Nuove Ipotesi n°10

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Il dott Mimmo Contino si insedia in Consiglio

Provincia Regionale diAgrigento Settimanale on line della

N. 10 - do menic a 2 6 M a g g i o 2 0 1 3

Il dott Domenico Contino, noto ortopedico traumatologo agrigentino con vaste competenze per i soggetti neuromotu-lesi, torna in Provincia. Nella seduta del 16 maggio scorso, infatti, è stato insediato in seno al Consiglio Provinciale in sostituzione di Riccardo Gallo Afflitto. Il dottore Contino era già stato amministratore dell’Ente Provincia rivestendo la carica di Assessore provinciale in una delle prime giunte del Presidente D’Orsi. Mimmo Contino nelle ultime elezioni provinciali è stato candidato del Pdl risultando il primo dei non eletti con oltre 2.000 preferenze.

Eugenio D’Orsi: «Lascio la Provincia Regionale di Agrigento economicamente sana, forte e pronta a fare investimenti volti alla crescita sociale, civile ed economica»

Il dott. Mimmo Contino

Il Presidente dell’Ente ha illustrato la relazione di «fine mandato» in merito all’attività amministrativa e contabile

E’ stato un Eugenio D’Orsi a 360 gradi quello che, nella sua funzione di Presidente della Provincia Regionale di Agrigento, ha fatto un bilancio della sua attività di amministratore ai vertici dell’Ente. L’incontro, avvenuto nella sala del Consiglio Provinciale, ha visto la presenza di alcuni dirigenti scolastici della città, sindacalisti, giornalisti. A supporto di quanto ha detto, il Presidente Dorsi ha fatto proiettare su una tela i vari interventi operati ai bilanci di questi 5 anni. I tagli delle società partecipate, la riduzione di quasi il 90 per cento dei contributi, la riduzione del salario accessorio del personale, la drastica riduzione della pubblicità televisiva sulle emittenti locali. Ad inizio il Presidente Dorsi ha voluto ringraziare gli Assessori che per varie vicende politiche nazionali e regiona-

li, si sono succeduti al terzo piano del palazzo del Governo. Il Presidente D’Orsi ha chiesto l’intervento dell’Assessore al Bilancio, Piero Marchetta, per illustrare alcuni punti cardini delle manovre di contenimento della spesa operata in questi anni all’Ente Provincia. «Nonostante le ripetute minacce di morte, gli attentati ed i processi, - ha proseguito il Presidente della Provincia - ho continuato a svolgere il compito che gli elettori, mi hanno affidato in quel lontano giugno 2008: risanare

Concluso il progetto europeo «Sibit» La cerimonia è avvenuta nei locali del prestigioso «Mediterranean Conference Centre» de La Valletta

Si è concluso con un convegno a Malta il progetto SIBIT, progetto comunitario finanziato con il P.O. Italia-Malta 2007/ 2013, capofila la Provincia Regionale di Agrigento, al quale hanno aderito in partenariato anche quelle di Trapani, Caltanissetta, Ragusa e Siracusa. Il convegno si è svolto nella prestigiosa sede del Mediterranean Conference Centre de La Valletta, già sede dell’antico Ospe dale dei Cavalieri di Mal ta, alla presenza, tra gli altri, del Ministro del Turismo di Malta, Karme nu Vella, di tutti gli ope ratori turistici e di giornalisti italiani e stranieri che hanno preso parte all’Edugrantour alla fine del mese scorso. L’Edugrandtour, che ha riscosso un notevole successo, avendo attraversato le località e i punti di

attrazione più significativi della ciclovia, si è concluso proprio a Malta, nell’isola di Gozo, dopo avere attraversato la suggestiva ciclovia SIBIT attraverso le cinque province siciliane che si affacciano sulla costa meridionale e le isole maltesi. Al convegno finale, nel quale sono state ripercorse le tappe del progetto, e tratte importanti conclusioni sulle potenzialità del cicloturismo nelle due Isole, hanno preso parte anche l’Assessore Provinciale all’Ambiente Francescochristian Schembri e il Direttore

