Filiera Grano Duro news - n. 21 - feb 2012

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Filiera Grano duro news

PERIODICO DI INFORMAZIONE TECNICO-ECONOMICA A SOSTEGNO DEL PROGETTO “GRANO DURO DI ALTA QUALITÀ IN EMILIA-ROMAGNA”

Numero 21 • FEBBRAIO 2012

Sommario Sesto anno del progetto Grano duro alta qualità: risultati e prospettive

pag. 1

Riusciremo a gestire la volatilità? Nuove proposte contrattuali

pag. 2

3rd International Forum on Food & Nutrition

pag. 4

Frumento duro e sicurezza pag. 6 alimentare: la contaminazione da metalli pesanti Granoduro.net: le novità della campagna 2011-2012

pag. 8

Per scaricare i numeri arretrati collegatevi a www.prosementi.com o direttamente all’indirizzo http://www.prosementi.com/ita/ archivio_filiera_grano_duro_news/

Filiera Grano duro news Codice ISSN 2239-4230

Proprietà e redazione: Società Produttori Sementi Via Macero, 1 - 40050 Argelato (BO) - info@prosementi.com Direttore responsabile: Dott. Marco Bon Stampa: Grafiche BIME s.r.l. Via Sebastiano Zavaglia 20/24 - 40062 Molinella (BO) Reg. Tribunale di Bologna n. 7711 del 15/11/2006 Periodico realizzato con il contributo della Regione EmiliaRomagna ai sensi della L. R. 28/1998.

Sesto anno del progetto Grano duro alta qualità: risultati e prospettive Tiberio Rabboni – Assessore all’Agricoltura - Regione Emilia-Romagna Giunti al sesto anno dal lancio del progetto “Grano duro di alta qualità in Emilia-Romagna” mi sembra opportuno analizzare alcuni risultati ottenuti in relazione agli obiettivi iniziali e alle prospettive future di una iniziativa, che non esiterei a definire di successo ed esemplare. Quando siamo partiti nel 2006 il grano duro in regione, pur in leggera ripresa per gli effetti del “disaccoppiamento” degli aiuti, scontava ancora le conseguenze della storica scelta nazionale di escludere l’Emilia-Romagna dalle aree tradizionali di produzione e dai relativi aiuti comunitari: la superficie coltivata era prossima ai minimi storici e i produttori agricoli mostravano, per lo più, uno scarso interesse e attenzione alla sua coltivazione. I comparti agricolo, di stoccaggio e di trasformazione ancora non si erano organizzati in filiera e la coltura non esprimeva certamente le sue piene potenzialità produttive e soprattutto qualitative. Gli obiettivi del progetto erano molteplici e ambiziosi: fare divenire l’Emilia-Romagna un polo di eccellenza nella produzione di grano duro di alta qualità; generare una disponibilità quantitativa di prodotto di alta qualità nel bacino regionale; far si che la nuova produzione costituisse una alternativa competitiva ai grani di alta qualità di importazione; offrire alle aziende agricole una soluzione produttiva economicamente interessante e agronomicamente corretta. Tutto questo poteva essere realizzato solo avviando un progetto che applicasse un modello innovativo ed esclusivo di integrazione tra agricoltura, industria ed istituzioni. Un apposito Gruppo di lavoro istituito nell’estate del 2006 dalla Filiera e dalla Regione si mise alacremente al lavoro e sviluppò il primo Accordo quadro che, l’8 novembre di quell’anno, venne sottoscritto dalle Organizzazioni di produttori di cereali dell’Emilia-Romagna, dall’industria di trasformazione Barilla e dall’Impresa sementiera Produttori Sementi di Bologna. Erano interessate 30 mila tonnellate di grano duro, corrispondenti a circa un quarto della produzione regionale di allora. In

sintesi i produttori agricoli si impegnavano a seguire e rispettare uno specifico e articolato disciplinare di produzione condiviso dalle parti e, a fronte di questo, l’industria di trasformazione riconosceva un premio di adesione al progetto e premi differenziati in funzione della qualità raggiunta; clausole dell’accordo riguardavano inoltre la collaborazione fra i diversi soggetti della filiera, la gestione e organizzazione del prodotto, lo stoccaggio e le consegne, l’assistenza tecnica ecc... Da allora il progetto è stato costantemente implementato ed ogni anno è stato sottoscritto un nuovo Accordo che sviluppava ed innovava il precedente, sulla base delle esperienze maturate e delle criticità da affrontare. Quest’anno l’Accordo, sottoscritto nel dicembre scorso, interessa 90 mila tonnellate di prodotto e, tra le novità, segnaliamo che prevede ben tre meccanismi di fissazione del prezzo di vendita, con una flessibilità che va incontro all’esigenza degli agricoltori di massimizzare l’utile, ridurre gli effetti negativi della estrema volatilità dei prezzi riscontrata negli ultimi anni, nonché incentivare la coltivazione del grano duro con i migliori requisiti qualitativi. Se la produzione regionale di grano duro di alta qualità è pressoché triplicata dall’inizio del progetto, la qualità del grano è assolutamente concorrenziale se non migliore di quello di importazione e l’Emilia-Romagna è divenuta stabilmente una delle prime regioni per produzione e resa di grano duro, il successo dell’iniziativa è dunque indiscutibile e comprovato. Il fatto che il progetto stesso inizi ad estendersi anche ad altre regioni non può che fare piacere e testimoniare la bontà dell’iniziativa stessa. Credo che la filiera regionale e le istituzioni dovranno continuare a fare la propria parte, adoperandosi perché l’esperienza maturata continui a svilupparsi ed a costituire il presupposto perché i nostri territori e le organizzazioni presenti continuino a rappresentare una sorta di “laboratorio pilota” sul quale sviluppare nuove esperienze e innovazioni utili all’intera filiera regionale e nazionale per affrontare le sfide future. SOCIETÀ PRODUTTORI SEMENTI S.p.A. BOLOGNA


