Confraternita Coppito - Presentazione

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In copertina: affresco sull’altare della chiesa della Madonna della Neve a Coppito. Sul retro della copertina: architrave sulla porta laterale della chiesa parrocchiale di Coppito.


“Finché abbiamo tempo, facciamo del bene”. Una delle regole principali della Confraternita.

Foto tratta dall’archivio di Dario Cocciolone.


Riproduzione concessa di ogni sua parte citando la fonte. Š 2013 - Tutti i diritti riservati all’autore, Sergio Braccani: via del Corso, 15 - Coppito (AQ) Si ringrazia per la paziente collaborazione nella stesura dei testi la maestra Antonia Ciuffini. Progettazione e impaginazione curate dal grafico Enrico Cristofaro - enrico@cristofaro.it


Confraternita “Maria Santissima delle Grazie� di Coppito

Dipinto murale nella cappella della Confraternita


Croce processionale di Coppito, astile con supporto ligneo laminato.


Croce processionale di Coppito in argento dorato.


Retro della croce processionale di Coppito in argento dorato.


Sergio Braccani

Fatti e frammenti di ricordi, emozioni e documenti sulla

Confraternita “Maria Santissima delle Grazie” di Coppito fondata il 3 agosto 1853

L’Aquila, 2013



PREFAZIONE

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a curiosità e il desiderio di conoscere i fatti avvenuti nel nostro territorio a partire dalla metà dell’ottocento, periodo di costituzione della Confraternita Maria SS. delle Grazie di Coppito, mi hanno spinto a ricercare da sempre documenti di vario genere che, pensando di fare cosa gradita, metto a disposizione di tutti in questo modesto quaderno. I tanti disagi causati dal sisma del 6 aprile del 2009 hanno avuto l’effetto di accrescere ulteriormente tale desiderio al fine di contribuire a conservare e ricreare un ambiente, un luogo e una memoria che ci aiutino a guardare al futuro con ottimismo. Questo lavoro è frutto di una lunga ricerca che ho svolto soprattutto per mio diletto, aiutato anche dagli incontri che ho avuto con persone il cui ricordo e insegnamento mi sono cari e di conforto in questi anni difficoltosi. Ho trovato poi il consenso degli amici che, sapendo di questo proposito, mi hanno spinto a darne una più vasta conoscenza. Ringrazio quanti volessero apportare integrazioni e suggerimenti per colmare le eventuali lacune in una eventuale prossima edizione. Sono consapevole che, recuperare i fatti accaduti è il modo migliore per non disperdere la memoria e consegnarla alle future generazioni. Sergio Braccani

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Il medaglione, dipinto a mano, che appartiene alla mantellina dei congregati.


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ove nacque e vive la Confraternita, il luogo della sua vicenda. Dal paese di Coppito, raccontando la sua storia, inizia il nostro viaggio intorno agli eventi che hanno disegnato la vita della Congrega.


Il Grifo e il Drago sulla facciata della chiesa parrocchiale di Coppito. Bassorilievo posto al di sopra della lapide attestante l’anno di fondazione.

La lapide attestante l’anno di fondazione della chiesa, il 1112. Con il 2012 si è concluso il 900o anno e ci si avvia verso il suo millennio.

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Notizie storiche su Coppito

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oppito è un centro abitato che dista 3 km da L’Aquila, a metà tra la statale 80 che porta a Teramo e la statale 17 per Antrodoco. Si trova a 653 metri sul livello del mare ed è di matrice originaria agricolo-militare. È l’antica Popletum, attraversata dalla Claudia nova, continuazione della Salaria, nel cuore della regione dell’odierno Abruzzo, che univa Sabini, Vestini e Marsi, itinerario e percorso romano importante. Popletum sorse per opera degli abitanti di Pitinum, oggi Pettino, ritiratisi nel corso dei secoli oltre il fiume Aterno in un luogo elevato e più sicuro per la difesa dagli attacchi dei barbari e nemici, accanto alla chiesa di S. Petri da Popleto ricostruita dai Pitinati secondo l’originario prospetto, lasciando che la facciata fosse volta verso il colle del Vetoio, terra di Pitinum, antico agro dei padri. La chiesa di San Pietro a Coppito fu consacrata nel 1112, come si legge nella lapide collocata in facciata, dal vescovo reatino Benincasa. Ci avviamo dunque al millennio di questo monumento restituito, nel 2007, agli antichi splendori dopo un complesso intervento di restauro eseguito dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico per l’Abruzzo che ha riportato in luce le principali fasi evolutive della storia del duomo di Coppito, da sempre colpito dagli elementi sismici che si sono succeduti nella nostra zona. All’Aquila in particolare, collocata sull’Appennino abruzzese con le faglie di Pettino e di Paganica, il terremoto è un compagno da sempre presente. Ogni due o tre secoli, esso è distruttore; l’ultimo, vissuto dalla nostra generazione, è del 6 aprile 2009.1 1 - A volte possono causare la scomparsa di una intera civiltà: per il nostro ter17


I danni principali subiti a seguito del terremoto del 6 aprile 2009 nella chiesa parrocchiale di San Pietro: - riapertura delle antiche lesioni prodotte dal terremoto del 1703 nella zona presbiteriale; - lesioni sul piano della facciata cinquecentesca; - lesioni diffuse principalmente nella parte destra dell’aula (con il ritrovamento dell’affresco raffigurante la natività). - danni diffusi agli apparati scultorei-decorativi degli altari; - crolli che hanno interessato la volta dell’aula della Confraternita; - quadri fessurativi di lieve entità diffusi in generale su tutto il complesso architettonico. I principali lavori eseguiti per rendere sicura ed agibile la chiesa di Coppito: - risarcitura delle lesioni attraverso operazioni di scuci e cuci estese per l’intero quadro fessurativo; - posizionamento di tirantature ove necessario al fine di ristabilire le connessioni tra le murature; - consolidamento estradossale della volta della Confraternita e rifacimento delle porzioni crollate; - rifacimento del tetto della sala della cappella della Congrega; - posizionamento di tirantature sommitali e revisione degli ancoraggi; - risistemazione del manto di copertura estesa a tutto il monumento; - consolidamento del fornice e dell’apparato decorativo dell’affresco riemerso durante i lavori di restauro. ritorio lo si ipotizza ad esempio nel IV secolo d.C. per la repentina scomparsa della città romana di Peltuinum. Il primo grande terremoto distruttore della storia dell’Aquila avvenne nel 1315 ed è stato descritto, avendolo vissuto, da Buccio di Ranallo di Poplito, nella sua opera letteraria. • 1315, il 3 dicembre • 1349, devastante e dopo la spaventosa moria causata dalla peste nel 1348 che decimò la popolazione europea del tempo.• 1456 • 1703, il 2 febbraio • 2009, il 6 aprile. 18


L’edificio dunque, è stato dichiarato inagibile ed è stato sostituito da una costruzione in legno “Casa amici del Trentino” il cui progetto è stato promosso dal “Tavolo Trentino per l’Abruzzo” coordinato dall’assessore della provincia autonoma di Trento, Lia Giavanazzi Beltrami. “Solidarietà Vigolana onlus” di Vigolo Vattaro e la “Pro Loco” di Revò con la collaborazione di 93 volontari, hanno realizzato, in 35 giornate di lavoro, una struttura polivalente nel terreno antistante la chiesa parrocchiale a ridosso del quartiere “La Selva” a Coppito. Al finanziamento hanno contribuito le Amministrazioni comunali di Arco, Bosentino, Centa, Vattaro, Vigolo Vattaro e la Comunità di Revò oltre a numerosi privati con dazioni di denaro e fornitura di legname. Non vanno dimenticati i 74 “boscaioli” della Vigolana che hanno tagliato, lavorato e messo in strada ben 315 mc di legname costituendo, così, la base finanziaria dell’operazione. L’opera, Gli amici del Trentino a Coppito. iniziata il 17 ottobre 2009 e terminata il 28 novembre 2009, a costo zero per la Protezione Civile, è stata inaugurata il 19 dicembre 2009.Alla cerimonia sono intervenuti tutti i Sindaci interessati e l’Assessore alla solidarietà del Trentino Lia Giovanazzi Beltrami. La struttura ha funzionato come “chiesa” fino al periodo di “avvento” 2010 poi, per le celebrazioni delle festività del Natale, si è tornati definitivamente alla chiesa parrocchiale. Attualmente nella “Casa Amici del Tentino” si svolgono varie attività parrocchiali e non. 19


Uno dei primi “Uffici� dei Congregati. Frontespizio del 1881.

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a fondazione della Confraternita. Le persone che hanno partecipato a questo importante evento e i documenti che ne attestano la nascita.


Il “tesoro� della Madonna delle Grazie.

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Notizie storiche sulla Confraternita Maria SS. delle Grazie

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econdo la tradizione, nell’anno 1830, nella frazione di Coppito, venne istituita una Confraternita intitolata alla Madonna del Rosario. Già nel 1821 viene inviata una lettera al Sindaco a firma di Gianfelice Pietro per la nascita di una Confraternita a Coppito, istituita nel 1844 con una assemblea civica che, presenti 80 confratelli, elegge come priore Sante Giuliani, primo assistente Domenico De Santis, secondo assistente Giovanni Gianfelice. La parrocchia era retta dall’arciprete Righetti don Francesco (1806-1830). Essi giurarono fedeltà al re ed alle sue regole, nelle mani del sindaco il 4 dicembre 1844. Sappiamo con certezza che il 3 agosto dell’anno 1853, con Decreto reale di Ferdinando II re di Napoli e delle Due Sicilie, nacque l’attuale Confraternita sotto il titolo di “Maria SS. delle Grazie”. “Ferdinando II, per la Grazia di Dio, re del Regno delle due Sicilie, di Gerusalemme, duca di Parma, Piacenza, Castro ecc. ecc., gran principe ereditario di Toscana ecc. ecc., veduto l’avviso della Consulta dei Nostri Reali Domini di qua dal Foro, sulla insopposizione del Direttore del Nostro Ministero Reale segreteria di Stato dell’Interno; abbiamo risoluto di decretare e decretiamo quanto appresso: Articolo 1 Concediamo il Nostro Sovrano Benestare in la Fondazione e Regole della Congrega sotto il titolo della Vergine Santissima delle Grazie da istituire in Coppito villaggio riunito ad Aquila, nell’Abruzzo Ulteriore giusto il progetto annesso al presente Decreto. 23


Articolo 2 Il Direttore del Nostro Ministero e Real Segreteria di Stato dell’Interno è incaricato della esecuzione del presente Decreto. Firmato: Ferdinando Il Ministro Segretario di Stato Il Presidente del Consiglio dei Ministri Essa ebbe l’approvazione dell’ordinario della Diocesi, vescovo don Luigi Filippi2 e del parroco locale, don Orazio Cerasoli, in data 10 ottobre 1853. Il suo regolare funzionamento cominciò all’inizio dell’anno successivo come risulta da relativo verbale esistente presso l’archivio provinciale. Adottò come suo regolamento quello stesso concesso alle Pie Confraternite del Regno. Nelle regole della Congregazione, intitolata alla Vergine SS. Delle Grazie, in esecuzione del Real Rescritto del 1824, l’articolo 1 così recita: “La Confraternita Sociale del Comune di Coppito ha per suo scopo esercitarsi sull’esempio vicendevole negli atti di religione ed esercizi di pietà per meglio adempiere ai doveri cristiani”. Dalla sua fondazione ad oggi, si sono succeduti 105 priori e 9 sacerdoti.3 Il primo priore fu Sante Giuliani. Le origini della Confraternita risalgono certamente alla venerazione della Madonna Santissima delle Grazie la cui statua era collocata in una chiesa sita su un altipiano, che porta appunto il nome “Madonna delle Grazie”, a sud-ovest del paese di Coppito. Da questo colle, guardandosi intorno, si vede la conca aquilana che domina la vallata dell’Aterno. 2 - La cronotassi è pubblicata in appendice. 3 - I sacerdoti e i priori della Confraternita: l’elenco completo è in appendice. 24




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e chiese che hanno accolto la Confraternita. La storia dei luoghi dove si sono incontrati i confratelli, la statua della Madonna delle Grazie e le sue vicende e la Congregazione della Carità dell’Aquila.


