Schio Thiene Mese Lira&Lira n 903

Page 1

Periodico di informazione dell’A lto Vicentino

anno X n. 90 - giugno 2021

Schio: Orsi: “La pandemia ci è costata 5 milioni, ma ora ripartiamo” - p.8 ◆ Due interventi per via Maraschin - p.20 Thiene: Studenti del “Chilesotti” dominano la Robocup - p.6 ◆ A Centrale rinasce la via del “Brein” - p.10

Come far successo a New York con due metri e mezzo di pizza Giovanni Barbieri – 27enne mezzo scledense e mezzo thienese – dopo aver nutrito la passione per la ristorazione, trasmessa dai suoi genitori che operano nel settore, ha aperto una pizzeria particolare nella Grande Mela, distinguendosi per l’originalità di una pizza lunga anche...due metri e mezzo.


Di mese in mese

Vuoi vedere che il sovrappasso ai Cementi...

A

Stefano Tomasoni

Schio è rimasto soltanto lui, ma non c’è dubbio che sia una scocciatura. Il passaggio a livello di via dell’Industria, in zona Cementi, è ormai da molti anni l’ultimo punto in cui la viabilità cittadina incrocia i binari della ferrovia. L’ultimo, ma anche il più problematico, perché ferma il traffico per una buona manciata di minuti due volte all’ora, ossia quando il treno parte e quando invece arriva da Vicenza. Le sbarre, per motivi legati a quanto pare a standard di sicurezza difficilmente modificabili, si abbassano molto (ma molto, ma molto) prima che il treno passi (anche 4 o 5 snervanti minuti) e i tempi di questa procedura si scaricano sulla viabilità, con la formazione di code di auto che intasano l’adiacente rotonda.

SchioThieneMese

Periodico di informazione dell’Alto Vicentino

Supplemento mensile di

Lira&Lira e La Piazza Direttore Stefano Tomasoni Redazione Elia Cucovaz Omar Dal Maso Mirella Dal Zotto Camilla Mantella Grafica e impaginazione Alessandro Berno Per inviare testi e foto: schiothienemese@gmail.com Per le inserzioni pubblicitarie Pubblistudio tel. 0445 575688

Sono decenni che si pensa a come risolvere il problema, e già nei primi anni 2000 il Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale aveva steso uno studio di fattibilità che prevedeva un sottopasso stradale su viale dell’Industria. Un’idea rimasta potenzialmente viva fin quasi a oggi, ma finalmente accantonata per evidente impraticabilità. Un sottopasso avrebbe un impatto ambientale inaccettabile: coinvolgerebbe un’area molto vasta comportando un costo troppo elevato in termini di vivibilità per l’abitato circostante, da entrambi i lati dei binari. E poi andrebbero realizzate rampe di ingresso/uscita e mini-svincoli, e perfino rotatorie in quota per garantire l’accessibilità da e per le strade adiacenti. Insomma, andrebbero costruite parecchie infrastrutture nuove, senza contare il disagio di mesi e mesi di cantiere e di flussi viari deviati. No, niente sottopasso. Cassato, una bella croce sopra. Per fortuna. L’amministrazione comunale negli ultimi anni ha messo in campo un’altra ipotesi, lo spostamento della stazione ai Cementi, di fatto un capolinea anticipato per eliminare a priori il problema ed evitare di arrivare al passaggio a livello. Dai Cementi partirebbe poi una navetta per chi deve raggiungere il centro, un po’ come avviene a Venezia dal Tronchetto al piazzale Roma. Un’idea, questa, suggerita anche dall’aver verificato che l’80% di chi arriva in treno a Schio non ha come méta finale il centro città, ma zone limitrofe: scuole, uffici, luoghi di lavoro... tutta gente che oggi, una volta in stazione, deve comunque prendere un altro mezzo, perlopiù l’auto, per la destinazione ultima, appesantendo il traffico sulla già carica via Baccarini. Ma l’idea di spostare la ferrovia

non si può dire che abbia incontrato favori, praticamente tutte le forze politiche si sono dette contrarie e voci a sostegno non ce ne vengono in mente. Anche noi, per quel che vale, abbiamo già avuto modo di esprimerci ritenendo opportuno tenere la stazione dove sta. Ma ecco che ora arriva una proposta che potrebbe diventare davvero la soluzione vincente: un sovrappasso della linea ferroviaria su viale dell’Industria. A presentarla ufficialmente è stato il Partito Democratico in un incontro online. La proposta è in realtà un progetto di massima già realizzato dagli ingegneri Gianpietro Morandini e Alberto Baccega. Per dare a Cesare quel che è di Cesare, va ricordato che a proporre per primo la soluzione del sovrappasso ferroviario è stato il Movimento 5 Stelle di Schio in occasione delle elezioni Amministrative di due anni fa: nel programma del candidato sindaco Marco Vantin, in effetti, era indicata – sebbene soltanto in un paio di righe e senza alcuna reale idea progettuale - la soluzione di un sovrappasso a sostituire il passaggio a livello. Una proposta che, lo ammettiamo in tutta onestà, lì per lì a noi parve una boutade priva di prospettive serie. Invece ora, a vedere il progetto Morandini-Baccega, sembra che la cosa sia pienamente fattibile. Già, perché lo studio dei due professionisti sembra dimostrare, dati e cartine alla mano, che ci sono tutti gli elementi per realizzare un’opera a basso impatto ambientale (ovviamente non a impatto zero) ma ad alta capacità di risoluzione del problema. Il primo dato a favore arriva dalle quote altimetriche: la stazione in centro è praticamente a 200 metri sul livello del mare, mentre il passaggio a livello e a 192 scarsi, quindi ci sono quasi 9 metri di “discesa” tra i due punti, il che favorisce già di per sé l’intervento. Poi, sia a sinistra che a destra del passaggio a livello la ferrovia attraversa due ampie aree verdi libere da abitazioni e in buona parte di proprietà di RFI, cioè delle Ferrovie. Quindi niente espropri. Ancora: con il sovrappasso via dell’industria


Di mese in mese non si tocca e nemmeno la ferrovia attuale verrebbe interrotta durante i lavori perché verrebbe di fatto costruito un tratto nuovo di circa 1 chilometro e mezzo adiacente ai binari attuali. Le pendenze massime della ferrovia sarebbero le stesse di adesso e dopo il sovrappasso, in direzione centro, i binari si abbasserebbero velocemente per rientrare sulla rete storica al più presto, così da limitare al minimo l’impatto per le case vicine ai binari. Il progetto Morandini-Baccega è stato accolto bene dal sindaco Valter Orsi: “Un’idea è buona a prescindere da chi la propone e questa è molto interessante, siamo disponibili ad approfondirla – ha commentato -. La porteremo al Tavolo RFI-Regione-Rete dei Comuni, dove si sta dialogando da anni sul futuro della linea”. Per quanto ci riguarda, fatta ammenda per aver preso sottogamba lo spunto dei 5Stelle di due anni fa, ci pare effettivamente che il progetto concreto presentato adesso dal Pd meriti di essere approfondito. Con le giuste garanzie che l’impatto sarà davvero minimo su tutto – case d’intorno, paesaggio e coni visuali - potrebbe essere la volta buona. ◆

Lo Schiocco Il mondo e una freccia. Oppure... Una bella scritta “Giavenale centro del mondo” e, al di sopra, una sontuosa sfera di metallo. Sono i due elementi che caratterizzano la nuova rotatoria di Giavenale, inaugurata di recente sulla Maranese. La sfera rappresenta ovviamente il mondo di cui Giavenale è appunto il centro, mentre la “freccia” d’acciaio fissata sulla sfera funge come una specie di “Noi siamo qui”. Sfera e freccia, a dire il vero, ricordano anche un’altra cosa, non proprio di natura geografica... diciamo che fanno venire in mente il momento topico della fecondazione. E chissà allora che, con tutto il traffico che passa per quel punto,

il “monumento” non favorisca subliminalmente una ripresa delle nascite e un aumento delle culle. Ormai più che della geografia c’è da preoccuparsi della demografia.[S.T.]


[4] ◆ Schio Copertina Quand’era a Schio Barbieri aveva introdotto la pizza allo Skiosko, locale gestito dalla famiglia. “Qui a New York vedo una grande possibilità di crescere – dice - e dopo due anni e mezzo segnati da una pandemia con ben due lockdown, posso dire che sono felice”.

S

Giovanni Barbieri all’ingresso del suo locale a New York. Nella pagina a lato alcune tavolate (pre-Covid) con le “lenzuolate” di pizza prodotte dal forno di “BigABite”

Mirella Dal Zotto

i può partire da Schio per aprire una pizzeria a New York, a poca distanza dal ponte di Brooklyn, e creare – con passione e creatività - un locale trendy e di successo. È quello che ha fatto Giovanni Barbieri, cresciuto tra Schio e Thiene (mamma scledense e papà thienese, 27 anni il prossimo ottobre, che fin da giovane ha nutrito la passione per il bar e la ristorazione, trasmessa dai suoi genitori che operano nel settore da molto tempo. “Durante il secondo anno di liceo linguistico – racconta – ho iniziato a lavorare nel bar di famiglia e poi ho frequentato vari corsi di miscelazione e cocktail, ma il pallino che avevo da sempre era quello della pizza: quando uscivo a mangiarla mi fermavo sempre davanti al pizzaiolo per guardarlo e fargli mille domande. Appena finite le superiori ho avuto l’occasione, grazie a un amico, di andare a New York per un’esperienza di vacanza e lavoro, che si è rivelata un cambiamento di vita. La meritocrazia e le possibilità che questo paese offre tuttora, mi hanno entusiasmato a tal punto da voler trasferirmi. Dopo sei mesi passati a dare una mano in una pizzeria di amici, le mie idee si sono fatte chiarissime: volevo aprire una pizzeria proprio nella Grande Mela!”. Ma bravi pizzaioli non ci si improvvisa e lei non aveva frequentato una vera e propria scuola alberghiera.

“Infatti: tornato a Schio ho iniziato a formarmi frequentando l’Università della Pizza presso il Molino Quaglia, a mio parere uno dei migliori seminari di pizzeria d’Italia. Una volta finito questo bellissimo percorso ho introdotto la pizza allo Skiosko, birreria estiva che abbiamo ancora in gestione familiare al Castello di Schio, aperta

Come far successo a New York con due metri e mezzo di pizza Giovanni Barbieri – 27enne mezzo scledense e mezzo thienese – dopo aver nutrito la passione per la ristorazione, trasmessa dai suoi genitori che operano nel settore, ha aperto una pizzeria particolare nella Grande Mela, distinguendosi per l’originalità di una pizza lunga anche...due metri e mezzo.

da maggio a settembre circa. Dopo poche settimane i feedback erano già molto positivi, ho convinto (a fatica) i miei genitori e siamo partiti alla volta dell’America”. Tutto facile?

“Beh, non proprio. Appena aperto mi sono reso conto che la montagna da scalare era molto più alta di quanto pensassi. Il primo anno a New York è sempre difficile, me l’avevano detto in tanti, ma quando provi è diverso, è ancora più duro. Qualche volta avevo la sensazione di essere trasparente: la gente passava davanti al mio locale, “BigABite” (un morso più grande), ma non entrava. Fare la pizza buona non bastava, dovevo superarmi”.

Concorrenza spietata, immaginiamo.

“Veramente tanta e questo crea confusione nella mente dei clienti, perciò devi fare qualcosa che ti distingua in modo netto, qualcosa che nessuno abbia mai visto. Dopo circa sei mesi avevo capito che non stavo andando nella direzione giusta, il passaparola della qualità funzionava ma era troppo lento; il cliente a New York è di passaggio, lo perdi per fattori che non dipendono da te. Così mi sono messo a studiare ogni singolo caso di successo nella città, parlando con molte persone: pr, addetti delle agenzie di marketing… e finalmente una di loro mi ha aperto gli occhi dicendomi che la mia pizza era buona, ma che per


Schio ◆ [5] Copertina York da solo e ho dovuto riassumere tutti perché il vecchio team era ormai perso; non potevo mollare, non mi piace. Così ho riaperto, con calma, determinazione e più voglia di prima; ho passato un altro inverno rigidissimo, ma sapevo che la primavera sarebbe arrivata e sarebbe risbocciata anche la mia pizzeria. Appena le temperature si sono rialzate, come da previsioni tutto è iniziato a migliorare”. Prospettive rosee, adesso?

