48bis - All'inferno e ritorno

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Collana «Sequenze»

Testi: Alessandro Ferri Disegni e lettering: Salvatore Amedei Illustrazione di copertina: Salvatore Amedei Colori di copertina: Massimo Travaglini Progetto grafico: Salvatore Amedei e Andrea Gellato Impaginazione: Daniele Tomasi Supervisione testi: Alberto Choukhadarian Supervisione editoriale: Matteo Scaldaferri Per i contenuti: © Salvatore Amedei e Alessandro Ferri Per lʼedizione in volume: © 2012 Prospettiva Globale Edizioni Prima edizione: Ottobre 2012 ISBN: 978-88-97663-09-6 Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta senza autorizzazione scritta, salvo per motivi di recensione o citazione critica. Ogni riferimento a persone o cose realmente esistite è puramente casuale o riflette unʼopinione personale degli autori. Prospettiva Globale Edizioni Stradone di SantʼAgostino 29/7 16123 Genova (GE) www.progloedizioni.com info@progloedizioni.com Presidente: Giovanni Scanzo giovanni.scanzo@progloedizioni.com Ufficio stampa: Eleonora Buffagni ufficiostampa@progloedizioni.com Stampa: Borè s.r.l. via Roma 73 73039 Tricase (LE) www.youcanprint.it amministrazione@boresrl.com


Prefazione di Michele Petrucci

Gli autori di questo fumetto sono napoletani. Questo ho pensato quando ho visto la copertina del primo libro delle avventure di Corrado Carloni nelle vetrine della mia città. Non a caso il titolo rimanda alla smorfia nopoletana, il libro che serve a trarre numeri dai sogni, da giocare rigorosamente al lotto. Non a caso parla della morte, “A livella”, come la definiva Totò, con quella ironia scaramantica che caratterizza Napoli, il suo teatro, il suo cinema. Invece 48 Bis - all’inferno e ritorno è una storia scritta da Alessandro Ferri, un mio compaesano, un marchigiano, un fanese, e disegnata da un molisano, Salvatore Amedei. E questa è la prima stranezza. Una stranezza che mi fa molto piacere, intendiamoci. Fano è una piccola cittadina e avere un gruppo sempre più ampio di fumettisti con i quali creare una qualche comunità (e magari in futuro lavorare ad un progetto comune) è un piacere per chi come me passa la maggior parte del tempo da solo, chino su un tavolo a scrivere e disegnare. La seconda piacevole stranezza riguarda il genere raccontato. Un genere piuttosto atipico in Italia, almeno nel fumetto, quello della commedia dai toni surreali. A me ha ricordato lo spirito irriverente delle caricature della morte che si fanno in Messico durante la tradizionale festa del Dia de Muertos. Uno spirito che sembra essere stato colto anche dalla sintesi grafica di Amedei. Quello di Amedei è un fumetto rigoroso e dal grande equilibrio formale. Bianco e nero nettissimo, un segno uniforme, che sembra fatto con riga e compasso, o con un programma di disegno vettoriale. Questo ragioniere del disegno riesce tuttavia a caratterizzare in maniera ottima i personaggi, riuscendo a rendere simpatica anche Morte. Infatti se il primo volume, 48 Morto che parla, vedeva “l’uomo qualunque”, dalla vita talmente monotona e vuota da non essere neanche più considerata tale, alle prese con le difficoltà derivate dalla preparazione del proprio inaspettato funerale, in questo particolare seguito l’obiettivo vira completamente. Il tono del racconto si sposta verso la comicità più classica, mettendo da parte quella venatura di critica sociale e quel sapore agrodolce presente nella prima storia. Morte, perseguitata da un Corrado Carloni che non ne può più dei soprusi della propria famiglia e della vita stessa, diventa la divertente protagonista della vicenda. Assieme a lei troviamo il parterre più classico dell’inferno dantesco con tanto di gironi e diavoli, tanto che sembra d’essere in una scena di Totò all’inferno, con il principe della risata che esclama sorpreso: “Oddio, desto o son sogno?”. Insomma, ancora Napoli. Sì perché questi personaggi, lo ribadisco, hanno le caratteristiche delle figure della tradizione napoletana. Non mi meraviglierei se nel prossimo libro (perché ce ne saranno altri, vero Alessandro e Salvatore?) apparissero figure come lo Schiattamuorto (numero da giocare, secondo la smorfia, 80), il becchino portasfortuna con occhiali neri, vestito nero e baffetti o la sua controparte, O’ scartellato (57), con cilindro e papillon rosso che porta ricchezza, salute e prosperità a chi gli tocca la gobba. Ecco, che sotto sotto gli autori di questo fumetto siano davvero un poco napoletani? In ogni caso leggetevi questo fumetto e giocatevi al lotto questo terno: 19, ‘A resata, 77, I diavoli e ovviamente il 48, ‘O muorto che parla. 3


ALESSANDRO A Virginia, la persona che stimo di più su questa terra. Cosa che, ovviamente, non ha capito. SALVATORE Alla mia famiglia, a Daniela e ai piccoli misteri della vita, “come quando un editore decide di fidarsi”. CORRADO CARLONI A tutti coloro che hanno “creduto, amato e sorriso” insieme a noi. “Infinitamente grazie di cuore”.

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