Brochure della città di Agrigento in Italiano

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Agrigento e la Valle dei Templi

G vademecum

del turista



vademecum

del turista

Sommario L'Assessorato al Turismo della Provincia Regionale di Agrigento ha prodotto 4 vademecum che intendono presentare al turista che arriva in terra Agrigentina, il vasto patrimonio archeologico, monumentale, artistico e ambientale presente in tutto il nostro territorio. Sono delle guide formato tascabile suddivise in aree tematiche che riescono a dare tutte le informazioni necessarie per approfondire una conoscenza dell'inestimabile valore dei beni che possiede questo pezzo di terra di Sicilia. E’ la prima volta che si lavora ad un sistema informativo per il turista pensando, esclusivamente, alle esigenze del viaggiatore. Agrigento e la Valle dei Templi Sciacca e il Turismo termale Le zone interne e i Castelli Le Pelagie Questo opuscolo, dedicato ad Agrigento contiene i suggerimenti per raggiungere i luoghi da visitare indicando il percorso stradale e le località da non perdere durante la tappa di trasferimento. Il vademecum è corredato anche dall'elenco delle strutture ricettive presenti con le categorie di appartenenza e arricchito da notizie utili che certamente potranno servire al viaggiatore durante la permanenza ad Agrigento. L’ Assessore al Turismo Carmelo Pace

Il Presidente della Provincia Regionale Prof. Eugenio D’Orsi

L’ A N T I C A A K R A G A S LA VALLE DEI TEMPLI IL CENTRO CITTADINO G L I E V E N T I D U R A N T E L’ A N N O IL GUSTO IN TAVOLA COME ARRIVARE E MUOVERSI NUMERI UTILI

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L’ A N T I C A A K R A G A S

Nel 580 a. C. Aristinoo e Pistilo alla guida di un gruppo di coloni Geloi diedero vita al primo nucleo della città in un luogo che per la sua configurazione naturale ben si prestava alla difesa. L'insediamento avvenne sul pendio meridionale di una collina a pochi chilometri dal mare racchiusa tra i fiumi Akragas, da cui derivò il nome della città, e Hipsas, delimitandone il perimetro il primo a levante e il secondo a ponente. A sud la lunga collina che più tardi avrebbe ospitato i templi chiudeva ogni accesso dalla costa. A nord il rilievo dove ora sorge la città moderna era un baluardo inespugnabile con le ripide rocce del suo versante esterno. Un periodo di grande espansione economica ebbe inizio quando nel 570 a.C venne al potere Falaride. Questo tiranno è però rimasto famoso più per la sua crudeltà che per i suoi successi. Egli infatti condannava i suoi nemici a essere rinchiusi all'interno di un toro di bronzo sotto il quale veniva acceso un fuoco. Vuole la leggenda che quando dalla bocca dell'animale uscivano le grida dei malcapitati queste suonavano come veri muggiti. La vera espansione della città però raggiunse il massimo livello nel 471 a.C.

Vista di Agrigento dalla Valle dei Templi

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sotto la guida del tiranno Terone. Akragas ottenne una posizione di primo piano anche in campo politico al punto da essere chiamata "l'occhio della Sicilia". Dapprima mantenne una stretta alleanza con Himera e nel 480 a.C. le truppe delle due città, rinforzate da contingenti Siracusani, inflissero una sconfitta terribile ai Cartaginesi. La vittoria segnò l'apice dello splendore della città tant'è che proprio in quell'epoca cominciarono a essere edificati i primi maestosi templi. Dopo Terone si ebbe un breve periodo di tirannia sotto il terribile Trasideo ma successivamente i cittadini di Akragas adottarono una forma di governo di tipo repubblicano e fu stretta un' alleanza con Siracusa riportando notevoli successi militari. Successivamente entrata in contrasto con l'alleata ne fu sconfitta nel 446 a.C. e in seguito a ciò si mantenne neutrale alle gravi vicende politiche che verso il 410 a.C. turbarono l'isola. Proprio per questa astensione dalle guerre e per la tranquillità interna, la città godette in quel periodo della massima prosperità. Tra i suoi 200.000 abitanti si affermarono uomini illustri come il filosofo Empedocle e il poeta Pindaro che la definì " la più bella città dei mortali ". Nel 405 i cartaginesi ripresero le ostilità e dopo un lungo e drammatico assedio occuparono e saccheggiarono la città. Soltanto nel 340 a.C. gli akragantini riuscirono a riconquistare il loro territorio guidati da Timoleonte che per questo si meritò l'appellativo di "secondo fondatore della città". Dopo un periodo di alterne vicende, nel 262 a.C. la città fu conquistata dai romani che l'arricchirono di numerose costruzioni e ne mutarono il nome in Agrigentum. L'inizio dell'era cristiana venne a coincidere con un periodo di decadenza che durò fino alla conquista da parte degli arabi avvenuta nel 829 d.C.. I nuovi conquistatori le restituirono lo splendore di un tempo, ricostruendo il centro abitato nella parte più alta della collina secondo il loro tipico modello urbanistico e architettonico caratterizzato come ancora oggi è possibile ammirare, da stretti vicoli, cortili e archi. Nuovi monumenti e moschee vennero ad arricchirla e il suo nome mutò ancora diventando "Gergent". Nel 1086 i Normanni di Ruggero d'Altavilla riuscirono a conquistare la città scacciandone definitivamente i mori e favorendone la rinascita creando anche nuove e solide fortificazioni. Restituita alla cristianità, diventa diocesi e cominciano ad essere edificate alcune delle chiese più importanti della città. Il vescovo Gerlando, poi eletto santo patrono della città, avvia lacostruzione del primo nucleo della Cattedrale e di parte dell'attuale palazzo Vescovile. Anche la chiesa di S. Maria dei Greci, edificata sopra I ruderi di un tempio dedicato ad Atena, è databile a quel periodo.

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Grande e nuova prosperità quindi per la città che incrementa i rapporti commerciali esportando grano e sale che prendono il mare dal suo porto, consentendo sino a tutto il 1400 di vivere un periodo di ampia attività e traffico di merci. Il tessuto urbanistico subisce un grande rinnovamento grazie all'influenza della ricca famiglia Chiaramonte che in quel tempo esercitava un ruolo importante nella vita socio politica dell'intera isola. La grandezza e la potenza di questa famiglia sono evidenziate anche nello stile architettonico che si afferma nelle nuove costruzioni edificate in quel periodo in tutta l'isola e oggi identificato appunto come stile "chiaramontano". Intorno al 1700 per Girgenti (nuovo nome della città) si schiude un rinnovato momento di intensa attività edilizia in cui vengono eretti ricchi palazzi, monasteri e numerose chiese. Anche la vita culturale godette di questo processo di rinnovamento, grazie anche al contributo del vescovo Lucchesi Palli che nel 1765 donò alla città la propria biblioteca di circa 18000 volumi. Oggi la biblioteca Lucchesiana ne conserva oltre 50.000, tra cui preziosissimi pezzi unici, codici miniati e manoscritti di grandissima valore storico e bibliografico. Successivamente, sotto i Borboni, la città visse un periodo che coincise con un lento e progressivo declino. Nel 1867 Girgenti, in contrada Caos, dà i natali a Luigi Pirandello, drammaturgo e scrittore, premio Nobel per la letteratura nel 1934. Nel 1921 il nome Girgenti venne mutato in Agrigento secondo l'etimo latino. Negli anni tra le due guerre furono costruiti alcuni importanti edifici come i palazzi delle Poste e Telegrafi e della Banca d'Italia, e la Stazione ferroviaria. Tomba di Terone

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L A VA L L E D E I T E M P L I

