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I bestiari medievali Un bestiario, o bestiarum, è un testo che descrive gli animali, o bestie. I bestiari, ovvero i “libri di bestieâ€?, sono opere didattico-morali nelle quali alle descrizioni degli animali seguono i relativi significati morali. PiĂš che opere di tipo scientifico, si potrebbe parlare di un sapere popolaresco concernente la natura, alimentato da svariate tradizioni e basato dall'importanza dell'allegoria e del segno.
Storia Questo bisogno innato e primordiale è già presente nella Preistoria.
In seguito il popolo egizio attribuisce alla fauna un risvolto religioso e mistico concependo delle divinitĂ antropomorfe.
Con la diffusione della filosofia greca nell'Atene del IV-V sec. a.C. nasce la zoologia. Aristotele si limita esclusivamente a classificare gli esseri viventi a lui noti a seconda delle loro caratteristiche principali.
In seguito tra il I e II sec. d.C. con l'avvento del Cristianesimo,si sviluppa una sorta di comunicazione basata su semplici simboli disegnati sulle pareti, raffiguranti essenzialmente animali, al fine di far riferimento alla propria fede riconducendo l'immagine dell’essere vivente ad un significato ben preciso a livello religioso ed etico. Col Medioevo si diffondono i cosiddetti bestiari medievali, testi riguardanti il mondo animale visto però sotto un’ottica addirittura fantastica. I bestiari trattano esclusivamente di animali vivi o delle loro proprietà benefiche sull’uomo oppure delle loro caratteristiche immaginarie e simboliche cariche di un senso didattico-allegorico.
I bestiari fondano il loro contenuto di verità su questa convinzione: che, nonostante le diversità fra piano animale, umano e spirituale, vi siano profonde similitudini che devono andare lette, decifrate e interpretate con l'aiuto della retorica, della fede o, in prospettiva laica, della filosofia d'amore. L'idea di base è che dietro ogni aspetto della realtà concreta si nasconde un significato metafisico, invisibile: saper interpretare il mondo visibile permette perciò di risalire al significato profondo delle cose, nascosto dietro l'apparenza materiale (percezione simbolica della realtà).
Esempi di bestiari medievali Un tipo particolare di bestiario di origine alto-medievale (VIII secolo) contenente animali esclusivamente fantastici o creature mostruose è il Liber monstrorum de diversis generibus (libro dei diversi generi di mostri). Nel XIII secolo appare un nuovo tipo di Bestiari in cui gli animali vengono interpretati in chiave profana. Le caratteristiche degli animali sono viste come metafore erotiche, di cui si servono i poeti dell'amor cortese per descrivere l'amore del cavaliere per la sua dama. Il prototipo di questo nuovo filone è il Bestiaire d'amour di Richart de Fournival (della metà del XIII secolo), in cui l'autore fa delle associazioni fra i comportamenti amorosi e gli animali (reali e immaginari).
In Italia si hanno diversi esempi di testi poetici riconducibili al modello di Richart. Fra i piÚ noti possiamo citare un ciclo di sonetti di Chiaro Davanzati, poeta del XIII secolo, che può essere considerato un piccolo bestiario d'amore; un altro esempio lo abbiamo poi nel Mare amoroso, poemetto anonimo della fine del Duecento, in cui le similitudini utilizzate per descrivere la passione d'amore sono in gran parte di derivazione zoologica. E' soprattutto nella letteratura religiosa o morale che il genere bestiario assume la forma piÚ sistematica. Il Libro della natura degli animali (conosciuto anche come Bestiario toscano o, nella redazione veneta, Bestiario tosco-veneto) e il Bestiario moralizzato di Gubbio sono i due esempi piÚ cospicui.
L'origine remota di questi testi è da ricercarsi nell'opera greca Physiologus, il fisiologo, cioè lo studioso della natura. Altre fonti sono invece da ricercare in autori latini tra cui Plinio il Vecchio, Solino, S. Ambrogio.
