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Volete ricaricare? Mettetevi in colonnina
Le colonnine elettriche installate negli spazi pubblici scledensi sono sei, attualmente sufficienti per gli utenti della città. Ma oltre l’elettrico, va ripensato il modo di spostarsi per raggiungere una mobilità davvero sostenibile.
tempo prolungato, come testimoniano alcuni residenti della zona di via Baracca. In questo caso si può segnalare la cosa agli uffici comunali, che tuttavia non possono fare molto se non riportare le segnalazioni al gestore e sollecitarne un intervento.
Attualmente i punti di ricarica sul territorio comunale rispondono alle esigenze degli utenti delle auto elettriche. Attorno alle colonnine non si creano lunghe attese e nel momento in cui stiamo scrivendo tutti i punti risultano attivi e funzionanti.
“La mobilità elettrica è solo una componente della mobilità sostenibile. Il Comune di Schio sta progettando tutta una serie di azioni ulteriori in ambito sovracomunale assieme all’Unione Montana e all’Area Urbana - dichiara Alessandro Maculan, assessore alle Politiche Ambientali -. All’interno dei confini comunali abbiamo adottato il BiciPlan, strumento per la programmazione coordinata degli interventi sulla ciclabilità, dalla riqualificazione dei percorsi esistenti alla realizzazione di nuovi. L’obiettivo è quello di far sì che gli spostamenti non siano più legati solo alle auto, ma che quest’ultima sia una tra le opzioni disponibili. L’approccio adottato rispetto alla mobilità sostenibile, infatti, deve essere molto più strutturato e andare oltre la mobilità elettrica: la vera sostenibilità si può ottenere soltanto quando il nu- mero di auto diminuisce. Un’auto elettrica inquina meno a livello emissivo rispetto a un’auto a combustione interna, ma occupa lo stesso spazio e prevede i medesimi costi di produzione. La vera partita si gioca agendo sulle abitudini dei cittadini: se si riesce a far in modo che nel raggio dei 3-5 km gli spostamenti avvengano sulle due ruote miglioriamo non solo l’aspetto ambientale, ma alleggeriamo anche la congestione del traffico e liberiamo lo spazio occupato dai veicoli”.
Il Comune sta lavorando anche sul trasporto pubblico. È partito un tavolo di coordinamento permanente, il Tavolo per la mobilità sostenibile scolastica, che interessa l’area Campus: sono coinvolti studenti e docenti per approfondire la tematica. In questa zona gravitano ogni giorno circa 8 mila persone tra insegnanti, studenti e personale ATA e solo il 30% di loro è residente a Schio.
“Il tavolo cercherà di capire come raggiungono l’area, differenziando chi è dotato di auto e chi no – spiega Maculan -.. Ci stiamo anche muovendo per quanto riguarda la mobilità casa-lavoro con l’idea di aprire un nuovo tavolo di coordinamento. Abbiamo già incontrato alcune aziende sensibili per capire come poter promuovere congiuntamente la mobilità sostenibile anche per quanto riguarda questo tragitto”.
Attualità
Anna Bianchini
Si trova a Schio la prima azienda italiana ad aver introdotto la farina di insetti nella produzione alimentare. Si tratta della Fucibo, fondata da Lorenzo Pezzato, un imprenditore di 49 anni originario del veneziano. Uno che ammette di essere sempre stato schifiltoso e delicato: “Quando ho mangiato insetti per la prima volta ho fatto una fatica pazzesca, ma poi mi sono reso conto che è come provare qualsiasi altro cibo, può piacere oppure no”. Dopo alcuni anni in Gran Bretagna, “dove gli insetti erano già permessi”, Fucibo nel 2015 comincia a produrre pasta, patatine e gallette anche in Italia, creando la sua sede legale proprio a Schio.
Pezzato, ma gli insetti c’entrano con la cucina italiana?
“I tempi cambiano e le tradizioni si evolvono, anche quelle in cucina. Il mondo è interconnesso, arrivano nuovi incredibili ingredienti dai quattro angoli del pianeta a fondersi con altri con cui prima non avevano mai avuto niente a che fare, proprio come i popoli, come le persone. E nascono opportunità, combinazioni inaspettate, sinergie sorprendenti”.
Qual è stato il suo primo approccio con un insetto da mangiare?
“Il primo insetto che ho mangiato era essiccato e non è stato facile, non sono uno che mangia di tutto. Ho fatto parecchia fatica. Ma mi sono reso conto subito che è solo una questione culturale. Mio figlio li mangia senza problemi”.
Deve ammettere che il cibo a base di insetti è piuttosto rivoluzionario…