del Settore Ambiente e Politiche Comunitarie ing. Bernardo Barone. «Un progetto serio che rappresenta un investimento per il futuro – dicono il Presidente D’Orsi e l’Assessore Schembri – e che darà nuova linfa al nostro comparto turistico. Molti gli operatori che hanno aderito con convinzione per puntare su un segmento turistico che nei Paesi del Nord Europa garantisce ogni anno migliaia di presenze, consentendo anche di destagionalizzarne i flussi». Salvo Grenci

i conti e ridare dignità dell’Ente. Ho gestito la Provincia estinguendo i debiti che aveva, tagliando le spese inutili e clientelari e puntando sui grandi progetti. L’aeroporto sarebbe stato una stupenda realtà per il territorio: uno strumento che avrebbe cambiare l’economia provinciale creando importanti occasioni di lavoro». Eugenio Dorsi velocemente ha illustrato il taglio delle spese, lasciando nelle casse della Provincia un avanzo di amministrazione di 17, 6 milioni di Euro ottenendo altresì il riconosci-

mento de «Il Sole 24 Ore» ( 26 maggio del 2011) di essere una delle poche province italiane virtuose. Drastica invece la riduzione dei trasferimenti alle società partecipate dalla «Prog. Eco»( da 40 mila euro del 2007 a zero euro nel 2008-2012) alla «Pro. Pi. Ter» che è passata da Euro 42.508,73 a zero nel 2012. Chiuse l’Azienda Autonoma Provinciale per il Turismo al quale nel 2007 veniva versata la somma di 950 mila euro per toccare zero euro nel 2009; chiusa l’Apea che aveva un bilancio di euro 120 mila nel 2007 e già nel 2009 era a zero euro. Al riguardo il Presidente Dorsi ha detto «Debbo anche ingraziare il Consiglio Provinciale per la sensibilità mostrata sostenendomi in questi due anni di attività di risanamento, prima che esplodessero le polemiche politiche. Noi abbiamo puntato sulle grandi infrastrutture tra le quali la «Maremonti» dove l’Ente si è impegnato per euro 153.370.00 all’ammodernamento della statale 189 da Agrigento a Palermo per un intervento finanziario di euro 4.507.000,00 ed infine il grande progetto dell’aeroporto». Vittorio Alfieri

Dopo l’isola di Lampedusa indicata tra le più belle località balneari al mondo un altro gioello della nostra provincia conquista la top ten dei migliori 10 siti al mondo: la Scala dei Turchi il promontorio di marna bianca che fa bella mostra di se nella costa di Realmonte. Pienamente soddisfatto il Presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi che aggiunge «Se in questa maravigliosa terra la classe politica a tutti i livelli dai Comuni al Governo nazionale, facesse squadra oggi noi con il solo turismo avremmo risolto i problemi dell’occupazione. Quanta gente potrebbe trovare occupazione nelle agenzie di viaggio, nei server che organizzano escursioni sia sulla costa che nell’interno e basti pensare alla bellezza naturale dei Monti Sicani. Insomma la Provincia ha tutte le carte in regola per uno sviluppo eco-sostenibile. Invece beceri e esacrabili egoismi di piccolo cabotaggio condannano gli agrigentini

ad una vita di stenti». Eugenio D’Orsi parla della bellezza della costa che corre da Cattolica Eraclea fino a Sciacca facendo un calzante paragone con la civiltà classica «I nostri avi avevano il senso del bello e lo dimostrano gli insediamenti archeologici lungo la costa agrigentina, un segno, questo, che cercavano di armonizzare le proprie esigenze abitative con quelle del territorio. Oggi si pen sa solo ai propri interessi di bottega, a coltivare politicamente, il proprio orticello con una miope politica che lascia nel bi sogno la gente. potrei parlare anche della costa frastagliata che da fiume Naro arriva a torre di Gaffe con le sue meravigliose insenature, i suoi scogli che consentono di osservare una discre ta fauna marina, ma mi fermi. Uno dei problemi che il nostro turismo ha è la mancanza di veloci ed adeguati collegamenti». v.a.

