SE - n.3/2013 - Italiano

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Elezioni Politiche: gli schieramenti e l’energia

TUNISIA:

una città nuova da costruire insieme Anno II° - Numero 3 del 11-02-2013 - Abbonamento gratuito


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SE Quindicinale di Informazione e Sviluppo - Smart Energy e Risparmio Energetico a cura di Progema srl via De Amicis 2 21020 Varano Borghi VA DIRETTORE Lorenzo Lo Vecchio Telefoni: +39 0332 948.948 (uďŹƒcio operativo) - +39 02 9374175 (segreteria) - fax +39 02 700537124 mail: se@progemaenergia.it - web: www.progemaenergia.it edicola: www.progemaenergia.it/se Distribuzione telematica - 17.856 copie - Anno II° - Numero 3 - 11-02-2013 Aut. Trib. Milano - Reg. n. 475 del 18/12/2012

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in questo numero SE 6 7 8 15 16 18 20 21 23 25 26 28 30 33 35 37 39 44 47 50

DIVENTA BuSINESS PARTNER DI SE I SERVIzI DI SE ELEzIONI: EccO I PROgRAMMI PER L’ENERgIA LE PROPOSTE DELLE AzIENDE APER cINA 2013: é BOOM PER IL FOTOVOLTAIcO SE

IN ITALIA E NEL

MONDO

I LISTINI DI SE DIVENTA BuSINESS PARTNER DI SE LucI A LED: DETRAzIONE 50% Su IRPEF DETRAzIONE 55% O cONTO TERMIcO? LA VERA STORIA DELLE LucI A LED MA QuANTO cI FA RISPARMIARE IL FOTOVOLTAIcO? FARE BuSINESS NEL MONDO - TuRchIA FARE BuSINESS NEL MONDO - gIORDANIA FARE BuSINESS NEL MONDO - cILE PIccOLI ANNuNcI FARE BuSINESS NEL MONDO - TuNISIA uNA FIERA A BOLzANO DOVE IL TIROLO INSEgNA QuANTO VALE ADESSO IL TuO IMPIANTO FOTOVOLTAIcO? MINI NEwS

Altre fonti redazionali: Web - Casaclima - Zeroemission - Innovation Cloud - IEEE - ICE - Ediltecnico - Centrosolar - Solarpraxis - IEG

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SE

in Italia e nel mondo 17.856 copie distribuite telematicamente a impiantisti - elettricisti - studi di arichitettura - studi di ingegneria - uffici tecnici comunali - aziende del settore energetico ed indotto - enti ministeriali - università

... e portiamo le nostre news nei seguenti 45 Paesi AuSTRALIA AuSTRIA BELgIO BRASILE BuLgARIA cANADA cINA cROAzIA DANIMARcA EMIRATI ARABI FINLANDIA FRANcIA gERMANIA gIAPPONE gREcIA hONDuRAS INDIA IRLANDA ISRAELE ITALIA KOREA LIEchTENSTEIN LuSSEMBuRgO MAcEDONIA MESSIcO NORVEgIA NuOVA cALEDONIA OLANDA PERu POLONIA PORTOgALLO REgNO uNITO REPuBBLIcA cEKA RuSSIA SLOVAcchIA SLOVENIA SPAgNA SVEzIA SVIzzERA TAILANDIA TAIwAN TuRchIA uNghERIA uSA VENEzuELA

2.221 copie telematiche distribuite in lingua inglese richiedi la tua copia in lingua italiana o inglese o segnala la mail per un nuovo abbonato: scrivi a se@progemaenergia.it l’ AbboNAmENTo A SE è grATUITo 5


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diventa

business partner di SE

Nonostante la crisi in atto e le problematiche legate alla erogazione degli incentivi, in Italia e nel mondo cresce la richiesta di professionalità nel settore delle rinnovabili e del risparmio energetico. Si ricercano progettisti, installatori, produttori e competenze specifiche. Noi di SE stiamo creando lavoro per le aziende e per i liberi professionisti. Diventare Business Partner di SE non significa “pagare” per pubblicare una pagina di pubblicità, ma significa consentire al nostro giornale di partecipare allo sviluppo del business, aiutando professionisti ed aziende ad implementare i risultati del proprio lavoro, sia in Italia che all’estero. Scrivi per ulteriori informazioni a: se@progemaenergia.it se business partner se business partner se business partner se business partner se business partner 6


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I SERVIZI DI SE Ricerca materiali Accesso ai ďŹ nanziamenti Delocalizzazione delle commesse Accesso dei tuoi prodotti ai mercati internazionali Link al sito progemaenergia.it (1.100 accessi/giorno) Inserimento nella news letter bilingue (18.000 invii) Partecipazione a convegni internazionali Incontri b2b in Italia e all’estero RiqualiďŹ cazione dei prezzi Ricerca di installatori Ricerca partners SE non chiede provvigioni ai propri partners se business partner se business partner se business partner se business partner se business partner 7


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programmi politici elettorali per i prossimi 5 anni

così gli schieramenti vedono l’energia

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’Italia si appresta ad una nuova legislatura, piena di apprensioni e di speranze. Apprensioni, perchè lo spettacolo della politica, negli ultimi anni, ci ha mostrato che gli italiani non hanno grandi motivi per riporre la loro fiducia sugli uomini che si presentano per guidare il nostro Paese, almeno nella maggior parte dei casi. Speranze, perchè il momento economico è tale che, per disperazione, non ci può attendere altro che una spinta verso l’alto.

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“SE”, ovviamente ha il dovere di informare i suoi lettori e partners su quali siano i programmi politici dei vari schieramenti, relativamente all’energia, lasciando a voi il giudizio. Il maggior o minor spazio riservato a questo o a quel simbolo, deriva unicamente dallo spazio dedicato da ogni singolo programma al capitolo dello sviluppo energetico nazionale. Quello che scriviamo è tratto dai programmi, salvo qualche correzione letteraria.

Il piano energetico nazionale deve tenere conto dello sviluppo delle fonti rinnovabili, dello stato della rete, degli impianti previsti. In particolare il prorgamma è il seguente: • Diminuzione delle tasse (accise) che incidono sul costo dell’energia. • Nuove azioni per favorire la concorrenza nel settore energetico e contrastare gli oligopoli. • Sviluppo del sistema di incentivi per le energie rinnovabili evitando di creare rendite di posizione dannose. • Più incentivi per gli investimenti in nuove tecnologie finalizzate alla riduzione dei consumi energetici. • Incrementare gli investimenti per la realizzazione delle smart grid, finalizzati ad aumentare l’efficienza delle reti di trasmissione di energia elettrica.

Il piano energetico nazionale deve te-

nere conto dello sviluppo delle fonti rinnovabili, dello stato della rete, degli impianti previsti. In particolare il prorgamma è il seguente: - Diminuzione delle tasse (accise) che incidono sul costo dell'energia. - Nuove azioni per favorire la concorrenza nel settore energetico e contrastare gli oligopoli. - Sviluppo del sistema di incentivi per le energie rinnovabili evitando di creare rendite di posizione dannose. - Più incentivi per gli investimenti in nuove tecnologie finalizzate alla riduzione dei consumi energetici. - Incrementare gli investimenti per la realizzazione delle smart grid, finalizzati ad aumentare l'efficienza delle reti di trasmissione di energia elettrica.

Niente discariche né inceneritori: è l’obiettivo strategico a cui tendere nel medio-lungo periodo. Il principio ispiratore del ciclo dei rifiuti è quello di riutilizzare gli scarti come materia prima. In tutto il mondo sviluppato, le materie raccolte e riciclate vengono vendute nell’industria. Da noi si gettano ancora in discarica, magari abusivamente o senza avere impermeabilizzato il suolo e paghiamo anche profumatamente chi li riceve. Produrre meno rifiuti, vietare imballaggi inutili e costosi, reintrodurre il vuoto a rendere, fare la raccolta porta a porta, sviluppare la filiera industriale dei materiali riciclati. Se questo ciclo viene messo in atto, la quantità residua di rifiuti è talmente scarsa e di così basso valore energetico che non vale la pena incenerirla, eliminando i danni per ambiente e salute. Facendo i giusti investimenti e

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perseguendo questa politica, entro pochi anni può essere raggiunto l’obiettivo di rendere ‘superflue’ le grandi discariche e gli inceneritori. Gli inceneritori, infatti, possono produrre energia elettrica solo se bruciano legno, carta e plastica. E, di fatto, oggi funzionano solo perché sostenuti impropriamente con i finanziamenti del famigerato Cip6 (quota parte della bolletta elettrica che dovrebbe aiutare solo le energie rinnovabili e invece in Italia finisce soprattutto sulle fonti ‘assimilabili’).

