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Chiusa San Michele, Rorà

Clusae Longobardorum. È questo il nome che aveva nel VII secolo d.C. il luogo dove sarebbe sorto il villaggio di CHIUSA SAN MICHELE: le

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chiuse erano fortificazioni che, sbarrando la Valle di Susa nel suo punto più stretto, proprio al suo imbocco, servivano a difendere il Regno longobardo da quello dei Franchi. Erano collocate proprio sul confine tra i due regni, e alla fine vennero aggirate da Carlo Magno quando mosse contro il re longobardo Desiderio, sconfiggendolo nel 773. Per la cronaca: le mura raffigurate nello stemma del Comune sono proprio quelle longobarde, i cui resti si possono ammirare visitando il sito archeologico in via General Cantore, nei sotterranei del museo etnografico (entrambi visitabili su appuntamento, tel 011.9643140). Due secoli dopo, nel 987, fu fondata l’Abbazia di San Michele della Chiusa, nota con il nome di Sacra: il Comune di Chiusa ne divenne presto possesso condividendone le alter- n e fortune. Trovarsi sulla principale via di collegamento tra Italia e Francia significava essere spesso oggetto di saccheggi e devastazioni da parte delle soldataglie di passaggio. Per concludere, ancora uno spunto per una visita a Chiusa: non perdetevi il planetario, pronto dal prossimo autunno a riaccogliere il pubblico!

Carissimi, oggi vi saluto dalla Val Pellice e

precisamente da RORÀ, Comune il cui

nome è la trascrizione dell’antico toponimo che significa querceto, da “rou”, cioè quercia. Dopo essere stato feudo della casata nobiliare dei Luserna, il paese divenne indipendente, dando vita alla Magnifica Comunità di Rorata. La cultura Valdese è centrale nell’identità spirituale e culturale, mentre la storia economica e sociale fu profondamente segnata dall’emigrazione a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, soprattutto verso la Francia e il Sud America. La Resistenza al nazifascismo ha scritto a Rorà pagine importanti di solidarietà verso i partigiani e verso gli ebrei. Agricoltura, allevamento, estrazione e lavorazione del ferro, della pietra calcarea e di quella di Luserna sono da secoli le principali attività economiche, ma anche l’imbottigliamento delle acque minerali e il turismo hanno contribuito al benessere dei rorenghi. Il vallone di Rorà conserva in gran parte il suo aspetto naturale e offre perciò l'occasione per interessanti passeggiate in mezzo a boschi di faggi e castagni. Se volete approfondire la storia locale non avete che da mettervi in contatto con la Società di Studi Rorenghi, che dal 1973 promuove la vita culturale del paese attraverso mostre, un interessante museo, conferenze e passeggiate storiche.

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