La Chiesa “Madonna delle Grazie� poco prima del terremoto del 2009

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La Chiesa “Madonna delle Grazie” e l’indulgenza di Papa Gregorio Xvi

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hiesa ad una sola navata a volta intonacata, con due porte e tre finestre, area interna m. 19 x 8”. Così è descritta in un documento del 1910 dell’allora parroco don Antonio Gasbarre da Castelnuovo (S. Pio delle Camere).4 Il luogo ha una storia molto più antica. Il tempio è stato abitato nei secoli prima dai Benedettini, poi dai Celestini. Tutti i beni del monastero, compresa la chiesa, a seguito della soppressione dei beni ecclesiastici5, divennero proprietà del marchese Dragonetti, il quale li cedette a De Nuntis Francesco, poi a Ferdinando Capparella bisognoso di nuovi spazi per la sua famiglia, distrusse la vecchia chiesa e ne ricostruì una nuova sullo stesso sito, inaugurata nel 1830. 4 Don Antonio, in alcuni documenti è riportato “Gasbarre” in altri “Gasbarri”. 5 - Da “ la Chiesa aquilana dal 1860 al 1892” di M. Morelli. A seguito delle leggi emanate nel decennio 1860, oltre la soppressione delle istituzioni religiose, la liquidazione dell’asse ecclesiastico, l’incameramento delle opere pie ed il processo di laicizzazione, furono soppressi tutti i conventi maschili e rimandati alle loro case i religiosi che li abitavano. Le chiese annesse ai conventi subirono la stessa sorte. Il nuovo corso della storia sanciva la caduta del regno borbonico e la nascita dell’Italia unita sotto la guida di Vittorio Emanuele II. Da qui, da noi, al sud, nasce il brigantaggio, ribellione popolare al nuovo corso storico. Se il movimento brigantesco non interessò che marginalmente la nostra Diocesi, non si può dire altrettanto delle leggi di quegli anni che arricchirono lo Stato e i privati a danno delle istituzioni religiose. Per quanto riguarda la chiesa aquilana, furono incamerati dallo Stato circa i due terzi della massa comune del Capitolo cattedrale. Furono demanializzate e passate al Comune per essere adibite ad usi popolari, molte chiese non parrocchiali (S. Maria della Neve a Coppito). Il Comune si impegnava a soddisfare alcuni obblighi al sevizio culturale, passati col tempo in disuetudine. Fu costituita la Congregazione di Carità alla quale, di mano in mano, passarono i beni delle Confraternite e delle Opere Pie”. 29


Dopo i Capparella è subentrata la famiglia Castelli. Epigrafe incisa sull’architrave della porta principale: D.O.M. Templum hoc Deiparae Gratiarum dicatum Franciscus De Nuntiis ac Ferdinandus Capparelli nepos a fundamentis erexerunt a. D. MDCCCXXX Le messe venivano celebrate da un religioso di S. Giuliano con elemosina dei sig. Capparella. Abbandonata dai monaci, la chiesa passò nella giurisdizione dell’Arcipretura di Coppito.

Processione alla chiesa della Madonna delle Grazie.

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In un documento del 1910 così si legge: “La chiesa gode di indulgenza plenaria per tutti coloro che la visitano nel secondo giorno dopo Pasqua ed il 15 di agosto per rescritto di papa Gregorio XVI, il cui pontificato va dal 1831 al 1846. Infatti, in quei giorni, si celebrano due feste in onore della Beata Vergine delle Grazie per antichissima consuetudine con processione nell’andare e nel ritorno con elemosine raccolte dai procuratori”. Data l’importanza del luogo di culto che riuniva gli interi villaggi della zona, il Prefetto Palmardita, intorno agli anni ’30, si adoperò per eleggere questa chiesa a Santuario. Palmardita, prefetto del Regno, Commendatore dell’Ordine di S. Gregorio, Grande Ufficiale della Corona d’Italia, nella sua villa in territorio di Coppito, dove sorgeva il complesso residenziale “Reiss Romoli”, oggi sede dell’Università, possedeva un oratorio. Fu benedetto nel 1940 dall’arciprete don Antonio Gasbarre; la campana venne consacrata da S. E. mons. Roberto Vicentini Patriarca di Antiochia e vicario della Basilica Vaticana.

La statua della Madonna delle Grazie Nella chiesa della Madonna delle Grazie, era collocata una statua antica di legno incerato con due abiti e manto di seta. Come risulta in una nota di don Antonio, si afferma: “Il popolo ha grandissima devozione e fiducia in questa statua”. Nella scheda depositata nella Soprintendenza si legge quanto segue: “La statua della Madonna delle Grazie è del XV secolo, artigianato abruzzese, di autore ignoto, in legno di pero, alta cm. 138. La Madonna è seduta su un trono di foggia bizantina; ha i capelli in parte 31


avvolti da una cuffia e il velo è tenuto da una corona. Tiene stretto in grembo il Bambino che sorregge con la mano sinistra un libro e con la destra benedice. Probabilmente il gruppo è la parte centrale di un trittico”. Viene notata per il vero valore artistico, solo accidentalmente intorno al 1925 a seguito delle continue e persistenti lamentele dei proprietari Castelli e Capparella verso l’uso della popolazione di portare in processione la statua addobbata a festa, ma soprattutto per i danni provocati alla stessa durante il trasporto in processione a S. Vittorino6 nel giorno dell’Ascensione. Per la consueta visita alle catacombe dei SS. Martiri, il parroco, previa lettera al questore, otteneva la scorta di due militi in alta uniforme. Anche per le processioni nel paese, la statua veniva scortata essendo essa “vetusta e pregevole”. Tali lamentele portarono all’intervento drastico della Sopraintendenza all’arte Medioevale degli Abruzzi e Molise, guidata dal prof. Armando Venè, che vietò la rimozione della statua dalla chiesa e la mise sotto tutela del patrimonio all’arte medioevale. Nel tempo, i proprietari della chiesa, a seguito dell’intervento della Sopraintendenza interessata alla tutela della statua, hanno tentato invano di restringere anche il privilegio d’uso che vantava il popolo verso l’accesso nella chiesa. 6 - La chiesa di San Vittorino, risalente al sec. XII, è dedicata anche a San Michele Arcangelo. Vicino alla chiesa esistono catacombe dove, ai tempi delle persecuzioni, si seppellivano i morti. È un complesso costituito da un lungo corridoio d’accesso che conduce ad un’ampia galleria ed a sei vani. Il primo vano, rettangolare, contiene la tomba che si pensa essere quella del martire più noto, sepolto in un primo tempo sulla via Salaria. Vittorino venne soffocato con il capo all’ingiù nei miasmi delle acque sulfuree di Cotilia al tempo dell’imperatore Nerva. Il suo capo è conservato nel duomo dell’Aquila, sotto l’altare di San Carlo Borromeo. Un braccio è conservato nella cattedrale di Rieti. 32


La statua della Madonna con gli addobbi. Foto gentilmente concessa da Gianfelice Matilde vedova Ciavola.

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“È ormai noto il pensiero dei signori proprietari” scrive il parroco al Sovrintendente “di voler restringere la concessione della chiave della Cappella delle Grazie, di quella chiave che da tempo immemorabile è stata sempre alla portata di questi fedeli, e che veniva riposta, finanche all’aperto sotto una grande pietra, per la comodità di essi. Questa restrizione si fa poggiare sulla responsabilità giuridica che si ha perché custodia di quella Statua, ora riconosciuta pregevole. Motivazione giustissima questa, ma è pur giocoforza trovar il modo di coordinarla coi diritti di uso del popolo che non può rassegnarsi alla chiusura quasi completa di questo Santuario, al quale ora, l’accesso si vuol rendere difficoltoso e con un metodo tendente a far decadere ogni privilegio. Non si ascrivano a colpe del sottoscritto tali dolorosi rilievi: è la voce del popolo che fa pressione, nonché il sentimento del dovere dello scrivente e del suo desiderio della pacificazione degli animi e del culto di quella vetusta Sacra Statua che vedesi ora, stroncato. E perché questo desiderio sia effettivo, fa voti che dall’una e dall’altra parte, si accantoni l’idea di ogni diritto e privilegio allo scopo di attendere solo al culto della Vergine Benedetta, provvedendo di comune accordo, in fratellanza cristiana, al restauro non solo della pregiata statua, specialmente della bella occasione del venturo anno in cui ricorre il centenario della fondazione della medesima…” Coppito 22 agosto 1929. Il 20 maggio 1933 viene rilasciata a Guido Castelli il seguente atto: “Io qui sottoscritto, in qualità di parroco, dichiaro che la somma di lire 2.100, raccolta dai fedeli della frazione di Coppito… corrisponde ad un risarcimento per danni alla statua in parola arrecati dal tempo e più di tutto dal suo trasporto in processione e che, pertanto, non intendono né possono vantare alcun diritto di proprietà sulla Statua stessa per detto restauro”. Bisogna ricordare anche i vari tentativi, da parte del parroco verso il prof. Venè, dopo gli scassi e i furti subiti di portare altrove la statua.

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“Nelle due chiese di questa frazione… perché voglia benignarsi di decretare la rimozione della statua per essere trasferita nella chiesa parrocchiale, sita in paese, in unione alla casa canonica, luogo da ritenersi senza dubbio, più sicuro e più adatto per la conservazione e per il culto…” Per assicurare la conservazione della statua, fu vietato dalla Soprintendenza, ogni aggiunta fatta di monili, vesti, fiorami di carta ecc… interrompendo il rito della vestizione che era in uso da sempre.7

7 - RITO DELLA VESTIZIONE DELLE STATUE. Le statue antiche, madonne e santi, erano simili a marionette, ma ricoperte, in molti casi, di oro e di argento e abiti prestati dalle famiglie ricche. Sfilavano in processione a metà strada tra sacro e profano. Molto amate da fedeli e parroci, esse sparirono per volere di papa Pio X. A vestire le “madonne” di solito il giorno prima della festa, o del triduo o novena, erano solo le donne. È tra la fine dell’ottocento e i primi decenni del novecento che queste statue popolari subiscono una sorta di caccia. Ciò muove dall’accusa di non essere conformi alle regole fissate dalla liturgia della chiesa, di essere poco adatte a ispirare sentimenti di devozione. Prima di una visita pastorale, arrivava al parroco un questionario della curia con il quale si chiedeva se fossero presenti delle madonne vestite. Ad avviare una vera guerra contro queste madonne, è il vescovo di Mantova, Giuseppe Sarto e, quando questi diventa patriarca di Venezia e poi papa Pio X (1903-1910) tutti i vescovi si adeguano. Per fortuna molte statue vestite sono arrivate fino a noi perché nascoste nei solai delle chiese. Da noi il santo Patrono è una di queste statue. Una madonna e un S. Antonio sono ricomparsi recentemente dal soffitto dopo gli ultimi lavori di restauro effettuati dopo il terremoto. Una madonna addolorata portata nella chiesetta della Neve, è stata, invece, rivestita a nuovo negli anni ’90. 36


Da una lettera della Soprintendenza del 1925: “…La venerazione (verso la statua) di cui è fatta oggetto dagli abitanti del contado circostante si è manifestata anche con atti che intenzionalmente vorrebbero essere di decoro, ma purtroppo riescono invece di solo deturpamento della statua… e, maggiormente, il rivestimento con indumenti muliebri che tolgono la maggior parte del pregio all’opera d’arte… Il maggior decoro della statua è il magistero con il quale è fatta; non mancherà modo ai fedeli di manifestare la loro fede e la loro gratitudine contribuendo a dotare la Chiesa di quanto occorre per il culto, e non sarà poco!!…” La sopraintendenza, inoltre, obbligò i procuratori della festa di Santa Maria delle Grazie di Coppito ad accantonare trecento lire annuali da depositare alla Cassa di Risparmio, per sette anni, per provvedere al restauro della statua. Nel 1933 fu raggiunta la somma di lire 2.100 nella Tesoreria provinciale che fu messa a disposizione della Sopraintendenza per il restauro. La raccolta dei fondi non fu sempre facile, anzi fu addirittura estenuante, tanto da portare il parroco a farsi portavoce presso il Soprintendente all’arte medioevale e moderna: “… nella fiducia che la somma raccolta sia, se non superiore, almeno sufficiente al bisogno, prego la S. V. illustrissima a benignarsi di esonerare per l’avvenire questa Procura delle Grazie dall’avere fin qui sopportato, perché con la crisi economica sempre più avvolgente, ha disanimato ogni energia, rendendo al parroco difficile il compito di trovare chi voglia servire, per l’avvenire, e ciò per il semplice fatto che da parecchio (sette anni) non può più vedersi una festicciola, anche mediocre, che soddisfa il paese”. Alla somma raccolta si aggiunge l’offerta della Confraternita di lire 500 come risulta dal verbale del 12 agosto del 1934. Il Parroco al Priore della Confraternita, Ciavola Dionisio, il 5 agosto 1934. “Dato che i lavori di restauro della venerata Statua della Madonna delle Grazie sono quasi ultimati, prego vs Signoria ad emanare l’ordine di pagamento della somma di lire 500 per le spese sostenute e da sostenersi ancora fino al giorno 37