Nel programma del PD si legge che per sostenere la crescita dimensionale delle imprese, si devono introdurre forti sconti di imposta. L'obiettivo è di rendere permanente l'incentivo previsto dalla legge Finanziaria 2008 per l'installazione di pannelli solari termici, in tutte le case di abitazione, anche al fine di favorire la nascita di imprese di produzione, installazione e manutenzione dei pannelli solari. Le misure a favore delle energie rinnovabili e per l'efficienza energetica devono avere durata pluriennale certa e fondarsi sempre più sulla leva fiscale, al fine di mobilizzare al massimo le risorse private disponibili. Per l’Italia, produrre il 20% di energia con il sole e con il vento, significa risparmiare miliardi di euro sulle importazioni di petrolio. La proposta di Bersani è dunque quella di un piano per realizzare in dieci anni la trasformazione delle fonti principali di riscaldamento degli edifici, privati e pubblici, in modo da creare al tempo stesso un gigantesco risparmio energetico e un grande volano di crescita

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economica. L'Italia deve impegnarsi sulle tecnologie di punta: che si tratti della cattura del biossido di carbonio per il "carbone pulito", o si tratti del metano, delle biomasse o dell'idrogeno e anche del nucleare di quarta generazione, ovvero quello a sicurezza intrinseca, previa la risoluzione del problema delle scorie. È indispensabile essere presenti nelle partnerships internazionali in questi campi, per sviluppare un'industria energetica nazionale. Per valorizzare le fonti rinnovabili e la microgenerazione, deve essere ristrutturato - in cooperazione con le Regioni e gli Enti locali - il sistema complessivo della distribuzione. Quest'ultima non è più unidirezionale: da chi la produce alle case, alle aziende ed ai servizi. Ormai le famiglie e le imprese stesse possono produrre energia, ciò che pretende un conseguente mutamento della concezione stessa della rete di distribuzione.

L'emergenza climatica e la necessità di assicurare sovranità energetica richiamano il nostro paese ad un ripensamento radicale della strategia energetica nazionale proposta dal governo Monti, che appare ancora ancorata ad un modello anacronistico centrato sull'ampliamento delle attività di estrazione di combustibili fossili. Né offre spazio per un ripensamento sull'energia nucleare. Crediamo invece che si debba imprimere una netta inversione di rotta, verso lo sganciamento dalla dipendenza dai combustibili fossili. Pensare ancora a trivellare per il petrolio o per il fracking e cercare di imporre


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nuovi siti per centrali a carbone è l’esatto contrario di quanto un paese come l’Italia deve fare. Nei nostri mari non vogliamo nuove trivelle per il petrolio e per il gas. Per contro la struttura geologica e geoclimatica del nostro paese indica la possibilità di un futuro esclusivamente rinnovabile. Una possibilità che aprirà opportunità di nuovo impiego, rispetto della vocazione dei territori, riduzione delle emissioni, riduzione dei costi di produzione di energia, rispetto dell'ambiente. Ed al contempo trasformare l’Italia in un paese libero dal ricatto – politico, oltre che economico – di carbone ed energie fossili. Si tratta di recuperare un patrimonio di conoscenza e competenza che è andato disperso in seguito alle politiche dissennate del governo Berlusconi e del governo Monti, che hanno innescato una profonda crisi nel settore delle energie rinnovabili, con decine di migliaia di cassa integrati nel settore e molte imprese a rischio di chiusura. Attraverso politiche di sostegno al solare termico e la geotermia a bassa entalpia ed a strategie di cogenerazione anche del metano sarà possibile nei prossimi cinque anni ridurre del 50% il costo della bolletta energetica per riscaldamento. Crediamo che sia doveroso ridurre gli incentivi al solare fotovoltaico limitando drasticamente gli impianti sui suoli agricoli produttivi. Però è completamente sbagliato pretendere di bloccare il cambiamento verso le energie rinnovabili con politiche di contingentamento produttivo che mai sono state applicate a altre forme di energia (il sistema dei registri). Per l’oggi e il futuro occorre per il fotovoltaico puntare sulla generazione di energia elettrica distribuita su tutto il territorio nazionale, liberalizzare lo scambio di energia rinnovabile tra produttori e consumatori, sostenere gli stoccaggi di energie rinnovabili. Occorre una politica delle smart grid, delle reti locali a partire dal condomi-

nio interconnettendo l’Italia come un grande alveare democratico. Così sarà possibile produrre e scambiare energia nel rispetto del paesaggio liberandosi dal giogo delle bollette. Accanto al fotovoltaico dovrà essere incentivata l’energia eolica con la partecipazione al capitale delle comunità locali, sviluppando possibilità dell’eolico in mare nel rispetto dei paesaggi, la diffusione del mini e microeolico e il sostegno alla ricerca dei sistemi di eolico senza pale o di quello troposferico. Andrà inoltre valorizzato l’idroelettrico su piccola scala rispettando le portate minime dei fiumi e l’ittiofauna, portare in produzione tutti gli invasi esistenti svuotandoli dai fanghi e integrandoli con i sistemi fotovoltaici anche con la ricarica notturna dei bacini. La geotermia a impatto zero dovrà essere l’obiettivo da perseguire per la riconversione della geotermia attualmente esistente nel nostro paese. Per quanto riguarda le produzioni di energia da biomasse agricole di scarto e da deiezioni animali con il sistema del biogas queste dovranno essere su piccola scala e diffuse nel territorio. L’utilizzo del legno e delle potature deve essere anch’esso previsto per piccole centrali collocate nei luoghi di produzione del legno stesso e prevedere il coinvolgimento attivo dei coltivatori del bosco. La produzione di calore: il governo di centrosinistra lavorerà per rendere permanente lo sgravio fiscale per chi ristruttura (più alto) e per chi costruisce (più basso) edifici a risparmio energetico e a sicurezza dai terremoti. Verranno sburocratizzati tutti i sistemi di risparmio energetico per famiglie ed imprese, riconoscendo ai condomini che vogliono migliorare l’efficienza del loro edificio la possibilità di agire senza il consenso unanime. Per ogni ristrutturazione o nuova costruzione andrà reso obbligatorio l’uso dei sistemi di risparmio energetico sostituendo tutta la

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produzione di calore da gas con la cogenerazione di calore ed energia elettrica. Tutto il patrimonio pubblico andrà ristrutturato ed ogni investimento pubblico in energie rinnovabili, purché redditizio per il risparmio anche economico, andrà sottratto dal computo dei paramenti del patto di stabilità. Vanno promosse le reti elettriche di ricarica dei veicoli elettrici, promuovendo mobilità a minor costo e minor inquinamento partendo dalle strade del mare ovviamente e partendo anche dal cambiamento delle motorizzazioni marine da diesel a GNL (metano liquido).

La tutela dell’ambiente è investimento per il futuro e presupposto per vivere meglio il presente. Lavoro e salute non devono più essere alternativi, ma complementari. Per questa ragione l’economia verde non può essere “altro” dall’economia, ma è parte integrante dell’economia. L’industria, i trasporti, l’agricoltura, gli edifici devono riorientarsi secondo i criteri dell’efficienza, del contenimento delle emissioni nocive, dell’impiego di materiali riciclabili e di tecnologie intelligenti per smaltire i rifiuti, bonificare i terreni, ottimizzare il ciclo dell’acqua, mettere in sicurezza il territorio, incentivare la mobilità a basso impatto ambientale. Programmi formativi e incentivi devono facilitare le scelte “verdi”. Le regole devono essere chiare e ragionevoli - e la semplificazione operata dal Governo, ad esempio attraverso la nuova Autorizzazione unica ambientale, è un esempio di come ciò possa essere fatto –

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ma bisogna essere intransigenti verso chi le viola. Agli sforzi già in atto per ridurre e differenziare la produzione di rifiuti, che vanno mantenuti e, se possibile, rafforzati, occorre affiancare sia una produzione efficiente in grado di allungare il tempo di vita dei prodotti, sia un rilancio del riciclo, in linea con i migliori esempi europei dove lo smaltimento in discarica è stato azzerato. A vent’ anni di distanza dal precedente piano energetico nazionale è stata presentata una nuova strategia energetica nazionale che fa della crescita sostenibile, dal punto di vista economico e ambientale, il proprio imperativo e punta a fare del Paese un hub energetico nel Mediterraneo. E’ necessario continuare sulla strada tracciata, dando attuazione alle linee guida della strategia per dare all’Italia una energia meno costosa, più sicura e più sostenibile.

Se venisse applicata rigorosamente la legge 10/91, per riscaldare gli edifici si consumerebbero 14 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno. In realtà se ne consumano di più. Dal 2002 la legge tedesca, e più di recente la normativa in vigore nella Provincia di Bolzano, fissano a 7 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno il consumo massimo consentito nel riscaldamento ambienti. Meno della metà del consumo medio italiano. Utilizzando l’etichettatura in vigore negli elettrodomestici, nella Provincia di Bolzano