I bestiari si diffondono soprattutto tra Francia e Inghilterra nel XIII-XIV secolo.
L’aspetto più sconcertante dei bestiari medievali, per la mentalità moderna, è la disinvoltura con cui animali reali vengono descritti accanto ad animali favolosi e leggendari, come se non vi fosse alcuna discontinuità fra le rispettive categorie.
Il Fisiologo
Il Fisiologo (Physiologus) è una piccola opera redatta ad Alessandria d'Egitto tra il II e il IV secolo d.C da autore ignoto. Esso contiene la descrizione simbolica di animali e piante (sia reali che immaginari) e di alcune pietre presentati in chiave allegorica, attraverso alcune citazioni delle Sacre scritture.
Il Physiologus Il Fisiologo è un testo scritto tra il II e il III sec. d.C. allo scopo di aiutare i cristiani a interpretare la natura secondo i principi della religione. Il Fisiologo era composto da 48 capitoli che presentavano caratteristiche di vari animali, piante e pietre, soffermandosi sulle proprietà religiose dovute alle loro abitudini, nel caso degli animali; posizioni, nel caso delle pietre; presunte proprietà terapeutiche più che alle effettive caratteristiche biologiche nel caso delle piante.
L'indice del Fisiologo 1. Le tre nature del leone 2. L’antilope 3. La pietra focaia che chiamano "terobolem" 4. Il pesce sega nel mare 5. Il caradrio
16. L’unicorno 17. Il castoro 18. La iena 19. L’ibis 20. La capra
30. Il cervo 31. La salamandra 32. Le nature delle colombe
21. L’onagro 33. La colomba, il drago e l'ombra dell’albero peredixion
6. Il pellicano
22. La scimmia
7. Il niticorace
23. La folaga
8. L’aquila
24. La pantera
9. La fenice
25. Le due nature dell'aspido chelone (aspido testudo)
34. L’elefante
26. La pernice
35. Il profeta Amos
27. La donnola
36. L’amante
28. L’assida e lo struzzo
37. L’ostrica perlifera
10. L’upupa 11. Le tre nature della formica 12. La sirena e l’ippocentauro 13. Il riccio 14. L’ibis 15. La volpe
29. La tortora
Il leone Il termine « leone » è stato adattato in latino dal greco. In greco infatti si dice leon. Il termine « leone » sia in greco sia in latino ha il significato di «re» per il fatto che questo animale è principe di tutte le bestie.
Sono chiamate « fiere » per il fatto che godono di una libertà innata e sono guidate dal loro istinto. I loro impulsi hanno infatti libero sfogo.
Il Fisiologo dice che il leone ha tre nature: Prima: Cammina vagando per i monti, e se gli capita di essere inseguito dai cacciatori, gliene giunge l'odore; con la coda cancella dietro di sé le sue impronte dovunque egli vada, affinché il cacciatore che lo segue per mezzo delle impronte non trovi la sua tana, e non lo catturi. Seconda: Quando dorme, i suoi occhi vegliano, e infatti sono aperti. Terza natura: Quando la leonessa partorisce un cucciolo, esso nasce morto e morto viene da lei custodito per tre giorni, finché giunge il padre suo al terzo giorno, gli soffia sul volto e gli dà la vita.
L'antilope
Vari bestiari medievali descrivono l’antilope come «una bestia forte e crudele, che possiede due lunghe corna seghettate molto robuste e taglienti causa di questo il cacciatore non le si può avvicinare per cacciarla.
Quando ha sete va a bere l'acqua del fiume Eufrate, l’antilope gioca sulle rive a incornare i ramoscelli dei salici, ma rimane impigliata; allora pesta e salta, strappa e tira per cercare di divincolarsi, e grida per l’ angoscia e per l’ affanno, perché di lì non può fuggire, ma invano. Quando il cacciatore, che si trova poco lontano, la sente urlare, corre immediatamente in quel luogo e la uccide senza esitazione.
