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Finalmente a Schio è arrivato il canile

Schio ha finalmente un canile sanitario, una struttura attesa da tempo, aperta in via Fornaci, che subentra a quella di Marano, non sufficiente a rispondere ai bisogni dei cani ospirati. È a servizio di 32 comuni dell’Alto Vicentino.

quale Enpa come gestore della struttura risponde, quindi le prese in carico degli animali, la loro cura e la loro nuova eventuale adozione vengono amministrati nella massima trasparenza possibile”.

Il canile di Schio è suddiviso in più aree: ci sono il canile sanitario, con otto box per l’accoglienza di altrettanti cani, dove gli animali vengono accolti immediatamente dopo il loro ritrovamento e vengono visitati e curati, il canile rifugio, con quattro box per un massimo di dodici cani, e un ampio spazio esterno dove i cani vengono fatti correre e giocare e dove possono essere organizzate attività socio-didattiche, con l’obiettivo di favorire il più possibile l’interazione uomo-animale.

meno 11 giorni nel reparto sanitario, per scongiurare eventuali malattie trasmissibili agli altri cani ospitati in struttura”. Enpa sovrintende tutto il processo, occupandosi dell’organizzazione dell’accoglienza, della permanenza degli animali nel canile e del processo di adozione.

“Siamo circa 40 volontari - precisa De Pretto -. Il numero può sembrare elevato, ma è necessario per garantire una presenza h 24 in struttura, 7 giorni su 7”.

In occasione dell’apertura

“In canile giungono i cani che vengono ritrovati nell’Alto Vicentino - continua De Pretto -. Fortunatamente nelle nostre zone il randagismo è un fenomeno pressoché assente, ma è frequente il ritrovamento di animali persi o abbandonati. Una volta che vengono individuati in uno dei comuni serviti dal canile, questi vengono accalappiati dai professionisti dell’Ulss e portati nel settore sanitario della nuova struttura di via Fornaci, dove vengono visitati. Se l’animale è chippato si risale immediatamente al padrone e si cerca di mettersi in contatto con lui: se si tratta di cani scappati o persi vengono restituiti alla famiglia di provenienza, se invece si appura che il padrone non può o non vuole più prendersene cura o, ancora, se il cane non è stato chippato, si inizia il percorso di inserimento nel canile rifugio e poi si procede con l’adozione. In ogni caso, prima di essere inseriti nei box rifugio assieme agli altri cani, gli animali appena arrivati sostano al-

Una volta che il cane è dichiarato fuori pericolo sanitario e viene trasferito nei box rifugio è ufficialmente adottabile. “Cerchiamo sempre di valutare con attenzione l’idoneità della famiglia che desidera adottare - racconta De Pretto -. Le adozioni devono essere il più consapevoli possibile, soprattutto se consideriamo che ci occupiamo di cani che nella stragrande maggioranza dei casi hanno già vissuto abbandoni. Spesso le persone richiedono animali di taglia medio-piccola, mentre i cani più grandi tendono a rimanere purtroppo più a lungo in canile. In ogni caso possiamo dirci soddisfatti di queste prime settimane di gestione: la struttura è adeguata nei numeri alle necessità del territorio, le adozioni procedono e i nuovi spazi permettono un’esistenza più felice e decorosa agli animali in attesa di una nuova famiglia”. I cani ospitati possono contare su box ampi e puliti, dotati di lampade a infrarossi per i periodi più freddi dell’anno, e di una costante sorveglianza attenta e premurosa: un nuovo corso, dunque, per gli animali abbandonati del territorio e un motivo di soddisfazione per la città che si è offerta di investire e ospitare una struttura utile a tutto l’Alto Vicentino. ◆

C’Stefano Tomasoni

è un tempo per ogni cosa. E quando, per il normale corso della natura, è più la vita trascorsa di quella che rimane, c’è un tempo per la riflessione. Su di sé, sull’essere e lo stare nel mondo, per alcuni soprattutto su ciò che va al di là dell’immanente e si fa trascendente. È questo il livello della riflessione che ha fatto suo Antonio Cassuti, e che ora ha trasposto in un’opera di poesia edita da Caosfera, dal titolo “La canzone del tempo”. Un volumetto di formato antico, un tascabile raffinato, ideale per il contenuto che trasmette. Seguirà un secondo libro, che avrà per titolo “La parola e le sue stagioni”, andando a completare una sorta di summa poetica in cui Cassuti sviluppa il leitmotiv scelto per questa parte della sua vita: il rapporto, appunto, tra l’esserci e la trascendenza. Di Antonio Cassuti in molti ricorderanno due “tempi” diversi: quello professionale, come docente di filosofia e storia nei licei e per molti anni preside del liceo scientifico “Tron” di Schio; e poi quello politico, come assessore alla cultura e vicesindaco negli anni delle amministrazioni Berlato Sella. Anni in cui fece entrare a Schio l’aria culturale della sua amata Mitteleuropa, essen-

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