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questo livello corrisponde alla classe C, mentre alla classe B corrisponde a un consumo non superiore a 5 litri di gasolio, o metri cubi di metano, e alla classe A un consumo non superiore a 3 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato all’anno. Nel riscaldamento degli ambienti, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2, anche per evitare le sanzioni economiche previste dal trattato di Kyoto nei confronti dei Paesi inadempienti, deve articolarsi nei seguenti punti: • Applicazione immediata della normativa, già prevista dalla legge 10/91 e prescritta dalla direttiva europea 76/93, sulla certificazione energetica degli edifici. • Definizione della classe C della provincia di Bolzano come livello massimo di consumi per la concessione delle licenze edilizie relative sia alle nuove costruzioni, sia alle ristrutturazioni di edifici esistenti. • Riduzione di almeno il 10 per cento in cinque anni dei consumi energetici del patrimonio edilizio degli enti pubblici, con sanzioni finanziare per gli inadempienti. • Agevolazioni sulle anticipazioni bancarie e semplificazioni normative per i contratti di ristrutturazioni energetiche col metodo esco (energy service company), ovvero effettuate a spese di chi le realizza e ripagate dal risparmio economico che se ne ricava. • Elaborazione di una normativa sul pagamento a consumo dell’energia termica nei condomini, come previsto dalla direttiva europea 76/93, già applicata da altri Paesi europei. Il rendimento medio delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno al 38%. Lo standard con cui si costruiscono le centrali di nuova generazione, i cicli combinati, è del 55/60%. La co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, con utilizzo del calore nel luogo di produzione e trasporto a distanza dell’energia elettrica, consente di utilizzare il poten-

ziale energetico del combustibile fino al 97%. Le inefficienze e gli sprechi attuali nella produzione termoelettrica non sono accettabili né tecnologicamente, né economicamente, né moralmente, sia per gli effetti devastanti sugli ambienti, sia perché accelerano l’esaurimento delle risorse fossili, sia perché comportano un loro accaparramento da parte dei Paesi ricchi a danno dei Paesi poveri. Non è accettabile di per sé togliere il necessario a chi ne ha bisogno, ma se poi si spreca, è inconcepibile. Per accrescere l’offerta di energia elettrica non è necessario costruire nuove centrali, di nessun tipo. La prima cosa da fare è accrescere l’efficienza e ridurre gli sprechi delle centrali esistenti, accrescendo al contempo l’efficienza con cui l’energia prodotta viene utilizzata dalle utenze (lampade, elettrodomestici, condizionatori e macchinari industriali). Solo in seguito, se l’offerta di energia sarà ancora carente, si potrà decidere di costruire nuovi impianti di generazione elettrica. Nella produzione di energia elettrica e termica, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 anche accrescendo l’offerta, deve articolarsi nei seguenti punti: • Potenziamento e riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termoelettriche esistenti. • Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica con tecnologie che utilizzano le fonti fossili nei modi più efficienti, come la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a partire dagli edifici più energivori: ospedali, centri commerciali, industrie con processi che utilizzano calore tecnologico, centri sportivi ecc. • Estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia elettrica anche agli impianti di micro cogenerazione di taglia inferiore ai 20 kW. • Incentivazione della produzione di-

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stribuita di energia elettrica estendendo a tutte le fonti rinnovabili e alla micro-cogenerazione diffusa la normativa del conto energia, vincolandola ai kW riversati in rete nelle ore di punta ed escludendo i chilowattora prodotti nelle ore vuote. • Applicazione rigorosa della normativa prevista dai decreti sui certificati di efficienza energetica, anche in considerazione dell’incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che essi comportano. • Eliminazione degli incentivi previsti dal CIP6 alla combustione dei rifiuti in base al loro inserimento, privo di fondamento tecnico-scientifico, tra le fonti rinnovabili. • Legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili, vincolando all’incremento della sostanza organica nei suoli le produzioni agricole finalizzate a ciò. • Incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fonti rinnovabili, in particolare le biomasse vergini, in piccoli impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo rigoroso del legno proveniente da raccolte differenziate ed escludendo dagli incentivi la distribuzione a distanza del calore per la sua inefficienza e il suo impatto ambientale. • Incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici.

ritorio, tutelando il paesaggio, archiviando progetti come la TAV in Val di Susa e il Ponte sullo Stretto di Messina. Va impedita la privatizzazione dei beni comuni, a partire dall’acqua. Va valorizzata l’agricoltura di qualità, libera da ogm, va tutelata la biodiversità e difesi i diritti degli animali. Vanno creati posti di lavoro attraverso un piano per il risparmio energetico, lo sviluppo delle rinnovabili, la messa in sicurezza del territorio, per una mobilità sostenibile che liberi l’aria delle città dallo smog.

Va cambiato l’attuale modello di sviluppo, responsabile dei cambiamenti climatici, del consumo senza limiti delle risorse, di povertà, squilibri e guerre. Va fermato il consumo del ter-

Nella pagina di destra, pubblichiamo il manifesto della Associazione dei Produttori di Energia Rinnovabile

Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali quali, a titolo di esempio: trasporti, energia, poste, telecomunicazioni, servizi professionali e banche (inclusi gli assetti proprietari). Privatizzare le imprese pubbliche con modalità e obiettivi pro-concorrenziali nei rispettivi settori. Inserire nella Costituzione il principio della concorrenza come metodo di funzionamento del sistema economico, contro privilegi e monopoli d'ogni sorta. Privatizzare la RAI, abolire canone e tetto pubblicitario, eliminare il duopolio imperfetto su cui il settore si regge favorendo la concorrenza. Affidare i servizi pubblici, incluso quello radiotelevisivo, tramite gara fra imprese concorrenti.


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ANCHE LE AZIENDE EUROPEE SONO CHIAMATE A NUOVE OPPORTUNITA’ DI SVILUPPO

F CINA 2013 E’ BOOM PER IL FOTOVOLTAICO

in dal lontano 2008, la Cina aveva aperto le porte al fotovoltaico, incrementando notevolmente la produzione dei pannelli anche per il mercato interno. L’alto costo degli impianti e una imposizione fiscale non adeguata, però, avevano provocato un forte rallentamento nella crescita prevista. Nello scorso mese di dicembre, però, la Cina ha avviato un programma energetico nazionale, volto ad intensificare l’utilizzo delle rinnovabili, tale da raggiungere nel solo fotovoltaico una potenza installata pari a ulteriori 10 GW entro il 2016. Per questo risultato, il governo cinese ha messo a disposizione incentivi governativi e premi per produttori e proprietari di impianti. La richiesta di energia pulita, peraltro, è sempre crescente in un Paese che negli ultimi 20 anni ha conosciuto un crescita industriale senza pari. Ulteriori elementi che hanno convinto i cinesi a puntare sul fotovoltaico sono la profonda crisi che investe l’Europa, ove le aziende cinesi sviluppavano affari d’oro, e i dazi imposti dagli Stati Uniti sui prodotti provenienti dalla Cina. Molte aziende cinesi che producevano pannelli hanno chiuso i battenti ed altre devono essere prontamente riviltalizzate. A questo proposito sono in atto misure che tendono a ridurre i costi di installazione e i costi burocratici relativi al fotovolotaico. La riduzione di tali costi si aggira intorno al 10%, come viene pubblicato da NPD Solarbuzz nella sua recente analisi al mercato cinese.

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Il rilancio del mercato cinese del fotvoltaico, dunque, passa per il suo interno. La Cina deve vendere i suoi pannelli a se stessa, sia per raggiungere gli obiettivi di programma, sia per tenere in vita le sue aziende, sia per contribuire alla salvezza del pianeta, sia per fare fronte drasticamente alla richiesta di energia domestica e aziendale, sia per liberarsi dalla dipendenza del fossile e, quindi, di Paesi stranieri. La volatilità dei prezzi di mercato, peraltro, non ha certo facilitato fin qui lo sviluppo della rinnovabile fotovoltaica. Un altro dato, rilevato da Solarbuzz, sembra spingere ulteriormente verso l’evoluzione del mercato interno cinese: in alcune zone industriali e commerciali della Cina il costo dell’energia è talmente alto, che l’energia prodotta mediante pannelli fotovoltaici è sensibilmente meno costosa. In questo caso il raggiungimento della grid parity, in quelle zone, non è certo un problema. Secondo le previsioni meno ottimistiche, il tasso di crescita della produzione di energia fotovoltaica, distribuita in Cina nel corso del 2013, dovrebbe superare il 90% e proseguire nel corso dei prossimi anni. In effetti, la pipeline di progetti nell'ambito del programma Golden Sun e del programma Tetto Solare, avviati dal governo di Pechino, contribuirà per più di 2,5 GW nel corso del solo 2013. Tuttavia, il mercato fotovoltaico in Cina potrebbe essere limitato ancora una volta da diversi fattori. Ad esempio, se la produzione di energia fotovoltaica non potrà essere consumata

direttamente da chi investe sugli impianti, ci si troverà di fronte ai tassi imposti dalla Stato, che acquisterà in proprio l’energia a tariffe probabilmente poco covenienti per chi produce e vende. Ciò avrebbe un effetto negativo sul periodo di ritorno previsto sull'investimento. Questa la panoramica di un mercato nel quale le aziende italiane potrebbero trarre beneficio diretto e indiretto. Vediamone le ragioni. In Cina, nonostante la chiusura di numerose aziende, si registra ancora una sovraproduzione di pannelli e non vi è dubbio che le aziende cinesi, dovendo ora rivolgersi al mercato interno, dovranno puntare ancora di più sulla qualità dei loro prodotti. Questa situazione rappresenta un doppio vantaggio. Il primo è che l’assorbimento di pannelli da parte del mercato cinese, lascerà maggior spazio ai produttori europei sul mercato europeo e americano. La seconda è che il miglioramento della qualità del prodotto cinese consentirà alle aziende euopee, quindi anche alle aziende italiane, di rifornirsi di componentistica a minor costo, localizzando l’assemblaggio dei materiali e ottimizzando i costi nei volumi di trasporto. Vi è infine una ulteriore considerazione da fare: il mercato cinese è immenso ed è tuttora aperto a chi vuole inserirsi con il proprio contributo di innovazione e progettuale. La Cina offre incubatori e progetti di start-up molto convenienti e proiettati verso un futuro ricco di buoni risultati. L’apertura di un simile mercato, anche nel settore del fotovoltaico, non può e non deve lasciare indiffenti. SE aiuta i suoi business partner ad inserirsi nei mercati esteri e, quindi anche in quello cinese. Se sei interessato, scrivi all’indirizzo: se@progemaenergia.it

