’Esercito Americano, di tipo sperimentale, che si chiama New Earth Army. Secondo il soldato questo gruppo di militari sta cambiando la maniera di combattere le guerre attraverso una legione di Monaci Guerrieri – ma loro preferiscono farsi chiamare Cavalieri Jedi – con poteri mentali senza precedenti, ottenuti con un durissimo addestramento basato sull’uso dell’acido lisergico, filosofie hippie e new age. Una volta superato il corso si è in grado, secondo Lyn, di leggere il pensiero del nemico, attraversare i muri oppure fermare il cuore di una capra semplicemente attraverso il potere dello sguardo. Ora, il fondatore del programma, Bill Django (Bridges, che sembra il magnifico e sballatissimo Drugo Lebowski) è scomparso e la missione di Lyn consiste nel ritrovarlo. Intrigato dalle strampalate storie raccontate dalla sua nuova conoscenza, Bob decide di seguirlo nella ricerca. E quando l‘improbabile coppia rintraccia Django in un campo di addestramento clandestino gestito dal fuorilegge psicotico Larry Hooper (Spacey), il giornalista resta intrappolato nel mezzo di una battaglia tra le forze del New Earth Army di Django e la milizia personale di Hooper formata da super soldati. Per sopravvivere a questa selvaggia avventura, Bob dovrà superare in astuzia un nemico che non avrebbe mai pensato di dovere affrontare.

Tratto dall’omonimo libro del reporter Jon Ronson, pubblicato nel 1964, The Men Who Stare At Goats – passato Fuori Concorso al Festival di Venezia – segna l’esordio nella regia dell’attore e sceneggiatore (Good Night, and Good Luck) Grant Heslow, amico di Clooney dai tempi della scuola di recitazione. Il film ha ottenuto un grande successo alla manifestazione veneziana in quanto riesce a mescolare perfettamente momenti di estrema comicità immergendoli in contesti assolutamente drammatici. Gli esperimenti che realmente l’Esercito Americano condusse per trovare poteri soprannaturali nei suoi soldati iniziarono durante la guerra del Vietnam ma continuarono anche per l’attuale conflitto in Iraq. Era dai tempi di Three Kings, sempre con Clooney, che non si assisteva ad una satira su questo inutile conflitto così efficace e importante nella sua testimonianza. A questo proposito ci ha detto Clooney a Venezia: “Penso che ci siano delle similitudini con Three Kings, ma allora la guerra era finita mentre questa sta andando avanti ed è più complicato realizzare film su eventi non conclusi. Noi abbiamo guardato alla storia non tanto come ad un film sull’Iraq ma come una commedia con delle idee un po’ folli”.

L’Uomo che fissa le capre

(The Men Who Stare At Goats, Usa, 2009) Regia di Grant Heslov con Ewan McGregor, George Clooney, Jeff Bridges, Robert Patrick, Kevin Spacey 90’, Medusa, commedia

sa LeCapre


6 novembre

Alza la testa è il tormentone che papà Mero ripete a suo figlio diciassettenne Lorenzo per insegnargli l'orgoglio e farlo diventare quel campione di boxe che lui non è mai riuscito ad essere.

Alza La Testa


M

ero (Castellitto) è un operaio specializzato in un cantiere nautico ed è un padre single. Suo figlio Lorenzo (Campanelli) - nato da una relazione con una ragazza albanese – è la sua unica ragione di vita. Il sogno di Mero è che il ragazzo diventi un campione di boxe, riscattando così la sua mediocre esistenza e la sua anonima carriera da dilettante. Per questa ragione lo allena con severità maniacale in un vecchio magazzino adibito a palestra, insegnandogli giorno dopo giorno a tirare pugni e a proteggersi dai colpi bassi della vita. La boxe è uno sport dove ci si confronta lealmente con l’avversario ed è un buon allenamento per crescere. Di fatto però quello che ha costruito intorno al figlio è un mondo chiuso, in cui le giornate trascorrono tutte uguali tra il lavoro, la scuola, gli allenamenti, le serate passate con gli amici del cantiere, che sono diventati una specie di famiglia. Un mondo intriso di rimpianti, di complicità maschili e diffidenza verso tutto ciò che è nuovo e diverso. L’equilibrio di questo rapporto ‘esclusivo’ però non è destinato a durare. Dopo il felice esordio tenuto a battesimo alla prima edizione della Festa del Cinema, Alessandro Angelini ritorna al Festival di

Roma per presentare il suo nuovo durissimo film, Alza la testa. Una manifestazione che gli ha già portato fortuna con L’aria salata, che guadagnò a Giorgio Colangeli il Marc’Aurelio come miglior attore. Trentottenne, un passato da documentarista e il salto nel lungometraggio tre anni fa (con L’aria salata) firma la sua opera seconda con un altro film drammatico, un’altra storia di padri e figli. Eí la storia di un uomo che si ritrova costretto a crescere suo figlio da solo dopo che la madre, albanese, li ha abbandonati. Contemporaneamente è la storia di un adolescente che cresce in un ambiente familiare fatto di soli uomini, molto virile, ed è diviso tra la voglia di compiacere il desiderio del papà di farlo diventare un campione di boxe e quella di vivere spensieratamente líadolescenza. La definizione più originale la offre Sergio Castellitto: “E’ come un imbuto, largo al principio, poi stretto, strettissimo e poi di nuovo si allarga. La vicenda parte come una commedia, diventa una tragedia nera, e termina con toni più sereni. Ho letto il soggetto e ho accettato perché Angelini mi appare moderno e molto acuto”. Il regista parla del personaggio come: “Un uomo con aspetti femminili dietro il suo aspetto rude. Cresce il figlio facendogli anche da madre, baciando-

lo, toccandolo, odorando la sua pelle. La sua sensualità la riversa sul ragazzino, come su di lui riversa rivalse e ambizioni. Lo vuole vincente a tutti i costi per sé stesso prima che per lui”. Scritto appositamente per Castellitto, quest’ultimo ha confessato di aver provato la voglia di recitare quel personaggio come fosse la prima volta. Una vera scoperta l’esordiente Gabriele Campanelli per la prima volta sullo schermo che Angelini ha trovato a Roma dopo molti provini. Il ragazzo vive a Quarto Miglio, una borgata, in una famiglia con otto figli e un solo bagno. “Quando gli ho chiesto come facevano – continua Angelini – Gabriele mi ha candidamente risposto: Ci si alza presto’. E’ un ragazzo svelto, sensibile che si è rivelato perfetto anche perché pratica arti marziali e non si è trovato in difficoltà con la boxe. Tantomeno nell’essere piazzato davanti ad una macchina da presa”.

Alza la testa (Italia, 2009) Regia di Alessandro Angelini con Sergio Castellitto, Gabriele Campanelli, Giorgio Colangeli, Anita Kravos, Duccio Camerini, Augusto Fornari 86’, 01 Distribution, drammatico


13 novembre Remake di L’alibi era perfetto, il noir che Fritz Lang girò nel 1956 per combattere la condanna alla pena di morte, Peter Hyams lo trasforma in un thriller dove ambizioni e ambiguità vengono stritolate dalla ferocia del potere.

C

.J. Nichols (Metcalfe) giovane e ambizioso giornalista, vuole incastrare il presunto corrotto procuratore distrettuale Mark Hunter (Douglas), candidato alla poltrona di Sindaco. Non avendo prove C.J. decide di affrontare la questione in maniera piuttosto discutibile quanto pericolosa, ovvero, spacciandosi per il maggiore indagato di un omicidio. Ad accompagnarlo in questa folle avventura c’è il suo collaboratore (Moore) che dovrà seguire ogni sua singola mossa essendo l’unico in grado di dimostrare che, in realtà, lui è totalmente innocente. Inoltre, a complicare le cose tra C.J. e la giovane e seducente assistente del procuratore, Ella (Tamblyn), nasce una relazione. La ragazza è però del tutto all’oscuro del piano del giornalista. C.J. intanto finisce in prigione ed il suo destino è in serio pericolo alla vigilia delle elezioni in cui il candidato Sindaco Hunter vuole dimostrare agli elettori di essere il più zelante difensore della legge. Rimettere mano ad un film entrato nella storia del cinema come L’alibi era perfetto, ultimo film americano dell’austriaco Fritz Lang, trasponendolo all’oggi ma cercando di mantenerne l’originale sensibilità non era operazione facile. Del film di Lang fu scritto che era: “Una parabola che mette in crisi la sicurezza di chi crede nella esistenza di una sola verità”. Il film di Hyams combina la concretezza del cinema contemporaneo, alla vena romantica e avventurosa del classico cinema Hollywoodiano. Se nel film di Lang, oltre alla regia del maestro, erano le interpretazioni di Dana Andrews e Joan Fontaine, la brillante sceneggiatura di Douglas Morrow, gli ingredienti fondamentali. In questo remake oltre al leggendario Michael Douglas più in forma che mai, sono anche i giovani Jesse Metcalfe e Amber Tamblyn, accompagnati da una serie di grandi caratteristi a fare la differenza. Il tutto ambientato nell’affascinante e ambigua Shreveport, in Louisiana.