Se Pindaro ebbe a definire l'antica Akragas "la più bella città dei mortali ", oggi, dopo duemila e cinquecento anni ammirando lo splendore della Valle con la maestosità dei templi dorici non possiamo fare altro che confermare il pensiero del sommo poeta. E l'opulenza e lo splendore della città erano tali che un'altro grande uomo di cultura del tempo, Empedocle, disse che gli akragantini costruivano case e templi come se non dovessero morire mai e mangiavano come se dovessero morire l'indomani. Certamente avevano ragione entrambi, e i tesori architettonici, diventati oggi patrimonio dell’Unesco e che tutto il mondo ammira, sono ancora lì, adagiati dopo duemila e cinquecento anni su quella divina valle degli Dei. Osservando i templi con lo sfondo del limpido mare agrigentino si vedranno in successione il tempio di Giunone, posto nella parte più alta della collina, la necropoli paleocristiana, il Tempio della Concordia, la Villa Aurea, il Tempio di Ercole, di Giove Olimpico, dei Dioscuri e di Vulcano. Il Tempio di Giunone, o di Hera Lacinia, eretto nel 450 a.C. ca. in stile dorico, poggia su un vasto basamento a quattro gradini realizzato per sopperire all'irregolarità del terreno. Delle 34 colonne originarie ne rimangono 25 erette, di cui 15 ancora con il loro architrave, e 9 spezzate. A pochi metri dalla facciata est troviamo un altare monumentale. Lungo il tratto che conduce dal tempio di Giunone a quello della Concordia è possibile vedere gli arcosoli bizantini, nicchie sepolcrali sormontate da un arco scavate nella roccia delle fortificazioni greche erette lungo la linea della collina.

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Principale punto di riferimento di tutto il sito archeologico agrigentino, il Tempio della Concordia è il monumento meglio conservato di tutta la Magna Grecia. Edificato nel V secolo a.C., presenta 6 colonne sulle facciate minori, e 13 sulle maggiori. L'eccellente stato di conservazione di questa struttura è da attribuire alla trasformazione in basilica cristiana dedicata ai santi Pietro e Paolo, operata dal vescovo Gregorio nel corso del VII sec. A nord si trova una necropoli paleocristiana caratterizzata da ipogei e catacombe. A ovest sorge la Villa Aurea che agli inizi del secolo scorso fu dimora dell'inglese Sir Alexander Hardcastle a cui si devono molti degli scavi compiuti nella valle dei Templi. La sua tomba può essere visitata nel cimitero di Bonamorone. La strada in lieve pendio ci conduce ai resti del Tempio di Ercole, il più antico tra quelli costruiti ad Akragas. Databile intorno al 520 a.C. occupa complessivamente un'area di circa 1700 mq, inferiore solo all'immenso tempio di Giove. Sulla sinistra si apre quella che un tempo era la IV porta d'accesso alla città, oggi chiamata "Porta Aurea", da dove nel 210 a.C. entrarono i soldati romani comandati dal console Levino.

Tempio di Giunone

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Resti del Tempio di Giove con Telamone

Attraversata la strada si può raggiungere il Tempio di Giove Olimpico. L'immenso edificio, eretto su volontà dal tiranno Terone, aveva una superfice di 6340 mq, e fu certamente una tra le costruzioni doriche più grandiose del tempo. A conferma di ciò rimangono i giganteschi Telamoni alti 7,65 mt. che erano collocati nello spazio tra due colonne, a metà altezza rispetto alla base, a maggiore sostegno della struttura. Un copia in tufo del Telamone si trova entro il perimetro del tempio, mentre un originale è conservato nella grande sala principale del Museo Archeologico Regionale di San Nicola. Crollato a causa di un terremoto, gran parte dei resti del tempio furono utilizzati per costruire nel XVIII sec. il molo di Girgenti. Proseguendo poco più avanti si raggiunge l'area sacra delle Divinità Ctonie. Tutta la zona circostante è ricca di altari in cui venivano effettuati sacrifici in onore delle divinità della terra. Il Tempio di Castore e Polluce, o dei Dioscuri è collocato proprio dentro quest'area. Chiamato anche "delle tre colonne" poiché dai vari punti di osservazione una delle quattro colonne viene coperta dalle altre, in origine ne contava 13 sui lati e 6 di fronte. Collocato su un dirupo sull'estremo versante della collina, si trova il tempio di Vulcano dove è visibile l'intero basamento con 2 colonne ancora erette delle 34 originarie. E' raggiungibile attraverso il percorso che permette di visitare il giardino della Kolymbetra o antica piscina. Realizzata all'epoca di Terone su un'area di poco meno di 5 ettari, dove confluivano le acque del sottosuolo della città, il tiranno akragantino vittorioso sui cartaginesi nella battaglia di Himera, approfitto, dei numerosi prigionieri per dotare la città di nuove costruzioni di templi, opere pubbliche, reti idriche e una grande piscina dove affluivano le acque dei ruscelli e delle varie sorgenti da utilizzare come

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approvvigionamento idrico della città. Inizialmente questo vasto bacino d'acqua largo circa 800 mt. e profondo ben 36 mt., (secondo le misure dell'epoca, largo sette stadi e profondo venti braccia) divenne un oasi per cigni, volatili e anche un ricco allevamento di pesci, successivamente a causa dell'interramento di questa grande vasca dovuto alla particolare natura del terreno, e grazie all'abbondanza d'acqua presente, tutta l'area divenne un meraviglioso orto e un rigoglioso giardino con eccezionali alberi da frutto. Recentemente, dopo decenni di abbandono che ha trasformato tutto il luogo in una zona inaccessibile a causa della presenza di una fitta e impenetrabile vegetazione che ha reso impraticabile la conca tra il tempio dei Dioscuri e quello di Vulcano, nel 1999 grazie al fondamentale intervento del Fondo per l'Ambiente Italiano il giardino della Kolimbetra è ritornato splendido e rigoglioso come un tempo. Un luogo dove passeggiando tra i sentieri ricreati è possibile godere della vista di alberi di arance, limoni, mandorli, gelsi, e tante altre varietà di frutti, sentirne i profumi, viverne le emozionanti suggestioni che questo luogo trasmette e nel silenzio di questo piccolo paradiso immaginare le voci festanti degli abitanti dell'antica e nobile Akragas. Ritornando verso Porta Aurea, proprio sotto il tempio di Ercole, è possibile vedere la Tomba di Terone. In effetti il monumento funebre risulta di epoca successiva al tiranno e più probabilmente fu eretto in onore dei soldati Giardino della Kolymbetra, Valle dei Templi - “Una piccola valle che, per la sua sorprendente fertilità, somiglia alla valle dell’Eden o ad un angolo della Terra promessa”. (Abate di Saint Non, 1778)

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Tempio di Castore e Polluce

caduti durante le guerre puniche. Percorso il viale alberato che costeggia piano S. Gregorio e fatto un breve tratto della statale per Porto Empedocle troviamo sulla destra il Tempio di Esculapio (Asclepio). Dedicato al dio della medicina, il luogo era meta di Tempio della Concordia

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pellegrinaggio da parte di malati e sofferenti. Particolari sono le due false colonne collocate in ciascuna delle facciate. Risalendo verso la città è possibile visitare la chiesa di San Nicola del XIII sec., in cui è conservato in una cappella il famoso Sarcofago di Fedra, e l'adiacente Museo Archeologico Regionale. Distribuito in 19 sale, grazie ai reperti archeologici custoditi, il museo è di indubbia importanza mondiale. Oltre alla ricchissima esposizione di vasellame greco e di oggetti vari rinvenuti nei dintorni della città, è di grande effetto il Telamone che trasportato dal tempio di Giove e stato collocato in posizione eretta nella grande sala centrale . L'Oratorio di Falaride adiacente al museo è un tempio funerario forse di epoca romana, edificato secondo la leggenda, nel posto in cui sorgeva il