L'aquila Il Fisiologo ha detto dell’aquila che ha questa natura: quando è invecchiata le si appesantiscono le ali e le si oscurano gli occhi. Allora cerca una fonte e vola verso di essa, nella direzione del cielo del Sole e lì, brucia le sue ali ai raggi del sole, allora di nuovo scende alla fonte e vi si immerge tre volte, ed immediatamente si rinnova del tutto, cosicché rinasce molto meglio nel vigore delle ali e nello splendore della vista.
Le sirene
Il Fisiologo le descrive così: fino all’ombelico hanno figura umana, mentre nella parte inferiore del loro corpo, fino ai piedi, prendono la fisionomia dei volatili; intonano canti melodiosi e dal dolce suono, così che la dolcezza di queste melodie accarezza l’udito degli uomini che giungono da lontano. Etimologia: si crede che le sirene fossero tre, in parte fanciulle e in parte uccelli, provviste di ali e artigli. Una cantava, la seconda suonava il flauto, la terza la lira. Si dice che avevano ali e artigli, perché l'amore vola e ferisce.
La volpe
I bestiari riportano una versione molto suggestiva delle proprietà della volpe: La volpe è un animale astuto, fraudolento ed ingannatore.
Quando ha fame e non trova di che mangiare, va dove c’è della terra rossa e vi si rotola sopra, così da apparire tutta insanguinata. Poi si getta a terra e vi si rovescia come morta, trattiene il fiato e si gonfia tanto che quasi non respira più. Gli uccelli, vedendola giacere così gonfia ed insanguinata, e vedendo la sua lingua fuori dalla bocca aperta, credono che sia morta, così le si posano sopra. Ma quella, appena sente posarsi le zampe degli uccelli, li ghermisce e li mangia. L’ ammonizione religiosa, prevedibilmente, recita: “La volpe invero è la figura del diavolo.”
Il castoro Il racconto dei bestiari riguardo al castoro è molto curioso: Esiste un animale di nome castoro, assai docile, mansueto e veloce come una lepre, i cui organi sessuali sono utili come medicinali. Quando è inseguito da un cacciatore - e si rende conto di non avere una via di fuga si trancia i testicoli con i denti e li getta in terra: così infatti il cacciatore, che vuole proprio quelli, li prende e lascia in pace la bestia. Se poi questa s’imbatte in un altro cacciatore e viene inseguito, si getta a terra supino, gli mostra il posteriore, gli indica quindi che è castrato e che invano è stato cacciato. In tal modo il cacciatore, rendendosi conto che è privo degli organi sessuali, si allontana.
Erbe e piante ABETE - Nel Medioevo, nei paesi scandinavi o germanici si usava, per le feste natalizie, tagliarne uno, portarlo a casa e decorarlo di ghirlande, uova dipinte e dolciumi, tradizione questa che non si è spenta, ma che ha avuto una diffusione in gran parte del mondo. BETULLA - In Francia i ramoscelli di betulla, considerato l’“albero della saggezza”, formavano lo scettro dei maestri di scuola. I rami erano impiegati per calmare gli esagitati e per frustare i delinquenti ed in generale per scacciare gli spiriti maligni.
Pietre nel Physiologus AGATA - Il Physiologus racconta che i pescatori di perle fissano a un filo un frammento di agata e lo lasciano affondare in mare. “L’agata va verso la perla e non si muove più”. I tuffatori possono così seguire la fune e recuperare la perla.
AVORIO - L’avorio, per il suo colore bianco e la levigatezza inalterabile, è simbolo di purezza e perseveranza.