Ancora un pezzo di Agrigento nella top ten mondiale

L’occupazione potrebbe migliorare con il turismo politiche miopi e di bottega frenano lo sviluppo


PROVINCIA REGIONALE DI AGRIGENTO

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«La Provincia ha sempre avuto un fondo cassa positivo senza ricorso all’anticipazione» Bilancio - Piero Marchetta, Assessore al Bilancio, Edilizia e Gestione patrimoniale della Provincia Regionale di Agrigento

«Un grazie al Personale dell’Ente per la serietà e la professionalità espresse» Eugenio D’Orsi:

Nonostante le numerose minacce di morte, gli attentati ed i processi, ho continuato a svolgere in questi cinque anni il compito che gli agrigentini, con le loro preferenze elettorali , mi hanno conferito: risanare i conti dell’Ente e contenere la spesa pubblica. Ho gestito il bilancio con oculatezza estinguendo tutti i debiti che l’Ente aveva, tagliando le spese inutili e clientelari e puntando su grandi progetti. L’aeroporto sarebbe stato una stupenda realtà per il nostro territorio: un importante strumento che avrebbe potuto cambiare l’economia della nostra provincia. Su questo grande progetto non solo sono stato lasciato solo, da chi avrebbe dovuto lavorare per il bene degli agrigentini (i nostri deputati nazionali e regionali) ma sono stato boicottato da poteri forti che hanno remato contro chissà per quali reconditi fini. I dati forniti e le rappresentazioni grafiche della pubblicazione riassumono l’impegno di cinque anni di am ministrazione. Oggi lascio in eredità a chi verrà dopo di noi, una Provincia sara economicamente, forte e pronta a investimenti volti alla sua crescita sociale, civile ed economica. Infine voglio esprimere a tutto il personale dell’Ente un ringraziamento per la serietà e la professionalità espressa in questi cinque anni di governo che ha permesso il raggiungimento di grandi obietti.

«La positività della gestione corrente, ha permesso di creare flussi finanziari sia per diminuire il livello di indebitamente con conseguente aumento dell’avanzo di amministrazione». Ad illustrare questo concetto l’assessore provinciale al Bilancio, Piero Marchetta. I debiti (residui passivi) nel 2007 erano k€ 156.830 contro k€ 91.979 con riduzione di k€ 64.851. Particolare rilievo assume la diminuzione dei mutui verso la Cassa Depo siti e Prestiti. L’avanzo di amministrazione nel 2007 era di k€ 16.883 rispetto a k€ 21.597 del 2012. Nello specifico l’indebitamento Cassa Depositi e Prestiti s.p.a. ha avuto il seguente andamento anno 2007 .............€ 42.455.487,62 anno 2008 ............€ 27.647.487,62 anno 2009 .............€ 20.271.956,68 anno 2010 .............€ 12.494.406,06 anno 2011 .............€ 11.435.367,10,

anno 2012 .............€ 7.085.358,87 con la seguente quota d’interessi anno 2007 ................€ 1.636.029,50 anno 2008 ................€ 1.604.546,96 anno 2009 ................€ 999.984,25 anno 2010 ................€ 714.128,46 anno 2011 ............... € 439.128,80 anno 2012 ................€ 400.768,06. La prova dell’incremento della ricchezza (o avanzo) e diminuzione dell’indebitamento, trova conferma in due indici di bilancio particolari e precisamente: il limite locale pro capite che misura il rapporto tra debiti per mutui diviso la popolazione che da 27,89 del 2010 diminuisce a 15,87 del

2012 e l’indice patrimonio pro-capite che da 219,64 è salito nel 2012 a 228,82. «La Provincia ha sempre avuto un fondo cassa positivo senza ricorso all’anticipazione – ha dichiarato Piero Marchetta - e qui veniamo alle note dolenti. Una iniqua legge sul patto di stabilità che impone due obiettivi misti di competenza per la gestione corrente e di cassa per la gestione in conto capitale non ci ha permesso pur avendone le risorse di effettuare investimenti finanziati con fondi propri. Conclusioni, spesso si accusa la classe politica di aver trasferito i debiti sulle future generazioni, in questo caso , al di là di come si manifesterà il futuro delle Province all’amministrazione del Presidente D’Orsi non solo non potrà essere rimproverato ciò ma il contrario, si rimette all’amministrazione un ente migliorato in tutti gli indici patrimoniale e finanziari”.


