Collana «Sequenze»
CROCEVIA LATERALI
C’è un crocevia dove a volte le storie si incontrano. È laterale e in apparenza poco trafficato. Ma è un crocevia che sa attendere. Nemmeno tanto per caso passano i romanzi di formazione, i racconti gotici classici e quelli più moderni, transitano tranche de vie intimisti di città e provincia, nostalgie degli anni beati e naturalmente tutti quei frammenti del fantastico sempre in fuga. Un giorno questo crocevia è stato attraversato da un bambino con gli occhiali, fragile e con la testa anche un po’ grande. Riccardo o Richi si sente sicuro solo sulla sua bicicletta, quando si aggrappa al manubrio e spinge sui pedali è invincibile, sfreccia così veloce che il tempo, i luoghi e tutti i brutti pensieri si fermano fino ad annullarsi. L’estasi dell’annichilimento. Momenti che non dovrebbero finire mai. E invece finiscono e pure con una caduta fragorosa a cui segue l’impatto violento e il dolore fisico. È bastato solo un attimo però per attraversare quel crocevia e prendere un’altra strada, quasi del tutto simile eppure diversa. Qui inizia la storia, quella vera, piccola eppure fittissima di aperture, di diramazioni, veri e propri tentacoli narrativi. La struttura è semplice nel suo rigore formale scandito dal capitolo presentato da una copertina sintetica e da una pagina di introduzione, sorta di trailer. Il montaggio delle vignette costruito su una griglia fissa a quattro strisce con un gioco di rimando all’album francese e alle produzioni indie americane, i colori sono pochi e caldi con gradazione tonali di un rosso bruno che si fa sangue, pelle, terra e anche cielo. Questi presupposti grafici solidi e definiti diventano il palcoscenico ideale per la messa in atto. Troviamo tanti motivi narrativi che ci sono particolarmente cari: i primi anni Sessanta del XX secolo, la periferia, il modello R4 della Renault, il grammofono, il bulletto rapato a zero e la soffitta. Ci ritornano alla mente i banchi di scuola di legno vecchio o di formica dai colori pastello, le mamme cotonate e pendolari, i signori distinti che ancora andavano in giro in giacca e cravatta e occhiali. Tutto così rassicurante eppure al contempo destabilizzante. La caduta è narrazione di riparazione, di amore e di conflitto velato, del disperato bisogno di un padre in qualunque forma questo si materializzi, è l’occasione per un incontro mai consumato, il capovolgimento dei ruoli per soddisfare un’insicurezza reciproca. Un crocevia di passaggio che una volta superato non si ricorda più. Riccardo o Richi pedala veloce ancora più veloce ora che la gamba è guarita e la bicicletta riparata sembra quasi nuova. Corre con la consapevolezza che si è conclusa una stagione irripetibile, corre con la speranza che quel momento estatico di sospensione totale sia ancora e sempre bellissimo. Prima di concludere vorrei dire qualcosa sull’autore. Quando Emanuele Racca mi ha chiesto di scrivere l’introduzione alla pubblicazione in volume di questo romanzo grafico mi ha sorpreso e mi ha fatto molto piacere. La caduta parte da lontano e avendo avuto la possibilità di seguire la sua realizzazione nei vari passaggi è stato bello vedere il percorso di crescita di uno studente che diventa autore e che inaugura il suo universo di storie da raccontare.
Soggetto e sceneggiatura: Emanuele Racca Disegni e copertina: Emanuele Racca Colori: Emanuele Racca Lettering: Emanuele Racca Font: Mattia Moro Progetto grafico e impaginazione: Lucia Falcinelli Supervisione editoriale: Alessandro Ferri
Per i contenuti: © Emanuele Racca Per l’edizione in volume: © 2014 Prospettiva Globale Edizioni Prima edizione: ottobre 2014 ISBN: 9788897663171 Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta senza autorizzazione scritta, salvo per motivi di recensione o citazione critica. Ogni riferimento a persone o cose realmente esistite è puramente casuale o riflette un’opinione personale dell’autore. Prospettiva Globale Edizioni Stradone di Sant’Agostino 29 / 7 16123 Genova (GE) www.progloedizioni.com
Presidente: Giovanni Scanzo Giovanni.scanzo@progloedizioni.com Ufficio stampa: Eleonora Buffagni ufficiostampa@progloedizioni.com
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Otto Gabos, 4 settembre 2014, Bologna.
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A VOLTE HAI COME L’IMPRESSIONE...
... CHE LA VITA TI PASSI DAVANTI...
... SENZA SFIORARTI...
... CHE TUTTO CIÓ CHE TI SCORRE DAVANTI SENZA SOSTA...
A GIULIA, A PAPÁ, A MAMMA.
... NON ABBIA ALCUN POTERE SU DI TE...
... CHE NON CI SIA NIENTE DI FRONTE A TE...
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... CHE TI POSSA RIPORTARE BRUSCAMENTE...
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... ALLA REALTÁ.
ERA IL 1962 E L’ITALIA SI TROVAVA IN PIENO BOOM ECONOMICO.
MIA MADRE LAVORAVA IN UNA GRANDISSIMA FABBRICA DI SCATOLE.
LEI È MIA MADRE.
OGNI GIORNO ALLE 18 POTEVA TIMBRARE IL CARTELLINO E TORNARE A CASA.
RICHI?
RICHIII?
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CI ERAVAMO APPENA TRASFERITI.
MH, NEMMENO QUI. CHE SIA SOTTO?
RICCARDO COSA COMBINI? TI SEI DI NUOVO NASCOSTO?
UFF, DOVE SEI?
SONO IL FANTASMA
SCATOLOOOOONUS!!!
MA IO CONOSCEVO GIÁ BENE LA CASA.
AAAAAAAAA!!! QUANDO FACEVO QUESTE COSA LA MAMMA SI ARRABBIAVA SEMPRE, MA POI LE PASSAVA SUBITO...
... CI VOLEVAMO BENE IO E LA MAMMA. LEI É LA MAESTRA ROBERTA.
BELLO, MA USA PIÚ COLORE.
OK
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NON MI PIACEVA MOLTO.
PRIMA ABITAVAMO IN UN PAESINO IN CAMPAGNA.
CRISTINA ABITAVA OLTRE LA SIEPE.
C’ERA UNA SOLA SCUOLA E UNA SOLA MAESTRA, MIA MAMMA.
QUANDO CI SIAMO TRASFERITI LEI E LA MAMMA SONO DIVENTATE SUBITO AMICHE, E VENIVA SPESSO A CENA.
È SEMPRE STATA GENTILE CON ME, MA PREFERIVO TORNARE A CASA CON LA MAMMA.
TUTTO BENE A SCUOLA?
MH... SI.
CASA DI CRISTINA
LE FAMIGLIE SI SPOSTAVANO VERSO LA CITTÁ...
... E CON LORO ANCHE I BAMBINI...
ERAVAMO AFFEZZIONATI A QUEL POSTO.
ALLA SCUOLA VECCHIA TORNAVO SEMPRE A CASA CON MAMMA.
NELLA NUOVA CITTÁ INVECE PASSAVA A PRENDERMI CRISTINA.
