Design For è un’idea di Promote Design, giovane portale web, nato come punto di interconnessione e scambio tra gli operatori del settore.
Il nostro obiettivo è quello di offrire agli utenti un network, sempre più ricco e in continuo movimento, per favorire la collaborazione e il confronto tra le diverse realtà operanti.
L’impegno di Promote Design, in questo caso, si concretizza in un catalogo di idee ancora da realizzare, per il momento solo immaginate o al massimo prototipate, che aspettano di vedere una loro applicazione pratica.
www.promotedesign.it
Collana DESIGN E COMUNICAZIONE
Introduzione
“Il sogno dell’artista è quello di arrivare al museo, mentre il sogno del designer è quello di arrivare ai mercati rionali”
Erano solo gli anni settanta quando quel saggio maestro che è stato Bruno Munari aveva espresso, con elementare chiarezza, quale fosse la maggiore aspirazione di un designer. Paragonato al pari di un artista, anche il progettista industriale ambiva al suo podio che non era, come erroneamente si potrebbe pensare, all’interno di una sicura teca museale, ma su un semplice scaffale di un negozio.
Sono passati pressapoco quarant’anni, il design è cambiato molto, ma la più grande ambizione dei creativi è rimasta la stessa; solo lo scenario è mutato e dal mercato rionale siamo passati alla grande distribuzione organizzata, ma questo poco importa quando l’essenza del sogno è rimasta intatta. I mercati rionali allora, come le grande catene di negozi oggi, permettono ai prodotti industriali di arrivare in maniera capillare al maggior numero di persone possibili.
Realizzare oggetti di uso quotidiano che entrano nelle case e tra le mani di persone comuni, questo è l’obiettivo di chiunque abbia iniziato o cominci adesso il mestiere del designer.
Inutile quasi sottolineare come l’ingrediente principale, affinché il sogno si realizzi, è la presenza di un altro grande protagonista della storia degli oggetti: l’azienda. Piccola o grande che sia, l’azienda ha sempre fatto sì che il prototipo diventasse prodotto, che il progetto fosse finalmente tangibile e che il sogno diventasse realtà. Sarebbe quindi sciocco pensare che senza la presenza di imprenditori illuminati, che hanno scommesso e ancora scommettono su giovani progettisti, sarebbe nato il design.
“Un giorno sono andato in una fabbrica di calze per vedere se mi potevano fare una lampada. Noi non facciamo lampade, signore. Vedrete che le farete. E così fu.”
Continuiamo a ripercorrere i passi di Munari che, come un designer di oggi, con un’idea in mente e un progetto alla mano, si recava nella “fabbrica” che riteneva idonea per produrre il suo oggetto. Le industrie di allora ancora non erano pronte a sentir parlare di design, ma proprio per questo, molte hanno comunque avuto il coraggio di scommettere con il progettista su una nuova avventura: la sperimentazione. E così una fabbrica di calze ha prodotto la prima lampada in maglia Falkland che ora è un classico del design.
Cominciarono proprio così i grandi designer non solo a collaborare con grandi aziende che già avevano una produzione industriale ma anche a rivolgersi a piccole industrie che facevano tutt’altro. Tra designer e imprenditore scoccava la scintilla della reciproca intesa
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designer e concept
DAVIDE ANZALONE E TOMMASO BISTACCHI
Milano (MI) 3471981378
davide@anzalonebistacchi.com
www.anzalonebistacchi.com
Lo studio ANZALONE+BISTACCHI, nato nel 2009 dalla collaborazione tra Davide Anzalone (Porto Recanati, 1980) e Tommaso Bistacchi (Milano, 1982), si occupa di consulenza nel disegno industriale. Davide, dopo la specializzazione in Product Design alla FH Joanneum di Graz, è freelance nel settore dell’innovation design e consumer electronics. Tommaso, dopo il master in interaction&experience design alla TU/e di Eindhoven, a 26 anni avvia la sua attività collaborando con diversi studi di progettazione e occupandosi di scouting di materiali innovativi, concept e strategic design.