L’ipocrisia della Politica

Squilli di trombe, campane che suonano a festa, pomposi proclami annunciano la chiusura delle Province in Sicilia Bene siamo tutti contenti che un Ente «inutile» è stato chiuso. Abbiamo ritrovato l’inserto «Il venerdì di Repubblica» datato 2 mar zo 2012 n. 1250 e sfogliandolo alla pagina 39 leggiamo un titolo: «La ricetta di Romiti: con la crisi poveri ma belli» ed un catenaccio che recita «Lo storico AD della Fiat e braccio destro di Agnelli, commenta lo stato dell’economia, con una preghiera: salvate le province, sono l’Italia vera». L’articolo inizia con questa frase «A Cesare Romiti, che pure non era tenero con gli sprechi, le province non dispiacciono: «Sono più vicine alla gente. Piut tosto tagliamo le regioni, di dubbia utilità e con tanti vizi di corruzione titpici dello stato centrale». In queste poche parole è espresso un profondo concetto che i nostri uomini di potere sconoscono o vogliono sconoscere. I maggiori sprechi e scandali, per i quali la magistratura ha in corso numerose in chieste, si verificano proprio nelle regioni e rarissimamente nelle province. Non passa giorno che non vengono alla luce sperperi e ruberie in varie regioni d’Italia: dalle Alpi allo stretto. Eppure nonostante i dati del Ministero del Tesoro che in questi numeri abbiamo riportato, si continua a parlare di chiudere le Province quale Ente inutile. L’aspetto più grave è che l’opinione pubblica ne è convinta bombardata come è dai mezzi di informazione che esaltano queste decisioni. Perchè non si chiudono le regioni? Potremmo risparmiare centinaia di milioni di euro a fronte degli spiccioli che costano le Province in rapporto a questi veri e propri stipendifici e prebende varie quali le Regioni. Questa è pura ipocrisia politica ed ignoranza generalizzata per tentare di mantenere i propri benefici da parte dei politici. La colpa è anche della Province Regionali che non hanno saputo sviluppare adeguatamente i numerosi compiti che le varie leggi del decentramento hanno loro demandato. Vittorio Alfieri

Le funzioni delle Province Regionali siciliane PROVINCIA REGIONALE DI AGRIGENTO

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beni culturali, con le modalità di cui all'art. 21, secondo e terzo comma, della legge regionale 1 agosto 1977, n. 80. Per l'esercizio delle funzioni suddette, la provincia si avvale degli organi periferici dell'Amministrazione regionale dei beni culturali ed ambientali; e) promozione e sostegno di manifestazioni e di iniziative artistiche, culturali, sportive e di spettacolo, di interesse sovracomunale;

La legge della regione Sicilia n. 9 del 6 marzo 1986 istituisce il libero Consorzio dei Comuni denominato Provincia Regionale, quale organo di riferimento delle comunità locali, votata al coordinamento dello sviluppo economico e sociale del territorio. Le province regionali hanno un importante ruolo di coordinamento finalizzato allo sviluppo economico e sociale . Art. 4 Natura e compiti delle province regionali Le province regionali, costituite dalla aggregazione dei comuni siciliani in liberi consorzi, sono dotate della più ampia autonomia amministrativa e finanziaria. Esse sono espressioni delle comunità operanti in territori di dimensioni sovracomunali, storicamente integrate o suscettibili di integrazioni intorno ad un unico polo di direzione, che consentano l'organizzazione delle strutture e dei servizi connessi allo sviluppo delle relative aree, nonchè l'elaborazione e l'attuazione di una comune programmazione economica e sociale. La provincia regionale, ente pubblico territoriale, realizza l'autogoverno della comunità consortile e sovrintende, nel quadro della programmazione regionale, all'ordinato sviluppo economico e sociale della comunità medesima. Essa è titolare di funzioni proprie ed esercita le funzioni delegate dallo Stato o dalla Regione. Per le funzioni statali o regionali ad essa non delegate, la provincia regionale svolge compiti di proposta. Il territorio della provincia regionale può costituire circoscrizione di decentramento statale. La legge regionale 9/1986 legittima le Province siciliane ad adottare un piano di programmazione economico sociale che sia conforme con la pianificazione di sviluppo regionale e con le esigenze del territorio. Il piano di sviluppo economico sociale costituisce espressione di maggiore rilevanza del ruolo di mediazione e coordinamento della Provincia regionale tra Stato, Regione e Comuni. Art. 9 Programmazione economico-sociale In conformità agli indirizzi ed