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N. 21 - Febbraio 2012

I CONTRATTI

Riusciremo a gestire la volatilità? Nuove proposte contrattuali Emilio Ferrari – Barilla G. e R. Fratelli S.p.A. I mercati dei cereali hanno visto, negli ultimi quattro anni, un livello dei prezzi e della volatilità molto superiori a quanto si era verificato nei decenni precedenti. A partire dal 2007, infatti, si sono registrati incrementi delle quotazioni mai visti fino ad allora, seguiti da rapide discese. Il tutto accompagnato da fortissime variazioni giornaliere o settimanali dei mercati. Questa situazione ha messo in crisi le filiere agroalimentari e le modalità fino ad allora utilizzate per gestire le dinamiche dei prezzi da parte degli operatori. La “fiammata” che ha travolto i mercati nella campagna 200708 sembrava però un episodio isolato, rientrato l’anno successivo in uno scenario di prezzi più stabili, anche se per nulla rimunerativi per gli agricoltori. Queste previsioni sono state però subito smentite, come si può vedere dall’andamento del Food Price Index della FAO (Figura 2). Ora viene spontaneo chiedersi: questa situazione è destinata a protrarsi? Fino a quando? Dare delle risposte puntuali a queste domande è sicuramente molto difficile, però proviamo a capire quali sono le dinamiche che possono aver causato questa situazione e forse ci riuscirà più facile immaginare cosa ci aspetta nei prossimi anni. L’economia mondiale ha assistito, nel recente passato, all’esplosione del fenomeno della Globalizzazione. Potremo definire la Globalizzazione come la Libera Circolazione delle Merci, dei Capitali e delle Informazioni (e delle Persone, anche se in misura minore). Questo processo ha causato profondi mutamenti nel nostro modo di vive-

SISTEMI GLOBALI

re. Il mondo è diventato più “piccolo”. Ora quello che succede in un paese lontano può avere ricadute importanti anche per noi in Italia. Le interrelazioni sono aumentate esponenzialmente; non si ha più a che fare con mercati chiusi, determinati dalle situazioni nazionali o locali. Ora il prezzo del grano dipende dalle rese di mais negli USA, dal clima nelle steppe della Russia, dagli import cinesi di soia e dal prezzo del petrolio. E così via. La complessità è aumentata tantissimo e con essa l’imprevedibilità. Siamo difronte ad un sistema globale in cui tantissimi fattori si influenzano l’un con l’altro, a volte annullando i propri effetti ed a volte moltiplicandoli. In figura 1 riporto una possibile schematizzazione dei fattori che influenzano le quotazioni dei prodotti alimentari, per dare un’idea della complessità delle interrelazioni reciproche. L’instabilità si è poi aggravata a causa di altre ricadute della Globalizzazione che hanno destabilizzato gli equilibri dell’economia mondiale. Grazie al fiorire degli scambi è aumentata la “ricchezza” dei popoli; così paesi emergenti, come Cina ed India, hanno visto aumentare le proprie possibilità economiche e di conseguenza la domanda di cibo, modificando l’alimentazione verso diete più ricche. Le produzioni mondiali sono aumentate, ma non sempre hanno tenuto il passo con le richieste, portando ad una diminuzione delle scorte di granaglie. Si è ridotto l’effetto stabilizzatore degli stock sull’andamento dei prezzi, che sono divenuti sensibili ad ogni modifica nelle produzioni (Figura 3).

Fattori che influenzano il livello e la volatilità dei prezzi del cibo Demografia

- Crescita popolazione - Invecchiamento pop - Urbanizzazione

Diete alimentari

- Aumento e tipo di calorie consumate - Dieta occidentalizzata

Mercati dei Cambi Politiche Commerciali FEEDBACK NEGATIVO

FEEDBACK POSITIVO

PREZZI

DOMANDA Livello degli Stock Crescita Economica dei Paesi Emergenti

Dinamiche Geopolitiche

OFFERTA

Produttività Agricola

- Produttività - Tecnologia/Innovazione

Biofuels Struttura della food industry Scarsità di risorse - Terra arabile - Acqua - Fertilizzanti

Energia e costo del petrolio Mercati Finanziari (speculazione)

Politiche Agricole

Cambiamenti Climatici

Fig. 1 - Sistemi Globali - Fattori che influenzano il livello e la volatilità dei prezzi del cibo.

La ricchezza non solo è aumentata, ma è cambiata la sua distribuzione a favore dei paesi emergenti, modificando i flussi commerciali e mettendo in crisi le economie del mondo sviluppato. La crisi del 2009 è stata sicuramente uno dei motivi del crollo dei prezzi delle materie prime. La stessa “finanziarizzazione” eccessiva dell’economia ha coinvolto anche il mondo delle materie prime agricole. Nelle principali borse mondiali la fanno da padrone non più gli operatori tradizionali, ma i Fondi Pensione o gli Hedge Funds, capaci di movimentare ingenti masse di denaro, influenzando pesantemente le quotazioni delle commodity agricole. Come se non bastasse, a questo scenario si vanno ad aggiungere gli sconvolgimenti provocati dal cambiamento climatico e l’aumento delle produzioni di biocarburanti, che sottraggono terra alla produzione di cibo. Che fare allora per non subire passivamente gli effetti di questo terremoto? C’è chi invoca l’introduzione di misure protezionistiche. Ma l’onda che ci sta investendo rischia di essere troppo alta per qualsiasi muro che vogliamo erigere a nostra difesa. E allora che ci resta da fare? I consumatori di tutti il mondo sono diventati più esigenti e sono pronti a riconoscere ai prodotti di qualità un premio in termini di prezzo. Diventa quindi fondamentale creare “valore” nei nostri prodotti, in termini di qualità e di affidabilità, per assicurarci mercati di sbocco remunerativi anche a fronte di una concorrenza agguerrita. Creare valore con le nostre competenze e attraverso filiere coese ed efficienti. Un altro concetto importante è quello della gestione differenziata del rischio: di fronte a variabilità così importanti non è possibile trovare soluzioni definitive per annullare i rischi a cui siamo esposti dalla volatilità dei prezzi. Bisogna quindi agire come con i nostri investimenti personali, differenziando il rischio. Di qui la proposta di Barilla di diverse modalità di pricing nei nuovi contratti di coltivazione per le semine del 2011. In questo modo si da all’agricoltore l’opportunità di differenziare le modalità di quotazione della propria produzione e quindi di ridurre gli effetti negativi di variazioni di prezzo. Rimane sempre la premialità per la qualità del grano, nell’ottica di premiare la produzione di “valore” da parte dell’agricoltore. Si è mantenuta la tradizionale modalità di pricing che lega le consegne mensili ai prezzi della Borsa di Bologna, e che quindi permette di beneficiare di aumenti di prezzo, ma espone l’agricoltore ai cali delle quotazioni,