Progetto: Pan
Tipologia: specchio - appendiabiti
Materiali: Cristalplant®
Note: il nome prende spunto dalla mitologia greca in cui si riferisce allo spirito di tutte le creature naturali
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Di cosa avrebbe bisogno il design oggi? Il design oggi avrebbe bisogno di riscoprire e ridefinire il significato della parola “design”. In un tempo e in una società dove tutto è design... nulla è più design. Personalmente sentiamo la necessità e il bisogno di scremare tutto ciò che è evento mediatico e di marketing da quello che è il vero progetto, il Design con la D maiuscola denso di innovazione e qualità progettuale.
Come si potrebbe agevolare il rapporto designer/ aziende? Con un pizzico di fiducia e audacia da entrambe le parti.
Da dove traete ispirazione per i vostri progetti?
L’ispirazione può derivare da qualsiasi cosa, da una forma della natura, da una necessità da soddisfare, da un viaggio in treno...
In fase di progettazione, il vostro punto di partenza è la forma o la funzione? In generale cerchiamo di dare una forma alla funzione piuttosto che il contrario: in questo senso il valore funzionale è sempre chiaro e definito sin dall’inizio... o non staremmo parlando di Industrial Design.
Quali sono i fattori di riuscita di un progetto? Il rapporto tra tutti gli attori che ne prendono parte: l’azienda che ne ha dato il brief, i designer che lo progettano, i tecnici, la produzione, i fornitori etc.
Progetto: Lys
Tipologia: chaise longue
Materiali: legno, acciaio
Note: per raggiungere spessori minimi e acquisire una grande resistenza, è possibile inserire tra i fogli di legno curvato reti tecnologiche in kevlar o policarbonato
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MAURIZIO BALDUCCI
info@studioarchetipo.eu
Maurizio Balducci giovanissimo, appena diplomato, si iscrive alla Facoltà di Architettura di Firenze mentre inizia a conoscere il mondo del lavoro presso uno studio di architettura. Nel 1983 si stacca dallo studio costituendo il proprio laboratorio professionale occupandosi di progettazione architettonica ed interior design. Nel 1991 si associa con Camilla Capperucci fondando lo Studio Archetipo di Balducci e Associati. Affascinato dal progettare qualunque oggetto si occupa personalmente di design seguendo l’intero percorso creativo fino alla prototipazione ed alla realizzazione.
Progetto: Lello lo sgaBello
Tipologia: sgabello
Materiali: legno, acciaio
Note: una contraddizione: pulizia formale in un oggetto materico e scultoreo che, invece, posside una sua mobilità spaziale ed agilità legate alla funzione di socialità
022 Colle di Val d’Elsa (SI) 0577920251
www.studioarchetipo.eu
Qual è la filosofia che sta alla base dei tuoi concept?
I miei progetti sono accomunati dalla ricerca del dettaglio e dall’elemento sorpresa quasi sempre presente.
Di cosa avrebbe bisogno il design oggi? Ho nostalgia della poesia, degli uomini divertiti e divertenti che creavano cose semplici e spesso geniali sostituiti dai “personaggi ad ogni costo “, i figli di internet che progettano per categoria traendo ispirazione da immagini di Google.
Come si potrebbe agevolare il rapporto designer/ aziende? Un ruolo importante lo rivestono sicuramente i media che dovrebbero avvicinare gli emergenti al mondo dell’industria evitando o riducendo il giro vizioso e viziato nel quale l’art director è il censore dei giovani a favore di qualche nome noto. Perchè hai scelto di svolgere questa professione?
Rispetto al mondo dell’architettura riesci a toccare con mano almeno il prototipo molto più velocemente, ed è fantastico immaginare che qualcosa di tuo si trovi da qualche parte del mondo in casa di qualcun altro. Sei entrato in casa sua comunicando qualcosa di te. Bellissimo!
Quali sono i fattori di riuscita di un progetto? L’identità e la funzionalità.
Progetto: Un dù tree
Tipologia: libreria
Note: un albero: la chioma sconnessa ma equilibrata, la sua grave stabilità nella terra; tutto ciò in un oggetto perfetto realizzato mediante un processo industriale; il piombo in vetro è sostenuto da un cavo d’acciaio
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LUCA BASSANI
Milano (MI)
bassaniluka@hotmail.it
3381094934
www.lucabassani.jimdo.com
Luca nasce in una piccola città del centro-sud Italia e vive attualmente a Milano. Ha studiato Interior e Product Design all’Università Europea del Design e al Politecnico di Milano tra settembre 2003 e luglio 2009. Possiede un incontrollabile amore per tutto ciò che è legato alla creatività, alla comunicazione e a tutto ciò che necessiti di un mood progettuale. Ha una personalità creativa e nel contempo razionale, è fortemente ambizioso e ha uno spiccato senso del dovere. E’ un esteta. Il suo obiettivo è quello di giocare con la realtà, modificare gli spazi che lo circondano per il resto della sua vita. Forse chiede troppo? Lui crede di no. E’ tremendamente geloso della sua matita.