“Vedo una grande possibilità di crescere e dopo due anni e mezzo segnati da una pandemia con ben due lockdown, posso dire che sono felice. È stato un periodo lungo e penoso, ma le soddisfazioni che sto ottenendo mi ripagano del tempo perduto”. Nostalgia dell’Italia?

i clienti era uguale alle altre: “Per esempio, preparala grande come il bancone del tuo ristorante, vedrai che allora la differenza si noterà”, mi ha detto ironicamente”. Dunque?

“Il giorno dopo ho spedito mio papà da Home Depot, l’equivalente del nostro “Brico”, chiedendogli di andarmi a prendere un pezzo di legno lungo due metri e mezzo (qui otto piedi). Mi son messo a studiare il metodo più intelligente per servire gli otto piedi di pizza e mi sono buttato. Il primo tavolo a cui l’ho proposta, fuori dal menu, me lo ricordo benissimo: i ragazzi lì seduti non ci credevano, pensavano che stessi scherzando. Una volta usciti in due dalla cucina, perché un cameriere non basta, tutti i clienti sono rimasti basiti dalla pizza gigante. Oltre a essere bella e goliardica crea anche convivialitá, perché in un tavolo da 12-14 persone tutti iniziano e finiscono di mangiare assieme, mentre con le classiche pizze tonde, quando arriva l’ultima, il primo che l’ha ricevuta è già al dessert. E così ho capito che quella era la strada giusta. Avevo visto la classica luce in fondo al tunnel e la fama della mia megapizza si è sparsa in fretta: di me hanno scritto il New York Times, Eater e Forbes”. Ma la pandemia ha ribloccato tutto.

“Infatti, oltre alla fama si è sparso in fretta anche il coronavirus: era la di fine febbraio dello scorso anno, le prenotazioni nel mio locale aumentavano vertiginosamente e iniziavo a non preoccuparmi più per pagare l’affitto, sembrava tutto perfetto… Ma un giorno mia mamma mi ha chiamato preoccupata dall’Italia dicendomi di rientrare in fretta e così ho fatto, perché dopo un paio di settimane New York si è trasformata

in una città-fantasma, svuotandosi praticamente dall’oggi al domani. Ho lasciato la pizzeria dove avevo passato gli ultimi quattordici mesi della mia vita, volutamente segregato. Se prima avevo visto la luce in fondo al tunnel, in quel momento mi è crollata la montagna addosso”. E poi?

“Abbiamo tenuto duro, lavorando in Italia per pagare le spese in America. Nello scorso ottobre, dopo otto mesi, sono tornato a New

“Sinceramente per il momento non ne ho, ma credo che ciò sia dovuto al fatto di essere molto impegnato. Gestire una pizzeria qui è diverso, non più facile o più difficile, semplicemente diverso, con dipendenti che vanno e vengono perché il mercato del lavoro si muove a gran velocità: spesso mi ritrovo il venerdì o il sabato con due o tre ragazzi che non si presentano, cosa che in Italia si verifica di rado. Ecco, qui devi imparare a improvvisare, a essere sempre pronto e veloce”. ◆

Lo Schiocco Primatista nel lancio del water Un water e un copertone venuti alla luce con i lavori del Genio civile sul letto e sugli argini del torrente cittadino in via Lungo Leogra (da dove, si sa, c’è gente che getta di tutto). Un altro maxi-copertone rimasto incastrato tra i massi alla base di una delle cascate del torrente. Tra le tante discipline sportive diffuse a Schio – tali da far meritare la candidatura a “Città europea dello sport” - sembra prendere sempre più piede anche il lancio del rifiuto. Diviso in tre categorie: pesi leggeri, pesi medi, ingombranti. E a quanto pare, nella terza categoria abbiamo già praticanti in grado di raggiungere risultati di prim’ordine e di vincere anche qualche medaglia. Di bronzo, s’intende, come la loro faccia. [S.T.]


[6] ◆ Thiene Attualità Il team di ragazzi dell’Itt thienese ha dominato la gara totalizzando 4.484 punti, contro i 1.940 della squadra seconda classificata (giusto per dare un metro di paragone).

R

Omar Dal Maso

epetita iuvant, dicevano i latini. Anche le vittorie giovano eccome ai ragazzi dell’istituto “Itt Chilesotti” di Thiene, che ancora una volta eccellono a livello nazionale nelle competizioni di robotica dedicate alle scuole superiori. La kermesse nazionale denominata “Robocup Junior Academy” quest’anno ha visto un quintetto di studenti thienesi aggiudicarsi il 1° posto, ribadendo la qualità espressa in passato dai “colleghi” dell’ex Itis, indicata per forgiare “maestri” di tecnica e creatività tenendo fede al motto della scuola. Si tratta una competizione annuale riservata a studenti che devono costruire un prototipo meccanico, capace di assolvere a compiti predeterminati utilizzando la sola intelligenza artificiale. A organizzarla, a livello, mondiale, i massimi esperti di robotica. Chiunque (o quasi) avrà visto in tv o in rete i robottini che giocano a pallone, la Robocup Soccer è forse la modalità di concorso più nota nell’immaginario collettivo. Ma non è affatto l’unica. La categoria Rescue Line in cui hanno gareggiato le cinque giovani menti nostrane prevedeva in pratica la realizzazione di un prototipo dotato di ruote, faretti e microcamere, capace di superare un territorio disseminato di ostacoli virtuali lungo il percorso, con l’obiettivo di recuperare un target prefissato. Senza l’ausilio di alcun comando esterno a distanza ma solo sfruttando l’intelligenza artificiale “impiantata” prima di lanciare il prototipo sul tracciato. Una missione di salvataggio simulata, in soldoni, che ha visto il robot configurato e assemblato dai ragazzi riuniti nel team “Angloveneti” sbaragliare la concorrenza tra i 34 equipaggi in gara da tutta Italia. In realtà, a causa delle restrizioni per la pandemia nessuno si è mosso da casa, o per essere più precisi, da scuola: la gara si è svolta in modalità on line, in streaming, riuscendo a “salvare” l’edizione 2021 della Robo-

Studenti del “Chilesotti” dominano la Robocup Un’altra bella soddisfazione per una squadra di giovani studenti dell’Istituto cittadino: una medaglia d’oro ottenuta alla “Robocup Junior Academy”, importante competizione di robotica, battendo la concorrenza di 34 team in gara da tutta Italia. cup Jr, riservata ai giovani fino ai 19 anni di età, dopo che già quella 2020 si era dovuta accantonare. Un rinvio che anziché scoraggiare il gruppetto ormai affiatato ha rafforzato la volontà di affinare i minimi dettagli, una volta tornati a gennaio sui banchi di scuola.Tanto lavoro brillante che rischiava di rimanere sulla carta ma che, grazie a impegno e tenacia messi in campo “ritrovandosi” spesso in videocall e lavorando da casa, la cinquina di beniamini del Chilesotti ha portato avanti per quasi due anni, coordinati dal professor Amerigo Rasile che li ha seguiti e guidati verso l’impresa e con il sostegno della dirigente scolastica Laura Turco. Le sei prove in programma si sono svolte nell’arco di tre giorni, dal 13 al 15 maggio, con il circuito inviato dal quartier generale del concorso a ciascuno dei team partecipanti.A cimentarsi sono stati Pietro Ballar-

din, Gioele Duso,Andrea Facci, Luca Sartore e Alessandro Luigi Zin. Sono stati i più bravi su un parterre farcito di 34 squadre in rappresentanza di altrettanti istituti superiori, totalizzando 4.484 punti contro i 1.940 della seconda classificata, (una scuola della Calabria), per dare un metro di paragone. Con l’adrenalina garantita dalla diretta via cam e con un pizzico di rammarico per il pubblico mancato di coetanei e insegnanti, rinunciando ai momenti di socialità che questi eventi offrivano prima dell’emergenza sanitaria. Ciliegina sulla torta è il riconoscimento extra trasversale alle varie categorie in gara, come “miglior progetto tecnico” in assoluto. E, visto che ci siamo, anche una seconda soddisfazione ancora più succulenta: il team thienese sarà chiamato fra poco a rappresentare l’Italia in una competizione mondiale, rimodulando il robot secondo nuove direttive e su scenari differenti, aspirando a un piazzamento di prestigio anche al di fuori dei confini nazionali. L’evento è il World Robocup Junior, che si terrà dal 22 al 28 giugno, anche in questo caso da remoto, con sede “virtuale”. Peccato per il viaggio-premio mancato per i cinque, visto che scorrendo l’albo d’oro recente si notano Nagoya (Giappone), Montrèal (Canada) e Sidney (Australia) come sedi delle edizioni dal 2017 al 2019. La prossima, nel 2022, è già stata assegnata a Bangkok. ◆



[8] ◆ Schio Attualità

E quando fra tre anni smetterà la fascia di sindaco? “Posso dire che non mi vedo rientrare in un partito, farei veramente fatica, come la scalata del Mortirolo. Penso di tornare a fare il mio lavoro: ci sono aziende che erano mie clienti che già mi chiedono se tornerò. C’è una grande richiesta di manodopera, e di tecnici...”.

C

Stefano Tomasoni

he razza di secondo mandato. Valter Orsi completa in questi giorni i primi due anni del suo “secondo giro” da sindaco e in questi casi è normale, avvicinandosi la metà della corsa, fare un “pit stop” con il punto sul lavoro che è stato realizzato e su quello ancora da portare a termine rispetto al programma del mandato. Senonché tutto si può dire di questi due anni, tranne che siano stati normali. La pandemia se li è fagocitati, producendo una fase di emergenza generale – sanitaria, economica, sociale - che non poteva che riflettersi sull’attività amministrativa e mettere inevitabilmente tanti progetti in freezer, in attesa di tempi migliori. Adesso, ma meglio dirlo sottovoce, un po’ migliori i tempi sembra che lo siano diventati. E quindi il “pit stop” dei due anni lo facciamo. E chissà che sia di buon auspicio per una vera ripartenza complessiva. Sindaco, incrociamo le dita ma forse stiamo per lasciarci alle spalle un anno e mezzo allucinante. Che tipo di esperienza è stata per voi amministratori? Cosa lascia a lei personalmente e, in definitiva, alla città?

“Bè, certo nel programma elettorale non c’era l’idea di affrontare una pandemia. La gioia della vittoria di due anni fa effettivamente è durata pochi mesi: ci siamo insediati a giugno e dopo sei mesi siamo piombati nell’emergenza. Non c’è dubbio che affrontare un dramma di questo genere ha avuto un effetto dirompente. La nostra comunità è stata messa alla prova, ma devo dire che ha anche risposto molto bene”.

Orsi: “La pandemia ci è costata 5 milioni, ma ora ripartiamo” Intervista al sindaco Valter Orsi a bilancio dei primi due anni (tribolatissimi) del suo secondo mandato. “È stato un periodo pesante, ma ora la città è in pieno fermento. Riparte la cultura, riparte tutta una serie di attività... C’è voglia di tornare a vivere e bisogna farlo, senza però dimenticarsi di rispettare le regole”.

L’impressione, comunque, è che gli ultimi sei-sette mesi, da novembre in poi con le nuove ondate, siano stati anche psicologicamente i più lunghi e duri per tutti.

sono filate lisce e nel complesso è giusto sottolineare l’ottima organizzazione allestita”.

“La gente è arrivata a un livello di esasperazione palpabile, non soltanto chi è stato colpito di più dalle restrizioni con un impatto sul proprio reddito personale, ma la comunità nella sua interezza. Lo senti che la gente è molto più tirata. Non appena sono partite le vaccinazioni e l’Ulss ha segnalato la necessità di spazi per organizzarle, noi come Comune abbiamo messo a disposizione prima la palestra delle scuole Marconi e poi lo Shed del Lanificio Conte. In alcuni casi è successo che gli approvvigionamenti non siano arrivati, ma nella stragrande maggioranza delle giornata le cose

“All’Ulss. Ci sono tanti volontari che si occupano della parte di smistamento e accomodamento delle persone, e ci sono alcuni militari a supporto, ma l’organizzazione sanitaria è tutta dell’Ulss. Mi capita di ricevere tante congratulazioni e ringraziamenti da parte di cittadini e io specifico sempre che non è merito mio, ma del personale dell’Ulss”.