Reperti al Museo Archeologico Regionale

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Quartiere ellenistico-romano

palazzo del crudele tiranno di Akragas. Proprio di fronte l'Oratorio vi è l’Ekklesiasterion, un piccolo anfiteatro in cui gli akragantini si riunivano per discutere le leggi e le problematiche cittadine. Il vicino Quartiere Ellenistico Romano, racchiuso in un'area di oltre 10.000 mq, evidenzia lo stile urbanistico del tempo che segue i canoni dell'impianto ippodameo. L' insediamento dal III sec.a.C. al V d.C. e gli scavi effettuati hanno riportato alla luce le abitazioni, le botteghe e le taverne tutti collocati con notevole razionalità urbanistica. Diversi sono i mosaici e le decorazioni di alcune ville patrizie, oggi opportunamente protetti con moderne strutture che rendono possibile la visita. Ripercorrendo la passeggiata archeologica e raggiunto il bivio di Bonamorone, si prosegua a sinistra per la via Demetra che ci conduce al cimitero monumentale. Poco distante sulla vicina collinetta a sinistra troviamo la chiesa medievale di San Biagio eretta sui resti ancora visibili del Tempio di Demetra. Salendo dunque dal panoramico viale Gramsci si raggiunge il viale della Vittoria e quindi il centro della città. Possiamo cominciare la visita della città partendo da Piazza Marconi. Dominata dall'edificio della stazione ferroviaria, proprio di fronte si allunga il viale della Vittoria da cui è possibile ammirare tutta la Valle con i templi incastonati sullo sfondo azzurro del Mediterraneo. Guardando verso

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Il pino e la casa natale di Luigi Pirandello

occidente è possibile intravedere la casa di Pirandello e piÚ oltre Porto Empedocle. Al tramonto il cielo si infiamma in uno scenario di spettacolare bellezza.


IL CENTR O CITTADINO

Risalendo verso piazzale Aldo Moro incontriamo il santuario di San Calogero (XVI sec.), il santo nero compatrono della città insieme a San Gerlando. Attraversata la zona alberata si raggiunge Porta di Ponte da dove ha inizio la via Atenea, il salotto della città. Parallela a questa, sulla sinistra, corre la stretta e caratteristica via Pirandello, con la chiesa settecentesca di San Pietro affrescata con episodi della vita del santo. Poco più avanti sul lato sinistro si incontra la Basilica di San Francesco d'Assisi. Edificata nel XVIII sec. in stile barocco, durante l'ultimo conflitto mondiale subì gravissimi danni. Oggi completamente ristrutturata, ospita al suo interno opere del Gaggini e affreschi di Domenico Provenzani. Pochi scalini ci riportano sulla via Atenea. Imboccando più oltre la via Celauro o poco prima la via Porcello, si raggiunge la salita che conduce al Monastero di Santo Spirito. E' certamente il complesso monumentale di epoca chiaramontana meglio conservato della Sicilia. Eretto nel 1299, la sua chiesa ha la navata unica e un prezioso soffitto a cassettoni. Gli stucchi del Serpotta ( la Natività, l'Adorazione dei Magi, la Fuga in Egitto) ne impreziosiscono l'interno. Attraversato il chiostro con il giardino, una scala ci porta all'antico dormitorio del convento oggi adibito a salone per esposizioni, mostre e appuntamenti culturali. Percorsa la via Foderà si arriva in piazza Purgatorio.

Chiesa di San Lorenzo (Purgatorio)

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Qui si trovano, l'una di fianco all'altra, l'omonima chiesa, detta anche di San Lorenzo, e la chiesa di Santa Rosalia, entrambe erette nel XVII sec. Nella prima è stato ultimato il restauro della facciata in stile barocco con il grande portale e le belle colonne tortili. All'interno si trovano vari capolavori di artisti del tempo come le otto statue delle Virtù di Giacomo Serpotta e la Madonna del Melograno attribuita alla scuola del Gaggini. Nella seconda purtroppo l'originale e bella facciata rotondeggiante smontata nel dopoguerra per consentire i restauri ai muri perimetrali non è stata più ripristinata. Dedicata alla Santa che arrestò la peste nel 1626, l'interno della chiesa è ben decorato con stucchi e due interessanti dipinti di Domenico Provenzani. Continuando per la via Atenea troviamo piazza Gallo con il Palazzo dell'Orologio. Eretto nel 1851 in stile gotico, è stato in passato sede del municipio e successivamente ha ospitato la Banca d'Italia. Oggi è sede della Camera di Commercio. Poco più avanti c'è la chiesa di San Giuseppe (XVIII sec.) che domina l'omonima piazza sulla quale si affaccia il Circolo Empedocleo. Costruito nel 1835 su progetto di Raffaello Politi, fu per lungo tempo punto d'incontro della nobiltà cittadina ed oggi come allora dopo oltre 170 anni, continua ad essere luogo di riferimento per la cultura agrigentina.

Chiesa di Santo Spirito

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Teatro Pirandello

Qui si esaurisce la via Atenea. Un breve tratto in lieve pendio ci immette in piazza Pirandello sulla quale si affacciano il Palazzo Municipale, la Basilica di San Domenico (XVII sec.) e il Museo Civico. L'edificio che ospita il Municipio era in origine il convento dei domenicani dell'adiacente basilica. Nell'atrio del Palazzo Municipale si trovano l'ingresso ed il foyer del Teatro Pirandello. Eretto nel 1870 su progetto di Dionisio Sciascia e decorato dall'architetto palermitano Giovanni Basile, questo teatro è a ragione considerato tra i più belli della Sicilia e il suo stile richiama quello del teatro "La Fenice" di Venezia. All'interno della chiesa di San Domenico oltre ai numerosi stucchi e alle ricche decorazioni, si conserva una pregevole tela del '600 del pittore Pompeo Buttafuoco raffigurante la Crocifissione. Il Museo Civico sorge sul lato opposto della piazza. Inaugurato agli inizi del nostro secolo, è sede della Pinacoteca Comunale ed attualmente è in fase di ristrutturazione. Poco più avanti si raggiunge Piazza Sinatra dove sul lato destro è possibile ammirare come da un grande “balcone” un panorama unico dove è visibile da Est a Ovest la costa agrigentina da Punta Bianca a Porto Empedocle con al centro tutta la Valle dei Templi. Sempre da Piazza Sinatra inizia la caratteristica via Garibaldi con

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l'antichissimo quartiere “Rabato”. Da qui parte la zona araba di Agrigento in cui è possibile ritrovare una serie di viuzze strette particolarmente caratteristiche, con vicoli e cortiletti appartenenti ad una evidente tipologia costruttiva presente nelle città arabe. Risalendo in piazza San Giuseppe, sulla destra della chiesa s'inerpica la via Matteotti, dagli agrigentini più comunemente chiamata via Bac Bac (nome di origine araba che significa "nano"). Percorrendola per un breve tratto sino al Piano Lena e imboccando la scalinata di via Saponara è possibile raggiungere la caratteristica chiesa medievale di Santa Maria dei Greci. Eretta intorno al XIII sec. sui resti ancora visibili di un tempio greco probabilmente dedicato alla dea Atena, fu la cattedrale del clero greco agrigentino sino al 1088. L'interno è a tre navate, e parte del soffitto è ancora quello originale. Bella nella sua semplicità, dal piccolo cortile d'ingresso è possibile raggiungere attraversando un corridoio sotterraneo i resti del tempio costituiti da una gradinata, sei colonne tronche e lo stilobate. Percorsa la salita S. Alfonso si giunge in via Duomo. A pochi metri sulla destra si vede l'antica chiesa dell'Itria (XVI sec.) di cui oggi rimane solo il pregevole prospetto caratterizzato da due finte finestre e da un portale con bugnato. Al civico 86 è ubicata la Biblioteca Lucchesiana. Donata alla citta nel 1765 dal vescovo Lucchesi Palli e progressivamente ampliata, oggi conta più di