Progetto: Novilunio
Tipologia: lampada
Materiali: legno
Note: a sospensione, possiede nello stesso corpo illuminante due Light Systems: uno diretto e forte ed un altro indiretto e ambient
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Qual è la filosofia che sta alla base dei tuoi concept? Non ho una filosofia, non ho uno stile... quando approccio un progetto cerco di somigliare ad un foglio bianco; vuoto e in grado di assorbire tutto.
Come si potrebbe agevolare il rapporto designer/ aziende? Troverei molto utile e di notevole crescita poter fare maggiori esperienze “sul campo” con aziende durante gli studi... progetti concreti... affiancamenti di artigiani, ecc.
Perchè hai scelto di svolgere questa professione?
Ricordo bene che a tre anni adoravo soprattutto due cose: il Didò e i Lego. Molto semplicemente si è evoluto il mio modo di giocare, c’è stata una variazione di scala. La definirei evoluzione, non scelta.
Da dove trai ispirazione per i tuoi progetti? Da ogni cosa. Dal sapore della marmellata di fichi alle facce che incrocio facendo un giro in Duomo a Milano... dall’emozione trasmessa da un progetto di Munari fino a un caldo tramonto in Salento. Quali sono i fattori di riuscita di un progetto? Ci sono moltissimi aspetti di cui tener conto: mercato, comunicazione, fattibilità, ecosostenibilità, brand, fruitori finali.
Progetto: Trevoluta chair
Tipologia: sedia
Materiali: legno
Note: seduta con 4 vani libreria, per libri o magazines; lo schienale può diventare un coffee-table o un piano d’appoggio per laptop
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ELDA BELLONE
Architetto e designer, vive e lavora in Italia e a New York. Laureata presso l’Università di Architettura di Firenze, dal 1994 inizia a collaborare con l’architetto Massimo Mariani, partecipando all’attività dello studio come coautrice di importanti progetti di architettura. Oltre alla personale attività è recentissima la collaborazione con Davide Carbone nel progetto SCOOPEDESIGN. La progettazione e l’ideazione sono caratterizzati da un approccio libero e aperto allo scambio tra arte, design e comunicazione. I generi e le capacità si mescolano, compongono e scompongono le idee, si creano oggetti da oggetti e si esplora apertamente l’interazione tra diverse espressioni artistiche.
Progetto: Table
Tipologia: tavolo
Materiali: plexiglass, acciaio, legno
Note: tavolo impilabile e divisibile
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Teramo (TE) 3494468608
info@eldabellone.com www.eldabellone.com
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Di cosa avrebbe bisogno il design oggi? Avrebbe bisogno di esplorare nuovi concetti, di ritornare ad un dialogo con i diversi linguaggi artistici, come un tempo.
Come si potrebbe agevolare il rapporto designer/ aziende? In passato era la lungimiranza di una azienda che individuava un buon concetto, un buon lavoro e dunque un buon designer con il quale lavorare. Oggi a dire il vero, c’è molta diffusione di progetti e idee, ma vale sempre il contatto, il rapporto di fiducia e stima reciproca tra designer e azienda. Basta solo farli incontrare, renderli a conoscenza l’uno dell’altro, trovare il modo, uno spazio di incontro tra l’idea e il prodotto.
Perchè hai scelto di svolgere questa professione?
Mi piace concepire oggetti e spazi frutto di diverse contaminazioni. Un pensiero dinamico di linguaggi e di tutto quello che mi circonda, mi piace provare a mescolare le idee e sensazioni per vedere cosa viene fuori. Fondamentalmente mi diverte. Da dove trai ispirazione per i tuoi progetti? Tutto ciò che mi emoziona, che mi incuriosisce mi ispira.
Quali sono i fattori di riuscita di un progetto? Quando riesce a comunicare se stesso in modo chiaro e semplice.