BESTIARI IN INGHILTERRA Il tema delle forme fantastiche e mostruose è sempre stato caro al mondo dell’arte, sin dall’antichità più remota infatti l’uomo ha voluto caricare tali raffigurazioni di significati simbolici. Possiamo definire mostruosa una raffigurazione quando suscita in chi la osserva orrore o meraviglia, e le due cose spesso non si escludono. Le raffigurazioni mostruose si oppongono alla realtà naturale, combinano e fanno convivere diversi elementi in modo innaturale, associano elementi naturali a elementi fantastici.
Tra i generi più prolifici in fatto di mostri si possono annoverare i monumenti funebri, che raffigurano spesso demoni e mostri ibridi che frequentano i regni dell’oltretomba; particolarmente importante è ciò che concerne l’araldica, la disciplina che studia gli stemmi e gli scudi, dove è tutto un proliferare di queste figure: tra le più diffuse si possono ricordare per esempio il leone alato (simbolo di Venezia), il drago, il grifone… Lo stesso si può dire per le monete di ogni epoca.
Il periodo Anglosassone Il periodo anglosassone copre un arco di tempo che va dal 405 al 1066, l'anno della battaglia di Hastings e della conquista normanna dell'Inghilterra. Le trib첫 che subentrarono ai romani nei territori della Britannia importarono una specifica tradizione poetica, le cui caratteristiche formali rimasero sorprendentemente costanti fino al termine del dominio anglosassone.
La leggenda di San Giorgio e il drago Questa celeberrima leggenda, che si presenta in diverse versioni, si collega alla cultura inglese per la figura di San Giorgio, protettore dell’Inghilterra (voluto da Edoardo III nel 1348).
Il mito di Beowulf Nell'opera vengono narrate le gesta di un eroe della cultura scandinava che cerca di annientare il mostro Grendel e un terribile drago; il linguaggio è preciso e pittoresco, ricco di metafore. La trama fonde leggende scandinave, mitologia pagana ed elementi cristiani.
Castel Tirolo
Il portale della cappella Le scene rappresentate nel portale della cappella ci conducono nel mondo iconografico medievale che si alimentava delle storie bibliche e delle rappresentazioni fantastiche del Physiologus (bestiario del II secolo d.C.).
Il Portale del Palazzo Quanti enigmi custodiscono ancora i portali di Castel Tirolo! Queste testimonianze di elevatissimo livello artistico sono la massima espressione della scultura romanica nell'arco alpino, ma i contenuti del loro programma iconografico restano assai difficili da decifrare.
Il Mostruoso Nel medioevo il mostruoso è integrato nella realtà comune, essendo tale realtà intesa come un gioco di corrispondenze tra mondi. Il mostro colonizza altri ambiti nel corso dei secoli, colonizzando oltre alla religione e alle arte anche la politica e le scienze. Immagini mostruose sempre legate alla bestialità vengono usate per qualificare nemici politici, nelle arringhe, nella satira e nei manifesti. Il mostro invade la sociologia, come devianza, la psicologia come malattia mentale e la scienza in generale, ad esempio attraverso l’idea di razza.
San Michele a Pavia
I portali hanno tutti la stessa struttura a fascio, con architrave liscia e lunetta ospitante solo un rilievo raffigurante un angelo in posizione frontale. Quello centrale è piÚ grande dei laterali .I rilievi dei portali sono stati in gran parte rifatti nell'800 a causa del processo di degrado della pietra arenaria nella quale sono scolpiti.
I componenti dell'archivolto sono completamente coperti di rilievi a palmette ed a tralcio, abitati o meno; nella ghiera pi첫 interna animali (in gran parte marini) sono raffigurati in una processione. I capitelli del portale sono in pietra e sono coperti di rilievi raffiguranti scene di lotta ed animali fantastici simboleggianti i pericoli del peccato.
Nella parte piĂš interna, un vescovo rappresenta la forza protettrice della chiesa.
Lo stesso schema viene seguito nel capitello di destra. In questo caso la raffigurazione dell'aquila frontale può avere una connotazione positiva visto il legame di Pavia col potere imperiale.