Filiera Grano duro news L’aumento dei prezzi registrato dal FAO Food Price Index

FAO Food Price Index (monthly values)

220 200 180

Standard Dev.= 13.4

160

140 120 100 80

Real Food Price Index

/1992 11/1992 /1993 11/1993 /1994 11/1994 /1995 11/1995 /1996 11/1996 /1997 11/1997 /1998 11/1998 /1999 11/1999 /2000 11/2000 /2001 11/2001 /2002 11/2002 /2003 11/2003 /2004 11/2004 /2005 11/2005 /2006 11/2006 /2007 11/2007 /2008 11/2008 /2009 11/2009 /2010 11/2010 /2011

Nominal Food Price Index

Food Price Index Nominale

Food Price Index Reale

Fig. 2 - L’aumento dei prezzi registrato dalla FAO Food Price Index.

Si è fatto un gran parlare anche degli effetti della speculazione finanziaria che avrebbe causato un aumento dei prezzi delle commodity agricole. In realtà non si sono trovate

Produzione Grano 1.600

30%

1.400

25%

20%

1.200

15%

1.000 Rapporto tra stock e utilizzi 800

Source: The European House-Ambrosetti re-elaboration of FAO data, 2011

ma ad essa si sono aggiundo ad essa altre proposte. La proposta di un prezzo fisso, già sperimentata lo scorso anno è stata aggiornata in base agli aumentati costi di produzione, ed è stata affiancata da una formula Cap & Floor, con un prezzo minimo e massimo all’interno del quale si seguono le fluttuazioni del mercato; entrambe le formule danno una maggiore garanzia di stabilità dei prezzi a tutti gli attori della filiera. L’ultima novità è la formula che stabilisce il prezzo del grano duro in base alle quotazioni futures della Borsa di Parigi. Questa soluzione è sicuramente una delle più innovative e rischia di non trovare molto consenso presso la parte agricola. Tuttavia rappresenta un’evoluzione verso cui stanno andando tutti i mercati delle materie prime.

1.800

1980

1985

2008

2009

prove scientifiche di questo. Rimangono validi però due considerazioni: la prima è che, come si vede dalla figura 4 sotto riportata che compara i prezzi del grano duro canadese con quelli dei futures americani di mais, grano tenero e grano Northern Spring, il mercato che ha presentato maggiore volatilità è proprio quello dove non esistono le quotazioni futures, ma si tratta solo il grano fisico, ovvero il grano duro; in secondo luogo questi mercati esistono per le altre materie prime agricole ed influenzano con una forte correlazione anche i prezzi del grano duro. Crediamo quindi sia utile non solo subire gli effetti di questa situazione, ma anche beneficiare delle opportunità che una borsa future rappresenta per gli operatori, ovvero la possibilità di gestire con più flessibilità ed efficienza la volatilità delle quotazioni. Con questa modalità entrambe le parti possono decidere autonomamente i tempi per la fissazione del prezzo, non influenzando però la liquidità e la

2010

1990

1995

2000

2005

2011

10%

Fig. 3 - Andamento delle scorte totali di grano dal 1980 ad oggi.

Grano Duro FOB Thunder Bay Canada = Future Grano Spring Minneapolis = Future Grano Tenero Chicago = Future Mais Chicago =

2007

Rapporto tra stock e utilizzi (%)

Std Dev. = 30.6

240

2.000

Produzione di grano (milioni di tonnellate)

Nel Febbraio 2011 l’indice dei prezzi delle commodity agricole superò i livelli registrati nel 2008, raggiungendo i livelli più alti dal 1990 (ovvero da quando è nato l’indice). Negli anni recenti, oltre all’aumento dei prezzi, si è assistito ad un forte incremento della loro volatilità.

2011

Fig. 4 - Comparazione degli andamenti dei prezzi del grano duro canadese con quelli dei futures americani di mais, grano tenero e grano Northern Spring.

regolarità delle consegne, come richiesto dall’industria per garantire il funzionamento dei propri impianti di macinazione. Con queste proposte, Barilla ha voluto offrire ai produttori agricoli un ventaglio di strumenti con cui differenziare il rischio derivante dalla turbolenza che affligge i mercati negli ultimi anni e poter gestire al meglio la redditività della produzione del grano duro di qualità.

Le proposte contrattuali dell’accordo 2011-2012 L’accordo prevede, a fronte del rispetto di uno specifico disciplinare di coltivazione e conservazione basato sui principi della produzione integrata promossa dalla Regione, tre possibili meccanismi di fissazione del prezzo di vendita, con una flessibilità che va incontro all’esigenza degli agricoltori di massimizzare l’utile, ridurre gli effetti negativi della volatilità dei prezzi e incentivare la coltivazione del grano duro con requisiti di alta qualità: - il primo meccanismo definisce il prezzo sulla base della quotazione della borsa merci di Bologna con l’aggiunta di premi specifici per la qualità del prodotto e per gli impegni previsti dal disciplinare di produzione e conservazione (fino a 35 euro/tonnellata); - il secondo, basato sui costi di produzione, consente ai produttori di scegliere di vendere una quota della propria produzione (fino a un massimo del 40% del totale) ad un prezzo fisso precedentemente concordato (tale da garantire un profitto adeguato sui costi di coltivazione) oppure di limitare la volatilità facendo riferimento ad un intervallo di oscillazione (Cap&Floor); - il terzo meccanismo si basa sul prezzo dei futures del grano tenero alla borsa merci di Parigi, a cui si aggiunge un premio legato al differenziale dei prezzi tra il grano duro e quello tenero sulla borsa merci di Bologna, per permettere coperture a lungo termine sia per chi vende sia per chi acquista.