Progetto: I dog
Tipologia: portaombrelli
Materiali: acciaio
Note: può essere anche sgabello, pouf, portariviste, contenitore
info@bicubedesign.com
0309902742
www.bicubedesign.com
Bicubedesign è uno studio di design nato nel 2006, quando Francesco Barbi (1982), yacht ed industrial designer con esperienze maturate in diverse realtà del nord Italia, e Guido Bottazzo (1977), architetto e designer perfezionatosi a Los Angeles, decidono di unire le proprie capacità professionali. Oggi lo studio utilizza il suo potenziale aiutando brand e realtà produttive nazionali ed internazionali, a raggiungere soluzioni di design di alto livello, che si cotraddistinguono per lo stile, la riduzione dei costi, e la fattibilità. Bicubedesign offre servizi di ricerca dei trend, design, grafica di prodotto e progettazione 3D.
Progetto: Mokka
Tipologia: macchina da caffè elettrica
Note: funzionante a cialde; il suo design originale, si caratterizza per la forma a doppio cono rovesciato, che ricorda quella delle tradizionali moka domestiche in alluminio
038 Desenzano del Garda (BS)
BICUBEDESIGN
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Di cosa avrebbe bisogno il design oggi? Il design oggi ha bisogno di conoscenza dei materiali, ricerca formale e voglia di emozionare con oggetti e creazioni che siano a loro modo classici, in grado di colpire con una funzionalità ed una bellezza per durare nel tempo.
Come si potrebbe agevolare il rapporto designer/ aziende? Colloqui e presentazioni dei designers alle aziende dovrebbero essere garantiti di default, valutati da personale competente, e non dipendere da difficili raccomandazioni.
Perchè avete scelto di svolgere questa professione? Crediamo da sempre che quello del designer sia il mestiere piu’ bello del mondo, e considerato il naturale talento nel disegno che ci è stato donato, è stata una scelta naturale.
In fase di progettazione, il vostro punto di partenza è la forma o la funzione? Il nostro punto di partenza è la funzionaità del design, alla quale segue un’ attenta ricerca stilistica, volta ad esaltare ed eventualmente migliorare l’ aspetto funzionale.
Quali sono i fattori di riuscita di un progetto? Un progetto si può considerare riuscito quando le aspettative del committente vengono raggiunte, soddisfatte e a volte superate.
Progetto: Chicca
Tipologia: macchina da caffè elettrica
Note: funzionante a cialde; il suo design si caratterizza per la particolare forma a doppio guscio; l’ispirazione di fondo viene dalla forma sferica del chicco di caffè, composto da due semigusci abbracciati
DESIGN NON AUTORIZZATO
Mirano (VE) 0418224956
info@designnonautorizzato.com
www.designnonautorizzato.com
Lo studio Design Non Autorizzato è composto da Sebastiano Marchiò (ADI MEMBER) designer industriale e da Ivan Favretto laureato in Psicologia Sociale, del Lavoro e della Comunicazione. I progetti che sviluppiamo nascono dall’esigenza di nuovi prodotti necessari alle aziende per seguire l’evolversi, sempre più veloce e articolato, del mercato. Il nostro ruolo è quello di fornire idee, progetti e prodotti che permettano alle singole realtà imprenditoriali di esprimersi in modo efficace all’interno del proprio mercato di riferimento.
Progetto: Protozero
Tipologia: lampada
Materiali: acciaio, alluminio, ottone o polimeri
Note: ospita due fonti luminose a LED; elemento di design per forme e funzioni, al tempo stesso è pregno di significato artistico
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Di cosa avrebbe bisogno il design oggi? Ritrovare se stesso, affascinare come sapeva fare un tempo. Il design non è l’esasperazione delle forme, è la semplicità che colpisce come la foto di un grande maestro.
Perchè avete scelto di svolgere questa professione? Ideare, sviluppare e poi liberare un oggetto che vivrà in eterno è una cosa che non smette mai di affascinare ed emozionare; poche altre professioni possono vantare queste affascinanti caratteristiche.
Da dove traete ispirazione per i tuoi progetti? Dal mondo che ci circonda. Ovviamente i grandi maestri sono altrettanto importanti ma poi uno deve camminare con le proprie gambe e creare un proprio stile, che possa dare un contributo al vastissimo mondo del design.