Un grifone sembra proteggere un animale piÚ piccolo mentre un uomo tiene la sua mano sulla sua bocca. A fianco un altro uomo abbraccia due esseri compositi, forse a significare la sua accettazione del peccato: degno di nota è lo stile e l'iconografia del rilievo che ricorda sculture di origine sumera.
Un uomo ed una donna che colgono dei grappoli da una pianta di vite. Nella parte interna, un uomo circondato da bambini uno dei quali gli sta tirando i baffi mentre il secondo sembra volergli estrarre il pugnale dal fodero.
I temi che sono sviluppati nel portale sinistro, i capitelli presentano i temi dell'aquila, della sirena e degli animali che condividono una sola testa sullo spigolo.
Il capitello di sinistra presenta all'esterno l'aquila, simbolo imperiale. Segue una sirena bicaudale.
Un concio in pietra raffigura la lotta di un uomo con dei draghi, uno dei quali gli addenta la testa.
L'interno della chiesa di San Michele I capitelli della navata costituiscono un insieme particolarmente significativo dello stile lombardo dell'inizio del XII secolo, caratterizzato dall'utilizzo di composizioni vegetali nastriformi a rilievo basso che riempiono ogni spazio disponibile. Questo capitello raffigura un uomo che con le mani stringe alla gola due draghi alati dalla coda di serpente. Agli angoli del capitello due protomi leonine dalle lunghe zanne.
La lotta del Bene e del Male sul letto del defunto. Su un letto un vecchio è appena spirato; un angelo accoglie la sua anima mentre con una lancia trafigge un demone che si sta avvicinando. Sansone si appresta a uccidere il leone con le sue mani. Il personaggio biblico simboleggia la capacità dell'uomo illuminato dal messaggio cristiano di avere il sopravvento sugli istinti malvagi.
I piÚ bei capitelli della cripta, sono anche quelli dove maggiore attenzione è data agli effetti plastici. Lunghi draghi alati i cui corpi si intrecciano sui lati dei capitelli dirigono le teste verso gli spigoli dove azzannano le spalle di personaggi maschili che indossano copricapi di diversa fattura.
La Cattedrale di Modena
Le immagini mostruoso sono visibili principalmente all'interno della cattedrale
Sugli stipiti continuano le scene di lotta tra uomini ed animali all'interno di tralci d'acanto, raffigurati con grande abilitĂ e naturalezza.
Un personaggio nudo con un berretto appuntito a cavalcioni di un essere mostruoso a corpo di uccello, coda di pesce e testa di capra.
Al vertice dell'arco, in maniera inusuale, la raffigurazione di Giano bifronte, con un fallo in evidenza.
Sugli stipiti continuano le scene di lotta tra uomini ed animali all'interno di tralci d'acanto, raffigurati con grande abilitĂ e naturalezza.
Un mascherone emette dalla bocca dei tralci che generano tre rigogliosi rosoni per parte.
La creatura mostruosa La creatura mostruosa ha sempre vissuto nell’immaginazione dell’uomo, palesandosi nelle diverse culture sotto forme diverse ma concettualmente simili: per lo più sono fantasiosi “assemblaggi” di parti di animali diversi.
Già nelle culture classiche troviamo embrionale questa esigenza rappresentativa di creature zoomorfe e/o antropomorfe. Gli stessi dei venerati erano “antropomorfizzazioni zoomorfe” di vari esseri viventi.
Durante il medioevo tutte queste informazioni tramandate, insieme ad elaborazioni orali di miti e leggende popolari, danno vita ad una serie di immagini che diventano patrimonio comune di tutte le genti. E proprio durante il medioevo che gli amanuensi trascrivono queste conoscenze e compilano i famosi “bestiari� medievali, raccolte di descrizioni di esseri mostruosi accompagnate da illustrazioni esplicative.