Il merito a chi va dato?

E adesso? Pronti a ripartire?

“Pronti. Supportati dai numeri: due mesi fa avevamo 560 scledensi o ricoverati o positivi o in quarantena. A inizio giugno erano 48. La prospettiva della “picchiata” dei


Schio ◆ [9] contagi ci ha dato subito il là per riorganizzarci ed essere pronti a ripartire, in tutti i settori. La città è in pieno fermento. Riparte la cultura, riparte la stagione del teatro Civico, riparte tutta una serie di attività legate alle associazioni, è partito il progetto estivo su via Carducci, è partito il “Molo 571” nell’area del parco Marinai, si stanno organizzando varie attività nelle piazzette... C’è voglia di tornare a vivere e bisogna farlo, senza però dimenticarsi di rispettare le regole”. Che segno lascia, quest’anno e mezzo di sospensione complessiva della vita sociale, sulla città e sui progetti che avevate in mente per questo secondo mandato?

“Il Covid ha spezzato completamente la programmazione amministrativa. L’anno scorso eravamo partiti con prospettive ben diverse dalla realtà che poi si è prodotta. Si era lavorato bene, peraltro, e si è continuato a farlo. Certo, nella programmazione per il 2020 avevamo puntato a fare circa 8,5 milioni di investimenti tra opere realizzate o iniziate: intendo strade, interventi sugli edifici storici culturali, manutenzioni... In realtà l’anno scorso siamo riusciti a investire 6 milioni, quindi abbiamo perso 2 milioni e mezzo che non recupereremo più. Non è stato possibile investire un centesimo sulle strade, sulle asfaltature, sui marciapiedi”. E per il 2021?

portare a casa tutta una serie di risultati. Ci stiamo muovendo in rete per costituire le basi per la nuova Unione dei Comuni (l’ex Comunità montana, ndr) allargata da Piovene fino a Recoaro, se si aprono finalmente le finestre delle risorse straordinarie dell’Europa abbiamo la possibilità di cambiare la città, almeno di porre le basi per farlo. Anche per questo ho dato vita a un tavolo tecnico nel quale sono presenti le varie coalizioni che hanno corso alle elezioni del 2019 e dove ci stiamo confrontando su alcuni temi importanti. Nel 2024 io terminerò il mio mandato e ci sarà in tutti i casi un passaggio di consegne, ma se avremo messo in campo dei progetti importanti condivisi, saranno in grado di andare avanti in ogni caso”. A proposito di 2024, c’è da chiedersi se – dopo il voto favorevole al bilancio dato da Ilenia Tiato della Lega, passo effettivamente inusuale e che ha prodotto uno scossone nelle forze di opposizione di centrodestra – lo scenario politico locale si stia ridisegnando e possa arrivare a un avvicinamento della Lega alla sua coalizione in vista appunto delle prossime elezioni.

Attualità gio che si è voluto dare alla maggioranza? Va bene, lo cogliamo. Sappiamo però che non è un messaggio unitario del centrodestra, perché ha creato delle tensioni al loro interno”. E all’interno del gruppo di “Noi cittadini” cosa si dice rispetto a possibili evoluzioni di scenario politico?

“Siamo un gruppo civico, si sta dialogando sapendo che non sarò io a dover fare questa scelta, ma chi sarà indicato a candidarsi a nome di ‘Noi cittadini’ o della coalizione”. Ma poi, a doppio mandato terminato, Valter Orsi cosa farà?

“Posso dire che non mi vedo rientrare in un partito. Non nego che mi sono arrivate delle ‘avance’ da più parti, e questo mi lusinga molto. I tempi cambiano così velocemente che non si sa cosa sucederà domani, però tornare in un partito è una cosa che vedo come la scalata del Mortirolo, per me. Farei veramente fatica. Penso di tornare a fare il mio lavoro: ho aziende che erano mie clienti che già mi chiedono se tornerò. C’è una grande richiesta di manodopera, e di tecnici...”. Vabbè, vedremo. E il successore designato dalla coalizione chi sarà?

“È presto per dirlo. Io sono molto contento del gruppo di assessori che ho, soprattutto dei giovani, perché è come quando fai crescere un figlio. Sono arrivati col cuore aperto e sono cresciuti tantissimo. Fra tre anni potrebbero essere pronti, ma anche chi ha fatto due mandati ha tutte le caratteristiche”.

“Anche quest’anno è partito in ritardo: le aspettative erano che la situazione potesse migliorare molto prima e le proiezioni che avevamo in bilancio ci dicevano che - un po’ con alcuni contribu- La vicesindaco Cristina Marigo e l’assessore Alessandro Maculan sono i due nomi in pole position, da parte dell’attuale maggioranza, ti che stavano arrivando e un po’ come candidati sindaco per il dopo Orsi. E se fosse il momento di una donna? con alcune entrate – potevamo “Bè, nell’ottica dei primati ottenuti puntare a programmare 9 milioni e mezzo dalla nostra lista, ci potrebbe stare. Dopo la “Non c’è un cammino di avvicinamento di investimenti. Ma in realtà le cose hanno prima lista civica che esprime il sindaco e verso qualcuno. C’è la volontà di alcune cominciato a muoversi in maggio, il primo dopo il primo sindaco a vincere al primo parti politiche della città – sia di centroquadrimestre è stato quasi a gettito nullo. turno, potremmo essere lo schieramento destra che di centrosinistra – di dialogare Di fatto quest’anno rimarremo sui 6 milioche fa il primo sindaco donna”. di più con la maggioranza per cercare di condividere dei percorsi. Questo non vuol ni, se tutto va bene”. Insomma, o Cristina Marigo o Alessandro Madire che debba portare a cambiamenti neUn biennio compromesso, insomma. culan... gli schieramenti del 2024, però sicuramen“Un disastro. Ci troviamo con 5 milioni e (ride). “Io non credo che chi esce debba inmezzo di investimenti in meno. Quello che te c’è una volontà di abbassare i toni deldicare il delfino. Sicuramente per chiunque ci salverà, in prospettiva, è l’aver lavorato è una scelta importante, che incide sulla lo screzio e di cercare di entrare di più nei molto negli anni passati sulla programvita personale, non si può fare il sindaco contenuti. Che poi è quello a cui io ambivo a mezzo servizio. E bisogna tener sempre veramente, sono contento che ci sia questo mazione. Questo ci permette di avere ora presente che Schio è una città che apprezpassaggio. le carte in regola per sperare di accedere a Quanto al voto favorevole della Lega al birisorse del Recovery Fund”. za molto il contatto, la gente ha voglia di rapportarsi con il sindaco come in un paelancio, a me pare anche un passaggio tutNon resta che guardare avanti, in effetti: posse di 2500 abitanti. Non siamo una città doto sommato scontato. Come si fa a votasiamo dire che il 2022 sarà l’anno della normave il sindaco è una personalità distante: si re contro a un bilancio che nasce da un lizzazione? apprezza il contatto diretto, quindi ti devi percorso che è stato fatto insieme, anche “Sì, assolutamente. I vaccini stanno dimodedicare appieno a questo.Anche perché se con il centrosinistra? Forse ci poteva stare strando di dare risultati. Dobbiamo aspetsmetti di ascoltare la tua città hai smesso l’astensione da parte delle minoranze, ma tare il 2022 per tornare a guardare lontadi fare il sindaco”. ◆ non un voto contrario. È stato un messagno, però nel frattempo si sta lavorando per


[10] ◆ Thiene

I lavori di ripristino della strada del Brèin

Attualità Si stanno per concludere i lavori di ripristino di due antichi spezzoni di strada abbandonati, forse di origine romana.

N

Omar Dal Maso

on solo solo piste ciclabili, ma anche stradine rustiche per così dire “passeggiabili”. L’antica strada secolare del “Brèin” torna alla luce e diventa un mini itinerario nella campagna della frazione di Centrale e che lambisce i territori vicini di Zanè e Carrè. A ricordare questo nome e, a spanne, il tracciato degli inizi del secolo scorso, rimane soltanto qualche nonno del posto come testimone, se dotato di una memoria di ferro. Si parla di over 70 e oltre, vale a dire chi da bambino percorreva quella stradina insieme ai coetanei, i più fortunati in sella a una bicicletta dei tempi, i più a piedi e magari pure scalzi negli anni di privazioni della guerra. Poi la strada del “Breìn” o del Braino, dal nome di una contrada di confine con Carrè, era stata quasi del tutto “sepolta” dalla polvere dei tempi, messa in disparte in nome della modernità e della necessità di opere viarie infrastrutturali figlie del boom economico. La costruzione di alternative vie di comunicazione asfaltate, più larghe e veloci, ne aveva comportato l’abbandono e l’erosione nei tratti intorno alla sponda del torrente Igna e tra i campi di Centrale, dove solo qualche contadino e i cacciatori hanno “battuto” il sentiero fino ai giorni

Un tratto della strada e, a destra, la piantina del percorso

A Centrale rinasce la via del “Brein” L’antica strada secolare del “Brèin” torna alla luce e diventa un mini itinerario nella campagna della frazione di Centrale e che lambisce i territori vicini di Zanè e Carrè. Un percorso indicato per chi ha voglia di fare due passi immerso nel verde. nostri. Un percorso indicato ora, in particolare, per chi ha voglia di fare due passi immerso nel verde, ma che si può percorrere anche in bicicletta. A distanza di settant’anni anni circa – difficile dare una datazione precisa visto che la via del Brèin è stata accantonata gradualmente - questo breve itinerario è stato restaurato e reso accessibile. Ritrovando così un senso di utilità e una propria dignità dopo i lavori di pulizia del suolo dalla sporcizia e in alcuni tratti di disboscamento, dopo che la selva si era riappropriata dei suoi spazi complice all’incuria, consentendo così il pieno recupero. Come accennato si tratta di una passeggiata breve, di circa un chilometro e mezzo, che però si collega ad altre strade e sentieri, ad esempio per salire verso località Ca’ Vecchia, oppure verso est nella campagna di confine tra Carrè e Zanè. Ecco così fornito una collegamento campestre tra le località Cà Magra, Casette e il limitare a sud di Carrè fino alle pendici delle Bregonze, con il valore aggiunto della lontananza dal traffico. “I muretti a secco narrano di una storia antica ora restituita alla sua funzione originaria - dice il sindaco di Zugliano, Sandro Maculan -. C’è chi ipotizza addirittura che questa sia un’antica strada romana, visti i reperti di coppi e mattoni trovati nei campi adiacenti e risalenti a quell’epoca. Si tratta di un intervento per noi significativo perché offre una soluzione in sicurezza per chi vuole spostarsi verso Carrè a piedi o in bicicletta e perché permette di allargare l’offerta di itinerari a favore dei tanti appassionati di passeggiate e pedalate at-

traverso le nostre meravigliose campagne”. Il percorso ciclopedonale è prevalentemente in sterrato e ghiaia. Nasce sul sedime di due vecchi tronconi di strada pubblica abbandonati da decenni, su cui in alcuni tratti il bosco aveva preso il sopravvento, anche se poi a metterci uno zampino scellerato era stata l’inciviltà, visti i cumuli di rifiuti di vario tipo trovati da chi si è dedicato alla pulizia. Alcuni volontari del paese già qualche anno fa, infatti, avevano tentato di aprire un varco e iniziarne la trasformazione, salvo desistere di fronte a sassi di dimensioni importanti e boscaglia più fitta. Ma lasciando in eredità un “nodo al fazzoletto”. Un’istanza raccolta da Zugliano, che ha sciolto il nodo dopo aver attinto dei finanziamenti ad hoc e averli rimpinguati con le proprie casse. Dopo aver incaricato una ditta specializzata di rimuovere gli ostacoli inerti e “battere” il percorso, nel mese di marzo buona parte della via del Braino è stata resa accessibile. A fine maggio, poi, un ulteriore step per sistemare alcuni tratti e dettagli. Regalando una nuova vita a uno spezzone di antica strada, mettendola a disposizione di tutti come al tempo che fu. ◆



[12] ◆ Schio Attualità Come saranno le vacanze degli scledensi in questa estate 2021 che, meteorologicamente parlando, ha già dato prova di instabilità? Soprattutto all’interno dei confini italici, con qualche puntata mediterranea. Ne abbiamo parlato con alcune agenzie di viaggio della città.