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SE Quindicinale bi-lingue on line distribuito in 45 Paesi

a i l a t I n i e o d n o M nel

esci dal buio SE ti dà la “luce” e l’energia commerciale

rosso come azione arancio come pensiero giallo come fiducia verde come energia 18


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in ita l

iano

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SE Quindicinale bi-lingue on line distribuito in 45 Paesi

SE è impegnato ad allargare i confini dentro e fuori il Paese

rosso come azione arancio come pensiero giallo come fiducia verde come energia 19


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SE

Date di uscita per l’anno 2013 release dates for the year 2013 10/01/13 11/03/13 11/05/13 11/09/13 11/11/13

25/01/13 26/03/13 26/05/13 26/09/13 26/11/13

11/02/13 11/04/13 11/06/13 11/10/13 11/12/13

26/02/13 26/04/13 26/06/13 26/10/13

LIStIno PEr PAGInA Listino 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20

Euro

uscite uscite uscite uscite uscite uscite uscite uscite uscite uscite

450,00 900,00 1.350,00 1.800,00 2.250,00 2.700,00 3.150,00 3.600,00 4.050,00 4.500,00

Sconto 15% 20% 25% 30% 35% 39% 42% 45% 48% 50%

Detrazione Imponibile 67,50 180,00 337,50 540,00 787,50 1.053,00 1.323,00 1.620,00 1.944,00 2.250,00

382,50 720,00 1.012,50 1.260,00 1.462,50 1.647,00 1.827,00 1.980,00 2.106,00 2.250,00

IVA 21% 21% 21% 21% 21% 21% 21% 21% 21% 21%

PrICE PEr PAGES Prices 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20

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Dollars 587,70 1.175,40 1.763,10 2.350,80 2.938,50 3.526,20 4.113,90 4.701,60 5.289,30 5.877,00

Discount Abatement 15% 20% 25% 30% 35% 39% 42% 45% 48% 50%

88,16 235,08 440,78 705,24 1.028,48 1.375,22 1.727,84 2.115,72 2.538,86 2.938,50

PROGEMA S.R.L. Via De Amicis 2-21020 Varano Borghi VA (Italy) Cell. +39 331 8118840-Segreteria - Tel. +39 02 9374175 Uff. Operativo - Tel. +39 0332 948.948 Fax +39 02 700537124 - Skype Name: lorenzolovecchio www.progemaenergia.it - se@progemaenergia.it

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Invoice 499,55 940,32 1.322,33 1.645,56 1.910,03 2.150,98 2.386,06 2.585,88 2.750,44 2.938,50

FATTURA 462,83 871,20 1.225,13 1.524,60 1.769,63 1.992,87 2.210,67 2.395,80 2.548,26 2.722,50


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diventa

SE

business partner SE è il follow-up delle opportunità nel mondo SE cerca per te le possibilità di partnership SE ti propone sui mercati internazionali SE si rivolge a operatori e istituzioni SE è in versione italiana e inglese

un articolo di SE, anno 2012, in cui si segnala la richiesta di una significativa collaborazione tra aziende smart e una grande metropoli italiana

Per info e contatti scrivi a se@progemaenergia.it www.progemanergia.it 21


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LUCI A LED

DETRAZIONE 50% SU IRPEF

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el nostro blog www.progemaenergia.it si è aperta una discussione sul fatto che i costi sostenuti per la trasformazione della illuminazione tradizionale in luci a led siano detraibili al 50% dal computo globale delle tasse dovute allo Stato. Sul blog abbiamo promesso che ne avremmo parlato in questo numero di SE e così facciamo. Dice l’Agenzia delle Entrate: “Dal 1° gennaio 2012, la detrazione fiscale sulle ristrutturazioni edilizie non ha più scadenza. L’agevolazione, introdotta fin dal 1998 e prorogata più volte, è stata resa permanente dal decreto legge n. 201/2011 (art. 4) che ha previsto il suo inserimento tra gli oneri detraibili ai fini Irpef”. “Negli ultimi anni la normativa che disciplina la materia è stata più volte modificata. La più recente novità è stata introdotta dal decreto legge n. 83 del 22 giugno 2012 (Misure urgenti per la crescita del Paese) che ha elevato, anche se per un limitato periodo di tempo, la misura della detrazione e il limite massimo di spesa ammessa al beneficio”. In particolare, per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 (data di entrata in vigore del citato decreto) al 30 giugno 2013, la detrazione Irpef aumenta al 50% e raddoppia il limite massimo di spesa (96.000 euro per unità immobiliare). Possono usufruire della detrazione sulle spese di ristrutturazione tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), residenti o meno nel territorio dello Stato, così come pubblicato

nell’aggiornamento agosto 2012 da parte dell’Agenzia delle Entrate, ove al punti i) si specifica che rientrano nelle spese di ristrutturazione anche “gli interventi finalizzati alla cablatura degli edifici, al contenimento dell’inquinamento acustico, al conseguimento di risparmi energetici, all’adozione di misure di sicurezza statica e antisismica degli edifici, all’esecuzione di opere interne”. Infine, il medesimo aggiornamento specifica quali siano le opere di intervento ammesse alla detrazione Irpef. Fra queste si legge testualmente: “Opere finalizzate al risparmio energetico, realizzate anche in assenza di opere edilizie propriamente dette. (Detraibile, purché sia certificato il raggiungimento degli standard di legge)”. Ovviamente tutte le pratiche di richiesta per l’ottenimento della detrazione fiscale devono essere accompagnate dai necessari certificati e asseverazioni. SE ha ottenuto una convenzione per i propri business partner per un costo forfettario di Euro 800, esclusi costo di trasferta fuori dal territorio Lombardia e Veneto.

Vuoi usufruire della convenzione di SE per la certificazione sulle opere destinate al risparmio energetico, al fine dell’ottenimento delle detrazioni fiscali? Scrivi a: se@progemaenergia.it 23


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Detrazione 55% oppure Conto Termico?

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er gli interventi di risparmio energetico degli edifici è più conveniente fare affidamento agli incentivi messi a disposizione dal Conto Termico oppure è meglio optare per la detrazione 55% per gli interventi di riqualificazione energetica (almeno fino al 30 giugno 2013)? Le due opzioni, infatti, si sovrappongono per cui è possibile scegliere una soluzione o l’altra. Il Conto Termico può contare su un tesoretto complessivo di 900 milioni di euro, ripartito tra incentivi per i privati (700 milioni) e incentivi per le pubbliche amministrazioni (200 milioni di euro). La Detrazione 55%, invece, è una misura di fiscalità generale e non prevede dunque un plafond complessivo. Esistono, ovviamente, dei tetti di spesa massima detraibili, così come già avviene per la detrazione del 50% sulle ristrutturazioni edilizie. L’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda per usi domestici o industriali e per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine, strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e università consente una spesa massima detraibile di 60.000 euro. Interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con im-

pianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione consentono una Detrazione 55% di una spesa fino a 30.000 euro. Anche le modalità di erogazione dei benefici sono diversi per chi sceglie l’opzione degli incentivi del Conto termico e per chi, invece, si affida al bonus fiscale previsto dalla Detrazione 55%. Per il Conto Termico, infatti, gli incentivi vengono erogati direttamente dal GSE che provvede a versare sul c/c tramite bonifico dell’avente diritti gli incentivi maturati. La Detrazione 55%, invece, prevede uno “sconto” sul pagamento dell’Irpef, la cui entità dipende dalla capienza fiscale del dichiarante e dall’entità dell’imposta lorda. Chi può chiedere cosa? Mentre il Conto Termico è aperto, con le dovute differenze, a privati e pubbliche amministrazioni, la Detrazione 55% si applica solo ai privati, cioè a titolari di redditi soggetti a Irpef o Ires. A seconda del tipo di intervento, gli incentivi erogati con il Conto Termico durano 2 o 5 anni. Le rate della Detrazione 55%, invece, durano per 10 anni, in base alla capienza fiscale. (fonte Ediltecnico)

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lA VErA STorIA DEllE lUCI A lED I

primi diodi LED erano disponibili solo nel colore rosso. Venivano utilizzati come indicatori nei circuiti elettronici, nei display a sette segmenti e negli optoisolatori. Successivamente vennero sviluppati LED che emettevano luce gialla e verde e vennero realizzati dispositivi che integravano due LED, uno rosso e uno verde, nello stesso contenitore permettendo di visualizzare quattro stati (spento, verde, rosso, verde + rosso = giallo) con lo stesso dispositivo. Negli anni novanta vennero realizzati LED con efficienza sempre più alta e in una gamma di colori sempre maggiore fino a quando, con la realizzazione di LED a luce blu, fu possibile creare dispositivi che, integrando tre LED (uno rosso, uno verde e uno blu), potevano generare qualsiasi colore. E’ il 1993 e siamo a un passo dalla