In fase di progettazione, il vostro punto di partenza è la forma o la funzione?
Sono strettamente correlate; a volte è utile partire dalla forma, altre dalla funzione ma spesso il punto di partenza deve tenere in considerazione entrambi gli aspetti contemporaneamente.
Quali sono i fattori di riuscita di un progetto? Raggiungere la semplicità è il traguardo più alto cui si possa aspirare.
Progetto: Pagemaster
Tipologia: chaise longue
Materiali: legno
Note: formato da 34 elementi singoli montati tra loro tramite incastri; presentato in occasione degli eventi London design Festival, Tent London e 100% Design
deZign Studio
Il deZign Studio nasce a Pescara nel 2000 con lo scopo di riavvicinare le aziende alla cultura del progetto. Riteniamo che la nostra mission sia quella di ridefinire il ruolo del design e del designer, di sviluppare un atteggiamento critico e riflessivo verso le definizioni di design più popolari, cercando di portare allo scoperto questa materia, al di fuori di quell’aurea eccessivamente artistica in cui è stata relegata negli ultimi decenni. Il design non è solo stile, ma pensare, progettare e realizzare un prodotto rivolto ad un mercato. Il deZign Studio è composto da Angelo Bucci e Sara Armento.
Progetto: Wall Chair
Tipologia: sedia, quadro
Note: una serie di quadri appesi alle pareti del soggiorno che si possano staccare e trasformare in sedute: il movimento di rototraslazione, semplice ed intuitivo, permette a chiunque di disporre di queste sedute
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www.dezignstudio.it
Spoltore (PE) 0854963635 - 3929512049 info@dezignstudio.it
Qual è la filosofia che sta alla base dei vostri concept? Una attenta ricerca.
I temi a cui facciamo riferimento sono vari, dall’ecosostenibilità al design a Km0, nella convinzione che i prodotti che progettiamo possano veicolare messaggi importanti per la società.
Perchè avete scelto di svolgere questa professione? L’avvicinamento al design avviene dopo un percorso attraverso il quale ci si pone delle domande senza per forza avere delle risposte, ma con una forte spinta a voler conoscere, una spinta progettuale quasi irrefrenabile legata ad una visione dei prodotti e della vita sempre diversa e migliore.
Da dove traete ispirazione per i vostri progetti? L’ispirazione è da stimolare.
Nel nostro “metodo” progettuale l’ispirazione è sostituita dalla ricerca dell’innovazione attraverso metodi creativi che stimolano a cercare punti di vista diversi.
In fase di progettazione, il vostro punto di partenza è la forma o la funzione? Il punto di partenza è sempre un concept che va al di là della forma che è un passaggio successivo.
Quali sono i fattori di riuscita di un progetto? Un prodotto, affinché riesca, deve essere progettato con sensibilità ed empatia sia verso il mercato che verso l’azienda che lo produrrà.
Progetto: spOOn
Tipologia: divano
Note: è una deformazione spaziale e formale del divano che si allarga a diventare una conca accogliente ed intima; le matematiche della modellazione lo rendono facilmente prototipabile e industrializzabile
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3478654179
hey@heyteam.it www.heyteam.it
HeyTeam è un collettivo nato dal sogno di tre giovani progettisti di fare design in un’area timida ma fiorente del centro Italia. Claudia Ciarpella, Paolo Emili e Riccardo Paccaloni si conoscono fin dai tempi degli studi, all’Università di Camerino dove maturano una comune idea del progetto che li porta ad iniziare una collaborazione full time. Il gruppo fa tesoro di esperienze svolte a livello internazionale, collaborando con designer del calibro di Michael Young, Monica Förster, Gp designpartners, White Elephant. HeyTeam si occupa non solo di design del mobile ma anche di design industriale, spaziando dal mondo dei giocattoli a quello dell’arredo urbano.
Progetto: Artù
Tipologia: coffee table/gioco
Note: arredo per esterni in stampaggio rotazionale formato da quattro cuscini e un tavolino componibile fino a costruire una torre, un pretesto per stimolare l’immaginazione mentre si gioca
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Marche (MC)
Civitanova
HEY TEAM
Qual è la filosofia che sta alla base dei vostri concept? I nostri concept nascono ogni volta da un animato dibattito. Crediamo fermamente in un design onesto, adatto all’utente, all’azienda ed all’ambiente, privo di eccessi formali ma con un pizzico di ironia e giocosità, quando è possibile.