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...FINCHÉ NON RIMASE PIÚ NESSUNO CUI INSEGNARE.
CRISTINA AVEVA UN CANE ENORME CHE SOGNAVO DI CAVALCIARE: SANSONE.
MA, ALLA FINE, CI DOVEMMO ARRENDERE.
LEI È CRISTINA.
"NEL FRIGO TROVI LA PASTA DA SCALDARE. TI VOGLIO BENE. MAMMA”.
MANGIANDO PENSAVO ALLE COSE PIÚ STRANE.
PAPÁ.
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UNA FIGURA QUASI MITOLOGICA.
PURTROPPO, NON HO OTTENUTO NESSUNA RISPOSTA.
UNA VOLTA HO PROVATO A CHIEDERE DI LUI ALLA MAMMA.
E ANCHE SE ERO PICCOLO HO CAPITO CHE NON AVREI DOVUTO CHIEDERE PIÚ.
UN PAIO DI SCARPE DA UOMO, UNA VALIGIA, DEGLI OCCHIALI E UNA FOTO...
... CON DIETRO IL MIO NOME.
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AVEVO 5 ANNI.
TEMPO DOPO, PERÓ, HO TROVATO QUALCOSA DI STRANO IN SOFFITTA.
QUEL POMERIGGIO NON AVEVO COMPITI.
... ERA ESALTANTE PEDALARE FRA GLI ALBERI, FORSE PERCHÈ MI ERA STATO PROIBITO...
... CHE TUTTO CIÓ CHE MI CIRCONDAVA...
... NON AVEVO NIENTE DI FRONTE A ME...
MIA MADRE NON SAREBBE TORNATA PRIMA DELLE SEI E MEZZA.
... MA BASTAVA TORNARE PRIMA DELL’ARRIVO DELLA MAMMA...
... CHE SCORREVA SENZA SOSTA DAVANTI AI MIEI OCCHI...
... CHE MI AVREBBE RIPORTATO BRUSCAMENTE...
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E IO DECISI DI PRENDERE LA BICI ED ESPLORARE IL BOSCO.
... AVEVO L’IMPRESSIONE CHE NULLA POTESSE TOCCARMI...
... NON AVESSE NESSUN POTERE SU DI ME, CHE NON MI POTESSE NEMMENO SFIORARE...
... ALLA REALTÁ.
QUANDO APRII GLI OCCHI COMINCIAVA A FARE BUIO.
ERO DISTESO A TERRA E SENTIVO DOLORI SU TUTTO IL CORPO, TRANNE ALLA GAMBA DESTRA. QUELLA NON LA SENTIVO PROPRIO.
POI, IN MEZZO AI RAMI, VIDI UN’OMBRA CHE PROCEDEVA VERSO DI ME.
MI RISVEGLIAI DAVANTI AL PORTONE DI CASA SENZA CAPIRE COSA FOSSE SUCCESSO.
DAVANTI A ME SOLO ALBERI E FOGLIE A TERRA. COME AVREI FATTO A TORNARE A CASA?
ERA UN UOMO CHE MI TENDEVA LA MANO.
RICHII?!
LA MAMMA AVREBBE SAPUTO COSA FARE.
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LE OSSA MI BRUCIAVANO MA RIUSCII A SOLLEVARMI E A CHIAMARE AIUTO.
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ERA COMINCIATO L’AUTUNNO.
LE FOGLIE SI SPARPAGLIAVANO PER IL CORTILE PORTATE DAL VENTO...
... E OGNI TANTO QUALCUNA ARRIVAVA IN CASA.
ERA PASSATO UN MESE DALL’INCIDENTE.
LA GAMBA COMINCIAVA A GUARIRE.
TUTTO ERA ANDATO BENE GRAZIE ALLA MAMMA.
MI AVEVA ADDIRITTURA FATTO LEZIONE A CASA.
LE COSE FUNZIONAVANO. MAMMA... SI?
GRAZIE.
PREGO AMORE.
LA MATTINA ERO LIBERO...
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... LEGGEVO I FUMETTI...
... LAVAVO I PIATTI...
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... MA, SOPRATTUTTO, DISEGNAVO.
E, DISEGNANDO, MI ALIENAVO...
... PENSAVO AD ALTRI MONDI...
... A STORIE FANTASTICHE...
ACCIDENTI!
LEI! ACCIDENTI!
... A CAVALIERI E BATTAGLIE...
... MAGHI E STREGONERIE...
... MOSTRI E DRAGHI.
CHE?
ACCIDENTI!
IL BAMBINO!
A VOLTE DISEGNAVO SEMPLICEMENTE LA MAMMA...
... O LE PERSONE A CUI TENEVO...
... A VOLTE DISEGNAVO ME STESSO...
RICHI?! TUTTO BENE?
... TRASFORMATO IN QUALCOSA DI DIVERSO.
MIA MADRE DICEVA CHE AVEVO MOLTA FANTASIA.
NON SO SE FOSSE VERO.
RICHI?! TUTTO BENE?
CAVOLI, LA MAMMA!
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AVANTI, PRENDA LA MIA MANO, DOBBIAMO FARE IN FRETTA!
HO SENTITO DEI RUMORI, TI SEI FATTO MALE?
OK, ANDIAMO A PREPARARE QUALCOSA DI BUONO
NON HO ANCORA TROVATO IL TEMPO DI PULIRLA.
NOO, TRANQUILLA! SICURO?
DOPOTUTTO NON CAPITA TUTTI I GIORNI CHE IL MIO OMETTO SI PROPONGA SPONTANEMENTE PER UN LAVORO DI CASA!
UNO DI QUESTI GIORNI DOVRÒ FARLO
SICURO, È SOLO CADUTA UNA SCATOLA.
MAGARI C’È ROBA DI VALORE.
DEVE NASCONDERSI!
RICHI, SEI LASSÙ?
C’È UN GRAN DISORDINE IN QUESTA SOFFITTA
BEH, LE SOFFITTE SONO AFFASCINANTI.
SE VUOI POSSO PULIRLA IO. PERÒ ORA ANDIAMO GIÙ, HO UNA GRAN FAME!
È PIENA DI OGGETTI MISTERIOSI!
NON FUNZIONERÀ MAI!
SHHH!
NE HO VISTI A DECINE, SONO TANGENARIE DOMESTICHE DEL TUTTO INNOCUE.
E POI CI SONO I RAGNI!
NON CAPISCO CHE COSA TI INCURIOSISCA TANTO.
CHE?
POTREI CONSERVARNE ALCUNE IN UN BARATTOLO!
NO!
CON CHI PARLAVI? COSA STAI COMBINANDO?
SE CI TIENI POTRAI PULIRE LA SOFFITTA, MA NIENTE RAGNI.
CON NESSUNO, STAVO SOLO CURIOSANDO.
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LA TORTA!
BRAVO AMORE. ALLORA, COSA CUCINIAMO?
MA NON SI PUÒ MANGIARE LA TORTA PER CENA!
OK MAMMA.
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SI INVECE, POSSIAMO FARE LA COLACENA!