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EVENTI

3rd International Forum on Food & Nutrition A cura del Barilla Center for Food and Nutrition “L’obiettivo del Barilla Center for food and nutrition è di accrescere la comprensione delle complesse interazioni tra la società e il pianeta, in particolare per quanto riguarda l’area della produzione e del consumo di cibo; attraverso questo genere di discussioni possiamo contribuire allo sviluppo di politiche in grado di limitare gli impatti ambientali negativi e incoraggiare sistemi agroalimentari su larga scala in grado di soddisfare le necessità delle persone in tutto il Pianeta”. In questa dichiarazione di John Reilly, membro dell’Advisory Board del BCFN e senior lecturer presso il MIT Sloan School of Management è riassunto l’impegno del Barilla Center for food and nutrition. Nei tre anni di attività sono stati affrontati un’ampia varietà di temi, la cui discussione oggi non è più rimandabile. Ognuno di questi è stato oggetto di pubblicazioni scientifiche, di raccomandazioni puntuali e concrete, di presentazioni alle Istituzioni e di dibattiti aperti alla società civile mondiale. La vocazione internazionale è, infatti, parte integrante della natura del BCFN, che ha tra le sfide della propria mission quella di affrontare tematiche urgenti per le popolazioni di tutto il mondo e per il nostro Pianeta; per questo motivo proprio negli ultimi mesi si è concretizzato lo slancio verso l’internazionalizzazione del progetto, con il suo ingresso in due ulteriori importanti Paesi come Francia e Stati Uniti. A Parigi, lo scorso 18 ottobre, Guido Barilla, fondatore e Presidente del BCFN, ha riunito presso l’Ambasciata italiana a Parigi diversi rappresentanti di questo centro di pensiero unico nel suo genere, tra cui Claude Fischler, sociologo e direttore della ricerca presso il CNRS, facendoli intervenire di fronte a una platea di ospiti in rappresentanza del mondo dell’economia, della politica e della scienza, nonché alcune delle figure più significative coinvolte sul fronte dello sviluppo sostenibile. Dopo pochi giorni, il 26 ottobre, al Newseum di Washington D.C., il momento centrale della presentazione statunitense del BCFN è stata una discussione sul futuro del cibo nel mondo con il National Journal, che ha visto la partecipazione di esperti in materia di politiche alimentari, ambiente e industrie alimentari sostenibili. Sempre nel 2011, il BCFN ha partecipato allo “State of the World 2011” organizzato

su iniziativa del WWF. Durante l’evento, il BCFN ha portato al centro del dibattito le tematiche prevalenti in materia di incremento demografico mondiale a partire dai giorni nostri fino al 2050. L’ultimo evento dell’anno è stato l’ormai tradizionale Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione, giunto alla sua terza edizione, organizzato dal BCFN a Milano nell’Aula Magna dell’Università Bocconi, il 30 novembre e 1° dicembre 2011. Il 3rd International Forum on Food & Nutrition è un appuntamento annuale di portata internazionale che nasce per rendere possibile l’incontro tra i più importanti esperti e opinion leader mondiali sui temi legati all’alimentazione e alla nutrizione e allo stesso tempo per allargare il dibattito alla società e alle future generazioni. Un evento che dia evidenza non solo della complessità di questi temi, ma anche della loro multidisciplinarità. Anno dopo anno, il Forum vuole diventare sempre più l’evento di riferimento quando si parla di alimentazione e nutrizione a livello globale. Per questo ha tra i suoi obiettivi anche quello di garantire la partecipazione dei migliori esperti, assicurando così che le conoscenze e le competenze di maggiore levatura nel mondo si confrontino con un pubblico internazionale. Nel programma del 3rd International Forum on Food and Nutrition sono stati trattati alcuni dei temi più rilevanti per il futuro del nostro pianeta e delle persone che lo abitano. Nel Mondo sono 925 milioni le persone denutrite e 36 milioni i decessi all’anno (di cui 5,6 milioni i bambini) dovuti a carenza di cibo e malnutrizione. Questo dramma diventa ancor più insostenibile alla luce degli oltre 29 milioni di decessi all’anno dovuti alla sovralimentazione (17,5 per malattie cardiovascolari; 3,8 per diabete; 7,9 per tumori) e ai 155 milioni di bambini in sovrappeso o obesi. Garantire cibo sufficiente per un corretto sviluppo nei bambini e una vita sana da adulti è una delle principali sfide per i Paesi in via di sviluppo. La sostenuta e prolungata crescita economica in questi Paesi non è infatti stata in grado di ridurre la portata del fenomeno della denutrizione e malnutrizione. Si tratta di una delle tante sfide che il pianeta dovrà affrontare sul fronte alimentare: come impostare fin dalla prima infanzia una sana alimentazione e un cor-

retto stile di vita? In che modo garantire maggiori aspettative di vita in salute a un’umanità che sta invecchiando, ma non in modo sano (l’80% degli over 65 è affetto da almeno una patologia cronica e il 50% affetto da due o più malattie)? Quali abitudini alimentari potranno permettere la sopravvivenza e l’equilibrio del pianeta? Nel programma della prima giornata si sono tenuti 4 workshop tematici incentrati sull’impiego di “OGM e biotecnologie nei diversi contesti geografici”, sul fu-