Chiesa di San Domenico e Palazzo Municipale

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50.000 volumi tra cui pregiati incunaboli, manoscritti arabi e greci unici al mondo. Splendide le scaffalature in legno intarsiato e scolpito. La sala principale è caratterizzata da una balconata in ferro battuto sovrastante gli scaffali e da una statua in marmo raffigurante il vescovo, opera dello scultore catanese Giuseppe Orlando. Adiacente la biblioteca c'è la chiesa eretta nel 1854 per sostituire quella dell'Itria e che successivamente venne dedicata a S. Alfonso dei Liguori. Al suo interno è possibile ammirare gli affreschi e le tele di Giovanni Patricolo, e le decorazioni e gli stucchi del siracusano Vincenzo Signorelli. Del romano Pietro Gagliardi è la Madonna e San Gerlando posta vicino alla tribuna marmorea che ospita la statua del santo in fondo al presbiterio. Più avanti troviamo il Palazzo Vescovile. La sua costruzione fu iniziata nell'XI secolo dal vescovo Gerlando e nel corso dei secoli è stato ingrandito e abbellito per opera dei vescovi succedutisi alla guida della diocesi agrigentina. Nel primo blocco della costruzione è possibile ammirare l'antica Torre dell'Orologio (XV sec.) con il quadrante ancora ben visibile. Alcune sale del palazzo sono in fase di ristrutturazione per essere adibite a museo. Vi saranno conservati i preziosi paramenti sacri attualmente ospitati nei locali del Museo Archeologico di San Nicola. Siamo ora sul punto più elevato della collina da dove la mole della Cattedrale domina la città. Vi si può accedere dalla doppia scala di via Duomo o dalla grande scalinata di piazza Don Minzoni che porta all'entrata principale. Eretta dal Vescovo Gerlando nel 1096 probabilmente sui resti di un tempio attribuito a Zeus Atabirio, si sviluppa per quasi 100 metri in lunghezza e 40 in larghezza. L'interno è suddiviso in tre grandi navate delimitate da due file di imponenti pilastri che si concludono in arcate ogivali. Il soffitto della navata centrale è diviso in due parti: la prima risalente al 1518 ca. a travature scoperte con capriate di legno magistralmente decorate, la seconda del 1682 con cassettoni dorati con al centro una grande aquila bicipite. Splendidi l'immensa abside ed il coro riccamente adornati da stucchi dorati. Numerose sono le opere conservate nella chiesa. Tra le più notevoli sono da segnalare l'arca d'argento realizzata nel 1639 contenente le reliquie di San Gerlando, la bellissima statua in marmo della Madonna col Bambino ( XVI sec.) attribuito alla scuola del Gaggini, i pregevoli affreschi e le varie tele che adornano tutto il tempio. Nella navata di destra un'urna di vetro conserva i resti imbalsamati che la tradizione attribuisce al paladino Brandimarte, caduto sulla spiaggia di Lampedusa nello scontro dei "tre contro tre" descritto ne L'Orlando Furioso. Il lato opposto di piazza Don Minzoni è occupato dal seminario vescovile

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Cattedrale di San Gerlando

(XVII sec.) nella cui area si trova lo Steri edificato nella seconda metĂ del '300 dalla nobile famiglia Chiaramonte. Ripercorrendo in senso opposto la via Duomo si arriva in piazza Plebis Rea e da qui imboccata a destra la via Matteotti si raggiungono nuovamente piazza Gallo e la via Atenea.

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I templi, la Valle, i monumenti del centro storico... ma... Agrigento è anche mare. Mare azzurro e pulito lungo chilometri e chilometri di spiagge e scogliere, da Punta Bianca a Porto Empedocle con il lido di San Leone a fare da ideale baricentro. Con il suo porticciolo turistico è preciso punto di riferimento per velisti e diportisti. Tavole a vela e motoscafi aggiungono colore al mare di cristallo. La sabbia dorata degli ampi arenili agrigentini è un richiamo irresistibile. Il ristoro delle acque nella canicola estiva, un desiderio irrinunciabile.


PORTO TURISTICO DI SAN LEONE www.pagineazzurre.com www.ci-map.com GUIDA NAUTICA - ESPERTO LOCALE SERVIZI NAUTICI DA DIPORTO E LOCAZIONE NATANTI Sig. Roberto Amodio - mobile 338.3518573 SERVIZI PORTUALI Capitaneria di Porto - tel. 0922.636640 Guardia Costiera Soccorso in mare - tel. 1530 Lega Navale Italiana, banchina nord - tel. 0922.651624 Yachting Club San Leone, molo di ponente - tel. 0922.411243 Club Nautico Sportfisherman’s, molo di levante - tel. 0922.605926 Soc. Coop. Cormorano, molo di levante - tel. 0922.25544 Club Nautico Punta Piccola, molo di levante - tel. 0922.596390 A.S. Mare Club, molo di levante - tel. 0922.441449 Ass. Nautic Falco Azzurro, banchina nord - tel. 0922.608349 A.S. Liberi Diportisti, banchina nord/banchina di ponente - mobile 338.5277614 CARBURANTI - LUBRIFICANTI Lungomare Falcone e Borsellino,1 - tel. 0922.412095 PESCA - SUB - RICARICA A.R.A. - ACCESSORI Pagliarello, Lungomare Falcone e Borsellino, 17 - tel. 0922.412815 Bazar Arnone - Accessori Nautici e per la pesca, Via Emporium San Leone, Porticciolo turistico

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FESTE DI TRADIZIONE POPOLARE Sagra del Mandorlo in fiore ( prima settimana di febbraio) Festival Internazionale del Folklore ( prima settimana di febbraio) Una manifestazione che ha avuto inizio nel lontano 1945 e annualmente partecipano gruppi folklorici e bande nazionali e internazionali. A livello mondiale è uno degli appuntamenti più importanti di Folklore.

GLI EVENTI DURANTE L’ANNO

L'attività artistica, culturale e sportiva ad Agrigento è intensa ed interessante. Omogeneamente distribuita durante l'anno, trova la massima intensità nel periodo estivo. Diamo alcune indicazioni sui numerosi appuntamenti agrigentini mese per mese.

Sagra del Mandorlo in fiore

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Festa di San Calogero, Processione per le vie del centro storico

FESTE RELIGIOSE

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Settimana Santa (settimana di Pasqua) Processioni e riti con la partecipazione delle Arciconfraternite agrigentine. San Calogero (prima e seconda settimana di luglio). Manifestazioni religiose e folkloriche. Chiamato anche il Santo Nero, è insieme a San Gerlando il compatrono della città. Durante la processione che si snoda per tutto il centro storico cittadino con il simulacro portato a spalla dai devoti portatori, la gente è solita lanciare dalle finestre i “muffuletti” di San Calò, le tradizionali pagnottelle con sesamo e semi di finocchietto. Tutta la processione è accompagnata dal ritmo frenetico dei tamburi che nella caratteristica “Diana” rievocano timbri e musicalità arabeggianti. Un'antichissima tradizione agrigentina racconta che durante una gravissima epidemia, un vecchio religioso conoscitore di pratiche mediche, accompagnato dal rullo di tamburi, attraversava la città chiedendo pane e cibo per i malati relegati fuori le mura cittadine.