NON LO SO, NON MI SEMBRA ABBASTANZA NUTRIENTE...
SEI LA MAMMA PIÙ BRAVA DEL MONDO!
AGGIUNGIAMO METÀ FARINA...
... FARINA E LIEVITO, ECCO. ABBIAMO FINITO.
E LE MELE?
... POI IL LATTE... E POI LO SAI CHE LE ARANCE ALLA SERA NON VANNO BENE.
PERÒ LA TORTA FORSE...
METTITI IL GREMBIULE.
TORTA MELE E CANNELLA?
SI SI, PERÒ MI AIUTI.
AH GIÀ, LE MELE!
... L’OLIO...
OK, CI DOVREBBE ESSERE TUTTO.
E ORA INFORNIAMO!
ECCO FATTO.
INTANTO CHE LAVO PREPARA UN GIOCO MONOPOLI?
AGLI ORDINI!
OK
SI!
PESA 300 GRAMMI DI FARINA...
... 300 GRAMMI DI ZUCCHERO...
FRA POCHI MINUTI LA TORTA SARÀ PRONTA.
... UN BICCHIERE DI LATTE E MEZZO DI OLIO. IO PRENDO IL FUNGO, TU?
INTANTO COMINCIAMO A GIOCARE
1,2,3... LA PIANTINA!
TAGLIA IL MAZZO DEI CONTRATTI!
FAI ATTENZIONE A NON ROVESCIARLI.
ADESSO DIVIDIAMO I TUORLI DAGLI ALBUMI.
CI DIVERTIMMO UN SACCO QUELLA SERA.
MISCHIAMO I TUORLI CON LO ZUCCHERO. ORA METTIAMO TUTTO ASSIEME. TU INTANTO MONTA GLI ALBUMI.
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ANDAI A DORMIRE PENSANDO ALL’UOMO IN SOFFITTA, L’UOMO CHE MI AVEVA SALVATO NEL BOSCO.
SONO A CAVALCIONI SU UN’ENORME BESTIA NERA SIMILE AD UN CANE, MA CON SEI ZAMPE. NONOSTANTE L’ASPETTO SO CHE É SANSONE IL CANE DI CRISTINA.
IMPROVVISAMENTE SANSONE COMINCIA A CORRERE.
CORRE AFFANNOSAMENTE, COME SE LO STESSERO INSEGUENDO NEMICI INVISIBILI. E PERDE MOLTA BAVA.
AD UN CERTO PUNTO IMPENNA E LA BAVA MI FINISCE IN FACCIA.
ALLORA, CHI È LEI?
ACCIDENTI!
CADO A TERRA E FORSE PERDO I SENSI.
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POI INIZIO A SENTIRE UNO STRANO RUMORE SORDO.
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IN CHE SENSO, SCUSI?
IO...
ALLORA, ME LO DICE CHI È?
PURTROPPO NON TE LO POSSO DIRE.
NON LO SO PROPRIO.
PERCHÉ NON NE HO IDEA.
NON RAMMENTO NULLA DI ME.
RICORDO SOLTANTO IL NOSTRO INCONTRO NEL BOSCO.
E PERCHÉ? “UN RUMORE SORDO, UN GRIDO.”
È COME SE MI FOSSI SVEGLIATO IN QUEL MOMENTO.
“MI ALZO IN PIEDI E CORRO TRA GLI ALBERI.
“CERCANDO LA FONTE DI QUEL TRAMBUSTO.
E ANCHE QUESTO É OFFUSCATO.
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“CALPESTO I RICCI E LE RADICI MA NON SENTO ALCUN DOLORE.
“ARRIVO AL BURRONE E VEDO LA BICICLETTA IN PEZZI.
MA DA QUALCHE PARTE SARÀ ANDATO PRIMA DI VENIRE QUI!
VERAMENTE NO, SONO VENUTO SUBITO QUI. “E POI VEDO TE.
“CERCO DI AVVICINARMI MA PERDI I SENSI.
“NON SAPENDO COSE FARE TI HO PRESO E PORTATO FUORI DAL BOSCO.
NON CAPISCO. A ME SEMBRA SIANO PASSATI UN PAIO DI GIORNI.
MA NON È IN POSSIBILE, L’INCIDENTE È STATO PIÙ DI UN MESE FA. DA QUALCHE PARTE DEVE ESSERE ANDATO, ALMENO PER MANGIARE.
SI, ERA ANCORA AGOSTO! COM’È POSSIBILE CHE NON SI RICORDI?
NO, SONO STAT.. UN MESE?
QUINDI NON SI RICORDA NEMMENO COS’HA FATTO IN QUESTO MESE.
CERTO CHE È VERO!
NON VEDE CHE NON HO PIÙ LIVIDI?
E POI GUARDI: RIESCO A MUOVERE SENZA PROBLEMI LA GAMBA. COME SAREBBE POSSIBILE SE FOSSERO PASSATI SOLO POCHI GIORNI?
SE È VERO CHE È PASSATO UN MESE. “PER FORTUNA ERA PIENO DI ABITAZIONI.”
E COME HA FATTO A SAPERE QUALE FOSSE CASA MIA?
“NON LO SAPEVO. TI HO APPOGGIATO AL MURO MENTRE PENSAVO AL DA FARSI.
QUINDI NON CONOSCE NEMMENO IL SUO NOME?
È TUTTO COSÌ INVEROSIMILE. NON SA DOVE È STATO, NON SA CHI È...
SE LO DICI TU... BEH, A QUESTO PENSEREMO DOPO, VADO A PRENDERLE QUALCOSA DA MANGIARE, DOPOTUTTO SONO IN DEBITO.
GIÀ. MA NON CE N’É BISOGNO. “POCO DOPO TI SEI SVEGLIATO E HAI PREMUTO IL CITOFONO, SENZA ACCORGERTI DI ME.”
IL RESTO DELLA STORIA LO CONOSCO.
ECCO.
GRAZIE, MA NON ERA AFFATTO NECESSARIO.
DA DOMANI CERCHEREMO DI CAPIRE CHI È.
MA NON HO ANCORA CAPITO PERCHÉ LEI È QUI.
OK. BEH...
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NON SAPEVO DOVE ANDARE.
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ALLORA, COM’È STATA QUESTA PRIMA SETTIMANA DI RITORNO A SCUOLA? MMH, NORMALE DIREI.
E COME VA CON GLI ALTRI BAMBINI? TI SEI FATTO QUALCHE NUOVO AMICO?
MA SARAI CONTENTO DI ESSERCI TORNATO, NO?
SI, QUALCUNO.
CERTO.
E IL RE?
L’ALFIERE PUÒ MUOVERE DI QUANTE CASELLE VUOLE, MA SOLO IN DIAGONALE.
CRISTINA ERA UNA PSICANALISTA, PER QUESTO PARLANDO CON LEI MISURAVO SEMPRE LE PAROLE.
NON AVEVO MOLTO AMICI, PRIMA DELL’INCIDENTE.
MA LA SITUAZIONE PEGGIORÒ CON L’ARRIVO DI UN NUOVO BAMBINO.
TOMMASO.