L’attività del Barilla Center for Food & Nutrition Il Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) è un centro di pensiero che, nato nel 2009 con l’obiettivo di analizzare i grandi temi legati all’alimentazione e alla nutrizione nel mondo, ha scelto di affrontarli attraverso un approccio multidisciplinare, l’unico realmente in grado di metterne in luce tutte le componenti. Fattori economici, scientifici, sociali e ambientali vengono quindi analizzati nel loro rapporto di causa-effetto con il cibo, evidenziando come gli aspetti della nostra esistenza abbiano con quest’ultimo un legame che va al di là del soddisfare il “semplice” bisogno di nutrirsi. L’Advisory Board è l’organismo che propone, produce e valida i temi e le analisi oggetto di indagine del BCFN. In linea con l’impostazione multidisciplinare di quest’ultimo, il Board è composto da scienziati ed esperti appartenenti a settori diversi ma complementari. Inoltre, coerentemente con la sua mission, ovvero far sì che tutte le migliori conoscenze e professionalità disponibili possano offrire il loro contributo, è previsto anche il coinvolgimento di esperti esterni, di centri di ricerca e di Università, chiamati a dare un contributo puntuale e di alto livello all’elaborazione dei contenuti. Nel corso del 2011 i position paper pubblicati sono: - Nuovi modelli per un’agricoltura sostenibile - Obesità e malnutrizione: i paradossi alimentari per i nostri figli - Longevità e benessere: il ruolo dell’alimentazione - La misurazione del benessere e della sua sostenibilità: il BCFN Index 2011 - Oltre gli OGM: le biotecnologie in ambito alimentare - Doppia piramide 2011: alimentazione sana per tutti, sostenibile per l’ambiente - Accesso al cibo: sfide e prospettive - Water Economy


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Doppia Piramide: nuova edizione del 2011 La pubblicazione del paper Doppia Piramide nel giugno 2010 ha dato un primo forte segnale di quanto fosse importante porre attenzione alle scelte alimentari, non solo per quanto riguarda la salute delle persone, ma anche per la tutela dell’ambiente. In questa nuova edizione del 2011 è triplicato il numero dei dati raccolti sia dalla letteratura scientifica sia dalle banche dati ambientali pubbliche. I nuovi dati confermano la bontà del lavoro svolto e rendono più robusto da un punto di vista scientifico il modello alla base della Doppia Piramide del Barilla Center for Food & Nutrition. LA DOPPIA PIRAMIDE PER GLI ADULTI

PIRAMIDE ALIMENTARE

IMPRONTA IDRICA DEGLI ALIMENTI BASSO Dolci

15.500 Carne bovina

10.000

9065 Noci e nocciole

Carne rossa

6795 Olio di girasole

5000

5000 Formaggio

Formaggi

4900 Olio d’oliva

Uova Carne bianca

4800 Carne suina

Pesce

4055 Legumi

4000

Biscotti

3900 Carne avicola

ITO

3400 Riso

GG

ER

3300 Uova 3140 Dolci 1800 Biscotti

MO

SU

2000

SU

Latte Yogurt

1693 Pasta

CO N

turo della “Water Economy” tra aumento di domanda di acqua e parallela riduzione delle scorte idriche, sull’evoluzione della “Geoagricoltura verso politiche agricole globali” che contribuiscano a sfamare la terra in un contesto di sostenibilità ambientale, e sulla gestione globale di alimentazione e nutrizione discutendo di “spreco del cibo e politiche alimentari”. La sessione plenaria ha visto la partecipazione di numerosi speaker, tra cui ricordiamo l’on. Paolo De Castro, Presidente della Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, Amir Mahmoud Abdulla, Vice Direttore Esecutivo e Chief Operating Officer del World Food Programme, Umberto Veronesi, Direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano e membro dell’Advisory Board BCFN, Giuseppe Sala, Amministratore Delegato di EXPO 2015, ed ha ospitato due tavole rotonde moderate da Alex Thomson - Presentatore e Corrispondente di Channel 4 News, Regno Unito. Nella prima, incentrata sul futuro dell’accesso al cibo, molto apprezzato è stato l’intervento introduttivo di Vandana Shiva, Fondatrice e Direttrice della Research Foundation for Science, Technology and Natural Resource Policy in India, che ha tracciato le problematiche dello sviluppo agroalimentare dal punto di vista dei Paesi emergenti, che stanno vivendo in modo ancora più acuto la crescita incontrollata e le diseguaglianze sociali. Altri interessanti spunti di discussione sono emersi dal dibattito sull’impatto dei cambiamenti geopolitici e della globalizzazione sull’accesso al cibo, a cui hanno preso parte Claude Fischler - Direttore della Ricerca del Centre National de la Recherche Scientifique, Direttore dell’Edgar Morin Centre di Parigi e membro dell’Advisory Board BCFN - Lucio Caracciolo - Direttore di LIMES Rivista Italiana di Geopolitica - David Lehman - Managing Director del Commodity Research and Product Development presso Chicago Mercantile Exchange Group e Dominick Salvatore - Distinguished Professor of Economics presso la Fordham University di New York. Nella seconda tavola rotonda sulla sostenibilità della filiera agroalimentare, Carlo Petrini - Presidente e Fondatore di Slow Food - ha introdotto la discussione stigmatizzando la necessità di ripensare la logica di sviluppo, sociale, economico, culturale, distinguendolo dal concetto di crescita “quantitativa”, evidenziando come la sostenibilità è tale se realizzabile per un lungo periodo, e che il valore

1645 Cereali

1500

1500 Zucchero

Olio d’oliva

Impronta idrica degli alimenti Litri di acqua per kg o litro di alimento

1300 Pane

1000

1000 Latte

Pane, Pasta Riso, Patate, Legumi

1000 Yogurt

Legenda:

valore medio

970 Frutta 900 Patate

500

325 Verdura

Frutta Ortaggi

0

ALTO

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

/

15.000

20.000

PIRAMIDE ALIMENTARE

del cibo, intimamente legato alla stessa esistenza umana, debba essere rivalutato sotto molteplici aspetti, a beneficio di chi lo produce e di chi se ne nutre. Al dibattito hanno partecipato Guido Barilla - Presidente dell’Advisory Board del Barilla Center for Food and Nutrition- Hans Herren - Presidente del Millennium Institute ed advisor del Barilla Centre for Food and Nutrition, USA - Sergio Marini - Presidente di Coldiretti e Ralph Z. Sorenson Consigliere di Amministrazione di Whole Foods Market, USA - che insieme a Petrini hanno discusso su quali prospettive di sviluppo sostenibile possono essere intraprese dalla filiera agroalimentare nei Paesi Sviluppati, contribuendo al benessere delle persone e del pianeta.