12 corrente, giorno stabilito per la festicciola della benedizione della statua. Per detto giorno è mio desiderio che si faccia la chiamata generale dei fratelli per assistere alla funzione che verrà svolta del rev.ssimo mons. Vicario e per partecipare ad un modesto complimento che intendo fare alla vs. benemerita congregazione. Con ringraziamenti, saluto tutti di cuore”. Dal questionario redatto per la visita pastorale del 1923: “Il parroco ha cura della floridezza della Confraternita, dell’Associazione dei Luigini e delle Luigine, della sezione del Partito Popolare e della relativa Cooperativa, del Ricreatorio giovanile con fanfara che serve come centro di richiamo, specialmente nella stagione invernale”. Dalla corrispondenza del parroco. “Fin dalla scorsa primavera la R. Soprintendenza ai Monumenti, essendo venuta nella determinazione di restaurare la Statua della Madonna delle Grazie nella chiesa dei Capparelli, dava l’ordine che detta statua si portasse nei suoi laboratori. Ma i nostri Congregati, mostrandosi contrari perché i restauri si facessero lontani dal paese, pregarono il parroco di ottenere dalla R. Soprintendenza che detti restauri si facessero nella chiesa parrocchiale di Coppito, sobbarcandosi a qualsiasi spesa purché rimanesse tranquillo il popolo”. 12 agosto 1934. Il prefetto, preoccupato per gli eventuali disordini che si sarebbero potuti verificare alla sola idea del trasporto all’Aquila per il restauro, “onde evitare spiacevoli interventi per la esportazione di Statua Sacra” udita la Curia, acconsentì a far eseguire i lavori a Coppito. Nel mese di luglio 1934, sotto la direttiva del Regio Sopraintendente prof. Riccoboni comm. Alberto, i lavori vennero eseguiti “dagli ottimi operai”: Vivio prof. Enrico, restauro parte pittorica; Requatro prof. Esterino, restauratore parte scultoria; Lepidi sig. Cesare, restauratore parte lignea. Il documento originale, da cui è stato estratto quanto appena descritto, è stato sigillato nello spazio tra la seduta della Vergine e la tavola del trono come attestato dal documento che segue. 38


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Il restauro fu fatto nella cappella della Confraternita sotto lo sguardo vigile della popolazione per evitare una eventuale sostituzione con una copia di minor valore. La statua, tanto venerata dai fedeli, fu trasferita definitivamente nel 1953 a Coppito nella chiesa parrocchiale di S. Pietro apostolo stanti le precarie condizioni del Santuario, come risulta da un decreto della Curia arcivescovile dell’Aquila del 1948 firmato Carlo Confalonieri8 arcivescovo che, al primo punto dice: “rimane interdetta fino a restauro avvenuto la chiesa delle Grazie sul colle. Le tradizionali processioni con la statua della Madonna potranno farsi extra”. Lavori di restauro mai avvenuti, ed il luogo, totalmente abbandonato, è andato in rovina. Ladri e vandali, nel tempo, l’hanno completamente saccheggiato.

La statua della Madonna delle Grazie dopo il restauro.

8 - Carlo Confalonieri dal 27 marzo 1941 al 22 febbraio 1950 fu arcivescovo dell’Aquila. Durante il periodo della seconda guerra mondiale si spese in prima persona presso il comando tedesco in stanza in città per salvare diversi prigionieri e presso la Santa Sede per ottenere dagli Alleati di risparmiare ulteriori bombardamenti alla città dell’Aquila, già provata dal bombardamento dell’8 dicembre 1943. Per i suoi numerosi meriti durante l’occupazione tedesca nei confronti della città, ricevette dalla municipalità aquilana il titolo onorifico di “Defensor Civitatis”. 40


Nel 1971, in occasione della festa dell’Assunta e per iniziativa dei procuratori della festa, fu fatta di nuovo la processione al colle e fu celebrata la messa sul piazzale antistante la chiesa, già ridotta a rudere. La statua fu rubata il 23 agosto 19849 durante l’assenza del parroco, don Alvaro Stornelli, e risulta tuttora dispersa. Nel piazzale antistante la chiesa, oggi intitolato “Largo Cavalieri Vittorio Veneto” sostavano, dai giorni di festa dell’Assunta, dei girovaghi, con una giostra, la cui testimonianza non è servita a nulla. 9 - Un furto sacrilego del tutto simile a quello sopra menzionato, avvenne il 10 febbraio 1927 e così viene descritto in un promemoria del parroco del tempo, don Antonio: “La mattina del 10 febbraio mi alzai, come di consueto, verso le 4 ¾; recitai il mio breviario, attesi alle mie cose personali, e quando scoccarono le 6½, mi recai a suonare l’Angelus Domini. Passai poi alla Chiesa per la visita al Santissimo e per preparare l’occorrente per la Messa. Ma una dolorosa sorpresa mi attendeva Lo sguardo mi corse alla porta principale a piè la chiesa che mi apparì aperta per la luce che attraversava gli occhialoni del tamburo. Trasalii. In un attimo scartai l’idea che la porta potesse essere lasciata aperta la sera innanzi perché non ci era stata alcuna funzione. Andai in sacrestia, nel presentarsi allo sguardo la biancheria gettata disordinatamente per terra e l’armadio aperto e rovistato, allibii. Corsi all’altare maggiore, detti uno sguardo sommario e vidi che le vetrine dell’Addolorata e di Sant’Antonio erano aperte. La scala del pulpito non era al suo posto. Non c’era più dubbio, dei ladri trovavansi o erano stati in chiesa. Un palpito al cuore ed un tremolio per la vita mi assalì e, come ebete ripetevo: Gesù, Gesù. Mi diressi verso la porta principale. La trovai scassinata. I ladri, dopo il vano tentativo di sollevare la porta con un asse di veicolo, lasciato per dimenticanza o per la fretta sul posto, hanno praticato un foro a via di trapanamento per il quale, introducendo la mano, hanno tolto i paletti e la traversa di ferro. Desiderando far consapevole il popolo del sacrilegio fatto nel modo più celere possibile, mi appigliai all’idea di suonare le campane a stormo. Coppitani, indistintamente, si riversarono in chiesa piangendo, commentando, imprecando. Il delegato municipale D’Alessandro Raniero.e la guardia campestre Eliseo Beniamino, constatato tutto il furto perpetrato, ne fanno subito partecipe la Questura e l’Arma dei Carabinieri. Mancano un incensiere e navicella d’argento, un calice, diversa biancheria. Scassinati, asportati i denari di tre cassetti di diversi oboli”. 41


La statua è stata poi sostituita con una copia, opera di Mussner G. Vincenzo, Ortisei - Bolzano, finanziata con una colletta popolare. La statua, da sempre, possiede vari gioielli d’oro consistenti in anelli, orecchini e breloque, donati dai fedeli nel corso dei secoli e, oggi, raccolti in due bandiere e in un registro custoditi accuratamente dalla Confraternita. Anticamente, i donativi, venivano custoditi dai procuratori della festa che solitamente erano scelti dai procuratori uscenti, con l’accordo del parroco, dal quale dipendevano nel prendere le disposizioni delle feste. La cassaforte, munita di due serrature con chiavi diverse è stata acquistata dalla Congrega nel 1917 presso la ditta Santucci di Aquila ed è costata 80 lire. L’ultimo inventario e sopralluogo sono stati effettuati il 22 novembre 1991. Tale ricognizione è stata fatta con riferimento all’inventario redatto nell’anno 1949 da una commissione che certificò, con apposito atto, la regolare e precisa consistenza del tesoro. Tornando ad oggi, le cartelle in carta pergamena contenenti la concessione di indulgenza, lasciate incautamente nella chiesa sul colle, sono scomparse. Oltre le cartelle in pergamena, nella chiesa vi erano anche un piccolo reliquiario di metallo contenente parte della veste della Beata Vergine e reliquie di San Giuseppe sposo, di San Pietro apostolo, di San Antonio abate, con sigillo vescovile. Bisogna a questo punto ricordare che, all’epoca, faceva capo all’arcipretura di Coppito, oltre alla Chiesa Madonna delle Grazie della famiglia Capparella, anche la chiesa rurale della Madonna delle Grazie di Pettino, zona indicata anche con il nome di “Vasche”, e la chiesetta della Madonna della Neve, presso il ponte romano di Coppito. 42


La Cappella della Confraternita

L

a Confraternita, in origine, non ebbe sede propria, ma funzionò sempre nella chiesa parrocchiale. Verbale di assemblea sottoscritto da tutti i partecipanti:

“L’anno millenovecento, il giorno quattro Febbraio, nel solito locale di riunione, il Priore, il primo e secondo assistente hanno creduto di fare una assemblea generale onde far conoscere che per la suddetta Congregazione, vi è bisogno di un locale appartato per le sue funzioni. Questo dovrà essere una fabbrica costruita ai propri limiti nella chiesa matrice, e la suddetta costruzione dovrà esser fatta col prestito annuale di tutti i confratelli e sorelle… il lavoro dovrà esser fatto per mezzo di un appalto a contratto… L’Amministrazione propone la scelta di una commissione per controllare tutte le spese da farsi. La Fratellanza approva, per la commissione: Cortelli Pietro, De Santis Domenico, Righetti Emilio, D’Alessandro Pasquale. Priore Catonica Beniamino, 1o assistente Righetti Agostino, 2o assistente Loreto Righetti, segretario Righetti Giulio”. Dal libro verbali 1882-1911. Nell’anno 1902 si fabbricò, sul sito adiacente la chiesa parrocchiale, con il consenso del parroco pro-tempore arciprete Properzi Gervasio, un nuovo oratorio corredato di banchi, di un lampadario e di una bella statua della Madonna deposta in una nicchia sovrastante l’unico altare fornito di relative suppellettili. Nel riporto delle spese fatte, al primo punto dell’apposito registro verbale si legge: ”Speso per demolire la vecchia Congregazione e fondazioni dell’impianto per la nuova Lire 25 e 50 centesimi”. All’oratorio della Confraternita si accede solo dalla Chiesa. 43


Nel 1924, con assemblea generale degli iscritti viene risolta una controversia tra la fratellanza ed il parroco per “l’occupazione arbitraria” di quest’ultimo della nuova cappella per fare catechismo. Al parroco, che ne fa richiesta, viene concessa la chiave d’ingresso per dare lezione ai giovinetti. Richiesta accordata, dalla Confraternita, in cambio di poter usufruire, gratuitamente, della corrente per la luce. Seduta del 18 gennaio 1924. Nella stessa assemblea si ritiene di dover comperare una stufa per riscaldare la cappella. La legna, a turno, veniva portata dai confratelli. Le attività della congrega seguivano l’andamento delle stagioni e si animavano a partire dalla ricorrenza dei Santi, nel mese di novembre, fino ai mesi estivi quando la gente si recava al lavoro nei campi. All’epoca, l’iscrizione annua di ogni congregato era di lire 2 per gli uomini e di lire 1 per le donne. Iscritti 200, attivi circa 40. Il 28 gennaio 1995 è stato redatto apposito verbale di inventario dei beni della Confraternita: mobili, suppellettili, manoscritti e documenti. Il Priore ha un sigillo proprio: di forma rotonda, riproduce l’immagine della Madonna che allatta il Bambino e porta la scritta “Confraternita S. Maria delle Grazie - Coppito”. Da sempre la Confraternita opera nella vita parrocchiale e si adopera per la comunità. Nel 1908 ha partecipato, in modo notevole, a sostenere le spese per il soffitto a cassettoni della chiesa. La commissione per detti lavori, il cui tesoriere era il signor Benedetto Cialente, era “composta fra le persone più ragguardevoli del paese con a capo, qual presidente onorario, volenteroso e gentile, il nobile conte signor Roberto Cito, per provvedere alla raccolta delle oblazioni ed all’esecuzione e compimento di un’opera così santa e patriottica”. 44


Alla raccolta parteciparono anche con “1000 mazzocconi” Catonica Beniamino, Cozza Domenico, Marchetti Silvestro e con “1 ettolitro di vino” Taralli Alfredo. Nella zona di Coppito operavano diverse fornaci e vi erano molti vigneti. “Il denaro consacrato alla beneficenza non ha merito se non rappresenta un sacrificio, una privazione”. Documento datato 5 maggio 1908. Viene rinnovato il soffitto a cassettoni in legno artisticamente decorato con due grandi quadri moderni raffiguranti: la consegna delle chiavi che fa Cristo a S. Pietro e l’altro il miracolo di San Pietro alle porte del tempio. Nel tempo molte procure hanno chiesto, alla Confraternita, ed ottenuto un sostegno economico per le spese della festa come contributo a fondo perduto. La procura di San Antonio abate, nel 1959, volendo acquistare una nuova statua, si rivolge alla Confraternita per ottenere lire 18.000 mancanti e supplire al deficit della questua e “accontentare il popolo di Coppito”. Le entrate su cui poteva contare il Direttivo, oltre alle iscrizioni annuali e le rendite della illuminazione, si basavano anche sugli introiti dei funerali, pagati a piè di lista dai parenti del compianto tanto a confratello partecipante oltre il “diritto di coltre”. La coltre,era un panno nero, pesante, ricamato in oro, che si usava nei riti funebri. Era di due tipi: una piccola, che si metteva a terra davanti all’altare ed una più grande, più importante che, solitamente, copriva un catafalco che veniva usato per il trasporto dei defunti a spalla, fino alla chiesa che aveva il suo raggio di azione fino a Pettino e Cansatessa. Venivano esonerati dal pagamento della coltre gli iscritti alla Congrega e gli indigenti. Ogni confratello riceveva nel mese di gennaio il dovuto, secondo le presenze fatte agli “accompagni”. Dagli anni ’70 non si fanno più funerali con i congregati. Oggi la Confraternita si sostiene con la iscrizione annua e con rare elemosine e sottoscrizioni. 45