PER QUALCHE MOTIVO AVEVA DECISO CHE QUELLO NUOVO ERO IO!
TOMMASO ERA UN BULLO.
DI UNA CASELLA IN QUALSIASI DIREZIONE. HA CAPITO TUTTO?
ANCHE LA TORRE SI SPOSTA DI QUANTO VUOLE, MA PUÒ MUOVERE SOLO PERPENDICOLARMENTE.
LA REGINA CHE È IL PEZZO PIÙ FORTE PUÒ FARE ENTRAMBE LE COSE.
PIÙ O MENO. FACCIAMONE UNA DI PROVA, COSÌ GIOCANDO CAPISCE MEGLIO.
OK.
IL CAVALLO INVECE SI SPOSTA A “ELLE”. MA SENTIVO CHE LA SITUAZIONE IN QUALCHE MODO SI SAREBBE RISOLTA.
ALLORA CI VEDIAMO STASERA, SALUTAMI LA MAMMA!
SI DAI, DIREI CHE MI STO INTEGRANDO.
BENE.
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EHILÀ!
MH.
AH BEH, SE È PIÙ GROSSO!
COMUNQUE NON CREDO CHE LA VIOLENZA SIA LA SOLUZIONE MIGLIORE. FORSE SI SENTE SEMPLICEMENTE SOLO.
E POI È DECISAMENTE PIÙ GROSSO DI ME. ALLORA LE STA PIACENDO QUEL LIBRO!
CIAO RICHI, TUTTO BENE?
COM’È CHE NON HA MAI FAME? SEMBRA QUASI CHE MANGI PER FAR PIACERE A ME.
MH, DOPO LE RACCONTO. HA FAME?
PIÙ O MENO, MA TI FACCIO VOLENTIERI COMPAGNIA.
SI, A VOLTE LO FACCIO.
QUINDI CONTINUA A NON RICORDARE NULLA. NULLA.
SI.
GLIENE PORTERÒ ALTRI.
FORSE DOVRESBBE USCIRE.
SE ANDASSIMO DAI CARABINIERI...
ALLORA, RACCONTAMI UN PO’ COM’È ANDATA A SCUOLA. SEMPRE PROBLEMI COL BAMBINO NUOVO?
GIOCA D’ASTUZIA, COME DAVIDE E GOLIA!
NON LO SO. NON ANCORA, PIÙ AVANTI FORSE. ALLORA, ME LA DÀ UNA MANO? A CURIOSARE NELLE SCATOLE SI, A PULIRE NO, CHE SONO ALLERGICO ALLA POLVERE.
FORSE.
DAVVERO?
SI, SEMBRA CHE IO NON GLI VADA PROPRIO A GENIO.
AH, AI MIEI TEMPI UN BEL PUGNO IN FACCIA NON GLIELO TOGLIEVA PROPRIO NESSUNO.
NO PURTROPPO, STAVO INVENTANDO PER TIRARTI SU DI MORALE.
AI TUOI TEMPI?
IN QUALCHE MODO LA SITUAZIONE SI RISOLVERÀ. BEH, COMUNQUE DOBBIAMO CAPIRE COSA C’È QUASSÙ, COSA TENERE E COSA BUTTARE.
GIUSTO.
ALLORA SI RICORDA QUALCOSA?
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OK, BISOGNERÀ INIZIARE A SISTEMARE UN PO’ QUI PRIMA CHE LA MAMMA INIZI A FARSI DELLE DOMANDE.
PUÒ ESSERE !
È PIENO DI VECCHI DISCHI!
WOW!
COSA C’È?
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GUARDA SE C’È MODUGNO. NO, È ROBA VECCHIA, ANNI ‘30.
“COME SEI BELLA PIÙ BELLA STASERA MARIÙ...”
NON NE CONOSCO NESSUNO.
“... SPLENDE UN SORRISO DI STELLA NEGLI OCCHI TUOI BLU...”
“... ANCHE SE AVVERSO IL DESTINO DOMANI SARÀ...”
GIÀ NEANCHE IO, PROVIAMO TINO ROSSI MAGARI NON È MALE.
UFF!
FUNZIONA! VEDIAMO UN PO’.
INTANTO SPOSTIAMOCI VICINO AL GRAMMOFONO.
ACCIDENTI!
NON SO SE QUESTO COSO SIA PIÙ VECCHIO O PIÙ SPORCO. NON CREDO FUNZIONERÀ. ACCIDENTI! SCUSA!
OK, DOVREBBE ESSERE A POSTO, RESTA SOLO DA AZIONARLO E SPERARE IN BENE. MEGLIO DI NO.
FACCIO IO?
“... OGGI TI SONO VICINO, PERCHÉ SOSPIRAR...”
“... PARLAMI D’AMORE... MARIÙ, TUTTA LA MIA VITA SEI TU...”
“... GLI OCCHI TUOI BELLI BRILLANO...”
“... FIAMME DI SOGNO SCINTILLANO...”
“... DIMMI CHE ILLUSIONE NON È... DIMMI CHE SEI TUTTA PER ME...”
“... QUI SUL TUO CUOR NON SOFFRO PIÙ... PARLAMI D’AMORE MARIÙ...”
MASSÌ CHE FUNZIONA, SE NON LO DISTRUGGE LEI. DOBBIAMO SOLO PULIRLO!
MH?
GUARDIAMO COSA C’È NELLE SCATOLE E NEI BAULI?
NON SEMBRA ESSERCI NIENTE DI INTERESSANTE...
OK.
ASPETTA!
CHISSÀ SE CI SONO TUTTI I PEZZI!
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LEI SA GIOCARE A SCACCHI?
PRENDA I BIANCHI E LI METTA COME ME.
MH. CLASSICO. IO PORTO AVANTI IL CAVALLO.
NON NE HO IDEA. PROVIAMO A GIOCARE.
MUOVO LA REGINA.
MH.
GIUSTO?
SPOSTO L’ALFIERE. DEVE SOLO INVERTIRE RE E REGINA. OK, ALLORA MI SPIEGHI COME FUNZIONA? DUNQUE, LO SCOPO È FARE SCACCO MATTO ALL’AVVERSARIO.
SCACCO MATTO VUOL DIRE CHE IL RE DEL GIOCATORE AVVERSARIO NON PUÒ PIÙ MUOVERE IN NESSUNA DIREZIONE.
DEVE FARE PIÙ ATTENZIONE E SCEGLIERE MEGLIO COSA MUOVERE. NON DEVE SBLOCCARE SOLO COSA LE VIENE PIÙ FACILE, DEVE COSTRUIRSI UNA STRATEGIA!
L’ALFIERE MUOVE DI QUANTO VUOLE, MA SOLO IN DIAGONALE.
QUANDO SPOSTA UN PEZZO SU UNA CASELLA OCCUPATA DA UN ALTRO LO “MANGIA”.
COME VEDE CI SONO PEZZI DIVERSI, OGNUNO MUOVE A SUO MODO.
I PEDONI MUOVONO DI UNA SOLA CASELLA SPOSTANDOSI IN AVANTI. POSSONO MUOVERE DI DUE CASELLE SOLAMENTE SE SONO ANCORA NELLA POSIZIONE INZIALE. MANGIANO IN DIAGONALE.