Un alibi perfetto

Un alibi perfetto

(Beyond a Reasonable Doubt, Usa, 2009) Regia di Peter Hyams con Michael Douglas, Amber Tamblyn, Jesse Metcalfe, Orlando Jones, Joel Moore 105’, Medusa, drammatico/thriller

16


COLIN FARRELL

UN FILM DI DANIS TANOVIC REGISTA DEL PREMIO OSCAR

®

‘NO MAN’S LAND’

PAZ VEGA JAMIE SIVES KELLY REILLY & CHRISTOPHER LEE

ASAP FILMS E PARALLEL FILMS PRESENTANO UNA PRODUZIONE ASAP FILMS PARALLEL FILMS TORNASOL FILMS CASTAFIORE FILMS CON LA PARTECIPAZIONE DI BORD SCANNÁN NA HÉIRANN/IRISH FILM BOARD IN ASSOCIAZIONE CON ARAMID ENTERTAINMENT E HANWAY FILMS IN ASSOCIAZIONE CON COFICUP 2 & 3 E BACKUP FILMS IL FILM È STATO PRODOTTO CON L’AIUTO DI EURIMAGES CON LA PARTECIPAZIONE DI RAI CINEMA CANAL + TELEVISIÓN ESPAÑOLA TVE CANAL + ESPAÑA CON LA SPONSORIZZAZIONE DI CIUDAD DE LA LUZ E DI GENERALITAT VALENCIANA UN FILM DI DANIS TANOVIC COLIN FARRELL PAZ VEGA “TRIAGE” KELLY REILLY E CHRISTOPHER LEE CASTING NINA GOLD MUSICA DI LUCIO GODOY SCENOGRAFIA DEREK WALLACE MONTAGGIO FRANCESCA CALVELLI GARETH YOUNG DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA SEAMUS DEASY PRODUTTORI ESECUTIVI COLIN FARRELL SIMON FAWCETT TIM HASLAM CO-PRODUTTORI SUSAN MULLEN MARIELA BESUIEVSKY TIM BAISH TRATTO DAL LIBRO DI SCOTT ANDERSON PRODOTTO DA ALAN MOLONEY CEDOMIR KOLAR E MARC BASCHET SCRITTO E DIRETTO DA DANIS TANOVIC www.01Distribution.it

DAL 27 NOVEMBRE AL CINEMA


13 novembre Si può annullare il passato? Almodovar spiazza ancora una volta lo spettatore con un melò dove il passato negato ritorna come un fiume carsico trascinando il protagonista, il regista e sequenze indimenticabili di cinema...

D

opo un tragico incidente in cui lui ha perso la vista e la sua amante Lena (Cruz), la vita, Mateo Blanco (Homar) ha seppellito il suo passato. Cancellando la sua vita da regista e perfino il suo nome. Ora firma romanzi e sceneggiature con lo pseudonimo di Harry Caine. Mateo è morto portando con sé i film che non potrà più dirigere e il ricordo della sua dolce Lena. Sono trascorsi 14 anni. Harry vive delle sceneggiature che scrive grazie all’aiuto della sua fedele ex-direttrice di produzione, Judit García (Blanca Postillo) e del figlio di quest’ultima, Diego (Tamar Novas). Una notte Diego ha un incidente ed Harry decide di occuparsi di lui (all’insaputa della madre, fuori Madrid). Durante la convalescenza Diego chiede ad Harry di raccontargli qualcosa di Mateo Blanco e di quel passato. Così lo scrittore ricomincia, dopo 14 anni di amnesia volontaria, a ricordare. Racconta di Magdalena umile segretaria, donna fatale, attrice e suo unico amore; di suo marito, il broker Ernesto Matel (Josè Luis Gomez), che per concedere a Lena il capriccio di essere attrice diventa produttore di cinema e la rende protagonista del film Chicas y Maletas; della sua fidata amica, Judit, unica custode del segreto triangolo d’amore (Mateo-Lena-Ernesto). Gli abbracci spezzati è la storia di una fotografia ridotta in mille pezzi, ricordo vivido di amour fou, dominato dal destino, dalla folle gelosia, dall’abuso, dal tradimento e dal complesso di colpa; ma è anche biografia artistica dello stesso Almodovar: “nel film ci sono altre mie pellicole, perchè fanno parte del mio patrimonio emozionale”. Così ritroviamo Donne sull’orlo di una crisi di nervi, a cui Chicas y Maletas è liberamente ispirato. Un omaggio alle muse almodovariane Chus Lampreave, Rossi de Palma e Kiti Manver ma anche un omaggio a tutte le figure femminili che hanno costellato la vita del regista: “tutti

Gli abbracci


i personaggi femminili che ho tratteggiato in questi anni sono un mix di mia madre e delle sue vicine de La Mancha, mescolate con Golightly, la Giulietta Masina de “La strada” e la Shirley McLaine di “Come un torrente” e “L’appartamento”. Tutte queste donne sono Penelope”. Così come accadeva in Volver, non manca un omaggio al cinema italiano, a “Viaggio in Italia” di Roberto Rossellini ed in particolare alla scena, da cui prende ispirazione il titolo, in cui Ingrid Bergman e George Sanders visitano uno scavo di Pompei e sono testimoni del ritrovamento di due corpi, quello di un uomo e una donna stretti nell’eterno abbraccio in cui la lava li ha sepolti. In Abbracci spezzati Lena e Mateo guardano il film in tv e decidono di fotografarsi come i due amanti di Pompei: fusi in un eterno abbraccio spezzato dal tempo.

Gli abbracci spezzati

(Los abrazos rotos, Spagna 2009) Regia di Pedro Almodovar con Penelope Cruz, Luís Homar, Blanca Pontillo, Rubén Ochandiano, Tamar Novas, Jóse Luis Gómez, Angela Molina 129’, Warner Bros, Drammatico

spezzati


13 novembre

Il calendario Maya alla data del 21 dicembre 2012 segna la parola fine. Il maestro dei film catastrofici

2012

Roland Emmerich ha riletto questo avvertimento rivisitandolo in chiave moderna.

20


J

ackson Curtis (Cusack), uno scrittore brillante ma senza successo, viene sorpreso dall’inizio dell’apocalisse mentre è in vacanza nel parco di Yellowstone insieme ai due figli, che la moglie - da cui è separato – gli ha lasciato per il fine settimana. Mentre le placche terrestri iniziano a spostarsi, facendo cadere le città come birilli, Jackson e la sua famiglia cercano, in un viaggio disperato per terra e per aria, di salvare la pelle da un mondo che sta implodendo. Il Presidente degli Stati Uniti Thomas Wilson (Danny Glover), per prevenire un’isteria di massa decide di mantenere il segreto sul cataclisma in arrivo, mentre Adrian Halmsley (Chiwetel Ejiofor), assistente scientifico del Presidente, cerca di aiutare il maggior numero di persone possibile. Anche Carl Anheuser (Platt), il presuntuoso responsabile dello staff presidenziale, è impegnato a far sopravvivere la società - almeno quella parte che se lo può permettere. Laura (Newton), figlia del Presidente, è scioccata per la sco-

perta di quello che il governo del padre sta nascondendo al mondo. Ma già la catastrofe sta distruggendo, tra terremti, maremoti, uragani e tornado, intere nazioni. L’unico uomo che sembra avere un’idea chiara di quello che sta accadendo è il conduttore radiofonico Charlie Frost (Harrelson), una sorta di profeta dell’apocalisse, che trasmette da Yellowstone le sue previsioni. Il Governo Usa ha un progetto: preparare una nuova arca di Noè per abbandonare il pianeta. Andarsene o rimanere e combattere? 260 milioni di dollari di budget, effetti speciali sorprendenti, dove vediamo la distruzione dei più iconici monumenti del mondo: dalla devastazione del Cristo Re di Rio, della Cappella Sistina, della Tour Eiffel, della Casa Bianca. Roland Emmerich è un mago dei disaster movie. Ma questa volta dietro la storia ha voluto inserire anche un forte messaggio ecologico: se tutto questo accadrà, è colpa dell’umanità. “Ogni civiltà sul pianeta –ha

detto il regista– ha un mito legato al diluvio. Dopo la catastrofe la Terra ricomincia da zero. Alcune persone hanno una seconda opportunità di iniziare una nuova civiltà. Questo è il messaggio che vorremmo passasse con il film. Senza essere troppo pessimisti, si tratta sempre di entertainment. Scene di grande impatto si mescolano a storie intime nelle quali ognuno di noi può riconoscersi”. “E’ sempre sottile - conclude Emmerich - il confine tra il realismo e il divertimento e cerco sempre di non essere così tanto serioso su quello che sto raccontando. E’ un film, quindi non deve essere troppo realistico, ma deve soprattutto stupire”.

2012 (Usa/Canada, 2009) Regia di Roland Emmerich con John Cusack, Thandie Newton, Amanda Peet, Woody Harrelson, Danny Glover, Chiwetel Ejiofor 125’, Sony Pictures, catastrofico


18 novembre

The Twilight Saga:

New Moon 22


“La sfida non era solamente quella di ripetere quanto aveva fatto il primo film ma riuscire a far evolvere i personaggi e a rappresentare visualmente questa nuova fase della storia”. (Wyck Godfrey, produttore).

N

el corso della festa del suo compleanno, organizzata dalla famiglia Cullen, Bella distrattamente si procura un piccolo taglio nella mano. L’odore del sangue crea immediatamente molta eccitazione tra gli invitati vampiri, e la reazione incontrollabile di Jasper, bloccato immediatamente da Edward (Robert Pattinson), che però si rende conto che la sua famiglia ed i suoi parenti sono una fonte perenne di pericolo per Bella. Edward decide di andarsene con tutta la sua famiglia, nel disperato tentativo di salvarla. Chiedendo alla ragazza che lo dimentichi. Bella cade in una profonda depressione. Uscendone poi con fatica, grazie all’amicizia di Jacob Black (Taylor Lautner). Membro della tribù dei Quileute, anche Jacob nasconde un segreto. Un giorno, girovagando tra i boschi, Bella viene assalita da un vampiro e solo l’intervento di un branco di giganteschi lupi, capeggiati da Jacob, la salva da morte certa. Jacob è un licantropo, e la sua specie è nemica naturale dei vampiri. ...