I

Camilla Mantella

l settore viaggi sta pian piano riprendendo fiato. Il 2021 non sarà ancora l’anno della svolta – troppe le complicazioni e le incognite, soprattutto per gli spostamenti turistici all’estero – ma le agenzie hanno ricominciato a raccogliere prenotazioni. L’Alto Vicentino ha voglia di partire: perché se abitare in un luogo circondato da montagne e pieno di verde ha attenuato un po’ i momenti più duri del lockdown, aver visto praticamente solo l’orizzonte di Summano, Novegno e Pasubio per un anno e mezzo inizia a essere sempre più pesante soprattutto per una generazione di viaggiatori abituati alla libertà di poter partire in qualsiasi momento a prezzi abbordabili con voli aerei comodi e frequenti. Come saranno le vacanze degli scledensi in questa estate 2021 che, meteorologicamente parlando, ha già dato prova di instabilità? Ne abbiamo parlato con alcune agenzie di viaggio della città.

Aria di vacanza, finalmente Le agenzie di viaggio iniziano a tirare un sospiro di sollievo, mentre la gente non vede l’ora di cambiare orizzonti. Perché abitare in un luogo circondato da montagne ha attenuato un po’ i momenti più duri dei vari lockdown, ma aver visto soltanto l’orizzonte di Summano, Novegno e Pasubio per un anno e mezzo comincia a essere pesante...

L’estero è ancora off limits “Con molta calma, a passi lenti, i viaggi stanno ricominicando, ma si concentrano prevalentemente in Italia - testimonia Mariella Pamato di Lella&Chiara Viaggi -. Il green pass è ancora in fase di definizione e perfino parecchi paesi europei limitano gli ingressi anche ai vaccinati richiedendo tamponi molecolari eseguiti nelle 72 ore precedenti. Ci troviamo quindi di fronte, a inizio giugno, a situazioni per cui una famiglia di quattro persone che desidera andare in Spagna è costretta a farsi i tampo-

Errare è umano, rimediare è facoltativo Come tanti cittadini ho ricevuto gli incartamenti per pagare l’Imu. Peccato però che in busta mi sono ritrovata, accanto ai documenti per me e consorte, quelli di un’altra persona con il nome identico e il cognome simile a quello di mio marito; poco male, mi son detta, tutti possono sbagliare. Così ho telefonato all’ufficio competente e mi è stato suggerito di buttare il tutto “perché sicuramente quella persona si rifarà viva con noi del Comune”. Ma come, ha sbagliato l’ufficio e deve farsi spontaneamente vivo il contribuen-

te? In Italia? Ma le istituzioni hanno così tanta fiducia nei cittadini? E, viceversa, i cittadini hanno così tanta fiducia nelle istituzioni? Così ho preso in mano il telefono, chiamando non il diretto interessato, che non figurava in elenco, ma un parente stretto. La sera stessa la persona, scrupolosamente, è venuta a prendersi a casa mia la lettera. Il senso civico ha battuto la celebre frase “non è di mia competenza” che ci era stata indirettamente detta. Ah, se i “competenti” avessero più senso civico... [M.D.Z.]

ni molecolari a pagamento con costi che si aggirano sui 70-80 euro a tampone e a pagare una polizza assicurativa nel caso in cui ci si ammali di Covid all’estero: un esborso non indifferente che spinge molti a preferire vacanze in Italia”. Un’Italia che non è esente da dubbi sugli spostamenti interni: le Regioni si muovono spesso in autonomia soprattutto sugli adempimenti burocratici in ingresso, per cui gli operatori passano gran parte del loro tempo a verificare di aver assolto a tutti gli adempimenti previsti per i loro clienti in viaggio (dalle registrazioni delle presenze su portali dedicati alle autodichiarazioni sullo stato di salute). Lo scenario è in continua evoluzione. “In questo anno e mezzo di pandemia gli unici viaggi all’estero ad avere retto sono quelli d’affari, seppur con grandi limitazioni e cali di volume – continua Pamato -. Abbiamo trascorso gli scorsi mesi a lavorare insieme alle aziende per capire come permettere ai loro tecnici di muoversi in Europa e nel mondo, stando attenti a tamponi obbligatori, quarantene imposte, transiti tollerati entro certi giorni di permanenza. È stata una vera sfida e ha cambiato molto il lavoro che eravamo abituati a fare: da consulenti di viaggio a esperti di restrizioni in-


Schio ◆ [13] ternazionali, con la consapevolezza di operare in contesti che mutano a una velocità mai sperimentata”. “Solo il 10% dei nostri clienti questa estate si recherà all’estero - conferma Fabio Pertile da Skhioland -. E per estero intendo Spagna e Grecia: si rimane nel Mediterraneo, continuando a monitorare la situazione che, seppur in miglioramento, rimane comunque molto fluida. Veniamo da 14 mesi di vero e proprio incubo per il settore, anche solo poter organizzare qualche viaggio in Italia e nel Sud Europa sembra un traguardo enorme”. “Noi abbiamo deciso di concentrare tutta la nostra offerta di viaggi organizzati in Italia - aggiunge Massimo Pettinà della Pettinà Viaggi, che da poco ha aperto un ufficio a Schio (vedi box) -. Non è ancora il momento più opportuno per spostarsi agevolmente all’estero e la clientela ci chiede di rimanere in Italia. Gran parte dei nostri tour italiani di agosto sono già sold-out e abbiamo dovuto organizzare nuove date per far fronte alle richieste”.

Un’estate italiana “A farla da padrone sono i grandi classici: Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia. Il mare del sud, in famiglia - interviene Mariella Pamato -. Rimanendo entro i confini nazionali gli spostamenti sono più semplici, soprattutto se i dati dei contagi in calo rimarranno stabili e la prospettiva è quella di muoversi tra regioni bianche e gialle. Non dimentichiamo che, nonostante l’accelerata del piano vaccinale, le persone totalmente coperte dai vaccini sono ancora una minoranza, quindi il green pass vaccinale non sarà subito disponibile, in special modo per i più giovani”. “C’è tanta voglia di ricominciare a partire - assicura Fabio Pertile -. In queste prime settimane di riapertura la nostra clientela, soprattutto under 50, si è messa in contatto con noi per poter programmare le vacanze estive in Italia. Le isole sono molto richieste: Sicilia, Sardegna, ma pure Lampedusa e Pantelleria. Si ritorna in aeroporto, si desidera volare, l’aereo non viene visto come un ostacolo”. “L’obiettivo del 2021, per noi, è stato quello di offrire una vacanza a quante più persone possibile, dopo un periodo così duro riprende Massimo Pettinà . Il catalogo dei viaggi organizzati che proponiamo va da soggiorni mare a 400 euro tutto compreso nella riviera romagnola ad alternative più impegnative nel Sud Italia o nelle isole, con un occhio di riguardo alla scoperta di destinazioni nazionali a cui, fino a un paio di anni fa, dedicavamo meno attenzione. Poi certo, seguiamo anche i viaggiatori singoli che desiderano fare viaggi

su misura in autonomia, ma il viaggio di gruppo è mancato molto, soprattutto alla clientela over 60. E con le alternative più economiche assicuriamo la possibilità di partire anche agli under 60 che sono stati più colpiti, anche a livello economico, dalla pandemia”.

Un 2022 di ripartenza? “Si vede un po’ di luce in fondo al tunnel - commenta Fabio Pertile -. Le prenotazioni estive ci danno ossigeno e dimostrano quanto alle persone sia mancato viaggiare”. “Dal nostro punto di vista - specifica Mariella Pamato - si potrà avere una vera ripartenza nel momento in cui si riapriranno le frontiere senza eccessive restrizioni: in autunno qualche coppia che ha rimandato a lungo il viaggio di nozze farà capolino per prenotare per la primavera 2022. Nel frattempo se ripartirà il settore fiere ed eventi anche gli spostamenti per affari ricominceranno a crescere. A quel punto potremo dire di aver davvero superato questo periodo così difficile”. “Bisogna credere in un 2022 migliore dal

Attualità

punto di vista dei viaggi – conclude Massimo Pettinà -. La richiesta nell’Alto Vicentino, indubbiamente, c’è. Le agenzie che hanno tenuto duro in tutto questo tempo avranno il loro bel daffare a star dietro a prenotazioni e consulenze. Ce lo auguriamo davvero”. ◆

Ha chiuso la storica Govitur. Al suo posto ora c’è Pettinà Il prolungato stop causato dalla pandemia, che ha colpito più di tutti il settore del turismo e quello della ristorazione, ha portato a dover salutare un’attività ormai “storica” in città, avendo accompagnato per decenni migliaia di scledensi nei loro viaggi e nelle loro vacanze. Parliamo dell’agenzia di viaggi Govitur, che proprio quest’anno avrebbe compiuto 70 anni di vita. Era stata fondata nel 1951 da Pino Gobbi, pioniere del settore, che aveva intercettato già in quell’inizio d’anni Cinquanta il potenziale del nascente fenomeno del turismo organizzato in un Italia che insieme al boom scopriva il piacere del viaggio, non solo quello della vacanza al mare o nelle montagne vicino casa. Al posto dei locali della Govitur, comunque, è arrivata un’altra agenzia di viaggi, a mantenere viva la “destinazione d’uso” delle storiche vetrine di via Baccarini. Si tratta di Pettinà Viaggi, agenzia di Carrè specializzata in viaggi di gruppo, a sus volta con una storia lunga quasi 60 anni. Fondata dal padre degli attuali titolari nel 1963, con gli anni è cresciuta fino a proporre uno dei cataloghi più ricchi per quanto riguarda le offerte di viaggi guidati in Italia e in Europa. Nell’anno più nero per il settore viaggi, l’a-

genzia ha deciso di aprire una nuova filiale a Schio, appunto là dove alzava insegna Govitur, con un certo stupore collettivo per la tempistica e il coraggio imprenditoriale. “Veniamo da un anno durissimo, dove ovviamente anche il nostro volume d’affari si è contratto - spiega Massimo Pettinà, che guida l’agenzia -. Ma quando abbiamo saputo che la sede di Govitur Viaggi a Schio sarebbe rimasta vuota, abbiamo deciso di lanciarci, e aprire una nuova filiale ed essere più presenti anche su questo territorio. Guardiamo con ottimismo al futuro, consapevoli delle difficoltà, ma con la speranza di poter continuare a svolgere al meglio una professione che, più che un lavoro, è una vera e propria missione”.




[16] ◆ Schio Attualità “In questi periodi difficili abbiamo potuto vedere l’importanza di avere un negozio sotto casa – dice Andreina Viero, presidente del Cuore di Schio -. Anche ora che il peggio è passato dovremmo ricordarcene”.