La chiesetta della Madonna della Neve

L

a Congrega cura la manutenzione ordinaria della chiesa “Madonna della Neve” dove è stato custodito diverso materiale della Confraternita compreso il complesso impianto di illuminazione ad archi usato nei giorni di festa in tanti paesi dell’intera provincia. Questo impianto delle “lumette”, ormai datato e vecchio, è stato dismesso negli anni ’70.10 La chiesetta faceva riferimento alla Congregazione della Carità di L’Aquila. 10 - LE LUMETTE - Assemblea straordinaria presente il parroco. “Nel 1934, l’assemblea generale dei congregati decide l’acquisto della illuminazione dagli eredi del fu Giuseppe Tete di Aquila, dopo averle fatte periziare da persone competenti. Questa illuminazione viene adoperata per uso interno ed in omaggio alla Vergine SS di cui porta il nome la nostra Confraternita,cedendola gratis ad ogni procura di MariaSS delle Grazie in Coppito (nostra avvocata) e che l’illuminazione poteva anche cedersi ad ogni procura ad un affitto conveniente. Fratelli aventi diritto n. 38 (con divieto per coloro che non hanno raggiunto il 21esimo anno di età), voti favorevoli 37, contrari 1. Con questo si scioglie la seduta e con ciò viene approvato l’acquisto”. Coppito 25 marzo1934 …acquistate n. 13 arcate al costo di lire 105 l’una, con importo totale di spesa lire 1369… (Lettere conservate da Gianfelice Rita e consegnate nel 1995 alla Congrega insieme ad altri appunti archiviati in apposita cartella). In origine, la luce era alimentata ad olio ed era necessario rifornire le apposite “bicchierette” ogni sera, calando gli archi, dove erano collocate, con delle apposite funi poste sui pali attraverso carrucole che facevano parte integrante di un rudimentale ed efficiente sistema di impianto luminoso. Nel tempo, al posto dei lumi ad olio vennero usati lumini di cera e poi, arrivata l’energia elettrica, si usarono le lampadine a filamento. Responsabile dell’impianto, del suo decoro e del suo prestigio e vanto è stato da sempre il cav. Cortelli Domenico. 46


Processione lungo il corso di Coppito. Sullo sfondo si vedono le lumette.

Alla Congregazione della Carità, istituita nel 1862, furono da subito trasferite le seguenti amministrazioni: l’ospedale S. Salvatore11, l’orfanotrofio di San Giuseppe, la scuola Pie di San Paolo, l’asilo infantile, la Madonna del Ponte di Coppito e la Madonna degli Angeli “extra moenia” fondata il 10 marzo 1520. Veniva sottratto alla giurisdizione ecclesiastica un numeroso gruppo di opere pie e trasformato in istituzione di assistenza e beneficenza. Una delle prime Opere pie incamerate fu la cappella della Madonna della Neve in Coppito. 11 - Al Presidente della Congregazione di Carità di Aquila veniva chiesta l’ammissione al corso pratico per l’avviamento all’esercizio di infermiere presso il civico ospedale. “Obbligatissimo servitore Gianfelice Alberto, Coppito 9 gennaio 1934” Domanda di ammissione al corso di infermiere. 47


La Congregazione di Carità nell’assumere l’amministrazione, si impegnava a far celebrare una messa ogni sabato, una messa Parata ed altre piane. Il 5 di agosto, un triduo o una novena da premettersi alla festa. La cosa durò fino al 31 dicembre 1917. Il 19 di quel mese il parroco, don Antonio Gasbarre, ricevette un biglietto firmato dal presidente Cipolloni con il quale gli si notificava che: “con decreto sovrano del 2 agosto 1917 l’opera Pia di S Maria del Ponte era trasformata a scopi di beneficenza”.

Le vie pavesate a festa. Notare le lumette e le bandiere tricolore, lo stemma mariano e l’aquila.

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Diffidava pertanto il Parroco “per la cessazione delle funzioni” e la riconsegna della chiesa con arredi sacri relativi. Dal registro dei legati della parrocchia di Coppito: “Ecclesia S. Maria, vulgo dicta del Ponte, in qua unum adest altare eidem B.V. Maria dicatum, habet legatum celebrandi missam cunctis sabbatis anni necnon onus celebrandi missam paratam at alias missas planas die quinta augusti, die scilicet S. Mariae ad Nives, cui festivitati praemittitur triduum vel novena. Missae tamen planae sunt liberae applicationis. Haec omnia Congregationis Caritatis aquilae sumptibus adimplentur quia ab ipsa redditus administrantur”. “La chiesa S. Maria, nominata dal popolo del Ponte, nella quale è presente un solo altare dedicato alla stessa B.V. Maria ha l’obbligo di celebrare la messa in ogni sabato dell’anno e non l’impegno di celebrare la messa parata e le altre messe importanti nel quinto giorno di agosto, il giorno naturalmente di S. Maria della Neve, alla quale festività era premesso uno spazio di tre giorni o nove. Le altre messe tuttavia sono di libera applicazione. Tutte queste messe venivano espletate con il costo della Congregazione della Carità dell’Aquila poiché il reddito era amministrato dalla stessa”.12 Lettera del parroco al Vescovo, 14 agosto 1923: “Fino al 31 dicembre 1917 era obbligo del parroco di Coppito di celebrarvi una messa ogni sabato, coll’elemosina di L. 140 che dava la suddetta Congregazione di Carità. (Ho detto fino al 31 dicembre 1917, perché dopo tale epoca, con decreto ministeriale provocato dal presidente di allora, avv. Chiarizia, venne trasformata tale opera pia e soppresso il compenso per le messe). Ora anche in rapporto a tale obbligo, dai miei registri di Messe dal 1914 al 1917 risulta di aver adempiuto solo in minima parte, rimanendomi ancora da celebrare n. 172 messe. 12 - Traduzione del testo latino: Bonanni Adriana. 49


Eccellenza… invoco la sanatoria e benevola riduzione di esse, giusto le esigenze dei tempi di oggi: dichiarando anzitempo che, non potendole io celebrare, riverserò a codesta Curia”. Vi erano, per completezza dei fatti, un obbligo di celebrare 24 messe piane annue di cui 12 gravanti su due terreni pervenuti dalle Cappelle Lauretane di Aquila, complessivamente 8 coppe circa che davano una rendita di lire 120; e 12 messe gravanti su un terreno, di coppe 6 e desti 32, pervenuto dalle Cappelle di Santo Stefano, anch’esse di rendita annuale di lire 120. Durante l’inverno del 1925, a causa del deterioramento di alcuni travetti, cadde una parte del tetto. La nota spesa, lire 500, fu rimessa dal parroco al presidente dell’Istituto, pregandolo del restauro. Non si aderì al restauro e le cose rimasero nel più desolante abbandono.

La chiesina della Madonna della Neve.

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Lettera del parroco al presidente della Congregazione della Carità di Aquila - Coppito 27 luglio 1926: “Ora il popolo, che conserva ancora fervorosa la sua divozione per tale Madonnina, sopportando a malincuore il deperimento continuo di questa chiesuola, che si ridurrebbe tra non molto ad una maceria, si è deciso a restaurarla a sue spese pur di vedere in essa la continuità del Sacro Culto. Nel dare comunicazione di tale… si nutre fiducia di non trovare difficoltà da parte di V.S. Ill.ma (se pur non è d’aspettarsi un qualche concorso di codesta Congregazione a titolo di incoraggiamento) in considerazione che questo sia pur piccolo fervore di popolo, concorre in qualche modo al mantenimento di quella religiosità tanto desiderata anche dallo stesso rispettabilissimo nostro Duce”. “Illustrissimo signor Presidente della Congregazione della Carità di Aquila, la chiesuola della Madonna del Ponte è stata accomodata per l’obolo di questo popolo. Ora, e per rispetto della devozione di questi fedeli e per la chiesuola medesima che non rimanga per l’avvenire abbandonata a se stessa, il sottoscritto parroco fa rispettosamente a Vostra Ill.ma la seguente proposta: 1 – che la chiesuola venga in perpetuo concessa in uso a questa parrocchia di Coppito. 2 – che in rispetto al pio Fondatore in luogo delle messe del sabato soppresse e della diuturna manutenzione che verrebbe a cessare, venga da codesto Pio Istituto concesso un sussidio annuo di lire 100 per la celebrazione della festa che si svolge il giorno 5 agosto”. Coppito 6 dicembre 192613 Nel 1948 è stata fatta una “perizia estimativa dei danni provocati da eventi bellici diretti, da scoppi ed esplosivi per causa di guerra e da occupazione temporanea di truppe tedesche al fabbricato… nell’oratorio privato aperto al pubblico”. 13 - Lettere conservate da Ciavola Maria. 51


Lo studio tecnico del geometra Piva Tullio, per il ripristino dello stabile, prevedeva una spesa di 1.865.000 lire. L’ECA comunica alla Intendenza di Finanza di voler provvedere al ripristino della chiesetta facendo riferimento alla legge del 1953 per danni bellici. Nel 1958, a causa del pericolo dovuto al crollo del tetto e delle pareti laterali, il parroco ed il delegato municipale si spingono “a scanso di responsabilità” a chiederne l’abbattimento e che “venga risparmiato l’affresco al di sopra dell’altare di buona mano e, possibilmente, venga costruita una cappellina ricordo”. “Il popolo desidera conservarne memoria…” Nel frattempo varie richieste di recupero di materiali, legnami, cocci e rottami vengono inoltrate all’ECA, da parte di Coppitani, da prelevarsi nella chiesetta semidemolita. Persino di occupare il sito, dopo la demolizione necessaria, in affitto o in vendita, per avviare un’attività artigianale. La Soprintendenza ai monumenti con una lettera del 5 dicembre 1977 a firma della dott.ssa Graziana Barbato, comunica all’ECA di essere “assolutamente contraria all’abbattimento della chiesa” ed aggiunge di aver chiesto al ministero un finanziamento d’urgenza per provvedere al rifacimento del tetto. Già nel 1974 il presidente dell’Ente Comunale, dott. Giuseppe Mangolini, aveva avanzato richiesta, facendo riferimento alla legge del 14 marzo 1968 n. 292, per il rifacimento totale del tetto con capriate in legno, rifacimento totale del pavimento, degli infissi e tinteggiatura, ripresa di muratura, cordoli e rifacimento di intonaci. Il presidente ha sempre informato il parroco preoccupato per lo stato di abbandono del tempietto “in parte già caduto ed in parte sospeso con capriate fatiscenti”. Aggiunge, “Segnalo che nel posto in questione c’è molto traffico e spesso vanno i fanciulli a giocare… dopo un altro inverno non sarebbe più possibile salvare l’antico affresco…” Coppito 17 giugno 1958. Il parroco all’ECA, Ente Comunale Assistenza. 52


Nel 1968 il Soprintendente, dott. Arch. Mario Moretti, mette fine alla vicenda di abbattimento, spoliazione, edicola ricordo, allargamento della sede stradale, con lettera all’ECA, alla Prefettura, al parroco di Coppito, al Sindaco dell’Aquila, all’ing. Capo del Genio Civile. “1 - Questa Soprintendenza ha effettuato una visita sopralluogo… e fa presente quanto segue: la chiesetta è in condizioni assai precarie di stabilità: comunque, a parere di questo ufficio, non costituisce pericolo per la pubblica incolumità in quanto il tetto ormai è quasi interamente crollato nell’interno e la chiesetta è chiusa all’accesso dei fanciulli che potrebbero recarsi in zona per giocare, come è stato accertato dall’unico portoncino inchiodato; sarebbe pericoloso qualora potessero entrare, poiché una parte di tetto verso l’abside è ancora sospeso a due capriate fatiscenti che potrebbero crollare da un momento all’altro; 2 - nella predetta chiesetta al centro di un altare cinquecentesco in stucco v’è una pittura rappresentante una Madonna con bambino; l’affresco originale è stato totalmente ritoccato a tempera all’infuori dei volti e delle mani e potrebbe essere un documento della fine del ’400 o primo ’500. Inoltre a destra dell’altare v’è un resto di registro affrescato della stessa epoca rappresentante un angelo e un’altra figura non meglio identificabile. Ambedue gli affreschi meritano di essere conservati, ma per far ciò converrebbe strapparli e traslarli altrove, prima che crolli l’ultima parte di tetto che ancora li protegge dalle intemperie. La struttura muraria presenta lunghe lesioni verticali in corrispondenza di ogni capriata e la muratura mista con materiale di rincoccio è alquanto sconnessa. Un eventuale restauro richiederebbe un’opera assai onerosa di cuci e scuci per poter ripristinare la statica. Può essere presa in considerazione la proposta di un restauro della chiesa stessa che comunque non può essere eseguita con i fondi del Ministero dovendosi questi reperire a seguito di programmi annuali”. Con l’intervento del Provveditorato alle Opere Pubbliche per l’Abruzzo, la chiesetta viene restaurata e la riconsegna all’Ente proprietario avviene il primo luglio 1981. 53