Nella seconda giornata dell’evento si sono alternate una sessione plenaria e quattro workshop tematici di approfondimento: il primo confronto è stato sui paradossi della globalizzazione tra malnutrizione e obesità, e sulla sostenibilità del benessere misurato attraverso un nuovo indice (il BCFN Index 2011) per un superamento del concetto del PIL quale misuratore della ricchezza di un’economia e del benessere delle persone. Nei workshop del pomeriggio si è parlato del modello della Doppia Piramide alimentare e ambientale, dell’importanza di una corretta alimentazione nell’infanzia, al ruolo dell’alimentazione per la longevità e il benessere, di cultura mediterranea come stile di vita e tradizione alimentare.

Per maggiori dettagli sul Forum, è disponibile un’area dedicata all’interno del sito internet www.barillacfn.com, nel quale sono disponibili tutti i contenuti discussi, gli approfondimenti tematici e i video dell’evento, oltre a tutto il materiale realizzato dal BCFN in questi tre anni.

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ATTIVITÀ DI RICERCA

Frumento duro e sicurezza alimentare: la contaminazione da metalli pesanti Pietro Lancioni – Divisione Ricerca - Società Produttori Sementi S.p.A. La sicurezza alimentare non è un valore intrinseco del cibo che mangiamo: nonostante l’orientamento dei consumatori, le normative, i controlli, le buone pratiche agronomiche ed un uso più razionale dei fitofarmaci, l’obiettivo di ottenere un prodotto alimentare sano è una sfida sempre aperta a causa della comparsa di nuove problematiche agroambientali ed agroalimentari e della generale tendenza, in particolare nell’Unione Europea, a richiedere un prodotto sempre più sicuro e certificato. Per raggiungere tale obiettivo, è necessario investire non tanto a valle quanto a monte del sistema agroalimentare, cercando quindi di prevenire condizioni favorevoli all’instaurarsi di nuovi problemi in tema di sicurezza alimentare. Questo è un compito ancora più nobile in campo cerealicolo, dove il prodotto finale da salvaguardare costituisce un alimento di prima necessità a livello mondiale (staple food). In questo contesto, i breeder del settore cerealicolo svolgono un ruolo fondamentale nella selezione di varietà di frumento, mais e riso idonee a specifici areali di coltivazione non solo per le capacità di adattamento e tolleranza agli stress climatici o per la resistenza a particolari malattie, ma anche perché garantite da un punto di vista “sanitario”, ovvero selezionate per la loro scarsa attitudine ad accumulare molecole tossiche o nocive per la salute umana ed animale; rimane ovviamente imprescindibile la preventiva individuazione e limitazione di quell’insieme di fattori esterni, ambientali ed antropici, che possano contribuire a creare

lungo la filiera un rischio di contaminazione da tali molecole. Come in molti altri settori, anche in campo agroalimentare una strategia integrata è l’unica soluzione possibile per far fronte alla gestione delle emergenze sanitarie. In tema di sicurezza alimentare, le micotossine costituiscono una problematica esemplare. Prodotte da diversi ceppi fungini appartenenti prevalentemente ai generi Fusarium e Aspergillus, le micotossine (aflatossine, tricoteceni, fumonisine) possono accumularsi nella granella e contaminare l’alimento in una qualunque delle sue fasi di produzione e trasformazione: nelle piante infette in pieno campo, durante le operazioni di raccolta, nelle fasi di stoccaggio e trasporto e nel corso dei processi di trasformazione e preparazione dell’alimento. La formazione delle micotossine è strettamente connessa alla crescita fungina; senza di essa, la produzione di tossine non avviene. D’altra parte, l’assenza di ceppi fungini negli alimenti non indica necessariamente l’assenza di micotossine poiché quest’ultime possono persistere per lungo tempo dopo la morte del fungo. Una strategia di lotta efficace non può quindi basarsi solo sul monitoraggio del patogeno in campo per limitarne il quantitativo di inoculo, ma deve integrare alle tecniche di miglioramento genetico, alle pratiche agronomiche ed ai trattamenti di abbattimento post-raccolta un sistema di controllo rigoroso in grado di monitorare lungo tutta la filiera eventuali fonti di contaminazione per poter garantire il rispetto dei limiti normativi e, conseguentemente, un prodotto sano.

Attività di fenotipizzazione nei campi di selezione della Divisione Ricerca PSB.

E’ importante che l’Unione Europea ed i paesi più sviluppati, nei quali è radicata la consapevolezza che l’alimentazione svolge un ruolo di fondamentale importanza per la qualità della vita, diano un forte contributo sul tema della sicurezza alimentare, in termini di informazione, istruzione e trasferimento tecnologico, ai paesi in via di sviluppo, i quali non solo dipendono maggiormente dalle coltivazioni cerealicole ma riscontrano inoltre molto più frequentemente la presenza di micotossine negli alimenti, sia perché la loro produzione viene facilitata da condizioni ambientali favorevoli (alte temperature, umidità elevata, piogge stagionali e inondazioni), sia per le scadenti ed improprie tecniche usate per il raccolto, il trasporto e la lavorazione del prodotto. Solo fornendo i mezzi e le conoscenze per attuare una vera e propria healthy revolution, si potrà garantire uno stretto controllo sulla qualità e sulla sicurezza degli alimenti; sono questi i requisiti che, oggi come ieri, svolgono un ruolo di primaria importanza nel prevenire e curare le malattie più gravi della salute umana. Da tempo la Società Produttori Sementi si contraddistingue per la selezione di nuove varietà di grano tenero e duro caratterizzate da parametri qualitativi eccellenti (alto valore proteico, qualità dell’amido, alto contenuto di fibre solubili e microelementi) ed in grado di fornire nel contempo un buon livello di tolleranza nei confronti di diverse malattie fungine, contenendo quindi l’accumulo di micotossine nella cariosside. Particolare attenzione viene rivolta alla fusariosi