Twilight saga è uno dei maggiori fenomeni editoriali di questo decennio, tradotto in oltre 20 lingue, miglior libro dell’anno secondo Publishers Weekly, miglior libro del decennio per Amazon, con oltre 100 siti di fan dedicati, e con 25 milioni di copie vendute. Il primo film della saga ha incassato in Italia 15 milioni di euro, adesso, ad un anno esatto di distanza arriva il secondo capitolo: New Moon. Un secondo capitolo che vuole sfruttare tutta la forza dirompente del primo per alzare la posta in gioco, in termini di contenuti, di approfondimento dei personaggi e quindi di pubblico. Entrano in scena licantropi, nuovi vampiri ed altre sovrannaturali situazioni e cambia il regista, Chris Weitz. Con un passato legato sia a progetti caratterizzati da complessi effetti speciali (La Bussola D’oro), sia a contenuti più intimistici (About a Boy – Un Ragazzo) Weitz ha rappresentato la scelta perfetta per Wyck Godfrey, produttore di entrambe le pellicole. Il secondo episodio segna l’ascesa di Jacob Black che nel primo film aveva un ruolo minore. “Jacob è uscito dal nulla – spiega la Meyer. Non avrebbe dovuto diventare così indispensabile ma la sua personalità era talmente forte. Riuscivo a vedere come il suo personaggio avrebbe plasmato gli eventi futuri”. Jacob è stato scelto dal destino. Il compito e quello della sua stirpe è di difendere gli uomini dai vampiri. La natura sopita da licantropo si risveglia solamente in vista di una minaccia. A quel punto i prescelti non hanno alternativa, subiscono la trasformazione. Se i Quileute sono un branco, i Volturi sono una famiglia reale: vampiri millenari dai poteri mostruosi. Michael Sheen (Frost/Nixon) interpreta Aro, leader del gruppo, dotato di una grazia incredibile ed estremamente pericoloso e Dakota Fanning invece, la dolce e innocente Jane, capace di provocare, con il solo pensiero, dolori lancinati.

The Twilight Saga: New Moon

(USA 2009) Regia di Chris Weitz con Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner, Dakota Fanning, Michael Sheen, Jamie Campbell Bower 130', Eagle Pictures, Romantico/Horror


20 novembre Dopo Un’altra giovinezza (Youth without Youth) presentato due anni fa al Festival di Roma, Coppola torna al b/n con una storia familiare, contornata da personaggi estremi.

Segreti di famiglia A

l centro della trama ci sono due fratelli, incontratisi di nuovo in Argentina dopo anni di separazione. Benjamin, non ancora diciottenne, è scappato dalla scuola militare dove il padre lo aveva spedito e va alla ricerca del fratello maggiore fuggito da New York alcuni anni prima. Arrivato a Buenos Aires, l’accoglienza non è quella sperata. Angelo (Vincent Gallo), che tutti chiamano Tetro - dal diminutivo del suo cognome - ha rotto da tempo ogni legame con la famiglia e in particolare con il padre Carlo Tetrocini (musicista di fama mondiale) e ora vive con Miranda (Maribel Verdu) facendo il tecnico delle luci in un teatrino locale e scrivendo testi che nasconde in una valigia abbandonata su un armadio. Ospite nel loro piccolo appartamento, nel quartiere bohemien di La Boca, Bennie trova gli scritti nascosti di Tetro, in cui il fratello rivela il motivo che lo ha portato ad allontanarsi dalla famiglia. Miranda lo mette in guardia: se Tetro dovesse scoprirlo non gli perdonerebbe mai di averli letti. Ma Bennie non demorde, vuole scrivere il finale di una delle commedie lasciate incompiute da Tetro... Amore, odio, rivalità in una famiglia devastata dalla figura di un padre geniale e autoritario, dove il giovane Bennie, arrivato a Buenos Aires con un’ immagine idealizzata e romantica di un fratello scrittore di suc-

cesso, deve invece fare i conti con un uomo depresso, aggressivo, tormentato e che rischia di finire egli stesso schiacciato da un’ eredità familiare troppo pesante. Anche se Tetro (così il titolo originale) non ha espliciti riferimenti autobiografici, è lo stesso Coppola ad affermare che “ognuno dei personaggi incarna una parte di me. Ho scritto una storia di fantasia che però pesca nei ricordi della mia famiglia, ma anche nei film e nelle commedie che ammiravo, come La dolce ala della giovinezza e La gatta sul tetto che scotta di Tennesee Williams”. Coppola e Mihai Malamaire – direttore della fotografia, gia al suo fianco in Un’altra giovinezza – hanno deciso di utilizzare il bianco e nero, così com’era stato in Rusty il Selvaggio: “era giusto che anche Segreti di famiglia fosse in bianco e nero. Fra i due film esiste un profondo legame spirituale e l’utilizzo di questo contrasto netto, spezzato da occasionali esplosioni di colore – per sottolineare le scene ambientate nel passato – regala al film un carattere tutto speciale”.

Segreti di famiglia

(Tetro, USA Argentina, Spagna, Italia 2009) Regia di Francis Ford Coppola, con Vincent Gallo, Alden Ehrenreich, Maribel Verdú, Klaus Maria Brandauer, Carmen Maura, Rodrigo De La Serna, Leticia Bredice, Mike Amigorena, Sofía Castiglione, Érica Rivas 127’ ,BIM Distribuzione, Drammatico

24


MEDUSA FILM

Una Produzione A Movie Productions S.p.A. - Prodotto da Anna e Sauro Falchi

PRESENTA

UN FILM DI

LUCIANO MELCHIONNA

Lorenzo Balducci - Ambra Angiolini - Con la partecipazione straordinaria di Jordi Mollà nel ruolo di Daniele Giorgio Colangeli - Giselda Volodi - Yari Gugliucci - Anna Falchi - Francesco De Vito - Marco Aceti Sandro Giordano - Alessandra Muccioli - Momo - Con la partecipazione straordinaria di Arnoldo Foà Con la partecipazione amichevole di Elena Russo - Con la partecipazione di Micaela Ramazzotti nel ruolo di Isa E con Stefania Sandrelli - Organizzatore Generale Massimo Iacobis - Supervisione al Progetto Rosanna Thau Soggetto e Sceneggiatura di Luca De Bei e Luciano Melchionna - Tratto dall’omonima pièce di Luca De Bei Direttore della fotografia Tarek Ben Abdallah - Montaggio Paola Freddi Supervisore effetti visivi Rodolfo Migliari - Musiche originali di Fabrizio Sciannameo e Riccardo Regoli Scenografia ed arredamento Emita Frigato - Costumi Michela Marino - Aiuto Regia Fabio Simonelli Casting Michela Forbicioni - Supervisore Stefano Urbanetti Edizioni musicali Warner Chappell Music Italiana srl - Una produzione A MOVIE PRODUCTIONS e I. D. F. in collaborazione con MEDUSA FILM - Regia di LUCIANO MELCHIONNA

Questo film ha ottenuto il riconoscimento dell’interesse culturale della commissione per la cinematografia Ministero per i Beni e le Attività Culturali

DAL 20 NOVEMBRE AL CINEMA www.medusa.it


20 novembre

La prima linea

Lui è Sergio Segio, il “comandante Sirio” delle Brigate Rosse. Lei è Susanna Ronconi, la sua compagna. Entrambi fanno parte del direttivo di Prima Linea, braccio armato delle BR. Ispirato al libro “Miccia Corta”, scritto da Segio nel 2005, il film ricostruisce le vicende dei due terroristi, a partire dal tentativo di evasione organizzato da Segio per liberare la sua donna.

E

’ il 3 gennaio 1982. Segio è a Venezia, dove ha riunito un gruppo di militanti per un’azione considerata quasi impossibile: far evadere dal carcere di Rovigo quattro detenute, tra le quali Susanna Ronconi, la donna con cui ha condiviso tutto. Mentre scorre la giornata dell’evasione, Sergio rivede i momenti più importanti della sua vita: il primo incontro con Susanna, la clandestinità, il complesso rapporto coi genitori, lo scontro doloroso con Piero, l’amico di una vita, con cui ha condiviso i suoi sogni giovanili, ma che ha rifiutato la lotta armata. I ricordi si susseguono, fino agli esiti più drammatici. Intanto la giornata del 3 gennaio volge al culmine. Sergio e il gruppo si avvicinano al carcere di Rovigo, all’interno Susanna e le altre aspettano l’ora fissata. E finalmente il momento arriva: un’esplosione fa saltare in aria il muro di cinta del carcere. Susanna e Sergio si ritrovano, l’evasione è riuscita, le macchine sono in fuga. Sono già in vista di

Venezia, quando apprendono che il loro piano ha provocato la morte di un passante, un anziano pensionato. Dopo pochi mesi Susanna verrà arrestata, e meno di un anno più tardi anche a Sergio toccherà la stessa sorte. Torino, carcere Le Nuove, novembre 1989. Un uomo di trentacinque anni racconta la propria storia. E’ Sergio Segio, uno dei fondatori del gruppo armato ‘Prima Linea’, entrato in clandestinità a metà degli anni settanta, nella convinzione che l’uso della violenza fosse una scelta necessaria nel nome della ‘rivoluzione’. Scritto da Sandro Petraglia, Ivan Cotroneo e Fidel Signorile sulla base del libro di Segio ‘Miccia corta’, il film di Renato De Maria – preceduto da non poche polemiche – ha evitato l’equivoco più temuto, quello di essere scambiato per un’autobiografia mitizzante. Il film inizia, infatti, con il protagonista, interpretato da Riccardo Scamarcio, che

26

afferma: “Eravamo convinti di avere ragione e invece avevamo torto. Ma allora non lo sapevamo”. Giovanna Mezzogiorno è la fidanzata Susanna e De Maria ha scelto una regia che mescola documenti e filmati d’epoca che s’intrecciano con la trama del racconto. “Non è un film sul pre-terrorismo – afferma De Maria – non fa sconti sul piano emozionale, non offre spettacolo o romanticismo. Prima Linea è stata la formazione armata più vasta dopo le Brigate Rosse. La pellicola è una tragedia che tocca diverse generazioni, quella dei genitori proletari o borghesi, la condanna, la sofferenza delle famiglie delle vittime”.