L

Elia Cucovaz

a pandemia ci ha abituato ad attenderci sempre l’imprevedibile. Tuttavia i commercianti di Schio guardano con ottimismo al futuro. Anche perché è pensiero diffuso che il ritorno a un nuovo periodo di chiusure forzate sarebbe insostenibile. Fiducia e voglia di darsi da fare, dunque. A partire da questa estate in arrivo da cui ci si aspetta la tanto attesa ripartenza. E in effetti, nonostante alcuni dei tradizionali appuntamenti estivi cittadini siano saltati per l’oggettiva difficoltà di programmare eventi di richiamo nel medio-lungo periodo, le attività commerciali del centro non sono rimaste con le mani in mano. C’è già la... “spiaggia” allestita nei fine settimana in una via Carducci pedonalizzata per l’occasione e interpretata quale luogo simbolo di ritrovo per l’estate scledense con il sostegno di Ascom-Confcommercio e dell’associazione “Cuore di Schio”: locali con plateatici curati e invitanti, ombrelloni, tappeti verdi e un po’ di vegetazione a far da contorno. Il tutto affiancato da oc-

Forza, facciamo centro I commercianti guardano al futuro con ottimismo e voglia di darsi da fare, dunque. A partire dall’estate in arrivo da cui ci si aspetta la tanto attesa ripartenza. E in effetti il mondo del commercio non è rimasto con le mani in mano e ha contribuito a preparare un centro che nei prossimi mesi vuole dare di sé un’immagine vivace e dinamica.

casioni di musica dal vivo. Un’idea originale per animare uno degli angoli più caratteristici del centro. E la musica dal vivo movimenterà le serate della bella stagione anche in molti altri punti della città grazie alle deroghe introdotte dall’amministrazione comunale. Ma c’è anche la spinta verso l’e-commerce, di cui le stesse associazioni si sono fatte promotrici per aiutare i negozi cittadini ad affacciarsi alla vendita online, così da permettere agli scledensi - sempre più abituati agli acquisti online - di fare compere su internet, ma anche dai negozi di vicinato. Il messaggio è chiaro: i commercianti devono restare al passo con i tempi, ma anche i clienti devono ricordare che senza negozi e locali la città si impoverisce e si spegne. Abbiamo chiesto a Nica Frusti, caposezione Ascom-Confcommercio di Schio, e a Andreina Viero, presidente dell’associazione Cuore di Schio, di darci le loro impressioni sulla ripartenza delle attività commerciali del centro in vista di un’auspicabile ritorno alla normalità che però presenta ancora tanti margini di incertezza. Perché dopo la tregua estiva ritornerà l’autunno e c’è ragione di credere che i conti col virus non siano ancora chiusi. Dal vostro punto di vista qual è la prospettiva per i prossimi mesi?

«Non siamo ancora fuori dal tunnel - premette Frusti -. Certo, nel periodo estivo la situazione migliorerà, vuoi per ragioni climatiche, vuoi per l’effetto dei vaccini. Il vi-

rus sicuramente farà ancora parlare di sé a settembre, ma c’è da augurarsi che l’incidenza sarà attenuata in modo da permetterci di riprendere un ciclo sociale e anche economico di cui tutti abbiamo urgente bisogno». «Bisogna essere positivi nel guardare al futuro, commercianti e non solo - è l’auspicio di Viero -. E offrire una visione positiva è proprio una degli obiettivi dell’associazione “Cuore di Schio”. Il centro cittadino è un bene comune e tutti dobbiamo contribuire a salvaguardarlo: da una parte gli imprenditori che lo tengono vivo con le loro vetrine, la loro accoglienza e le loro iniziative. Dall’altro le persone, senza le quali il commercio non può esistere...». Con il lockdown, in effetti, tutti abbiamo visto cosa sia un centro deserto...

«Ricordo - racconta la presidente del Cuore di Schio - che nel marzo del 2020, alla vigilia del primo lockdown, quando ancora non sapevamo niente di cosa ci aspettava, dopo aver abbassato la serranda, io e il mio vicepresidente Massimo “Max” Simonato eravamo andati a fare un giro per il centro e mi aveva colpito molto quel silenzio e quel vuoto a cui, ahimè, ci saremmo dovuti abituare. Credo che tutti dovremmo tenerlo a mente e, mantenendo la giusta prudenza, riabituarci a riprendere possesso dei nostri spazi e della nostra socialità. In questi giorni di chiusura delle scuole, vedere tanti ragazzi e ragazze stare in giro spensierati è una cosa che dà gioia e che ci deve anche far riflettere sull’importanza


Schio ◆ [17] di queste piccoli momenti quotidiani. Da questo punto di vista vedo che tutti i soci della nostra associazione hanno voglia di partecipare e di mettersi in gioco». «Le attività commerciali svolgono un’importante ruolo sociale - aggiunge la caposezione Confcommercio, Frusti -. Senza i negozi lungo le vie del centro resterebbe solo una fila di garage senza luci a illuminare le nostre strade. D’altra parte ci sono anche motivi di ottimismo. Nella recente conferenza di presentazione delle deroghe agli spettacoli musicali dal vivo, il sindaco Valter Orsi ha sottolineato il ritorno di tanti giovani in centro: dopo tanti mesi di isolamento forzato evidentemente stanno ritrovando il piacere di ritrovarsi nel “salotto buono” della nostra città. La speranza è che questa crisi possa trasformarsi in un punto di svolta anche per il centro di Schio che già prima della pandemia stava cercando di rilanciarsi». Oggi però anche a Schio i negozi di vicinato devono fare i conti con il commercio online che in questi mesi è diventato più abituale per tante persone.

«La concorrenza dell’e-commerce si sentiva già prima della pandemia - sottolinea Nica Frusti -. Sicuramente però gli ultimi mesi hanno contribuito ad accentuarla e a cambiare le abitudini delle persone sotto molti punti di vista. Per questo come associazione di categoria, insieme al direttivo di Cuore di Schio, abbiamo voluto promuovere degli incontri con un’agenzia web volti a far conoscere meglio ai negozianti del centro il mondo del commercio online, che non è il futuro, ma il presente. Questa non va intesa come un’alternativa al commercio tradizionale, ma come un suo complemento. L’obiettivo non è quello di creare un portale unico per i nostri associati, perché ogni attività ha le sue specificità e le sue esigenze, bensì quello di farli avvicinare a questo mondo anche attraverso consulenze individuali». «Già prima della pandemia io e altri commercianti del centro ci eravamo avvicinati al mondo della vendita online - spiega Andreina Viero -. Ora abbiamo voluto mettere la nostra esperienza al servizio degli altri attraverso delle videointerviste. Certo, il web rappresenta un’opportunità, ma anche tutta una serie di nuove sfide, perché a tutti gli effetti è come avere un secondo negozio in cui bisogna investire tempo e denaro. I negozi di vicinato grazie al digitale possono offrire nuovi servizi anche alla loro clientela tradizionale, ma tutti dovremmo ricordare che l’e-commerce ha dei “costi nascosti”, tra i quali appunto l’indebolimento della rete di negozi di vicinato. Proprio durante gli ultimi periodi più difficili abbiamo potuto vedere l’importanza di

Attualità

avere un negozio sotto casa, punto di riferimento per tanti anziani e non solo. Anche ora che il peggio è finito dovremmo ricordarcene». Qual è la cosa che vi fa guardare con ottimismo al futuro?

«Una cosa che mi fa molto piacere e che mi fa ben sperare è il vedere i nostri associati attivi, partecipi e attenti a cogliere gli stimoli che vengono lanciati - risponde Viero -. Questo è l’atteggiamento che noi commercianti dobbiamo mostrare per essere anche noi protagonisti del rilancio cittadino. Cuore di Schio ha già qualche anno, ma funziona e sono certa che, anche grazie al direttivo fatto di tanti imprendito-

ri competenti e concreti, ci saranno tante iniziative finalizzate al bene del centro e di tutta la città». «La situazione, ricordiamolo, è ancora pesante - sottolinea Nica Frusti - e le ricadute delle chiusure forzate gravano ancora su tante attività, bar e ristoranti in primis, ma anche sui negozi che hanno dovuto tenere le serrande abbassate in quanto giudicati “non essenziali” sulla base di criteri troppo arbitrari. E poi ancora su tutto il mondo della cultura e della musica. Ma fa senz’altro piacere vedere attività chiuse da tempo che si preparano a riaprire, come il bar Viola Viola e il “101”, grazie a nuovi giovani imprenditori con fiducia nel futuro». ◆

Sorpresa, due turisti tedeschi in visita a Schio in bicicletta Nonostante la pandemia, la natura e la storia di Schio e dintorni ricominciano ad attrarre visitatori anche da oltre i confini nazionali. Come Gisela e Klaus, due turisti tedeschi entrati a fare acquisti nella cartoleria di Andreina Viero proprio durante la nostra intervista. La coppia di argentea età sta compiendo un lungo giro in bicicletta - una decina di giorni in totale, per complessivi 500 km circa - partito da Rovereto con tappe a Verona, Mantova, Chioggia, Venezia e infine a Schio, dove si sono fermati un paio di giorni avendo in programma un’escursione sul monte Pasubio prima di rientrare a casa. «Paura del virus? Il Covid è una brutta malattia, ma bisogna pur vivere. Ed è un piacere essere qui in Italia dove, pur con

la mascherina e le altre restrizioni, si può avere il piacere di sedersi al bar a bere un caffè o fermarsi a mangiare una pizza e vedere tante persone amichevoli… Nel nostro paese purtroppo la situazione è pesante e le restrizioni ancora rigide». [E.C.]


[18] ◆ Thiene Il personaggio Novella, pilastro del volontariato thienese, parla anche dell’associazione Asa (Asociaciòn Solidaridad y Acciòn) nella doppia versione ecuadoregna e diocesana, delle lezioni d’italiano rivolte alla donne straniere e dei tre anni vissuti in Ecuador come missionaria laica, insieme alla famiglia.

È

La buona Novella Novella Sacchetto è uno dei pilastri del mondo del volontariato thienese. Con il marito e i tre figli trascorse 3 anni in un barrio in Ecuador a metà Anni ‘90. Anni trascorsi occupandosi di dialogo interreligioso e diritti umani.

Omar Dal Maso

una lieta… Novella, quella che racconta un po’ di se’ e della sua famiglia facendo trasparire un misto di emozione e gratificazione, alla vigilia della Festa dei Popoli di Thiene (dal 13 al 27 giugno), che dopo l’edizione in streaming dell’anno scorso torna con una nuova modalità “spalmata” per adeguarsi ai tempi di emergenza sanitaria. Novella Sacchetto, pilastro del volontariato thienese, ci parla anche dell’associazione Asa nella doppia versione ecuadoregna e diocesana, delle lezioni d’italiano rivolte alla donne straniere e dei tre anni vissuti in Ecuador come missionaria laica, insieme al marito Maurizio e ai figli Marzia, Fabio e Mirco.

Una straordinaria esperienza di vita A metà anni ‘90 la parentesi di vita in Sudamerica, contribuendo a fondare l’Asociaciòn Solidaridad y Acciòn (Asa), costituita a Quito nel 1994 e la “gemella” in Italia nel 2001, occupandosi in origine di centri educativi, case famiglie, doposcuola e centri di salute nella periferia nord della capitale per le parrocchie locali. “Asa nasce dalla nostra esperienza in Ecuador – dice Novella Sacchetto -. L’abbiamo portata poi in Italia, nel territorio della diocesi di Padova e in particolare a Thiene per dare continuità, mantenendo legame non soltanto di sostegno economico ma anche affettivo con quella avviata a Quito: è un’organizzazione di volontariato a tutti gli effetti e abbiamo appena festeggiato i suoi vent’anni”. Anni trascorsi occupandosi di “dialogo interreligioso, diritti umani, Festa dei Popoli, Marcia della Pace, i corsi di italiano per le donne straniere e il fare rete con le associa-

zioni: questi sono i principali ambiti che portiamo avanti”. A 25 anni dal rientro, i ricordi e l’eredità di quegli anni speciali, di quando una ragioniera e un insegnante partirono da Thiene con “nello zaino” tre figli di 7, 11 e 15 anni e il desiderio di mettersi in gioco e a disposizione del prossimo, sono ancora “pane quotidiano”. “Personalmente ho imparato cosa significa essere uno straniero e le difficoltà legate a

Che effetto fa sfogliare l’album, 25 anni dopo la partenza da Quito?

“La prima cosa che mi viene in mente è la passione per il mondo. Il desiderio di apertura, di non rimanere chiusi nel proprio piccolo, saper sempre guardare oltre. L’esempio perfetto è quello della pandemia: qui si è sempre giustamente parlato di lavarsi spesso le mani e di usare gli igienizzanti. In certi luoghi l’acqua però è un bene prezioso, e i gel alcolici nemmeno esistono. Bisogna rendersi conto della nostra fortuna, ed evitare di lamentarsi per cose frivole. La realtà che abbiamo conosciuto era fatta di persone che partivano alle 4 di mattina e tornavano alle 9 di sera per un lavoro saltuario a distanza di chissà quanti chilometri. Vivendo accanto a tante donne madri ma sole: poche tra loro vivevano nel contesto di famiglia”. Il pane quotidiano, in senso figurativo, in cosa consisteva per voi?