COSÌ.
ANCHE LA TORRE MUOVE DI QUANTO VUOLE, MA SOLO PERPENDICOLARMENTE.
HA CAPITO TUTTO? PIÙ O MENO.
ALLORA?
FACCIAMO UNA PARTITA DI PROVA COSÌ VEDENDO CAPISCE MEGLIO.
MANGIO IL TUO PEDONE CON LA REGINA. E TI METTO SOTTO SCACCO.
CHI COMINCIA?
E IL RE?
LA REGINA, CHE È IL PEZZO PIÙ FORTE, PUÒ FARE ENTRAMBE LE MOSSE, INVECE IL CAVALLO MUOVE AD “ELLE”.
ALLORA, IO PORTO AVANTI IL PEDONE PER LIBERARE L’ALFIERE CHE MI SERVE CON IL CAVALLO.
SI DICE COSÌ?
DI UNA SOLA CASELLA IN QUALSIASI DIREZIONE. OK, FACCIO UGUALE. COME FAI UGUALE! MI COPI? MA NON SI PUÒ MICA! SI CHE POSSO! E POI È UN’APERTURA CLASSICA.
ASPETTI... MUOVONO PRIMA I BIANCHI.
NON È SCACCO. È SCACCO MATTO. COM’È POSSIBILE? SARANNO AL MASSIMO QUATTRO MOSSE.
GIOCAMMO ALTRE OTTO PARTITE PRIMA CHE REALIZZASSI CHE CONTRO DI LUI NON POTEVO VINCERE.
QUINDI HO VINTO. AH!
VOGLIO LA RIVINCITA!
NON POSSO MUOVERE IN NESSUN MODO.
MUOVO IL PEDONE DAVANTI AL RE DI DUE CASELLE.
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È BELLO CONOSCERE UN AMICO DI RICCARDO, NON SUCCEDE SPESSO.
GIÀ, SUO FIGLIO NON HA MOLTI AMICI.
MEGLIO POCHI MA BUONI DICO IO, NO? COME TI CHIAMI?
DI NUOVO A TERRA, DI NUOVO NEL BOSCO.
IL TERRENO ATTORNO A ME È DIVISO TUTTO A QUADRATI COME FOSSE UNA SCACCHIERA.
LONTANO VEDO SANSONE. DALLA SUA PANCIA VENGONO FUORI DEI TENTACOLI.
LA CREATURA CHE COMPARE È SPAVENTOSA E VIENE VERSO DI ME.
CERCO DI SCAPPARE MA SONO BLOCCATO DA PARETI INVISIBILI.
IL MOSTRO SI AVVICINA. INTANTO GLI ALBERI SI MUOVONO COME PEZZI DEGLI SCACCHI.
QUANDO QUALCHE PEZZO SI METTE FRA DI NOI, IL MOSTRO LO SCHIANTA A TERRA.
FINCHÉ RIESCE AD AVVICINARSI ABBASTANZA DA POTERMI AFFERRARE.
CHIUDO GLI OCCHI TERRORIZZATO E SENTO UNA VOCE CHIAMARMI.
RICCARDO!
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RICCARDO SVEGLIA!
TUTTO BENE RICHI? HAI UNA FACCIA!
ANCHE SE È VACANZA NON PUOI DORMIRE COSÌ TANTO. E POI FUORI C’È LA NEVE!
AH AH AH AH AH AH AH !
CIAO, SFIGATO.
CHE?
DAVVERO?
SI MAMMA, STAVO SOLO FACENDO UN BRUTTO SOGNO...
AH!
HA NEVICATO TUTTA LA NOTTE. FORZA, VESTITI CHE ANDIAMO A FARE IL PUPAZZO!
VIENI ANCHE TU?
MA È TANTISSIMA!
NO, ASPET...
NON ANCORA... NON ANCORA...
ORA !
SI, MA STO POCO.
PRENDI QUESTE! ABBIAMO FATTO UN BUON LAVORO.
NON CORRERE COSÌ! STARAI ANCHE GUARENDO MA HAI ANCORA IL GESSO!
SI, È UN PO’ STRANO, MA BELLO. BRRRR...
AH !
SI MAMMA.
CHISSÀ COSA STARÀ FACEND...
BRRR... IO VADO IN CASA A PREPARARE UN PO’ DI TISANA CALDA.
HAI SENTITO LA MAMMINA? FAMMI STRADA !
RICHI, BASTA CHE VI BAGNATE TUTTI!
FRA POCO ARRIVO ANCH’IO.
INVITA IL TUO AMICO AD ENTRARE CHE SE NON SI ASCIUGA PRENDE UN MALANNO.
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MA VERAM...
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PERMEEEESSO...
HA UNA BELLISSIMA CASA, SIGNORA.
AVANTI! TOGLIETEVI LE SCARPE E METTETELE ALL’INGRESSO.
TI VA LA TISANA CARO? GRAZIE SIGNORA.
BENE SIGNORA, ORA VADO, I MIEI GENITORI SARANNO IN PENSIERO.
GRAZIE!
GRAZIE PER LA TORTA!
BEH, CIAO SCHIAPPA, CI SI VEDE.
RICCARDO, ACCOMPAGNA TOMMASO ALLA PORTA!
MH. VA BENE, MA TORNA A TROVARCI! È BELLO CONOSCERE UN AMICO DI RICCARDO, NON SUCCEDE SPESSO.
ECCO, SEDETEVI PURE A TAVOLA, C’È ANCHE LA TORTA!
MEGLIO POCHI MA BUONI DICO IO, NO? COME TI CHIAMI?
RICORDO CHE L’ACCADUTO MI RESE INQUIETO.
AH AH AH AH!
RICHI! SI MA’ ? DOVE VAI ?
TOMMASO.
A SISTEMARE LA SOFFITTA. MH. OK
MOLTO BUONA LA TISANA SIGNORA. GIÀ, SUO FIGLIO NON HA MOLTI AMICI. ANDATE A SCUOLA INSIEME IMMAGINO, ABITI ANCHE TU DA QUESTE PARTI? SI SIGNORA, CI SIAMO TRASFERITI VICINO AL MERCATO.
NON SEI CONTENTO RICCARDO?
RICCARDO?
TI PIACE LA TORTA? PRENDINE ANCORA!
CHE SUCCEDE? NULLA.
SICURO?
GRAZIE SIGNORA
SI. SI, SI.
OH CHE BELLO, ALLORA POTRETE GIOCARE SPESSO INSIEME!
E TU COME VAI A SCUOLA?
SEI ANCHE TU UN SECCHIONE?
AH AH!
NO SIGNORA, IO NO. SUO FIGLIO È UN SECCHIONE COI FIOCCHI!
BEH SE HAI DIFFICOLTÀ IN QUALCHE MATERIA FORSE RICHI TI PUÒ AIUTARE.
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IN EFFETTI È UN’OTTIMA IDEA, NON SO COME HO FATTO A NON PENSARCI PRIMA! AH AH AH AH!