La prima linea

(Italia, 2009) Regia di Renato De Maria con Riccardo Scamarcio, Giovanna Mezzogiorno, Fabrizio Rongione, Lino Guanciale 96’, Lucky Red, drammatico/storico


FOCUS FEATURES INTERNATIONAL e CATTLEYA presentano

dal regista di HO VOGLIA DI TE

claudia gerini

chiara martegiani

alessandro sperduti

un film di

COCEPT BY

fOTO: EmanuEla SCarPa / © CaTTlEYa S.r.l. 2009

luis prieto

fOCuS fEaTurES InTErnaTIOnal E CaTTlEYa PrESEnTanO una PrOduzIOnE CaTTlEYa In COllaBOrazIOnE COn fOCuS fEaTurES InTErnaTIOnal un fIlm dI luIS PrIETO “mEnO malE CHE CI SEI” ClaudIa GErInI CHIara marTEGIanI alESSandrO SPErduTI GuIdO CaPrInO COn marCO GIallInI E COn STEfanIa SandrEllI TraTTO dall’OmOnImO rOmanzO dI marIa danIEla raInErI EdITO da SPErlInG & KuPfEr marIa danIEla raInErI CaSTInG BarBara GIOrdanI OrGanIzzaTOrE GEnEralE rOBErTO TOdESCHI aIuTO rEGIa alESSIO marIa fEdErICI COSTumI franCESCa lEOndEff SuPErvISIOnE alla SCEnOGrafIa SaraH WEBSTEr SuOnO anTOnIO BarBa mOnTaGGIO CECIlIa zanuSO fOTOGrafIa PaTrIzIO PaTrIzI muSICHE PaSQualE CaTalanO PrOduTTOrE ESECuTIvO luIGI PaTrIzI PrOduTTOrI ESECuTIvI CaTTlEYa maTTEO dE laurEnTIIS anTOnElla IOvInO PrOduTTOrE dElEGaTO franCESCa lOnGardI PrOdOTTO da rICCardO TOzzI GIOvannI STaBIlInI marCO CHImEnz rEGIa dI luIS PrIETO

SOGGETTO E SCEnEGGIaTura

www.menomalechecisei.it

DAL 27 NOVEMBRE AL CINEMA


20 novembre

Ce n'è per tutti

Fermate il mondo! In un momento di crisi Gianluca si arrampica sul Colosseo per guardare da una prospettiva diversa il caos della vita. Scatenando un vero e proprio putiferio.

G

ianluca (Lorenzo Balducci) è solo un ragazzo, forse troppo sensibile, che non riesce più a sopportare il peso delle contraddizioni della vita. Ha bisogno di riprendere fiato, di estraniarsi da tutto, e ridare il giusto ordine alle cose, alla propria esistenza senza significato e senza prospettive. Decide, quasi senza rendersi conto del clamore che avrebbe suscitato, di arrampicarsi sul Colosseo per guardare da una prospettiva diversa il caos della vita, La sua vita e quella di una città sull’orlo del collasso. Ben presto sotto di lui comincerà a radunarsi la gente e soprattutto il circo mediatico comincerà ad assediarlo tra l’indifferenza e il cinismo, mentre gli amici confusi e superficiali si producono, involontariamente, in performance esilaranti nel tentativo di raggiungerlo. L’unica persona che riuscirà a raggiungerlo, nonostante gli anni, l’amata nonna (Stefania Sandrelli) che gli trasmette la leggerezza di chi ha vissuto tanto e ha imparato ad accettare la vita così com’è. Il disagio giovanile portato alle estreme conseguenze, e trasformato in commedia. E’ la cifra stilistica di Luciano Melchionna, che a 3 anni di

distanza dal controverso Gas – sua opera prima e omonima pièce teatrale -, riprende il tema dei giovani (e della capitale) alla deriva. I toni della commedia per raccontare una generazione di giovani intrappolati in una confusione di sentimenti tra impotenza e caos metropolitano, plagiati dalla televisione e incapaci perfino di aiutare un amico in difficoltà. L’unica figura “viva” e vera è quella della nonna, portatrice di valori saldi, ancorati in un passato che si rivela sorprendentemente moderno. E’ un momento d’oro per Lorenzo Balducci. Presente al Festival Internazionale dei Film di Roma con Io, Don Giovanni (Selezione Ufficiale/Fuori Concorso) di Carlos Saura, dove interpreta il librettista ‘gaudente’ Lorenzo da Ponte, in Ce n’è per tutti torna al fianco del regista teatrale che l’aveva diretto in Gas, per interprettare un altro personaggio borderline. Nel cast oltre a Lorenzo Balducci e Stefania Sandrelli, Ambra Angiolini nel ruolo di Eva, tinta di biondo e con uno spiccato accento romano, Micaela Ramazzotti la dimessa Isa, Jordi Mollà ed Arnoldo Foà.

28

Ce n’è per tutti (Italia, 2009) Regia di Luciano Melchionna, con Lorenzo Balducci, Stefania Sandrelli, Jordi Mollà, Ambra Angiolini, Micaela Ramazzotti, Arnoldo Foà, Giorgio Colangeli, Yari Gigliucci, Giselda Volodi, Anna Falchi, Francesco De Vito, Marco Aceti Medusa, drammatico


FOCUS FEATURES INTERNATIONAL e CATTLEYA presentano

dal regista di HO VOGLIA DI TE

claudia gerini

chiara martegiani

alessandro sperduti

un film di

COCEPT BY

fOTO: EmanuEla SCarPa / © CaTTlEYa S.r.l. 2009

luis prieto

fOCuS fEaTurES InTErnaTIOnal E CaTTlEYa PrESEnTanO una PrOduzIOnE CaTTlEYa In COllaBOrazIOnE COn fOCuS fEaTurES InTErnaTIOnal un fIlm dI luIS PrIETO “mEnO malE CHE CI SEI” ClaudIa GErInI CHIara marTEGIanI alESSandrO SPErduTI GuIdO CaPrInO COn marCO GIallInI E COn STEfanIa SandrEllI TraTTO dall’OmOnImO rOmanzO dI marIa danIEla raInErI EdITO da SPErlInG & KuPfEr marIa danIEla raInErI CaSTInG BarBara GIOrdanI OrGanIzzaTOrE GEnEralE rOBErTO TOdESCHI aIuTO rEGIa alESSIO marIa fEdErICI COSTumI franCESCa lEOndEff SuPErvISIOnE alla SCEnOGrafIa SaraH WEBSTEr SuOnO anTOnIO BarBa mOnTaGGIO CECIlIa zanuSO fOTOGrafIa PaTrIzIO PaTrIzI muSICHE PaSQualE CaTalanO PrOduTTOrE ESECuTIvO luIGI PaTrIzI PrOduTTOrI ESECuTIvI CaTTlEYa maTTEO dE laurEnTIIS anTOnElla IOvInO PrOduTTOrE dElEGaTO franCESCa lOnGardI PrOdOTTO da rICCardO TOzzI GIOvannI STaBIlInI marCO CHImEnz rEGIa dI luIS PrIETO

SOGGETTO E SCEnEGGIaTura

www.menomalechecisei.it

DAL 27 NOVEMBRE AL CINEMA


27 novembre Nel caotico mondo della tv tutti i programmi, anche quelli personali, hanno bisogno di un coach.

L

a produttrice di uno show mattutino in una tv locale Abby Richter (Katherine Heigl) in crisi di ascolti, viene costretta suo malgrado a collaborare con il conduttore del programma “The Ugly Truth” Milke Chadway (Gerard Butler), un tipo decisamente sciovinista e arrogante, che si vanta di essere un esperto in relazioni interpersonali. Impegnatissima sul lavoro e piuttosto esigente in fatto di uomini, Abby è condannata ad essere single. Pertanto, quando il conduttore super-macho e superattivo comincia a consigliarla su come rilanciare il suo programma, immancabilmente comincia a darle lezioni su come trovare l’amore. Dopo le iniziali, inevitabili, repulsioni, Abby comincia ad apprezzare i consigli del tanto odiato giornalista, che alla fine cadrà nella sua stessa trappola.

Commedia romantica diretta dall’australiano Robert Luketic – regista di Legally Blonde (2002), Quel mostro di suocera (2005) e 21 (2008). Professionista della commedia brillante, La rivincita delle bionde con la spumeggiante Reese Witerspoon, è stato campione di incassi, e molto apprezzato dal pubblico anche Quel mostro di suocera con la coppia Jennifer Lopez - Jane Fonda. Adesso Luketic si affida all’’antipatica’ diva di Grey’s Anatomy, di Molto Incinta e del recente 27 volte in bianco, Katherine Heigl ed alla star di 300, Gerard Butler. La sceneggiatura scritta dall’esordiente Nicole Eastman in collaborazione con Karen McCullah Lutz e Kirsten Smith, segue percorsi già visitati nelle commedie del genere, ma Luketic li sviluppa in modo originale non lasciando intuire la previdibilità degli eventi. Uscito nelle sale americane a luglio scorso, malgrado, La dura verità ha ottenuto un riscontro positivo da parte del pubblico con un terzo posto al botteghino, subito dopo Harry Potter e il principe mezzosangue e G-force.

La dura verità

(The Ugly Truth, Usa 2009) Regia di Robert Luketic con Katherine Heigl, Gerard Butler, Eric Winter, John Michael Higgins, Nick Searcy, Kevin Connolly, Cheryl Hines, Rocco DiSpirito 101’, Sony Pictures, Commedia

La dura verità 30


MEDUSA FILM PRESENTA

Perché accusarsi di un crimine non commesso?