EVENTI CULTURALI Convegno Internazionale “Mare e Territorio” (ottobre) Agrigento Arte (ottobre) Premio Telamone (ottobre) Premio Internazionale “Empedocle” per le scienze umane (novembre) Convegno Internazionale Studi Pirandelliani (dicembre) Premio Internazionale per la Medicina Michele Fodera’ (dicembre) RASSEGNE CINEMATOGRAFICHE Premio Internazionale Efebo d’Oro (settembre) Rassegna del Cinema Archeologico (luglio/agosto)- Valle dei Templi

Momenti della Settimana Pirandelliana

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RASSEGNE TEATRALI E MUSICALI Teatro Le Stoai (gennaio/dicembre) - Valle dei Templi Teatro Pirandello (ottobre/aprile)- Piazza Pirandello Teatro La Posta Vecchia (ottobre/aprile)- Via Giambertoni Settimana Pirandelliana (agosto/settembre)- Casa natale Pirandello Giardino della Kolymbetra (aprile/settembre)- Valle dei Templi Teatro Valle dei Templi (luglio/settembre) - Piana San Gregorio Blues & Wine Soul Festival (luglio)- Centro Storico Agrigento MANIFESTAZIONI SPORTIVE Regate veliche Akragantine (luglio) - San Leone Fabaria Rally - Rally dei Templi (settembre) - Agrigento e dintorni

Fabaria Rally

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Momenti di Blues & Wine Soul Festival


Giardino della Kolymbetra

Momenti da Il Mito nella Valle dei Templi



I L G U S TO I N TAVO L A

Visitare Agrigento significa anche assaporare le tipiche pietanze “giurgintane”, con tutte le prelibatezze eno-gastronomiche che la nostra magica terra offre. Oggi la cucina agrigentina non si distacca dalla cultura gastronomica isolana poiché tutte le province condividono in modo pressoché univoco le elaborazioni culinarie che hanno portato al successo dei piatti siciliani. Tuttavia nel territorio agrigentino è possibile individuare alcune varianti culinarie che si distaccano nettamente dalle altre province, presentando alcuni piatti tipici come specialità uniche del luogo. Se la cucina siciliana e quindi anche quell'agrigentina, racchiude in sé veri e propri trionfi gastronomici per la delizia e la gioia dei nostri palati, cosa sarebbe un convivio con portate e prelibatezze “giurgintane” se il tutto non fosse sapientemente innaffiato da quel “nettare degli dei”, frutto delle nostre vigne? Nella produzione d'uva da mosto in Sicilia la provincia d'Agrigento è seconda solamente a quella di Trapani che tradizionalmente ha sempre avuto il primato, ma oggi è prima per la produzione di uva da tavola con la famosa “Uva Italia” coltivata nelle campagne di Canicattì. La produzione vitivinicola dell'agrigentino, come in genere quella siciliana, affonda le radici in secoli di lavorazione di pregiatissime viti che hanno reso possibile la creazione di vini dalle qualità particolari, ovunque riconosciuti e apprezzati.

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Chi arriva nella città dei templi troverà nei suoi pasti quotidiani, una miscellanea di sapori che sapranno incantarlo come l'abbraccio sensuale di una bella donna siciliana. Dagli antipasti al dolce sarà un trionfo di golosità che obbligherà il turista, al ritorno dalla vacanza, ad una dieta che permetta la ripresa delle dimensioni e del peso iniziale. Dato per certo che in qualunque pasticceria della città, tutte le succulente ghiottonerie che troverete esposte nelle vetrine sono di produzione artigianale, la colazione mattutina diventa un vero e proprio enigma su cosa scegliere e gustare per prima. Se tra i dolci siciliani il titolo di regina è stato dato alla cassata, potrete cominciare la giornata gustandone una bella fetta rigogliosamente ripiena con crema di ricotta o, se volete, potete assaggiare il re dei dolci siculi: sua maestà il “cannolo”. E perché non assaporare uno “cciarduni”, dolce tipico agrigentino farcito con crema di ricotta con l'esterno ricoperto da granelle di mandorle tritate. O ancora un bel pezzo di torta rustica, anche questa con ricotta e mandorle “giurgintane”? Sempre con la crema di ricotta, consigliamo di provare le “sfince”, i “rollò”, i ravioli, o il “cartoccio”, o se preferite la crema gialla pasticcera con pezzetti di cioccolato provate la buonissima “genovese”. Un dolce questo che a parte il nome non ha nulla a che vedere con la città di Genova. Se invece amate i dolci secchi che non siano “cremosamente”ridondanti, consigliamo allora di scegliere le pastine col ripieno di mandorla o pistacchio. In autunno, in occasione della ricorrenza dei defunti, troverete un'esplosione di coloratissimi “frutti di marturana”, o i bianchi “carcagnetti” chiamati

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anche lugubremente “ossa di morto”. Se poi la vostra visita nella Città dei Templi coincide con il periodo pasquale, allora consigliamo di gustare l'agnello di pasta reale con l'anima di pasta di pistacchio. E' una delizia in quanto la lavorazione esclusivamente artigianale è effettuata con l'uso di mandorle e pistacchi provenienti da coltivazioni della provincia agrigentina. Sempre con mandorle locali “a cubaita”, il torrone siciliano, i biscotti ricci, i frutti di marzapane, le torte di mandorla, sono solo alcune delle prelibatezze che suggeriamo di assaggiare senza indugio a chiunque si trovi a visitare Agrigento. Se poi gradite gustare qualcosa d'insolito, allora vi suggeriamo i “mastazzola”. Sono dei biscotti la cui pasta è lavorata e ammorbidita con il vino cotto e l'aggiunta di pepe nero. Sono una vera leccornia che consigliamo d'innaffiare con del vino zibibbo. Favoriti dal clima agrigentino molto mite, anche nel periodo invernale è possibile assaggiare degli ottimi gelati. Se poi la vostra vacanza si svolge durante la stagione estiva allora ogni giorno potrete assaggiare un gusto diverso. Sia ad Agrigento che nella zona balneare del lido di San Leone troverete tutte le opportunità per soddisfare i vostri gelidi desideri. Dal semplice cono alle morbide brioches farcite potrete apprezzare gelati che difficilmente avranno lo stesso gusto in altri luoghi. Il gelato di cassata o di pecorino, insieme al pistacchio sono solo alcune di quelle golosità locali che vi manderanno in estasi. Anche i gelati alla frutta, i semifreddi, le cassatine di gelato alla ricotta e cioccolato garantiscono la goduria del palato e dello spirito. Raggiunta l'ora del pranzo, dalle 13.00 in poi ci si può dedicare ad un nuovo

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rifornimento d'energie scegliendo di visitare uno dei tanti ristoranti della città, pronti a farvi assaporare le tipiche specialità locali di pesce o carne. Indichiamo tuttavia alcune delle portate che sono abitualmente servite nei ristoranti di Agrigento cominciando dagli antipasti che possono essere di verdure o di pesce. La sapiente lavorazione degli ortaggi e delle verdure, frutto della tradizione contadina, produce alcune prelibatezze che nella loro semplicità esprimono, sostenute da un generoso olio extra vergine agrigentino e da aromi e spezie locali, sapori forti, decisi e intensi. Generalmente presentate come “antipasto rustico”, vengono servite le “chiappe”, (il pomodoro rosso essiccato al sole in estate e messo sott'olio), pomodori, melanzane e peperoni ripieni. Funghi e melanzane sott'olio, alla brace o panati. “Milinciani fritti”, carciofini sott'olio, caponata di carciofi e caponata di melenzane. “Olivi scacciati” (olive schiacciate e condite), “passuluna” (olive nere al forno) e ancora le panelle, fatte con la farina di ceci, le crocchette di patate. Poi vi sono le frittatine che possono essere di carciofi, di melanzane o di zucchine. Una vera goduria. Anche il pesce occupa tra gli antipasti un ruolo importantissimo. Sempre freschissimo e proveniente dalla nostra costa è ottimo come insalata di frutti di mare con polpo, gamberetti, cozze e vongole o ancora gamberetti crudi macerati, pesce spada panato, o il genuino pesce azzurro come le semplici sarde che preparate a “beccafico” con mollica, aromi, pinoli e uva passa diventano un piatto irresistibile. Ogni ristorante oltre ad offrire primi piatti di una vasta scelta, presenta generalmente una specialità tipica che non è altro che il frutto di quell'inventiva culinaria tipica, dei siciliani. Tuttavia indichiamo alcuni primi piatti tradizionali come la pasta con le sarde, i rigatoni con sugo e salsiccia o