Perchè avete scelto di svolgere questa professione? Fare il designer è per noi un metodo per continuare a scoprire e fantasticare anche da adulti. Questo mestiere ci permette di affrontare ogni giorno una richiesta diversa e di apprendere sempre qualcosa di nuovo.
Da dove traete ispirazione per i vostri progetti?
Partendo dal briefing, il quale detta i vincoli sui quali ci basiamo, entra in gioco il nostro metodo progettuale. Prendiamo spunto dalla continua osservazione di comportamenti, abitudini e dall’analisi di articoli già sul mercato.
In fase di progettazione, il vostro punto di partenza è la forma o la funzione? Le percentuali dei componenti variano in base al progetto che affrontiamo, sia questo più tecnico o più poetico.
Quali sono i fattori di riuscita di un progetto? Un progetto ben fatto si distingue da tutto ciò che è già nel mercato ed è quindi un qualcosa di non convenzionale.
Progetto: Multiplo
Tipologia: seduta multifunzione
Note: arredo modulare trasformabile, adatto a piccoli spazi e realtà temporanee; Multiplo si può trasformare in divano, poltrona, letto, tavolino, a seconda delle esigenze di funzione e spazio
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Chieri (TO)
am.design@email.it
3930822034
andreamangano.prosite.com
Andrea Mangano è un designer laureato presso l’Istituto Europeo di Design di Torino al corso di Disegno Industriale. Durante la triennale ha sviluppato concept per Fag Artegrafiche, Alfa Romeo, Piero e Gianni, Lavatelli e Olivetti. Ha partecipato direttamente alla progettazione e realizzazione di un concept di autoproduzione insieme al docente e designer Antonio Cos. Tra le esperienze extradidattiche emerge quella con la Ferrero per la realizzazione di un packaging in occasione dei cinquant’anni di Moncherì.
Progetto: Domus
Tipologia: seduta
Materiali: legno, alluminio, tessuto
Note: struttura realizzata in legno e rinforzata con fogli di alluminio; i vani sotto la seduta sono contenitori e alloggi per libri
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ANDREA MANGANO
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Di cosa avrebbe bisogno il design oggi? Di più spazio per i giovani.
Come si potrebbe agevolare il rapporto designer/ aziende? Con la creazione di un canale di comunicazione più diretto tra i giovani designer e le aziende del settore, attraverso uno scambio di informazioni che possano essere utili per entrambi.
Perchè hai scelto di svolgere questa professione?
Penso che il design sia una vocazione, un impulso innato, un motore creativo attivato fin da piccolo che si evolve durante il percorso di vita e si consolida in quello formativo.
Da dove trai ispirazione per i tuoi progetti? Prendo ispirazione da ciò che mi circonda, una contaminazione del quotidiano tra ciò che vedo, ciò che sento e respiro. Il design bisogna viverlo. In fase di progettazione, il tuo punto di partenza è la forma o la funzione?
Durante la mia progettazione è la funzione che genera una forma e che da vita a un prodotto. Il design è dove forma e funzione raggiungono un equilibrio perfetto.
Progetto: Kira
Tipologia: seduta
Materiali: acciaio, poliuretano
Note: seduta stampata in poliuretano a freddo con struttura in acciaio; basamento in metallo cromato lucido
ELENA SALMISTRARO
Milano (MI)
elena.salmistraro@hotmail.it
0287395361 - 3470174122
www.elenasalmistraro.com
Fashion e Product Designer, vive e lavora a Milano. Si laurea al Politecnico di Milano nel 2008. Nel settembre 2010 registra un marchio di Moda e Design dal nome Alla’s. Nel Settembre 2009 fonda con l’Architetto Angelo Stoli Alko_studio, un proprio studio che si occupa di Architettura e Design, nel quale lavora tutt’oggi. Lavora come Product Designer ed Illustratrice per diverse aziende del settore, tra le quali Okinawa, 13Ricrea, Rivaviva, Misuraca&Sammarro, Alla’s ed altre. I suoi interessi variano dal Fashion Design al Product Design e la sua linea di pensiero è particolarmente attenta al mondo dell’ ECOsostenibilità. Utilizza per le sue opere materiali poveri o ecologici quali: carta, cartone, Jacroki, ceramica, scarti in feltro e di vario genere.