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luce bianca, la cui conversione risale al 1995. Parallelamente, la quantità di luce emessa, competitiva con le comuni lampadine, porta a prevedere nell'arco del tempo un impiego generalizzato in tutti i campi. Ripercorrendo la strada dei LED, diciamo che nel 1907 Henry Joseph Round scopre gli effetti fisici dell’elettroluminescenza, ma poiché sta lavorando ad un nuovo sistema radiogoniometrico, la scoperta viene accantonata. Nel 1962 avviene il lancio del primo diodo luminescente rosso, del tipo GaAsP. Nel 1971 si registra l’ introduzione di LED di altri colori, come precedentemente detto, e vengono realizzati apparati sempre più luminosi ed efficienti. I LED sono stati usati per oltre 30 anni in numerose applicazioni industriali, dagli armadi elettrici agli strumenti di


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misurazione, nei prodotti consumer, come le apparecchiature HiFi, i telefoni o i personal computer, nei semafori per strade e ferrovie o nella illuminazione per le automobili. Negli ultimi anni l’efficienza dei LED colorati ha raggiunto 100 lm/W e oltre, a seconda del colore e del sistema di alimentazione. Questi valori sono destinati ad aumentare. Poiché attualmente i LED bianchi hanno un’efficienza di 40-100 lm/W (che dipende dalla temperatura del colore e dalla resa cromatica), sono sempre più utilizzati nell’illuminazione generale e sono già in fase di implementazione nell’illuminazione di emergenza e nelle applicazioni decorative. Anche la pubblicità luminosa sfrutta i vantaggi dei LED, attraverso percezione della luminosità data dall’uso dei moduli LED colorati. l'efficienza luminosa di una sorgente La storia industriale dei LED per illuminazione comincia in Giappone negli di luce (vedi riquadro in basso). Per anni novanta, quando comparvero sul fare un esempio, una lampada ad incandescenza di 100 W, con filamento mercato dispositivi led con un considi tungsteno, alimentata a 220 V, ha stente flusso luminoso capace di emettere radiazioni di colore blu. Ed è un' efficienza luminosa di 13,8 lm/W. stato proprio l'avvento del LED blu ad Una lampada alogena con le stesse alto flusso luminoso che ha reso pos- caratteristiche, ha un'efficienza lumisibile generare per sintesi additiva dei nosa di 16,7 lm/W. tre colori primari, rosso, verde e blu, la luce etero cromatica, ossia di tonalità bianca, adatta per l'illuminazione. Tale tecnologia basata sulla combinazione di colori è stata affiancata da un altro metodo di genera? il NWATT E M U zione della luce bianca ottei luce è L d L I e ’ t n ’E COS n orge nuta mediante la filtrazione tenza i i una s o d p a a s l o in oe della luce emessa dal LED blu nza lum sso luminos espressa in u 'efficie L è fl da parte di uno speciale rivestiito in o tra il mente apport Dimensional inoso è defin hio r mento a base di fosfori. o. um ll'occ ingress att. Il flusso l tiva de particolare t e g Oggi il LED viene comunemente g w o / ne s una ile. lumen ercezio risponde ad p usato per illuminare case, negozi, ce visib a l l u l a a r l e l o s e c a d b e l di aziende soprattutto in virtù delmedio spettro nche a umano nterno dello radiazione a l'infral’alta durata del dispositivo, oltre ll'i te nel curva a adina emet enere che g n i , e p l 50.000 ore, e del forte risparmio i m oletto, Una la a banda visib e nell'ultravi luminoenergetico. Difatti, un tubo a fluoell le di fuori d r l'effetto jou sensazione za e rescenza (neon) di potenza abituale efficien no lla p a e o r o s o i s n g o o r u sc ag ettere 18 watt, per fare un esempio, può una m ntribui non co lampada ha n grado di em essere sostituito da un tubo LED di èi na na. sità. U nto più cezione uma a u q a s r 8 watt, ottenendo la medesima lumino datto alla pe a quantità di lumen, vale a dire quella o spettr

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ma quanto ci fa risparmiare il fotovoltaico? S

i è svolto nei giorni scorsi a Padova un convegno, organizzato da Centrosolar, cui hanno partecipato le principali aziende installatrici di impianti fotovoltaici, provenienti dal Veneto e da altre regioni d’Italia. SE era presente come osservatore mediatico. A nostro avviso, la parte più interessante delle giornata di lavori è stata la relazione presentata dall’ingegner Emanuele De Biasi, al quale abbiamo chiesto di inviarci alcune slides che sono state proiettate durante il suo intervento e che qui pubblichiamo. L’ingenger De Biasi, infatti, ha presentato un excursus analitico delle bollette Enel, esaminandone costi e strategie aziendali, non senza avere precisato che Enel è capitalizzata al 31% dallo Stato italiano e che recentemente il suo rating è stato declassato dall’agenzia Moody’s, soprattutto a causa del vento e del sole, vale a dire dall’utilizzo di energie rinnovabili. Così è apparso abbastanza curioso che Enel abbia limato le tariffe in Fascia 1, cioè anche quando il fotovoltaico produce energia, aumentandole considerevolmente in fascia 2 e 3, cioè quando il fotovoltaico non produce o produce meno, con effetto immediato (ma non

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tanto trasparente) di un aumento del 2% della bolletta energetica. E’ stato curioso anche constatare come le alchimie di Enel conducano ad un medesimo risultato economico sulla bolletta elettrica, qualsiasi sia il bilanciamento dei consumi sulle tre fasce orarie, ora ridotte e due. Entrando nel vivo di ciò che più interessa chi lavora nel settore fotovoltaico, è bene fare attenzione sui reali costi del chilowattora, anche al fine di non “tagliarci gli alimenti” con calcoli del tutto improvvidi. Esaminiamo dunque alcune delle tabelle proposte dall’ingegner De Biasi.

Innazi tutto lo studio prende in esame i contratti Enel, suddividendoli in contratti D2 (bi-orari e contatori da 3kw) e D3 (bi-orari e contatori oltre i 3 kw fino a 16,5 kw). Per ciascuno di questi contratti viene esaminata una fascia di contatori e di consumi che, per i


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primi, vanno dal tradizionale 3kw al 6kw (per restare nell’ambito del monofase) e, per i secondi, vanno da un minimo di 1.800 chilowattora all’anno (1° scaglione - abitualmente la luce delle scale di un condominio) ai 4.400 chilowattora annui (4° scaglione), non rari in una famiglia moderna, pur passando per i tradizionali 3.000 chilowattora annui (3° scaglione) di una famiglia più che comune. Diamo un’occhiata ai costi. Dalla tabella della pagina a fianco, appare chiaro come il più conveniente di tutti sia il primo scaglione, laddove i consumi abituali sono veramente molto bassi. Autoconsumando molta energia prodotta da un impianto fotvoltaico, quindi concentrando i consumi in Fascia 1, si può forse ottenere un valore dell’energia come quello espresso nel primo scaglione. Nel realizzare però un business plan è bene tenere conto dei valori espressi nel terzo e nel quarto scaglione, che sono ben diversi da quelli che girano nei business plan più comuni. Non parliamo infatti di 0,18 o di 0,20 o massimo di 0,25 Euro per chilowattora, ma di ben 0,30 o 0,34 Euro. L’utilizzo del fotovoltaico dunque induce ad un risparmio nettamente superiore. Il discorso diventa ancora più macroscopico se passiamo ai contratti D3 come vediamo nella tabella dell’ingegner De Biasi, riportata qui sotto.

Un ulterioriore elemento di aiuto può essere fornito dalla tabella successiva, ove vengono esaminati i costi reali delle bollette degli italiani, ladove le caselle contraddistinte dal colore verde sono quelli più abituali. Ovviamente noi abbiamo voluto condensare, per brevità di spazio, alcuni degli elementi che sono apparsi nel-

l’arco di una relazione molto più ampia e completa. C’è però una frase che vogliamo risportarvi e che ci pare quanto mai significativa: “Il fotovoltaico permette questo effetto di «shaving» della bolletta, andando ad abbattere prima i kWh più cari, quelli che costano di più, i massimi, degli scaglioni più alti, in fascia «giornaliera»… svuotati gli scaglioni più cari, si passa via via a quelli meno cari!”

(fonte Centrosolar)

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TURCHIA E FONTI RINNOVABILI

eolico, termico e un po’ di ibrido

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i è svolto nei giorni scorsi a Roma, nella sede del GSE, un incontro organizzato da Corrente per mettere a confronto aziende e opportunità italiane con aziende e opportunità turche nel settore dell’energia. Del convegno avevamo già dato una anticipazione nello scorso numero di SE, ma ora vogliamo soffermarci su alcuni approfondimenti di particolare

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interesse, che sono emersi durante i lavori. Il sistema energetico turco è caratterizzato dalla forte dipendenza dalle importazioni. Nel 2009, per esempio, la Turchia dipendeva per circa il 70% dell’approvvigionamento energetico dall’estero: a fronte di una produzione nazionale di energia primaria pari a 30 MTEP, ha importato il 97% del gas