Il parroco, d’intesa con il delegato municipale, mette su un comitato per fornire la chiesetta del necessario, arredi e suppellettili, e per preparare i fedeli alla festa del 5 agosto, Madonna delle Neve, e “ritrovarsi in quel luogo mariano verso il quale, da sempre il popolo ha tributato onori e devozioni particolari, rivolti ad esaltare le cose semplici, le cose sentite”. La commissione: il parroco, il delegato municipale, Catonica Antonio, Eliseo Dora, De Meo Luigina, De Meo Paola, De Meo Olivetta, Righetti Albina, Gianfelice Angelo, Panella Anna, D’Alesssandro Anna e Di Pietro Sandra. Va ricordato, comunque, tutto il popolo di Coppito che ha concorso al restauro. Il 5 agosto 1981, alla presenza del Vescovo Metropolita Carlo Martini, con messa solenne, si riconsacra la chiesetta e vengono benedette le campane. All’interno viene apposta una lapide ricordo: nello spirito di rinnovati ed immortali valori cristiani la comunità di Coppito unita al suo Vescovo pose. 54


Il Rettore, don Alvaro Stornelli, compose la seguente poesia, riportata come preghiera, sul santino stampato per l’occasione. “Umile chiesetta raccolta nella valle, silenziosa tra il mormorio dell’onda. Quando infuriano i venti e la tempesta geme come anima in pena in un turbine di strazio e di paura, sei l’unico rifugio sicuro tra i monti, piccolo caldo nido di pace e di mistero”.

Il vescovo Carlo Martini benedice la chiesetta della Madonna della Neve.

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Il parroco, da sempre, oltre ad essere guida spirituale della Congrega, firma gli atti con il titolo di “rettore”. Spesso don Alvaro componeva poesie che pubblicava sul bollettino dell’Arcidiocesi dell’Aquila.14 Al lavoro di arredo ha partecipato l’intera cittadinanza. Tutti i documenti relativi alla colletta ed alle spese effettuate sono stati depositati all’archivio parrocchiale e in copia alla delegazione municipale. 14 - Dal bollettino ufficiale della Arcidiocesi, n. 1, 2004. “Il 23 dicembre 2003 è morto don Alvaro Stornelli nella sua abitazione in via Fortebraccio a L’Aquila dove da qualche tempo si era ritirato. Era nato a Pizzoli il 26-09- 1917; ordinato sacerdote il 13-07-1941. Era laureato in lettere ed era stato insegnante al seminario. Parroco per qualche anno a S. Felice D’Ocre, poi per lungo tempo a Coppito ed infine a S. Maria di Roio a L’Aquila. Lo ricordiamo con affetto, lo ringraziamo per tutto il bene ed il servizio che ha fatto, lo raccomandiamo al Signore perché lo accolga e lo ricompensi”. 56


Ad Agnone (IS), presso la Pontificia Fonderia di campane Marinelli, la più antica del mondo. Fu acquistata una nuova campana, di diametro cm. 44 peso kg. 55, che fu posta in luogo di quella rubata durante l’ultima guerra. Essa fu battezzata dal Vescovo col nome di “Misericordia”. Il Sindaco dell’Aquila dott. Tullio De Rubeis dispose di consegnare una seconda campana come Catonica Antonio nell’atto di montare le campane. omaggio della municipalità. Essa fu battezzata con il nome di “Pace”.15 Dal 1981 la Confraternita ha sostenuto le spese per la festa della Madonna, che cade il 5 agosto, e tutte le altre per l’ordinaria manutenzione esterna ed interna. 15 - Hanno collaborato alla messa in opera delle campane: Marinelli Mario, Catonica Antonio, Cocciolone Dario, Ciuffini Paolo. 57


E’ un oratorio che si è rivelato prezioso anche di recente, quando in quella sede, a causa dei lavori di restauro della chiesa parrocchiale, si sono celebrate le funzioni religiose. La popolazione di Coppito è legata alla chiesetta anche per motivi di tradizione, essendo situata nelle vicinanze della “Fonte vecchia” unico approvvigionamento di acqua potabile con relativo lavatoio in pietra bianca, fino alla fine degli anni cinquanta. Bisogna ricordare che l’acqua fu portata nella piazza principale di Coppito e nella piazza della Mainetta nell’anno 1933 sotto il podestà dell’epoca Centi Colella.

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L

e attivitĂ della Confraternita. Le vicende e gli eventi che si sono succeduti negli anni ‘90 fino alla compilazione del nuovo statuto e nuovo regolamento.


Il parroco don Antonio Gasbarri con la chiesa parrocchiale di Coppito.

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Attività dagli anni ‘90 e nuovo statuto

N

egli anni ’90 fu pubblicato un opuscolo di storia, usi e costumi della nostra parrocchia distribuito a tutti gli iscritti, finanziato dalla Congrega. Nella Pasqua del 1992 fu sede di una mostra di arte sacra e devozionale con arredi e suppellettili della chiesa parrocchiale e il ricavato della colletta popolare spontaneamente fatta nei due giorni di festa, sono stati devoluti all’Unicef. Non fu possibile ammirare le due croci astili “una di argento e l’altra di legno coperto in lamina di ottone” perché custodite nell’Arcivescovado. Esse sono state esposte nel 2007 in occasione della festa di fine lavori di restauro del Duomo di Coppito. Nell’aprile 1992 il Consiglio direttivo si fa premura di comunicare a tutti gli iscritti la necessità di restaurare la cappella della Confraternita: “Il patrimonio della Confraternita è di tutti noi e speriamo quindi che ognuno dia il proprio contributo, anche modesto, alla sua salvaguardia”. Si comunica al parroco e al vescovo con raccomandata a mano “stante l’assoluta inesistenza di misure idonee “di dover portare altrove “alcuni beni della Congrega, per la custodia, e “non appena avremo ricevuto l’autorizzazione a sostituire la serratura della cappella con altra più idonea sarà nostra cura riportarli nei locali che da sempre li hanno ospitati”. Nel maggio 1992, viene sostituita la serratura della porta della cappella della Confraternita impedendo di fatto l’accesso all’istante dei congregati. Le Confraternite, non avendo scopo esclusivo o prevalente di culto sono disciplinate dalla legge dello Stato. Per assicurare la propria sopravvivenza e per la necessaria difesa, il priore inoltra domanda di 61


reintegra nel possesso della cappella presso la Pretura di L’Aquila, che, accolta, dispone la consegna, allo stesso, della chiave di accesso alla cappella. Ordinanza del 7 dicembre 1992. Diverso materiale storico, servito per la mostra alla Chiesetta, prelevato temporaneamente anche per stendere l’opuscolo riguardante la Congrega, non fu possibile riporlo al suo posto perché privati della chiave d’accesso. Pertanto, questo, è stato temporaneamente custodito dal priore che si fa premura di comunicare al vescovo e al parroco il 5 febbraio 1993: “Confidiamo che tutta la documentazione storica e contabile non vada smarrita. Sarebbe un grave danno non soltanto per la storia della Congregazione, ma anche della stessa antichissima nostra Parrocchia di Coppito che si gloria di aver avuto esemplari e dotti ministri dell’altare e dato i natali a non poche anime consacrate”. Purtroppo, parte di materiale sparso in archivio, lettere, appunti, note ed altro, per leggerezza di comportamento e colpevole ignoranza è andato smarrito: “Tali atti erano vecchi e muffi, li ho presi e gettati via”. Dichiarazione spontanea di una donna, che frequentemente si occupava della cura della chiesa, al Consiglio direttivo durante il controllo degli atti in archivio. Verbale del 1 febbraio 1993. In quell’anno la Confraternita, per meglio esplicare le sue attività e custodire le sue cose, non abitando il nuovo parroco nella casa parrocchiale, chiede al Sindaco dell’Aquila un contributo economico per lavori di ordinaria manutenzione della cappella indicando, come spesa primaria, una nuova porta d’ingresso più sicura e l’apposizione di idonee grate in ferro alle tre finestre esistenti. Inoltre, nel progetto presentato, si indica la volontà di restaurare, a proprie spese, la sostituzione ed il restauro dell’infisso ligneo dell’archivio e del coro. Tutto questo “sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza”. 62


S. E. mons. Mario Peressin il 2 gennaio 1994, con decreto vescovile, nomina un commissario ed un cappellano. “Nel caso della Confraternita di Coppito siamo in una situazione di grande disagio. Dopo un periodo di stanchezza e per un desiderio di rinnovamento sono stati compiuti degli atti non chiari che hanno portato a discussioni ed a contrapposizione con il parroco. Pertanto, dopo aver ascoltato le parti interessate tramite persone di fiducia, per il bene della Confraternita stessa, dichiariamo delegittimata ogni elezione o carica e nominiamo un commissario, che sarà affiancato da un cappellano «ad hoc» designato da Noi. Affidiamo a lui il compito di riaggregare o fare nuove iscrizioni dopo un periodo di «noviziato» secondo le direttive della chiesa diocesana. Al Commissario che ha pieni poteri in questo periodo vanno consegnate le chiavi, i registri e tutto ciò che appartiene alla Confraternita. Con questo non vogliamo che la Confraternita si fermi o muoia, tutt’altro! Ma che si adegui alle nuove normative e sia una forza viva nella chiesa parrocchiale, in vera comunione con il parroco e con l’Arcivescovo. Coppito ha una bella tradizione di fedeltà alla Chiesa e mi auguro che possa testimoniarlo anche in questa circostanza. Pertanto, in virtù delle Nostre facoltà ordinarie e a norma di diritto canonico, nominiamo il dott. Ing. Giorgio Santini, della Nostra Arcidiocesi, ed il rev. Padre Bonaventura Febbo, OFM conv., rispettivamente come Nostro Commissario e Cappellano «ad hoc» della Confraternita di Santa Maria delle Grazie in Coppito, L’Aquila”. Per oltre tre anni il Commissario presiede varie assemblee convocando personalmente e anche con avvisi apposti alla porta della cappella, solo i confratelli che erano soliti frequentare le riunioni. Con pazienza e competenza ha saputo riaggregare e pacificare le varie anime. È da sottolineare, inoltre, il contributo apportato da padre Giacinto Marinangeli e da mons. Virgilio Pastorelli che si sono adoperati, in63


sieme al parroco ed al priore, a dirimere le divergenze attraverso il dialogo e il confronto delle idee. Anche ad essi, e non solo, va il merito di aver lavorato per il bene comune e la riconoscenza per come hanno saputo dire e per come hanno saputo tacere. “È giunto il momento che cessi il regime commissariale” e “il periodo trascorso e la buona volontà di tutti, ci ha preparati a riprendere in pieno l’attività della Confraternita” dice il commissario, dott. Santini che, a far data del 10 giugno 1997 su sua proposta e con l’unanimità dei presenti, elegge il nuovo priore della Confraternita, il tesoriere ed i due consiglieri, scegliendo tra gli iscritti che, nel frattempo, hanno fatto “il noviziato”. La Congrega ha un nuovo Statuto, composto da 17 articoli, approvato dalla Autorità Ecclesiastica, che recita al primo punto: 1 - La Confraternita di “Maria SS. delle Grazie” è una associazione pubblica di fedeli, eretta nella Diocesi dell’Aquila, Parrocchia di “San Pietro Apostolo” con decreto vescovile del 3 agosto 1853, con sede in Coppito. Le parti in causa riconoscono, con atto formale depositato in archivio con tutta la restante documentazione, “la preminenza assoluta del perseguimento del bene della chiesa e della intera comunità di Coppito e la libertà associativa dei laici di poter operare nella chiesa locale secondo propri statuti e tradizioni ed il diritto di dirigenza accurata delle associazioni esistenti ed operanti nelle chiese locali, che vanno coordinati in vera comunione ed in armonia con l’Autorità Ecclesiastica e secondo gli statuti da questa emanati e/o approvati… La cappella in questione con quanto in essa contenuto, di proprietà della chiesa, rimane nella disponibilità della Confraternita… Le chiavi di accesso sono in possesso del parroco e del priore”. L’Aquila, 24 gennaio 1995. 64


Il ponte romano e la fonte vecchia allagata dall’esondazione del fiume Aterno.