JESSE

METCALFE AMBER

TAMBLYN e MICHAEL

DOUGLAS

UN ALIBI

PERFETTO BEYOND A REASONABLE DOUBT

AUTONOMOUS FILMS FORESIGHT UNLIMITED E RKO PICTURES PRESENTANO UNA PRODUZIONE SIGNATURE ENTERTAINMENT UN FILM DI PETER HYAMS JESSE METCALFE AMBER TAMBLYN E MICHAEL DOUGLAS “UN ALIBI PERFETTO - BEYOND A REASONABLE DOUBT” JOEL DAVID MOORE ORLANDO JONES MUSICHE DI DAVID SHIRE COSTUMI SUSANNA PUISTO MONTAGGIO JEFF GULLO SCENOGRAFIA JIM GELARDEN DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA PETER HYAMS PRODUTTORI ESECUTIVI ALLAN ZEMAN COURTNEY SOLOMON LAURA IVEY STEPHANIE CALEB AARON RAY MICHAEL HELFANT FAISAL S. M. AL SAUD STEVEN SAXTON PRODOTTO DA TED HARTLEY LIMOR DIAMANT MARK DAMON SCENEGGIATURA DI PETER HYAMS TRATTO DA UNA SCENEGGIATURA DI DOUGLAS MORROW BASATO SU THE RKO FILM “BEYOND A REASONABLE DOUBT” DA THE RKO PICTURES LIBRARY DIRETTO DA PETER HYAMS ©2009 BAR Doubt, LLC All Rights Reserved.

DAL 13 NOVEMBRE AL CINEMA

www.medusa.it


27 novembre

Triage

Nel 2001 ha vinto l’Oscar per il Miglior Film Straniero con No Man’s Land. Ora il regista bosniaco Danis

Tanovic ritorna in prima linea con Triage, passato in concorso al Festival di Roma, dove racconta nuovamente gli orrori della guerra attraverso gli occhi di un fotografo.

D

ue esperti fotoreporter, Mark (Farrell) e David (Sives), lavorano nel Kurdistan in guerra sul finire degli anni 80. Mark è molto ambizioso e vuole seguire i combattimenti da vicino alla ricerca della foto della sua vita, ma David ne ha abbastanza di cadaveri e di sangue, e molla tutto per ritornare a casa dalla moglie incinta. Poco dopo Mark viene ferito e trasportato nel campo di soccorso dove l’unico medico presente, il dottor Talzani, decide brutalmente chi può essere curato e chi deve essere eliminato. Una volta rientrato a Dublino, Mark è un altro uomo. Debole, esausto, disorientato. Non solo a causa delle ferite e dello shock, ma è sconvolto anche nell’apprendere che David non è mai rientrato a Dublino e di lui non si hanno notizie. L’uomo peggiora a vista d’occhio. In ospedale, i medici giungono alla conclusione che la sua paralisi è un problema psicologico legato a qualcosa accaduto in Kurdistan e che Mark non vuole ricordare. A scoprirlo sarà l’anziano nonno di Elena, la sua compagna, uno psichiatra esperto in traumi bellici e che si è occupato del ‘recupero’ dei criminali di guerra dopo la guerra civile spagnola. Il triage del titolo indica proprio il sistema utilizzato negli ospedali per selezionare i soggetti coinvolti in infortuni, secondo classi di urgenza, in base alla gravità. Un titolo molto calzante per una storia che allarga l’esperienza della guerra in due fasi distinte, quella diretta e quella successiva post-trauma. Passando dagli orrori fisici a quelli psicologici della guerra.

Allo spettatore il compito di valutarli. Tratto dall’omonimo romanzo di Scott Anderson, inviato di guerra per quasi vent’anni per il New York Times, Triage è un film che rappresenta la guerra nel suo mostruoso insieme, di una realtà destinata a condizionare per sempre la vita delle persone che hanno la sfortuna di incontrarla. Notevole il cast del film. Paz Vega, il grande Christopher Lee, e il divo Colin Farrell che ha fortemente voluto interpretare il film, accettando, per entrare nel ruolo, di recarsi a Srebrenica, la città bosniaca dove l’11 luglio del 1995 quasi ottomila musulmani vennero uccisi dall’esercito serbo-bosniaco. “E’ stata

Ce n’è per tutti (Italia 2009) Regia di Luciano Melchionna, con Lorenzo Balducci, Stefania Sandrelli, Jordi Mollà, Ambra Angiolini, Micaela Ramazzotti, Arnoldo Foà, Giorgio Colangeli, Yari Gigliucci, Giselda Volodi, Anna Falchi, Francesco De Vito, Marco Aceti Medusa, drammatico

Triage

(Irlanda/Belgio, 2009) Regia di Danis Tanovic con Colin Farrell, Paz Vega, Christopher Lee, Kelly Reilly, Jamie Sives 96’, 01 Distribution, drammatico/storico


27 novembre

Dorian Gray A

rrivato, alla morte del padre, nella Londra vittoriana, il giovane ed ancora ingenuo Dorian Gray (Barnes) si lascia trascinare nel vortice della vita mondana dal carismatico Lord Henry Wotton (Firth), che introduce Dorian ai piaceri della città. Facendogli fare, da un suo amico, l’artista Basil Hallward (Chaplin), un ritratto che catturi appieno tutta la sua bellezza giovanile. “Ora, ovunque andiate, voi incantate il mondo. Sarà sempre come oggi?”, gli mormora Lord Henry Wotton. Nel momento esatto in cui tolgono il velo che ricopre il ritratto, Dorian compie un giuramento: è pronto a sacrificare qualsiasi cosa pur di rimanere così come appare nel dipinto… perfino la sua anima. Il giura-

Oliver Parker ha già diretto due film tratti da opere di Oscar Wilde – Un marito ideale e L’importanza di chiamarsi Ernesto. Ora rilegge, in chiave horror, il capolavoro del geniale scrittore irlandese, la storia di uno splendido giovane che vende la sua anima al diavolo.

mento funziona: il tempo passa e l’anima di Dorian diventa sempre più lasciva e dannata e il ritratto più orripilante e mostruoso, mostrando il vero volto del giovane. Ma l’aspetto esteriore di Dorian non cambia. Bello, giovane, affascinante anche se dentro di sé è un uomo tormentato, con una vita dissoluta, sempre più maledetta. Ben Barnes, l’affascinante Principe Caspian di Le Cronache di Narnia, interpreta un Dorian Gray decisamente più dark rispetto all’originale. “Una delle cose che rendevano più interessante questo progetto - ha spiegato il regista - è la mancanza di quei limiti definiti che invece caratterizzano

33

una rappresentazione teatrale. Si tratta di un libro che non è mai invecchiato, che è molto attuale, grazie alla tematica di base della storia: ‘e se avessi la possibilità di fare qualsiasi cosa?’. Credo sia una nozione accessibile a tutti perchè tutti hanno imparato la differenza tra il bene e il male e il fatto che se si compiono delle azioni sbagliate si deve pagarne il prezzo”. Dorian Gray (UK, 2009) Regia di Oliver Parker con Ben Barnes, Colin Firth, Ben Chaplin, Rebecca Hall, Fiona Shaw 112’, Eagle Pictures, drammatico


A

27 novembre

Dopo Diverso da chi? e Oggi sposi Cattleya ancora una volta sfida le regole dei generi, realizzando una commedia sentimentale per adolescenti e per adulti.

Meno male che ci sei 34

llegra (Chiara Mategiani) ha diciassette anni e a volte si sente invisibile. Luisa (Claudia Gerini) è una trantacinquenne romantica e sognatrice, con un mutuo trentennale sulle spalle e con una relazione, senza speranze, con il padre di Allegra. Allegra e Luisa non si conoscono, ma un terribile incidente le farà incontrare. Per diventare amiche e complici, indispensabili l’una all’altra anche quando nuove relazioni sentimentali sembreranno allontanarle. Allegra infatti vivrà la sua prima, grande storia d’amore con Gabriele (Alessandro Sperduti), suo compagno di scuola, proprio mentre Luisa comincerà ad innamorarsi di Giovanni (Guido Caprino), un affascinante quarantenne incontrato per caso in libreria. Ma come spesso accade, l’amore si porta dietro gelosie, paure, tormenti e incomprensioni che soprattutto la piccola Allegra non sa affrontare. In realtà, Allegra sta solo crescendo, è in quella fase transitoria e spesso dolorosa che la trasformerà da adolescente in giovane donna e quando lo capirà, sarà pronta a riconquistare il cuore di Gabriele e a riscoprire l’importanza del suo legame con Luisa. Tratto dal best seller della scrittrice Maria Daniela Raineri, sceneggiatrice della pellicola, Meno male che ci sei basa la sua forza proprio sulle personalità delle due protagoniste: l’inguaribile ottimismo, la vitalità un po’ ingenua di Luisa, la fragilità e la rabbia di Allegra e l’energia che permette ad entrambe di rialzarsi sempre nonostante i colpi bassi della vita. “Luisa è una sognatrice inguaribile – afferma la Gerini – ha una relazione con un uomo sposato, ed è convinta che prima o poi lascerà la moglie”. Allegra invece, dalle parole di Chiara Martegiani “è una ragazza introversa e timida, che ha difficoltà a crearsi delle amicizie all’interno della scuola e un rapporto conflittuale con i suoi genitori. Trovandosi a vivere una tragedia, Allegra si sentirà persa senza più alcun punto di riferimento e sarà l’incontro con Luisa che segnerà la sua risalita”. “Siamo partiti subito (Francesca Longardi e Gianluca Leoncini di Cattleya ed il regista Luis Prieto hanno collaborato alla stesura del copione) con questa base forte e condivisa, che erano i personaggi e l’affetto che provavamo per loro, per le loro vite scombinate, le contraddizioni e persino gli errori più clamorosi – commenta Maria Daniela Raineri . I personaggi ci hanno fatto da àncora e ci hanno permesso di allontanarci, ogni tanto, dai binari del romanzo, alla ricerca di soluzioni più orientate all’immagine, senza timore di perderci ma soprattutto con la piacevolezza nella scrittura che è rimasta immutata fino all’ultima battuta”. Così come nella vita in cui i momenti divertenti si alternano spesso ed in modo inaspettato a quelli tragici, la pellicola riesce a mantenere la leggerezza ed il tono un pò stralunato che pervade tutto il romanzo e che oscilla tra commedia e dramma.