Filiera Grano duro news

Concentrazione stimata di Cadmio nei suoli agricoli

ppm

della spiga (FHB) causata da Fusarium graminearum e F. culmorum, poiché una delle tossine da essi prodotta (deossinivalenolo, DON) è quella che riveste maggiore importanza per diffusione e concentrazione nella granella (Goswami e Kistler 2004). All’interno del progetto “From Seed to Pasta”, finanziato da AGER - Agroalimentare e Ricerca, è attualmente in corso di studio la risposta alla fusariosi di diverse popolazioni ottenute da incroci tra cultivars portatrici di geni di resistenza e varietà di frumento duro. Un’altra problematica di interesse globale legata alla sicurezza alimentare è la contaminazione dell’ambiente da metalli pesanti, ed in particolare il loro accumulo in piante destinate all’alimentazione. La maggior fonte di metalli pesanti sul pianeta deriva da processi di estrazione dei minerali, dagli scarti dei processi industriali e dall’utilizzo di fertilizzanti, liquami e acque di scarto in agricoltura. I metalli pesanti maggiormente presenti sulla terra e con un impatto rilevante sulla salute umana sono Piombo (Pb), Cadmio (Cd), Cromo (Cr), Nichel (Ni) e Mercurio (Hg). La contaminazione da metalli pesanti è un problema che interessa tutti i paesi industrializzati, come conseguenza della scarsa tutela dell’ambiente e della mancanza di regolamentazioni a favore di una rapida crescita. Il cadmio riveste grande importanza poiché è un metallo altamente solubile in grado di essere assorbito e traslocato con maggior facilità dalle piante: è stato stimato che l’80% dell’apporto dietetico di cadmio derivi dal consumo di cereali (in particolare riso, sorgo e frumento), verdure a foglia (lattuga) e ortaggi a radice (patate e carote). Anche in questo campo il breeder può fornire importanti strumenti e conoscenze per l’ottenimento di varietà contraddistinte da un ridotto assorbimento di elementi nocivi, quali i metalli pesanti sopracitati, e da un aumento della concentrazione di microelementi nutritivi essenziali quali Ferro (Fe) e Zinco (Zn). Questi ultimi elementi, oltre a migliorare il valore nutrizionale della coltura, sembrerebbero inoltre ridurre la biodisponibilità nel suolo di alcuni metalli nocivi, tra cui il cadmio (Grant et al. 2008). Rispetto al frumento tenero, il grano duro trasloca più facilmente il cadmio dalle

Alta: 0,592805 Bassa: 0,0630776

Fonte: Join Research Center Commissione Europea.

radici alla granella, ma poiché l’assorbimento e la concentrazione di tale elemento nella pianta sono controllati da un singolo locus (Cdu1, Clarke et al. 1997), diversi centri internazionali di miglioramento dei cereali hanno cominciato da diverso tempo ad esplorare l’ampia variabilità genetica presente in frumento duro per questo carattere, individuando diverse linee a basso cadmio (low-Cd). Negli areali di coltivazione americani e canadesi (Arizona, California, Northern Plains), i suoli sono fortemente contaminati da questo metallo pesante, in concentrazioni tali da provocare talvolta il superamento dei limiti imposti dalla legge per il consumo (0,2 mg/Kg nella UE, ma è in corso di approvazione l’abbassamento a 0,15 mg/Kg). Per far fronte a tale problema, diversi istituti di ricerca hanno avviato programmi di breeding volti a registrare nuove varietà a basso cadmio da introdurre sul mercato. Un esempio è la varietà di frumento duro Normanno, sviluppata in esclusiva per Barilla nel 2002 dalla Società Produttori Sementi e caratterizzata da un’ottima qualità del glutine ed un elevato contenuto proteico, che viene oggi utilizzata per trasferire il carattere low-Cd su altri genotipi apprezzabili sotto l’aspetto qualitativo (Maistri et al. 2008). Oggi è diventata pratica comune nelle attività di breeding la caratterizzazione molecolare di linee di frumento tenero e duro mediante marcatori associati al gene Cdu1 disponibili in letteratura, al fine di valutarne l’assorbimento di cadmio ed individuare linee low-Cd per la commercializzazione in ambienti critici. La sicurezza alimentare non può più essere intesa come un privilegio per pochi. La ricerca in campo sementiero deve assumersi l’oneroso compito di selezionare

e promuovere nuove varietà non solo in base agli aspetti merceologici e produttivi, ma anche sanitari: finalità già da diverso tempo perseguita dalla Società Produttori Sementi. Si ringrazia AGER-Agroalimentare e Ricerca, per il supporto al Progetto “From Seed to Pasta”

Avanzamento di linee a basso cadmio nei fitotroni della Divisione Ricerca PSB. Bibliografia: Clarke, J.M., Leslie, D., Kopytko, G.L. (1997): Inheritance of cadmium concentration in five durum wheat crosses. Crop Science 37: 1722-1726. Goswami, R.S., Kistler, H.C. (2004): Heading for disaster: Fusarium graminearum on cereal crops. Molecular Plant Pathology 5: 515-525. Grant, C.A., Clarke, J.M., Duguid, S., Chaney, R.L. (2008): Selection and breeding of plant cultivars to minimize cadmium accumulation. Science of the Total Environment 390: 301-310. Maistri, S., Vicentini, V., Silvestri, M., Atallah, M., Ranieri, R., Demontis, A., Bellotti, M., Furini A. (2008): Analysis of cadmium concentration in different durum wheat lines and cultivars and efficient utilization of OPC-20 marker for selecting low cadmium uptake lines. International Durum Wheat Symposium “From Seed to Pasta: the Durum Wheat Chain”, Bologna, June 30 July 3 (Poster).