Il diavolo era spesso alato: nell’Alto Medio Evo le sue ali erano quasi piumate, mentre dal XII secolo cominciarono a comparire le ali da pipistrello. Per quanto riguarda i colori, il diavolo, di solito, era raffigurato con il nero, altrimenti poteva apparire blu o viola, tutti colori che comunque stavano ad evidenziare la sua natura infima. Secondo lo schema galenico dei quattro elementi, egli era costituito di aria scura e densa, in contrapposizione agli angeli che, composti di fuoco etereo, erano di colore rosso o bianco.
Che cos'è un Gargoyle? Il vocabolo gargoyle deriva direttamente dal latino, termine onomatopeico che fa riferimento al gorgoglìo dell’acqua che passa attraverso un doccione. La spiritualità visionaria del medioevo generò gargoyle di ogni tipo, da facce sorridenti a terribili figure demoniache, fino ad esseri mostruosi metà bestie e metà uomini e a chimere, esseri ibridi formati da più animali, posti a guardia delle cattedrali.
La Cattedrale di Reims Fiore all'occhiello dell'arte gotica, la cattedrale di Reims testimonia una significativa conoscenza delle nuove tecniche architettoniche apparse nel XIII secolo. Questo monumento alla vera pace è, in realtà, il luogo dell’infinita guerra spirituale dell’uomo contro se stesso, il male, il peccato. Le statue degli angeli, in piena luce, ci sostengono, ci ammoniscono e ci confortano.
La chiesa di SainteMadelaine a Vézelay. Nell'XI e nel XII secolo Vézelay, in Borgogna, era un importante centro di pellegrinaggio per le reliquie di Santa Maria Maddalena. Vézelay, inoltre, fu il luogo in cui san Bernardo predicò la Seconda Crociata nel 1146 e da dove il re inglese Riccardo I Cuor di Leone e il re francese Filippo II partirono per la Terza Crociata. Costruita a partire dal 1050.
Timpano di VÊzelay La Figura dominante del timpano è Cristo, rappresentato nell'atto di inviare gli Apostoli, che sono raggruppati intorno a lui, a predicare il Vangelo nel mondo. Sono rappresentati tutti i popoli a cui deve essere portato il Vangelo, tra loro troviamo le razze fantastiche che fanno parte del repertorio di esseri favolosi che si credeva abitassero ai confini del mondo.
Magia senza tempo La città di Moissac, situata fra la Garonna e il Canale laterale, è cresciuta all’ombra della sua abbazia. La visione del Portale sud rimane una delle più alte emozioni artistiche immaginabili. E’ un vero libro illustrato che parla attraverso i secoli dell’eterno destino umano e ben si comprende che le torme di pellegrini diretti a San Giacomo possano essere stati soggiogati anche dal semplice spettacolo di tanta profonda bellezza.
La più bella delle Apocalissi: Il Timpano
La chiesa abbaziale di San Pietro possiede un gioiello raro : il celebre timpano del portale sud, scolpito all’inizio del sec. XI e che va annoverato fra i massimi capolavori dell’arte romanica. Opera stupenda tanto per l’ampio respiro della composizione, quanto per l’armonia e la potenza che ne emanano. Perfino le piccole imperfezioni delle figure e dei gesti contribuiscono alla carica drammatica dell’insieme. Il soggetto del timpano è l’Apocalisse di San Giovanni.
Il Campanile - Portico Esiste della costruzione originale soltanto il campanile-portico che fu rinforzato verso il 1180. La fortificazione comporta un cammino in tondo, un parapetto dentato, degli archi ed una galleria a caditoia
Il Nartece La decorazione dei voluminosi capitelli del Nartece, capolavori di composizione, utilizza motivi vegetali o animali, tra questi lupi e lupe i cui capi vengono a confondersi, nell'angolo, ritratti con una pecora o un uccello nella loro bocca. Questi animali dai corpi protesi, disposti a X sulla faccia principale, annunciano quelli del pilastro.