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fare business nel mondo fare business nel mondo fare business nel mondo fare business nel mondo (del quale quasi la metà impiegato per la generazione di energia elettrica a costi elevati), il 94% del petrolio ed il 46% del carbone (fonte: IEA). Altra caratteristica del contesto energetico turco è la prevalenza di fonti fossili nella composizione del mix nazionale; nel 2011 esse hanno soddisfatto quasi il 90% del fabbisogno energetico totale. La Turchia rappresenta uno dei mercati emergenti più promettenti per il settore dell’energia. Tale mercato sta acquisendo una struttura sempre più competitiva e in grado di attrarre investimenti dall’estero. Con lo Strategic Plan 2010-20143 e gli altri recenti interventi normativi, la politica energetica nazionale ha assunto una posizione in linea con quella degli altri Paesi OCSE. Essa punta al raggiungimento dei seguenti obiettivi tra loro tutti interconnessi: - promuovere la liberalizzazione dei mercati energetici; - favorire e stimolare sempre più gli investimenti nelle FER; - aumentare l’efficienza energetica; - attenuare le emissioni nocive in atmosfera, i rischi ambientali e quelli legati all’inquinamento; - diversificare il mix energetico. L'incremento della domanda di energia, la liberalizzazione dei mercati, l’incentivazione delle fonti rinnovabili, l’aumento dell’efficienza energetica, la posizione strategica tra Asia e Europa, sono tutti fattori favorevoli allo sviluppo e alle opportunità di investimento nel Paese. Secondo l’ETKB, Ministero turco dell’Energia e delle Risorse Naturali, per

soddisfare la crescente domanda di energia, entro il 2023 saranno necessari circa 130 miliardi di dollari di investimenti. Dal 2000 ad oggi i consumi elettrici turchi hanno registrato una crescita molto sostenuta (5,7% annuo nel periodo 2000-2011) e l’IEA prevede un consumo in crescita del 4% annuo dal 2011 al 2017. Anche i prezzi sono cresciuti nel decennio precedente in linea con l’andamento dei prezzi delle fonti fossili. Tra queste il gas è quella che contribuisce maggiormente alla produzione di energia elettrica (45%), seguita dal carbone (28%) e dalle FER (25%) di cui la maggioranza è costituita dall’idroelettrico (23%). Il mercato elettrico turco ha iniziato un processo di liberalizzazione e privatizzazione, tuttora in corso, che ha favorito l’aumento della capacità elettrica installata necessaria per far fronte all’aumento di domanda e che si suppone continui anche nei prossimi anni grazie anche al contributo di investitori stranieri. Nel medio termine l’obiettivo più importante per il sistema elettrico turco è l’integrazione della nuova capacità produttiva da FER nella rete. Il TSO turco, TEIAŞ, deve fornire priorità di

Vuoi ricevere ulteriori informazioni sulle opportnità di business, partecipazioni a fiere, a incontri b2b e di partnership in turchia? Scrivi a: se@progemaenergia.it 31


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connessione alle FER. Con l’espansione prevista, soprattutto per l’eolico, sarà fondamentale l’incremento della capacità di trasmissione per una gestione efficiente della rete. Nel 2011 la Turchia è stata allacciata alla rete europea degli Operatori del Servizio di Trasmissione (ENTSO-E); ciò dovrebbe aumentare la flessibilità dei flussi elettrici in entrata e uscita dal Paese nell’ottica di ottimizzare anche il funzionamento della rete interna. Per quanto riguarda il ruolo delle fonti rinnovabili nella generazione elettrica, l’attuale obiettivo è di arrivare a un contributo del 30% entro il 2023. In particolare, il piano strategico 2010-2014 dell’ETKB prevede per il 2014: - 10 GW di potenza eolica totale installata; - 300 MW di potenza totale installata di impianti geotermoelettrici; Gli obiettivi del governo per il 2023, nell’ambito della Visione Strategica per il centenario della Repubblica Turca, sono: - 40 GW di potenza totale installata di impianti idroelettrici; - 20 GW di potenza totale installata di impianti eolici; - 600 MW di potenza totale installata di impianti geotermoelettrici. La Legge n. 5346 del 18 Maggio 2005 è il riferimento normativo che definisce gli incentivi per il settore delle

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fonti rinnovabili elettriche. Con la riforma intervenuta nel 2010 sono state ridefinite le fonti rinnovabili incentivate (idraulica, eolica, solare, geotermica e biomasse6) e il valore degli incentivi spettanti. Possono accedere agli incentivi anche impianti ibridi. Gli incentivi hanno la forma di una tariffa feed-in concessa per 10 anni. Le tariffe spettano agli impianti entrati in esercizio dal 18 Maggio 2005 fino al 31 Dicembre 2015. Gli incentivi sono stabiliti in centesimi di dollari per kWh. Per sostenere l’occupazione e lo sviluppo dell’industria locale delle rinnovabili sono stati previsti dei bonus aggiuntivi, per un periodo limitato a cinque anni, qualora vengano impiegati macchinari e componenti fabbricati in Turchia. I bonus si distinguono per ciascuna fonte a seconda dei prodotti e dei macchinari utilizzati, con importi che variano tra un minimo di 0,5 cent/$ per kWh a un massimo di 3,5 cent/$ per kWh. Per accedere su base volontaria al meccanismo d’incentivazione, nel caso di impianti di taglia superiore a 500 kW, è necessario essere una società a responsabilità limitata o per azioni in possesso di una licenza di produzione (chiamata EPLY) concessa da EPDK. Qualora l’impianto sia di taglia inferiore a 500 kW non è necessaria tale licenza. L’operatore deve inoltre ricevere, per ogni suo impianto, il certificato YEK (che da diritto ai titolari di beneficiare degli incentivi) presentando domanda all’EPDK entro il 31 ottobre dell’anno precedente a quello di entrata in esercizio. Il 30 novembre di ogni anno lo stesso EPDK comunica gli impianti ammessi al meccanismo di sostegno. Gli impianti a fonti rinnovabili possono usufruire di ulteriori incentivi di natura fiscale.

(fonte GSE-Corrente)


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CILE: mini idro avanti tutta Expo APEMEC 2013 avrà luogo i giorni 25 e 26 giugno 2013 a partire dalle ore 9:00 presso il Centro Congressi Espacio Riesco, Av. El Salto 5000, Huechuraba, Santiago. L’obiettivo di Expo APEMEC è essere la piattaforma per l’incontro tra i titolari dei progetti mini-idro in America Latina e le autorità di Governo, gli investitori e le aziende fornitrici di beni e servizi, al fine di promuovere e facilitare lo sviluppo di questa importante fonte di energia rinnovabile non convenzionale (ERNC). L’evento, seppur di ridotte dimensioni, è altamente specializzato e dedicato esclusivamente ad un pubblico attivo nel settore. Nella sua edizione 2012 Expo APEMEC ha visto la presenza di 90 aziende espositrici, oltre 50 seminari con più

di 80 relatori specializzati e 2.500 visitatori. Il potenziale mini idro in Cile si stima in circa 10.000 MW e attualmente conta oltre 110 progetti in fase di operazione, costruzione o valutazione ambientale, contribuendo con più di 1.400 MW di energia pulita. Allo stesso tempo, il settore mini idro rappresenta una delle principali fonti di generazione di energia rinnovabile perché competitiva, sicura e sostenibile. L’invito a partecipare a Expo APEMEC è quindi non soltanto un valido strumento d’incontro per lo sviluppo di questa importante fonte di energia rinnovabile e per la promozione di una matrice energetica più pulita, sostenibile, sicura, competitiva e autonoma in Cile, ma anche una interessante opportunità di affari per le aziende che intendono investire, conoscere i progetti, entrare nel mercato della fornitura di beni e servizi, trovare partner locali. (fonte ICE - Santiago)

Vuoi ricevere ulteriori informazioni sulle opportnità di business, partecipazioni a fiere, a incontri b2b e di partnership in Cile? Scrivi a: se@progemaenergia.it 35


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Nuova partnership SE - LEDrevolution Sono davvero pochi i veri professionisti delle luci a led, molte aziende si fossilizzano su prodotti di design, molti progettisti inseguono le grandi opere, cosÏ se un privato, una azienda, un ente pubblico vogliono sostituire l’attuale illuminazione tradizionale non trovano riferimenti validi e proposte concrete. Dai prossimi numeri SE apre una rubrica in collaborazione con LEDrevolution per la soluzione dei problemi che i lettori vorranno proporci scrivendoci a se@progemaenergia.it 38


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TUNISIA avviato il progetto per la città del futuro

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n Tunisia è al via un progetto che potrebbe coionvolgere molte aziende italiane che operano nel settore edile, delle energie rinnovabili e della domotica. Il suo nome è “La Città Economica” e rappresenta una iniziativa coraggiosa per il futuro del nord Africa, che vede impegnato in

prima battuta il governo tunisino. Come sarà piuttosto evidente dalle successive informazioni che SE riporta in anteprima, la Città Economica ha la necessità di creare un gruppo di sviluppo, composto da agenti economici ed operativi per costituire un hub di rilevanza internazionale.