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N. 21 - Febbraio 2012

ASSISTENZA TECNICA

Sistema di supporto alle decisioni Granoduro.net : le novità per la campagna 2011-2012 A cura di Horta Srl Granoduro.netTM è un servizio web interattivo che fornisce supporti decisionali dalla semina alla raccolta per la coltivazione delle varietà di frumento duro di alta qualità selezionate dalla Società Produttori Sementi; i supporti sono riferiti alle condizioni agronomiche ed ambientali di ogni singolo appezzamento. Per le sue caratteristiche Granoduro. netTM si propone come un sistema di supporto alle decisioni (DSS, Decision Support System). I DSS raccolgono, organizzano, interpretano ed integrano in modo automatico le informazioni necessarie per consigliare le azioni più appropriate per rispondere alle più diverse esigenze colturali, siano esse strategiche a lungo termine oppure decisioni tattiche da prendere in tempi molto brevi. Creati a partire dagli anni ’80 come uno strumento necessario a dare risposta alla crescente complessità richiesta dalla gestione di sistemi colturali più rispettosi dell’ambiente, nonostante la loro potenziale utilità, i DSS hanno finora fornito un contribuito pratico inferiore alle attese; ciò a causa di una serie di evidenti limiti nella loro costruzione ed implementazione, nonché di una certa complessità d’uso per utenti non esperti. Granoduro.netTM è stato progettato, sviluppato e reso operativo in modo tale da superare i problemi della precedente generazione di DSS. Attualmente l’attenzione verso questo tipo di strumenti per la gestione integrata della coltura sta aumentando. Già da diversi anni, Horta Srl, azienda leader nella creazione di sistemi di supporto alle decisioni, CGS Sementi e Società Produttori Sementi hanno colto le potenzialità di sistemi di questo tipo, e questa attività di sviluppo condivisa ha portato alla creazione di Granoduro.netTM. Granoduro.netTM è un servizio innovativo a supporto della produzione di grano duro di qualità secondo i principi dell’agricoltura sostenibile sia per quanto riguarda l’uso dell’azoto che dei prodotti fitosanitari. In prospettiva, Granoduro. netTM può diventare uno strumento applicativo per l’attuazione della Direttiva della Comunità Europea sull’Uso Sostenibile dei Pesticidi, che prevede l’implementazione su tutto il territorio nazionale di principi di IPM (Integrated Pest Management) a partire dal 2014.

Fig. 1 - Parte della schermata iniziale di Granoduro.net, con le finestre dedicate al rischio di sviluppo di ciascuna malattia e allo stadio fenologico della coltura dell’unità produttiva analizzata.

Granoduro.netTM prende in considerazione tutti gli aspetti chiave della produzione di grano duro di qualità e permette di tradurre sofisticati e complessi processi decisionali in semplici supporti di facile ed immediata interpretazione. Per ogni Unità Produttiva (ossia una unità costituita da terreno sufficientemente uniforme, seminata con un’unica varietà e soggetta alle stesse operazioni colturali) sono disponibili sia informazioni di sintesi che di dettaglio. Le informazioni sintetiche sono raggruppate in una serie di finestre ed icone che mostrano, in modo semplice ed intuitivo, lo stato attuale della coltura; da ogni finestra o icona è poi possibile accedere ad informazioni più dettagliate (Figura 1). Granoduro.netTM è attivo al Nord dalla campagna 2010-2011 ed utilizza una rete di stazioni agrometeorologiche che copre le principali zone di coltivazione della Valle Padana. Le stazioni rilevano in continuo dati di temperatura ed umidità dell’aria, precipitazioni e bagnatura fogliare per trasferirli in tempo reale al centro di elaborazione di Horta tramite sistema GPRS. Dall’elaborazione di tali dati si ottengono i supporti decisionali specifici per ciascuna unità produttiva e disponibili 24 ore su 24. Per la campagna 2011-12, il sistema è stato aggiornato. In particolare: - sono state inserite procedure di controllo della qualità dei dati meteorologici; il team di esperti agrometeorologi di Horta ha implementato un sistema automatico per il controllo dei dati anomali o mancanti e la loro ricostruzione sull’intera rete di stazioni Horta. Il sistema elaborato si chiama QC_Horta (Quality Control). Il controllo viene applicato a tutti i dati meteorologici (Figura 2) che entrano nel database meteo e garantisce il flusso continuo di dati meteorologici attendibili. Ciò è fondamentale per il corretto funzionamento dell’intero sistema;

- è in fase di completamento un “database fitofarmaci” in cui sarà possibile reperire le caratteristiche principali dei prodotti registrati su grano duro; - dal gennaio di quest’anno Granoduro.netTM è accompagnato da una newsletter che guida l’utente all’uso del sistema nei periodi chiave per la gestione della coltura. Il primo numero della newsletter, uscito all’inizio di gennaio 2012 e distribuito a tutti gli utenti registrati, aveva come argomento principale la prima concimazione azotata in copertura nella fase di accestimento. Le newsletter verranno pubblicate in corrispondenza dei momenti chiave della stagione di coltivazione del grano duro. Il primo numero è scaricabile dal sito di Horta Srl (www. horta-srl.com), Società Produttori Sementi (www.prosementi.com) e CGS Sementi (www.cgssementi.it).

Fig. 2 - Dettaglio della rilevazione meteo.

Dalle semine 2011-12 il sistema è anche in estensione al Centro-Sud. Allo scopo sono state installate altre stazioni in punti rappresentativi degli areali di coltivazione del grano duro in Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Campania e Sicilia. L’estensione del sistema comporta un processo di calibrazione dei supporti decisionali alle specifiche caratteristiche ambientali, processo che sarà ultimato nella stagione in corso. Dalla campagna 2012-2013 il sistema sarà completato e disponibile per gli utenti.


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