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Il teatro civile di Donadoni, la raffinata ironia di Fullini e storica amaca di Serra

Nell’ultimo mese tre spettacoli hanno animato la piazza teatrale cittadina: il “Matteotti Medley” di Maurizio Donadoni, l’intelligente ironia di Alessandro Fullin e le parole con cui Michele Serra ha portato sulla scena la sua trentennale “Amaca”.

volgari (difficile, parlando di omo ed eterosessualità), lo rende unico, degno erede di Paolo Poli. Persona libera e consapevole, narciso, un po’ folle, Fullin si muove in modo inequivocabile spiattellando verità, leggendo brani dai suoi amati libri, (perché scrivere è ciò che preferisce fare) manifestandosi come acuto osservatore delle debolezze umane. Ne ha fatta di strada, Fullin, da quando lo si vedeva a Zelig nei panni della prof. isterica di lingua tuscolana, e ne farà ancora molta, perché tanti lo seguiranno volentieri nelle sue aeree elucubrazioni di varia umanità.

Sull’amaca di Serra

Sabato 12 marzo, all’Astra, siamo stati tutti sull’amaca di Michele Serra per riflettere sull’importanza della parola. Lui, sul palco con una mucca finta a rappresentare l’importanza del silenzio e con un carrellino di corsivi (ne ha scritti circa diecimila, tutti i giorni, per trent’anni) ha raccontato in tono un po’ dimesso, perché è evidente che quello dell’attore non è il suo mestiere, il potere della parola, spesso erroneamente contrapposta a quel silenzio che non è assenza di pensiero, ma profonda e necessaria riflessione: ne è emerso un quadro in cui Serra, che da una vita mette insieme le parole, con gli anni ha scoperto che qualche volta starsene zitti a pensare è cosa migliore, buona e giusta. Magari lo facessimo tutti.

Nello spettacolo, diretto da Andrea Renzi, Serra si è raccontato fin da bambino, soffermandosi a quell’inizio carriera che per molti giornalisti – noi con lui – equivale a preistoria; da quel periodo pretecnologico, le uniche a rimanere immutabili sono state le parole, sempre e comunque scelte dalla persona che dice o scrive. Dopo un tantino di scontata autocelebrazione, Serra ha letto titoli del suo Cuore, giornale satirico, che sono rimasti nella storia e, in chiusura, anche “L’amaca del giorno dopo”. A noi è piaciuto soprattutto alla fine, quando ha tirato fuori da tasche e taschini un bel po’ di foglietti da leggere in caso di bis. Si è messo a nudo, fra le nuvole che scorrevano dietro di lui, ma alla fine una cosa s’è capita: accanto all’importanza del silenzio, sullo stesso piano, sta quella delle parole ben pensate, ben scelte, ben dette, che sono importanti tanto quanto. Lo stesso Serra ha citato quel rivoluzionario Don Milani che diceva “Un operaio conosce cento parole; un padrone mille, ed è per questo che è il padrone”… ◆

Cultura & Spettacoli

Domenica 23 aprile, alle 18.30, l’Astra ospiterà “Omaggio a Morricone”, spettacolo promosso da Veneto Jazz con Zen Production, in collaborazione con il Comune. A suonare le musiche del grande maestro sarà l’Ensemble Symphony Orchestra, diretto da Giacomo Loprieno. Già in passato il gruppo aveva proposto in giro per l’Italia un concerto dedicato a Morricone, ma stavolta sono stati inseriti altri titoli, come “Sacco e Vanzetti”, “La Califfa”, “Gli intoccabili”… con nuovi arrangiamenti per esaltarne la bellezza. L’Ensemble ha scelto tra le cinquecento colonne sonore, che hanno fatto vendere al loro autore ben settanta milioni di dischi in tutto il mondo, un record che ha dell’incredibile. Il gruppo diretto da Loprieno vanta colla-

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