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con i cavolfiori, pinoli e uva passa, o con i broccoletti che in dialetto “giurgintano” è chiamata “a pasta cu sparaceddu” raccomandando di spolverare del pecorino grattugiato. I cavatelli di pasta fresca alla giurgintana, conditi con salsa di pomodoro fresco, melanzane fritte, basilico, rigorosamente ricoperti di ricotta salata. Ancora gli spaghetti alla “carrettiera” o conditi con il pomodoro verde, i ditalini con le fave e ricotta fresca e i maccheroncini al pistacchio e la mitica pasta al forno che qualcuno chiama anche timballo di pasta, preparata con i rigatoni o gli anellini. Un'esplosione di sicilianità in cui gli attori sono il sugo al ragù obbligatoriamente preparato con il pomodoro fresco e con carne tritata con poco grasso, e qui evitiamo di entrare nella descrizione preparativa in quanto ogni cuoco ha una sua personalissima variante che ne esalta la bontà, il formaggio pecorino o il caciocavallo, l'uovo sodo, la mollica con la gradevole presenza delle melanzane fritte o arrostite. Generalmente dopo un'abbondante porzione ben difficilmente si riesce a mangiare un secondo piatto. Il pesce, occupa un ruolo importante nella preparazione dei condimenti e delle salse dei primi piatti. Gli spaghetti con la salsa all'aragosta, agli asparagi e gamberetti o allo scoglio con i frutti di mare, o le fettuccine agli scampi, il risotto con carciofi e gamberetti, sono solo alcune indicazioni di quello che potrete gustare. Prima di concludere con i primi è doveroso parlare delle minestre e dei minestroni. Tra le minestre primeggia senza dubbio “u maccu”. Piatto originario del paese

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Raffadali, è una crema di fave cui va aggiunta la pasta nel formato ditalini, o spaghetti sminuzzato. Versato nel piatto va condita con un filo d'olio extra vergine e pepe. E' una bontà. La minestra di “finucchieddu” con il finocchietto selvatico, pisellini freschi e spaghetti anche questi sminuzzati. Quella di San Giuseppe, tradizionalmente preparata il 19 marzo è chiamata anche “minestra dei poveri”. L'appellativo deriva dal fatto che un tempo questo era un piatto unico frequentemente consumato nei ceti meno abbienti. Era preparato mettendo in pentola tutto quello che si riusciva a recuperare dai rimasugli dalla dispensa, dal riso ai diversi tipi di pasta, dalle varie verdure e gli ortaggi rimasti, alle castagne secche. Oggi in epoca di grande consumismo è diventato un originale piatto tipico che va servito con un filo d'olio extra vergine in crudo. E ancora le semplicissime ma gustose minestre di “cavoli” e di lenticchie. Le origini e la cultura contadina del territorio ci offrono delle elaborazioni culinarie che sfruttando in modo semplice i prodotti della terra, ci permettono di preparare piatti che esprimono il massimo della bontà e genuinità. Passando ai secondi piatti, un discorso a parte lo meritano quelli di carne. Si va dalle ricche grigliate alla brace con le costolette d'agnello, di maiale e di vitello e l'immancabile gustosissima salsiccia condita con peperoncino, sesamo e finocchietto selvatico. Cucinate col sugo e le patate, le costatine di maiale e la salsiccia con peperoncino, ma questa volta senza sesamo e finocchietto. E poi il coniglio “all'agru-duci” (agro-dolce) cotto in umido con sedano, olive cipolla, aglio e aromi, o il capretto al forno con le patate e la cipolla, o ancora gli involtini alla siciliana con mollica, formaggio, pinoli, uva passa o il filetto con succo d'arancia, marsala, cipolla e aromi e tante e tante altre specialità che gusterete durante il Vostro soggiorno nei ristoranti di Agrigento. In alcune trattorie è possibile trovare, in giornate stabilite, alcuni piatti molto tipici che consigliamo di assaggiare. Tra questi la “roba cotta”. Si tratta di un piatto unico formato da diverse pietanze come le interiora

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lessate di vitello e agnello condite con olio e limone. Generalmente una portata include la trippa, “u zirenu”, “u pedi di porcu” (il piede del maiale lessato) e “u sancunazzu” ( il sanguinaccio) , preparato con il sangue di vitello cotto con abbondante pepe e numerosi aromi. Secondo un'antica consuetudine, un tempo, questo piatto oltre ad essere abitualmente servito nelle vecchie taverne del centro storico, lo si poteva degustare, nelle giornate successive alla macellazione, cucinato in un grande pentolone davanti le botteghe dei macellai. Purtroppo con il tempo questa tradizione, dovuta anche a motivi igienicosanitari, si è andata perdendo. Passando ai secondi di pesce, tutti i ristoranti si forniscono esclusivamente di pesce locale pescato nelle coste antistanti della nostra provincia. Pertanto avete solo l'imbarazzo della scelta sia se lo preferite cotto alla griglia o in umido. Parlando di pesce è obbligatorio pronunziare la parola “cous-cous”, ma è altrettanto indispensabile pronunziarla quando si parla di dolci tipici agrigentini. In effetti, la gastronomia locale presenta un caso, forse unico al mondo, in cui due specialità culinarie hanno lo stesso nome per due tipologie di piatti tipici, completamente diversi tra loro. Storicamente il “cous-cous” trova le sue origini nella cucina araba e l'ingrediente predominante è la carne di montone, condita con un sugo di pomodoro molto piccante, semolino, peperoncino, patate, e aromi vari. In Sicilia invece questa pietanza, arrivata con l'invasione degli arabi, trova una

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prima variante sostituendo al posto della carne il gustosissimo pesce delle nostre coste, per subire successivamente ad Agrigento una metamorfosi totale trasformandosi in un gustosissimo dolce preparato dalle monache del monastero di Santo Spirito. Secondo un'antica e segreta ricetta gli ingredienti base sono mandorle e pistacchi. A questo punto nasce spontanea la domanda: sarà più buono quello di pesce o quello dolce? L'unico rimedio alla soluzione di questo enigma rimane quello di assaggiare entrambe le versioni, ricordando però d'innaffiare con uno dei tanti ottimi vini bianchi il cous-cous di pesce e con dell'ottimo “Zibibbo” o ”Inzolia” il cous-cous dolce. Nel caso che in alternativa al ristorante volete gustare le numerose prelibatezze da tavola calda, vogliamo suggerire qualche indicazione che potrà facilitare la vostra valutazione. Se desiderate scegliere un pasto veloce al sacco, magari da consumare in riva al mare o sotto qualche albero di mandorlo, potrete dedicare la vostra attenzione a tutte quelle caratteristiche leccornie agrigentine che appartengono alle specialità da tavola calda. Si potrebbe cominciare con gli arancini di riso con carne o mozzarella, le “rizzuole”, le “ravazzate” o le sfoglie tutte condite con il sugo di tritato e piselli. Poi ci sono i calzoni, al forno o fritti, ripieni con mozzarella e prosciutto, o le “mmiscate” fatte con la pasta del pane lavorata e ammorbidita con lo strutto, ripiene con formaggio olive e salsiccia, oppure olive, mortadella e formaggio o ancora con cavolfiore cipolla e formaggio. Nel variegato mondo di quelle prelibatezze che appartengono alla famiglia della pizza, bisogna distinguere la pizza tradizionale, abitualmente proposta e servita in pizzeria, e quella tipica locale, che invece si può trovare nelle panetterie e nelle rosticcerie, servita a trancio. Di quest'ultima ne esistono diverse varietà tipicamente agrigentine come la pizza di San Calò e “ u sfingiuni” e u “cudduruni”. Questi a loro volta si suddividono in una sorta di sottocategorie a secondo della farcitura e del ripieno. “U sfingiuni” può essere alla “palermitana” con pomodoro, cipolla, formaggio pecorino primo sale tagliato a cubetti e pezzettini di sarde salate, o con patate, pomodoro, cipolla, formaggio, o alla “carrittera” con aglio, sarde, formaggio origano, e ancora in tanti altri modi che consigliamo di visionare direttamente sul posto. “U cudduruni” invece è composto da due strati di pasta al cui interno vi è una farcitura o di verdure o di carne tritata con formaggi vari, o pomodoro, piselli, cipolla e aromi vari, o ricotta, prosciutto e spinaci. Anche in questo caso suggeriamo una visione direttamente sul posto.