AH, LE DEVO DIRE UNA COSA ! IN QUESTI GIORNI HO PENSATO AD UN NOME PER LEI.
C’È UN RAGAZZINO AMERICANO CHE STA OTTENDO OTTIMI RISULTATI NEL MONDO DEGLI SCACCHI E CHE SECONDO ME FARÀ STRADA. VISTO CHE LEI È MOLTO BRAVO PER ORA POTREBBE CHIAMARSI COME LUI: BOBBY FISCHER!
DIMMI.
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PERCHÉ NO, NON È MALE!
SONO IN CANOTTIERA MA NON HO FREDDO.
SONO IN MEZZO AL BOSCO, MA QUESTA VOLTA GLI ALBERI SONO ENORMI. OPPURE SONO IO ESTREMAMENTE PICCOLO. TUTTO È RICOPERTO DI NEVE.
AHWN, TI SEI SVEGLIATO! COME TI SENTI?
VEDO QUALCOSA DI ENORME VENIRMI INCONTRO, QUALCOSA DI STRISCIANTE, COME UN SERPENTE O UN VERME GIGANTE.
UN PÒ CONFUSO.
SENTO UN RUMORE ACUTO, POI GLI ALBERI TREMANO MOSSI DA UN VENTO INVISIBILE E LASCIANO CADERE LA NEVE. PER FORTUNA LA EVITO.
AD UN CERTO PUNTO SBUCANO DALLA NEVE DECINE DI VERMI AVVINGHIATI.
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MI SI FANNO INCONTRO EMETTENDO SUONI MAI SENTITI PRIMA.
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VORREI URLARE, MA È COME SE LA VOCE MI SI FERMASSE IN GOLA.
HAI MAL DI STOMACO? ALLA PANCIA? ALLE ORECCHIE? DIMMI COSA TI SENTI!
MA I SUONI CHE EMETTEVA ERANO RUMORI INCOMPRENSIBILI.
COME STAI RICCARDO?
RICCARDO! COSA SUCCEDE?!
NO MAMMA STO BENE, È STATO SOLO UN BRUTTO SOGNO.
SEI TUTTO SUDATO, NON AVRAI LA FEBBRE? SEMBRI CALDO, MEGLIO PRENDERE IL TERMOMETRO E CONTROLLARE.
IO VADO A PRENDERLO, TU RIMMETTITI GIÙ.
COME?
MA È USCITO DALLA SOFFITTA!
... RICCARDO!
OK.
TI HO CHIESTO COME STAI...
MA NO, DICO SUL SERIO. GLI INCUBI DIVENTAVANO PIÙ FREQUENTI ED OGNI VOLTA PIÙ INQUIETANTI.
ALL’INIZIO NON PIÙ DI UNA VOLTA AL MESE, POI ALMENO UNA VOLTA A SETTIMANA.
IN SEGUITO, QUASI TUTTE LE NOTTI.
SIGNOR FISCHER! MA CHE STA DICENDO, È QUI NELLA MIA STANZA, È USCITO PER FORZA DALLA SOFFITTA!
RICCARDO, HAI LA FEBBRE MOLTO ALTA, HAI LE ALLUCINAZIONI. LA COSA CHE MI INQUIETAVA DI PIÙ È CHE SEMBRAVANO ESSERE COLLEGATI.
OGNI NOTTE IL MOSTRO CAMBIAVA FORMA E CERCAVA DI AFFERRARMI.
NO RICCARDO, CREDO DI NO. NON SONO USCITO DALLA SOFFITTA.
SONO NEL TUO SOGNO.
IN QUESTO MOMENTO STAI DORMENDO, SONO NEL TUO SOGNO, NON SONO REALE.
QUELLA NOTTE SEMBRAVA VOLESSE DIRMI QUALCOSA.
AHWN, TI SEI SVEGLIATO ! COME TI SENTI?
UN PO’ CONFUSO.
NON SONO REALE.
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LE COSE A SCUOLA PIAN PIANO MIGLIORARONO.
TOMMASO NON ERA DIVENTATO PIÙ GENTILE, MA ALMENO ERA MENO VIOLENTO.
A VOLTE COSTRUIVAMO ASSIEME TUNNEL NELLA SABBIA PER FAR CORRERE LE BIGLIE.
MI SCUSI, MA HO BISOGNO DI SAPERE.
DEVO CAPIRE SE LEI É REALE.
PERCHÉ?
ERA COSÌ IMPORTANTE? NON POTEVI SEMPLICEMENTE CHIEDERMELO?
CIAO, SFIGATO! LUI ERA PARTICOLARMENTE PORTATO PER QUESTA DISCIPLINA.
LA MAESTRA, NOTANDO CHE IO PARLAVO SOLO CON LUI E LUI SOLO CON ME, CI AVEVA MESSI VICINI DI BANCO.
INTANTO SI RAFFORZAVANO IN ME I DUBBI SUL SIGNOR FISCHER.
HAI FATTO UN OTTIMO LAVORO!
EHI, MA COS’È QUELLO?
AH AH ! SCHIAPPA!
LAGGIÙ CONTRO LA PARETE... È UN GRAMMOFONO? AH, QUELLO. SI, SI... È UN GRAMMOFONO.
GRAZIE. NON AVEVO MAI PENSATO PRIMA A QUANTO FOSSE STRANO IL FATTO CHE NON VOLESSE USCIRE DALLA SOFFITTA.
O AL FATTO CHE ORMAI DA MESI NON ACCETTASSE CIBO. HA FAME?
OLTRETUTTO MIA MADRE SEMBRAVA NON SENTIRE I CONTINUI RUMORI PROVENIENTI DALLA SOFFITTA.
E FUNZIONA?
PERCHÉ NON MI FAI SENTIRE?
SI SI, CERTO. RICCARDO, TUTTO BENE? SI, MAMMA.
UN’ALTRA VOLTA MAMMA, ORA DEVO FARE I COMPITI.
OH, NO NO, GRAZIE! POTEVA IL SIGNOR FISCHER ESISTERE SOLO NELLA MIA MENTE?
COS’È CHE VUO FARMI VEDERE?
MA... HAI FATTO UN BUON LAVORO?
MAH.
COME HO SISTEMATO LA SOFFITTA.
SI, RICCARDO È STRANO ULTIMAMENTE.
CREDO DI SI, MA SONO CURIOSO DI SAPERE COME SEMBRA A TE.
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COME MAMMA? VEDI QUALCOSA DI STRANO?
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CHE MODI. MI HA PORTATO LUI QUI.
SONO DI NUOVO NEL BOSCO, VENGO SVEGLIATO DA UNO STRANO SUONO.
LEI ESISTE SOLO NELLA MIA MENTE. TU CREDI?
MIA MADRE NON È RIUSCITA A VEDERLA.
E SOLO PERCHÈ TUA MADRE NON MI VEDE VUOL DIRE CHE NON ESISTO?
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VEDO UNA PERSONA IN LONTANANZA. CHE SIA IL SIGNOR FISCHER?
BEH, SI.
SI AVVICINA CAMMINANDO FRA GLI ALBERI E MI ACCORGO CHE NON È LUI.