Meno male che ci sei

(Italia,2009) Regia di Luis Prieto con Claudia Gerini, Chiara Martegiani, Alessandro Sperduti, Guido Caprino, Marco Giallini, Stefania Sandrelli 106’, Universal Pictures, Sentimentale


4 dicembre

Tra graphic novel e leggende metropolitane, James McTeigue firma un action ultraviolento e dark, dove il carisma dei guerrieri Ninja

Ninja Assassin

si tinge di rosso sangue.

C

resciuto e addestrato da una società segreta, il Clan Ozunu, per diventare un assassino, il piccolo orfano Raizo (Rain) è diventato un killer famoso per la sua crudeltà. Dopo l’esecuzione spietata di un suo amico da parte del Clan, Raizo decide di abbandonare la società e sparisce. Ora il suo unico scopo è la vendetta. Mentre tenta di attuarla, salva l’agente dell’Europol Mika Coretti (Naomie Harris), che indagando su un traffico di denaro ha scoperto che era destinato al Clan Ozunu per il pagamento di killer provenienti dall’Estremo Oriente, come compenso per uccisioni di personalità politiche. Per questo è diventata un bersaglio del Clan che ha inviato sulle sue tracce una squadra di assassini, guidata dal letale Takeshi (Rick Yune). Ormai le loro vite sono in gioco: solo una guerra potrebbe salvarle. B-movie in formato colossal, Ninja Assas-

35

sin è firmato da James McTeigue (V Per Vendetta), prodotto dai Fratelli Wachowski, e interpretato dalla star del cinema asiatico Rain. Un racconto dark e quasi iperrealista, pieno di scontri violentissimi e cruenti, un combat-film in piena regola, dove la storia si perde negli oscuri meandri dell’action.

Ninja Assassin

(Usa, 2009) Regia di James McTeigue con Rain, Naomie Harris, Ben Miles, Rick Yune, Stephen Marcus, Sho Kosugi, Togo Igawa, Randall Duk Kim, Sung Kang, Thorston Manderlay 99’, Warner Bros., action/drammatico


4 dicembre Ken Loach è uno dei pochissimi autori capace di raccontare situazioni difficili senza perdere fiducia nella vita, e soprattutto negli uomini. Anche ne Il mio amico Eric parla delle cose che contano, ma con una leggerezza da commedia, e con due Eric semplicemente irresistibili.

Il mio amico Eric

L

a vita di Eric Bishop, postino di Manchester, sta andando a rotoli. La famiglia caotica, i guai con i figli e la betoniera in giardino non aiutano, certo, ma a tormentare Eric è soprattutto un segreto che si porta dentro da trent’anni. Riuscirà ad affrontare Lily, la donna che ha amato e abbandonato da ragazzo? Nonostante l’entusiastico e a volte strampalato sostegno dei suoi amici e compagni di fede calcistica, Eric continua ad affondare. Nei momenti di disperazione, ci vogliono uno spinello e un amico speciale, che ha molte risposte sulle insidie della vita, per convincere un postino in crisi a intraprendere il difficile viaggio nel territorio più insidioso: il passato. Questo amico è il suo idolo di sempre, quello di cui Eric conosce ogni azione a memoria, il calciatore: Eric Cantona. “Un giorno mi hanno detto che Eric Cantona voleva incontrarmi…”, ha affermato Ken Loach al Festival di Cannes dove questo suo ultimo film è passato in concorso. “Ed era vero – continua Loach – mi voleva parlare della storia del suo rapporto con un tifoso. Io e il mio sceneggiatore di fiducia Paul Laverty ne siamo usciti entusiasti ma non ci sembrava che ne potesse uscire un film. Così Paul ha scritto una

storia da capo, inserendo gli elementi dei miei film, ovvero la sempre più disastrosa situazione economica del proletariato inglese, un amore perduto, i guai con i figli adolescenti e ovviamente il grande amore per il calcio che univa tutti. Cantona si è dimostrato elettrizzato e il confronto tra queste due persone socialmente così diverse, è divertente e commovente”. Una pausa ‘leggera’ per il più coerente e integro degli autori dell’impegno, un po’ come ha fatto Mike Leigh con La felicità porta fortuna. Si ride, si piange, si partecipa alla vita di Eric Bishop che, come in una favola, sarà aiutato dal suo mito, Eric Cantona (nella parte di se stesso) che diventa per lui: consigliere, psicologo e motivatore personale.

Il mio amico Eric (Looking for Eric, UK, 2009) Regia di Ken Loach con Eric Cantona, Steve Evets, John Henshaw, Stephanie Bishop, Lucy-Jo Hudson 119’, Bim, commedia


DICEMBRE 2009


3 dicembre L’animazione visionaria di Robert Zemeckis e l’energia creativa di Jim Carrey al servizio di un classico della letteratura: Il Canto di Natale di Charles Dickens. Magia e misantropia per raccontare le gesta di un personaggio entrato nell’immaginario collettivo, che tra l’altro ha ispirato il disneyano Paperon de’ Paperoni. Ebenezer Scrooge (Jim Carrey) inizia le festività natalizie mostrando il suo solito disprezzo, urlando al suo fedele impiegato (Gary Oldman) e al gioviale nipote (Colin Firth). Ma quando gli spiriti del Natale Passato, Presente e Futuro lo portano in un viaggio che gli rivela delle verità che il Vecchio Scrooge non ama affrontare, capisce di dover aprire il suo cuore per compensare anni di cattiva condotta prima che sia troppo tardi. A Christmas Carol ovvero Il Canto di Natale di Charles Dickens vive un nuovo adattamento, questa volta ipertecnologico, firmato da Robert Zemeckis, che porta sullo schermo un altro film realizzato con la tecnica Motion Capture (Polar Express e Beowulf) che sfrutta al massimo le potenzialità del 3D per intrattenere, divertire e sorprendere lo spettatore. Fedele allo spirito del libro, Zemeckis ha realizzato A Christmas Carol con l’obiettivo di coglierne in pieno l’anima vittoriana, presentandola nel contesto di un’ambientazione tetra e deprimente. Tutt’altro che mitigata dal lessico ottocentesco, l’anima perduta di Scrooge ci viene restituita in tutta la sua abiezione e malvagità. La notte della vigilia di Natale, però, Scrooge, avvertito dal fantasma del suo ex socio avrà la sua ultima possibilità di redenzione, incontrando tre spiriti (anche questi interpretati da Carrey) che lo porteranno a rivivere i Natali passati, a

scoprire il Natale presente e a prevedere cosa potrà accadere un giorno di Natale del futuro. Lugubre e avvincente, A Christmas Carol gioca sulla tecnologia la propria forza visiva e la sua capacità di impattare l’immaginazione dello spettatore. Ma la forza del film arriva anche dalla straordinaria interpretazione di Jim Carrey la cui versatilità si adatta perfettamente ad un personaggio tanto scorbutico quanto affascinante come Ebenezer Scrooge. Gli altri interpreti del cast sono attori del calibro di Colin Firth, Robin Wright Penn e Gary Oldman rispettivamente nel ruolo del maltrattato nipote di Scrooge, della sua fidanzata abbandonata e del suo fedele e sfortunato impiegato Bob Cratchit. Da non dimenticare, inoltre, la partecipazione di altri importanti attori britannici come Imelda Staunton e Bob Hoskins in ruoli minori. “Se devo pensare a qualsiasi attore in attività – ha affermato Zemeckis - Carrey è il miglior interprete per i film in motion capture. E’ capace di creare un personaggio dall’interno del suo essere, riuscendo a lavorare con tutto il suo corpo ogni volta che recita. Non per niente oltre a Ebenezer interpreta perfettamente anche i tre fantasmi che attanagliano la sua anima. Avendo Carrey, un regista riesce a coprire tutto, passando da momenti drammatici e spaventosi a scene divertenti fatte in un modo tale che solo lui può realizzare”.

38

A Christmas Carol

(Usa, 2009) Regia di Robert Zemeckis con Jim Carrey, Colin Firth, Christopher Lloyd, Bob Hoskins, Daryl Sabara, Jacquie Barnbrook, Molly C. Quinn, Fay Masterson, Gary Oldman, Cary Elwes, Robin Wright Penn 96’, Walt Disney, animazione/drammatico/ fantasy

A Chr


ristmas Carol


Interviste di Nicoletta Gemmi

La fine è vicina

A

ltro che Apocalypto, il popolo Maya ha previsto un’Apocalisse. Un diluvio universale che spazzerà via la civiltà nel giorno fatidico, segnato dai loro calendari, del 21/12/2012. Una previsione che il maestro dei film catastrofici Roland Emmerich ha preso molto sul serio, realizzando un film da 200 milioni di dollari, con un grande cast, e effetti speciali come sempre sbalorditivi. Nelle sale dal 13 novembre distribuito da Sony Pictures. Su quali basi scientifiche vi siete appoggiati per le teorie esposte nel film? “All’inizio avevo l’idea di raccontare in chiave moderna la storia dell’Arca di Noé. Poi ho letto un libro, ‘Le impronte di Dio’, dove si narra che questi cataclismi tendono a ripetersi nel corso del tempo, ciclicamente. Nel libro si parla dello spostamento, dello scivolamento della crosta terrestre e ho approfondito questa teoria e mi sono reso conto che questa potrebbe essere l’unica spiegazione possibile per l’arrivo di un ulteriore Diluvio Universale. A questo punto era essenziale stabilire chi sarebbe oggi Noé? E inoltre chi è a sceglierlo e ad avvisarlo di quanto sta per avvenire? Una decisione molto difficile visto che nella Bibbia era stato Dio. Dopo molte discussioni fra di noi abbiamo pensato che il Dio di oggi potrebbe essere un insieme di capi di governo. Noé quindi sarebbe il governo ispirato dalla scienza. Ma la cosa che ci ha intrigato