La Congrega mantiene le proprie tradizionali insegne: mantellina, cordone azzurro e camice bianco per gli uomini; velo e croce pettorale per le donne. Questa antica confraternita continua a svolgere i suoi riti devozionali seguendo i ritmi e le tradizioni di sempre, consapevole delle difficoltà che attualmente vive e, coscientemente, registra. Dal 1997 al 2007, a causa dei lavori di restauro nella chiesa Matrice, le riunioni e le votazioni per il rinnovo delle cariche si sono svolte nella Chiesetta. La chiave è sempre stata lasciata al parroco per soddisfare la devozione dei fedeli e che, ogni sabato, celebrava la messa prefestiva. 65


Inoltre questo tempietto faceva parte di un gruppo architettonico che comprendeva il Castello e il ponte romano sull’Aterno: il primo definitivamente distrutto dal sisma del 2009 e il secondo seppellito sotto una colata di cemento per rendere più percorribile la sede stradale di via Vetoio che porta all’Università e all’Ospedale Regionale.

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L

e vicende dei domini di Coppito e cenni sulla storia di Buccio di

Ranallo.


San Pietro: particolare della croce processionale di Coppito in argento dorato.

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Riferimenti storici sui “dòmini” di Coppito e Buccio di Ranallo

I

l castello di Coppito ha contribuito alla nascita della città dell’Aquila, occupando il quarto amiternino di S. Pietro insieme ad altri castellani provenienti da Arischia, Barete, Cagnano, Cansatessa, Cascina, Colle Pretara, Collebrincioni, Forcella, Pettino, Pile, Pizzoli, Preturo, Pozza, Santa Anza, Santa Barbara, S. Marco, S. Vittorino. Altro quarto amiternino è S. Marciano, già S. Giovanni. Bandiera azzurra e simbolo araldico un albero sormontato da un uccello. Le bandiere sono già in uso nel 1320 e lo si deduce scorrendo la cronaca di guerra tra l’Aquila e Rieti fatta da Buccio “le bannere delli quarti sedevano sulle porte collo confalone dello re”. Il castello di Coppito sorse nei secoli VIII e IX intorno alla chiesa parrocchiale, sede religiosa della comunità cristiana di Pitinum. Esso era molto importante ed ebbe una buona fortuna economica, oltre a quella militare, ed aveva debitori in località come S. Anza, S. Sisto, Pescomaggiore. Bazzano, S. Pio, Rocca S. Stefano.

Il Castello di Coppito.

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Esso era Feudo dei “Domini de Popleto” che animarono la resistenza contro l’esercito imperiale, sottomettendosi soltanto dopo il 1228. “Domini de Puplito rebelles facti sunt imperatori… mens iulii imperialis exercitus super dominos de Pupplito vadit, quibus Pupplitum auferunt ed nonnulla alia castra. Mens augusti Marius Rapistrus cessit officio iustitieratus et Stephanus de Anglone et Pandulfus de Aquino substituti sunt illi de mandato ducis Spoleti. Qui de Apulia Introducum vadit et omnes de regno sollicitat infeudatos ut ad eum vadant cum exfortio suo ad dominorum Popliti rebellium confusionem, qui se contra imperatorem in Capitinnano receperunt… Raynaldus dux Spoleti cum inperiali gente dominos Popliti in Capitinnano obsidet; qui cum se tenere non possent, accepta ab eo securitate de personis et rebus suis, se apud Reate contulerunt”. Richardi a S. Germano, chronica, in MGH scriptores XIV, 350 “I signori di Coppito si erano ribellati all’imperatore (Federico II)… nel mese di luglio l’esercito imperiale marciò contro i signori di Coppito, ai quali portarono via Coppito e altri possedimenti. Nel mese di agosto Mario Rapistro lasciò la carica di giustiziere e Stefano d’Anglona e Pandolfo d’Aquino furono sostituiti a quello per ordine del Duca di Spoleto. Questo dalla Puglia si recò ad Antrodoco per sollecitare i feudatari a unirsi con lui e il suo esercito contro la disordinata ribellione dei signori di Coppito che si erano riuniti in Capitignano contro l’imperatore… Rainaldo, duca di Spoleto, assediò con l’appoggio della nobiltà imperiale a Capitignano i signori di Coppito; quelli, non potendo resistere, dopo aver ricevuto da quello garanzia di salvezza di se stessi e delle proprie cose, se ne andarono a Rieti”.16 Nei secoli XIV e XV furono scritte diverse cronache. Quella di Buccio da Poplito, figlio di Ranallo, racchiude fatti accaduti in più di 16 - Traduzione dal latino a cura della dott.ssa Sara Cardinale. 70


un secolo (1252 - 1363). Essa dà il via ad una lunga produzione letteraria e storica, in cui si cimentano altri illustri cronisti. Scritte in continuazione, queste opere ci consentono di seguire cronologicamente tutte le vicende cittadine, dalla fondazione dell’Aquila alla fine del Medioevo. Nel periodo risorgimentale, la lettura della “Cronaca” infervora Berardino Cirillo, altro illustre storico aquilano, a scrivere con lo stile del Machiavelli, “gli annali della città dell’Aquila”, opera che è stata, per moltissimi anni, l’unica fonte di documentazione per le cose Aquilane. Buccio è diminutivo di Jacobuccio, cioè Giacomo. Ranallo, Rainaldo, Rinaldo. Era consuetudine di quel tempo che i cittadini aggiungessero al proprio nome, quello del castello di origine. Buccio de Ranallo de Aquila. Anche il continuatore di detta Cronaca, Antonio di Buccio di San Vittorino lo chiama così ed aggiunge che “fò di Poplito”. Al cantore epico delle gesta aquilane dal 1981 è intitolata la Scuola elementare di Coppito. Morì di peste nel 1363, epidemia che decimò la popolazione aquilana.17 17 - Storiografia che ricorda Buccio di Ranallo di Poplito: Antinori, Casti, De Bartolomeis, Bernardi, Marinangeli. Nel XIV e XV secolo furono composte in Aquila le seguenti cronache: La cronaca di Buccio di Ranallo di Popplito (1253 circa - 1362) in quartine alessandrine monorime. La cronaca di Antonio di Buccio di San Vittorino (1363 - 1381) Il poema dello stesso Antonio sulla “Venuta di Carlo di Durazzo nel regno (1378 - 1382) in ottava rima e cinque canti. Il Catalogus pontificum Aquilanorum (1254 - 1402) I Diarj di Jacopo Donadei, prosa latina (1407 - 1414) La cronaca di Niccolò di Borbona in prosa volgare (1363 - 1424) La cronaca di Niccolò Ciminiello di Bazzano sulla guerra Braccesca (1423 1424) in ottava rima e undici canti. La cronaca di Francesco d’Angeluccio di Bazzano (1436 - 1485) prosa volgare 71


Pagina tratta da: “Quattro cronache e due diarii inediti relativi ai fatti dell’Aquila”di Giovanni Pansa.

La compilazione di storia universale di Alessandro de Ritis in latino dall’origine del mondo al 1494. Si aggiungono le traduzioni in prosa delle Cronache di Buccio e di Antonio di Buccio che vanno sotto i nomi dell’anonimo dell’Ardinghelli e del Beato Bernardino da Fossa. Al fiorire di tanta letteratura diede l’imput principalmente l’esempio di Buccio di Ranallo. 72


L

a Congregazione della Carità. Il villaggio di Coppito, il passaggio da Arischia ad Aquila e la storia del “maritaggio” raccontata attraverso un epistolario.


74


La Congregazione della Carità

P

resso l’archivio provinciale, nella cartella “inventario delle opere pie della Congregazione della Carità di L’Aquila” è stato rinvenuto quanto appresso: “Da cronaca antica da non poterne precisare la data, risulta che la cappella sotto il titolo di “Madonna della Neve” fosse stata fondata dal barone Berardino Quinzi che la fornì di tenue rendita”. Lo scopo principale della fondazione è quello dell’adempimento del culto divino e dell’elargizione di sussidi ai poveri col supero delle rendite. Il villaggio di Coppito era per primo riunito al comune di Arischia e negli antichi tempi, convocati i cittadini in parlamento pubblico per le elezioni delle Autorità municipali, eleggeva anche un amministratore laico alla chiesa di S. Maria della Neve e determinava la durata dell’Amministratore in due, tre o quattro anni. Nel gennaio del 1817 fu disposta una novella circoscrizione municipale e il villaggio di Coppito, sottratto alle dipendenze del comune di Arischia, fu aggregato al comune di Aquila. In quella epoca l’amministrazione di S. Maria della Neve passò alla Commissione di beneficenza che la detenne a tutto il 31 dicembre 1862. Dal registro che costituisce l’inventario della consistenza patrimoniale dell’opera Pia S. Maria della Neve in Coppito, dipendente dalla Congregazione di Carità in Aquila, sottoscritto dal presidente Luigi Castrone e dal segretario Pietro Cimorrone, il 1 dicembre 1865: “case n. 4, terreni parecchi, canoni: annua rendita di lire 25. Valore capitale lire 500”. Ancora oggi si ricorda la dote di maritaggio che annualmente l’ente municipale dava, nel giorno dell’Assunta, attraverso una estrazione a sorte. 75


L’elenco era fornito dal parroco. 18 “Il 15 Agosto prossimo, questa Congregazione di Carità dovrà procedere, mediante estrazione, da farsi in codesta frazione di Coppito, al conferimento dei maritaggi a favore delle giovinette più povere ed oneste, appartenenti alla frazione istessa. Ciò in adempimento di legato disposto dal fu Pietro Ciavola ed in continuazione dell’opera che prima era affidata al locale municipio. Per conoscere con precisione tutte coloro che possano aver diritto di concorrere alla estrazione, mi rivolgo alla S. V. pregandola affinchè si compiaccia completare l’elenco che le rimetto, con aggiungervi nome e cognome delle giovinette omesse e specialmente di quelle nate nell’anno 1896 e fino al 14 agosto 1896, proponendomi benanche la radiazione delle defunte, delle maritate e di quelle che non potessero più concorrere per ragioni morali al conferimento della dote. Le sarò grato se vorrà restituirmi il detto elenco con le debite aggiunte e modifiche non più tardi del 5 agosto”. Il Presidente al parroco. 6 luglio 1911. 18 - elenco fornito al municipio di Aquila (documento conservato da Ciavola Maria): Filomena Bafile, Speranza Marinelli, Antonia Lorenzetti,Carolina Panella, Berardina Bafile, Antonina Buccella, Livia Gianfelice, Vincenza Bafile, Assunta Migliarini, Giulia Parisse, Flavia Bafile, Laura Bafile, Elisabetta De Meo, Assunta Bafile Maria Domenica Panella, Palmira Duroni, Barbara Nicoletti, Florinda Pace, Severina Lorenzetti, Utilia Bafile, Maria Gianfelice, Concetta Panella, Angela Palma Giuliani, Clarice Ciavola, Giuseppa Parisse, Enrichetta Buccella, Armantina Bafile, Maria Buccella Luigia Catonica, Domenica Righetti fu Agostino, Domenica Righetti di Francesco,Cesarina del Gende di Pettino, Eulia Ferella di Paganica, Giuseppa Cocciolone. Le dotate del 1907: Caneta Antonina Ciavola Anna di Sabatino e Melaragni Parisse Maria di Biagio Leondina Marchetti di Silvestro. 76


Questa usanza durò fino agli anni ’50, come si evince dalle seguenti lettere:19 Aprilia lì 17 settembre 1940, XXIII “Rev.mo Signor Parroco, è qui da me la signora Prata Albina di fu Sabatino e fu Visione Serafina nata il 31 maggio 1892 a Coppito che dopo essere vissuta per una decina di anni con un tale finalmente sono riuscito a farla sposare giorni orsono. La stessa mi dice che presso la Vostra Parrocchia dovrebbe esistere una cartella …in sorte nella festa dell’Assunta 1909 con la quale essa non appena sposava avrebbe ricevuto la dote. Si tratta, dietro sempre dichiarazione della medesima, di un lascito di un conte da dotare quattro ragazze all’anno nel giorno dell’Assunta. Ora veda un po’ lei e se gli occorre qualche documento, come il certificato di matrimonio io lo manderei subito. Con ossequi”. Parrocchia S. Michele Arcangelo - Aprilia (Littoria) Risposta “Rev.mo Sig. Parroco È vero ciò che l’Albina Prete afferma. Nel 1909 le uscì in sorte il premio maritale (lascito Ciavola che credo della somma di L. 400) da riscuotere, a matrimonio compiuto, presso l’Amm.ne della Congregazione di Carità di Aquila. Ora io non so se tale somma potrà più ritirarsi dato che durante la prima grande guerra furono abolite tali estrazioni ed il frutto del lascito fu devoluto, per decreto ministeriale, a beneficio degli orfani di guerra.