Da Catania Aeroporto prendere il pullman della ditta SAIS che porta ad Agrigento. Dista 199 Km. Dall’aeroporto si può raggiungere la Stazione Ferroviaria di Catania tramite taxi e bus dell’AMT ( ogni 20 minuti). I terminal dei bus si trovano direttamente all’uscita dell’aeroporto. Aeroporto Internazionale “Vincenzo Bellini “di Catania. tel. 095.7239111 www.aeroporto.catania.it - call center 8000605656 Pullman ditta SAIS (tel. 0922.595933 - www.saistrasporti.it) Da Palermo Aeroporto si possono avere diverse alternative per raggiungere la destinazione; prendere il pullman della ditta SAL che porta direttamente ad Agrigento o il pullman della ditta Presti & Comandè o la Metropolitana fino alla Stazione Centrale delle Ferrovie di Stato di Palermo da cui partono numerose corse per la Stazione Centrale delle Ferrovie di Agrigento - sito www.trenitalia.it Aeroporto Internazionale “ Falcone Borsellino” di Palermo tel. 091.7020111 www.gesap.it - numero verde 8000541880 Pullman della Ditta Presti & Comandè tel. 091.586351 / 091.586351 (ogni mezz’ora – la durata del percorso è di 50 minuti fino alla Stazione Ferroviaria di Palermo). Treno Navetta “ Trinacria Express” (ogni 30 minuti e la durata dell’intero percorso è di 40 minuti fino alla Stazione Ferroviaria di Palermo). Servizio bus diretto: ditta SAL - tel. 0922.401360 www.autolineesal.it L’aeroporto dista in auto da Agrigento 160 Km. A pochi passi dalla Stazione Ferroviaria in via Balsamo si può prendere il pullman della Autoservizi Cuffaro (tel. 091.6161510/091.6162342 - www.cuffaro.info) o della Cammilleri, Argento e Lattuca (tel. 0922.471886).

COME ARRIVARE E MUOVERSI

In aereo

In nave Il Porto più vicino è quello di Palermo che dista 130 Km. (tel. 091.6277111). da/per Genova Grandi Navi Veloci (info tel. 091.587801 - www.gnv.it). da/per Civitavecchia Grandi Navi Veloci e Snav (tel. 091.6317900 - www.snav.it. da/per Napoli Tirrenia (info tel. 091.9760796 / 091.9760773 - www.tirrenia.it).

In auto, pullman, camper e moto Da Messina percorrere l’autostrada A18 per Catania proseguire sulla A19 verso Palermo fino all’uscita di Caltanissetta ed infine continuare sulla S.S. 640 fino ad Agrigento, Km 260.

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Da Catania città e aeroporto prendere l’autostrada A19 verso Palermo fino all’uscita di Caltanissetta ed infine proseguire sulla S.S. 640 per Agrigento, Km 166. Da Palermo città uscire dalla città seguendo l’autostrada A19 verso Catania, uscita per Agrigento e proseguire prima sulla S.S.121 e poi Sulla S.S.189 fino ad Agrigento, Km.125. Da Palermo aeroporto vi sono due alternative una prendere l’autostrada A 29 verso Trapani, uscita Castelvetrano e proseguire sulla S.S.115 per Sciacca e Agrigento, km 177 oppure sempre l’autostrada A 29 verso Palermo città , percorrere tutta la via Regione Siciliana, prendere l’autostrada A 19 verso Catania , uscita per Agrigento e proseguire prima sulla S.S. 121 e poi sulla S.S. 189 fino ad Agrigento, Km 160. Da Siracusa seguire l’itinerario costiero sulla S.S. 115 ( Noto, Ragusa, Gela e Licata ) fino ad Agrigento, Km. 218, oppure seguire la S.S. 114 per Catania e poi prendere l’autostrada A 19 verso Palermo fino all’uscita di Caltanissetta ed infine continuare sulla S.S. 640 fino ad Agrigento. Dista 228 Km. Da Trapani seguire l’autostrada A 29 per Mazara del Vallo e Castelvetrano uscita S.S. 115 direzione Sciacca fino ad Agrigento, Km 167.

Per visitare la città Per chi vuole visitare il centro storico può lasciare l’auto al parcheggio pluripiano custodito sito in Via Empedocle altezza Piazza Sinatra. Per chi vuol visitare la Valle dei Templi, il Giardino di Kolymbetra può lasciare l’auto al parcheggio sito presso la Clinica S. Anna. Per visitare il Museo Archeologico e la zona del Quartiere Ellenistico Romano può lasciare l’auto nell’adiacente parcheggio. Per parcheggiare i pullman turistici si consiglia il piazzale Ugo La Malfa e nelle vicinanze dello stadio Esseneto ( eccetto il venerdì di ogni settimana ) da dove si può prendere la linea rossa che porta in centro.

Per chi non ha l’auto Per visitare la Valle dei Templi, Museo, Quartiere Ellenistico Romano, Il Giardino della Kolymbetra linee n.1- 1/ -2-3-3/ ( Hotels Villaggio Mosè ) . Per il lido di S.Leone linea n. 2 Per visitare la Casa natale di L. Pirandello e il villaggio Pirandello ( soste previste per gli Hotel Baglio della Luna, Hotel Domus Aurea, Hotel Demetra Resort, Hotel Kaos e Hotel Villa Eos) linea 1/ Per la visita del centro storico linea verde (itinerario a piedi Cattedrale, Biblioteca Lucchesiana, Chiesa Santa Maria dei Greci e Monastero di Santo Spirito) bus stop in Piazza G.Marconi (Stazione Ferroviaria), Via Atenea e Piazza Don Minzoni (capolinea).

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NUMERI UTILI

CARABINIERI 112 POLIZIA PRONTO INTERVENTO 113 VIGILI DEL FUOCO 115 GUARDIA DI FINANZA 117 EMERGENZA SANITARIA 118 CORPO FORESTALE DELLO STATO 1515 CAPITANERIA DI PORTO Via Gioeni, 55 Porto Empedocle 0922-636469-636640 GUARDIA COSTIERA - SOCCORSO IN MARE 1530 ACI - SOCCORSO STRADALE 116 POLIZIA MUNICIPALE 0922.598585/598911 UFFICIO POSTALE Piazza Vitt. Emanuele 0922.551111 - DETTATURA TELEGRAMMI 186 CROCE ROSSA ITALIANA 0922.602222 OSPEDALE S. GIOVANNI DI DIO 0922.442111(centralino) 0922.591221 (Pronto Soccorso) PRONTO SOCCORSO - San Leone - Viale dei Giardini 138 - tel. 0922.414660 COMUNE DI AGRIGENTO 0922.590111 (centralino) 0922.595923 www.comune.agrigento.it PROVINCIA REGIONALE DI AGRIGENTO 0922.593111(centralino) www.provincia.agrigento.it UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO - Provincia Regionale 800.23.68.37 0922.593227 SERVIZIO TURISTICO REGIONALE AGRIGENTO Via Empedocle, 73 - 0922.20391 UFFICIO INFORMAZIONI TURISTICHE Piazza A. Moro,1 - 0922.20454 POLO UNIVERSITARIO AGRIGENTO Via Quartararo,6 - 0922.552111 CAMERA DI COMMERCIO Via Atenea 224 - 0922.403069/403070 SIREMAR BIglietteria marittima 0922.636777 www.siremar.it USTICA LINES Biglietteria Marittima (servizio Aliscafi) 0922.636110 www.usticalines.it STAZIONE FERROVIARIA Piazza G. Marconi - www.trenitalia.it URP - UFFICIO INFORMAZIONI TURISTICHE - tel. 0922.22780 POSTO TAXI 0922.26670 - 0922.21899 HERTZ NOLEGGIO AUTO - Via Imera 209 - 0922.403091 EUROPCAR NOLEGGIO AUTO - Via Acrone 5 - 0922.595024 AVIS AUTONOLEGGIO - Piazza San Calogero - 0922.26353 TERMINAL PULLMAN URBANI, EXTRA-URBANI E TURISTICI - PIAZZA F.LLI ROSSELLI BIGLIETTERIE