Novella Sacchetto. In apertura, un’immagine degli anni trascorsi con la famiglia in Ecuador come missionaria laica; la si vede al centro, con il cappello, accanto al marito

una lingua che non si conosce, per quanto noi cinque eravamo dei privilegiati: degli stranieri per scelta e non per costrizione. È il motivo per cui anche la nostra associazione qui ha avviato i corsi di lingua italiana, adeguandoli alle esigenze delle donne provenienti da ogni angolo del pianeta, spesso mamme. Grazie a insegnanti e anche baby sitter, ad esempio, volontarie”.

“A quei tempi mi sono occupata di curare la nascita dell’associazione Asa in Ecuador, delle haciendas comunitarias, dei negozietti di vendita di generi di prima necessità dedicati alle donne - gli empori solidali di oggi -, ma anche della catechesi in parrocchia. Mio marito, insegnante di tecnica ora in pensione, in un barrio satellite aiutava a formalizzare la presenza di baracche abusive, i lavori per collegare l’acqua potabile e la costruzione del primo centro infantile in modo che le mamme potessero lavorare lasciando i bimbi piccoli in buone mani”. E per i suoi figli, allora bambini o ragazzi, come hanno vissuto quell’esperienza?

“Per i più piccoli nessun problema. Non è stato semplice per la più grande che già frequentava la prima superiore alla parten-


Thiene ◆ [19] za, ma poi si è inserita al 100%. Anzi forse è stato altrettanto difficile poi dover lasciare quella terra nel ‘96 per tornare a casa a Thiene. Una cosa bella da raccontare è che mia nipote di 19 anni quest’estate andrà a visitare quei luoghi in Ecuador, per la prima volta. Si fermerà un mese”.

Il ritorno della Festa dei Popoli Novella Sacchetto ha poi lavorato per 6 anni al centro missionario diocesano di Padova, partecipando come referente a viaggi di lavoro a Rio de Janeiro e Pesqueira in Brasile e a tre ore da Nairobi, in Kenya, conoscendo le realtà delle favelas e delle baraccopoli. Tornando al Veneto e ai giorni nostri, una fetta consistente del suo tempo è ora rivolta alla “Rete Linguistica Alto Vicentino”, dove 13 enti locali propongono corsi di italiano per straniere fondati sul volontariato. Circa 130 in media ogni anno. Con il Covid anche qui a mettersi di traverso...

“Un grosso problema, ma siamo riusciti a proseguire anche se sono lievitati i costi: la sanificazione dei locali e altre spese ordinarie sono state compensate con raccolta fondi, un aiuto prezioso del Comune di Thiene, un piccolo contributo di responsabilità richiesto alle partecipanti. Le lezio-

ni in questo anno difficile si sono tenute nelle sale della parrocchia di San Sebastiano a Thiene e in un caso (serale) nella Casa Insieme. Siamo stati fortunati a trovare strutture adatte e rispettose delle norme, creando delle “bolle” con al massimo 10 persone”.

Novella alla Festa dei popoli

Tocchiamo il capitolo della “Festa dei Popoli”, storicamente nata dall’iniziativa dei Padri Comboniani, conclusa nel 2005 quando a tenerla in piedi era rimasto il gruppo giovani “Unidos”, e ripresa dopo 5 anni di sospensione con lei stessa tra i promotori della nuova versione.

“È nata l’idea di fare qualcosa di diverso, di metterci in rete con gruppi di cittadini stranieri, e siamo riusciti a far ripartire la Festa nel 2010. Il primo anno un po’ in sordina e poi via via sempre più grande grazie al passaparola. L’ultima pre-Covid nel 2019

Il personaggio con 43 nazionalità presenti a sfilare e una trentina presenti sul palco oltre a chi partecipava nei vari stand e laboratori. Oggi siamo alla 12esima edizione, ricostruita da un gruppo di amici di diversa provenienza poi diventata Commissione per la Festa dei Popoli, formata da persone sia italiane che straniere, per portare dentro la loro voce. Nel tempo ci siamo strutturati. Lavoriamo praticamente tutto l’anno, suddivisi per staff, partendo a settembre per poi raccogliere i frutti a giugno”. L’edizione in partenza prevede un mix di novità e curiosità inedite: dallo “sconfinamento” nei comuni vicini di Sarcedo e Zugliano ai piatti etnici da asporto. Un programma ricco...

“Il Covid-19 ha bloccato a lungo tutto il mondo delle relazioni. Sentivamo la forte responsabilità di non piangerci addosso e di non vivere di nostalgia, ma anzi dare segnali di speranza, dire che la vita deve continuare, che gli scambi relazionali sono ancora possibili, rispettando alcuni accorgimenti. Ripartire, recuperare e ricreare le relazioni perdute o accantonate è un po’ il filo conduttore della Festa dei Popoli 2021”. ◆


[20] ◆ Schio Attualità

Q

In autunno verrà realizzata su via Maraschin una corsia di accesso a via XX Settembre, per evitare gli accodamenti lungo l’asse principale

Stefano Tomasoni

uartiere Rossi terza (e ultima) puntata. In aprile abbiamo presentato le modifiche della viabilità interna al “quartiere operaio”, introdotte dal Comune per cercare di contrastare l’annoso e irrisolto problema del traffico di attraversamento creato dalle troppe auto che usano le vie del quartiere per saltare via Maraschin. In maggio abbiamo dato conto degli aspetti critici che l’intervento a sua volta ha creato, alleggerendo via Lungo Leogra ma appesantendo altre vie e in particolare via Rossi e via Bologna. Ora è doveroso chiudere il cerchio per dar conto delle ultime novità. Dopo che un buon centinaio di residenti del quartiere (avevamo scritto 40, ma alla fine sono lievitati a circa il triplo) hanno sottoscritto una lettera indirizzata al sindaco per sottolineare alcuni nuovi problemi, Valter Orsi ha infatti risposto con una lettera a sua firma che è stata diffusa tra gli stessi abitanti della zona, nella quale chiarisce un paio di punti importanti: il primo è che la nuova viabilità è da considerare sperimentale e sarà sottoposta a verifica al termine di un periodo di prova; il secondo

Pecore in andata o in ritorno?

Nella foto, un gregge di pecore in transito a fine maggio lungo via don Saccardo, in pieno Quartiere Rossi, verso il Leogra e il ponte di via Trento Trieste. Sorge un dubbio da profani dichiarati dell’allevamento di bestiame: ma la transumanza di primavera non va da valle verso monte, mentre qui la direzione dei quadrupedi lanosi va da monte a valle? Non sarà mica che le pecore di sono perse a causa delle modifiche alla viabilità del quartiere? [S.T.]

Due interventi per via Maraschin Dopo le modifiche alla viabilità nel Quartiere Rossi e dopo le lamentele arrivate da un certo numero di residenti, il sindaco Orsi ribadisce che è in atto una sperimentazione e conferma due lavori che, tra quest’anno e il prossimo, andranno a snellire il traffico sull’asse dal Sacro Cuore al Monumento.

è che su via Maraschin sono in programma tra quest’anno e il prossimo due interventi destinati a snellire il traffico lungo l’asse e quindi a disincentivare il ricorso alle vie del quartiere Rossi. Ed è con lo stesso sindaco che, in occasione dell’intervista pubblicata nelle pagine precedenti, abbiamo fatto il punto della situazione viaria complessiva della zona. “Quella che è stata realizzata nel quartiere è una sperimentazione e come tale è necessario lasciar passare almeno un paio di mesi per valutare l’impatto delle modifiche, perché le abitudini delle persone hanno bisogno di tempo per cambiare e assestarsi – osserva Orsi -. Non è dunque una soluzione necessariamente definitiva. Ho incontrato alcuni cittadini in rappresentanza dei firmatari della lettera che mi è stata inviata: hanno sottolineato in particolare il fatto che alcune vie si sono caricate di più passaggi rispetto a prima, anche con una criticità legata alla velocità delle auto. Naturalmente stiamo monitorando anche noi la situazione, abbiamo aumentato la presenza di pattuglie della polizia locale per i controlli. Siamo in una fase di prova, al termine della quale saranno analizzati tutti i dati raccolti per valutare eventualmente ulteriori interventi migliorativi o al limite per tornare alla situazione precedente. L’obiettivo è trovare la soluzione migliore affinché i residenti si trovino ad abitare in un’area che non ha traffico di attraversamento veloce in cerca di scappatoie”. Ci sono poi gli interventi in programma su via Maraschin per eliminare due punti critici che rallentano il traffico. Erano

in programma già da tempo, ma sono stati rimandati a causa dell’emergenza Covid. Uno verrà realizzato entro fine anno, finanziato con l’avanzo di amministrazione, ed è l’attesa terza corsia per inserirsi in via XX settembre provenendo “da monte”, così da ridurre o eliminare gli accodamenti che si formano quando un’auto mette la freccia e si ferma in mezzo alla strada in attesa che la corsia opposta si liberi. L’altro intervento, che però non è proprio imminente visto che sarà realizzato nella seconda metà dell’anno prossimo, prevede la realizzazione di una rotatoria all’incrocio tra via Maraschin e via Cardatori, andando a eliminare l’attuale semaforo con i relativi tempi di attesa. “Questi due interventi apporteranno modifiche significative nel comportamento degli automobilisti – osserva Orsi -. Insieme ad altri lavori mitigatori che verranno fatti nell’area, ci daranno la possibilità di calibrare bene la nuova viabilità nel quartiere Rossi”. Dove intanto parecchi residenti attendono con interesse i risultati dei mesi della sperimentazione in atto. ◆

L’incrocio tra via Maraschin e via Cardatori



[22] ◆ Thiene L’assessore Strinati accanto al distributore Smart Locker

Attualità

A

Palazzo Cornaggia arriva stavolta non un sogno ma un libro da riporre nel cassetto. E che in realtà, dallo stesso vano, si può “prelevare” e sfogliarne le pagine con la formula del 24 ore su 24 e quindi una praticità figlia dei tempi moderni. È stato “battezzato” a metà maggio il dispositivo di custodia e prestito dei volumi della Biblioteca Civica di Thiene, con il nome di Smart Locker, un sistema brevettato che permette di usufruire del servizio di prenotazione di libri e anche dvd da remoto, e di ritirare quanto richiesto a qualsiasi ora del giorno (e della notte) e sempre gratuitamente.Anche nei giorni festivi. Sono 30 i box disponibili. Grazie a una connessione internet l’imponente “armadio con scaffali virtuali” di ultima generazione sa gestire le richieste in automatico, consentendo all’utente di provvedere da solo al prelievo dell’opera desiderata e anche al reso alla scadenza del prestito. Basterà armarsi della tessera bibliotecaria oppure di quella sanitaria, e seguire le indicazioni del display.A “caricare” lo sportello automatico che eroga cultura in modalità H24 saranno sempre le mani esperte del personale della Biblioteca Civica di Thiene, che monitorerànei prossimi

Con Smart Locker la biblioteca diventa “H24” mesi l’efficacia e l’appeal della new entry tecnologica. Tra i primi a testare il nuovo servizio la “capofila” della cultura per la città di Thiene, ovvero l’assessore e vicesindaco Maria Gabriella Strinati. “Siamo davvero soddisfatti per quest’altro passo in avanti – è il suo commento -. Cerchiamo di mettere in atto tutte quelle strategie che possono venire incontro a quanti hanno una vita quotidiana frenetica con mille impegni di lavoro. Il

A lezione di smartphone Curiosa ma apprezzata iniziativa in corso a Villa Fabris e dedicata ai meno avvezzi (ossia adulti e anziani) all’uso del cellulare di moderna generazione.

I

segreti dello smartphone in cinque atti. O meglio, in cinque ravvicinati incontri che si sono svolti tra fine maggio e i giorni scorsi nella “palestra digitale” ricavata al primo piano di Villa Fabris, nella Sala delle Arti e dei Mestieri. Un’iniziativa curiosa e tutt’altro che banale, viste le potenzialità nascoste e qualche “nodo” da sciogliere che i meno esperti tra gli utilizzatori di social, fotocamere digitale, effetti grafici, sistemi operativi, hotspot per le connessioni e compagnia bella, possono scoprire e mettere a frutto. Partendo da un corso “base” alla stregua dei manuali “For Dummies” per andare ad approfondire tutte le principali funzionalità disponibili nel proprio cellulare. Nell’unica occasione in cui, durante una lezione, va tenuto categoricamente acceso.