19 - (lettere inedite conservate da Ciavola Maria, vedova di Angelo Nicoletti, avuta probabilmente da Nicoletti Barbara, sua sorella, perpetua di don Antonio Gasbarre). 77


Io, vecchio ed infermiccio, non penso di mettermi in giro. Dovrebbe la signora Prete affidare la faccenda a qualche parente o amica. In ogni modo, capitando in Aquila, domanderò e mi farò dire il da farsi. Se vi è qualche speranza, mi farò premura di farlo sapere all’interessata per il vostro tramite. Augurando bene, Vi ossequio con preghiera di ricordarmi…” Coppito, 20 settembre 1940. Sac. Gasbarre Antonio Parroco

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L

e attività piÚ recenti della Confraternita. Le vicende della Madonna della Neve in relazione all’ultimo terremoto.


Croce processionale della Confraternita.

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Attività recente della Confraternita

N

ell’anno 1993 sono stati raccolti dai confratelli fondi pro popoli ex Jugoslavia e consegnati alla Caritas Francescana come opera di carità. È stata restaurata la grande croce processionale con fondi della Congrega nel 2000 ad opera del maestro Costantino Udroiu.20

“Questa croce barocca ha accompagnato nel passato sia le processioni parrocchiali che i cortei funerari di tanti nostri confratelli e parrocchiani, ai quali, in questo momento, è rivolto un nostro affettuoso ricordo, accompagnato da una fervida preghiera”. Domenica delle Palme, cerimonia di benedizione e esposizione alla devozione popolare della croce restaurata. Al tempo, quando arrivava il corteo funebre, i congiunti del compianto solevano mettere “il panno”, asciugamano bianco, lungo, tessuto a mano sulla croce della confraternita e uno più piccolo sulla croce del20 - Da “L’altra Italia” di Goffredo Palmerini. “Constantin Udroiu nato il 3 febbraio 1930 a Bucarest, ma da molti anni cittadino italiano nella Capitale. Pittore ed intellettuale rumeno, italiano di adozione dal 1971. È un testimone vivente dei principi di libertà e di democrazia durante gli anni del regime comunista, affermati e pagati a caro prezzo con una condanna a 22 anni di lavori forzati, sofferti con un decennio di dura carcerazione, fino al 1964. Ora la Romania libera, dopo il regime di Ceausescu seguito all’insurrezione popolare nel dicembre del 1989 non manca mai un appuntamento dell’itinerario artistico per onorare il Maestro. A Roma, con una grande mostra all’Accademia di Romania, è stato festeggiato il 5 febbraio 2010 per i suoi ottanta anni. Costantin Udroiu è stato docente all’Università di Bucarest e membro dell’Unione degli Artisti Plastici Rumeni fino al suo arresto per dissidenza nel 1954. Giunto in Italia per la sua prima mostra all’estero, nel 1971 a Sassari, è riuscito a vivere nel nostro Paese. Le sue opere sono esposte nei musei di molte città in Romania, Francia, Portogallo e Italia e in numerose collezioni pubbliche e private in diversi paesi del mondo”. 81


la parrocchia che apriva il corteo oltre alla distribuzione delle candele a tutti i presenti. Era questo un gesto tenuto in grande considerazione e fatto con onore da tutte le famiglie, anche le più indigenti, usanza che ritroviamo ancora oggi in diversi luoghi. Anche la croce in bronzo dorato, è stata restaurata ed è custodita nella chiesa parrocchiale. A Coppito, nell’edicola sopra l’altare della Madonnella, il maestro “vecchio” Costantin Udroiu ha lasciato su commissione della Congrega ed in occasione del Giubileo del 2000, una sua tavola “Lo Spirito Santo” e, in altra occasione, la XV stazione della via crucis “La Resurrezione”: “Già nel pregevole affresco si richiama la nostra preghiera al tema della icona; l’ignoto artista, infatti, ha voluto significare lo Spirito Santo nell’uccellino che, appoggiato sul braccio del bambinello, succhia il latte dal seno della Vergine Maria: La nostra comunità apprezza tale dono che testimonia la sincera amicizia tra il Maestro e la città dell’Aquila. Siamo grati a Costantin per questo gesto di generosità che è pari alla sua bravura, nota in campo nazionale e internazionale. La nostra comunità ti ringrazia per questo dono le cui suggestioni simboliche sono tutte giocate nella sapiente cromia che evoca l’amore ardente del “Padre nostro” per ogni uomo che saprà volgere lo sguardo verso il cielo. Custodiremo questo dono con amore filiale, fedeli custodi delle nostre tradizioni, tra le quali l’ospitalità verso l’amico che vorrà onorarci della sua presenza”. Discorso tenuto nella chiesetta dal priore nel giorno della festa di S. Antonio abate. 21 gennaio 2001. Nel mese di maggio 1995 i confratelli finanziarono il restauro del prezioso affresco “Madonna col Bambino” situato sopra l’altare. Tale lavoro, curato dalla dott.ssa Colasacco ebbe termine nel mese di agosto 1996. 82


Per questo lavoro, affidato alla restauratrice Elisabetta Sonnino, fu organizzata una lotteria di beneficenza due anni prima, regolarmente autorizzata dall’Intendenza di Finanza. Il restauro dei dipinti murali, il suo costo, la relazione tecnica e la documentazione fotografica, sono custoditi in un’apposita cartella, in archivio. Con il ricavato della lotteria fu possibile anche devolvere Madonna della Neve - affresco del XV secolo all’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, un contributo come opera di carità. Con il consenso della Congrega, custode della chiesetta, nel 1996 questa è stata la sede di concerti vocali e strumentali nell’ambito del programma Aquilaestate, serate curate dal presidente della V circoscrizione e con il patrocinio del Comune. A causa del sisma del 6 aprile 2009, è dichiarata inagibile ed è stata chiusa, tutto il complesso è stato fasciato e la facciata e il campanile sono stati puntellati dai Vigili del Fuoco della Valle D’Aosta. La fac83


ciata si è slegata gravemente dal resto della muratura, l’altare ha subito danni ed una scultura rappresentante un angelo, cadendo a terra, si è sbriciolata. Il tetto ha subito, in diversi punti, uno scivolamento delle tegole. Dal 2000, anno di santificazione di Cesidio Giacomantonio21, è stato 21 - Da San Cesidio Giacomantonio di Giacinto Marinangeli*: “Il 4 luglio 1900, nelle prime ore pomeridiane, in una piccola stazione missionaria, Hoan-xa-wan, nella provincia dell’Hunan, in Cina, un giovanissimo missionario francescano colpito a morte dai rivoluzionari Boxers con bastoni, spade e pietre, ravvolto in una coperta cosparsa di petrolio, ancora vivo, venne bruciato. L’eroico giovane, da vero imitatore di Cristo, perdonando i persecutori, immolava la giovinezza che quindici anni prima aveva a Lui consacrato. Era costui padre Cesidio Giacomantonio da Fossa Aquilana, nato il 30 agosto 1873. Beatificato il 24 novembre 1946 da Papa Pio XII, e fatto santo nel 2000, da papa Giovanni Paolo II il primo di ottobre. Sul luogo del martirio fu posta la Croce su piedistallo in marmo con l’iscrizione in latino “Qui padre Cesidio Giacomantonio, dell’Ordine dei frati Minori, nato a Fossa, preso dai rivoluzionari, in odio alla fede, ferito con battiture, gettato nel fuoco, spirò il 14 luglio 1900”. * Dall’omelia del ministro provinciale dei frati conventuali, fr. Virgilio di Virgilio il 1 ottobre 2009: “Padre Giacinto, nei suoi 65 anni di sacerdozio e 74 di vita religiosa ha costantemente coltivato lo studio. Ministro Provinciale, Segretario Generale dell’Ordine, storico finissimo delle memorie francescane e della storia patria, anima ed istituzione per le cose dei nostri padri e conterranei. Alla sua città, L’Aquila, egli ha dedicato passione, studio, ricerca, nei lunghi anni di permanenza nel Convento di San Giuliano, culla dell’Osservanza abruzzese e luogo caro alla memoria dei nostri Santi, ai quali Padre Giacinto aveva dedicato pubblicazioni apprezzate. La laurea in lettere classiche conseguita a Roma, unitamente alla specializzazione in paleografia ed archivistica al Vaticano e quindi, in filologia classica agli Stati Uniti, gli consentirono un bagaglio culturale da lui messo al servizio dell’Ordine: segretario dell’Antonianum dove ebbe l’onore di preparare il conferimento del dottorato honoris causa al Venerabile Gabriele Allegra. Segretario dell’Ordine, ufficio che gli consentì la gioia, da lui spesso ricordata, di poter vedere e parlare con il Beato Giovanni XXIII. Membro della Deputazione di Storia Patria con un servizio encomiabile come Segretario e soprattutto come autore di conferenze e articoli, nonché altre pubblicazioni di rilievo per lo studio della storia locale. Riservato, umile e modesto, egli ha messo in pratica lo stile francescano”. 84


organizzato un pellegrinaggio a Fossa, “luogo delle beatitudini” per onorare questo glorioso giovane aquilano. Alla comunità francescana, durante l’offertorio della Messa in onore del martire dell’Eucarestia nel convento di S. Angelo, custodia dei beati Timoteo di Monticchio, Bernardino di Fossa e Ambrogio di Pizzoli, la Congrega di Coppito ha donato una tavola icona raffigurante il Santo. Questa, realizzata da Costantin Udroiu, è munita di relativa carta di identità di opera d’arte.

Fossa: cerimonia di donazione del quadro di San Cesidio.

“Ex voto della Confraternita Maria SS. delle Grazie di Coppito, ricordando il 150° anniversario della fondazione e in memoria e suffragio di tutti i defunti della stessa, nella ricorrenza liturgica del Martirio di S. Cesidio Giacomantonio, invocando dal Santo giovane le benedizioni celesti sulla comunità parrocchiale”. Coppito, 4 luglio 2003, il Priore. 85


Essa è stata riprodotta a copertina della “Squilla” di Sant’Antonio, rivista bimestrale di animazione vocazionale della famiglia dei Frati Minori d’Abruzzo con sede a Tocco Casauria (PE), 2003, n. 4. “Con profonda gioia esprimo a nome della fraternità il grazie più vivo e sincero alla Veneranda Confraternita Maria SS. Delle Grazie di Coppito per il devoto gesto con il quale avete voluto ricordare il vostro 150° anno di fondazione ed onorare la memoria di San Cesidio Giacomantonio da Fossa martire. Il giovane martire che nelle sue lettere manifestava sentimenti di affetto e gratitudine verso i suoi amici, assicurando il suo ricordo nella preghiera, ricompensi il delicato gesto di amicizia da voi espresso verso di Lui e, ricordatosi di voi presso il Signore vi conceda ogni bene”.22 “A nome mio personale e di tutta la cittadinanza di Fossa desidero esprimerle il più sentito ringraziamento per la partecipazione della sua Confraternita alla suggestiva processione notturna… Desidero altresì ringraziarla per i magnifici regali offerti al convento ed a tutte le Confraternite presenti…” Il Sindaco Calvisi Luigi al Priore. Questa consuetudine è stata interrotta a causa del terremoto del 2009. Il 15 agosto 2006, nella chiesa parrocchiale S. Pietro apostolo di Coppito, la Congregazione ha partecipato attivamente alla celebrazione eucaristica a ricordo del XXV anno di sacerdozio del parroco don Giuseppe. “Di vero cuore la Confraternita si unisce nell’inno di ringraziamento al Signore, anche a nome di tutti i presenti e fa voti augurali perché lo guidi e lo conservi sempre nella sua missione apostolica e sacerdotale”. Discorso tenuto in chiesa con dono a tutti i presenti di un cartoncino ricordo riproducente l’affresco “Madonna della Neve”. 22 - Lettera della Fraternità Francescana del convento di S. Angelo D’Ocre alla Veneranda Confraternita di Coppito. 86