agli atti della programmazione regionale di sviluppo economico-sociale ed in armonia con i relativi obiettivi e priorità, la provincia regionale, in relazione alle complessive esigenze di sviluppo della comunità provinciale, adotta un proprio programma poliennale articolato in piani o progetti settoriali e territoriali, contenente gli obiettivi da perseguire, le priorità da osservare, gli interventi e le opere da realizzare, in rapporto alle risorse finanziarie comunque disponibili. Il piano provinciale di sviluppo economico-sociale tiene conto delle risultanze dell'assemblea generale dei sindaci dei comuni della provincia regionale, da tenersi annualmente su convocazione del presidente della provincia. Nella stessa sede il presidente della provincia regionale riferisce sullo stato di attuazione della programmazione provinciale. Le Province regionali sovrintendono alla pianificazione della rete delle principali vie di comunicazione stradali e ferroviarie del territorio provinciale e alla localizzazione delle opere ed impianti di interesse sovracomunali.

Art. 12 Pianificazione territoriale La provincia regionale, ferme restando le competenze dei comuni, adotta un piano relativo: 1) alla rete delle principali vie di comunicazione stradali e ferroviarie; 2) alla localizzazione delle opere ed impianti di interesse sovracomunale. Qualora i comuni interessati non provvedano ad adeguare i loro strumenti urbanistici alle previsioni di detto piano, le deliberazioni delle province regionali relativamente alle suddette materie costituiscono varianti rispetto agli strumenti urbanistici comunali. Ai fini della formulazione del piano territoriale regionale, la provincia formula proposte relative alle vocazioni prevalenti del suo territorio, specie per quanto riguarda lo sviluppo delle attività produttive. In relazione al perseguimento delle proprie finalità ed attribuzioni la provincia regionale presenta osservazioni agli strumen-

ti urbanistici generali adottati dai comuni ed in corso di approvazione. Le funzioni amministrative esercitate dalle Province regionali siciliane riguardano vaste zone intercomunali o l’intero territorio provinciale. Le competenze più rilevanti spettanti alle Province regionali sono i servizi sociali, la gestione dei beni culturali e la diffusione della cultura, lo sviluppo economico, la tutela del territorio e dell’ambiente, la difesa del suolo e la salvaguardia della risorse idrogeologiche Art. 13 - Funzioni amministrative (1) (integrato dall'art. 19, comma 13, della L.R. 19/2005) Nell'ambito delle funzioni di programmazione, di indirizzo e di coordinamento spettanti alla Regione, la provincia regionale provvede sulle seguenti materie:

1) servizi sociali e culturali: a) realizzazione di strutture e servizi assistenziali di interesse sovracomunale, anche mediante la riutilizzazione delle istituzioni socio-scolastiche permanenti, in atto gestite ai sensi dell'art. 2 della legge regionale 5 agosto 1982, n. 93; restano ferme le competenze comunali in materia; b) distribuzione territoriale, costruzione, manutenzione, arredamento, dotazione di attrezzature, funzionamento e provvista del personale degli istituti di istruzione media di secondo grado; promozione, negli ambiti di competenza, del diritto allo studio. Le suddette funzioni sono esercitate in collaborazione con gli organi collegiali della scuola; c) promozione ed attuazione, nell'ambito provinciale, di iniziative ed attività di formazione professionale, in conformità della legislazione regionale vigente in materia, nonchè realizzazione di infrastrutture per la formazione professionale; d) iniziative e proposte agli organi competenti in ordine all'individuazione ed al censimento dei beni culturali ed ambientali ricadenti nel territorio provinciale, nonchè alla tutela, valorizzazione e fruizione sociale degli stessi beni, anche con la collaborazione degli enti e delle istituzioni scolastiche e culturali. Acquisto di edifici o di