Rivolto agli adulti e particolarmente indicato per le persone anziane, il corso si è svolto in 10 ore frontali suddivise in cinque appuntamenti mattutini dalle 10 alle 12. A occuparsi della singolare proposta sono stati gli operatori scelti nell’ambito del Progetto Avatar, che sta proponendo un carnet di iniziative mirate su tutte le fasce d’età nell’Altovicentino per lo sviluppo della cittadinanza attiva digitale, con il supporto dell’associazione Alda+. A collaborare in questo piano d’azione digitale sono 12 comuni dell’Alto Vicentino (Isola, Malo, Marano, Monte di Malo, San Vito, Santorso, Schio, Thiene, Torrebelvicino, Valdagno, Villaverla e Zugliano), per un bacino di circa 155 mila abitanti. La gestione è di un Comitato tecnico composto dai Comuni di Schio,Thiene e Valdagno, unitamente a Pa-

tempo libero è per tutti sempre molto poco: con lo smart locker riserviamo un segno di delicatezza e un gesto di attenzione pratico e concreto”. Per la prenotazione è sufficiente accedere al catalogo di Biblioinrete, con l’accortezza di selezionare come biblioteca di ritiro la voce “Thiene smart locker” (oppure contattando lo 0445.804945) e attendere il messaggio che avvisa della disponibilità del libro o dvd prescelto. ◆ [O.D.M.]

subio Tecnologia e Alda-Associazione Europea per la Democrazia Locale. Tra le azioni promosse dal progetto anche seminari, workshop, incontri con esperti, corsi di formazione riservate a imprese, pubblica amministrazione, enti del terzo settore, del settore socio sanitario e del settore educazione e formazione. ◆ [O.D.M.]



[24] ◆ Schio Copertina Alla scoperta delle aziende che producono le eccellenze gastronomiche locali e dei sentieri che permettono di raggiungere alcune delle aree più affascinanti della zona.

È

Camilla Mantella

un’estate all’insegna della valorizzazione del territorio agricolo e del paesaggio rurale e montano quella che propone Agritour, alla scoperta delle aziende che producono le eccellenze gastronomiche locali e dei sentieri che permettono di raggiungere alcune delle aree più affascinanti delle nostre zone. Se il 2021 non sarà ancora l’anno dei viaggi a lungo raggio, quale migliore occasione per dedicare i weekend a scoprire i luoghi più suggestivi dell’Altovicentino o per far trascorrere a bambini e ragazzi una settimana itinerante tra le fattorie didattiche delle nostre campagne? “Agritour lavora da anni con l’obiettivo di far partecipare quante più persone possibile agli eventi organizzati: la promozione dei produttori locali, la diffusione dei valori che animano la nostra associazione – dal rispetto per l’ambiente ad un coltivare etico, dalla bellezza della fatica che serve a far fruttare la terra con amore all’attenzione per un produrre sano, sostenibile e di alta qualità – il dialogo costante con gli abitanti dell’Altovicentino e con tutti gli attori economici e istituzionali ci hanno consentito nel tempo di creare una rete di valore che oggi ci permette di dar vita ad iniziative molto amate”, spiega Matteo Lanaro, manager dell’associazione. Per l’estate appena iniziata Agritour propone, innanzitutto, una serie di escursioni in collaborazione con l’associazione “Le Guide”. Dopo i primi appuntamenti del mese di giugno, dedicati al Monte Summano e al sentiero dei Girolimini e alle ortogonali della Valle dell’Agno e di Campogrosso, spazio il 27 giugno alla scoperta della Via dell’Acqua a Valli del Pasubio, il primo luglio ad una camminata sulle valli dei minerali di Torrebelvicino, il 18 luglio al percorso sui tratti della Romea Strata attraversati dalle vie di Agritour, il 25 luglio al sentiero degli asini di Malo, il 5 settem-

L’estate di Agritour Valorizzazione del territorio agricolo e scoperta dei paesaggi rurali e montani che ci circondano: è la ricetta di Agritour per animare l’estate 2021. Con una serie di escursioni ma anche con un centro estivo per bambini e ragazzi.

bre ad un evocativa escursione di “stupore e tremori” a Velo d’Astico e il 12 settembre ad una passeggiata attraverso contrade e capitelli della zona della Rana a Monte di Malo. Per partecipare alle uscite è necessario iscriversi attraverso la mail agritour@ agritour.vi.it o messaggio Whatsapp al 346 7201272; il pranzo è al sacco e, in caso di maltempo, le giornate vengono annullate. Davvero interessante, oltre alle uscite dei weekend, anche la proposta di un centro estivo itinerante per bambini delle scuole elementari e ragazzi delle scuole medie: dal 28 giugno al 30 luglio, per 5 settimane, ogni lunedì inizierà un percorso alla scoperta delle fattorie didattiche della rete Agritour, dalle 7.45 fino alle 13, con punto di ritrovo, ogni mattina, presso la Giardineria Drago di Schio (per informazioni: paesaggi.didattici@gmail.com) “Se le escursioni su montagne e colline sono gradite e abbiamo una buona risposta in termine di partecipanti, il centro estivo è stato davvero una sorpresa: abbiamo moltissime richieste, tanto che stiamo lavorando ad un secondo centro estivo paral-

L’Obelisco di Ressecco Lo vedete? È l’ormai celebre “Obelisco di Ressecco”, ovvero la stazione Wind che deturpa irrimediabilmente il paesaggio del quartiere vicino alla Valletta. Sappiamo della combattività dei resseccani, immortalata pure in un recente libro di Mariano Castello, e ci chiediamo se abbiano in qualche modo protestato per l’obbrobriosa installazione. Vuoi che si siano chinati di fronte alla connessione facile e abbiano rinunciato a una bella vista e a un paio di preziosi parcheggi? Dai, non ci crediamo… O tempora, o mores! [M.D.Z.]

lelo per poter soddisfare tutte le domande di iscrizione. La famiglie hanno la necessità di impegnare i bambini e i ragazzi una volta che le scuole sono terminate e l’idea di far trascorrere ai propri figli del tempo a contatto con la natura e i produttori locali è piaciuta moltissimo”, continua Matteo Lanaro. “Fortunatamente siamo abituati al fatto che le nostre iniziative vengano ben accolte dai cittadini, segno che le nostre campagne sono amate e che il percorso che abbiamo tracciato va nel verso giusto. Grazie ai produttori locali della nostra rete, molti dei quali giovani contadini che stanno rivoluzionando il modo di fare questo mestiere aprendosi alla comunità e accogliendo con entusiasmo progetti e attività che possano animare le fattorie, abbiamo stretto rapporti di proficua collaborazione con gli enti locali e aperto un canale di comunicazione diretta con le persone dell’Altovicentino, che hanno iniziato ad affezionarsi ad Agritour e alla sua filosofia. Ci aspetta un’estate ancora segnata da qualche restrizione, ma viva e nel segno della promozione del nostro territorio rurale”. ◆



[26] ◆ Schio Una foto di scena di Giuliana Musso, l’attrice sarà a Schio il 7 settembre

Spettacoli

S

Mirella Dal Zotto

aranno il parco della Fabbrica Alta, la Sala Calendoli, l’anfiteatro di Palazzo Toaldi-Capra e il Teatro Astra a ospitare da giugno a settembre la stagione teatrale estiva organizzata dalla Fondazione Teatro Civico in collaborazione con l’amministrazione comunale, con Arteven e con il Comunale di Vicenza per la parte dedicata alla danza. Una quindicina gli appuntamenti, con formule flessibili e prezzi molto contenuti. I protagonisti saranno Giuliana Musso, Ilaria Fantin e Faber Antiqua, Stivalaccio Teatro, Microband, Floraleda Sacchi e Damiano Grandesso, Naturalis Labor, Okidok, Daniele Ninarello, Malmadur ed ExvUoto Teatro. La stagione porrà l’accento sul talento teatrale, in particolare del Veneto, in tutte le sue sfaccettature. “La scelta di recuperare alcuni degli spettacoli della stagione che era stata proposta, affiancandone altri, non ha potuto prescindere dalla valutazione di presentare lavori adatti a uno spazio all’aperto e dalla disponibilità degli artisti – spiega il direttore artistico della Fondazione, Federico Corona -. Torniamo allo spettacolo dal vivo con la consapevolezza di non esserci mai fermati: i progetti di comunità per gli adolescenti, il progetto ‘Lovers – innamorarsi di un teatro’ e le altre attività inclusive della Fondazione sono proseguite per tutta la stagione e continuano a tenere viva la fiamma della creatività artistica scledense”. “La presentazione del cartellone – afferma l’assessore alla cultura Barbara Corzato - è un segnale chiaro: siamo pronti a reagire, nonostante le difficoltà, e a supportare gli artisti e il mondo che ruota attorno alle compagnie teatrali che trovano casa in città”. Questo il calendario degli appuntamenti nel parco della Fabbrica Alta, tutti con inizio alle 21: giovedì 17 giugno uno spettacolo di circo con il duo di clown-acrobati belgi “Okidok” in “Slips inside”. In collaborazione con il Teatro Comunale Città di Vicenza e inserito nella terza edizione del Festival Danza in Rete Vicenza-Schio, la compagnia vicentina di danza Naturalis Labor presenterà mercoledì 23 giugno “Cenere Cenerentola”, che utilizza il linguaggio del tango e della danza contemporanea. Mercoledì 30 giugno, la compagnia vicentina Stivalaccio Teatro porterà in scena “Arlecchino Furioso”, la pièce che ha rappresentato il Veneto

Ripartiti dalla “Calendoli” Prende il via, con i primi spettacoli nel parco della Fabbrica Alta, la novità della stagione teatrale estiva della Fondazione Teatro Civico, che va a recuperare in parte il programma perso in autunno-inverno causa Covid e propone nuovi lavori calibrati per essere rappresentati all’aperto.

durante l’ultima edizione del Festival OFF di Avignone. Si proseguirà con la musica, giovedì 8 luglio, con un programma dedicato alle colonne sonore del cinema noir “Series Noir”, stavolta nella meravigliosa cornice della chiesa cinquecentesca di San Francesco, con il Duo Noir, composto dal sassofonista Damiano Grandesso e dall’arpista Floraleda Sacchi. Dopo questa parentesi si ritornerà in Fabbrica Alta, giovedì 15 luglio: Anna De Franceschi sarà “Super Ginger!”, un clown contemporaneo. Un appuntamento del tutto eccezionale, giovedì 22 luglio, con il film in realtà virtuale di “La mia Battaglia”, dall’opera teatrale di Elio Germano e Chiara Lagani “Segnale d’allarme – La mia battaglia VR”.