FORSE TI SBAGLI.
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AL POSTO DELLA FACCIA HA DUE MANI CHIUSE A PUGNO.
IO...NON RIESCO PROPRIO A CAPIRE, C’ENTRA CON IL SIGNOR FISCHER?
HO... HO GRIDATO DI NUOVO?
MI SPIACE AVERTI SVEGLIATO. OH RICCARDO, NON ESSERE SCIOCCO !
COS’È CHE CERCHI DI DIRMI? NON TI CAPISCO!
SI.
NON DEVI PREOCCUPARTI PER QUESTO, MA È LA QUARTA VOLTA QUESTA SETTIMANA CHE FAI QUESTI BRUTTI INCUBI.
SONO SOLO INCUBI, SONO SICURO CHE PRESTO PASSERANNO.
COSA FAI?
È GIÀ LA QUARTA? SI AMORE, COSA TI SUCCEDE? C’È QUALCOSA CHE NON MI DICI? HAI DEI PROBLEMI A SCUOLA? ACCIDENTI, DEVO SAPERE QUALCOSA SU DI LUI?
OH, MA NO MAMMA.
NON ESSERE PREOCCUPATA.
MA NON È NECESSARIO...
ODDIO NO! COSA STAI FACENDO? FERMATI!
RIMANGO FINCHÉ NON TI ADDORMENTI.
NOTTE. NOTTE RICHI.
MAMMA... GRAZIE.
PERICOLO... PERICOLO!
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DAI, COSÌ SIAMO PIÙ TRANQUILLI ENTRAMBI.
MH. OK.
DI NIENTE AMORE.
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IL GIORNO DOPO ANDAMMO IN OSPEDALE. AVEVAMO APPUNTAMENTO PER TOGLIERE IL GESSO.
ERA UN EDIFICIO ENORME E SQUADRATO.
UTILIZZARONO UN GROSSO PAIO DI CESOIE.
PORTO I PIATTI DI LÀ E PRENDO TUTTO PER IL DOLCE, CI METTERÒ UN MOMENTO.
DUNQUE?!
MH.
CRISTINA È ESPERTA IN QUESTE COSE, NON VEDO COSA CI SIA DI MALE.
NON ERA NECESSARIO.
RICCARDO, ORMAI FAI QUEGLI INCUBI TUTTE LE NOTTI. È NECESSARIO. NON RICORDAVO PIÙ COSA SI PROVASSE AD AVERE IL PIEDE LIBERO.
FACEMMO RELATIVAMENTE IN FRETTA.
A PRANZO ERAVAMO INVITATI DA CRISTINA. NOTAI SOLO IN QUEL MOMENTO QUANTO LA SUA CASA SEMBRASSE L’OSPEDALE IN MINIATURA.
FACCIO SOLO DEGLI INCUBI, NON SONO MICA DIVENTATO PAZZO.
ANDIAMO RICHI, NON DIRE SCIOCCHEZZE. NON RIESCI PIÙ A DORMIRE LA NOTTE E LEI FORSE TI PUÒ AIUTARE. PUNTO E BASTA.
DALLE UNA POSSIBILITÀ. ALLORA, CHI VUOLE UNA BUONA FETTA DI BONET CON LA PANNA?
MH.
AH AH, CIAO BELLO!
CRISTINA PREPARÒ IL POLPETTONE E FU PARTICOLARMENTE GENTILE CON ME QUEL GIORNO.
FU A METÀ DEL PRANZO CHE CAPII IL VERO MOTIVO PER CUI CI TROVAVAMO LI. ALLORA RICCARDO, MI HA DETTO TUA MAMMA CHE FAI BRUTTI SOGNI.
ALLORA, CI HAI PENSATO?
MA CERTO, C’È IL SEGRETO MEDICO-PAZIENTE !
AH, TE LO HA DETTO.
VA BENE, VA BENE. MA DOBBIAMO ESSERE SOLO NOI DUE E QUELLO CHE TI DICO RIMANE FRA DI NOI, COME UN SEGRETO.
ECCO.
TI PREGO!
NON SONO UN TUO PAZIENTE. TI RACCONTO SOLO DEI SOGNI.
NON SO SE MI VA. SI MA NON TI DEVI VERGOGNARE, È IL MIO LAVORO, SE TI VA DOPO PRANZO ME LI PUOI RACCONTARE.
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OK!
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BENE. BENONE.
ALLORA, PARTI PURE QUANDO VUOI.
“OK. GLI INCUBI SONO INIZIATI CIRCA NOVE MESI FA, DOPO L’INCIDENTE IN BICICLETTA. ALL’INIZIO CAPITAVA DI RADO NON PIÙ DI UNA VOLTA AL MESE, MA POI LA COSA È PEGGIORATA, PRIMA TUTTE LE SETTIMANE ALMENO UNA VOLTA E ORA QUASI TUTTE LE NOTTI.”
PRIMA VOGLIO ESSERE SICURO CHE NON DIRAI NIENTE ALLA MAMMA.
“PERICOLO”?
DOPO L’INCIDENTE IN BICICLETTA MI È SUCCESSA UN’ALTRA COSA STRANA.
NON SONO TORNATO A CASA DA SOLO, MI HA AIUTATO UN UOMO.
GIÀ E POI... E POI?
PIÙ O MENO: SONO SEMPRE NEL BOSCO, MA OGNI VOLTA IL MOSTRO ASSUME SEMBIANZE DIVERSE. PERÒ IO SO CHE È SEMPRE LO STESSO.
DA QUESTA STANZA NON USCIRÀ NULLA DI QUELLO CHE MI DICI. “É UNA CREATURA FATTA D’OMBRA.
NE PARLI COME SE FOSSE SEMPRE LO STESSO INCUBO, HO CAPITO BENE?
“MI VIENE INCONTRO E CERCA DI AFFERRARMI.
“PROVA A DIRMI QUALCOSA.
POI C’È UN ALTRA COSA, MA DICO DAVVERO, LA MAMMA NON LO DEVE SAPERE.
UN UOMO? SI MA NON È REALE. HO CREDUTO PER TUTTO QUESTO TEMPO CHE LO FOSSE, MA ORA SONO ABBASTANZA SICURO CHE SIA UNA SPECIE DI AMICO IMMAGINARIO.
QUINDI HAI CONTINUATO A VEDERLO?
MMM... NON È COSÌ STRANO AVERE UN AMICO IMMAGINARIO ALLA TUA ETÀ. QUELLO CHE MI FA PENSARE È CHE, SE NON HO CAPITO MALE, IL MOMENTO IN CUI HAI CONOSCIUTO IL TUO AMICO IMMAGINARIO E L’INIZIO DEGLI INCUBI COINCIDONO, DICO BENE?
SI. NON HAI MAI PENSATO CHE FORSE LE DUE COSE SONO COLLEGATE?
SI. “AD AVVERTIRMI.
PERICOLO... PERICOLO!
“MA IO NON LO CAPISCO, NON CAPISCO MAI COSA VUOLE DIRMI, FINO ALL’ULTIMA NOTTE ALMENO.”