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Il progetto coinvolge diversi rami dell’economia e della vita che si affaccia sul Mediterraneo, promuovendo i liberi scambi, la logistica, le esposizioni internazionali, la cultura, il commercio, la comunicazione, il tempo libero, il turismo, la sanità, l’educazione universitaria. Nelle intenzioni della autorità tunisine, la Città Economica è destinata a dare nuovi impulsi all’economia del Paese, sommati ad una crescita dell’orgoglio nazionale e della disponibilità dei posti di lavoro. Un passo in avanti della Tunisia, oggi sconvolta da una forte ribellione popolare, verso un futuro più luminoso e sereno. La nuova città crescerà sulla costa tunisina e il progetto tiene conto della storia del Paese, pur con una visione moderna delle smart city. La Tunisia ritiene che il passato possa insegnare molto al presente e, quindi, anche nella modernità è necessario seguire le tradizioni. In questo contesto culturale, il presente ha la responsabilità di salvaguardare il futuro, puntando sulla sostenibilità del progetto, sulla zonizzazione delle strutture, su un mix energetico e sul rispetto della na-

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tura. In questo senso è quindi necessario delocalizzare le imprese e le attività produttive, lasciando ampi spazi al godimento della vita quotidiana. Un progetto, dunque, che si pone all’avanguardia di una concezione internazionale di smart city. La Città Economica si estenderà su circa 180 milioni di metri quadri, occupandone solo la metà. l’INDUSTrIA La superficie industriale ne coprirà solo il 15%, includendo le aziende vere e proprie, la logistica dei materiali, gli alloggi per chi lavora e per i relativi nuclei familiari. Particolare attenzione sarà riservata alla progettazione delle strade, affinchè il traffico non incida sull’ambiente, non solo per il trasporto delle persone, ma anche e soprattutto per quello delle merci. A questo proposito la rete stradale deve essere agile nei collegamenti con le linee ferroviarie, aeroportuali e marittime. Il PorTo Trovandosi sulla costa, la nuova città tunisina sarà dotata di uno straordi-


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nario porto turistico e commerciale, ove è richiesta la massimizzazione per l’efficienza delle operazioni portuali, ponendosi così come punto di riferimento per il Mediterraneo e per il Nord Africa. Gran parte del territorio della nuova città, di cui SE vi sta dando informazione, sarà destinata alle aree espositive, alle banche, agli uffici, alle strutture alberghiere, a bar e ristoranti, al tempo libero. Il TUrISmo Il turismo non sarà soltanto quello tradizionale, ma la previsione è quella di coinvogliare un forte flusso di turismo d’affari, proveniente sia da Occidente, sia da Oriente, sia dallo stesso Continente africano. La città turistica occuperà circa il 9% dello spazio globale progettuale. La Tunisia è già una meta importante del turismo interna-

zionale e questa zona aumenterà lo status attuale, innalzandolo di livello. Hotel e grattacieli ultra moderni si snoderanno su una fascia lunga oltre 20 chilometri lungo il mare. La città turistica sarà adiacente al centro storico, fornendo così ulteriori poli di attrazione. DoWNToWN Nel progetto, due torri di 600 metri di altezza cadauna, sovrasteranno l’area downtown, entro la quale si svolgeranno le principali funzioni della vita civile, culturale e religiosa. Questo spazio coprirà circa il 3,30% dell’intera area. Una sorta di laguna di acqua salata, proveniente dal mare, creerà effetti paesagistici di grande effetto, richiamandosi alle oasi del deserto. In questa zona circoscritta della città si svolgeranno anche le principali attività di intrattenimento.

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fare business nel mondo fare business nel mondo fare business nel mondo fare business nel mondo lE rESIDENZE La zona residenziale, invece, occuperà circa 28 milioni di metri quadri. Non solo palazzi, ma soprattutto ville, villette, case di lusso o dedicate a chi gode di una redditualità nella media, la dislocazione delle quali è mirata a intensificare i rapporti umani, con il vicinato e tra le famiglie, un elemento forte della tradizione africana. La pubblica amministrazione seguirà strategie affinchè la vita pubblica e quella privata possano convivere con un supporto di alta qualità. lA SANITA’ Per quanto riguarda la sanità, l’area

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occuperà il 4% della superficie totale e sarà occupata da ospedali, laboratori, università e centri di ricerca, istituti di recupero specializzati, parchi benessere, spa, centri wellness, centri di soccorso, sale per lo sviluppo di discipline quali yoga e meditazione, attività sportive varie. Alla sanità, in particolare, il progetto dedica particolare attenzione, sia per quanto riguarda la medicina curativa, che per quanto riguarda la medicina preventiva, integrandosi con le più moderne tendenze internazionali, anche dal punto di vista delle nuove tecnologie mediche e delle tecniche di pianificazione.


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fare business nel mondo fare business nel mondo fare business nel mondo fare business nel mondo l’UNIVErSITA’ La città universitaria coprirà il 6% dell’intera superficie cittadina ed è destinata ad includere numerose facoltà internazionali e luoghi dedicati ai servizi e all’intrattenimento degli studenti. L’idea universitaria della città si rivolge alla popolazione tunisina, ma anche a quella proveniente da altri paesi. L’intenzione è quella di coordinare il lavoro universitario con i centri di ricerca e con le aziende, che potranno così sviluppare i loro progetti all’interno delle università stesse, avvalendosi del suppporto dei neo laureati. Chi si laurea, quindi, avrà anche la possibilità immediata di trovare un posto di lavoro qualificato. l’INDUSTrIA FArmACEUTICA E’ questa una attività che viene estrapolata dal contesto industriale di cui abbiamo parlato prima. Logisticamente, difatti, l’industria farmaceutica si colloca nei pressi della città universitaria e della zona residenziale, con l’intenzione specifica di interagire economicamente con queste due attività. All’industria farmaceutica viene dedicata particolare attenzione, nella convinzione che le più recenti tecnologie giocheranno nel futuro un ruolo primario anche in questo settore, in cui la Tunisia vuole porsi con efficacia sulla scena internazionale. lA CITTA’ DEllA SCIENZA Questa particolare aera si dislocerà sul 12% dell’intero progetto e comprende laboratori di ricerca, centri congressi, istituti di scienze e musei. Si trova nelle immediate adiacenze dell'università. glI SPorT Come in ogni metropoli che si rispetti, sono previsti eventi e attività sportive di rilievo e per l’intrattenimento. Questa area include stadi, arene, un villaggio olimpico, strutture di formazione,

spazi dedicati all’equitazione e alle attività di ricezione, come ristoranti e hotel. Nelle intezioni della nuova Città Economica vi è l’organizzazione dei giochi olimpici e dei mondiali di calcio, in un prossimo futuro. Sarebbe questa una grande occasione per un lancio internazionale dell’intero progetto. In questo contesto, tra l’altro, si collocano strutture e servizi dedicati ai media internazionali e alla comunicazione più in generale. l’ENTErTAINmENT Come si conviene ad una città moderna, un’ampia area è riservata ai divertimenti e al tempo libero, circa il 10%. La previsione è quella di includere parchi a tema, villaggi, teatri, zone di ludo che attraggano chi voglia sviluppare attività per il turismo. L’idea è quella di sviluppare una sorta di magnete internazionale, che possa persino prolungare il soggiorno degli stranieri. oPEN SPACE Tutte le attività e le zone sopra decsritte saranno collegate tra loro da spazi aperti e fruibili, sia sul piano dell’immagine naturale, sia per lo sviluppo di una vita sociale in conformità con le esigenze naturali dell’uomo. Giochi d’acqua, viali, percorsi pedonali saranno la vera organizzazione di vita dell’intera area, garantendo alla nuova Città Economica una identità propria e unica al mondo. (Lorenzo Lo Vecchio su fonte IEG)

Vuoi ricevere ulteriori informazioni su come partecipare alla creazione della “Città Economica” in tunisia?? Scrivi a: se@progemaenergia.it 43


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klimahouse una fiera a Bolzano dove il Tirolo insegna Il futuro è già presente nelle case sotto il Brennero. Lo dimostra il successo della esposizione alto atesina con un occhio al risparmio energetico e all’ecologia. 44


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grandi invenzioni tipiche delle PMI italiane, ma anche di quelle austriache e tedesche. Un particolare successo è stato riscontrato sui componenti d’arredo, dal camino elettrico a quello a bio etanolo, dalla impostazione domotica degli elettrodomestici agli apparecchi per il calcolo dei consumi e per la loro riorganizzazione intelligente.

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i è svolta nei giorni scorsi l’edizione 2013 di Klimahouse, la tradizionale fiera bolzanina che raccoglie le migliori esperienze produttive e progettuali in tema di casa intelligente, di efficienza energetica della casa e di costruzione in sintonia con il rispetto della natura. All’appuntamento espositivo era presente SE, che ha potuto raccogliere il vivo interesse dei visitatori che non solo si sono presentati numerosi, ma che anche si sono mostrati sensibili agli argomenti degli espositori, mostrando molta più competenza di tanti nostri operatori improvvisati. A farla da padrone su tutti è stato il legno che prepotentemente si sta facendo strada sul cemento, sia per le sue qualità naturali di tenuta e di isolamento termico, sia per l’integrazione ambientale di una casa siffatta. Benchè fosse scarsamente presente il fotovoltaico, anche perchè in quelle zone d’Italia i tetti sono già tappezzati di pannelli solari, il risparmio energetico è stato praticamente il leitmotif degli stand: pompe di calore, caldaie a pellets, mattoni e tegole a forte contenuto isolante, luci a led, piccole e

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quanto vale adesso il tuo impianto fotovoltaico? È

un’assoluta novità nel settore del fotovoltaico. Un sistema di calcolo per stabilire il valore di vendita di impianti già allacciati. I proprietari di impianti che desiderano conoscerne il prezzo netto di vendita possono liberamente accedere al servizio online. Lo strumento di calcolo è applicabile a tutti i Paesi e include diversi parametri come la data di allaccio dell’impianto, il periodo di connessione alla rete elettrica e la quantità di energia prodotta per l’autoconsumo. Il calcolo suggerisce il prezzo dell’impianto per un periodo preciso, previsto per la vendita e la rendita, che il potenziale acquirente potrebbe avere da quel determinato impianto. Il calcolatore è un prodotto della collaborazione dalle aziende berlinesi Milk the Sun e Solarpraxis. Chi ha intenzione di vendere il proprio impianto solare dopo alcuni anni dalla sua messa in funzione ha spesso difficoltà a stabilire un prezzo di rivendita. Sono molti i fattori che determinano il valore di un impianto: oltre alla tariffa incentivante, ai costi di gestione e alla perdita di potenza, entrano in gioco anche fattori quali detrazioni fiscali, il tasso di interesse e il tasso di inflazione.