Roland Emmerich, regista di 2012 maggiormente è stata il chiederci che cosa farebbero i governi, una volta che fossero a conoscenza della imminente fine del mondo. Lo rivelerebbero alla popolazione? Io credo di no. Il film è incentrato su questo”. Poco tempo fa lei aveva detto che non avrebbe fatto più film catastrofici. Cosa è cambiato? “Sì è vero. Ma poi è arrivato Harold Kloser (produttore di 2012) e ha cominciato a parlarmi di questo progetto, e mi ha detto: ‘Non credi che questa idea sia davvero ottima? E non ti dà fastidio il pensiero che possa finire nella mani di qualcun altro che la realizzerà?’. Nel frattempo è cresciuta nella gente la consapevolezza che la terra stia soffrendo, e che potrebbero succedere eventi sempre più catastrofici. Quindi, dato che c’è questo interesse globale per questi problemi ecologici, ho deciso di farlo, ma in modo grandioso. Solo così posso dire addio ai film catastrofici. Quando poi abbiamo scritto la sceneggiatura, tutti quelli a cui l’abbiamo sottoposta ci hanno detto che era una cosa non filmabile, ed è nata una sfida con loro e con me stesso. Ed ho dimostrato che era possibile farlo.” Ma lei cosa pensa veramente della profezia Maya sulla fine del mondo nel 2012? Ho oscillato per molto tempo su considerazioni diverse. Io generalmente non credo a profezie di questo tipo però ho letto un

New Moon for beginners

«

Sono attratta dalle parti oscure dell’umanità. Dal fatto che l’uomo è affascinato e inorridito al tempo stesso dal proprio lato oscuro». Così esordisce Melissa Rosenberg, ospite del Festival di Roma come sceneggiatrice di Twilight, di New Moon e del prossimo Eclipse. «E’ stato importante che la parte italiana di New Moon sia stata girata davvero in Italia - ha continuato la scrittrice, autrice tra l’altro della serie Dexter, scherzando sul tentativo, respinto, di farsi mandare in Italia per scrivere la parte della sceneggiatura ambientata nel libro di Stephenie Meyer, nel nostro paese. Ligia al testo di quest’ultima, la Rosenberg ha confessato di non fare cambiamenti senza un accordo preventivo con l’autrice dei romanzi. Storia d’amore dalla grande tensione erotica, resa ancora più drammatica dall’impossibilità di essere soddisfatta, a causa della natura vampira di Edward. «La saga è incredibilmente erotica pur essendo al contempo molto casta» ha commentato, aggiungendo che anche in questo secondo capitolo ci sono scene d’azione, i vampiri ed adesso anche i licantropi. «Ma la vera sfida di New Moon è stata di raccontare visivamente le emozioni, i sentimenti di Bella. Come l’abbandono da parte di Edward,

paio di libri che mi hanno creato delle inquietudini. Inoltre da sempre l’umanità è ossessionata dall’idea di una possibile fine. Il fatto veramente unico è che il calendario Maya finisce in quella data e se fate ricerche su Internet vedrete che ci sono milioni di persone che sono convinte che questa cosa avverrà veramente. E quando ti rendi conto che c’è già un terreno così vivo il tuo film diventa più reale. Cosa c’è nel suo futuro? Il mio prossimo film si chiama Anonymous ed è incentrato sull’enigma: William Shakespeare è l’autentico autore delle sue opere?!. Una teoria che gira da molto tempo dato che alcuni si sono chiesti come è possibile che un attore semi-analfabeta abbia scritto tali capolavori. Quindi indagheremo sul fatto se esisteva qualcuno che scriveva al posto suo.

Melissa Rosenberg, sceneggiatrice di New Moon

il suo crollo psicologico dopo la partenza dell’amato, la sua estrema ricerca del pericolo. Tutte situazioni di grandissimo impatto emotivo». Non ha nessun dubbio la sceneggiatrice che il film piacerà - e molto - non solo alle ragazze ma anche ai ragazzi.

40



Interviste di Nicoletta Gemmi

Le capre di George

P

er George Clooney una dark comedy, piena di satira politica sulla stupidità dell’esercito e dei patrioti, è come il cacio sui maccheroni. Ancora più ghiotta se a scriverla e a dirigerla è il suo vecchio amico Grant Heslov (sceneggiatore del film Good Night and Good Luck seconda regia di Clooney). Cosa l’ha interessata maggiormente della storia tanto da produrla oltre che interpretarla? “Alla base di questo lavoro c’è il libro inchiesta del giornalista britannico Jon Ronson. Sia io che Grant abbiamo letto il libro e siamo rimasti conquistati da quello che veniva svelato ovvero gli esperimenti condotti da esponenti dell’esercito americano con il paranormale per dimostrare come l’originale ispirazione della filosofia hippie mescolata alla spiritualità e alla new age potesse essere sfruttata per creare un corpo di super-soldati. Noi non abbiamo voluto fare un film sulla guerra in Iraq ma piuttosto sulle conseguenze che questa ridicola e devastante situazione, che va avanti da anni, ha portato. Nel film si ride molto perché le situazioni sono davvero comiche. Ma vorrei

George Clooney, protagonista di l'uomo che che fissa le capre

ricordare che alcune di queste tecniche sono state recentemente adottate per torturare i prigionieri nei campi di Guantanamo e Abu Ghraib”. Ha visto altri film sull’argomento o ci sono personaggi particolari che l’hanno ispirata per creare il suo Lyn Cassady? “Avevamo in mente pellicole come M.A.S.H. e Comma 22. Volevamo creare dei personaggi che credono talmente tanto nelle cose assurde che fanno che il pubblico non può non innamorarsi di loro. Anche perché i protagonisti del film sono delle ‘vittime’ di questa inutile guerra, delle cavie umane per evitare di andare a combattere e rischiare la propria vita. Anche se alla fine le loro esistenze le hanno messe seriamente in pericolo ugualmente”. Pensa che il film abbia delle analogie con Three Kings? “Three Kings lo ritengo uno dei film migliori che ho girato ma i tempi erano completamente diversi rispetto ad ora. Quel film si rifaceva ad un momento in cui la prima parte della guerra in Iraq era finita ed è più semplice vedere le cose con una certa distanza

Pugni al vento

D

di tempo. The Men Who Stare At Goats è stato girato con la guerra in Iraq ancora in attività, e si rifà ad esperimenti inventati e pensati subito dopo l’intervento in Vietnam e tornati alla ribalta per essere utilizzati in maniera criminale oggigiorno. La realtà di oggi è molto più difficile e intrigata di quella di alcuni anni fa”.

Sergio Castellitto, protagonista di Alza la testa

opo L’aria salata ancora una storia di paternità difficile per il regista Alessandro Angelini, che questa volta ha voluto come protagonista un inedito, popolano e dialettale, Sergio Castellitto, operaio in un cantiere navale di Fiumicino, il cui sogno è che il figlio diventi un campione di boxe, riscattando così la sua anonima carriera da dilettante. “Alza la testa” è il mantra che Mero ripete continuamente a suo figlio per educarlo all’orgoglio, per comunicargli che la vita va guardata in faccia. Castellitto ha dovuto prendere delle lezioni di boxe per il film. “L’aria salata mi era piaciuto moltissimo – sottolinea l’attore - Angelini è dotato di talento, modernità e di una certa ‘scorrettezza narrativa’: un dono prezioso in questo nostro cinema conformista. Io poi non cerco più copioni, ma incontri. E quello con lui è stato bellissimo: è una persona che sa ascoltare e che accoglieva spesso i miei suggerimenti sul set”. Quasi un ruolo di co-autore, dunque, quello assunto da Castellitto, tanto più che Angelini ha “costruito” Mero proprio su di lui. “Il mio personaggio è una sorta di ‘uomo-donna’ – continua l’attore - un padre-madre che ha dovuto sopportare un evento intollerabile: l’abbandono da parte della sua donna. Un ‘omo-sensuale’ non borghese che scopre la sua sensibilità nel momento in cui perde il figlio. Siamo dalle parti di Pasolini, e non solo per l’ambientazione iniziale a Ostia”, continua l’attore, che parla anche dell’esperienza delle riprese al confine tra Friuli e Slovenia, dove Mero va a cercare la persona che ha in petto il cuore del figlio, “un’Italia

di confine dove le identità si pestano e il mio personaggio si sente di colpo straniero”. Il boxeur-ragazzino Gabriele Campanelli è una novità assoluta per il cinema italiano: diciassettenne romano nato e cresciuto al Quarto Miglio, ha sette fratelli ed è un appassionato di arti marziali. Un film dalla struttura e dai percorsi imprevedibili. Sono i percorsi paralleli di un adolescente che cresce in un ambiente molto virile, fatto di soli uomini, diviso tra la voglia di compiacere i desideri del papà e quella di vivere spensieratamente l’adolescenza, e quelli di Mero/Castellitto - che quando perde il figlio in un incidente acconsente a donare il suo cuore e poi parte alla ricerca di chi lo ha ricevuto”.

42



GRANDE CONCORSO

immagine di Carlo Alfaro

VINCI LE GIORNATE VINCI SORRENTO

Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali


Vivi da protagonista l’evento cinematografico dell’anno e vinci un soggiorno nella meravigliosa cornice di sorrento dal 30 novembre a 4 dicembre 2009

Per partecipare al concorso promosso da Primissima, è necessario collegarsi, fino al 20 novembre 2009, al sito www.primissima.it o al sito www.giornatedicinema.it, compilare il modulo di iscrizione al concorso e rispondere a 6 domande riportate sui due siti. Tra tutti coloro che si saranno correttamente registrati al concorso ed avranno risposto esattamente alle 6 domande saranno estratti 2 vincitori che si aggiudicheranno rispettivamente un soggiorno per 2 persone (pernottamento e prima colazione) per 4 notti (dal 30 novembre al 4 dicembre) presso uno dei prestigiosi hotel di Sorrento e n. 2 accrediti per poter accedere a tutti gli eventi in programma durante le Giornate di Cinema di Sorrento. Le Giornate di Cinema di Sorrento offrono ai partecipanti anteprime in esclusiva, anticipazioni, trailer e prime immagini di tutti i film della prossima stagione, incontri ed interviste con i più autorevoli registi ed interpreti del cinema italiano, conferenze e focus su importanti temi del mercato cinema, una fiera delle ultime tecnologie per il cinema, premiazioni e riconoscimenti ai film di maggiore incasso, feste ed eventi speciali.