Progetto: Octopus
Tipologia: vaso
Materiali: ceramica
Note: creato da Elena Salmistraro con uno stampo in ceramica poi decorato e colorato; eseguito nell’ aprile 2010
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Qual è la filosofia che sta alla base dei tuoi concept? La mia filosofia si avvicina al mondo organico, fluido, sinuoso, ma talvolta anche spigoloso, dell’ecosistema naturale.
Di cosa avrebbe bisogno il design oggi? Oggi il Design avrebbe bisogno di un’attenzione più consapevole verso il mondo della sostenibilità ambientale. Nel periodo storico in cui viviamo bisognerebbe unire le forze per cercare di preservare il più possibile la natura e il pianeta.
Da dove trai ispirazione per i tuoi progetti? Sfoglio molto spesso riviste che trattano il tema della natura. E’ dal mondo della natura che traggo la maggior parte delle mie ispirazioni; esistono forme fantastiche, bellissime, complesse… Io le osservo e da lì nascono i miei progetti. In fase di progettazione, il tuo punto di partenza è la forma o la funzione?
Cerco sempre di associare nei limiti del possibile le due cose, ma il mio punto di partenza è sempre l’idea, il concetto e la forma.
Quali sono i fattori di riuscita di un progetto? Un progetto deve sempre avere oltre ad una forma piacevole e al fattore funzionalità, il fattore novità. Oggi è difficile inventare forme nuove o qualcosa che non sia mai stato ideato prima.
Progetto: Theiere Blanche
Tipologia: teiera
Materiali: ceramica
Note: essenziale e lineare è una nuova interpretazione della classica teiera; realizzata e disegnata da Elena Salmistraro nel Gennaio 2010
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ANNA VECCHI
Milano (MI)
vecchianna@libero.it
3802980903
www.annavecchi.wordpress.com
Nata a Mantova, frequenta l’Istituto Statale d’Arte indirizzo Architettura e Arredamento. Si sposta a Venezia dove si laurea in Architettura presso lo IUAV. Rimane a Venezia per alcuni anni ancora, dove coltiva la passione per il design e l’architettura, lavorando in alcuni studi professionali. Tre anni fa’ si trasferisce a Milano dove risiede tutt’ora. Svolge la sua attività tra architettura e design, scrive per alcuni portali di Interior Design, e si sorprende affascinata da un mix di discipline che coniugano arte, artigianato e design.
Progetto: Cubico
Tipologia: parete-libreria
Materiali: legno, metallo
Note: i box sono di legno con o senza fondo, i cassetticontenitore in lamiera; il sistema metallico di fissaggio per i box, li rende resistenti alla loro sovrapposizione
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Qual è la filosofia che sta alla base dei tuoi concept? Non credo di poterla definire una filosofia, diciamo che mi colpiscono gli oggetti che rivelano la loro identità al primo sguardo, perché composti da forme elementari. Il buon oggetto deve essere chiaro, non deve essere necessario girarci intorno per capire com’é fatto.
Di cosa avrebbe bisogno il design oggi? Anche se sembra un concetto antico, direi che dovrebbe essere più accessibile a tutti. Intendo anche come capacità del design di sapersi conquistare una più larga platea, evitando frivolezze, copie e mode. Da dove trai ispirazione per i tuoi progetti? Dagli oggetti che mi circondano, siano essi di designer conosciuti, oppure siano oggetti di uso comune. Li osservo e cerco di cogliere gli aspetti che hanno attirato la mia attenzione.
In fase di progettazione, il tuo punto di partenza è la forma o la funzione? Parto dalla funzione o dal modo in cui si maneggia l’oggetto e poi arrivo alla forma.
Quali sono i fattori di riuscita di un progetto? Non saprei... si tratta piuttosto di una sensazione, una sorta di equilibrio tra oggetti conosciuti e una loro metamorfosi ancora inconscia che ho in mente, che poi al primo sguardo trovo materializzata.
Progetto: Rigiro
Tipologia: maniglia
Materiali: ottone, ceramica
Note: maniglia realizzata in ottone, con finiture cromata lucida o satinata, e ceramica a smalto bianco come rivestimento del perno di rotazione
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www.faustolupettieditore.it € 28,00