2) sviluppo economico: a) promozione dello sviluppo turistico e delle strutture ricettive, ivi compresa la concessione di incentivi e contributi; realizzazione di opere, impianti e servizi complementari alle attività turistiche, di interesse sovracomunale; b) interventi di promozione e di sostegno delle attività artigiane, ivi compresa la concessione di incentivi e contributi, salve le competenze dei comuni; (4) c) vigilanza sulla caccia e la pesca nelle acque interne; d) autorizzazione all'apertura degli esercizi di vendita al dettaglio di cui all'art. 9 della legge regionale 22 luglio 1972, n. 43;

3) organizzazione del territorio e tutela dell'ambiente: a) costruzione e manutenzione della rete stradale regionale, infraregionale, provinciale, intercomunale, rurale e di bonifica e delle ex trazzere, rimanendo assorbita ogni competenza di altri enti sulle suindicate opere, fatto salvo quanto previsto al penultimo alinea dell'art. 16 della legge regionale 2 gennaio 1979, n. 1; b) costruzione di infrastrutture di interesse sovracomunale e provinciale; c) organizzazione dei servizi di trasporto locale interurbano; d) protezione del patrimonio naturale, gestione di riserve naturali, anche mediante intese e consorzi con i comuni interessati; e) tutela dell'ambiente ed attività di prevenzione e di controllo dell'inquinamento, anche mediante vigilanza sulle attività industriali; f) organizzazione e gestione dei servizi, nonchè localizzazione e realizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti e di depurazione delle acque, quando i comuni singoli o associati non possono provvedervi. Per le finalità di cui al numero 2, lettera a), del primo comma del presente articolo e di altre disposizioni di leggi regionali, gli uffici periferici e gli enti regionali operanti nel territorio sono collegati e coordinati dalle province regionali. La provincia regionale svolge, altresì, le attribuzioni delle soppresse amministrazioni provinciali, esplica ogni altra attività di interesse provinciale, in conformità delle disposizioni di legge, può essere organo di decentramento regionale e realizzare interventi per la difesa del suolo e per la tutela idrogeologica. v.a.


La chiusura delle Province una rivoluzione di carta PROVINCIA REGIONALE DI AGRIGENTO

Consiglio Provinciale straordinario sul futuro del Consorzio Universitarioe dell’Istituto Musicale di Ribera

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Evidenziati gli alti stipendi dei deputati che al netto portano a casa ogni mese Euro 11.871 netti Quale sarà il futuro delle società partecipate e cioè l’istituto superiore di studi musicali «Toscani ni» di Ribera ed il Consor zio universitario di «Cal carelle», finanziate principalmente dalla Provincia Regionale di Agri gento quando l’Ente sarà soppresso? Alla domanda ha cercato di dare risposta il Consi glio Provinciale convocato in seduta straordinaria dal presidente Raimondo Buscemi. I Consiglieri, preoccupati per il futuro delle partecipate hanno deciso di effettuare un primo passo presso le Commissioni “Affari Generali” e Cultu ra della Regione per chiarire il futuro delle partecipate e contestualmente sviluppare un documento con il quale si propone alla Regione l’azzeramento di ogni gettone di presenza degli amministratori per “…tornare a fare politica – ha detto Raimondo Buscemi – con quella passione che ci ha sempre contraddistinti e dare risposte chiare e concrete all’opinione pubblica sui veri costi della politica». Buscemi ha proposto l'abbattimento di tutti i costi della politica, dei gettoni di presenza e delle altre indennità degli Amministratori, mantenendo le attuali strutture e competenze delle province che non avrebbero così alcun costo aggiuntivo. Per Buscemi appare necessario mantenere le elezioni dirette da parte dei cittadini degli organismi provinciali quali garanzia di vera democrazia. La seduta straordinaria del Consiglio Provinciale, era stata chiesta dai componenti la XI Com missione Consiliare “Vigilanza sugli Enti Parte cipati”, presieduta da Ste fano Girasole e sottoscritta da 17 Consiglieri. Ad inizio di seduta Raimondo Buscemi ha stigmatizzato l’assenza dei soggetti che erano stati invitati e cioè i vertici delle società partecipate, l’Assessore Regionale all’Istruzione Nelli Scilabra, i componenti della V Commissione Regionale Cultura, i deputati regionali e nazionali della provincia di Agrigento, il Presidente della Provin cia Eugenio D’Orsi e gli Assessori Provinciali (presenti in quattro), gli studenti del polo di Agri gento e dell’Istituto Toscanini. «E’ mortificante rilevare – ha detto Buscemi – co me questi problemi non interessano gli stessi