ATTENZIONE: Si può partecipare al concorso una sola volta, non saranno ammesse partecipazioni multiple del medesimo utente. Il concorso scade il 20 novembre 2009, l’estrazione dei vincitori avverrà martedì 24 novembre 2009 presso la sede del soggetto delegato dal promotore. Nella stessa giornata i vincitori del concorso saranno raggiunti telefonicamente per la conferma della vincita. I nomi dei 2 vincitori saranno resi noti sul sito ufficiale delle giornate www.giornatedicinema.it e su www.primissima.it il giorno seguente l’estrazione. Il premio ed i servizi ad esso collegati saranno utilizzabili esclusivamente dal 30 novembre al 4 dicembre 2009, durante le Giornate di Cinema. SCADE IL 20/11/2009 - TOTALE MONTEPREMI EURO 1600 Regolamento integrale su www.giornatedicinema.it e su www.primissima.it


LE BATTUTE DE Barbarossa “Stai lontano da lei, è una bambina molto strana. Se proprio lo vuoi sapere, è stata colpita dal fulmine. E chi sfugge al fulmine, sfugge alla mano di Dio. E’ un fuorilegge, forse anche peggio” “Voglio ricordiate una cosa: si tradisce una sola volta il vostro imperatore. Io sono crudele quanto Dio è misericordioso” “Un pugnale e una corona usati saggiamente possono portare un imperatore lontano” “Ti chiamano Enrico il Leone, ma non vali uno sputo”

L’uomo che fissa le capre

“Cosa vuoi sapere tu di allegria? Sei allegro come un funerale a novembre, a Lodi e con la nebbia” “Sei mai stato innamorato?” “Certo, avevo 19 anni e lei era una vigilessa del traffico. Per avvicinarla commettevo ogni tipo di infrazione. Presi 34 multe. Alla 35ima lei si sentì in colpa e mi offrì un caffè. Diventammo amici e finii per fare il suo testimone di nozze” “Vado al solarium a farmi una lampada” “Una sola je rimbalza” “Portalo a chi sai tu, dillo a chi sa lui e dì che è per loro”

Viola di mare

“Per te la nostra tradizione è la nostra ignoranza”

Viola di mare “I comandamenti sono per chi sa leggere” “Mi hanno fatto zita a Ventura. Ma io è te che voglio!” “Tu la luna vuoi” “Ero più contento a saperla bottana che mezzo masculo. Per me può anche morire”

Oggi Sposi “Papà, amm’a fa il matrimonio hindu!” “E certo che vi sposate in tre?” “Impanato, sa cosa dicono di lei le poliziotte? Che è come il lifting, prima o poi una deve farselo” “Modestamente”

Oggi Sposi

“Sai come dicono a Rami Dabi? Dove ci sono le lacrime, c’è anche l’amore” “Il giorno più bello della mia vita e tu pensi solo allo sponsor!” “E daje! Me devo scaricà er matrimonio! E poi parli tu che hai detto all’Ansa che ci siamo innamorati al Bussolengo Outlet!” “Ecco il matrimonio del secolo, c’è la crema della s o -

cietà italiana: calciatori, tronisti, soubrette, ben tre vincitori di reality, c’è anche il presunto assassino di Lodi braccato dai suoi fan!” “Papà, ti giuro, non sono mafioso, sono precario!”

Alza la testa “Ma che cazzo ne sapete voi di moda, questa è di Dolce e Gabbana!” “E allora ridajela, che ti sta di merda” Al matrimonio di Radu: “Signora, congratulazioni. E mi raccomando, lo faccia uscire di Radu” “Da domani più addominali e meno pippe” “Tieni la testa alta, che hanno trovato tutto per terra” “Il corpo umano è ‘na macchina perfetta, lo so che se te guardi allo specchio nun ce credi, ma è così” “I vincenti non sono quelli che non cadono, ma quelli che dopo ogni caduta si rialzano”

500 giorni insieme

“Non è così che si comportano due amici! Si bacerebbero in sala fotocopie? Andrebbero da Ikea mano nella mano? Scoperebbero nella doccia? Amici! Amici un paio di palle!” “Ti stupisce che una donna voglia essere libera e indipendente?” “Devo dedurre che sei lesbica?” “Venerdì andiamo al karaoke al Mill” “Te lo scordi. Non ti lasceranno en-


DEL MESE Orphan

di Boris Sollazzo

Orphan "Sai quando i grandi si amano molto, vogliono dimostrarlo. Insomma..." "Lo so, scopano!" "Se provi a dirlo a qualcuno ti taglio via questo cazzetto spelacchiato prima ancora che tu possa scoprire a cosa ti serve"

Marpiccolo

trare, dopo l’ultima volta. “Beh, guarda, si è visto di peggio, se è per questo” “Ti ricordo che hai vomitato sul palco, hai quasi fatto a botte col barista e hai minacciato di dare fuoco al locale” “Ma comunque, alla fine, non gli ho dato fuoco” “Sono assatanata. Ehm, voglio dire assetata” “Forse andare sul sicuro è un approccio sbagliato. La famiglia tradizionale è morta. E ci vuole una ricorrenza che lo sancisca definitivamente. Il 21 maggio, da quest’anno, sarà la Festa della Lesbomamma” “Stavo con Charlie, poi sono partita per un semestre a Barcellona e ci sono stati Fernando e Pimentel” “Sono già tre…” “Pimentel detto anche Big Ben, per il suo…” “Capito”

“Non funziona!” “E che cazzo ne so, mia madre ci va giù di brutto con quella roba” “Non è mica un dobermann, tua madre” “Non l’hai mai vista incazzata!”

L’uomo che fissa le capre “Ognuno è predestinato. Gandhi avrebbe potuto fare il pilota? Anna Frank la maestra? E quello che hanno detto, scritto e fatto, dove sarebbe finito?” “Bill non sapeva che solo il 20% dei soldati alla loro prima guerra sparano per uccidere. Sparano in alto” “Vincere guerre con amore e pace?” “Sono in tanti a crederlo e averlo detto: Gesù Cristo, Walt Disney, Mao Tse Tung”

Io sono l’amore Ci vorranno due uomini per sostituire me!” “Non credo tornerà con Gregorio, non lo ama” “E questo cosa vuol dire?”

The last station “Credo sia stupito che un uomo tanto giovane sia così diligente. Alla sua età lui andava a puttane nel Caucaso. Non ne era mai sazio”

The last station

“Stanotte ho sognato una ragazza tartara che conobbi in guerra” “Una ragazza che morì?” “No, una con cui facevo sesso anche due volte al giorno. Ricordo tutto, le posizioni dei nostri corpi, il suo sapore” “Tolstoj, sono passati tanti anni, non si torturi!” “Torturarmi? Affatto! Voi siete vergine, vero? Cercate di essere un buon tolstojano, ma vi assicuro che spesso non lo sono neanche io”

Marpiccolo

“Non ne posso più! A te non serve un marito, ma un coro greco!”

Funny People “Non ti stanchi di cantare sempre le stesse canzoni?” “E tu non ti stanchi mai di parlare al tuo pisello?” “I miei hanno divorziato” “Quindi non farai mai ridere quanto me. La tua generazione è quella del divertente, carino. I vostri genitori si sono separati. Io dovevo evitare mio padre con la mazza, ho passato la vita a cercare di distrarlo, di farlo ridere. Non ci sono ancora riuscito, ma sono sulla buona strada” “E’ stato assurdo tradirmi, ero uno schianto!” “Perché l’hai tradita?” “E’ facile non tradire quando nessuna vuole scopare con te, stronzo bacchettone” “Quante volte è successo?” “Due volte, l’ho fatto solo due volte. Ma per me non conta nulla, non parlava neanche la nostra lingua!”


EricCANTONA

SteveEVETS

il mio amico

ERiC un film di

KenLOACH Sceneggiatura

PaulLAVERTY

Ci sono sempre più scelte di quante crediamo

STEVE EVETS ERIC CANTONA JOHN HENSHAW STEPHANIE BISHOP SIXTEEN FILMS CANTO BROS. PRODUCTIONS WHY NOT PRODUCTIONS WILD BUNCH FILM4 ICON FILM DISTRIBUTION NORTH WEST VISION MEDIA FRANCE 2 CINÉMA FRANCE 2 CANAL + CINÉ CINÉMA SOFICA UGC 1 DIAPHANA DISTRIBUTION BIM DISTRIBUZIONE LES FILMS DU FLEUVE RTBF (TÉLÉVISION BELGE) LA RÉGION WALLONNE, TAX SHELTER DEL GOVERNO FEDERALE BELGA CINÉART TORNASOL FILMS e ALTA PRODUCCIÓN Scenografia FERGUS CLEGG Direttore della fotografia BARRY ACKROYD Suono RAY BECKETT Casting KAHLEEN CRAWFORD Costumi SARAH RYAN Direttore di produzione TIM COLE Montaggio JONATHAN MORRIS Musiche GEORGE FENTON Produttori esecutivi ERIC CANTONA PASCAL CAUCHETEUX VINCENT MARAVAL da un’idea di ERIC CANTONA Storia e sceneggiatura di PAUL LAVERTY Produttore REBECCA O'BRIEN Regia di KEN LOACH Una co-produzione REGNO UNITO/FRANCIA/ITALIA/BELGIO/SPAGNA © CANTO BROS. PRODUCTIONS SIXTEEN FILMS LTD WHY NOT PRODUCTIONS SA WILD BUNCH SA CHANNEL FOUR TELEVISION CORPORATION FRANCE 2 CINÉMA BIM DISTRIBUZIONE LES FILMS DU FLEUVE RTBF (TÉLÉVISION BELGE) TORNASOL FILMS

www.bimfilm.com

DAL 4 DICEMBRE AL CINEMA


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.