La Navata della Chiesa La Navata ha conservato una parte dei suoi arredi, fra cui una Vergine della PietĂ del 1476, un'affascinante Fuga in Egitto della fine del XV secolo, come pure un ammirevole Cristo romanico del XII secolo, ed infine una tomba del 1485.
Il Chiostro Romanico Un'iscrizione permette di datare il chiostro molto precisamente al 1100. Esso è costituito da quattro gallerie strutturate, le cui arcate ricadono su una serie di colonne di marmo. Decorato sulle sole gallerie del giardino, la capriata di legno del tetto posa su una parete spoglia. Ritmato da un'alternanza di colonnette semplici e doppi, che sostengono le arcate delle quattro gallerie, il chiostro ha 116 colonne diverse di San Pietro di Moissac. Le sue dimensioni sono di 31 m per 27 m.
Giudizio Universale
di Giotto Il Giudizio universale è un affresco di Giotto, databile al 1306 circa, dominato dall'idea della giustizia divina, impersonata dalla grande figura di Cristo.
Descrizione: In basso a sinistra: gli eletti/beati.
In basso a destra: i reprobi, travolti da un fiume di fuoco, che precipitano all'inferno.
Fascia centrale: Il Cristo giudice, con attorno i Serafini. A semicerchio su un trono ci sono i 12 apostoli.
Parte centrale in basso: è posto il simbolo della croce sorretta da due angeli. In basso ancora le tre Marie.
La divisione tra bene e male nell'affresco si nota anche dall'ordine che vi è nel quadro: gli eletti si dispongono in schiere regolari seguendo gli ordini degli angeli mentre tra i demoni e i dannati regna la massima confusione.
Hieronymus
Bosch (Jeroen Anthoniszoon van Aken) ➔
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Nacque nel 1453 a Hertogenbosch (Paesi Bassi). Si formò inizialmente nella bottega di famiglia, dove lavorava alla pittura in affresco, alla doratura di statue e alla produzione di arredi sacri. Le sue dottrine negavano la supremazia dell'intelletto, ponendo l'accento sugli aspetti trascendenti e irrazionali.
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Morì nell'anno 1516.
Il trittico del giardino delle delizie, 1480/1490
Olio su tavola – lavoro complesso – numerosi significati simbolici rappresentazione di scene bibliche.
Pannello a sinistra: Dio e l'incontro di Adamo ed Eva.
Pannello a destra: L'inferno.
Pannello centrale:
Veduta fantasiosa di figure nude e animali.
Trittico delle tentazioni di Sant'Antonio, 1501 ca.
Dipinto olio su tavola – Conservato al Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona.
Nel pannello di sinistra: Volo e caduta di Sant'Antonio. Dettagli:
Sant'Antonio trasportato dai demoni pisciformi.
Sant'Antonio esausto trasportato da tre figuri.
Nel pannello centrale: Le tentazioni di Sant'Antonio.
Dettagli:
La cittĂ abitata dai peccatori.
I demoni.
Nel pannello di destra: La meditazione di Sant'Antonio. Dettagli:
Pesce volante.
Il tavolo dei lussuriosi.
Trittico chiuso:
“La cattura di Cristo”
“Il Cristo portacroce”
Giudizio Universale di Michelangelo Iniziato da Michelangelo nel 1535 su incarico di Clemente VII per Papa Paolo III Farnese.
Descrizione: In alto (nelle lunette): gli angeli con i simboli della passione.
Sotto: le schiere dei Santi e i beati con al centro Cristo e la Madonna.
Ancora sotto (zona centrale): gli angeli tubicini che annunciano il giudizio.
“A sinistra gli eletti che volano in paradiso. A destra i dannati che cadono all'inferno.�
In basso a sinistra: la resurrezione della carne.
In basso a destra: Caronte che raccoglie i dannati sulla barca.