La sala « Giglia» nel corso di una seduta del Consiglio Provinciale

Il Presidente del Consiglio Provinciale Raimondo Buscemi

Arturo Ripepe

Maurizio Masone

Nino Spoto

Ivan Paci

Stefano Girasole

Orazio Guarraci

Totò Scozzari

attori e alla nostra classe politica. Sono assolutamente da condannare que ste assenze di fronte ad un così grave problema che rischia di far saltare quanto, con fatica e tanto investimento di denaro, si è realizzato in provincia sia per il Consorzio Universitario di Calcarelle che per l’Istituto Musica le Toscanini di Ribera». Il consigliere Maurizio Masone nel suo primo intervento ha voluto ricordare la grande figura dello storico siciliano Francesco Renda, scomparso nei giorni scorsi e che tanto lustro ha dato alla nostra terra a cui è stato dedicato un minuto di raccoglimento. Il consigliere Stefano Girasole, presidente della XI Commissione consiliare ha parlato di un danno enorme per la democrazia partecipata stigmatizzando le pesanti assenze «La totale assenza della classe politica regionale dimostra ancora una volta come la politica si disinteressi del territorio. Con lo scioglimento delle Provincia si causa un danno enorme nell’organizzazione territoriale e soprattutto nei servizi resi al cittadino. Il Cupa ed il Toscanini sono due stupende realtà culturali operanti nel nostro territorio ma soprattutto consentono alle famiglie poco agiate di far studiare i propri figli senza dover affrontare le esose spese nei vari atenei. Il Cupa consente a tanti giovani di

raggiungere la laurea, cosa che se l’università di Calcarelle scomparisse, taglierebbe le gambe a tante intelligenze. L’Ars ha legiferato non preoccupandosi minimamente del futuro di queste importanti strutture culturali che da decenni operano nel nostro territorio. I nostri deputati regionali debbono dare delle risposte concrete e contestualmente è bene articolare un pesante documento nel quale esprimere tutto il nostro dissenso nei confronti della classe politica sia siciliana che nazionale». Deciso l’intervento del capogruppo consiliare del Pdl Ivan Paci «Sia mo alle solite. Avevamo chiesto questo Consiglio per incontrare i Deputati, gli Assessori regionali , il presidente del Cupa e del Toscanini, per affrontare il problema, ma debbo constatare la loro totale assenza e disinteresse. Questa operazione di trasformazione delle Province in Consorzi a mio modesto parere non è che una becera operazione di bassa politica come dire che passiamo da una democrazia partecipata nella quale il cittadino esprime liberamente la propria preferenza, alla gestione di pochi intimi che in una stanza decidono chi nominare. Questa rivoluzione di carta viene fatta per risparmiare, ma con quale coraggio alla Regione si parla di ri sparmio, quando tutti noi conosciamo gli sperperi e quanto costa la Regione