PENSO CHE ENTRAMBE LE COSE SIANO FRUTTO DEL TRAUMA SUBITO DURANTE L’INCIDENTE. DELLA PAURA CHE HAI PROVATO.
SI.
E COSA HA DETTO? L’ULTIMA NOTTE HAI CAPITO QUALCHE PAROLA? E TE LA RICORDI?
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PERICOLO.
FORSE. DEVI ALLONTANARLO.
L’UNICO MODO PER ELIMINARE GLI INCUBI È SUPERARE IL TRAUMA E PER FARLO DEVI TORNARE NEL BOSCO E CAPIRE CHE NON C’È NIENTE DI CUI AVERE PAURA.
MA PRIMA DI TUTTO DEVI DIRE ADDIO AL TUO AMICO IMMAGINARIO. SOLO COSÌ DIGERIRAI DEFINITIVAMENTE IL TRAUMA. COSA?
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MA IO NON SO SE VOGLIO FARLO.
DEVI DECIDERE.
NON CI SONO ALTRI MODI.
ALLORA, TI È STATA D’AIUTO? AVETE RISOLTO QUALCOSA?
NON AVREI DOVUTO PARLARGLIENE?
VAI IN CAMERA TUA?
VIENI QUA!
NON IMPORTA.
IO... IO ERO VENUTO PER...
SHH... NON IMPORTA !
RICCARDO, SEI UN RAGAZZINO IN GAMBA, CERCA DI RICORDARTELO.
SONO SICURO CHE TE LA CAVERAI BENONE ANCHE SENZA DI ME. E CHE FARAI GRANDI COSE.
NO, VADO IN SOFFITTA. A FARE CHE? ORMAI HAI FINITO DI SISTEMARLA!
MH. NON LO SO ANCORA. SIGNOR FISCHER?
MA CI RIVEDREMO PRIMA O POI?
CI SONO ANCORA ALCUNE COSE CHE DEVO FARE. LE VOLEVO CHIEDERE SCUSA PER L’ALTRO GIOR.. EHI, MA CHE STA COMBINANDO?
PREPARO LA VALIGIA, I TEMPI SONO MATURI PER LA MIA PARTENZA.
TEMO DI NO.
ORA VAI, CHE TUA MAMMA TI STA CHIAMANDO. NON FARLA ASPETTARE.
COSA? CIOÈ ESCE DALLA CASA? E DOVE VA?
CIAO, RICCARDO!
SI? MI MANCHERÀ
RIIIIICHI!
... LO SO.
SI. IO... CREDO CHE ANDRÒ VERSO NORD.
MA LEI NON PUÒ ANDARE VIA DA QUESTA SOFFITTA !
E PERCHÉ, RICCARDO?
PERCHÉ LEI ESISTE SOLO NELLA MIA MENTE.
ANCHE TU MI MANCHERAI.
TUTTO BENE?
TU CREDI?
SI, MAMMA.
MIA MADRE NON È RIUSCITA A VEDERLA.
E SOLO PERCHÈ TUA MADRE NON MI VEDE VUOL DIRE CHE NON ESISTO?
IO... SONO FELICE DI AVERTI CONOSCIUTO.
AVEVO PERSO QUALCOSA DI MOLTO IMPORTANTE. UN AMICO CHE MI ERA STATO VICINO PER MOLTO TEMPO E CHE NON AVREI PIÙ RIVISTO.
E COMUNQUE SIANO ANDATE LE COSE RICORDERÒ SEMPRE CON AFFETTO I POMERIGGI PASSATI IN TUA COMPAGNIA.
FORSE TI SBAGLI. RICHI... C’È UNA COSA CHE TI VOGLIO DIRE.
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PENSAVO... VISTO CHE DOMANI È SABATO E NON VAI A SCUOLA OGGI HAI IL POMERIGGIO LIBERO, SE TI VA POSSIAMO GIOCARE A QUALCOSA !
OK MAMMA. NON REALIZZAI SUBITO QUELLO CHE ERA APPENA SUCCESSO.
BEH, SI.
SIGNOR FISCHER...
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ERO TRISTE, MA IN QUALCHE MODO MI SENTIVO ANCHE PIÙ LEGGERO.
NON FECI NESSUN INCUBO QUELLA NOTTE, MA NEMMENO NESSUN SOGNO.
APPENA SVEGLIO CORSI IN SOFFITTA PER VEDERE SE IL SIGNOR FISCHER FOSSE ANCORA LÌ.
NON C’ERA TRACCIA DI LUI.
IN FONDO ALLA SOFFITTA PERÒ TROVAI QUALCOSA AVVOLTO DA UN TELO BIANCO.
LA BICICLETTA CON CUI AVEVO FATTO L’INCIDENTE NEL BOSCO. LA STESSA BICICLETTA CHE AVEVO VISTO DISTRUTTA IN QUEL MOMENTO SCINTILLAVA DAVANTI AI MIEI OCCHI. COME SE NON FOSSE MAI SUCCESSO NULLA.
- 74 -
SIGNOR FISCHER?
UN GIORNO CI SAREI RISALITO.
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NON FU FACILE PRENDERE QUELLA DECISIONE, MA ERA LA COSA MIGLIORE PER IL BAMBINO.
UN’INFINITÀ DI DUBBI MI AFFOLLAVA LA MENTE.
VA ANCHE LEI NELLA CITTÀ GRANDE?
É LA PRIMA VOLTA VERO?
SONO UN PÒ RIMBAMBITA, MA SI CAPISCE CHE VIENE DA LONTANO.
COME HA FATTO A CAPIRLO?
SI.
GLI STESSI DUBBI CHE AVEVANO TORMENTATO RICCARDO ORA ENTRAVANO NELLA MIA TESTA.
PERCHÉ NON AVEVO BISOGNO DI NUTRIRMI?
PERCHÉ SUA MADRE NON MI VEDEVA?
OH, CHE SBADATA. IO SONO CARLINA BIANCHI, TANTO PIACERE. PIACERE MIO. IL MIO NOME É... RICCARDO. RICCARDO FISCHER. SI METTA COMODO, SIGNOR RICCARDO.
SARÀ UN LUNGO VIAGGIO.
E SORATTUTTO...
... ERO REALE?
È LIBERO QUESTO POSTO?
CERTAMENTE.
E FIN - 76 -
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!
Foto di Susanna Sibona
Emanuele Racca
nasce in Piemonte nel 1988. Si diploma presso il Liceo Artistico P. Gallizio ad Alba, poi si sposta a Bologna dove frequenta prima il corso di Fumetto e Illustrazione e poi quello di Linguaggi del Fumetto all’Accademia di Belle Arti. Ha pubblicato delle storie brevi sull’autoproduzione Delebile e sul volume 10 Lune Preistoria edito da Bae-Edizioni. Ha collaborato con alcune storie al portale del Goethe Institut di roma. É vincitore dei concorsi di fumetto “Coop for Words 2013” - sezione fumetto e “Flashfumetto 2012” - sezione Yoda. È curatore della sezione visiva all’interno dell’Associazione Culturale Switch On Future. Ha un tumblr su cui potete seguire le sue gesta. emanueleraccasenior.tumblr.com
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