SAIS - P.zza Rosselli - tel. 0922.595933 (da/per Caltanissetta, Aerop. Catania, Roma) biglietti T.U.A. OMNIABUS - Piazza Rosselli - tel. 0922.29136 (destinazione Palermo, Campania e Puglia) ATLASSIB ITALIA - Piazza Rosselli - tel. 0922.25159 (destinazione Austria, Ungheria e Romania) T.U.A. Trasporti Urbani Agrigento - info tel. 0922.412024 SAL - info tel. 0922.401360 (da/per Aeroporto Palermo, Palma di Montechiaro, Licata, Gela) LUMIA - info tel. 0922.20414 - www.autolineelumia.it (da/per Sciacca, Trapani) CUFFARO - info tel. 091.6161510 - 091.6162342 www.cuffaro.info (da/per Palermo) CAMMILLERI, ARGENTO, LATTUCA - info tel. 0922.471886 (da/per Palermo) BIBLIOTECA LUCCHESIANA Via Duomo - Agrigento - tel. 0922.22217 prenot. BIBLIOTECA MUSEO L. PIRANDELLO Via Imera - Agrigento - tel. 0922.444111 BIBLIOTECA COMUNALE F. LA ROCCA P.zza A.Moro - Agrigento - tel. 0922.595166 BIBLIOTECA PROVINCIA REGIONALE P.zza A.Moro - Agrigento - tel. 0922.593227/23245

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RITR OVI

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CAFFETTERIA TAVOLA CALDA KOLYMBETRA Via F. Crispi - tel. 0922.22240 - Agrigento COUNTRY PIADA SELF SERVICE Via Pirandello - Agrigento KORINA Viale delle Dune - San Leone MUSEUM PUB Via Plebis Rea - Agrigento DHARMA SHALA Via Esseneto - Agrigento FICUS CAFFÈ, SELF SERVICE, TAVOLA CALDA Viale della Vittoria - Agrigento INSOMNIA SPAGHETTERIA CAFFETTERIA Via Atenea - Agrigento ANTICA FOCACCERIA Via Gioeni - Agrigento PATTI BAR TAVOLA CALDA Piazza Aldo Moro - Agrigento MILANO BAR TAVOLA CALDA Piazza Aldo Moro - Agrigento SAIEVA BAR, GELATERIA, PASTICCERIA, TAVOLA CALDA Viale della Vittoria - Agrigento NOBEL CAFFETTERIA TAVOLA CALDA Viale della Vittoria - Agrigento POSTO DI RISTORO Valle dei Templi - Agrigento LES BAINS DOUCHER (ex LUNA ROSSA) Viale delle Dune - San Leone - mob. 338.4671300 AQUASELZ Lungomare Falcone e Borsellino - San Leone OCEANO MARE Viale delle Dune - San Leone AVANA Viale delle Dune - San Leone TWIGA Viale delle Dune - San Leone - mob. 335.6129954 BILLIONAIRE CAFE’ Piazzale Aster, 8 - San Leone - tel. 0922.412841 KILT CAFE’ Piazzale Aster, 8 - San Leone CRISTAL CAFE’ Lungomare Falcone e Borsellino, 35 - San Leone - tel. 0922.412797 CHICA’S Via Pietro Nenni - Agrigento GIRASOLE CAFE’ Via Atenea - Agrigento CAFFETTERIA LETTERARIA MONTALBANO Via Panoramica dei Templi,21 - Agrigento CAPALUNGA LIBRERIA GALLERIA Via Atenea,123 Agrigento - tel. 0922.22338 BOWLING DELL’EFEBO C.da San Benedetto - Agrigento - tel. 0922.441416 CONCORDIA KARTING C.da Burraiti - s.s.115 Villaggio Mosè - mob. 338.6948644 - 334.6106106 SPORT VILLAGE C.da Esa-Chimento - Villaggio Mosè - tel. 0922.437474 LA PINETINA Via Cavaleri Magazzeni - San Leone - tel. 0922.416399 PISCINA COMUNALE Villaseta - tel. 0922.511031 TENNIS E PATTINAGGIO Lungomare Falcone e Borsellino - San Leone PALAZZETTO DELLO SPORT “NICOSIA” Via Petrarca - Agrigento - tel. 0922.26158 LUNA PARK Lungomare Falcone e Borsellino - San Leone BINGO Via Acrone, 5 - Agrigento NOCTIS DISCOTECA Via Parco Angeli - Agrigento (presso Hotel Akrabello) tel. 0922.606277


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ALBERGHI

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*** HOTEL AKRABELLO C.da Angeli - Villaggio Mosè Agrigento 0922.606277 fax 0922.606186 info@akrabello.com www.akrabello.com


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** HOTEL BELVEDERE Via S. Vito,20 - Agrigento 0922.20051 fax 0922.20051 hotelbelvedere2@libero.it ** HOTEL CONCORDIA Piazza S. Francesco d'Assisi,11 - Agrigento 0922.596266 fax 0922.556098 info@albergo-concordia.it www.nuke.albergo-concordia.it ** VILLA HOLIDAY via E.Grabici,9 - Villaggio Mosè Agrigento 0922.606332 info@villaholiday.com www.villaholidayagrigento.com ** HOTEL RISTORANTE AKRAGAS Viale Emporium,16-18 - Agrigento - S. Leone 0922.414082 fax 0922.414082 info@hotelakragas.net www.hotelakragas.net

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dei parco valle templi agrigento Orari di apertura dell’area archeologica della “Valle dei Templi”: tutti i giorni compresi domeniche e festivi dalle ore 08.30 alle 19,00. Si precisa che alcune zone periferiche dell’area archeologica o antiquaria sono aperte al pubblico compatibilmente con la presenza di personale di custodia. Casa Sanfilippo, Strada Panoramica dei Templi, tel. 0922.26436 www.parcovalledeitempli.it

CONSORZIO I LUOGHI DELL’ARCADIA www.consorzioarcadia.it - tel. 0922.595448 - 28521 Servizi di biglietteria siti archeologici, caffetteria, booking. FAI - KOLYMBETRA Valle dei Templi www.fondoambiente.it - mobile 338.6306473 PARCO LETTERARIO PIRANDELLO C.da Kaos, Villaseta - Agrigento www.parcopirandello.it - tel. 0922.402862 - 556065

a cura della

PROVINCIA REGIONALE AGRIGENTO ASSESSORATO AL TURISMO

Marketing e Coordinamento Achille Contino Relazioni esterne Carmelo Milioto, Jorge Cimino, Calogero Ingrao Testi Enzo Abate Foto Angelo Pitrone, Roberto Palermo, Fotolia Progetto grafico e impaginazione Stand Up srl, Agrigento Finito di stampare nel mese di Gennaio 2009

Prodotto dalla Provincia Regionale di Agrigento, Assessorato al Turismo - Vietata la vendita - Copia in omaggio


PROVINCIA REGIONALE AGRIGENTO ASSESSORATO AL TURISMO


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