6 minute read

A SEGONZANO, IL NUOVO PARCO GIOCHI ACCESSIBILE IN MEMORIA DI MIRKO TOLLER

È stato inaugurato domenica 7 maggio con una grande festa di comunità il nuovo parco giochi accessibile di Segonzano, in memoria di Mirko Toller. Originario del paese cembrano, Mirko è scomparso nel 2020 a soli sedici anni. Conosciuto in tutta Italia per via di un celebre spot di sensibilizzazione sull’atrofia muscolare spinale – malattia di cui soffriva – con il comico Checco Zalone, il giovane aveva un grande sogno: studiare da progettista per costruire giochi e giostre accessibili alle persone con disabilità. Fin da subito, la mamma Stella Robert si è attivata per trasformare questo desiderio in realtà. E un primo importante segnale è arrivato dal comune di Segonzano che – non potendo aprire un luna park in paese – ha deciso di dedicare il nuovo parco cittadino a Mirko, corredato con un paio di giochi accessibili anche ai bambini in carrozzina e con delle tavole da picnic attrezzate con appositi spazi vuoti per inserirvi la carrozzina e con sedute quindi facilmente fruibili anche da persone con una mobilità ridotta. Su ciascuna, è incisa una frase motivazionale cara al giovane. Il sindaco

Advertisement

ANCHE LE PERSONE CON DISABILITÀ HANNO DIRITTO AL DIVERTIMENTO!

Pierangelo Villaci spiega: «Mirko era un ragazzino carismatico, simpatico e comunicativo. Il giorno del funerale, ricordo che in cielo sono spuntati non uno ma ben due arcobaleni. Mi piace pensare che lui sia proprio lassù in mezzo, intento a osservarci con quella allegria e senso dell’ironia che lo caratterizzavano. Era sempre felice, impegnato a portare avanti gli obiettivi che si prefiggeva. Penso che la pienezza con cui ha vissuto una vita certamente non facile sia un esempio per tutti noi suoi concittadini». Ma il parco accessibile è solo il primo passo. Il sindaco, infatti, vorrebbe dar vita a un giardino – vivaio dove predisporre un percorso sensoriale basato su tatto e olfatto per non vedenti. E noi non possiamo che augurarci di tutto cuore che trovi il giusto supporto per questa nobile e originale iniziativa!

Le escape room accessibili come occasioni inclusive per mettersi in gioco.

Nel corrente numero di Prodigio, che accosta le espressioni “inclusione” e “scendere in campo”, non poteva mancare una riflessione attorno a quella che è la percezione della ludicità in relazione alla disabilità. In questo contesto, il concetto di divertimento viene spesso, infatti, declassato a mero optional, non considerato un vero e proprio diritto per chi è chiamato a lottare quotidianamente per la propria autonomia. Alcune settimane fa mi trovavo a Milano, dove ho avuto l’occasione di prendere parte a una escape room. Per chi non lo sapesse, quest’ultima è un gioco di logica che ha preso piede in tempi recenti, dove i partecipanti sono chiusi in una stanza a tema da cui devono uscire entro un tempo prestabilito, solitamente pari a sessanta minuti. Per trovare la via di fuga, il gruppetto è chiamato a risolvere una serie di enigmi e indovinelli, di difficoltà variabile: è essenziale la collaborazione fra i partecipanti, ognuno costituisce un tassello prezioso per il completamento del gioco, tant’è che le escape room vengono spesso proposte in contesti aziendali per rafforzare il team working fra colleghi. L’esperienza si è rivelata stimolante e divertente ma… inaccessibile! Gradini per accedere alla stanza e, al suo interno, barriere che, pur facendo parte della spettacolare e curata scenografia, avrebbero impedito ad un disabile motorio di partecipare attivamente al gioco. Tutti ostacoli che, con qualche accorgimento progettuale o un po’ di inventiva, avrebbero potuto essere rimossi agevolmente. Facendo alcune ricerche online, ci si rende presto conto che sono davvero poche le realtà simili attente alle esigenze dei disabili, anzi, si fa strada l’impressione che tutto ciò che attiene alla sfera ludica rivesta un ruolo di secondo piano in tema di accessibilità, quasi fosse un mero orpello. L’aspetto sanitario, così come la possibilità di accedere a servizi essenziali senza ostacoli, sono profili di estrema importanza ma spesso ci si sofferma esclusivamente su questi. Come se la possibilità di un’uscita con gli amici o altri momenti di svago non costituissero tasselli di vita altrettanto importanti… Eppure, la vera inclusione è anche questo. Si potrebbe parlare – con un’espressione un po’ semplicistica – di un “diritto al divertimento”, ma che in realtà cela molto di più: risponde alla naturale esigenza di “staccare un po’ la spina”, concedersi attimi di spensieratezza, respirare. Il gioco, nel caso di specie, diventa un’occasione per mettersi alla prova, affidandosi agli altri ma costituendo altresì una risorsa essenziale nel raggiungimento del risultato, perché ognuno ha delle capacità che lo rendono unico. La punta di amarezza viene attenuata da realtà che manifestano la loro sensibilità al tema: ne è un esempio la Lombardia che, attualmente, ospita alcune escape room completamente accessibili. Eccezione che, in un mondo realmente inclusivo, dovrebbe diventare la semplice regola anziché uno sforzo di adeguamento progettuale.