Un omaggio a Fabrizio De André, giovedì 29 luglio, con “Nuvole barocche”, a cura della liutista vicentina Ilaria Fantin e di Faber Antiqua, per raccontare l’arte dell’indimenticabile Faber attraverso antiche sonorità. Nel mese di agosto, martedì 3, Microband presenterà “Classica for dummies”, uno spettacolo di musica classica per scriteriati. Il cartellone si chiuderà il 7 settembre con Giuliana Musso, tra le maggiori esponenti del teatro di narrazione e d’indagine, che si esibirà con l’attrice Maria Ariis nel suo nuovo spettacolo “Dentro. Una storia vera se volete”. Ai nastri di partenza anche “Vieni a teatro con mamma e papà”: gli spettacoli si terranno in Fabbrica Alta alle 21, o all’Astra in caso di maltempo. Giovedì 24 giugno La Piccionaia proporrà “Favole al Telefono”, spettacolo nato per il centenario di Rodari; martedì 13 luglio Ullallà Teatro metterà in scena “Cra Cra”, sulla ricchezza della diversità; mercoledì 21 luglio La Baracca rappresenterà “Biancaneve” e mercoledì 4 agosto la rassegna si chiuderà con “Appeso a un filo”, spettacolo di marionette della Compagnia Di Filippo di Offida, ospitato in oltre venti Paesi del mondo. È possibile acquistare il carnet da 5 spettacoli (50 euro), gli speciali carnet under 30 (30 euro) e i biglietti singoli a 14 euro. Si può anche acquistare online sul circuito Vivaticket. ◆



[28] ◆ Schio Cultura e Spettacoli

U

n pubblico di affezionati spettatori ha accolto in Sala Calendoli gli attori protagonisti di “Segnali di primavera. Tracce di vita quotidiana”: quattro appuntamenti, dal 14 maggio al 4 giugno, proposti come preludio alla stagione estiva. Al venerdì, dalle 19.30, si è potuto assistere a letture, comicità e clownerie con artisti del territorio. Hanno aperto la ministagione, non senza emozione per essere per la prima volta dopo tanto tempo davanti a un pubblico in carne e ossa, Martina Pittarello e Vasco Mi-

L’attore vicentino Matteo Cremon

Segnali di primavera In Sala Calendoli, al Civico, è andato in scena un mini-ciclo di spettacoli (letture, comicità, clownerie) che ha fatto da preludio alla stagione estiva. randola con “Il diario di Adamo ed Eva” di Mark Twain, che ha trasformato con sottile umorismo il primo capitolo della storia biblica. Brillante l’attrice che ha impersonato Eva, la prima donna spiritosa, loquace e sagace alle prese con Adamo, il primo uomo, privo di umorismo, tardo e taciturno: caratteristiche che si ripetono dalla notte dei tempi e da sempre oggetto di ironie, perché spesso risultano essere quotidiane verità. Il secondo appuntamento ha avuto come protagonisti Marco Zoppello e Michele Mori di Stivalaccio Teatro che hanno letto, presente e complice l’autore padovano Nicolò Targhetta, alcuni passaggi di “Non è successo niente”, raccolta di storie corrosive dai social media alla vita reale, concentrato di cinica ironia per esorcizzare con un sorriso le nostre insicurezze più profonde: si è riso di noi stessi.

La terza serata è stata animata da Anna De Franceschi, che ha presentato in anteprima per il pubblico di Schio la nuova produzione, “Full Metal Ginger”. Doppia replica, la sua, per raccontare Ginger, una clown a tempo pieno vittima dei ritmi imposti dalla società moderna: trenta piacevoli minuti di clownerie, mimo e slapstick, con situazioni e ambientazioni evocate dall’estro attoriale e sostenute da una drammaturgia sonora che il pubblico ha sentito grazie alle cuffie wifi, immergendosi nella storia. Ha chiuso la rassegna l’attore vicentino Matteo Cremon, impegnato nella lettura scenica di “Un re in ascolto”, tratto da un racconto di Italo Calvino; molto applaudita la sua performance, perché Cremon ha saputo coinvolgere con passione e consumata bravura il pubblico presente. ◆ [M.D.Z.]

Alla scoperta del Verla Fino al 29 giugno è aperta a Palazzo Fogazzaro la mostra dedicata al pittore rinascimentale Francesco Verla, di cui Schio (a S.Francesco e all’istituto Canossiano) custodisce due importanti opere.

H

a aperto le porte ai visitatori la mostra dedicata al pittore rinascimentale vicentino Francesco Verla: visitabile fino al 29 giugno al Museo Civico di Palazzo Fogazzaro, l’esposizione illustra le opere realizzate a Schio, a Magrè e nelle zone limitrofe come Velo d’Astico, Valdagno e Sarcedo. Il percorso però ruota attorno all’importante opera dello “Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria”, una pala d’altare di grande rilievo risalente al 1512 e conservata nella nostra chiesa di S. Francesco. Originario di Villaverla, da cui il nome, si desume che l’artista si sia formato nella Bottega di Bartolomeo Montagna, una delle più importanti nel Veneto del 1500. Con tutta probabilità qui entrò in contatto con le innovazioni artistiche proposte in quell’epoca nel vivace ambiente veneziano da artisti del calibro di Giovanni Bellini e Antonello da Messina. Verla intrapre-

se inoltre diversi viaggi in centro Italia, e l’influenza di pittori locali si può scorgere nelle opere tra il 1503 e il 1505, come nella “Madonna in Trono con Bambino tra i Sant’Antonio Abate e Pietro Martire”: qui è evidente la contaminazione di stile avvenuta grazie a un probabile incontro con il pittore umbro Pietro Vanucci, detto Il Perugino. Il 20 giugno 1512, Verla terminò la bellissima pala d’altare conservata nella nostra città, lo “Sposalizio mistico di Santa Caterina”: in linea con l’iconografia del suo tempo, la Vergine è su un trono e tiene in braccio il Bambino, che a sua volta infila l’anello al dito di S. Caterina d’Alessandria, avvolta in un mantello rosso e oro. L’opera è la perfetta unione delle novità apprese durante i viaggi dell’artista in centro Italia e il gusto tipico del nord, dai tratti quasi fiamminghi; la luce ha una raffigurazione unica nel suo genere.

Altra importante opera presente alla mostra è sempre lo “Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria”, nella versione però conservata all’Istituto Canossiano: le dimensioni sono notevolmente ridotte rispetto alla Pala della chiesa di San Francesco e questa tela presenta solamente quattro figure a mezzobusto che si armonizzano col paesaggio in secondo piano. È proprio qui che risiede la particolarità dell’opera: sullo sfondo, infatti, è visibile la raffigurazione di un castello fortificato, che si presume possa essere la forma originaria proprio del Castello di Schio. Questo è l’unico dipinto originale esposto in mostra, per cui sarebbe opportuno organizzare visite guidate itineranti e diffuse che sappiano proporre le varie opere dell’artista nella nostra città e nei comuni limitrofi. ◆ [T.F.M.]



Detto tra noi

Per inviare lettere e contributi a SchioMese, scrivere a: schiothienemese@gmail.com Si prega di inviare i testi soltanto via posta elettronica e di contenere la lunghezza:

testi troppo lunghi non potranno essere pubblicati a prescindere dai contenuti.

Noi, ragazzi della seconda viola “Maraschin”, abbiamo scritto insieme un romanzo Gentile direttore, siamo gli studenti della classe seconda viola della scuola media “Maraschin” di Schio. Con questa lettera desideriamo condividere con lei e i suoi lettori un progetto che abbiamo realizzato durante questo anno scolastico. A poche settimane dall’inizio del nostro secondo anno alla scuola secondaria di primo grado abbiamo iniziato a realizzare un libro. Subito eravamo tutti, o quasi, un po’ perplessi, non sapevamo le difficoltà di scrivere qualcosa che andasse oltre al solito tema di italiano, ma il nostro professore ci ha rassicurati, dicendoci che ci avrebbe aiutato nell’organizzazione, nella coordinazione delle varie fasi, nell’evitare gli errori grammaticali, ma nello stesso tempo ci ha informato che non sarebbe stato un lavoro facile e ci ha detto inoltre che avevamo tutte le qualità per farcela. Così ci siamo ricreduti e abbiamo iniziato.

Ognuno ha scritto un capitolo e tutti per farlo si sono impegnati moltissimo. Ci sono stati degli errori grammaticali che il nostro professore ha corretto e, grazie a questo, abbiamo imparato moltissimo. Questo progetto, però, non ci ha insegnato solo a scrivere meglio o a capire la grammatica, ma anche a relazionarci con i nostri compagni, a fare delle critiche costruttive e ad accettarle. I primi capitoli sono stati i più semplici, ma non da sottovalutare perché, anche se erano meno vincolati allo svolgimento della storia, non era facile inventarsi un filo logico che fosse coerente con la trama. Poi, andando avanti con i capitoli, questi dovevano seguire una trama ben precisa per riuscire a creare buoni intrecci e, data la stanchezza, gli ultimi sono stati i più difficili in assoluto. Nonostante tutte le difficoltà ora siamo orgogliosi di noi e di quello

Lavorare in squadra e dimostrare, pur come minoranza, di essere capaci di amministrare la città In merito alle dichiarazioni rilasciate nel numero di aprile di “SchioThieneMese” dalla capogruppo leghista Ilenia Tisato, sono obbligato a scrivere queste righe per replicare a delle affermazioni sul mio conto false e tendenziose. Lo faccio senza alcun intento polemico, bensì per amore di verità, in modo che i concittadini e in particolare chi ci ha votato due anni fa, siano informati in maniera corretta su come si sono svolti i fatti. Non è vero che in questi due anni ho lavorato per mio conto come ha sostenuto impropriamente la Tisato, è vero casomai il contrario. Da due anni provo a spiegare (inutilmente) alla capogruppo leghista la necessità intrinseca di fare squadra per costruire insieme una compagine di centrodestra credibile e competitiva, facendo tesoro delle esperienze passate quando a rappresentare questa porzione del campo c’erano altri soggetti. I miei appelli sono sempre caduti nel vuoto. Il motivo? Le diatribe interne al gruppo consiliare leghista. A riprova di quanto affermo, ci sono le nu-

merose istanze portate dal sottoscritto in Consiglio alle quali nei primi mesi di mandato la Tisato ha posto, senza fiatare, la sua firma assieme a Luigi Santi. Dopodiché, ad un certo punto la collaborazione è terminata in quanto sono prevalse le questioni interne tra la Tisato e Santi. “Devi scegliere con chi stare”, mi disse in più occasioni con fare perentorio, mentre proseguivo il mio lavoro con la fattiva collaborazione di Luigi Santi. Le risposi che la mia scelta ricade favorevolmente con chi ha voglia di lavorare per la città, non con chi cincischia in attesa che qualcuno ci regali chissà che cosa in vista delle elezioni del 2024. Ci tengo a precisare che ho sempre ritenuto opportuno ragionare in prospettiva per l’apertura di un tavolo di confronto con la maggioranza uscente, ma se ci sarà da parte loro la disponibilità a dialogare con noi, come centrodestra ci dobbiamo arrivare con dignità, in modo da avere le carte in regola per dettare la nostra linea. Per rispettare questa conditio sine qua non, è ne-

che siamo riusciti a fare. L’esperienza unica di aver scritto un libro ci ripaga di tutta la fatica e del tempo impiegato. Il romanzo è ambientato a Schio e racconta il percorso di un ragazzo adottato alla ricerca della sua famiglia biologica. Varie vicende, che non sveliamo per evitare di rovinare la sorpresa, si intrecciano dando vita a momenti di suspance e di riflessione. Il romanzo si intitola “Verso casa” e chi desidera leggerlo lo può trovare presso le librerie Bortoloso e Il colore del grano. Il ricavato lo doneremo all’associazione Mato Grosso, nel ricordo di Nadia De Munari. Grazie. La classe seconda viola della scuola media “Maraschin”, Schio

Evviva, trovare una classe di ragazzi di seconda media che, insieme, progetta, scrive e stampa un libro – per giunta con una finalità do solidarietà – è cosa davvero meritevole e a suo modo straordinaria. Bravi voi e l’insegnante che vi ha seguiti. Da parte nostra l’invito a crescere continuando ad amare i libri e le infinite storie che possono contenere. Come ha detto Iosif Brodskij, “ci sono crimini peggiori del bruciare i libri, uno di questi è non leggerli”. (S.T.)

cessario aver dimostrato, seppur come forza di minoranza, di essere capaci di amministrare la città. Saltare a piè pari in braccio alla maggioranza a nemmeno metà mandato, è una scelta di comodità più che una decisione dettata da acume politico. Sull’accusa di aver messo in piazza attraverso la stampa e i social network le diatribe interne alla Lega, faccio sommessamente notare che sono intervenuto solo dopo l’approvazione al bilancio di previsione triennale votato a febbraio, quando la Tisato ha scelto di appoggiare la maggioranza senza nemmeno degnarsi di informare il suo collega di gruppo e il sottoscritto. Se c’è qualcuno che ha agito in solitudine, con ogni evidenza la Tisato dovrebbe guardarsi allo specchio. Chiudo queste poche righe auspicando di avere fatto chiarezza, ribadendo alla collega che la disponibilità a lavorare in sinergia rimane immutata. Sempre che l’obiettivo sia il medesimo. Alex Cioni Capogruppo SchioCittà Capoluogo - PrimaSchio




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.