Questi e altri fattori sono presi in considerazione dal calcolatore online per la determinazione del valore e della redditività di un impianto. Grazie a questo calcolo dettagliato il potenziale venditore è in grado di stabilire, attraverso una simulazione attendibile, in che modo il prezzo di un impianto potrà variare in relazione al periodo di vendita e ad altre variabili. Questo strumento di calcolo fornisce a venditori ed acquirenti un primo valore oggettivo per stabilire il prezzo attuale di un impianto solare ed è particolarmente interessante per i grandi impianti fotovoltaici. La formula adottata per il calcolo si basa su dati commerciali e sull’esperienza tecnica nel settore del fotovoltaico dell’azienda Solarpraxis. Sul portale il proprietario dell’impianto può inoltre richiedere un preventivo gratuito per avvalersi di una perizia specifica del proprio impianto. Ha inoltre la possibilità di presentare sul portale il suo impianto per la vendita. Il calcolatore online è disponibile in tedesco, in inglese e in italiano presso il sito www.milkthesun.com, ma per accedere è necessaria una password.

(fonte Solarpraxis)

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mini news mini news mini news mini news mini news mini news mini news mini news mini news mini news Eolica Expo mediterranean 2013, il salone e conferenza dell’energia eolica nel Mediterraneo, che si svolgerà dal 18 al 20 settembre alla Fiera di Roma nell’ambito di ZeroEmission Rome (la più completa e rappresentativa fiera delle rinnovabili in Italia visitata dai principali operatori della green economy), sarà caratterizzata da importanti novità anche a livello congressuale ed espositivo, destinate a rafforzare ulteriormente il suo ruolo di primo salone del settore nell'area del Mediterraneo per numero di espositori e visitatori.

una visita alla Mpo, una piccola azienda di pannelli solari nella Francia occidentale, puntano a raddoppiare l'obiettivo annuale della capacità produttiva di energia solare, nel 2012 fermo a 500 MW. Il ministro Batho ha poi esposto due diverse tipologie di meccanismi correlati alla potenza dell’impianto: per gli impianti sugli edifici con una potenza superiore a 100 kWp e per gli impianti a terra è prevista una gara d’appalto, mentre per le installazioni sui tetti con una potenza inferiore ai 100 kW saranno fissati degli incentivi, ogni trimestre.

l'eolico e il fotovoltaico potrebbero alimentare una rete di distribuzione estesa per il 99,9% del tempo già entro il 2030. Secondo uno studio dell'Università del Delaware, allo stesso costo di gestione delle reti attuali, entro quella data, le due principali fonti rinnovabili, se integrate con sistemi di accumulo di energia adeguati, potrebbero garantire energia pulita e reti anche molto estese, come quelle degli Stati europei. I ricercatori, infatti, hanno svolto simulazioni su un modello di rete (Pjm Interconnection) equivalente a un quinto della rete statunitense. Il punto chiave sarebbe proprio quello di combinare la produzione di energia cosiddetta "imprevedibile" con sistemi di immagazzinamento di ultima generazione che entrino in funzione quando la produzione da fonte eolico o solare è più bassa o assente.

E' stato battuto dalla società giapponese Solar Frontier il record mondiale decennale sull'efficienza delle celle a film sottile in CIS (diseleniuro di indio rame). Il risultato è stato ottenuto in collaborazione con i ricercatori della New Energy and Industrial Technology Development Organization (NEDO) e grazie ad un processo di spruzzamento degli strati metallici seguito da selenizzazione, che ha consentito di arrivare a una percentuale di efficienza del 19,7%. Contro il 18,6% del record mondiale finora in vigore.

Arrivare a una crescita annuale di 1 GW entro la fine del 2013. Questo l'ambizioso obiettivo posto dal ministro dell'ecologia francese Delphine Batho per il comparto fotovoltaico nazionale. Le nuove misure, annunciate dal ministro Batho in occasione di

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l’Agenzia delle Entrate conferma che l'installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica possono beneficiare della detrazione del 36%, per un ammontare massimo di spesa di 48.000 euro. Limitatamente alle spese sostenute dal 26 giugno 2012 (data di entrata in vigore del decreto legge n. 83 del 22 giugno 2012 - Misure urgenti per la crescita del Paese) al 30 giugno 2013 la detrazione fiscale aumenta al 50%, entro il limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare. Di conseguenza dal 1° luglio 2013 la detrazione del 36% per le spese di ri-


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mini news mini news mini news mini news mini news mini news mini news mini news mini news mini news strutturazione, prevista per un ammontare massimo di spese di 48.000 euro, avrà carattere permanente, sostituendo sia il regime transitorio (detrazione fiscale del 50%), che opera solo fino al 30 giugno 2013, sia la detrazione per il risparmio energetico (detrazione fiscale del 55%). Il nuovo articolo 16 bis del TUIR comprende tutti gli interventi finalizzati al risparmio energetico, con particolare riguardo all'installazione di impianti basati sull'impiego delle fonti rinnovabili dell'energia (lett. h del citato articolo), annoverandoli tra quelli detraibili al 36% (al 50% fino a giugno 2013), andando a colmare un vuoto che si sarebbe verificato alla scadenza della detrazione del 55%. L'installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione dell'energia elettrica, quindi, può rientrare nell'agevolazione, ma in questo caso l'elettricità prodotta non può essere incentivata attraverso il cosiddetto "Conto Energia", previsto dal decreto Ministeriale 5 luglio 2012 (Quinto Conto Energia). I prezzi dei moduli continueranno a diminuire, molte altre aziende usciranno dal mercato colpite dalla crisi da sovrapproduzione ma, nel 2013, la situazione del fotovoltaico comincerà ad assestarsi e le cose andranno meglio. Nonostante i prezzi in picchiata che faranno contrarre ancora il fatturato le installazioni cresceranno e l'equilibrio tra domanda e offerta si ristabilirà, anche grazie allo sviluppo di mercati emergenti, come quello cinese, che diverrà il più grande al mondo. È questa la previsione di IHS. la produzione di accumulatori di energia, la nuova generazione di energia distribuita e le microgrid saranno verosimilmente il punto di

forza dei mercati nel prossimo quinquennio. Queste tecnologie consentiranno altresì lo sviluppo delle smart grid e lo sviluppo di nuovi mercati per i software di rete e per la domotica. E’ quanto emerge dalla relazione annuale di Zpryme Grid’s, che rileva come la maggior parte della ricerca nel settore dell’efficientamento energetico sia diretta in questo senso. la societa' croata rimac Automobili, fondata nel 2009 con la sede a Sveta Nedjelja (vicinanze di Zagabria) ha consegnato all'acquirente, per il momento anonimo, la prima automobile elettrica prodotta in Croazia. Il modello si basa sul Concept One, ha una propulsione di 1088 cavalli vapore, un'accelerazione di 2,8 secondi e batterie che assicurano 500 chilometri di percorso e velocità di oltre 300 km/h. La costruzione dell'automobile e' stata realizzata nel corso di 4 mesi, il prezzo e' sconosciuto. Un nuovo rapporto del Wwf, pubblicato a margine del World Future Energy Summit di Abu Dhabi dimostra che il solare fotovoltaico da solo, potrebbe soddisfare la domanda mondiale di energia prevista per il 2050, soltanto occupando meno dell'1% della superficie totale del globo. sarebbe occupano solo una quantità trascurabile di Superficie totale, contrariamente alla percezione comune. Il rapporto "Solar PV Atlas: l'energia solare in armonia con la natura", mostra attraverso sette casi sei Paesi e una regione - che il fotovoltaico, se supportato da reti intelligenti e nuove infrastrutture, potrebbe da solo dare energia alla terra, senza significativi impatti ambientali.

(fonti Casaclima, Zeroemission, Innovation Cloud, IEEE, ICE)

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Project management: pv plants led lights energy saving ________________________________________ PROgEMA Srl – Via De Amicis 2 – 21020 Varano Borghi VA (Italy) Tel.: +39 02 9374175 – +39 0332 948.948 – Fax: +39 02 700537124 – cell.: +39 331 8118840 internet site: www.progemaenergia.it email: info@progemaenergia.it ________________________________________

Progema Ltd., although recently established, has been on the market for over ten years in the project management. Back in the 90s dealt with the current team core of renewable energy and energy conservation in the project called Blue Line. on 2005, in collaboration with professional firms specializing in engineering, has developed the brand Ecoplanet for the construction of photovoltaic projects advanced public and private business. the technical expertise and financial capacity taken at that time have since given birth to Progema Ltd. the increasing business and complexity of the projects were invited to go on a road of new investment and capacity certified by EnEA (national Agency for Energy and the Environment). Progema, which maintains partnerships with academics and leading European companies in the production of solar panels, inverters and industrial systems, also with reference to the integrated energy-saving solutions, like led lights. Progema recently collaborated with the Italian Institute for Foreign trade in China, Japan and Arab Emirates missions.


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