L’1 e il 2 luglio prossimo, vi aspettiamo a Sant’Anna di Sopramonte (Tn) per una due giorni all’insegna di circo, natura e arti performative con la direzione artistica di Miriana Nardelli. Domenica 2, dalle 16 alle 16.45, ci sarà anche un talk con gli amici di PRODIGIO: Giacomo Carbonara, poeta, Camilla Ravaioli, danzatrice ed Elisa Zendri, atleta plurimedagliata (mdc)

Trento, un nuovo alloggio comunale per i pazienti della Protonterapia

Il 2 maggio, la Giunta comunale ha approvato l’assegnazione di un alloggio di proprietà comunale, in via Muredei 33, all’Associazione 27 giugno Onlus, che fornisce servizi di assistenza alle famiglie dei pazienti in cura al Centro di Protonterapia di Trento. Come noto, si tratta di una struttura altamente specialistica che cura i tumori avvalendosi di una tecnologia innovativa in grado di minimizzare gli effetti collaterali delle terapie. Anche per questo motivo, la protonterapia è molto indicata per i pazienti in età pediatrica, che arrivano a Trento da tutta Italia e non sempre riescono a trovare una sistemazione temporanea adeguata ed economicamente sostenibile. Fondata nel 2016, l’Associazione 27 giugno opera in diversi campi. Il progetto più importante è sicuramente l’accoglienza alle famiglie dei pazienti in cura al Centro di Protonterapia. Dal 27 marzo 2018, data in cui l’associazione si è accreditata presso l’Azienda sanitaria, ha ospitato più di 100 famiglie (quasi tutte con bambini). Attualmente sono 5 gli appartamenti gestiti dall’associazione: 3 di Itea, 1 di Itas e 1 del Comune, a cui si aggiunge oggi l’ultimo assegnato dalla Giunta. Entrambi gli appartamenti comunali sono in via Muredei. La concessione, valida per 9 anni, è stata disposta dalla Giunta visto l’aumento delle richieste di accoglienza da parte delle famiglie dei malati oncologici.

Padova. Assegnato al Comune di Trento il Premio Gattamelata per il volontariato e la solidarietà

È il Comune di Trento il vincitore del Premio Gattamelata nella categoria istituzioni. Il riconoscimento è stato conferito dal Centro servizio volontariato di Padova e Rovigo per la nomina della città a Capitale europea del volontariato 2024 e per l’impegno rivolto al mondo dell’associazionismo locale, ««prezioso patrimonio per tutto il terzo settore nazionale»». La cerimonia si è svolta il 5 maggio a Palazzo Moroni a Padova alla presenza dell’assessora alle politiche sociali, familiari ed abitative Chiara Maule e della dirigente del servizio Welfare e coesione sociale Sabrina Redolfi. Giunto alla sua 17ª edizione, il Premio Gattamelata promuove la cultura e la solidarietà a livello nazionale offrendo a persone, associazioni, imprese e istituzioni di tutta Italia un’opera in edizione limitata realizzata da artisti locali a partire dalla rielaborazione dell’omonima statua di Donatello, simbolo della città.

Si è svolto l’8 maggio nelle sale Circoscrizionali di Villa Mersi a Villazzano il workshop condotto da George Thomson, presidente del Centro europeo del volontariato che ne coordina l’esecuzione in dieci città europee. L’esperienza prevede la realizzazione di 150 ritratti fotografici e video-interviste a volontari di tutta Europa per la realizzazione di una mostra-evento di portata europea. Per l’occasione, sono stati coinvolti 17 volontari tra donne, uomini giovani e anziani provenienti da vari quartieri della città e appartenenti a diverse realtà di volontariato del territorio.L’incontro è stato preceduto da un pranzo realizzato in collaborazione con i volontari del territorio presso il centro sportivo Don Onorio Spada di Villazzano, al quale sono intervenute l’assessora al welfare Chiara Maule, la dirigente del servizio Welfare e coesione sociale Sabrina Redolfi e la coordinatrice dell’equipe educativa dell’ufficio Gestione e promozione sociale Mariantonia Bellini. L’evento è stato organizzato in stretta sinergia con il Centro Servizi volontariato e con la collaborazione della Circoscrizione di Villazzano e soprattutto grazie all’impegno del Circolo Anziani La Barchessa, dell’Associazione nazionale alpini - sezione di Villazzano, dell’Associazione volontari italiani del sangue di Villazzano e delle associazioni Tre Fontane e Baobab.

Sportello affetti speciali

Lo Sportello affetti speciali, attivo dal 1996, è organizzato dal servizio Welfare e coesione sociale per supportare le figure genitoriali che per svariate ragioni sono prive di una rete familiare o amicale. I volontari potranno offrire alla famiglia vicinanza affettiva, opportunità di confronto educativo e un aiuto per svolgere in modo responsabile gli impegni quotidiani di cura dei figli. Negli ultimi quattro anni, sono stati accolti una media di 35 bambini l’anno da altrettanti volontari, sia singoli che in famiglia. Nello specifico, nel 2019 sono stati accolti 37 minorenni e sostenuti 28 nuclei familiari da 37 famiglie o volontari singoli. Nel 2020, pur con le restrizioni dovute alla pandemia, i minorenni sono stati 34 e i nuclei 24, mentre i volontari 27. Nel 2021 si registra un nuovo aumento, con 37 minorenni accolti, 27 nuclei supportati e 31 volontari tra singoli e famiglie. Infine, l’anno scorso sono stati accolti 33 minorenni e 24 nuclei familiari da 28 volontari, considerando anche in questo caso sia i singoli che le famiglie. All’iniziativa possono aderire famiglie o singoli, purché maggiorenni, e offrire il loro contributo con una presenza che varia a seconda della disponibilità di tempo e delle esigenze di supporto delle famiglie. Per questi progetti di aiuto è prevista una copertura assicurativa e un eventuale contributo spese a favore del volontario accogliente. Per tutto il mese di maggio, ogni giovedì pomeriggio, si è svolto a Gardolo uno specifico percorso gratuito dedicato allo Sportello affetti speciali. Info: 0461.884535 – accoglienza.familiare@comune.trento.it

This article is from: