Filiera Grano Duro News - n. 4 - set 07

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Filiera

Grano duro news Periodico di informazione tecnico-economica a sostegno del Progetto Pilota “Grano duro di alta qualità” in Emilia Romagna

Sommario Un’esperienza positiva da pag. 1 proseguire, con nuovi obiettivi La qualità delle produzioni del primo anno del Progetto

pag. 2

pag. 5 La campagna 2006-2007 dei cereali autunno-vernini in Emilia-Romagna: uno sguardo d’insieme all’andamento agrometeorologico Grano duro: ostacoli climatici pag. 7 e principali strumenti agronomici Tecnica colturale per ottenere alta qualità

pag. 10

Quale evoluzione per il mercato del grano duro?

pag. 11

Riflessioni e commenti sul primo anno dei partecipanti al Progetto

pag. 12

L’importanza della scelta varietale

pag. 16

la pasta un prodotto di eccellenza, immagine del “Made in Italy” e fondamento della dieta Mediterranea.

Filiera Grano duronews Periodico di informazione tecnico - economica n. 4 - SETTEMBRE 2007 Proprietà e redazione: Società Produttori Sementi Via Macero, 1 - 40050 Argelato (BO) - info@prosementi.com Direttore responsabile: Dott. Marco Bon

Un’esperienza positiva da proseguire, con nuovi obiettivi Tiberio Rabboni - Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna

Terminato il primo anno di attività del progetto “Grano duro di alta qualità in Emilia-Romagna”, il bilancio che se ne può fare è decisamente positivo e consente di affrontare con il necessario slancio il passaggio da una fase pilota ad una di dimensione notevolmente più ampia. Ricordiamo che il progetto, avviato nell’autunno del 2006, ha come obiettivo quello di creare in Emilia-Romagna un bacino produttivo di eccellenza nella produzione di grano duro di alta qualità, attraverso l’organizzazione di una filiera integrata tra agricoltura e industria, con il supporto delle Istituzioni. Il prodotto ottenuto dovrà costituire una alternativa competitiva al grano duro di importazione e rappresentare, per le aziende agricole, una soluzione produttiva economicamente vantaggiosa. Nonostante un’annata agraria particolarmente difficile, condizionata da un andamento meteorologico non favorevole, le produzioni ottenute nell’ambito del progetto hanno registrato complessivamente risultati tali da confermare le aspettative sia in termini quantitativi sia qualitativi. La prosecuzione del Progetto anche per la prossima campagna agraria 2007/2008, è fortemente auspicata dai soggetti che vi hanno aderito, sia di parte agricola sia agroindustriale. Significativo è l’obiettivo che si pone la Società Barilla che prevede, per

il 2008, di triplicare le produzioni rispetto a quest’anno, raggiungendo, attraverso il progetto, non meno di 100.000 tonnellate di grano duro di alta qualità, coltivato su circa 15.000 ettari diffusi sul territorio regionale. Il raccolto del 2008 dovrebbe essere destinato al nuovo mulino Barilla, a Parma, che è già in fase avanzata di realizzazione e pertanto dovrebbe essere in grado di lavorare direttamente l’intera produzione. Il progetto risulta oggi, per altro, di estrema attualità: sono note le forti tensioni sui prezzi dei cereali e la ridotta disponibilità della materia prima per l’industria di trasformazione; tale situazione rende sempre di più indispensabile una stretta integrazione tra i soggetti della filiera. Il progetto rappresenta sicuramente un valido esempio, da seguire e sviluppare: non solo si potrà produrre grano di alta qualità con la certezza di una sua adeguata remunerazione lungo la filiera, ma si potrà anche concorrere alla stabilizzazione dei mercati, limitando l’eccessiva volatilità dei listini. Infine, una valutazione positiva dell’esperienza di questo primo anno riguarda anche il miglioramento organizzativo e la realizzazione di una filiera integrata, per altro già sperimentata in altre situazioni, capace di competere sulla base della qualità con le filiere estere, anche di quei paesi che tradizionalmente producono grano di qualità.

Stampa: Bime Tipo-Litografia s.n.c. Via Sebastiano Zavaglia 20/24 - 40062 Molinella (BO) Reg. Tribunale di Bologna n. 7711 del 15/11/2006 Periodico realizzato con il contributo della Regione EmiliaRomagna ai sensi della L. R. 28/1998.

società PRODUTTORI SEMENTI S.p.A. BOLOGNA


Filiera Grano duronews

n. 4 - Settembre 2007

RISULTATI

La qualità delle produzioni del primo anno del Progetto Maroun Atallah, Marco Silvestri – Ricerca Materie Prime Strategiche - Barilla

La situazione regionale L’annata agraria appena conclusa è stata caratterizzata da un andamento climatico alquanto anomalo su tutta la Regione Emilia-Romagna. Il periodo invernale è stato particolarmente mite con temperature ben al di sopra del valore medio registrato negli ultimi 15 anni per lo stesso periodo e caratterizzato da piogge scarse e siccità. Queste condizioni hanno determinato da un lato un’accelerazione dello sviluppo fenologico del grano, con un conseguente leggero anticipo della maturazione, e dall’altro lo stress idrico ha causato una flessione nelle rese medie unitarie. Successivamente, le precipitazioni e il conseguente eccesso di umidità verificatisi in tarda primavera nella fase di riempimento delle cariossidi e maturazione delle spighe, hanno influito negativamente sulle caratteristiche qualitative della produzione. La situazione fito-sanitaria ha avuto un andamento correlato alle condizioni atipiche del clima e dello sviluppo delle piante. Durante tutto il periodo autunno-invernale, si è registrata una presenza costante e significativa di afidi, noti vettori di virus, che in alcuni casi hanno determinato

una marcata sofferenza delle piante con riduzione dello sviluppo ed internodi raccorciati. Per quanto riguarda le malattie fungine, le temperature elevate accompagnate da un’alta e costante umidità relativa dell’aria, hanno creato le condizioni ideali alla comparsa ed allo sviluppo delle prime patologie già dal mese di gennaio. In particolare si sono registrate in maniera piuttosto generalizzata manifestazioni molto anticipate di oidio, septoria e mal del piede. Successivamente, si è manifestata una notevole infestazione della ruggine bruna il cui ciclo si è chiuso piuttosto rapidamente a causa soprattutto delle già critiche condizioni delle piante colpite sia dalla siccità che dagli attacchi precoci di altri patogeni. Più sporadici e meno marcati sono stati, invece, gli attacchi di fusariosi della spiga, rilevati in modo significativo solo in alcuni areali. Le elevate temperature e soprattutto la scarsità di piogge durante la fase di fioritura, infatti, non hanno favorito lo sviluppo delle specie fungine del genere Fusarium, responsabili di questa patologia. Una particolare attenzione è stata dedicata a queste crittogame in quanto, accanto ai danni alla coltiva-

Tab. 1: Sintesi dei risultati produttivi. Superficie ha

Resa t/ha

CAIP BO-MO

2.308

5,5

12.696

Terremerse

1.574

5,8

9.187

CAPA FERRARA

152

6,1

925

GRANDI COLTURE CAPA Cologna

148

6,1

900

220

5,5

1.200

CAP PARMA

112

5,4

600

CAP PIACENZA

247

5,6

1.400

PROGEO

149

7,0

1.036

CEREALI ROMAGNA

361

5,9

2.140

5.271

5,8

30.084

Organizzazione ESPERIA

Coop Maiscoltori

TOTALI

Produzione (tonnellate)

zione, sono responsabili della sintesi del Deossinivalenolo (DON), una micotossine il cui contenuto massimo ammissibile è stato fissato a 1750 ppb nel grano duro non trasformato, secondo il regolamento CEE n. 1881/2006. In generale a livello nazionale, le produzioni sono state influenzate da queste condizioni che hanno portato a una generale riduzione delle caratteristiche qualitative e a rese medie molto variabili con cali, rispetto allo scorso anno, più o meno marcati in funzione delle aree di coltivazione. La resa media nazionale, tuttavia, non differisce significativamente da quella dello scorso anno. Per quanto riguarda, invece, le superfici investite, si è assistito ad una crescita del 2% rispetto all’anno scorso. Secondo le stime Barilla quest’anno sono stati coltivati in Italia circa un milione e 376 mila ettari a grano duro , con una resa media nazionale di circa 3 t/ha e una produzione complessiva stimata intorno ai 4 milioni di tonnellate. Nella regione Emilia Romagna invece, grazie anche a questo progetto pilota, un incremento del 100% delle superfici seminate a grano duro rispetto all’anno precedente, portando la superficie totale a circa 90.000 ha, con una resa media di 5 t/ha che hanno prodotto complessivamente circa 450 mila tonnellate di grano. I risultati del progetto “Grano Duro di Alta Qualità in EmiliaRomagna” In generale i risultati ottenuti nell’ambito del progetto e sintetizzati in tabella 1 hanno raggiunto gli obiettivi prefissati. Dal punto di vista produttivo (tabella 1), nell’ambito del progetto sono state ottenute 30 mila e 84 tonnellate di grano, raggiungendo l’obiettivo produttivo prefissato di 30 mila tonnellate, con una resa media di 5.8 t/ha, rispetto ad una media regionale stimata intorno a 5 t/ha


Granarolo (BO) Cotignola (RA)

PROGEO

CEREALI ROMAGNA

MEDIE GENERALI PONDERATE

Piacenza

CAP PIACENZA

Ponte Langorino (FE)

Coop Maiscoltori Parma

Cologna (FE)

CAPA Cologna

Vigarano M. (FE)

8,8

10,0

15,0

5,2

6,3

3,0

-

11,5

8,9

6,7

10,0

8,2

7,0

4,0

5,2

-

5,5

6,5

7,3

6,7

Ravenna

MEDIE PONDERATE

9,1

4,4

S.Alberto (RA)

5,0

9,8

Filo d’Argenta (FE)

4,5

5,8

15,0

S. Giovanni Ostellato (FE)

10,0

7,0

9,5

MEDIE PONDERATE

Massa Fiscaglia (FE)

11,5

9,0

Medicina (BO)

Terremerse

4,5

7,5

Imola (BO)

CAP PARMA

GRANDI COLTURE

CAPA FERRARA

ESPERIA

6,6

11,0

Novi di Modena (MO)

11,0

1,3

Mezzolara-Budrio (BO)

7,1

7,6

23,0

S.Felice s/P (MO)

7,5

5,4

10,0

2,4

2,0

2,5

4,0

5,0

3,0

-

1,7

2,9

3,5

1,5

2,8

2,0

3,5

2,0

1,5

2,0

3,7

1,5

1,3

2,2

2,5

78,2

76,4

78,0

76,8

81,2

78,3

80,6

78,0

78,4

78,7

73,3

81,4

78,5

78,4

78,2

79,1

78,7

77,5

79,3

70,0

79,5

78,9

11,3

10,1

10,8

11,1

12,0

12,2

10,7

11,3

11,3

11,3

11,3

11,5

11,2

11,4

11,5

12,5

11,1

10,5

11,3

10,8

11,3

11,8

1,95

1,95

2,07

2,01

2,01

1,72

2,04

1,90

2,0

2,01

2,11

2,01

1,96

1,98

2,0

2,01

1,91

1,95

2,04

2,07

1,99

2,01

14,1

13,4

14,6

14,8

14,6

15,0

14,5

13,3

13,9

13,7

15,6

13,8

14,0

13,6

14,1

13,0

14,1

14,3

13,6

17,4

13,0

14,2

6,8

7,3

7,3

6,6

7,3

7,3

7,1

6,6

6,8

7,0

6,5

6,2

6,9

6,8

6,7

6,6

5,8

7,3

6,7

6,8

6,9

6,8

-

0,191

0,450

0,710

0,431

-

-

0,184

0,255

-

-

-

0,666

1,227

0,178

0,130

0,285

0,254

0,324

25,7 0,445

26,4

25,4

23,9

24,1

26,6

25,8

26,5

26,0

25,8

26,7

26,0

26,4

25,6

25,4

25,6 <0,100

25,9 <0,100

24,7

25,7

25,8

25,2

25,0

Contenuto Qualità Colore Cariossidi Cariossidi Cariossidi Peso Umidità Ceneri DON proteico Glutine (indice Bianconate striminzite volpate Ettolitrico (%) (% s.s.) (ppm) (%) (%) (%) (% s.s.) (1-10) “b”)

Molinella (BO)

Comune

Ozzano dell’Emilia (BO)

CAIP BO-MO

Organizzazione

Filiera Grano duronews

Tab. 2: Valutazione qualitativa delle produzioni ottenute dai partecipanti al progetto.


Filiera Grano duronews Anche dal punto di vista qualitativo i risultati ottenuti (Tabella 2) si sono mostrati interessanti. Fatta eccezione per il peso ettolitrico che ha fatto registrare una media ponderata di 78,2, a causa delle condizioni stagionali avverse e della presenza significativa di cariossidi striminzite (valore medio di 6,7%), in tutte le aree le produzioni hanno raggiunto valori qualitativi elevati. Il contenuto proteico misurato sui campioni raccolti dai diversi produttori aderenti al progetto, è risultato in molti casi superiore al 14,5%, con punte di oltre 15,0%. Il glutine, con una media di 6,8 (la media nazionale raramente supera il 5,5), è di buona qualità, ottima in alcuni casi, con valori al di sopra di 7. Anche per quanto riguarda il colore, nonostante l’effetto negativo delle piogge in fase di maturazione, le produzioni raccolte nell’ambito del Progetto hanno raggiunto un indice di giallo medio di 25,7, con punte superiori a 26. Un importante parametro per un grano duro di qualità è costituito dalla valutazione del possibile contenuto in DON della granella. Per questo motivo i campioni di tutte le produzioni ottenute nell’ambito del progetto “Grano Duro di Alta Qualità in Emilia Romagna” sono stati sottoposti all’analisi di questa micotossina. Nonostante dall’analisi merceologica non si riscontri una presenza rilevabile di cariossidi attaccate da Fusarium, per numerosi campioni è stata comunque riscontrata la presenza di DON, benché a livelli bassi

n. 4 - Settembre 2007

e comunque sempre al di sotto del limite di legge. Questi risultati suggeriscono che, anche se con attacchi deboli e poco rilevanti vi sia stato comunque uno sviluppo diffuso di ceppi tossigeni di Fusarium. Le condizioni climatiche della nostra regioni, infatti, sono generalmente più favorevoli rispetto all’Italia meridionale, allo sviluppo di questi patogeni la cui diffusione deve essere tenuta sotto controllo attraverso l’applicazione delle pratiche agronomiche più idonee anche in condizioni ambientali apparentemente non favorevoli alla patologia. Questi risultati ci permettono di affermare che, nonostante l’andamento generale negativo dell’annata, la coltivazione di varietà esclusive, tipo Saragolla, Svevo, Levante e Normanno, frutto della collaborazione pluriennale tra Barilla e Produttori Sementi di Bologna (PSB) e l’uso del seme conciato e di pratiche agronomiche specifiche, così come indicato nel disciplinare di coltivazione previsto nel progetto “Grano Duro Alta Qualità”, hanno assicurato un’ampia copertura nei confronti delle principali malattie fungine e una buona resistenza alla siccità, limitando la perdita di produzione e portando ad un buon livello qualitativo. Conclusioni In generale, le caratteristiche rilevate dimostrano che molte partite di grano duro ottenute nell’ambito del progetto sono in linea dal punto di vista

Laboratorio Ricerca Materie Prime Strategiche - Barilla

qualitativo con partite selezionate di grano di origine francese. La regione Emilia Romagna costituisce un bacino potenzialmente competitivo con gli areali francesi per lo sviluppo di produzioni di grano duro di qualità. La strada intrapresa con questo progetto pilota è quella giusta e va mantenuta nel proseguimento dell’iniziativa. Occorre mantenere le sopracitate peculiarità e cercare di coinvolgere un numero sempre più ampio di produttori agricoli nel territorio regionale. Così come ricerca agronomica e metodi innovativi di analisi devono essere incentivati e mantenuti ai massimi livelli, oltre alla creazione di nuove varietà “Top Qualità” che limiteranno ulteriormente la dipendenza dall’estero. In definitiva, si tratta di un impegno comune che vede coinvolti la Regione Emilia Romagna, Barilla G. e R. Fratelli s.p.a., Società Produttori Sementi s.p.a., Grandi Colture Emilia-Romagna Soc. Coop. Agr. (CAPA Cologna e COOP Maiscoltori), Cereali Romagna s.r.l. (CAP Ravenna e Cons. Agr. Forlì/Cesena e Rimini), Esperia Soc. Cons. a.r.l. (CAIP Bologna/Modena e COOP Terremerse), Progeo Soc. Coop. Agr., CAP Parma, CAP Piacenza e CAPA Ferrara Soc. Coop a.r.l, e che punta ad una specifica produzione di alta qualità che possa rispondere alle esigenze dell’industria di trasformazione, rilanciando la durogranicoltura regionale e contribuendo allo sviluppo del proprio territorio.


Filiera Grano duronews AGROMETEOROLOGIA

La campagna 2006-2007 dei cereali autunno-vernini in Emilia-Romagna: uno sguardo d’insieme all’andamento agrometeorologico (ottobre 2006-giugno 2007) William Pratizzoli - Area Agrometeorologia e Territorio, ARPA-Emilia Romagna Franco Miglietta - Istituto di Biometeorologia, CNR, Firenze

Tra gli eventi meteorologici particolari che hanno caratterizzato l’annata cerealicola 2006-2007 bisogna segnalare, dal punto di vista delle precipitazioni, l’andamento particolarmente siccitoso degli ultimi tre mesi del 2006 e di gennaio e aprile 2007 (fig. 1); nei mesi di maggio e giugno ed in generale durante i primi sei mesi del 2007 la situazione si presentava notevolmente differenziata sul territorio con precipitazioni addirittura superiori alla norma sul settore occidentale, nella norma su quello centrale e ancora deficitarie nella Romagna. Considerando le temperature, la permanenza, per quasi tutto il periodo autunno-primaverile, di valori superiori alla norma (figg. 2 e 3) ha portato a sommatorie termiche notevolmente superiori alle medie del periodo ed ad una inconsueta accelerazione fenologica che si è concretizzata in una maturazione anticipata di circa due settimane rispetto alle date attese. La raccolta vera e propria si è comunque svolta in epoca normale causa il maltempo che ha caratterizzato la prima metà del mese di giugno e ostacolato il regolare svolgimento delle operazioni di raccolta. Agli inizi di ottobre, il terreno, grazie alle elevate precipitazioni del mese precedente, si presentava adatto alle semine che sono iniziate quindi precocemente e, favorite anche dall’assenza di precipitazioni di ottobre, si sono concluse senza interruzione ben prima della fine del mese. Le elevatissime temperature dell’ultima decade del mese (anomalie delle temperature medie sino a 8 °C e di 10 °C per le massime) hanno favorito la germinazione e alla fine del mese si potevano osservare diffuse emergenze. Il mese di novembre è stato caratterizzato da tempo generalmente sta-

Fig. 1: Precipitazioni mensili registrate nel periodo ottobre 2006 - maggio 2007 in un’area centrale della pianura ferrarese e confronto con il clima 1951-2000. bile e temperature massime elevatissime (sino a 10 °C oltre la norma). La temperatura minima è scesa al di sotto della norma solo la prima settimana caratterizzata da una breve discesa di aria polare che aveva prodotto precoci ed estese gelate in pianura e sui rilievi. Le precipitazioni cumulate mensili sono risultate scarse, in pianura i valori si aggirano sul 50% delle attese. Già a metà mese, causa le elevatissime temperature, le colture di frumento aveva iniziato l’accestimento con un notevole anticipo rispetto al 2006. Nel mese di dicembre hanno prevalso condizioni di tempo stabile con frequenti fenomeni nebbiosi in pianura e nelle valli; alcune deboli perturbazioni, concentrate al termine della prima e seconda decade hanno prodotto in generale fenomeni di modesta entità. Particolarmente scarse le precipitazioni in Romagna ed in tutto il settore orientale; le piogge del mese, comprese tra 10 e 20 mm hanno rappresentato solo il 20-30% dei valori normali. Non molto diversa la

situazione nel resto della pianura in cui è piovuto circa un terzo di quanto atteso nel mese. Le temperature si sono mantenute superiori alla norma, mediamente lo scostamento mensile positivo risulta di circa 2 °C ma nella prima metà del mese le temperature si sono mantenute di circa 4 °C superiori alla norma. Gennaio è stato caratterizzato da temperature elevatissime: 19 °C in pianura, fino a 21 in collina, sono le punte raggiunte nel mese che dovrebbe essere il più freddo dell’anno. Queste condizioni si sono potute verificare grazie alla particolare concomitanza di alta pressione e dei venti di Föhn. Nel mese hanno in effetti prevalso condizioni di tempo stabile con frequenti nebbie in pianura, scarse le piogge soprattutto sul settore orientale, dove solo localmente sono stati raggiunti i 10 mm rispetto ai circa 50 attesi. Assente la neve in pianura, scarsissima in montagna, localizzata esclusivamente sui rilievi occidentali. Il mese di febbraio ha fatto registrare temperature superiori alla


Filiera Grano duronews norma, circa 3 °C in pianura e 4 °C in collina, gli scostamenti maggiori si sono avuti nelle ultime due decadi. Numerose ma deboli le precipitazioni, che a differenza dei mesi precedenti hanno comunque apportato in pianura i valori di pioggia attesi: circa 30-40 mm in pianura e valori leggermente superiori in collina. Queste piogge sono risultate comunque insufficienti a migliorare le situazioni più critiche presenti in particolare nelle province orientali. Le elevate temperature hanno contribuito ad accelerare lo sviluppo delle colture; già a metà mese i cereali autunno-vernini iniziavano la fase di levata con un anticipo di circa 20-30 giorni rispetto all’anno precedente. Marzo è iniziato, sulla scia dei mesi precedenti, con tempo stabile e temperature elevate, ma nell’ultima decade le temperature si sono abbassate e si sono verificate frequenti e diffuse precipitazioni, che in collina hanno assunto anche carattere nevoso. A seguito di schiarite si sono avute delle deboli gelate. Le precipitazioni cumulate mensili hanno raggiunto valori elevati compresi tra 80 e 120 mm, valori pari ed in alcune zone superiori a quanto atteso nel mese. Il contenuto idrico dei suoli è notevolmente migliorato; nel settore occidentale (province di Parma e Piacenza) i terreni hanno riacquistato la capacità di campo, ma nei terreni delle aree centro orientali permane

n. 4 - Settembre 2007

Fig. 2: Andamento della temperatura media giornaliera dei periodi ottobremaggio 2005-2006 e 2006-2007 calcolata in un’area centrale della pianura ferrarese in confronto con il clima 1951-2000. un deficit compreso tra 50 e 100 mm. Alla fine del mese la coltura proseguiva la levata raggiungendo la fase di terzo nodo con circa 20 giorni di anticipo rispetto al 2006. Il mese di aprile è stato caratterizzato da tempo stabile, temperature elevate e scarsissime precipitazioni. La stabilità, che ha caratterizzato tutto il mese, ha portato ad aumenti delle temperature che hanno raggiunto, e superato in pianura i 27-28 °C notevolmente superiori alla media del periodo che prevede valori compresi tra 15 e 21 °C. La precipitazioni del mese sono risultate notevolmente inferiori alle attese soprattutto nella pianura

Fig. 3: Andamento della temperatura massima giornaliera dei periodi ottobremaggio 2005-2006 e 2006-2007 calcolata in un’area centrale della pianura ferrarese in confronto con il clima 1951-2000.

a nord della regione, dove le piogge registrate risultano inferiori a 10 mm rispetto ai 50-80 mm attesi nel mese. L’inizio della fioritura si registrava all’inizio della seconda decade mantenendosi un anticipo di circa 20 giorni rispetto al 2006. Nel mese di maggio si sono registrate temperature decisamente estive e spesso le massime hanno superato 30 °C; i periodi più caldi si sono verificati nella seconda e nell’ultima settimana quando le temperature massime sono risultate di 5-6 °C superiori alla norma. Le precipitazioni sono risultate ancora inferiori alla norma nelle province centrali ed orientali, in queste zone è piovuto circa la metà di quanto atteso (2030 mm rispetto ai 40-50 attesi) con un conseguente aggravamento della situazione siccitosa. Sulle province occidentali le piogge sono risultate invece normali o superiori alla climatologia del mese ed hanno in parte mitigato la siccità. Le precipitazioni, che si sono concentrate in due episodi, uno ad inizio ed uno a fine mese, hanno interessato maggiormente le province occidentali e più localmente aree della pianura modenese e ferrarese. Alla fine del mese le osservazioni in campo confermavano il raggiungimento della fase di maturazione fisiologica del frumento con un anticipo rispetto al 2006 di circa 15 giorni.


Filiera Grano duronews AGRONOMIA

Grano duro: ostacoli climatici e principali strumenti agronomici Pierluigi Meriggi - Agronomica R&S Terremerse

I cereali autunno vernini in generale ed il grano duro in particolare, per quanto siano tra le specie meglio adattate alle diverse condizioni climatiche, sono anch’essi influenzati in modo significativo dagli “imprevisti” del clima, in particolare in alcune fasi fenologiche ben precise, così come evidenziato in figura 1. Nella stessa sono infatti riportati graficamente i vari imprevisti climatici, la loro importanza lungo il ciclo del frumento ed i principali effetti sulla produzione. Prendendo in considerazione l’eccesso di piogge e la conseguente presenza di ristagni idrici, tali situazioni è generalmente dannosa durante il periodo di impostazione della coltura in quanto causa il dilavamento dell’azoto ed il conseguente impoverimento della dotazione naturale dei terreni. Piogge persistenti nel periodo autunnale precludono talvolta ad una corretta epoca di semina e sono talvolta responsabili di scarsi e irregolari investimenti. Successivamente, tra la levata e la fioritura l’eccesso di piogge, soprattutto a carattere di rovescio, aumenta il rischio dell’allettamento e di sviluppo delle malattie fungine. Come è noto, gli abbassamenti termici (freddo e gelo) sono particolarmente pericolosi durante le fasi che vanno dall’emergenza fino all’accestimento e dalla levata fino alla fioritura. Relativamente al primo periodo, per quanto le giovani piantine di grano resistano bene a temperature ben al di sotto di 0 °C (ovviamente tenendo conto delle diversità varietali), gelate significative e prolungate accompagnate da elevata presenza di umidità nei terreni possono danneggiare significativamente gli investimenti. Durante la levata e fino alla spigatura, eventuali forti abbassamenti termici possono ridurre la fertilità delle spighe. E’ risaputo che la carenza idrica non

Fig. 1: Principali ostacoli climatici durante il ciclo colturale del frumento (tenero e duro) e principali effetti sulle coltivazioni. è particolarmente pericolosa durante i mesi invernali, la stessa diventa invece assai negativa durante la chiusura del ciclo del frumento. Infatti, oltre a creare una carenza indotta di azoto per mancato assorbimento dell’elemento da parte della pianta, induce uno stress al frumento con conseguente riduzione della produzione areica. Infine gli eccessi di temperatura sono sfavorevoli durante i mesi invernali ma soprattutto, unitamente allo stress idrico, fra la fioritura e la raccolta impedendo un regolare riempimento delle cariossidi. I cereali autunno vernini sono pertanto esposti a diversi rischi climatici. In questo contesto l’obiettivo della ricerca agronomica è in parte quello di combinare opportunamente tutti gli strumenti a disposizione (scelta varietale, concimazione, preparazione del terreno, ecc.) in modo tale da attenuare gli effetti negativi del clima sulle caratteristiche quanti-qualitative delle produzioni.

Di seguito analizzeremo sinteticamente, uno per uno i singoli fattori tecnici e i possibili contributi che gli stessi potranno dare per conseguire l’obiettivo di una cerealicoltura di qualità nel nuovo contesto climatico (figura 2). Scelta varietale La varietà rappresenta probabilmente uno tra gli strumenti più importanti. Gli obiettivi del miglioramento genetico che al momento sembrano essere, prevalentemente, quelli di un conseguimento di potenziali produttivi e qualitativi sempre più elevati, si stanno già spostando in termini di ottimizzazione su processi “apparentemente contradditori” o di “integrazione di più obiettivi”. La sfida è particolarmente importante in quanto i genetisti sono impegnati a selezionare varietà quanti qualitativamente performanti ma che allo stesso tempo siano, ad esempio, più resistenti agli stress idrici od alle malattie fungine e virosi, in modo


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n. 4 - Settembre 2007

Scelta varietale Semina e densità di semina

Difesa fitosanitaria

Tecnica colturale del frumento

Fertilizzazione azotata

Controllo delle erbe infestanti

Irrigazione

Fig. 2: Principali aspetti della tecnica di coltivazione da considerare al fine di attenuare gli effetti del clima. tale da rendere sostenibile la produzione anche nelle condizioni più difficili. Le esperienze che sono state sin qui condotte nei nostri ambienti di coltivazione hanno messo in evidenza in particolare l’importanza del ciclo di maturazione della varietà coltivata; questa non deve essere orientata verso i cicli molto tardivi, che potenzialmente sono i più produttivi, ma piuttosto verso quelli più precoci in grado di concludere correttamente la fase di maturazione prima di incorrere negli stress climatici del mese di maggio. In generale sarà comunque importante continuare a disporre di una ampia base genetica, al fine di ripartire su più genotipi gli effetti del clima e di poter adattarsi con maggiore facilità alla esigenze pedoclimatiche delle varie aree di coltivazione.

Epoca di semina e densità Questo aspetto della tecnica si sta rivelando sempre più di fondamentale importanza, soprattutto per mantenere in equilibrio la coltura durante la sua fase vegetativa ma anche in previsione di contenere gli stress idrici nella fase riproduttiva. Occorre riuscire ad adattare correttamente il numero di semi per m2 alla data di semina, alla qualità della preparazione del terreno ma anche alle condizioni di stress idrico previsto per l’areale di coltivazione. Nelle aree marginali di coltivazione una eccessiva fittezza dell’investimento induce ad una forte competizione fra i soggetti sia nei confronti dell’acqua disponibile che dei nutrienti, con conseguente precoce abbandono dei corretti processi fisiologici di accumulo degli amidi e delle proteine nella granella. In generale i nostri impianti presentano un numero eccessivo di piante e conseguentemente di spighe per m2 rispetto a quanto avviene per esempio in altri paesi molto specializzati nelle produzioni cerealicole e con condizioni climatiche più favorevoli. Fertilizzazione azotata In linea generale è importante sottolineare l’importanza della tecnica del “frazionamento” dell’azoto od ancor dell’impiego dei concimi azotati “a lento rilascio” o “rilascio controllato”. L’uso di questi ultimi fertilizzanti comporta in linea di principio una indubbia riduzione delle perdite di azoto per lisciviazione o scorrimento superficiale, per opera dei batteri, nonché

per volatilizzazione dell’ammoniaca ma anche una più graduale disponibilità dell’elemento nei confronti delle piante (Benedetti et al. 2003). La gradualità di cessione dell’azoto è importante per i cereali in quanto nella delicata fase di fioritura/maturazione lo stesso deve essere disponibile per le piante ai fini di favorire una adeguata sintesi proteica. Esperienze condotte nelle ultime annate hanno messo in evidenza che accanto alla tecnica del frazionamento (2-3 distribuzioni) degli apporti azotati con concimi tradizionali (urea e nitrato ammonico), anche strategie di fertilizzazione con una o due distribuzioni di formulati a “rilascio controllato” con la tecnologia AgroCote (urea ricoperta da una resina biodegradabile in grado di controllare la partenza e la durata del rilascio dell’azoto) hanno consentito una ottimizzazione delle caratteristiche quanti-qualiative delle produzioni, anche in annate caratterizzate da andamenti climatici molto differenti. Anche i fertilizzanti azotati a “lento rilascio” sono utili nell’ottica di tamponare le perdite dovute al clima o dall’attività dei batteri presenti nel terreno; pur tuttavia i risultati sperimentali non sono stati costanti in quanto l’efficienza degli inibitori della nitrificazione è molto sensibile ai fattori ambientali e può risultare variabile di anno in anno in funzione della temperatura e umidità del terreno. Difesa fitosanitaria e controllo delle erbe infestanti Relativamente alle patologie vegetali sarebbe importante sviluppare sistemi di difesa preventiva efficaci ed economici, in particolare per il controllo delle malattie fungine e di quelle trasmesse da vettori animali (virus). Ad esempio la concia con Real Geta per il controllo delle malattie fungine è stato un buon esempio che merita di essere seguito. Infatti questo tipo di fungicida grazie alla sua azione prolungata ed al suo ampio spettro di azione, risultata particolarmente utile nelle annate con andamenti primaverili particolarmente piovosi, caratterizzati da una forte pressione di malattia e talvolta dalla impossibilità


Filiera Grano duronews di fare trattamenti di pieno campo in fase di levata. In linea generale si può ipotizzare che, per i nostri ambienti di coltivazione, la tecnica della concia possa essere utile anche per il contenimento dei vettori delle virosi, quali gli afidi o i cicadellidi. In questo caso l’impiego dei neonicotinoidi sarebbe una soluzione efficace e già collaudata in altri areali di coltivazione. Infine per quanto attiene alle malattie fungine in chiusura di ciclo dei cereali (in particolare ruggini e fusariosi) occorre ricordare che attualmente vi è una ampia disponibilità di principi attivi efficaci che consentono di ottimizzare la produzione ed ottenere incrementi di produzione in granella che, a seconda dell’areale di produzione e del patogeno, possono variare da un + 10 ad un + 40% rispetto al non trattato. Purtroppo tali interventi sono ancora poco diffusi, soprattutto nelle coltivazioni del Centro e del Sud, ove in annate favorevoli alla ruggine bruna, come il 2007, le colture colpite e non protette hanno risentito maggiormente degli stress idrici e termici. Relativamente al controllo delle erbe infestanti occorre ricordare l’ampia disponibilità di principi attivi termoindipendenti e l’importanza dell’attività di messa a punto ed affinamento delle strategie di intervento. Queste, se correttamente realizzate, sono in grado di far esprimere al meglio l’attività fitocida dei principi attivi anche in condizioni climatiche non ottimali o non facilmente prevedibili. Irrigazione Per quanto sui cereali autunno vernini del nostro paese l’irrigazione non sia quasi mai stata impiegata se non come intervento di soccorso, è tuttavia molto studiata in Francia, particolarmente su grano duro e nei terreni molto sciolti. I risultati della sperimentazione ottenuti oltralpe stanno ad indicare che i maggiori vantaggi produttivi si ottengono con apporti durante il periodo che va dalla fioritura fino alla formazione pastosa del seme e cioè in fase di chiusura di ciclo. Relativamente ad una possibile dif-

fusione di tale tecnica anche nei nostri ambienti occorre tener presente soprattutto gli aspetti economici. Infatti l’uso dell’acqua nelle colture estensive non sempre è conveniente in quanto si deve tener conto di una minor efficienza degli impianti, del costo dell’ acqua e della distribuzione talvolta superiori ad altre colture irrigue e della PLV relativamente inferiore dei cereali. Altri aspetti agronomici potevano rientrare in questa breve disamina, fra tutti occorre ricordare la gestione del terreno. Infatti una buona strutturazione degli strati destinati ad ospitare l’apparato radicale delle colture è l’indispensabile premessa per sopperire con facilità sia ad eccessi che a carenze idriche. Conclusioni In conclusione, da questa breve analisi emerge che al momento sono significative le conoscenze in campo

agronomico per poter conseguire con razionalità l’obiettivo di mantenere elevato il potenziale produttivo dei cereali anche di fronte agli eccessi del clima. In definitiva il nostro paese è fortemente differenziato dal punto di vista climatico ed è sicuramente ricco di esperienze in tal senso. Ad ogni buon conto l’impatto del cambiamento climatico sulle colture estensive come i cereali autunno vernini, richiederà approfondimenti nel campo della biofisica e della modellizzazione, ma anche la definizione e l’apertura di nuovi campi di ricerca di tipo agronomico. Infine occorre ricordare che le scelte tecniche che verranno individuate saranno però tanto più efficaci quanto più applicate in tempi rapidi su vasti areali ed in modo integrato fra loro. Bibliografia: Benedetti A., Nardi P., Trinchera A. e A.M. Sanipoli, 2004. Classificazione e vantaggi dei concimi non a pronto effetto. L’Informatore Agrario, 34, 63-68.

Parcelloni dimostrativi di Saragolla, Normanno e Levante in prova a Ponte Rizzoli (Bologna)


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n. 4 - Settembre 2007

AGRONOMIA

Tecnica colturale per ottenere alta qualità Andrea Demontis – Divisione Ricerca - Società Produttori Sementi Bologna La tecnica di coltivazione adottata nella produzione del frumento duro è sicuramente molto importante e può condizionare anche la qualità del prodotto finale. Tra i diversi fattori, la scelta varietale è lo strumento principale per realizzare gli obiettivi di produzione e qualità, tuttavia anche densità di semina e fertilizzazione azotata sono elementi importanti, in particolare per gli effetti su un parametro molto rilevante per l’industria di trasformazione quale il contenuto proteico della granella. Per approfondire l’effetto di questi due fattori, è stata realizzata da parte di PSB una prova agronomica pilota che ha messo a confronto due diverse densità di semina e cinque tipologie di concimazione azotata. La prova è stata svolta nell’annata agraria 2006-07, presso l’Azienda Agricola sperimentale di Argelato (BO), con la varietà Normanno adottando un disegno sperimentale a parcelle suddivise (split-plot). Poiché l’interesse era rivolto prevalentemente agli aspetti qualitativi, le parcelle sono state realizzate su un terreno con buona dotazione azotata di fondo (precessione rafano set a side) al fine di avere condizioni pari a quelle che si verificano nella normale pratica agronomica. La tabella 1 mette in evidenza i risultati relativi alle differenze in densità di semina. Si può osservare che la densità minore (350 semi/m2), non comporta differenze significative nella produzione grazie ai meccanismi di compensazione delle componenti produttive, mentre determina un interessante incremento del contenuto proteico. Questo conferma quanto già messo in evidenza in studi analoghi (Meriggi e

Tab. 1: Risultati relativi alle differenti densità di semina. Densità 350 semi/m2

Densità 500 semi/m2

Significatività statistica

6.28 t/ha

6.35 t/ha

n.s.

% Proteina

17.4 %

16.8 %

*

Colore (indice “b”)

24,80

24,76

n.s.

Semi/spiga

44

38

*

Spighe/m

472

506

n.s.

Allettamento a maturazione

20 %

50 %

Variabile T/ha

2

* Significativo al 5%, n.s. non significativo

Bartolini 2006). Tra i parametri qualitativi, l’indice di giallo si conferma, come atteso, un carattere estremamente stabile. E’ interessante notare come la minore densità di semina abbia determinato anche una sensibile riduzione dell’allettamento, spesso causa di criticità nella coltivazione del frumento duro. Le diverse strategie di fertilizzazione si diversificavano sia per tipologia di prodotti impiegati che per epoca di intervento come riportato in tabella 2. Dalla stessa tabella, che riporta i dati relativi alle diverse tesi di concimazione in condizioni di ridotta densità di semina, si evidenzia una notevole variazione nel contenuto proteico in relazione al tipo di concimazione. Variazione che è presente anche per l’allettamento e la produzione. L’indice di giallo, invece, è estremamente costante a conferma della elevata ereditabilità del carattere, strettamente legato al genotipo (varietà). L’esperimento necessita di essere ripetuto almeno un altro anno, ma fornisce comunque alcune conferme. Interessante, in relazione alle semine imminenti, è quella relativa ai vantag-

gi derivanti da una densità di semina equilibrata, tenendo ovviamente conto delle condizioni del terreno e dell’epoca di semina. L’altra è quella relativa all’importanza delle concimazioni tardive per l’incremento del contenuto proteico. Degno di nota è il risultato ottenuto con i concimi a lenta cessione. Il loro impiego, al limite in sostituzione del nitrato o dell’urea nell’ultima applicazione, potrebbe permettere la disponibilità di azoto per le piante nelle fasi avanzate di sviluppo. Lo stadio di applicazione più appropriato potrebbe essere intorno al secondo nodo, ma necessita di ulteriori verifiche. I risultati ottenuti riguardano una annata particolare, caratterizzata da scarsa piovosità, anche in primavera, e dunque andranno validati in ulteriori esperimenti. Sono però indicativi di situazioni che potrebbero essere frequenti in futuro qualora venisse confermato il cambiamento climatico in corso. Bibliografia: Meriggi P. e D. Bartolini, 2006. Speciale cereali autunno vernini, 2006-2007. Agronomica, 5, 4-18.

Tab. 2: Risultati relativi alle diverse tesi di concimazione in condizioni di minore densità di semina (350 semi/m2). Tesi

1 2 3 4 5

1° applicazione

2a applicazione

3a applicazione

Non trattato 50 U nitrato ammonico - accestimento 160 U lenta cessione accestimento 70 U nitrato ammonico 1° nodo 80 U nitrato ammonico 1° nodo

t/ha

Alletta% Colore Semi mento proteina (indice “b”) /spiga

Spighe /m2

5.84

0%

15.8

24,30

45

475

70 U nitrato ammonico 40 U nitrato 6.20 - 2° nodo ammonico - fioritura

20%

17.4

24,86

43

495

6.63

30%

17.1

24,90

46

473

6.03

40%

17.4

25,09

44

455

6.14

40%

18.4

25,16

45

463

**

**

n.s.

n.s.

n.s.

80 U nitrato ammonico 4.5 kg/ha di N – 2° nodo per via fogliare 80 U lenta cessione – 2° nodo

Significatività statistica (n.s. non significativo, ** significativo all’1%)


Filiera Grano duronews I MERCATI

Quale evoluzione per il mercato del grano duro? Ne parliamo con il dott. Nicola Ghelfi – General Manager dei Prodotti Barilla Primo Piatto

Dottor Ghelfi, cosa sta accadendo sul mercato del grano duro? Negli ultimi 18 mesi il mercato del grano duro, così come quello degli altri cereali, è sempre più globalizzato e finanziarizzato. Il prezzo del grano duro è sempre più influenzato dall’andamento dei prezzi e strumenti finanziari relativi ad altri cereali, ed in particolare dai futures di Chicago sul mais, soprattutto a causa della crescita esponenziale della domanda per la produzione di biocarburanti. In Italia le cose non sono diverse, anche da noi, infatti, il prezzo del grano duro è sempre più legato a driver internazionali che sono altro che quelli relativi ad altri prodotti agricoli su scala globale. Vi preoccupa il fatto che i biocarburanti si diffondano e conseguentemente i prezzi dei cereali e del grano possano continuare ad aumentare? Siamo consapevoli del fatto che certamente prenderanno piede: esistono programmi molto precisi sia degli USA che dell’UE che prevedono un incremento della produzione di carburanti da biomasse di origine agricola. Non è ancora ben chiaro, invece, quali saranno tutte le possibili ripercussioni sul mondo agricolo nel suo complesso, e quindi anche su prodotti agricoli che non sono utilizzati per la produzione di biofuels. Per esempio, in Messico il prezzo delle tortillas, che per quel paese rappresenta il prodotto di sostentamento di massa, negli ultimi 8 mesi è aumentato del 40% causando gravi problemi a livello sociale. Ci sono quindi implicazioni sul prezzo dei cereali, sconvolti dalla domanda di biocarburanti, le cui conseguenze inevitabilmente si rifletteranno anche sul prezzo dei prodotti finiti. Sicuramente il prezzo della pasta è destinato ad aumentare proprio a causa della notevole influenza di questo fenomeno sul costo del grano duro. Proprio per questo siamo preoccupati, e non solamente come azienda, ma

anche come sistema agro-alimentare, agro-industriale italiano. La pasta è una categoria di prodotto che viene esportata per più del 55% all’estero, ed è il fiore all’occhiello dell’export alimentare italiano. Il fatto che questo prodotto venga influenzato da fenomeni che nulla hanno a che vedere con la qualità e con la quantità dei raccolti nazionali italiani sicuramente solleva un tema che credo sia degno di riflessione. E’ possibile contrastare questa tendenza e svincolarsi dall’influenza negativa di questi fenomeni globali? L’unica strada per assicurare una creazione di valore sostenibile nel medio-lungo termine è l’integrazione agro-industriale. A tale proposito si rivelano necessari i progetti di filiera che collegano un’industria di seconda trasformazione, come la Barilla, con il mondo agricolo, coinvolgendo anche il mondo logistico e quello degli stoccatori. In questo ambito il Progetto “Grano Duro di Alta Qualità” che Barilla sta portando avanti con la collaborazione della Società Produttori Sementi, anche grazie alla lungimiranza della Regione Emilia-Romagna, è una risposta importante al problema. Si intende, infatti, incrementare la produzione ad almeno 100.000 tonnellate di grano duro in Emilia-Romagna, contro le 30.000 tonnellate ottenute nel 2007. Inoltre, essendo coltivate, nell’ambito del progetto varietà di grano duro ad alta qualità, si prevede una produzione di eccellenza qualitativa tale da competere e sostituire partite di qualità provenienti dall’estero. Per Barilla il vantaggio principale è di disporre di un prodotto nazionale che a parità di qualità può competere con quello di importazione, per esempio dalla Francia, grazie soprattutto ai minori costi di trasporto. Dal punto di vista dei produttori dell’EmiliaRomagna che hanno aderito a questo Progetto, il principale vantaggio è poter vendere la propria produzione ad un prezzo più alto rispetto alla me-

dia del grano duro nazionale: infatti, è previsto un sistema di premi tali da poter valorizzare e remunerare le produzione di alta qualità. Il premio lo paga la Barilla? C’è un premio legato all’adesione al Progetto, un altro premio legato allo stoccaggio e un premio relativo ai parametri qualitativi. Dall’insieme di questi premi si può arrivare ad ottenere 8-10% a tonnellata in più rispetto al prezzo di quotazione della borsa merci di Bologna. In questo modo è possibile ripartire i vantaggi a tutti gli operatori che hanno aderito: aziende agricole, Organizzazione dei produttori, stoccatori. Se non sbaglio, lo stesso ragionamento lo state facendo sul pomodoro? Anche sul pomodoro, che per noi è la seconda materia prima strategica, abbiamo lanciato un progetto che è già operativo, e grazie al quale prevediamo quest’anno di raccogliere 16.000 tonnellate della qualità più eccellente di questo pomodoro. La produzione avviene in Emilia–Romagna secondo il disciplinare della produzione integrata e anche in questo caso abbiamo un premio di produzione che riflette l’altissima qualità e salubrità del prodotto.

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n. 4 - Settembre 2007

Riflessioni e commenti sul primo anno dei partecipanti al Progetto “Grano Duro di Alta Qualità” Al Progetto Pilota “Grano duro di alta qualità” in Emilia-Romagna partecipano: • per l’industria molitoria Barilla G. e R. Fratelli Società per Azioni • per l’industria sementiera Società Produttori Sementi S.p.a.

• per le Organizzazioni di produttori e dei Consorzi Agrari

- O.P. Grandi Colture Emilia-Romagna Società Cooperativa Agricola; - Cereali Romagna s.r.l.; - Esperia soc.cons. a r.l.;

- - - -

Progeo Società Cooperativa Agricola; Consorzio Agrario Parma; Consorzio Agrario di Piacenza; Capa Ferrara Soc. Coop.

O.P. Grandi Colture Emilia-Romagna

Cereali Romagna

Ernesto Laghi

Massimo Masetti

La campagna agraria 2007 è da considerarsi anomala sia dal punto di vista produttivo che di mercato e di conseguenza risulta difficile dare un giudizio definitivo o stilare impressioni. E’ certo, però, che bisogna tenere in considerazione, nel programmare le prossime campagne, che per il settore cereali si prospetta un futuro di soddisfazioni economiche. L’annata agraria appena trascorsa è stata caratterizzata da un andamento climatico sfavorevole (condizionante è risultata in particolar modo la siccità nel periodo primaverile) che ha determinato una produzione unitaria medio bassa (circa 5 ton per ettaro). La qualità della granella è risultata comunque buona. L’andamento del mercato sta invece sviluppandosi in maniera straordinaria, a memoria non si ricorda un aumento percentuale così considerevole dei prezzi del grano nei confronti dell’annata precedente. Diversi fattori (stagnazione della produzione mondiale, aumento del consumo umano, crescita della domanda di biocarburanti) si sono coalizzati per

determinare questa forte tensione dei prezzi. Il Progetto “Grano duro di alta qualità” mantiene la sua validità, anche se, in una annata così anomala come il 2007 non è riuscito a valorizzare appieno i propri contenuti. Il contratto di filiera premia in maniera soddisfacente la qualità della produzione mentre qualche ulteriore sforzo può ancora essere compiuto per riconoscere maggiormente le fasi di stoccaggio e di conservazione (conservazione a freddo, pre-pulitura). I nuovi investimenti che si stanno facendo e che si stanno progettando hanno costi elevati e lo stoccatore è in difficoltà a rcuperarli. Per quanto riguarda il disciplinare di produzione, invece, sarebbe auspicabile analizzarlo annualmente migliorandolo nelle sue parti in funzione delle problematiche verificatesi nelle annate agrarie precedenti. Riteniamo, inoltre, che sia importante che l’attività di ricerca svolta dai sementieri si indirizzi verso la selezione di varietà sempre più performanti sia dal punto di vista qualitativo che produttivo.

Il Progetto costituisce senza dubbio un chiaro esempio di integrazione della filiera dove i vari soggetti (produttori di semente, organizzazioni di produttori e industria di trasformazione) contribuiscono ognuno per le proprie competenze alla realizzazione di obiettivi comuni e condivisi. Da tempo si ricercavano forme di integrazione simili con l’industria di trasformazione, ma a parte qualche piccolo progetto singolo, troppo spesso le parti non sono riuscite a trovare la giusta intesa. Le esigenze dei produttori sono quelle di valorizzare le proprie produzioni proponendosi con prodotti igienicamente sani, nel rispetto di disciplinari di coltivazione condivisi con varietà e quantità definite. C’era bisogno di un industria che, come in questo caso ha fatto Barilla, si proponesse con suggerimenti varietali e agronomici precisi offrendo in cambio una adeguata valorizzazione. Cereali Romagna, in rappresentanza dei propri soci produttori, ritiene pertanto che la realizzazione di questo progetto sia il primo vero passo verso un dialogo proficuo e sempre più importante tra i vari soggetti partecipanti alla filiera; da questo progetto possono e devono scaturire strategie commer-


Filiera Grano duronews ciali di reciproca convenienza futura. Gli incentivi economici riconosciuti alla produzione, per il rispetto dei disciplinari di produzione, e ai centri di stoccaggio, per i maggiori costi conseguenti alla segregazione e conservazione dei singoli lotti di cereale, rappresentano un aspetto fondamentale per il successo di tali accordi di filiera. La campagna di raccolta 2007 non è stata molto soddisfacente dal punto di vista produttivo; mentre si può definire buona per ciò che riguarda i parametri qualitativi di peso specifico e tenore proteico. Relativamente al progetto i risultati raggiunti si possono considerare interessanti e di buon auspicio per le future semine. I Disciplinari di Produzione e Conservazione adottati andrebbero maggiormente condivisi tra le parti e integrati nelle singole realtà produttive e aree di coltivazione. In ogni singola provincia e all’interno di ogni singola area di coltivazione, esistono condizioni agronomiche diverse e realtà produttive differenti che dovrebbero essere maggiormente presi in considerazione. La visibilità che ha Barilla sul mercato, il supporto da parte della Regione, le iniziative organizzate nel corso della campagna agraria (visita allo stabilimento Barilla e ai campi dimostrativi) che hanno coinvolto i produttori facendoli sentire, una volta tanto, parte attiva al Progetto, oltre alla divulgazione attraverso gli organi di informazione hanno rappresentato i punti di forza di questa iniziativa. Anche il periodico “Filiera Grano duro news” è risultato un altro valido strumento di informazione e coinvolgimento diretto delle Aziende agricole partecipanti.

Esperia Augusto Verlicchi

Per anni il rapporto fra produzione agricola e industria di trasformazione è quasi sempre stato concepito come un dibattito tra avversari, spesso sordi alle esigenze e ai bisogni del consumatore che hanno subito profonde modificazioni. Le politiche di intervento della U.E. divengono sempre meno incidenti, la competizione internazionale si accentua e i consumi si qualificano e diversificano. Si sta affermando un nuovo scenario competitivo che sollecita un nuovo rapporto fra produzione – industria e consumatore. Ecco perché, sin dalla sua nascita, Esperia ha cercato di interpretare in modo adeguato la nuova politica commerciale, “passando dalla commercializzazione indifferenziata dei cereali ad un nuovo rapporto con il mercato”. Il Progetto di Filiera Grano Duro di Alta Qualità, promosso da Barilla e da Produttori Sementi Bologna, sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna va nella direzione giusta, e rappresenta un terreno nuovo di incontro fra produzione e consumatore, cogliendo tutti i risultati positivi che ne possono derivare: dalla programmazione alla sicurezza alimentare rivolta al consumatore cogliendo gli interessi di tutti protagonisti della filiera. Caip Bologna e Modena e Terremerse, soci di Esperia, esprimono un giudizio positivo rispetto al primo anno di attività del progetto e ne incoraggiano lo sviluppo, con la piena consapevolezza e altrettanta disponibilità ad essere, per quanto ci riguarda, sempre attenti a cogliere tutte le modificazioni che continuamente avvengono sui mercati di accesso e sbocco. Già da alcuni anni la nostra OP aveva

individuato le potenzialità di sviluppo per il frumento duro nel nostro territorio, coltivando superfici rilevanti con le varietà poi confermatesi estremamente valide per l’industria di trasformazione: la progettualità di Barilla nella direzione del grano duro di alta qualità ha quindi trovato nelle nostre strutture condizioni ideali. Va contestualmente sottolineato che nella nostra OP buona parte delle superfici coltivate a frumento rispettano i criteri dei Disciplinari di Produzione Integrata e quindi sono risultate ideali per l’inserimento nel Progetto Filiera Grano Duro di Alta Qualità. Altro fattore positivo per la nostra struttura è che fin dalla introduzione in commercio della concia Real Geta essa è stata consigliata con forza ai nostri associati per gli assoluti vantaggi che garantiva in termini di investimento colturale e di salvaguardia dai patogeni, per cui questo vincolo introdotto da Barilla ci vedeva assolutamente concordi. Quest’anno, pure se le condizioni per la coltivazione del grano sono state nel complesso sfavorevoli, le rese conseguite con il grano duro sono state in media soddisfacenti, così come i parametri qualitativi ottenuti. Ci auguriamo per il futuro di aumentare ulteriormente le superfici inserite in questo progetto, per fornire ai nostri associati l’opportunità di valorizzare lavoro e competenze. Crescere assieme sarà il nostro impegno.

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n. 4 - Settembre 2007

PROGEO Soc. Coop. Agr.

Consorzio Agrario di Parma

Roberto Gnugnoli

Andrea Rossi

Il giudizio della OP Progeo sul Progetto di Filiera Grano Duro di Alta Qualità con Barilla è complessivamente positivo. Va riconosciuto indubbiamente a Barilla di essere l’azienda del settore che interpreta con maggiore coerenza e concretezza un concetto di produzione di qualità legata al territorio. Pure in un’annata caratterizzata da un andamento stagionale del tutto anomalo il grano duro ha risposto sia dal punto di vista produttivo sia da quello qualitativo decisamente meglio degli altri cereali a paglia. I Disciplinari di produzione e di conservazione (rigorosi e puntuali verso le problematiche agronomiche e sanitarie più importanti) rappresentano un buon compromesso per salvaguardare produzione e qualità: un ulteriore passo in avanti potrebbe essere rappresentato dall’introduzione di nuove varietà sviluppate in collaborazione con Barilla. Le aspettative dei nostri associati nei confronti di questa iniziativa sono positive: il marchio Barilla rappresenta già di per se un elemento di attrazione. Occorre però mettere in evidenza che, in un mercato con fortissime e continue

variazioni di prezzo diventa molto difficile coinvolgere le aziende agricole nella gestione commerciale del grano duro (mediante, per esempio, cessione del prodotto per quote mensili): il conto deposito, in situazio-

A Parma il nome Barilla suscita sempre un’emozione particolare (tornando dal mare in autostrada si può veramente dire “dove c’è Barilla c’è casa”) e lo stesso vale per il Consorzio Agrario, così

Un’immagine delle visite ai campi dimostrativi allestiti per il Progetto

ni come quella attuale, è la scelta di gran lunga preferita cosa che, di conseguenza, rende rischioso per lo stoccatore far fronte a forniture programmate e ripartite nei confronti di Barilla. In conclusione riteniamo che in questo primo anno di attività il Progetto abbia risposto bene alle aspettative mediante un buon livello organizzativo, di comunicazione e di coinvolgimento dei diversi attori della Filiera.

capillarmente radicato sul territorio provinciale e da sempre compenetrato alla realtà agricola ma non solo. Quindi, una filiera che vede coinvolte queste due aziende non poteva che essere ben vista da tutti. E infatti l’accoglienza riservata al Progetto “Grano duro di alta Qualità” è stata da subito entusiastica, grazie anche all’ampio risalto che gli è stato dato su stampa e televisioni: molti agricoltori hanno aderito con slancio e molti altri hanno manifestato interesse, quando addirittura non si sono espres-

samente prenotati con un anno di anticipo, per partecipare nella prossima campagna. L’annata non è stata delle più favorevoli per i cereali, ma la buona partenza assicurata dalla concia C5 del seme, una maggiore attenzione nelle cure colturali e il rispetto dei disciplinari hanno consentito ai campi di grano duro “Alta Qualità” di spiccare per rese e contenuto proteico. Le varietà di grano duro ammesse (Normanno, Saragolla, Levante), per altro già note ai nostri agricoltori, si sono confermate all’altezza della situazione e particolarmente adatte al nostro ambiente pedoclimatico. La sicurezza e al tempo stesso la flessibilità di filiere come questa, basate su di un contratto ferreo ma anche sulla fiducia reciproca fra i diversi attori, rappresentano certamente la base migliore su cui programmare gli investimenti in agricoltura a breve e medio termine.


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Consorzio Agrario Provinciale di Piacenza Giorgio Mazzoni

Il Progetto Filiera Grano Duro Alta Qualità, iniziato quest’anno, ha riscosso successo sia per il CAP di Piacenza che per gli agricoltori coinvolti direttamente. Il Consorzio Agrario si è infatti potuto distinguere dal mercato provinciale proponendo un contratto innovativo e stimolante che ha premiato la tecnica di coltivazione e ha garantito agli agricoltori un riscontro economico soddisfacente. Partito a campagna iniziata, il progetto è riuscito a costruire in tempi rapidissimi una filiera perfetta tra azienda sementiera, industria di trasformazione, stoccatori ed operatori agronomico-commerciali, collettori quest’ultimi dei contratti di coltivazione con le aziende agricole. La varietà Normanno era già stata provata a Piacenza, anche se in piccole quantità, nella precedente annata agraria ottenendo risultati produttivi molto soddisfacenti. Questo ha fatto sì che venissero visti di buon occhio i contratti proposti, resi ancor più appetibili dal premio aggiuntivo riconosciuto in funzione della qualità raggiunta e dei servizi prestati, grazie alla collaborazione ed al

ruolo della Regione EmiliaRomagna. Il seme conciato Real Geta, inoltre, ha permesso al grano di superare indenne l’inverno anomalo e di iniziare la levata in condizioni sanitarie pressoché ottimali. Quest’anno, complice l’inverno mite, l’assenza di malattie funginee nei grani conciati Real Geta, rispetto agli altri grani conciati tradizionalmente, è risultato più evidente ed inequivocabile. Gli agricoltori hanno potuto così, finalmente, constatare con mano la differenza tra le due conce ed hanno compreso l’importanza del trattamento del seme. La varietà Normanno si è distinta per la produzione, generalmente un 10% superiore alle altre varietà di grano duro ed in generale per le caratteristiche agronomiche. Gli agricoltori coinvolti con il Progetto Alta Qualità sono rimasti soddisfatti ed hanno già manifestato l’intenzione di proseguire con questo contratto aumentando le superfici seminate con Normanno Real Geta.

Capa Ferrara Soc. Coop. Alessandro Zucchi

L’interesse generale relativo al Progetto “Grano duro di alta qualità”, in questo primo anno, è stato notevole ed utile alla cooperativa Capa Ferrara ed agli agricoltori, che hanno valutato positivamente l’utilizzazione dei propri prodotti cerealicoli da parte di un marchio italiano, Barilla, noto in tutto il mondo, che si è impegnato nel tutelare concretamente la qualità della materia prima nazionale. I risultati ottenuti, anche se sicuramente influenzati dall’andamento climatico anomalo che ha caratterizzato la campagna di raccolta 2007, sono stati comunque soddisfacenti per quanto riguarda la qualità molitoria mentre è stata penalizzata la resa per ettaro, risultata contenuta rispetto alle potenzialità espresse nelle annate precedenti. Il contratto di filiera è sicuramente una garanzia sia per l’agricoltore che per lo stoccatore in termini di programmazione e di qualità che permette, in particolar modo all’azienda agricola, di individuare quali sono le caratteristiche che deve possedere la materia prima per soddisfare le esigenze dell’industria di trasformazione. Le aziende agricole coinvolte non hanno trovato

difficoltà nel seguire i disciplinari di produzione anche perché assistiti dai nostri tecnici che hanno applicato le indicazioni ricevute nel corso delle utili riunioni tecniche organizzate durante la campagna agraria. In fase di raccolta e stoccaggio, invece, presso il nostro centro non si è fatto altro che applicare la nostra normale procedura interna, in linea con le richieste del corrispondente disciplinare. Rispetto ad altre iniziative intraprese, quello che effettivamente ha colpito maggiormente le aziende agricole è stato, finalmente, il giusto risalto pubblicitario e le varie iniziative editoriali che sono risultati importanti strumenti di valorizzazione del lavoro svolto, condotto come sempre molto diligentemente dalla nostra base sociale. L’iniziativa si è svolta in maniera efficiente, concreta e snella, con l’unica difficoltà riscontrata, in questo primo anno, di non essere riusciti a soddisfare tutte le richieste di adesione per la mancanza del grano da seme. Visti i risultati raggiunti, nella prossima campagna di semina andremo ad incrementare le superfici dedicate al Progetto.

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Filiera Grano duronews

n. 4 - Settembre 2007

attività sementiera

L’importanza della scelta varietale Ercole Borasio – Direttore Generale - Società Produttori Sementi Bologna

Negli articoli tecnici pubblicati su questo numero, si fa ripetutamente riferimento alla scelta varietale quale fattore molto importante in grado di dare risposte alle necessità non solo dell’agricoltore. Le varietà inserite all’interno del progetto, Normanno, Levante, Saragolla e Svevo derivano da un attività di breeding specifica, condotta in stretta collaborazione da Produttori Sementi Bologna (PSB) e Barilla. Scopo di questa collaborazione tecnico-scientifica è l’ottenimento di varietà in grado di soddisfare le esigenze di tutti i componenti della filiera di produzione della pasta, portando vantaggi anche al consumatore finale. Gli obiettivi della selezione sono molti ed articolati. Le caratteristiche agronomiche, quali resa, adattabilità, resistenza ai patogeni sono molto importanti, come anche gli aspetti legati alla sostenibilità delle produzioni, quali efficienza nell’utilizzo dell’acqua e dell’azoto. Parallelamente, la qualità molitoria e tecnologica ha

un importanza notevole. Alcuni parametri, quali colore giallo e qualità del glutine sono più ereditabili e quindi determinati prevalentemente dalla varietà. Altri caratteri come il contenuto proteico derivano dall’interazione del genotipo (caratteristiche genetiche della varietà) con l’ambiente. Quindi la loro massimizzazione dipende anche dalla condotta agronomica che può favorire l’espressione di caratteristiche intrinseche delle varietà. Anche nella annata agraria appena conclusa, che ha presentato diverse anomalie, in particolare climatiche, proprio grazie alla coltivazione delle varietà Normanno, Levante, Saragolla e Svevo più marginalmente, sono stati pienamente raggiunti gli obiettivi prefissati come dimostrano gli ottimi risultati qualitativi e produttivi (riportati a pag. 2 e 3) e la soddisfazione dei partecipanti al Progetto “Grano Duro di Alta Qualità”. Nonostante le condizioni meteorologiche anomale, le varietà inserite nel disciplinare di coltivazione

Levante: varietà a ciclo medio-tardivo.

Saragolla: varietà a ciclo medio-precoce che può essere la risposta a condizioni di scarsa piovosità ed elevate temperature.

Normanno: varietà a ciclo medio.

del Progetto si sono posizionate, dal punto di vista produttivo, sui livelli più alti confermando, al tempo stesso, le proprie capacità di mantenere eccellenti e costanti i livelli qualitativi. Gli ottimi risultati raggiunti confermano che la stretta collaborazione fra industria di trasformazione Barilla e società sementiera PSB, divenute, già verso la fine degli anni ottanta, partner per realizzare un sistema di progettazione della qualità basato sulla ricerca e sviluppo di nuove varietà qualitativamente superiori, ha permesso la selezione

di varietà con caratteristiche specifiche ed esclusive in grado di rispondere agli standard qualitativi e produttivi oggi richiesti.

SVEVO: varietà a ciclo precoce.


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