La Congrega ha partecipato, nel 2006, al secondo cammino interregionale di Fraternità delle Confraternite di Abruzzo e Molise. Da allora è confederata con le altre delle Diocesi d’Italia. Il 2 febbraio 2007 si è proceduto, con un referendum tra gli iscritti, mediante votazione segreta, ad aggiornare la quota annua in dieci euro; votanti 62, favorevoli 56, contrari 6. Attualmente le entrate non sempre coprono le uscite. Annualmente partecipa alla processione del Venerdì Santo all’Aquila. Per onorare i defunti della Congregazione, dal 2004, avendo festeggiato i 150 anni della fondazione, condivide con i parrocchiani, nel giorno della Candelora, “il pane della fratellanza”. Nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anno di vita della Confraternita è stato fatto ed eseguito il seguente programma: S. Messa in suffragio di tutti i Padri Spirituali che hanno guidato la Confraternita, pellegrinaggio a Loreto per onorare i confratelli e le consorelle defunti, distribuzione e promozione del disco “Fede, Speranza e Amore” di musica sacra agli iscritti, dono al convento S. Angelo D’Ocre di una icona. Voci di Hwang Jisuc Cecilia, origine coreana e don Antonio Mois Petresca, nato a Bucarest che ha svolto il suo ministero diaconale nella nostra diocesi e nella nostra parrocchia. Nell’annuario 1988 dell’Arcidiocesi dell’Aquila, la cui redazione è stata curata, tra gli altri, da don Filippo Murri e mons. Mario Morelli, la Confraternita Santa Maria delle Grazie in S. Pietro apostolo di Coppito conta 350 iscritti. Attualmente i devozionali sono un centinaio, mentre circa trenta sono i confratelli e consorelle che partecipano attivamente. Da anni, non si vedono più i Luigini e le Luigine, ragazzi destinati da sempre a far parte della Congregazione una volta formati e cresciuti. Il futuro sarebbe assicurato se ci fosse l’ingresso di una nuova 87


Le Luigine e i Luigini a San Vittorino

e giovane linfa vitale, che sostenga il lavoro ed il cammino di questa veneranda Confraternita che aspira a svecchiarsi per mantenere, con la sua attività ed esistenza, un posto di fecondo lavoro nelle attività parrocchiali. Con il nuovo Statuto è l’assemblea congiunta di fratelli e sorelle che scelgono i nuovi dirigenti tra le persone che, almeno una volta all’anno, testimoniano con la loro presenza, l’appartenenza alla Congrega. La figura della “priora” ha funzionato fino agli anni ’90; era scelta dall’assemblea delle consorelle che aveva una attività economica autonoma dai “fratelli” che si alimentava con piccole iniziative, lotterie interne ed elemosine spontanee. Aveva il compito di mantenere in ordine la cappella e gli altari della chiesa fornendo tovaglie e addobbi. Aveva anche il compito di fare la visita ai congregati malati, recando quel “conforto morale e materiale che possono e disponendoli, in caso di gravità, a ricevere i SS. Sacramenti” (art. 9, regole interne, 1997). Tante consorelle meriterebbero essere ricordate per come hanno svolto con zelo e serietà la funzione di “priora”. Una per tutte, merita 88


un riconoscimento ed un filiale ricordo: Cocciolone Severina che, tra l’altro, negli anni ’70 e ’80 si inventò la divisa dei “paggetti”, bambini dai tre ai sei anni che avevano il compito di partecipare alle processioni compresa quella del “venerdì santo” all’Aquila. La visita agli iscritti infermi è un aspetto delle opere di carità vigenti tutt’oggi. “Finchè abbiamo tempo, facciamo del bene”, come si legge nelle regole della Confraternita. Oggi, come ieri, si svolgono opere di culto e di carità e messe in suffragio dei confratelli defunti. Ogni anno, in occasione della Candelora, si rinnovano le iscrizioni devozionali e si distribuisce una candela benedetta e il pane della fratellanza. Ultima opera di carità nel tempo è stata l’accoglimento della Fraterna Tau che gestisce la Mensa di Celestino, ad “adottare una stanza” per aiutare le donne con bambino, che sono in difficoltà, con una offerta per le spese di gestione di una delle 7 stanze del Centro di Accoglienza, accanto alla mensa dei poveri, che opera nella nuova chiesa di San Bernardino in piazza d’Armi. Nell’anno 1932 il Regolamento in vigore che aveva governato la Confraternita per circa 80 anni, è stato sostituito da un nuovo Statuto Generale imposto dal Reverendo ordinario, monsignor Gaudenzio Mannelli, a tutte le Confraternite dell’arcidiocesi. È attualmente vigente un regolamento aggiornato che sostituisce quello precedente del 1936 e che accompagna il nuovo Statuto approvato dall’autorità ecclesiastica nel 1997. Come si evince dalla Storia della Confraternita, le regole interne sono state aggiornate nel tempo per facilitare una sempre maggiore partecipazione del singolo congregato senza mai tradire lo spirito della fondazione. 89


Il consiglio direttivo ha partecipato alla assemblea convocata presso la Curia Arcivescovile dell’Aquila dal responsabile delle Confraternite dell’Arcidiocesi il 5 giugno 2010 i cui lavori sono stati guidati dal vescovo ausiliare mons. Giovanni D’Ercole. Nel dicembre del 2011, raccogliendo l’invito del parroco, la Confraternita ha partecipato all’incontro con mons. Molinari arcivescovo metropolita, nella sua visita pastorale, durante la quale il priore ha letto e consegnato una relazione sulle attività. Continuando lungo il sentiero tracciato dai nostri padri, portiamo avanti la Confraternita desiderosi di vivere quel genuino e semplice sentimento religioso che pubblicamente ci rende “confratelli”. Ci auguriamo che altri, dopo di noi, siano testimoni di questi valori alimentati da una più assidua e condivisa vita parrocchiale. Nostro primo dovere, quali congregati, è continuare il percorso storico che ci ha portati ad oggi: condividere con gioia le attività proprie di questa veneranda confraternita e condurla verso nuovi orizzonti. Non è da escludere perciò, che la conoscenza di tanti piccoli, ma significativi “fatti nostrani” muova nuovo interesse nel mantenere attiva questa piccola realtà di associazione laicale che, devotamente, ripone la fiducia in Maria SS. delle Grazie e nel materno sostegno che Ella vorrà e saprà dare ad ognuno di noi.

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A

ppendice con l’elenco dei vescovi e dei sacerdoti nonchÊ i priori che si sono susseguiti nel tempo.


L’Agnus Dei: particolare della croce astile di Coppito in legno laminato.

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Cronotassi dei Vescovi ed Arcivescovi dell’arcidiocesi di L’Aquila sede metropolitana Luigi Filippi Augusto Antonino Vicentini Francesco Paolo Carrano Pellegrino Stagni Adolfo Turchi Gaudenzio Manueli Carlo Confalonieri Costantino Stella Carlo Martini Mario Nello Peressin Giuseppe Molinari Giovanni D’Ercole

1853-1881 1881-1892 1892-1906 1907-1915 1918-1929 1931-1941 1941-1950 1950- 1973 1973-1983 1983-1998 1998 2009 (vescovo ausiliare)

I Sacerdoti

don Orazio Cerasoli don Celestino de Laurentis don Salvatore Silvestri don Gaetano Troiani don Gervasio Propersi don Antonio Gasbarre don Osvaldo Pasqua don Alvaro Stornelli don Giuseppe Gianiorio

1830 - 1872 1872 - 1877 1877 - 1878 1878 - 1880 1880 - 1904 1904 - 1941 1941 - 1947 1947 - 1990 1990 93


Confraternita S. Maria delle Grazie - Coppito Priori succedutisi dall’anno 1854 Giuliani Sante De Sanctis Domenico Gianfelice Giovanni Cortelli Pietro Cortelli Antonio Cortelli Antonio Righetti Domenico De Meo Angelantonio De Meo Angelantonio De Meo Angelantonio Cortelli Pietro Ciavola Giovanni D’Alessandro Tobia De Meo Angelantonio Catonica Beniamino Eliseo Domenico Righetti Giuseppe Cortelli Pietro Righetti Loreto Eliseo Domenico Dottore Sabatino Catonica Beniamino Catonica Beniamino Catonica Beniamino Catonica Beniamino Cortelli Pietro 94

1854 1855 1856 1881 1882 1883 1884 1885 1886 1887 1888 1889 1890 1891 1892 1893 1894 1895 1896 1897 1898 1899 1900 1901 1902 1903

Catonica Beniamino Righetti Agostino Righetti Emilio Catonica Pasquale Catonica Pasquale Catonica Beniamino Righetti Loreto Marchetti Antonio Marchetti Antonio Righetti Emilio Catonica Pasquale Righetti Giulio Catonica Beniamino Catonica Beniamino Catonica Beniamino Catonica Beniamino Righetti Giulio Marchetti Antonio Eliseo Domenico Giuliani Clodomiro Catonica Beniamino Righetti Silvestro Righetti Giulio Ciavola Dionisio Dottore Alfonso Righetti Emilio Gianfelice Pietro Marchetti Antonio Dottore Alfonso Righetti Giulio

1904 1905 1906 1907 1908 1909 1910 1911 1912 1913 1914 1915 1916 1917 1918 1919 1920 1921 1922 1923 1924 1925 1926 1927 1928 1929 1930 1931 1932 1933


Ciavola Dionisio Gianfelice Giulio Marchetti Emilio Cortelli Domenico Gianfelice Enrico Gianfelice Giulio Gianfelice Pietro Cortelli Domenico Gianfelice Pietro Gianfelice Giulio Righetti Silvestro Gianfelice Enrico Gianfelice Enrico Ciavola Dionisio Righetti Quintino Gianfelice Pietro Gianfelice Pietro Ciavola Sabatino Catonica Giovanbattista Catonica Giovanbattista Catonica Giovanbattista Righetti Silvestro Catonica Giovanbattista Catonica Giovanbattista Gianfelice Paolo Gianfelice Giulio Gianfelice Paolo Catonica Giovanbattista Gianfelice Giulio Catonica Giovanbattista

1934 1935 1936 1937 1938 1939 1940 1941 1942 1943 1944 1945 1946 1947 1948 1949 1950 1951 1952 1953 1954 1955 1956 1957 1958 1959 1960 1961 1962 1963

Cortelli Domenico Gianfelice Giulio Gianfelice Giulio Gianfelice Giulio Flati Giuseppe Gianfelice Giulio Righetti Agostino Gianfelice Pietro Braccani Sergio Gianfelice Giulio Braccani Sergio Braccani Sergio Gianfelice Giulio Gianfelice Giulio23 Gianfelice Giulio Gianfelice Giulio Gianfelice Giulio Gianfelice Giulio Gianfelice Giulio Gianfelice Giulio Gianfelice Giulio Gianfelice Giulio Gianfelice Giulio Gianfelice Giulio Gianfelice Giulio Gianfelice Giulio Gianfelice Giulio

1964 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1971 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990

23 - fino al 1990 in forma di reggenza insieme a Sergio Braccani, Carlo Lavini, Paolo Ciuffini, Luciano Tosone. 95


Braccani Sergio 1991 Braccani Sergio 1992 Braccani Sergio 1993 Braccani Sergio 1994 24 Santini Giorgio 1995 Santini Giorgio 1996 Santini Giorgio 1997 Righetti Agostino 1998 Righetti Agostino 1999 Righetti Agostino 2000 Braccani Sergio 2001 Braccani Sergio 2002 Braccani Sergio 2003 Braccani Sergio 2004 Braccani Sergio 2005 Braccani Sergio 2006 Braccani Sergio 2007 Braccani Sergio 2008 Braccani Sergio 2009 Braccani Sergio 2010 Braccani Sergio 2011 Braccani Sergio 2012 ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. .................................................

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N

ote e pensieri del lettore. Nelle pagine che seguono, il lettore può aggiungere suoi pensieri o sue riflessioni ad arricchimento e personalizzazione di questo libro che continua cosÏ la sua vita creativa anche dopo la stampa.


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I

ndice dei capitoli



Dove nacque e vive la Confraternita, il luogo della sua vicenda. Dal paese di Coppito, raccontando la sua storia, inizia il nostro viaggio intorno agli eventi che hanno disegnato la vita della Congrega................................................................................. pag. 13 La fondazione della Confraternita. Le persone che hanno partecipato a questo importante evento e i documenti che ne attestano la nascita....................................... pag. 19 Le chiese che hanno accolto la Confraternita. La storia dei luoghi dove si sono incontrati i confratelli, la statua della Madonna delle Grazie e le sue vicende e la Congregazione della Carità dell’Aquila......................................................... pag. 25 Le attività della Confraternita. Le vicende e gli eventi che si sono succeduti negli anni ‘90 fino alla compilazione del nuovo statuto e nuovo regolamento.............. pag. 57 Le vicende dei domini di Coppito e cenni sulla storia di Buccio di Ranallo............................................................................. pag. 65 La Congregazione della Carità. Il villaggio di Coppito, il passaggio da Arischia ad Aquila e la storia del “maritaggio” raccontata attraverso un epistolario........... pag. 71 Le attività più recenti della Confraternita. Le vicende della Madonna della Neve in relazione all’ultimo terremoto. ........................................... pag. 77 Appendice con l’elenco dei vescovi e dei sacerdoti nonché i priori che si sono susseguiti nel tempo. . ........................................... pag. 89 Note e pensieri del lettore. .................................................... pag. 95


Finito di stampare nel gennaio 2013 a cura di

Service di Grafica e Stampa in Coppito. Via Giovanni Falcone, 23 - 67100 L’Aquila Tel. 0862 361084 - Fax 0862 322422 e-mail: info@protipo.it www.protipo.it




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