per ogni cittadino. Se un ente è da abolire, bene questo è certamente la Regione di dubbia utilità e con tanti vizi di corruzione tipici dello Stato centrale». Il capogruppo del Mpa, Totò Scozzari è stato molto pesante nel suo intervento:»Queste assenze dimostrano quan to possa interessare loro le esigenze del territorio agrigentino. Ai nostri deputati regionali non interessano i tanti servizi che l’Ente provincia ero ga ai cittadini. L’operazione di Crocetta non è che fumo negli occhi all’opinione pubblica: non è con la chiusura delle Province che si risparmia sui costi della politica in quanto è ampiamente dimostrato che l’Ente intermedio è quello che costa meno di tutti. Quello che incide sui bilanci sono i costi della Regione Sicilia. Facciamo un esempio: ognuno dei 90 deputati di sala d’Ercole percepisce, al netto, ogni mese ben 11.781 euro così distribuiti: 5.101 compenso base più 3.500 euro di diaria e 3.180 euro di contributi per attività politica. Se uno ha inoltre delle cariche quali presidente di commissione scatta un bonus di 2.089 euro, questa volta, però, al lordo. L’aspetto più grave di questa farsa sono le dichiarazioni di questi nuovi deputati regionali che per tanti anni sono stati ospiti a vario titolo di questo palazzo della Provincia e

che oggi, solo oggi, guarda caso, dopo venti anni, si accorgono che è un Ente inutile dopo che hanno fatto carriera distribuendo a destra ed a manca contributi presi dal bilancio della Provincia. Io dico che i nostri politici ed i sindacati a tutti i livelli hanno tradito la Sicilia ed il suo popolo. Una vera rivoluzione sarebbe stata quella di decurtare del 50 per cento il numero dei deputati regionali e di un 70 per cento il loro stipendio mensile. Ma su questo non ci sentono». Il Consigliere Orazio Guarraci si è dichiarato contrario all'abolizione delle province parlando di un esproprio democratico della volontà popolare con l'introduzione dell'elezione di secondo grado. Per Guarraci il Governo Regionale di fatto ha impedito ai cittadini di eleggere i propri rappresentanti. Le province, ricorda Guarraci, sono già liberi consorzi con una propria identità culturale. Guarraci profetizza, tra qualche anno, un peggioramento della gestione delle province per mancanza di un disegno organico di riordino che non porterà ad alcun vantaggio per i cittadini. Il Consigliere Maurizio Masone ritiene che il destino delle Province sia ancora incerto e l'abolizione delle stesse sia una forzatura inutile dovuta al sentire comune della società civile che le vuole cancellate dall'ordinamento perché le ritiene inutili. Masone ha chiesto al Presidente del Consiglio di andare alla Regione in audizione alle Commissioni Affari Istituzionali e Cultura per esporre il punto di vista del Consiglio Provinciale e rappresentare il rischio della chiusura del Con sorzio Universitario e dell'Istituto Toscanini di cui non si comprende il futuro. Nino Spoto di Rifon dazione Comunista con rammarico ha dichiarato: «Non mi sento più rappresentato da questa de putazione agrigentina a Sala d’Ercole, la loro assenza è sintomatica di quanto interesse hanno per la nostra provincia ed

i suoi abitanti che sono poi coloro che li hanno eletti. Ma sappiano che tirare la corda prima o poi si rompe». Arturo Ripepe parlando della situazione politica con amarezza ha dichiarato «Nessuno ha capito o vuole capire il vero significato di questa pseudo rivoluzione di Crocetta. La chiusura delle Provin ce non potrà che causare problemi nell’organizzazione territoriale. Crocetta vuole togliere la democrazia per mettere al loro posto i propri uomini e gestire l’intera Sicilia. Questo il vero significato di questa squallida operazione pseudo-politica. Spero che il Governo capisca e capirà che non riuscirà a fare le modifiche alle competenze delle province entro il 31 di dicembre». Ripepe si augura che le province vengano riempite, invece, di contenuti «...per dare reali servizi al territorio». Vittorio Alfieri

Questa edizione del settimanale «Agrigento: Nuove Ipotesi» viene elaborata presso l’Ufficio di Presidenza della Provincia Regionale p.le A.Moro 1 AGRIGENTO


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